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Alberto Guadagnini
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale e del Rilevamento (DIIAR)
Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci, 32, 20133 Milano- Italy
Strato limite
Portanza e Resistenza Idro-dinamica
Indice argomenti trattati nel corso di Meccanica dei Fluidi
Corso di Laurea in Ingegneria Energetica e Meccanica
- Facoltà di Milano Bovisa
SI RICORDA CHE IL MATERIALE DIDATTICO FORNITO E' PER USO PERSONALE DEGLI STUDENTI.
NON E' CONSENTITO L'IMPIEGO DI DETTO MATERIALE A FINI DI LUCRO
E' ASSOLUTAMENTE VIETATO UTILIZZARE DATI, INFORMAZIONI ED IMMAGINI
SENZA AGGIUNGERE LA FONTE
1
FLUSSO ATTORNO A CORPI IMMERSI - INTRODUZIONE
Moti Esterni. L’oggetto è completamente circondato dal fluido.
Moti Interni. L’oggetto circonda completamente il fluido.
Es. Moti nelle condotte in cui l’intero campo di moto è condizionato dalla
presenza della condotta.
Approcci di studio:
Modelli numerici.
Modelli sperimentali: galleria del vento,…
2
LIFT (PORTANZA) E DRAG (RESISTENZA FLUIDO-DINAMICA)
sforzi di pressione
y p dA
τ dA dFx = (p dA) cos ϑ + (τ dA) sin ϑ
U dA
3
ESEMPI
1) LASTRA PIANA PARALLELA ALLA DIREZIONE DEL FLUSSO DI MONTE
y p = p(x) = 0 Caso limite di corpo
Lift = − ∫ p dA + ∫ p dA = 0
Asup Ainf affusolato: Drag dovuto
unicamente alla
Drag = ∫ τ dA + ∫ τ dA = 2 ∫ τ dA
U
Asup Ainf Asup
distribuzione degli stati
p=0 di sforzo tangenziali
x
(Drag di attrito)
δ r x
= f α , , Re,Ma,St,Fr, Reynolds tipici per flussi
l l l esterni: 10 < Re < 109
4
Analogamente si definiscono dei Coefficienti di Lift e Drag adimensionali
D r
CD =
1 = f1 α , , Re,Ma,St,Fr Coefficiente di Drag
ρU 2 A l
2
L r
CL =
1 = f 2 α , , Re,Ma,St,Fr Coefficiente di Lift
ρU 2 A l
2
N.B.:
è importante definire quale area si utilizza nella definizione di CD e CL
Si distinguono:
DRAG DI ATTRITO Df
È quella quota parte del drag legata agli sforzi tangenziali, τ, sulla superficie del corpo (τ
sin ϑ). Dipende dalla distribuzione delle τ e dalla forma del corpo.
Coefficiente di Drag di attrito:
Df
CD f =
1
ρU 2 A
2
Il Drag di attrito è nullo per una lamina piana normale alla direzione del flusso e massimo
per una lamina piana parallela alla direzione del flusso.
Il Drag di attrito dipende fortemente dalla viscosità del fluido (i.e., è elevato per bassi Re)
Drag di attrito
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DRAG DI PRESSIONE O DI FORMA Dp
È quella quotaparte del drag legata alla distribuzione delle pressioni p sulla superficie del
corpo. Dipende fortemente dalla forma del corpo.
Flussi irrotazionali: CDp ≡ 0 su ogni corpo (simmetrico o non, vd in seguito) in campo di
moto stazionario. Dp
CD p =
1
ρU 2 A
2
E’ dominante per elevati Re e corpi tozzi (quando avviene la separazione del flusso)
Drag di pressione
CD = CD f + CD p
Drag di attrito e di pressione
Aumento Re: diminuisce l’importanza degli effetti viscosi in tutte le direzioni eccetto
a valle dell’oggetto
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Alti Re: fenomeno governato da effetti inerziali, gli effetti viscosi sono trascurabili
dovunque eccetto in una regione molto vicina all’oggetto e nella zona di scia.
Esite un sottile strato limite (boundary layer) di spessore δ = δ(x) in prossimità
dell’oggetto in cui la velocità passa dal valore nullo (in prossimità dell’oggetto) a U.
Lo spessore δ aumenta lungo la direzione del flusso.
Il flusso all’interno dello strato limite può essere laminare o turbolento (vd in seguito).
Re bassi (< 1) : stesse considerazioni viste in precenza per i corpo affusolati. Gli
effetti viscosi si sentono per distanze >> D.
Es: moti di corpi in fluidi ad elevata viscosità,
moti di corpi di piccole dimensioni (particelle
di inquinanti). Le linee di corrente sono
simmetriche rispetto al centro del cilindro
(flusso di Stokes)
Aumento Re: diminuisce l’importanza degli effetti viscosi in tutte le direzioni eccetto a
valle dell’oggetto. Il flusso perde la sua simmetria. Per effetto dei termini inerziali si forma
una zona di separazione (l’inerzia del fluido è tale da non poter seguire la curvatura
dell’oggetto) Separazione: Generalmente avviene quando
l’oggetto è di forma tozza (ad esempio, una
sfera, un cilindro, …). All’aumentare di Re gli
effetti inerziali diventano sempre più importanti
e in qualche localizzazione sul corpo (posizione
della separazione) l’inerzia del fluido è tale che
questo non riesce più a seguire la superficie
curva del solido nella regione posteriore. Il
risultato è una regione di scia, a valle
dell’oggetto, in cui si ha flusso sia verso valle
che verso monte.
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Alti Re: l’area affetta dagli sforzi viscosi è spinta a valle e coinvolge solo una
piccola regione (δ << D) a monte dell’ostacolo. A valle dell’oggetto si forma una
zona di scia irregolare.
I gradienti di velocità all’interno dello strato limite e delle zone di scia sono molto
piu’ elevati di quelli nelle zone rimanenti. Poiché gli effetti viscosi dipendono dal
gradiente di velocità ne consegue che tali effetti sono confinati nello strato limite e
nella zona di scia.
In generale, maggiore è Re, minore è l’ampiezza della regione in cui gli effetti
viscosi sono importanti (strato limite).
Per comprendere meglio la struttura del campo di moto nello strato limite, consideriamo la
deformazione di una particella che vi entra
a. All’esterno, una particella rettangolare rimane tale (fluido ideale irrotazionale)
b. Non appena entra nello strato limite, la particella iniza a deformarsi a causa dei gradienti
di velocità (la velocità in alto è maggiore della velocità in basso)
c. Dopo una certa distanza dall’inizio della lastra, lo strato limite diviene turbolento e la
particella iniza a subire distorsioni.(Moto 3D)
La forma dello strato limite puo’ essere ottenuta sperimentalmente
8
Lo spessore di strato limite non coincide con una linea di corrente (le linee di corrente
intersecano lo strato limite).
Transizione tra flusso laminare e turbolento all’interno dello strato limite avviene per Re ≈
105 − 3×106 (per lamina liscia, in realtà dipende dalla scabrezza della lamina).
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y
π3
M1 M2
h δ(x)
π1 π2
D x
L
L
D
M1 + π1 + π 3x = D + M 2 + π 2
D = M1 − M 2 + π1 + π 3x − π 2 = M1 − M 2
Si ottiene quindi il drag in termini di deficit del flusso di quantità di moto attraverso la
superficie di uscita del volume di controllo
δ
D = ρb ∫ u (U − u ) dy
0
2
δu u
D = ρ bU ∫ 1 − dy
0U U
↑x⇒↑δ⇒ ↑D⇒ ↓M
Il fenomeno è opposto a quanto avviene all’interno delle condotte a sezione costante in cui M è
costante e l’azione di trascinamento nasce per una diminuzione del termine di pressione.
Fluido non-viscoso ⇒ D ≡ 0 (perchè u = U; anche consistente con il fatto che τ = 0 quando
µ = 0)
Si definisce:
δ u u
Θ=∫ 1 − U dy
0U
Temine che dipende esclusivamente dal profilo di velocità all’interno dello strato limite,
dalla velocità U e dall’estensione δ dello strato limite (viene anche detto spessore della
quantità di moto)
D = ρ b U2 Θ
(valida sia per moto laminare che turbolento)
10
D = ρ b U2 Θ
dD dΘ
= ρbU 2
dx dx
l
D = b ∫ τ dx dD
dD = bτ dx = bτ
0 dx
dΘ
τ = ρU 2
dx
La conoscenza del profilo di velocità (e quindi dello spessore della quantità di
moto) nello strato limite consente di risalire alla distribuzione di τ(x)
Esempio y
u=U per y > δ Profilo di velocità
δ lineare nello strato
limite
u=Uy/δ per 0 ≤ y ≤ δ
δ δ δ
u u y y y2 y3 δ
Θ=∫ 1 − dy = ∫ 1 − dy = − 2 =
0
U U 0
δ δ 2δ 3δ o 6
d Θ ρU 2 dδ
Azioni tangenziali: τ = ρU 2 =
dx 6 dx
In generale: si misura il profilo di velocità (e quindi δ) e dall’eq. precedente determina τ.
Supponiamo di essere in condizioni laminari in parete. Lo stato di sforzo tangenziale in
parete è pari a:
∂u U µU ρU 2 dδ δ dδ =
6µ
τ =µ =µ = dx
∂y δ δ 6 dx ρU
y =0
11
6µ
δ dδ =
dx
ρU
Integrando tra x = 0 (δ = 0) e la generica ascissa x a cui lo spessore dello strato limite è δ:
δ 2 6µ µx δ 3.464
= x δ = 3.46 =
2 ρU ρU x Rex
1
C1 = ∫ g (Y )[1 − g (Y )] dY
0
D = ρ bU 2 Θ D = ρbU 2 δ C1
Dove C1 dipende solo dalla forma del profilo di velocità (es: per profilo di velocità lineare
C1 = 1/6)
12
dΘ dδ
Lo sforzo τ = ρU 2 = ρU 2 C1
dx dx
Supponiamo di essere in condizioni laminari in parete, lo stato di sforzo in parete è:
u = U g (Y )
∂u ∂u dY µU dg µU
τ =µ =µ = = C ∂u
=U
dg
∂y y =0
∂Y Y = 0 dy δ dY Y =0 δ 2 ∂Y dY
con dg
C2 =
dY Y =0
2 µ C2 x δ 2C2 / C1
Integrando δ= =
ρUC1 x Re x
Per qualunque profilo di velocità lo spessore di strato limite (laminare) aumenta con x ed è
inversamente proporzionale alla radice quadrata del numero di Reynolds.
Sostituendo: C1C2 3 / 2 ρµ
τ= U
2 x
Re x
2C2C1
ρbU 2 x
D Re x 8C1C2 K Coefficiente di Drag
CD = = = =
1 1 Re x Re x
ρU 2bx 2
ρU bx
2 2
13
Tipici profili
approssimati di
strato limite Lineare:
u/U=y/δ
Parabolico:
u / U = 2y / δ − ( y / δ)2
Cubico:
u / U = 3(y / δ)/2 − ( y / δ)3 / 2
Sinusoidale:
u / U = sin [π (y / δ)/2]
Per lastre sufficientemente lunghe, ad un certo punto il moto nello strato limite
diviene turbolento (il parametro che governa tale transizione è il Numero di
Reynolds Rex)
Rexcr è una funzione complessa di: scabrezza superficiale, curvatura della
superficie (lastra o sfera), disturbi nella corrente esterna, ...
Transizione tra flusso laminare e turbolento all’interno dello strato limite avviene
per Rexcr ≈ 5 × 105 (dipende dalla scabrezza) per corpi affusolati
Transizione non limitata ad un punto, ma generalmente coinvolge una regione del
corpo
Moto non-stazionario.
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STRATO LIMITE TURBOLENTO
Struttura molto complessa, random ed irregolare (strutture simili a quelle viste nello
studio delle condotte).
Non esiste soluzione esatta al problema dello strato limite turbolento dal momento
che non c’è una espressione analitica non approssimata per τ turbolenti; τturbolento = ρ u 'v'
Soluzioni numeriche: integrazione diretta delle equazioni di Navier-Stokes, modelli
di turbolenza
Modelli sperimentali.
Lo spessore di strato
limite turbolento è
maggiore dello
spessore di strato
limite laminare
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SOLUZIONE EMPIRICA
1/ n
u y
≅ y ≤δ
U δ
Dove n dipende da Re (aumenta con Re). n = 7 utilizzato per Re più comuni (106 – 108)
δ 0.16 δ 2C2 / C1
Strato limite turbolento: ≅ (Strato limite laminare: = )
x Re x1/ 7 x Re x
0.027 2C1C2
Strato limite turbolento: C f = (Strato limite laminare: C f = )
Re x1/ 7 Rex
SOLUZIONE SEMI-EMPIRICA:
u 1 y ρu *
≅ ln +B y ≤δ
u* k µ
τ
u* = k ≅ 0.40 B ≅ 5.0; 5.5
ρ y =0
+ e− kB e ( ) − 1 − k ( u / u *) −
u
yu* =
− k u / u*
−
u* 2 6
u/u*
yu*ρ/µ
16
CORPI TOZZI: EFFETTI DEL GRADIENTE DI PRESSIONE
Esempio:
flusso attorno ad un cilindro in
condizioni di moto irrotazionale
(e fluido ideale). Linee di
corrente simmetriche.
Pressione Velocità
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Ragione fisica paradosso di D’Alambert:
Per elevati Re gli effetti viscosi sono confinati in un sottile strato limite. L’idea su
cui si basa la teoria dello strato limite è che lo strato limite sia abbastanza sottile da
non influenzare il flusso esterno allo strato limite stesso (soluzione di moto in
fluidi ideali). Basandosi su questa idea per elevati Re il flusso, nella maggior parte
del campo di moto, coincide con quello sotto riportato (flusso non viscoso).
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Nel punto di separazione (D) il gradiente di
velocità alla parete è nullo (zero τ). Oltre
tale punto, il flusso si inverte nello strato
limite.
Strato limite laminare (Re = 15000) Strato limite turbolento (Re = 30000)
≈80°
≈140°
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La sepazione si puo’ avere anche su corpi affusolati aumentando l’angolo di
attacco ( > 15°, angolo formato dalla direzione media di flusso e dalla corda
dell’oggetto).
r
CD = f α , , Re,Ma,St ,Fr
l
RISULTATI
SPERIMENTALI
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DIPENDENZA DI CD DALLA FORMA α, OGGETTO LISCIO
In realtà su un oggetto scabro rendere il corpo piu’ o meno affusolato ha un effetto opposto sul Drag di
Pressione e sul Drag di Attrito.
Il minimo totale si ottiene per D / L ≅ 0.25 (ma varia anche con Re)
Cf
Cp
L/D
D/L
In figura: due oggetti di diverse dimensioni (in scala) che sono soggetti allo stesso Drag, (a) cilindro
circolare CD = 1.2; (b) CD = 0.12
(a) (b)
La zona di scia a valle del corpo (b) è piccola e paragonabile al caso del corpo (a)
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DIPENDENZA DI CD DA Re
2
CD = D/(ρU2A/2)
Oggetto
U
Disco circolare normale al flusso D 20.4 / Re
U
Disco circolare parallelo al flusso
D 13.6 / Re
U
Sfera D
24.0 / Re
Il drag sul disco normale al flusso è soltanto 1.5 volte maggiore di quello su disco parallelo.
Per elevati Re questo rapporto aumenta. Per bassi numeri di Re l’effetto della forma non è
dominante (per elevati Re utilizzare un corpo affusolati fa diminuire notevolmente CD rispetto
an un oggetto tozzo).
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3. Re elevati (strato limite turbolento).
Corpi affusolati: CD cresce quando lo strato limite diviene turbolento ⇒ la maggior parte del drag è
dovuta ad azioni tangenziali, che sono più alte in moto turbolento che in laminare.
Corpi tozzi (cilindro, sfera, etc.): CD decresce bruscamente quando lo strato limite diviene turbolento
⇒ lo strato limite può penetrare molto di più nella zona a gradiente avverso di pressione prima della
separazione dello strato limite. Ne risulta una più sottile regione di scia a valle, con riduzione non solo
di CD ma anche della forza di Drag (di pressione). In questa regione del campo di moto risulta essere
molto difficile mantenere una velocità uniforme (equilibrio instabile: se si aumenta leggermente la
velocità aumenta Re, diminuisce la forza di Drag e quindi aumenta di nuovo V). In tutte le altre regioni
del campo di modo se aumenta V (i.e. aumenta Re) diminuisce CD ma aumenta D (equilibrio stabile).
CD in funzione di Re per
cilindro circolare e sfera lisci
(A) Re < 1
(B) 1 < Re < 50
(C) 50 < Re < 103
(D) 103 < Re < 2×105
(E) Re > 2×105
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DIPENDENZA DI CD DALLA SCABREZZA SUPERFICIALE
1. Corpi affusolati: il Drag aumenta con la scabrezza superficiale (ali degli aereoplani il più liscie
possibile, es: grafico lamina piana)
Lamina piana:
Condizione di flusso
I risultati sono molto simili a quanto evidenziato nello studio delle perdite nelle condotte (abaco di Moody)
nonostante la diversità del meccanismo fisico che governa il fenomeno. Il flusso che si sviluppa nelle
condotte è governato da un bilancio di forze di pressione e di attrito mentre l’inerzia rimane costante. Il
flusso all’interno dello strato limite per una lamina piana è governato da un bilancio di termini inerziali e
viscosi mentre la pressione rimane costante.
2. Corpi tozzi (cilindro, sfera, etc.): un aumento della scabrezza superficiale può anche causare una
diminuzione del Drag.
Quando lo strato limite diviene turbolento, la regione di scia a valle è più stretta di quanto accade in
condizioni laminari. Il risultato è una diminuzione del drag di pressione, con un leggero aumento
del drag di attrito, ed una globale diminuzione della forza di drag.
Lo strato limite può essere reso turbolento con un incremento della scabrezza superficiale.
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Esempio
Pallina da golf: D = 4.3 cm, peso P = 0.44 N, U = 60 m/s
Pallina da ping pong: D = 3.8 cm, peso P = 0.025 N, U = 20 m/s
Determinare: Drag per palla da golf liscia e scabra e palla da ping-pong
1 π
D = ρU 2 D 2C D
2 4
La forza di Drag su una pallina da golf standard è circa la metà di quella che si otterrebbe su
un’analoga pallina liscia.
D D
Per ottenere la decelerazione: D=ma a= =
m P/ g
a a
Palla da golf scabra: = 1.86 Palla da golf liscia: = 3.81
g g
Palla da ping pong: a
= 4.77 Elevata decelerazione della pallina da ping pong.
g
25