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Pavimento nero. Arredamento bianco. Donna in nero. Uomo in bianco e nero. La donna è seduta su un sofà di pelle
bianca. Musica, un disco di Ambrose degli anni quaranta. L'uomo, in frac, sta in piedi vicino a lei in un atteggiamento
di compassata allegria, da classe altoborghese. Rimane di
ghiaccio per il tempo in cui le parla, unico suo gesto: accenderle la sigaretta. Il fumare o il bere un drink sono azioni
che verranno mimate con gesti molti enfatici, così da ottenere il maggiore
effetto di assurdità possibile. La recitazione dovrebbe essere sensuale, erotica, elaborata, quasi barocca.
HELEN - Gentile da parte tua esser così puntuale/ bastardo! come sei dolce e davvero divino!
sapessi tu quanto mi sono annoiata/ vuoi un drink? Dimmi cosa/ azzardo: un martini con soda e una
spruzzata di cinzano più valanghe di ghiaccio/ dio che faticaccia dover correre di qua e di là alla
ricerca di un piattino che fosse degno di te per colazione (alzando la gonna) charmant n'est-ce pas/
un bocconcino da sferzarti di brividi la schiena/ di ghiaccio ne hai abbastanza! sei carino col
tuo tono d'importanza. E le mie cosce, che ne pensi? che sono di tuo gusto oppure no?/ E i miei
fronzoli... non ti scaldano neanche un po'?/ T'andrebbe di baciarmi/ suvvia ammettilo che già l'idea
è arrapante/ no non ora/ sarò pronta fra un istante/ già stavo a fare tardi ci mancava/ quel
fottutissimo tassì, a trovarlo!/ odio perdermi la prima scena della piéce./ Giù per le strade taxi
sembravano radi come/ capelli in testa a un calvo/ fuori da Harrods - ma che andassero/ a dare via il
culo tutti quanti - non se ne trovava uno/ beh/ da vedermi io lì col braccio teso/ tipo Mosè/ quando
alza il braccio per proteggere il suo popolo/ che lui lo tiene alzato bene in alto e gli ebreucci/ hanno
il tempo di svignarsela sin quando/ quell'altro ci rinuncia e pata pumfete ricade/ col braccio e tutto il
resto a masticare fango e sangue e buonanotte ai suonatori./
E tu lì muto come un pesce/ ma attraente non sai quanto/ un bell'uccello (combiare con tordello) su
una lastra di ghiaccio galleggiante/ si un supergelido frullato di meringhe/ oh sei splendido però/
Gesù Gesù come ti vedo strano.../ andiamo dammi una sigaretta/ humm... tutto il fumo ti va negli
occhi merda/ scusami passerotto scusami/ sei pronto amore?
Dove pensi che si potrebbe andare a cena dopo?/ E non dirmi non lo so/ dovrai sorprendermi
dovrai/ quello che ti chiedo è un vero autentico brivido l'avrò?/ Sapessi tu da quanto non mi sazio/
di carne succulenta e bene al sangue/ sono affamata più di un vampiro/ se non mi sfamo al più
presto spiro/ avrai passato spero/ una piacevole giornata, non è vero/ insieme alla tua cara
mogliettina intatta e ripiegata a posto suo/ forza amoruccio vieni apri la bocca e abbaglia
le mie orecchie, amore vieni/ oddiomio mi sembri preoccupato al punto/ che quasi stai già per
lacrimare ma cosa ho fatto, merda?/ E colpa mia? Perché?/ Stai male/ ti prego dimmelo che c'è!
HELEN - Così caro/ cosa c'è di nuovo?/ Sempre lì buttato come una mucca rumini/ tutte queste
lagne sull'infelice infanzia/ con il papà cattivo e il nastro che si srotola/ all'infinito e parli/ che
sembra di vederti a mollo in una vasca/ da bagno o meglio ancora che sguazzi dentro il truogolo di
tutte le tue pene/ ti cacci tra le labbra una sigaretta e blateri.../
Papà mi ha fatto questo papà mi ha fatto quello/ e mi ha detto così e mi ha detto cosà/ e mai mi ha
detto questo e mai mi ha dato quello/ quand'ero piccolino e tanto bisognoso/ tanto infelice quanto/
avido avidissimo provvisto di un ego enorme/ a forma di un bel buco che è impossibile colmare/ a
meno di succhiare dalle boccucce loro/ tutto il loro fiato, e via di questo passo continua a srotolarsi/
il nastro che racconta di mamma e di papà/ ma sei quel che tu sei/ le piaghe che si aprono mettendo
a nudo tinte/ di sangue bello fresco sin quando per disgrazia/ a qualcuno me compresa succede di
sfiorare/ quella tua dolente pelle/ segnata da sferzate da cui non vuoi guarire/ e che gelosamente/
conservi per riprendere in eterno a lamentarti con litanie del genere:/
Hai visto che mi han fatto/ papà non mi ha portato a vedere la partita e mammà mi ha bastonato!/
Così tu hai conservato in un piccolo forziere il tuo dolore/ e quando ti vien voglia di darci
un'occhiatina lo apri e ti rinfranchi/ moltiplichi per mille il tuo patema minuscolo e remoto/ che pare
una ridicola inezia in quella Bibbia di pene che son io./
Ci obblighi tutti a leggere il suo noioso testo/ che è fatto per scusarti di tutti i tuoi delitti/ con balle
sulla vita che fu così crudele/ e quando su te pesa un piccolo sconforto/ la solita e stantia riposta tua
energia/ ritorna a invigorirti/ allora ricominci a pescare aringhe morte da una vecchia cicatrice/ e le
sventoli felice/ ancora odorose e calde/ svegliate dal letargo.. ./Ma dammi retta/ getta/
quest'olezzante pesce/ ed evita di usare/ un'anima diversa se intendi decifrare/ le tue logore
sventure/ quel che tu brami ascoltami son nuove pollastrelle che possono eccitarti/
riciccia con loro il rotolo di tutte le agonie/ nuovi talenti: è questo/ quanto tu cerchi e nuovi assalti/
nei quali cimentarti/ è chiaro ormai/ che più non sai che dire né come cucinare/ in modo originale/
il vecchio tuo stufato che mio caro/ s'è ridotto a un pappone assai indigesto
Il giorno è un ricco ordito/ che va dal rosso cremisi sino al castano chiaro/ i cani latrano più forte/
la pista è ormai sicura mentre la volpe è stanca/ le guance mi si arrossano/ ho gli occhi che
scintillano/ verrà versato sangue/ oddio sta diventando/ tutto così eccitante/ seppur la carne è
debole lo spirito è tenace/ respiro con affanno/ se il mio culetto soffre/ sapessi quanto è dolce
averlo sofferente/ siamo vicini è fatta/ ormai l'abbiamo in pugno/ senz'altro intrappolata giù
dentro qualche fosso/ si lanciano i cavalli attraversando/ i campi recintati di qualche contadino/
devastano
il raccolto/ e via che sarà mai!/ rifonderemo dopo - oh cazzo! pure il micio di qualche ragazzino/
è travolto e smaciullato nell'orgia della corsa/ beh pace non fa niente/ ne troveremo un altro/ ecco
che è presa adesso/ la vedo catturata/ è in trappola: respira/ buttando fuori orribili e brevissimi
singulti/ il pelo si solleva rizzato dal terrore/ la muta è una bufera/ di denti come ghigni/ affondano
le zanne/ squarciano la gola il sangue è un lungo fiotto/ dal getto inesauribile/ davvero favoloso/
per conto mio scommetto/ che pure la volpe in fondo/ sarà stata soddisfatta/ di finire in questo
modo.../ la furia/ la caccia/ l'estasi/ l'abbraccio/ il capobattuta smonta/ recide via la coda/
insanguina
i piccini/ tutti così eccitati/ oh che giornata dio mio esaltante! Beviamoci un gin tonic/ beh che
te ne pare?/ Mi piace questa vita una migliore/ non la potrei desiderar e.
SCENA DECIMA
HELEN - Non voglio far tardi amore/ ora basta rimestare/ il cucchiaio nella tazza dell'odio e del
rancore/ è una prima questa sera/ mi immagino che fiera/ sarà di sfarzi e di delizie la platea/ e
t'assicuro:/ tutti bianchi sta' tranquillo!/ Indosserò qualcosa/ che debba sbalordire/ un che di
favoloso/ quel che mi importa caro/ è renderti orgoglioso (mima quanto segue)
ecco che cosa: un disgustoso/ audacissimo vestito di Chanel/ dal taglio un poco osé/ diciamo un po'
attillato e realizzato/ in cashmere nero raccolto dall'interno/
del ventre di capretti.../ che accarezzi ogni dettaglio e che evidenzi/ ogni linea ed ogni curva del
mio corpo/ e che amplifichi all'esterno ogni contorno genitale/ le maniche son chiuse e
drappeggiate/ a fìtte increspature sottilissime e fluenti/ galleggianti
come onde/ cintura di Trussardi di pelle di serpente/ che si srotola e che sguscia tra laghi
scintillanti./ La gonna appesantita giù alla balza/ e che rimanda im brillantata bagliori mozzafiato
dalla coscia che s'indora salendo per le scale/ santarella dal di fuori una
puttana invece dentro/ dio la moda/ è una cosa così tanto/ divina che trasforma il vestirsi in un
peccato/ sconsiderate/ sconsiderate ostentazioni di filigrana argentea s'inanellano attorno alle mie
natiche facendo del mio culo due lucenti/ lune/ che ostento così, tanto per gioco/
la gonna ora disegna la mia carne/ giù giù da quelle gonfie curve che si stringono alla coscia/ che
si slanciano su in alto evidenziando/ le mie tette come dolci succulenti di ciliegia/ che soffici si
scuotono e s'infalcano danzando/ nella lieve trama a rete di seta che le tiene/ sono frutti nelle coppe
con la smania/ di saziare o almeno d'essere assaggiati/ ai piedi scarpe in raso/ con tacchi acuminati
ed alti un palmo/ foggiati in una bolla di vetro veneziano opaco e cavo/ qui un minuscolo
splendore/ si scalda smerigliante in tanto buio/ le calze poi saranno/ di seta e che arrivino alle
cosce/ strette su in cima da nere giarrettiere/ come denti di lucertola serrati con violenza.../
mutandine sottili e trasparenti ma non troppo/ di impalpabile purissimo tessuto/ con dentro ricamato
un lezioso triangolino tutto ornato per serbare/ il prezioso regalino che elargisco a mezzanotte/
fluenti e vaporosi i miei capelli/ aurei e splendenti sono raccolti a onde/ ravvolti e pettinati a lunghe
chiome/ poi fermati in deliziosi ricciolini modellati/ su una ninfa di Utrillo che levita sul mare/
non poche notti insonni/ son state necessarie a Sassoon per creare/ un incanto come questo per me
sola/ le mie braccia/ che son fatte per sedurre/ sono pallidi serpenti/ sotto un tulle trasparente
tempestato/ di topazi e perle chiare/ son pronta adesso caro/
per andare a turbinare.