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NIDO Fagottino
INDICE
Presentazione del nido
L’organizzazione del servizio
Gli operatori del nido
Il servizio mensa
IL MODELLO PEDAGOGICO
Le finalità
I raggruppamenti dei bambini
L’organizzazione pedagogica degli spazi
L’inserimento del bambino
L’organizzazione pedagogica della giornata educativa: le routine
Il valore delle differenze
La partecipazione delle famiglie
Le attività professionali
Il raccordo con il territorio e con altri servizi
PREMESSA
Per progetto pedagogico in e di un contesto educativo intendiamo un piano
che, dopo aver declinato in maniera specifica i traguardi formativi che si
vogliono raggiungere – ciò che si auspica che i destinatari dell’offerta
formativa diventino alla fine del percorso ipotizzato in termini di capacità,
competenze, atteggiamenti, apprendimenti specifici - dichiari attraverso
quali mezzi (esperienze, attività, strategie) e risorse è possibile realizzare tali
traguardi e specifichi le modalità di valutazione degli esiti.
Orario di funzionamento
Il nido osserva un orario di apertura dalle ore 7.30 alle ore 18.30 che
prevede:
• l’ingresso dalle 7.30 alle 9.30
• l’uscita intermedia dalle ore 12.30 alle ore 13.30
• l’ingresso del part-time pomeriggio dopo le ore 13.30
• l’uscita del pomeriggio secondo l’orario personalizzato.
Iscrizioni
Le iscrizioni al nido d’infanzia sono aperte tutto l’anno.
Rette
Le rette sono personalizzabili e stabilite in base alle fasce di frequenza. Le
tariffe sono presentate nella carta dei servizi
Inserimenti
L’ inserimento è possibile tutto l’anno.
IL SERVIZIO MENSA
Il servizio di ristorazione è fornito tramite catering (ditta RISTOBIMBO ) con
menu stabilito dall’ ASL.
IL MODELLO PEDAGOGICO
LE FINALITA’
Il Nido è un’istituzione educativa che accoglie bambini e bambine dai tre mesi
ai tre anni e si affianca alla famiglia nel perseguire e curare la crescita e lo
sviluppo armonico del bambino.
In riferimento alla legge n°8 del 2004 "Norme in materia di servizi educativi
per la prima
infanzia" l’articolo 1 definisce le finalità e modalità attuative:
1. La regione riconosce le bambine e i bambini quali soggetti di diritti
individuali, giuridici, civili e sociali e opera perché essi siano rispettati come
persone.
2. La presente legge detta i criteri generali per la realizzazione, la gestione, la
qualificazione e il controllo dei servizi educativi per la prima infanzia pubblici e
privati, nel riconoscimento del pluralismo delle offerte educative e del diritto di
scelta dei genitori, in attuazione e nel rispetto della legislazione statale di
settore.
3. Il Consiglio regionale, con una o più direttive, definisce i requisiti strutturali
ed organizzativi, i criteri e le modalità per la realizzazione e il funzionamento
dei servizi di cui alla presente legge, compresi quelli sperimentali, nonché le
procedure per l'autorizzazione al funzionamento di cui all'art. 16 e per
l'accreditamento di cui all'art. 19.
La legge n°1 definisce nel seguente modo il nido: il nido d'infanzia è un
servizio educativo e sociale di interesse pubblico, aperto a tutti i bambini e le
bambine in età compresa tra i tre mesi e i tre anni, che concorre con le
famiglie alla loro crescita e formazione, nel quadro di una politica per la prima
infanzia e della garanzia del diritto all'educazione, nel rispetto dell'identità
individuale, culturale e religiosa.
Il nido ha finalità di:
a) formazione e socializzazione dei bambini, nella prospettiva del loro
benessere psicofisico e dello sviluppo delle loro potenzialità cognitive,
affettive, relazionali e sociali;
b) cura dei bambini che comporti un affidamento continuativo a figure diverse
da quelle parentali in un contesto esterno a quello familiare;
c) sostegno alle famiglie nella cura dei figli e nelle scelte educative.
5) Il giardino
Ad uso esclusivo del nido sul retro vi è un ampio giardino piantumato
attrezzato con giochi all'interno del quale è stato ricavato uno spazio per il
giardinaggio.
L’INSERIMENTO DEL BAMBINO
L’ingresso al nido rappresenta per molti bambini un primo distacco dalla
famiglia ed un modo totalmente diverso di trascorrere la giornata. Data la
delicatezza che tale cambiamento richiede, sia per la famiglia sia per il
bambino, è necessario e fondamentale che gli adulti che lavorano al nido,
siano in grado di predisporre un percorso educativo pensato e condiviso da
tutto il gruppo di lavoro.
Il momento dell’inserimento viene opportunamente preparato prima
dell’ingresso vero e proprio del bambino al nido, attraverso il contatto con le
famiglie . Ciò avviene con il colloquio preliminare in cui il genitore ha
l’opportunità di raccontare l’immagine del proprio figlio e le educatrici ricevono
informazioni utili nel pensare e predisporre un’accoglienza adeguata.
L’inserimento è un momento molto delicato sia per il bambino sia per il
genitore, perché segna il primo ingresso nell’istituzione educativa, è perciò
necessario che avvenga in maniera graduale.
Il momento dell’inserimento richiede attenzione e impegno per salvaguardare
e favorire alcune situazioni:
• il benessere del gruppo dei bambini già frequentanti;
• un distacco graduale del bambino dalle figure parentali;
• la conoscenza del nuovo ambiente;
• l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con gli educatori e i coetanei;
• l’esplorazione degli spazi e i materiali.
Le strategie che vengono messe in atto durante questo momento sono
identificabili in:
gradualità nell’inserimento
presenza al nido del genitore
predisposizione di un ambiente accogliente
suddivisione del gruppo
La gradualità nell’inserimento fa si che il bambini possano conoscere
l’ambiente con tranquillità, esplorare lo spazio, giocare con i giochi, creare un
rapporto personale con l’adulto.
La presenza del genitore costituisce per il bambino la condizione per
esplorare in modo tranquillo lo spazio a sua disposizione…
Il genitore arriva il primo giorno con il proprio bambino e viene accolto dalle
educatrici all’interno del nido che viene predisposto in modo che risulti
accogliente e tranquillo
Le prime due giornate prevedono la permanenza del bambino e del familiare
per circa un’ora: il genitore viene invitato ad accomodarsi all’interno del nido
cercando di mantenere un ruolo
discreto, ma nel contempo di mediazione fra il bambino e gli educatori.
Durante la terza e quarta giornata al genitore verrà chiesto di allontanarsi
lasciando un recapito telefonico per ogni evenienza.
Il giorno seguente il bambino rimane per tutta la giornata, l’educatore
provvede a telefonare al genitore per informarlo sull’andamento del bambino.
L’inserimento avviene nel rispetto dell’individualità del bambino, tenendo
conto del suo vissuto, dei suoi tempi e delle sue emozioni.
Si possono creare situazioni di incertezza da parte del bambino e degli adulti
interessati ma il lavoro giornaliero con i familiari e con i bambini è finalizzato a
fornire costanti informazioni, rassicurazioni e a far vivere serenamente la
giornata al nido.
Il cambio
Il momento del cambio è considerato un momento privilegiato che permette a
bambino ed adulto di sviluppare un rapporto di reciprocità. Il bambino non
deve essere trattato come un oggetto, ma come un bambino in grado di
rispondere alle sollecitazioni dell’adulto, e di essere capace di prendere parte
attiva al momento del cambio.
Il bambino piccolo vive con l’educatrice un maggior contatto fisico che
riguarda il modo di essere contenuto tra le braccia, toccato e accudito.
Importante è la dolcezza dei gesti, movimenti teneri e delicati che esprimono
interesse e attenzione nei suoi confronti. L’adulto che interagisce con il
bambino spiega quello che sta facendo: la spiegazione si associa alla
rappresentazione dell’oggetto (vestiti, scarpe , parti del corpo ecc.) che sarà
utilizzato contribuendo in questo modo a sostenere lo sviluppo del linguaggio.
Per il bambino più grande il momento del cambio costituisce l’occasione per
uno scambio verbale maggiore con l’adulto che lo invita a provare e a fare da
solo sostenendo l’autonomia del bambino che in questo modo prova il
piacere e la gioia del “io faccio da solo”.
Il sonno
Il momento del sonno è per i bambini un momento di distacco dalla realtà per
cui il bambino ha difficoltà a lasciarsi andare pienamente. Il sonno è un
momento delicato ed è importante che possa attuarsi nel rispetto dei ritmi
individuali (rituali di addormentamento di ogni bambino). La
personalizzazione del lettino, gli oggetti transizionali, permettono al bambino
di affrontare con tranquillità e serenità questo momento.
L’educatrice ha un ruolo partecipato e cerca di creare all’interno del gruppo
del bambino un clima di intimità stando seduta tra loro e parlando a voce
bassa.
LE ATTIVITÀ PROFESSIONALI
La progettazione pedagogica e la programmazione
Per programmazione si intende la redazione, da parte del team degli
educatori di un documento che serve come guida all’azione e che definisce e
analizza il contesto, identifica il processo che si intende seguire, precisa i
beneficiari dell’intervento, il modello dell’intervento e le attività che verranno
svolte, la valutazione, i mezzi e le risorse.
Viene discussa dall’equipe e presentata alle famiglie in occasione del primo
incontro annuale.
Programmare al nido significa dunque mettere a punto un percorso
educativo; predisporre strategie e tecniche educative volte a produrre
cambiamenti e miglioramenti e a sostenere lo sviluppo del singolo bambino e
del gruppo. La programmazione è un utile strumento di lavoro che aiuta ad
evitare l’improvvisazione nel lavoro quotidiano con i bambini.
Si tratta di osservare i bambini, di essere attenti al rispetto dei loro tempi di
apprendimento, di conoscerne le caratteristiche evolutive e di ponderare sulle
scelte di cosa offrire e come offrilo, in quali tempi e con quale durata, tale da
raggiungere certi traguardi (in ordine alle competenze sociali, cognitive,
affettive, motorie..).
L’osservazione
All’interno dell’azione professionale dell’educatore, l’osservazione
occasionale e sistematica consente di conoscere le esigenze dei bambini e di
riequilibrare via via le proposte educative in base alla qualità delle risposte
che gli stessi danno. Il saper vedere come si comportano i bambini nei diversi
contesti è di grande aiuto per l’impostazione della programmazione
educativa. Si possono ipotizzare due livelli di osservazione, il primo più adatto
a situazioni su cui non abbiamo informazioni preliminari, il secondo più inteso
alla verifica di problemi di maggiore specificità sulla base di ipotesi dettagliate
laddove la situazione sia già nota dal punto di vista descrittivo.
Per condurre osservazioni sul campo ci si avvale di strumenti come per
esempio la telecamera.
La visione di un filmato produce un impatto con il dato osservativo molto più
immediato che non la lettura di un protocollo, poiché restituisce la situazione
osservata nella sua immediatezza e quasi totalità e consente di affinare e
allenare le proprie capacità osservative. Inoltre poiché questo strumento si
presta all’osservazione del singolo bambino e a quella di gruppo è usato di
frequente all’interno del nido.
Un atro modo di raccogliere dati e osservare è rappresentato dal metodo
“carta e penna”.
La documentazione
E’ un termine che sempre di più accompagna l’ attività educativa all’interno
del nido.
Documentare significa compiere un lavoro di raccolta, di selezione e di
rielaborazione di materiali significativi al fine di renderli funzionali alla
formazione di una memoria. La documentazione è un processo mirato, critico
e continuativo, frutto di un lavoro impegnativo di ricerca, progettazione e
riflessione.
La documentazione crea una memoria individuale, collettiva e istituzionale.
Documentare per non perdere la memoria, per non svanire il senso delle
cose fatte e per poterci ritornare sopra con spirito critico, per non svalutare le
esperienze e per rileggere le cose da altre angolazioni, per potersi raccontare
e riascoltare, perché anche un bambino possa rintracciare il proprio percorso
e rivisitarlo con consapevolezza.
L’itinerario che si compie al nido assume pieno significato per i soggetti
coinvolti ed interessati nella misura in cui può avvenire adeguatamente
rievocato, riesaminato, analizzato, riconosciuto e socializzato.
Anche il progetto educativo viene documentato con strumenti di tipo verbale,
grafico, e con tecnologie audiovisive. Tali documentazioni sono finalizzate a
più destinatari: le famiglie, gli operatori dei servizi, i bambini, l’esterno in
senso lato.
Le forme che la documentazione assume all’interno del nido sono le più
svariate: dalle fotografie che documentano le attività svolte dai bambini ai
filmati sui momenti di routine, dai cartelloni ai lavori individuali conservati
nelle cartellette e consegnati a fine anno.
Tutto quanto il materiale raccolto dal nido diventa patrimonio e ricchezza
dell’esperienza che quotidianamente si vive nel servizio.
L’aggiornamento, la formazione in servizio e l’autoformazione
Tutti gli operatori del nido partecipano ogni anno ad attività di aggiornamento
e formazione finalizzati a promuovere la qualificazione professionale degli
operatori che lavorano all’interno dei servizi.
La qualificazione professionale è una delle condizioni su cui si basa la qualità
dei servizi educativi per l’infanzia.
Il metodo del lavoro di gruppo
Lo staff di lavoro che opera nel nido è costituito da professionisti che pur
svolgendo ruoli e mansioni specifiche costituiscono un gruppo omogeneo da
cui partono elaborazioni di contenuto unitari.
Lavorare con i bambini piccoli comporta costruire un rapporto di lavoro
basato sulla solidità dell’ équipe, che deve assumere un preciso
atteggiamento di professionalità educativa secondo le finalità del nido stesso.
Lo strumento necessario per una buona organizzazione del lavoro è il
collettivo: pertanto i nostri incontri avverranno mensilmente con lo scopo di
definire obiettivi, strategie e metodologie comuni che costituiscono le radici
per un accrescimento personale e un'alleanza professionale.
Per tradurre operativamente il progetto pedagogico, stabilendo i tempi, le
tappe e gli strumenti per realizzare gli obiettivi prefissati terremo incontri di
programmazione settimanali. Durante tali incontri verrà tenuta l'analisi della
quotidianità, la lettura dei vissuti degli operatori, l'organizzazione delle attività,
l'elaborazione delle strategie di intervento comuni in merito a interventi
specifici e,infine, la verifica del lavoro svolto.
I contenuti della programmazione saranno perciò verificati e monitorati
mediante il confronto e l'utilizzo di alcuni indicatori di qualità relativi
all'ambiente, alle relazioni, alla partecipazione dei genitori e al lavoro
educativo.