Sei sulla pagina 1di 736

Umberto Alasia Maurizio Pugno

Manuale di costruzioni edizione aggiornata

Prontuario ad uso degli Istituti Tecnici,


dei tecnici progettisti e dei professionisti

società editrice internazionale - torino


Coordinamento editoriale: Anna Maria Battaglini
Progetto editoriale: Claudia Marchis
Redazione: Elisabetta Riccomagno
Coordinamento tecnico: Michele Pomponio
Impaginazione: Puntografica - Torino
Disegni: Alda Cauda Alasia, Raffaella Perona, Maurizio Pugno
Copertina: Piergiuseppe Anselmo

La riproduzione degli stralci di norma UNI è stata autorizzata da UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione. L’unica
versione che fa fede è quella originale reperibile in versione integrale presso UNI, Via Sannio 2, 20137 Milano,
tel. 02700241, e-mail: diffusione@uni.com, internet www.uni.com e presso i Punti UNI nelle principali città italiane
(l’elenco è riportato sul sito UNI).

Si ringraziano le seguenti Ditte per la riproduzione integrale o rielaborata del materiale pubblicato:
— Calcestruzzi S.p.A., Ravenna
— Holzbau S.p.A., Bressanone (BZ)
— Isolpack S.p.A., Torino
— La rete elettrosaldata nella moderna edilizia civile e industriale, Pittini, Ferriere Nord S.p.A., Osoppo (UD)
— L. Santarella, Prontuario del cemento armato, XXXIV edizione, Milano, Hoepli
— Marcegaglia, Gazoldo Ippoliti (MN)
— Metecno, Tribiano (MI)
— O. Belluzzi, Scienza delle costruzioni, vol. 2o, Bologna, Zanichelli
— R.D.B. S.p.A., Pontenure (PC)
— Strutture in legno lamellare. Scheda tecnica, Interholz Italia s.r.l., Erbrusco (BS)
— Tensiter S.p.A., Torino
I valori contenuti nelle tabelle sono da considerarsi teorici e se ne lascia ai progettisti la responsabilità della corretta
interpretazione, in relazione a ogni singolo caso di impiego.

Le immagini provengono dall’Archivo SEI

# 2012 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino


www.seieditrice.com

Prima edizione: 2012

Ristampa
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
2012 2013 2014 2015 2016

Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di


essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e
memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata per iscritto.
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limi-
ti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso pre-
visto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633.
Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico
o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono es-
sere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO ,
Corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail segreteria@aidro.org
e sito web ww.aidro.org.
L’Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare errori di attribu-
zione o eventuali omissioni sui detentori di diritto di copyright non potuti
reperire.
stampatore - Torino
Indice

Prefazione alla quinta edizione, VII 7.6 Flessione semplice retta e taglio, 65
7.7 Sforzo normale e flessione semplice
Alfabeto greco, VIII retta, 67
7.8 Sforzo normale e flessione semplice
1. Unità di misura. Simboli matematici, 1 deviata, 69
7.9 Sforzo normale, flessione semplice retta e
1.1 Sistema Internazionale di Unità di misura taglio, 71
(SI), 1 7.10 Carico di punta (o instabilità elastica), 71
1.2 Sistema Tecnico ST, 6 7.11 Equilibrio degli elementi strutturali, 73
1.3 Segni e simboli matematici, 7
8. Travature reticolari, 77
2. Richiami di matematica e geometria, 11
8.1 Metodo dei poligoni di equilibrio ai
2.1 Richiami di aritmetica e algebra. Numeri nodi, 77
reali, 11 8.2 Metodo dei diagrammi cremoniani, 80
2.2 Richiami di geometria razionale, 15 8.3 Metodo di Ritter, 80
2.3 Richiami di trigonometria, 17
2.4 Aree di figure piane, 19 9. Travi inflesse isostatiche, 83
2.5 Superfici e volumi di solidi, 22
2.6 Cerchi notevoli di un triangolo, 25 9.1 Convenzioni relative ai segni delle
2.7 Costruzione di figure geometriche, 26 sollecitazioni, 83
2.8 Divisione di superfici, 26 9.2 Calcolo della sollecitazione di sforzo
2.9 Richiami di geometrica analitica, 27 normale N, 83
9.3 Calcolo della sollecitazione di sforzo di
2.10 Richiami di analisi matematica, 29
taglio V, 84
9.4 Calcolo della sollecitazione di momento
3. Richiami di fisica, 33 flettente M, 85
9.5 Travi Gerber, 86
4. Operazioni sulle forze, 35
4.1 Composizione di forze complanari, 35 10. La deformazione elastica per flessione, 87
4.2 Scomposizione di forze in due 10.1 Teoremi di Mohr, 87
componenti con linee di azione
assegnate, 38 11. Travi iperstatiche, 103
5. Geometria delle masse, 39 11.1 Travi iperstatiche a una sola campata, 103
11.2 Trave continua, 113
5.1 Momento statico, 39
5.2 Baricentri di sistemi di forze e di superfici 12. Telai semplici a portale, 125
piane, 39
5.3 Momento di inerzia assiale, 44 12.1 Portali isostatici, 125
5.4 Raggio di inerzia, 45 12.2 Portali iperstatici, 129
5.5 Ellisse centrale di inerzia, 45
5.6 Nocciolo centrale di inerzia, 47 13. Le azioni sulle costruzioni e criteri di
5.7 Momento di inerzia e modulo di assunzione dei vincoli, 137
resistenza, 47 13.1 La normativa, 137
13.2 Azioni sulle costruzioni, 137
6. Resistenza dei materiali, 57 13.3 Azioni della neve, 145
13.4 Azioni del vento, 149
7. Sollecitazioni, 60 13.5 Azioni della temperatura, 153
7.1 Sforzo normale semplice (trazione o 13.6 Criteri per la determinazione dei
compressione), 60 vincoli, 154
7.2 Taglio semplice (o scorrimento), 61
7.3 Flessione semplice retta, 61 14. Il progetto delle strutture, 156
7.4 Flessione semplice deviata, 62 14.1 La normativa, 156
7.5 Torsione semplice, 63 14.2 Metodi di calcolo, 156
IV INDICE

14.3 Le combinazioni delle azioni, 157 21.5 Pannelli in lamiera grecata coibentati per
14.4 Durabilità, 159 manti di copertura, 418

15. Cemento armato. Metodo alle Tensioni 22. Strutture in muratura. Metodo alle Tensioni
Ammissibili, 161 Ammissibili, 421
15.1 I materiali, 161 22.1 La normativa, 421
15.2 Il calcolo, 171 22.2 I materiali, 421
22.3 Caratteristiche meccaniche della
16. Cemento armato. Metodo agli Stati Limite, 192 muratura, 423
22.4 Verifica di sicurezza con il metodo del
16.1 Stato limite ultimo per tensioni dimensionamento semplificato, 425
normali, 193 22.5 Verifica di sicurezza con l’analisi
16.2 Campi limite di deformazione, 194 strutturale, 425
16.3 Le sollecitazioni: verifica e progetto, 195 22.6 Strutture in muratura non
16.4 Punzonamento, 207 tridimensionali, 429
16.5 Stati limite di esercizio (S.L.E.), 209 22.7 Architravi, 431
16.6 Calcestruzzo con bassa percentuale di 22.8 Balconi su mensole, 432
armatura o non armato, 210 22.9 Archi e volte, 433
22.10 Murature armate, 436
17. Strutture in cemento armato, 211
17.1 Pilastri, 211 23. Strutture in muratura. Metodo agli Stati
17.2 Solai misti in c.a. e laterizio, 215 Limite, 437
17.3 Solette massicce, 234 23.1 Tipologie della muratura, 437
17.4 Solai e solette con armature 23.2 Caratteristiche della struttura, 437
incrociate, 235 23.3 Caratteristiche meccaniche della
17.5 Travi in cemento armato muratura, 438
precompresso, 237 23.4 Verifiche agli Stati Limite Ultimi, 439
17.6 Scale, 237 23.5 Metodo di verifica semplificato, 443
17.7 Tetti a falde piane inclinate, 239
24. Meccanica del terreno, 444
18. Strutture in legno, 241
24.1 La normativa, 444
18.1 Tipi di essenze e categorie, 241 24.2 I sondaggi per le opere di fondazione, 445
18.2 La normativa, 241 24.3 Caratteristiche del terreno, 446
18.3 Proprietà fisiche e meccaniche del legno 24.4 Profili stratigrafici, 448
massiccio e lamellare, 242 24.5 Carico limite e carico ammissibile, 449
18.4 Verifiche di resistenza allo S.L.U., 248 24.6 Verifiche agli S.L.U. da considerare nella
18.5 Carico di punta (instabilità progettazione geotecnica, 452
flessionale), 252
18.6 Svergolamento di elementi inflessi, 252 25. Opere di fondazione, 453
18.7 Verifiche allo S.L.E., 253
18.8 Aste composte, 254 25.1 La normativa, 453
18.9 Legno lamellare (L.L.), 257 25.2 Verifiche agli S.L.U., 454
18.10 Solai in legno, 261 25.3 Plinto massiccio o inerte, 455
18.11 Tetti, 267 25.4 Plinto elastico o a piastra in c.a., 458
25.5 Plinto ‘‘zoppo’’ in c.a., 463
19. Acciaio, 272 25.6 Plinto in c.a. su muro in calcestruzzo, 463
25.7 Plinti a bicchiere prefabbricato, 464
19.1 La normativa, 272 25.8 Fondazione continua con cordoli in
19.2 Materiali e prodotti siderurgici, 272 c.a., 466
19.3 Acciaio – Metodo alle Tensioni 25.9 Plinto per pilastri in acciaio, 467
Ammissibili, 372 25.10 Fondazioni a travi rovesce, 469
19.4 Aste soggette a carico di punta N, 25.11 Fondazioni su pali, 470
flessione M e taglio V, 386
19.5 Travi reticolari, 388 26. Spinta delle terre, 473
20. Acciaio. Metodo agli Stati Limite, 389 26.1 Teoria di Coulomb (analitica), 473
26.2 Teoria di Poncelet (grafica), 476
20.1 Verifiche allo S.L.U., 390 26.3 Metodo di Culmann (grafico), 478
20.2 Verifiche allo S.L.E., 394 26.4 Teoria di Résal (tabellare), 479
26.5 Terrapieno delimitato da fronti
21. Strutture in acciaio, 395 paralleli, 480
21.1 Le unioni, 395
21.2 Aste composte, 400 27. Muri di sostegno, 482
21.3 Solai con lamiere grecate, 406 27.1 La normativa, 482
21.4 Lamiere grecate collaboranti per 27.2 Verifiche di stabilità delle opere di
solai, 411 sostegno, 484
INDICE V

28. Progetto dei muri di sostegno, 489 31.5 Funzioni e compiti del Corpo Nazionale
dei Vigili del Fuoco, 538
28.1 Muri di sostegno a gravità, 489
31.6 Procedura per la richiesta del certificato
28.2 Muri di sostegno a semigravità, 496 di prevenzione incendi (C.P.I.), 539
28.3 Muri di sostegno in c.a. con parete 31.7 Principali termini e definizioni nel settore
verticale a sbalzo, 497 antincendio, 543
28.4 Muri di sostegno prefabbricati, 499
32. Linee guida per la progettazione e requisiti
29. Strutture in zona sismica, 506 prestazionali del manufatto edilizio, 563
29.1 La normativa, 506 32.1 Premessa, 563
29.2 Le scale sismiche e l’azione sismica, 507 32.2 Benessere termoigrometrico, 563
29.3 Caratteristiche delle costruzioni, 507 32.3 Benessere respiratorio e qualità
dell’aria, 569
30. Idraulica e costruzioni idrauliche, 513 32.4 Benessere visivo, 573
30.1 Idrostatica, 513 32.5 Benessere acustico, 579
30.2 Muri a gravità di contenimento 32.6 Risparmio energetico, 582
dell’acqua, 515 32.7 Inquinamento elettromagnetico, 582
30.3 Idrodinamica, 515 32.8 Sicurezza e prevenzione incendi, 586
32.9 Manutenzione, 587
30.4 Condotte forzate, 518
32.10 Fruibilità dell’organismo edilizio e degli
30.5 Condotte a superficie libera (canali), 522 spazi urbani, 588
30.6 Bocche idrometriche, 531
I termini della sicurezza nei cantieri, 599
31. Criteri generali di sicurezza antincendio, 534
31.1 Premessa, 534 Struttura del DVD allegato al volume, 709
31.2 Il rischio d’incendio, 535
31.3 Compensazione del rischio Indice delle tabelle, 715
d’incendio, 536
31.4 Classificazione dei fuochi, 537 Indice analitico, 723
Prefazione
della quinta edizione

Questa quinta edizione del Manuale di costruzioni è stata quasi completamente riscritta per fornire uno
strumento tecnico più completo, che presenti una maggiore facilità di consultazione e una più immediata
lettura dei vari argomenti trattati.
I capitoli sono stati strutturati in forma tabellare allo scopo di rendere più facile e chiara la consultazione
dei vari argomenti.
Molte tabelle sono state aggiornate e altre sostituite con le nuove edizioni.
Tutte le tabelle che riportano le caratteristiche geometriche e statiche delle sezioni (area, coordinate del
baricentro, momenti d’inerzia, moduli di resistenza ecc.) sono state ampliate; in particolare quelle relative
al calcolo delle travi e dei portali, in conformazione sia isostatica sia iperstatica, sono state integrate con
numerosi altri casi, riportando per ogni schema strutturale e di carico, oltre alle formule risolutive per le
reazioni e per le sollecitazioni, anche i diagrammi delle sollecitazioni presenti.
Una particolare attenzione è stata posta nella stesura dei capitoli relativi al progetto e alla verifica degli
elementi strutturali, per i quali i procedimenti di calcolo per le diverse sollecitazioni e per i vari materiali
sono stati sviluppati con il Metodo agli Stati Limite e con il Metodo alle Tensioni Ammissibili, evidenzian-
do, per quest’ultimo, i limiti di applicabilità previsti dalle N.T.C. 2008.
Oltre ai due capitoli relativi uno ai Criteri generali di sicurezza antincendio e l’altro che tratta della Pro-
gettazione e requisiti prestazionali del manufatto edilizio, entrambi riveduti e aggiornati, è stata aggiunta
una parte relativa alla Sicurezza nei cantieri, argomento che è stato trattato sotto forma di glossario, esa-
minando i principali termini e definizioni utilizzati; ciò ha consentito di effettuare una disamina sufficien-
temente approfondita dell’argomento.
Sul DVD allegato al Manuale sono state inserite tutte le norme tecniche (amministrative e strutturali) che
sono state richiamate nel testo e nel manuale, in particolare le Norme Tecniche per le Costruzioni del
2008 e le relative Istruzioni per l’applicazione, il Testo Unico per la sicurezza sul lavoro e il Regolamento
di prevenzione incendi del 2011.
Tutte le normative sono riportate sul DVD nel loro testo integrale e nella versione aggiornata; operando
in tale modo risulterà più facile riportare gli aggiornamenti delle norme in caso di modifiche o di integra-
zioni e quando ne verranno emesse delle nuove.
Di tutte le norme sono riportate sul Manuale solo le tabelle numeriche e le parti essenziali per il calcolo e
la comprensione delle procedure, in modo da rendere più immediata la lettura delle prescrizioni legisla-
tive, ove necessario chiarite tramite grafici, disegni e fotografie.

Si ringraziano Docenti e Professionisti per tutte le osservazioni e i suggerimenti che vorranno far perve-
nire allo scopo di migliorare i contenuti dell’opera.

GLI AUTORI
Alfabeto greco

Lettera greca Corrispondente


Nome
lettera
minuscola maiuscola delle lettere
italiana

a A a alfa
b B b beta
c C g gamma
d D d delta
e E e épsilon
f F z zeta
g G e éta
h H th théta
i I i iota
j J c cappa
k K l lambda
l L m mü
m M n nü
n N cs oppure x csi
o O o ómicron
p P p pi (greco)*
q Q r rho
r, | R s sigma**
s S t tau
t T u (francese) üpsilon
u U f fi
v V ch chi
w W ps psi
x X o oméga

* Il pi greco maiuscolo P è usato talvolta per indicare produttoria, cioè il prodotto di più termini.
** Il sigma maiuscolo R è usato nelle Scienze applicate per indicare sommatoria, cioè la somma di più
termini.
Unità di misura
1 Simboli matematici

1.1 SISTEMA INTERNAZIONALE DI UNITÀ DI MISURA (SI)


D.P.R. 12/08/1982, n. 302 (G.U. 03/11/1982 n. 303)*
Attuazione della direttiva CEE n. 80/181 relativa alle unità di misura.
Vengono considerate legali le unità di misura che costituiscono il Sistema Internazionale (SI) a partire dal
1o gennaio 1986, autorizzando l’impiego di indicazioni plurime, costituite dalle unità di misura prima im-
piegate precedute però dalle unità SI che devono essere riportate con indicazione predominante.
D.M. Svil. Econ. 29/10/2009 (G.U. 23/11/2009 n. 273)
Attuazione della Direttiva 2009/3/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 marzo 2009 che mo-
difica la Direttiva 80/181/CEE del Consiglio sul riavvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri ri-
guardo alle unità di misura.
Tabella 1.1 Unità SI di base (punto 1.1 D.M. 2009).
Grandezza Nome Simbolo Definizione

Lunghezza metro m Il metro è la lunghezza del tragitto percorso dalla luce nel
vuoto in un intervallo di 1/299 792 458 di secondo.
In Italia il metro è attuato mediante il campione dell’Isti-
tuto di Metrologia Gustavo Colonnetti del CNR, a Tori-
no.

Massa kilogrammo kg Il kilogrammo è l’unità di massa; esso è pari alla massa


del prototipo internazionale del kilogrammo. Il prototipo
è conservato in Francia al Pavillon de Breteuil (Sèvres).
In Italia il campione del kilogrammo è conservato presso
il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigia-
nato (Servizio Metrico), a Roma.

Tempo secondo s Il secondo è la durata di 9 192 631 770 periodi della radia-
zione corrispondente alla transizione fra i due livelli iper-
fini dello stato fondamentale dell’atomo del cesio 133.
In Italia il secondo è attuato mediante il campione dell’I-
stituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, a Tori-
no.

Intensità di ampere A L’ampere è l’intensità di una corrente elettrica costante


corrente elettrica che, mantenuta in due conduttori paralleli rettilinei di
lunghezza infinita, di sezione circolare trascurabile, posti
alla distanza di un metro l’uno dall’altro nel vuoto, pro-
durrebbe fra questi conduttori una forza uguale a
2  107 newton su ogni metro di lunghezza.
! segue

In Italia l’ampère è attuato mediante il campione dell’Isti-


tuto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, a Torino.

* G.U. = Gazzetta Ufficiale.


2 UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI

Grandezza Nome Simbolo Definizione

Temperatura kelvin K Il kelvin, unità di temperatura termodinamica, è la frazio-


termodinamica ne 1/273,16 della temperatura termodinamica del punto
triplo dell’acqua.
In Italia la scala termodinamica delle temperature è at-
tuata mediante i campioni dell’Istituto di Metrologia Gu-
stavo Colonnetti del CNR, a Torino.

Quantità mole mol La mole è la quantità di sostanza di un sistema che con-


di sostanza tiene tante entità elementari quanti sono gli atomi in
0,012 kilogrammi di carbonio 12.
Quando si usa la mole, le entità elementari devono essere
specificate; esse possono essere atomi, molecole, ioni, al-
tre particelle, oppure raggruppamenti specificati di tali
particelle.

Intensità candela cd La candela è l’intensità luminosa, in una determinata di-


luminosa rezione, di una sorgente che emette una radiazione mo-
nocromatica di frequenza 540  1012 hertz e la cui inten-
sità energetica in tale direzione è 1/683 watt allo stera-
diante.
In Italia la candela è attuata mediante il campione del-
l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, a To-
rino.

Tabella 1.2 Norme e simboli speciali dell’unità derivata SI di temperatura nel caso della temperatura
Celsius (punto 1.1.1. D.M. 2009).
Unità
Grandezza Definizione
Nome Simbolo

Temperatura grado ºC La temperatura Celsius t è definita dalla differenza


Celsius Celsius t ¼ T  T0 tra due temperature T e T0 con T0 ¼ 273; 15 K.
Un intervallo o una differenza di temperatura possono
essere espressi in kelvin o in gradi Celsius. L’unità ‘‘grado
Celsius’’ è uguale all’unità ‘‘kelvin’’.

Tabella 1.3 Unità derivate SI che hanno nomi e simboli speciali (punto 1.2.3 D.M. 2009).
Unità
Grandezza Espressione in altre unità SI e in unità SI di base
Nome Simbolo

Angolo piano radiante rad Il radiante è l’angolo compreso fra due raggi di un cer-
chio i quali delimitano, sulla circonferenza del cerchio,
un arco di lunghezza pari a quella del raggio.

Angolo solido steradiante sr Lo steradiante è l’angolo solido di un cono che, avendo il


vertice al centro di una sfera, delimita sulla superficie di
questa un’area pari a quella di un quadrato, il cui lato ha
una lunghezza pari al raggio della sfera.

Frequenza hertz Hz Frequenza di un fenomeno periodico il cui periodo è 1 s:


1 Hz = 1/s

Forza newton N Forza che imprime a un corpo con massa di 1 kg l’acce-


lerazione di 1 m/s2 :
1 N ¼ 1 kg  m=s2
UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI 3

Unità
Grandezza Espressione in altre unità SI e in unità SI di base
Nome Simbolo

Pressione, pascal Pa Pressione esercitata dalla forza di 1 N applicata perpen-


tensione dicolarmente a una superficie con area di 1 m2 :
1 Pa ¼ 1 N=m2

Energia, lavoro, joule J Lavoro compiuto dalla forza di 1 N quando il suo punto
quantità di calore di applicazione si sposta di 1 m nella direzione e nel verso
della forza stessa:
1 J¼1 Nm

Potenza, watt W Potenza di un sistema che produce il lavoro di 1 J in 1 s:


flusso energetico
1 W = 1 J/s

Quantità coulomb C Carica elettrica che attraversa in 1 s una sezione di con-


di elettricità, duttore percorso dalla corrente elettrica costante di 1 A:
carica elettrica
1 C¼1 As

Differenza di volt V Differenza di potenziale elettrico che esiste tra due sezio-
potenziale ni di un conduttore che, percorso dalla corrente elettrica
elettrico, forza costante di 1 A e senza essere sede di altri fenomeni ener-
elettromotrice getici oltre all’effetto Joule, dissipa nel tratto compreso
fra le due sezioni considerate la potenza di 1 W:
1 V ¼ 1 W=A

Resistenza ohm X Resistenza elettrica tra due sezioni di un conduttore che,


elettrica percorso dalla corrente elettrica di 1 A e senza essere se-
de di alcuna forza elettromotrice, dà luogo fra le due se-
zioni considerate alla differenza di potenziale di 1 V:
1 X ¼ 1 V=A

Conduttanza siemens S Conduttanza elettrica tra due sezioni di un conduttore


nel quale la differenza di potenziale di 1 V, applicata
fra due sezioni considerate, dà luogo, in assenza di alcuna
forza elettromotrice, al passaggio della corrente elettrica
di 1 A:
1 S ¼ 1 A=V ¼ 1 X

Capacità elettrica farad F Capacità elettrica di un condensatore nel quale la diffe-


renza di potenziale elettrico fra le due armature varia
di 1 V quando la carica elettrica di 1 C (coulomb) si tra-
sferisce da un’armatura all’altra:
1 F = 1 C= V

Flusso luminoso lumen lm Flusso luminoso emesso da una sorgente puntiforme iso-
tropa di intensità luminosa di 1 cd (candela) nell’angolo
solido di 1 sr (steradiante), avente il vertice nella sorgen-
te stessa:
1 lm ¼ 1 cd  sr

Illuminamento lux lx Illuminamento di una superficie sulla quale il flusso lumi-


noso di 1 lm (lumen), incidente perpendicolarmente, si ri-
partisce in modo uniforme sull’area di 1 m2 :
1 lx ¼ 1 lm=m2

* In questa tabella sono state riportate solo quelle di maggior interesse per la materia.
4 UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI

Per evitare di usare numeri con troppe cifre, il SI prescrive l’uso di prefissi per i multipli e sottomultipli
decimali delle unità SI.

Tabella 1.4 Prefissi per multipli e sottomultipli delle unità SI (punto 1.3 D.M. 2009).
Prefisso Fattore di Prefisso Fattore di
moltiplicazione moltiplicazione
Nome Simbolo Nome Simbolo

yota Y 10 24 deci d 101

zeta Z 10 21 centi c 102

exa E 10 18 milli m 103

peta P 10 15 micro l 106

tera T 10 12 nano n 109

giga G 10 9 pico p 1012

mega M 10 6 femto f 1015

kilo k 10 3 atto a 1018

etto h 10 2 zepto z 1021

deca da 10 yocto y 1024

Tabella 1.5 Unità SI di uso più comune e relativi multipli e sottomultipli.


Multipli
Grandezza Unità SI e sottomultipli Relazione
delle unità SI

1 Area m2 km2
dm2
cm2
mm2

2 Area di superfici agra- ara, a


rie e dei fondi 1 a = 100 m2
ettaro, ha
1 ha = 10 000 m2

3 Volume m3 dm3 litro, l oppure L


cm3 1
mm3 1 l ¼ 1 dm3 ¼ m3
1000

4 Momento di inerzia di m4 dm4


superficie (più propria- cm4
mente chiamato mo-
mento quadratico di
superficie)

5 Modulo di resistenza m3 cm3


mm3

6 Velocità m=s km=s km/h (kilometro all’ora)


mm=s 1
1 km=h ¼ m=s
3,6
UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI 5

Multipli
Grandezza Unità SI e sottomultipli Relazione
delle unità SI

7 Accelerazione m=s2

8 Massa kg Mg tonnellata, t
g 1 t ¼ 1 Mg ¼ 1000 kg
mg
lg
9 Massa volumica kg=m3 Mg=m3 t/m3
kg=dm3 1 t=m3 ¼ 1000 kg=m3
g=cm3
g=dm3

10 Portata in volume m3 =s dm3 =s l=s


1 l=s ¼ 1 dm3 =s

11 Momento d’inerzia, kg  m2 kg  mm2


momento quadratico
di massa

12 Forza peso N MN
kN
mN
lN
13 Momento di una forza Nm MN  m
kN  m
mN  m, N  mm
lN  m
14 Pressione, tensione Pa GPa, GN=m2 bar *
(pascal) MPa, MN=m2 1 bar ¼ 100 000 Pa
N/m2 N=mm2 ** mbar
kPA, kN=m2 1 mbar ¼ 100 Pa
mPa, mN=m2
lPa, lN=m2
15 Angolo piano rad mrad
(radiante) lrad

16 Resilienza J=m2 J=cm2


kJ/m2
17 Potenza W GW
MW
kW
mW
lW
18 Coefficiente di dilata- K1
zione lineare
19 Quantità di calore, J TJ
energia interna, ental- GJ
pia***, energia libera, MJ
calore di trasforma- kJ
zione mJ

20 Coefficiente di tra- W=ðm2  K)


smissione termica
! segue

21 Flusso energetico W
6 UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI

Multipli
Grandezza Unità SI e sottomultipli Relazione
delle unità SI

22 Intensità luminosa cd

23 Flusso luminoso lm

24 Quantità di luce lm  s

25 Illuminamento lx

26 Lunghezza m km
(metro) dm
cm
mm
lm ð10 6 mÞ
* L’unità bar è impiegata per la pressione dei fluidi ed è ammessa temporaneamente.
** Le grandezze che definiscono le caratteristiche di resistenza dei materiali devono essere preferibilmente
espresse usando l’unità newton al millimetro quadrato.
*** Entalpia = contenuto termico di un sistema termodinamico in un certo suo stato.

Tabella 1.6 Unità definite in base alle unità SI, ma che non sono multipli o sottomultipli decimali di queste.
Unità SI
Grandezza
Nome Simbolo Relazione

Angolo piano grado centesimale oppure gon gon p


1 gon ¼ rad
200
grado sessagesimale º p
1º ¼ rad
180
minuto d’angolo 0 p
10 ¼ rad
10 800
secondo d’angolo 00 p
100 ¼ rad
648 000
Tempo minuto min 1 min = 60 s

ora h 1 h = 3600 s

giorno d 1 d = 86 400 s

1.2 SISTEMA TECNICO ST


Fino al 31/12/2009 è stato autorizzato l’uso del sistema SI accompagnato con unità non SI, quali il sistema
ST.

Tabella 1.7 Equivalenza fra le unità del Sistema Internazionale (SI) e le unità del Sistema Tecnico (ST).
Grandezza Equivalenza

Forza peso 1 kg ¼ 9,806 65 N  10 N*


1 N ¼ 0,102 kg  0,10 kg
1 kN ¼ 1000 N ¼ 102 kg  100 kg

Forza per unità di lunghezza 1 kg=m ¼ 9,806 65 N=m  10 N/m


1 N=m ¼ 0,102 ¼ kg=m  0,10 kg/m
1 kN=m ¼ 1000 N=m ¼ 102 kg=m  100 kg/m
UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI 7

Grandezza Equivalenza

Forza per unità di superficie 1 kg=m2 ¼ 9; 806 65 N=m2  10 N=m2


1 N=m2 ¼ 0,102 kg=m2  0,10 kg=m2
1 kN=m2 ¼ 1000 N=m2 ¼ 102 kg=m2  100 kg=m2

Forza per unità di volume 1 kg=m3 ¼ 9,806 65 N=m3  10 N=m3


1 N=m3 ¼ 0,102 kg=m3  0,10 kg=m3
1 kN=m3 ¼ 1000 N=m3 ¼ 102 kg=m3  100 kg=m3

Momento flettente, momen- 1 kg  m ¼ 9,806 65 N  m  10 N  m


to di una forza 1 N  m ¼ 0,102 kg  m  0,10 kg  m
1 kN  m ¼ 1000 N  m ¼ 102 kg  m  100 kg  m

Pressione 1 Pa ¼ 1 N=m2 ¼ 9,869  106 atm ¼


¼ 10,004  106 bar ¼ 10,197  106 kg/cm2
atmosfera normale (unità non SI): 1 atm ¼ 101 325 Pa
millimetro di acqua convenzionale:
1 mmH2 O ¼ 9,806 65 Pa ¼ 10 000 kg=cm2
millimetro di mercurio convenzionale:
1 mmHg ¼ 133,322 Pa ¼ 0,001 334 bar ¼ 0,001 316 atm
per i fluidi:
1 bar ¼ 100 000 Pa ¼ 1,02 kg=cm2 ¼ 0,986 atm
1 kg=cm2 ¼ 0,98 bar
per i liquidi organici:
1 mmHg ¼ 133,322 Pa
pressione atmosferica (a livello del mare, a 0 oC e in normali condizioni
atmosferiche) ¼ 760 mmHg ¼ 101 325 Pa ¼ 1,013 25 bar

Modulo di elasticità, ten- 1 kg=cm2 ¼ 9,806 65 N=cm2  10 N=cm2


sioni 1 kg=cm2 ¼ 0,098 N=mm2  0,10 N=mm2
1 N=mm2 ¼ 10,197 2 kg=cm2  10 N=cm2
1 MPa ¼ 1 000 000 N=m2 ¼ 100 N=cm2 ¼ 1 N=mm2

Flussi di calore 1 W  0,859 9 kcal=h


1 kcal=h  1,163 W
* Per il calcestruzzo e la muratura è consentito porre:
1 kg  10 N
mentre per l’acciaio si deve assumere:
1 kg ¼ 9,806 65 N  9,81 N

1.3 SEGNI E SIMBOLI MATEMATICI


Tabella 1.8 Segni usati in matematica e fisica.
Simbolo Significato Esempi

þ più

 meno

e moltiplicato per a  b; 5  7

e= diviso a
; a=b
b
! segue

¼ uguale a
8 UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI

Simbolo Significato Esempi

 identico a

6¼ diverso da

 proporzionale a

 da ... a ...

% centesimo 3%; si legge «tre centesimi» piuttosto che


«3 per cento»

% millesimo 3%; si legge «tre millesimi» piuttosto che


«3 per mille»

++ più o meno; meno o più

jaj valore assoluto di a

b
¼ corrispondente a in un grafico si assume
1 cm ¼b 10 kN

$ equivalente a

 uguale a circa l’accelerazione di gravità g ha il valore 


9,81 m=s 2

> maggiore di a maggiore di b


a>b

< minore di a minore di b


a<b

molto maggiore di

molto minore di

5 maggiore o uguale a

4 minore o uguale a

1 infinito
k¼n
 somma  ak ¼ a 1 þ a 2 þ a 3 þ ::: þ a k
k¼1

// parallelo

? perpendicolare

y ¼ f ðxÞ y funzione della variabile x

y 0 ; f 0 ðxÞ derivata prima della funzione


dy d f ðxÞ y ¼ f ðxÞ rispetto a x
;
dx dx

y 00 , y 000 ... derivata seconda, terza ... di


f 00 (x), f 000 (x) ... y ¼ f ðxÞ rispetto a x

d ny d n f ðxÞ derivata di ordine n di y ¼ f ðxÞ


, rispetto a x
dxn dx n

d f ðxÞ, dy differenziale della funzione d f ðxÞ ¼ f 0 ðxÞ  dx


y ¼ f ðxÞ
UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI 9

Simbolo Significato Esempi

Dx delta x incremento di una variabile che passa da


x ¼ x a x ¼ x 0 per cui D x ¼ x 0  x
ð
integrale indefinito della funzione f ðxÞ ri-
f ðxÞ d x
spetto a x
ðb
integrale definito della funzione
f ðxÞ d x
a
f ðxÞ da x ¼ a a x ¼ b

sen seno

cos coseno

tg tangente

cotg cotangente

y ¼ arc sen x arco il cui seno è x

y ¼ arc cos x arco il cui coseno è x


y rappresenta l’angolo il cui seno (coseno,
y ¼ arc tg x arco la cui tangente è x tangente o cotangente) ha il valore x

y ¼ arc cotg x arco la cui cotangente è x


d
ABC angolo ABC con vertice in B
_
AB arco AB

AB segmento AB

a max a massimo valore massimo di a fra quelli calcolati o


considerati

a min a minimo valore minimo di a fra quelli calcolati o


considerati

R numero reale

2 appartiene

¼) implica

, coimplica

8 per ogni

9 esiste un

/ oppure : tale che

contenuto

contenuto strettamente

[ unione

\ intersezione
10 UNITÀ DI MISURA. SIMBOLI MATEMATICI

Tabella 1.9 Misure di lunghezza anglosassoni.


Grandezza Conversione in unità SI

Lega marina  5555,55 m

Libbra  0,454 kg  4,452 N

Miglio geografico 1855,40 m

Miglio marino inglese 1853,18 m

Miglio marino internazionale 1852 m

Miglio marino statunitense 1853,248 m

Miglio terrestre 1609,344 m

Piede inglese 30,48 cm

Pollice inglese (inch) 2,540 01 cm

Yarda ¼ 3 piedi 91,439 9 cm

Tabella 1.10 Costanti di uso frequente.


Costante Valore Valore approssimato

p 3,141592653 ... 3,14

e 2,718281828 ... 2,72

g 9,80665 ... 9,80 m/s2


Richiami di matematica
2 e geometria

2.1 RICHIAMI DI ARITMETICA E ALGEBRA. NUMERI REALI

L’insieme dei numeri reali viene cosı̀ suddiviso:


interi
razionali decimali finiti
frazionari
numeri reali decimali periodici
irrazionali (decimali illimitati non periodici)
I numeri relativi sono numeri reali preceduti dai segni þ o  .

Regola dei segni


ðþÞ  ðþÞ ¼ þ ðþÞ : ðþÞ ¼ þ
ðÞ  ðÞ ¼ þ ðÞ : ðÞ ¼ þ
ðþÞ  ðÞ ¼  ðþÞ : ðÞ ¼ 
ðÞ  ðþÞ ¼  ðÞ : ðþÞ ¼ 

Potenze
ða m Þn ¼ a m  n am  an ¼ amþn am : an ¼ amn ða  bÞm ¼ a m  bm
  n  n
1 a b
ða : bÞm ¼ a m : b m an ¼ n ¼ a0 ¼ 1
a b a
ðþ aÞm ¼ þ a m con m numero pari o dispari
ð aÞm ¼  a m con m numero dispari
m
ð aÞ ¼ þ a m con m numero pari

Prodotti notevoli
ða þ bÞ2 ¼ a 2 þ 2  a  b þ b 2 ða þ bÞ3 ¼ a 3 þ 3  a 2  b þ 3  a  b 2 þ b 3
ða  bÞ2 ¼ a 2  2  a  b þ b 2 ða  bÞ3 ¼ a 3  3  a 2  b þ 3  a  b 2  b 3
ð a þ bÞ2 ¼ a 2  2  a  b þ b 2 ð a  bÞ3 ¼  a 3  3  a 2  b  3  a  b 2  b 3
ð a  bÞ2 ¼ a 2 þ 2  a  b þ b 2 ð a þ bÞ3 ¼  a 3 þ 3  a 2  b  3  a  b 2 þ b 3
ða þ bÞ  ða  bÞ ¼ a 2  b 2
ða þ b þ cÞ2 ¼ a 2 þ b 2 þ c 2 þ 2  a  b þ 2  a  c þ 2  b  c
12 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

Radicali
pffiffiffi
se n a ¼ b ne consegue a ¼ bn
p ffiffiffi sffiffiffiffiffi
pn
ffiffiffiffiffiffi
ffi p
nk
ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi p
n
ffiffiffi p
n
ffiffiffi p n
ffiffiffiffiffiffiffiffiffi n
a n a
am ¼ amk a b¼ ab pn
ffiffiffi ¼
b b
qffiffiffiffiffiffiffiffi  pffiffiffi n p ffiffiffiffiffiffi
m p n
ffiffiffi m p n
ffiffiffi m m n ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
p pn n ffiffiffi p
ffiffiffi p n
ffiffiffi
a¼ a a ¼ an abc ¼ a b c
p ffiffiffi p ffiffiffi m p n
ffiffiffiffiffiffi m p
n
ffiffiffiffiffiffiffi m p n
ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi p
m
ffiffiffiffiffiffi n
m
a n a¼ an  am ¼ amþn an ¼ am

Equazione di 1o grado
b
ax þb ¼ 0 da cui: x¼
a

Sistema di equazioni di 1o grado



1 axþ by ¼ r
2 cxþ dy ¼ s

Metodo di sostituzione
Si ricava l’incognita x dalla 1 e si sostituisce nella 2
8 rby
10 <x ¼
a
0
: r  by
2 c þ dy ¼ s
a
Si risolve la 20 che ora presenta la sola incognita y, il cui valore viene poi sostituito nella 10 e si ricava
l’incognita x .

Metodo di riduzione

1 axþ by ¼ r
2 cxþ dy ¼ s
Volendo per esempio eliminare l’incognita x, questa viene ridotta allo stesso coefficiente nelle due equa-
zioni, che vengono quindi addizionate o sottratte fra loro:

acxþ bcy ¼ cr
moltiplicando per c la 1 e per a la 2
acxþ ady ¼ as
3 // ðb c  a d Þ y ¼ c r  a s

Dall’equazione 3 di 1o grado ottenuta si ricava la y e quindi, per sostituzione, dalla 1 o dalla 2 si ricava
l’incognita x .

Equazione di 2o grado
Equazioni pure rffiffiffiffiffi
c
ax2  c ¼ 0 da cui: x¼ +
a
Equazioni spurie
ax2 þ bx ¼ 0
mettendo in evidenza l’incognita si ha: x  ða x þ bÞ ¼ 0
e quindi: 1) x 1 ¼ 0
b
2) a x þ b ¼ 0 da cui: x2 ¼ 
a
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 13

Equazioni complete
ax2 þ bx þ c ¼ 0
Applicando la formula risolutiva si ricava:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
b + b 2  4 a c

2a
Ponendo: D ¼ b 2  4 a c (discriminante) si possono avere i seguenti casi:
1) D > 0 : l’equazione ammette due radici x 1 e x 2 reali e distinte;
2) D ¼ 0 : l’equazione ammette due radici reali e coincidenti x 1  x 2 ;
3) D < 0 : l’equazione non ammette radici reali.

Equazioni di 3o grado P2
y
Una equazione di 3o grado si presenta sempre nella forma:
ay3 þ by2 þ cy þ d ¼ 0
A y2
e può essere risolta facilmente per tentativi con un procedimento
grafico approssimato ipotizzando una variazione lineare, mentre P1
y3
in realtà si tratta di una curva (fig. 2.1):
y1
— si attribuisce a y un primo valore arbitrario y 1 e sostituendo si x
ottiene il corrispondente valore di x 1 : – x1 0 x0 x2

a y 31 þ b y 21 þ c y 1 þ d ¼ x 1 Fig. 2.1

— si attribuisce a y un secondo valore arbitrario y 2 e sostituendo si ottiene il corrispondente valore di x 2 :


a y 32 þ b y 22 þ c y 2 þ d ¼ x 2
— si riportano i punti P1 e P2 di coordinate x 1 e y 1 , x 2 e y 2 su un sistema di assi cartesiani;
— il prolungamento della congiungente i punti P1 e P2 interseca l’asse y nel punto A di ordinata y 3 il cui
valore è molto prossimo a y in quanto l’ascissa è x 0 ¼ 0 : y 3 rappresenta la soluzione.

Calcolo matriciale
Matrice di tipo (m, n) a m righe ed n colonne (n rappresenta l’ordine della matrice)
 
 a 11 a 12 a 13 . . . . . . . . . a 1 n 

a a 23 . . . . . . . . . a 2 n 
 21 a 22
 
A ¼  a 31 a 32 a 33 . . . . . . . . . a 3 n 
 
 ... ... . . . . . . . . . . . . . . . 

a am3 ......... amn 
m1 am2

Matrice rettangolare: m 6¼ n
Matrice quadrata: m ¼ n
Matrice vettore: n ¼ 1
Il determinante è un numero collegato a una matrice quadrata.
Dato il determinante di ordine n :
 
 a 11 a 12 a 13 ......... a 1 n 

a a 22 a 23 ......... a 2 n 
 21
 
det A ¼  a 31 a 32 a 33 ......... a3n 
 
 ... ... ... ......... . . . 

a an2 an3 ......... a 
n1 nn
14 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

il suo complemento algebrico Aik , di ordine ðn  1Þ , si ottiene cancellando la i-esima riga e la k-esima co-
lonna, ossia:
 
 a 11 a 12 . . . . . . . . . a 1 n 
 
 a 31 a 32 . . . . . . . . . a 3 n 
A23 ¼   

 ... ... ......... ... 
 
an1 an2 . .. . . .. . . ann

Se la somma algebrica degli indici è pari il complemento ha segno þ , se è dispari ha segno  .


Il valore di un determinante A si ottiene come somma dei prodotti degli elementi di una riga qualunque
per i loro rispettivi complementi algebrici.

Sistemi di equazioni lineari


8
>
> a 11  x 1 þ a 12  x 2 þ a 13  x 3 þ . . . . . . . . . þ a 1 n  x n ¼ b 1
>
>
>
< a 21  x 1 þ a 22  x 2 þ a 23  x 3 þ . . . . . . . . . þ a 2 n  x n ¼ b 2
a 31  x 1 þ a 32  x 2 þ a 33  x 3 þ . . . . . . . . . þ a 3 n  x n ¼ b 3
>
>
>
> ...... ...... ...... ......... ...... ...
>
:
am1  x1 þ am2  x2 þ am3  x3 þ . . . . .. . . . þ amn  xn ¼ bm

Se b 1 ¼ b 2 ¼ b 3 ¼ . . . . . . . . . ¼ b m ¼ 0 si ha un sistema omogeneo.
Con la notazione matriciale il sistema può essere scritto nella forma:
AX ¼T
dove  
 a 11 a 12 a 13 a 1 n 
.........

a a 22 a 23 a 2 n 
.........
 21
  matrice dei coefficienti o
A ¼  a 31 a 32 a 33 a3n 
.........
  matrice disegno del sistema
 ... ... ... . . . 
.........

a am2 am3 amn 
.........
m1
   
 x1   b1 
   
x  b 
 2  2
   
X ¼  x3  vettore delle incognite T ¼  b 3  vettore dei termini noti
   
...  ... 
   
x  b 
n m

Progressioni
Progressione aritmetica (indicata dal simbolo )
È una successione di numeri tali che la differenza (detta ragione d ) fra ognuno di essi e il precedente ri-
sulta costante:
 a 1 ; a 2 ; a 3 ; ... a n  2 ; a n  1 ; a n
essendo: a 2  a 1 ¼ a 3  a 2 ¼ ::: ¼ a n  1  a n  2 ¼ a n  a n  1 ¼ d

Progressione geometrica (indicata dal simbolo 4)


È una successione di numeri tali che il quoziente (detto ragione q ) fra ognuno di essi e il precedente ri-
sulta costante:
4 a 1; a 2; a 3; . . . a n  2; a n  1; a n
a2 a3 an1 an
essendo: ¼ ¼ ... ¼ ¼ ¼q
a1 a2 an2 an1
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 15

Logaritmi
Si definisce logaritmo in base a di un numero b l’esponente x al quale occorre elevare la base a per otte-
nere il numero b :
log a b ¼ x significa che: ax ¼ b

Generalmente si assume la base a ¼ 10 :


pffiffiffi 1
log c n ¼ n log c ; log n c ¼ log c
n

2.2 RICHIAMI DI GEOMETRIA RAZIONALE


Due rette parallele a e b secate da una trasversale t (fig. 2.2) formano i seguenti angoli:
— angoli adiacenti:
a þ b ¼ c þ d ¼ a 1 þ b 1 ¼ c 1 þ d 1 ¼ . . . ¼ 180o
— angoli opposti al vertice:
a¼c b¼d a1 ¼ c1 b1 ¼ d1
— angoli alterni interni:
b1 ¼ d a1 ¼ c

t
a b
— angoli alterni esterni: a

a ¼ c1 b ¼ d1 d c

— angoli corrispondenti:
a ¼ a1 b ¼ b1 d ¼ d1 c ¼ c1 a1 b1
b
— angoli coniugati interni: d1 c1
d þ a 1 ¼ c þ b 1 ¼ 180o
Fig. 2.2
— angoli coniugati esterni:
a þ d 1 ¼ b þ c 1 ¼ 180o

Uguaglianza ed equivalenza di figure piane


Due figure piane si dicono uguali quando, sovrapponendole, vengono a coincidere una con l’altra.
Due figure piane si dicono equivalenti quando hanno uguale superficie.

Criteri di uguaglianza dei triangoli


Due triangoli qualsiasi sono fra loro uguali quando sono soddisfatte le seguenti condizioni (fig. 2.3):
1) hanno ordinatamente uguali due lati e l’angolo compreso ða ¼ a 0 ; b ¼ b 0 ; c ¼ c 0 Þ ;
2) hanno ordinatamente uguali un lato e i due angoli a esso adiacenti ðc ¼ c 0 ; a ¼ a 0 ; b ¼ b 0 Þ ;
3) hanno ordinatamente uguali i tre lati ða ¼ a 0 ; b ¼ b 0 ; c ¼ c 0 Þ .
C C

c c
b b
a a

a b a b

A c B A c B Fig. 2.3
16 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

C C
In particolare, due triangoli rettangoli sono uguali quan-
do (fig. 2.4):
c c
1) hanno uguali i cateti ðb ¼ b 0 ; c ¼ c 0 Þ ;
2) hanno uguali un cateto e l’angolo acuto adiacente b a b a
ðb ¼ b 0 ; c ¼ c 0 Þ ;
3) hanno uguali l’ipotenusa e un angolo acuto ða ¼ a 0 ;
b b
b ¼ b0 Þ;
A c B A c B
4) hanno uguali l’ipotenusa e un cateto ða ¼ a 0 ; c ¼ c 0 Þ .
Fig. 2.4

Criteri di similitudine dei triangoli


Due triangoli qualsiasi sono simili fra loro quando sono soddisfatte le seguenti condizioni:
1) hanno gli angoli ordinatamente uguali;
2) hanno due lati ordinatamente proporzionali e l’angolo fra loro compreso uguale;
3) hanno tutti i lati ordinatamente proporzionali.

Teorema di Talete (fig. 2.5)


A A
Un fascio di rette parallele a , b , c stacca su due trasversali r , s due classi di a

segmenti direttamente proporzionali; ossia:

AB : BC ¼ A’B’ : B’C ’ B B
b

C C
c
Fig. 2.5 r s

Teorema di Pitagora (fig. 2.6) C

In un triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’ipotenusa è equivalente alla


somma dei quadrati costruiti sui cateti, ossia:
b a
a2 ¼ b2 þ c2
da cui:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
a¼ b2 þ c2 b¼ a2  c2 c¼ a2  b2

A c B

Fig. 2.6

Primo teorema di Euclide (fig. 2.7) C

In ogni triangolo rettangolo un cateto è medio proporzionale fra l’ipotenu-


sa e la proiezione del cateto stesso sull’ipotenusa: b a

AB : AC ¼ AC : AH
AB : BC ¼ BC : BH
A H c B
Fig. 2.7

Secondo teorema di Euclide (fig. 2.7)


In ogni triangolo rettangolo l’altezza relativa all’ipotenusa è media proporzionale fra le proiezioni dei ca-
teti sull’ipotenusa:
AH : CH ¼ CH : HB
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 17

2.3 RICHIAMI DI TRIGONOMETRIA

Funzioni trigonometriche (fig. 2.8)

AB ¼ sen a BC ¼ cos a DE ¼ tg a FG ¼ cotg a

F
D y tg E
Tabella 2.1 Segno delle funzioni trigonometriche
sen

cotg
A B nei quattro quadranti.

Quadrante
cos

a
IV I Funzione
G
x
I II III IV
O C
r
III = II
1 sen þ þ  
cos þ   þ
tg þ  þ 
cotg þ  þ 
Fig. 2.8

Tabella 2.2 Valori delle funzioni di angoli notevoli.


Funzioni
Angolo
seno coseno tangente
o o
0 – 360 0 1 0
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
1 pffiffiffi 1 pffiffiffi pffiffiffi
15o  2  3  0; 259  2 þ 3  0; 966 2 3  0; 268
2 2
pffiffiffi pffiffiffi
o 1 3 3
30  0; 866  0; 577
2 2 3
pffiffiffi pffiffiffi
o 2 2
45  0; 707  0; 707 1
2 2
pffiffiffi
3 1 pffiffiffi
60o  0; 866 3  1; 732
2 2
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
1 pffiffiffiffi 1 pffiffiffi pffiffiffi
75o  2 þ 3  0; 966  2  3  0; 259 2þ 3  3; 732
2 2

90o 1 0 1

180o 0 1 0

270o 1 0 1

Relazione fra le funzioni trigonometriche del medesimo angolo


sen a 1 cos a 1
sen 2 a þ cos 2 a ¼ 1 tg a ¼ ¼ cotg a ¼ ¼
cos a cotg a sen a tg a
1 1
sec a ¼ cosec a ¼
cos a sen a
18 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

C
Teorema sul triangolo rettangolo (fig. 2.9)
b c b c c
sen b ¼ cos b ¼ tg b ¼ cotg b ¼
a a c b
b a
Calcolo di un cateto Calcolo dell’ipotenusa
b ¼ a  sen b b b
a¼ a¼ b
b ¼ a  cos c sen b cos c
A c B
b ¼ c  tg b c c Fig. 2.9
a¼ a¼
b ¼ c  cotg c sen c cos b

Teoremi sui triangoli qualsiasi (fig. 2.10) C

Teorema dei seni


c
Può essere applicato quando sono noti due lati e un angolo non compre-
b
so oppure un lato e due angoli, per calcolare i lati e gli angoli incogniti: a

a : sen a ¼ b : sen b a : sen a ¼ c : sen c b : sen b ¼ c : sen c


a b

A c B

Teorema di Nepero Fig. 2.10


Viene applicato quando sono noti due lati e l’angolo fra essi compreso per calcolare i due angoli incogniti.
 Dati i lati a, b ða > b e quindi a > bÞ e l’angolo c:
aþb 180o  c ab ab aþb
¼ tg ¼  tg
2 2 2 aþb 2
aþb ab aþb ab
a¼ þ b¼ 
2 2 2 2
 Dati i lati a, c (a > c e quindi a > c) e l’angolo b:
aþc 180o  b ac ac aþc
¼ tg ¼  tg
2 2 2 aþc 2
aþc ac aþc ac
a¼ þ c¼ 
2 2 2 2
 Dati i lati b, c ðb > c e quindi b > cÞ e l’angolo a:
bþc 180o  a bc bc bþc
¼ tg ¼  tg
2 2 2 bþc 2
bþc bc bþc bc
b¼ þ c¼ 
2 2 2 2
Teorema di Carnot
Si può applicare quando sono noti due lati e l’angolo tra essi compreso per calcolare il terzo lato:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
a ¼ b 2 þ c 2  2  b  c  cos a b ¼ a 2 þ c 2  2  a  c  cos b
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
c ¼ a 2 þ b 2  2  a  b  cos c

Le precedenti formule scritte nella forma:


b 2 þ c 2  a2 a2 þ c2  b2 a2 þ b2  c2
cos a ¼ cos b ¼ cos c ¼
2bc 2ac 2ab
consentono di calcolare gli angoli incogniti quando sono noti i tre lati.
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 19

Formule di Briggs
Consentono di calcolare tutti gli angoli interni, essendo noti i tre lati:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
a ðp  bÞ  ðp  cÞ b ðp  aÞ  ðp  cÞ c ðp  aÞ  ðp  bÞ
tg ¼ tg ¼ tg ¼
2 p  ðp  aÞ 2 p  ðp  bÞ 2 p  ðp  cÞ

aþbþc
dove: p ¼ semiperimetro ¼ :
2

2.4 AREE DI FIGURE PIANE

Triangolo rettangolo

C 1
S¼  c 2  tg b
2
c
1
S¼  b 2  tg c
b a 2

A c B

Triangolo qualsiasi In funzione di due lati e dell’angolo fra essi compreso:


1 1 1
C S ¼  a  b  sen c S ¼  a  c  sen b S ¼  b  c  sen a
2 2 2
In funzione di un lato e dei due angoli a esso adiacenti:
c
a 2  sen b  sen c b 2  sen a  sen c
b S¼ S¼
a 2  sen a 2  sen b
c 2  sen a  sen b

a b
2  sen c
A c B In funzione dei tre lati (formula di Erone):
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
S ¼ p  ðp  aÞ  ðp  bÞ  ðp  cÞ
aþbþc
dove: p ¼ semiperimetro ¼ .
2
Quadrilatero
D

1
x S¼  d 1  d 2  sen x
2
d1
2
d

B C
20 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

Quadrilatero inscritto
in un cerchio
B
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
A¼ ðp  aÞ  ðp  bÞ  ðp  cÞ  ðp  dÞ
a b
C
A
aþbþcþd
c p¼
d 2

Trapezio

D a C
aþb 1
A¼ h A¼  d1  d2  sen x
2 2
h d1
x d2

A b B

Parallelogramma
1
D b C S¼bh S¼  d 1  d 2  sen x
d1
2
d2
h

A B

Quadrato
A B
pffiffiffi pffiffiffi
A ¼ l2 d¼l 2 l¼ S
d
l

D C

Cerchio

circonferenza: c ¼ p  D
O
p  D2

4
D

Settore circolare

_ prx x 00
B AB ¼ ¼ r
A 180o R 00
x
r
p  r2  x
O R 00 ¼ 206 265 00 S¼
360 o
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 21

Segmento circolare

 
A B 1 px
x S¼ r2   sen x
r 2 180 o
O

Parabola

2
S¼ bh
h 3

Semiparabola

h
2
S¼ bh
3

Segmento di parabola
C

E D
2
F S¼  AD  EF
B 3
A

Corona circolare

p  ðD 2  d 2 Þ

D

O 4

Settore di corona circolare

xp
A¼  ðR 2  r 2 Þ
x
360 o
r R
o
a
22 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

Ellisse
A¼pab
a

Figure a contorno mistilineo (formula di Bézout)

B2 B3 B4
B1 Bn
B n-1
B0 B n-3 B n-2

1 2 3 4 n-2 n-1 n

y0 y1 y2 y3 y4 yn-3 yn- 2 yn-1 yn

A0 A1 A2 A3 A4 A n-3 A n-2 A n-1 An


d d d d d d d

1
A¼  a  ðy 0 þ 2  y 1 þ 2  y 2 þ . . . . . . . . . þ 2  y n1 þ y n Þ
2

2.5 SUPERFICI E VOLUMI DI SOLIDI

Prisma retto (con basi parallele)


Area laterale Al ¼ 2  p  h
a
b dove:
Ab 2p ¼ perimetro di base ¼ a þ b þ c þ d.
c
d
h h
h
h Area totale At ¼ At þ 2  Ab
b
a
Volume V ¼ Ab  h
c
d dove: A b rappresenta l’area di base.

Parallelepipedo rettangolo
Area laterale A l ¼ 2  ða þ bÞ  h
Ab Area di base Ab ¼ a  b
b a
Area totale At ¼ 2  Ab þ Al
h

Volume V ¼ Ab  h
b a

Cilindro retto
Area laterale Al ¼ p  d  h
Ab p  d2
Area di base Ab ¼
4
h
Area totale At ¼ 2  Ab þ Al
p  d2
Volume V¼ h
d 4
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 23

sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Cono circolare retto d d2
Area laterale Al ¼ p   h2 þ
2 4
p  d2
h Area di base Ab ¼
4
Ab
Area totale At ¼ A b þ Al
p  d2  h
d Volume V¼
12

Tronco di cono circolare retto pa


Area laterale Al ¼  ðD þ d Þ
2
d
ph
Volume V¼  ðD 2 þ d 2 þ D  d Þ
12
a
h

Piramide retta a base rettangolare


Area laterale Al ¼ p  a
dove:
p ¼ semiperimetro di base.
1
a Volume V ¼  Ab  h
h
3
dove:
Ab = area di base.

Tronco di piramide retta


Area laterale Al ¼ ðp þ p 0 Þ  a
dove:
p ¼ semiperimetro della base minore;
p 0 ¼ semiperimetro della base maggiore.
a 1  pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi 
Volume V ¼  A þ A0 þ A  A0  h
3
h
dove:
A ¼ area della base minore;
A 0 ¼ area della base maggiore.

Corona cilindrica
Volume
p  ðD 2  d 2 Þ
V¼ h
4

h
24 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

Sfera

Area laterale Al ¼ 4  p  R2

4
o R Volume V¼  p  R3
3

Settore sferico

h
Area A ¼ p  R  ðr þ 2  hÞ
r

2
Volume V¼  p  R2  h
3
R

Calotta sferica e segmento sferico

h
Area della calotta Ac ¼ 2  p  R  h
o r
1
Volume del segmento sferico V¼  p  h 2  ð3  R  hÞ
3
R

Mucchio prismatico
bh
Volume V¼  ð2  a þ cÞ
6
a

b
b

Mucchio piramidale
h
d Volume V¼  ½b  ð2  a þ cÞ þ d  ð2  c þ aÞ
6
a

d
c

b
b
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 25

Volta a botte a tutto sesto


Superficie di intradosso Ai ¼ p  r  l

p
Volume della volta V¼  ðR 2  r 2 Þ  l
a
2
r

R l

Volta a botte a sesto ribassato a c=2


¼ arctg
2 rs
c2 þ 4  s2
Raggio di intradosso r¼
a

l
8s
f
pr
Sviluppo di intradosso Sv ¼ a 
r
R

180º
a

c Superficie di intradosso Ai ¼ Sv  l

Sv  a
Volume della volta V¼  rþ l  a
r 2

2.6 CERCHI NOTEVOLI DI UN TRIANGOLO


C

Raggio del cerchio inscritto (fig. 2.11) Fig. 2.11


Il centro del cerchio è individuato dall’intersezione delle bisettrici degli ri
ri
angoli e il suo raggio è dato da: b a
O
S
ri ¼ ri
p
A B
c
essendo S ¼ area del triangolo e p ¼ semiperimetro.
C
Fig. 2.12

a
Raggio del cerchio circoscritto (fig. 2.12) b

Il centro del cerchio è individuato dall’intersezione degli assi dei tre lati O

e il suo raggio vale:


A B
abc c
rc ¼
rc

4S

Raggi dei cerchi exinscritti (fig. 2.13) A


Fig. 2.13
I centri dei tre cerchi exinscritti, tangenti ai tre lati, sono individuati dal-
c b
l’intersezione delle bisettrici di due angoli esterni e del terzo angolo in-
terno: B
a
C
S S S
ra ¼ rb ¼ rc ¼
pa pb pc
ra

ra
essendo S ¼ area del triangolo e p ¼ semiperimetro.
ra
26 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

2.7 COSTRUZIONE DI FIGURE GEOMETRICHE

Parabola (fig. 2.14)


A M B
— Tracciare per i punti A e V rispettivamente una parallela e una perpen-
dicolare a VM (asse della parabola);
— dividere i segmenti AC e CV in un numero pari di parti uguali; 1

— unire 1 con V e per 10 tracciare la perpendicolare a CV: il loro punto di


intersezione D rappresenta un punto della parabola; 2
D

— unire 2 con V e per 20 tracciare la perpendicolare a CV: il loro punto di


intersezione E è un altro punto della parabola;
3 E
— procedendo in modo analogo si ottengono gli altri punti che raccordati
fra loro forniscono la curva;
— analogamente si procede per il ramo di destra della parabola. F
C 1 2 3 V
Fig. 2.14

y
Ellisse (fig. 2.15) A
3
— Tracciare le due circonferenze con diametri AA0 e BB 0 che rap- 2
R
B
presentano i diametri noti dell’ellisse; S
1 T 3
— condurre un certo numero di diametri (possibilmente a intervalli 2
regolari) che intersechino le due circonferenze nei punti 1, 1 0 , 2, 1 O x
2 0 , 3, 3 0 , ...;
— per i punti 1, 2, 3, ... e 1 0 , 2 0 , 3 0 , ... tracciare le parallele rispetti-
vamente agli assi x e y;
— il punto di intersezione di ogni orizzontale con la corrispondente B
verticale individua un punto dell’ellisse.
A
Fig. 2.15

2.8 DIVISIONE DI SUPERFICI C

Dividere la superficie del triangolo ABC in n parti


equivalenti (fig. 2.16)
— Dividere la base AB in n parti uguali (1-2-3-4-5);
— le verticali tracciate dai punti 1-2-3-4-... intersecano il semi- 1 2 3 4
cerchio con diametro AB nei punti 10 -20 -30 -40 -...; A 0
1 2 3 4
5 B
— con centro in B ribaltare i punti 10 -20 -30 -40 -... in 100 -200 -300 -400 -...
su AB, dai quali le verticali innalzate rappresentano le divi-
denti cercate.
1 4
2 3 Fig. 2.16
D
Dividere la superficie del trapezio ABCD in n parti
equivalenti (fig. 2.17)
— Con centro in E ribaltare il punto B in B0 sul semicerchio con C
diametro AE;
— proiettare B0 in B00 e dividere il segmento AB00 in n parti
uguali 1-2-3-... e proiettare i punti di suddivisione sul semi- 1 2 3 B
A 0 E
cerchio in 10 -20 -30 -...; 1 2 3 4 B
— ribaltare 10 -20 -30 -... su AB in 100 -200 -300 -... dai quali si innalzano
le verticali che rappresentano le dividenti cercate.

4 B
1
2 3
Fig. 2.17
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 27

2.9 RICHIAMI DI GEOMETRIA ANALITICA


Un punto è definito nel piano cartesiano dalle sue coordinate x (ascissa) e y IV I
x=– x=+
(ordinata), che assumono segni differenti in relazione alla posizione del y=+ y=+
punto in uno dei quattro quadranti (fig. 2.18). x A
Una variabile reale y (detta variabile dipendente) si dice funzione della va-
riabile reale x (detta variabile indipendente) se a ogni valore assegnato alla y
x
x corrisponde uno e un solo valore della y. O
Per esprimere che il valore di y dipende, ossia è in funzione, di quello della
x, viene usata la notazione:
y ¼ f ðxÞ x=– x=+
III y=– y=– II
Tale equazione viene rappresentata geometricamente tramite un grafico o
un diagramma che è costituito da un insieme di punti, le cui coordinate sod-
disfano la funzione y ¼ f ðxÞ. Fig. 2.18

Retta
Ogni equazione di 1o grado in due variabili x e y rappresenta una retta (fig. 2.19).

Equazione della retta


Equazione della retta sotto forma implicita:
ax þby þ c ¼ 0
a c
Ponendo  ¼m e  ¼ n si ottiene l’equazione della retta sotto forma esplicita: y ¼ m x þ n
b b
dove: m ¼ coefficiente angolare che rappresenta la tangente trigonometrica dell’angolo a che la retta for-
ma con l’asse x;
n ¼ coefficiente di posizione che rappresenta il segmento che la retta stacca sull’asse y.

Posizioni particolari della retta

y
y

b a
a d
a
x
–n
n
a
a
O x

Fig. 2.19 Fig. 2.20


1Þ retta a : y ¼ m x þ n
(fig. 2.19) IV y I
2Þ retta b : y ¼  m x þ n

3Þ retta c : y ¼ m x  n e
(fig. 2.20)
4Þ retta d : y ¼  m x  n
a
5Þ retta e : y ¼ m x a
(fig. 2.21)
6Þ retta f : y ¼  m x O x
7) y ¼ x ¼ retta bisettrice del I e II quadrante
8) y ¼ x ¼ retta bisettrice del II e IV quadrante
9) y ¼ k = retta parallela all’asse x f

10) x ¼ k = retta parallela all’asse y


III II
11) y ¼ 0 ¼ equazione dell’asse x
12) x ¼ 0 = equazione dell’asse y Fig. 2.21
28 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

Retta passante per due punti


Dati i punti P1  ðx 1 , y 1 Þ e P2  ðx2 , y2 Þ è:

y  y1 x  x1
¼
y2  y1 x2  x1

Punto di intersezione di due rette distinte


Date le equazioni delle rette nella forma:
a1 x þ b1 y þ c1 ¼ 0
a2 x þ b2 y þ c2 ¼ 0
oppure:
y1 ¼ m1 x þ n1
y2 ¼ m2 x þ n2
le coordinate del punto di intersezione, se esiste, delle due rette si ottengono risolvendo il sistema formato
dalle loro equazioni.

Circonferenza
Equazione della circonferenza
Equazione della circonferenza generica con il centro nel punto C  ða, bÞ y

(fig. 2.22):
x2 þ y2  2ax  2by þ c ¼ 0

r
C = (a, b)
dove: c ¼ a 2 þ b 2  r 2 .

Equazione della circonferenza con il centro C coincidente con l’origine O


degli assi. Essendo a ¼ 0 e b ¼ 0 si ha:
x
x2 þ y2 ¼ r2 O
Fig. 2.22

Parabola
La parabola è il luogo geometrico dei punti del piano equidistanti da un punto fisso F detto fuoco e da una
retta fissa d detta direttrice dati, che non si appartengono, ossia (fig. 2.23):
PH ¼ PF

y
H
P = (x, y)

D x
O F

p p
2 2
d

Fig. 2.23
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 29

Equazione della parabola


Parabola ad asse orizzontale con l’asse di simmetria coincidente con l’asse x :
x ¼ ay2
Parabola ad asse verticale con l’asse di simmetria coincidente con l’asse y :
y ¼ ax2
1
dove: a ¼ , in cui p è la distanza tra il fuoco e la direttrice.
2p
Tali espressioni sono casi particolari rispettivamente delle equazioni:
— asse orizzontale: x ¼ a y 2 þ b y þ c (l’asse di simmetria è parallelo all’asse x);
— asse verticale: y ¼ a x 2 þ b x þ c (l’asse di simmetria è parallelo all’asse y);
quando i coefficienti b e c sono nulli; pertanto un’equazione di 2o grado rappresenta sempre una parabola.

Per a > 0 la parabola volge la concavità verso l’alto o verso destra (fig. 2.24a), mentre per a < 0 la conca-
vità è rivolta verso il basso o verso sinistra (fig. 2.24b).

y
y
a>0

a<0

x
x

a>0

a<0

Fig. 2.24a Fig. 2.24b

2.10 RICHIAMI DI ANALISI MATEMATICA

Derivata di una funzione f (x)


Si definisce derivata della funzione y ¼ f ðxÞ nel punto x il limite del rapporto incrementale quando l’in-
cremento D x tende a 0, ossia (fig. 2.25):
f ðx þ D xÞ  f ðxÞ
y 0 ¼ lim
Dx!0 Dx
y
t

P쎿 )
f (x
y=

a x
O x x + Dx
Fig. 2.25

f ðx þ D xÞ  f ðxÞ
Il rapporto incrementale rappresenta la tangente trigonometrica dell’angolo a ; se P 0
Dx
tende a coincidere con P, cioè quando Dx ! 0, la retta t passa per il punto P  P 0 e pertanto la derivata
prima y 0 rappresenta il coefficiente angolare della retta t, tangente alla curva y ¼ f ðxÞ in P con ascissa x .
Le coordinate del punto Q, se esiste, per il quale passa la retta t tangente alla curva e parallela all’asse x:
tale retta forma con l’asse x l’angolo a ¼ 0 o per cui l’ascissa di Q si può ottenere uguagliando a 0 la de-
rivata prima della funzione e quindi per sostituzione nella funzione data si ricava l’ordinata y costante.
30 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

Tabella 2.3 Derivate notevoli.


Funzione Derivata Funzione Derivata

y ¼ a (costante) y0 ¼ 0 pffiffiffi 1
y¼ x y 0 ¼ pffiffiffi
2 x
y¼x y0 ¼ 1
y ¼ sen x y 0 ¼ cos x
y ¼ xn y0 ¼ n  xn1
y ¼ cos x y 0 ¼  sen x
1 1
y¼ y0 ¼  1
x x2 y ¼ tg x y0 ¼
cos 2 x
1 n 1
y¼ y0 ¼  y ¼ cotg x y0 ¼ 
xn xnþ1 sen 2 x

Tabella 2.4 Regole di derivazione.


Funzione Derivata

y ¼ a  f ðxÞ y 0 ¼ a  f 0 ðxÞ

y ¼ f ðxÞ + g ðxÞ y 0 ¼ f 0 ðxÞ + g 0 ðxÞ

y ¼ f ðxÞ  g ðxÞ y 0 ¼ f 0 ðxÞ  g ðxÞ þ f ðxÞ  g 0 ðxÞ


1 f 0 ðxÞ
y¼ y0 ¼ 
f ðxÞ f 2 ðxÞ
f ðxÞ f 0 ðxÞ  g ðxÞ  f ðxÞ  g 0 ðxÞ
y¼ y0 ¼
g ðxÞ g 2 ðxÞ

Differenziale
Il differenziale d y di una funzione y ¼ f ðxÞ è dato dal prodotto della sua derivata f 0 ðxÞ per l’incremento
d x (ossia per il differenziale) della variabile indipendente, ossia:
d y ¼ f 0 ðxÞ  d x
Esempio: data la funzione y ¼ sen x , il suo differenziale è:
d y ¼ d sen x ¼ cos x  d x

Integrali
L’integrale indefinito di una data funzione y ¼ f ðxÞ è rappresentato da quella funzione che ha come de-
rivata la funzione data; ponendo che sia:
g 0 ðxÞ ¼ f ðxÞ
la funzione g ðxÞð rappresenta un integrale indefinito della funzione f ðxÞ e si usa la notazione:
g ðxÞ ¼ f ðxÞ d x

L’integrale definito di una data funzione y ¼ f ðxÞ , definita nell’intervallo (a, b), viene calcolato con la for-
mula:
ðb
f ðxÞ d x ¼ g ðbÞ  g ðaÞ
a
ðb ða
f ðxÞ d x ¼  f ðxÞ d x
a b
L’integrale definito viene ampiamente usato per il calcolo delle aree e dei momenti d’inerzia; immagi-
nando infatti di suddividere, per esempio, un rettangolo in strisce di altezza piccolissima D y, il limite, per
Dy ! 0 , della somma di tutte queste aree infinitesime, estesa all’altezza h del rettangolo fornisce l’area
della figura data.
RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA 31

Esempio: calcolare l’area della superficie delimitata dall’asse delle x e dalla parabola di equazione
y ¼ 4  x 2 (fig. 2.26).
y

V = (0, 4)

x
–2 2

Fig. 2.26

L’asse x ha equazione y ¼ 0 e quindi si ha:


ð2    
 x 3 2 8 8 16 32
A¼ ð4  x 2 Þ d x ¼ 4 x   ¼ 8    8 þ ¼ 16  ¼
2 3 2 3 3 3 3

Tabella 2.5 Integrali indefiniti fondamentali.


Funzione Funzione
Integrale Integrale
primitiva primitiva
ð ð
y¼ dx y ¼ x þ c* y¼ cos x d x y ¼ sen x þ c

ð ð
x n þ1
y¼ xn dx ðn 6¼ 1Þ y¼ þc y¼ sen x d x y ¼  cos x þ c
nþ1
ð pffiffiffi ð
dx dx
y¼ pffiffiffi y¼2 xþc y¼ y ¼ tg x þ c
x cos 2 x
ð ð
dx 1 dx
y¼ y¼ þc y¼ y ¼  cotg x þ c
x2 x sen 2 x
ð ð
sen x 1
y¼ a  dx y¼axþc y¼ dx y¼ þc
cos 2 x cos x
ð ð
1 pffiffiffi 2 pffiffiffiffiffi3
y¼ dx y ¼ lg x þ c y¼ x dx y¼  x þc
x 3

* c ¼ costante di integrazione.

Tabella 2.6 Regole di integrazione più comuni.


Integrale Regola di integrazione
ð ð
y¼ a  f ðxÞ d x y ¼ a f ðxÞ d x

ð ð ð
y ¼ ½ f ðxÞ + g ðxÞ d x y¼ f ðxÞ d x + g ðxÞ d x

ð ð ð
ð
y¼ f ðxÞ  g ðxÞ d x y ¼ f ðxÞ  g ðxÞ d x  f 0 ðxÞ  g ðxÞ d x d x
32 RICHIAMI DI MATEMATICA E GEOMETRIA

Grafico della funzione esponenziale y ¼ a x


Supponendo che sia a ¼ 2 e attribuendo a x i valori ..., 3 , 2 , 1 , 0, 1, 2, 3, ... si ricavano i corrispon-
denti valori della y che risultano rispettivamente 0,125; 0,25; 0,50; 1; 2; 4; 8; ...; riportando i punti con tali
coordinate su un sistema di assi cartesiani si ottiene la curva esponenziale di figura 2.27.
y
8

1
0,50
x
Fig. 2.27 –3 –2 –1 O 1 2 3

Grafico della funzione logaritmica y ¼ lg a x


Supponendo che sia a ¼ 10 e attribuendo a x i valori ..., 0,7; 0,8; 0,9; 1; 2; 3; 4; ...; per mezzo dei logaritmi
decimali si ricavano i valori di y ; riportando i punti con tali coordinate su un sistema di assi cartesiani, si
ottiene la curva logaritmica di figura 2.28.
y

x
O 1 5 10

Fig. 2.28
Richiami di fisica
3

Cinematica
Moto rettilineo uniforme
Il corpo mobile percorre spazi s uguali in tempi t uguali, per cui la velocità v è costante:
s
v ¼ ¼ costante s¼vt
t
Moto uniformemente accelerato
Il corpo mobile si muove con un’accelerazione a = costante, percorrendo in un tempo t uno spazio s con
origine in s0 :
a  t2 pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
— se in s0 si ha v0 = 0: s¼ e v¼ 2as
2
a  t2
— se in s0 si ha v0 6¼ 0: s ¼ v0  t þ e v ¼ v0 þ a  t
2

Moto uniformemente ritardato


a  t2
s ¼ v0  t 
2

Moto circolare uniforme


Il corpo mobile percorre archi a uguali di circonferenza di raggio R in tempi t uguali con velocità v; il tem-
po T impiegato a compiere un giro completo è detto periodo.
a
Velocità angolare x¼ Velocità lineare v¼xR
t
2p 2pR
Per un giro completo x¼ e v¼
T T

Dinamica

1o Principio della dinamica


Un corpo permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme fino a quando non viene a esso
applicata una forza che lo costringe a mutare il suo stato.

2o Principio della dinamica


Nel moto accelerato di un punto materiale, l’accelerazione a è, in ogni istante, proporzionale alla forza F
applicata; la forza applicata ha sempre la stessa direzione e lo stesso verso dell’accelerazione:
F
F ¼ma m¼ (m ¼ massa inerziale del corpo)
a
Ponendo a ¼ g ¼ 9,806 65 m=s 2 (accelerazione di gravità) si ottiene la forza peso G di un corpo con massa m :
G¼mg
Un newton rappresenta l’unità di forza che imprime alla massa di 1 kilogrammo l’accelerazione di 1 m=s 2 .
34 RICHIAMI DI FISICA

3o Principio della dinamica (o principio di azione e reazione)


Ogni volta che un corpo A esercita una forza su un corpo B, quest’ultimo esercita su A una forza di uguale
intensità e verso contrario; più semplicemente: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Meccanica dei fluidi


Legge di Pascal
La pressione esercitata sulla superficie di un liquido o gas si trasmette con uguale intensità in tutte le
direzioni.

Legge di Archimede
Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto uguale al peso del liquido spostato.

Legge di Boyle (e Mariotte)


Il volume V occupato da una massa di gas, mantenuta a temperatura costante, è inversamente proporzio-
nale alla pressione:
V  p ¼ costante (p = pressione del gas) Tabella 3.1 Coefficienti a di dilatazione li-
neare di alcuni materiali.
Termometria Materiale a
Dilatazione lineare Acciaio 0,000 012
l t ¼ l 0  ð1 þ a t 0 Þ
Calcestruzzo 0,000 010
l t ¼ lunghezza a t gradi Celsius;
l 0 ¼ lunghezza iniziale a t 0 gradi Celsius; Legno 0,000 003
a ¼ coefficiente di dilatazione lineare.
Mattoni 0,000 006
Lavoro
Una forza F compie un lavoro quando il suo punto di applicazione subisce uno spostamento s:
L¼F s
l’unità di misura del lavoro è il joule (J): 1J = 1 Nm

Potenza
J
È il lavoro compiuto nell’unità di tempo t; l’unità di potenza è il watt (W): W¼
t

Energia cinetica Ec
1
È il lavoro che può compiere un corpo di massa m che ha una velocità v: Ec ¼  m  v2
2

Energia potenziale gravitazionale Ep


È il lavoro che compie un corpo di massa m, posto a un’altezza h rispetto al piano di riferimento, cadendo
per gravità sul piano stesso:
Ep ¼ m  g  h

Forza centrifuga e centripeta Fc


È la forza alla quale è sottoposto un corpo di massa m che ruota con moto circolare uniforme di raggio r
alla velocità v:
m  v2
Fc ¼
r
Forza di attrito Fa
Si verifica quando un corpo di peso P, sul quale agisce una forza F, striscia (attrito radente Fa ¼ f  P) o
rotola (attrito volvente Fa ¼ k  P) su un altro (f e k sono i coefficienti di attrito).
Operazioni sulle forze
4

Convenzione sui segni (fig. 4.1) +


– +

– Fig. 4.1

4.1 COMPOSIZIONE DI FORZE COMPLANARI verso

Le azioni che agiscono sui corpi sono definite da forze che sono
rappresentate graficamente da vettori, caratterizzate da intensità lo
odu
o modulo, direzione e verso (fig. 4.2); possono essere applicati se ità
om
int ens
hanno un punto di applicazione, in caso contrario sono liberi.

Fig. 4.2 direzione

Forze concorrenti in un punto (fig. 4.3) O


0
F1 F3
Si traccia il poligono delle forze 0-1-2-3 con vettori paralleli alle forze date; il
F1
lato di chiusura 0-3 del poligono rappresenta la risultante R, che viene tracciata
parallela per il punto O. F2
1

R
F2

Fig. 4.3 F3

Forze comunque disposte (fig. 4.4)


Tracciato il poligono funicolare 0-1-2-3-4, il a쎿
0
e쎿 F1
suo lato di chiusura 0-4 rappresenta la risultan-
te R del sistema; viene quindi proiettato da un b쎿 d쎿 1
fb a
F1
polo P e sulle forze date si costruisce il poligo- c쎿 F4 b
no funicolare a0 -b0 -c0 -d0 -e0 con lati paralleli ai F2
corrispondenti raggi proiettanti; per il punto
f1b fa
di intersezione del primo lato a0 e ultimo e0 si F3
f1c
fc c P
traccia la risultante R parallela a 0-4. F2
2 f1d

F3 d
fd e
M R
R 3
F4 fe

Fig. 4.4 4
36 OPERAZIONI SULLE FORZE

Poligono funicolare passante per tre punti A, B, C (fig. 4.5)


— Comporre le forze comprese fra i punti A e B con il poligono funicolare a 0 , b 0 , c 0 , d 0 , con il lato a 0
passante per A ;
— prolungare d 0 sino a intersecare la retta m, tracciata a piacere per A, in M ;
— unire M con B e tracciare per il punto 3 la parallela a MB fino a intersecare la retta s, parallela a m, che
individua il secondo polo P1 ;
— tracciare il secondo poligono funicolare a 01 , b 01 , c 01 , d 01 , e 01 , f 01 che interseca in N la congiungente AB ;
— la parallela per il punto 5 alla congiungente NC interseca la retta t, parallela ad AB, nel nuovo polo P2 ;
— si traccia il poligono funicolare a 02 , b 02 , c 02 , d 02 , e 02 , f 02 che passa per i punti A, B, C.

0
F1 a
C
1
a2
f쎿2 F2 b
A a1
F5 b1
n b2 s
a쎿 c P
2
a 쎿1

a쎿2 b쎿 e쎿2 c2
F1 c쎿 d쎿 c1 P2
b쎿1 f쎿1 F3
b쎿2 e쎿1 c d2 P1
c쎿1 d쎿1 B
F2 3 d1 t
M c쎿2 d쎿2
F3 F4 N e1 f2
m F4 e2 f1
Fig. 4.5
4
F5
5

Poligono di successive risultanti (fig. 4.6) 1 S O=


=P
P1

Il polo di proiezione P coincide con il punto O origine del po- 2


R P2
ligono delle forze.
3
Ogni raggio proiettante rappresenta in linea di azione e inten- R
sità la risultante delle forze precedenti, mentre il corrisponden- P3

te lato del poligono funicolare rappresenta la sua linea di azio- S


4
ne sul sistema di forze dato.
P4 P4
P3
P2
P1
5 Fig. 4.6

Forze parallele
— Forze parallele concordi (fig. 4.7a)
La risultante R ha linea di azione parallela alle forze date, uguale verso e intensità uguale alla somma
delle intensità delle forze ed è rappresentata graficamente dalla retta delle forze; la sua posizione viene
definita con il poligono funicolare.

e쎿 0

F4
a쎿 d쎿 F1 a
b쎿 c쎿
F1 F2 1 b
F3
R F2 P
c
2
d
R F3
e

3 F4

4
Fig. 4.7a
OPERAZIONI SULLE FORZE 37

— Forze parallele discordi (fig. 4.7b)


La risultante R ha linea di azione parallela alle forze date, intensità uguale alla somma algebrica delle
intensità delle forze e il suo segno fornisce il verso; graficamente è rappresentata dal segmento com-
preso fra il punto 0 e l’ultimo punto della retta delle forze.

1 F1

b
3 F3
F1 F3
0 d
a
a쎿
4 F4 e P
R
d쎿 f쎿 c
b쎿 e쎿
c쎿 2
F2
F4 F5 f
F2
R

Fig. 4.7b F5
5

— Due forze parallele concordi (fig. 4.8):


F2  d
d1 ¼
F1 þ F2
F1  d
d2 ¼
F1 þ F2

— Due forze parallele discordi (fig. 4.9):


F2  d
d1 ¼
F2  F1
F1  d
d2 ¼
F2  F1

F2 R
F1
F1
F2
R

D A

A C

(F2) (F1)
(F2) E (F1)
E

B
D
C
d1 d2 B
d d2
d
d1

Fig. 4.8 Fig. 4.9


38 OPERAZIONI SULLE FORZE

SCOMPOSIZIONE DI FORZE IN DUE COMPONENTI


4.2 CON LINEE DI AZIONE ASSEGNATE

— Scomposizione di una forza F in due componenti F1 ed F2


Le due forze F1 ed F2 si ottengono costruendo il parallelogramma delle forze con lati paralleli alle due
direzioni assegnate (fig. 4.10a) oppure tracciando il poligono delle forze (fig. 4.10b).

F1
F1
2
m
m
F2 F
F
F2
a) b)
n
1 n

Fig. 4.10

— Scomposizione di un sistema di forze in due componenti Fm passante per il punto M ed Fn con linea di
azione la retta n assegnata (fig. 4.11).
Il primo lato a0 del poligono funicolare viene tracciato per il punto M e l’ultimo lato d0 interseca la
retta n in N.
L’intersezione T fra le parallele alla n dal punto 3 e alla congiungente MN dal punto P definisce le
forze Fn ¼ 3  T ed Fm ¼ T  0.
n
0
N
F1
Fm Fn a
d쎿 Fm
M 1 b R
a쎿 c쎿 P
F3
b쎿
F2 T
F1 F2
c
d
2 Fn

F3

Fig. 4.11 3

— Scomposizione di un sistema di forze parallele in due forze con linee di azione le rette m ed n parallele
alle forze (fig. 4.12).
Il primo e ultimo lato del poligono funicolare intersecano le rette m ed n nei punti M ed N; la parallela
alla congiungente MN, tracciata per il polo P, individua sulla retta delle forze le forze Fm ed Fn.
0

m n
2 a
c

Fn
Fm Fm
P
F2 d
M 3
N b
1
a쎿 e쎿
b쎿
F1 c쎿 F4
F3 d쎿 e

Fn
4
Fig. 4.12
Geometria delle masse
5
5.1 MOMENTO STATICO A
m

C
Il momento statico (o momento di 1o ordine) viene indicato

d
F
con S (fig. 5.1) C

S¼F d S¼md B b)
d
a)
Fig. 5.1

Teorema di Varignon (fig. 5.2)


y

S c ¼  F1  d 1 þ F2  d 2 þ F3  d 3 ¼ R  d r

La somma algebrica dei momenti statici delle forze componen- C F3


ti un sistema rispetto a un punto C è uguale, in segno e valore, F1
al momento statico della risultante R rispetto allo stesso punto. F2

Nel caso di una superficie piana qualsiasi, la sua area A viene


rappresentata con un vettore applicato nel baricentro G della d1 dr
superficie stessa (fig. 5.3), per cui:

Sc ¼ A  d R
G C

d2
A
d3 d

Fig 5.2 Fig. 5.3

Coppie di forze (fig. 5.4)


La coppia di forze è un sistema costituito da due forze con F F
uguale intensità, verso contrario e linee di azione parallele.
Una coppia applicata a un corpo genera su questo solo una ro-
tazione, la cui intensità è misurata dal suo momento:
M ¼F d¼ M ’ d Fig. 5.4

Momento di trasporto
Una forza può essere spostata parallelamente a sé stessa a condizione che venga aggiunta una coppia con
momento uguale al prodotto dell’intensità della forza per lo spostamento avvenuto.

5.2 BARICENTRI DI SISTEMI DI FORZE E DI SUPERFICI PIANE

Il baricentro o centro di gravità di un sistema di forze o di una superficie piana è quel punto nel quale si
immagina concentrata la risultante del sistema o l’area della superficie piana.
Il momento statico di un sistema di forze o di una superficie piana rispetto a un asse baricentrico è nullo e
viceversa, se un momento statico rispetto a un asse ha valore nullo, tale asse è baricentrico.
40 GEOMETRIA DELLE MASSE

Sistema di forze parallele (sistemi discontinui) (fig. 5.5)

Riferiti i loro punti di applicazione a un sistema di assi cartesiani, si compongono le forze, disposte paral-
lele all’asse y, ottenendo la risultante R; disposte poi le forze parallele all’asse x, ruotandole tutte nel me-
desimo senso (orario o antiorario) si determina una seconda risultante R1 ¼ R .
Il punto di intersezione delle due risultanti rappresenta il baricentro G del sistema le cui coordinate val-
gono:
P y
F1  x a þ F2  x b þ F3  x c þ F4  x d ðF  x Þ xG
xG ¼ ¼ P
F1 þ F2 þ F3 þ F4 F e쎿
a쎿 d쎿 0
P
F1  ya þ F2  yb þ F3  yc þ F4  yd ðF  y Þ b쎿 B
yG ¼ ¼ P c쎿 F1 a
F1 þ F2 þ F3 þ F4 F F2
g쎿
h쎿
A R1
G f쎿 1
b
C i쎿 F2
D c P
l쎿 2

yG
F1
F3 F4 F3
d
R x
3 e
P1
F4

f g h i l 4

F1 F2 F3 F4
0 1 2 3 4
Fig. 5.5

Figure piane (sistemi continui)


Nel caso di una superficie piana qualsiasi, questa viene scomposta in figure semplici, delle quali sia imme-
diata la determinazione dei relativi baricentri, nei quali vengono applicati i vettori con intensità corrispon-
denti alle relative aree, tutti parallele con il medesimo verso; si opera quindi nella stessa maniera descritta
per le forze parallele, tenendo presente che:
— se la figura ammette due assi di simmetria, il loro punto di intersezione rappresenta il baricentro;
— se la figura ammette un solo asse di simmetria, su di esso si trova il baricentro.
Quando la superficie piana presenta fori (fig. A B
5.6), viene inizialmente considerata come pie-
na suddividendola in figure semplici, nei bari-
centri delle quali vengono applicati i vettori
a4
che ne rappresentano le aree, tutti con il me- 1 a1
G R1
desimo verso; per le parti forate si adotta lo
a1 0
stesso procedimento, ma i vettori che ne rap-
G C
presentano le aree avranno verso opposto ai D b
a3
primi. a
2 a2
a쎿 c
e쎿

b쎿 E
F P
c쎿
d쎿
a2

R
e
P1
d

4 a4
f i h g l
3 a3

a3 a2 a1 a4
0 3 2 1 4

Fig. 5.6
GEOMETRIA DELLE MASSE 41

Coordinate del baricentro di linee e figure piane semplici più comuni

Arco di circonferenza (figura a fianco)


y
M
r  180 o  sen a _ p  r  2a
xG ¼ 0 yG ¼ AB ¼
A
G
B
pa 180o

Semicirconferenza
yG

a a
r 2r
xG ¼ 0 yG ¼  0; 6366  r
p
O x
Circonferenza e cerchio
Il baricentro coincide con il centro della circonferenza.

y
Settore circolare
2 r  sen a
A G B xG ¼ 0 yG ¼ 
3 a
yG

r a
x
O

y
Semicerchio
G 4 r
xG ¼ 0 yG ¼   0,4244  r
3 p
yG

y
Segmento circolare
G 2 sen3 a
A B xG ¼ 0 yG ¼ r 
3 a 00 sen 2 a

yG

r a R 00 2
x

y
Corona circolare
D
G
x G ¼ yG ¼
2
D
d

y Settore di corona circolare


G R3  r 3 sen a
xG ¼ 0 yG ¼ 38; 1972  
R2  r 2 a rad
(1 rad  57o,2958)
yG

a a
R

o x
42 GEOMETRIA DELLE MASSE

y
Semicorona circolare
4 R3  r3
xG ¼ 0 yG ¼ 
G 3p R2  r2

yG
x
r R

Poligoni e superfici poligonali regolari inscritti o circoscritti a


una circonferenza

Il baricentro coincide con il centro della circonferenza circo-


scritta o inscritta al poligono.

Triangolo
1 •m
m 3 2 1
2 •m
B xG ¼  m  cos a yG ¼ h
3 3 3
2 •h

y
3
h

xG G
1 •h
3

a yG x
A C

y Esagono regolare
yG  0; 866  r
r

G x
yG

Quadrato e rettangolo
y
Il baricentro G è il punto di intersezione delle diagonali:
h
2

G b h
xG ¼ yG ¼
h

2 2
h
2

x
b b
2 2

Parallelogramma
Il baricentro G è il punto di intersezione delle diagonali.

G G
GEOMETRIA DELLE MASSE 43

B Quadrilatero irregolare
Si determinano i baricentri G 1 e G 2 dei triangoli ABD e BCD
G3 ottenuti con la diagonale BD; quindi i baricentri G 3 e G 4 dei
G2 C triangoli ABC e ACD ottenuti con la diagonale AC.
G
G1 Il baricentro del quadrilatero è rappresentato dal punto di in-
A G4 tersezione delle due congiungenti G 1 G 2 e G 3 G 4 .

Trapezio
b
B b/2 b/2 Si riportano LM ¼ B e PH ¼ b ; il baricentro è rappresentato
L M R N dal punto di intersezione della congiungente LH con la me-
diana RS :
yG h – yG

G
h 2bþB
h

yG ¼ 
Q P H 3 bþB
S
B/2 B/2 b e inoltre:
B h 2Bþb
y 0G ¼ h  yG ¼ 
3 bþB

y
Arco parabolico
2
xG ¼ 0 yG ¼ f
3
G
f
yG

y
Segmento parabolico
2
xG ¼ 0 yG ¼ f
5
f

G
yG

y
Semisegmento parabolico
3 2
xG1 ¼ c yG 1 ¼ f
8 5
G2
3 7
xG2 ¼ c yG 2 ¼ f
f

4 10
G1

c
44 GEOMETRIA DELLE MASSE

y
Ellisse
B b
G xG ¼ yG ¼
2 2

b
x

y
B
y ¼ pffiffiffi
a

2
G x
B
b

B /2

B
2
/
B

b b b/2 b/2
y
h쎾

x H
y쎾
h

B B B

B  h3 þ b  h0  ðH þ hÞ
y0 ¼ y ¼ H  y0
2  ðB  h þ b  h0 Þ

F
5.3 MOMENTO DI INERZIA ASSIALE
a
Il momento di inerzia I (o momento di 2o ordine) di una forza F o di un’a- d
rea infinitesima a rispetto a un asse è dato dal prodotto della forza o del- d
l’area infinitesima per il quadrato della sua distanza dall’asse (fig. 5.7):
x
Ix ¼ F  d2 Ix ¼ a  d2
Fig. 5.7

Teorema di trasposizione (o di Huygens) (fig. 5.8)


Il momento di inerzia di un sistema di forze o di una figura piana rispetto a
y1

un asse x non baricentrico, ma parallelo all’asse baricentrico x 0 , è uguale al


y2

G x0
momento di inerzia baricentrico I x 0 aumentato del prodotto dell’intensità
della risultante o dell’area della figura per il quadrato della distanza fra i
y3
d

due assi:
I x ¼ I x0 þ A  d 2 Fig. 5.8 x
GEOMETRIA DELLE MASSE 45

Noto invece il momento d’inerzia rispetto all’asse x , si ha:


Ix 0 ¼ I x  A  d 2
Il momento di inerzia assiale assume un valore massimo (indicato con I max o Ix 0 ) e uno minimo (indicato
con I min o Iy0 ) rispetto a due assi baricentrici x 0 e y0 , detti assi principali d’inerzia, che possono essere
facilmente determinati in base alle seguenti considerazioni:
— gli assi principali di inerzia sono sempre due assi baricentrici perpendicolari;
— se la figura ammette un asse di simmetria retta, questo è un asse principale d’inerzia;
— se la figura ammette due assi di simmetria retta, questi rappresentano gli assi principali di inerzia;
— se la figura ammette tre o più assi di simmetria, una qualunque coppia di assi baricentrici perpendicolari
costituisce una coppia di assi principali di inerzia.
Considerando un fascio di rette parallele, il momento di inerzia rispetto alla retta baricentrica assume
sempre il valore minore.

5.4 RAGGIO DI INERZIA

Il momento di inerzia rispetto a un asse generico y è anche dato dalla relazione (fig. 5.9):
I y ¼ i 2y  A (cm4 o mm4) y y0
sffiffiffiffiffiffiffi xG
Iy xY
da cui iy ¼
A Y
G
dove: I y ¼ momento d’inerzia rispetto all’asse y considerato;
A ¼ intensità della risultante del sistema di forze o area della super- m2 m3
ficie piana;
i y ¼ raggio d’inerzia. X

Il raggio d’inerzia iy (o di girazione) rappresenta la distanza ideale dall’asse m1

y alla quale dovrebbe essere applicata la m (o tutta l’area A concentrata Fig. 5.9
in un punto ideale) per ottenere lo stesso momento d’inerzia e vale la re-
lazione (fig. 5.9):
i 2y ¼ xG  xy

Centro relativo a un asse


Il punto Y rappresenta il baricentro dei momenti statici riferiti all’asse y e viene definito centro relativo
all’asse y.

5.5 ELLISSE CENTRALE DI INERZIA

L’ellisse centrale d’inerzia rappresenta il diagramma di variazione del momento di inerzia.


Gli assi principali di inerzia x0 e y0 costituiscono i due assi di simmetria dell’ellisse.
I semidiametri dell’ellisse d’inerzia di una figura piana sono rappresentati y0

dai raggi di inerzia massimo e minimo che rispettivamente valgono


(fig. 5.10):
sffiffiffiffiffiffiffiffiffi
A쎿
Ix0
ix 0

i x 0 ¼ i min ¼ da riportare sull’asse coniugato y0 ; 1


A A
sffiffiffiffiffiffiffiffiffi x0
G i y0
Iy0
i y 0 ¼ i max ¼ da riportare sull’asse coniugato x 0 . 2
B
A
B쎿
Noti i due semidiametri, l’ellisse può essere tracciata con la costruzione
grafica.
Fig. 5.10
46 GEOMETRIA DELLE MASSE

Assi coniugati X
y0
x1

— Due assi (o direzioni) x e y si dicono coniugati quando uno (x) contiene


il centro Y relativo all’altro (y) e viceversa (X sull’asse y). G x0
— La direzione coniugata a un asse x con centro relativo X è rappresentata
dall’asse baricentrico y0 passante per X (fig. 5.11).
— L’asse y0 è il luogo geometrico dei centri relativi a tutti gli assi paralleli
a x.
— Il centro relativo agli assi baricentrici è all’infinito, mentre il baricentro x
X1
G è il centro relativo a tutti gli assi all’infinito.
y0 Fig. 5.11

Determinazione della direzione coniugata a una retta r r쎿


A
(fig. 5.12)
— Tracciare due parallele a r tangenti all’ellisse centrale d’inerzia; x0
— la congiungente AB dei punti di tangenza rappresenta la direzio-
ne coniugata.
B

r
Fig. 5.12

Determinazione del centro X relativo a un


asse x (oppure y) parallelo all’asse A

principale x 0 (oppure y 0 ) (fig. 5.13) X

— Con centro in G ribaltare GA ¼ i x 0 sull’asse x 0


i 2x 0
yG

in GA 0 ; C D x0
G 90° A쎿
— unire A0 con X 1 ;
— tracciare per A 0 la perpendicolare ad A 0 X 1 che
d = yG

yx

interseca l’asse y 0 nel punto X, centro relativo


all’asse x .
B

Fig. 5.13 x
X1

y0

D쎿

Determinazione del centro X relativo a un asse x 90° y


0

non parallelo a un asse principale (fig. 5.14) A

m i x0
— Prolungare l’asse x fino a intersecare in
M 0 ed N 0 rispettivamente gli assi x 0 e y 0 ; N X

— tracciare per M 0 ed N 0 gli assi m ed n pa- i y0 x0


ralleli a y 0 e x 0 ; M쎿 C A쎿 90° G M D
— si ripete per gli assi m ed n la costruzione
precedente individuando i centri relativi
M ed N a tali assi;
— le distanze GM e GN rappresentano le B
coordinate del centro X relativo all’asse x .
d1

d2

N쎿 n
Fig. 5.14
GEOMETRIA DELLE MASSE 47

5.6 NOCCIOLO CENTRALE DI INERZIA


Il nocciolo centrale di inerzia è una superficie, luogo geometrico dei centri relativi a tutti gli assi esterni o
tangenti alla figura senza tagliarla.
Graficamente il centro relativo a un asse viene determinato con le costruzioni di figura 5.11 e di figura
5.13, mentre analiticamente si ha:
i 2x 0 i 2x 0 i 2y 0
GX ¼ GN ¼ GM ¼
d d1 d2

Proprietà del nocciolo centrale d’inerzia (fig. 5.15)


— È sempre un’area a perimetro convesso, contenuta all’interno dell’ellisse d’inerzia;
— a ogni tratto rettilineo del perimetro corrisponde un vertice del nocciolo e viceversa;
— il centro relativo a ogni retta che taglia la figura è esterno al nocciolo;
— le rette tangenti ed esterne alla figura hanno i centri relativi rispettivamente sul perimetro e all’interno
del nocciolo;
— il baricentro G è il centro relativo a tutte le rette all’infinito.
d

C
B
e
A
G

Fig. 5.15 a

5.7 MOMENTO DI INERZIA E MODULO DI RESISTENZA


È il rapporto fra il momento di inerzia baricentrico I e la distanza y della fibra considerata dall’asse ba-
ricentrico:
I
W¼ (cm3 o mm3)
y
Può assumere un valore massimo o minimo in relazione al momento d’inerzia.

Momenti di inerzia di sezioni piane comuni

B  ðH 3  h3 Þ ðH  hÞ  B3
Ix ¼ Iy ¼
G x 12 12
H
h
H/2

B
48 GEOMETRIA DELLE MASSE

y
a
B4  b4
Ix ¼ Iy ¼
G x 12

B
b

B /2
B
2
/
B

b  h3 B3  H
Ix ¼ Iy ¼
36 48
h

G x
h/3

b4 p  d4
Ix ¼ Iy ¼ 
G 12 64
d

y
pffiffiffi
5 3
Ix ¼ Iy ¼  r4
r

16
G x
yG

= b =
h3 b2 þ 4  b  B þ B2
Ix ¼ 
36 bþB
y쎿

x G
h

y쎿쎿

B
GEOMETRIA DELLE MASSE 49

p  ðD4  d 4 Þ
Ix ¼ Iy ¼
G x 64

D
d

p p
Ix ¼  b  h3 Iy ¼  h  b3
64 64
G x
h

Semicorona circolare
y
0; 283  R2  r2  ðR  2Þ
Ix0 ¼ 0; 11  ðR4  r4 Þ 
G Rþr
yG

x
r R

B B B

x
h

b b b/ 2 b/2

B  H 3  b  h3
Ix ¼
12

B B B/2 B/2
h

x
H

b b/ 2 b/ 2 b

B  H 3 þ b  h3
Ix ¼
12
50 GEOMETRIA DELLE MASSE

Moduli di resistenza W di sezioni geometriche più comuni


Rettangolo Quadrato
y a y b

y
x

l
x
h

l
2
x

h
l

1 1 B
Wx ¼  b  h2 Wx ¼ Wy ¼  l3
6 6
pffiffiffi B  H 3  b  h3
1 l3 2 Wx ¼
Wy ¼ hb 2 Wa ¼ 6H
6 12
H  B3  h  b3
Wy ¼
6B

Quadrato Cerchio Semicerchio


l y y

y쎿쎿 y쎿
a y G x
x
D

x D
L

lL

Ix D3
2

L
p  D3 Wx0 ¼ ¼ 0,1908 
Wx ¼ Wy ¼ y0 8
32
L4  l 4
Wx ¼ Wy ¼ Ix D3
6L Wx00 ¼ ¼ 0,2587 
pffiffiffi y 00 8
2 L4  l 4
Wa ¼ 
12 L p  D3
Wy ¼
64

Corona circolare Triangolo Triangolo


y y d
a y
x
y쎿
D

x
G x
l

l
y쎿쎿

= =
p  ðD 4  d 4 Þ b
l
Wx ¼ Wy ¼
32  D  
Ix b  h2 13
Wx0 ¼ ¼ Wx ¼ Wy ¼  l4   p  d4
y0 24 6l 16
pffiffiffi  
Ix b  h2 2 3
Wx00 ¼ ¼ Wa ¼  l4   p  d4
y 00 12 12  l 16
h  b2
Wy ¼
24
GEOMETRIA DELLE MASSE 51

Esagono Sezione a A Sezione a doppio A


y B B

y y
x

y쎿
x
G x G

H
h
h

y쎿쎿
l

5 b b b b
Wx ¼  l3 2 2 2 2
8
Wy ¼ 0,5413  l 3 Ix
Wx0 ¼ B  H 3  b  h3
y0 Wx ¼
6H
Ix
Wx00 ¼ H  B3  h  b3
y 00 Wy ¼
6B
2  Iy
Wy ¼
B

Sezione a B Trapezio isoscele Sezione a C


b = b = b

y y쎿 y
y쎿

x G
h

G
y쎿쎿

x
h
H

h
G x
y쎿쎿

x쎿쎿 x쎿 Ix B2 þ 4  B  b þ b2 x쎿쎿 x쎿
Wx0 ¼ ¼  h2
B y0 12  ðB þ 2  bÞ B

Ix Iy B  H 3  b  h3
Wx0 ¼ Wy0 ¼ Ix B2 þ 4  B  b þ b2 Wx ¼
y0 x0 Wx00 ¼ ¼  h2 6H
y 00 12  ð2  B þ bÞ
Ix Iy Iy
Wx00 ¼ Wy00 ¼ Wy0 ¼
y 00 x 00 x0
Iy
Wy00 ¼
x 00

Sezione a D Ellisse
b b y y

x
G x
H

H
h

G x
h
H

H/2

B
B B

B  H 3  b  h3 p
Wx ¼ Wx ¼ BH2
6H 32
B  ðH 3  h3 Þ
2  Iy p Wx ¼
Wy ¼ Wy ¼  H  B2 6H
2  B  ðB  bÞ 32
52 GEOMETRIA DELLE MASSE

B B B/2 B/2

h
x

H
b b/ 2 b/ 2 b

B  H 3 þ b  h3
Wx ¼
6H

Momento di inerzia, ellisse, nocciolo centrale d’inerzia


e modulo di resistenza delle sezioni più comuni

Rettangolo
b

iy0 — Momento d’inerzia:


b쎿 y b
M a쎿 1 1
Ia ¼  b  h 3 Ib ¼  h  b3
3 3
1 1
Ix 0 ¼  b  h3 Iy 0 ¼  h  b3
A 12 12
ix 0

h
6

x0 B G B쎿 — Ellisse centrale:
h b
h

i x 0 ¼ pffiffiffiffiffi i y 0 ¼ pffiffiffiffiffi
3
h

N N쎿
12 12
h
6

A쎿
— Nocciolo centrale:
h b
GA ¼ GA’ ¼ GB ¼ GB ’ ¼
M쎿 a 6 6
b b
6 6
b — Modulo di resistenza:
3
1 1
Wx ¼  b  h 2 Wy ¼  h  b2
6 6

Quadrato
b

iy0 — Momento d’inerzia:


b쎿 y0 b
M a 1 1
Ia ¼ I b ¼  l 4 Ix 0 ¼ I y 0 ¼  l4
3 12
A쎿
— Ellisse centrale:
ix0

6
l

x0 B B쎿
l
3
l
l

i x 0 ¼ i y 0 ¼ pffiffiffiffiffi
6
l

A 12

— Nocciolo centrale:
a쎿
l l l
6 6 GA ¼ GA’ ¼ GB ¼ GB’ ¼
l 6
3

— Modulo di resistenza:
1
Wx ¼ Wy ¼  l 3
6
GEOMETRIA DELLE MASSE 53

y0 Semicerchio

A ix0 — Momento d’inerzia:


iy0 x0  
G D4 p 8 p  D4
Ix 0 ¼   Iy 0 ¼
d

16 8 9p 128
D
— Ellisse centrale:
vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
u I u I
ix 0 ¼ u iy 0 ¼ u
x0 y0
u u
t p  D2 t p  D2
8 8

i 2x 0
— Nocciolo centrale: GA ¼
d

Triangolo
y0
B m — Momento d’inerzia:
1 1
Ix ¼  b  h3 Im ¼  b  h3
s 12 4
h쎿 1 1
Ix 0 ¼  b  h3 Iy 0 ¼  h 0  b 3  sen 3 a
ix0

c쎿 T A쎿 36 48
h

r
h
6

iy0 x0 y0 è la mediana rispetto al lato AC.


S G R
— Ellisse centrale:
h
3

a
x h b  sen a
A t B쎿 C
i x 0 ¼ pffiffiffiffiffi iy 0 ¼ pffiffiffiffiffi
b 18 24
— Nocciolo centrale: i vertici del nocciolo sono costituiti dai
punti di mezzo delle mediane.
— Modulo di resistenza:
1 1
Wmx0 ¼  b  h2 Wxx0 ¼  b  h2
24 12
1
Wy 0 ¼  h 0  b 2  sen 2 a
24

Cerchio
y0
— Momento d’inerzia:
5 1
Ia ¼  p  D4 Ix 0 ¼ Iy 0 ¼  p  D4
64 64
A
— Ellisse centrale:
D
4
D
8

x0 G
D
D


4
— Nocciolo centrale:
D
a
GA ¼
8
— Modulo di resistenza:
p  D3
Wx 0 ¼ Wy 0 ¼
32
54 GEOMETRIA DELLE MASSE

y0 Corona circolare
— Momento d’inerzia:
1
A
Ix 0 ¼ I y 0 ¼  p  ðD 4  d 4 Þ
64
x0 i
d

D
G
— Ellisse centrale:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
D2 þ d2

4
— Nocciolo centrale:
D2 þ d2
GA ¼
8D

— Modulo di resistenza:
p  ðD 4  d 4 Þ
Wx 0 ¼ Wy 0 ¼
32  D

Sezione a A
B
y0 — Momento d’inerzia:
1
Ix ¼  ðB  H 3  b  h 3 Þ
ix0 3
D
A
D Ix 0 ¼ Ix  ðB  H  b  hÞ  d 2
1
C C iy0 x0 Iy 0 ¼  ½ðH  h Þ  B 3 þ h  ðB  b Þ 3 
G 12

— Ellisse centrale:
H

sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Ix 0
h

B
ix 0 ¼
BHbh
d

sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Iy 0
iy 0 ¼
BHbh
x
b
2
b
2
— Nocciolo centrale:
i 2x
GA ¼ 0
d
ix0
GB ¼
Hd
i 2y 0
GC ¼
B
2
I vertici D vengono ottenuti con la costruzione grafica
(par. 5.5) come centri relativi alle rette oblique tangenti.

— Modulo di resistenza:

I x0 I x0 I y0
Wx0 0 ¼ W x0 ¼ Wyx0 ¼
d H d B
2
GEOMETRIA DELLE MASSE 55

b
2
b
2
Sezione a doppio A
y0
— Momento d’inerzia:
1
Ix 0 ¼  ðB  H 3  b  h 3 Þ
12
A 1
Iy 0 ¼  ½ðH  h Þ  B 3 þ h  ðB  b Þ 3 
12

— Ellisse centrale:
B B x0 sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi

H
h

G iy0 Ix 0
ix 0 ¼
BHbh
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Iy 0
A iy 0 ¼
BHbh

— Nocciolo centrale:
B i 2x 0 i 2y 0
GA ¼ GB ¼
H B
2 2
— Modulo di resistenza:
I x0 I y0
W x0 ¼ W y0 ¼
H B
2 2

Sezione a F
B
y0
— Momento d’inerzia:
ix0
1
A Ix ¼  ðB  h 3  b  h 3 Þ
3

C iy0 C x0 Ix 0 ¼ Ix  ðB  H  b  hÞ  d 2
G
1
H

Iy 0 ¼  ðH  B 3  h  b 3 Þ
h

12
d

B
— Ellisse centrale:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x Ix 0
ix 0 ¼
b BHbh
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Iy 0
iy 0 ¼
BHbh

— Nocciolo centrale:
i 2x 0 i 2x 0
GA ¼ GB ¼
d H d
i 2y 0
GC ¼
B
2
56 GEOMETRIA DELLE MASSE

B Sezione a croce
y0
— Momento d’inerzia:
1
Ix 0 ¼  ½ðB  b Þ  H 3 þ b  ðH  h Þ 3 
12
h
2

A ix0
C C 1
Iy 0 ¼  ½ðH  h Þ  B 3 þ h  ðB  b Þ 3 
x0
12
B B

H
G iy0

C C
— Ellisse centrale:
A sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
h
2

Ix 0
ix 0 ¼
BHbh
b b sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2 2
Iy 0
iy 0 ¼
BHbh

— Nocciolo centrale:

i 2x 0 i 2y 0
GA ¼ GB ¼
H B
2 2

— Modulo di resistenza:
ðB  bÞ  H 3 þ b  ðH  hÞ3
W x0 ¼
6H
ðH  hÞ  B 3 þ h  ðB  bÞ3
W y0 ¼
6B
Resistenza dei materiali
6
La deformazione
— Un corpo sottoposto a forze esterne è soggetto a una deformazione.
— Un corpo si definisce perfettamente elastico quando le deformazioni D rimangono sempre proporzio-
nali alle tensioni r prodotte dalle forze esterne (esiste solo teoricamente).
— Un corpo si considera rigido quando, soggetto a forze esterne, non subisce alcuna deformazione (esiste
solo teoricamente).
— In un corpo reale, dopo un tratto iniziale perfettamente elastico, le deformazioni percentualmente si
incrementano più delle tensioni sino a giungere a rottura.

Modulo di elasticità normale E (o modulo di Young) (valori in tabella 6.1)


È dato dal rapporto:
r
E¼ (N/mm2 )
e
dove: r ¼ tensione normale;
e ¼ deformazione unitaria.
Esso rappresenta le caratteristiche elastiche del materiale.
Un elemento soggetto a trazione o a compressione assiale subisce anche una contrazione trasversale (ri-
spettivamente si restringe o si dilata) che viene considerata tramite il coefficiente di Poisson l (vedi tabel-
la 6.1).

Modulo di elasticità tangenziale G (valori in tabella 6.1)


È dato dalla relazione:
1
G¼ E dove: l ¼ coefficiente di Poisson (valori in tabella 6.1)
2  ðl þ 1Þ

Legge di Hooke
Entro il campo elastico le deformazioni e che si manifestano in un solido elastico sono proporzionali alle
tensioni agenti r tramite il modulo di elasticità E:

r¼Ee

Principio di sovrapposizione degli effetti


L’effetto prodotto da più forze o da più momenti agenti contemporaneamente su un elemento strutturale,
entro i limiti di validità della legge di Hooke, è uguale alla somma degli effetti prodotti da ogni forza o da
ogni momento se agiscono separatamente.

Ipotesi di Bernoulli-Navier (o della conservazione delle sezioni piane)


Nell’ambito della legge di Hooke le infinite sezioni rette di un solido, soggetto a carichi esterni, risultano
piane prima e dopo la deformazione del solido stesso.
58 RESISTENZA DEI MATERIALI

Valutazione della sicurezza


La verifica di sicurezza di un elemento strutturale o di una struttura può essere effettuata applicando due
modelli di calcolo:
— metodo alle tensioni ammissibili (M.T.A.): le tensioni interne di progetto devono sempre risultare in-
feriori o al massimo uguali alle tensioni ammissibili del materiale considerato, che viene sempre man-
tenuto in campo elastico;
— metodo agli stati limite (M.S.L.): i valori massimi delle sollecitazioni di progetto devono risultare in-
feriori o al massimo uguali a quelli massimi che l’elemento può sopportare.

Tabella 6.1 Valori dei moduli di elasticità normale E (o modulo di Young) e tangenziale G e del coefficien-
te di Poisson l.

E G
Materiale l
(N=mm 2 ) (N=mm 2 )

Acciaio 206 000 85 000 0,30


Acciai speciali 215 000
Alluminio 69 000 9200 0,35
Bronzo 90 000  100 000
Blocchi laterizi per solai 14 000  28 000
Calcari 60 000  70 000
Calcestruzzo di cemento normale 12 000  25 000 6500 0,13
Calcestruzzo di cemento ad alta
resistenza 25 000  35 000
Calcestruzzo cellulare espanso 1700
Compensato 4600
Gesso cartonato 7000
Ghisa 98 000 3500 0,25
Graniti 15 000  40 000 1400 0,15
Intonaco 4400
Legnami dolci 9800
Legnami forti: ? fibre 11 700  15 700
1700 0,50
== fibre 14 000
Marmi 60 000 600 0,25
Mattoni 6000  10 000
Muratura di mattoni forati e malta
di calce 980  1960
Muratura di mattoni pieni 3000 7000
Ottone 80 000  110 000
Piombo 17 000
Polistirolo espanso 2,6
Rame 125 000 44 000 0,35
Vetro 125 000 0,25
Zinco 80 000  90 000
RESISTENZA DEI MATERIALI 59

Tabella 6.2 Coefficienti di sicurezza s di vari materiali.

Coefficiente Tensione
Materiale
di sicurezza s di riferimento

Acciaio da costruzione 1,5  2 snervamento


Acciaio per c.a.p. 1,2 snervamento
Calcestruzzo di cemento 34 rottura a 28 gg.
Legnami 68 rottura
Muratura di mattoni con malta
cementizia 10  15 rottura dei mattoni
Muratura di mattoni con malta
ordinaria 20  30 rottura dei mattoni

Tabella 6.3 Tensioni ammissibili di alcuni materiali.

r (N=mm 2 )
Materiale
Trazione Compressione

Alluminio laminato 40 40
Ghisa 30 90
Granito — 38
Marmi — 23
Muratura di pietrame e malta
cementizia — 0,5
Muratura di pietrame e malta di calce — 0,4
Porfido — 7
Rame laminato 40 75

Per il calcestruzzo semplice e armato, il legno massiccio e lamellare, l’acciaio, la muratura e i terreni vedi
rispettivamente i Capitoli 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21.
Sollecitazioni
7

7.1 SFORZO NORMALE SEMPLICE (trazione o compressione) (fig. 7.1)


La risultante delle forze esterne è applicata nel baricentro della sezione considerata, con linea di azione
perpendicolare alla sezione stessa.
–N +N
N
Formula di stabilità r¼ 4 ram

Dl
A

Dl
Nl
Deformazione Dl ¼
EA
dove: A ¼ b  h ¼ area della sezione; l

N ¼ sforzo normale;

+r
–r
r ¼ tensione normale interna;
ram ¼ tensione normale ammissibile;
Dl ¼ deformazione totale (accorciamento o allungamento);
l ¼ lunghezza iniziale;
E ¼ modulo di elasticità normale (vedi tabella 6.1);
Dl compressione (–) trazione (+)
¼ e ¼ deformazione unitaria.
l
A A
Le formule sono applicabili quando il solido non è caricato di punta, os-
h

sia quando risulta:


l1
4m b b
a
dove: l 1 ¼ lunghezza libera di inflessione; Fig. 7.1
a ¼ minore dimensione della sezione;
m ¼ coefficiente con valore variabile in funzione del tipo di
materiale (vedi carico di punta, paragrafo 7.10).

Deformazione e tensione per variazioni di temperatura


— Deformazione totale: allungamento o accorciamento per aumento o diminuzione della temperatura:
Dl ¼ a  l  Dt
— dove: a = coefficiente di dilatazione lineare;
l = lunghezza iniziale dell’elemento;
Dt = variazione di temperatura.

— Deformazione unitaria:
e ¼ a  Dt

— Se gli estremi dell’elemento non sono liberi di spostarsi, si verifica un incremento rt della tensione do-
vuta ai carichi esterni:
rt ¼ E  a  Dt
SOLLECITAZIONI 61

7.2 TAGLIO SEMPLICE (o scorrimento) (fig. 7.2)


La risultante V delle forze esterne è applicata nel baricentro della sezione considerata e la sua linea di
azione giace nel piano della sezione stessa.

–V

A
z s s x

h
Du
b
V

Fig. 7.2
V
Formula di stabilità s¼ 4 s am
A

V
Scorrimento Du ¼ v 
GA

dove: A ¼ b  h ¼ area della sezione;


V ¼ sforzo di taglio;
s ¼ tensione tangenziale interna;
s am ¼ tensione tangenziale ammissibile;
v ¼ fattore di taglio che assume i valori:
 sezione rettangolare e quadrata: v ¼ 1,2;
 sezione circolare: v ¼ 1,111;
A
 sezione a doppio A: v ¼
b1  h
(A ¼ area della sezione; b 1 ¼ spessore dell’anima; h ¼ altezza totale della sezione);
G ¼ modulo di elasticità tangenziale (vedi tabella 6.1).

7.3 FLESSIONE SEMPLICE RETTA


Caratteristiche della sollecitazione:
— è valida l’ipotesi di Bernoulli-Navier;
— il piano di flessione coincide con il piano di sollecitazione contenente le coppie uguali e contrarie;
— asse di sollecitazione s-s e asse neutro n-n (fig. 7.3) sono assi principali d’inerzia;
— le coppie applicate a un elemento determinano la deformazione del suo asse, inizialmente rettilineo,
secondo una curva detta linea elastica (fig. 7.4).


r max
s
y M (+) M (+)
r fibre compresse
z z

h

M
y

fibre tese
n G n
h

M (–) fibre tese M (–)


h

+ z z
fibre compresse
+
r max
s
Fig. 7.3 Fig. 7.4
62 SOLLECITAZIONI

M
Formula di stabilità (o di Navier) r¼ + 4 r am
W
dove: M ¼ momento flettente;
r ¼ tensione normale interna;
r am ¼ tensione normale ammissibile;
I
W ¼ modulo di resistenza ¼ ;
y
I ¼ momento d’inerzia baricentrico della sezione;
y ¼ distanza della fibra considerata dall’asse neutro baricentrico (di norma la fibra più lontana).
Le tensioni variano linearmente con valore massimo ai lembi estremi e nullo in corrispondenza dell’asse
neutro.

È necessario tenere presente che:


— l’asse neutro è asse di simmetria della sezione e il materiale che costituisce la trave ha uguale resistenza
a trazione e a compressione (fig. 7.3), per cui h 0 ¼ h 00 :
s –
r max
jrþ 
max j ¼ j r max j
— l’asse neutro non è asse di simmetria della sezione e il –

h
materiale che costituisce la trave ha uguale resistenza a G
n n
trazione e compressione (fig. 7.5), per cui h 0 6¼ h 00 :
M
jrþ 
max j 6¼ j r max j

h 
In In
W0 ¼ W 00 ¼ +
h0 h 00
r +max
s

Fig. 7.5

7.4 FLESSIONE SEMPLICE DEVIATA (fig. 7.6)


L’asse di sollecitazione s-s e l’asse neutro n-n non sono assi principali d’inerzia, ma due assi coniugati qual-
siasi e quindi non sono perpendicolari.

Formula di stabilità
Mx My
r ¼ rx þ ry ¼ + + 4 r am
Wx Wy s
b
r y A
Mx ¼ M  cos a My ¼ M  sen a r x

dove: a
h

R S n
M ¼ momento flettente;
Wx ¼ modulo di resistenza massimo; yt
G
b
Wy ¼ modulo di resistenza minimo;
xt
T
r x ¼ tensione normale interna; D V
My

r am ¼ tensione normale ammissibile


a flessione. U
C
Mx
a
M

ry
r x
r
Fig. 7.6
SOLLECITAZIONI 63
s
Posizione dell’asse neutro A b

L’asse neutro n viene definito nei seguenti modi:


1) l’asse n è coniugato all’asse di sollecitazione s (fig. 7.6) e n

h
x B
quindi la sua posizione può essere determinata tramite l’el- G
lisse centrale d’inerzia; S
ry –
R E
1) — si calcola l’angolo b (fig. 7.6) che l’asse neutro forma con n
Ix D – E
l’asse x: tg b ¼  tg a ;

r y–
Iy a)
2) vengono ricercati i punti R ed S nei quali la somma delle C


a
tensioni r x e r y è uguale a zero, ossia i punti con tensione F +
nulla (fig. 7.7); sulla parte negativa del diagramma a si ricer- b) ry +
ca il segmento EE 0 ¼ r  þ
x con tensione uguale a r y , il cui
F

+
prolungamento interseca in S il lato BC sul quale si verifica

ry +
la tensione r þ y.
Fig. 7.7
Uguale procedimento viene applicato per determinare il pun-
to R nel quale j r þ 
y j ¼ j r y j.

Calcolo della freccia (fig. 7.8) b


f ¼ f1 þ f2 ¼ fb  sen a þ fh  cos a y0

dove:
fb ¼ freccia dovuta alla componente del carico agente secondo
x0

h
l’asse x 0 ;
fb
fh ¼ freccia dovuta alle componenti del carico agenti secondo a f1
l’asse y 0 .
a
f2
fh a
Fig. 7.8
f

7.5 TORSIONE SEMPLICE


Le forze esterne P che precedono una sezione generica appartengono a un piano a che non contiene l’asse
geometrico z dell’elemento, generando il momento torcente Mt ¼ P  d (fig. 7.9a), che è quindi soggetto a
due coppie uguali e contrarie agenti alle estremità e appartenenti a due piani perpendicolari (fig. 7.9b).

a
y

P
d
G
y
z x

z
a) b)

Fig. 7.9
64 SOLLECITAZIONI

Sezione circolare piena (fig. 7.10)


Tensione tangenziale massima
y
Mt p  D3 32  Mt  l y
s max ¼ 4 s am Wt ¼ u¼
Wt 16 p  G  D4 x
z
x

dove: Mt ¼ momento torcente;


Wt ¼ modulo di resistenza a torsione; a)
s ¼ tensione tangenziale per torsione;
s am ¼ tensione tangenziale ammissibile per torsione; s max
y
D ¼ 2  R ¼ diametro della sezione;
l ¼ lunghezza dell’elemento;
G ¼ modulo di elasticità tangenziale;

s max
b) R O
u ¼ angolo di torsione totale fra due sezioni (in radianti). x
Mt

La distribuzione delle tensioni è lineare dal centro al contorno.


Fig. 7.10

Sezione circolare cava (fig. 7.11) y

Tensione tangenziale massima

Mt p  ðD 3e  D 3i Þ O x
s max ¼ 4 s am Wt ¼
Di
De
Wt 16
32  Mt  l

p  G  ðD 4e  D 4i Þ

Le notazioni hanno il significato prima riportato per la sezione cir- Fig. 7.11
colare.

s max
Sezione rettangolare (fig. 7.12) y

Tensione tangenziale massima


x
h

G
Mt
s

s max ¼ a  4 s am
b  h2

b
dove: Mt ¼ momento torcente;
b e h ¼ dimensioni della sezione;
G ¼ modulo di elasticità tangenziale; Fig. 7.12
a = coefficiente di forma variabile in funzione del rapporto b=h.

Tabella 7.1 Valori dei coefficienti a e b .


b=h 1 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8

a 4,804 4,67 4,57 4,48 4,40 4,33 4,27 4,21 4,16

b=h 2 2,5 3 4 5 6 8 10 20

a 4,07 3,88 3,74 3,55 3,43 3,35 3,26 3,20 3,10


SOLLECITAZIONI 65

Variazione delle tensioni tangenziali per torsione:


— lungo le diagonali: valore nullo in G, quindi crescono per poi diminuire e avere valore nullo in corri-
spondenza dei vertici;
— lungo le mediane: valore nullo in G, quindi crescono assumendo malore massimo nella mezzeria dei
lati.
Nella deformazione per torsione di una sezione rettangolare, questa non si conserva piana ma presenta
delle gobbe.

Profilati metallici (esclusi i tubolari)


Sono costituiti da rettangoli e hanno una resistenza molto limitata nei confronti della torsione, con ten-
sione massima sui bordi del rettangolo maggiore di spessore smax:
3  Mt  smax
smax ¼
X
i¼n
ðai  s3i Þ
i¼l

dove:
ai ed si ¼ larghezza e spessore dei rettangoli formanti il profilato.

7.6 FLESSIONE SEMPLICE RETTA E TAGLIO (fig. 7.13)


La sezione è contemporaneamente sollecitata da un momento flettente M e da uno sforzo di taglio V.
Principio di reciprocità: in ogni punto della sezione di un elemento strutturale le tensioni tangenziali s
normali e parallele al suo asse sono uguali.
lembo estremo superiore

Sezione generica
g
Verifica della sezione
corda
M b
— per flessione: rx ¼ 4 r x,am (formula di Navier)
y

W
n n
V S G
— per taglio: s¼ 4 s am (formula di Jourawski)
I b
dove: V ¼ sforzo di taglio nella sezione considerata;
S ¼ momento statico della parte di sezione compresa fra il lembo
superiore e la corda considerata; lembo estremo inferiore
I ¼ momento d’inerzia baricentrico dell’intera sezione; Fig. 7.13
b ¼ lunghezza della corda considerata.
Le tensioni tangenziali variano con legge parabolica, assumendo valore nullo ai lembi estremi della sezio-
ne e massimo in corrispondenza dell’asse neutro baricentrico.
Il valore delle tensioni normali r per flessione ha generalmente valore maggiore rispetto a quello tangen-
ziale s ; quindi la sezione viene progettata a flessione semplice e successivamente si procede al calcolo di
verifica.

Sezione rettangolare (fig. 7.14) g


y

m m sm
h–y+y
2

3 V
h–y

s max ¼  4 s am
2

2 A x s max
h

G
dove: V ¼ sforzo di taglio;
A ¼ b  h ¼ area della sezione.

b
Fig. 7.14
66 SOLLECITAZIONI

Sezione circolare (fig. 7.15) y


A

4 V x
sm ¼   sen
3 D2 2 x
V
p 2
4 Ty
T x
4 V m 2 m sm
s max ¼  4 s am U Tx Z
3 D2 l b
p x
4
x s max

D
Il diagramma delle tensioni tangenziali è un B G B
semicerchio. T

Fig. 7.15

Sezione a A (fig. 7.16)


s2

V  Sm V  Sm b1 s1
s1 ¼ s2 ¼ y
Ix  b 1 Ix  b 0
 

s
m m
s

y0
dove: Sm ¼ b 1  s  y 0  n G n s max
2
V  Sn
h

s max ¼ 4 s am
Ix  b 0
 
s y0  s
dove: S n ¼ b 1  s  y 0  þ b 0  ðy 0  sÞ 
2 2 b0
Fig. 7.16

Sezione a doppio A (fig. 7.17)


V  Sm V  Sm
s1 ¼ s2 ¼
Ix  B Ix  ðB  bÞ
H 2  h2 3 V B  H 2  b  h2
dove: S m ¼ B  s max ¼  
8 2 Bb B  H 3  b  h3
s2

B s1
H–h
2

m m
y0

n n s max
H

h
H–h
2

b b
2 B–b 2 Fig. 7.17
SOLLECITAZIONI 67

7.7 SFORZO NORMALE E FLESSIONE SEMPLICE RETTA

La sezione è contemporaneamente sollecitata da uno sforzo normale N e da un momento flettente M


(fig. 7.18) che agisce in un piano passante per uno degli assi principali d’inerzia della sezione, oppure
da uno sforzo normale N eccentrico (fig. 7.19).
Lo sforzo normale può essere di trazione (tenso-flessione) oppure di compressione (presso-flessione)
(figg. 7.18 e 7.19).
tenso-flessione
+M +M
+N +N

presso-flessione
+M +M
–N –N

Fig. 7.18

Sezione generica –N
e e +N
Verifica di stabilità z z
x y x y
N M
— Tenso-flessione: r¼þ + 4 r am X X
A W
N M
— Presso-flessione: r¼ + 4 r am
A W
dove: N ¼ sforzo normale;
A ¼ area della sezione;
M ¼ P  e ¼ momento flettente.

presso-flessione tenso-flessione

Fig. 7.19

Posizione dell’asse neutro (fig. 7.20)


I 1 i2
yn ¼   ¼
A e e
dove: e ¼ eccentricità dello sforzo normale;
yn ¼ distanza dell’asse neutro dall’asse baricentrico;
i ¼ raggio d’inerzia.
Generalmente il progetto della sezione viene effettuato in funzione della sollecitazione di flessione per le
travi, nelle quali è in genere più gravosa, mentre nei pilastri, con eccentricità non grande, si considera lo
sforzo normale; si procede quindi al calcolo di verifica.

Sezione rettangolare
Le formule sono relative alla presso-flessione che è il caso più frequente.
 
N 6e
Verifica di stabilità r¼  1 +
A h
h2 1
Posizione dell’asse neutro y¼ 
12 e
In tutte le formule relative alla sezione rettangolare il termine h rappresenta sempre la dimensione paral-
lela all’asse di simmetria sul quale è applicato lo sforzo normale N.
68 SOLLECITAZIONI

1o CASO : N
yn e
z
e ¼ h=6 (oppure b=6) (fig. 7.20) X
h h h h
2N h 3 6 6 3 a)
r
min ¼ 0 r
max ¼  y¼ h
A 2 3

La sezione è tutta compressa. n


a a

2P
A
r

r
n
x

iy
ix y b)

b
X

h
Fig. 7.20

–N
2o CASO : e

X
e > h=6 (oppure b=6) (fig. 7.21) h h h h
  3 6 6 3 a)
N 6e
rþmax ¼  1 þ h
3
A h
  n
N 6 e
r ¼  1 
r+
max a + a
A h

La sezione è in parte compressa e in parte tesa.

r–
yn

n
x

iy
ix X y b)
b

Fig. 7.21 h

3o CASO :
–N

e < h=6 (oppure b=6) (fig. 7.22) e


 
N 6e X
rmax ¼  1  h h h h
A h 3 6 6 3
h
  3
N 6e
rmin ¼  1 þ
A h a)
n
La sezione è tutta compressa. a a
rmin

r max


yn

n x

iy
X ix y
b

Fig. 7.22 b) h
SOLLECITAZIONI 69

Sezione circolare (fig. 7.23) y

Presso-flessione:
 
4N 8e
r¼  1 +
p  D2 D
G x

essendo D il diametro della sezione.

3 D 3
8D 4 8D

D Fig. 7.23

Sezione a corona circolare


Presso-flessione:
 
4N 8eD
r¼  1 +
p  ðD 2  d 2 Þ D2 þ d2
essendo D il diametro esterno e d il diametro interno.

Materiali non resistenti a trazione (fig. 7.24) –N


e u
Quando e > h=6 la sezione reagente è detta sezione parzializzata
X
in quanto è solo una parte di quella geometrica. h h h h
3 6 6 3
h
3
Per la sezione rettangolare si ha: n

2N B
r max ¼  3u
3u
3ub n
a B H C a
C

R= r
n

r max
r max

x D
D R S

X y
b

Q T
Fig. 7.24 h

7.8 SFORZO NORMALE E FLESSIONE SEMPLICE DEVIATA


Lo sforzo normale N è applicato in un punto X della sezione, al di fuori degli assi principali d’inerzia
(fig. 7.25); applicando il momento di trasporto si ottiene:
— la forza N viene trasportata nel baricentro G (fig. 7.26a) generando uno sforzo normale;
— si aggiunge il momento M ¼ N  e agente nel piano di sollecitazione perpendicolare alla sezione e con-
tenente un asse d’inerzia generico s-s (fig. 7.26a);
— il momento M si considera tramite le sue due componenti (fig. 7.26b):
Mx ¼ N  e x My ¼ N  e y
— per cui si hanno due flessioni semplici.
70 SOLLECITAZIONI

Si considera il caso più comune della pressoflessione deviata (figg. 7.25 e 7.26).

N
z y

ex y
e X
G
ey
x ex X
e ey
x

h
G

Fig. 7.25

N N

y y
x My

s M=P.e s
G Mx
G
x

a) b)

z
z
Fig. 7.26

Sezione rettangolare
Verifica della sezione (fig. 7.27)
N Mx My
r¼ + +
A Wx Wy
dove: Mx ¼ N  e y e My ¼ N  e x .
y
P Q
n
ex X
r

=

ey
– A
N – W

x G
Mz – W
z

My
y

S R
r
+

n
=
– A
N + W
Mz + W
z

a
My

+
y

Fig. 7.27
SOLLECITAZIONI 71

Posizione dell’asse neutro (fig. 7.28) b

Può essere determinato con il procedimento grafico, oppure come n


congiungente i punti A e B, essendo: X e x
X
ix
i 2x 0 ey
GA ¼ x B G iy X
X
ey

h
i 2y 0 A
GB ¼
ex Fig. 7.28
n

7.9 SFORZO NORMALE, FLESSIONE SEMPLICE RETTA E TAGLIO (fig. 7.29)

Calcolo di verifica
— Tensioni per presso-flessione:
N M
r¼ + 4r am
A W
— Tensioni per taglio:
V S M=P.e Vy
s¼ 4s am z
I b

x
N

Fig. 7.29

7.10 CARICO DI PUNTA (o instabilità elastica)


La sollecitazione di carico di punta (o di instabilità flessionale) si verifica quando una dimensione della
sezione dell’elemento strutturale è molto limitata nei confronti della sua lunghezza, per cui l’elemento
è soggetto a una inflessione laterale, il cui valore dipende dal tipo dei vincoli di estremità; questo feno-
meno è dovuto agli effetti del secondo ordine quali:
— imperfezioni meccaniche: il materiale non è perfettamente omogeneo;
— imperfezioni geometriche: il solido non è perfettamente prismatico o cilindrico;
— piccola eccentricità del punto di applicazione del carico.
Si verifica il carico di punta quando:
l1
>m
a
dove:
a ¼ minore dimensione della sezione;
m ¼ coefficiente che assume i valori:
m ¼ 12 per il legno;
m ¼ 20 per l’acciaio;
m ¼ 10 per la ghisa;
m ¼ 15 per il cemento armato;
l 1 ¼ lunghezza libera di inflessione, in funzione del tipo dei vincoli alle estremità (fig. 7.30) e rappresenta
la distanza fra i due punti estremi entro i quali è compresa la deformazione, come risulta dai quattro
casi di Eulero; di norma vengono considerati solo il 1o e 2o caso.
72 SOLLECITAZIONI

Carico di Eulero
Il carico di Eulero o carico critico (Pcr ) è quello che determina nel solido la condizione di equilibrio limite,
oltre il quale si verifica l’instabilità flessionale:
p  E  Imin
Pcr ¼
l12
— E  Imin = rigidezza flessionale.

— Rapporto di snellezza:
li
k¼ (acciaio: klim ¼ 85  90; legno: klim ¼ 80  100Þ
imin
— Per l’applicabilità della formula di Eulero è necessario che risulti k > klim in modo che l’instabilità si
verifichi in campo elastico.
p2  E
— Tensione critica euleriana: rr ¼
k2
1 2 3 4
N N N N

l 1 = 0,70 l

l 1 = 0,50 l
l1 = l
l

l
l 1 = 2l

Fig. 7.30

Metodo omega
Può essere applicato per qualunque valore del rapporto di snellezza k; questo metodo è quello general-
mente adottato.

Verifica di stabilità
N x
r¼ 4 r am
A
dove: A ¼ area della sezione;
x ¼ coefficiente di riduzione i cui valori sono riportati nei capitoli specifici del manuale relativi alla
progettazione degli elementi strutturali in legno, acciaio, muratura e cemento armato.
— Elementi soggetti a carico di punta e flessione semplice:
N x M
r¼ + 4 r am
A W
— Elementi soggetti a carico di punta e flessione deviata:
N x Mx My
r¼ + +
A Wx Wy
SOLLECITAZIONI 73

Calcolo di progetto
— Viene fissato a priori il grado di snellezza (per esempio k ¼ 100) e dalle tabelle si ricava il coefficiente x.
Nx
— Si ricava l’area della sezione: A ¼ .
r am
— Definite le dimensioni, si calcola la snellezza k: se il suo valore è molto prossimo a quello assunto a
priori, la sezione progettata va bene.
— Se la snellezza calcolata differisce da quella assunta a priori (per esempio k ¼ 140), si assume un secon-
 
100 þ 140
do valore intermedio k ¼ ¼ 120 e quindi viene ricalcolata la sezione.
2
— Si effettua infine la verifica.

7.11 EQUILIBRIO DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI

Vincoli e reazioni vincolari


Un corpo, considerato rigido nel piano, possiede tre libertà di movimento:
— traslazione verticale Ty;
— traslazione orizzontale Tx;
— rotazione u.
I vincoli sono dispositivi che consentono di:
— impedire uno o più dei suddetti movimenti;
— ancorare gli elementi strutturali fra loro e l’intera struttura al suolo o ad altre strutture;
— trasmettere i carichi alle strutture vicine e gradualmente fino a terra.
Le forze che i vincoli devono opporre nei confronti delle azioni esterne costituiscono le reazioni vincolari.

Tipi di vincoli
a) Appoggio semplice (fig. 7.31): impedisce la traslazione in direzione perpendicolare al piano d’appoggio;
si

si si A
si si

no 90∞
Fig. 7.31

b) cerniera fissa (fig. 7.32): impedisce le traslazioni nelle direzioni parallela e perpendicolare al piano di
appoggio;
no
A
no no
si si

no
Fig. 7.32

c) incastro (fig. 7.33): impedisce le traslazioni orizzontale e verticale e la rotazione.

no

no
no
no no
no

Fig. 7.33
74 SOLLECITAZIONI

Condizioni di equilibrio
Il complesso delle forze esterne che gravano sull’elemento strutturale insieme alle reazioni della struttura
deve costituire un sistema in equilibrio affinché la struttura stessa non sia soggetta ad alcun movimento.

Procedimento analitico
Per realizzare questa condizione devono essere verificate le equazioni della statica:
— traslazione orizzontale nulla:  Px ¼ 0 ;
— traslazione verticale nulla:  Py ¼ 0 ;
— movimento di rotazione nullo:  M ¼ 0 .

Procedimento grafico
Devono essere verificate entrambe le seguenti condizioni (fig. 7.34):
— equilibrio alla traslazione: primo e ultimo punto del poligono delle forze coincidenti (0 = 4);
— equilibrio alla rotazione: primo e ultimo lato del poligono funicolare coincidenti (a 0  e 0 Þ:

F4

F e
1
b
= e
F1
F2 P
a = d
c
F1 2
F a

== e
b c a F3
F3
F2 0=
=4
F4 3

Fig. 7.34

I vincoli devono essere:


— sufficienti: devono reagire con una intensità uguale a quella dei carichi gravanti;
— compatibili: devono essere in grado di impedire i movimenti prodotti dai carichi esterni.
Una struttura rigida (per la quale non si considerano le sue deformazioni) possiede tre gradi di libertà, e in
relazione al tipo e numero di vincoli, può risultare:
— labile (o ipostatica):
1  a þ 2  ce þ 3  i þ 2   ðm  1Þ < 3  n
ci
la struttura può muoversi rigidamente; queste strutture non vengono utilizzate nelle costruzioni;
— isostatica (o staticamente determinata):
1  a þ 2  ce þ 3  i þ 2   ðm  1Þ ¼ 3  n
ci
i vincoli sono strettamente sufficienti e compatibili, per cui eliminano ogni movimento e può essere
calcolata applicando le equazioni della statica;
— iperstatica (o staticamente indeterminata):
1  a þ 2  ce þ 3  i þ 2   ðm  1Þ > 3  n
ci
i vincoli sono sovrabbondanti; la struttura può essere risolta impostando, oltre alle equazioni della sta-
tica, anche le equazioni di elasticità che prendono in considerazione la sua deformazione elastica.
Nelle formule precedenti i simboli hanno il seguente significato:
a ¼ numero degli appoggi semplici;
ce ¼ numero delle cerniere esterne;
i ¼ numero degli incastri;
m ¼ numero degli elementi che concorrono in una cerniera interna c i ;
n ¼ numero degli elementi che compongono la struttura.
SOLLECITAZIONI 75

Esempi:
— figura 7.35: n ¼ 1 , a ¼ 1 , c e ¼ 1 , i ¼ 0 , c i ¼ 0
11þ21þ30¼31 3¼3
la trave è isostatica;

Fig. 7.35

— figura 7.36: n ¼ 1 , a ¼ 1 , c e ¼ 0 , i ¼ 1 , c i ¼ 0
11þ20þ31>31 4>3
la trave è 1 volta iperstatica;

Fig. 7.36

— figura 7.37: n ¼ 1 , a ¼ 3 , c e ¼ 1 , i ¼ 0 , c i ¼ 0
13þ21þ30>31 5>3
la trave è 2 volte iperstatica;

Fig. 7.37

— figura 7.38: n ¼ 3 , a ¼ 3 , c e ¼ 1 , i ¼ 0 , c i ¼ 2 con m ¼ 2


1  3 þ 2  1 þ 3  0 þ 2  ð2  1Þ þ ð2  1Þ ¼ 3  3 9¼9
la struttura è isostatica;

Fig. 7.38

— figura 7.39: n ¼ 2 , a ¼ 1 , c e ¼ 1 , i ¼ 0 , c i ¼ 1 con m ¼ 2


1  1 þ 2  1 þ 3  0 þ 2  ð2  1Þ < 3  2 5<6
la struttura è labile.

Fig. 7.39

Calcolo delle componenti delle reazioni vincolari (fig. 7.40)


P2

P1
P4
P3
60°
45° 30° B HB
A
X
0,50 1,50
RA RB
1,50 1,00 2,00 1,50 1,00

7,00
Fig. 7.40

— Ogni vincolo viene sostituito con le relative componenti della reazione vincolare: R = componente ver-
ticale e H = componente orizzontale;
— ogni carico non perpendicolare all’asse della trave viene scomposto nelle componenti perpendicolare e
parallela all’asse della trave;
76 SOLLECITAZIONI

— nell’impostazione del calcolo analitico, le componenti delle reazioni vengono sempre considerate po-
sitive;
— i momenti delle forze (carichi e componenti delle reazioni) vengono considerati positivi se la rotazione
è oraria, negativi se è antioraria;
— si applicano le tre equazioni della statica:
 Px ¼ 0 : la somma algebrica delle forze orizzontali deve essere nulla;
 Py ¼ 0 : la somma algebrica delle forze verticali deve essere nulla;
 M ¼ 0 : la somma algebrica dei momenti di tutte le forze rispetto a un punto qualunque del piano
deve essere nulla; per ottenere una equazione con una incognita sola si assumono il punto B
per calcolare RA e il punto A per calcolare RB .

Esempio (fig. 7.40):


P1 ¼ 2 kN P 2 ¼ 4 kN P 3 ¼ 1 kN P 4 ¼ 5 kN
P 2  x ¼ P 2  cos 60 o ¼ 4  cos 60 o ¼ 2,00 kN
P 2  y ¼ P 2  sen 60 o ¼ 4  sen 60 o  3,48 kN
P 3  x ¼ P 3  y ¼ P 3  sen 45 o ¼ 1  sen 45 o  0,71 kN
P 4  x ¼ P 4  cos 30 o ¼ 5  cos 30 o  4,35 kN
P 4  y ¼ P 4  sen 30 o ¼ 5  sen 30 o ¼ 2,50 kN
 Px ¼ 0 HB  P 2  x þ P 3  x þ P 4  x ¼ 0
HB  2,00 þ 0,71 þ 4,35 ¼ 0
HB ¼  3,06 kN
 Py ¼ 0 RA þ RB  P1  P 2  y  P 3  y  P 4  y ¼ 0
RA þ RB  2,00  3,48  0,71  2,50 ¼ 0
RA þ RB ¼ 8,69 kN
 MA ¼ 0  RB  7,00 þ P4  y  6,00 þ P3  y  4,50 þ P2  y  2,50 þ P1  1,50 ¼ 0
RB  7,00  2,50  6,00  7,71  4,50 þ 3,48  2,50  2,00  1,50 ¼ 0
15,00 þ 3,195 þ 8,70 þ 3,00
RB ¼  4,27 kN
7,00
 MB ¼ 0 RA  7,00  P1  5,50  P 2  y  4,50  P 3  y  2,50  P 4  y  1,00 ¼ 0
RA  7,00  2,00  5,50  3,48  4,50  0,71  2,50  2,50  1,00 ¼ 0
11,00 þ 15,66 þ 1,775 þ 2,50
RA ¼  4,42 kN
7,00
Verifica:
RA þ RB ¼ 4,42 þ 4,27 ¼ 8,69 kN
Travature reticolari
8
Una struttura reticolare è formata da aste rigide rettilinee fra loro collegate in punti detti nodi, costituiti
da incastri (collegamento rigido) o più comunemente da cerniere.
Possono essere:
— deformabili: a < 2 n  3;
— indeformabili: a ¼ 2 n  3;
— ad aste sovrabbondanti: a > 2 n  3;
dove: a ¼ numero delle aste ed n ¼ numero dei nodi.
Una travatura reticolare può risultare:
— isostatica solo internamente: a ¼ 2  n  3;
— isostatica solo esternamente: v ¼ 3 (v = numero dei vincoli esterni);
— isostatica internamente ed esternamente: a þ v ¼ 2  n;
— iperstatica solo internamente: a > 2  n  3;
— iperstatica solo esternamente: v > 3;
— labile: a < 2  n  3 e v ¼ 3 oppure a ¼ 2  n  3 e v < 3.
Un’asta può essere:
— tirante (fig. 8.1): il verso dello sforzo si allontana dal nodo ed è soggetto a trazione;
— puntone (fig. 8.2): il verso dello sforzo va al nodo ed è soggetto a compressione.

tirante (+) puntone (–)

Fig. 8.1 Fig. 8.2

8.1 METODO DEI POLIGONI DI EQUILIBRIO AI NODI

1) Numerare i nodi con numeri romani partendo dal vincolo in A e percorrendo il contorno della trava-
tura in senso orario (fig. 8.3).

P3

P2 P4

III

a2 a3

II a9 a 10 IV
P1 P5
a8 a 11
a1 a4

a6
I VII VI a5 V
a7
A B

RA RB
Fig. 8.3
78 TRAVATURE RETICOLARI

2) Indicare le aste con la lettera a avente per pedice un numero arabo progressivo percorrendo la trava-
tura in senso orario dall’esterno verso l’interno, a partire dal vincolo in A.

P3

III
P2 a2 P4
a3

II a9 a 10 IV

a1
a8 a 11 a4
P1 P5
30°
HA I a7 VII a6 VI
10° a5
V
A B
14,00

RA RB
1 0
P1

2 P2
nodo II
nodo I a1
1
RA

a1

a2
a7 3
0
3
a8
2
nodo VII 3 a6 0 2
nodo III
1 a7
3 a 10 a3 0
a8 a9
nodo IV
a 11 P3
3
2 a3
2 a9
a2 1

0 4
3 a4

a5 P4
2
1 2
nodo VI
a4 a 11
a 10
RB

nodo V
3 a5
0
0
P5

1 a6
1

Fig. 8.4

3) Iniziare il calcolo da un nodo canonico, ossia da un nodo nel quale sono applicate le forze esterne note
e vi concorrono solo due aste con sforzi incogniti; in ogni nodo successivo devono concorrere al mas-
simo due aste i cui sforzi risultino incogniti.
4) I carichi vengono applicati solo ai nodi e la struttura viene considerata rigida.
5) Nel diagramma, per convenzione, gli sforzi di trazione vengono indicati con una linea sottile e quelli di
compressione con una linea spessa.
6) Per l’equilibrio di ogni nodo è necessario che i carichi esterni noti, unitamente agli sforzi S nelle aste
che concorrono nel nodo considerato, costituiscano un poligono delle forze chiuso; dei due sforzi in-
cogniti S che al massimo si possono avere in ogni nodo si conosce solo la linea di azione, rappresentata
dagli assi delle aste nelle quali agiscono, mentre sono incogniti le intensità e i versi.
7) In ogni nodo le forze esterne applicate e le aste che vi concorrono vengono lette ruotando intorno al
nodo in senso orario; nel medesimo ordine di lettura devono risultare sul poligono di equilibrio rispet-
tando il verso delle forze note.
TRAVATURE RETICOLARI 79

Con riferimento alla figura 8.4 si ha:


8) Nodo I: si traccia la retta delle forze con la RA e la P1 note; partendo dalla RA e ruotando in senso
orario attorno al nodo si leggono nell’ordine RA -P1 -a 1 -a 7 e nel medesimo ordine debbono risultare
nel poligono di equilibrio seguendo il verso delle forze note RA e P1 , per cui dal punto 2 si traccia
la parallela all’asta a 1 e dal punto 0 la parallela all’asta a 7 . Le lunghezze dei segmenti 2-3 e 3-0, lette
in scala forze, forniscono rispettivamente gli sforzi nelle aste a 1 e a 7 , il cui verso, riportato sullo sche-
ma della travatura vicino al nodo I considerato, è imposto dal verso delle forze note RA e P1 .
In base ai versi degli sforzi calcolati risulta che l’asta a 1 è compressa, quindi è un puntone, mentre l’asta
a 7 è tesa, quindi è un tirante.
9) Nodo II: ordine di lettura attorno al nodo: P2 -a 2 -a 8 -a 1 ;
— elementi noti: forza P2 e sforzo nell’asta a 1 , ricavato dal poligono precedente e cambiato di verso;
— sul poligono delle forze si tracciano dal punto 3 la parallela all’asta a 8 e da 1 la parallela ad a 2 ;
— definiti i versi degli sforzi nelle aste a 8 e a 2 , in base a quelli noti dello sforzo in a 1 e della forza P2 ,
le lunghezze dei segmenti 1-2 e 2-3 forniscono rispettivamente le intensità degli sforzi in a 8 e a 2 , en-
trambi di compressione.
10) Nodo VII: il nodo III non può essere in questo caso subito considerato in quanto si hanno tre aste
incognite;
— ordine di lettura attorno al nodo: a 7 -a 8 -a 9 -a 6 ;
— elementi noti: sforzi nelle aste a 7 e a 8 , ricavati dal poligono relativo al nodo II e cambiati di verso;
— sul poligono delle forze si tracciano dai punti 0 e 2 rispettivamente le parallele alle aste a 6 e a 9 ;
— definiti i versi degli sforzi nelle aste a 6 e a 9 , in base a quelli noti degli sforzi a 7 e a 8 , le lunghezze
dei segmenti 0-3 e 2-3 forniscono rispettivamente le intensità degli sforzi in a 6 e a 9 , entrambi di tra-
zione.
11) Nodo III: ordine di lettura attorno al nodo: P3 -a 3 -a 10 -a 9 -a 2 ;
— elementi noti: sforzi nelle aste a 2 e a 9 , ricavati dai poligoni relativi ai nodi II e VII, cambiati di
verso, e forza P3 ;
— sul poligono delle forze si tracciano dai punti 1 e 3 rispettivamente le parallele alle aste a 3 e a 10 ;
— definiti i versi degli sforzi nelle aste a 3 e a 10 , in base a quelli degli elementi noti, le lunghezze dei
segmenti 1-2 e 2-3 forniscono rispettivamente gli sforzi in a 3 di compressione e in a 10 di trazione.
12) Nodo IV: ordine di lettura attorno al nodo: P4 -a 4 -a 11 -a 3 ;
— elementi noti: forza P4 e sforzo nell’asta a 3 ricavato dal poligono relativo al nodo III, cambiato di
verso;
— sul poligono delle forze si tracciano dai punti 1 e 3 rispettivamente le parallele alle aste a 4 e a 11 ;
— definiti i versi degli sforzi nelle aste a 4 e a 11 , in base a quelli degli elementi noti, le lunghezze dei
segmenti 1-2 e 2-3 forniscono rispettivamente gli sforzi in a 4 e in a 11 , entrambi di compressione.
13) Nodo V: ordine di lettura attorno al nodo: P5 -RB -a 5 -a 4 ;
— elementi noti: forza P5 , reazione vincolare RB e sforzo nell’asta a 4 , ricavato dal poligono relativo al
nodo IV, cambiato di verso;
— sul poligono delle forze si traccia dal punto 2 la parallela all’asta a 5 che coincide con la congiun-
gente 2-3;
— definito il verso dello sforzo nell’asta a 5 , in base a quelli degli elementi noti, la lunghezza del seg-
mento 2-3 fornisce lo sforzo nell’asta a 5 che è di trazione.
14) Nodo VI: gli sforzi nelle aste che concorrono nel nodo VI sono noti dai precedenti poligoni di equili-
brio e, cambiati di verso, danno origine al poligono di equilibrio nel nodo.

Quando la travatura è simmetrica e simmetricamente caricata, gli sforzi nelle aste simmetriche sono
uguali e il calcolo può essere limitato solo a una parte dei nodi.
80 TRAVATURE RETICOLARI

8.2 METODO DEI DIAGRAMMI CREMONIANI


Riunendo in un diagramma unico i poligoni di equilibrio di tutti i nodi della travatura considerata si ot-
tiene il diagramma cremoniano riportato in figura 8.5.

Tiranti Puntoni
Asta 0 7
(kN) (kN)
RA
a1 — 25,60 P1
1

a2 — 22,60
a 11
a1
a3
a3 — 22,60 P2
a 10
a5
a4 — 25,60 2

a5 22,50 — a6
6
RB
a6 12,50 — P3
a7
3
a7 22,50 —
a9
a8 — 5,15 a8 a2 a4

P4
a9 11,00 —
4

a 10 11,00 — P5

5
a 11 — 5,15

P3

P2 P4

III

a2 a3

II a9 a 10 IV

a1 a4 P5
P1 a8 a 11

30° a7 VII a6 VI
HA I 10° a5
V
B
A
14,00
RA
RB

Fig. 8.5

8.3 METODO DI RITTER


— Si pratica nella travatura una sezione che tagli al massimo tre aste (fig. 8.6);
— la sezione deve dividere la travatura in due parti separabili;
— le tre aste sezionate non devono concorrere tutte nel medesimo punto;
— il calcolo viene impostato con l’ipotesi che tutte le aste sezionate siano tiranti; se il risultato del calcolo
ha segno positivo l’asta calcolata è un tirante mentre se è negativo è un puntone.
TRAVATURE RETICOLARI 81

Il tronco isolato di sinistra della travatura (fig. 8.6b) deve risultare in equilibrio per l’azione delle forze
esterne gravanti su di esso (RA , P1 , P2 ) e degli sforzi incogniti che si sviluppano nelle aste sezionate
(a 2 , a 12 , a 9 ).

P4

P3 P5

P2 P6
IV
a3 a4
III V

2,90
a) a2 a 13
a 14 a5
a 12 a 16
P1 II a 15 VI P7
a1 a 11
a 17 a6

0,60
HA I a9 a8
a 10 X IX VIII a7 VII
A B

b = 2,00 b b b b b
RA
RB
l = 12,00

P2

d1 d3 d2
=1
1,03 0,97

d 9 = 1,73
a2
,49
a 12
P1 II a 11
a1
HA I C a9
a 10
A

d 12 = 2,97
RA b)
b b

Fig. 8.6

Le intensità di questi sforzi vengono determinate imponendo che la somma algebrica dei momenti delle
forze esterne e degli sforzi incogniti nelle aste rispetto a un punto qualsiasi del piano sia nulla; affinché
l’equazione dei momenti presenti una sola incognita, il centro dei momenti si assume coincidente con il
punto di intersezione degli assi di due delle tre aste sezionate che non formano oggetto di calcolo. Si ha
quindi (fig. 8.6b):
— asta a 2 : centro dei momenti nodo X

ðRA  P1 Þ  2  b  P2  b þ a 2  d 2 ¼ 0
— da cui
 ðRA  P1 Þ  2  b þ P2  b
a2 ¼
d2
— asta a 12 : centro dei momenti punto C

ðRA  P1 Þ  d 1  P2  d 3  a 12  d 12 ¼ 0
— da cui
ðRA  P1 Þ  d 1  P2  d 3
a 12 ¼
d 12
— asta a 9 : centro dei momenti nodo III

ðRA  P1 Þ  2  b  P2  b  a 9  d 9 ¼ 0
— da cui
ðRA  P1 Þ  2  b  P2  b
a9 ¼
d9
82 TRAVATURE RETICOLARI

Caso particolare. Quando la sezione viene eseguita su tre aste, due delle quali parallele (fig. 8.7), il punto
di incontro di queste ultime è all’infinito, per cui lo sforzo nella terza asta viene calcolato scrivendo l’e-
quazione di equilibrio alla traslazione verticale, ossia:
RA  P1  P 2  P 6  P 7 þ a 13  y ¼ 0
a13  y ¼ a13  sen e

RA  P1  P 2  P 6  P 7 þ a 13  sen e ¼ 0

 RA þ P1 þ P 2 þ P 6 þ P 7
a13 ¼
sen e
P1 P2 P3 P4
y

I a1 II a2 III a3 IV

a9 a4

h = 2,50
a 11 a 15
a 13
a 10 a 12 a 14
HA IX V
a8 VIII a 7 VII a6 VI a 5 B
A

RA P7 P6 P5
RB

c = 1,00 c

b = 2,00 b b b

l = 8,00

y P1 P2

I II a2
a 13 – y

a 13

HA e a 13 – x

IX VIII VII a6
A

RA P7 P6

Fig. 8.7
Travi inflesse isostatiche
9
9.1 CONVENZIONI RELATIVE AI SEGNI DELLE SOLLECITAZIONI (fig. 9.1)

sezione
considerando la forza a sinistra considerando la forza a destra

Ms

Ns Nd
Vs Vd

Md
Fig. 9.1 fibre
tese

Sollecitazione Segno Comportamento della sezione

+ Trazione
Sforzo normale N
 Compressione

+ Dirette verso l’alto considerando le forze a sinistra della sezione


Taglio V
 Dirette verso il basso considerando le forze a destra della sezione

+ Fibre tese inferiori


Momento flettente M
 Fibre tese superiori

9.2 CALCOLO DELLA SOLLECITAZIONE DI SFORZO NORMALE N (fig. 9.2)


In una determinata sezione retta X di una P2

trave, lo sforzo normale N è dato dalla som-


ma algebrica delle forze esterne agenti lungo P1
l’asse geometrico della trave esistenti a sini- P3
P4
stra oppure a destra della sezione stessa. 60°
45° 30° B HB
A
X
0,50 1,50
RA RB
1,50 1,00 2,00 1,50 1,00

7,00

2,00
1,29
+

0 0

Fig. 9.2 – 3,06


84 TRAVI INFLESSE ISOSTATICHE

Rispetto alla sezione X (fig. 9.3) le forze a sinistra si considerano positive se dirette verso sinistra, negative
se verso destra; considerando le forze a destra i segni vengono invertiti.
Tronco di sinistra: (–) (–)

NX ¼ þ P 2  x ¼ þ2,00 kN
(+) (+)

Tronco di destra:
A B
NX ¼ þ P 3  x þ P 4  x  H B ¼ X

¼ þ 0,71 þ 4,35  3,06 ¼ þ 2,00 kN Fig. 9.3

Diagramma della sollecitazione (fig. 9.2)


— In corrispondenza di un carico concentrato agente parallelamente all’asse della trave, il diagramma
presenta una brusca variazione uguale all’intensità del carico.
— In corrispondenza di un tratto di trave gravato di un carico ripartito uniforme agente parallelamente
all’asse della trave, il diagramma varia linearmente.
— In corrispondenza di un tratto scarico di trave il diagramma si mantiene parallelo alla fondamentale.

9.3 CALCOLO DELLA SOLLECITAZIONE DI SFORZO DI TAGLIO V (fig. 9.4)


In una determinata sezione retta X di una trave, lo sforzo di taglio T è dato dalla somma algebrica delle
forze esterne perpendicolari all’asse geometrico della trave agenti a sinistra oppure a destra della sezione.

P2

P1
P4
P3
60°
45° 30° HB
A
X B
0,50 1,50
RA RB
1,50 1,00 2,00 1,50 1,00
7,00

4,42

2,42
+

0 0

– 1,06
– 1,77

Fig. 9.4 – 4,27

Rispetto alla sezione X (fig. 9.5), valutando le forze nel tronco a sinistra queste si considerano positive se
dirette verso l’alto e negative verso il basso, mentre valutando le forze sul tronco di destra i segni vengono
invertiti.

P1 (–) P2 (+)

A B
X

RA (+) RB (–)
Fig. 9.5

Tronco di sinistra: VX ¼ RA  P1  P 2  y ¼ 4,42  2,00  3,48 ¼  1,06 kN


Tronco di destra: VX ¼  RB þ P4  y þ P3  y ¼  4,27 þ 2,50 þ 0,71 ¼  1,06 kN
TRAVI INFLESSE ISOSTATICHE 85

Diagramma della sollecitazione (fig. 9.4)


— In corrispondenza di un carico concentrato perpendicolare all’asse della trave, il diagramma presenta
un salto uguale all’intensità del carico.
— In un tratto di trave gravato di un carico ripartito uniforme, perpendicolare all’asse della trave, il valore
dello sforzo di taglio ha una variazione lineare.
— In un tratto scarico di trave, il diagramma di taglio si mantiene parallelo alla fondamentale.
— In una sezione dove lo sforzo di taglio si annulla, il valore del momento flettente risulta massimo in
valore assoluto.

9.4 CALCOLO DELLA SOLLECITAZIONE DI MOMENTO FLETTENTE M (fig. 9.6)


P2

P1
P4
P3
60°
45° 30° HB
A
X B
0,50 1,50
RA RB
1,50 1,00 2,00 1,50 1,00

7,00

0 0

+
4,27

6,65 6,925

Fig. 9.6 9,05

In una determinata sezione retta X il momento flettente M è dato dalla somma algebrica dei momenti,
calcolati rispetto alla sezione, di tutte le forze perpendicolari all’asse della trave agenti a sinistra oppure
a destra della sezione stessa.
Considerando le forze sul tronco a sinistra della sezione (fig. 9.7), i momenti con rotazione oraria si repu-
tano positivi e quelli con rotazione antioraria negativi, mentre considerando le forze sul tronco di destra i
segni vengono invertiti.

P4
P1
P3
P2
P5

(+) (+)
HA X

A B
(–) (–) (–) (–) (–)
RA RB

Fig. 9.7

Momento flettente positivo (fig. 9.8): compressione

Fig. 9.8 trazione


86 TRAVI INFLESSE ISOSTATICHE

Momento flettente negativo (fig. 9.9): trazione

Fig. 9.9 compressione

Tronco di sinistra:
MX ¼ RA  3,00  P1  1,50  P 2  y  0,50 ¼
¼ 4,42  3,00  2,00  1,50  3,48  0,50 ¼
¼ 13,26  3,00  1,74 ¼ 8,52 kN m

Tronco di destra:
MX ¼ RB  4,00  P4  y  3,00  P 3  y  1,50 ¼
¼ 4,27  4,00  2,50  3,00  0,71  1,50 ¼
¼ 17,08  7,50  1,06 ¼ 8,52 kN m

Diagramma della sollecitazione (fig. 9.6)


— In corrispondenza di un carico concentrato il diagramma presenta un punto angoloso (vertice).
— In un tratto gravato da un carico ripartito uniforme il diagramma ha un andamento parabolico.
— In un tratto scarico della trave il diagramma ha una variazione lineare rappresentata da un segmento
inclinato rispetto alla fondamentale.
— Il diagramma non presenta discontinuità, salvo il caso unico in cui su una sezione agisca una coppia.
— In corrispondenza di appoggi o cerniere di estremità il momento è sempre nullo, salvo il caso in cui su
quelle sezioni agisca una coppia.
— Nei tratti dove lo sforzo di taglio è nullo, il momento flettente è costante.
— Nelle sezioni dove gli sforzi di taglio sono nulli, i momenti flettenti assumono valori assoluti massimi.

9.5 TRAVI GERBER


— Il numero delle cerniere deve essere uguale al numero degli appoggi sovrabbondanti (fig. 9.10);

A B C D E

Fig. 9.10

— non si devono avere più di due cerniere fra due appoggi consecutivi.
P3
P2
Procedimento di calcolo (fig. 9.11) P1
P4
q2
q1 q3
a) Si calcolano le travi comprese fra due cerniere
A D
consecutive o fra un appoggio e una cerniera B C1 C2 C
considerate appoggiate agli estremi (campata
C 1 C 2 in figura 9.11); P2

b) le reazioni delle travi precedenti, cambiate di q2


verso, costituiscono i carichi concentrati che HC1 HC2
gravano alle estremità degli sbalzi degli altri C1 C2
tronchi di trave che sono isostatici (travi AB
e CD in figura 9.11). VC 1 VC 2
P3
P1
P4
q2 VC 1 VC 2 q2
q1 q3
A D
Fig. 9.11 B C
La deformazione
10 elastica per flessione

La deformazione elastica per flessione è caratterizzata da due elementi (fig. 10.1):


— rotazione: è l’angolo a (o b) che la tangente geometrica t alla linea elastica forma con l’asse geometrico
indeformato z-z della trave; è espressa in radianti e, di norma, ciò che interessa è conoscere il suo va-
lore in corrispondenza delle sezioni estreme della trave;
— freccia elastica: è la distanza f (o y) tra un punto S sull’asse geometrico indeformato z-z della trave e la
posizione S0 che il punto assume sul suo asse geometrico deformato z0 -z0 (linea elastica).

z z
A S B

P2
P3
P1
z쎿 z쎿
z A S B z
c a f b
S쎿
t

Fig. 10.1

10.1 TEOREMI DI MOHR (fig. 10.2)


P2
Calcolo delle rotazioni – 1o Teorema P1
P3
P4

A B
Le rotazioni a e b delle sezioni estreme di una trave inflessa sono date dal a b
rapporto fra le reazioni fittizie A* e B*, calcolate immaginando la trave au-
siliaria caricata dal diagramma dei momenti flettenti reali relativo alla situa-
zione di carico della trave data, e il modulo di rigidezza a flessione E  I , os-
sia: M +

A B
a¼ b¼
EI EI

Calcolo delle frecce – 2o Teorema A* B*

L’abbassamento della sezione generica di una trave si ottiene calcolando il Fig. 10.2
momento flettente fittizio M* rispetto alla sezione, considerata appartenen-
te alla trave ausiliaria, pensata caricata del diagramma dei momenti flettenti
reali, diviso per il modulo di rigidezza a flessione E  I , ossia:
M

EI

In particolare, nel caso di una trave a mensola:


— la rotazione di una sezione generica X è data dal rapporto fra l’area del diagramma dei momenti
flettenti compresa fra la sezione X e l’incastro e il modulo di rigidezza E  I ;
88 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

— la freccia in una sezione generica X è data dal rapporto fra il momento statico della suddetta area, cal-
colato rispetto alla sezione stessa, e il modulo di rigidezza E  I .

La freccia elastica nella flessione deviata è data da (fig. 10.3): b

yo
f ¼ f1 þ f 2

f1 ¼ fb  sen a

h
xo
fb
f2 ¼ fh  cos a a f1

a
fh
f2
a

Fig. 10.3 f

Tabella 10.1 Formule per il calcolo delle reazioni fittizie A* e B* per travi appoggiate con diverse situa-
zioni di carico.

1 P

A B P  l2
l l A* ¼ B* ¼
2 2 16
l

2 P

A B Pb Pa
a b
A* ¼  ðl 2  b 2 Þ B* ¼  ðl 2  a 2 Þ
6l 6l
l

3 P P

A B Pa
A* ¼ B* ¼  ðl  aÞ
a b a 2
l

4 q
q  l3
A B
A* ¼ B* ¼
l 24

5 q
A B q  a2 q  a2
a b A* ¼  ðl þ bÞ2 B* ¼  ð2  l 2  a 2 Þ
24  l 24  l
l

6 q
A B qb
a b a A* ¼ B* ¼  ð3  l 2  b 2 Þ
48
l

7 c  
qcb c2
q A* ¼  l2  b2 
A B 6l  4
a b qca 2 2 c2
B* ¼  l a 
l 6l 4
8
q

A B 5
l
2
l
2 A* ¼ B* ¼  qy  l 3
192
l
LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE 89

9
7 8

q
A B A* ¼  q l 3 B* ¼  q l 3
l 360 360

10 q2
q1 l 3  ð8  q1 þ 7  q2 Þ l 3  ð7  q1 þ 8  q2 Þ
A B A* ¼ B* ¼
l 360 360

11 M
HA
a X f max b B
A
RA RB Ml Ml
0,423 .l A* ¼ B* ¼
3 6
x
l

12 RA
MA MA > M B MB
HA
A a X b
B l l
A* ¼  ð2  MA þ MB Þ B* ¼  ðMA þ 2  MB Þ
x RB 6 6
l

La trave ausiliaria deve essere cosı̀ vincolata:


— trave appoggiata o incastrata alle estremità: la trave ausiliaria si considera appoggiata agli estremi
(fig. 10.4);

q q

A B
A B
o o

+ – –

o o
+

trave ausiliaria trave ausiliaria

Fig. 10.4

— la trave a mensola incastrata in B e libera in A: la trave ausiliaria è incastrata in A e libera in B


(fig. 10.5).

A
B

o o

trave ausiliaria

Fig. 10.5
90 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

Tabella 10.2 Travi inflesse isostatiche a sezione costante: formule di calcolo per diverse situazioni di
carico.

1 Reazioni RB ¼ P HB ¼ 0

P
Taglio VB ¼ P VX ¼ P VA ¼ P
HB
A a X B
Momenti flettenti
MB
f
RB MX ¼  P  x MA ¼ 0 MB ¼ Mmax ¼  P  l
x
Rotazione massima
l
MB P  l2
aA ¼
2EI
M

0 0
Freccia massima
VA=RB VB =RB
P  l3
V
fA ¼
3EI
0 0

2 Reazioni RB ¼ P HB ¼ 0

P
Taglio
VB ¼ P VCd ¼ P VCs ¼ 0 VA ¼ 0
A C a B

f RB
Momenti flettenti

a b
MC ¼ 0 MB ¼  P  b
l
Rotazione massima
MB

P  b2
M aA ¼
0 0 2EI

VC = RB VB =RB Freccia massima


V Pb
0 0 fA ¼  ð3  l  bÞ
6EI

3 Reazioni RB ¼ q  l HB ¼ 0
q Taglio
HB
A a X B MB VB ¼ q  l VX ¼ q  x VA ¼ 0
f RB
Momenti flettenti
a
q  x2 q  l2
l MX ¼  MA ¼ 0 MB ¼ Mmax ¼ 
MB 2 2

M Rotazione massima
0 0
q  l3
aA ¼
VB 6EI

V Freccia massima
0 0
q  l4
fA ¼
8EI
LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE 91

4 Reazioni RB ¼ q  a HB ¼ 0

q Taglio VA ¼ 0 VB ¼ VC ¼ q  a
HB
A a B
f
C MB Momenti flettenti
RB

a b
MA ¼ 0
 
l
a qa2
MB ¼ q  a  þb MC ¼ 
MB 2 2
MC
M
0 0 Rotazione massima

VC VB qa 3  b  l þ a2
a¼ 
V EI 6
0 0
Freccia massima
 
q  a  l3 6a a3
f¼  8 þ 3
EI l l

5 Reazioni RB ¼ q  b HB ¼ 0

q
Taglio VB ¼ RB VC ¼ VA ¼ 0
HB
A a C B
MB
f Momenti flettenti
RB
q  b2
a b MA ¼ MC ¼ 0 MB ¼ 
2
l

MB Rotazione massima
M
MA
MC q  b3
0 0 a¼
6EI
VB

V Freccia massima
VA VC
0  
q  b4 4a
f¼  1þ
8EI 3b

6 Reazioni
qB
qA þ qB
qA
HB RB ¼ l HB ¼ 0
A X B MB
2
RB
x
Taglio
l qA þ qB
VA ¼ 0 VB ¼ l
MB 2
 
x lx
M MX
VX ¼  2  qA þ ðqB  qA Þ 
MA 2 l
0 0

VB Momenti flettenti

V VX l2
VA MA ¼ 0 MB ¼   ð2  qB þ qA Þ
0 0 6
 
ðl  xÞ2 lx
! segue

MX ¼   3  qB þ ðqA  qB Þ 
6 l
92 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

7 Reazioni
q ql
RB ¼ HB ¼ 0
HB 2
A a X B MB
f
RB Taglio
x ql 1 q  x2
VB ¼ VX ¼  VA ¼ 0
l 2 2 l
MB
Momenti flettenti
M
1 q  x3 1
0
MA
MX
0
MX ¼   MA ¼ 0 MB ¼   q  l2
6 l 6
VB
Rotazione massima
V
VX q  l3
0
VA
0 aA ¼
24  E  I

Freccia massima
q  l4
fA ¼
30  E  I

8 Reazioni
ql
q RB ¼ HB ¼ 0
HB 2
A a X B
MB
f
RB Taglio
x ql q
VA ¼ 0 VB ¼ VX ¼  ðl 2  x2 Þ
l 2 2l
MB

M Momenti flettenti MA ¼ 0
MX
M
0 A
q  l2 q
0
MB ¼  MX ¼  ð2  l 3  3  l 2  x þ x3 Þ
3 6l
VB
VX
V Rotazione massima
0
VA
0 q  l3

8EI

Freccia massima
11 q  l 4
f¼ 
120 E  I

9 Reazioni RB ¼ 0 HB ¼ 0
M
HB Taglio VA ¼ VB ¼ 0
f A a B MB
RB
Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ M
l

MA MB Rotazione massima
M Ml
0 0 a¼
EI
V
VA VB Freccia massima
0 0

M  l2

2EI
LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE 93

10 Reazioni
x y Pb Pa
P RA ¼ RB ¼ HA ¼ 0
l l
HA
A a X C Y b B
f
Taglio
RA RB
a b Pb Pa
VA ¼ VX ¼ VB ¼ VY ¼ 
l l l
M
Momenti flettenti
0 0
Pb Pa
MA ¼ MB ¼ 0 MX ¼ x MY ¼ y
l l
MC
Pab
VA V Cs M1 ¼ Mmax ¼
l
V
0 0 Rotazioni massime
V Cd VB Pb
a¼  ðl 2  b 2 Þ
6EI l
Pa
b¼  ðl 2  a 2 Þ
6EI l

Freccia
Pb
per a < b : f l ¼  ð3  l 2  4  b 2 Þ
2 48  E  I
Pb
per a > b : f l ¼  ð3  l 2  4  a 2 Þ
2 48  E  I
P  a2  b2
fC ¼
3EI l
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
l2  b2 P  b  ðl 2  b 2 Þ3
per x ¼ : fmax ¼ pffiffiffi
3 9 3EI l

11 Reazioni
x y P
P RA ¼ RB ¼ HA ¼ 0
HA
2
A a X C Y b B
f Taglio
RA RB
P P
l/2 l/2 VA ¼ VX ¼ VB ¼ VY ¼ 
2 2
l

M Momenti flettenti
0 0
1
MA ¼ MB ¼ 0 M1 ¼ Mmax ¼ Pl
4
MC
Rotazioni massime
VA V Cs
V P  l2
0 0 a¼b¼
16  E  I
V Cd VB Freccia massima
P  l3
! segue

fl ¼
2 48  E  I
94 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

12 Reazioni
ql
q RA ¼ RB ¼ HA ¼ 0
HA 2
A a X b B
f
RA RB Taglio
l/ 2 l/2
 
ql ql l
VA ¼ VB ¼  VX ¼ q  x
l 2 2 2
M l
0 0 V ¼ 0 per x ¼
2

Momenti flettenti
VA M max
q
V MA ¼ MB ¼ 0 MX ¼  x  ðl  xÞ
2
0 0
q  l2
M l ¼ Mmax ¼
2 8
VB

Rotazioni massime
q  l3
a¼b¼
24  E  I

Freccia massima
5 q  l4
fl ¼ 
2 384 E  I

13 Reazioni

qB ð2  qA þ qB Þ  l
HA
qA RA ¼
6
A a X b B
RA RB ðqA þ 2  qB Þ  l
RB ¼ HA ¼ 0
x 6
l
Taglio VA ¼ RA VB ¼ RB
M ðu  1Þ  l qA
0 0 V ¼ 0 per x0 ¼ z¼
z1 qB
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
u ¼ 0; 577  1 þ z þ z2
MX
VA
V Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ 0
XO
0 0
qB  qA 3 x20
Mx0 ¼ RA  x0  qA    x0 ¼
xo 2 6l
qA þ qB 2
VB ¼ 0; 1265  l
2

Rotazioni massime
l3
a¼  ð8  qA þ 7  qB Þ
360  E  I

l3
b¼  ð7  qA þ 8  qB Þ
360  E  I

Freccia massima
5 ðqA þ qB Þ  l 4
f x0 ¼ 
766 EI
LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE 95

14 Reazioni
q q
HA RA ¼ RB ¼ q  a
A C D B
RA RB HA ¼ 0
a b a

l
M
Taglio
0 0
VA ¼ q  a

V V
A
MC MD
VB ¼ q  a

0
VC VD
0 Vc ¼ VD ¼ 0

VB
Momenti flettenti

MA ¼ MB ¼ 0

q  a2
MC ¼ MD ¼
2

15 Reazioni
Px ¼ P  cos a Py ¼ P  sen a
Py P
Py  b
RA ¼
a l
x y
Py  a
HA A Px B RB ¼
l
X C Y
RA RB
a b H A ¼ Px
l
Sforzo normale
M
0 0 NA ¼ Ncs ¼  Px

Ncd ¼ NB
MC
Taglio
s
VA VC Py  b
VA ¼ Vcs ¼
l
V
0 0 Py  a
Vcd ¼ VB ¼ 
V Cd VB l
N
N Cd
0 0 Momenti flettenti

MA ¼ MB ¼ 0
NA NCs

Py  b
MX ¼ x
l
Py  a
MY ¼ y
l
Py  a  b
! segue

M C ¼ Mmax ¼
l
96 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

16
Reazioni

q1 q1 ¼ q=cos a

q qx ¼ q  sen a
1 B
qx qy ¼ q  cos a
RB
qy qy  l
RA ¼ RB ¼
q
2
a
A
HA
l

RA
Taglio
l1
qy  l
VA ¼ VB ¼
0 2
l/2

Momenti flettenti
M
0
MA ¼ MB ¼ 0
0
x
M ma
qy  l 2
M l ¼ Mmax ¼
VA VB 2 8
V
0
0
Sforzo normale
e
s sion
pre
com &
1 A = cerniera
B = appoggio semplice
N
0
NA ¼ qx  l

NB ¼ 0
NA
B HB

RB
&
2 A = appoggio semplice
B = cerniera
2 NB

a
NA ¼ 0
A

ion
e 0 NB ¼ þqx  l
traz
RA

&
3 A = B = cerniera
N qx  l
0 B HB NA ¼ NB ¼ 
2
RB
3

a
A 0

e
RA ion NB
traz ne
ssio
NA pre
com
N
0
LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE 97

17
Reazioni
A = appoggio
B = cerniera
1
Px ¼ P  sen a Py ¼ P  cos a
P
Py
Py  b Py  a
B RA ¼ RB ¼
l l
Px RB

C
A a b
HA Taglio
RA a l
Py  b Py  a
0 VA ¼ þ VB ¼ 
l l

M
Momenti flettenti
0
MC
s
0
MA ¼ MB ¼ 0
VC
VB Py  a  b
VA
MC ¼ Mmax ¼
l
0
V d
VC NB
0
d
NC Sforzo normale
N
0 NC
s &
1 A = cerniera
ion
e B = appoggio semplice
pr ess
com
VA
HB
NA ¼ NCs ¼ Px
B
2 A = appoggio
Px RB B = cerniera NCd ¼ NB ¼ 0
NB
C e
ion
A a

d
traz 0
&
2 A = appoggio semplice
NC B = cerniera
RA
s

N
NC NA ¼ Ncs ¼ 0
0 NA
Ncd ¼ NB ¼ þ Px

18 ql
Reazioni RA ¼ RB ¼ HA ¼ 0
4
q

HA
A a X b B ql q  x2
f Taglio VX ¼ 
RA RB 4 l
x
ql ql
l/2 l/ 2 VA ¼ VB ¼ 
4 4
l

M Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ 0
0 0 ql q  x3 q  l2
MX ¼ x M l ¼ Mmax ¼
4 3l 2 12
VA M max Rotazione massima
V 5 q  l3
a¼b¼ 
0 0 192 E  I

q  l4
! segue

VB
Freccia massima fl ¼
2 120  E  I
98 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

19 ql ql
Reazioni RA ¼ RB ¼ HA ¼ 0
6 3
q
Taglio
HA
A a X b B q ql
fmax VX ¼  ðl 2  3  x 2 Þ VA ¼
RA RB 6l 6
x1
ql l
l VB ¼  V ¼ 0 per x ¼ pffiffiffi
3 3
M
0 0 Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ 0
qx q  l2
MX ¼  ðl 2  x 2 Þ M¼ pffiffiffi
VA M max 6l 9 3
V Rotazioni massime
0 0
7 q  l3 8 q  l3
x a¼  b¼ 
360 E  I 360 EI

VB 5 q  l4
Freccia fl ¼ 
2 768 EI
q  l4
per x1 ¼ 0,519 3  l : fmax ¼ 0,006 522 
EI

20 Reazioni RA ¼ RB ¼ P HA ¼ 0
x y
P P
HA
Taglio
A XaC Db Y B s d
f max VA ¼ Vcs ¼ P Vcd ¼ VD ¼0 VD ¼ VB ¼ P
RA RB
a b a Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MX ¼ P  x
l
MC  D ¼ Mmax ¼ P  a MY ¼ P  y
M
0 0
Rotazioni massime
Pa
a¼b¼  ðl  aÞ
MC MD 2EI
VA V Cs
V Freccia massima
V Ds
0 0 Pa
V Cd fl ¼  ð3  l 2  4  a 2 Þ
V Dd VB
2 24  E  I

21 3P
P P P
HA
Reazioni RA ¼ RB ¼ HA ¼ 0
A B
2
C D f E

RA RB
3P P
= = = = Taglio VA ¼ Vcs ¼ Vcd ¼ VD
s
¼
2 2
l

M d P 3P
0 0
VD ¼ VEs ¼  VEd ¼ VB ¼ 
2 2

MC MD
ME Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ 0
VA V Cs 3Pl Pl
MC ¼ ME ¼ M l ¼ Mmax ¼
V Cd V Ds 8 2 2
V
0 0
19 P  l3
V Dd VE
s
Freccia massima fl ¼ 
2 384 EI
V Ed VB
LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE 99

22 Reazioni
aþ2b
q RA ¼ q  a 
HA 2l
A a X C b B
q  a2
RA RB RB ¼ HA ¼ 0
x 2l
a b
Taglio
l

M VA ¼ RA VB ¼  RB
0 0
aþ2b
V ¼ 0 per x0 ¼ a 
VA
2l
MC
M max
Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ 0
V q  a2 b ða þ 2  bÞ 2
X M1 ¼ Mmax ¼ q  a 2 
0 0 2l 8  l2

xo VC VB Freccia
per x < a :
 3    2 
qx x a a
fmax ¼  þax 2  þ1 þa 2  aþ1
6EI 4 2l 4l

per x > a :
   
q  x2 x3 3 a2 a2
fmax ¼    x2 þ þ1 x
6EI 2l 2 4l 4

23 Reazioni
qb
q
RA ¼ RB ¼ HA ¼ 0
HA 2
A a C X D b B
f
Taglio
RA RB
qb
x VA ¼ VC ¼
2
a b a
qb
l VB ¼ VD ¼ 
2
M
qb
0 0 VX ¼  q  ðx  aÞ
2
l
MC MD
V ¼ 0 per x ¼
2
M max
VA VC Momenti flettenti
V MA ¼ MB ¼ 0
0 0
qab
MC ¼ MD ¼
xo = l/2 2
VD VB
qb
M l ¼ Mmax ¼  ð2  l  bÞ
2 8

Freccia massima
 
qb b3
! segue

fl ¼  2  l3  l  b2 þ
2 96  E  I 4
100 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

24 Reazioni
M M
x y RA ¼  RB ¼ HA ¼ 0
l l
M
a
HA Taglio
A X Y b B
C M M
RA RB VA ¼ VX ¼  VB ¼ VY ¼ 
l l
a b
(valore costante)
l

M Cs Momenti flettenti
M
0 0 MA ¼ MB ¼ 0
M M
MX ¼  x MY ¼ y
M Cd l l
V
M M
0 M sC ¼  a M dC ¼ b
l l
VA VC VB
Rotazioni
M  ðl 2  3  b 2 Þ M  ðl 2  3  a 2 Þ
a¼ b¼
3EI l 6EI l
M  ðl 2  3  a  bÞ
aC ¼
3EI l

Frecce
 
Mlx b2 x2
fA  C ¼   13 2  2
6EI l l
Mab
fC ¼  ðb  aÞ
3EI l
  
M  l  ðl  xÞ a2 lx 2
fC  B ¼  13 2 
6EI b l

25 Reazioni
M M M
HA
RA ¼  RB ¼ HA ¼ 0
X
l l
A a f max b B
RA
RB Taglio
0,423. l
M
x VA ¼ VB ¼ VX ¼  (valore costante)
l
l

Momenti flettenti
M
0 0 M
MA ¼ Mmax ¼ M MB ¼ 0 MX ¼  xþM
l

MA Rotazioni massime
V Ml Ml
0 0 a¼ b¼
3EI 6EI
VA VB
Frecce
M  l2
fl ¼
2 16  E  I
M  l2
per x ¼ 0; 423  l fmax ¼ 0; 064 15 
EI
LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE 101

26 Reazioni
RA MB  MA MA  MB
MA MA > MB MB RA ¼ RB ¼
HA l l
B
A a X b
HA ¼ 0
x RB

l Taglio

M VA ¼ RA VB ¼  RB
0 0

MB Momenti flettenti
MA MB  MA
MX ¼ MA  x
V l
0 0

Rotazioni
VA VB l
a¼  ð2  MA þ MB Þ
6EI
l
b¼  ðMA þ 2  MB Þ
6EI

Freccia
l2
fl ¼  ðMA þ MB Þ
2 16  E  I

per MA ¼ MB ¼ M

Ml 2 Ml
fl ¼ a¼b¼
2 8EI 2EI

27 Reazioni
q
RA ¼ RB ¼  ða þ bÞ HA ¼ 0
2
q

HA
Taglio
A aC X Db B
fmax
q q
RA
x
RB VA ¼  ða þ bÞ VB ¼   ða þ bÞ
2 2
a b a
qb qb
l Vc ¼ VD ¼ 
2 2
M l
0 0 V ¼ 0 per x ¼
2
MC MD Momenti flettenti
VA M max
V VC MA ¼ MB ¼ 0
 
XO
qla
4a
0 0 MC ¼ MD ¼  3
6 l
xo = l/2 2
 
VD
ql 4  a2
VB M l ¼ Mmax ¼  3 2
2 24 l

Freccia massima
  2 2
1 q  l4 a
! segue

fl ¼   54
2 1920 E  I l
102 LA DEFORMAZIONE ELASTICA PER FLESSIONE

28 Reazioni
Pa lþa
RA P RA ¼  RB ¼ P  HA ¼ 0
l l
HA f1
A B C
0,577 . l
f2 Taglio
RB
Pa
l a VA ¼ VBs ¼ 
l
MB
M
VBd ¼ Vc ¼ P
0 0

Momenti flettenti
V Bd VC

V MA ¼ MC ¼ 0
0 0

VA V Bs
MB ¼ P  a

Frecce

per x ¼ 0; 577  l

P  a  l2 P  a2  ðl þ aÞ
f1 ¼ f2 ¼
0; 06415  E  I 3EI

29 Reazioni

q
q  ½ða þ lÞ2  b2  q  ½ðb þ lÞ2  a 2 
C H A X B D
RA ¼ RB ¼
A 2l 2l
RA RB
x
HA ¼ 0
a l b
MB
Taglio
MA
a2  b2 þ l2
VC ¼ 0 VAs ¼  q  a VAd ¼ q 
M 2l
0 0
a2  b2  l2
VX ¼ RA  q  ða þ xÞ VBs ¼  q 
2l
Mmax
V Ad
V Bd VBd ¼qb
V a2  b2 þ l2
0 0
VX ¼ 0 per x ¼ VD ¼ 0
2l
V As

V Bs
Momenti flettenti
MA
- - q  a2 q  b2
MB MA ¼ MD ¼ 0 MA ¼  MB ¼ 
2 2
MA- = MB- = Ml / 2
ða þ xÞ2
MAB ¼ M þ
max ¼ RA  x  q 
0 0 2

Frecce
a 2  ð6  l þ 3  aÞ  l 3
M l+/2 per a ¼ b : f 1 ¼ f 2 ¼ q  a 
a= l a= l 24  E  I
2. 2 l /2 l /2 2. 2
q  l2
l
fl ¼  ð5  l 2  24  a 2 Þ
2 384  E  I
Travi iperstatiche
11

11.1 TRAVI IPERSTATICHE A UNA SOLA CAMPATA

Le formule riportate nella tabella 11.1 presuppongono che gli incastri siano perfetti; in realtà gli incastri
non sono mai rigidi, ma presentano sempre dei cedimenti che possono essere considerati, con approssima-
3
zione accettabile, assumendo un momento di incastro pari ai di quello che si avrebbe nel caso di inca-
4
stro perfetto, con conseguenti incrementi del momento positivo e delle frecce che possono essere però
trascurati in quanto assumono sempre valori molto limitati.

Tabella 11.1 Travi inflesse iperstatiche a sezione costante: formule di calcolo per diverse situazioni di
carico.

1 Reazioni
11 5
P RA ¼ P RB ¼ P HA ¼ 0
HA 16 16
A C B
MA f max b
RA RB Taglio
x
11 5
l/2 l/2 VA ¼ VCs ¼ P VCd ¼ VB ¼  P
16 16
l
MA Momenti flettenti
M 3
MA ¼  Pl MB ¼ 0
0 0 16
5
0,273 . l MC ¼ Pl
MC 32
VA V Cs
V Rotazione
P  l2
0 0 b¼
32  E  I
V Cd VB

Frecce

7 P  l3
fc ¼ 
768 EI
P  l3
! segue

per x ¼ 0; 447  l fmax ¼


107  E  I
104 TRAVI IPERSTATICHE

2 Reazioni
Pb
P RA ¼  ð3  l 2  b 2 Þ
HA 2  l3
A C B
MA f max b P  a2
RA RB RB ¼  ð2  l þ bÞ
a b 2  l3
l

MA
HA ¼ 0
M
Taglio
0 0

VA ¼ VCs ¼ RA VCd ¼ VB ¼ RB


MC

VA V Cs
V Momenti flettenti
0 0 Pab
MA ¼   ðl þ bÞ MB ¼ 0
V Cd VB 2  l2
P  a2  b
MC ¼  ðb þ 2  lÞ
2  l3

Rotazione
P  a2  b

4EI l

Freccia
P  a3  b2  ð3  l þ bÞ
fC ¼ fmax ¼
12  E  I  l 3

3 Reazioni
5 3
HA
q RA ¼  q  l RB ¼ ql HA ¼ 0
A X B
8 8
MA f max b
RA RB
x 0,422 . l
Taglio
5 3 5
l VA ¼  q  l VB ¼  ql Vx ¼ qlqx
8 8 8
0,75 . l
MA
0,375 . l Momenti flettenti
M
1 þ 1
MA ¼   q  l 2 Mmax ¼  q  l2
0 0 8 14; 2
VA Mx 5 q  l2 q  x2
M max MX ¼ qlx 
V 8 8 2
Vx

0 0
Rotazione
q  l3

VB 48  E  I

Freccia
1 q  l4
fmax ¼ 
185 EI
q  l4
fl ¼
2 192  E  I
TRAVI IPERSTATICHE 105

4 Reazioni
4 1
q RA ¼ ql RB ¼ ql
10 10
HA
A X B
MA f max b
HA ¼ 0
RA RB
0,447. l
Taglio
x
4
l VA ¼ ql
10
MA
0,775 . l 1
M VB ¼  ql
10
0 0 ql q  x2
VX ¼ þ
10 2l
MX
VA M max
Momenti flettenti
V
1
VX MA ¼   q  l2
0 0 15

þ
VB Mmax ¼ 0; 0298  q  l 2

qlx q  x3
MX ¼ 
10 6l

Rotazione
q  l3

120  E  I

Freccia
q  l4
fmax ¼ 0; 002 386 
EI

5 Reazioni
9 11
RA ¼ ql RB ¼ ql HA ¼ 0
q 40 40
HA
Taglio
A B
MA f max
RA RB 9
VA ¼ ql
0,402 . l 40
l
11
MA VB ¼  ql
0,329 . l 40
M

Momenti flettenti
0 0

MA ¼ 0; 058 33  q  l 2
VA M max
þ
V Mmax ¼ 0; 042 36  q  l 2
0 0

Freccia
VB 1 q  l4
! segue

fmax ¼ 
328 EI
106 TRAVI IPERSTATICHE

6 Reazioni
21 11
RA ¼ ql RB ¼ ql HA ¼ 0
64 64

q
HA

MA
A f b
B Taglio
RA RB
l/2 l/2 21 11
VA ¼ ql VB ¼  ql
l
64 64
MA
0,4146 . l
Momenti flettenti
M
5
0 0
MA ¼   q  l2
64
VA
M max 17
V Ml ¼  q  l2
2 384
0 0
þ
Mmax ¼ 0; 047 5  q  l 2
VB
Rotazione
5 q  l3
b¼ 
384 E  I

Freccia
q  l4
f l ¼ 0; 003 45 
2 EI

7 Reazioni
q  b2
HA C
q RA ¼  ð2  l 2 þ b2 Þ
8  l3
MA A fc B
RA RB qb
a b RB ¼  ð8  l 3  2  b  l 2  b3 Þ
8  l3
l

xo HA ¼ 0
MA
M
Taglio
0 0
VA ¼ VC ¼ RA VB ¼ RB
RB
VX ¼ 0 per x0 ¼
M max q
V
VA VC
X
0 0 Momenti flettenti

q  b2
MA ¼   ð2  l 2  b2 Þ
VB
8  l2
q  b2
MC ¼ RB  b 
2

þ R2B
Mmax ¼
2q

Freccia
q  a2  b2
fC ¼  ð3  l 2 þ 4  a  l  a2 Þ
48  E  I  l 3
TRAVI IPERSTATICHE 107

8 Reazioni
q
HA C
RA ¼ q  a  RB
A fc B
MA
RA RB q  a2 MA
a b RB ¼ þ HA ¼ 0
2l l
l

MA Taglio
M
VA ¼ RA VC ¼ VB ¼ RB
0 0 RA
VX ¼ 0 per x0 ¼
VA Mmax q

V Momenti flettenti
q  a2
MA ¼   ð2  l  aÞ2
0
X
0
8  l2
VC VB
xo MC ¼ RB  b

þ R2A
Mmax ¼ MA þ
2q

Freccia
q  a4  b
fC ¼  ðl 2 þ 4  b  l þ b2 Þ
48  E  I  l 3

9 Reazioni
3 M
RA ¼  
HA
fmax b 2 l
A B
MA M 3 M
RA RB RB ¼ þ  HA ¼ 0
0,334 . l 2 l
l
Taglio
MB
3 M
VA ¼ VB ¼  
M 2 l
0 0
Momenti flettenti
MA 0,667. l
M
V MA ¼ þ MB ¼ M
0 0 2

VA VB
Rotazione
Ml
b¼
4EI

Frecce
M  l2
fl ¼
2 32  E  I
M  l2
! segue

fmax ¼ 
27  E  I
108 TRAVI IPERSTATICHE

10 q
Reazioni RA ¼  ð5  l 2  6  a2 Þ
HA
q 8l
q
MA A B
RB ¼  ð3  l 2 þ 8  a  l þ 6  a2 Þ HA ¼ 0
RA RB 8l
l a< l
MB Taglio VA ¼ RA VBs ¼ VA  q  l VBd ¼ q  a
MA
M
Momenti flettenti
0 0
q  ðl 2  2  a2 Þ q  a2
MX
MA ¼  MB ¼ 
VA d
8 2
VB
V 5  l 2  6  a2
0
X
0
per x0 ¼
8l
s
VB
q  x20 þ
xo MX ¼ MA þ RA  x0  ¼ Mmax
2

11 x Reazioni
P
P
HA HB RA ¼ RB ¼ HA ¼ HB ¼ 0
MA A X C f
max
B MB 2
RA RB
l /2 l /2
Taglio
l
P P
l /4 l /4 VA ¼ VCs ¼ VCd ¼ VB ¼ 
2 2
MA MB
M
Momenti flettenti
0 0
Pl Pl
MA ¼ MB ¼  Ml ¼
MC 8 2 8
VA VCs
V
Freccia
0 0 P  l3
fl ¼
2 192  E  I
VCd VB

12 P  b2
P
Reazioni RA ¼  ð3  l  2  bÞ
l3
HA HB

MA A C
fc B MB P  a2
RA RB
RB ¼  ð3  l  2  aÞ HA ¼ HB ¼ 0
l3
a b

l Taglio VA ¼ VCs ¼ RA VCd ¼ VB ¼  RB


xA xB
P  a  b2
MA Momenti flettenti MA ¼ 
l2
M
MB P  a2 b 2  P  a2  b2
0 0
MB ¼  MC ¼
l2 l3
MC al bl
xA ¼ xB ¼
VA V Cs lþ2a lþ2b
V
P  a3  b3
Frecce fC ¼
0 0 3  E  I  l3
V Cd VB P  a 2  ð3  l  4  aÞ
per a < b : fmax ¼
48  E  I
P  b 2  ð3  l  4  bÞ
per a > b : fmax ¼
48  E  I
TRAVI IPERSTATICHE 109

13 Reazioni

P P RA ¼ RB ¼ P HA ¼ HB ¼ 0
HA HB
MA A C fmax D B MB Taglio
RA RB
a b a
VA ¼ VCs ¼ P VCd ¼ VD
s
¼0 d
VD ¼ VB ¼  P
l
MA MB
Momenti flettenti
M
P  a  ðl  aÞ P  a2
0 0
MA ¼ MB ¼  Mþ
CD ¼
MC MD
l l
VA VCs
Freccia
V
0
VDs
0
P  a 2  ð3  l  4  aÞ
V Cd f l ¼ fmax ¼
2 24  E  I
V Dd VB

14 Reazioni
q ql
RA ¼ RB ¼
HA HB 2
MA A X B MB
f max
RA RB
x
Taglio
l ql ql l
MA
VA ¼ VB ¼  V ¼ 0 per x ¼
MB 2 2 2
M
Momenti flettenti
0 0 1 1
MA ¼ MB ¼   q  l2 Ml ¼  q  l2
0,21.l Ml/2 0,21.l 12 2 24
VA
Freccia
V VX 1 q  l4
fl ¼ 
0 0 2 384 E  I
l /2

VB

15 Reazioni
x 3 7
q RA ¼  q max  l RB ¼  q max  l
20 20
HA HB
MA A X B MB
HA ¼ HB ¼ 0
fmax
RA RB
0,525 .l

l
Taglio VA ¼ RA VB ¼  RB
MB
MA Momenti flettenti
M q  l2 q  l2
MA ¼  MB ¼ 
0 0 30 20
0,236.l
MX Mþ
max ¼ 0,021 439  q  l
2
M max 0,192.l

0,548 .l
Frecce
VA
VX q  l4
V fl ¼
0 0 2 768  E  I
q  l4
! segue

fmax ¼
VB 764  E  I
110 TRAVI IPERSTATICHE

16 Reazioni
x ql
RA ¼ RB ¼ HA ¼ HB ¼ 0
q 4
HA HB
MA A X
fmax
B MB Taglio
RA RB

l/2 l/2 VA ¼ RA VB ¼  RB
l
MA MB Momenti flettenti
M 5 q max  l 2
MA ¼ MB ¼   q max  l 2 Mmax ¼
0 0 96 32
MX
0,215.l M l/2 0,215.l Freccia
VA
q  l4
V
VX f l ¼ fmax ¼ 0,001 823 
2 EI
0 0

VB

17 qb
Reazioni RA ¼ RB ¼ HA ¼ HB ¼ 0
q
2
HA HB
MA A C
fmax
D B MB Taglio
RA RB
a b a qb qb
VA ¼ VC ¼ VD ¼ VB ¼ 
l 2 2
MA MB

M
Momenti flettenti
qb
0 0
MA ¼ MB ¼   ð3  l 2  b 2 Þ
24  l
VA VC Ml/2
qb
V M l ¼ Mþ
max ¼  ð3  l 2  3  b  l þ b 2 Þ
2 24  l
0 0

Freccia
VD VB qb
f l ¼ fmax ¼  ð2  l 3  2  b 2  l þ b 3 Þ
2 384  E  I

18 Reazioni
qa
q RA ¼  ð2  l 3  2  a 2  l þ a 3 Þ
HA HB 2  l3
MA A C B MB
RA
fc
RB q  a3
RB ¼  ð2  l  aÞ HA ¼ HB ¼ 0
x 2  l3
a b

l
Taglio VA ¼ RA VC ¼ VB ¼  RB
MA
Momenti flettenti
M q  a2
MB
MA ¼   ð6  l 2  8  a  l þ 3  a 2 Þ
0 0 12  l 2
M max q  a2 RA 2
x o = RA /9 MB ¼   ð4  a  l  3  a 2 Þ MX ¼ MA þ
VA 12  l 2 2q

V Freccia
0 0 q  a4  b2 lþ2b
fC ¼ 2

VC VB 24  l  E  I l
TRAVI IPERSTATICHE 111

19 c
Reazioni
q  c  b  MA þ MB
RA ¼
q l
HA HB
MA A C X D B MB
q  c  a þ MA  MB
RB ¼ HA ¼ HB ¼ 0
RA RB l
c/2 c /2

x
Taglio
a b

l
VA ¼ VC ¼ RA VD ¼ VB ¼ RB
MA MB 2ac RA
V ¼ 0 per x0 ¼ þ
0 0 2l ql
MD
MC Momenti flettenti
MX
M max
 
VA VC qcb 3al
MA ¼   a2  c2 
l2 12  b
0 0  
qca 3bl
MB ¼   b2  c2 
xo VX l2 12  a
VD VB Mx ¼ RA  l  x þ MA

20 Reazioni
M
HA HB 6Mab 6Mab
MA A C B MB
RA ¼  RB ¼
RA RB
l3 l3
a b HA ¼ HB ¼ 0
l

MCs Taglio
MB
6Mab
M VA ¼ VB ¼ 
0 0 l3
M Cd
MA Momenti flettenti
V M  b  ð2  l  3  bÞ M  a  ð2  l  3  aÞ
0 0 MA ¼ þ MB ¼ 
l2 l2

VA VC VB
M s
C ¼ M A  VA  a M C ¼ M s
C þ M

21 Reazioni
q q
HA RA ¼  ð5  l 2  6  a 2 Þ
MA A B 8l
RA RB q
l a< l
RB ¼  ð3  l 2 þ 8  a  l þ 6  a2 Þ HA ¼ 0
8l
MB
MA
M Taglio
0 0
VA ¼ þRA VBs ¼ RA  q  l VBd ¼ þ q  a
MX
d
VA VB
5  l 2  6  a2
V V ¼0 per x0 ¼
0
X
0 8l

s Momenti flettenti
xo VB
q  q  a2
MA ¼   ðl 2  2  a2 Þ MB ¼ Mmax ¼
8 2
q  x20
MX ¼ M þ
max ¼ MA þ RA  x0 
2
112 TRAVI IPERSTATICHE

Criteri generali di calcolo di travi perfettamente incastrate


a) Ogni incastro può essere sostituito con il relativo momento d’incastro agente all’estremità prima inca-
strata, che ora si considera semplicemente appoggiata (fig. 11.1);

q Mi

Fig. 11.1

b) ogni sbalzo può essere soppresso concentrando sull’appoggio il carico gravante sullo sbalzo e aggiun-
gendo una coppia con momento uguale a quello prodotto dal carico rispetto all’appoggio adiacente allo
sbalzo (fig. 11.2);
q.a

q q

a – q . a2
2

P P

Fig. 11.2 a –P.a

c) gli abbassamenti e le rotazioni possono essere calcolati applicando il principio di sovrapposizione degli
effetti;
d) i momenti di incastro vengono calcolati imponendo che nelle sezioni di incastro la somma algebrica
delle rotazioni dovute ai carichi esterni e ai momenti di incastro incogniti sia nulla, ossia:
8
>
> A 1
< a ¼ E  I þ 6  E  I  ð2  MA þ MB Þ ¼ 0
>

>
> B 1
>
:b ¼ þ  ðMA þ 2  MB Þ ¼ 0
EI 6EI
risolvendo il sistema si ricavano i momenti di incastro MA ed MB che vengono quindi calcolati consi-
derando la trave semplicemente appoggiata;
e) la differenza fra la freccia massima e quella in mezzeria è quasi trascurabile; di conseguenza viene di
norma sempre determinata la freccia in mezzeria, il cui calcolo è più semplice, con la relazione (fig.
11.3):
l2
fl ¼ ðfl Þþ  ðMA þ MB Þ
2 2 16  E  I

MA MB

= A B =
A yl B y
2

MA MB

A ym B
= A B +
Fig. 11.3 yq

dove ð f l Þ ¼ abbassamento in mezzeria dovuto ai carichi esterni agenti sulla trave semplicemente ap-
2
l2
poggiata e  ðMA þ MB Þ ¼ abbassamento dovuto ai momenti d’incastro agenti alle estremità
16  E  I
della trave considerata scarica.
TRAVI IPERSTATICHE 113

11.2 TRAVE CONTINUA

Procedimento di calcolo
a b
a) Determinazione dei momenti flettenti sugli
appoggi (fig. 11.4).
P

q3
q4

C E 3I 3 D E 4I 4 E
X
l3 l4

x
Fig. 11.4

Vengolo calcolati applicando l’equazione dei tre momenti di Clapeyron.

Trave eterogenea e a sezione variabile (E ed I variabili per ogni campata)


  !
l3 l3 l4 l4 D1 D2
MC  þ 2  MD  þ þ ME  ¼ 6  þ
E3  I 3 E3  I 3 E4  I 4 E4  I 4 E3  I 3 E4  I 4

Trave omogenea e a sezione variabile (E costante per tutte le campate)


  !
l3 l3 l4 l4 D1 D2
MC  þ 2  MD  þ þ ME  ¼ 6  þ
I3 I3 I4 I4 I3 I4

Trave omogenea e a sezione costante (caso più comune; E ed I costanti per tutte le campate)
MC  l 3 þ 2  MD  ðl 3 þ l 4 Þ þ ME  l 4 ¼  6  ðD1 þ D2 Þ

L’equazione dei tre momenti deve essere scritta tante volte quanti sono gli appoggi intermedi, consideran-
do ogni volta due campate consecutive con la sovrapposizione di una (fig. 11.5).

1 2 3

q2 P
q4
q3
q1

A E
E 1I 1 B E 2I 2 C E 3I 3 D E 4I 4
a b

l1 l2 l3 l4
Fig. 11.5

Quando la trave è simmetrica, oppure tutte le campate hanno uguale luce, ed è simmetricamente caricata,
il numero delle incognite si riduce.

b) Calcolo degli sforzi di taglio all’inizio e al termine di ogni campata (fig. 11.6):
P

VDs V Dd q4 V Es V Ed

D Y X E
MD ME
y

a b

I4
Fig. 11.6
114 TRAVI IPERSTATICHE

ME  MD Pb q  l4
VDd ¼ þ þ
l4 l4 2

VPs ¼ VDd  q  a VPd ¼ VPs  P

VEs ¼ VDd  ðP þ q  l 4 Þ

c) Calcolo dei momenti flettenti in campata (fig. 11.6):


q  y2
MY ¼ MD þ VDd  y 
2
d q  x2
MX ¼ MD þ VD  x  P  ðx  aÞ 
2

d) Calcolo delle sezioni Z dove si annulla il momento flettente:


q  z2
MD þ VDd  z  P  ðz  aÞ  ¼0
2
che fornisce le ascisse delle sezioni riferite all’appoggio sinistro.

e) Calcolo delle reazioni vincolari:

RD ¼ VDd  VDs

f ) Calcolo della freccia nella sezione di mezzeria di ogni campata:


l 24
fl ¼ ðfl Þþ  ðMD þ ME Þ
2 2 16  E  I
dove ð f l Þ ¼ freccia in mezzeria dovuta ai carichi agenti sulla campata considerata isolata e appoggiata
2
agli estremi.

Trave continua con sbalzi alle estremità (fig. 11.7)

P2
1 2
P1

q1 q2 q3 q4

A B C D

a b

l1 l2 l3 l4 l5

Fig. 11.7

Si calcolano i momenti sugli appoggi di estremità


q 1  l 21
MA ¼  P1  b 
2
q 4  l 25
MD ¼  P 2  l 5 
2

considerando E  I ¼ costante.
Si applica quindi l’equazione dei tre momenti alle varie campate.
TRAVI IPERSTATICHE 115

Trave continua con le estremità incastrate (fig. 11.8)


P

q1
q2

A B C D

l1 l2 l3

Fig. 11.8

Per ogni incastro si aggiunge l’equazione:


2  M  l þ M  l ¼  6  A
A 1 B 1 2

considerando E  I ¼ costante.
Si applica quindi l’equazione dei tre momenti su tutte le campate.

Tabella 11.2 Travi continue omogenee a sezione costante: formule di calcolo.

1 Reazioni
P
HA
RA ¼ þ0; 406 3  P RB ¼ þ0; 687 5  P
A D B C

RA RB RC
RC ¼ 0; 0938  P HA ¼ 0
l /2 l /2
Taglio
l l
s d
MB VA ¼ VD ¼ þ0; 4063  P VD ¼ VBs ¼ 0; 5937  P
M
VBd ¼ VC ¼ þ0; 0938  P
0 0

0,158 . l Momenti flettenti

MA ¼ MC ¼ 0 MB ¼ 0; 0938  P  l
V MD
þ
VA VDs MD ¼ Mmax ¼ þ0; 2031  P  l
V Bd VC Freccia
0 0
0; 015  P  l 3

V Dd V Bs
EI

2 Reazioni
5 22
P P RA ¼ RC ¼ P RB ¼ P HA ¼ 0
HA 16 16
A D B E C
RA RB RC Taglio
l/2 l/2 l/2 l/2
s 5 d 11
l l VA ¼ VD ¼þ P VD ¼ VBs ¼  P
MB
16 16
M
11 5
0 0 VBd ¼ VEs ¼ þ P VEd ¼ VC ¼  P
0,273.l
16 16
MD ME
V Bd V Es Momenti flettenti MA ¼ MC ¼ 0
V
VA V Ds 3 5
0 0
MB ¼  Pl MD ¼ ME ¼ þ Pl
16 32
V Ed VC
V Dd VBs P  l3
! segue

Freccia f ¼ 0; 0091 
EI
116 TRAVI IPERSTATICHE

3 Reazioni
3 5
q RA ¼ RC ¼ ql RB ¼ ql HA ¼ 0
HA 8 4
A B C

RA RB RC Taglio
l l 3 5 5
MB
VA ¼  q  l VBs ¼  ql VBd ¼ ql
0,75.l 0,375.l
8 8 8
M s 3
VC ¼   q  l
8
0 0

Momenti flettenti
VBd
Mmax Mmax 1
V
VA
MA ¼ MC ¼ 0 MB ¼   q  l2
8
9
0 0 campate AB e BC : M þ
max ¼  q  l2
128
VC
q  l4
VBs Freccia f l ¼ 0,0054 
2 EI

4 Reazioni
q1 q1  l1 MB q 2  l2 MB
HA q2 RA ¼ þ RC ¼ þ
A B C 2 l1 2 l2
RA RB RC RB ¼ q1  l1 þ q2  l2  RA  RC HA ¼ 0
l1 l2

MB
Taglio VA ¼ RA VBs ¼ RA  q1  l1
M
VBd ¼ RB  VBs VC ¼ RC
0 0
MX2 Momenti flettenti
q1  l 31 þ q2  l 32
V
VA MX1 MA ¼ MC ¼ 0 MB ¼ 
8  ðl1 þ l2 Þ
V Bd
 
0
X1 X2
0 q1  l 21 MB MB
VC MAB ¼ þ  þ1
8 2 q1  l 21
 
q2  l 22 MB MB
VBs
MBC ¼ þ  þ1
8 2 q2  l 22

5 Reazioni
HA q
RA ¼ 0; 437  q  l RB ¼ 0; 625  q  l
A B C
RA RB RC
RC ¼ 0; 063  q  l HA ¼ 0
l l

M MB Taglio
0 0
VA ¼ 0; 437  q  l VBs ¼ 0; 563  q  l
0,126 .l

V V
A
MX VBd ¼ VC ¼ 0; 063  q  l
V Bd VC
0
X
0 Momenti flettenti MA ¼ MC ¼ 0
1 1
0,437.l
V Bs
MB ¼   q  l2 MX ¼ Mmax ¼  q  l2
16 10; 4

Freccia massima
q  l4
campata AB: fmax ¼ 0; 0092 
EI
TRAVI IPERSTATICHE 117

6 Reazioni
q 9 ql 1
HA HC RA ¼ ql RB ¼ RC ¼  ql
MA A B C MC 16 2 16
RA RB RC
l l
HA ¼ 0
MA
0,333.l Taglio
M MB 9
VA ¼ þ ql
0 0 16
MC
7
0,234.l MX 0,109.l VBs ¼  ql
16
0,437.l
VA
VBd 1
V x VC
VBd ¼ VC ¼ ql
0 0 16
VBs Momenti flettenti
5 1
MA ¼   q  l2 MB ¼   q  l2
48 24
1
MC ¼ þ  q  l2
48

þ 1
MX ¼ Mmax ¼þ  q  l2
18; 5

Freccia massima
1 q  l4
campata AB: fmax ¼ 
250 EI

7 Reazioni
2 11
q1 q RA ¼ RD ¼ ql RB ¼ RC ¼ ql HA ¼ 0
HA 5 10
A B C D
RA RB RC RD Taglio
l l l 2 3
MB MC VA ¼  VD ¼ ql VBs ¼  VCd ¼  ql
5 5
M 0,40.l 0,40.l
1
VBd ¼  VCs ¼ ql
2
0 0

M X2 Momenti flettenti
0,276.l 0,209 .l
MX1 0,209.l 0,276 .l MX1 MA ¼ MD ¼ 0
1
l/2 MB ¼ MC ¼   q  l2
V Cd 10
V V Bd
VA 1
campate AB e CD : M þ
max ¼  q  l2
12,5
X1 X2 X1
0 0 1
campata BC : M þ
max ¼  q  l2
40
VD
VCs Frecce
VBs
q  l4
campate AB e CD : f ¼ 0,0068 
EI
q  l4
! segue

campata BC : f ¼ 0,000 52 
EI
118 TRAVI IPERSTATICHE

8 Reazioni RA ¼ 0; 383  q  l RB ¼ 1; 20  q  l
HA q
RC ¼ 0; 45  q  l RD ¼ 0; 033  q  l HA ¼ 0
A B C D

RA RB RC RD Taglio VA ¼ 0; 383  q  l VBs ¼ 0; 617  q  l


l l l

0,20. l 0,25 .l 0,10 .l VBd ¼ 0; 583  q  l VCs ¼ 0; 417  q  l


MB
M VCd ¼ VD ¼ 0; 033  q  l
MC
0 0 Momenti flettenti MA ¼ MD ¼ 0
2
MX 1
MX 2 MB ¼ 0; 117  q  l MC ¼ 0; 033  q  l 2
0,383.l 0,417. l
Mx1 ¼ þ0; 079  q  l 2 Mx2 ¼ þ0; 0546  q  l 2
V V Bd
VA
V Cd VD Frecce
X1 X2
0 0
q  l4
V Cs campata AB: f ¼ 0; 0099 
V Bs EI
q  l4
campata BC: f ¼ 0; 0068 
EI

9 Reazioni RA ¼ RD ¼ 0; 45  q  l
q q
HA RB ¼ RC ¼ 0; 55  q  l HA ¼ 0
A B C D

RA RB RC RD Taglio VA ¼ VD ¼ 0; 45  q  l
l l l

0,45.l 0,45.l
VBs ¼ VCd ¼ 0; 55  q  l VBd ¼ VCs ¼ 0

M
MB MC Momenti flettenti MA ¼ MD ¼ 0
0 0
1 2 þ 10
0,10.l 0,10 .l
MB ¼ MC ¼  ql MX ¼ Mmax ¼  q  l2
MX MX 20 99
VA V Cd

V
Frecce
X VBd X
0
VCs
0 q  l4
campate AB e CD: f ¼ 0; 0099 
VBs
VD EI

10 Reazioni
q 1 11
HA RA ¼ RD ¼  ql RB ¼ RC ¼ þ ql
A B C D 20 20
RA RB RC RD HA ¼ 0
l l l

MB MC
Taglio
M 1 1
0 0 VA ¼ VD ¼  ql VBs ¼ VCd ¼  ql
20 20
0,113.l 0,113.l
MX 1
V Bd VBd ¼ VCs ¼ ql
2
V VCd VD
X
0 0
VA VBs
Momenti flettenti MA ¼ MD ¼ 0
l /2 VCs 1 5
MB ¼ MC ¼   q  l2 MX ¼ þ  q  l2
20 67

Freccia
q  l4
campata BC: f ¼ 0; 0068 
EI
TRAVI IPERSTATICHE 119

11 Reazioni
q1 q RA ¼ 0; 433  q  l RB ¼ 0; 650  q  l
HA
A B C D

RA RB RC RD
RC ¼ 0; 100  q  l RD ¼ 0; 0017  q  l HA ¼ 0
l l l

MB Taglio
0,866.l
M
VA ¼ þ0; 433  q  l
0 0
VBs ¼ 0; 567  q  l
MC
0,798.l
VBd ¼ VCs ¼ þ0; 083  q  l
V
VA
Mmax
VCd ¼ VD ¼ 0; 017  q  l
VBd VCs
X
0 0 Momenti flettenti
VCd VD

0,433.l MB ¼ 0; 067  q  l 2 MC ¼ þ0; 017  q  l 2


þ
VBs MX ¼ Mmax ¼ 0; 094  q  l 2
l l
2
MBC ¼ 0; 025  q  l 2 2
MCD ¼ þ0; 008  q  l 2

12 Reazioni
q1 q
11 8
HA RA ¼ RE ¼ ql RB ¼ RD ¼ ql
A B C D E 28 7
RA RB RC RD RE
13
l l l l RC ¼ ql HA ¼ 0
MB MD
14
M 0,786. l MC 0,786 .l
Taglio
11 17
0 0
VA ¼  VE ¼ ql VBs ¼  VDd ¼  ql
28 28
M
0,266 . l MX2 0,195. l X2 d s 15 13
VB ¼  VD ¼ ql VCs ¼  VCd ¼  ql
MX1
0,536.l 0,536.l
MX1 28 28
0,393 . l 0,393 . l
VDd
V VBd
V Cd
Momenti flettenti
VA

MA ¼ ME ¼ 0
X1 X2 X2 X1
0 0
3
MB ¼ MD ¼   q  l2
V Cs VE 28
VDs
VBs 1
MC ¼   q  l2
14
1
campate AB e DE : M þ
max ¼  q  l2
12,96
1
campate BC e CD : M þ
max ¼  q  l2
27,51

Frecce
q  l4
campate AB e DE : f ¼ 0,0065 
EI
q  l4
! segue

campate BC e CD : f ¼ 0,0019 
EI
120 TRAVI IPERSTATICHE

13 Reazioni

q q
RA ¼ RC ¼ 0,172  q  l
HA
A B C RB ¼ 0,656  q  l
RA RB RC
l/2 l/2 l/2 l/2 HA ¼ 0
l l
MB
Taglio
0,415.l
M
VA ¼  VC ¼ 0,172  q  l

0 0 VBs ¼  VBd ¼ 0,328  q  l

Momenti flettenti
M max V Bd M max

V
VA
MA ¼ MC ¼ 0

MB ¼  0,078  q  l 2
X X
0 0

campate AB e BC : M þ
max ¼ 0,0476  q  l
2

VC
Freccia
VBs
q  l4
f ¼ 0; 003 5 
EI

14 Reazioni
q
HA HD RA ¼ 0; 484  q  l RB ¼ 1; 066  q  l
A B C D
MA MD
RA RB RC
RD RC ¼ 0; 517  q  l RD ¼ 0; 067  q  l
l l l
0,237.l 0,213 . l HA ¼ HD ¼ 0
0,205.l 0,113 . l
MB
MA
MC Taglio
M
0 0
MD VA ¼ 0; 484  q  l VBs ¼ 0; 516  q  l
MX1 MX2
0,438.l 0,55.l
VBd ¼ 0; 55  q  l VCs ¼ 0; 45  q  l
V Bd
VA
VCd VD
V X1 X2 VCd ¼ VD ¼ 0; 067  q  l
0 0

VBs VCs Momenti flettenti


10 10
MA ¼   q  l2 MB ¼   q  l2
128 106
10 1
MC ¼   q  l2 MD ¼  q  l2
225 45
10 1
MX1 ¼  q  l2 MX2 ¼  q  l2
256 18

Frecce
q  l4
campata AB: f ¼ 0; 0043 
EI
q  l4
campata BC: f ¼ 0; 0061 
EI
TRAVI IPERSTATICHE 121

15
Reazioni
q
HA HD 1
MA
A B C D
MD
RA ¼ RD ¼  ql
36
RA RD
RB RC
19
l l l RB ¼ RC ¼ ql HA ¼ HD ¼ 0
36
l/3 l/3
MB MC
M
Taglio
0 0
1
MA MD VA ¼ VBs ¼  ql
0,127 . l MX 0,127 . l 36
V Bd 1 1
V Cd VD
VBd ¼ VCs ¼ ql VCd ¼ VD ¼ ql
V 10 36
X
0 0

VA V Bs
V Cs
Momenti flettenti
1
MA ¼ MD ¼ þ  q  l2
36
1 5
MB ¼ MC ¼   q  l2 Mx ¼  q  l2
18 72

Freccia massima
q  l4
campata BC: fmax ¼ 0; 0061 
EI

16
Reazioni
q q
HA HD 21
A B C D RA ¼ RD ¼ ql
MA MD 36
RA RB RC RD
15
l l l RB ¼ RC ¼ ql HA ¼ HD ¼ 0
36
0,237 . l 0,07 . l 0,07 . l 0,237 . l

MA MD
MB MC
Taglio
M
21
0 0 VA ¼ VD ¼ ql
36
MX1 MX1
0,58 . l 0,58 . l 15
VBs ¼ VCd ¼  ql
VA 36
V Cd
V
X1 V Bd X1 VBd ¼ VCs ¼ 0
0 0
V Cs

V Bs
VD Momenti flettenti
1
MA ¼ MD ¼   q  l 2
9
1 5
MB ¼ MC ¼   q  l2 MX1 ¼  q  l2
36 83

Frecce

q  l4
! segue

campate AB e CD: f ¼ 0; 0043 


EI
122 TRAVI IPERSTATICHE

17 Reazioni
q
HA HC
RA ¼ RC ¼ 0,50  q  l RB ¼ q  l HA ¼ HC ¼ 0
MA A B C MC
RA RB RC Taglio
l l
MA MB MC
VA ¼  VC ¼ 0,50  q  l VBs ¼  VBd ¼  0,50  q  l
M

0 0 Momenti flettenti
Mmax Mmax 1
0,211.l 0,211. l = = MA ¼ MB ¼ MC ¼   q  l2
l/2
12
VA VBd 1
V
campate AB e BC : M þmax ¼  q  l2
24
0 0

l/2 q  l4
VBs VC Freccia f ¼ 0; 0026 
EI
18 Reazioni RA ¼ RD ¼ 0,50  q  l
q
HA HD
RB ¼ RC ¼ q  l HA ¼ HD ¼ 0
MA A B C D MD
Taglio
RA RB RC RD
l l l
MA
VA ¼  VD ¼ 0,50  q  l VBs ¼  VCd ¼  0,50  q  l
MB MC MD

VBd ¼  VCs ¼ 0,50  q  l


M

0 0
Momenti flettenti
Mmax Mmax Mmax 1
0,21.l 0,21.l MA ¼ MB ¼ MC ¼ MD ¼   q  l2
12
l/2 l/2 l/2 1
VA V Bd V Cd
campate AB, BC, CD : M þ
max ¼  q  l2
V
24

0 0 Freccia
q  l4
f ¼ 0; 0029 
V Bs V Cs VD EI

Tabella 11.3 Travi continue omogenee a sezione costante: coefficienti K di calcolo per schemi di carico
differenti.
Schema della trave Coefficienti Coefficienti Coefficienti
K1 K 2 per K3
per le reazioni i momenti per i momenti
A B C R M M
degli appoggi sull’appoggio nelle campate
l l

A B C B AB BC

RA ¼ RB ¼ RC ¼ MB ¼ MAB ¼ MBC ¼
Schemi di carico
K1  q  l K1  q  l K1  q  l K2  q  l2 K3  q  l 2 K3  q  l 2

q
1 0,375 1,250 0,375  0,125 0,070 0,070

q
2 0,437 0,626  0,063  0,063 0,096  0,031

q
3  0,063 0,626 0,437  0,063  0,031 0,096
Schema della trave Coefficienti
Coefficienti Coefficienti
K2
K1 K3
A B C D
per i momenti M
per le reazioni R degli appoggi per i momenti M nelle campate
sugli appoggi

l l l
A B C D B C AB BC CD

RA ¼ RB ¼ RC ¼ RD ¼ MB ¼ MC ¼ MAB ¼ MBC ¼ MC D ¼
Schemi di carico
K1  q  l K1  q  l K1  q  l K1  q  l K2  q  l2 K2  q  l2 K3  q  l2 K3  q  l2 K3  q  l 2

q
1 0,400 1,100 1,100 0,400  0,100  0,100 0,080 0,025 0,080

q q
2 0,450 0,550 0,550 0,450  0,050  0,050 0,101  0,050 0,101

q
3 0,383 1,200 0,450  0,033  0,117  0,033 0,073 0,050 0,017
TRAVI IPERSTATICHE

q
4  0,050 0,550 0,550  0,050  0,050  0,050  0,025 0,075  0,025

q
5 0,433 0,650  0,100 0,017  0,067 0,017 0,094  0,025 0,008
123

! segue
Coefficienti
124

Schema della trave Coefficienti Coefficienti


K2
K1 K3
A B C D E
per i momenti M
per le reazioni R degli appoggi per i momenti M nelle campate
sugli appoggi

l l l l
A B C D E B C D AB BC CD DE

RA ¼ RB ¼ RC ¼ RD ¼ RE ¼ MB ¼ MC ¼ MD ¼ MAB ¼ MBC ¼ MC D ¼ MDE ¼


Schemi di carico
K1  q  l K1  q  l K1  q  l K1  q  l K1  q  l K2  q  l 2 K2  q  l 2 K2  q  l 2 K3  q  l 2 K3  q  l 2 K3  q  l 2 K3  q  l 2

q
1 0,393 1,143 0,928 1,143 0,393 0,107 0,071 0,107 0,077 0,036 0,036 0,077

q q
2 0,446 0,572 0,464 0,572 0,054 0,054 0,036 0,054 0,100 0,045 0,081 0,027

q q
3 0,380 1,223 0,357 0,598 0,442 0,121 0,018 0,058 0,072 0,061 0,038 0,097
TRAVI IPERSTATICHE

q
4 0,036 0,465 1,142 0,465 0,036 0,036 0,107 0,036 0,018 0,056 0,056 0,018

q
5 0,433 0,652 0,107 0,026 0,004 0,067 0,018 0,004 0,094 0,026 0,007 0,002

q
6 0,049 0,545 0,571 0,080 0,013 0,049 0,054 0,013 0,024 0,073 0,021 0,006
Telai semplici a portale
12

12.1 PORTALI ISOSTATICI

Deve essere verificata la relazione:

1  a þ 2  c e þ 3  i þ 2   ðm  1Þ ¼ 3  n
ci

Tabella 12.1 Formule di calcolo.

1 Portale a tre cerniere

VD
ND - E
q MD ME
D E
C

N V VE M
h

A HA HB B
NA-D NB-E VA-D VB-E

RA RB

l /2 l/2

ql q  l2
Reazioni RA ¼ RB ¼ HA ¼  HB ¼
2 8h

Sforzo ql ql


normale piedritti AD e BE : NAD ¼  NBE ¼ 
2 2
q  l2
traverso DE : NDE ¼ 
8h

q  l2 ql q  l2
Taglio VAD ¼  VC ¼ 0 VD ¼  VE ¼ VBE ¼ þ
8h 2 8h

Momenti q  l2
! segue

flettenti MA ¼ MB ¼ MC ¼ 0 MD ¼ ME ¼ 
8
126 TELAI SEMPLICI A PORTALE

2 Portale a tre cerniere

NC -D

VC MD
C D
q

VC-D

Mmax
N V M

h /2
HA HB
A B N A-C NB-D VA VB-D
RA RB

q  h2 qh
Reazioni RB ¼  RA ¼ HA ¼ HB ¼ 
2l 2

Sforzo q  h2
normale piedritto AC : NAC ¼
2l
q  h2
piedritto BD : NBD ¼ 
2l
qh
traverso CD : NCD ¼ 
2

qh qh
Taglio piedritto AC : VA ¼  VC ¼ piedritto BD : VBD ¼
2 2
q  h2
traverso CD : VCD ¼ 
2l

Momenti MA ¼ MB ¼ MC ¼ 0
flettenti
q  h2 q  h2
piedritto AC : M h ¼ MD ¼ 
2 8 2

3 Portale a due cerniere e appoggio semplice

VC

q MC
HB NC-B
C
B

N V M
h

HA
A NA- C VA- C

RA

q  l2
Reazioni RA ¼ q  l HA ¼  HB ¼
2h

Sforzo q  l2
normale NAC ¼  q  l NCB ¼ 
2h

q  l2
Taglio VAC ¼  VC ¼ q  l VB ¼ 0
2h

Momenti q  l2
flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MC ¼ 
2
TELAI SEMPLICI A PORTALE 127

4 Portale a tre cerniere

ND-E
VD ME
D E MD
q

Mmax
X VD-E X
MD
N V M

0,75 .h

0,75 .h
h
HA HB
A B NA-D NB-E VA VB-E
RA RB

l /2 l /2

q  h2 q  h2
Reazioni RA ¼  RB ¼ þ
2l 2l
3 1
HA ¼  qh HB ¼  qh
4 4

Sforzo q  h2 1 q  h2
normale NAD ¼ þ NDE ¼   q  h2 NBE ¼ 
2l 4 2l

3 1
Taglio VA ¼ qh VD ¼  qh
4 4
q  h2 1
VDE ¼  VBE ¼ qh
2l 4

Momenti 1 1 9
flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MD ¼  q  h2 ME ¼   q  h2 Mmax ¼ MX ¼  q  h2
4 4 32

5 Portale a tre cerniere

P P ND-E
VD-F MD ME
D E
F C G VG-E

N V M
h

A HA HB B
NA-D N B-E VA-D VB-E

RA RB

l/4 l/4 l/4 l/4

Pl
Reazioni RA ¼ RB ¼ P HA ¼ HB ¼
4h

Sforzo Pl
normale NAD ¼ NBE ¼ P NDE ¼ 
4h

Pl Pl
Taglio VAD ¼  VBE ¼
4h 4h

VDF ¼ P VFG ¼ 0 VGE ¼ P

Momenti Pl
! segue

flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MD ¼ ME ¼  MFG ¼ 0
4
128 TELAI SEMPLICI A PORTALE

6 Portale a tre cerniere

x M쎿E
M쎿F
NE- F VEd ME
q VFd MF
X X
D E C F G M씵E MF씵
VEs VFs MX
N
h

V M

A HA HB B
NA-E NB-F VA-E VB-F
RA RB
l1 l2
a l b

   
Reazioni aþlþb aþlþb
q  ða þ l þ bÞ  b q  ða þ l þ bÞ  a
2 2
RA ¼ RB ¼
l l
a þ l1 l2 þ b
RA  l 1  q  ða þ l 1 Þ  RB  l 2  q  ðl 2 þ bÞ 
2 2
HA ¼ HB ¼
h h
Sforzo traverso
normale
tratto DE : NDE ¼ 0
tratto EF : NEF ¼  HA
tratto FG : NFG ¼ 0
piedritto AE : NAE ¼  VA
piedritto BF : NBF ¼  VB

Taglio traverso
tratto DE : VD ¼ 0 VEs ¼  q  a
tratto EF : VEd ¼ VEs þ RA VFs ¼ VEd  q  l
RA  q  a
tratto FG : VFd ¼ VFs þ RB VG ¼ 0 V ¼ 0 per x ¼
q
piedritto AE : VAE ¼  HA
piedritto BF : VBF ¼ HB

Momenti traverso
flettenti q  a2
tratto DE : MD ¼ 0 ME ¼ 
2
q  a2
tratto EF : ME0 ¼   HA  h MC ¼ 0
2
ða þ xÞ2
MX ¼  q   HA  h þ RA  x
2
ða þ l Þ2
MF0 ¼  q   HA  h þ RA  l
2
q  b2
tratto FG : MF ¼  MG ¼ 0
2
piedritto AE : MA ¼ 0 ME00 ¼ HA  h
piedritto BF : MB ¼ 0 MF00 ¼ H B  h
TELAI SEMPLICI A PORTALE 129

12.2 PORTALI IPERSTATICI

È verificata la relazione:
1  a þ 2  c e þ 3  i þ 2  ðm  1Þ > 3  n
ci
Possono essere calcolati applicando l’equazione dei tre momenti quando risulta soddisfatta una delle se-
guenti condizioni:
a) la struttura è simmetrica (i piedritti devono presentare uguale lunghezza e uguale sezione, eventual-
mente differente nella traversa) e simmetricamente caricata;
b) la struttura non è simmetrica a livello strutturale, oppure non è simmetricamente caricata, però è
vincolata in modo tale da non consentire alcuna traslazione orizzontale.

Tabella 12.2 Formule di calcolo.

1 Portale incernierato ai piedi

P MC MD
C D
I2 E
I1 I1
ME
h

A HA HB B

RA RB

a b

I2 h Pb Pa 3Pab


Reazioni k¼  RA ¼ RB ¼ HA ¼ HB ¼
I1 l l l 2  h  l  ð2  k þ 3Þ

Momenti 3Pab
flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MC ¼ MD ¼  ¼ HA  h
2  l  ð2  k þ 3Þ
Pab 4kþ3
ME ¼ Mmax ¼ þ 
2l 2kþ3

2 Portale incernierato ai piedi

q MC MD
– –
C D
l2 – + –

l1 l1 M
h

HA HB
A B

RA
RB
l

I2 h ql
Reazioni k¼  RA ¼ RB ¼
I1 l 2
q  l2
HA ¼  HB ¼
4  h  ð2  K þ 3Þ

Momenti q  l2
flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MC ¼ MD ¼ 
4  ð2  k þ 3Þ
q  l2 2kþ1
! segue


max ¼ M l ¼ 
2 8 2kþ3
130 TELAI SEMPLICI A PORTALE

3 Portale incernierato ai piedi

MD
q MC –
C D
+ –
l2
Y
l1 l1 +

y
A B
HA HB
RA
RB
l

I2 h q  h2
Reazioni k¼  RB ¼  RA ¼
I1 l 2l

qh 11  k þ 18
HA ¼ HB ¼  
8 2kþ3

Momenti
flettenti MA ¼ MB ¼ 0
q  h2 3kþ6
MC ¼ 
8 2kþ3
q  h2 5kþ6 h 11  k þ 18
MD ¼   y¼ 
8 2kþ3 8 2kþ3
y2

max ¼ MY ¼ HA  y  q 
2

4 Portale incastrato ai piedi

P MC MD
C D
I2 E
I1 I1
h

ME

A HA HB B
MA MB
MA MB
RA RB
a b

 
I2 h Pb a  ðb  aÞ
Reazioni k¼  RA ¼  1þ RB ¼ P  RA
I1 l l l 2  ð1 þ 6  kÞ
3Pab
HA ¼ HB ¼
2  h  l  ðk þ 2Þ
 
Momenti Pab 1 ba
flettenti MA ¼  
2l 2þk l  ð1 þ 6  kÞ
 
Pab 1 ba
MB ¼  þ
2l 2þk l  ð1 þ 6  kÞ

MC ¼ MA  H A  h MD ¼ MB  H B  h

Pab b  MC þ a  MD
ME ¼ Mmax ¼ þ
l l
TELAI SEMPLICI A PORTALE 131

5 Portale incastrato a piedi

q MC MC
– –
C D
l2 – + –

l1 M

h
l1
A HA HB B
MA + + MB

MA MB
RA l RB

Reazioni I2 h
k¼ 
I1 l
ql
RA ¼ RB ¼
2
q  l2
HA ¼  HB ¼
4  h  ðk þ 2Þ

Momenti q  l2
flettenti MA ¼ MB ¼
12  ðk þ 2Þ
q  l2
MC ¼ MD ¼ 
6  ðk þ 2Þ
q  l2 2þ3k

max ¼ M l ¼ 
2 24 kþ2

6 Portale incastrato a piedi

MD
MC
q –
C D
l2 + –
+
l1 M
l1
h

A B – +
HA HB MA MB
MA MB
RA l RB

I2 h
Reazioni k¼ 
I1 l
q  h2  k
RB ¼  RA ¼
l  ð6  k þ 1Þ
qh 2kþ3
HA ¼ HB ¼  
8 kþ2
" #
Momenti q  h2 3þk 1þ4k
flettenti MA ¼   þ
4 6  ð2 þ kÞ 1þ6k
" #
q  h2 1þ4k 3þk
MB ¼  
4 1þ6k 6  ð2 þ kÞ

q  h2
! segue

MC ¼ MA  H A  h þ MD ¼ MB  HB  h
2
132 TELAI SEMPLICI A PORTALE

7 Portale zoppo con cerniera

N쎿C NB
V쎿C VB
C HB NC MC
q

I2 B VC
RB
I1

MX
N X V M

y
HA
A NA VA
RA

I2 h q  h2 k qh 4þ3k
Reazioni k¼  RA ¼ RB ¼  HA ¼  
I1 l 8l kþ1 8 1þk
qh 4þ5k
HB ¼  
8 1þk

Sforzo
normale NAC ¼ RA
NCB ¼ HB

h 4þ3k HA
Taglio VA ¼ þ H A VC ¼ HB V C0 ¼ VB ¼ RB y¼  ¼
8 1þk q

Momenti q  h2 k q  y2
flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MC ¼   Mx ¼ Mmax ¼ HA  y 
8 1þk 2

8 Portale zoppo con cerniera e incastro

N쎿C NB
V쎿C VB MC
C HB NC
q

I2 B VC
RB
I1
MX

N X V M
h

A HA
NA VA MA
MA
RA
l

I2 h q  h2 k qh 5þ3k
Reazioni k¼  RA ¼ RB ¼  HA ¼  
I1 l 4l 4þ3k 2 4þ3k
qh 3þ3k
HB ¼  
2 4þ3k

Sforzo
normale NAC ¼ RA NCB ¼ HB

h 5þ3k HA
Taglio VA ¼ þ H A VC ¼ HB VC0 ¼ VB ¼ þ RB y¼  ¼
2 4þ3k q

Momenti q  h2 2þk q  h2 k
flettenti MA ¼   MB ¼ 0 MC ¼  
4 4þ3k 4 4þ3k
q  y2
Mx ¼ Mmax ¼ MA þ HA  y 
2
TELAI SEMPLICI A PORTALE 133

9 Portale zoppo con cerniera

VC

q NC-B MC
HB X X
C
I2 B
RB VB
I1 x MX

h
N V M
HA
A NA- C VA-C

RA

I2 h ql MC ql MC
Reazioni k¼  RA ¼  RB ¼ þ
I1 l 2 l 2 l
q  l2
HA ¼  HB ¼
8  h  ðk þ 1Þ

Sforzo
normale NAC ¼ RA NCB ¼ HA

Taglio VAC ¼ HA VC ¼ þRA VB ¼ RB

Momenti q  l2
flettenti MA ¼ MB ¼ 0 MC ¼ 
8  ðk þ 1Þ
x VB
MX ¼ Mmax ¼ VB  per x ¼
2 q

10 Portale zoppo con incastro e cerniera

VC쎾
x
q NC쎾 NB MC
HB NC X
C
D I2 B VC

I1 RB VB
N V M
h

x
MX
h /2

A HA
NA VA MA
MA
RA
l

I2 h ql MC
Reazioni k¼  RA ¼ 
I1 l 2 l
ql MC 3  MA
RB ¼ þ HA ¼ HB ¼
2 l h

Sforzo
normale NAC ¼ RA NCB ¼ HA

RB
Taglio VAC ¼ HA V C0 ¼ þRA VB ¼ RB V ¼ 0 per x ¼
q

Momenti q  l2
flettenti MA ¼ þ MB ¼ 0
4  ð3  k þ 4Þ
q  l2 RB  x
! segue

MC ¼ 2  MA ¼  MX ¼ Mmax ¼
2  ð3  k þ 4Þ 2
134 TELAI SEMPLICI A PORTALE

11 Portale zoppo con incastro e cerniera

P VC쎿 VDs
NC쎿 NB
C HB NC MC
D I2 B
VDd VB
I1 RB
N V MD M

h /3
A HA
NA VA - C MA
MA
RA
a b

I2 h P  b  MC
Reazioni k¼  RA ¼
I1 l l
3  MA
RB ¼ P  RA HA ¼ HB ¼
h

Sforzo
normale NAC ¼ RA NCB ¼ HA

Taglio VAC ¼ HA V C0 ¼ VD


s
¼ þRA
d
VD ¼ VB ¼ RB

Momenti P  a  b  ðl þ bÞ
flettenti MA ¼ þ
l 2  ð3  k þ 4Þ

MC ¼ 2  MA MB ¼ 0 MD ¼ RB  b

Tabella 12.3 Archi.

Archi a tre cerniere

1 2 3
q q C
q

C C
f
f

A
HA HB B
A HA HB B A HA HB B
RA RB
RA RB RA RB
l
l l

ql 1 3 qf 2
RA ¼ RB ¼ RA ¼ ql RB ¼ ql RA ¼ RB ¼ 
2 8 8 2l
q  l2 q  l2 3
HA ¼ HB ¼ HA ¼ HB ¼ HA ¼  qf
8f 16  f 4
1
HB ¼  qf
4
TELAI SEMPLICI A PORTALE 135

Archi parabolici a due cerniere

4 5 6
q C

q
q

C C

f
f
A

f
B HA HB B
A HA HB
A HA HB B
RA RB RA RB
l RA RB l
l/2

ql 1 3 qf 2
RA ¼ RB ¼ RA ¼ ql RB ¼ ql RA ¼ RB ¼ 
2 8 8 2l
q  l2 q  l2 5
HA ¼ HB ¼ HA ¼ HB ¼ HA ¼  qf
8f 16  f 7
MC ¼ 0 q  l2 2
MC ¼  HB ¼  ql
16 7
1
MC ¼  qf 2
28

Archi parabolici incastrati

45 Ic
n¼ 
4 AC  f 2
dove: IC ¼ momento d’inerzia della sezione in chiave;
AC ¼ area della sezione in chiave.

7 8 9
q

q q
C
C C

f
A B
f
f

HA HB
A B A B MA MB
HA HB HA HB
MA MB MA MB RA RB
RA RB RA RB l
l l/2

ql 3 qf 2
RA ¼ RB ¼ RA ¼ ql RA ¼ RB ¼ 
2 32 4l
q  l2 1 13 11
HA ¼ HB ¼  RB ¼ ql HA ¼  qf
8f 1þn 32 14
q  l2 n q  l2 n 3
MA ¼ MB ¼   HA ¼ HB ¼  HB ¼  qf
12 1þn 16  f 1þu 14
q  l2 n q  l2 35n 51
MC ¼ þ  MA ¼ þ  MA ¼  qf 2
24 1þn 192 1þn 280
q  l2 3 þ 11  n 19
MB ¼   MB ¼ þ qf 2
192 1þn 280
3
MC ¼ 0 MC ¼  qf 2
140
136 TELAI SEMPLICI A PORTALE

Tabella 12.4 Portali triangolari.

1 Portale triangolare con cerniera ai piedi


q
Reazioni
C
ql 5 q  l2
RA ¼ RB ¼ HA ¼ HB ¼ 
I I
2 32 h
a
A B
HA HB Sforzo normale
RA RB
l NA ¼ NB ¼ RA  sen a  HA  cos a
NC ql
NC ¼ RA  sen a  HA  cos a þ  cos a
2
N

VC Taglio
NA NB

VA ¼ RA  cos a  HA  sen a
VC
X X
V
VB ¼ RB  cos a þ HB  sen a
VA MC
x VB
ql RA
VC ¼ VA   cos a V¼0 per x ¼
M 2 q  cos a

MX
M
X Momenti flettenti
l q  l2
MA ¼ MB ¼ 0 MC ¼ RA   HA  h 
2 8
q  x2
MX ¼ RA  x  HA  x  tg a 
2

2 Portale triangolare con tirante t


q
ql
C Reazioni RA ¼ RB ¼
2
h

I I
5
A
a I
B
Sforzo normale NAB ¼ HA ¼ HB ¼  q  l3  k
HA HB 96
RA RB 3

l E p  Ip sen a
hlþ6 
NC tg2 a
E t  It
dove:
N
Ep e Ip = modulo elastico e momento d’inerzia dei puntoni;
NB
Et e It = modulo elastico e momento d’inerzia del tirante.
NA
NA-B
NA ¼ NB ¼ RA  sen a  HA  cos a
VC ql
NC ¼ NA þ  sen a
2
VC
X X
V
Taglio VA ¼ VB ¼ RA  cos a  HA  sen a
VA
VB
ql VA
x VC ¼ VA   cos a V ¼ 0 per x ¼
MC
2 q  cos a

Momenti flettenti MA ¼ MB ¼ 0
M l q  l2
M
MC ¼ RA   HA  h 
MA MX X M 2 8
B
q  x2
MX ¼ RA  x  HA  x  tg a 
2
Le azioni sulle costruzioni
13 e criteri di assunzione
dei vincoli

13.1 LA NORMATIVA
— D.M. Infrastrutture 14/01/2008
Nuove Norme tecniche per le Costruzioni (N.T.C.).
— Circolare C.S.LL.PP. 02/02/2009, n. 617
Istruzioni per l’applicazione delle Nuove Norme tecniche per le Costruzioni.

13.2 AZIONI SULLE COSTRUZIONI


Tabella 13.1 Tipologie delle azioni.

Tipo di azione Caratteristiche

Permanenti G G1 = peso proprio elementi strutturali


G2 = peso proprio elementi non strutturali (pavimenti, divisori interni, isolamenti
tamponamenti esterni, intonaci, impianti)
Spostamenti e deformazioni imposti
P = pretensione e precompressione
Ritiro e viscosità
Spostamenti differenziali

Variabili Q Di lunga durata: carichi di esercizio


Di breve durata: vento e neve

Eccezionali A Incendi
Esplosioni
Urti e impatti

Sismiche E Derivanti da terremoti

Azioni permanenti
Tabella 13.2 Peso per unità di volume dei principali materiali strutturali (Tabella 3.1.I N.T.C. 2008).

Materiale Peso per unità di volume (kN/m3 )

Calcestruzzi cementizi e malte

Calcestruzzo armato (e/o precompresso) 25,0

Calcestruzzi ‘‘leggeri‘‘: da determinarsi caso per caso 14,0  20,0

Calcestruzzo ordinario 24,0

Calcestruzzi ‘‘pesanti‘‘: da determinarsi caso per caso 28,0  50,0

Malta di calce 18,0


! segue

Malta di cemento 21,0


138 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

Materiale Peso per unità di volume (kN/m3 )

Calcestruzzi cementizi e malte

Calce in polvere 10,0

Cemento in polvere 14,0

Sabbia 17,0

Metalli e leghe

Acciaio 78,5

Alluminio 27,0

Ghisa 72,5

Materiale lapideo

Calcare compatto 26,0

Calcare tenero 22,0

Gesso 13,0

Granito 27,0

Laterizio (pieno) 18,0

Tufo vulcanico 17,0

Legnami

Conifere e pioppo 4,0  6,0

Latifoglie (escluso pioppo) 6,0  8,0

Sostanze varie

Acqua dolce (chiara) 9,81

Acqua di mare (chiara) 10,1

Carta 10,0

Vetro 25,0

Per materiali non compresi nella tabella si potrà far riferimento a specifiche indagini sperimentali o a nor-
mative di comprovata validità assumendo i valori nominali come valori caratteristici.

Tabella 13.3 Pesi di elementi costruttivi.

Materiali Peso Angolo di attrito interno

Materiali da costruzione

Asfalto 10,00  13,00 kN/m3


Calce in polvere 10,00 kN/m3 25o
Cartonfeltri bitumati 0,02  0,03 kN/m2
Catrame 11,00  12,00 kN/m3
Cemento in polvere 14,00 kN/m3 25o
Cenere in coke 17,00 kN/m3 25o
Ceneri volanti 10,00 kN/m3 45o
Gesso 13,00 kN/m3 45o
Ghiaia e pietrisco 15,00 kN/m3 30o
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 139

Materiali Peso Angolo di attrito interno

Materiali da costruzione

Marne calcari 25,00  27,00 kN/m3


Pietrisco in cumuli 17,00  19,00 kN/m3
Polietilene in teli per impermeabilizzazione 0,03 kN/m2
Pomice 7,00 kN/m3 35o
Pozzolana 10,00  11,50 kN/m3
Ringhiere in ferro di tipo leggero 0,12  0,15 kN/m
Ringhiere in ferro di tipo pesante 0,20 kN/m
Sabbia 17,00 kN/m3 30o
Sabbia e ghiaia asciutta 19,00 kN/m3 35o
Sabbia e ghiaia bagnata 20,00 kN/m3 30o
Scorie leggere d’alto forno 17,00 kN/m3 35o
Scorie d’alto forno diam. medio 30  70 mm 15,00 kN/m3 40o
Scorie d’alto forno minute 11,00 kN/m3 25o

Laterizi
Mattoni forati 18,00 kN/m3
Mattoni pieni comuni 18,00 kN/m3
Mattoni refrattari 20,00 kN/m3
Mattoni semipieni 13,00 kN/m3

Legno e derivati
Compensati e paniforti 6,00 kN/m3
Essenze dolci (pioppo, salice, ontano, pero) 4,00  7,00 kN/m3
Essenze forti (acero, bosso, castagno, faggio, quer-
cia, noce, ulivo, teak, mogano) 6,00  9,00 kN/m
Essenze resinose (abete, larice, pino, douglas, 3
pitch-pine) 4,50  6,50 kN/m3
Pannelli truciolari 8,00 kN/m3

Elementi costruttivi e materiali vari

Calcestruzzi
Calcestruzzo cellulare 4,00  5,00 kN/m3
Calcestruzzo di argilla espansa dosato a 1,50 kN/m3
di cemento per m3 di impasto 8,00 kN/m3
Calcestruzzo di argilla espansa dosato a 3,00 kN/m3
di cemento per m3 di impasto 12,00 kN/m3
Calcestruzzo di pomice dosato a 2,50 kN/m3 di ce-
mento per m3 di impasto 13,00 kN/m3
Calcestruzzo leggero con argilla espansa non strut-
turale 8,00  11,00 kN/m3
Calcestruzzo leggero con argilla espansa struttura-
le 12,00  16,00 kN/m3
Calcestruzzo leggero con pomice non strutturale 8,50  9,50 kN/m3
Calcestruzzo leggero con pomice strutturale 11,00  12,00 kN/m3
Calcestruzzo leggero con scorie d’alto forno 6,50  8,50 kN/m3
Malte
Malta bastarda (di calce e cemento) 19,00 kN/m3
Malta di gesso 12,00 kN/m3
Intonaco 0,30 kN/m2

Murature
Muratura di blocchi forati di calcestruzzo 12,00 kN/m3
Muratura di blocchi forati in argilla espansa spes-
sore 8 cm 0,70 kN/m2
Muratura di blocchi forati in argilla espansa spes-
sore 12 cm 1,05 kN/m2
! segue

Muratura di blocchi forati in argilla espansa spes-


sore 20 cm 1,50 kN/m2
140 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

Materiali Peso Angolo di attrito interno

Elementi costruttivi e materiali vari

Murature
Muratura di blocchi forati in argilla espansa spes-
sore 25 cm 1,70 kN/m2
Muratura di mattoni e pietrame 19,00  20,00 kN/m3
Muratura di mattoni forati 11,00 kN/m3
Muratura di mattoni forati, spess. 8 cm, compreso
intonato sulle due facciate 1,10 kN/m2
Muratura di mattoni forati, spess. 12 cm, compreso
intonato sulle due facciate 1,30 kN/m2
Muratura di mattoni pieni, spess. 12 cm, compreso
intonaco sulle due facciate 2,80 kN/m2
Muratura di mattoni pieni, spess. 25 cm, compreso
intonaco sulle due facciate 5,10 kN/m2
Muratura di mattoni pieni 18,00 kN/m3
Muratura di mattoni semipieni 16,00 kN/m3
Muratura di mattoni semipieni, spess. 12 cm, senza
intonaco 1,40 kN/m2
Muratura di pietrame e malta 22,00 kN/m3
Muratura di pietrame listato 21,00 kN/m3
Muratura in blocchi di laterogesso spessore 6 cm 0,55 kN/m2
Muratura in blocchi di laterogesso spessore 8 cm 0,60 kN/m2
Muratura in blocchi di laterogesso spessore 10 cm 0,65 kN/m2
Muratura in blocchi di laterogesso spessore 12 cm 0,75 kN/m2
Muratura in pietra da taglio 24,00  25,00 kN/m3
Tramezzi in case di abitazione ragguagliati a un
carico distribuito uniforme 0,80  1,00 kN/m2
Muratura listata di tufo 17,00  19,00 kN/m3

Elementi di solaio
Solaio in lamiera grecata in opera con soletta in cls
spess. 4  5 cm, altezza totale 10  12 cm 1,60  2,00 kN/m2
Solaio latero-cementizio gettato in opera:
— h=12 cm + 4 cm 2,30 kN/m2
— h=14 cm + 4 cm 2,40 kN/m2
— h=16 cm + 4 cm 2,50 kN/m2
— h=18 cm + 4 cm 2,70 kN/m2
— h=20 cm + 4 cm 2,85 kN/m2
— h=22 cm + 4 cm 3,00 kN/m2
Tavelloni per solai in ferro e laterizi 0,80 kN/m2
Volterrane per solai in ferro e laterizi 0,90 kN/m2
Voltine per solai in ferro e laterizi:
— in mattoni pieni di quarto (spess. 6 cm) 1,20 kN/m2
— in mattoni pieni a una testa (spess. 12 cm) 2,00 kN/m2
— in mattoni forati di quarto 1,00 kN/m2
— in mattoni forati a una testa 1,60 kN/m2

Elementi di finizione

Manti di copertura
Coperture con piccola orditura in legno e tegole
curve 1,10 kN/m2
Coperture con piccola orditura in legno e tegole
maritate 0,95 kN/m2
Copertura con piccola orditura in legno, tavolato
in legno o in tavelle e tegole marsigliesi 1,25 kN/m2
Lamiere di acciaio ondulate o nervate 0,12 kN/m2
Lamiere di alluminio ondulate o nervate 0,05 kN/m2
Lastre di ardesia naturale:
— da 20  40 cm2 e spess. 8  9 mm 0,55 kN/m2
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 141

Materiali Peso Angolo di attrito interno

Elementi di finizione
2
— da 40  40 cm e spess. 10  12 mm 0,65 kN/m2
— da 40  60 cm2 e spess. 11  13 mm 0,85 kN/m2
Lastre di pietra naturale 2,00 kN/m2
Lastre ondulate in lamiera zincata 0,10 kN/m2
Lastre ondulate trasparenti in materia plastica 0,02 kN/m2
Lastre traslucide di resina artificiale, ondulate o
nervate 0,10 kN/m2
Manto impermeabile di asfalto o simile 0,30 kN/m2
Manto impermeabile in cartone bitumato e relati-
vo sottofondo 0,50  0,80 kN/m2
Manto impermeabile prefabbricato con strati bitu-
minosi di feltro, di vetro o simili 0,10 kN/m2
Scandole in legno larice o abete da 12  15  20 
30 cm2, spess. 15  20 mm 0,25 kN/m2
Tegole in cemento:
— tipo curve (coppi) 0,55 kN/m2
— tipo piane 0,65 kN/m2
— tipo maritate alla romana (embrici e coppi) 0,55 kN/m2
Tegole in laterizio:
— tipo curve (coppi) ( n. 33/m2) 0,75 kN/m2
— tipo marsigliesi ( n. 15/m2) 0,45 kN/m2
— tipo olandesi o portoghesi ( n. 14/m2) 0,45 kN/m2
— tipo maritate alla romana ( n. 24/m2) 0,65 kN/m2
Tegoloni flessibili tipo canadese 0,10  0,14 kN/m2
Tettoia con struttura in legno o metallica e lastre
ondulate in vetroresina 25  30 kN/m2

Rivestimenti, intonaci e controsoffitti

Controsoffitto con intonaco su rete metallica 0,40 kN/m2


Controsoffitto in doghe o pannelli di alluminio 0,08 kN/m2
Controsoffitto in pannelli di gesso 0,35 kN/m2
Controsoffitto in tavelline Perret compreso into-
naco 0,30 kN/m2
Intonaco in malta di calce 0,30 kN/m2
Intonaco in malta di gesso 0,18 kN/m2
Intonaco plastico 0,12 kN/m2
Rivestimento esterno in listelli di laterizio 0,35 kN/m2
Rivestimento interno con piastrelle di ceramica in-
collate 0,20 kN/m2

Pavimenti (escluso sottofondo)

Gomma, linoleum e simili 0,10 kN/m2


Laterizio, ceramica, grès, graniglia (spess. 2 cm) 0,40 kN/m2
Legno 0,25 kN/m2
Marmo (spess. 3 cm) 0,80 kN/m2
Pavimento alla veneziana 0,50 kN/m2
Pavimento in conglomerato bituminoso (per ogni
centimetro di spessore) 0,20 kN/m2
Pavimento in cubetti di porfido 2,50 kN/m2
Pavimento in legno su listelli 0,25  0,30 kN/m2
Pavimento in legno su sottofondo 0,35  0,40 kN/m2
Pavimento in marmette di graniglia 0,60 kN/m2
Pavimento in piastrelle viniliche:
— spessore 1,5 mm 0,022 kN/m2
— spessore 2,0 mm 0,041 kN/m2
kN/m2
! segue

— spessore 2,5 mm 0,052


— spessore 3,0 mm 0,064 kN/m2
142 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

Materiali Peso Angolo di attrito interno

Prodotti, materiali e sostanze varie

Vetri
Forte (4 mm) 0,10 kN/m2
Normale (3 mm) 0,075 kN/m2
Retinato (8 mm) 0,20 kN/m2
Spesso (5 mm) 0,125 kN/m2
Spesso (6 mm) 0,15 kN/m2

Terreni
Argilla secca 19,00  23,00 kN/m3
Argilla umida 26,00 kN/m3
Terra argillosa asciutta 20,00 kN/m3
Terra ghiaiosa asciutta 14,00  17,00 kN/m3
Terra magra asciutta 13,00 kN/m3
Terra secca 17,00  19,00 kN/m3
Terra umida 19,00  20,00 kN/m3

Metalli
Acciaio 77,00 kN/m3
Alluminio 27,00 kN/m3
Bronzo 83,00 kN/m3
Ghisa 72,50 kN/m3
Leghe di alluminio 28,00 kN/m3
Magnesio 18,00 kN/m3
Nichel 88,00 kN/m3
Ottone 83,00 kN/m3
Piombo 112,00 kN/m32
Rame 87,00 kN/m3
Stagno 73,00 kN/m3
Zinco 71,00 kN/m3

Prodotti agricoli
Barbabietola 5,50 kN/m3 40o
Crusca e farina 5,00 kN/m3 45o
Erba fresca sciolta 4,00 kN/m3
Farina in sacchi 7,00 kN/m3
Fieno pressato 3,00 kN/m3
Fieno sciolto 0,70 kN/m3
Frumenti, legumi, patate, semi di lino, zucchero 7,50 kN/m3 35o
Frumento 7,60 kN/m3
Letame fresco 3,00 kN/m3
Letame maturo 6,00 kN/m3
Mangimi in pani 10,00 kN/m3
Ortaggi 4,00 kN/m3
Paglia pressata 1,50 kN/m3
Paglia sciolta 0,60 kN/m3
Riso 8,00 kN/m3 35o
Semola di grano 5,50 kN/m3 30o
Tabacco legato o in balle 3,50 kN/m3
Verdure, radici 7,00  9,00 kN/m3

Sostanze varie
Antracite 13,00  18,00 kN/m3
Asfalto colato o compresso 10,22 kN/m2
Benzina 17,40 kN/m3
Bitume 14,00 kN/m3
Calce in sacchi 10,00 kN/m3
Carbone di legna 13,20 kN/m3
Carbone fossile in pezzi 19,00 kN/m3
Carta 10,00 kN/m3
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 143

Materiali Peso Angolo di attrito interno

Prodotti, materiali e sostanze varie


Sostanze varie
Cemento in sacchi 15,00 kN/m3
Coke metallurgico 4,50  4,80 kN/m3
Dinamite 15,00 kN/m3
Fibre tessili 13,50 kN/m3
Ghiaccio 19,00 kN/m3
Gomma 11,00  13,00 kN/m3
Lana di vetro 11,00 kN/m3
Legname in ciocchi 14,00 kN/m3
Libri e documenti 6,00  8,50 kN/m3
Mercurio 135,96 kN/m3
Nafta densa 9,10  9,60 kN/m3
Nafta liquida 8,60  8,90 kN/m3
Neve asciutta 0,80  1,30 kN/m3
Neve bagnata 4,00  6,00 kN/m3
Petrolio 18,00 kN/m3
Polietilene, polistirolo granulato 16,40 kN/m3
Resina poliestere 11,80 kN/m3
Resine collanti 13,00 kN/m3
Schedari da archivio e armadietti 16,00 kN/m3
Segatura 13,00 kN/m3
Sughero 13,00 kN/m3
Torba asciutta 12,50 kN/m3
Torba umida 16,00 kN/m3
Combustibili solidi
Carbone fossile allo stato naturale mediamente
umido 10,00 kN/m3 45o
Lignite 17,00 kN/m3 35o
Mattonelle di lignite alla rinfusa 18,00 kN/m3 30o

Rocce

Ardesia 27,00 kN/m3


Argilla compatta 21,00 kN/m3
Arenaria 23,00 kN/m3
Basalto 29,00 kN/m3
Calcare compatto 26,00 kN/m3
Calcare tenero 22,00 kN/m3
Diorite 29,00 kN/m3
Dolomia 26,00 kN/m3
Gneiss 27,00 kN/m3
Granito 27,00 kN/m3
Marmo saccaroide 27,00 kN/m3
Pomice 18,00 kN/m3
Porfido 26,00 kN/m3
Sienite 28,00 kN/m3
Travertino 24,00 kN/m3
Tufo vulcanico 17,00 kN/m3

Tabella 13.4 Peso proprio G2 dei divisori interni per abitazioni e uffici ragguagliato a un carico distribuito
uniforme.

Peso per unità di lunghezza Carico distribuito corrispondente

G2  1,00 kN/m g2 = 0,40 kN/m2


1,00 kN/m < G2  2,00 kN/m g2 = 0,80 kN/m2
2,00 kN/m < G2  3,00 kN/m g2 = 1,20 kN/m2
3,00 kN/m < G2  4,00 kN/m g2 = 1,60 kN/m2
4,00 kN/m < G2  5,00 kN/m g2 = 2,00 kN/m2
144 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

Carichi variabili
I carichi variabili sono costituiti da:
— carichi verticali uniformemente distribuiti qk (kN/m2);
— carichi verticali concentrati Qk (kN).
Devono essere applicati su impronte di carico quadrate
Qk
come di seguito indicato (vedi tabella 13.5):
 ambienti delle categorie A-B-C-D-E-H (fig. 13.1)
 ambienti delle categorie F-G (fig. 13.2)
da utilizzare per verifiche locali e da non sovrapporre ai
carichi qk.
— carichi orizzontali lineari Hk (kN/m).
Da applicare sulle pareti alla quota di 1,20 m dal piano di
calpestio e sul bordo superiore di parapetti e mancorrenti
(altezza minima 1,00 m); da utilizzare per verifiche locali 50 m
e da non sovrapporre ad altri carichi. m
m 50
m

Fig. 13.1

Qk

2 0
mm00 20 m
m

Qk
1,8
0 0
20 m
m

2
mm00

Fig. 13.2

Tabella 13.5 Valori minimi dei carichi di esercizio per diverse categorie di edifici (Tabella 3.1. II N.T.C.
2008).

a) b) c) d)
Cat. Ambienti qk Qk Hk
[kN/m2 ] [kN] [kN/m]

Ambienti a uso residenziale


Sono compresi in questa categoria i locali di abitazione
A e relativi servizi, gli alberghi (a esclusione delle aree su- 2,00 2,00 1,00
scettibili di affollamento)

Uffici
B Cat. B1 Uffici non aperti al pubblico 2,00 2,00 1,00
Cat. B2 Uffici aperti al pubblico 3,00 2,00 1,00

Ambienti suscettibili di affollamento


Cat. C1 Ospedali, ristoranti, caffè, banche, scuole 3,00 2,00 1,00
Cat. C2 Balconi, ballatoi e scale comuni, sale convegni, 4,00 4,00 2,00
cinema, teatri, chiese, tribune con posti fissi
Cat. C3 Ambienti privi di ostacoli per il libero movi- 5,00 5,00 3,00
C mento delle persone, quali musei, sale per
esposizioni, stazioni ferroviarie, sale da ballo,
palestre, tribune libere, edifici per eventi pub-
blici, sale da concerto, palazzetti per lo sport e
relative tribune
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 145

a) b) c) d)
Cat. Ambienti qk Qk Hk
[kN/m2 ] [kN] [kN/m]

Ambienti a uso commerciale


Cat. D1 Negozi 4,00 4,00 2,00
D Cat. D2 Centri commerciali, mercati, grandi magazzini, 5,00 5,00 2,00
librerie

Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti a uso indu-


striale  6,00 6,00 1,00 *
Cat. E1 Biblioteche, archivi, magazzini, depositi, labo-
E ratori manifatturieri – – –
Cat. E2 Ambienti a uso industriale, da valutarsi caso
per caso

Rimesse e parcheggi
Cat. F Rimesse e parcheggi per il transito di automezzi 2,50 2  10,00 1,00 **
di peso a pieno carico fino a 30 kN
F-G Cat. G Rimesse e parcheggi per transito di automezzi di – – –
peso a pieno carico superiore a 30 kN: da valu-
tarsi caso per caso

Coperture e sottotetti
Cat. H1 Coperture e sottotetti accessibili per sola ma- 0,50 1,20 1,00
nutenzione
H Cat. H2 Coperture praticabili secondo categoria di appartenenza
Cat. H3 Coperture speciali (impianti, eliporti, altri) da – – –
valutarsi caso per caso

* Non comprende le azioni orizzontali eventualmente esercitate dai materiali immagazzinati.


** Per i soli parapetti o partizioni nelle zone pedonali. Le azioni sulle barriere esercitate dagli automezzi
dovranno essere valutate caso per caso.

13.3 AZIONI DELLA NEVE


Tabella 13.6 Valori medi del peso proprio della neve al suolo.

Tipo di neve Peso proprio (kN/m3 )

Neve fresca appena caduta 1,0

Dopo parecchie ore o giorni dalla caduta 2,0

Dopo parecchie settimane o mesi dalla caduta 2,5  3,5

Umida 4

a) Carico neve sulle coperture


Si ipotizza che il carico neve agisca in direzione verticale ed è riferito alla proiezione orizzontale della
copertura; il suo valore è fornito dall’espressione:
qs ¼ li  qsk  CE  Ct
2
dove: qs (kN/m ) = carico neve sulla copertura;
li = coefficiente di forma della copertura (vedi tabella 13.7);
qsk (kN/m2) = valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo (vedi tabella 13.9);
CE = coefficiente di esposizione (vedi tabella 13.10);
Ct = coefficiente termico; in genere di assume Ct = 1.
146 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

Tabella 13.7 Valori nominali del coefficiente di forma li per coperture a una falda.

Coefficiente di forma 0º 4 a 4 30º 30º 4 a 4 60º a 5 60º

ð60 aÞ
l1 0,8 0; 8  0,0
30

Si assume sempre li ¼ 0; 8 se una falda termina con una barriera (parapetto o altre costruzioni).

Condizioni di carico
— Copertura a una falda (fig. 13.3)
Schema valido per condizioni con o senza vento.

μ1

Fig. 13.3

— Copertura a due falde (fig. 13.4)


 caso I: schema per carico neve senza vento;
 casi II e III: schema per carico neve con vento considerando il caso che determina la situazione peg-
giore.

a) Caso I
l 1 ( a 1) l 1 ( a 2)

b) Caso II l 1 ( a 2)
0,5 l 1 ( a 1)

c) Caso III
l 1 ( a 1) 0,5 • l 1 (a 2)

a1
a2

Fig. 13.4

— Copertura a più falde (fig. 13.5)


 caso I: schema per carico neve senza vento;
 caso II: schema per carico neve con vento.
Particolare attenzione deve essere posta nella scelta dei coefficienti di forma li (vedi tabella 13.8) da
utilizzare quando la falda a oppure b o entrambe hanno inclinazione superiore a 60o in relazione agli
accumuli che vengono a formarsi nei compluvi.

Caso ( I ) l1 (a 2) l1 (a2 )
l1 (a1 ) l1 (a1 )

l2 a = a 1 + a 2
2
Caso ( II)

l1 (a1 )
l1 (a1 )

a b
a1 a2 a1 a2

Fig. 13.5
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 147

Tabella 13.8 Valori nominali dei coefficienti di forma li per coperture a due o più falde.

Coefficiente di forma 0º 4 a 4 30º 30º < a 4 60º a > 60º

60 a
l1 0,8 0; 8  0,0
30

0; 8  a
l2 0; 8 þ 1,6 –
30

b) Azione della neve su barriere paraneve o b


altri ostacoli (fig. 13.6).
b
L’azione statica della neve su barriere pa-
raneve o altri ostacoli si assume uguale a:
Fs a
Fs ¼ qs  b  sen a
a
dove: qs = carico neve sulla copertura;
b = distanza in orizzontale tra ogni
paraneve e il successivo o tra l’o-
stacolo e il colmo del tetto. Fig. 13.6

c) Carico neve aggettante dal bordo di una


copertura (fig. 13.7)
Nelle località a quota as > 800 m s.l.m. si

d
deve considerare l’azione del carico qse
per unità di lunghezza della neve sospesa
in aggetto oltre il bordo della copertura
con intensità:
q se
q2s
qse ¼ k  ðkN=mÞ
c
dove: qs = carico neve più sfavorevole sulla copertura;
c = 3,00 kN/m3 = peso convenzionale della neve.
Fig. 13.7
3
k¼ dc
d
Caso ( I )
d) Coperture adiacenti o vicine a costruzioni più alte l1
(fig. 13.8)
Lunghezza della zona di accumulo ls ¼ 2  h e comun-
que 5,00 m  ls  15,00 m. Caso ( II)
ls

Se b2 < ls , il coefficiente di forma all’estremità della


copertura si ottiene per interpolazione fra l1 e l2 , es-
l2

lw

sendo:
l1
 l1 ¼ 0,8 se la falda a è piana, oppure si ricava dalla
tabella 13.8; ls
 l2 ¼ ls þ lw falda b

dove: ls ¼ 0 per a  15o


a
ls ¼ 0; 5  lmax della falda b per a > 15o
falda a
b1 þ b2 ch
h

lw ¼  ðc ¼ 2,00 kN/m3 =
2h qsk
= peso convenzionale della neve)

b1 b2

Fig. 13.8
148 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

Carico neve al suolo qsk


Tabella 13.9 Valori caratteristici minimi del carico neve al suolo qsk.

Valori di qsk (kN/m2 )


Zone Province
as  200 m as > 200 m
s.l.m. s.l.m.

Aosta, Belluno, Bergamo, Biella, Bolzano,   


Zona I Brescia, Como, Cuneo, Lecco, Pordenone, as 2
Sondrio, Torino, Trento, Udine, Verbania, 1,50 1; 39  1 þ
Alpina 728
Vercelli, Vicenza

Alessandria, Ancona, Asti, Bologna, Cremo-


na, Lodi, Forlı̀-Cesena, Milano, Modena, No-   
Zona I as 2
vara, Parma, Pavia, Pesaro e Urbino, Piacen- 1,50 1; 35  1 þ
Mediterranea za, Ravenna, Rimini, Reggio Emilia, Treviso, 602
Varese

Arezzo, Ascoli Piceno, Bari, Campobasso,


Chieti, Ferrara, Firenze, Foggia, Genova,   
Gorizia, Imperia, Isernia, La Spezia, Lucca, as 2
Zona II Macerata, Mantova, Massa Carrara, Padova, 1,00 0; 85  1 þ
481
Perugia, Pescara, Pistoia, Prato, Rovigo, Sa-
vona, Teramo, Trieste, Venezia, Verona

Agrigento, Avellino, Benevento, Brindisi,


Cagliari, Caltanissetta, Carbonia-Iglesias, Ca-
serta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Crotone,
Enna, Frosinone, Grosseto, L’Aquila, Latina,   
Lecce, Livorno, Matera, Medio Campidano, as 2
Zona III Messina, Napoli, Nuoro, Ogliastra, Olbia 0,60 0; 51  1 þ
481
Tempio, Oristano, Palermo, Pisa, Potenza,
Ragusa, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Saler-
no, Sassari, Siena, Siracusa, Taranto, Terni,
Trapani, Vibo Valentia, Viterbo

I valori sono validi per altitudini di riferimento as  1500 m s.l.m.

Coefficiente di esposizione CE
Tabella 13.10 Valori di CE per diverse classi di topografia.

Topografia Descrizione CE

Battuta Aree pianeggianti non ostruite esposte su tutti i lati, senza costruzioni o alberi
dai venti più alti 0,9

Aree in cui non è presente una significativa rimozione di neve sulla costruzione
Normale prodotta dal vento, a causa del terreno, altre costruzioni o alberi 1,0

Aree in cui la costruzione considerata è sensibilmente più bassa del circostante


Riparata terreno o circondata da costruzioni o alberi più alti 1,1

Se non indicato diversamente si può assumere CE ¼ 1.

Coefficiente termico Ct
In assenza di precise indicazioni si assume Ct ¼ 1.
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 149

13.4 AZIONI DEL VENTO


Le azioni del vento, di norma considerate con direzione orizzontale, provocano effetti dinamici e vengono
convenzionalmente ricondotte ad azioni statiche equivalenti costituite da pressioni (positive) e da depres-
sioni (negative), che agiscono sulle superfici interne ed esterne di una costruzione (fig. 13.9).

(–) (–) (–) (–)

pressione pressione
(+) interna (–) (+) interna (–) (+) (–)
positiva negativa

a) b) c)
direzione del vento

Fig. 13.9

L’azione complessiva del vento è rappresentata dalla risultante delle azioni sui singoli elementi, con dire-
zione coincidente a uno degli assi principali della pianta della costruzione.
1) Velocità di riferimento vb (m/s)
Rappresenta il valore caratteristico della velocità del vento a 10 m dal suolo calcolato con le relazioni:
as  a0 vb ¼ vb0
a0 < as  1500 m vb ¼ vb0 þ ka  ðas a0 Þ
dove: as ¼ altitudine s.l.m del sito della costruzione.

Tabella 13.11 Valori dei parametri vb,0, a0, ka

Zona Descrizione vb;0 (m/s) a0 (m) ka (1/s)

Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige,


1 Veneto, Friuli Venezia Giulia (con l’eccezione della provincia 25 1000 0,010
di Trieste)

2 Emilia Romagna 25 750 0,015


Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia,
3 Campania, Basilicata, Calabria (esclusa la provincia di Reggio 27 500 0,020
Calabria)

4 Sicilia e provincia di Reggio Calabria 28 500 0,020


Sardegna (zona a oriente della retta congiungente Capo Teu-
5 lada con l’Isola di Maddalena) 28 750 0,015

Sardegna (zona a occidente della retta congiungente Capo


6 Teulada con l’Isola di Maddalena) 28 500 0,020

7 Liguria 28 1000 0,015

8 Provincia di Trieste 30 1500 0,010

9 Isole (con l’eccezione di Sicilia e Sardegna) e mare aperto 31 500 0,020

Per altitudini superiori a 1500 m s.l.m. i valori dei parametri utilizzati non devono essere minori di quelli
previsti per 1500 m di altitudine.
2) Pressione cinetica di riferimento qb
1
 q  v2b
qb ¼ (N/m2)
2
dove: q = 1,25 kg/m3 = densità convenzionale dell’aria.
150 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

3) Pressione del vento p


p ¼ qb  ce  cp  cd (N/m2)
dove: qb ¼ pressione cinetica di riferimento (vedi punto 2)
ce ¼ coefficiente di esposizione (vedi punto 8)
cp ¼ coefficiente di forma (vedi punto 9)
cd ¼ coefficiente dinamico (vedi punto 10)

4) Azione tangenziale del vento qf


Agisce su superfici parallele alla direzione del vento (per esempio su tetti piani)
qf ¼ qb  ce  cf (N/m2)
dove: qb ¼ pressione cinetica di riferimento (vedi punto 2);
ce ¼ coefficiente di esposizione (vedi punto 8);
cf ¼ coefficiente di attrito (tabella 13.12).

Tabella 13.12 Valori del coefficiente di attrito cf.


Superficie cf

Liscia (acciaio, cemento a superficie lisciata, ...) 0,01


Scabra (cemento a superficie scabra, catrame, ...) 0,02
Molto scabra (ondulata, costolata, piegata, ...) 0,04

5) Classi di rugosità del terreno


Sono in funzione delle caratteristiche urbanistiche dell’area.

Tabella 13.13 Classi di rugosità.


Classe di rugosità del terreno Descrizione

Aree urbane in cui almeno il 15% della superficie sia coperto da


A edifici la cui altezza media superi i 15 m

B Aree urbane (non di classe A), suburbane, industriali e boschive

Aree con ostacoli diffusi (alberi, case, muri, recinzioni, ...); aree
C con rugosità non riconducibile alle classi A, B, D

Aree prive di ostacoli (aperta campagna, aeroporti, aree agricole,


D pascoli, zone paludose o sabbiose, superfici innevate o ghiacciate,
mare, laghi, ...)

L’assegnazione della classe di rugosità non dipende dalla conformazione orografica e topografica del ter-
reno. Affinché una costruzione possa dirsi ubicata in classe A o B è necessario che la situazione che con-
traddistingue la classe permanga intorno alla costruzione per non meno di 1 km e comunque non meno di
20 volte l’altezza della costruzione.
Laddove sussistano dubbi sulla scelta della classe di rugosità, a meno di analisi dettagliate, verrà assegna-
ta la classe più sfavorevole.

ZONE 1, 2, 3, 4, 5
6) Categoria di esposizione del sito
Classe di rugosità

Viene determinata dai grafici delle figg. 13.10- 750 m


13.11-13.12-13.13 in funzione della zona di appar- costa 500 m
mare
tenenza del sito (vedi tabella 13.11) e della classe
di rugosità (vedi tabella 13.13). 2 km 10 km 30 km

A IV IV V V V
B III III IV IV IV
C * III III IV IV
D I II II II III **
* Categoria II in zona 1, 2, 3, 4
Categoria III in zona 5
* * Categoria III in zona 2, 3, 4, 5
Fig. 13.10 Categoria IV in zona 1
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 151

ZONE 7, 8

Classe di rugosità
ZONA 6

costa
Classe di rugosità

mare
500 m
costa
mare 1,5 km 0,5 km 30 km

A IV
2 km 10 km 30 km
B IV
A III IV V V C III
B II III IV IV D I II *
C II III III IV * Categoria II in zona 8
D I I II II III Categoria III in zona 7

Fig. 13.11 Fig. 13.12

7) Coefficiente di topografia ct
Si assume ct = 1 per zone pianeggianti, ondulate, collinose e montane.
ZONA 9

Classe di rugosità
8) Coefficiente di esposizione ce
Per altezze z  200 m del punto considerato rispetto al terreno si ricava costa
dalle espressioni: mare

z < zmin : ce ðzÞ ¼ ce ðzmin Þ


    
z z A I
z  zmin : ce ðzÞ ¼ k2r  ct  ln  7 þ ct  ln B I
z0 z0
C I
D I I
Per altezze z  100 m può essere ricavato dal grafico di figura 13.14 per ct ¼ 1.
Fig. 13.13
V IV III II I
z(m) 100

90

80

70

60

50

40

30

20

10

0
0 1 2 3 4 5 ce(z)

Fig. 13.14

9) Coefficiente aerodinamico o di forma cp


a) Edifici a pianta rettangolare con coperture piane e a falde inclinate.
Il coefficiente di forma si ottiene combinando fra loro con il segno + o –, in modo da ottenere il suo
massimo valore, i coefficienti:
— cpe per pressione esterna;
— cpi per pressione interna;
ai quali si possono assegnare i valori riportati nello schema riepilogativo di figura 13.15; i valori dei
coefficienti cpe si possono anche ricavare dal diagramma in figura 13.16.
b) Tettoie e pensiline isolate (fig. 13.17).

10) Coefficiente dinamico cd


Per edifici con altezza h  80 m si può assumere cd ¼ 1.
152 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

Costruzioni stagne Costruzioni non stagne


Una parete con aperture di superficie £ 1/3 di quella totale

(a) Cp (a) Cp
a) C pe e =–
0,4
b) C pe e =–
0,4

a a

C pe = + 0,8

C pe = – 0,4
C pe = + 0,8

C pe = – 0,4
vento vento C pi =
Cpi = 0
±0,2

Costruzioni non stagne


Una parete con aperture di superficie > 1/3 di quella totale. Parete aperta sopravvento

(a) Cp (a) Cp
c) C pe e =–
0,4
d) C pe e =–
0,4

C pe = + 0,8
a
B

C pe = – 0,4
C pe = – 0,4

vento Cpi = vento C pi =


*
A + 0,8
+ 0,8

*Per elemento AB: Cpi = – 0,2


Parete aperta sottovento o parallela al vento

(a) Cp (a) Cp
e) C pe e =– f) C pe e =–
0,4
0,4
a a
B

C pe = – 0,4
C pe = + 0,8
C pe = + 0,8

vento Cpi = vento Cpi = *


– 0,5 – 0,5 A

*Per elemento AB: Cpi = + 0,2


0°<, a < 20°: Cpe (a ) – 0,4
20°< a < 60°: Cpe ( a ) + 0,03 • a – 1 ( a in gradi)

a ≥ 60°: Cpe (a) = + 0,8

Fig. 13.15

a Cpe
a
+1
Direzione
del vento
+ 0,8
pressione

+ 0,6
Superficie sottovento Superficie sopravvento

+ 0,4

+ 0,2

0
– 90° – 80° – 60° – 40° – 20° 0 + 20° + 40° + 60° + 80° + 90°
a a
Inclinazione sull’orizzonte
– 0,2
depressione

– 0,4

– 0,6

– 0,8

–1
Fig. 13.16 Cpe
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 153

Due spioventi piani Due spioventi piani


con displuvio con impluvio
C p = ± 0,8 x (1 + sin a) C p = + 0,6
Direzione
del vento a
a
a) Uno spiovente piano
C p = ± 0,8 x (1 + sin a) C p = – 0,6

a
b) C p = ± 1,2 x (1 + sin a)

Fig. 13.17

13.5 AZIONI DELLA TEMPERATURA


Le variazioni di temperatura provocano negli elementi strutturali delle deformazioni (allungamenti o ac-
corciamenti); sulle strutture isostatiche non influenzano lo stato tensionale in quanto è sufficiente agire sui
vincoli, mentre nelle strutture iperstatiche le azioni della temperatura devono essere già considerate in
fase di progetto.
In mancanza di dati specifici si può assumere:
Tmax = +45o C = temperatura massima estiva dell’aria esterna;
Tmin = –15o C = temperatura minima invernale dell’aria esterna;
Tint = +20o C = temperatura dell’aria interna;
T0 = +15o C = temperatura iniziale al momento della costruzione.
Su un elemento monodimensionale l’azione della temperatura agisce secondo tre dimensioni:
— componenti secondo gli assi x e y della sezione: hanno scarsa influenza e di norma vengono trascurate;
— componente uniforme DTu ¼ T T0 secondo l’asse longitudinale dell’elemento; viene considerata in
quanto ha una notevole influenza, essendo:
Tsup:est: þ Tsup:int:
T¼ ¼ temperatura media attuale
2

Tabella 13.14 Valori di DTu per gli edifici.

Tipo di struttura DTu (ºC)

Strutture in c.a e c.a.p. esposte ± 15


Strutture in c.a. e c.a.p. protette ± 10
Strutture in acciaio esposte ± 25
Strutture in acciaio protette ± 15

La deformazione (allungamento o accorciamento) per l’effetto delle azioni termiche risulta:


Dl ¼ + l  at  DTu
Tabella 13.15 Coefficienti at di dilatazione termica a temperatura ambiente.

Materiale at (10 6 /ºC)

Alluminio 24

Acciaio da carpenteria 12

Calcestruzzo strutturale 10

Strutture miste acciaio-calcestruzzo 12

Calcestruzzo alleggerito 7

Muratura 6  10
Legno (parallelo alle fibre) 5

Legno (ortogonale alle fibre) 30  70


154 LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI

13.6 CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DEI VINCOLI


a) Solai non caricati sugli appoggi, quali i solai di copertura e di sottotetto. Le estremità delle travi si con-
siderano semplicemente appoggiate (fig. 13.18):
1
Mi ¼ 0 Ml ¼  q  l2
2 8
Nel caso di travi in c.a. o in acciaio è opportuno considerare un momento di incastro (fig. 13.19):
1
Mi ¼  q  l2
24

q q

l l

0,816 l

– 1 q . l2
24
– –
1 q . l2

+
8

+
1 . 2
8q l

Fig. 13.18 Fig. 13.19

b) Solai poco caricati sugli appoggi, quali per esempio quelli de-
gli ultimi piani dei fabbricati. Le estremità delle travi si pos-
l
sono considerare semincastrate (fig. 13.20):
1 1
Mi ¼  q  l2 Ml ¼  q  l2
– 1 q . l2

16 2 16 0,707 l
16

– –
1 q . l2

+
16

Fig. 13.20

q
c) Solai molto caricati sugli appoggi, quali i primi solai e quelli
intermedi di fabbricati multipiano. Le travi a campata unica
(fig. 13.21) e le singole campate delle travi continue (fig. l
13.22) si possono considerare vincolate alle estremità a inca-
stro imperfetto:
0,82 l
1 1
Mi ¼  q  l2 Ml ¼  q  l2
– 1 q . l2

12 2 12
12

– 0,58 l –
1 q . l2
12

+
Fig. 13.21
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI E CRITERI DI ASSUNZIONE DEI VINCOLI 155

l l l

1 q . l2
12

– – – –
1 q . l2
12

+ + +

Fig. 13.22

d) Travi appoggiate a un estremo e semincastrate all’altro q


(fig. 13.23):
1 1
Mi ¼  q  l 2 M¼  q  l2 l
8 10

1 q . l2
0,75 l

8
1 q . l2
+

10
Fig. 13.23

Nel calcolo delle strutture vengono considerate quelle combinazioni di carico che realizzano le condizioni
di sollecitazione più sfavorevoli:
a) condizioni di carico I; comprende le azioni principali, ossia:
— carichi permanenti;
— carichi di esercizio;
— neve;
— spinta delle terre;
— effetto dinamico;
— coazioni impresse.
b) condizioni di carico II; comprende le azioni principali e le azioni complementari, ossia:
— vento;
— variazioni termiche;
— ritiro;
— fenomeni viscosi;
— imperfezione dei vincoli;
— difetti di montaggio.
Il progetto delle strutture
14

14.1 LA NORMATIVA
Le Norme Tecniche per le Costruzioni (N.T.C. 2008) rendono obbligatoria l’applicazione del Metodo agli
Stati Limite nel calcolo strutturale.

È ammesso effettuare le verifiche con il Metodo alle tensioni ammissibili per costruzioni di tipo 1 e 2, Clas-
se d’uso I e II, limitatamente a siti che ricadono in Zona 4 facendo riferimento alle norme tecniche di cui
al:
— D.M. LL.PP. 14/02/1992 per le strutture in calcestruzzo armato e in acciaio;
— D.M. LL.PP. 20/11/1987 per le strutture in muratura;
— D.M. LL.PP. 14/03/1988 per le opere e i sistemi geotecnica;
— D.M. LL.PP. 16/01/1996 e Circ. LL.PP. 10/04/1997 n. 65 per le strutture in zona sismica, assumendo il
grado di sismicità S=5 per la valutazione delle azioni sismiche.

Dette norme devono essere applicate integralmente, salvo per i materiali e i prodotti, le azioni e il collau-
do statico per i quali valgono le prescrizioni delle N.T.C. 2008.

14.2 METODI DI CALCOLO

Metodo alle Tensioni Ammissibili (M.T.A.)


È basato sulla teoria elastica ed è applicabile con le limitazioni prima indicate.
Ogni elemento strutturale deve essere mantenuto in campo elastico e per la verifica della sicurezza deve
sempre risultare:
ss tt

dove:
s e t = tensioni interne di progetto;
s e t = tensioni ammissibili per il materiale considerato.

Metodo agli Stati Limite (M.S.L.)


È basato sul principio che, anche oltre il campo elastico, il materiale possiede ancora notevoli risorse di
resistenza senza che si abbia un incremento delle tensioni interne, proprietà questa che si definisce dutti-
lità, e quindi vengono conservate le caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale.
Un materiale duttile, oltre il campo elastico, si plasticizza con deformazioni permanenti, rimanendo però
in sicurezza.
Una struttura o una sua parte raggiunge uno stato limite quando non è più in grado di soddisfare le fun-
zioni per le quali è stata progettata; si possono avere:
IL PROGETTO DELLE STRUTTURE 157

— Stato Limite Ultimo (S.L.U.): corrisponde al limite ultimo della capacità portante di una struttura o di
un suo elemento, oltre il quale si ha il collasso;
— Stato Limite di Esercizio (S.L.E.): corrisponde al normale utilizzo della struttura, oltre il quale non
soddisfa più una o più prestazioni per le condizioni di servizio.
Con il M.S.L. il procedimento di calcolo per la valutazione della sicurezza di un elemento strutturale o di
una struttura viene cosı̀ sviluppato:
1) si assumono i valori caratteristici (o nominali) delle azioni esterne (carichi) e delle resistenze dei mate-
riali: per le prime vengono assunti con il frattile 95% (si ha il 95% di probabilità che la loro intensità
non venga superata durante la vita della costruzione), e per le seconde con il frattile 5% (si ha solo il
5% di probabilità che le resistenze effettive dei materiali non siano inferiori a quelle previste); in que-
sto modo vengono considerate le relative inevitabili incertezze;
2) si determinano i valori di calcolo applicando dei coefficienti parziali ai valori caratteristici, amplificativi
per le azioni e riduttivi per le resistenze dei materiali;
3) vengono determinate le caratteristiche di sollecitazione con un’analisi lineare, ipotizzando una propor-
zionalità tra sforzi e deformazioni;
4) la verifica di sicurezza allo S.L.U. è positiva se risulta:

Ed  Rd
dove:
Ed ¼ valori di progetto delle caratteristiche di sollecitazione
Rd ¼ valori limite delle resistenze di progetto.

Periodo di ritorno TR
È il tempo entro il quale, sulla base di dati statistici, determinate azioni con le relative intensità potranno
ripetersi nel futuro.
Per le azioni del vento e della neve le N.T.C. 2008 considerano TR ¼ 50 anni.

Vita nominale di una struttura VN


Rappresenta il numero di anni nel quale la struttura, soggetta a manutenzione ordinaria, può essere uti-
lizzata per la destinazione d’uso prevista.

Tabella 14.1 Vita nominale VN per diversi tipi di opere.

Tipi di costruzione Vita nominale VN

1 Opere provvisorie e provvisionali – strutture in fase costruttiva  10 anni

2 Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni con-  50 anni


tenute e di importanza normale

3 Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni e  100 anni
di importanza strategica

14.3 LE COMBINAZIONI DELLE AZIONI


Il calcolo di una struttura deve essere effettuato in funzione delle massime sollecitazioni possibili, per cui
le varie azioni che possono agire contemporaneamente devono essere combinate fra loro.
I valori caratteristici delle azioni variabili sono indicati con il pedice k, mentre i valori nominali (quali i
pesi propri dei materiali) sono indicati senza pedice.
In relazione alla contemporaneità delle azioni variabili Qk, queste si definiscono:
Qk1 = azione variabile dominante; si presenta con maggiore continuità;
Qk2, Qk3, ... = azioni variabili che possono agire contemporaneamente a quella dominante.
158 IL PROGETTO DELLE STRUTTURE

Le azioni variabili vengono combinate con i coefficienti di combinazione w e si hanno:


— valore raro (o di combinazione) w0j  Qkj : valore di durata breve che può verificarsi in concomitanza ad
altre azioni variabili;
— valore frequente w1j  Qkj : corrispondente al frattile 95% per cui ha limitata possibilità di essere supe-
rato durante il periodo di riferimento;
— valore quasi permanente w2j  Qkj : può essere superato anche per il 50% nel periodo di riferimento.

Tabella 14.2 Valori dei coefficienti di combinazione w.

Categoria/Azione variabile w0j w1j w2j

Cat. A: ambienti a uso residenziale 0,7 0,5 0,3

Cat. B: uffici 0,7 0,5 0,3

Cat. C: ambienti suscettibili di affollamento 0,7 0,7 0,6

Cat. D: ambienti a uso commerciale 0,7 0,7 0,6

Cat. E: biblioteche, archivi, magazzini e ambienti a uso industriale 1,0 0,9 0,8

Cat. F: rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso  30 kN) 0,7 0,7 0,6

Cat. G: rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN) 0,7 0,5 0,3

Cat. H: coperture 0,0 0,0 0,0

Vento 0,6 0,2 0,0

Neve (quota  1000 m s.l.m.) 0,5 0,2 0,0

Neve (quota >1000 m s.l.m.) 0,7 0,5 0,2

Variazioni termiche 0,6 0,5 0,0

Tabella 14.3 Combinazioni delle azioni per le verifiche agli stati limite.

Combinazioni delle azioni Impiegata per

Combinazione fondamentale
X
j¼n
Fd ¼ cG1  G1 þ cG2  G2 þ cP  P þ cQj  Qk1 þ ðcQj  w0j  Qkj Þ verifiche agli S.L.U.
j¼2

Combinazione caratteristica (rara)


Xj¼n
Fd ¼ G1 þ G2 þ P þ Qk1 þ ðw0j  Qkj Þ verifiche agli S.L.E. e alle T.A.
j¼2

Combinazione frequente
X
j¼n
Fd ¼ G1 þ G2 þ P þ w11  Qk1 þ ðw2j  Qkj Þ verifiche agli S.L.E. reversibili
j¼2

Combinazione quasi permanente


X
j¼n verifiche agli S.L.E. per gli effetti
Fd ¼ G1 þ G2 þ P þ w21  Qk1 þ ðw2j  Qkj Þ delle azioni a lungo termine
j¼2

Altre combinazioni sono previste per gli stati limite connessi alle azioni sismica ed eccezionali.
IL PROGETTO DELLE STRUTTURE 159

Nelle verifiche agli S.L.U. si distinguono:


— stato limite di equilibrio come corpo rigido EQU;
— stato limite di resistenza della struttura compresi gli elementi di fondazione STR;
— stato limite di resistenza del terreno GEO.
Per tali verifiche si può applicare l’Approccio progettuale 2 che prevede:
— un gruppo di coefficienti parziali per le azioni riportati nella tabella 14.4 – colonna A1;
— un gruppo di coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno cM e un altro gruppo cR per la
resistenza globale; i valori di questi coefficienti sono riportati nei capitoli relativi ai problemi strutturali
e geotecnici.

Tabella 14.4 Coefficienti parziali di sicurezza per le azioni o per l’effetto delle azioni nelle verifiche agli
S.L.U.

b) STR c) GEO
Carichi Coefficiente Condizione a) EQU
A1 A2

favorevole 0,90 1,00 1,00


Permanenti cG1
sfavorevole 1,10 1,30 1,00

Permanenti favorevole 0,00 0,00 0,00


cG2
non strutturali sfavorevole 1,50 1,50 1,30

favorevole 0,00 0,00 0,00


Variabili cQ
sfavorevole 1,50 1,50 1,30

— coefficiente c  1: favorevole in quanto riduce i carichi e non si ottengono le massime sollecitazioni;


— coefficiente c > 1: sfavorevole in quanto incrementa i carichi e determina le massime sollecitazioni.
Con le verifiche agli S.L.E. vengono controllati la funzionalità e lo stato tensionale dell’elemento struttu-
rale e della struttura.

14.4 DURABILITÀ
Una struttura, soggetta a manutenzione ordinaria, deve risultare adeguatamente durevole per il suo pe-
riodo di vita nominale, ossia deve risultare idonea alla sua destinazione d’uso, resistente e stabile.
Questa caratteristica si ottiene in fase progettuale tenendo presente alcuni elementi:
— destinazione d’uso;
— caratteristiche delle azioni;
— condizioni ambientali e classe di esposizione;
— livello di protezione da ottenere;
— periodo di vita nominale;
— programma di manutenzione.

Tabella 14.5 Classi di esposizione relative alle condizioni ambientali.


Classi di esposizione Esempi di condizioni ambientali

1. Ambiente secco interno di edifici per abitazioni normali o uffici*

 interno di edifici in cui vi è elevata umidità


a. senza gelo  componenti esterni
 componenti in terreni e/o acque non aggressivi

2. Ambiente umido  componenti esterni esposti al gelo


 componenti in terreni e/o acque non aggressivi
b. con gelo ed esposti al gelo
! segue

 componenti interni con alta umidità ed esposti


al gelo
160 IL PROGETTO DELLE STRUTTURE

Classi di esposizione Esempi di condizioni ambientali

3. Ambiente umido con gelo e im- componenti interni ed esterni esposti al gelo e agli effetti dei sali
piego di sali di disgelo di disgelo

 componenti totalmente o parzialmente im-


mersi in acqua marina o soggetti a spruzzi
a. senza gelo  componenti esposti ad atmosfera satura di sa-
le (zone costiere)
4. Ambiente marino
 componenti parzialmente immersi in acqua
marina o soggetti a spruzzi
b. con gelo  componenti esposti ad atmosfera satura di sa-
le ed esposti al gelo

Le classi che seguono si riscontrano sole o combinate con le classi di cui sopra

a.  ambiente chimico debolmente aggressivo (gas, liquidi o solidi)


 atmosfera industriale aggressiva

5. Ambiente chimico aggressivo ** b.  ambiente chimico moderatamente aggressivo (gas, liquidi


o solidi)

c.  ambiente chimico fortemente aggressivo (gas, liquidi o solidi)

* Questa classe di esposizione è da prendere in considerazione solo se, in fase di costruzione, la strut-
tura o alcuni dei suoi componenti non sono esposti a condizioni ambientali più severe per lunghi pe-
riodi.
** Gli ambienti chimicamente aggressivi sono classificati nella ISO/DP 9690.
Cemento armato
15 Metodo alle Tensioni
Ammissibili

15.1 I MATERIALI

Cemento

Tabella 15.1 Tipi di cementi comuni.

In funzione della composizione

Tipo I cemento Portland


Tipo II cemento Portland composito
Tipo III cemento d’alto forno
Tipo IV cemento pozzolanico
Tipo V cemento composito

In funzione della resistenza meccanica

Resistenza normalizzata (a compressione dopo 28 giorni di matura- classe 32,5 N


zione) classe 42,5 N
classe 52,5 N

Resistenza iniziale (a compressione dopo 2 o 7 giorni di maturazione classe 32,5 R


classe 42,5 R
classe 52,5 R

Esempio di sigla di identificazione: Cemento EN 197/1 CEM I 42,5 R.

Calcestruzzo
 Resistenza caratteristica a compressione
È espressa dalla tensione, in N/mm2, dovuta allo sforzo che produce la rottura del provino di calcestruzzo
e viene assunta con il frattile 5%; può essere:
— resistenza caratteristica cilindrica fck su provini cilindrici con altezza h = 300 mm e diametro d = 150 mm
(è considerata dalle N.T.C. 2008 e dall’EC2);
— resistenza caratteristica cubica Rck su provini cubici con lato l = 150 mm.
Si ha la relazione:
fck ¼ 0; 83  Rck
162 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Tabella 15.2 Classi di resistenza del calcestruzzo.

Classe di resistenza
Criteri generali di impiego
C fck =Rck

C 8/10 Strutture non armate o a bassa percentuale di armatura


C 12/15 < 0,3 kN/m3

C 16/20 Strutture usuali semplicemente armate


C 20/25
C 25/30

C 28/35 Strutture più importanti con armature complesse e strutture pre-


C 32/40 compresse
C 35/45
C 40/50
C 45/55

C 50/60 Per il loro utilizzo sono necessarie apposite sperimentazioni e pro-


C 55/67 cedure per il controllo di qualità
C 60/75
C 70/85

C 80/95 Per il loro utilizzo è necessaria l’autorizzazione del Servizio Tecni-


C 90/105 co Centrale del C.S.LL.PP.

 Resistenza cilindrica media a compressione:


fcm ¼ fck þ 8 (N/mm2)
 Resistenza media a trazione: qffiffiffiffiffiffi
3
2
— per trazione semplice assiale: fctm ¼ 0; 30  fck per classi  C 50/60
— per flessione: fcfm ¼ 1; 2  fctm

 Modulo elastico istantaneo:


 
fcm 0;3
Ecm ¼ 22 000 
10

 Coefficiente di Poisson:
l = 0,0 per calcestruzzo fessurato
l = 0,2 per calcestruzzo non fessurato

 Coefficiente di dilatazione termica (valore medio):


a ¼ 10  106 o C1

 Peso per unità di volume:


cc = 24 kN/m3 per calcestruzzo non armato
cc = 25 kN/m3 per calcestruzzo armato

Tabella 15.3 Modulo elastico istantaneo del calcestruzzo.

Classe del cls C 12/15 C 16/20 C 20/25 C 25/30 C 28/35 C 32/40 C 35/45 C 40/50

Ecm 27 085 28 608 29 962 31 476 32 308 33 346 34 077 35 220


CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 163

Tabella 15.4 Tensioni ammissibili nel conglomerato (N/mm2).

Classe del calcestruzzo (C fck =Rck ) (N/mm2 )


Sollecitazione
12/15 16/20 20/25 25/30 28/35 32/40 35/45 40/50

1. Tensioni normali di R ck  15
 
compressione r c per travi, rc ¼ 6 þ
solette (spessore s 5 5 cm) 4
e pilastri soggetti a flessio-
ne o presso-flessione 6,00 7,25 8,50 9,75 11,00 12,25 13,50 14,75

2. Tensioni normali di ¼ 
r c ¼ 0,70  rc
compressione per flessione
r¼c nelle solette con spesso-
re s < 5 cm 4,20 5,075 5,95 6,825 7,70 8,575 9,45 10,325

3. Tensioni normali per ¼ 


¼ r c ¼ 0,90  rc
Tensioni normali

flessione r c nelle travi a A


con soletta collaborante di
spessore s 5 5 cm 5,40 6,525 7,65 8,775 9,90 11,025 12,15 13,275

4. Tensioni normali per ¼ 


¼ r c ¼ 0,70  rc
flessione r c nelle travi a A
con soletta collaborante di
spessore s < 5 cm 4,20 5,075 5,95 6,825 7,70 8,575 9,45 10,325

5. Tensioni normali di ¼ 
r c ¼ 0,70  rc
compressione semplice
r¼c per pilastri con lato
s 5 25 cm 4,20 5,075 5,95 6,825 7,70 8,575 9,45 10,325

6. Tensioni normali di
¼
compressione semplice r c
per pilastri con lato s < 25 r¼ ¼ 0,70  ½1  0; 03  ð25  sÞ  rc
cm

7. Tensioni tangenziali  R ck  15
Tensioni tangenziali

sc0 ¼ 0,4 þ
sc0 per elementi privi di 75
armature al taglio e alla
torsione 0,40 0,467 0,533 0,60 0,667 0,733 0,80 0,867

8. Tensioni tangenziali  R ck  15
sc1 ¼ 1,4 þ
sc1 per elementi con ar- 35
mature al taglio
1,40 1,543 1,686 1,829 1,971 2,114 2,257 2,40
Tensioni tangenziali

 
s b ¼ 3,0  sc0
di aderenza

9. Tensioni tangenziali di

aderenza sb delle barre
ad aderenza migliorata
1,20 1,401 1,599 1,80 2,001 2,199 2,40 2,602

Calcestruzzi a resistenza e durabilità caratteristiche R ck Dck


I calcestruzzi che rispondono a tale requisito vengono definiti «a resistenza e durabilità caratteristiche» e
vengono identificati con la sigla: R c k XX DCK YY, dove XX rappresenta la resistenza caratteristica a com-
pressione compatibile con la classe di esposizione ambientale YY.
164

Tabella 15.5 Guida alla scelta dei calcestruzzi a resistenza e durabilità caratteristiche R ck Dck
(Legge 05/11/1971 n. 1086 e D.M. relativo - UNI 9858 - ENV 206).
* Nella tabella per ogni tipo di struttura è indicato un valore di resistenza raccomandato in funzione dei materiali locali e del tipo e classe di cemento, per il rispetto del rapporto acqua/
cemento prescritto. Per ogni gruppo omogeneo di impianti è disponibile localmente la R ck della zona. In mancanza di informazioni si consiglia di scegliere il valore di R ck della guida.
L’inserimento del valore di R ck raccomandato anche nel dimensionamento statico della struttura consente di ottimizzare i risultati tecnico-economici della progettazione. In ogni caso,
la classe R ck da prescrivere deve essere la più alta fra quelle necessarie a soddisfare i requisiti di durabilità e di resistenza strutturale. (Esempio: R ck 25 Dck 2b indica un calcestruzzo classe
25 compatibile con un ambiente umido con gelo (2b)).

R ck
Classe di Calcestruzzo
Condizioni Tipo di A/C ðN=mm 2 Þ
esposizione Azioni di degrado e conseguenze R ck Dck
ambientali struttura max racco-
ambientale raccomandato
mandato

1 Interni di abitazioni Cause di degrado: Conseguenze: non armata – – –


Ambiente secco o uffici (U.R. < 70%) – anidride carbonica – carbonatazione del copriferro armata 0,65 25 R ck 25 Dck 1
– corrosione dei ferri di armatura precompressa 0,60 30 R ck 30 Dck 1

2a Interni con umidità Cause di degrado: Conseguenze: non armata 0,70 25 R ck 25 Dck 2a
Ambiente umido elevata (U.R. > 70%) 2a/2b 2a/2b armata 0,60 25 R ck 25 Dck 2a
senza gelo Esterni – anidride carbonica – carbonatazione del copriferro precompressa 0,60 30 R ck 30 Dck 2a
Contatto con acque o – acqua (piovana, corrente, di condensa, di – corrosione dei ferri da carbonatazione
terreni non aggressivi imbibizione capillare) che, con l’anidride – dilavamento del calcestruzzo
carbonica, porta alla disgregazione della 2b
2b Esterni esposti al gelo pasta cementizia – degradazione del calcestruzzo da gelo e non armata 0,55+aria 25 R ck 25 Dck 2b
Ambiente umido Interni con umidità ele- 2b disgelo armata 0,55+aria 25 R ck 25 Dck 2b
con gelo vata ed esposti al gelo – gelo e disgelo precompressa 0,55+aria 30 R ck 30 Dck 2b
Contatto con acque o
terreni non aggressivi
esposti al gelo

3 Interni ed esterni esposti Cause di degrado: Conseguenze: non armata


Ambiente umido al gelo e ai sali disgelanti – anidride carbonica – carbonatazione del copriferro armata 0,55+aria 30 R ck 30 Dck 3
– gelo e disgelo – corrosione dei ferri da carbonatazione
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

con gelo e sali di- precompressa


– sali disgelanti clorurati – dilavamento del calcestruzzo
sgelanti – degradazione del calcestruzzo da gelo e
disgelo
– corrosione dei ferri da sali disgelanti cloru-
rati
R ck
Classe di Calcestruzzo
Condizioni Tipo di A/C ðN=mm 2 Þ
esposizione Azioni di degrado e conseguenze R ck Dck
ambientali struttura max racco-
ambientale raccomandato
mandato

4a Parziale o completa im- Cause di degrado: Conseguenze: non armata


Ambiente marino mersione in mare o zone 4a/4b 4a/4b armata 0,55 35 R ck 35 Dck 4a
senza gelo di battigia – anidride carbonica per le parti non immer- – carbonatazione del copriferro precompressa
Aree ricche di salsedine se – corrosione dei ferri da carbonatazione
e zone costiere – acqua contenente cloruri, solfati e ione so- – dilavamento del calcestruzzo
dio – corrosione dei ferri da cloruro
4b Parziale o completa im- 4b – degradazione del calcestruzzo da solfati e non armata
Ambiente marino mersione in mare o zone – gelo e disgelo da ione sodio armata 0,50+aria 30 R ck 30 Dck 4b
con gelo di battigia esposte al gelo 4b precompressa
Aree ricche di salsedine e – degradazione del calcestruzzo da gelo e di-
zone costiere esposte al sgelo
gelo

Classi di ambienti chimicamente aggressivi: possono presentarsi da sole o insieme alle precedenti
5a Contatto con sostanze Aggressività dell’ambiente non armata
Attacco debole debolmente aggressive Per la determinazione dell’aggressività dell’ambiente e relative sostanze vedasi ISO 9690: armata 0,55 35 R ck 35 Dck 5a
tab. A (gas), tab. B (liquidi), tab. C (solidi)
Aree industriali e urba- precompressa
ne con debole inquina- Cause di degrado:
mento 5a/5b/5c
5a+2b – anidride carbonica non armata 0,55+aria 25 R ck 25 Dck 5a+2b
Attacco debole con – acqua (piovana, corrente, di falda, di condensa, di imbibizione capillare) armata 0,55+aria 25 R ck 25 Dck 5a+2b
gelo – solfati: attacco debole (a); moderato (b); forte (c) precompressa 0,55+aria 30 R ck 30 Dck 5a+2b
– sostanze aggressive classificate da ISO 9690
5b Contatto con sostanze 5a+2b/5b+2b/5c+2b non armata
Attacco moderato moderatamente aggres- – cause di degrado come per 5a/5b/5c armata 0,50 40 R ck 40 Dck 5b
sive – gelo e disgelo precompressa
Aree industriali e urba- Conseguenze:
5b+2b ne con elevato inquina- 5a/5b/5c non armata
mento – carbonatazione del copriferro
Attacco moderato – corrosione dei ferri di armatura armata 0,50+aria 30 R ck 30 Dck 5b+2b
con gelo precompressa
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

– dilavamento del calcestruzzo


– degradazione del calcestruzzo da attacco acido
5c Contatto con sostanze – degradazione del calcestruzzo da attacco solfatico non armata
Attacco forte fortemente aggressive – degradazione del calcestruzzo da sostanze aggressive armata 0,45 45 R ck 45 Dck 5c
5a+2b/5b+2b/5c+2b precompressa
– conseguenze come per 5a/5b/5c
5c+2b – degradazione del calcestruzzo da gelo e disgelo non armata
Attacco forte con armata 0,45+aria 35 R ck 35 Dck 5c+2b
gelo precompressa
165
166 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Acciaio in barre per cemento armato


Nelle strutture in c.a. devono essere impiegate solo barre ad aderenza migliorata tipo B450C e B450A con
densità di 7,85 kg/dm3.

Tabella 15.6 Requisiti degli acciai per cemento armato.

Caratteristiche B450C B450A

Tensione caratteristica di snervamento fyk  fy nom ¼ 450 N/mm2

Tensione caratteristica di rottura ftk  ft nom ¼ 540 N/mm2

Modulo di elasticità longitudinale Es ¼ 206 000 N/mm2

Allungamento uniforme a rottura ðAgt Þk  7; 5% ðAgt Þk  2; 5%

Diametri da impiegare 6 mm  1  40 mm 5 mm  1  10 mm

fy nom ¼ tensione caratteristica di snervamento nominale.


ft nom ¼ tensione caratteristica di rottura nominale.

Tabella 15.7 Tensioni ammissibili nell’acciaio.

Rck  25 N/mm2 rs = 281 N/mm2


Rck < 25 N/mm2 rs = 188 N/mm2
Tensione tangenziale di aderenza sb = 3,0  sc0

Copriferro e interferro (fig. 15.1)


— Interferro: non inferiore a 25 30 mm.

copriferro
— Copriferro: ambiente poco aggressivo c
25 30 mm;
ambiente aggressivo c
30 35 mm;
ambiente molto aggressivo c
35 45 mm.
I valori del copriferro e dell’interferro devono essere definiti anche in interferro
funzione delle dimensioni degli inerti. Fig. 15.1
Tabella 15.8 Peso dei tondini (in N=m) per 3 mm 4 1 4 30 mm e area della sezione (in mm 2 ) per numero di tondini da 1 a 10.

1 Peso Numero dei tondi e corrispondente sezione (mm 2 )


(mm) (N=m) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

3 0,555 7,069 14,137 21,206 28,274 35,343 42,412 49,480 56,549 63,617 70,686
4 0,987 12,566 25,133 37,699 50,266 62,832 75,398 87,965 100,531 113,097 125,664
5 1,541 19,635 39,270 58,905 78,540 98,175 117,810 137,445 157,080 176,715 196,350
6 2,220 28,274 56,549 84,823 113,097 141,372 169,646 197,920 226,195 254,469 282,743
7 3,021 38,485 76,969 115,454 153,938 192,423 230,907 269,392 307,876 346,361 384,845
8 3,946 50,266 100,531 150,796 201,062 251,327 301,593 351,858 402,124 452,389 502,655
9 4,994 63,617 127,235 190,852 254,469 318,086 381,704 445,321 508,938 572,555 636,173
10 6,165 78,540 157,080 235,619 314,159 392,699 471,239 549,779 628,319 706,858 785,398
11 7,460 95,033 190,066 285,100 380,133 475,166 570,199 665,232 760,265 855,299 950,332
12 8,878 113,097 226,195 339,292 452,389 565,487 678,584 791,681 904,779 1 017,876 1 130,973
13 10,420 132,732 265,465 398,197 530,929 663,661 796,394 929,126 1 061,858 1 194,591 1 327,323
14 12,084 153,938 307,876 461,814 615,752 769,690 923,628 1 077,566 1 231,504 1 385,442 1 539,380
15 13,872 176,714 353,429 530,144 706,858 883,573 1 060,288 1 237,002 1 413,717 1 590,431 1 767,146
16 15,783 201,062 402,124 603,186 804,248 1 005,310 1 206,372 1 407,434 1 608,495 1 809,557 2 010,619
17 17,818 226,980 453,960 680,940 907,920 1 134,900 1 361,880 1 588,861 1 815,841 2 042,821 2 269,801
18 19,976 254,469 508,938 763,407 1 017,876 1 272,345 1 526,814 1 781,283 2 035,752 2 290,221 2 544,690
19 22,257 283,529 567,058 850,586 1 134,115 1 417,644 1 701,172 1 984,701 2 268,230 2 551,759 2 835,287
20 24,662 314,159 628,319 942,478 1 256,637 1 570,796 1 884,956 2 199,115 2 513,274 2 827,433 3 141,593
21 27,189 346,361 692,721 1 039,082 1 385,442 1 731,803 2 078,164 2 424,524 2 770,885 3 117,245 3 463,606
22 29,840 380,133 760,265 1 140,398 1 520,531 1 900,664 2 280,796 2 660,929 3 041,062 3 421,194 3 801,327
23 32,615 415,476 830,951 1 246,427 1 661,903 2 077,378 2 492,854 2 908,329 3 323,805 3 739,281 4 154,756
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

24 35,513 452,389 904,779 1 357,168 1 809,557 2 261,947 2 714,336 3 166,725 3 619,115 4 071,504 4 523,893
25 38,534 490,874 981,748 1 472,622 1 963,495 2 454,369 2 945,243 3 436,117 3 926,991 4 417,865 4 908,739
26 41,678 530,929 1 061,858 1 592,788 2 123,717 2 654,646 3 185,575 3 716,504 4 247,433 4 778,362 5 309,292
27 44,946 572,555 1 145,111 1 717,666 2 290,221 2 862,776 3 435,332 4 007,887 4 580,442 5 152,997 5 725,553
28 48,337 615,752 1 231,504 1 847,257 2 463,009 3 078,761 3 694,513 4 310,265 4 926,017 5 541,769 6 157,522
29 51,851 660,520 1 321,040 1 981,560 2 642,079 3 302,599 3 963,119 4 623,639 5 284,159 5 944,679 6 605,199
30 55,488 706,858 1 413,717 2 120,575 2 827,433 3 534,292 4 241,150 4 948,008 5 654,867 6 361,725 7 068,584
167
Reti e tralicci elettrosaldati
168

— Interasse fra le barre i  300 mm.


— Diametri da impiegare per gli elementi base:
 6 mm  1  16 mm per elementi in acciaio B450C;
 5 mm  1  10 mm per elementi in acciaio B450A.

Tabella 15.9 Reti elettrosaldate.

Sezione resistente Peso teorico

Se- La sezione in cm 2 vale per 1 m e in una sola direzione Il peso in kg vale per 1 m e in una sola direzione
1 Interasse maglia (mm) 1 Peso Interasse maglia (mm)
zione
mm mm kg/m
cm 2 50 75 100 125 150 175 200 225 250 50 75 100 125 150 175 200 225 250

5,00 0,196 3,92 2,61 1,96 1,57 1,31 1,12 0,98 0,87 0,78 5,00 0,154 3,08 2,05 1,54 1,23 1,03 0,88 0,77 0,68 0,62
5,25 0,216 4,32 2,88 2,16 1,73 1,44 1,23 1,08 0,96 0,87 5,25 0,170 3,40 2,27 1,70 1,36 1,13 0,97 0,85 0,76 0,68
6,00 0,283 5,66 3,77 2,83 2,26 1,89 1,62 1,42 1,26 1,13 6,00 0,222 4,44 2,96 2,22 1,78 1,48 1,27 1,11 0,99 0,89
6,50 0,332 6,64 4,43 3,32 2,66 2,21 1,90 1,66 1,48 1,33 6,50 0,260 5,20 3,47 2,60 2,08 1,73 1,49 1,30 1,16 1,04
7,00 0,385 7,70 5,13 3,85 3,08 2,57 2,20 1,93 1,71 1,54 7,00 0,302 6,04 4,03 3,02 2,42 2,01 1,73 1,51 1,34 1,21
7,50 0,442 8,84 5,89 4,42 3,54 2,95 2,53 2,21 1,96 1,77 7,50 0,347 6,94 4,63 3,47 2,78 2,31 1,98 1,74 1,54 1,39
8,00 0,503 10,06 6,71 5,03 4,02 3,35 2,87 2,52 2,24 2,01 8,00 0,395 7,90 5,27 3,95 3,16 2,63 2,26 1,98 1,76 1,58
8,50 0,567 11,34 7,56 5,67 4,54 3,78 3,24 2,84 2,52 2,27 8,50 0,445 8,90 5,93 4,45 3,56 2,97 2,54 2,23 1,98 1,78
9,00 0,636 12,72 8,48 6,36 5,09 4,24 3,63 3,18 2,83 2,54 9,00 0,499 9,98 6,65 4,99 3,99 3,33 2,85 2,50 2,22 2,00
9,50 0,709 14,18 9,45 7,09 5,67 4,73 4,05 3,55 3,15 2,84 9,50 0,556 11,12 7,41 5,56 4,45 3,71 3,18 2,78 2,47 2,22
10,00 0,785 15,70 10,47 7,85 6,28 5,23 4,49 3,93 3,49 3,14 10,00 0,617 12,34 8,23 6,17 4,94 4,11 3,53 3,09 2,74 2,47
10,50 0,866 17,32 11,55 8,66 6,93 5,77 4,95 4,33 3,85 3,46 10,50 0,680 13,60 9,07 6,80 5,44 4,53 3,89 3,40 3,02 2,72
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

11,00 0,950 19,00 12,67 9,50 7,60 6,33 5,43 4,75 4,22 3,80 11,00 0,746 14,92 9,95 7,46 5,97 4,97 4,26 3,73 3,32 2,98
11,50 1,039 20,78 13,85 10,39 8,31 6,93 5,94 5,20 4,62 4,16 11,50 0,815 16,30 10,87 8,15 6,52 5,43 4,66 4,08 3,62 3,26
12,00 1,131 22,62 15,08 11,31 9,05 7,54 6,46 5,66 5,03 4,52 12,00 0,888 17,76 11,84 8,88 7,10 5,92 5,07 4,44 3,95 3,55
14,00 1,539 30,79 20,53 15,39 12,32 10,26 8,80 7,70 6,84 6,16 14,00 1,208 24,17 16,11 12,08 9,67 8,06 6,91 6,04 5,37 4,83
Tabella 15.10 Reti HD (High Ductility) Standard Italia.
1 filo Maglia Dimensioni Super- Sezione Sezione Peso Peso Alt. Peso Peso
(mm) (mm) pannello (mm) N. pannelli N. pannelli
ficie longit. trasv. pannello al m 2 N. pannelli legaccio legaccio per
Tipo per per
(i) (a) pannello per legaccio carico
Long. Trasv. Larg. Lung. stiva carico
Long. Trasv. (m 2 ) (mm 2 =m) (mm 2 =m) (kg) (kg=m 2 ) (mm) (kg) (kg)

510 HD 5,25 5,25 100 100 2000 3000 6,00 216 216 20,400 3,400 90 500 1836 450 1440 29 376
515 HD 5,25 5,25 150 150 2000 3000 6,00 144 144 13,940 2,323 90 500 1255 450 1800 25 092
520 HD 5,25 5,25 220 220 2000 3000 6,00 98 98 9,350 1,558 90 500 842 450 1800 16 830
610 HD 6 6 100 100 2000 3000 6,00 283 283 26,640 4,440 70 460 1865 350 1120 29 837
615 HD 6 6 150 150 2000 3000 6,00 189 189 18,204 3,034 70 460 1274 350 1400 25 486
620 HD 6 6 200 200 2000 3000 6,00 142 142 13,320 2,220 100 640 1332 400 1600 21 312
625 HD 6 6 250 250 2000 3000 6,00 113 113 10,656 1,776 100 640 1066 400 1600 17 050

200  300
810 HD 8 8 100 100 2000 3000 6,00 503 503 47,400 7,900 40 350 1896 240 600 28 440
815 HD 8 8 150 150 2000 3000 6,00 335 335 32,390 5,398 50 440 1620 250 900 29 151
820 HD 8 8 200 200 2000 3000 6,00 251 251 23,700 3,950 50 440 1185 300 1100 26 070
1020 HD 10 10 200 200 2000 3000 6,00 393 393 37,020 6,170 50 550 1851 200 800 29 616
510 HD 5,25 5,25 100 100 2250 4000 9,00 216 216 30,940 3,438 50 280 1547 400 950 29 393
515 HD 5,25 5,25 150 150 2250 4000 9,00 144 144 20,528 2,281 90 500 1848 450 1350 27 713
520 HD 5,25 5,25 220 220 2250 4000 9,00 98 98 14,365 1,596 90 500 1293 450 1350 19 393
610 HD 6 6 100 100 2250 4000 9,00 283 283 40,404 4,489 50 330 2020 300 750 30 303
615 HD 6 6 150 150 2250 4000 9,00 189 189 26,807 2,979 50 330 1340 350 1050 28 147
620 HD 6 6 200 200 2250 4000 9,00 142 142 20,646 2,294 50 330 1032 400 1200 24 775
625 HD 6 6 250 250 2250 4000 9,00 113 113 15,984 1,776 100 640 1598 400 1200 19 181
810 HD 8 8 100 100 2250 4000 9,00 503 503 71,890 7,988 25 220 1797 150 400 28 756

225  400
815 HD 8 8 150 150 2250 4000 9,00 335 335 47,696 5,300 40 350 1908 200 600 28 618
820 HD 8 8 200 200 2250 4000 9,00 252 252 36,735 4,082 50 440 1837 300 800 29 388
1020 HD 10 10 200 200 2250 4000 9,00 393 393 57,381 6,376 25 270 1435 200 500 28 691
1220 HD 12 12 200 200 2250 4000 9,00 566 566 82,584 9,176 25 330 2065 150 350 28 904
1420 HD 14 14 200 200 2250 4000 9,00 770 770 112,344 12,483 10 160 1123 110 260 29 209
520 L HD 5,25 5,25 220 250 1180 6000 7,08 110 87 10,934 1,544 90 500 984 900 1800 19 681
520 A HD 5,25 5,25 220 250 2360 6000 14,16 110 87 21,869 1,544 90 500 1968 450 900 19 682
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

520 B HD 5,25 5,25 220 220 2470 6000 14,82 105 98 23,577 1,591 90 500 2122 450 900 21 219

Prefabbricati
Setto 1 S HD 8 6 300 150 2300 2850 6,56 168 189 18,707 2,852 50 390 935 300 1200 22 448
Setto 1 C* HD 8 6 300 150 2300 3500 8,05 168 189 20,761 2,579 50 390 1038 300 900 18 685

Pareti
Setto 2 S HD 8 7 200 150 2300 2850 6,56 252 257 26,706 4,803 50 430 1335 300 1100 29 377
Setto 2 C* HD 8 7 200 150 2300 3500 8,05 252 257 29,787 3,700 50 430 1489 300 900 26 808
* Pannelli speciali aventi tondi longitudinali con sporgenze di 70 cm.
169
170 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Tabella 15.11 Tralicci HD B-R-TOP.

1 fili (mm) Altezza


Tipo Inferiori Superiore Staffe (mm)
(1 i) (1 s) (ds) (ht)

5/7/5 B-R-TOP HD 5,25 7 5* 95


5/7/5 B-R-TOP HD 5,25 7 5* 125
5/7/5 TOP HD 5,25 7 5* 165
5/8/5 TOP HD 5,25 8 5* 205
6/7/5 B-R-TOP HD 6 7 5* 95
6/8/5 B-R-TOP HD 6 8 5* 95
6/7/5 B-R-TOP HD 6 7 5* 125
6/8/5 B-R-TOP HD 6 8 5* 125
6/7/5 TOP HD 6 7 5* 165
6/8/5 TOP HD 6 8 5* 165
6/8/5 TOP HD 6 8 5* 205

B R TOP Øs * Fili lisci

ds Impiegati nell’irrigidimento di travetti e lastre, per


ht

la realizzazione di solai con autoportanza normale

Øi

Tabella 15.12 Tralicci HD Baustrada.

1 fili (mm) Altezza


Tipo Inferiori Superiore Staffe (mm)
(1i) (1 s) (ds) (ht)

6/8/6 HD 6 8 6* 95
8/10/6 HD 8 10 6* 125
6/8/6 HD 6 8 6* 165
8/8/6 HD 8 8 6* 165
8/10/6 HD 8 10 6* 165
10/10/6 HD 10 10 6* 165
8/12/7,2 HD 8 12 7,2* 165
10/12/8 HD 10 12 8* 165
12/12/8 HD 12 12 8* 165
8/8/6 HD 8 8 6* 205
8/10/6 HD 8 10 6* 205
8/12/7,2 HD 8 12 7,2* 205
10/12/8 HD 10 12 8* 205
12/12/8 HD 12 12 8* 205
10/12/8 HD 10 12 8* 250
10/14/8 HD 10 14 8* 250

Øs * Fili lisci

ds Utilizzati nella realizzazione di solai con elevata


ht

autoportanza

Øi
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 171

15.2 IL CALCOLO

Sforzo normale di compressione semplice


Setti e pareti in c.a. sollecitati prevalentemente a sforzo assiale di compressione
Quando la tensione media risulta:
rmedia  0; 42  ½1  0; 03  ð25  sÞ  rc

(s = spessore della parete in cm), l’armatura deve rispondere ai seguenti requisiti:


— barre longitudinali diametro 1  8 mm con interasse i  30 cm;
— barre trasversali diametro 1  5 mm con i  20  1 delle barre longitudinali, oppure i  30 cm;
— collegamenti fra le armature disposte sulle due facce, minimo n. 6/m2.

Pilastri con staffe semplici (fig. 15.2)


As
y
d

a
Ac
d

Fig. 15.2

Progetto Verifica Collaudo

¼
N N ¼ N ¼ Ac  rc  ð1 þ n  qÞ
Ac ¼ ¼ rc ¼  rc
rc  ð1 þ n  qÞ Ac  ð1 þ n  qÞ

As

0; 008 0; 01
Ac

n = 15 = coefficiente di omogeneizzazione

Armatura: prescrizioni di progetto

— Armatura longitudinale con sezione As


 diametro minimo 1 12 mm
 minimo n. 4 barre per sezione quadrata o rettagolare e n. 6 barre per sezione circolare
N
 limitazioni: As  0; 8%  A0s ¼ 0; 8%  ¼
rs
A0s = area strettamente necessaria per compressione semplice
0; 3%  Ac  As  6%  Ac
Ac ¼ area effettiva del pilastro ¼ a  b
— Staffe
1
 chiuse con diametro minimo 1 6 mm e comunque 1  di 1max dell’armatura longitudinale
4
Tabella 15.13 Pilastri con staffe semplici.
172

Lunghezza Ferro Carico massimo P ammissibile (kN)


Dimensioni Area del
massima
della sezione calcestruzzo As ¼ ¼ ¼ ¼
l1 ¼ 14; 40 a Tondi As r c ¼ 5; 00 r c ¼ 6; 00 r c ¼ 6; 80 r c ¼ 7; 70
(cm  cm) Ac (cm2 ) q¼
(m) Ac (n. 1 mm) (cm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 )

0,0072 4 1 12 4,52 346 415 471 533


25  25 3,60 625
0,0098 4 1 14 6,16 359 430 488 552

0,0082 4 1 14 6,16 421 505 573 648


25  30 3,60 750
0,0107 4 1 16 8,04 435 522 592 670

0,0089 4 1 16 8,04 510 612 694 786


30  30 4,32 900
0,0113 4 1 18 10,18 526 631 716 810

0,0076 4 1 16 8,04 585 702 796 901


30  35 4,32 1 050
0,0097 4 1 18 10,18 601 721 818 926

0,0083 4 1 18 10,18 689 826 937 1 061


35  35 5,04 1 225
0,0102 4 1 20 12,57 707 848 961 1 088

0,0073 4 1 18 10,18 776 931 1 056 1 195


35  40 5,04 1 400
0,0108 4 1 22 15,21 814 977 1 107 1 253

0,0078 4 1 20 12,57 894 1 073 1 216 1 377


40  40 5,76 1 600
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

0,0100 8 1 16 16,08 920 1 104 1 252 1 417

0,0084 4 1 22 15,21 1 014 1 217 1 379 1 561


40  45 5,76 1 800
0,0100 4 1 24 18,10 1 036 1 243 1 408 1 595

0,0075 4 1 22 15,21 1 127 1 352 1 532 1 735


45  45 6,48 2 025
0,0100 8 1 18 20,36 1 165 1 398 1 584 1 794
Lunghezza Ferro Carico massimo P ammissibile (kN)
Dimensioni Area del
massima
della sezione calcestruzzo As ¼ ¼ ¼ ¼
l1 ¼ 14; 40 a Tondi As rc ¼ 5; 00 r c ¼ 6; 00 r c ¼ 6; 80 r c ¼ 7; 70
(cm  cm) Ac (cm2 ) q¼
(m) Ac (n. 1 mm) (cm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 )

0,0080 4 1 24 18,10 1 261 1 513 1 714 1 941


45  50 6,48 2 250
0,0112 8 1 20 25,13 1 313 1 576 1 786 2 022

0,0072 4 1 24 18,10 1 385 1 663 1 884 2 134


50  50 7,20 2 500
0,0100 8 1 20 25,13 1 438 1 726 1 956 2 215

0,0074 8 1 18 20,36 1 527 1 833 2 077 2 352


50  55 7,20 2 750
0,0100 8 1 22 30,41 1 603 1 923 2 180 2 468

0,0083 8 1 20 25,13 1 701 2 041 2 313 2 619


55  55 7,92 3 025
0,0100 8 1 22 30,41 1 740 2 088 2 367 2 680

0,0076 8 1 20 25,13 1 838 2 206 2 500 2 831


55  60 7,92 3 300
0,0110 8 1 24 36,19 1 912 2 295 2 601 2 945

0,0084 8 1 22 30,41 2 028 2 433 2 758 3 123


60  60 8,64 3 600
0,0100 8 1 24 36,19 2 062 2 475 2 805 3 176
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI
173
174 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Pilastri con avvolgimento a spirale


Area ideale resistente

armatura
longitudinale Ai;c ¼ An þ 15  As þ 30  As;i  2  An

An ¼ area del nucleo

As ¼ area dell’armatura longitudinale


s

As;i ¼ area dell’armatura fittizia longitudinale corrispondente alla


spirale
spirale

Limitazioni della normativa

d As;i ¼ valore fissato dal progettista  2  As


1
p ¼ passo della spirale = valore fissato dal progettista  D
5
An
An  75  As

a) Af b)
As,i
p

Progetto Verifica Collaudo

N Controllare prima il rispetto delle limitazioni fissate dalla normativa


An ¼ ¼
2r c

sffiffiffiffiffiffiffiffi
An
D¼2 N ¼
N ¼ rc  Ai;c
p ¼
rc ¼  rc
Ai;c
d ¼ D þ 6 8 cm

Armatura

An
Armatura longitudinale (minimo 6 barre): As ¼
75
As;i  p
Area del tondino per la spirale: Af ¼
pD
p  D  Af
Area dell’armatura fittizia longitudinale: As;i ¼  2  As
p
Tabella 15.14 Pilastri con avvolgimento a spirale semplicemente compressi.

Lunghezza Armatura longitudinale Spirale Carico massimo N ammissibile (kN)


d D pilastro
An (cm2 ) As
(cm) (cm) I0 ¼ 12; 5  D Tondi Sezione Passo P rc ¼ 5; 00 rc ¼ 6; 00 rc ¼ 6; 80 rc ¼ 7; 70
As (cm2 ) q¼ 1 (mm)
(m) (n. 1 mm) An Af (cm2 ) (cm) (N/mm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 ) (N/mm2 )

38 32,5 829,58 4,06 8 1 14 12,32 0,01485 1,54 14 6 900 1 080 1 220 1 380

41 35,0 962,11 4,37 8 1 16 16,08 0,01671 2,01 16 7 1 070 1 290 1 460 1 650

43 37,5 1 104,47 4,69 8 1 16 16,08 0,01456 2,01 16 7 1 180 1 410 1 600 1 810

46 40,0 1 256,64 5,00 8 1 18 20,36 0,01620 3,14 20 8 1 520 1 820 2 060 2 340

49 42,5 1 418,63 5,31 8 1 18 20,36 0,01435 3,14 20 8 1 640 1 970 2 240 2 530

52 45,0 1 590,43 5,62 8 1 20 25,13 0,01580 3,14 20 9 1 720 2 060 2 340 2 650

54 47,5 1 772,05 5,94 8 1 20 25,13 0,01418 3,14 20 9 1 850 2 220 2 520 2 850

57 50,0 1 963,50 6,25 8 1 22 30,41 0,01549 3,80 22 9 2 200 2 640 2 990 3 390

59 52,5 2 164,75 6,56 8 1 22 30,41 0,01405 3,80 22 9 2 350 2 820 3 200 3 620

62 55,0 2 375,83 6,87 9 1 22 34,21 0,01440 3,80 22 9 2 530 3 040 3 450 3 900

65 57,5 2 596,72 7,19 10 1 22 38,01 0,01464 3,80 22 9 2 720 3 270 3 700 4 200
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

68 60,0 2 827,43 7,50 10 1 22 38,01 0,01344 4,52 24 10 2 970 3 570 4 040 4 580
175
176 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Instabilità flessionale (carico di punta)


Si ha il carico di punta quando:
l1 l1
> 14,5 per pilastri di sezione quadrata o rettangolare; > 12,5 per pilastri cerchiati
a a
In ogni caso i fenomeni di instabilità flessionale si considerano quando:
l1
k¼ > 50
i min

dove: sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Ic þ n  Is
i min ¼ ðIx ¼ As  d 2 Þ
Ac þ n  As

Tabella 15.15 Coefficienti x per pilastri di sezione qualunque con staffe in funzione di k ¼ l1 =i:
k 50 60 70 80 90 100

0 1,00 1,04 1,08 1,24 1,42 1,62

2 1,01 1,05 1,11 1,27 1,46 1,66

4 1,02 1,06 1,14 1,30 1,50 1,70

6 1,02 1,06 1,18 1,34 1,54 1,76

8 1,03 1,07 1,21 1,38 1,58 1,83

Pilastri con staffe semplici


Progetto Verifica Collaudo

¼
xN xN ¼ Ac  r c  ð1 þ n  qÞ
Ac ¼ ¼ rc ¼  rc N¼
rc  ð1 þ n  qÞ Ac  ð1 þ n  qÞ x

— Si procede per tentativi fissando un valore di k


70 75;
— si ricava il coefficiente x e si calcola Ac ;
— si calcola il valore della snellezza: se è prossimo a quello prefissato la sezione va bene;
— in caso contrario si assume un altro valore di k intermedio.

Flessione semplice retta


Sezione rettangolare con armatura semplice (fig. 15.3)
a) b) c)
b rc
s
x
3

C

x

Ac Ac
n n n n n n M+
x
d–3
h

d
d–x

T
d0

rs
As As
Fig. 15.3 s n
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 177

Area della sezione ideale


resistente Ai ¼ Ac þ n  As Ac ¼ b  x

Asse neutro n-n sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi !


n  As 2bd
x¼  1 þ 1þ
b n  As

oppure: x ¼ s  d (coefficiente s in tabella 15.16)

Momento d’inerzia baricentrico


1
Ii ¼  b  x 3 þ n  A s  ðd  xÞ 2
3

Tabella 15.16 Coefficienti r, t, s per sezioni con armatura semplice (rs ¼281 N/mm2 ed n = 15) – (b e d in
mm ed M in N mm).
rc (N/mm2 ) r t s

3,0 2,2500 0,0016579 0,1380

3,5 1,9573 0,0019189 0,1574

4,0 1,7374 0,0021759 0,1760

4,5 1,5662 0,0024290 0,1937

5,0 1,4290 0,0026784 0,2107

5,5 1,3166 0,0029243 0,2270

6,0 1,2227 0,0031666 0,2426

6,5 1,1431 0,0034056 0,2576

7,0 1,0747 0,0036414 0,2720

7,25 1,0441 0,0037581 0,2790

7,5 1,0154 0,0038740 0,2859

7,65 0,9991 0,0039432 0,2900

8,0 0,9633 0,0041036 0,2993

8,50 0,9173 0,0043301 0,3121

8,775 0,8942 0,0044535 0,3190

9,0 0,8763 0,0045539 0,3245

9,5 0,8395 0,0047748 0,3365

9,75 0,8225 0,0048842 0,3423

10,0 0,8063 0,0049930 0,3480

10,5 0,7762 0,0052086 0,3592

11,0 0,7487 0,0054216 0,3700

11,5 0,7236 0,0056322 0,3804

12,0 0,7005 0,0058403 0,3905


178 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Progetto Verifica

— Fissata la base b:
sffiffiffiffiffiffiffi 2M 2M
M rc ¼  

d¼r h ¼ d þ 3 4 cm x b  x  0; 9  d
b bx d
3
— fissata l’altezza h:
M M
M rs ¼  

b¼r  2 x As  0; 9  d
As  d 
d2 3
— armatura in zona tesa
sffiffiffiffiffiffiffi
M M Momento resistente della sezione
As ¼ t  b 

b rs  0; 9  d È il valore minore fra i due calcolati con le relazio-


ni:
As  0; 15%  Ac 
1 x
Alle estremità della trave si deve disporre una ar- Mi ¼  r c  x  b  d 
2 3
matura inferiore con area:
 x
Vmax Mi ¼ As  rs  d 
As  3
rs
Coefficienti r e t in tabella 15.16.

Sezione rettangolare con armatura doppia (fig. 15.4)


rc
rs
a) b) n c)
As
s
Q P
R Cs
x d d
d d

U C
x
3

Cc
x

Ac
2 x
x

n n n n
O
+
d

M
h

x
d

T
d0

V Z
s rs
As n

b
Fig. 15.4

Area della sezione ideale


resistente Ai ¼ Ac þ n  ðAs þ A0s Þ Ac ¼ b  x

Asse neutro n-n sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi !


n  ðAs þ A0s Þ As  d þ A0s  d0
x¼  1 þ 1þ2b
b n  ðAs þ A0s Þ2
oppure: x ¼ s  d (coefficiente s in tabella 15.16)

Momento d’inerzia baricentrico


1
Ii ¼  b  x 3 þ n  A s  ðd  xÞ 2 þ n  A0s  ðx  d0 Þ2
3
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 179

a) b) c)
A⬘s A⬘s
yo yo yo

d⬘
x
n n n n n n

d - d⬘
h

d
d-x

do
A s ,1 A s,2 A s ,1 + A s , 2
b

Fig. 15.5

Progetto Verifica

b  d2
— M1 ¼ = massimo momento ammissibile Mx
r2 rc ¼  rc
con armatura semplice per la sezione con di- Ii
mensioni b e h note.
— M ¼ momento di calcolo. M  ðd  xÞ
Se M > M1 occorre l’armatura doppia. rs ¼ n   rs
sffiffiffiffiffiffiffiffiffi Ii
M1 M1
As;1 ¼ t  b 
x  d0
b rs  0; 9  d r0s ¼ n  rc 
x
— (coefficiente t in tabella 15.16)
M  M1
As;2 ¼
rs  ðd  d0 Þ Alle estremità della trave si deve disporre una ar-
Armatura tesa totale: matura inferiore con area:

As ¼ As;1 þ As;2  0; 15%  Ac Vmax


As 
rs
Armatura compressa:
dx
A0s ¼ As;2 
x  d0

Travi a A con soletta collaborante


Larghezza di soletta collaborante (fig. 15.6)
b b
t

1:3
a) b)

bo m m bo

i i

Fig. 15.6
180 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

— Nervatura intermedia (fig. 15.6a):


1
b 4 b0 þ 2   l0 4 i b 4 b 0 þ 2  ð5  tÞ þ 2  m 4 i
10
— nervatura terminale (fig. 15.6b):
1 i þ b0 i þ b0
b 4 b0 þ  l0 4 b 4 b0 þ 5  t þ m 4
10 2 2
Tra i due valori calcolati è possibile scegliere il maggiore.
I valori che si ottengono sono sempre abbastanza elevati e richiedono una forte armatura metallica; è
quindi preferibile utilizzare formule empiriche per un dimensionamento di massima.
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
p3
ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffi MðN=cmÞ 1
h ¼ tðcmÞ þ 600  MðkNmÞ b0 ¼ 10  r þ 0,45   d
l
rs ðN=cm2 Þ 12
r ¼ 1 per trave semplicemente appoggiata;
r ¼ 1,4 per trave continua;
t ¼ spessore dell’ala.

Sezione a A sollecitata da momento negativo

b b

As As
D C D C

do
t

t
d–x

d–x
h

h
M– M– n
d

d
n n n
d x – d
x

A B A B
bo As

bo

Area ideale resistente: Ai ¼ b0  x þ n  ðAs þ A0s Þ


nel caso di armatura semplice A0s ¼ 0
La sezione si comporta come se fosse rettangolare ABCD e si applicano le relative formule di progetto
e di verifica.

Sezione a A soggetta a momento positivo

xt

Armatura semplice e doppia

b
La sezione si comporta come se fosse ret-
rc
tangolare con base b e altezza h e si appli-
C
cano le relative formule di progetto e di

M+ verifica.
x
t

n n
h
d
d–x

T
do

rs
As n
bo
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 181

x>t

Armatura semplice

a) b b)

b b
As,a
B C C B

t /2
t

x
A D D A
x-t

n n n n
+
M

d
h

d-x
As As

do
bo bo

Si fissano le dimensioni di massima della trave.


Si calcola in via approssimata l’area metallica tesa:
M
As ¼  
t
rs  d 
2

Si trasformano le ali in una equivalente area ideale di armatura compressa:


ðb  b0 Þ  t
A0s;a ¼
n
Si effettua la verifica della sezione rettangolare a doppia armatura che si ottiene (vedi figura) calcolan-
do rc e rs .

Armatura doppia

b As,t
As As
d
t / 2 t /2

t /2
d
t

M+ As,a
n n n n
d
h

d-x

As As
do

bo bo

Si determinano in linea di massima le dimensioni della trave e le armature tesa As e compressa A0s .
Si trasforma il calcestruzzo compresso delle ali in una equivalente area ideale di armatura compressa:
ðb  b0 Þ  t
A0s;a ¼
n
L’area metallica totale compressa è: A0s;t ¼ A0s þ A0s;a posta alla distanza dal lembo compresso:
t
A0s  d0 þ A0s;a 
00
d ¼ 2
A0s þ A0s;a
Si verifica la sezione rettangolare ottenuta con la formula di Navier calcolando rc e rs :
182 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Flessione semplice retta e taglio


Sezione rettagolare
b Armatura semplice

V V
smax ¼  

x
x b  0; 9  d
n n smax b d
3
h

d
d–x
d0

As

b Armatura doppia
As

b  x2
d

Sn ¼ þ n  A0s  ðx  d 0 Þ
x – d

2
x

n n smax
1
In ¼  b  x3 þ n  As  ðd  xÞ2 þ n  A0s  ðx  d 0 Þ2
d
h

3
d–x

V  Sn
smax ¼
In  b
As

Sezione a A

Momento negativo
b Armatura semplice o doppia
As

La sezione si comporta come una rettangolare cn


t

base b0 e altezza h e si applicano le relative formu-


le.
h

n n

M-
d

As
bo s max

Momento positivo

x<t

b sn
As
d

x
t

n n
d
h

d- x

As
smax
bo
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 183

b  x2
Sn ¼ þ n  A0s  ðx  d 0 Þ
2

1 h i
In ¼  b  x3 þ n  As  ðd  xÞ2 þ A0s  ðx  d 0 Þ2
3

V  Sn V  Sn
sn ¼ smax ¼
In  b In  b 0

Nel caso di armatura semplice è A0s ¼ 0 e si ha:

V V
sn ¼  

x b  0; 9  d
b d
3

V V
smax ¼  

x b0  0; 9  d
b0  d 
3

x>t

s1

b s2
As
d

x
x- t

n n
h

d
d-x

do

As
s max

1 1 h i
In ¼  b  x3   ðb  b0 Þ  ðx  tÞ3 þ n  As  ðd  xÞ2 þ A0s  ðx  d 0 Þ2
3 3
 
t
St ¼ b  t  x  þ n  A0s  ðx  d 0 Þ
2

b  x2 ðx  tÞ2
Sn ¼  ðb  b0 Þ  þ n  A0s  ðx  d 0 Þ
2 2

V  St V  St V  Sn
s1 ¼ s2 ¼ smax ¼
In  b In  b 0 In  b0

Nel caso di armatura semplice è A0s ¼ 0:


184 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Calcolo delle armature per il taglio


Armature per il taglio

smax  sc0 Non sono necessarie armature per il taglio: si di-


spone la sola staffatura minima prevista dalla nor-
mativa.

sc0 < smax  sc1 Si deve calcolare l’armatura specifica per il taglio
costituita da staffe e ferri piegati a 45o o da sole
staffe.

smax > sc1 Si devono aumentare le dimensioni della trave per


rientrare nel caso precedente.

Prescrizioni minime della normativa per le staffe

Area delle staffe al metro Ast  b Sezioni rettangolari ad armatura semplice e a A


con x  t:
V
b

0; 9  d  sc0
Sezioni rettangolari ad armatura doppia e a A con
x > t:
V  Sn
b ¼
In  sc0
Dimensioni in mm, N, N/mm2.

Interasse delle staffe ist ist  333 mm se d  416; 70 mm


ist  0; 8  d mm se d < 416; 70 mm

Staffe in corrispondenza di zone con carichi con- Per la lunghezza d da ciascuna parte del carico e
centrati e delle zone di appoggio (vedi figura) nella zona di appoggio deve essere ist  12  1l;min
(diametro minimo dell’armatura longitudinale).

i st P Ø l, min i st
d

d d Ø l, min
R
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 185

Travi con carico ripartito uniforme q

Tratto L-l0 : si dispone la staffatura minima previ-


q sta dalla normativa.
A B
Tratto l0 : si deve calcolare l’armatura specifica per
il taglio.
l
V0 ¼ sc0  0; 9  d  b = taglio massimo che può esse-
C⬘ re assorbito dal solo cls.
Vmax  V0
V max

D⬘
l0 ¼ = distanza di V0 dall’appoggio
AT V0
O
q
C
D Vmax þ V0
AT ¼  l0
I0 L I0 2
L

Tensioni tangenziali assorbite da sole staffe

Numero delle staffe nel tratto l0


AT AT
Nst ¼  

x m  as  rs  0; 9  d
m  as  rs  d 
3
m= numero dei bracci di una staffa (2 o 4);
as = area del tondino usato per le staffe.

n n n n
d
h

30 L b
I0 T I0

C⬘

D⬘ staffatura minima
V max

AT V0
C O
C
E F
1 1 2 3 2 4 3 4

1

2 4
3

Distribuzione delle staffe

— Tracciare la semicirconferenza con diametro EF ¼ L ;


— riportare il segmento E  4 ¼ l0 su EF ;
— con centro in F ribaltare 4 in 4 0 e proiettare 4 0 in 4 00 su EF ;
— dividere il segmento E  400 nel numero di staffe ricavato dal calcolo;
— proiettare i punti di suddivisione 100 , 2 00 , ... in 10 , 2 0 , ... e ribaltare questi ultimi in 1, 2, ... su EF ;
— le perpendicolari a EF dividono il diagramma del tratto l0 in parti di uguale area e le verticali dai
relativi baricentri individuano la posizione delle staffe.
Per luci limitate è possibile disporre le staffe a interassi uguali.
186 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Tensioni tangenziali assorbite da staffe e ferri piegati a 45o

Numero delle staffe nel tratto l0 Area del diagramma di taglio da attribuire:
Ast  40%  AT

Ast Ast
Nst ¼  

 x m  as  rs  0,9  d
m  as  r s  d 
3
m = numero dei bracci di una staffa (2 o 4);
as = area del tondino usato per le staffe.

Numero dei ferri piegati nel tratto l0 Area del diagramma di taglio da attribuire:
Ap  60%  AT

Ap Ap
Np ¼  
 pffiffiffi
 pffiffiffi x a  r  2  0,9  d
ap  rs  2  d  p s
3
ap = area della sezione retta di un tondino da pie-
gare.

Distribuzione delle staffe e dei ferri piegati


2

ip
ip
x

n n n n
h

I0 L I0
b
L
C
Vp

D⬘ staffatura minima
Vmax

Ap
C
D
Vst

V0
A st O
C
E F
1 1 2 3 2 3

1 3
2

Distribuzione delle staffe e dei ferri piegati (vedi figura precedente)


— Riportare la lunghezza l0 ¼ CD ;
— calcolare i valori del taglio Vst ¼ Ast =l0 relativo alle staffe e Vp ¼ Vmax  V0 relativo ai ferri piegati;
— l’area Ast si divide in parti uguali e le verticali dai relativi baricentri individuano la posizione delle
staffe;
— con costruzione analoga a quella prima illustrata si divide l’area Ap in superfici di uguale area nel
numero di ferri calcolato e le verticali per i relativi baricentri intersecano l’asse neutro in punti
per i quali passano le parti piegate dei ferri.

Procedimento approssimato (vedi figura)


È valido specialmente nel caso di travi in spessore con carico ripartito:
— distanza di piegatura dei ferri dal punto B (mezzeria della trave) misurata sull’asse z della trave:
di ¼ k  l 0
(per il coefficiente k; vedi tabella 15.17).
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 187

Tabella 15.17 Valori del coefficiente k.


Np k1 k2 k3 k4

1 0,667
2 0,471 0,862
3 0,385 0,704 0,911
4 0,333 0,609 0,789 0,935

Diagramma dei momenti resistenti

l0
l
5
l
10 di
l
15

z z
As As As

4 3 2 1

A B

lin
ea
lin
e a
de
i
DM
de mo
i me
nt i
mo mass
me im i
nti

res
is tenti

Momento resistente in una sezione generica con area metallica A s :


 
 x
M R ¼ rs  A s  d 
rs  As  0; 9  d
3
Ogni riduzione DA dell’area metallica dovuta alla piegatura dei ferri determina una riduzione del mo-
mento resistente:
 
 x
DM R ¼ DA  rs  d 
DA  rs  0; 9  d
3
Riportando in ordinate i valori dei momenti resistenti nei vari tratti ove si riduce l’area metallica si ot-
tiene il diagramma a gradoni del momento resistente.

La freccia elastica

La freccia elastica nelle travi inflesse a una campata in cemento armato con carico ripartito uniforme è:
 
q  l4 5 1
fl ¼  
2 8  Ec  I 48 K
1
dove: ¼ 0 per appoggio semplice;
k
1 1
¼ per incastro perfetto;
k 12
1 1
! segue

¼ per semincastro.
k 16
188 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Regole specifiche per le strutture inflesse Armatura longitudinale tesa  0; 15%  Ac


Vmax
Armatura inferiore sugli appoggi As 
rs

Tensione tangenziale di aderenza sb  3  sc0

Lunghezza la di ancoraggio delle barre:

a)

> 5•Ø

la

b)

la la

 appoggi di estremità (fig. a)


 appoggi intermedi (fig. b)
1  rs
la 
 20  1 ðminimo 20 cmÞ
12  sc0
dove:
1 = diametro della barra;
V
rs  ; in caso contrario si deve aggiungere una ulteriore armatura.
As
Praticamente si può assumere la
ð30 40Þ  1.

Flessione semplice retta e sforzo normale di compressione (presso-flessione)

Centro di pressione C cade su uno degli assi prin- Area della sezione omogeneizzata
cipali d’inerzia x0 o y0 della sezione
A i ¼ A c þ n  ðA s þ A 0s Þ
As
y0
x
d

Momenti statici
b  h2
S i, x 0 ¼ þ n  A 0s  d 0 þ n  A s  ðh  d 0 Þ
yG

X
2
h – d

d
h

G x0 b  h2
S i, x ¼ þ n  A 0s  d þ n  A s  d 0
X 2
yG

x
d0

As

b
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 189

Posizione del baricentro Momento d’inerzia


Si x 0 Si x 1 1
yG ¼ y 0G ¼ I i x 0 ¼  b  y 0G3 þ  b  yG3 þ n  A s  ðy 0G  d 0 Þ2 þ
Ai Ai 3 3
þ n  A s  ðyG  d 0 Þ2

Estremi di nocciolo Sezioni rettangolari simmetriche


I i x0 1 I i x0 1 h
GX ¼  0 GX 0 ¼  As ¼ A0s yG ¼ y0G ¼
Ai y G Ai yG 2
estremi di nocciolo:
b
sull’asse x: GY = GY0

5; 6
h
sull’asse y: GX = GX0

5; 6

Verifica della sezione rettangolare

Centro di pressione C interno al nocciolo La sezione è tutta compressa e tutta reagente.


(e  GX0 ) (piccola eccentricità)
N N  e  y0G
rc ¼    rc
rc Ai Ii;x0
rs
n
y0 As
x A B N N  e  yG
r0c ¼ 
d

E F
þ  rc
Ai Ii;x0
yG

X
 
C P –
d0
h – d

rs ¼ n  rc  1   rs
d
h

x0 x0
G yþh
X
yG

y þ d0
R T
r0s ¼ n  rc 
d0

As C
rc
D yþh
rs
b n
y

r0c  h
n n y¼
O rc  r0c

Centro di pressione C esterno al nocciolo La sezione è in parte compressa e in parte tesa.


(e > GX0 ) (grande eccentricità) N N  e  y0G
rcc ¼    rc (compressione nel cls)
Ai Ii;x0
rcc
y0 As
N N  e  yG
rtc ¼ 
d

þ (trazione nel cls)


C P Ai Ii;x0

X
yG

1
e

h – d

a) rtc <  rcc


d
h

x0 G
5
X
n n n n La sezione si considera tutta reagente, ma le ten-
yG

+ T sioni di trazione devono essere assorbite da una


y

armatura metallica A0s con tensione:


d0

As r ct < 1 . rcc


5
b rtc  y  b
rx ¼  175 N/mm2
2  A0s
rtc  h
Asse neutro: y ¼
rcc þ rtc

N
! segue

Tensione media: rcm ¼  0; 7  rc


Ai
190 CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

rc 1
b rs
n
b) rtc   rcc
y0
As 5

u =yG - e

d
Si considera la sezione parzializzata.
C P La verifica approssimata del cls compresso si può
C
effettuare con il metodo di Wuckowski che per-
yG

X
mette il progetto delle armature metalliche.
e

y0
h – d
d

3 0
h

y2

2 .y
x0 G N
y1
Tensione media: rc;m ¼  0; 7  rc
Ai
yG

n X n n

T
d0

As rs
n

Progetto della sezione rettangolare – Metodo di Wuckowski

Si considera il caso comune di sezione simmetrica:


C
N — si fissano a priori le dimensioni b e h e si stabi-
lisce la tensione rc ; h
— si calcola M ¼ N  d 00 con d 00 ¼ e þ  d0 ;
yo 2
d
— si calcola r ¼ sffiffiffiffiffiffiffiffiffi ;
M
armatura compressa AS
e

b
d

— dalla tabella della flessione semplice si ricava-


d

n n no, in funzione di r, i valori di s e di sc ;


h/2

X — per la verifica del cls deve essere rc  rc ;


xo M N
— area dell’armatura tesa: A0s ¼  ;
h

G
rs  0; 9  d rs
— area dell’armatura compressa: As ¼ A0s .
h/2

N2 N1
do

armatura tesa As

Torsione – Sezione rettangolare

Tensione tangenziale massima


y0
Mt
smax ¼ u 
b2  a

dove:
x0 a ¼ lato maggiore;
a

b ¼ lato minore.
smax

2; 6
u¼3þ a
0; 45 þ
b
b

smax  sc0 : non occorrono armature specifiche per torsione


sc0 < smax  sc1 : sono necessarie armature specifiche per torsione
smax > sc1 : si devono modificare le dimensioni della sezione per ottenere smax  sc1
CEMENTO ARMATO. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 191

Progetto Verifica

Mt  ða þ bÞ Mt  ða þ bÞ
Armatura longitudinale: As ¼ Armatura longitudinale: rs ¼  rs
a  b  rs a  b  As
Area del tondino usato per le staffe: Mt  Dl
Staffe: rs ¼  rs
Mt  Dl 2  a  b  as
as ¼
2  a  b  rs
Dl ¼ interasse delle staffe

15.3 PUNZONAMENTO
Il punzonamento si verifica quando un carico concentrato P agisce su una superficie molto limitata di un
elemento bidimensionale, che risulta sollecitata a una tensione tangenziale di scorrimento lungo il perime-
tro dell’area caricata.

a) b) b
a
P
area caricata
parte non strutturale P

s
lastra

C
s

h
D
h

t t t
s
s
b a

perimetro critico

superficie critica

Superficie di punzonamento Apun ¼ 2  ða þ bÞ  h

P
Tensione tangenziale di scorrimento smax ¼
Apun

smax  sc0 Non occorrono armature a punzonamento

sc0 < smax  sc1 Si devono disporre barre piegate a 45o con area
per ognuna delle due direzioni:
pffiffiffi
P 2
As;pun ¼
rs

smax > sc0 Si deve aumentare l’altezza h


Cemento armato
16 Metodo agli Stati Limite

Il Metodo agli Stati Limite (M.S.L.) prevede una relazione lineare fra tensioni e deformazioni e assume il
modello elastico-lineare per la determinazione delle sollecitazioni N, M, V; il calcolo delle tensioni e le
verifiche di resistenza agli S.L.U. prevedono l’allungamento dell’acciaio oltre il limite di snervamento,
giungendo alla rottura dell’elemento per schiacciamento del calcestruzzo e cedimento dell’acciaio.

Tabella 16.1 Caratteristiche dei materiali (N/mm2)


(pedice k = valore caratteristico; pedice d = valore di calcolo).
Resistenza caratteristica a compressione del cls fck

0; 85  fck
Resistenza di calcolo a compressione del cls fcd ¼
cc ¼ 1; 5

qffiffiffiffiffiffiffi
3
Resistenza media a trazione del cls fctm ¼ 0; 30  f 2ck

Resistenza caratteristica a trazione del cls fctk ¼ 0; 7  fctm

Resistenza media a trazione per flessione del cls fcfm ¼ 1; 2  fctm

Resistenza cilindrica media del cls fcm ¼ fck þ 8

Tensione caratteristica di snervamento dell’acciaio B450C


e B450A fyk ¼ 450 N=mm2

fyk
Resistenza di calcolo dell’acciaio fyd ¼ ¼ 391 N=mm2
1; 15

Resistenza tangenziale caratteristica di aderenza acciaio-cls fbk ¼ 2; 25  fctk

fbk
Tensione tangenziale di aderenza di calcolo acciaio-cls fbd ¼
cc ¼ 1; 5

 0;3
fcm
Modulo elastico del cls Ecm ¼ 22 000 
10

Modulo elastico dell’acciaio Es ¼ 200 000 N=mm2


CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 193

Azioni di calcolo
I valori di calcolo delle azioni vengono definiti mediante combinazioni dei carichi (vedi paragrafo 14.2),
essendo:
— wi = coefficienti di combinazione (vedi tabella 14.2);
— c = coefficienti parziali per le azioni (vedi tabella 14.4).

16.1 STATO LIMITE ULTIMO PER TENSIONI NORMALI (N ed M oppure N þ M)


Ipotesi per le verifiche agli S.L.U.:
— conservazione delle sezioni piane;
— perfetta aderenza acciaio-calcestruzzo;
— resistenza a trazione del calcestruzzo nulla;
— rottura del calcestruzzo per la deformazione limite ecu ¼ 3; 5%;
— deformazione dell’acciaio senza limiti, ma è opportuno assumere il valore limite esu ¼ þ10%.

Diagramma di calcolo r-e del calcestruzzo


Viene considerato il diagramma parabola-rettangolo (fig. 16.1) con una deformazione limite del calce-
struzzo ec2 ¼ 2% e una deformazione ultima a rottura ecu ¼ 3; 5%.
In sostituzione, si può utilizzare il diagramma rettangolo equivalente (stress-block), con una maggiore fa-
cilità di calcolo; sarà quello considerato nel seguito (fig. 16.2).

compressione

rc asse della parabola

diagramma di calcolo
r c = – f cd

o ec2 = – 2% ecu = – 3,5% ec

Fig. 16.1
e c = – 3,5 % r c = – f cd rc = – f cd

.
0,8 x
x

n n
d
h

es
d챃

a) b)
b
deformazioni parabola-rettangolo rettangolo equivalente

Fig. 16.2

Diagramma di calcolo r-e dell’acciaio


È un diagramma bilineare che definisce un comportamento uguale a trazione e a compressione (fig. 16.3)
con:
— accorciamento massimo e0su ¼ 2%, ma per effetto dell’aderenza acciaio-cls può essere maggiore;
— allungamento massimo consigliabile esu ¼ þ10%;
— limite del campo elastico: punto A per eyd ¼ þ1; 955%.
194 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

rs

trazione
f yd A

Es
e챃su = – 2%
eyd e su = + 10% es
Es

compressione

Fig. 16.3

CAMPI LIMITE DI DEFORMAZIONE (o diagrammi limite


16.2 o di interazione)
In base ai valori limite delle deformazioni per acciaio e calcestruzzo sono stati definiti i diagrammi limite
che corrispondono al raggiungimento della deformazione limite nei punti estremi della sezione (fig. 16.4),
e si distinguono sei campi limite di deformazione.

trazione compressione
a)
campo degli allungamenti e>0 campo degli accorciamenti e > 0

A1 O1 – 2% ecu = – 3,5%
F B ec
2a A챃s
accorciamenti limite del calcestruzzo
d.

9
25
d
7.

0,
16
X= –

=
X
0,

1 C
=
0
X

d
=
X

2
X=d

4 h X =+
d

X =h
42 .

3
7
0, 6

4
5
X=

A D 6
es E
esu = 10% eyd = 1,955% As

O F1 ec쎿
allungamento limite asse di riferimento
dell'armatura delle deformazioni

b)
DEFORMAZIONI SPECIFICHE TIPO DI TIPO DI k
X=– ACCIAIO e s CALCESTRUZZO e c SOLLECITAZIONE ROTTURA da a
TRAZIONE MASSIMA
1 10% SEMPLICE DEFORMAZIONE – 0
O COMPOSTA ACCIAIO TESO
X =0
FLESSIONE MASSIMA
A챃s 2 10% 0 < ec < 3,5% SEMPLICE DEFORMAZIONE 0 0,2593
O COMPOSTA ACCIAIO TESO
X = 0,259 d

FLESSIONE SNERVAMENTO
ACCIAIO E – 3,5
3 10% < es< eyd 3,5% SEMPLICE 0,2593
O COMPOSTA SCHIACCIAMENTO – 3,5 – e syd
CALCESTRUZZO
X=0,642.d

FLESSIONE – 3,5
SCHIACCIAMENTO
4 eyd < es < 0 3,5% SEMPLICE CALCESTRUZZO – 3,5 – e syd 1
O COMPOSTA
X =d
As (e s < 0) 3,5% FLESSIONE SCHIACCIAMENTO 1 (1+d)
X =h 5 COMPOSTA CALCESTRUZZO
COMPRESSIONE SCHIACCIAMENTO
(e s < 0) 2% <ec < 3,5% CALCESTRUZZO +
6 SEMPLICE E SNERVAMENTO (1+d)
X=+ O COMPOSTA ACCIAIO COMPRESSO

X = distanza dell'asse neutro dal lembo compresso


Fig. 16.4
CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 195

Tabella 16.2 Campi limite.


Campo limite 1 La sezione è totalmente tesa e il cls completamente fessurato e la crisi avviene
per cedimento dell’acciaio teso.
Deformazione: es ¼ þ10%

Campo limite 2 Si hanno sezioni debolmente armate; la crisi avviene per cedimento dell’acciaio
con ‘‘rottura duttile’’.
Deformazioni: es ¼ þ10%; 0  ec  ecu ¼ 3; 5%

Campo limite 3 Si hanno sezioni normalmente armate, con buona duttilità e totalmente sfrutta-
te; la crisi si verifica per cedimento contemporaneo del cls e dell’acciaio (rottu-
ra bilanciata).
Deformazioni: ec ¼ ecu ¼ 3; 5%; eyd ¼ þ1; 955%  es  esu ¼ þ10%

Campo limite 4 Si hanno sezioni fortemente armate poco economiche, che arrivano alla rottura
per cedimento del cls compresso (rottura fragile).
Deformazioni: ec ¼ ecu ¼ 3; 5%; 0  es  eyd ¼ þ1; 955%

Campo limite 5 La rottura avviene per schiacciamento del cls.


Deformazioni: ec ¼ ecu ¼ 3; 5%; es  0 (armatura compressa)

Campo limite 6 La rottura si verifica per schiacciamento del cls con ec ¼ 2%.
Deformazioni: ec ¼ 2% ec  ecu ¼ 3; 5%; es < 0 (armatura compressa)

Noti i diagrammi di deformazione del calcestruzzo e dell’acciaio di una sezione, la posizione dell’asse neu-
tro può essere determinata con la proporzionalità fra triangoli simili.

16.3 LE SOLLECITAZIONI: VERIFICA E PROGETTO

Sforzo normale
NEd = sforzo normale di compressione di calcolo
NRd = sforzo normale di compressione resistente

Prescrizioni della normativa

— Armatura longitudinale con barre 1 12 mm e interasse i  300 mm.


— Area As dell’armatura longitudinale:
NEd
As;min ¼ 0; 10   As e comunque 0; 003  Ac  As  As;max ¼ 0; 04  Ac
fyd
— Ac = area della sezione dell’elemento
— Staffe: 1min = 6 mm e ¼ del diametro delle barre longitudinali.
— Interasse delle staffe: i  12 volte il diametro minore delle barre longitudinali con imax  250 mm.

Prospetto e verifica della sezione

Calcolo di progetto As
Percentuale di armatura: q ¼  1%
Ac
NEd
Ac ¼  
fyd
fcd  1 þ q
fcd
As ¼ q  Ac

Calcolo di verifica  
fyd
NRd ¼ fcd  Ac þ  As  NEd
fcd
196 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

Flessione semplice retta


Sezione rettangolare (fig. 16.5)
01 – 2% e cu = – 3,5 %
ec
B

d쎿
A쎿s 2
67
0,1 2a
k=
0 9
Z k= ,25

1
h
0
k=

k=
3
4

2
64
0,
k=
As A D E
es
e su = +10% e yd = +1,955% e쎿c
d쎿

Fig. 16.5

Le sezioni inflesse ben proporzionate appartengono ai campi (2) (in particolare (2a)) e (3) con speciale
riferimento al diagramma AB ðesu ¼ þ10% ed ecu ¼ 3; 5%) che consente il massimo sfruttamento dei
materiali.
Per una buona duttilità è opportuno che si abbia:
ec x
k¼ ¼ ¼ 0; 45 per calcestruzzi con classe < C35/45;
ec  es d
x
k¼ d
¼ 0; 35 per calcestruzzi con classe  C35/45.

Prescrizioni della normativa

fctm
— Armatura longitudinale tesa: As  As;min ¼ 0; 26  bd
fyk
e comunque As ¼ 0; 0013  b  d (b= larghezza della zona tesa).
— L’area dell’armatura metallica tesa o compressa deve essere individualmente  0; 04  Ac .
— All’intradosso degli appoggi di estremità deve essere disposta una armatura metallica con area:
Vmax
As  As;min ¼
fyd
— Area delle staffe Ast  As;min ¼ 1; 5  b (mm2/m).
— Minimo n. 3 staffe al metro.
— Interasse delle staffe i  0; 8  d.
— Le staffe devono assorbire almeno il 50% degli sforzi di taglio.

Sezione rettangolare con armatura semplice (fig. 16.6)


MEd = momento di calcolo MRd = momento resistente (o ultimo)

ecu = – 3,5% – f cd

ec = – 2% C
x

MEd

n
n
Z
d
h

G
d -x

As S
es
d쎿

b a) b)

Fig. 16.6
CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 197

Verifica della sezione allo S.L.U.

Determinazione del campo di rottura al quale ap- Percentuale geometrica di armatura


partiene la sezione
As
xG ¼
bd
Percentuale meccanica di armatura
As  fyd fyd
xm ¼ ¼ xG 
b  d  fcd fcd

x xm
k¼ ¼
d 0; 8

As  fyd
Posizione dell’asse neutro x¼
0; 8  fcd  b

dx
Allungamento dell’acciaio teso As es ¼   ecx
x

Momento resistente MRd ¼ As  fyd  ðd  0; 4  xÞ

Per la verifica deve risultare MRd  MEd

Progetto della sezione


(assumendo ec ¼ 3; 5 %; es ¼ þ10 %; k ¼ 0; 259)

Altezza utile d prefissando la base b (coefficienti sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi


r in tabella 16.3) MEd MEd
d¼ ¼r
0; 1857  fcd  b b

MEd MEd
Base b prefissando l’altezza utile d b¼ ¼ r2 
0; 1857  fcd  d2 d2

MEd
Area dell’armatura metallica tesa As ¼
350; 49  d

Tabella 16.3 Valori del coefficiente r per k = 0,259.


Classe del calcestruzzo C 16/20 C 20/25 C 25/30 C 28/35
2
fcd (N/mm ) 9,07 11,33 14,17 15,87

r 0,7707 0,6893 0,6166 0,5826


198 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

Sezione rettangolare con armatura doppia (fig. 16.7)


ecu = – 3,5% –fcd

0,4 . x
e챃s Sc

0,8 . x
e c = –2%

d쎿
A쎿s A쎿s

x
MSd Cc

z=d – 0,4 .x
n n

d
h G Z

d-x
As As St
esu
d쎿

Fig. 16.7 b a) b)

Verifica della sezione allo S.L.U.

fyd  ðAs  A0s Þ


Posizione dell’asse neutro x¼
0; 8  fcd  b

dx
Deformazione dell’armatura compressa e0s ¼  0; 0035
x

Tensione nell’armatura tesa Per eyd ¼ þ1; 955%  es  esu ¼ þ10%


l’armatura è snervata per cui rs ¼ fyd .

Tensione nell’armatura compressa Per e0s  eyd ¼ þ1; 955% ðx  2; 27  dÞ


l’armatura è snervata per cui r0s ¼ fyd .

Momento resistente MRd ¼ fyd  ½As  ðd  0; 4  xÞ þ A0s  ð0; 4  x  d0 Þ

Progetto della sezione


(assumendo ec ¼ 3; 5%; es ¼ þ10%; k ¼ 0; 259)
Le dimensioni geometriche b e h della sezione vengono in genere prefissate.

Momento limite per sola armatura semplice Mlim ¼ 0; 1857  fcd  b  d 2

Se MEd > MRd occorre l’armatura doppia

MEd  Mlim
Armatura compressa A0s ¼ As;2 ¼
fyd  ðd  d0 Þ

Mlim
Armatura tesa As ¼ þ As;2
350; 49  d

Sezione a A (fig. 16.8)


Da ciascuna parte della trave la larghezza collabo-
1
rante è la maggiore fra: B ¼  l e B ¼ 5  t þ m es- b b
10
sendo l = luce della trave.
I valori di b che si ottengono sono sempre molto alti
t

con riduzione dell’altezza, per cui è richiesta una ele- a) 1:3 b)


vata armatura; in genere si calcola l’altezza utile con
formule empiriche quali:
1 p3 ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi B bo m m bo
d¼  l oppure dðcmÞ ¼ t  600  M (M in kNm)
12 i

e quindi si prefissa b. Fig. 16.8


CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 199

Sezione sollecitata da momento negativo

La sezione con armatura semplice o doppia si


b
As
comporta come una sezione rettangolare con base
b0 e altezza utile d.

do
D C
s

d-x

h
d
n n

x - d챃
M-

x
A B

d챃
A챃s
bo

Sezione sollecitata da momento positivo con x  t

Con le formule della sezione rettangolare a sem-


b
plice armatura si calcola la posizione dell’asse neu-
tro.
Con x  t la sezione, con armatura semplice o dop-
x
t

n n
pia, si comporta come una sezione rettangolare
con base b e altezza utile d.
d
h
d–x
do

As
bo

Verifica della sezione sollecitata da momento positivo con x > t

Armatura semplice

0,8 . f cd
t /2

C1
t

+
C2
n n M
x–t

d
h

d1
d–x

d2

S
d챃

As
bo

As  fyd t  ðb  b0 Þ
Posizione dell’asse neutro x¼ 
0; 8  fcd  b0 b0

C1 ¼ 0; 8  fcd  b  t C2 ¼ 0; 8  fcd  b0  ðx  tÞ

Momento resistente    
t xþt
MRd ¼ C1  d  þ C2  d   MEd
! segue

2 2
200 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

Armatura doppia

b
A챃s
B C 0,8 . fcd
Sc

0,4 .x

t /2
d챃
t C1

x
C2
n n M+

d2 = d - 0,4 . x

d 1 = d - t /2
x–t

A D

d
h

d–x
St

do
As
bo

fyd  ðAs þ A0s Þ t  ðb  b0 Þ


Posizione dell’asse neutro x¼ 
0; 8  fcd  b0 b0

C1 ¼ 0; 8  fcd  ðb  b0 Þ  t C2 ¼ 0; 8  fcd  b0  x
Sc ¼ A0s  fyd
Momento resistente  
t
MRd ¼ C1  d  þ C2  ðd  0; 4  xÞ þ Sc  ðd  d0 Þ  MEd
2

Sforzo normale e flessione semplice retta (presso-flessione)


Per ottenere buone caratteristiche di duttilità, una sezione deve appartenere ai campi limite (2) (preferibil-
mente (2a)) oppure (3) (fig. 16.9).
I limiti di variazione del coefficiente k sono: 0; 167  k  0; 642 assumendo preferibilmente k ¼ 0; 259, va-
lore per il quale la crisi della sezione avviene per contemporaneo cedimento del calcestruzzo e snervamen-
to dell’acciaio.

-2% -3,5%
01
ec

2a

7
42

16 9
0, 25
0,6

= 0,
k =
k
k=

es
+10% eyd = +1,955%
0

Fig. 16.9
CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 201

Domini di resistenza
Per ogni configurazione deformata allo S.L.U., ottenuta facendo variare le e dal limite del campo (1) a
quello del campo (6), si ottengono infinite coppie dei valori di NRd ed MRd , ognuna delle quali individua
una condizione di crisi; i valori di NRd ed MRd possono anche essere espressi in forma adimensionale:
NRd MRd
nRd ¼ mRd ¼
b  d  fcd b  d 2  fcd
Riportando su un sistema cartesiano i valori delle infinite coppie NRd -MRd rispettivamente in ascisse e or-
dinate si ottiene una curva detta dominio di resistenza (fig. 16.10): i punti esterni alla frontiera rappresen-
tano stati di sollecitazione non accettabili.

M max
P2 frontiera del dominio
M2
di resistenza

P1
M1
flessione semplice
(N=0) M Rd
A P3
MA

trazione dominio compressione


semplice di resistenza semplice

N 0 NA N1 N3 NRd N

Fig. 16.10

Per una data sezione, note:


— le sue caratteristiche geometriche e meccaniche dei materiali;
— la distribuzione delle armature,
si ottengono tanti diagrammi (domini di resistenza) quanti sono i valori considerati della percentuale mec-
canica di armatura xm , ottenendo degli abachi (fig. 16.11) (di norma ottenibili mediante idonei programmi
di calcolo oppure riportati su manuali specifici), che permettono il progetto e la verifica di una sezione
presso-inflessa.
m
0,96
A챃
d= s 3 A .f
As x m = .s . yd
b d fcd
05 ,10 ,15 ,20 ,25 ,30 ,35 ,40 ,45 ,50 ,55 ,60 ,65 ,70 ,75

c= d챃
0 0 0 0 0 0 0 0 0

d
0,80

4
0,64

0,48
5
m Rd B
0 0 0

xm
0,32
0 0

6
0,

0,16
1

0
- 1,60 - 0,80 0 0,80 n 1,60 2,40 n
Fig. 16.11 Rd
202 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

Verifica della sezione rettangolare

fcd

0,4 . x
Sc

0,8 . x
d챃
A챃s A챃s Cc

x n n
MEd

d - 0,4 . x
h

d
G
NE d
d-x

h/ 2
As As St
do

Procedimento analitico

Posizione approssimata dell’asse


neutro NEd þ ðAs  A0s Þ

0; 8  b  fcd

Si calcola il coefficiente k ¼ x  d che individua una deformata con la quale si ricavano le deformazioni
es ed e0s .

Si calcolano le tensioni delle arma- Per i campi (2) e (3)


ture tesa e compressa
rs ¼ fyd r0s ¼ e0s  Es

Sforzo normale resistente NRd ¼ fcd  0; 8  x  b þ A0s  r0s  As  rs

Se NRd 6¼ NEd si capisce se il valore di x deve essere aumentato o diminuito; procedendo in modo ite-
rativo si determina il valore di x con il quale si ottiene NRd  NEd e che permette di calcolare MRd :
 
h
Momento resistente MRd ¼ fcd  0; 8  x  b  ðd  0; 4  xÞ þ A0s  r0s  ðd  d0 Þ  NEd  d 
2

Procedimento con i diagrammi di interazione

m
0,96
d = A챃s 3 .
As xm = A. s .fyd
b d fcd
05 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75

c = d챃
0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0,

d
0,80

4
0,64

2
0,48
B 5
mRd

xm
0,32

0,16
1

0
- 1,60 - 0,80 0 0,80 nRd 1,60 2,40 n
CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 203

A0s
Rapporto di armatura d¼
As

d0
Rapporto delle altezze c¼
d

Percentuale meccanica
di armatura As  fyd
xm ¼
b  d  fcd

— Sul diagramma di interazione relativo ai valori di d, c, fyd si riporta in ascisse (asse n) il valore di NEd
(o quello adimensionale nEd );
— si innalza la verticale fino a intersecare il diagramma relativo al valore di xm (punto B);
— l’orizzontale da B individua sull’asse delle ordinate m il momento limite MRd (o mRd ).

MEd  MRd per NEd ¼ NRd


Per la verifica deve risultare
MRd ¼ mRd  b  d 2  fcd

Progetto della sezione rettangolare

Si prefissano le caratteristiche geometriche della sezione e si progettano solo le armature, essendo note
NEd ed MEd .

m
A쎾s
d=
d쎾

As As As As
d쎾 As
c= =1
h

d As
As As As
00
0,400 3 x = 1 - 35/e y
0,9 0
- 35/100 b
0,80
- 35/10
0,70 As ,tot = 8 . A s
0,300 4
0,60
0,50 D
m Ed
- 20/100 e 쎾c/es = - 35/0
0,40
5
0,200 2 0,30 e 쎾c/ec = - 35/0
0,20
0,10
0
0,100 x= 6

n
+ 1,0 + 0,5 0,0 - 0,5 nEd - 1,0 - 1,5

— Si prefissa il rapporto delle armature (in genere si assume As ¼ A0s );


— si individua sull’abaco relativo alla sezione il diagramma di interazione xm che contiene il punto D di
coordinate NEd ed MEd (o quelle dimensionali).

xm  b  d  fcd
Area metallica totale As;tot ¼
fyd
204 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

Taglio
Per la resistenza al taglio, la trave viene schematizzata secondo il traliccio spaziale ideale di Ritter-Mörsch
costituito da (fig. 16.12):
— corrente superiore compresso in calcestruzzo;
— diagonali compresse in calcestruzzo incastrate nel corrente superiore e inclinate di 45o (metodo stan-
dard);
— corrente inferiore formato dalle aste tese;
— aste verticali costituite dalle staffe;
— diagonali tese costituite dai ferri piegati a 45o.
a) corrente superiore s
compresso in cls
z = 0,9.d

n n
d

V
45°

corrente inferiore teso


asta tesa in acciaio in acciaio
(staffa)
diagonale compressa in cls

b) corrente superiore diagonale tesa in acciaio


compresso in cls (ferri piegati)

n n

45° 45°

corrente inferiore teso diagonale compressa


Fig. 16.12 in acciaio in cls

Prescrizioni della normativa

Ast  1; 5  b (mm2/m)
Area complessiva delle staffe
b ¼ base della trave

Numero delle staffe al metro  3

Interasse massimo delle staffe ist  0; 8  d

Il 50% dell’armatura a taglio deve essere costituita da staffe

Necessità o meno di armature a taglio


Resistenza di calcolo a taglio del p3
ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
solo calcestruzzo (in assenza di 0; 18  k  100  q1  fck
VRd1 ¼  bw  d  VRd;min ¼ mmin  bw  d
tensioni di compressione) 1; 5
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
200
k ¼1þ  2 (d in mm)
d
Asl
q1 ¼  0; 02 ¼ rapporto geometrico di armatura longitudi-
bw  d nale

bw (mm) = larghezza minima della sezione


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
vmin ¼ 0; 035  k3  fck

VEd  VRd1 : non occorrono armature al taglio; si dispongono unicamente staffe rispettando le prescri-
zioni minime della normativa

VEd > VRd1 : si devono prevedere armature a taglio

Armatura minima longitudinale in VEd


corrispondenza degli appoggi con Asl ¼
taglio VEd fyd
CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 205

Verifica delle sezioni con armature a taglio

Resistenza di calcolo a ‘‘taglio compressione’’ del- 1


VRcd ¼  0; 9  d  bw  ac  fcd
la diagonale compressa di calcestruzzo 2

Asw
VRsd;st ¼ 0; 9  d   fyd
s
Resistenza di calcolo a ‘‘taglio trazione’’ dell’ar-
matura trasversale (staffe verticali e ferri piegati) Asw pffiffiffi
VRsd;p ¼ 0; 9  d   fyd  2
s

ac = 1 per elementi non compressi (per elementi compressi i valori sono forniti dalla normativa;
Asw = area dell’armatura trasversale disposta in un determinato tratto;
s = interasse armature trasversali (ist per staffe e ip per ferri piegati).

Per la resistenza a taglio deve risultare:


— VEd  del minore valore fra VRcd e VRsd ;
— VRsd ¼ VRsd;st utilizzando solo le staffe;
— VRsd ¼ VRsd;st þ VRsd;p utilizzando staffe e ferri piegati.

Calcolo delle armature a taglio

B
VE d , p

Vp C
B쎾
VE d

VE d , s t

Vs t VR d1
0
A D

lo L - lo

VEd  VRd1
Tratto l0 nel quale vengono calcolate le armature l0 ¼ L
VEd

Tratto L-l0 con armatura minima di normativa

Armatura a taglio costituita da staffe (1 8 o 1 10) e ferri piegati

Staffe

Sforzo di taglio che compete alle staffe VEd;st  50%  VEd


 
VEd;st  s l0
A0sw ¼ mm2 =m 
Area delle staffe sulla lunghezza l0 0; 9  d  fyd 1000
! segue

s = 1000 mm
206 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

A0sw
nst ¼
Numero delle staffe sulla lunghezza l0 Ast
Ast = area resistente di una staffa

0 nst  Ast
VEd;st ¼ 0; 9  d   fyd
s
Sforzo effettivo di taglio assorbito dalle staffe
0
VEd;st
 0; 5
VEd

Ferri piegati
0
Sforzo di taglio che compete ai ferri piegati VEd;p ¼ VEd  VEd;st < 0; 5  VEd
 
VEd;p  s l0
A0sw ¼ pffiffiffi mm2 =m 
Area dei ferri piegati sulla lunghezza l0 0; 9  d  fyd  2 1000
s = 1000 mm

A0sw
Numero dei ferri piegati np ¼ (Ap = area resistente di una barra)
Ap

La piegatura dei ferri avviene come descritto per il M.T.A. (vedi pag. 186).

Armatura costituita da sole staffe

 
VEd  s l0
Asw ¼ mm2 =m 
Area delle staffe sulla lunghezza l0 0; 9  d  fyd 1000
s = 1000 mm

Numero delle staffe sulla lunghezza l0 (di norma Asw


disposte a interassi uguali) nst ¼
Ast
(Ast = area resistente di una staffa)

Zone di appoggio e zone dove agiscono carichi concentrati

L’interasse delle staffe deve essere ridotto e rispettare i limiti indicati in figura.

h staffe regolari h h
i st < 12 . Ø min i st < i st <
.
12 Ø min .
12 Ø min
h

Ø minimo
CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 207

16.4 PUNZONAMENTO
Il punzonamento si verifica quando un carico concentrato P agisce su una superficie molto limitata di un
elemento bidimensionale, che risulta sollecitata a una tensione tangenziale di scorrimento lungo il perime-
tro dell’area caricata.

perimetro critico
C
A D쎾

s
B

h
d
s
s C쎾

A쎾

+a
4d 4d
+b

B쎾

Si ammette che il carico si diffonda nell’elemento strutturale secondo un tronco di piramide con altezza
d fino alle armature inferiori, in corrispondenza delle quali definisce il perimetro critico e sulle cui facce
agiscono le tensioni tangenziali.

Perimetro critico u ¼ 2  ðb þ 4  dÞ þ 2  ða þ 4  dÞ

P
Sforzo unitario di taglio vEd ¼ ðN=mm2 Þ
ud

p
3
ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
0; 18  k  100  q1  fck
! segue

Resistenza del solo calcestruzzo vRd ¼ ðN=mm2 Þ


1; 5
208 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
200
k ¼1þ 2
d
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
q1 ¼ qi;x  qi;y ¼ percentuale geometrica di armatura longitudinale
a1;x
qi;x ¼ ¼ percentuale geometrica di armatura longitudinale in direzione x
ii;x  d
a1;y
qi;y ¼ ¼ percentuale geometrica di armatura longitudinale in direzione y
ii;y  d
a1;x e a1;y ¼ area di una barra longitudinale rispettivamente nelle direzioni x e y
ii;x e ii;y ¼ interasse delle barre longitudinali rispettivamente nelle direzioni x e y

Se vEd  vRd non occorrono armature specifiche per il punzonamento.

Se vEd > vRd l’intero sforzo di taglio (VEd ¼ P) deve essere assorbito da staffe verticali o da barre pie-
gate a 45o, entrambe calcolate con le formule del taglio e disposte come in figura 16.13.

a)
P

superficie critica

s
E F
s s

h
A쎾 B쎾

2d 2d

armatura longitudinale e trasversale


b) y
2d

perimetro critico
a
2d

2d b 2d
Fig. 16.13
CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE 209

16.5 STATI LIMITE DI ESERCIZIO (S.L.E.)

Stato limite di fessurazione

Superato il limite di resistenza a trazione del cls, questo si fessura e la trazione deve essere tutta sop-
portata dall’armatura metallica che deve presentare un’area in zona tesa:
kc  k  fct;eff
As  As;min ¼  Act
rs
kc ¼ 1 per trazione pura
k ¼ 0; 4 per flessione semplice
k ¼ 0; 8 per sezioni rettangolari
fct;eff ¼ 3; 0 N/mm2 = resistenza a trazione del calcestruzzo
bh
Act  ¼ area del calcestruzzo in zona tesa
2
rs ¼ 0; 9  fyk
In genere nei comuni edifici l’area As per flessione è sufficiente, ma si devono rispettare le prescrizioni
riportate in tabella 16.4.

Tabella 16.4 Diametri e spaziature massime delle barre di armatura.

Tensione nell’acciaio Diametro massimo Spaziatura massima (mm)


(N/mm2 ) (mm)
Flessione pura Trazione pura

160 32 300 200

200 25 250 150

240 20 200 125

280 16 150 75

320 12 100 –

360 10 50 –

400 8 – –

450 6 – –

Stato limite di deformazione

Valori limite della freccia:


1
 l per carichi quasi permanenti su travi, solai o elementi a sbalzo
250
1
 l per carichi permanenti e variabili applicati dopo la costruzione
500

Regola dell’EC2
Per limitare la freccia viene limitato il rapporto l=d in funzione della percentuale di armatura
q ¼ As =b  d (vedi tabella 16.5):
— q > 1; 5%: cls molto sollecitato
! segue

— q < 0; 5%: cls poco sollecitato


210 CEMENTO ARMATO. METODO AGLI STATI LIMITE

Stato limite delle tensioni in esercizio

— Si applicano le azioni dovute alle combinazioni rara e quasi permanente.


— Con le formule del M.T.A. vengono calcolate le tensioni massime nel cls e nell’acciaio e deve risul-
tare:
 rc < 0; 60  fck per combinazione rara
 rc < 0; 45  fck per combinazione quasi permanente
 rs < 0; 80  fyk per combinazione rara

Tabella 16.5 Valori limite del rapporto l/d.


Schema strutturale Calcestruzzo molto sollecitato Calcestruzzo poco sollecitato

Trave semplicemente appoggia-


ta; piastra semplicemente appog- 18 25
giata

Campata terminale di trave con-


tinua; campata terminale di pia- 23 32
stra

Campata intermedia di trave


continua e di piastra 25 35

Piastra sorretta da pilastri senza


travi 21 30

Mensola 7 10

CALCESTRUZZO CON BASSA PERCENTUALE DI ARMATURA O NON


16.6 ARMATO
Si considera tale un calcestruzzo con area metallica inferiore alla minima prevista o con una percentuale
inferiore a 0,3 kN/m3 oppure non armato.
Si usano per elementi secondari o per elementi massicci. qffiffiffiffiffiffiffi
3
Le tensioni di calcolo non devono superare i limiti in tabella 16.6, essendo fck  0; 19  R2ck .

Tabella 16.6 Limiti delle tensioni in esercizio.


Tensioni Calcestruzzo debolmente armato Calcestrutto non armato

Compressione rc ¼ 0; 30  fck rc ¼ 0; 25  fck


Tangenziali ss ¼ 0; 25  fctk ss ¼ 0; 21  fctk
Strutture
17 in cemento armato

17.1 PILASTRI
Nel calcolo della struttura di un edificio si deve tenere conto del peso proprio dei pilastri, che può essere
considerato, con approssimazione accettabile, aumentando di n% il carico trasmesso alla sommità, essen-
do n il numero dei piani al di sopra del pilastro considerato.

Tabella 17.1 M.T.A. – Pilastri a sezione quadrata o rettangolare con staffe semplici soggetti a compressio-
ne semplice assiale (As =Ac  1%; l = lunghezza massima).

Carico massimo ammissibile


Armatura longitudinale
Sezione l Ac N (kN)
(mm  mm) (m) (mm2 ) ¼ ¼ ¼
Tondi As rc ¼ 5; 00 rc ¼ 6; 00 rc ¼ 6; 80
(1 in mm) (mm2 ) N/mm2 N/mm2 N/mm2

250  250 3,60 62 500 4 1 14 615,752 359 430 488


250  300 3,60 75 000 4 1 16 804,248 435 522 592
300  300 4,32 90 000 4 1 18 1017,876 526 631 715
300  350 4,32 105 000 4 1 18 1017,876 601 721 817
350  350 5,04 122 500 8 1 14 1231,504 704 845 957
350  400 5,04 140 000 8 1 16 1608,495 820 984 1115
400  400 5,76 160 000 8 1 16 1608,495 920 1104 1251
400  450 5,76 180 000 8 1 18 2035,752 1052 1262 1431
450  450 6,48 202 500 8 1 18 2035,752 1165 1398 1584

Tabella 17.2 M.S.L. – Pilastri a sezione quadrata o rettangolare con staffe semplici soggetti a compressio-
ne semplice assiale calcolati con il M.S.L. (As /Ac = 1%; l = lunghezza massima).

Carico massimo ammissibile


Armatura longitudinale
Sezione l Ac Nrd (kN)
(mm  mm) (m) (mm2 )
Tondi As fcd ¼ 9,07 fcd ¼ 11,33 fcd ¼ 14,17
(1 in mm) (mm2 ) N/mm2 N/mm2 N/mm2

250  250 3,60 62 500 4 1 16 804,248 891 1022 1200


250  300 3,60 75 000 4 1 16 804,248 995 1164 1377
300  300 4,32 90 000 4 1 18 1017,876 1214 1417 1673
300  350 4,32 105 000 4 1 18 1017,876 1350 1587 1885
350  350 5,04 122 500 8 1 14 1231,504 1592 1869 2217
350  400 5,04 140 000 8 1 16 1608,495 1898 2215 2612
400  400 5,76 160 000 8 1 16 1608,495 2080 2441 2896
400  450 5,76 180 000 8 1 18 2035,752 2428 2835 3346
450  450 6,48 202 500 8 1 18 2035,752 2632 3090 3665
Tabella 17.3 M.T.A. – Pilastri a sezione circolare con avvolgimento a spirale soggetti a compressione semplice.
212

Armatura Carico massimo N ammissibile


Spirale
Lunghezza longitudinale (kN)
d D An
pilastro l 0
(mm) (mm) (mm 2 ) Sezione Passo    
(m) Tondi As As 1 rc ¼ 5,00 rc ¼ 6,00 rc ¼ 6,80 rc ¼ 7,70
q¼ Af p
(n. 1 mm) (mm 2 ) An (mm) N=mm 2 N=mm 2 N=mm 2 N=mm 2
(mm 2 ) (mm)

380 325 82 958 4,06 8 1 14 1232 0,01485 154 14 60 900 1 080 1 220 1 380
410 350 96 211 4,37 8 1 16 1608 0,01671 201 16 70 1 070 1 290 1 460 1 650
430 375 110 447 4,69 8 1 16 1608 0,01456 201 16 70 1 180 1 410 1 600 1 810
460 400 125 664 5,00 8 1 18 2036 0,01620 314 20 80 1 520 1 820 2 060 2 340
490 425 141 863 5,31 8 1 18 2036 0,01435 314 20 80 1 640 1 970 2 240 2 530
520 450 159 043 5,62 8 1 20 2513 0,01580 314 20 90 1 720 2 060 2 340 2 650
540 475 177 205 5,94 8 1 20 2513 0,01418 314 20 90 1 850 2 220 2 520 2 850
570 500 196 350 6,25 8 1 22 3041 0,01549 380 22 90 2 200 2 640 2 990 3 390
590 525 216 475 6,56 8 1 22 3041 0,01405 380 22 90 2 350 2 820 3 200 3 620
620 550 237 583 6,87 9 1 22 3421 0,01440 380 22 90 2 530 3 040 3 450 3 900
650 575 259 672 7,19 10 1 22 3801 0,01464 380 22 90 2 720 3 270 3 700 4 200
680 600 282 743 7,50 10 1 22 3801 0,01344 452 24 100 2 970 3 570 4 040 4 580
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
Tabella 17.4 M.T.A. – Pilastri a sezione rettangolare o quadrata soggetti a carico di punta.

Carico massimo N ammissibile


Armatura longitudinale
Sezione Ac Lunghezza (kN)
(mm  mm) (mm 2 ) (m)
As ¼ ¼ ¼ ¼
n. ferri r ¼ 5,00 N=mm 2 r ¼ 6,00 N=mm 2 r ¼ 6,80 N=mm 2 r ¼ 7,00 N=mm 2
(mm 2 )

4,00 350 420 480 540


5,00 330 400 460 520
250  250 62 500 616 4 1 14
6,00 290 350 390 450
7,00 240 290 330 370

4,00 490 590 670 760


5,00 460 560 630 720
250  350 87 500 804 4 1 16
6,00 400 480 550 620
7,00 330 400 450 520

5,00 500 600 680 770


6,00 480 580 650 740
300  300 90 000 804 4 1 16 7,00 430 510 580 660
8,00 370 440 500 570
9,00 320 380 430 490
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

6,00 690 830 940 1 060


7,00 660 800 900 1 020
350  350 122 500 1 257 4 1 20 8,00 620 740 840 950
9,00 540 650 740 840
10,00 480 570 650 740

5,00 680 810 920 1 050


6,00 650 780 890 1 010
300  400 120 000 1 257 4 1 20 7,00 580 700 800 900
8,00 510 610 690 780
9,00 440 520 590 670
213

! segue
Carico massimo N ammissibile
214

Armatura longitudinale
Sezione Ac Lunghezza (kN)
(mm  mm) (mm 2 ) (m)
As ¼ ¼ ¼ ¼
n. ferri r ¼ 5,00 N=mm 2 r ¼ 6,00 N=mm 2 r ¼ 6,80 N=mm 2 r ¼ 7,00 N=mm 2
(mm 2 )

7,00 890 1 070 1 210 1 370


8,00 860 1 030 1 170 1 330
9,00 810 970 1 100 1 250
400  400 160 000 1 527 6 1 18
10,00 720 870 990 1 120
11,00 650 780 890 1 000
12,00 580 700 790 900

6,00 880 1 060 1 200 1 360


7,00 850 1 020 1 150 1 310
350  450 154 500 1 527 6 1 18 8,00 780 940 1 070 1 210
9,00 690 830 940 1 070
10,00 610 730 830 940

6,00 1 150 1 380 1 560 1 770


7,00 1 110 1 340 1 510 1 720
8,00 1 080 1 290 1 470 1 660
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

400  500 200 000 2 036 8 1 18 9,00 990 1 190 1 350 1 530
10,00 890 1 070 1 210 1 370
11,00 790 950 1 080 1 220
12,00 710 850 970 1 090

8,00 1 420 1 710 1 930 2 190


9,00 1 380 1 660 1 880 2 130
10,00 1 350 1 620 1 840 2 090
500  500 250 000 2 513 8 1 20
11,00 1 280 1 530 1 740 1 970
12,00 1 170 1 400 1 590 1 800
13,00 1 070 1 290 1 460 1 650
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO 215

17.2 SOLAI MISTI IN C.A. E LATERIZIO


Tabella 17.5 Blocchi per solai in latero-cemento.

Blocchi aventi funzione principale di alleggeri- Blocchi aventi funzione statica collaborante
mento (richiedono sempre una soletta collabo- con il conglomerato (possono essere impiegati
rante in conglomerato non inferiore a 4 cm). senza soletta superiore in conglomerato).

min 1 h
5
h
Interasse i Larghezza Altezza h Travetto t Lunghezza Quantità Peso per m 2
b l per
(cm) (cm) (cm) (cm) (cm) m2 (kN = m 2 )

12
40 33 16 7 10 da 0,90 a 1,30

18 25
50 42 20 8 8 da 1,00 a 1,50
24

— Solai misti con blocchi aventi funzione di alleggerimento: spessore minimo s ¼ 4 cm della soletta di cal-
cestruzzo sopra i blocchi.
— Solai misti con blocchi aventi funzione statica: la soletta di calcestruzzo sopra i blocchi può essere
omessa.
— Solai misti gettati o completati in opera con l > 4,50 m o con elevati carichi concentrati: nella soletta
con s  4 cm sopra i blocchi deve essere disposta una armatura trasversale con almeno 3 1 6/m o al
20% di quella longitudinale.
— Solai misti: armatura minima longitudinale dei travetti As min  0,07 h cm2 /m con h ¼ altezza del solaio.
1
— Spessore minimo dei solai unidirezionali: h ¼  l0 (luce di calcolo), minimo 12 cm.
25
1
— Spessore minimo dei solai con travetti precompressi e blocchi: h   l0 .
30

Tabella 17.6 Luce teorica lt di calcolo per i travetti dei solai (ln = luce netta).
Solai a una campata
Solai su più appoggi
Appoggi alle estremità Semincastro alle estremità

lt ¼ ln þ 8%  ln lt ¼ ln þ ð5  6Þ%  ln lt ¼ interasse delle travi o dei pilastri

Il peso delle travi di un solaio può essere, in linea di massima, valutato in circa il 25  30% del peso pro-
prio del solaio, tenendo presente anche la loro luce e la destinazione d’uso del fabbricato.
216 STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Criteri da considerare nella determinazione dei momenti flettenti delle travi di solai
e solette

Solai e solette di copertura e di sottotetto

0,816 • I

1 1 2
ql 2 ql
24 24

1 2
ql
8

Solai e solette intermedie

1 2 0,58 • I 1 2
ql ql
12 12

1 2
ql
12

0,82 • I

Tabella 17.7a Solaio latero-cementizio 50/16 þ 4 gettato in opera con blocchi non collaboranti (condizioni
di vincolo: semincastro; cls classe C20/25) (dimensionamento di massima).

Armatura metallica
Luce Carico Momento
(m) (kN m) Estremità
Mezzeria
(kN=m2 ) (kN=m) superiore inferiore

6,90 3,45 4,60 1 1 8 þ 1 1 10 1 1 8 þ 1 1 10 1 1 10


4,00
8,90 4,45 5,93 2 1 10 2 1 10 1 1 8 þ 1 1 10
6,90 3,45 5,82 2 1 10 2 1 10 1 1 8 þ 1 1 10
4,50
8,90 4,45 7,51 1 1 10 þ 1 1 12 * 1 1 10 þ 1 1 12 * 2 1 10

6,90 3,45 7,19 1 1 10 þ 1 1 12 * 1 1 10 þ 1 1 12 * 2 1 10


5,00
8,90 4,45 9,27 1 1 12 þ 1 1 14 * 1 1 10 þ 1 1 14 * 1 1 10 þ 1 1 14

* La base b0 del travetto deve essere di 15 cm.


STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO 217

Tabella 17.7b Solaio latero-cementizio 50/18 þ 4 gettato in opera con blocchi non collaboranti (condizioni
di vincolo: semincastro; cls classe C20/25) (dimensionamento di massima).

Armatura metallica
Luce Carico Momento
(m) (kN m) Estremità
Mezzeria
(kN=m2 ) (kN=m) superiore inferiore

7,10 3,55 5,99 2 1 10 2 1 10 1 1 8 þ 1 1 10


4,50
9,10 4,55 7,68 1 1 10 þ 1 1 12 1 1 10 þ 1 1 12 1 1 10 þ 1 1 12

7,10 3,55 7,40 1 1 10 þ 1 1 12 1 1 10 þ 1 1 12 1 1 10 þ 1 1 12


5,00
9,10 4,55 9,48 2 1 12 * 2 1 12 * 1 1 10 þ 1 1 12

7,10 3,55 8,95 2 1 12 * 2 1 12 * 1 1 10 þ 1 1 12


5,50
9,10 4,55 11,47 1 1 12 þ 1 1 14 * 1 1 12 þ 1 1 14 * 1 1 12 þ 1 1 14

* La base b0 del travetto deve essere di 15 cm.

Tabella 17.7c Solaio latero-cementizio 50/20 þ 4 gettato in opera con blocchi non collaboranti (condizioni
di vincolo: semincastro; cls classe C20/25) (dimensionamento di massima).
Armatura metallica
Luce Carico Momento
(m) (kN m) Estremità
Mezzeria
(kN=m2 ) (kN=m) superiore inferiore

7,30 3,65 7,60 2 1 10 1 1 8 þ 1 1 12 1 1 8 þ 1 1 10


5,00
9,30 4,65 9,69 1 1 10 þ 1 1 12 * 2 1 12 * 1 1 12

7,30 3,65 9,20 1 1 10 þ 1 1 12 * 1 1 10 þ 1 1 12 * 118


5,50
9,30 4,65 11,72 1 1 12 þ 1 1 14 * 1 1 12 þ 1 1 14 * 1 1 10 þ 1 1 12

7,30 3,65 10,95 2 1 12 * 1 1 10 þ 1 1 14 * 1 1 10 þ 1 1 12


6,00
9,30 4,65 13,95 2 1 14 * 2 1 14 * 2 1 14

* La base b0 del travetto deve essere di 15 cm.


schema disposizione sezione travetto sezione solaio
218

armature travetto

>4
Solaio con travetti tralicciati 3Q S38/50
e blocchi (R.D.B.).
5

Tabella 17.8a Tipi di armatura.


Contrassegno travetti in funzione dell’armatura
1 2 3 4 5
(tipo armatura)

Armatura inferiore traliccio 216

Armatura integrativa 1 a 118 1 1 10 1 1 12 2 1 10 2 1 12

Lunghezze L (in metri) dei travetti della serie da 1,60 a 3,40 da 3,60 a 4,20 da 4,40 a 5,00 da 5,20 a 5,60 da 5,80 a 6,80
normalizzata – passo 20 cm
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
Tabella 17.8b Parametri sezionali.
Caratteristiche costruttive Parametri sez. tutta
Moduli di resistenza a momento positivo (cm3 ) (striscia larga 1 m)
reagente
(riferiti a tipi armatura ed eventuale armatura aggiunta 1 b)
(striscia b = 1 m)
Peso Congl. Peso
Altezza
trav. e per solaio in
(H) 1 2 3 4 5 5+1 1 10/50 5+1 1 14/50
blocchi getto opera Ab Xb Jb
(cm)
(da N/m2 ) (l/m2 ) (da N/m2 ) (cm2 ) (cm) (cm4 )
Wb Wa Wb Wa Wb Wa Wb Wa Wb Wa Wb Wa Wb Wa

12 +4 68 250 1 763 27,99 1 942 35,13 2 128 43,76 2 329 54,62 2 588 71,44 2 626 80,00 2 658 87,92 1 042 6,77 24 138
80
+5 78 275 1 967 30,05 2 168 37,73 2 377 47,01 2 603 58,69 2 896 76,78 2 958 86,60 3 015 95,66 1 142 7,14 28 981

16 +4 79 285 2 622 36,25 2 895 45,53 3 180 56,77 3 487 70,93 3 863 93,04 3 960 107,1 4 041 120,3 1 199 8,47 45 321
86
+5 89 310 2 855 38,32 3 154 48,14 3 466 60,03 3 805 75,00 4 248 98,22 4 401 113,5 4 526 127,9 1 299 8,78 52 769

18 +4 84 300 3 095 40,39 3 420 50,75 3 760 63,29 4 117 79,15 4 550 103,9 4 683 120,9 4 792 136,8 1 270 9,30 58 921
90
+5 94 325 3 341 42,46 3 694 53,36 4 063 66,56 4 465 83,19 4 990 108,9 5 188 127,2 5 348 144,3 1 370 9,59 67 848

20 +4 90 320 3 594 44,54 3 975 55,98 4 370 69,85 4 774 87,42 5 267 114,8 5 437 134,7 5 577 153,4 1 352 10,20 75 241
93
+5 100 345 3 854 46,61 4 263 58,60 4 693 73,11 5 162 91,39 5 765 119,8 6 010 141,0 6 207 160,9 1 452 10,46 85 918

22 +4 97 340 4 119 48,69 4 558 61,21 5 003 76,43 5 457 95,71 6 010 125,8 6 221 148,6 6 393 170,1 1 478 11,27 95 964
98
+5 107 365 4 391 50,77 4 860 63,83 5 354 79,66 5 893 99,61 6 571 130,7 6 865 154,8 7 102 177,6 1 578 11,53 108 968

24 +4 103 365 4 669 52,85 5 166 66,46 5 660 83,03 6 163 104,0 6 779 136,8 7 033 162,6 7 239 186,8 1 555 12,11 116 700
107
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

+5 113 390 4 952 54,93 5 485 69,08 6 046 86,22 6 654 107,8 7 405 141,6 7 750 168,7 8 029 194,3 1 655 12,35 131 656

28 +4 116 405 5 836 61,18 6 438 77,01 7 027 96,30 7 626 120,7 8 355 158,8 8 692 190,6 8 966 220,5 1 886 14,54 178 833
113
+5 126 430 6 143 63,27 6 810 79,59 7 513 99,38 8 245 124,4 9 138 163,6 9 584 196,7 9 941 228,0 1 986 14,79 200 348

— Peso travetto 110 N/m


— Larghezza resistente a taglio del solario b0 = 33 cm/m
— Cls travetti C 25/30
— Acciaio B450 in barre o rotoli e tralicci nei travetti
— Cls per getti in opera minimo C20/25
— Acciaio a corredo B450C
— Eventuali barre integrative 1 b sopra la suola del travetto.
219
Tabella 17.8c Prestazioni a momento positivo e taglio.
220

Momenti resistenti positivi (kN  m) (striscia larga 1 m) Mrd = momento resistente allo S.L.U. Tagli resist.
Altezza solaio (riferiti a tipi armatura ed eventuale armatura aggiunta 1 b) Mre = momento resistente allo S.L.E., c.c. rara (kN)
(H) (striscia
(cm) 1 2 3 4 5 5+1 1 10/50 5+1 1 14/50 larga 1 m)
Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Vrd

12 +4 10,48 7,13 13,38 8,95 16,89 11,16 21,28 13,93 28,00 18,21 33,19 20,40 37,86 22,42 25,9
+5 11,24 7,66 14,36 9,62 18,14 11,98 22,87 14,96 30,13 19,57 35,93 22,08 41,19 24,39 27,7

16 +4 13,54 9,24 17,31 11,61 21,88 14,47 27,62 18,08 36,49 23,72 44,13 27,33 51,17 30,70 33,3
+5 14,31 9,77 18,30 12,27 23,13 15,30 29,21 19,12 38,61 25,04 46,86 28,95 54,49 32,62 35,1

18 +4 15,07 10,30 19,28 12,94 24,37 16,14 30,80 20,18 40,72 26,50 49,59 30,84 57,81 34,90 37,0
+5 15,84 10,82 20,26 13,60 25,62 16,97 32,38 21,21 42,84 27,79 52,32 32,44 61,13 36,81 38,8

20 +4 16,61 11,35 21,25 14,27 26,88 17,81 33,96 22,29 44,96 29,29 55,04 34,37 64,45 39,13 40,7
+5 17,38 11,88 22,23 14,94 28,12 18,64 35,55 23,30 47,07 30,56 57,77 35,96 67,76 41,04 42,5

22 +4 18,14 12,41 23,22 15,61 29,37 19,49 37,17 24,40 49,19 32,08 60,49 37,91 71,08 43,38 44,4
+5 18,91 12,94 24,20 16,27 30,62 20,31 38,72 25,40 51,30 33,34 63,21 39,49 74,38 45,28 46,2

24 +4 19,68 13,47 25,19 16,95 31,87 21,17 40,31 26,52 53,42 34,88 65,93 41,46 77,71 47,64 48,1
+5 20,45 14,00 26,17 17,61 33,12 21,98 41,90 27,50 55,54 36,12 68,65 43,03 80,99 49,55 49,9
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

28 +4 22,75 15,60 29,13 19,63 36,88 24,55 46,66 30,78 61,89 40,51 76,81 48,61 90,97 56,23 55,5
+5 23,52 16,13 30,12 20,29 38,13 25,34 48,25 31,73 64,01 41,73 79,53 50,17 94,20 58,14 57,3
Tabella 17.8d Prestazioni a momento negativo.

Momenti resistenti negativi (kN  m) (striscia larga 1 m) Mrd = momento resistente allo S.L.U.
Altezza solaio Mre = momento resistente allo S.L.E., c.c. rara
(H)
(cm) 1 1 8/50 1 1 10/50 2 1 8/50 (1 1 8+1 1 10)/50 2 1 10/50 2 1 12/50 2 1 14/50 2 1 16/50
Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mre Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre

12 +4 5,22 3,47 7,99 5,32 10,05 6,74 12,57 8,53 14,92 10,20 19,82 11,34 23,84 12,34 24,95 13,20
+5 5,61 3,73 8,60 5,72 10,83 7,24 13,57 9,17 16,15 11,07 21,59 12,76 26,71 13,93 28,49 14,95

16 +4 6,77 4,50 10,41 6,93 13,16 8,78 16,57 11,12 19,83 13,42 26,89 17,29 33,76 18,92 39,06 20,38
+5 7,15 4,77 11,02 7,33 13,94 9,29 17,57 11,77 21,06 14,20 28,66 18,94 36,17 20,79 43,31 22,43

18 +4 7,54 5,03 11,62 7,73 14,71 9,80 18,56 12,43 22,28 15,01 30,43 20,51 38,45 22,45 46,01 24,17
+5 7,93 5,29 12,23 8,14 15,49 10,32 19,56 13,08 23,50 15,80 32,20 22,25 40,86 24,40 49,16 26,32

20 +4 8,32 5,55 12,83 8,54 16,26 10,83 20,56 13,73 24,72 16,58 33,97 23,38 43,27 26,43 52,30 28,55
+5 8,70 5,81 13,43 8,95 17,04 11,35 21,56 14,38 25,93 17,37 35,74 24,49 45,68 28,52 55,45 30,87

22 +4 9,09 6,07 14,04 9,35 17,81 11,86 22,55 15,04 27,15 18,16 37,52 25,62 48,07 30,59 58,51 33,14
+5 9,48 6,33 14,64 9,76 18,58 12,38 23,55 15,69 28,37 18,95 39,29 26,73 50,48 32,80 61,66 35,59

24 +4 9,86 6,60 15,25 10,17 19,36 12,90 24,54 16,35 29,59 19,74 41,06 27,85 52,89 35,08 64,80 38,12
+5 10,25 6,86 15,85 10,57 20,13 13,41 25,54 17,00 30,81 20,53 42,83 28,97 55,29 37,43 67,95 40,73

28 +4 11,42 7,65 17,66 11,77 22,45 14,91 28,52 18,88 34,45 22,79 48,11 32,15 62,86 42,94 78,49 51,71
+5 11,80 7,91 18,27 12,18 23,23 15,43 29,51 19,53 35,67 23,58 49,86 33,28 65,27 44,45 81,64 54,79
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Tabella 17.8e Rompitratta.


Peso proprio solaio (daN/m2) 165 200 250 280 315 365

Distanza max tra i rompitratta (m) 2,00 1,90 1,80 1,70 1,60 1,50

L’interasse dei rompitratta non deve essere in alcun caso superiore ai limiti indicati nella tabella. Anche per le piccole luci occorre sempre almeno un rompitratta
intermedio. I piedritti devono essere sufficientemente rigidi e opportunamente controventati.
221
Tabella 17.9 Solai Celersap precompresso con blocchi S38.
222

Caratteristiche materiali:
SOLAIO MONOTRAVE MONOBLOCCO Calcestruzzo travetti classe C45/55. SOLAIO BITRAVE MONOBLOCCO
S > 4cm

S > 4cm
Acciaio da precompressione nei travetti:
trecce in acciaio da c.a.p. fptk  1900 N/mm2.
Laterizio categoria a.
Hb

Hb
Calcestruzzo getti in opera almeno
classe C20/25.
Acciaio a corredo B450C.
12 38 12 12 12 38 12 12
50 62

Armatura tipo 2a 2b 4 5 6 Caratteristiche travetti 912

Sezione armatura di precompres- 0,24 0,32 0,48 0,60 0,84


sione (cm2)

al lembo –4,12 –3,47 –5,13 –4,29 –5,18


9

superiore
Precompressioni
finali (N/mm2) al lembo –3,81 –6,18 –8,92 –11,95 –15,98
inferiore
12
Momento d’inerzia (cm4) 440,7 442,0 447,0 449,0 450,9
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Distanza baricentro dal lembo su- 5,52 5,53 5,54 5,55 5,57
periore (cm) Area sezione 72 cm2
Peso travetto=18 daN/ml
Lunghezze travetti disponibili (n) da 1,20 da 3,40 da 4,40 da 5,80 da 6,60
a 3,20 a 4,20 a 5,60 a 6,40 a 7,60

Elementi progettuali
Il dimensionamento della struttura usualmente avviene secondo il metodo semiprobabilistico agli stati limite come specificato dal D.M. 14/01/2008, valutando lato
sollecitante (Sd ) e lato resistente (Rd ) per lo SLU e gli SLE stabiliti; la verifica è soddisfatta quando Rd  Sd .
Per un corretto predimensionamento si consiglia di valutare le sollecitazioni (Sk ) con i valori caratteristici dei carichi; occorre quindi verificare che Mre  Sk . Per
la soluzione adottata deve poi essere Mrd =Sk > 1; 45. Per il taglio verificare solo allo S.L.U.
Tabella 17.10 Solaio monotrave 9  12 – Int. 50 S38.
Caratteristiche costruttive Caratteristiche flettenti (momento positivo) e taglianti (striscia larga 1 m)

Peso Sezione parzializzata


Momenti resistenti (kN  m) Mrd = mom. resist. allo S.L.U. Sezione tutta Tagli resist.
Peso
blocchi Conglom. per tipi armatura Mre = mom. resist. S.L.E., c.c. rara reagente Vrd (KN)
solaio in Moduli resist.
Altezza e per getto Asse Momento
opera
(H) travetti neutro d’inerzia
2a 2b 4 5 6 super. infer. Xb Ab Jb classe getto
(cm)
Ws Wi
(daN/m2 ) (l/m2 ) (daN/m2 ) Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre (cm) (cm4 ) (cm) (cm2 ) (cm4 ) C20/25 C25/30
(cm3 ) (cm3 )

12 +4 62 250 8,59 6,10 11,79 8,75 17,44 11,81 22,05 15,20 30,29 19,70 5,61 17416 3102 1117 7,19 1122 27204 25,9 31,1
+5 96 72 275 9,30 6,72 12,74 9,64 18,85 13,01 23,81 16,74 32,77 21,70 5,81 20673 3558 1231 7,56 1222 32651 27,7 33,3
+6 82 300 10,01 7,36 13,68 10,56 20,26 14,26 25,58 18,35 35,25 23,78 6,05 24185 3997 1349 7,95 1322 38676 29,6 35,5

16 +4 74 285 11,43 8,78 15,57 12,59 23,09 17,00 29,11 21,88 40,21 28,36 6,85 31730 4629 1609 8,98 1281 50839 33,3 39,9
+5 101 84 310 12,14 9,44 16,51 13,53 24,51 18,27 30,87 23,51 42,68 30,48 6,94 36476 5258 1729 9,30 1381 59198 35,1 42,2
+6 94 335 12,85 10,09 17,46 14,47 25,92 19,54 32,64 25,15 45,16 32,60 7,08 41384 5842 1849 9,63 1481 68163 37,0 44,4

18 +4 78 300 12,85 10,17 17,46 14,59 25,92 19,70 32,64 25,35 45,16 32,86 7,45 40691 5463 1864 9,86 1352 66005 37,0 44,4
+5 105 88 325 13,56 10,84 18,40 15,55 27,33 20,99 34,40 27,01 47,63 35,02 7,48 46252 6183 1986 10,14 1452 76009 38,8 46,6
+6 98 350 14,27 11,51 19,35 16,50 28,75 22,28 36,17 28,67 50,10 37,16 7,58 51915 6846 2108 10,46 1552 86625 40,7 48,8

20 +4 85 320 14,27 11,59 19,35 16,62 28,75 22,44 36,17 28,87 50,10 37,42 8,03 50873 6338 2123 10,78 1435 84011 40,7 48,8
+5 108 95 345 14,98 12,27 20,30 17,59 30,17 23,76 37,94 30,57 52,57 39,62 8,01 57291 7152 2248 11,05 1535 95929 42,5 51,0
+6 105 370 15,69 12,94 21,25 18,55 31,58 25,05 39,71 32,23 55,04 41,78 8,07 63748 7897 2370 11,34 1635 108465 44,4 53,2

24 +4 97 365 17,12 14,46 23,14 20,74 34,42 28,00 43,24 36,03 59,98 45,69 9,14 74955 8199 2649 12,72 1640 129226 48,1 57,7
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

+5 122 107 390 17,83 15,17 24,09 21,75 35,84 29,36 45,01 37,79 62,45 45,61 9,04 83203 9205 2778 12,96 1740 145720 49,9 59,9
+6 117 415 18,54 15,85 25,03 22,72 37,25 30,68 46,78 39,48 64,92 45,84 9,02 91348 10122 2903 13,23 1840 162874 51,8 62,1

28 +4 110 405 19,96 17,38 26,93 24,92 40,09 33,65 50,32 43,30 69,86 48,96 10,25 103864 10130 3184 15,12 1966 194595 55,5 66,6
+5 129 120 430 20,68 18,11 27,88 25,97 41,51 35,06 52,09 44,33 72,34 49,22 10,06 114164 11346 3318 15,36 2066 217828 57,3 68,8
+6 130 455 21,39 18,81 28,83 26,96 42,93 36,40 53,86 44,71 74,81 49,64 9,97 124178 12458 3444 15,63 2166 241849 59,2 71,0

32 +4 132 495 22,82 20,32 30,73 29,13 45,77 39,33 57,40 47,52 79,75 52,76 11,28 137996 12231 3721 16,80 2124 263729 62,9 75,4
+5 165 142 520 23,53 21,07 31,68 30,21 47,19 40,79 59,17 47,95 82,22 53,24 11,02 150413 13645 3860 17,02 2224 292339 64,7 77,7
+6 152 545 24,24 21,78 32,63 31,22 48,61 42,16 60,95 48,46 84,70 53,81 10,87 162375 14943 3989 17,27 2324 321747 66,6 79,9

36 +4 144 530 25,67 23,27 34,53 33,36 51,45 45,05 64,49 51,24 89,66 56,89 12,27 177295 14446 4262 18,49 2278 347635 70,3 84,3
+5 172 154 555 26,38 24,05 35,48 34,48 52,87 46,55 66,26 51,82 92,12 57,53 11,95 191943 16059 4405 18,69 2378 382194 72,1 86,5
+6 164 580 27,10 24,77 36,43 35,51 54,29 47,95 68,04 52,43 94,59 58,21 11,74 205954 17546 4537 18,91 2478 417553 74,0 88,7
223
Caratteristiche geometriche a taglio
224

Larghezza resistente b0 = 33 cm/m Perimetro di contatto fra travetti e getto bs = 38,2 cm/m (scorrimento)

Momenti resistenti negativi (kN  m) (striscia larga 1 m)


Mrd = momento resistente allo S.L.U.
Mre = momento resistente allo S.L.E., c.c. rara
11 11 21 11 21 1 1 14 21
dia- 11 1 1 8+1 21 2 1 8+1 1 1 8+2 21 31 21 31 31 31
Altezza tot. 1 1 8/50 2 1 8/50 10+1 1 12+1 1 12+1 1 12+2 1 14+1 1 21 16+1 1
metri 10/50 1 10/50 10/50 1 10/50 1 10/50 12/50 10/50 14/50 12/50 14/50 16/50
solaio (H) 12/50 14/50 14/50 14/50 16/50 16/50 18/50
(cm)
(cm2 /m) 1,00 1,58 2,01 2,58 3,14 3,58 3,84 4,14 4,52 4,72 5,34 6,16 6,78 7,60 8,42 9,24 10,18 11,12 12,06 13,12

Mrd 5,26 8,10 10,24 12,90 15,44 17,33 18,38 19,65 21,11 21,82 24,02 26,58 28,37 30,12 30,64 31,09 31,54 31,93 32,28 32,63
16
Mre 3,52 5,41 6,86 8,70 10,51 11,91 12,71 13,7 14,88 15,21 15,76 16,39 16,81 17,32 17,77 18,18 18,60 18,99 19,34 19,70

Mrd 5,65 8,71 11,02 13,89 16,65 18,73 19,88 21,27 22,88 23,66 26,11 28,99 31,03 33,46 34,81 35,33 35,88 36,35 36,75 37,17
17
Mre 3,78 5,82 7,37 9,35 11,31 12,82 13,68 14,74 16,01 16,65 17,66 18,38 18,87 19,45 19,98 20,45 20,95 21,40 21,80 22,23

Mrd 6,04 9,31 11,79 14,89 17,87 20,12 21,38 22,89 24,65 25,51 28,20 31,40 33,68 36,44 38,97 39,83 40,45 41,01 41,49 41,99
18
Mre 4,04 6,22 7,89 10,01 12,11 13,73 14,64 15,78 17,14 17,82 19,64 20,46 21,03 21,69 22,29 22,84 23,41 23,92 24,39 24,88

Mrd 6,81 10,52 13,34 16,88 20,31 22,91 24,36 26,14 28,19 29,20 32,38 36,20 38,92 42,22 45,27 48,04 48,82 49,50 50,10 50,70
20
Mre 4,57 7,03 8,92 11,33 13,71 15,55 16,59 17,88 19,43 20,20 22,74 24,74 25,42 26,22 26,95 27,62 28,31 28,95 29,52 30,12

Mrd 7,20 11,12 14,11 17,87 21,53 24,30 25,85 27,75 29,96 31,04 34,47 38,61 41,58 45,19 48,57 51,69 53,90 54,68 55,36 56,05
21
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Mre 4,83 7,44 9,44 11,99 14,52 16,46 17,56 18,93 20,57 21,38 24,07 27,03 27,79 28,69 29,51 30,25 31,03 31,74 32,39 33,06

Mrd 7,59 11,73 14,89 18,87 22,74 25,69 27,34 29,37 31,74 32,88 36,56 41,01 44,23 48,17 51,86 55,31 58,97 60,08 60,86 61,63
22
Mre 5,09 7,85 9,96 12,66 15,32 17,37 18,53 19,98 21,70 22,56 25,41 29,06 30,25 31,25 32,16 32,99 33,86 34,64 35,37 36,11

Mrd 7,98 12,33 15,66 19,86 23,96 27,07 28,82 30,98 33,50 34,73 38,65 43,41 46,83 51,04 54,94 58,54 62,36 63,59 64,42 65,25
23
Mre 5,35 8,26 10,48 13,32 16,13 18,29 19,52 21,05 22,87 23,77 26,78 30,64 32,56 33,62 34,57 35,43 36,33 37,15 37,90 38,68

Mrd 8,36 12,94 16,43 20,85 25,17 28,46 30,31 32,59 35,26 36,57 40,74 45,82 49,49 54,01 58,23 62,16 66,34 69,23 70,14 71,09
24
Mre 5,62 8,66 11,01 13,99 16,93 19,21 20,50 22,10 24,01 24,96 28,11 32,17 35,13 36,29 37,33 38,27 39,26 40,17 41,00 41,86

Mrd 9,14 14,14 17,98 22,83 27,60 31,24 33,28 35,81 38,77 40,23 44,92 50,64 54,80 59,96 64,82 69,39 74,31 78,87 82,28 83,44
26
Mre 6,14 9,48 12,05 15,32 18,55 21,03 22,45 24,20 26,29 27,34 30,79 35,23 38,61 41,85 43,08 44,21 45,40 46,48 47,48 48,51
Caratteristiche geometriche a taglio
Larghezza resistente b0 = 33 cm/m Perimetro di contatto fra travetti e getto bs = 38,2 cm/m (scorrimento)

Momenti resistenti negativi (kN  m) (striscia larga 1 m)


Mrd = momento resistente allo S.L.U.
Mre = momento resistente allo S.L.E., c.c. rara
11 11 21 11 21 1 1 14 21
dia- 11 1 1 8+1 21 2 1 8+1 1 1 8+2 21 31 21 31 31 31
Altezza tot. 1 1 8/50 2 1 8/50 10+1 1 12+1 1 12+1 1 12+2 1 14+1 1 21 16+1 1
metri 10/50 1 10/50 10/50 1 10/50 1 10/50 12/50 10/50 14/50 12/50 14/50 16/50
solaio (H) 12/50 14/50 14/50 14/50 16/50 16/50 18/50
(cm)
(cm2 /m) 1,00 1,58 2,01 2,58 3,14 3,58 3,84 4,14 4,52 4,72 5,34 6,16 6,78 7,60 8,42 9,24 10,18 11,12 12,06 13,12

Mrd 9,92 15,35 19,53 24,82 30,03 34,01 36,25 39,02 42,28 43,89 49,10 55,46 60,10 65,89 71,37 76,55 82,16 87,42 92,30 95,98
28
Mre 6,67 10,30 13,10 16,65 20,16 22,87 24,40 26,31 28,59 29,72 33,47 38,31 42,00 46,76 49,04 50,35 51,73 52,99 54,15 55,36

Mrd 10,69 16,56 21,07 26,80 32,45 36,78 39,22 42,23 45,79 47,55 53,25 60,27 65,41 71,84 77,96 83,78 90,13 96,11 101,7 107,6
30
Mre 7,20 11,12 14,14 17,98 21,78 24,70 26,36 28,42 30,88 32,10 36,16 41,39 45,38 50,52 55,39 56,91 58,52 59,99 61,34 62,75

Mrd 11,47 17,77 22,62 28,78 34,87 39,54 42,18 45,44 49,29 51,18 57,37 65,12 70,85 78,08 85,10 91,88 99,39 106,5 113,3 120,6
32
Mre 7,73 11,95 15,18 19,29 23,33 26,45 28,21 30,41 33,04 34,34 38,68 44,26 48,52 54,02 59,48 64,90 68,41 70,26 71,97 73,76

Mrd 12,25 18,99 24,17 30,77 37,29 42,31 45,14 48,65 52,79 54,83 61,51 69,90 76,17 84,04 91,69 99,10 107,3 115,2 122,8 130,9
34
Mre 8,26 12,77 16,23 20,61 24,94 28,27 30,16 32,52 35,33 36,72 41,37 47,35 51,91 57,81 63,65 69,46 76,12 78,36 80,30 82,33

Mrd 13,02 20,20 25,72 32,75 39,71 45,07 48,10 51,86 56,30 58,49 65,66 74,68 81,39 89,82 97,99 105,9 114,7 123,2 131,3 140,0
36
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Mre 8,79 13,59 17,28 21,97 26,59 30,15 32,17 34,68 37,68 39,18 44,13 50,51 55,38 61,67 67,90 74,09 81,18 85,10 87,21 89,43

Mrd 13,80 21,41 27,27 34,74 42,14 47,83 51,06 55,06 59,79 62,13 69,80 79,46 86,66 95,77 104,5 113,1 122,6 131,9 140,7 150,3
38
Mre 9,32 14,42 18,33 23,30 28,20 31,98 34,12 36,79 39,98 41,57 46,83 53,61 58,78 65,46 72,09 78,66 86,20 93,67 96,03 98,51

Mrd 14,58 22,62 28,82 36,73 44,56 50,59 54,01 58,26 63,30 65,79 73,95 84,23 91,90 101,6 110,9 119,9 130,0 139,7 149,1 159,3
40
Mre 9,85 15,24 19,39 24,65 29,85 33,87 36,15 38,98 42,36 44,05 49,63 56,82 62,30 69,37 76,39 83,35 91,33 99,25 102,9 105,5

Mrd 15,36 23,83 30,37 38,71 46,98 53,35 56,97 61,45 66,79 69,43 78,08 89,00 97,17 107,5 117,5 127,2 138,0 148,5 158,6 169,6
42
Mre 10,38 16,07 20,44 25,99 31,48 35,71 38,11 41,10 44,67 46,45 52,34 59,92 65,71 73,17 80,58 87,93 96,35 104,7 112,1 115,0
225
Tabella 17.11 Solaio bitrave 912 – Int. 62 S38.
226

Caratteristiche costruttive Caratteristiche flettenti (momento positivo) e taglianti (striscia larga 1 m)

Peso Sezione parzializzata


Momenti resistenti (KN  m) Mrd = mom. resist. allo S.L.U. Sezione tutta Tagli resist.
Peso
blocchi Conglom. per tipi armatura Mre = mom. resist. S.L.E., c.c. rara reagente Vrd ðkNÞ
solaio in Moduli resist.
Altezza e per getto Asse Momento
opera
(H) travetti neutro d’inerzia
2a 2b 4 5 6 super. infer. Xb Ab Jb classe getto
(cm)
Ws Wi
(daN/m2 ) (l/m2 ) (daN/m2 ) Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre Mrd Mre (cm) (cm4 ) (cm) (cm2 ) (cm4 ) C20/25 C25/30
(cm3 ) (cm3 )

12 +4 70 280 13,67 9,20 18,71 13,19 27,40 17,81 34,34 22,92 46,01 29,70 6,67 23592 3538 1685 7,63 1273 30496 36,1 43,3
+5 106 80 305 14,81 10,18 20,22 14,60 29,68 19,71 37,21 25,37 50,17 32,88 6,92 28206 4075 1865 8,04 1373 36640 38,6 46,4
+6 90 330 15,95 11,18 21,74 16,03 31,97 21,64 40,08 27,85 54,36 36,09 7,20 33186 4611 2047 8,46 1473 43451 41,2 49,4

16 +4 86 325 18,23 13,36 24,78 19,15 36,54 25,86 45,81 33,28 62,45 43,13 8,20 43329 5286 2447 9,54 1478 57479 46,4 55,6
+5 111 96 350 19,38 14,43 26,30 20,69 38,82 27,94 48,67 35,95 66,45 46,60 8,35 50168 6008 2643 9,91 1578 66946 48,9 58,7
+6 106 375 20,52 15,49 27,83 22,20 41,10 29,98 51,52 38,58 70,47 50,01 8,54 57293 6711 2837 10,29 1678 77149 51,5 61,8

18 +4 94 350 20,52 15,53 27,83 22,27 41,10 30,06 51,52 38,69 70,50 50,14 8,92 55820 6258 2844 10,48 1574 75041 51,5 61,8
+5 114 104 375 21,66 16,64 29,35 23,85 43,38 32,21 54,38 41,45 74,48 53,72 9,03 63869 7072 3048 10,83 1674 86403 54,1 64,9
+6 114 400 22,80 17,72 30,87 25,40 45,66 34,30 57,24 44,13 78,49 57,21 9,18 72153 7860 3245 11,19 1774 98530 56,7 68,0

20 +4 104 375 22,80 17,74 30,87 25,44 45,66 34,34 57,24 44,19 78,55 57,28 9,62 70108 7288 3249 11,45 1680 95826 56,7 68,0
+5 116 114 400 23,95 18,88 32,39 27,07 47,94 36,55 60,09 47,03 82,50 60,96 9,69 79422 8195 3458 11,78 1780 109332 59,2 71,1
+6 124 425 25,10 19,98 33,92 28,65 50,22 38,68 62,94 49,77 86,51 64,51 9,80 88918 9069 3660 12,13 1880 123634 61,8 74,2

24 +4 121 430 27,38 22,25 36,96 31,90 54,78 43,06 68,64 55,42 94,63 71,83 10,95 104201 9513 4075 13,44 1922 147947 67,0 80,4
+5 128 131 455 28,53 23,44 38,49 33,61 57,06 45,37 71,49 58,39 98,52 75,68 10,96 116195 10603 4293 13,75 2022 166430 69,5 83,4
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

+6 141 480 29,68 24,58 40,01 35,24 59,34 47,58 74,34 61,22 102,5 77,14 11,01 128251 11650 4502 14,08 2122 185792 72,1 86,5

28 +4 139 525 31,97 26,82 43,06 38,45 63,91 51,92 80,04 66,81 110,6 81,38 12,25 145511 11874 4912 15,70 2263 220264 77,3 92,7
+5 133 149 550 33,11 28,07 44,59 40,24 66,19 54,33 82,88 69,91 114,5 81,67 12,19 160444 13157 5141 16,02 2363 245426 79,8 95,8
+6 159 575 34,26 29,25 46,11 41,93 68,47 56,61 85,74 72,84 118,5 82,19 12,18 175293 14387 5356 16,35 2463 271619 82,4 98,9

32 +4 165 575 36,56 31,45 49,17 45,08 73,04 60,87 91,46 77,85 126,7 86,43 13,46 194734 14467 5759 17,51 2468 302391 87,6 105,1
+5 163 175 600 37,70 32,74 50,69 46,93 75,32 63,36 94,28 78,58 130,4 87,25 13,35 212692 15931 5995 17,81 2568 333580 90,1 108,2
+6 185 625 38,85 33,95 52,22 48,66 77,60 65,70 97,13 79,40 134,4 88,15 13,29 230426 17336 6217 18,12 2668 365861 92,7 111,3

36 +4 180 620 41,15 36,10 55,28 51,76 82,18 69,88 102,9 83,17 142,7 92,3 14,61 251820 17233 6612 19,32 2670 402729 97,9 117,4
+5 168 190 645 42,30 37,43 56,81 53,66 84,46 72,45 105,6 84,22 146,4 93,5 14,46 272935 18877 6855 19,60 2770 440606 100,4 120,5
+6 200 670 43,44 38,67 58,33 55,44 86,75 74,85 108,5 85,26 150,3 94,67 14,36 293681 20455 7082 19,90 2870 479628 103,0 123,6
Caratteristiche geometriche a taglio
Larghezza resistente b0 = 45,97 cm/m Perimetro di contatto fra travetti e getto bs = 65,64 cm/m (scorrimento)

Momenti resistenti negativi (kN  m) (striscia larga 1 m)


Mrd = momento resistente allo S.L.U.
Mre = momento resistente allo S.L.E., c.c. rara
11 11 21 11 21 1 1 14 21 11
dia- 11 1 1 8+1 21 2 1 8+1 1 1 8+2 21 31 21 31 31 31
Altezza tot. 2 1 8/62 10+1 1 12+1 1 12+1 1 12+2 1 14+1 1 21 16+1 1 16+2 1
metri 10/62 1 10/62 10/62 1 10/62 1 10/62 12/62 10/62 14/62 12/62 14/62 16/62
solaio (H) 12/62 14/62 14/62 14/62 16/62 16/62 18/62 18/62
(cm)
(cm2 /m) 1,27 1,62 2,08 2,53 2,89 3,10 3,34 3,64 3,81 4,31 4,97 5,47 6,13 6,79 7,45 8,21 8,97 9,73 10,58 11,45

Mrd 6,64 8,44 10,72 12,94 14,64 15,59 16,77 18,16 18,84 21,08 23,87 25,94 28,50 30,91 33,17 35,59 37,85 39,95 41,43 41,96
16
Mre 4,45 5,65 7,17 8,67 9,83 10,48 11,30 12,28 12,77 14,39 16,47 18,07 20,12 21,02 21,59 22,19 22,74 23,24 23,77 24,25

Mrd 7,13 9,07 11,52 13,92 15,75 16,79 18,06 19,57 20,31 22,75 25,82 28,08 30,90 33,56 36,08 38,80 41,36 43,76 46,29 47,66
17
Mre 4,78 6,06 7,70 9,32 10,56 11,27 12,15 13,21 13,73 15,48 17,72 19,44 21,65 23,57 24,23 24,92 25,55 26,13 26,74 27,30

Mrd 7,62 9,69 12,32 14,90 16,87 17,98 19,36 20,98 21,79 24,43 27,76 30,22 33,30 36,22 38,99 42,02 44,87 47,56 50,43 53,10
18
Mre 5,11 6,48 8,23 9,97 11,30 12,06 13,01 14,14 14,70 16,57 18,97 20,81 23,17 25,52 26,98 27,76 24,48 29,15 29,84 30,48

Mrd 8,60 10,94 13,91 16,85 19,09 20,37 21,94 23,81 24,73 27,77 31,62 34,50 38,09 41,54 44,82 48,44 51,86 55,11 58,58 61,86
20
Mre 5,77 7,32 9,31 11,27 12,78 13,64 14,72 16,00 16,64 18,75 21,48 23,57 26,25 28,92 31,56 33,70 34,59 35,41 36,26 37,05

Mrd 9,08 11,56 14,71 17,82 20,21 21,56 23,23 25,21 26,20 29,43 33,55 36,63 40,49 44,19 47,74 51,65 55,37 58,91 62,72 66,34
21
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Mre 6,10 7,75 9,84 11,92 13,53 14,44 15,57 16,93 17,61 19,85 22,74 24,94 27,79 30,61 33,42 36,63 37,85 38,76 39,72 40,60

Mrd 9,57 12,19 15,51 18,79 21,32 22,75 24,52 26,62 27,67 31,10 35,47 38,75 42,89 46,85 50,65 54,86 58,88 62,72 66,87 70,82
22
Mre 6,43 8,17 10,38 12,58 14,27 15,23 16,43 17,86 18,58 20,95 24,00 26,32 29,33 32,31 35,27 38,66 41,22 42,23 43,29 44,28

Mrd 10,06 12,81 16,31 19,77 22,43 23,94 25,81 28,03 29,13 32,77 37,40 40,88 45,28 49,51 53,58 58,07 62,37 66,48 70,94 75,16
23
Mre 6,76 8,59 10,92 13,23 15,01 16,03 17,29 18,80 19,55 22,05 25,27 27,72 30,89 34,03 37,15 40,73 44,28 45,64 46,77 47,83

Mrd 10,55 13,43 17,11 20,74 23,54 25,12 27,09 29,44 30,60 34,43 39,32 43,00 47,66 52,17 56,49 61,28 65,88 70,29 75,08 79,64
24
Mre 7,09 9,01 11,46 13,89 15,76 16,83 18,15 19,74 20,53 23,15 26,53 29,11 32,43 35,74 39,01 42,77 46,50 49,30 50,54 51,69

Mrd 11,53 14,69 18,71 22,69 25,76 27,50 29,67 32,25 33,53 37,76 43,17 47,24 52,42 57,46 62,32 67,71 72,90 77,90 83,37 88,61
26
Mre 7,75 9,86 12,54 15,20 17,25 18,42 19,88 21,61 22,48 25,35 29,05 31,88 35,53 39,15 42,74 46,86 50,95 55,01 58,40 59,77
227
Caratteristiche geometriche a taglio
228

Larghezza resistente b0 = 45,97 cm/m Perimetro di contatto fra travetti e getto bs = 65,64 cm/m (scorrimento)

Momenti resistenti negativi (kN  m) (striscia larga 1 m)


Mrd = momento resistente allo S.L.U.
Mre = momento resistente allo S.L.E., c.c. rara
11 11 21 11 21 1 1 14 21 11
dia- 11 1 1 8+1 21 2 1 8+1 1 1 8+2 21 31 21 31 31 31
Altezza tot. 2 1 8/62 10+1 1 12+1 1 12+1 1 12+2 1 14+1 1 21 16+1 1 16+2 1
metri 10/62 1 10/62 10/62 1 10/62 1 10/62 12/62 10/62 14/62 12/62 14/62 16/62
solaio (H) 12/62 14/62 14/62 14/62 16/62 16/62 18/62 18/62
(cm)
(cm2 /m) 1,27 1,62 2,08 2,53 2,89 3,10 3,34 3,64 3,81 4,31 4,97 5,47 6,13 6,79 7,45 8,21 8,97 9,73 10,58 11,45

Mrd 12,50 15,94 20,31 24,64 27,98 29,88 32,24 35,05 36,46 41,09 47,01 51,48 57,18 62,73 68,14 74,13 79,92 85,51 91,64 97,55
28
Mre 8,42 10,71 13,62 16,52 18,75 20,02 21,60 23,49 24,44 27,56 31,59 34,66 38,63 42,57 46,48 50,96 55,42 59,85 64,84 68,20

Mrd 13,48 17,19 21,91 26,59 30,20 32,26 34,81 37,86 39,38 44,41 50,85 55,72 61,93 68,01 73,93 80,55 86,93 93,12 99,93 106,5
30
Mre 9,08 11,56 14,71 17,83 20,25 21,62 23,33 25,38 26,39 29,77 34,12 37,44 41,73 45,99 50,22 55,08 59,90 64,69 70,08 75,44

Mrd 14,46 18,44 23,51 28,54 32,42 34,63 37,38 40,67 42,31 47,73 54,68 59,95 66,67 73,25 79,69 86,94 94,00 100,8 108,4 115,8
32
Mre 9,75 12,41 15,79 19,15 21,74 23,21 25,04 27,23 28,32 31,93 36,59 40,15 44,74 49,31 53,84 59,04 64,20 69,34 75,13 80,88

Mrd 15,44 19,69 25,11 30,49 34,65 37,01 39,96 43,48 45,23 51,04 58,51 64,17 71,41 78,51 85,46 93,31 100,9 108,4 116,7 124,8
34
Mre 10,42 13,26 16,88 20,47 23,24 24,81 26,77 29,11 30,27 34,14 39,13 42,93 47,85 52,74 57,60 63,16 68,70 74,20 80,40 86,57

Mrd 16,42 20,94 26,71 32,44 36,87 39,39 42,53 46,29 48,16 54,36 62,34 68,40 76,16 83,78 91,25 99,69 107,9 116,0 124,8 133,5
36
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Mre 11,08 14,11 17,97 21,79 24,74 26,42 28,51 31,01 32,26 36,38 41,71 45,77 51,02 56,23 61,41 67,36 73,26 79,13 85,74 92,32

Mrd 17,40 22,19 28,32 34,40 39,10 41,78 45,11 49,10 51,09 57,68 66,16 72,62 80,89 89,03 97,01 106,0 114,9 123,5 133,1 142,5
38
Mre 11,75 14,96 19,06 23,11 26,25 28,03 30,25 32,90 34,22 38,60 44,25 48,56 54,14 59,68 65,18 71,50 77,77 84,01 91,04 98,03

Mrd 18,38 23,45 29,92 36,35 41,32 44,16 47,69 51,91 54,01 60,99 69,99 76,83 85,63 94,29 102,7 112,4 121,8 131,1 141,3 151,3
40
Mre 12,42 15,82 20,15 24,44 27,76 29,64 31,99 34,80 36,20 40,84 46,83 51,41 57,33 63,20 69,03 75,73 82,37 88,98 96,43 103,8

Mrd 19,36 24,70 31,52 38,30 43,55 46,54 50,27 54,72 56,94 64,31 73,81 81,05 90,36 99,53 108,5 118,7 128,8 138,6 149,6 160,3
42
Mre 13,09 16,67 21,24 25,77 29,26 31,25 33,73 36,69 38,17 43,06 49,39 54,22 60,46 66,66 72,81 79,88 86,90 93,87 101,7 109,5
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO 229

Elementi progettuali
Penetrazione dei travetti sugli appoggi
Nel caso di appoggio su murature o architravi sottosporgenti è sufficiente una penetrazione del travetto di
5  10 cm. In presenza di appoggi complanari (travi in spessore o ali di architravi a T), la penetrazione S in
cm dovrà essere:
— per solaio monotrave S  T=1:00
— per solaio bitrave S  T=1:40
dove T è lo sforzo di taglio (in condizione rara) all’appoggio in kN/m.
È obbligo normativo per qualsiasi tipologia di appoggio disporre idonea armatura aggiuntiva inferiore
(spezzoni o staffe), dimensionata per uno sforzo di trazione pari al taglio e adeguatamente ancorata.
ARMATURA A MOM.
NEGATIVO

S FERRI INFERIORI

Fig. 17.1
Ripartizione trasversale
Per i solai di luce superiore a 4,5 m, o in presenza di vani irregolari o quando sia sensibile il comporta-
mento a piastra, è necessario prevedere la realizzazione di una o più nervature di ripartizione, mediante
l’impiego del blocco terminale. L’armatura di dette nervature deve essere costituita da almeno 4 1 10 e
staffe 1 5 poste a distanza non maggiore di 25 cm. Nella soletta collaborante va prevista una armatura
pari almeno a 3 1 6 al metro in direzione ortogonale ai travetti.

Rompitratta
L’interasse dei rompitratta non deve in ogni caso essere superiore alle misure riportate nella tabella sot-
tostante. Anche per le piccole luci occore sempre almeno un rompitratta intermedio.

Peso proprio solaio (daN/m2 )

Tipologia solaio 200 250 300 350 400 450 500 600

Monotrave int. 50 2,00 2,00 2,00 2,00 1,85 1,75 1,65 1,50

Bitrave int. 62 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 1,95

Tabella 17.12 Solettoni Celersap R.D.B. a


travetti precompressi accostati.
H
13

14

Prestazioni di servizio riferite alla


Caratteristiche costruttive
striscia di solaio larga 1 metro
Peso Momenti di servizio positivi in kNm
Dimen- Altezza Conglo- proprio
sioni struttura merato in opera Tipo d’armatura travetto 9  12
travetti    
H litri kN
(cm) (cm) m2 m2 1 2 4 5 6

15 90 3,75 17,50 25,08 33,86 40,73 —


20 140 5,00 29,20 41,41 56,51 70,96 71,48
25 190 6,25 40,89 54,83 79,29 96,73 110,84
9  12

30 240 7,50 50,90 68,21 99,46 122,85 157,99


35 290 8,75 60,91 81,56 119,60 148,07 198,07
! segue

40 340 10,00 70,93 94,91 139,69 173,25 234,88


45 390 11,25 80,96 108,25 159,75 198,39 256,87
230 STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Prestazioni di servizio riferite alla


Caratteristiche costruttive
striscia di solaio larga 1 metro
Peso Momenti di servizio positivi in kNm
Dimen- Altezza Conglo- proprio
sioni struttura merato in opera
    Tipo d’armatura travetto 9  12
travetti H kN
litri
(cm) (cm) m2 m2 1 2 4 5 6

25 170 6,25 110,51 —


30 220 7,50 157,38 —
35 270 8,75 212,73 —
40 320 10,00 272,91 275,83
13  14

45 370 11,25 319,60 346,08


50 420 12,50 366,82 423,03
55 470 13,75 413,21 506,31
60 520 15,00 458,63 593,09
65 570 16,25 504,00 660,58
70 620 17,50 549,33 728,49

Tipo d’armatura travetti 13  14 A2 A4

Tabella 17.13 Dimensionamento orientativo delle travi.

Base b Altezza h
Vincoli alle estremità (cm) (cm)
   
1 1 1 1
Appoggio semplice  l  l
20 24 10 12
   
1 1 1 1
Incastro  l  l
28 32 14 16
   
1 1 1 1
Trave continua con luci uguali  l  l
32 36 16 18
1 1
Trave a mensola l l
10 5

Generalmente le travi di solette e solai sono continue con luci corrispondenti agli interassi dei pilastri, di
norma a sezione costante; il loro calcolo viene sviluppato ricercando i valori massimi dei momenti flettenti
sugli appoggi e nelle campate e degli sforzi di taglio considerando, con sufficiente approssimazione, le tre
condizioni di carico riportate nella figura 17.2, dove g è il carico permanente strutturale e non strutturale e
q il carico di esercizio.
q q q
a)
g

A B C D E F

q q
b)
g

A B C D E F

c) q

A B C D E F
Fig. 17.2
Tabella 17.14 Travi in spessore di solaio in c.a. (calcolate con il M.T.A. assumendo cls classe C20/25 e, per una condizione di vincolo corrispondente al semincastro
con M ¼ + ð1=12Þ  q  l 2 ; le dimensioni della base sono arrotondate ai 5 cm superiori).
Carico Interasse Luce Momento
Base b Altezza h As
totale di carico i di calcolo l flettente Armatura
(mm) (mm) (mm 2 Þ
(kN=m 2 ) (m) (m) (Nmm)
p.p. þ carico 2,00 2,50 7 187 500 200 200 3 1 10 235,619
di esercizio
3,00 10 350 000 250 200 4 1 10 314,159
(2,00 kN=m 2 Þ ¼
¼ 6,90 kN=m 2 3,50 14 087 500 350 200 5 1 10 392,699
4,00 18 400 000 350 220 5 1 10 392,699
4,50 23 287 500 450 220 5 1 12 565,487

2,50 2,50 8 984 400 250 200 3 1 10 235,619


3,00 12 937 500 350 200 4 1 10 314,159
3,50 17 609 400 450 200 4 1 12 452,389
4,00 23 000 000 450 220 5 1 12 565,487
4,50 29 109 400 600 220 6 1 12 678,584

3,00 2,50 10 781 300 300 200 4 1 10 314,159


3,00 15 525 000 400 200 5 1 10 392,699
3,50 21 131 300 550 200 5 1 12 565,487
4,00 27 600 000 550 220 6 1 12 678,584
4,50 34 931 300 700 220 5 1 14 769,690
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

3,50 2,50 12 578 200 300 200 4 1 10 314,159


3,00 18 112 500 450 200 6 1 10 471,239
3,50 24 653 100 600 200 6 1 12 678,584
4,00 32 200 000 650 220 6 1 12 678,584
4,50 40 753 100 800 220 6 1 14 923,628

4,00 2,50 14 375 000 350 200 5 1 10 392,699


3,00 20 700 000 500 200 5 1 12 565,487
3,50 28 175 000 700 200 6 1 12 678,584
4,00 36 800 000 700 220 7 1 12 791,681
4,50 46 575 000 900 220 7 1 14 1077,566
231

! segue
Carico Interasse Luce Momento
232

Base b Altezza h As
totale di carico i di calcolo l flettente Armatura
(mm) (mm) (mm 2 )
(kN=m 2 ) (m) (m) (Nmm)
p.p. þ carico 2,00 2,50 8 854 200 250 200 3 1 10 235,619
di esercizio 3,00 12 750 000 350 200 4 1 10 314,159
(4,00 kN=m 2 Þ ¼
3,50 17 354 200 450 200 4 1 12 452,389
¼ 8,50 kN=m 2
4,00 22 666 700 450 220 6 1 10 471,239
4,50 28 687 500 550 220 6 1 12 678,584
2,50 2,50 11 067 700 300 200 4 1 10 314,159
3,00 15 937 500 400 200 5 1 10 392,699
3,50 21 692 700 550 200 5 1 12 565,487
4,00 28 333 300 550 220 6 1 12 678,584
4,50 35 859 400 700 220 5 1 14 769,690
3,00 2,50 13 281 300 350 200 4 1 10 314,159
3,00 19 125 000 500 200 6 1 10 471,239
3,50 26 031 300 650 200 6 1 12 678,584
4,00 34 000 000 650 220 5 1 14 769,690
4,50 43 031 300 850 220 6 1 14 923,628
3,50 2,50 15 494 800 400 200 5 1 10 392,699
3,00 22 312 500 550 200 5 1 12 565,487
3,50 30 369 800 750 200 5 1 14 769,690
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

4,00 39 666 700 800 220 6 1 14 923,628


4,50 50 203 100 800 240 5 1 16 1 005,310
4,00 2,50 17 708 300 450 200 4 1 12 452,389
3,00 25 500 000 650 200 6 1 12 678,584
3,50 34 708 300 850 200 6 1 14 923,628
4,00 45 333 300 900 220 7 1 14 1 077,566
4,50 57 375 000 900 240 3 1 12 þ 4 1 16 1 143,540
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO 233

Tabella 17.15 Travi in spessore di solaio calcolate con il M.S.L. (assumendo cls classe C20/25 e per una
condizione di vincolo corrispondente al semincastro con M ¼ ± ð1=12Þ  q  l2 ).
Carico di esercizio Qk1 ¼ 2; 00 kN=m2 .

Fd ¼ cG1  G1 þ cG2  G2 þ cQ1  Qk1 ¼ 1; 3  3; 00 þ 1; 5  1; 90 þ 1; 5  2; 00 ¼ 9; 75 kN/m2

Interasse luce di Momento


Base b Altezza h As
di carico i calcolo flettente Armatura
(mm) (mm) (mm2 )
(m) (m) (Nmm)

2,00 2,50 10 156 300 150 220 2 1 10 157,080


3,00 14 625 000 200 220 3 1 10 235,619
3,50 19 906 300 300 220 4 1 10 314,159
4,00 26 000 000 350 220 5 1 10 392,699
4,50 32 906 300 450 220 5 1 12 564,487

2,50 2,50 12 695 300 200 220 3 1 10 235,619


3,00 18 281 300 250 220 4 1 10 314,159
3,50 24 882 800 350 220 5 1 10 392,699
4,00 32 500 000 450 220 5 1 12 565,487
4,50 41 132 800 550 220 6 1 12 678,584

3,00 2,50 15 234 400 200 220 3 1 10 235,619


3,00 21 937 500 300 220 5 1 10 392,699
3,50 29 859 400 400 220 4 1 12 432,389
4,00 39 000 000 550 220 6 1 12 678,584
4,50 49 359 400 650 220 5 1 14 769,690

3,50 2,50 17 773 400 250 220 4 1 10 314,159


3,00 25 593 800 350 220 5 1 10 392,699
3,50 34 835 900 500 220 5 1 12 565,487
4,00 45 500 000 600 220 5 1 14 769,690
4,50 57 595 900 800 220 6 1 14 923,628

4,00 2,50 20 312 500 300 220 4 1 10 314,159


3,00 29 250 000 400 220 4 1 12 452,389
3,50 39 812 500 550 220 6 1 12 678,584
4,00 52 000 000 700 220 7 1 12 791,681
4,50 65 812 500 900 220 7 1 14 1 077,566
234 STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

17.3 SOLETTE MASSICCE


È consigliabile che lo spessore della soletta non sia inferiore a 1/30 della lunghezza e comunque non mi-
nore di 7  8 cm.
L’armatura di ripartizione non deve essere inferiore al 20% dell’armatura principale.

Tabella 17.16 Soletta di tipo massiccio con armatura unidirezionale calcolata con il M.T.A. (armatura per
la striscia di larghezza unitaria).  1 
condizione di vincolo: semincastro con M ¼ +  q  l2
12

Carico

Luce Permanente Sezione Momento


As
netta l Permanente non strutturale h (mm) flettente Armatura
(mm2 )
(m) strutturale + variabile b = 1000 mm (N/mm)
(kN/m2 ) di esercizio
(kN/m2 )

3,00 1 837 500 418 201,062


2,00 2,00 4,00 80 2 205 000 418 201,062
5,00 2 572 500 418 201,062

3,00 3 014 648 418 201,062


2,50 2,25 4,00 90 3 588 867 518 251,327
5,00 4 163 086 518 251,327

3,00 4 547 813 518 251,327


3,00 2,50 4,00 100 5 374 688 618 301,593
5,00 6 201 563 3 1 8 + 2 1 10 307,876

3,00 6 752 813 3 1 8 + 2 1 10 307,876


3,50 3,00 4,00 120 7 878 281 2 1 8 + 3 1 10 336,150
5,00 9 003 750 5 1 10 392,699

3,00 9 555 000 2 1 8 + 3 1 10 336,150


4,00 3,50 4,00 140 11 025 000 5 1 10 392,699
5,00 12 495 000 6 1 10 471,239

3,00 12 558 164 5 1 10 392,699


4,50 3,75 4,00 150 14 418 633 6 1 10 471,239
5,00 16 279 102 5 1 12 565,487
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO 235

17.4 SOLAI E SOLETTE CON ARMATURE INCROCIATE

Le tensioni presenti in un elemento strutturale rettangolare secondo due direzioni ortogonali x e y si in-
fluenzano a vicenda quando il rapporto fra le due dimensioni l x =l y è compreso fra 1,00 e 1,70, risultando
quasi irrilevante quando supera due: in questo caso si dice che il solaio presenta un comportamento a pia-
stra o a lastra.

Piastra circolare soggetta a un carico q uniformemente ripartito


— Incastrata al contorno (fig. 17.3):
q  R2 q  R2
Mm ¼ Mi ¼ 
16 8
— Appoggiata al contorno (fig. 17.4):
3
Mm ¼  q  R2 Mi ¼ 0
16

R R

Mm Mm

Fig. 17.3 Fig. 17.4

Piastra rettangolare soggetta a un carico q uniformemente ripartito (fig. 17.5)

Procedimento approssimato di calcolo con il metodo di Grashof


È applicabile per qualsiasi condizione di vincoli al contorno e si basa sull’ipotesi (in realtà non vera) che
nel punto di intersezione di una qualsiasi coppia di strisce ortogonali l’abbassamento sia uguale per en-
trambe.
— Si calcolano i carichi gravanti sulle strisce unitarie centrali t x e t y :
q  l 4y
qx ¼ qy ¼ q  qx
K  l 4x þ l 4y

— dove:
k ¼ coefficiente che assume i valori riportati in tabella 17.16.
lx

ty
1,00

tx
ly

x 1,00
Fig. 17.5
236 STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Tabella 17.17 Piastra rettangolare con carico ripartito. Valori del coefficiente K in relazione al tipo di vin-
colo ai bordi.

K=1 K=1 K=1

K=1 K = 0,857 K = 1,667

incastro

semincastro
K = 1,429 K=2 K = 0,294

appoggio semplice

— si calcolano i momenti flettenti positivi e negativi delle due strisce in funzione dei vincoli ai bordi;
— con le formule di progetto relative alla flessione e taglio per strutture in c.a. vengono calcolati lo spes-
sore della piastra e l’armatura metallica per le due strisce centrali ortogonali larghe 1,00 m;
— si calcola la freccia teorica ft della striscia centrale parallela alla maggiore dimensione l con le formule
viste per le travi; essa deve risultare:
1
ft 4 fam ¼ l
1 000
— per le lastre appoggiate ai bordi è opportuno raffrontare lo spessore s come prima calcolato con quello
ricavato in funzione della fam :
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
3 I  12

100

dove:
5 q x  l 4x
I¼ 
384 lx
E
1 000

avendo supposto che l x rappresenti la maggiore dimensione;

y 1l 1l 1l
4 x 2 x 4 x
— le armature metalliche calcolate per le due strisce centrali
(fig. 17.6) larghe 1,00 m vengono ripetute per tutte le al-
tre strisce centrali ortogonali per le lunghezze l x =2 ed
4 y
1l

l y =2 ;
2 y
1l

ly
4 y
1l

x
lx
Fig. 17.6
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO 237

— nelle fasce laterali larghe l x =4 e l y =4 viene disposta per ogni striscia larga 1,00 m una armatura metal-
lica corrispondente alla metà di quella relativa alle fasce centrali;
— sulle strutture perimetrali (muri o travi) la piastra trasmette un carico ripartito con diagramma trian-
golare o trapezio (fig. 17.7).

qx
qx

qy

ly
qy

ly

lx
lx

Fig. 17.7

17.5 TRAVI IN CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO

Dimensionamento di massima (fig. 17.8) della trave con luce l :


1 1 1
h l b h t h
20 4 12

s
r
r  0,10  h s  0,20  h

t
h

r
r

b
Fig. 17.8

17.6 SCALE

Scale con solette rampanti solidali a quelle dei pianerottoli (fig. 17.9a)
Criteri dimensionali per il progetto delle scale di edifici residenziali
— Il dislivello da superare (interpiano) è l’altezza fra il pavimento di un piano e quello del piano supe-
riore (di solito 3,00 m  3,30 m); in genere il superamento avviene con due rampe affiancate possibil-
mente uguali;
238 STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

— gradini con pedate p ¼ ð27  30Þ cm e al- a)


zate a ¼ ð16  17; 5Þ cm, legate fra loro q2
dalla relazione: q1 D
C
2  a þ p ¼ ð62  64Þ cm
— larghezza minima di ogni rampa 1,20 m
(due moduli); q2
— ogni rampa deve contenere al massimo a
A
14715 gradini. B

l1 l2 l3
Vincoli alle estremità: cerniera o seminca- q쎾1
stro.
In genere la differenza fra l 1 ed l 3 è piuttosto q2 q2

limitata e quindi le azioni di trazione e com- A D


pressione lungo l’asse longitudinale della so-
letta sono piuttosto limitate; la soletta può
quindi essere considerata ad asse rettilineo, b)
dimensionandola con una certa esuberanza,
considerando:
q1
q 01 ¼
cos a
La disposizione delle armature metalliche in
corrispondenza dei punti di piegatura della
soletta è indicata in figura 17.9b.
Fig. 17.9

Quando è possibile considerare i vincoli di estremità corrispondenti a semincastri e la differenza l1 -l2 a


semincastri e si può considerare l1  l3 risulta (fig. 17.10):
— momento di semincastro:
 
q2  l 2t ðq01  q2 Þ  l2 l 22
Mi ¼ MA ¼ MB ¼    lt 
12 8 24  lt

— momento in mezzeria:
 
q0  l 2 ðq1  q2 Þ  l2 l2
Mm ¼ þ 2 t þ  3  lt  2  l2 þ 2
12 16 24  lt
essendo
lt  1; 05  l.

q2

q1

q2

l1 l2 l1

q쎾1
q2 q2

A B

Fig. 17.10
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO 239

Scala con gradini a sbalzo (fig. 17.11)


Ogni gradino può essere considerato come una mensola con luce possibilmente non superiore a
1,00  1,20 m. Se il gradino è incastrato in una trave rampante, questa è sollecitata a flessione, taglio e
torsione; quando è incastrato in un muro massiccio, per la sicurezza al ribaltamento deve risultare:

t
P
2
5 c ¼ 1,5  1,8
l
Q
2

Ai fini della sicurezza strutturale è opportuno effettuare il progetto e le verifiche considerando la situa-
zione di carico che determina le massime sollecitazioni fra le seguenti:
— pesi permanenti e carico di esercizio;
— pesi permanenti e carico concentrato di 3,00 kN applicato all’estremo libero.

t l
2 2

Q
P

Mt q

l t≥ l
3 l

Fig. 17.11

Da un punto di vista strutturale risultano più resistenti i gradini con sezione a A, a B oppure a trapezio
(fig. 17.12).
a) b) c)

Fig. 17.12

17.7 TETTI A FALDE PIANE INCLINATE

Per ottenere una struttura non spingente è necessario che il piano di appoggio delle travi o dei cordoli
perimetrali sulla muratura o sui pilastri sia orizzontale (fig. 17.13).

orizzontale

muri portanti
orizzontale

l max 5,00 앦 6,00 m

Fig. 17.13

Il carico q0 gravante sulla copertura secondo l’inclinazione delle falde (peso permanente, carico di eserci-
zio, azione della neve) viene trasformato nel carico q in proiezione orizzontale, per cui i travetti vengono
calcolati considerando la luce l (fig. 17.13).
240 STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

I travetti del solaio costituente le falde si considerano appoggiati alle estremità, mettendo in conto anche
un momento di incastro:
1
Mi ¼   q  l2
24

Se il tetto è a due falde, i travetti presentano uno schema strutturale di trave continua su appoggi orizzon-
tali e carico in proiezione orizzontale (fig. 17.14).

590 100 590 100

B
10,
15

A 0 C
+

234 234
7 –
6,6
5
0,1
T –1 2,8
+ 5
9 –1
1,6 1,6
–1 9 +

– 0
0 ,85
–2

– 0 – –6
,67

+
,43 –1
–1 ,43
+
– –
3
0 6,8 6,8 0
3
Fig. 17.14

L’asse della trave continua (ossia dei travetti) si considera quindi orizzontale, mettendo in conto un ridot-
to momento d’incastro applicato alle estremità (fig. 17.15).

q1

C
A

A C
B

I1 I2

1
24 • q2 •I 2
2 2

1 • q 1• I 1
24

Fig. 17.15
Strutture in legno
18
18.1 TIPI DI ESSENZE E CATEGORIE
Il legno è un materiale non omogeneo e anisotropo, per cui il suo comportamento varia in relazione alla
direzione dello sforzo rispetto alle fibre.
Essenze resinose: provengono da conifere come abete, larice, pino, douglas ecc.
Essenze forti e dolci o non resinose: provengono da latifoglie come quercia, faggio, castagno, frassino,
pioppo.
Commercialmente i legnami vengono suddivisi in tre categorie (o classi) di qualità:
— 1a categoria: legnami praticamente privi di difetti, imperfezioni e alterazioni dovute a insetti e funghi,
con fibre parallele fra loro e all’asse del tronco;
— 2a categoria: legnami con pochi piccoli nodi, non perfetto parallelismo delle fibre e lievi variazioni cro-
matiche, ma privi di difetti e di alterazioni;
— 3a categoria: legnami che non rientrano nelle precedenti categorie, ma sono privi di lesioni e di altera-
zioni.

18.2 LA NORMATIVA
Il calcolo delle strutture in legno di nuova costruzione ed esistenti deve essere effettuato con il M.S.L., in
base alle prescrizioni contenute nelle N.T.C. 2008 (Capitolo 15.1) e nelle relative Istruzioni per l’applica-
zione, con riferimento al metodo tensionale.

Tabella 18.1 Classi di servizio in base alle condizioni ambientali.

Condizioni ambientali
Classe di servizio
Umidità del materiale a una Umidità dell’aria costante
o
1 temperatura di 20 C  65% per poche settimane all’anno
o
2 temperatura di 20 C  85% per poche settimane all’anno

3 Condizioni climatiche con umidità superiore a quella della classe 2

Tabella 18.2 Classi di durata del carico e valori del coefficiente kmod per legno massiccio, lamellare incol-
lato e compensato.

Valori di kmod
Classe di durata
Durata del carico Esempi di carico Classe di servizio
del carico
1e2 3

Permanente Più di 10 anni Peso proprio, permanenti non rimo- 0,60 0,50
vibili

Lunga durata 6 mesi  10 anni Permanenti rimovibili, variabili di 0,70 0,55


magazzini e depositi

Media durata 1 settimana  6 mesi Carichi variabili di edifici 0,80 0,65


2
Breve durata Meno di 1 settimana Neve fino a qsk = 2 kN/m 0,90 0,70

Istantaneo – Vento e azioni eccezionali 1,00 0,90


242 STRUTTURE IN LEGNO

PROPRIETÀ FISICHE E MECCANICHE


18.3 DEL LEGNO MASSICCIO E LAMELLARE
I valori caratteristici delle proprietà per le diverse essenze legnose, in funzione della classe di resistenza,
sono riportati sulle tabelle 18.3 (le classi più utilizzate sono C16, C24, C39), 18.4, 18.5 e nella tabella 18.6
per essenze legnose di provenienza italiana.

Tabella 18.3 Valori di resistenza, modulo elastico e massa volumica in funzione delle classi di resistenza
secondo EN 338, per legno massiccio di conifere e di pioppo.

Classi di resistenza C14 C16 C18 C20 C22 C24 C27 C30 C35 C40 C45 C50

Resistenze (N/mm2 )

Flessione fm;k 14 16 18 20 22 24 27 30 35 40 45 50

Trazione parallela
ft;0;k 8 10 11 12 13 14 16 18 21 24 27 30
alla fibratura

Trazione perpendicolare
ft;90;k 0,4 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6
alla fibratura

Compressione parallela
fc;0;k 16 17 18 19 20 21 22 23 25 26 27 29
alla fibratura

Compressione perpendi-
fc;90;k 2,0 2,2 2,2 2,3 2,4 2,5 2,6 2,7 2,8 2,9 3,1 3,2
colare alla fibratura

Taglio fv;k 1,7 1,8 2,0 2,2 2,4 2,5 2,8 3,0 3,4 3,8 3,8 3,8

Modulo elastico (kN/mm2 )

Modulo elastico medio


E0;mean 7 8 9 9,5 10 11 11,5 12 13 14 15 16
parallelo alle fibre

Modulo elastico caratte-


E0;05 4,7 5,4 6,0 6,4 6,7 7,4 7,7 8,0 8,7 9,4 10,0 10,7
ristico parallelo alle fibre

Modulo elastico medio


E90;mean 0,23 0,27 0,30 0,32 0,33 0,37 0,38 0,40 0,43 0,47 0,50 0,53
perpendicolare alle fibre

Modulo di taglio medio Gmean 0,44 0,50 0,56 0,59 0,63 0,69 0,72 0,75 0,81 0,88 0,94 1,00

Massa volumica (kN/m3 Þ

Massa volumica
qk 2,90 3,10 3,20 3,30 3,40 3,50 3,70 3,80 4,00 4,20 4,40 4,60
caratteristica

Massa volumica media qm 3,50 3,70 3,80 3,90 4,10 4,20 4,50 4,60 4,80 5,00 5,20 5,50

Tabella 18.4 Valori di resistenza, modulo elastico e massa volumica in funzione delle classi di resistenza
secondo EN 338, per legno massiccio di latifoglie (escluso pioppo).

Classi di resistenza D30 D35 D40 D50 D60 D70

Resistenze (N/mm2 )

Flessione fmk 30 35 40 50 60 70

Trazione parallela
ft;0;k 18 21 24 30 36 42
alla fibratura

Trazione perpendicolare
ft;90;k 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6
alla fibratura
STRUTTURE IN LEGNO 243

Classi di resistenza D30 D35 D40 D50 D60 D70

Resistenze (N/mm2 )

Compressione parallela alla fibratura fc;0;k 23 25 26 29 32 34

Compressione perpendicolare alla fibratura fc;90;k 8,0 8,4 8,8 9,7 10,5 13,5

Taglio fv;k 3,0 3,4 3,8 4,6 5,3 6,0

Modulo elastico (kN/mm2 )

Modulo elastico medio parallelo alle fibre E0;mean 10 10 11 14 17 20

Modulo elastico caratteristico parallelo alle fibre E0;05 8,0 8,7 9,4 11,8 14,3 16,8

Modulo elastico medio perpendicolare alle fibre E90;mean 0,64 0,69 0,75 0,93 1,13 1,33

Modulo di taglio medio Gmean 0,60 0,65 0,70 0,88 1,06 1,25

Massa volumica (kN/m3 )

Massa volumica caratteristica qk 5,30 5,60 5,90 6,50 7,00 9,00

Massa volumica media qm 6,40 6,70 7,00 7,80 8,40 10,80

Tabella 18.5 Valori di resistenza, modulo elastico e massa volumica in funzione delle classi di resistenza
per legno lamellare di conifera omogeneo e combinato, secondo EN 1194.

Classi di resistenza GL24h GL24C GL28h GL28c GL32h GL32c GL36h GL36c

Resistenze (N/mm2 )

Flessione fm;g;k 24 28 32 36

Trazione parallela alla fibratura ft;0;g;k 16,5 14,0 19,5 16,5 22,5 19,5 26 22,5

Trazione perpendicolare
ft;90;g;k 0,40 0,35 0,45 0,40 0,50 0,45 0,60 0,50
alla fibratura

Compressione parallela
fc;0;g;k 24,0 21,0 26,5 24,0 29,0 26,5 31,0 29,0
alla fibratura

Compressione perpendicolare
fc;90;g;k 2,7 2,4 3,0 2,7 3,3 3,0 3,6 3,3
alla fibratura

Taglio fv;g;k 2,7 2,2 3,2 2,7 3,8 3,2 4,3 3,8

Modulo elastico (kN/mm2 )

Modulo elastico medio paralle-


E0;g;mean 11,6 11,6 12,6 12,6 13,7 13,7 14,7 14,7
lo alle fibre

Modulo elastico caratteristico


E0;g;05 9,4 9,4 10,2 10,2 11,1 11,1 11,9 11,9
parallelo alle fibre

Modulo elastico medio


E90;g;mean 0,39 0,32 0,42 0,39 0,46 0,42 0,49 0,46
perpendicolare alle fibre

Modulo di taglio medio Gg ;mean 0,72 0,59 0,78 0,72 0,85 0,78 0,91 0,85

Massa volumica (kN/m3 )

Massa volumica caratteristica qg;k 3,80 3,50 4,10 3,80 4,30 4,10 4,50 4,30
Tabella 18.6 Classi di resistenza secondo EN 11035, per specie legnose di provenienza italiana.
244

Querce
Pioppo e Altre
Abete / Douglasia Altre Conifere / Castagno / caduci-
Abete / Nord Larice / Nord Ontano / Latifoglie
Centro Sud / Italia Italia Italia foglie /
Proprietà Italia / Italia
Italia

S1 S2 S3 S1 S2 S3 S1 S2 S3 S1 S2=S3 S1 S2 S3 S S S S

Flessione
fm;k 29 23 17 32 28 21 42 32 26 40 23 33 26 22 28 42 26 27
(5-percentile), MPa

Trazione parallela alla


fibratura ft;0;k 17 14 10 19 17 13 25 19 16 24 14 20 16 13 17 25 16 16
(5-percentile), MPa

Trazione perpendicolare
alla fibratura ft;90;k 0,4 0,4 0,4 0,3 0,3 0,3 0,6 0,6 0,6 0,4 0,4 0,5 0,5 0,5 0,5 0,8 0,4 0,5
(5-percentile), MPa

Compressione parallela
alla fibratura fc;0;k 23 20 18 24 22 20 27 24 22 26 20 24 22 20 22 27 22 22
(5-percentile), MPa

Compressione
STRUTTURE IN LEGNO

perpendicolare
fc;90;k 2,9 2,9 2,9 2,1 2,1 2,1 4,0 4,0 4,0 2,6 2,6 4,0 4,0 4,0 3,8 5,7 3,2 3,9
alla fibratura
(5-percentile), MPa

Taglio
fv;k 3,0 2,5 1,9 3,2 2,9 2,3 4,0 3,2 2,7 4,0 3,4 3,3 2,7 2,4 2,0 4,0 2,7 2,0
(5-percentile), MPa
Querce
Pioppo e Altre
Abete / Douglasia Altre Conifere / Castagno / caduci-
Abete / Nord Larice / Nord Ontano / Latifoglie
Centro Sud / Italia Italia Italia foglie /
Proprietà Italia / Italia
Italia

S1 S2 S3 S1 S2 S3 S1 S2 S3 S1 S2=S3 S1 S2 S3 S S S S

Modulo di elasticità
parallelo alla fibratura E0;mean 12 10,5 9,5 11 10 9,5 13 12 11,5 14 12,5 12,3 11,4 10,5 11 12 8 11,5
(medio), MPa (103)

Modulo di elasticità
parallelo alla fibratura
E0;05 8 7 6,4 7,4 6,7 6,4 8,7 8 7,7 9,4 8,4 8,2 7,6 7 8 10,1 6,7 8,4
(5-percentile),
MPa (103)

Modulo di elasticità
perpendicolare
E90;mean 4 3,5 3,2 3,7 3,3 3,2 4,3 4 3,8 4,7 4,2 4,1 3,8 3,5 7,3 800 5,3 7,7
alla fibratura-(medio),
MPa (102)

Modulo di taglio
(medio), Gmean 7,5 6,6 5,9 6,9 6,3 5,9 8,1 7,5 7,2 8,8 7,8 7,7 7,1 6,6 9,5 750 5 7,2
MPa (102)
STRUTTURE IN LEGNO

Massa volumica
rk 3,80 3,80 3,80 2,80 2,80 2,80 5,50 5,50 5,50 4,00 4,20 5,30 5,30 5,30 4,65 7,60 4,20 5,15
(5-percentile), kN/m3

Massa volumica (media),


rmean 4,15 4,15 4,15 3,05 3,05 3,05 6,00 6,00 6,00 4,35 4,55 5,75 5,75 5,75 5,50 8,25 4,60 5,60
kN/m3
245
246 STRUTTURE IN LEGNO

Resistenza di calcolo:
kmod  Xk
Xd ¼
cM
dove:
Xd = indicazione generica della resistenza di calcolo;
kmod = coefficiente correttivo (vedi tabella 18.2) in funzione della classe di servizio e della classe di durata
del carico;
cM = coefficiente parziale di sicurezza (vedi tabella 18.7).

Tabella 18.7 Coefficienti parziali di sicurezza per le proprietà del materiale.

Stati limite ultimi cM

Combinazioni fondamentali

Legno massiccio 1,50


Legno lamellare incollato 1,40
Pannelli di particelle o di fibre 1,50
Compensato 1,40
Unioni 1,50
Combinazioni eccezionali 1,00

Stati limite di esercizio 1,00

Tabella 18.8 Sezioni trasversali di travi in legno e valori statici.


Dimensioni Momenti Moduli Raggi
della Area d’inerzia di resistenza di inerzia
sezione A (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
(cm 2 )
b h
Ix Iy Wx Wy ix iy
(cm) (cm)

6 6 36 208 108 36 36 1,73


8 48 256 144 64 48 2,31
10 60 500 180 100 60 2,89 1,73
12 72 864 216 144 72 3,46
14 84 1 372 252 196 84 4,04

8 8 64 341 341 85 85 2,31


10 80 667 427 133 107 2,89
12 96 1 152 512 192 128 3,46
14 112 1 829 597 261 149 4,04 2,31
16 128 2 371 683 341 171 4,62
18 144 3 888 768 432 192 5,20
20 160 5 333 853 533 213 5,77

9 9 81 547 547 121 121 2,60


10 90 750 607 150 135 2,89
12 108 1 296 729 216 162 3,47
14 126 2 058 850 294 189 4,04 2,60
16 144 3 072 972 384 216 4,62
18 162 4 374 1 093 486 243 5,20
20 180 6 000 1 215 600 270 5,77

10 10 100 833 833 167 167 2,89


12 120 1 440 1 000 240 200 3,46
14 140 2 287 1 167 327 233 4,04
2,89
16 160 3 413 1 333 427 267 4,62
18 180 4 860 1 500 540 300 5,20
20 200 6 667 1 667 667 333 5,77
STRUTTURE IN LEGNO 247

Dimensioni Momenti Moduli Raggi


della Area d’inerzia di resistenza di inerzia
sezione A (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
(cm 2 )
b h
Ix Iy Wx Wy ix iy
(cm) (cm)

12 12 144 1 728 1 728 288 288 3,46


14 168 2 744 2 016 392 336 4,04
16 192 4 096 2 304 512 384 4,62
18 216 5 832 2 592 648 432 5,20 3,46
20 240 8 000 2 880 800 480 5,77
22 264 10 648 3 168 968 528 6,35
24 288 13 824 3 456 1 152 576 6,93

14 14 196 3 201 3 201 457 457 4,04


18 252 6 801 4 116 756 588 5,20
20 280 9 333 4 573 933 652 5,77
4,04
22 308 12 422 5 031 1 129 719 6,35
24 336 16 128 5 488 1 344 784 6,93
28 392 25 611 6 403 1 829 915 8,08

16 16 256 5 461 5 461 683 683 4,62


18 288 7 776 6 144 864 768 5,20
20 320 10 667 6 827 1 067 853 5,77
22 352 14 197 7 509 1 291 939 6,35 4,62
24 384 18 432 8 192 1 536 1 024 6,93
28 448 29 269 9 557 2 091 1 185 8,08
30 480 36 000 10 240 2 400 1 280 8,66
18 18 324 8 748 8 748 972 972 5,20
20 360 12 000 9 720 1 200 1 080 5,78
22 396 15 972 10 692 1 452 1 188 6,35 5,20
26 468 26 364 12 636 2 028 1 404 7,51
30 540 40 500 14 580 2 700 1 620 8,66
20 20 400 13 333 13 333 1 333 1 333 5,77
24 480 23 040 16 000 1 920 1 600 6,93
28 560 36 587 18 667 2 613 1 867 8,08 5,77
30 600 45 000 20 000 3 000 2 000 8,66
32 640 54 613 21 333 3 413 2 133 9,24
22 22 484 19 520 19 520 1 775 1 775 6,35
26 572 32 223 23 071 2 480 2 097 7,51 6,35
28 616 40 245 24 845 2 875 2 259 8,08
30 660 49 500 26 620 3 300 2 420 8,66
24 24 576 27 648 27 648 2 304 2 304 6,93
28 672 43 904 32 256 3 136 2 688 8,08
30 720 54 000 34 560 3 600 2 880 8,66 6,93
32 768 65 536 36 864 4 096 3 072 9,24
34 816 78 608 39 168 4 624 3 264 9,82
26 26 676 38 081 38 081 2 929 2 929 7,51
30 780 58 500 43 940 3 900 3 380 8,66 7,51
34 884 85 159 49 799 5 009 3 831 9,82
38 988 118 889 55 657 6 257 4 281 10,97
28 28 784 51 221 51 221 3 659 3 659 8,08
34 952 91 709 62 197 5 395 4 443 9,82 8,08
40 1 120 149 333 73 173 7 467 5 227 11,55
30 30 900 67 500 67 500 4 500 4 500 8,66
35 1 050 107 188 78 750 6 125 5 250 10,10 8,66
! segue

40 1 200 160 000 90 000 8 000 6 000 11,55


45 1 350 227 813 101 250 10 125 6 750 12,99
248 STRUTTURE IN LEGNO

Dimensioni Momenti Moduli Raggi


della Area d’inerzia di resistenza di inerzia
sezione A (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
(cm 2 )
b h
Ix Iy Wx Wy ix iy
(cm) (cm)

35 35 1 225 125 052 125 052 7 146 7 146 10,10


40 1 400 186 667 142 917 9 333 8 167 11,55 10,10
45 1 575 265 781 160 781 11 813 9 188 12,99
50 1 750 364 583 178 646 14 583 10 208 14,43
40 40 1 600 213 333 213 333 10 667 10 667 11,55
45 1 800 303 750 240 000 13 500 12 000 12,99
50 2 000 416 667 266 667 16 667 13 333 14,43 11,55
55 2 200 554 583 293 333 20 167 14 667 15,88
60 2 400 720 000 320 000 24 000 16 000 17,32

18.4 VERIFICHE DI RESISTENZA ALLO S.L.U.


Le verifiche che seguono possono essere applicate al legno massiccio e al legno lamellare, soggetti a sforzi
che agiscono prevalentemente secondo gli assi x, y, z (fig. 18.1).
z
y

direzione delle fibre


z x
y
Fig. 18.1

Sforzo normale

Trazione parallela alle fibre Nt,0,d

La resistenza del legno è molto elevata con diagramma r-e lineare fino alla rottura.

Calcolo di verifica Nt;0;d


rt;0;d ¼  ft;0;d
A
A = area netta della sezione retta depurata dai fori

Calcolo di progetto Nt;0;d



ft;0;d

Compressione parallela alle fibre Nc,0,d

La resistenza del legno è buona, ma minore di  10% rispetto a quella a trazione, con un comporta-
mento elasto-plastico fino alla rottura.

Calcolo di verifica Nc;0;d


rc;0;d ¼  fc;0;d
A
A = area lorda della sezione retta non depurata dai fori

Calcolo di progetto Nc;0;d



fc;0;d
STRUTTURE IN LEGNO 249

Compressione perpendicolare alle fibre Nc,90,d

La resistenza del legno è limitata (vedi figura).

N c , 90 , d

Calcolo di verifica Nc;90;d


rc;90;d ¼  fc;90;d
A
A¼bt

Calcolo di progetto Nc;90;d



fc;90;d  b

Compressione inclinata rispetto alle fibre Nc,x,d (vedi figura)


d
a,
c,
r

z z

Calcolo di verifica Nc;a;d fc;0;d


rc;0;d ¼ 
A fc;0;d
cos a  sen2 a þ cos2 a
fc;90;d

Calcolo di progetto Nc;a;d  cos a



fc;0;d
 sen2 a þ cos2 a
fc;90;d

Flessione semplice
Negli elementi inflessi, a causa della differente resistenza del legno a trazione e a compressione, l’ipotesi
di Bernoulli-Navier non è verificata ma, con approssimazione accettabile, può ancora essere applicata, ri-
tenendo che abbiano un comportamento elastico-lineare fino a raggiungere la resistenza caratteristica a
flessione.

Flessione semplice retta

Calcolo di verifica Md
rm;d ¼  fm;d
Wn
250 STRUTTURE IN LEGNO

Calcolo di progetto (si utilizzano in sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi


genere sezioni rettangolari) 3 6  Md
h¼ b ¼ 0; 7  h
0; 7  fm;d

1
Wn ¼  0; 7  h3  0; 117  h3
6

Flessione semplice deviata (vedi figura)

Md
y
M d,
s

h
x

G
x

a
M d,

y
a s
b

Calcolo di verifica Devono essere soddisfatte entrambe le relazioni:


rm;x;d rm;y;d
þ km  1
fm;x;d fm;y;d

rm;x;d rm;y;d
km  þ 1
fm;x;d fm;y;d

Md;x ¼ Md  cos a Md;y ¼ Md  sen a

1 1
Wx ¼  b  h2 Wy ¼  h  b2
6 6

Md;x Md;y
rm;x;d ¼ rm;y;d ¼
Wx Wy

Le resistenze caratteristiche vengono incrementate con il


coefficiente kh quando l’altezza o il lato maggiore della sezio-
ne trasversale è:
— minore di 150 mm per legno massiccio:
  
150 0;2
kh ¼ min ; 1; 3
h
— minore di 600 mm per legno lamellare:
  
600 0;1
kh ¼ min ; 1; 1
h

Calcolo di progetto Il progetto si effettua in genere a flessione semplice e poi si


procede alla verifica a flessione deviata.
STRUTTURE IN LEGNO 251

Sforzo normale e flessione semplice retta

Presso-flessione

N c , 0 ,d

d
M
G

x
y

Calcolo di verifica (vedi figura)  2


Nc;0;d Md rc;0;d rm;d
rc;0;d ¼ rm;d ¼ þ 1
A Wn fc;0;d fm;d

Nc ,0 ,d
e N c , 0 ,d
d
0,
c,
N
M=

G
G
x
x y
y

Nel caso di pressoflessione eccentrica si ha:


M ¼ Nc;0;c  e

Tenso-flessione

Calcolo di verifica Nt;0;d rt;0;d rm;d


rt;0;d ¼ þ 1
A ft;0;d fm;d

Taglio (vedi figura)

Calcolo di verifica sd  fv;d


N t,0,d Per sezione rettangolare:
d
M

3 Vd
sd ¼ 
G 2 A
x
y
252 STRUTTURE IN LEGNO

18.5 CARICO DI PUNTA (instabilità flessionale)


l1
Si verifica quando il rapporto di snellezza k ¼ > 37,5 (l1 = lunghezza libera d’inflessione).
imin
Tabella 18.9 Lunghezza libera di inflessione. Coefficiente b.

1 estremità 1 estremità
libera 2 estremità articolata 2 estremità
1 estremità articolate 1 estremità incastrate
incastrata incastrata

Coefficiente b 2,00l 1,00 0,75 0,65

l
Calcolo di verifica rc;0;d
1
kcrit;c  fc;0;d

kc rit; c = coefficiente riduttivo cosı̀ determinato:


sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
k fc;0;k
 si calcola: krel;c ¼ 
p E0;05

— se kcrit;c  0,3 si assume kcrit;c = 1


— se kcrit;c > 0,3 si calcola: k ¼ 0; 5  ½1 þ bc  ðkrel;c  0; 3Þ þ k2rel;c
bc = 0,2 per legno massiccio
bc = 0,1 per legno lamellare
1
 si calcola: kcrit;c ¼ qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
k þ k2  k2rel;c

18.6 SVERGOLAMENTO DI ELEMENTI INFLESSI


La sezione si inflette lateralmente e il piano di simmetria fuoriesce da quello di sollecitazione (fig. 18.2).

a) b)

piano di simmetria
M

M
A
posizione normale
x

posizione
svergolata
piano di simmetria

sezione A - A
Fig. 18.2
STRUTTURE IN LEGNO 253

Calcolo di verifica rm;d


1
kcrit;m  fm;d

kcrit;m = coefficiente riduttivo cosı̀ determinato:


 tensione critica per flessione (valida per sezione rettangolare con h=b > 5):
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
p  b2 G0;05
rm;crit ¼  E0;05 
leff  h E0;05

Con carico ripartito uniforme: leff ¼ 0; 9  l per appoggio semplice


sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi leff ¼ 0; 5  l per mensola
fm;k
 krel;m ¼
rm;crit
— kcrit;m = 1 per krel;c  0; 75
— kcrit;c ¼ 1; 56  0; 75  krel;c per 0; 75 < krel;c ¼ 1; 4

1
kcrit;c ¼ per krel;c > 1; 4
k2rel;c

18.7 VERIFICHE ALLO S.L.E.


In genere si effettua solo la verifica allo stato limite di deformazione per elementi inflessi che presenta la
maggiore importanza.

Tabella 18.10 Frecce massime per travi inflesse in legno.

Natura della deformazione


Valore della freccia
(l = luce della trave o dello sbalzo)

Freccia istantanea f2,in per soli carichi variabili


travi l/300
sbalzi l/150
Per limitare la freccia finale ffin si deve avere:
a) per soli carichi variabili f2;fin :
travi l/200
sbalzi l/100
b) per carichi permanenti e variabili fnet;fin :
travi l/250
sbalzi l/125

Deformazione (o freccia) finale: ffin ¼ fin þ fdif


dove:
fin ¼ freccia istantanea considerando la combinazione rara;
fdif ¼ fin0  kdef ¼ freccia differita a lungo termine;
fin0 = freccia istantanea considerando la combinazione quasi permanente;
kdef = coefficiente che tiene conto dell’umidità e della viscosità (vedi tabella 18.10)

Tabella 18.11 Valori del coefficiente kdef .

Classe di servizio
Materiale
1 2 3

Legno massiccio 0,60 0,80 2,00


Legno lamellare incollato 0,60 0,80 2,00
Compensato 0,80 1,00 2,50
254 STRUTTURE IN LEGNO

Freccia netta: fnet ¼ f1 þ f2  f0


dove:
f1 ¼ freccia per soli carichi permanenti;
f2 ¼ freccia per soli carichi variabili;
f0 ¼ eventuale controfreccia.

Tabella 18.12 Frecce elastiche ammissibili (secondo DIN 1052).


Con controfreccia Senza controfreccia
Tipo di trave
gþp
p gþp

Trave a sbalzo l=150 l=100 l=150

calcolo approssimato l=600 l=400 l=600


Reticolari
calcolo esatto l=300 l=200 l=300

Trave di solaio — — l=300

Arcarecci, correntini, puntoni — — l=200

p ¼ carico accidentale g þ p ¼ carico totale l ¼ luce

18.8 ASTE COMPOSTE


y
Sono formate da più montanti longitudinali in legno fra loro non di-
stanziati (fig. 18.3), o distanziati a intervalli regolari mediante im-
bottiture (fig. 18.4 a e b) oppure calastrelli (fig. 18.4 c e d), collegan-
h

do il tutto mediante bulloni, caviglie, connettori o incollaggio; i x


montanti distanziati possono essere allineati o non allineati (figg.
h

a) pag. 256).
Se i montanti vengono collegati fra loro con elementi diagonali si
hanno le aste composte reticolari (fig. 18.4 e). b b

Fig. 18.3
l1
l

l1
l2

h a h h a h a h h a h h a h a h

y y0 y y0 y0 y0
y
x=x 0 x=x0 x=x 0 x=x 0 x
b

imbottiture calastrelli
a) b) c) d) e)
Fig. 18.4
STRUTTURE IN LEGNO 255

Aste non distanziate

y0 y
Con b > h, il momento d’inerzia minimo è:
b x
4
x0 Imin;x ¼  b  h3
3

h a h

Aste distanziate

Ipotesi di progetto:
— le sezioni trasversali sono doppiamente simmetriche;
— le campate fra un distanziale e l’altro devono essere almeno tre;
— distanza fra i montanti: a  3  h per imbottiture
a  6  h per calastrelli;
— lunghezza dell’imbottitura: l2 =a
1; 5;
— lunghezza del calastrello: l2 =a
2;
— almeno quattro chiodi o due bulloni ogni piano di taglio.

Asta composta con n montanti allineati (fig. 18.4)

Calcolo di progetto dei montanti Viene prefissata la base b.


Nc;0;d
Area totale della sezione: A1 ¼
l1
rc;0;d  0; 2 
b
Si definiscono quindi lo spessore h, il distanziamento a e si
calcola l’area totale Atot :

Calcolo di verifica a) Piano di flessione con traccia y0


Capacità portante = somma delle capacità portanti dei
montanti.
Si considera la sezione di base n  h e altezza b come se i
montanti fossero tutti accostati.
b) Piano di flessione con traccia x0
In questa direzione l’asta manca di rigidezza flessionale.
Si calcola il coefficiente riduttivo kcrit;c (vedi carico di pun-
ta) e deve risultare:
Nc;0;d
rc;0;d ¼  kcrit;c  fc;0;d
Atot

Asta composta da montanti non allineati (vedi figura pagina seguente)

La verifica a carico di punta si effettua come per il precedente caso b) rispetto a entrambi gli assi x0 e y0 .

Verifica dei distanziali (calastrelli o imbottiture)

Hanno la funzione di contrastare lo scorrimento reciproco dei montanti e sono sollecitati a taglio Vd
dovuto al momento Md , che tende a far sbandare l’asta nella direzione x0 .
Lo sforzo di taglio Vd si ritiene costante nel tratto l1 e si ripartisce in parti uguali fra i montanti; per
ogni calastrello o imbottitura si ripartisce come indicato nella figura in relazione al numero dei mon-
tanti.
256 STRUTTURE IN LEGNO

Vd Vd Vd Vd Vd
2 2 3 3 3

l1
l1
2 a1
3

0.5 Vd
0.5 Vd
Vd

l1
l1

2
2
Md Md
Md Md
Md

0.5 Vd

0.5 Vd
l1
2

l1
2
Vd Vd
Vd Vd Vd Vd
2
l1

2 3 3 3

l1
a1
a1 a1

h a h
h a h a h

y0
y0
a) x0
a) x0

b) x0 b) x0

y0
y0
l
c) Md = Vd 1
2 l
Md c) Md = Vd 1
3
Md

Md
2 a1 2 a1
3 3

1 1 l1
Iid ¼  h  ðn  bÞ3 þ  I y0 kid ¼ sffiffiffiffiffiffiffi
16 4 Iid
A
xP
Il valore di Vd viene calcolato con la relazione: (P in kN) Vd ¼
60
x = coefficiente che si ricava dalla tabella 18.13 in funzione di kid .

Tabella 18.13 Coefficienti x di amplificazione dei carichi (secondo DIN 1052).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

0 1,00 1,00 1,01 1,01 1,02 1,02 1,02 1,03 1,03 1,04

10 1,04 1,04 1,05 1,05 1,06 1,06 1,06 1,07 1,07 1,08

20 1,08 1,09 1,09 1,10 1,11 1,11 1,12 1,13 1,13 1,14

30 1,15 1,16 1,17 1,18 1,19 1,20 1,21 1,22 1,24 1,25

40 1,26 1,27 1,29 1,30 1,32 1,33 1,35 1,36 1,38 1,40

50 1,42 1,44 1,46 1,48 1,50 1,52 1,54 1,56 1,58 1,60

60 1,62 1,64 1,67 1,69 1,72 1,74 1,77 1,80 1,82 1,85
STRUTTURE IN LEGNO 257

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

70 1,88 1,91 1,94 1,97 2,00 2,03 2,06 2,10 2,13 2,16

80 2,20 2,23 2,27 2,31 2,35 2,38 2,42 2,46 2,50 2,54

90 2,58 2,62 2,66 2,70 2,74 2,78 2,82 2,87 2,91 2,95

100 3,00 3,06 3,12 3,18 3,24 3,31 3,37 3,44 3,50 3,57

110 3,63 3,70 3,76 3,83 3,90 3,97 4,04 4,11 4,18 4,25

120 4,32 4,39 4,46 4,54 4,61 4,68 4,76 4,84 4,92 4,99

130 5,07 5,15 5,23 5,31 5,39 5,47 5,55 5,63 5,71 5,80

140 5,88 5,96 6,05 6,13 6,22 6,31 6,39 6,48 6,57 6,66

150 6,75 6,84 6,93 7,02 7,01 7,21 7,30 7,39 7,49 7,58

160 7,68 7,78 7,87 7,97 8,07 8,17 8,27 8,37 8,47 8,57

170 8,67 8,77 8,88 8,98 9,08 9,19 9,29 9,40 9,51 9,61

180 9,72 9,83 9,94 10,05 10,16 10,27 10,38 10,49 10,60 10,72

190 10,83 10,94 11,06 11,17 11,29 11,41 11,52 11,64 11,76 11,88

200 12,00 12,12 12,24 12,36 12,48 12,61 12,73 12,85 12,98 13,10

210 13,23 13,36 13,48 13,61 13,74 13,87 14,00 14,13 14,26 14,39

220 14,52 14,65 14,79 14,92 15,05 15,19 15,32 15,46 15,60 15,73

230 15,87 16,01 16,15 16,29 16,43 16,57 16,71 16,85 16,99 17,14

240 17,28 17,42 17,57 17,71 17,86 18,01 18,15 18,30 18,45 18,60

250 18,75 — — — — — — — — —

18.9 LEGNO LAMELLARE (L.L.)


L’elemento strutturale in legno si ottiene per incollaggio di lamelle a fibre parallele, che possono essere
tutte della stessa qualità (L.L. omogeneo) oppure di qualità differenti (L.L. combinato).
Raggi di curvatura r degli elementi strutturali (a = spessore delle lamelle elementari):
— legnami resinosi: r
160  a;
— legnami duri: r
200  a.
Il calcolo strutturale si effettua con i procedimenti relativi al legno massiccio, utilizzando i profili presta-
zionali del L.L. e le sezioni commerciali.

Tabella 18.14 Schemi statici, criteri di impiego e di dimensionamento di massima per interassi di 4  12 m
(Holzbau).

Luce
Descrizione Schema statico Pendenza Altezza
(m)

Trave paralle- l
h

la su due ap- < 5º < 30 h¼


! segue

poggi l 17
258 STRUTTURE IN LEGNO

Luce
Descrizione Schema statico Pendenza Altezza
(m)

Trave su due l l

h
appoggi con 3º-10º 10  30 h H
due pendenze l 20 16

H
Trave inflessa l l
3º-15º 10  30 h H

h
a due falde 30 16
l

Trave con due l l


H

h
appoggi con < 5º < 25 h H
una pendenza l
30 16

Trave a più l
h

0º < 20 h
campate l 20

l
h

Trave a sbalzo < 10º < 15 h


10
l

Portale a tre
cerniere con s2
montante s1 þ s2
5 14º 10  45 h
scomposto in 15
s1

tirante e
puntone

s2
Arco a tre s1 þ s2
h

5 14º 15  60 h
cerniere 15
s1

Sistema a tre
h

l
cerniere con ti- 5 14º 15  50 h
rante 30
l

Arco a tre
h

cerniere con o f l
senza tirante 5 0,135 15  60 h
(legno o l 50
l
acciaio)

Sistema a tre s2
cerniere con s1 þ s2
5 14º 15  25 h
h

giunto d’ango- 13
s1

lo incollato
Tabella 18.15 Dimensioni consigliate per travi in legno lamellare (L.L.) calcolate su due appoggi, in flessione retta e con carico uniformemente ripartito. Freccia
massima = 1/300 della luce di calcolo.

luce q = carico in kN/m (carico al m2  interasse)


(m)
1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 12,00

2,00 8  9,9 8  9,9 8  9,9 8  13,2 8  13,2 8  13,2 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  16,5

2,50 8  9,9 8  13,2 8  13,2 8  13,2 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  19,8 10  19,8 10  19,8 10  19,8 10  23,1

3,00 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  19,8 10  19,8 10  19,8 10  23,1 10  23,1 12  23,1 12  23,1 12  23,1

3,50 10  16,5 10  16,5 10  16,5 10  19,8 10  19,8 10  19,8 10  23,1 10  23,1 12  23,1 12  23,1 10  26,4 10  26,4 10  29,7

4,00 10  16,5 10  16,5 10  19,8 10  19,8 10  23,1 10  23,1 12  23,1 10  26,4 10  29,7 10  29,7 10  29,7 10  33,0 10  33,0

4,50 10  16,5 10  19,8 10  23,1 10  23,1 12  23,1 10  26,4 10  29,7 10  29,7 10  33,0 10  33,0 10  33,0 10  36,3 10  39,6

5,00 10  19,8 10  23,1 10  23,1 12  23,1 10  26,4 10  29,7 10  33,0 10  33,0 10  36,3 10  36,3 10  39,6 10  39,6 12  39,6

5,50 10  19,8 10  23,1 12  23,1 10  26,4 10  29,7 10  33,0 10  33,0 10  36,3 10  39,6 10  39,6 12  39,6 12  39,6 12  42,9

6,00 10  23,1 12  23,1 10  29,7 10  29,7 10  33,0 10  36,3 10  36,3 12  36,3 12  39,6 12  39,6 12  42,9 12  42,9 12  46,2

6,50 10  23,1 10  26,4 10  29,7 10  33,0 10  33,0 10  36,3 10  39,6 12  39,6 12  42,9 12  42,9 12  46,2 14  46,2 14  49,5
STRUTTURE IN LEGNO

7,00 12  23,1 10  29,7 10  33,0 10  36,3 12  36,3 12  39,6 12  39,6 12  42,9 12  46,2 14  46,2 14  46,2 14  49,5 14  52,8

7,50 10  26,4 10  33,0 10  36,3 10  36,3 12  36,3 12  39,6 12  42,9 12  46,2 12  46,2 14  49,5 14  49,5 14  52,8 14  52,8

8,00 10  29,7 10  33,0 10  36,3 10  39,6 12  39,6 14  42,9 14  42,9 14  46,2 14  46,2 14  49,5 14  52,8 16  52,8 16  56,2

8,50 10  29,7 10  36,3 10  39,6 12  39,6 12  42,9 12  46,2 14  46,2 14  49,5 14  52,8 16  52,8 16  56,1 16  56,1 16  59,4

9,00 10  33,0 10  36,3 12  39,6 12  42,9 12  42,9 14  46,2 14  49,5 14  52,8 16  52,8 16  56,1 16  56,1 16  59,4 16  62,7

9,50 10  36,3 10  39,6 12  39,6 12  42,9 12  46,2 14  49,5 14  52,8 16  52,8 16  56,1 16  59,4 16  59,4 16  62,7 18  64,0

10,00 10  36,3 12  39,6 12  42,9 12  46,2 14  46,2 14  52,8 16  52,8 16  56,1 16  59,4 16  62,7 16  62,7 18  64,0 18  67,2

11,00 10  39,6 12  42,9 12  46,2 14  49,5 14  52,8 16  52,8 16  59,4 18  60,8 16  62,7 18  64,0 18  67,2 18  70,4 20  73,6

12,00 12  39,6 12  46,2 14  49,5 14  52,8 16  52,8 16  59,4 16  62,7 18  64,0 18  67,2 18  70,4 20  70,4 20  73,6 20  80,0
259
260 STRUTTURE IN LEGNO

Tabella 18.16 Travi a sezione rettangolare costante in legno lamellare: valori di l=h in funzione di q=B (q in
N/cm e B in cm) e di f=l ( f ¼ freccia, l ¼ luce della trave) (Interholz Italia).

f=l
q=B 1 1 1 1 1 1 1
200 250 300 350 400 450 500
0,6 38,6 35,8 33,7 32,0 30,6 29,3 28,3
0,7 36,7 34,0 32,0 30,3 29,0 27,9 26,9
0,8 35,1 32,5 30,6 29,0 27,8 26,6 25,7
1,0 32,5 30,1 28,4 26,9 25,7 24,7 23,8
1,2 30,6 28,3 26,7 25,2 24,2 23,2 22,4
1,4 29,0 26,9 25,3 24,0 22,9 22,0 21,2
1,6 27,7 25,7 24,2 22,9 21,9 21,0 20,3
1,8 26,6 24,7 23,2 22,0 21,0 20,2 19,5
2,0 25,7 23,8 22,4 21,2 20,3 19,5 18,8
2,2 24,9 23,0 21,6 20,5 19,6 18,8 18,1
2,4 24,1 22,3 21,0 19,9 19,0 18,2 17,6
2,6 23,5 21,7 20,4 19,3 18,5 17,8 17,1
2,8 22,9 21,2 19,9 18,9 18,0 17,3 16,6
3,0 22,4 20,7 19,4 18,4 17,6 16,8 16,3
3,5 21,2 19,6 18,4 17,4 16,7 16,0 15,4
4,0 20,3 18,7 17,6 16,6 15,9 15,2 14,7
4,5 19,5 18,0 16,9 16,0 15,3 14,7 14,1
5,0 18,8 17,3 16,3 15,4 14,7 14,1 13,5
6,0 17,6 16,3 15,3 14,4 13,8 13,2 12,7
7,0 15,4 14,4 13,7 13,0 12,5 12,0
8,0 14,7 13,8 13,0 12,4 11,9 11,5
9,0 14,1 13,2 12,5 11,9 11,4 11,0
10,0 13,5 12,7 12,0 11,4 11,0 10,5
Su fondo grigio i valori solamente per legnami di I categoria.

Nota. L’uso della tabella 18.16 è chiarito dal seguente esempio: siano l ¼ 2 000 cm e q ¼ 100 N=cm; assu-
q 1 l
mendo B ¼ 20 cm, ¼ 5 e volendo contenere la freccia in di l, troviamo (tab. 18.16) ¼ 16; 3, per
2 000 B q 300 l h
cui sarà h ¼ ¼ 123 cm. Se fosse invece ¼ 8, troviamo (tab. 18.16) ¼ 13,8, per cui occorrono
16,3 B h
travi di I categoria.

Resistenza al fuoco
Sotto l’azione del fuoco gli elementi strutturali si riducono secondo i seguenti valori:
— travi di estradosso e lamellari: 0,8 mm=min;
— travi di intradosso: 1,1 mm=min;
— pilastri: 0,7 mm=min;
— altre strutture orizzontali: 1,1 mm=min.

Tabella 18.17 Minime dimensioni delle travi in legno lamellare incollato per l’appartenenza alle classi di
resistenza al fuoco (secondo DIN 1052).
Classe Area
Esposizione b min h min
di resistenza minima
alla fiamma (cm) (cm)
al fuoco (cm2 )

F 30 400 10 18
Su quattro lati
F 60 1 000 20 30

F 30 350 10 18
Su tre lati
F 30 450 16 20
STRUTTURE IN LEGNO 261

Travi a sezione variabile (fig. 18.5)

D
X a

hm
hx

ha
A X B
b
x

l Fig. 18.5
1
Tabella 18.18 Dimensioni delle travi in legno lamellare incollato con sezione variabile (freccia max  l).
200
dove:
h a ¼ altezza della sezione all’appoggio;
h m ¼ altezza della sezione al centro del colmo;
b ¼ larghezza della sezione.
q (kN=m)

l b 5,0 7,5 10,0 12,5 15,0


(m) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm)
ha hm ha hm ha hm ha hm ha hm
10,0 14 29 55 36 62 45 71 56 82 67 93
12,5 14 36 69 45 78 56 89 70 103 84 117
15,0 16 40 97 50 89 59 98 73 112 88 127
17,5 16 47 93 59 105 69 115 86 132 103 149
20,0 18 50 102 63 115 73 125 87 139 104 156
22,5 18 57 116 71 130 82 141 98 157 117 176
25,0 20 59 125 74 140 87 153 99 165 117 183

travi

18.10 SOLAI IN LEGNO


s
Solai con orditura semplice (fig. 18.6) 4,00 . 5,00 m

Luce di calcolo lt ¼ ln  1; 05 15 . 20 cm

i i
.

i ¼ 0; 50  0; 80 m
.
ln

s
2.
3

luce di calcolo l t = l n . 1,05

Fig. 18.6 i
.
0,5 . 0,80 m

Tabella 18.19 Sezioni (in cm) di travi in legno per solai semplici.

Interasse Luce (m)


(m)
1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00

Carico complessivo: 3,00 kN=m2

0,50 68 8  10 9  12 10  13 10  14 12  16 13  17 13  18
0,60 79 8  11 9  12 10  14 11  15 13  17 13  18 14  19
! segue

0,70 79 8  11 10  13 11  15 13  17 13  18 14  19 15  20
0,80 8  10 9  12 10  14 11  15 13  17 13  18 15  20 15  21
262 STRUTTURE IN LEGNO

Interasse Luce (m)


(m)
1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00

Carico complessivo: 4,50 kN=m2

0,50 8  10 9  12 10  13 11  15 12  16 13  18 14  19 15  20
0,60 8  10 9  12 10  14 12  16 13  17 14  19 15  21 16  22
0,70 8  11 10  13 11  15 13  17 13  18 15  20 16  22 17  23
0,80 8  11 10  13 11  15 13  17 14  19 15  21 17  23 18  24

Carico complessivo: 6,00 kN=m2

0,50 8  10 10  13 11  15 12  16 13  18 15  20 15  21 17  23
0,60 7  11 10  13 11  15 13  17 14  19 15  21 17  23 18  24
0,70 9  12 10  14 12  16 13  18 15  20 16  22 18  24 18  25
0,80 9  12 11  15 13  17 14  19 15  21 17  23 18  25 20  27

— Solai con orditura composta (fig. 18.7): travi principali

luce di calcolo lt ¼ l1  1; 05

s
i  4; 50  5; 00 m
i

15 . 20 cm
l1
i

.
ip

s
2.
3
travi secondarie

. . Fig. 18.7
i 0,5 . 0,80 m ; i p 4,50 . 5,00 m

Tabella 18.20 Sezioni (in cm) di travi principali in legno per solai composti.

Interasse Luce (m)


(m)
3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50 6,00

Carico complessivo: 3,00 kN=m2

3,00 17  23 19  29 20  28 23  31 24  33 25  35 27  37
3,50 18  25 20  27 22  30 23  32 25  34 27  37 28  39
4,00 19  26 20  28 23  31 25  34 26  36 28  38 30  41
4,50 20  27 22  30 23  32 25  35 27  37 29  40 30  42
5,00 20  28 23  31 24  33 26  36 28  39 30  41 32  44

Carico complessivo: 4,50 kN=m2

3,00 20  27 22  30 23  32 25  35 27  37 29  40 30  42
3,50 20  28 23  31 25  34 27  37 28  39 30  42 32  44
4,00 21  29 23  32 25  35 28  38 30  41 32  44 33  46
4,50 23  31 25  34 27  37 29  40 31  43 33  46 35  48
5,00 23  32 25  35 28  38 30  41 32  44 34  47 36  50

Carico complessivo: 6,00 kN=m2

3,00 21  29 23  32 25  35 28  38 30  41 32  44 33  46
3,50 23  31 25  34 27  37 29  40 31  43 33  46 35  49
4,00 23  32 26  36 28  39 30  42 33  45 35  48 37  51
4,50 25  34 27  37 30  41 32  44 34  47 36  50 38  53
5,00 25  35 28  38 30  42 33  45 35  49 38  52 40  55
Tabella 18.21a Solaio LLEAR - Legno lamellare e laterizio a vista. (R.D.B.).

Solaio LLEAR soletta


rete elettrosaldata
(getto in CLS)
Legno lamellare e
laterizio a vista 4-5
5

tavella 12÷24

12

55

Le ipotesi utilizzate per la determinazione delle caratteristiche prestazionali sono:

Modulo di elasticità Modulo di elasticità Coefficiente


del calcestruzzo del legno lamellare di omogeneizzazione

Ecls = 25 000 N/mm2 Ell = 9 000 N/mm2 Ecls =Ell = 2,77

Nella determinazione dei dati utili d’impiego sono stati considerati i seguenti valori limite:
STRUTTURE IN LEGNO

Resistenza caratteritiche Tensioni ammissibili


Materiali
(N/mm2 ) (N/mm2 )

Calcestruzzo Rck
25; 0 rc  8; 5

Legno lamellare rll  8; 0 – taglio sll  0; 6

Il dimensionamento delle strutture avviene per confronto fra i dati tabellari e quelli in progetto tenendo conto delle possibilità di montaggio, con o senza rompi-
tratta e della presenza o meno di tavolati divisori in laterizio che ne determinano i valori limite di deformazione.
263
Tabella 18.21b Caratteristiche fisico meccaniche [(1) riferiti alla striscia di solaio larga 1 m].
264

Peso proprio solaio Caratter. mecc. delle sezioni (1)


Travetto
Momento
Spessore Altezza Momenti Distanza d’inerzia
Peso Spessore
soletta in totale max. di asse neutro Area Momento per trav.

H
travetto tavella Travetto e Peso totale
cls solaio servizio (1) dal lembo sezione d’inerzia isolato
tavella in opera
superiore A J Jt
B X

BH (kN/m) (cm) (cm) (cm) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kNm/m) (cm) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 )

4 21 1,79 19,62 4,48 494,5 14 588


12  12 0,072 5 0,67 1 728
5 22 2,04 21,33 4,64 594,5 16 663

4 23 1,81 23,83 5,02 510 19 277


12  14 0,084 5 0,70 2 744
5 24 2,06 25,70 5,12 610 21 838

4 25 1,83 28,38 5,59 526 24 784


12  16 0,096 5 0,72 4 096
5 26 2,08 30,43 5,62 626 27 912
STRUTTURE IN LEGNO

4 29 1,87 38,49 6,80 557,5 38 447


12  20 0,120 5 0,76 8 000
5 30 2,12 40,97 6,69 657,5 42 978

4 33 1,92 49,92 8,09 589 55 948


12  24 0,144 5 0,80 13 824
5 34 2,17 52,92 7,85 689 62 275
Tabella 18.21c Prestazioni statiche per montaggio con rompitratta – Carichi totali (compreso peso proprio).

Altezza solaio Luci

Travetto Travetto Soletta Totale m m m m m m m m m m Luci Carico


e tavella 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00 limite totale
(cm) (cm) (cm) (cm) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (m) (kN/m2 )

4 21 11,03 9,19 7,88 6,89 6,13 4,64 5,59


12 17
5 22 11,47 9,55 8,19 7,17 6,37 4,78 5,84

4 23 11,91 9,92 8,50 7,44 6,61 5,92 5,09 5,61


14 19
5 24 12,34 10,29 8,82 7,72 6,86 6,17 5,23 5,86

4 25 12,78 10,65 9,13 7,99 7,10 6,39 5,72 5,53 5,63


16 21
5 26 13,22 11,02 9,45 8,26 7,35 6,61 6,01 5,62 5,88

4 29 14,54 12,12 10,39 9,09 8,08 7,27 6,61 6,06 6,38 5,68
20 25
5 30 14,98 12,48 10,70 9,36 8,32 7,49 6,81 6,24 6,32 5,93

4 33 16,30 13,58 11,64 10,19 9,06 8,15 7,41 6,79 6,27 5,82 7,12 5,72
24 29
STRUTTURE IN LEGNO

5 34 16,74 13,95 11,96 10,46 9,30 8,37 7,61 6,97 6,44 5,98 7,01 5,97

In funzione della luce la tabella fornisce i carichi totali (peso proprio più sovraccarichi) nel rispetto delle tensioni limite del legno e del calcestruzzo per una
deformazione totale contenuta in 1/500 della luce del solaio.
265
Tabella 18.21d Luci limite d’impiego (per montaggi con e senza rompitratta in presenza di tavolati divisori).
266

Altezza solaio Sovraccarichi Luci limite d’impiego

Permanenti Accidentali Per montaggio


Per montaggio
Travetto e Peso proprio con rompitratta
Travetto Soletta Totale senza
tavella solaio Pavimento Tavolati interasse
rompitratta
m 2,00  2,50

(cm) (cm) (cm) (cm) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (m) (m)

4 21 1,79 0,80 1,00 2,00 4,25 3,26


12 17
5 22 2,04 0,80 1,00 2,00 4,40 3,16

4 23 1,81 0,80 1,00 2,00 4,56 3,76


14 19
5 24 2,06 0,80 1,00 2,00 4,70 3,64

4 25 1,83 0,80 1,00 2,00 4,85 4,24


16 21
5 26 2,08 0,80 1,00 2,00 5,00 4,12

4 29 1,87 0,80 1,00 2,00 5,42 5,19


20 25
5 30 2,12 0,80 1,00 2,00 5,57 5,06
STRUTTURE IN LEGNO

4 33 1,92 0,80 1,00 2,00 5,95 5,95


24 29
5 34 2,17 0,80 1,00 2,00 6,11 5,97

Le luci indicate tengono conto dei valori di deformazione sia da peso proprio sia da sovraccarico che si ritengono compatibili con il particolare tipo di struttura e
con la presenza di tavolati divisori.
STRUTTURE IN LEGNO 267

Tabella 18.21e Tetti a falda piana inclinata – La copertura LLEAR ipotizzata non spingente sulle strutture
verticali, richiede la sola verifica della sezione di mezzeria alla flessione semplice con i limiti di tensione
prefissati con i solai.
Per le normali applicazioni, sono sufficienti due tipologie di travetto con le caratteristiche come da tabella.

Altezza struttura Sovraccarichi Luci limite (2)

Per
montaggio Per
Perma-
Travetto Travetto e Peso Acciden- con montaggio
Soletta nente
tipo tavella proprio (1) tale (neve) rompitratta senza
(manto)
interasse rompitratta
2,00  2,50 m

(cm) (cm) (cm) (kN/m2 ) (kN/m2 ) (kg/m2 ) (m) (m)

12  12 17 4 1,90 0,90 1,50 5,79 3,57

12  14 19 4 1,92 0,90 1,50 6,34 4,14

12  16 21 4 1,94 0,90 1,50 6,88 4,72

(1) (in pianta) pendenza media considerata 25  35%.


(2) le luci limite derivano dal limite di freccia elastica pari a L/400.

18.11 TETTI

Tetto con orditura alla piemontese


— Trave di colmo: luce massima l  4; 50  5; 00 m.
— Falsi puntoni: interasse massimo 1  1; 00  1; 50 m.

Manto di copertura in tegole curve (n. 36 per m 2 di falda) (fig. 18.8)


— Listelli: sezione da 4  4 cm 2 a 8  8 cm 2 , interasse 18 cm.
— Correntini: sezione da 6  8 cm 2 a 8  10 cm 2 , interasse 50  60 cm.
tegole curve

listelli

correntini

falsi puntoni

Fig. 18.8

Manto di copertura in tegole piane (n. 16 per trave di colmo

m 2 di falda) (fig. 18.9)


correntini
— Correntini: sezione da 5  5 cm 2 a 8  8 cm 2 , inte-
tegole piane
rasse 34  37 cm.
falsi puntoni

Fig. 18.9
268 STRUTTURE IN LEGNO

Tetto con orditura alla lombarda


— Falsi puntoni: interasse massimo i  4; 00  5; 00 m.
— Arcarecci o terzere: interasse massimo i  1; 00  1; 50 m.

Manto di copertura in tegole curve (fig. 18.10)


— Listelli: sezione da 6  8 cm 2 a 8  10 cm 2 , interasse 18 cm.

terzere

falsi puntoni
listelli

Fig. 18.10

Manto di copertura in tegole piane (fig. 18.11)


— Listelli: sezione da 6  8 cm 2 a 10  12 cm 2 , interasse 50  60 cm.
— Correntini: sezione da 4  4 cm 2 a 8  8 cm 2 interasse 34  37 cm.

correntini falsi puntoni

listelli terzere

Fig. 18.11

Tabella 18.22 Dimensioni di massima (in cm) delle sezioni di falsi puntoni (interasse 1,20  1,60 m).

Tipo Luce (in proiezione orizzontale) (m)


di copertura
3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 6,00 7,00

Leggera 13  16 15  18 16  20 16  22 18  22 21  26 22  28
Pesante 15  18 16  22 18  22 18  24 20  26 22  28 24  30

Tabella 18.23 Dimensioni di massima (in cm) delle sezioni degli arcarecci (o terzere).
Interasse Luce (m)
degli arcarecci
(m) 3,00 3,50 4,00 4,50

Carico complessivo: 1,40  1,60 kN=m2 di falda

1,20  1,60 12  18 14  20 15  21 18  22
1,60  2,00 14  20 15  21 18  22 19  25

Carico complessivo: 1,80  2,20 kN=m2 di falda

1,20  1,60 14  20 16  21 17  23 19  25
1,60  2,00 15  22 17  23 19  25 21  26
Tabella 18.24 Capriata composta con saettoni: dimensionamento di massima (in cm) (fig. 18.12).

COPERTURE LEGGERE COPERTURE MEDIE

Interasse Carico complessivo circa 1,25 kN=m 2 Carico complessivo circa 1,70 kN=m 2
delle capriate Elementi
Luce (m) Luce (m)
(m)
7,00  8,00 9,00  10,00 11,00  12,00 13,00  14,00 7,00  8,00 9,00  10,00 11,00  12,00 13,00  14,00

2,50 Puntoni 14  16 15  19 16  20 18  22
Saettoni e monaco 14  14 15  15 16  16 18  18
Catena 14  19 15  21 16  23 18  25

3,00 Puntoni 13  16 15  18 16  19 18  21 14  18 16  20 17  22 19  24
Saettoni e monaco 13  13 15  15 16  16 18  18 14  14 16  16 17  17 19  19
Catena 13  18 15  20 16  22 18  24 14  21 16  22 17  24 19  26

3,50 Puntoni 14  16 16  18 16  21 18  24
Saettoni e monaco 14  14 16  16 16  16 18  18
Catena 14  18 16  21 16  23 18  25

3,75 Puntoni 15  19 17  21 19  22 21  25
Saettoni e monaco 15  15 17  17 19  19 21  21
Catena 15  21 17  24 19  25 21  28
STRUTTURE IN LEGNO

4,00 Puntoni 14  18 16  20 17  22 19  24
Saettoni e monaco 14  14 16  16 17  17 19  19
Catena 14  20 16  23 17  24 19  26

4,50 Puntoni 16  20 18  22 20  24 22  26
Saettoni e monaco 16  16 18  18 20  20 22  22
Catena 16  23 18  25 20  26 22  29

5,00 Puntoni 15  19 17  21 19  22 21  25
Saettoni e monaco 15  15 17  17 19  19 21  21
Catena 15  21 17  24 19  24 21  28
269
270 STRUTTURE IN LEGNO

monaco

saettone

puntoni

catena

Fig. 18.12

Tabella 18.25 Capriata semplice senza saettoni: dimensionamento di massima (in cm) per un carico di circa
2,40 kN=m2 di falda e per un interasse di circa 3,00 m.

Luce (m)
Elementi
5,00 6,00 7,00

Puntoni 18  22 20  25 22  28

Monaco 18  18 20  20 22  22

legno 18  24 20  26 22  28
Catena:
ferro 1 24 mm 1 28 mm 1 32 mm

Tabella 18.26 Peso complessivo dei tetti (peso proprio e sovraccarico di circa 1,10 kN=m2 ).

Peso
Tipo di copertura
(kN=m2 )

Lastre di zinco (spess. 1 mm) 1,50

Lastre di lamiera ondulata con sottostante assito di tavole


(spess. 2  3 cm) 1,10  1,50

Lastre di vetro (spess. 2  3 mm) 1,10

Lastre di vetro (spess. 10  12 mm) 1,80

Tegole a canale 1,80  2,00

Tegole piane marsigliesi 1,60  1,80

Ardesia semplice 1,40

Ardesia doppia 1,70

Lastre di pietra naturale 2,00  2,30

Lastre di cemento armato 1,60


STRUTTURE IN LEGNO 271

Tabella 18.27 Pendenze medie dei tetti per differenti zone d’Italia.

Pendenze medie
Località Inclinazione falde
(%)

Alta montagna 60 e oltre 31º e oltre

Zone alpine 50  60 26º 40 0  31º

Valle padana 35  50 19º 20 0  26º 40 0

Alto Appennino (sett. e centr.) 45 24º 20 0

Basso Appennino 35 19º 20 0

Italia centrale 30  35 17º  19º 20 0

Italia meridionale e isole 0  25 0º  14º

Tabella 18.28 Pendenze medie dei tetti per differenti materiali di copertura.

Dimensioni Pendenza
Materiale
(cm) (%)

Scandole in legno (tetti di montagna) 12  15  20  30  1,5  2 40

Tegole a canale a due strati 13  19  40 35

Tegole piane marsigliesi 25  40  2,5 30

28  35  40
Tegole alla romana e canali 35
13  19  40

Lamiera ondulata — 20  25

Vetro liscio o materiale speciale — 10  20


Acciaio
19
19.1 LA NORMATIVA

Metodo agli Stati Limite


Devono essere osservate tutte le prescrizioni contenute nelle N.T.C. 2008 e nelle relative Istruzioni per
l’applicazione, con particolare riferimento al Capitolo 4.2 e ai Paragrafi 11.3.1 e 11.3.4.

Metodo alle Tensioni Ammissibili


Le N.T.C. 2008 consentono l’applicazione di questo metodo con le seguenti limitazioni:
— le costruzioni devono essere del tipo 1 o 2 (opere provvisorie ordinarie, opere infrastrutturali con di-
mensioni contenute e di normale importanza);
— le costruzioni devono appartenere alle classi d’uso I e II (presenza occasionale di persone con normale
affollamento e senza funzioni pubbliche e sociali, edifici agricoli, industrie con attività non pericolose);
— i siti dove sorgono o sorgeranno le costruzioni devono ricadere in zona sismica 4;
— i calcoli devono essere effettuati con riferimento integrale alle Norme tecniche del D.M. 14/02/1992;
— per i materiali, i prodotti, le azioni e il collaudo statico valgono le prescrizioni delle N.T.C. 2008.

19.2 MATERIALI E PRODOTTI SIDERURGICI


Acciai per carpenteria metallica
Tabella 19.1 Laminati a caldo con profili a sezione aperta (UNI-EN 10025-2).

Spessore nominale dell’elemento


Norme e qualità
t  40 mm 40 mm < t  80 mm
degli acciai
fyk (N/mm2 ) ftk (N/mm2 ) fyk (N/mm2 ) ftk (N/mm2 )

S 235 230 360 215 360


S 275 275 430 255 410
S 355 355 510 335 470
S 450 440 550 420 550
fyk = tensione di snervamento
ftk = tensione di rottura

Acciai per bulloni


Tabella 19.2 Classi dei bulloni e caratteristiche meccaniche.

Classe del bullone


fyb (N/mm2 ) ftb (N/mm2 )
Vite Dado

Normali
4.6 4 240 400
5.6 5 300 500
6.8 6 480 600
Alta resistenza
8.8 8 640 800
10.9 10 900 1000
ACCIAIO 273

Proprietà del materiale

Modulo di elasticità E = 210 000 N/mm2

Modulo di elasticità tangenziale E


G¼  80 769 N/mm2
2  ð1 þ vÞ
Coefficiente di Poisson v = 0,3

Coefficiente di dilatazione termica lineare a ¼ 12  106 o C1

Peso volumico cs ¼ 78,50 kN/m3

Classificazione delle sezioni


Le sezioni dei profili sono suddivise in quattro classi in base alla loro capacità di generare cerniere pla-
stiche:
— classe 1: possono raggiungere la completa plasticizzazione senza riduzione della resistenza (profilati
IPE ed HE);
— classe 2: hanno le stesse caratteristiche della classe 1, però è più limitata la possibilità di raggiungere la
completa plasticizzazione (profilati UPN e L);
— classe 3: la completa plasticizzazione non si verifica quando il valore della tensione di calcolo delle fibre
estreme compresse raggiunge quello di snervamento;
— classe 4: il limite di resistenza è rappresentato dallo snervamento e si considera la sezione efficace (par-
ti di ala o di anima soggette a compressione di profilati HEA).
Le sezioni HE sollecitate a flessione appartengono alla classe 1 o 2; le sezioni IPE sollecitate a flessione
appartengono alla classe 1.

Proprietà delle sezioni


Il calcolo strutturale prende in considerazione l’area netta Anet della
sezione resistente:
— 1o caso: i fori sono sfalsati nella direzione dello sforzo (fig. 19.1): Ø

Anet ¼ A  n  1  t sezione da
dedurre
— dove:
A = area lorda della sezione (non depurata dai fori);
n = numero più elevato di fori in una sezione trasversale.

s s t
— 2o caso: i fori sono sfalsati (fig. 19.2) e l’area da detrarre è il va-
lore maggiore fra: Fig. 19.1
 valore più elevato della somma delle aree lungo una sezione
trasversale (S1 : n ¼ 2 con Af ¼ 1  t  n;  
s2
—  il valore fornito dall’espressione: Af ¼ 1 n  R t
4p
— dove la sommatoria deve essere calcolata per ogni tratto spezzato (sezione S2 ), privo di tratti orizzon-
tali o diretti verso l’alto.
S1 S2
p

Ø
p

s s s s t
Fig. 19.2
274

Tabella 19.3 Travi IPN (secondo UNI 5679-73. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita dall’UNI).

b
iy
y I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione di una trave IPN di acciaio laminata a caldo, avente h ¼ 160 mm:

r1
I IPN 160 UNI 5679-73
W ¼ ¼ modulo di resistenza
v

ix
x I ¼ trave con sezione analoga alla lettera I

h
sffiffiffiffiffiffi
I PN ¼ profilo normale
a i¼ ¼ raggio d’inerzia
A
r

e
14 %
b
4

Indicazione Momenti Moduli


Raggi d’inerzia
per la Massa d’inerzia di resistenza
b a e r r1 Sezione
designazione lineica
ACCIAIO

(mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm 2 )


h (kg=m) Ix Iy Wx Wy ix iy
(mm) (cm 4 ) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm 3 ) (cm) (cm)

80 42 3,9 5,9 3,9 2,3 7,57 5,94 77,7 6,28 19,4 2,99 3,20 0,91

100 50 4,5 6,8 4,5 2,7 10,6 8,34 170 12,1 34,1 4,86 4,00 1,07

120 58 5,1 7,7 5,1 3,1 14,2 11,1 327 21,4 54,5 7,38 4,80 1,23

140 66 5,7 8,6 5,7 3,4 18,2 14,3 572 35,1 81,8 10,6 5,60 1,39

160 74 6,3 9,5 6,3 3,8 22,8 17,9 934 54,6 117 14,8 6,40 1,55

180 82 6,9 10,4 6,9 4,1 27,9 21,9 1 444 81,2 161 19,8 7,20 1,71

200 90 7,5 11,3 7,5 4,5 33,4 26,2 2 138 116 214 25,9 8,00 1,87
Tabella 19.4 Travi IPE ad ali strette parallele (secondo UNI 5398-78. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita
dall’UNI).

b
I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione di una trave IPE ad ali strette parallele di acciaio laminata a caldo,
y
I avente h ¼ 200 mm:

e
W ¼ ¼ modulo di resistenza
v IPE 200 UNI 5398
sffiffiffiffiffiffi I ¼ trave ad I

ix
I P ¼ ali parallele
x i¼ ¼ raggio d’inerzia

h
A E ¼ europea
a Sx ¼ momento statico di mezza sezione

vx

r
vy iy

Dati di calcolo riferiti all’asse neutro

X X Y Y Sx
Massa
Designazione h b a e r Sezione (cm 3 Þ
lineica
abbreviata (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm 2 ) Ix Wx ix Iy Wy iy
(kg=m)
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

IPE 80 80 46 3,8 5,2 5 7,64 6,0 80,1 20,0 3,24 8,49 3,69 1,05 11,6
ACCIAIO

IPE 100 100 55 4,1 5,7 7 10,3 8,1 171 34,2 4,07 15,9 5,79 1,24 19,7
IPE 120 120 64 4,4 6,3 7 13,2 10,4 318 53,0 4,90 27,7 8,65 1,45 30,4
IPE 140 140 73 4,7 6,9 7 16,4 12,9 541 77,3 5,74 44,9 12,3 1,65 44,2
IPE 160 160 82 5,0 7,4 9 20,1 15,8 869 109 6,58 68,3 16,7 1,84 61,9
IPE 180 180 91 5,3 8,0 9 23,9 18,8 1 317 146 7,42 101 22,2 2,05 83,2
IPE 200 200 100 5,6 8,5 12 28,5 22,4 1 943 194 8,26 142 28,5 2,24 110
IPE 220 220 110 5,9 9,2 12 33,4 26,2 2 772 252 9,11 205 37,3 2,48 143
IPE 240 240 120 6,2 9,8 15 39,1 30,7 3 892 324 9,97 284 47,3 2,69 183
IPE 270 270 135 6,6 10,2 15 45,9 36,1 5 790 429 11,2 420 62,2 3,02 242
IPE 300 300 150 7,1 10,7 15 53,8 42,2 8 356 557 12,5 604 80,5 3,35 314
IPE 330 330 160 7,5 11,5 18 62,6 49,1 11 770 713 13,7 788 98,5 3,55 402
IPE 360 360 170 8,0 12,7 18 72,7 57,1 16 270 904 15,0 1 043 123 3,79 510
IPE 400 400 180 8,6 13,5 21 84,5 66,3 23 130 1 160 16,5 1 318 146 3,95 654
IPE 450 450 190 9,4 14,6 21 98,8 77,6 33 740 1 500 18,5 1 676 176 4,12 851
IPE 500 500 200 10,2 16,0 21 116 90,7 48 200 1 930 20,4 2 142 214 4,31 1 100
IPE 550 550 210 11,1 17,2 24 134 106 67 120 2 440 22,3 2 668 254 4,45 1 390
IPE 600 600 220 12,0 19,0 24 156 122 92 080 3 070 24,3 3 387 308 4,66 1 760
275
Tabella 19.5 Travi IPE sollecitate a flessione semplice con limitazione della freccia massima (freccia max 1=500 della luce). Carico totale uniformemente ripartito e
276

tensione corrispondente.

y P ¼ carico utile [kg]


1
f ¼ freccia elastica (max) [cm] ¼ luce
500 l
Ix ¼ momento d’inerzia [cm 4 ]
384 f  E  Ix
x P¼  pl l ¼ luce [m]
5  106 l3 Trave semplicemente
p ¼ peso proprio della trave [kg=m] appoggiata agli estremi
r ¼ tensione unitaria corrispondente [kg=cm 2 ]
E ¼ modulo di elasticità normale ¼ 210 000 N/mm2

Carichi utili in kg e tensioni unitarie in kg=cm 2 riferiti a luci in metri


A p Ix
IPE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 4 )
2,00 2,20 2,50 2,80 3,00 3,20 3,50 3,80 4,00 4,20 4,50 4,80 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00 7,50 8,00 8,50 9,00 9,50

P 634 520 398 313 269 233 190 156 137 121 100
80 7,64 6,00 80,1
r 807 734 646 576 538 504 461 425 403 384 358

P 1 363 1 122 862 681 588 513 422 351 312 279 237 200 180 138 104
ACCIAIO

100 10,3 8,10 171


r 1 008 916 806 720 672 630 576 530 504 480 449 420 403 366 335

P 2 543 2 096 1 615 1 279 1 108 968 801 671 599 538 460 395 358 282 222 175
120 13,2 10,4 318
r 1 209 1 099 967 864 806 756 691 636 605 576 537 504 484 440 403 372

P 4 337 3 577 2 760 2 189 1 900 1 663 1 379 1 159 1 039 935 804 695 633 506 407 329
140 16,4 12,9 541
r 1 410 1 282 1 129 1 008 940 882 806 743 705 672 627 588 564 513 470 434

P 6 976 5 757 4 445 3 531 3 067 2 687 2 233 1 881 1 689 1 523 1 313 1 141 1 042 839 684 561 461 380 311
160 20,1 15,8 869
r 1 607 1 461 1 286 1 148 1 071 1 004 918 846 803 765 714 670 643 584 535 494 460 430 403

P 10 583 8 736 6 750 5 366 4 664 4 088 3 402 2 870 2 580 2 329 2 013 1 753 1 605 1 301 1 067 883 735 614 513 428 355
180 23,9 18,8 1 317
r 1 818 1 653 1 455 1 299 1 212 1 136 1 039 957 909 865 808 758 727 661 606 559 523 488 458 431 407

P 15 623 12 900 9 972 7 931 6 896 6 049 5 038 4 255 3 827 3 459 2 994 2 613 2 395 1 949 1 606 1 338 1 122 946 800 677 572 482
200 28,5 22,4 1 943
r 2 019 1 836 1 615 1 442 1 346 1 262 1 154 1 063 1 009 961 897 841 807 734 673 621 578 539 506 476 449 426
Tabella 19.6 Travi IPE sollecitate a flessione semplice con limitazione della freccia massima (freccia max 1=300 della luce). Carico totale uniformemente ripartito e
tensione corrispondente.

y
P ¼ carico utile [kg]
1
f ¼ freccia elastica (max) [cm] ¼ luce l
4 300
Ix ¼ momento d’inerzia [cm ]
x 384 f  E  Ix
P¼  pl l ¼ luce [m] Trave semplicemente
5  106 l3 appoggiata agli estremi
p ¼ peso proprio della trave [kg=m]
r ¼ tensione unitaria corrispondente [kg=cm 2 ]
E ¼ modulo di elasticità normale ¼ 210 000 N/mm2

Carichi utili in kg e tensioni unitarie in kg=cm 2 riferiti a luci in metri


A p Ix
IPE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 4 )
2,00 2,20 2,50 2,80 3,00 3,20 3,50 3,80 4,00 4,20 4,50 4,80 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00 7,50 8,00 8,50 9,00 9,50

P 1 064 876 674 532 460 401 330 275 245 219 185 158 142 109
80 7,64 6,00 80,1
r 1 345 1 223 1 076 960 897 840 769 710 672 640 598 560 537 489

P 2 282 1 881 1 450 1 150 997 872 722 606 542 487 417 344 327 259 207 165
ACCIAIO

100 10,3 8,10 171


r 1 679 1 527 1 343 1 199 1 120 1 050 960 884 840 799 756 671 671 610 560 516

P 4 253 3 509 2 709 2 151 1 868 1 636 1 359 1 144 1 027 925 797 692 632 508 412 337
120 13,2 10,4 318
r 2 015 1 832 1 612 1 440 1 344 1 260 1 152 1 061 1 007 960 896 840 806 733 672 620

P 7 244 5 980 4 621 3 673 3 193 2 799 2 323 1 965 1 766 1 594 1 378 1 200 1 099 890 730 604
140 16,4 12,9 541
r 2 351 2 137 1 881 1 679 1 568 1 469 1 343 1 238 1 176 1 120 1 045 980 940 855 784 723

P 9 617 7 435 5 914 5 143 4 511 3 758 3 175 2 856 2 852 2 236 1 952 1 789 1 457 1 203 1 003 843 712 603
160 20,1 15,8 869
r 2 435 2 143 1 913 1 786 1 674 1 530 1 410 1 339 1 276 1 190 1 116 1 071 974 893 824 767 716 671

P 11 281 8 978 7 810 6 854 5 714 4 831 4 350 3 935 3 412 2 983 2 738 2 237 1 854 1 553 1 313 1 118 956 820 705
180 23,9 18,8 1 317
r 2 424 2 165 2 020 1 894 1 732 1 595 1 515 1 443 1 347 1 263 1 212 1 102 1 010 933 872 814 763 718 678

P 13 260 11 539 10 128 8 448 7 148 6 439 5 827 5 057 4 426 4 066 3 330 2 767 2 327 1 975 1 689 1 453 1 255 1 088 944
200 28,5 22,4 1 943
r 2 404 2 243 2 103 1 923 1 771 1 683 1 602 1 495 1 402 1 346 1 224 1 122 1 036 963 899 842 793 749 709
277
Tabella 19.7 Travi HE ad ali larghe parallele (secondo UNI 5397-78. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita
278

dall’UNI).
b

y I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione di una trave HE ad ali larghe parallele di acciaio laminata a caldo,
avente h ¼ 200 mm, serie leggera A:
I
W ¼ ¼ modulo di resistenza HE 200 A UNI 5397
v

ix
sffiffiffiffiffiffi
x
I H ¼ trave ad H

h
i¼ ¼ raggio d’inerzia
A E ¼ europea
a
Sx ¼ momento statico di mezza sezione A ¼ serie leggera

vx
r B ¼ serie normale
M ¼ serie rinforzata

e
vy iy

Dati di calcolo riferiti all’asse neutro


Massa
Designazione h b a e r Sezione X X Y Y Sx
lineica
abbreviata (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm 2 ) (cm 3 Þ
(kg=m) Ix Wx ix Iy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
ACCIAIO

HE 100 A 96 100 5 8 12 21,2 16,7 349 73 4,06 134 27 2,51 41,5


HE 100 B 100 100 6 10 12 26,0 20,4 450 90 4,16 167 33 2,53 52,1
HE 100 M 120 106 12 20 12 53,2 41,8 1 143 190 4,63 399 75 2,74 118

HE 120 A 114 120 5 8 12 25,3 19,9 606 106 4,89 231 38 3,02 59,7
HE 120 B 120 120 6,5 11 12 34,0 26,7 864 144 5,04 318 53 3,08 82,6
HE 120 M 140 126 12,5 21 12 66,4 52,1 2 018 288 5,51 708 112 3,25 175

HE 140 A 133 140 5,5 8,5 12 31,4 24,7 1 033 155 5,73 389 56 3,52 86,7
HE 140 B 140 140 7 12 12 43,0 33,7 1 509 216 5,93 550 78 3,58 123
HE 140 M 160 146 13 22 12 80,6 63,2 3 291 411 6,39 1 144 157 3,77 247

HE 160 A 152 160 6 9 15 38,8 30,4 1 673 220 6,57 616 77 3,98 123
HE 160 B 160 160 8 13 15 54,3 42,6 2 492 311 6,78 889 111 4,05 177
HE 160 M 180 166 14 23 15 97,1 76,2 5 098 566 7,25 1 759 212 4,26 337
Dati di calcolo riferiti all’asse neutro
Massa
Designazione h b a e r Sezione X X Y Y Sx
lineica
abbreviata (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm 2 ) (cm 3 Þ
(kg=m) Ix Wx ix Iy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

HE 180 A 171 180 6 9,5 15 45,3 35,5 2 510 294 7,45 925 103 4,52 162
HE 180 B 180 180 8,5 14 15 65,3 51,2 3 831 426 7,66 1 368 151 4,57 241
HE 180 M 200 186 14,5 24 15 113,3 88,9 7 483 748 8,13 2 580 277 4,77 442

HE 200 A 190 200 6,5 10 18 53,8 42,3 3 692 389 8,28 1 336 134 4,98 215
HE 200 B 200 200 9 15 18 78,1 61,3 5 696 570 8,54 2 003 200 5,07 321
HE 200 M 220 206 15 25 18 131,3 103 10 642 967 9,00 3 651 354 5,27 567

HE 220 A 210 220 7 11 18 64,3 50,5 5 410 515 9,17 1 955 178 5,51 284
HE 220 B 220 220 9,5 16 18 91,0 71,5 8 091 736 9,43 2 843 258 5,59 414
HE 220 M 240 226 15,5 26 18 149,4 117 14 605 1 220 9,89 5 012 444 5,79 710

HE 240 A 230 240 7,5 12 21 76,8 60,3 7 763 675 10,1 2 769 231 6,00 372
HE 240 B 240 240 10 17 21 106,0 83,2 11 259 938 10,3 3 923 327 6,08 527
ACCIAIO

HE 240 M 270 248 18 32 21 199,6 157 24 289 1 800 11,0 8 153 657 6,39 1 058

HE 260 A 250 260 7,5 12,5 24 86,8 68,2 10 455 836 11,0 3 668 282 6,50 460
HE 260 B 260 260 10 17,5 24 118,4 93,0 14 919 1 150 11,2 5 135 395 6,58 641
HE 260 M 290 268 18 32,5 24 219,6 172 31 307 2 160 11,9 10 449 780 6,90 1 262

HE 280 A 270 280 8 13 24 97,3 76,4 13 673 1 010 11,9 4 763 340 7,00 556
HE 280 B 280 280 10,5 18 24 131,4 103 19 270 1 380 12,1 6 595 471 7,09 767
HE 280 M 310 288 18,5 33 24 240,2 189 39 547 2 550 12,8 13 163 914 7,40 1 483

HE 300 A 290 300 8,5 14 27 112,5 38,3 18 263 1 200 12,7 6 310 421 7,49 692
HE 300 B 300 300 11 19 27 149,1 117 25 166 1 680 13,0 8 563 571 7,58 934
HE 300 M 340 310 21 39 27 303,1 238 59 201 3 480 14,0 19 403 1 250 8,00 2 039

HE 320 A 310 300 9 15,5 27 124,4 97,6 22 928 1 480 13,6 6 985 466 7,49 814
HE 320 B 320 300 11,5 20,5 27 161,3 127 30 823 1 930 13,8 9 239 616 7,57 1 075
HE 320 M 359 309 21 40 27 312,0 245 68 135 3 800 14,8 19 709 1 280 7,95 2 217
279

! segue
Dati di calcolo riferiti all’asse neutro
280

Massa
Designazione h b a e r Sezione X X Y Y Sx
lineica
abbreviata (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm 2 ) (cm 3 Þ
(kg=m) Ix Wx ix Iy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

HE 340 A 330 300 9,5 16,5 27 133,5 105 27 693 1 680 14,4 7 436 496 7,46 925
HE 340 B 340 300 12 21,5 27 170,9 134 36 656 2 160 14,6 9 690 646 7,53 1 204
HE 340 M 377 309 21 40 27 315,8 248 76 372 4 050 15,6 19 711 1 280 7,90 2 359

HE 360 A 350 300 10 17,5 27 142,8 112 33 090 1 890 15,2 7 887 526 7,43 1 050
HE 360 B 360 300 12,5 22,5 27 180,6 142 43 193 2 400 15,5 10 141 676 7,49 1 341
HE 360 M 395 308 21 40 27 318,8 250 84 867 4 300 16,3 19 522 1 270 7,83 2 495

HE 400 A 390 300 11 19 27 159,0 125 45 069 2 310 16,8 8 564 571 7,34 1 281
HE 400 B 400 300 13,5 24 27 197,8 155 57 680 2 880 17,1 10 819 721 7,40 1 616
HE 400 M 420 307 21 40 27 325,8 256 104 119 4 820 17,9 19 335 1 260 7,70 2 785

HE 450 A 440 300 11,5 21 27 178,0 140 63 722 2 900 18,9 9 465 631 7,29 1 608
ACCIAIO

HE 450 B 450 300 14 26 27 218,0 171 79 887 3 550 19,1 11 721 781 7,33 1 991
HE 450 M 478 307 21 40 27 335,4 263 131 484 5 500 19,8 19 339 1 260 7,59 3 165

HE 500 A 490 300 12 23 27 197,5 155 86 975 3 550 21,0 10 367 691 7,24 1 974
HE 500 B 500 300 14,5 28 27 238,6 187 107 176 4 290 21,2 12 624 842 7,27 2 407
HE 500 M 524 306 21 40 27 344,3 270 161 929 6 180 21,7 19 155 1 250 7,46 3 547

HE 550 A 540 300 12,5 24 27 211,8 166 111 932 4 150 23,0 10 819 721 7,15 2 311
HE 550 B 550 300 15 29 27 254,1 199 136 691 4 970 23,2 13 077 872 7,17 2 795
HE 550 M 572 306 21 40 27 354,4 278 197 984 6 920 23,6 19 158 1 250 7,35 3 966

HE 600 A 590 300 13 25 27 226,5 178 141 208 4 790 25,0 11 271 751 7,05 2 675
HE 600 B 600 300 15,5 30 27 270,0 212 171 041 5 700 25,2 13 530 902 7,08 3 213
HE 600 M 620 305 21 40 27 363,7 285 237 447 7 660 25,6 18 975 1 240 7,22 4 386
Tabella 19.8 Travi HE sollecitate a flessione semplice. Carico totale uniformemente ripartito.

x l
Q M ¼ carico utile [kg] per flessione
Q T ¼ carico utile [kg] per taglio
Trave semplicemente appoggiata agli estremi
8  r am  Wx r am ¼ tensione normale ammissibile [kg=cm 2 ]
QM ¼ pl N.B. Ogni carico tabellato rappresenta il minore
100  l s am ¼ tensione tangenziale ammissibile [kg=cm 2 ] tra i valori corrispondenti di Q M e Q T .
r adm ¼ 160 N/mm2 S235 A a ¼ area dell’anima della trave [cm 2 ]
Q T ¼ 2  s am  A a  p  l I casi Q T < Q M sono evidenziati dalla zona reti-
(numeri neri) Wx ¼ modulo di resistenza [cm 3 ] nata.
r adm ¼ 240 N/mm2 S355 l ¼ luce [m]
Nel calcolo delle frecce elastiche si è tenuto conto anche
(numeri chiari) p ¼ peso proprio della trave [kg=m] dei pesi propri delle travi.
ACCIAIO

1
I carichi utili a sinistra della linea comportano frecce elastiche f 4
300
Per r adm ¼ 160 N/mm2
1
I carichi utili a sinistra della linea comportano frecce elastiche f 4
500

1
I carichi utili a sinistra della linea comportano frecce elastiche f 4
300
Per r adm ¼ 240 N/mm2
1
I carichi utili a sinistra della linea comportano frecce elastiche f 4
500
281

! segue
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
282

A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
2,00 2,20 2,50 2,80 3,00 3,20 3,50 3,80 4,00 4,20 4,50 4,80 5,00 5,50 6,00 6,50

4 639 4 211 3 696 3 290 3 065 2 867 2 611 2 395 2 269 2 155 2 001 1 867 1 785 1 607 1 457 1 329
100 A 21,2 16,7 73
6 975 6 334 5 565 4 959 4 622 4 327 3 946 3 625 3 437 3 267 3 040 2 840 2 720 2 457 2 236 2 048

5 719 5 191 4 557 4 057 3 779 3 535 3 220 2 954 2 798 2 657 2 468 2 302 2 202 1 982 1 798 1 640
B 26,0 20,4 90
8 599 7 810 6 861 6 114 5 699 5 335 4 866 4 470 4 238 4 029 3 748 3 502 3 354 3 030 2 758 2 526

12 076 10 963 9 624 8 569 7 981 7 466 6 802 6 241 5 913 5 615 5 216 4 866 4 655 4 192 3 803 3 470
M 53,2 41,8 190
18 156 16 490 14 488 12 912 12 035 11 266 10 277 9 441 8 953 8 510 7 919 7 399 7 087 6 403 5 829 5 341

6 744 6 123 5 377 4 790 4 463 4 176 3 807 3 495 3 312 3 147 2 926 2 731 2 614 2 357 2 142 1 958
120 A 25,3 19,9 106
10 136 9 207 8 091 7 213 6 724 6 296 5 745 5 280 5 008 4 762 4 433 4 144 3 971 3 591 3 273 3 002

9 163 8 319 7 306 6 508 6 064 5 675 5 173 4 749 4 501 4 276 3 976 3 712 3 553 3 204 2 912 2 662
B 34,0 26,7 144
13 771 12 509 10 992 9 800 9 136 8 555 7 806 7 174 6 805 6 471 6 024 5 632 5 396 4 880 4 448 4 080

18 328 16 642 14 615 13 020 12 132 11 353 10 350 9 503 9 008 8 558 7 958 7 430 7 112 6 416 5 831 5 333
M 66,4 52,1 288
27 544 25 020 21 988 19 603 18 276 17 113 15 617 14 354 13 616 12 947 12 054 11 270 10 799 9 767 8 903 8 168
ACCIAIO

9 871 8 964 7 874 7 017 6 539 6 121 5 582 5 127 4 861 4 620 4 298 4 015 3 845 3 471 3 158 2 892
140 A 31,4 24,7 155
14 831 13 473 11 842 10 559 9 846 9 221 8 416 7 738 7 341 6 982 6 502 6 081 5 829 5 275 4 812 4 418

13 757 12 493 10 975 9 780 9 115 8 532 7 781 7 148 6 777 6 441 5 992 5 598 5 361 4 842 4 406 4 034
B 43,0 33,7 216
20 669 18 777 16 505 14 717 13 723 12 852 11 731 10 786 10 233 9 733 9 064 8 478 8 126 7 355 6 710 6 161

26 178 23 774 20 885 18 612 17 346 16 238 14 810 13 604 12 899 12 260 11 406 10 657 10 206 9 217 8 389 7 683
M 80,6 63,2 411
39 330 35 730 31 407 28 006 26 114 24 458 22 325 20 526 19 475 18 523 17 252 16 137 15 466 14 000 12 773 11 730

14 019 12 733 11 188 9 972 9 295 8 703 7 939 7 295 6 918 6 577 6 121 5 721 5 480 4 953 4 511 4 135
160 A 38,8 30,4 220
21 059 19 133 16 820 15 001 13 989 13 103 11 962 11 000 10 438 9 929 9 250 8 654 8 296 7 513 6 858 6 301

19 720 18 001 15 817 14 098 13 142 12 304 11 225 10 314 9 782 9 299 8 655 8 089 7 749 7 004 6 379 5 847
B 54,3 42,6 311
29 623 27 048 23 778 21 206 19 776 18 524 16 911 15 552 14 758 14 038 13 078 12 236 11 729 10 622 9 696 8 910

34 507 32 763 28 789 25 661 23 921 22 396 20 433 18 776 17 807 16 929 15 757 14 728 14 109 12 753 11 617 10 651
M 97,1 76,2 566
51 837 49 229 43 278 38 598 35 995 33 716 30 782 28 308 26 863 25 554 23 806 22 274 21 353 19 339 17 655 16 223
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
7,00 7,50 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 12,5 13,0 13,5 14,0 14,5 15,0

1 218 1 121 1 034 957 888 825 767 715 666 620 578 539 502 467 434 402 372
100 A 21,2 16,7 73
1 885 1 744 1 618 1 507 1 407 1 317 1 235 1 160 1 090 1 027 968 913 861 813 767 724 684

1 503 1 383 1 277 1 182 1 096 1 019 948 883 823 767 715 667 621 578 537 499 462
B 26,0 20,4 90
2 326 2 151 1 977 1 860 1 736 1 625 1 524 1 432 1 347 1 268 1 195 1 127 1 064 1 005 949 896 846

3 182 2 929 2 706 2 506 2 326 2 163 2 014 1 877 1 751 1 634 1 525 1 423 1 327 1 237 1 152 1 071 994
M 53,2 41,8 190
4 919 4 551 4 226 3 936 3 677 3 443 3 230 3 035 2 857 2 691 2 538 2 396 2 263 2 138 2 021 1 910 1 805

1 799 1 660 1 537 1 427 1 328 1 239 1 158 1 083 1 015 951 892 837 785 736 691 647 606
120 A 25,3 19,9 106
2 768 2 564 2 385 2 225 2 082 1 953 1 836 1 729 1 631 1 541 1 457 1 379 1 307 1 239 1 175 1 115 1 058

2 446 2 257 2 090 1 942 1 808 1 687 1 576 1 475 1 382 1 296 1 216 1 141 1 071 1 005 943 884 828
B 34,0 26,7 144
3 763 3 486 3 242 3 026 2 832 2 657 2 498 2 353 2 220 2 097 1 984 1 878 1 780 1 688 1 601 1 520 1 443

4 902 4 524 4 191 3 894 3 627 3 385 3 165 2 964 2 778 2 606 2 447 2 298 2 158 2 027 1 904 1787 1 676
M 66,4 52,1 288
7 535 6 982 6 495 6 063 5 675 5 326 5 009 4 719 4 454 4 209 3 983 3 772 3 576 3 393 3 220 3 058 2 905
ACCIAIO

2 661 2 460 2 282 2 124 1 982 1 854 1 737 1 630 1 532 1 441 1 357 1 278 1 205 1 136 1 071 1 010 952
140 A 31,4 24,7 155
4 079 3 783 3 522 3 291 3 084 2 898 2 729 2 575 2 434 2 304 2 184 2 072 1 968 1 871 1 780 1 694 1 614

3 714 3 434 3 186 2 966 2 769 2 590 2 428 2 279 2 143 2 017 1 900 1 791 1 689 1 593 1 503 1 418 1 338
B 43,0 33,7 216
5 689 5 277 4 914 4 593 4 305 4 045 3 810 3 596 3 399 3 219 3 052 2 897 2 752 2 617 2 490 2 371 2 259

7 073 6 540 6 070 5 652 5 277 4 937 4 629 4 347 4 087 3 848 3 626 3 419 3 225 3 044 2 873 2 712 2 559
M 80,6 63,2 411
10 831 10 048 9 358 8 747 8 199 7 706 7 259 6 852 6 479 6 135 5 818 5 523 5 249 4 992 4 752 4 526 4 313

3 810 3 527 3 277 3 055 2 855 2 675 2 512 2 363 2 226 2 099 1 982 1 873 1 771 1 676 1 586 1 501 1 421
160 A 38,8 30,4 220
5 821 5 404 5 037 4 711 4 420 4 158 3 920 3 704 3 506 3 323 3 155 2 999 2 854 2 718 2 592 2 472 2 360

5 389 4 988 4 635 4 321 4 040 3 786 3 555 3 344 3 150 2 972 2 806 2 652 2 508 2 374 2 247 2 128 2 015
B 54,3 42,6 311
8 232 7 642 7 123 6 663 6 251 5 881 5 545 5 240 4 960 4 702 4 465 4 244 4 039 3 848 3 669 3 500 3 342

9 816 9 088 8 446 7 876 7 364 6 902 6 483 6 100 5 748 5 424 5 123 4 843 4 582 4 338 4 108 3 892 3 687
M 97,1 76,2 566
14 991 13 918 12 974 12 137 11 389 10 715 10 105 9 550 9 041 8 573 8 142 7 741 7 369 7 021 6 695 6 390 6 102
283

! segue
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
284

A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
2,00 2,20 2,50 2,80 3,00 3,20 3,50 3,80 4,00 4,20 4,50 4,80 5,00 5,50 6,00 6,50

16 778 16 771 14 964 13 341 12 438 11 646 10 628 9 768 9 266 8 811 8 203 7 670 7 349 6 647 6 059 5 559
180 A 45,3 35,5 294
25 203 25 196 22 490 20 061 18 710 17 526 16 004 14 720 13 970 13 291 12 384 11 590 11 112 10 068 9 195 8 454

23 768 23 757 21 683 19 331 18 022 16 876 15 400 14 155 13 427 12 768 11 887 11 114 10 650 9 633 8 781 8 056
B 65,3 51,2 426
35 703 35 692 32 589 29 068 27 110 25 396 23 190 21 330 20 243 19 259 17 946 16 794 16 102 14 590 13 325 12 251

40 542 40 524 38 075 33 945 31 648 29 636 27 044 24 858 23 580 22 423 20 876 19 520 18 704 16 919 15 424 14 152
M 113 88,9 748
60 901 60 883 57 224 51 043 47 605 44 596 40 722 37 456 35 548 33 821 31 515 29 493 28 279 25 623 23 403 21 517

20 331 20 322 19 811 17 664 16 470 15 425 14 078 12 942 12 279 11 678 10 875 10 170 9 747 8 820 8 045 7 385
200 A 53,8 42,3 389
30 538 30 530 29 769 26 556 24 769 23 205 21 191 19 494 18 503 17 605 16 407 15 357 14 726 13 347 12 194 11 216

28 144 28 132 28 114 25 886 24 136 22 604 20 631 18 967 17 995 17 114 15 937 14 906 14 286 12 928 11 792 10 826
B 78,1 61,3 570
42 278 42 266 42 247 38 914 36 296 34 004 31 054 28 567 27 115 25 800 24 044 22 506 21 582 19 561 17 872 16 438

46 906 46 885 46 854 43 917 40 950 38 350 35 004 32 181 30 532 29 038 27 042 25 292 24 240 21 938 20 011 18 373
M 131 103 967
70 462 70 441 70 410 66 020 61 579 57 690 52 686 48 468 46 004 43 773 40 795 38 186 36 618 33 191 30 326 27 894
ACCIAIO

24 212 24 202 24 187 23 401 21 822 20 438 18 658 17 155 16 278 15 483 14 422 13 491 12 932 11 708 10 684 9 813
220 A 64,3 50,5 515
36 369 36 359 36 344 35 173 32 809 30 738 28 075 25 829 24 518 23 331 21 746 20 358 19 524 17 700 16 177 14 884

32 854 32 839 32 818 32 797 31 188 29 211 26 666 24 520 23 266 22 130 20 613 19 283 18 484 16 735 15 272 14 029
B 91,0 71,5 736
49 352 49 338 49 316 49 295 46 890 43 931 40 125 36 916 35 042 33 345 31 081 29 097 27 905 25 300 23 123 21 276

53 603 53 579 53 544 53 509 51 702 48 426 44 208 40 650 38 572 36 690 34 176 31 972 30 647 27 749 25 325 23 264
M 149 117 1 220
80 521 80 498 80 463 80 428 77 729 72 826 66 516 61 198 58 092 55 280 51 527 48 238 46 263 41 946 38 338 35 276

28 424 28 412 28 393 28 375 28 363 26 807 24 475 22 508 21 359 20 318 18 929 17 711 16 979 15 377 14 038 12 900
240 A 76,8 60,3 675
42 696 42 684 42 666 42 647 42 635 40 307 36 818 33 876 32 159 30 604 28 529 26 711 25 619 23 232 21 238 19 547

37 893 37 876 37 851 37 826 37 809 37 254 34 013 31 280 29 683 28 237 26 306 24 614 23 597 21 372 19 511 17 931
B 106 83,2 938
56 922 56 905 56 880 56 855 56 839 56 014 51 165 47 078 44 691 42 531 39 647 37 121 35 603 32 287 29 517 27 166

68 192 68 161 68 114 68 066 68 035 68 004 65 279 60 035 56 972 54 198 50 494 47 246 45 295 41 027 37 458 34 426
M 200 157 1 800
102 445 102 414 102 367 102 319 102 288 102 257 98 193 90 351 85 772 81 626 76 094 71 246 68 335 61 973 56 658 52 149
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
7,00 7,50 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 12,5 13,0 13,5 14,0 14,5 15,0

5 128 4 751 4 420 4 126 3 862 3 624 3 408 3 211 3 031 2 864 2 710 2 567 2 433 2 308 2 191 2 081 1 976
180 A 45,3 35,5 294
7 816 7 260 6 772 6 339 5 953 5 605 5 290 5 003 4 741 4 500 4 278 4 072 3 881 3 702 3 535 3 378 3 231

7 431 6 886 6 406 5 980 5 598 5 253 4 941 4 656 4 394 4 153 3 930 3 722 3 529 3 348 3 178 3 018 2 867
B 65,3 51,2 426
11 326 10 522 9 814 9 187 8 627 8 123 7 667 7 252 6 872 6 524 6 202 5 903 5 626 5 367 5 125 4 898 4 685

13 055 12 099 11 257 10 508 9 838 9 234 8 685 8 185 7 726 7 303 6 912 6 548 6 209 5 892 5 594 5 314 5 049
M 113 88,9 748
19 894 18 482 17 241 16 140 15 157 14 273 13 473 12 744 12 078 11 466 10 901 10 378 9 892 9 438 9 014 8 616 8 241

6 817 6 322 5 886 5 498 5 152 4 839 4 556 4 298 4 061 3 843 3 642 3 455 3 280 3 117 2 964 2 821 2 685
200 A 53,8 42,3 389
10 374 9 641 8 998 8 427 7 918 7 460 7 046 6 669 6 325 6 008 5 716 5 446 5 195 4 961 4 743 4 538 4 345

9 994 9 268 8 630 8 062 7 555 7 098 6 683 6 305 5 958 5 639 5 344 5 071 4 815 4 577 4 353 4 143 3 945
B 78,1 61,3 570
15 205 14 132 13 190 12 354 11 608 10 938 10 331 9 779 9 275 8 812 8 384 7 989 7 622 7 279 6 959 6 659 6 377

16 961 15 731 14 648 13 686 12 826 12 051 11 348 10 707 10 119 9 579 9 079 8 615 8 182 7 778 7 399 7 043 6 707
M 131 103 967
25 802 23 983 22 384 20 967 19 702 18 565 17 536 16 601 15 746 14 960 14 236 13 566 12 943 12 362 11 820 11 311 10 833
ACCIAIO

9 064 8 411 7 836 7 326 6 870 6 459 6 087 5 748 5 437 5 151 4 887 4 642 4 414 4 201 4 002 3 814 3 637
220 A 64,3 50,5 515
13 772 12 805 11 956 11 204 10 532 9 929 9 383 8 887 8 434 8 018 7 634 7 279 6 950 6 643 6 356 6 087 5 835

12 958 12 025 11 204 10 476 9 824 9 237 8 706 8 221 7 778 7 370 6 993 6 643 6 317 6 013 5 728 5 460 5 208
B 91,0 71,5 736
19 687 18 305 17 092 16 017 15 058 14 196 13 416 12 708 12 060 11 466 10 918 10 411 9 941 9 502 9 093 8 709 8 348

21 490 19 944 18 584 17 377 16 298 15 326 14 446 13 644 12 909 12 234 11 609 11 030 10 491 9 988 9 516 9 073 8 656
M 149 117 1 220
32 644 30 355 28 344 26 563 24 974 23 545 22 254 21 080 20 008 19 023 18 116 17 277 16 497 15 772 15 093 14 458 13 861

11 921 11 068 10 318 9 652 9 057 8 522 8 037 7 595 7 191 6 820 6 476 6 158 5 862 5 586 5 327 5 084 4 856
240 A 76,8 60,3 675
18 092 16 828 15 718 14 735 13 857 13 069 12 357 11 710 11 119 10 576 10 076 9 614 9 185 8 786 8 413 8 064 7 736

16 570 15 385 14 342 13 418 12 592 11 848 11 174 10 561 10 000 9 484 9 007 8 565 8 154 7 770 7 411 7 074 6 756
B 106 83,2 938
25 146 23 389 21 846 20 481 19 262 18 167 17 178 16 278 15 457 14 704 14 010 13 368 12 772 12 217 11 699 11 214 10 758

31 815 29 543 27 544 25 771 24 187 22 761 21 470 20 294 19 218 18 229 17 316 16 470 15 682 14 947 14 259 13 613 13 005
M 200 157 1 800
48 272 44 903 41 944 39 324 36 987 34 887 32 990 31 266 29 691 28 247 26 916 25 686 24 544 23 481 22 488 21 558 20 685
285

! segue
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
286

A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
2,00 2,20 2,50 2,80 3,00 3,20 3,50 3,80 4,00 4,20 4,50 4,80 5,00 5,50 6,00 6,50

31 041 31 027 31 006 30 986 30 972 30 959 30 335 27 901 26 479 25 192 23 473 21 966 21 061 19 081 17 425 16 019
260 A 86,8 68,2 836
46 629 46 615 46 595 46 574 46 561 46 547 45 622 41 981 39 855 37 931 35 362 33 113 31 761 28 809 26 343 24 251

41 383 41 365 41 337 41 309 41 290 41 272 41 244 38 383 36 428 34 657 32 293 30 220 28 975 26 252 23 975 22 042
B 118 93,0 1 150
62 168 62 149 62 121 62 093 62 075 62 056 62 028 57 752 54 828 52 181 48 648 45 554 43 695 39 634 36 242 33 365

74 481 74 446 74 395 74 343 74 309 74 274 74 223 72 104 68 432 65 106 60 666 56 774 54 436 49 323 45 048 41 417
M 220 172 2 160
111 893 111 858 111 807 111 755 111 721 111 686 111 635 108 483 102 992 98 020 91 386 85 574 82 084 74 458 68 088 62 685

35 911 35 896 35 873 35 850 35 834 35 819 35 796 33 731 32 014 30 460 28 385 26 567 25 474 23 085 21 088 19 393
280 A 97,3 76,4 1 010
53 943 53 927 53 904 53 881 53 866 53 851 53 828 50 741 48 174 45 851 42 750 40 033 38 402 34 838 31 862 29 337

47 127 47 107 47 076 47 045 47 024 47 004 46 973 46 093 43 748 41 625 38 790 36 306 34 813 31 550 28 822 26 506
B 131 103 1 380
70 794 70 774 70 743 70 712 70 691 70 671 70 640 69 335 65 828 62 653 58 417 54 706 52 477 47 608 43 542 40 094

83 019 82 981 82 925 82 868 82 830 82 792 82 736 82 679 80 844 76 920 71 683 67 093 64 335 58 306 53 266 48 987
M 240 189 2 550
124 718 124 680 124 623 124 566 124 529 124 491 124 434 124 377 121 644 115 778 107 950 101 093 96 975 87 879 80 466 74 095
ACCIAIO

40 968 40 950 40 924 40 897 40 879 40 862 40 835 40 809 39 967 38 029 35 443 33 176 31 815 28 838 26 350 24 238
300 A 112 88,3 1 260
61 540 61 522 61 496 61 469 61 452 61 434 61 407 61 381 60 127 57 229 53 363 49 976 47 943 43 500 39 790 36 645

53 012 52 988 52 953 52 918 52 895 52 871 52 836 52 801 52 778 50 709 47 260 44 238 42 423 38 455 35 138 32 323
B 149 117 1 680
79 634 79 611 79 576 79 541 79 517 79 494 79 459 79 424 79 400 76 309 71 154 66 638 63 927 58 004 53 058 48 864

101 175 101 127 101 056 100 984 100 937 100 889 100 818 100 746 100 699 100 651 97 916 91 658 87 898 79 680 72 812 66 982
M 303 238 3 480
152 000 151 952 151 881 151 809 151 762 151 714 151 643 151 571 151 524 151 476 147 409 138 058 132 442 120 175 109 932 101 247

46 196 46 147 46 147 46 118 46 098 46 079 46 050 46 020 46 001 44 695 41 659 38 998 37 400 33 907 30 988 28 510
320 A 124 97,6 1 480
69 392 69 372 69 343 69 314 69 294 69 275 69 245 69 216 69 196 67 247 62 707 58 732 56 344 51 129 46 774 43 083

59 024 58 998 58 960 58 922 58 897 58 871 58 833 58 795 58 770 58 286 54 326 50 857 48 773 44 218 40 411 37 181
B 161 127 1 930
88 663 88 637 88 599 88 561 88 536 88 510 88 472 88 434 88 409 87 695 81 775 76 590 73 477 66 676 60 998 56 184

107 756 107 707 107 634 107 560 107 511 107 462 107 389 107 315 107 266 107 217 106 986 100 157 96 055 87 089 79 597 73 238
M 312 245 3 800
161 879 161 830 161 757 161 683 161 634 161 585 161 512 161 438 161 389 161 340 161 031 150 824 144 695 131 307 120 130 110 654
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
7,00 7,50 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 12,5 13,0 13,5 14,0 14,5 15,0

14 809 13 756 12 830 12 009 11 276 10 616 10 019 9 475 8 978 8 521 8 099 7 708 7 345 7 006 6 689 6 391 6 111
260 A 86,8 68,2 836
22 453 20 890 19 518 18 304 17 221 16 248 15 369 14 571 13 842 13 173 12 558 11 988 11 460 10 969 10 510 10 081 9 678

20 378 18 929 17 656 16 527 15 519 14 611 13 790 13 043 12 359 11 731 11 151 10 614 10 114 9 648 9 212 8 803 8 418
B 118 93,0 1 150
30 892 28 743 26 856 25 186 23 696 22 359 21 150 20 052 19 050 18 131 17 284 16 502 15 776 15 100 14 469 13 879 13 325

38 293 35 574 33 184 31 065 29 172 27 469 25 928 24 525 23 243 22 064 20 976 19 968 19 032 18 158 17 341 16 574 15 852
M 220 172 2 160
58 042 54 006 50 464 47 329 44 532 42 021 39 752 37 691 35 810 34 085 32 496 31 028 29 666 28 398 27 215 26 107 25 068

17 934 16 664 15 549 14 560 13 677 12 883 12 164 11 510 10 912 10 363 9 857 9 387 8 951 8 545 8 165 7 808 7 473
280 A 97,3 76,4 1 010
27 168 25 283 23 629 22 165 20 859 19 687 18 628 17 666 16 789 15 984 15 243 14 559 13 924 13 333 12 782 12 266 11 782

24 513 22 780 21 256 19 906 18 700 17 615 16 634 15 741 14 925 14 176 13 484 12 844 12 249 11 694 11 175 10 689 10 231
B 131 103 1 380
37 130 34 556 32 296 30 296 28 513 26 912 25 466 24 153 22 954 21 856 20 844 19 909 19 043 18 236 17 484 16 780 16 119

45 306 42 103 39 288 36 794 34 566 32 562 30 750 29 101 27 594 26 209 24 932 23 750 22 651 21 626 20 668 19 770 18 925
M 240 189 2 550
68 620 63 863 59 688 55 994 52 699 49 741 47 070 44 644 42 430 40 400 38 532 36 806 35 205 33 715 32 325 31 025 29 805
ACCIAIO

22 422 20 842 19 454 18 224 17 125 16 138 15 245 14 433 13 691 13 009 12 380 11 799 11 258 10 755 10 284 9 842 9 428
300 A 112 88,3 1 260
33 942 31 594 29 534 27 711 26 085 24 626 23 309 22 113 21 021 20 021 19 100 18 250 17 461 16 728 16 044 15 404 14 804

29 901 27 795 25 944 24 304 22 840 21 524 20 334 19 252 18 262 17 354 16 516 15 741 15 021 14 349 13 722 13 134 12 581
B 149 117 1 680
45 261 42 131 39 384 36 954 34 787 32 842 31 086 29 492 28 037 26 703 25 476 24 342 23 291 22 314 21 402 20 549 19 749

61 968 57 607 53 776 50 382 47 351 44 627 42 164 39 924 37 877 35 997 34 264 32 660 31 171 29 783 28 485 27 269 26 126
M 303 238 3 480
93 785 87 303 81 616 76 584 72 098 68 072 64 436 61 135 58 124 55 364 52 824 50 478 48 303 46 280 44 394 42 629 40 974

26 380 24 527 22 899 21 457 20 170 19 014 17 968 17 017 16 148 15 351 14 615 13 935 13 304 12 715 12 165 11 650 11 165
320 A 124 97,6 1 480
39 911 37 156 34 739 32 601 30 695 28 984 27 440 26 038 24 759 23 587 22 509 21 513 20 590 19 731 18 931 18 182 17 480

34 402 31 986 29 864 27 984 26 306 24 798 23 434 22 194 21 061 20 021 19 063 18 176 17 352 16 585 15 868 15 196 14 564
B 161 127 1 930
52 048 48 456 45 304 42 516 40 030 37 800 35 786 33 958 32 290 30 762 29 356 28 057 26 854 25 734 24 691 23 714 22 799

67 771 63 016 58 840 55 141 51 839 48 873 46 190 43 751 41 523 39 478 37 593 35 850 34 230 32 722 31 313 29 992 28 752
M 312 245 3 800
102 514 95 443 89 240 83 753 78 862 74 473 70 510 66 913 63 632 60 626 57 860 55 306 52 938 50 737 48 684 46 765 44 965
287

! segue
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
288

A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
2,00 2,20 2,50 2,80 3,00 3,20 3,50 3,80 4,00 4,20 4,50 4,80 5,00 5,50 6,00 6,50

51 918 51 897 51 865 51 834 51 813 51 792 51 760 51 729 51 708 50 759 47 314 44 296 42 483 38 521 35 210 32 401
340 A 133 105 1 680
77 982 77 961 77 929 77 898 77 877 77 856 77 824 77 793 77 772 76 359 71 208 66 696 63 987 58 070 53 130 48 942

65 578 65 551 65 511 65 470 65 444 65 417 65 377 65 336 65 310 65 266 60 837 56 957 54 626 49 532 45 276 41 664
B 171 134 2 160
98 500 98 474 98 433 98 393 98 366 98 340 98 299 98 259 98 232 98 180 91 557 85 757 82 274 74 667 68 316 62 932

114 734 114 684 114 610 114 535 114 486 114 436 114 362 114 287 114 238 114 188 114 084 106 810 102 440 92 891 84 912 78 142
M 316 248 4 050
172 349 172 299 172 225 172 150 172 101 172 051 171 977 171 902 171 853 171 803 171 684 160 810 154 280 140 018 128 112 118 019

57 973 57 951 57 917 57 883 57 861 57 839 57 805 57 771 57 749 57 130 53 256 49 862 47 824 43 369 39 648 36 490
360 A 143 112 1 890
87 071 87 049 87 015 86 982 86 959 86 937 86 903 86 870 86 847 85 930 80 136 75 062 72 016 65 362 59 808 55 100

72 462 72 434 72 391 72 349 72 320 72 292 72 249 72 207 72 178 72 150 67 628 63 318 60 730 55 074 50 348 46 339
B 181 142 2 400
108 835 108 807 108 764 108 722 108 693 108 665 108 622 108 580 108 551 108 523 101 761 95 318 91 450 83 001 75 948 69 969

121 713 121 663 121 588 121 513 121 463 121 413 121 338 121 263 121 213 121 163 121 088 113 467 108 830 98 698 90 233 83 052
M 319 250 4 300
182 820 182 770 182 695 182 620 182 570 182 520 182 445 182 370 182 320 182 270 182 195 170 800 163 870 148 734 136 100 125 390
ACCIAIO

71 286 71 261 71 223 71 186 71 161 71 136 71 098 71 061 71 036 69 875 65 144 61 000 58 511 53 073 48 530 44 677
400 A 159 125 2 310
107 054 107 029 106 991 106 954 106 929 106 904 106 866 106 829 106 804 105 075 97 998 91 800 88 079 79 953 73 170 67 421

87 484 87 453 87 407 87 360 87 329 87 298 87 252 87 205 87 174 87 120 81 223 76 056 72 953 66 173 60 510 55 706
B 198 155 2 880
131 381 131 350 131 304 131 257 131 226 131 195 131 149 131 102 131 071 131 006 122 183 114 456 109 817 99 686 91 230 84 063

136 057 136 005 135 929 135 852 135 801 135 749 135 673 135 596 135 545 135 493 135 417 127 305 122 112 110 767 101 291 93 253
M 326 256 4 820
204 341 204 290 204 213 204 136 204 085 204 034 203 957 203 880 203 829 203 778 203 701 191 571 183 808 166 854 152 704 140 711

84 281 84 253 84 211 84 169 84 141 84 113 84 071 84 029 84 001 83 973 81 859 76 661 73 540 66 721 61 027 56 198
450 A 178 140 2 900
126 562 126 534 126 492 126 450 126 422 126 394 126 352 126 310 126 282 126 254 123 103 115 328 110 660 100 466 91 960 84 752

102 602 102 568 102 516 102 465 102 431 102 397 102 345 102 294 102 260 102 226 100 208 93 846 90 025 81 678 74 707 68 796
B 218 171 3 550
154 074 154 040 153 988 153 937 153 903 153 869 153 817 153 766 153 732 153 698 150 697 141 179 135 465 122 987 112 574 103 750

153 890 153 837 153 758 153 679 153 627 153 574 153 495 153 416 153 364 153 311 153 232 145 404 139 485 126 554 115 755 106 598
M 335 263 5 500
231 098 231 045 230 966 230 887 230 835 230 782 230 703 230 624 230 572 230 519 230 440 218 738 209 885 190 554 174 422 160 752
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
7,00 7,50 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 12,5 13,0 13,5 14,0 14,5 15,0

29 985 27 885 26 040 24 406 22 948 21 638 20 454 19 378 18 394 17 492 16 660 15 891 15 177 14 511 13 890 13 308 12 761
340 A 133 105 1 680
45 345 42 221 39 480 37 056 34 895 32 956 31 206 29 618 28 169 26 841 25 620 24 492 23 447 22 476 21 570 20 723 19 929

38 559 35 859 33 488 31 388 29 514 27 830 26 308 24 924 23 661 22 501 21 432 20 443 19 526 18 671 17 873 17 125 16 422
B 171 134 2 160
58 308 54 291 50 768 47 652 44 874 42 382 40 132 38 090 36 228 34 522 32 952 31 503 30 160 28 911 27 747 26 658 25 638

72 321 67 260 62 816 58 880 55 368 52 212 49 360 46 767 44 399 42 226 40 224 38 372 36 653 35 052 33 557 32 156 30 840
M 316 248 4 050
109 350 101 820 95 216 89 374 84 168 79 497 75 280 71 453 67 963 64 765 61 824 59 108 56 591 54 252 52 071 50 032 48 120

33 776 31 416 29 344 27 509 25 872 24 401 23 072 21 864 20 761 19 749 18 816 17 954 17 153 16 408 15 712 15 060 14 448
360 A 143 112 1 890
51 056 47 544 44 464 41 740 39 312 37 134 35 168 33 384 31 757 30 267 28 896 27 630 26 458 25 368 24 352 23 402 22 512

42 892 39 895 37 264 34 934 32 855 30 988 29 300 27 766 26 365 25 080 23 894 22 801 21 785 20 839 19 955 19 127 18 350
B 181 142 2 400
64 835 60 375 56 464 53 005 49 922 47 156 44 660 42 395 40 329 38 437 36 696 35 089 33 600 32 216 30 926 29 720 28 590

76 879 71 512 66 800 62 628 58 906 55 562 52 540 49 794 47 286 44 986 42 867 40 907 39 088 37 395 35 814 34 334 32 943
M 319 250 4 300
116 193 108 205 101 200 95 004 89 483 84 530 80 060 76 004 72 305 68 916 65 800 62 923 60 258 57 781 55 471 53 313 51 290
ACCIAIO

41 365 38 487 35 960 33 723 31 728 29 937 28 318 26 848 25 505 24 274 23 140 22 092 21 120 20 215 19 370 18 579 17 837
400 A 159 125 2 310
62 485 58 199 54 440 51 116 48 155 45 499 43 102 40 928 38 945 37 129 35 460 33 919 32 492 31 166 29 930 28 775 27 693

51 578 47 990 44 840 42 052 39 565 37 332 35 314 33 481 31 808 30 273 28 860 27 554 26 342 25 214 24 161 23 176 22 251
B 198 155 2 880
77 909 72 566 67 880 63 737 60 045 56 734 53 746 51 035 48 564 46 301 44 220 42 299 40 520 38 868 37 327 35 888 34 539

86 345 80 341 75 072 70 408 66 247 62 511 59 136 56 070 53 271 50 705 48 341 46 157 44 130 42 245 40 485 38 837 37 291
M 326 256 4 820
130 414 121 472 113 632 106 699 100 523 94 983 89 984 85 449 81 315 77 529 74 048 70 835 67 860 65 095 62 519 60 111 57 856

52 049 48 443 45 280 42 481 39 984 37 744 35 720 33 882 32 205 30 668 29 253 27 946 26 734 25 606 24 554 23 570 22 647
450 A 178 140 2 900
78 563 73 190 68 480 64 316 60 607 57 281 54 280 51 559 49 078 46 807 44 720 42 794 41 011 39 354 37 811 36 370 35 020

63 717 59 304 55 432 52 005 48 950 46 207 43 730 41 481 39 428 37 547 35 815 34 215 32 731 31 351 30 063 28 858 27 728
B 218 171 3 550
96 174 89 598 83 832 78 735 74 194 70 123 66 450 63 119 60 083 57 303 54 748 52 391 50 208 48 180 46 292 44 527 42 875

98 730 91 894 85 896 80 588 75 855 71 607 67 770 64 286 61 107 58 193 55 511 53 033 50 735 48 598 46 604 44 738 42 988
M 335 263 5 500
149 016 138 828 129 896 122 000 114 966 108 659 102 970 97 810 93 107 88 802 84 844 81 193 77 812 74 672 71 747 69 014 66 455
289

! segue
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
290

A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
2,00 2,20 2,50 2,80 3,00 3,20 3,50 3,80 4,00 4,20 4,50 4,80 5,00 5,50 6,00 6,50

98 126 98 095 98 048 98 002 97 971 97 940 97 893 97 847 97 816 97 785 97 738 93 923 90 105 81 766 74 803 68 900
500 A 197 155 3 550
147 344 147 313 147 266 147 220 147 189 147 158 147 111 147 065 147 034 147 003 146 956 141 256 135 545 123 075 112 670 103 854

118 569 118 532 118 476 118 420 118 382 118 345 118 289 118 233 118 195 118 158 118 102 113 502 108 889 98 812 90 398 83 265
B 239 187 4 290
178 041 178 004 177 948 177 891 177 854 177 817 177 761 177 704 177 667 177 630 177 574 170 702 163 801 148 732 136 158 125 505

171 723 171 669 171 588 171 507 171 453 171 399 171 318 171 237 171 183 171 129 171 048 163 504 156 858 142 340 130 220 119 943
M 344 270 6 180
257 854 257 800 257 719 257 638 257 584 257 530 257 449 257 368 257 314 257 260 257 179 245 904 235 962 214 253 196 140 180 793

113 291 113 257 113 208 113 158 113 125 113 091 113 042 112 992 112 959 112 925 112 876 109 870 105 410 95 669 87 537 80 644
550 A 212 166 4 150
170 102 170 069 170 019 169 969 169 936 169 903 169 853 169 803 169 770 169 737 169 687 165 203 158 530 143 960 131 804 121 506

135 949 135 909 135 850 135 790 135 750 135 710 135 651 135 591 135 551 135 511 135 452 131 578 126 237 114 571 104 833 96 577
B 254 199 4 970
204 123 204 083 204 023 203 963 203 924 203 884 203 824 203 764 203 725 203 685 203 625 197 845 189 853 172 404 157 846 145 513

190 330 190 274 190 191 190 107 190 052 189 996 189 913 189 829 189 774 189 718 189 635 183 199 175 762 159 518 145 959 134 464
M 354 278 6 920
285 773 285 717 285 634 285 550 285 495 285 439 285 356 285 272 285 217 285 161 285 078 275 466 264 338 240 042 219 772 202 599
ACCIAIO

129 340 129 304 129 251 129 198 129 162 129 126 129 073 129 020 128 984 128 948 128 895 126 879 121 734 110 497 101 119 93 169
600 A 226 178 4 790
194 188 194 152 194 099 194 046 194 010 193 974 193 921 193 868 193 832 193 796 193 743 190 746 183 046 166 236 152 212 140 332

154 213 154 171 154 107 154 044 154 001 154 959 153 895 153 832 153 789 153 747 153 683 150 982 144 860 131 489 120 328 110 868
B 270 212 5 700
231 532 231 490 231 426 231 363 231 320 231 278 231 214 231 151 231 108 231 066 231 002 226 982 217 820 197 816 181 128 166 991

208 939 208 882 208 796 208 711 208 654 208 597 208 511 208 426 208 369 208 312 208 226 202 899 194 671 176 702 161 703 148 991
M 364 285 7 660
313 693 313 636 313 551 313 465 313 408 313 351 313 266 313 180 313 123 313 066 312 981 305 032 292 719 265 836 243 410 224 412
Carichi utili in kg riferiti a luci in metri
A p Wx
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm 3 )
7,00 7,50 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 12,5 13,0 13,5 14,0 14,5 15,0

63 829 59 424 55 560 52 141 49 094 46 359 43 890 41 649 39 604 37 731 36 007 34 415 32 939 31 567 30 287 29 090 27 968
500 A 197 155 3 550
96 286 89 718 83 960 78 871 74 338 70 275 66 610 63 287 60 259 57 487 54 940 52 591 50 416 48 396 46 516 44 759 43 115

77 137 71 814 67 144 63 013 59 330 56 026 53 042 50 334 47 863 45 599 43 516 41 592 39 809 38 151 36 605 35 159 33 803
B 239 187 4 290
116 360 108 422 101 464 95 314 89 837 84 927 80 498 76 482 72 823 69 474 66 396 63 557 60 929 58 489 56 216 54 094 52 107

111 116 103 447 96 720 90 769 85 463 80 702 76 404 72 502 68 943 65 681 62 680 59 908 57 339 54 951 52 723 50 639 48 686
M 344 270 6 180
167 619 156 183 146 160 137 300 129 410 122 336 115 956 110 171 104 899 100 074 95 640 91 550 87 764 84 248 80 974 77 917 75 054

74 724 69 582 65 072 61 083 57 528 54 339 51 460 48 847 46 465 44 282 42 275 40 421 38 704 37 107 35 619 34 227 32 923
550 A 212 166 4 150
112 667 104 995 98 272 92 330 87 039 82 297 78 020 74 143 70 610 67 378 64 408 61 669 59 134 56 781 54 590 52 545 50 630

89 487 83 329 77 928 73 151 68 893 65 074 61 626 58 497 55 644 53 030 50 625 48 405 46 348 44 436 42 654 40 988 39 426
B 254 199 4 970
134 927 125 740 117 688 110 572 104 236 98 556 93 434 88 791 84 560 80 689 77 132 73 852 70 816 67 998 65 374 62 924 60 631

124 591 116 016 108 496 101 844 95 916 90 597 85 796 81 439 77 466 73 826 70 477 67 386 64 521 61 859 59 377 57 056 54 881
M 354 278 6 920
187 860 175 067 163 856 153 948 145 125 137 216 130 084 123 618 117 727 112 337 107 384 102 816 98 589 94 665 91 011 87 599 84 406
ACCIAIO

86 343 80 414 75 216 70 619 66 522 62 848 59 532 56 523 53 780 51 268 48 957 46 825 44 849 43 013 41 302 39 703 38 205
600 A 226 178 4 790
130 137 121 289 113 536 106 685 100 585 95 117 90 188 85 720 81 649 77 925 74 504 71 249 68 431 65 721 63 199 60 845 58 642

102 745 95 690 89 504 84 033 79 159 74 786 70 840 67 260 63 995 61 005 58 256 55 718 53 367 51 182 49 146 47 243 45 460
B 270 212 5 700
154 859 144 330 135 104 126 951 119 692 113 186 107 320 102 003 97 159 92 727 88 656 84 902 81 429 78 205 75 203 72 402 69 780

138 074 128 593 120 280 112 928 106 377 100 501 95 198 90 387 86 000 81 982 78 287 74 876 71 717 68 781 66 044 63 487 61 090
M 364 285 7 660
208 108 193 959 181 560 170 603 160 848 152 105 144 222 137 076 130 567 124 611 119 140 114 095 109 427 105 095 101 061 97 296 93 773
291
Tabella 19.9 Aste HE sollecitate a compressione assiale.
292

y
N ¼ carico utile [kg]
r am ¼ tensione normale ammissibile [kg=cm 2 ]
N N N N
A ¼ sezione dell’asta [cm 2 ]
x Flessione nel piano x  x
x ¼ coefficiente di aumento del carico
A
N ¼ r am l ¼ lunghezza dell’asta [m]
x

l
l1 ¼ lunghezza libera di inflessione [m]
iy ¼ raggio d’inerzia minimo [cm]
l1
r adm ¼ 160 N/mm2 S 235 k ¼ ¼ snellezza l 1= 2.l l 1= l l 1 = 0,8. l l 1 = 0,7. l
iy
(numeri neri)

r adm ¼ 240 N/mm2 S 355 Esempi di condizioni di vincolo; relazione tra l 1 ed l


(numeri chiari)
ACCIAIO

Snellezza k 4 150 a sinistra della linea


Snellezza k > 200 a destra della linea
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,25

21 021 18 815 16 943 15 202 13 592 12 182 10 966 9 872 8 892 7 995 7 226 6 571 6 003 5 528
100 A 21,2 16,7 2,51
25 953 22 722 19 844 17 410 15 275 13 446 11 815 10 460 9 333 8 411 7 678 6 992 6 379 5 779

25 983 23 258 20 944 18 816 16 860 15 107 13 594 12 247 11 052 9 954 8 979 8 177 7 462 6 870
B 26,0 20,4 2,53
32 139 28 134 24 621 21 585 18 949 16 716 14 693 13 018 11 607 10 454 9 538 8 703 7 935 7 209

56 376 51 241 46 453 42 195 38 174 34 484 31 155 28 237 25 643 23 357 21 218 19 239 17 589 16 120
M 53,2 41,8 2,74
71 335 63 098 55 823 49 279 43 733 38 755 34 513 30 670 27 345 24 570 22 228 20 338 18 724 17 156

28 822 26 456 24 271 22 113 20 273 18 549 16 889 15 420 14 087 12 895 11 835 10 849 9 940 9 110
120 A 25,3 19,9 3,02
36 923 33 179 29 715 26 611 23 779 21 271 19 120 17 168 15 441 13 851 12 544 11 398 10 426 9 635

39 036 35 901 32 890 30 099 27 603 25 253 23 135 21 114 19 280 17 681 16 227 14 908 13 682 12 527
B 34,0 26,7 3,06
50 346 45 186 40 577 36 330 32 495 29 160 26 194 23 570 21 217 19 090 17 241 15 681 14 331 13 207

78 966 73 153 67 735 62 409 57 547 52 856 48 648 44 610 40 983 37 633 34 675 31 956 29 480 27 230
M 66,4 52,1 3,25
103 429 93 487 84 386 76 305 68 712 61 767 55 765 50 504 45 743 41 409 37 469 34 057 31 120 28 547
ACCIAIO

39 001 36 448 33 941 31 573 29 302 27 207 25 137 23 252 21 537 19 899 18 368 17 040 15 792 14 665
140 A 31,4 24,7 3,52
51 745 47 444 43 052 39 378 35 770 32 484 29 469 26 806 24 424 22 299 20 348 18 575 16 924 15 542

53 806 50 644 47 177 43 925 40 807 37 685 35 007 32 530 30 114 27 838 25 759 23 885 22 194 20 602
B 43,0 33,7 3,58
71 800 65 859 60 117 54 710 49 952 45 393 41 270 37 528 34 294 31 286 28 628 26 166 23 890 21 916

103 126 97 195 91 704 85 467 80 024 74 366 69 454 64 500 59 925 55 779 51 772 48 122 44 797 41 765
M 80,6 63,2 3,77
139 065 128 377 117 503 108 134 98 832 90 553 82 839 75 599 69 233 63 438 58 186 53 440 49 080 45 034

50 781 48 299 45 710 42 786 40 213 37 552 35 097 32 944 30 732 28 665 26 744 24 928 23 261 21 727
160 A 38,8 30,4 3,98
69 233 64 192 59 453 54 715 50 300 46 334 42 556 39 145 35 883 33 005 30 405 28 016 25 857 23 843

71 575 68 112 64 485 60 797 57 102 53 467 49 977 46 915 43 761 41 005 38 236 35 775 33 368 31 152
B 54,3 42,6 4,05
97 704 91 062 84 373 77 663 71 546 65 987 60 824 55 985 51 450 47 260 43 666 40 294 37 204 34 372

130 611 124 470 118 261 112 130 105 799 99 857 93 500 87 746 82 729 77 475 72 632 68 139 63 905 59 819
M 97,1 76,2 4,26
179 404 168 098 156 014 145 552 134 497 124 234 115 093 106 370 98 458 90 656 83 857 77 678 71 958 66 736
293

! segue
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
294

A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
5,50 5,75 6,00 6,25 6,50 6,75 7,00 7,25 7,50 7,75 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0

5 142 4 767 4 415 4 092


100 A 21,2 16,7 2,51
5 272 4 830 4 489 4 170

6 381 5 929 5 489 5 096


B 26,0 20,4 2,53
6 579 5 989 5 589 5 216

14 864 13 809 12 918 12 048 11 224 10 481


M 53,2 41,8 2,74
15 780 14 400 13 248 12 188 11 430 10 746

8 390 7 755 7 198 6 716 6 314 5 939 5 563 5 227 4 906


120 A 25,3 19,9 3,02
8 933 8 252 7 650 7 056 6 528 6 002 5 663 5 315 5 009

11 533 10 676 9 884 9 220 8 661 8 157 7 664 7 190 6 761


B 34,0 26,7 3,06
12 263 11 361 10 522 9 749 8 993 8 331 7 760 7 323 6 939

25 061 23 162 21 503 19 987 18 671 17 518 16 550 15 638 14 723 13 882 13 101
M 66,4 52,1 3,25
26 367 24 572 22 919 21 281 19 821 18 376 17 109 15 828 14 972 14 126 13 439
ACCIAIO

13 615 12 642 11 704 10 880 10 164 9 501 8 919 8 404 7 958 7 557 7 160 6 417
140 A 31,4 24,7 3,52
14 313 13 242 12 319 11 552 10 834 10 111 9 479 8 848 8 258 7 730 7 233 6 542

19 136 17 803 16 523 15 360 14 339 13 418 12 563 11 830 11 187 10 627 10 098 9 058
B 43,0 33,7 3,58
20 204 18 672 17 357 16 265 15 258 14 277 13 381 12 538 11 681 10 969 10 207 9 224

38 896 36 319 33 883 31 598 29 438 27 542 25 859 24 262 22 878 21 643 20 568 18 642 16 822
M 80,6 63,2 3,77
41 471 38 372 35 565 33 141 31 076 29 253 27 527 25 832 24 315 22 808 21 360 18 776 17 110

20 316 19 019 17 787 16 682 15 627 14 594 13 662 12 863 12 120 11 420 10 815 9 794 8 924 8 099
160 A 38,8 30,4 3,98
21 965 20 295 18 859 17 530 16 368 15 351 14 498 13 695 12 896 12 172 11 482 10 160 8 999 8 239

29 212 27 327 25 595 24 002 22 509 21 070 19 737 18 562 17 490 16 492 15 594 14 092 12 869 11 687 10 654
B 54,3 42,6 4,05
31 722 29 294 27 213 25 308 23 610 22 126 20 850 19 713 18 636 17 551 16 586 14 694 13 076 11 906 10 906

56 021 52 677 49 418 46 495 43 723 41 122 38 686 36 304 34 128 32 258 30 525 27 417 24 935 22 880 20 869
M 97,1 76,2 4,26
61 890 57 416 53 076 49 448 46 193 43 179 40 535 38 195 36 224 34 344 32 486 29 121 25 947 23 164 21 264
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,25

62 350 59 518 56 932 54 154 51 498 48 676 45 912 43 410 40 721 38 542 36 219 34 146 32 091 30 162
180 A 45,3 35,5 4,52
86 116 81 269 76 231 71 207 65 994 61 491 57 261 53 062 49 309 45 853 42 431 39 353 36 671 34 124

90 069 86 180 82 460 78 453 74 818 70 539 66 900 62 918 59 345 56 173 52 785 49 781 46 890 44 152
B 65,3 51,2 4,57
124 849 117 628 110 596 103 548 96 185 89 436 83 285 77 519 72 028 66 976 62 091 57 670 53 738 49 987

157 315 151 716 145 325 139 450 133 046 126 197 119 438 113 272 107 163 100 895 95 824 90 327 85 427 80 646
M 113 88,9 4,77
220 616 208 343 196 776 184 109 172 974 161 171 150 562 140 628 131 195 122 000 113 778 105 804 98 515 92 166

76 069 73 459 70 441 67 662 64 605 61 812 58 733 55 787 52 926 50 139 47 369 45 124 42 655 40 363
200 A 53,8 42,3 4,98
106 569 101 525 96 070 90 648 85 238 79 811 74 703 69 831 65 330 61 187 57 111 53 324 49 814 46 569

110 584 107 374 103 009 98 986 94 544 90 484 86 159 82 230 78 151 74 093 70 000 66 689 63 035 59 761
B 78,1 61,3 5,07
155 619 148 316 140 605 132 710 124 817 117 735 110 215 103 049 96 775 90 703 84 710 79 402 74 129 69 371

187 225 181 167 175 488 168 784 162 574 155 640 148 835 141 471 135 312 128 360 122 018 115 631 110 459 104 674
M 131 103 5,27
264 311 254 175 241 034 228 880 215 561 203 707 190 745 179 334 168 395 158 555 148 887 139 486 130 724 122 582
ACCIAIO

92 685 90 377 87 653 84 391 81 362 77 959 75 072 71 886 68 500 65 418 62 224 59 326 56 376 53 988
220 A 64,3 50,5 5,51
132 355 126 663 121 157 115 242 109 101 102 902 97 645 91 794 86 604 81 536 76 773 72 240 67 913 63 810

131 434 128 565 124 740 120 137 115 862 111 760 107 365 102 475 98 010 93 901 89 324 85 173 80 938 77 515
B 91,0 71,5 5,59
188 637 180 123 172 345 163 970 155 628 147 290 139 800 131 433 124 012 116 756 110 302 104 040 97 790 92 248

216 727 211 235 205 517 199 505 192 548 186 059 178 645 171 799 164 318 157 461 150 467 143 582 137 239 130 740
M 149 117 5,79
310 957 298 348 287 562 274 032 261 378 247 882 235 421 222 757 210 144 198 438 187 775 176 930 167 050 157 519

112 390 110 206 107 163 104 283 100 721 97 395 94 041 90 686 86 943 83 214 79 792 76 640 73 288 69 818
240 A 76,8 60,3 6,00
161 213 155 544 150 261 144 188 137 552 130 569 123 982 118 154 111 484 105 628 100 174 94 766 89 621 84 745

155 596 152 784 148 618 144 673 139 770 135 189 130 899 125 930 121 325 116 243 111 560 106 583 102 023 97 641
B 106 83,2 6,08
223 364 215 581 208 322 199 952 190 788 181 834 172 907 164 815 155 722 148 077 139 760 132 933 125 499 118 853

295 479 290 352 283 186 275 862 269 024 260 458 252 420 243 585 235 992 226 918 217 917 209 603 200 945 192 586
M 200 157 6,39
427 431 416 626 399 588 386 872 369 524 353 666 338 569 321 348 307 307 290 873 277 028 262 769 250 337 237 062
295

! segue
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
296

A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
5,50 5,75 6,00 6,25 6,50 6,75 7,00 7,25 7,50 7,75 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0

28 419 26 683 25 147 23 700 22 355 21 110 19 934 18 797 17 734 16 707 15 792 14 204 12 838 11 730 10 815
180 A 45,3 35,5 4,52
31 752 29 556 27 544 25 619 23 893 22 370 20 980 19 717 18 598 17 612 16 753 15 113 13 643 12 224 11 022

41 510 39 064 36 805 34 706 32 784 30 929 29 210 27 598 26 083 24 564 23 204 20 897 18 836 17 202 15 872
B 65,3 51,2 4,57
46 587 43 400 40 449 37 691 35 108 32 889 30 848 28 976 27 318 25 840 24 590 22 231 20 052 18 037 16 288

75 995 71 720 67 625 63 868 60 453 57 120 54 091 51 222 48 481 45 901 43 372 38 899 35 216 32 011 29 371
M 113 88,9 4,77
86 036 80 432 75 139 70 234 65 612 61 282 57 518 54 137 50 940 48 099 45 558 41 330 37 471 34 015 30 651

38 203 36 110 34 164 32 299 30 572 29 020 27 480 26 059 24 707 23 488 22 268 19 999 18 088 16 433 15 022
200 A 53,8 42,3 4,98
43 656 40 881 38 323 35 916 33 659 31 550 29 522 27 773 26 190 24 701 23 355 21 060 19 233 17 488 15 948

56 686 53 671 50 791 48 094 45 504 43 178 40 943 38 929 36 892 35 058 33 308 29 994 27 073 24 653 22 477
B 78,1 61,3 5,07
64 983 60 927 57 081 53 651 50 384 47 252 44 277 41 562 39 243 37 032 34 987 31 507 28 745 26 252 23 918

99 464 94 323 89 686 84 931 80 610 76 427 72 656 69 012 65 717 62 523 59 477 53 859 48 644 44 214 40 404
M 131 103 5,27
114 972 108 252 101 613 95 451 89 906 84 649 79 567 74 781 70 353 66 428 62 903 56 471 51 233 47 024 42 994
ACCIAIO

51 277 48 825 46 410 44 181 42 009 39 951 37 946 36 132 34 470 32 805 31 293 28 436 25 891 23 485 21 458
220 A 64,3 50,5 5,51
59 983 56 440 53 273 50 149 47 216 44 599 42 030 39 682 37 404 35 239 33 334 29 989 27 120 24 791 22 831

73 617 70 139 66 891 63 688 60 526 57 663 54 805 52 170 49 777 47 439 45 295 41 220 37 525 34 116 31 140
B 91,0 71,5 5,59
86 608 81 618 76 810 72 503 68 439 64 614 60 985 57 553 54 350 51 243 48 365 43 563 39 351 35 881 33 974

125 485 119 428 113 929 108 913 103 748 98 855 94 305 89 743 85 570 81 769 78 034 71 289 65 179 59 543 54 236
M 149 117 5,79
148 403 140 105 132 196 124 695 118 000 111 638 105 614 99 866 94 436 89 343 84 370 75 790 68 553 62 359 57 283

66 904 64 111 61 134 58 422 55 855 53 310 50 917 48 633 46 370 44 281 42 372 38 763 35 514 32 565 29 801
240 A 76,8 60,3 6,00
80 139 75 696 71 442 67 599 64 000 60 632 57 480 54 479 51 630 48 913 46 350 41 576 37 616 34 197 31 294

93 227 89 667 85 498 81 779 78 223 74 701 71 442 68 186 65 214 62 261 59 564 54 638 50 018 45 962 42 150
B 106 83,2 6,08
112 377 106 315 100 532 95 143 90 011 85 347 80 884 76 633 72 732 68 968 65 416 58 778 53 204 48 319 44 179

184 817 176 826 170 400 162 752 156 523 149 602 143 438 137 388 131 626 126 059 120 488 110 703 101 788 93 839 86 492
M 200 157 6,39
225 124 213 378 202 797 191 819 181 897 172 723 164 280 155 928 148 215 141 004 134 086 121 181 109 322 99 581 90 915
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,25

128 593 126 255 123 491 120 443 117 542 113 836 110 357 107 084 103 227 99 638 95 627 91 927 88 545 84 922
260 A 86,8 68,2 6,50
186 384 181 148 174 383 168 943 162 360 155 463 148 068 141 345 135 205 128 471 122 209 116 230 110 312 104 927

174 815 171 636 168 581 164 470 160 554 155 529 150 809 146 367 141 116 136 230 131 314 126 392 121 816 116 850
B 118 93,0 6,58
254 230 246 261 237 995 230 632 221 956 212 307 203 181 193 997 185 607 176 802 167 794 159 660 151 473 144 224

328 972 322 936 317 117 311 505 303 448 295 546 286 821 278 596 270 830 261 527 252 842 243 294 234 780 226 842
M 220 172 6,90
475 738 464 753 453 360 436 887 422 547 405 837 389 814 373 547 356 897 342 438 326 627 311 172 296 750 282 091

145 495 142 826 140 614 137 770 134 372 131 455 127 607 123 977 120 549 116 427 112 579 108 976 104 885 101 091
280 A 97,3 76,4 7,00
211 194 206 394 201 807 194 138 188 540 181 224 174 269 166 630 159 633 153 200 146 342 139 237 132 790 126 913

195 888 192 763 190 095 185 837 181 766 177 870 172 702 167 826 163 218 157 661 153 061 147 614 142 543 137 808
B 131 103 7,09
285 277 278 885 272 773 262 466 254 961 245 934 235 744 226 541 217 075 208 290 199 064 189 407 181 142 172 656

362 172 355 556 349 779 345 441 338 205 331 035 321 885 313 021 304 631 296 680 286 972 277 880 269 346 259 649
M 240 189 7,40
528 310 517 031 501 813 487 466 473 916 457 732 442 066 425 559 408 354 392 197 377 404 361 404 344 631 329 448
ACCIAIO

169 057 165 926 163 836 161 441 158 509 154 483 150 932 146 805 142 898 139 193 134 656 130 960 126 633 122 583
300 A 112 88,3 7,49
247 281 242 075 235 011 228 900 222 051 215 415 207 635 200 397 192 262 184 762 177 825 170 304 162 406 156 025

224 906 221 390 218 716 214 775 210 974 205 737 201 736 196 259 191 071 186 150 180 106 175 727 170 331 164 118
B 149 117 7,58
329 934 322 162 313 735 306 797 296 572 288 676 278 617 267 921 258 119 248 097 237 819 228 747 218 196 209 709

461 714 453 084 447 852 440 727 434 798 426 667 417 931 407 823 397 377 387 453 378 012 366 232 357 786 347 216
M 303 238 8,00
673 334 660 341 647 840 632 348 613 671 597 904 579 442 560 463 542 687 522 226 503 253 483 591 466 154 446 477

187 170 183 704 181 390 178 739 175 492 171 035 167 103 162 534 158 208 154 106 149 083 144 991 140 201 135 717
320 A 124 97,6 7,49
273 775 268 012 260 190 253 425 245 842 238 495 229 882 221 869 212 862 204 558 196 877 188 550 179 806 172 742

243 019 239 133 236 276 232 072 227 965 222 198 217 871 211 951 206 344 201 026 194 496 189 764 183 868 177 224
B 161 127 7,57
356 392 348 108 338 873 331 233 320 318 311 782 300 770 289 357 278 627 267 803 256 838 246 908 235 466 226 355

474 718 466 542 460 319 453 818 446 768 438 354 430 252 418 898 408 129 397 899 388 169 376 050 367 348 356 379
M 312 245 7,95
693 334 678 865 665 917 651 131 630 644 614 373 594 167 575 249 556 196 535 170 515 676 496 722 477 593 456 375
297

! segue
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
298

A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
5,50 5,75 6,00 6,25 6,50 6,75 7,00 7,25 7,50 7,75 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0

81 583 78 056 75 227 72 160 69 095 66 230 63 594 60 892 58 315 55 844 53 574 49 195 45 329 41 773 38 537
260 A 86,8 68,2 6,50
99 748 94 526 89 823 85 216 80 744 76 762 72 898 69 404 66 020 62 762 59 896 54 131 48 981 44 520 40 681

112 265 107 412 103 065 99 384 95 081 91 318 87 502 84 080 80 696 77 268 74 114 68 027 62 701 57 891 53 495
B 118 93,0 6,58
137 360 130 412 123 908 117 540 111 781 106 167 100 951 96 088 91 376 86 896 82 831 75 140 68 095 61 799 56 543

218 064 209 940 201 243 193 237 186 831 178 996 172 635 165 868 159 213 153 072 146 773 135 611 125 131 115 773 107 388
M 220 172 6,90
269 209 256 726 244 592 232 592 222 025 210 943 200 916 191 154 182 644 174 099 166 159 151 315 137 796 125 390 114 393

97 561 93 703 90 287 86 695 83 828 80 544 77 453 74 437 71 648 68 841 66 287 61 222 56 464 52 392 48 563
280 A 97,3 76,4 7,00
121 174 115 359 110 077 104 785 99 978 95 203 90 512 86 397 82 350 78 664 75 052 68 452 62 462 56 916 51 877

132 534 127 649 123 111 118 215 114 113 110 079 105 613 101 861 97 785 94 152 90 538 83 619 77 395 71 787 66 512
B 131 103 7,09
165 345 157 752 150 518 143 263 136 675 130 125 124 175 118 298 112 952 107 954 102 967 93 977 85 738 78 412 71 419

251 558 242 416 233 915 225 990 217 347 209 588 202 972 194 977 188 510 181 595 175 083 162 303 150 668 139 568 129 991
M 240 189 7,40
315 360 302 513 289 094 276 420 263 599 251 915 240 623 229 581 219 508 209 516 200 470 183 756 168 368 154 468 141 589
ACCIAIO

118 338 114 477 110 472 106 737 102 655 98 874 95 872 92 187 89 036 85 765 82 726 76 920 71 303 66 246 61 680
300 A 112 88,3 7,49
149 090 142 571 136 299 130 556 124 822 119 276 114 201 109 097 104 025 99 598 95 239 87 290 80 086 73 407 67 443

158 808 153 948 148 711 143 223 138 200 133 110 129 077 124 626 119 866 115 881 111 599 103 918 96 440 89 628 83 421
B 149 117 7,58
200 765 191 668 183 887 175 845 168 476 160 972 154 108 147 197 140 880 134 574 128 808 118 196 108 385 99 708 91 544

335 502 325 642 314 805 304 666 294 711 285 597 275 455 266 008 258 560 249 094 241 194 224 965 210 325 196 077 182 943
M 303 238 8,00
429 027 411 429 395 217 379 987 364 055 349 406 334 345 320 529 307 810 294 861 281 861 259 714 239 211 220 364 203 698

131 017 126 742 122 308 118 173 113 654 109 468 106 144 102 064 98 576 94 954 91 590 85 161 78 943 73 344 68 288
320 A 124 97,6 7,49
165 064 157 846 150 902 144 544 138 196 132 055 126 437 120 786 115 170 110 269 105 444 96 643 88 666 81 272 74 669

171 379 166 239 160 478 154 656 149 134 143 641 139 288 134 485 129 249 124 968 120 351 112 070 104 009 96 665 89 975
B 161 127 7,57
216 701 206 771 198 377 189 702 181 753 173 660 166 257 158 804 151 946 145 190 138 972 127 465 116 892 107 490 98 697

343 844 333 569 323 166 312 750 301 591 292 252 281 874 272 497 264 576 254 735 246 814 230 220 214 788 200 088 186 716
M 312 245 7,95
439 528 421 493 403 851 388 283 372 014 357 053 341 682 327 581 314 149 300 799 288 126 264 900 244 044 224 873 207 464
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,25

200 755 197 037 194 317 191 712 187 962 183 448 178 949 174 044 169 401 164 999 159 614 154 937 149 834 145 008
340 A 133 105 7,46
293 356 287 152 278 748 271 137 263 335 255 092 245 853 237 260 227 612 218 719 210 494 201 584 192 233 184 374

258 113 253 614 250 548 246 487 242 124 235 862 230 924 224 629 218 669 213 016 206 085 200 937 194 315 187 756
B 171 134 7,53
378 038 369 730 359 368 350 646 339 621 330 112 318 235 306 725 294 739 283 266 272 219 261 132 249 026 239 381

480 077 472 523 465 367 459 636 451 531 442 968 434 724 423 208 412 288 401 916 392 053 379 789 370 180 358 807
M 316 248 7,90
702 222 686 453 673 262 659 478 637 447 620 931 600 457 581 291 560 674 539 422 519 723 501 411 481 273 459 884

220 174 219 404 217 905 215 824 211 852 209 908 206 126 202 478 198 957 193 569 189 773 184 620 179 325 173 782
360 A 143 112 7,43
326 857 322 913 317 778 311 966 305 401 299 107 290 586 280 230 270 937 261 584 251 308 240 235 230 972 220 965

279 261 278 354 275 810 273 208 268 148 265 688 261 540 256 283 251 826 245 961 241 172 234 650 288 471 220 911
B 181 142 7,49
413 714 409 657 402 222 395 933 387 672 379 750 368 983 355 871 345 285 332 913 319 224 306 270 294 486 281 736

495 534 490 769 486 095 481 510 477 009 472 593 465 270 459 820 451 340 442 754 430 822 422 993 412 088 401 575
M 319 250 7,83
729 143 722 264 715 514 702 386 689 730 674 496 661 712 643 942 622 007 601 516 582 333 560 206 536 458 516 950
ACCIAIO

244 615 243 087 242 148 238 950 235 556 232 801 229 189 224 954 220 268 213 958 209 714 203 987 197 026 191 204
400 A 159 125 7,34
362 572 357 793 353 137 345 446 338 082 331 026 321 526 310 017 299 304 289 306 277 294 265 528 253 994 242 977

304 615 303 433 301 714 298 412 293 333 290 642 285 405 280 354 275 349 267 494 262 228 255 095 247 239 240 098
B 198 155 7,40
452 455 446 594 440 000 431 364 422 248 413 509 401 700 387 363 374 014 361 555 347 341 331 869 318 637 304 827

506 408 501 539 496 762 492 076 487 477 482 036 474 182 466 960 457 753 448 901 438 319 428 636 417 497 403 772
M 326 256 7,70
745 143 738 113 728 034 717 798 704 865 686 316 671 850 653 627 631 232 610 321 588 788 565 414 543 579 520 339

273 846 271 589 270 482 266 859 263 704 259 898 256 551 251 057 245 793 239 328 233 964 227 553 219 775 212 511
450 A 178 140 7,29
405 179 399 760 394 483 385 828 377 545 369 609 358 959 346 078 334 090 322 177 308 544 296 918 282 588 270 295

335 385 333 156 331 854 327 459 322 963 319 010 314 234 308 237 301 808 293 156 287 335 279 482 269 942 261 770
B 218 171 7,33
496 936 490 366 483 968 473 411 463 305 453 622 440 593 424 815 410 127 396 421 379 727 363 833 347 813 332 725

518 624 515 385 510 476 505 660 498 486 492 559 486 771 476 838 467 302 458 140 449 331 437 257 425 815 411 769
M 335 263 7,59
765 714 758 491 744 872 736 049 720 910 705 263 686 515 665 485 644 743 623 281 597 427 573 611 551 621 527 767
299

! segue
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
300

A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
5,50 5,75 6,00 6,25 6,50 6,75 7,00 7,25 7,50 7,75 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0

140 252 135 407 130 666 126 246 121 418 116 945 113 392 108 922 105 309 101 442 97 849 90 986 84 348 78 225 72 841
340 A 133 105 7,46
176 179 168 750 161 328 154 531 147 509 140 960 134 968 128 845 122 954 117 548 112 412 103 046 94 557 86 649 79 553

181 143 175 697 199 556 163 830 157 565 151 762 147 158 141 876 136 661 131 687 126 970 118 112 109 630 101 905 94 866
B 171 134 7,53
229 116 218 621 209 341 200 193 191 808 183 276 175 471 167 617 160 058 153 269 146 589 134 325 123 111 113 117 103 896

347 205 335 792 326 300 315 551 304 068 294 148 283 702 275 123 266 283 256 386 248 414 231 725 216 209 201 029 187 435
M 316 248 7,90
442 886 424 708 405 891 390 240 373 899 358 872 343 443 329 286 315 020 301 786 289 396 265 751 244 885 225 706 207 831

168 175 161 823 156 170 151 286 145 764 140 499 135 045 129 886 125 106 120 033 115 356 106 318 97 669 90 228 82 968
360 A 143 112 7,43
210 490 200 963 192 261 183 181 173 817 165 363 157 539 149 667 142 509 135 530 128 691 116 733 106 082 96 594 88 012

213 836 206 065 199 430 192 496 185 900 178 633 172 467 165 873 159 764 153 274 147 434 135 982 125 108 115 605 106 453
B 181 142 7,49
268 376 256 575 245 128 233 688 222 373 211 531 201 696 191 884 182 214 173 473 165 023 149 825 135 903 124 051 112 961

388 898 376 858 363 904 352 435 340 235 328 851 317 414 307 127 295 763 285 209 275 129 254 347 235 395 217 510 201 626
M 319 250 7,83
459 581 472 969 453 326 433 857 413 775 395 412 376 773 359 812 342 771 327 271 311 619 283 317 258 028 236 068 215 924
ACCIAIO

184 530 178 306 172 190 165 949 159 888 154 253 148 135 142 483 137 114 131 696 125 956 115 947 106 959 98 117 90 624
400 A 159 125 7,34
231 464 220 992 210 559 200 368 190 165 180 951 171 812 163 551 155 299 147 710 140 311 127 109 115 609 105 084 95 832

231 836 223 567 215 391 208 532 200 919 193 842 186 146 179 038 172 453 165 466 158 937 146 264 134 669 123 986 114 201
B 198 155 7,40
290 378 277 238 265 115 252 258 239 379 227 751 216 612 205 811 196 035 186 412 177 028 160 365 145 997 132 778 121 016

392 602 379 758 367 526 354 423 343 540 331 544 320 179 308 071 296 692 286 124 274 827 254 230 235 203 217 216 200 146
M 326 256 7,70
498 798 476 055 455 296 435 862 415 625 395 178 376 648 359 520 342 242 326 071 310 861 281 887 256 918 234 334 214 151

205 712 198 121 191 644 184 375 177 638 171 375 164 583 158 308 151 778 146 104 139 966 128 755 118 484 108 725 100 389
450 A 178 140 7,29
257 518 245 870 233 553 222 267 210 974 200 773 190 658 181 167 171 896 163 528 155 370 140 808 127 796 116 220 106 039

252 691 244 105 235 906 227 184 218 885 211 171 202 796 195 060 187 570 180 296 172 433 158 628 146 340 134 250 124 006
B 218 171 7,33
316 960 302 621 288 160 274 217 260 260 247 655 235 153 223 852 212 444 202 071 191 956 173 909 158 107 143 728 131 086

398 620 386 285 372 090 360 481 347 425 335 282 323 959 311 554 300 064 289 223 278 003 256 485 236 403 218 335 201 309
M 335 263 7,59
504 419 482 839 461 660 439 259 418 931 398 417 379 819 361 249 344 410 327 586 312 103 283 141 257 787 235 209 214 536
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,25

303 077 300 191 298 682 294 625 291 852 286 834 283 090 276 988 271 143 264 874 258 034 250 940 242 348 234 325
500 A 197 155 7,24
447 624 441 869 435 638 426 010 416 797 407 975 396 171 381 920 368 659 354 414 339 389 325 585 310 804 296 349

367 692 364 367 362 850 357 963 354 074 348 574 344 061 336 674 329 597 321 345 313 705 305 098 294 662 284 917
B 239 187 7,27
543 644 536 330 529 211 517 565 506 421 495 747 481 438 464 146 448 053 431 542 413 267 396 478 378 485 361 565

530 201 528 414 524 191 519 245 509 630 504 954 496 228 487 080 478 609 466 557 457 440 445 045 433 221 418 952
M 344 270 7,46
786 286 777 688 764 445 751 480 735 734 720 635 700 154 675 238 654 000 630 513 605 626 579 996 557 656 533 504

326 154 323 048 320 106 317 009 314 074 308 364 302 990 296 380 290 053 283 991 275 914 268 283 259 070 250 468
550 A 212 166 7,15
480 127 475 514 466 939 458 378 446 480 436 909 424 173 408 847 394 590 377 221 361 174 346 436 330 690 314 359

390 769 387 048 383 876 379 813 376 296 369 455 363 459 355 552 347 981 340 726 331 049 321 906 310 858 300 543
B 254 199 7,17
575 670 569 720 559 947 549 189 535 484 524 037 508 787 490 442 473 336 453 068 433 808 416 119 397 211 377 593

544 616 541 428 539 359 532 256 524 445 518 597 510 270 501 149 490 722 476 675 467 233 454 481 438 977 426 323
M 354 278 7,35
807 521 796 907 786 568 769 461 753 083 737 387 716 243 690 617 666 762 644 500 618 121 591 537 566 195 541 640
ACCIAIO

347 692 344 381 341 132 337 922 333 109 328 431 321 008 314 435 307 124 300 623 292 014 283 049 274 102 264 065
600 A 226 178 7,05
511 698 506 916 497 615 488 618 475 790 463 197 447 190 432 595 415 711 397 993 380 206 364 634 348 041 330 861

415 385 411 429 407 547 403 738 398 624 392 727 384 222 375 763 367 669 359 915 349 630 339 674 328 214 316 936
B 270 212 7,08
611 321 605 608 594 496 583 784 568 421 554 301 536 113 518 541 498 483 476 372 455 957 437 304 417 410 396 803

560 000 554 667 511 370 544 299 539 259 529 455 522 442 511 151 500 337 489 412 476 102 462 996 447 133 432 321
M 364 285 7,22
826 484 816 449 804 227 787 027 769 345 753 014 731 190 704 863 680 365 653 264 625 547 600 087 572 837 545 509

! segue
301
Carichi utili in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
302

A p iy
HE
(cm 2 ) (kg=m) (cm)
5,50 5,75 6,00 6,25 6,50 6,75 7,00 7,25 7,50 7,75 8,00 8,50 9,00 9,50 10,0

226 817 218 253 210 490 202 928 195 100 188 220 180 765 173 878 166 612 159 928 153 388 141 212 129 750 119 102 109 686
500 A 197 155 7,24
283 226 269 771 256 095 243 739 231 383 220 218 209 152 198 310 188 537 178 971 170 079 154 201 139 783 127 070 115 994

275 796 265 386 256 538 246 806 237 786 229 402 220 312 211 915 203 051 195 294 187 337 172 378 158 416 145 387 134 078
B 239 187 7,27
344 905 329 132 312 431 297 342 282 248 268 612 255 094 242 128 229 908 218 589 207 702 188 266 170 723 155 291 141 714

405 521 390 140 377 354 365 035 352 227 338 744 326 323 313 851 302 297 290 028 278 716 257 338 236 294 218 380 200 770
M 344 270 7,46
508 208 485 203 464 191 442 538 420 379 399 908 381 337 362 519 344 562 328 059 311 601 282 968 256 737 234 061 213 200

240 830 232 585 224 761 216 292 208 214 199 751 191 851 184 551 176 860 169 452 162 471 149 005 136 983 125 815 115 594
550 A 212 166 7,15
299 701 286 101 272 330 257 963 244 937 232 730 220 634 209 733 199 076 188 748 179 438 162 346 147 320 133 472 122 219

289 424 279 523 269 707 259 950 249 853 240 069 230 571 221 796 212 547 203 947 195 242 179 309 164 822 151 365 139 235
B 254 199 7,17
360 442 343 649 327 102 310 219 294 540 280 187 265 602 252 461 239 613 227 160 215 937 195 543 177 408 160 853 147 122

411 449 397 578 383 655 370 032 356 516 349 954 330 308 317 705 305 960 293 648 381 049 258 703 238 638 218 894 202 168
M 354 278 7,35
515 973 492 629 469 657 446 918 424 151 403 591 383 196 364 763 346 545 329 598 313 073 283 592 258 045 234 529 213 859
ACCIAIO

254 597 245 052 236 012 226 986 218 625 209 636 201 357 192 842 185 294 177 378 169 805 155 392 142 937 130 893 120 383
600 A 226 178 7,05
315 297 300 198 284 995 269 908 256 338 242 974 230 648 218 404 207 393 196 724 187 099 168 830 153 092 138 807 126 710

304 905 293 449 283 295 272 463 262 429 251 634 241 692 232 004 222 836 212 885 203 790 186 876 171 868 157 353 144 980
B 270 212 7,08
378 135 360 713 342 427 324 275 307 950 291 870 277 385 262 769 249 491 236 623 225 018 202 991 184 304 167 052 152 666

417 927 402 655 388 002 374 377 359 445 346 707 332 979 320 297 306 920 294 616 282 157 259 785 238 727 219 164 201 863
M 364 285 7,22
521 453 496 590 471 694 488 701 425 974 405 438 385 086 365 147 347 171 329 210 312 879 283 716 257 233 233 649 213 323
Tabella 19.10 Travi UPN (secondo UNI 7210-73. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita dall’UNI).

b
2
I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione di una trave UPN di acciaio laminata a caldo, avente h ¼ 200 mm:
y
I UPN 200 UNI 7210-73
r1 W ¼ ¼ modulo di resistenza

e
v
sffiffiffiffiffiffi

ix
I U ¼ trave con sezione di forma analoga alla lettera U
x
i¼ ¼ raggio d’inerzia PN ¼ profilo normale

h
A
a S x ¼ momento statico di mezza sezione

r
8%

ey iy
b

Indicazione Posizione Momenti


Moduli Raggi
per la Massa del quadratici
b a e r r1 Sezione di resistenza d’inerzia Sx
designazione lineica baricentro di superficie
(mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm 2 ) (cm 3 )
ACCIAIO

h (kg=m) ey Ix Iy Wx Wy ix iy
(mm) (cm) (cm 4 ) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm 3 ) (cm) (cm)
80 45 6 8 8 4 11,0 8,65 1,45 106 19,4 26,5 6,35 3,10 1,33 15,90
100 50 6 8,5 8,5 4,5 13,5 10,6 1,55 205 29,1 41,1 8,45 3,91 1,47 24,50
120 55 7 9 9 4,5 17,0 13,3 1,61 364 43,1 60,7 11,1 4,63 1,59 36,30
140 60 7 10 10 5 20,4 16,0 1,76 605 62,5 86,4 14,7 5,45 1,75 51,40
160 65 7,5 10,5 10,5 5,5 24,0 18,9 1,84 925 85,1 116 18,2 6,21 1,88 68,80
180 70 8 11 11 5,5 28,0 22,0 1,93 1 354 114 150 22,4 6,96 2,01 89,60
200 75 8,5 11,5 11,5 6 32,2 25,3 2,01 1 911 148 191 26,9 7,71 2,24 114
220 80 9 12,5 12,5 6,5 37,4 29,4 2,14 2 691 196 245 33,5 8,48 2,29 146
240 85 9,5 13 13 6,5 42,3 33,2 2,24 3 599 247 300 39,5 9,22 2,42 179
260 90 10 14 14 7 48,3 37,9 2,37 4 824 317 371 47,8 10,0 2,56
300 100 10 16 16 8 58,8 46,1 2,70 8 028 493 535 67,6 11,7 2,90
303
Tabella 19.11 Piccoli profilati di acciaio a F laminati a caldo (secondo UNI EU 54-81. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma ori-
304

ginale edita dall’UNI).

b
b
2 I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione: U 30  15 UNI EU 54

e
y
I
8% W ¼ ¼ modulo di resistenza

vx
a
v
x
sffiffiffiffiffiffi

h
I

r
i¼ ¼ raggio d’inerzia

ix
r1
A
iy vy
d

Dimensioni Posizione Caratteristiche riferite all’asse


del
Spessore centro
Massa
Designazione Sezione Altezza Larghezza Raggi di X X Y Y
lineica Anima Ala
abbreviata (cm 2 ) gravità
(kg=m)
h b a e r r1 d Ix Wx ix Iy Wy iy
ACCIAIO

(mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

U 30  15 1,74 2,21 30 15 4 4,5 4,5 2 0,52 2,53 1,69 1,07 0,38 0,39 0,42

U 40  20 2,87 3,66 40 20 5 5,5 5 2,5 0,67 7,58 3,79 1,44 1,14 0,86 0,56

U 50  25 3,86 4,92 50 25 5 6 6 3 0,81 16,8 6,73 1,85 2,49 1,48 0,71

U 60  30 5,07 6,46 60 30 6 6 6 3 0,91 31,6 10,5 2,21 4,51 2,16 0,84

U 40  35 4,87 6,21 40 35 5 7 7 3,5 1,33 14,1 7,05 1,50 6,68 3,08 1,04

U 50  38 5,59 7,12 50 38 5 7 7 3,5 1,37 26,4 10,6 1,92 9,12 3,75 1,13

U 65  42 7,09 9,03 65 42 5,5 7,5 7,5 4 1,42 57,5 17,7 2,52 14,1 5,07 1,25
Tabella 19.12 Profilati a F serie normale accoppiati (ali interne) a distanza nulla.

i ¼ raggio di inerzia di un solo profilo rispetto al proprio asse baricentrico y-y


J ¼ momento di inerzia

2b

A i Jx Wx ix Jy Wy iy
Profilo
(cm 2 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
40  35 12,4 1,04 28,2 14,1 1,51 71,8 20,5 2,40
ACCIAIO

50  38 14,2 1,13 53,0 21,2 1,93 102 26,9 2,68


65  42 18,1 1,25 115 35,4 2,52 167 39,9 3,04
80 22,0 1,33 212 53,0 3,10 243 54,1 3,32
100 27,0 1,47 410 82,2 3,91 379 75,9 3,75
120 34,0 1,59 728 121 4,63 601 109 4,20
140 40,8 1,75 1 210 173 5,45 858 143 4,59
160 48,0 1,88 1 850 232 6,21 1 212 186 5,02
180 56,0 2,01 2 708 300 6,96 1 667 238 5,46
200 64,4 2,24 3 822 382 7,71 2 237 298 5,89
220 74,8 2,29 5 382 490 8,48 2 961 370 6,29
240 84,6 2,42 7 198 600 9,22 3 809 448 6,71
305
Tabella 19.13 Profilati a F serie normale accoppiati (ali interne) a distanze diverse.
306

y
i ¼ raggio di inerzia di un solo profilo rispetto al proprio asse baricentrico y-y
J ¼ momento di inerzia

[ ] 40  35 [ ] 50  38 [ ] 65  42 [ ] 80
A ¼ 12,4 cm 2 A ¼ 14,2 cm 2 A ¼ 18,1 cm 2 A ¼ 22 cm 2
Jx ¼ 28,2 cm 4 Jx ¼ 53 cm 4 Jx ¼ 115 cm 4 Jx ¼ 212 cm 4
d
14,1 cm 3 21,2 cm 3 35,4 cm 3 53 cm 3
ACCIAIO

Wx ¼ Wx ¼ Wx ¼ Wx ¼
(mm)
ix ¼ 1,51 cm ix ¼ 1,93 cm ix ¼ 2,52 cm ix ¼ 3,10 cm
i ¼ 1,04 cm i ¼ 1,13 cm i ¼ 1,25 cm i ¼ 1,33 cm
Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
100 181 36,1 3,81 206 41,2 3,80
110 229 41,7 4,30 261 47,5 4,28 329 59,8 4,26 400 72,6 4,26
120 284 47,4 4,78 323 53,9 4,77 407 67,8 4,74 494 82,4 4,74
130 345 53,1 5,27 393 60,5 5,25 494 76,0 5,23 600 92,3 5,22
140 413 59,0 5,76 470 67,1 5,74 590 84,3 5,71 716 102 5,70
150 486 64,8 6,26 553 73,8 6,23 696 92,7 6,20 844 112 6,19
160 566 70,7 6,75 644 80,5 6,73 810 101 6,69 983 123 6,68
170 652 76,7 7,24 742 87,3 7,22 933 110 7,18 1 132 133 7,17
180 744 82,7 7,74 847 94,1 7,71 1 066 118 7,68 1 293 144 7,66
d Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(mm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
190 842 88,7 8,24 959 101 8,21 1 207 127 8,17 1 464 154 8,16
200 947 94,7 8,73 1 079 108 8,7 1 357 136 8,67 1 647 165 8,65
220 1 175 107 9,72 1 339 121 9,7 1 685 153 9,66 2 045 186 9,64
240 1 427 119 10,7 1 627 136 10,7 2 050 171 10,6 2 487 207 10,6
260 1 705 131 11,7 1 944 149 11,7 2 450 188 11,6 2 974 229 11,6
280 2 007 143 12,7 2 290 164 12,7 2 886 206 12,6 3 504 250 12,6
300 2 334 156 13,7 2 664 178 13,7 3 359 224 13,6 4 078 272 13,6
350 3 261 186 16,2 3 723 213 16,2 4 698 268 16,1 5 706 326 16,1
400 4 343 217 18,7 4 961 248 18,7 6 263 313 18,6 7 609 380 18,6
450 5 580 248 21,2 6 376 283 21,2 8 053 358 21,1 9 787 435 21,1
500 6 972 279 23,7 7 969 319 23,7 10 070 403 23,6 12 240 490 23,6
550 8 519 310 26,2 9 741 354 26,2 12 312 448 26,1 14 968 544 26,1
600 10 222 341 28,7 11 690 390 28,6 14 779 493 28,6 17 971 599 28,6
ACCIAIO

650 12 080 372 31,2 13 818 425 31,1 17 473 538 31,1 21 249 654 31,1
700 14 094 403 33,7 16 123 461 33,6 20 393 583 33,6 24 802 709 33,6
750 16 262 434 36,2 18 607 496 36,1 23 538 628 36,1 28 630 763 36,1
800 18 586 465 38,7 21 268 532 38,6 26 909 673 38,6 32 733 818 38,6
850 24 108 567 41,1 30 505 718 41,1 37 111 873 41,1
900 27 125 603 43,6 34 328 763 43,6 41 764 928 43,6
950 38 376 808 46,1 46 692 983 46,1
1 000 42 650 853 48,6 51 895 1 038 49,6
1 050 57 373 1 093 51,1
1 100 63 126 1 148 53,6
1 150 69 154 1 203 56,1
1 200 75 457 1 258 58,6
307

! segue
[ ] 100 [ ] 120 [ ] 140 [ ] 160
308

A ¼ 27 cm 2 A ¼ 34 cm 2 A ¼ 40,8 cm 2 A ¼ 48 cm 2
Jx ¼ 410 cm 4 Jx ¼ 728 cm 4 Jx ¼ 1 210 cm 4 Jx ¼ 1 850 cm 4
d
Wx ¼ 82,2 cm 3 Wx ¼ 121 cm 3 Wx ¼ 173 cm 3 Wx ¼ 232 cm 3
(mm)
ix ¼ 3,91 cm ix ¼ 4,63 cm ix ¼ 5,45 cm ix ¼ 6,21 cm
i ¼ 1,47 cm i ¼ 1,59 cm i ¼ 1,75 cm i ¼ 1,88 cm
Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

100

110 479 87,2 4,21

120 593 98,8 4,68 741 124 4,67

130 720 111 5,16 899 138 5,14 1 042 160 5,05

140 860 123 5,64 1 074 153 5,62 1 245 178 5,52 1 448 207 5,49

150 1 014 135 6,13 1 266 169 6,10 1 469 196 6,00 1 708 228 5,96

160 1 181 148 6,61 1 475 184 6,58 1 714 214 6,48 1 992 249 6,44
ACCIAIO

170 1 362 160 7,10 1 700 200 7,07 1 978 233 6,96 2 299 271 6,92

180 1 557 173 7,59 1 943 216 7,56 2 264 251 7,45 2 631 292 7,40

190 1 765 186 8,08 2 203 232 8,05 2 569 270 7,93 2 987 314 7,89

200 1 986 199 8,57 2 480 248 8,54 2 895 289 8,42 3 366 337 8,37

220 2 469 224 9,56 3 084 280 9,52 3 608 328 9,40 4 198 382 9,35

240 3 007 250 10,5 3 757 313 10,5 4 403 367 10,4 5 125 427 10,3

260 3 598 277 11,5 4 497 346 11,5 5 280 406 11,4 6 148 473 11,3

280 4 243 303 12,5 5 305 379 12,5 6 238 445 12,4 7 268 519 12,3
d Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(mm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

300 4 943 239 13,5 6 182 412 13,5 7 277 485 13,4 8 483 566 13,3

350 6 927 396 16,0 8 671 495 16,0 10 233 585 15,8 11 941 682 15,8

400 9 249 462 18,5 11 585 579 18,5 13 699 685 18,4 16 000 800 18,3

450 11 908 529 21,0 14 923 663 20,9 17 675 786 20,8 20 658 918 20,7

500 14 905 596 23,5 18 687 747 23,4 22 161 886 23,3 25 917 1 037 23,2

550 18 240 663 26,0 22 876 832 25,9 27 157 987 25,8 31 775 1 155 25,7

600 21 912 730 28,5 27 490 916 28,4 32 663 1 089 28,3 38 233 1 274 28,2

650 25 921 798 31,0 32 529 1 001 30,9 38 679 1 190 30,8 45 292 1 394 30,7

700 30 268 865 33,5 37 992 1 085 33,4 45 205 1 292 33,3 52 950 1 513 33,2
ACCIAIO

750 34 953 932 36,0 43 881 1 170 35,9 52 241 1 393 35,8 61 209 1 632 35,7

800 39 975 999 38,5 50 195 1 255 38,4 59 787 1 494 38,3 70 067 1 752 38,2

850 45 334 1 067 41,0 56 934 1 340 40,9 67 843 1 596 40,8 79 541 1 872 40,7

900 51 031 1 134 43,5 64 098 1 424 43,4 76 409 1 698 43,3 89 584 1 991 43,2

950 57 066 1 201 46,0 71 686 1 509 45,9 85 485 1 800 45,8 100 242 2 110 45,7

1 000 63 438 1 269 48,5 79 700 1 594 48,4 95 071 1 901 48,3 111 500 2 230 48,2

1 050 70 147 1 336 51,0 88 139 1 679 50,9 105 166 2 003 50,8 123 359 2 350 50,7

1 100 77 194 1 404 53,5 97 003 1 764 53,4 115 772 2 105 53,3 135 817 2 469 53,2

1 150 84 579 1 471 56,0 106 291 1 849 55,9 126 888 2 207 55,8 148 876 2 589 55,7

1 200 92 301 1 538 58,5 116 005 1 933 58,4 138 514 2 309 58,3 162 534 2 709 58,2
309

! segue
[ ] 180 [ ] 200 [ ] 220 [ ] 240
310

A ¼ 56 cm 2 A ¼ 64,4 cm 2 A ¼ 74,8 cm 2 A ¼ 84,6 cm 2


Jx ¼ 2 708 cm 4 Jx ¼ 3 822 cm 4 Jx ¼ 5 382 cm 4 Jx ¼ 7 198 cm 4
d
Wx ¼ 300 cm 3 Wx ¼ 382 cm 3 Wx ¼ 490 cm 3 Wx ¼ 600 cm 3
(mm)
ix ¼ 6,96 cm ix ¼ 7,71 cm ix ¼ 8,48 cm ix ¼ 9,22 cm
i ¼ 2,01 cm i ¼ 2,14 cm i ¼ 2,29 cm i ¼ 2,42 cm
Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

100

110

120

130

140

150 1 965 262 5,92

160 2 291 286 6,40 2 607 326 6,36


ACCIAIO

170 2 645 311 6,87 3 008 354 6,83 3 418 402 6,76

180 3 027 336 7,35 3 443 382 7,31 3 912 435 7,23 4 360 484 7,18

190 3 437 362 7,83 3 909 411 7,79 4 444 468 7,71 4 953 521 7,65

200 3 875 387 8,32 4 407 441 8,27 5 013 501 8,19 5 588 559 8,13

220 4 835 439 9,29 5 501 500 9,24 6 264 569 9,15 6 986 635 9,08

240 5 907 492 10,3 6 723 560 10,2 7 664 639 10,1 8 553 713 10,0

260 7 090 545 11,3 8 074 621 11,2 9 214 709 11,1 10 289 791 11,0

280 8 386 599 12,2 9 554 682 12,1 10 913 779 12,0 12 194 871 12,0
d Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(mm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

300 9 794 653 13,2 11 163 774 13,1 12 762 851 13,0 14 271 951 12,9

350 13 804 789 15,7 15 748 900 15,6 18 039 1 031 15,5 20 195 1 154 15,4

400 18 513 926 18,2 21 138 1 057 18,1 24 251 1 213 18,0 27 178 1 359 17,9

450 23 923 1 063 20,7 27 334 1 215 20,6 31 399 1 395 20,5 35 219 1 565 20,4

500 30 033 1 201 23,2 34 334 1 373 23,1 39 481 1 479 22,9 44 318 1 773 22,8

550 36 842 1 340 25,7 42 139 1 532 25,6 48 498 1 764 25,5 54 474 1 981 25,4

600 44 352 1 478 28,1 50 749 1 692 28,0 58 450 1 948 27,9 65 688 2 189 27,8

650 52 561 1 617 30,6 60 164 1 851 30,5 69 337 2 133 30,4 77 959 2 399 30,3

700 61 471 1 756 33,1 70 385 2 011 33,0 81 159 2 319 32,9 91 288 2 608 32,8
ACCIAIO

750 71 081 1 895 35,6 81 410 2 171 35,5 93 917 2 504 35,4 105 674 2 818 35,3

800 81 390 2 035 38,1 93 240 2 331 38,0 107 608 2 690 37,9 121 118 3 028 37,8

850 92 400 2 174 40,6 105 876 2 491 40,5 122 236 2 876 40,4 137 619 3 238 40,3

900 104 109 2 313 43,1 119 316 2 651 43,0 137 798 3 062 42,9 155 178 3 448 42,8

950 116 519 2 453 45,6 133 561 2 812 45,5 154 295 3 248 45,4 173 794 3 659 45,3

1 000 129 628 2 593 48,1 148 611 2 972 48,0 171 727 3 434 47,9 193 468 3 869 47,8

1 050 143 438 2 732 50,6 164 467 3 133 50,5 190 094 3 621 50,4 214 199 4 080 50,3

1 100 157 947 2 872 53,1 181 127 3 293 53,0 209 396 3 807 52,9 235 988 4 291 52,8

1 150 173 157 3 011 55,6 198 592 3 454 55,5 229 633 3 994 55,4 258 834 4 501 55,3

1 200 189 067 3 151 58,1 216 863 3 614 58,0 250 806 4 180 57,9 282 738 4 712 57,8
311

! segue
Tabella 19.14 Profilati a F serie normale accoppiati (ali esterne) a distanza nulla.
312

y
i ¼ raggio di inerzia di un solo profilo rispetto al proprio asse baricentrico y-y
J ¼ momento di inerzia

A i Jx Wx ix Jy Wy iy
Profilo
(cm 2 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

40  35 12,4 1,04 28,2 14,1 1,51 35,0 10,1 1,69

50  38 14,2 1,13 53,0 21,2 1,93 45,0 11,8 1,78


ACCIAIO

65  42 18,1 1,25 115 35,4 2,52 64,0 15,3 1,86

80 22,0 1,33 212 53,0 3,10 85,0 18,9 1,96

100 27,0 1,47 410 82,2 3,91 123 24,6 2,13

120 34,0 1,59 728 121 4,63 173 31,5 2,26

140 40,8 1,75 1 210 173 5,45 251 41,9 2,48

160 48,0 1,88 1 850 232 6,21 333 51,2 2,63

180 56,0 2,01 2 708 300 6,96 434 62,0 2,78

200 64,4 2,14 3 822 382 7,71 556 74,1 2,94

220 74,8 2,29 5 382 490 8,48 738 92,3 3,14

240 84,6 2,42 7 198 600 9,22 918 108 3,29


Tabella 19.15 Profilati a F serie normale accoppiati (ali esterne) a distanze diverse.
y
i ¼ raggio di inerzia di un solo profilo rispetto al proprio asse baricentrico y-y
J ¼ momento di inerzia

] [ 40  35 ] [ 50  38 ] [ 65  42 ] [ 80
A ¼ 12,4 cm 2 A ¼ 14,2 cm 2 A ¼ 18,1 cm 2 A ¼ 22 cm 2
d Jx ¼ 28,2 cm 4 Jx ¼ 53 cm 4 Jx ¼ 115 cm 4 Jx ¼ 212 cm 4
(mm) Wx ¼ 14,1 cm 3 Wx ¼ 21,2 cm 3 Wx ¼ 35,4 cm 3 Wx ¼ 53 cm 3
ix ¼ 1,51 cm ix ¼ 1,93 cm ix ¼ 2,52 cm ix ¼ 3,10 cm
ACCIAIO

i ¼ 1,04 cm i ¼ 1,13 cm i ¼ 1,25 cm i ¼ 1,33 cm


Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
10 55 13,7 2,10 68 15,8 2,19 94 20,1 2,29 122 24,4 2,35
15 67 15,8 2,33 82 18,0 2,40 113 22,8 2,50 145 27,6 2,57
20 81 17,9 2,55 98 20,4 2,62 133 25,7 2,72 171 31,1 2,79
25 96 20,2 2,78 116 22,9 2,85 156 28,7 2,94 199 34,6 3,01
30 113 22,5 3,01 135 25,5 3,09 182 31,9 3,17 230 38,3 3,23
35 131 25,0 3,25 157 28,2 3,32 209 35,2 3,41 264 42,2 3,47
40 151 27,4 3,49 180 31,0 3,56 239 38,6 3,64 301 46,3 3,70
45 172 30,0 3,66 205 33,8 3,79 271 42,0 3,88 340 50,4 3,93
50 195 32,6 3,97 231 36,7 4,03 305 45,6 4,11 382 54,6 4,17
60 246 37,9 4,45 290 42,6 4,51 381 52,9 4,59 474 63,2 4,64
313

! segue
d Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
314

(mm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
70 303 43,3 4,94 356 48,7 5,00 465 60,4 5,07 578 72,3 5,13
80 366 48,8 5,43 429 55,0 5,49 558 68,1 5,56 692 81,4 5,61
90 435 54,4 5,92 509 61,3 5,98 661 75,9 6,05 818 90,9 6,10
100 511 60,1 6,41 596 67,7 6,47 772 83,9 6,54 954 100 6,58
110 592 65,8 6,91 690 74,2 6,96 893 92,0 7,03 1 100 110 7,08
120 680 71,6 7,40 791 80,8 7,46 1 022 100 7,53 1 260 120 7,57
130 775 77,5 7,90 900 87,4 7,95 1 161 109 8,02 1 430 130 8,06
140 875 83,3 8,40 1 016 94,0 8,45 1 308 117 8,51 1 610 140 8,55
150 981 89,2 8,89 1 138 101 8,94 1 465 125 9,01 1 800 150 9,05
160 1 094 95,1 9,39 1 268 107 9,44 1 630 134 9,50 2 000 160 9,54
180 1 338 107 10,4 1 549 121 10,4 1 989 151 10,5 2 440 181 10,5
200 1 607 119 11,4 1 859 135 11,4 2 383 168 11,5 2 920 202 11,5
220 1 901 131 12,4 2 197 148 12,4 2 814 185 12,5 3 450 223 12,5
240 2 220 143 13,4 2 563 162 13,4 3 280 202 13,5 4 020 244 13,5
ACCIAIO

250 2 389 149 13,9 2 757 169 13,9 3 527 211 14,0 4 320 254 14,0
260 2 564 155 14,4 2 958 176 14,4 3 783 220 14,5 4 630 265 14,5
280 2 932 167 15,4 3 382 190 15,4 4 322 238 15,5 5 290 286 15,5
300 3 325 180 16,4 3 834 204 16,4 4 897 255 16,5 5 990 307 16,5
320 3 743 192 17,4 4 314 218 17,4 5 508 273 17,5 6 740 329 17,5
350 4 417 210 18,9 5 088 239 18,9 6 493 299 19,0 7 940 361 19,0
380 5 146 229 20,4 5 927 260 20,4 7 558 326 20,5 9 240 393 20,5
400 5 664 241 21,4 6 521 274 21,4 8 314 344 21,5 10 160 415 21,5
420 7 144 288 22,4 9 106 361 22,5 11 127 436 22,5
450 8 132 309 23,9 10 361 388 24,0 12 658 469 24,0
500 9 920 344 26,4 12 634 433 26,5 15 430 523 26,5
550
600
] [ 100 ] [ 120 ] [ 140 ] [ 160
A ¼ 27 cm 2 A ¼ 34 cm 2 A ¼ 40,8 cm 2 A ¼ 48 cm 2
d Jx ¼ 410 cm 4 Jx ¼ 728 cm 4 Jx ¼ 1 210 cm 4 Jx ¼ 1 850 cm 4
(mm) Wx ¼ 82,2 cm 3 Wx ¼ 121 cm 3 Wx ¼ 173 cm 3 Wx ¼ 232 cm 3
ix ¼ 3,91 cm ix ¼ 4,63 cm ix ¼ 5,45 cm ix ¼ 6,21 cm
i ¼ 1,47 cm i ¼ 1,59 cm i ¼ 1,75 cm i ¼ 1,88 cm
Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

10 172 31,2 2,52 236 39,3 2,64 333 51,3 2,86 433 61,9 3,00

15 201 35,0 2,72 274 43,8 2,84 382 56,6 3,06 492 67,9 3,20

20 234 39,0 2,94 316 48,6 3,05 436 62,2 3,27 557 74,3 3,41

25 270 43,2 3,16 362 53,6 3,26 494 68,2 3,48 628 81,1 3,62

30 310 47,6 3,39 413 59,0 3,48 559 74,5 3,70 706 88,2 3,83

35 353 52,3 3,62 468 64,6 3,71 627 81,0 3,92 789 95,6 4,05
ACCIAIO

40 398 56,9 3,84 527 70,3 3,93 702 87,7 4,15 878 103 4,28

45 449 61,9 4,08 590 76,1 4,17 781 94,6 4,38 973 111 4,50

50 500 66,7 4,31 658 82,3 4,40 865 102 4,61 1 074 119 4,73

60 618 77,3 4,78 806 94,8 4,87 1 049 127 5,07 1 294 136 5,19

70 747 87,9 5,26 971 108 5,34 1 253 132 5,54 1 539 154 5,66

80 890 98,9 5,74 1 150 121 5,82 1 478 148 6,02 1 807 172 6,14

90 1 050 111 6,23 1 350 135 6,30 1 723 164 6,50 2 099 191 6,61

100 1 217 122 6,72 1 567 150 6,79 1 989 181 6,98 2 416 210 7,09

110 1 400 133 7,20 1 800 164 7,28 2 275 198 7,47 2 756 230 7,58
315

! segue
d Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
316

(mm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

120 1 600 145 7,70 2 050 178 7,76 2 582 215 7,95 3 120 250 8,06
130 1 810 157 8,19 2 320 193 8,26 2 908 233 8,44 3 509 270 8,55
140 2 030 169 8,67 2 600 208 8,75 3 256 250 8,93 3 921 290 9,04
150 2 270 182 9,17 2 900 223 9,24 3 623 268 9,42 4 357 311 9,53
160 2 520 194 9,66 3 220 239 9,73 4 011 286 9,92 4 818 332 10,0
180 3 060 219 10,6 3 910 270 10,7 4 848 323 10,9 5 810 375 11,0
200 3 660 244 11,6 4 654 301 11,7 5 767 360 11,9 6 899 418 12,0
220 4 310 269 12,6 5 480 332 12,7 6 768 398 12,9 8 083 461 12,9
240 5 020 295 13,6 6 380 365 13,7 7 850 436 13,8 9 364 506 13,9
250 5 390 308 14,1 6 850 381 14,2 8 421 455 14,3 10 040 528 14,5
260 5 770 321 14,6 7 330 396 14,7 9 013 474 14,8 10 741 551 14,9
ACCIAIO

280 6 590 347 15,6 8 360 429 15,7 10 259 513 15,8 12 213 596 15,9
300 7 450 373 16,6 9 460 461 16,7 11 585 552 16,8 13 782 641 16,9
320 8 370 399 17,6 10 620 494 17,7 12 994 591 17,8 15 447 686 17,9
350 9 860 438 19,1 12 490 543 19,2 15 259 649 19,3 18 124 755 19,4
380 11 460 478 20,6 14 510 592 20,7 17 709 708 20,8 21 017 824 20,9
400 12 600 504 21,6 15 960 625 21,7 19 443 748 21,8 23 065 870 21,9
420 13 787 530 22,6 17 467 659 22,7 21 260 787 22,8 25 210 917 22,9
450 15 675 570 24,1 19 850 709 24,1 24 137 847 24,3 28 607 986 24,4
500 19 090 636 26,6 24 161 792 26,6 29 342 946 26,8 34 748 1 103 26,9
550 22 843 703 29,1 28 897 876 29,1 35 056 1 046 29,3 41 490 1 220 29,4
600 26 934 769 31,6 34 058 959 31,6 41 290 1 146 31,8 48 832 1 338 31,9
] [ 180 ] [ 200 ] [ 220 ] [ 240
A ¼ 56 cm 2 A ¼ 64,4 cm 2 A ¼ 74,8 cm 2 A ¼ 84,6 cm 2
d Jx ¼ 2 708 cm 4 Jx ¼ 3 822 cm 4 Jx ¼ 5 382 cm 4 Jx ¼ 7 198 cm 4
(mm) Wx ¼ 300 cm 3 Wx ¼ 382 cm 3 Wx ¼ 490 cm 3 Wx ¼ 600 cm 3
ix ¼ 6,96 cm ix ¼ 7,71 cm ix ¼ 8,48 cm ix ¼ 9,22 cm
i ¼ 2,01 cm i ¼ 2,14 cm i ¼ 2,29 cm i ¼ 2,42 cm
Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
(cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)

10 555 74,0 3,14 702 87,8 3,32 917 108 3,50 1 129 125 3,65

15 627 80,9 3,34 787 95,4 3,51 1 021 117 3,69 1 250 135 3,84

20 705 88,1 3,55 880 104 3,70 1 133 126 3,89 1 382 145 4,04

25 794 96,2 3,77 980 112 3,90 1 251 135 4,09 1 524 156 4,24

30 883 104 3,97 1 093 121 4,12 1 387 146 4,31 1 677 168 4,45

35 986 113 4,20 1 206 130 4,33 1 524 156 4,51 1 841 180 4,66
ACCIAIO

40 1 089 121 4,41 1 333 140 4,55 1 678 168 4,74 2 015 192 4,88

45 1 206 130 4,64 1 464 150 4,77 1 833 179 4,95 2 199 205 5,09

50 1 323 139 4,86 1 610 160 5,00 2 006 191 5,18 2 395 218 5,32

60 1 589 159 5,33 1 912 182 5,45 2 368 215 5,63 2 817 245 5,77

70 1 879 179 5,79 2 251 205 5,91 2 771 241 6,09 3 281 273 6,22

80 2 197 200 6,26 2 622 228 6,38 3 212 268 6,55 3 788 303 6,69

90 2 543 221 6,74 3 025 252 6,85 3 690 295 7,02 4 317 334 7,16

100 2 911 243 7,21 3 460 277 7,33 4 209 324 7,50 4 928 365 7,63

110 3 319 266 7,70 3 928 302 7,81 4 758 352 7,98 5 562 397 8,10
317

! segue
d Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy Jy Wy iy
318

(mm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm)
120 3 749 288 8,18 4 428 328 8,29 5 348 382 8,46 6 238 430 8,58
130 4 207 312 8,67 4 960 354 8,72 5 975 412 8,94 6 956 464 9,06
140 4 693 335 9,16 5 524 381 9,26 6 640 443 9,42 7 717 498 9,55
150 5 204 359 9,64 6 122 408 9,75 7 347 474 9,91 8 520 532 10,0
160 5 750 383 10,1 6 749 435 10,2 8 083 505 10,4 9 365 567 10,5
180 6 918 432 11,1 8 102 491 11,2 9 674 569 11,3 11 182 639 11,5
200 8 199 482 12,1 9 585 547 12,2 11 420 634 12,4 13 170 712 12,5
220 9 590 533 13,1 11 196 605 13,2 13 307 700 13,3 15 324 786 13,5
240 11 094 584 14,0 12 936 663 14,1 15 347 767 14,3 17 649 861 14,4
250 11 890 609 14,6 13 850 693 14,7 16 430 801 14,8 18 880 899 14,9
260 12 710 635 15,0 14 805 722 15,1 17 537 835 15,3 20 143 937 15,4
ACCIAIO

280 14 439 687 16,0 16 803 781 16,1 19 877 903 16,3 22 806 1 013 16,4
300 16 279 740 17,0 18 930 841 17,1 22 370 973 17,3 25 640 1 091 17,4
320 18 231 793 18,0 21 184 902 18,1 25 005 1 042 18,3 28 640 1 169 18,4
350 21 369 872 19,5 24 809 992 19,6 29 244 1 147 19,7 33 460 1 287 19,9
380 24 759 952 21,0 28 723 1 084 21,1 33 820 1 252 21,2 38 660 1 406 21,4
400 27 159 1 006 22,0 31 494 1 145 22,1 37 057 1 323 22,2 42 338 1 485 22,4
420 29 672 1 060 23,0 34 393 1 207 23,1 40 444 1 394 23,2 46 186 1 565 23,4
450 33 650 1 140 24,5 38 983 1 299 24,6 45 805 1 502 24,7 52 275 1 686 24,8
500 40 840 1 276 27,0 47 278 1 454 27,1 55 488 1 681 27,2 63 268 1 888 27,3
550 48 731 1 412 29,5 56 378 1 611 29,6 66 106 1 862 29,7 75 320 2 092 29,8
600 57 321 1 549 32,0 66 283 1 767 32,1 77 659 2 043 32,2 88 428 2 297 32,3
Tabella 19.16 Profilati a A ad ali uguali e a spigoli arrotondati di acciaio, laminati a caldo (secondo UNI EN 10055-1998. La garanzia di esattezza del testo è data
esclusivamente dalla norma originale edita dall’UNI).

b
Y
b vy iy I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione: TEN 10055-T40 - acciaio EN 10025 - S235JR
4

t
2:100 I

d
W ¼ ¼ modulo di resistenza

r
r1
X X v

ix
s

h
sffiffiffiffiffiffi

vx
I

2
h
2:100
i¼ ¼ raggio d’inerzia
A

r2
Y

Dimensioni Posizione Caratteristiche rspetto all’asse


del
Altezza Larghezza Spessore Raggi di raccordo centro X X Y Y
Sezione
Massa di gravità
Designazione trasversale
Ix Iy
h b set r r1 r2 d Ix vx ix Iy iy
vy
ACCIAIO

(kg/m) (cm2 ) (mm) (cm) (cm4 ) (cm3 ) (cm) (cm4 ) (cm3 ) (cm)
T 30 1,77 2,26 30 30 4 4 2 1 0,85 1,72 0,80 0,87 0 0,58 0,62
T 35 2,33 2,97 35 35 4,5 4,5 2,5 1 0,99 3,10 1,23 1,04 1,57 0,90 0,73
T 40 2,96 3,77 40 40 5 5 2,5 1 1,12 5,28 1,84 1,18 2,58 1,29 0,83
T 50 4,44 5,66 50 50 6 6 3 1,5 1,39 12,1 3,36 1,46 6,06 2,42 1,03
T 60 6,23 7,94 60 60 7 7 3,5 2 1,66 23,8 5,48 1,73 12,2 4,07 1,24
T 70 8,32 10,6 70 70 8 8 4 2 1,94 44,5 8,79 2,05 22,1 6,32 1,44
T 80 10,7 13,6 80 80 9 9 4,5 2 2,22 73,27 12,8 2,33 37,0 9,25 1,65
T 100 16,4 20,9 100 100 11 11 5,5 3 2,74 179 24,6 2,92 88,3 17,7 2,05
T 120 23,2 29,6 120 120 13 13 6,5 3 3,28 366 42,0 3,51 178 29,7 2,45
T 140 31,3 39,9 140 140 15 15 7,5 4 3,80 660 64,7 4,07 330 47,2 2,88
319
Tabella 19.17 Angolari ad ali disuguali e a spigoli arrotondati laminati a caldo (secondo UNI EN 10056-1. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente
320

dalla norma originale edita dall’UNI).

V y I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione di un angolare a lati diseguali e a spigoli ar-


t

Cu
rotondati di acciaio laminato a caldo, avente a ¼ 50 mm, b ¼ 30 mm e
Z ðWÞ ¼ modulo di resistenza t ¼ 5 mm:

a
U
x a L EN 10056-1-50305
rracc r ðiÞ ¼ raggio d’inerzia
r

cx
r ar

cy
cv

Area della Distanze dal centro Caratteristiche geometriche riferite agli assi Inclinazione
Dimensioni
Massa sezione di gravità X-X Y-Y U-U V-V dell’asse
Designazione
(kg=m) trasversale a b t r racc cx cy cu cv Ix rx Zx Iy ry Zy Iu ru Iv rv V-V
(cm 2 ) (mm) (mm) (mm) (mm) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 ) (cm 4 ) (cm) (cm 3 ) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) tang a

30 203 1,12 1,43 30 20 3 4 0,990 0,502 2,05 1,04 1,25 0,935 0,621 0,437 0,553 0,292 1,43 1,00 0,256 0,424 0,427
30 204 1,46 1,86 30 20 4 4 1,03 0,541 2,02 1,04 1,59 0,925 0,807 0,533 0,546 0,379 1,81 0,988 0,330 0,421 0,421
ACCIAIO

40 204 1,77 2,26 40 20 4 4 1,47 0,48 2,58 1,17 3,59 1,26 1,42 0,600 0,514 0,393 3,80 1,30 0,393 0,417 0,252

40 254 1,93 2,46 40 25 4 4 1,36 0,623 2,69 1,35 3,89 1,26 1,47 1,16 0,687 0,619 4,35 1,33 0,700 0,534 0,380
45 304 2,25 2,87 45 30 4 4,5 1,48 0,74 3,07 1,58 5,78 1,42 1,91 2,05 0,85 0,91 6,65 1,52 1,18 0,64 0,436

50 305 2,96 3,78 50 30 5 5 1,73 0,741 3,33 1,65 9,36 1,57 2,86 2,51 0,816 1,11 10,3 1,65 1,54 0,639 0,352
60 305 3,36 4,28 60 30 5 5 2,17 0,684 3,88 1,77 15,6 1,91 4,07 2,63 0,784 1,14 16,5 1,97 1,71 0,633 0,257

60 405 3,76 4,79 60 40 5 6 1,96 0,972 4,10 2,11 17,2 1,89 4,25 6,11 1,13 2,02 19,7 2,03 3,54 0,86 0,434
60 406 4,46 5,68 60 40 6 6 2,00 1,01 4,08 2,10 20,1 1,88 5,03 7,12 1,12 2,38 23,1 2,02 4,16 0,855 0,431

65 505 4,35 5,54 65 50 5 6 1,99 1,25 4,53 2,39 23,2 2,05 5,14 11,9 1,47 3,19 28,8 2,28 6,32 1,07 0,577
70 506 5,41 6,89 70 50 6 7 2,23 1,25 4,83 2,52 33,4 2,20 7,01 14,2 1,43 3,78 39,7 2,40 7,92 1,07 0,500

75 506 5,65 7,19 75 50 6 7 2,44 1,21 5,12 2,64 40,5 2,37 8,01 14,4 1,42 3,81 46,6 2,55 8,36 1,08 0,435
75 508 7,39 9,41 75 50 8 7 2,52 1,29 5,08 2,62 52,0 2,35 10,4 18,4 1,40 4,95 59,6 2,52 10,8 1,07 0,430

80 406 5,41 6,89 80 40 6 7 2,85 0,884 5,20 2,38 44,9 2,55 8,73 7,59 1,05 2,44 47,6 2,63 4,93 0,845 0,258
80 408 7,07 9,01 80 40 8 7 2,94 0,963 5,14 2,34 57,6 2,53 11,4 9,61 1,03 3,16 60,9 2,60 6,34 0,838 0,253
Distanze dal centro Caratteristiche geometriche riferite agli assi
Area della Dimensioni Inclinazione
Massa sezione di gravità X-X Y-Y U-U V-V dell’asse
Designazione
(kg=m) trasversale V-V
(cm 2 ) a b t r racc cx cy cu cv Ix rx Zx Iy ry Zy Iu ru Iv rv tang a
(mm) (mm) (mm) (mm) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 ) (cm 4 ) (cm) (cm 3 ) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm)
80 607 7,36 9,38 80 60 7 8 2,51 1,52 5,55 2,92 59,0 2,51 10,7 28,4 1,74 6,34 72,0 2,77 15,4 1,28 0,546
100 506 6,84 8,71 100 50 6 8 3,51 1,05 6,55 3,00 89,9 3,21 13,8 15,4 1,33 3,89 95,4 3,31 9,92 1,07 0,262
100 508 8,97 11,4 100 50 8 8 3,60 1,13 6,48 2,96 116 3,19 18,2 19,7 1,31 5,08 123 3,28 12,8 1,06 0,258
100 657 8,77 11,2 100 65 7 10 3,23 1,51 6,83 3,49 113 3,17 16,6 37,6 1,83 7,53 128 3,39 22,0 1,40 0,415
100 658 9,94 12,7 100 65 8 10 3,27 1,55 6,81 3,47 127 3,16 18,9 42,2 1,83 8,54 144 3,37 24,8 1,40 0,413
100 6510 12,3 15,6 100 65 10 10 3,36 1,63 6,76 3,45 154 3,14 23,2 51,0 1,81 10,5 175 3,35 30,1 1,39 0,410
100 758 10,6 13,5 100 75 8 10 3,10 1,87 6,95 3,65 133 3,14 19,3 64,1 2,18 11,4 162 3,47 34,6 1,60 0,547
100 7510 13,0 16,6 100 75 10 10 3,19 1,95 6,92 3,65 162 3,12 23,8 77,6 2,16 14,0 197 3,45 42,2 1,59 0,544
100 7512 15,4 19,7 100 75 12 10 3,27 2,03 6,89 3,65 189 3,10 28,0 90,2 2,14 16,5 230 3,42 49,5 1,59 0,540
120 808 12,2 15,5 120 80 8 11 3,83 1,87 8,23 4,23 226 3,82 27,6 80,8 2,28 13,2 260 4,10 46,6 1,74 0,437
120 8010 15,0 19,1 120 80 10 11 3,92 1,95 8,19 4,21 276 3,80 34,1 98,1 2,26 16,2 317 4,07 56,8 1,72 0,435
120 8012 17,8 22,7 120 80 12 11 4,00 2,03 8,15 4,20 323 3,77 40,4 114 2,24 19,1 371 4,04 66,7 1,71 0,431
125 758 12,2 15,5 125 75 8 11 4,14 1,68 8,44 4,20 247 4,00 29,6 67,6 2,09 11,6 274 4,21 40,9 1,63 0,360
125 7510 15,0 19,1 125 75 10 11 4,23 1,76 8,39 4,17 302 3,97 36,5 82,1 2,07 14,3 334 4,18 49,9 1,61 0,357
125 7512 17,8 22,7 125 75 12 11 4,31 1,84 8,33 4,15 354 3,95 43,2 95,5 2,05 16,9 391 4,15 58,5 1,61 0,354
ACCIAIO

135 658 12,2 15,5 135 65 8 11 4,78 1,34 8,79 3,95 291 4,34 33,4 45,2 1,71 8,75 307 4,45 29,4 1,38 0,245
135 6510 15,0 19,1 135 65 10 11 4,88 1,42 8,72 3,91 356 4,31 41,3 54,7 1,69 10,8 375 4,43 35,9 1,37 0,243
150 759 15,4 19,6 150 75 9 12 5,26 1,57 9,82 4,50 455 4,82 46,7 77,9 1,99 13,1 483 4,96 50,2 1,60 0,261
150 7510 17,0 21,7 150 75 10 12 5,31 1,61 9,79 4,48 501 4,81 51,6 85,6 1,99 14,5 531 4,95 55,1 1,60 0,261
150 7512 20,2 25,7 150 75 12 12 5,40 1,69 9,72 4,44 588 4,78 61,3 99,6 1,97 17,1 623 4,92 64,7 1,59 0,258
150 7515 24,8 31,7 150 75 15 12 5,52 1,81 9,63 4,40 713 4,75 75,2 119 1,94 21,0 753 4,88 78,6 1,58 0,253
150 9010 18,2 23,2 150 90 10 12 5,00 2,04 10,1 5,03 533 4,80 53,3 146 2,51 21,0 591 5,05 88,3 1,95 0,360
150 9012 21,6 27,5 150 90 12 12 5,08 2,12 10,1 5,00 627 4,77 63,3 171 2,49 24,8 694 5,02 104 1,94 0,358
150 9015 26,6 33,9 150 90 15 12 5,21 2,23 9,98 4,98 761 4,74 77,7 205 2,46 30,4 841 4,98 126 1,93 0,354
150100 10 19,0 24,2 150 100 10 12 4,81 2,34 10,3 5,29 553 4,79 54,2 199 2,87 25,9 637 5,13 114 2,17 0,438
150100 12 22,5 28,7 150 100 12 12 4,89 2,42 10,2 5,28 651 4,76 64,4 233 2,85 30,7 749 5,11 134 2,16 0,436
200100 10 23,0 29,2 200 100 10 15 6,93 2,01 13,2 6,05 1 220 6,46 93,2 210 2,68 26,3 1 290 6,65 135 2,15 0,263
200100 12 27,3 34,8 200 100 12 15 7,03 2,10 13,1 6,00 1 440 6,43 111 247 2,67 31,3 1 530 6,63 159 2,14 0,262
200100 15 33,75 43,0 200 100 15 15 7,16 2,22 13,0 5,84 1 758 6,4 137 299 2,64 38,5 1 864 6,59 193 2,12 0,260
200150 12 32,0 40,8 200 150 12 15 6,08 3,61 13,9 7,34 1 650 6,36 119 803 4,44 70,5 2 030 7,04 430 3,25 0,552
200150 15 39,6 50,5 200 150 15 15 6,21 3,73 13,9 7,33 2 022 6,33 147 979 4,40 86,9 2 476 7,00 526 3,23 0,551
321
Tabella 19.18 Angolari a lati disuguali accoppiati a A a distanze diverse, lati minori dorso a dorso: valori statici.
322

i ¼ raggio d’inerzia minimo di un solo profilo


J ¼ momento d’inerzia
k

d
d (mm)
w

0 8 10 12 15 20

A i Jk ik Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw
Angolare
(cm 2 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm)

30  50  5 7,56 0,642 5,08 0,820 41,4 2,34 53,1 2,65 56,4 2,73 59,9 2,81 65,3 2,94 75,1 3,15

30  60  5 8,58 0,629 5,20 0,779 70,8 2,87 87,0 3,18 91,4 3,26 96,1 3,35 103 3,47 116 3,68

40  60  5 9,58 0,860 12,2 1,13 71,2 2,73 87,7 3,03 92,4 3,11 97,1 3,19 105 3,31 118 3,51
40  60  6 11,4 0,855 14,2 1,12 85,6 2,75 105 3,05 111 3,13 116 3,21 126 3,33 142 3,54
ACCIAIO

40  80  6 13,8 0,838 15,2 1,05 202 3,83 235 4,13 244 4,21 254 4,29 268 4,41 294 4,62

50  75  7 16,6 1,07 33,0 1,41 195 3,43 230 3,73 240 3,80 250 3,88 266 4,01 294 4,21

50  100  8 23,0 1,05 39,0 1,31 528 4,79 598 5,10 617 5,18 636 5,26 665 5,38 716 5,58

60  80  7 18,7 1,28 57,0 1,75 237 3,56 278 3,85 289 3,93 300 4,01 318 4,13 350 4,33

65  100  9 28,4 1,39 93,4 1,82 595 4,58 675 4,88 696 4,95 718 5,03 752 5,15 812 5,35

65  130  8 30,2 1,38 89,6 1,72 1 150 6,17 1 270 6,48 1 300 6,56 1 330 6,64 1 380 6,76 1 460 6,95
5  130  10 37,2 1,37 108 1,71 1 450 6,24 1 590 6,54 1 630 6,62 1 670 6,70 1 730 6,82 1 830 7,01

80  120  10 38,2 1,72 196 2,27 1 140 5,46 1 260 5,74 1 300 5,83 1 330 5,90 1 390 6,03 1 480 6,22

100  150  10 48,4 2,17 396 2,85 2 220 6,77 2 410 7,06 2 460 7,13 2 520 7,22 2 590 7,32 2 730 7,51
Tabella 19.19 Angolari a lati disuguali accoppiati a A a distanze diverse, lati maggiori dorso a dorso: valori statici.

w i ¼ raggio d’inerzia minimo di un solo profilo


k
J ¼ momento d’inerzia

d d (mm)

0 8 10 12 15 20

A i Jk ik Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw
Angolare
(cm 2 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm)

30  50  5 7,56 0,642 18,8 1,58 9,26 1,11 14,9 1,40 16,7 1,49 18,7 1,57 21,9 1,71 28,1 1,93

30  60  5 8,58 0,629 31,2 1,90 9,17 1,03 15,2 1,33 17,2 1,42 19,3 1,50 22,7 1,63 29,4 1,85

40  60  5 9,58 0,860 34,4 1,89 21,2 1,49 30,2 1,78 32,9 1,85 35,8 1,93 40,6 2,06 49,4 2,27
40  60  6 11,4 0,855 40,2 1,88 25,8 1,50 36,8 1,80 40,1 1,88 43,7 1,96 49,4 2,08 60,1 2,30
ACCIAIO

40  80  6 13,8 0,838 89,8 2,55 25,9 1,37 37,8 1,66 41,4 1,73 45,4 1,81 51,8 1,94 63,9 2,15

50  75  7 16,6 1,07 92,8 2,36 58,9 1,88 78,1 2,17 83,8 2,25 89,7 2,33 99,4 2,45 117 2,65

50  100  8 23,0 1,05 232 3,18 68,4 1,72 92,8 2,01 100 2,09 108 2,17 120 2,28 143 2,49

60  80  7 18,7 1,28 118 2,51 101 2,32 127 2,60 134 2,68 142 2,75 154 2,87 177 3,07

65  100  9 28,4 1,39 282 3,15 165 2,41 206 2,69 217 2,76 230 2,85 249 2,96 284 3,16

65  130  8 30,2 1,38 526 4,17 146 2,20 184 2,47 195 2,54 207 2,62 225 2,73 259 2,93
5  130  10 37,2 1,37 642 4,15 187 2,24 236 2,52 250 2,59 265 2,67 288 2,79 332 2,98

80  120  10 38,2 1,72 552 3,80 341 2,99 407 3,26 405 3,34 445 3,41 475 3,53 529 3,72

100  150  10 48,4 2,17 1 104 4,78 661 3,70 759 3,96 786 4,03 814 4,10 858 4,21 936 4,40
323
Tabella 19.20 Aste costituite da una coppia di angolari a lati disuguali accoppiati a A, lati minori dorso a dorso, sollecitate a compressione assiale.
324

N ¼ carico utile [kg]


N N N N
r am ¼ tensione normale ammissibile [kg=cm 2 ]
A ¼ sezione dell’asta [cm 2 ]
k x ¼ coefficiente di aumento del carico

l
l ¼ lunghezza dell’asta [m]
Flessione nel piano w  w
w l1 ¼ lunghezza libera di inflessione [m]
A
N ¼ r am ik ¼ raggio d’inerzia minimo [cm]
x l 1= 2.l l 1= l l 1 = 0,8. l l 1 = 0,7. l
l1
k ¼ ¼ snellezza
r adm ¼ 160 N/mm2 ik
(numeri neri) Esempi di condizioni di vincolo;
2
relazione tra l 1 ed l
r adm ¼ 240 N/mm
(numeri chiari)
ACCIAIO

Snellezza k 4 150 a sinistra della linea


Snellezza k > 200 a destra della linea
Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40 1,50 1,60 1,70 1,80 1,90 2,00 2,10 2,20 2,30 2,40 2,50 2,60 2,70 2,80

5 412 4 728 4 136 3 632 3 199 2 809 2 490 2 217 2 001 1 828 1 663 1 517
30  50  5 7,56 0,820
6 192 5 278 4 516 3 868 3 359 2 958 2 650 2 363 2 100 1 873 1 693 1 556

5 754 4 990 4 350 3 801 3 321 2 911 2 577 2 307 2 093 1 898 1 722
30  60  5 8,58 0,779
6 514 5 523 4 669 4 012 3 488 3 095 2 744 2 433 2 153 1 931 1 765

9 503 8 612 7 833 7 116 6 464 5 858 5 318 4 839 4 408 4 021 3 661 3 340 3 070 2 820 2 613 2 441 2 287 2 136 1 997 1 866
40  60  5 9,58 1,13
11 734 10 428 9 257 8 218 7 318 6 523 5 825 5 190 4 671 4 221 3 846 3 543 3 266 3 006 2 766 2 535 2 331 2 170 2 030 1 907

11 210 10 158 9 239 8 394 7 595 6 883 6 251 5 690 5 177 4 715 4 286 3 912 3 594 3 303 3 067 2 863 2 682 2 499 2 337 2 182
6 11,4 1,12
13 838 12 277 10 873 9 648 8 596 7 664 6 829 6 078 5 475 4 945 4 508 4 155 3 827 3 517 3 233 2 967 2 713 2 545 2 380 2 219

12 805 11 592 10 439 9 401 8 446 7 614 6 888 6 228 5 638 5 091 4 631 4 227 3 880 3 590 3 349 3 115 2 892 2 692
40  80  6 13,8 1,05
15 612 13 702 12 042 10 645 9 408 8 329 7 358 6 581 5 910 5 367 4 923 4 498 4 119 3 748 3 434 3 153 2 944 2 752

19 294 17 965 16 703 15 513 14 404 13 308 12 310 11 402 10 534 9 730 9 026 8 365 7 770 7 215 6 699 6 205 5 767 5 388 5 036 4 727
50  75  7 16,6 1,41
25 110 22 796 20 854 18 943 17 202 15 614 14 202 12 939 11 813 10 778 9 843 8 969 8 238 7 586 7 018 6 528 6 121 5 742 5 359 5 024

25 484 23 639 21 783 20 043 18 449 16 979 15 626 14 352 13 175 12 137 11 214 10 346 9 553 8 809 8 126 7 556 7 020 6 555 6 148 5 798
ACCIAIO

50  100  8 23,0 1,31


32 585 29 413 26 675 24 020 21 652 19 541 17 691 16 021 14 532 13 161 11 943 10 930 10 021 9 252 8 619 8 044 7 471 6 967 6 472 6 014

24 241 23 169 22 023 20 757 19 610 18 469 17 352 16 312 15 321 14 414 13 556 12 740 11 920 11 200 10 525 9 893 9 333 8 782 8 268 7 792
60  80  7 18,7 1,75
32 896 30 680 28 638 26 534 24 582 22 782 21 156 19 574 18 128 16 773 15 545 14 424 13 397 12 447 11 563 10 741 9 970 9 322 8 719 8 175

33 635 32 010 30 305 28 643 27 037 25 292 23 759 22 401 20 978 19 700 18 449 17 328 16 222 15 190 14 282 13 419 12 604 11 869 11 161 10 507
10 26,2 1,71
45 479 42 213 39 385 36 447 33 617 31 188 28 823 26 678 24 595 22 718 21 069 19 538 18 109 16 800 15 583 14 419 13 430 12 544 11 723 11 003

37 414 35 795 34 053 32 472 30 614 28 971 27 305 25 698 24 324 22 857 21 557 20 306 19 080 17 978 16 885 15 910 14 992 14 175 13 363 12 609
65  100  9 28,4 1,82
51 075 48 019 44 878 41 611 38 759 36 093 33 535 31 161 28 977 26 866 24 914 23 218 21 601 20 135 18 732 17 462 16 260 15 142 14 197 13 311

38 866 37 090 35 038 33 149 31 259 29 322 27 546 25 972 24 321 22 868 21 438 20 087 18 854 17 653 16 596 15 607 14 669 13 786 12 992 12 228
65  130  8 30,2 1,72
52 655 48 881 45 612 42 254 39 021 36 206 33 458 30 965 28 590 26 394 24 498 22 713 21 047 19 556 18 138 16 809 15 629 14 614 13 653 12 811

47 757 45 449 43 028 40 669 38 388 35 911 33 734 31 806 29 785 27 971 26 195 24 603 23 032 21 568 20 279 19 052 17 896 16 852 15 848 14 918
10 37,2 1,71
64 573 59 936 55 921 51 749 47 731 44 283 40 925 37 878 34 921 32 256 29 915 27 741 25 712 23 854 22 126 20 472 19 069 17 810 16 645 15 623

54 089 52 666 50 740 48 949 47 281 45 384 43 608 41 587 39 745 38 060 36 294 34 490 33 034 31 384 30 013 28 537 27 238 25 941 24 662 23 504
80  120  10 38,2 2,27
75 990 72 731 69 499 66 087 62 564 59 398 55 848 52 856 49 886 47 043 44 418 41 802 39 427 37 155 34 954 32 957 31 128 29 371 27 717 26 214
325

! segue
Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
326

A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
2,90 3,00 3,10 3,20 3,30 3,40 3,50 3,60 3,70 3,80 3,90 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00

30  50  5 7,56 0,820

30  60  5 8,58 0,779

40  60  5 9,58 1,13

6 11,4 1,12

40  80  6 13,8 1,05

4 454 4 217 4 004 3 796 3 588 3 402 3 222


50  75  7 16,6 1,41
4 692 4 377 4 100 3 832 3 654 3 465 3 291

5 485 5 175 4 875 4 602


ACCIAIO

50  100  8 23,0 1,31


5 589 5 242 4 965 4 721

7 336 6 899 6 508 6 164 5 834 5 526 5 258 5 015 4 797 4 598 4 411 4 221 3 782
60  80  7 18,7 1,75
7 694 7 272 6 906 6 560 6 207 5 890 5 582 5 284 4 990 4 743 4 469 4 273 3 868

9 855 9 270 8 762 8 290 7 837 7 444 7 085 6 765 6 480 6 209 5 935 5 668 5 074
10 26,2 1,71
10 367 9 831 9 319 8 831 8 352 7 911 7 482 7 048 6 689 6 309 6 003 5 772 5 178

11 915 11 243 10 601 10 006 9 494 9 015 8 549 8 140 7 761 7 425 7 132 6 855 6 161 5 557
65  100  9 28,4 1,82
12 505 11 792 11 156 10 618 10 099 9 602 9 102 8 654 8 218 7 771 7 390 7 019 6 275 5 685

11 477 10 808 10 196 9 660 9 129 8 664 8 240 7 867 7 543 7 226 6 915 6 598 5 917
65  130  8 30,2 1,72
12 067 11 441 10 844 10 277 9 716 9 213 8 723 8 220 7 802 7 372 6 980 6 721 6 055

13 993 13 163 12 441 11 770 11 127 10 059 10 059 9 606 9 201 8 816 8 426 8 048 7 204
10 37,2 1,71
14 719 13 958 13 232 12 538 11 858 11 233 10 623 10 007 9 498 8 958 8 524 8 196 7 351

22 367 21 335 20 356 19 411 18 549 17 710 16 905 16 154 15 435 14 706 14 043 13 408 12 076 10 911 9 954 9 187 7 759
80  120  10 38,2 2,27
24 778 23 400 22 101 20 845 19 764 18 761 17 833 16 961 16 170 15 450 14 810 14 230 12 862 11 595 10 403 9 394 7 926
Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40 1,50 1,60 1,70 1,80 1,90 2,00 2,10 2,20 2,30 2,40 2,50 2,60 2,70 2,80

80 705 78 458 76 333 73 713 71 267 68 547 66 328 63 448 60 797 58 359 55 820 53 375 50 848 48 812 46 536 44 523 42 541 40 560 38 748 36 993
90  200  10 56,4 2,38
113 925 110 034 105 390 100 385 95 578 90 453 86 189 81 320 76 972 72 817 68 887 65 359 61 610 58 267 55 043 51 957 49 021 46 520 43 979 41 619

88 306 85 838 83 504 80 631 77 949 74 868 72 396 69 384 66 483 63 814 60 910 58 241 55 483 53 260 50 684 48 582 46 323 44 260 42 284 40 288
11 61,8 2,37
124 665 120 395 115 131 109 651 104 559 98 833 94 122 88 803 84 053 79 380 75 161 71 251 67 167 63 526 60 004 56 597 53 457 50 653 47 892 45 278

95 466 92 755 90 194 87 059 84 135 80 790 77 700 74 491 71 242 68 264 65 128 62 268 59 319 56 937 54 187 51 690 49 414 47 122 44 867 42 778
12 67,2 2,33
134 820 130 150 123 861 118 152 112 321 106 687 100 954 95 241 90 139 85 105 80 385 75 893 71 557 67 571 63 712 60 175 56 752 53 697 50 794 48 045

117 239 114 207 110 560 106 689 103 080 98 962 95 161 91 011 87 208 83 184 79 516 75 740 72 273 69 251 65 910 62 877 59 922 57 082 54 480 51 909
15 82,8 2,30
165 420 159 031 151 896 144 684 137 007 130 104 122 931 116 122 109 344 103 617 97 495 92 056 86 810 81 792 77 023 72 687 68 741 64 904 61 342 57 987

71 321 70 344 68 777 67 278 65 843 63 935 62 135 60 434 58 380 56 809 54 792 52 914 51 053 49 204 47 392 45 709 43 891 42 264 40 871 39 212
100  150  10 48,4 2,85
103 181 100 932 97 127 94 358 91 024 87 258 84 014 80 510 77 106 73 839 70 258 67 329 64 158 61 335 58 547 55 945 53 246 50 795 48 411 46 143
ACCIAIO

Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri


A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
2,90 3,00 3,10 3,20 3,30 3,40 3,50 3,60 3,70 3,80 3,90 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00

35 313 33 653 32 142 30 761 29 397 28 150 26 918 25 725 24 666 23 583 22 590 21 571 19 353 17 509 15 918 14 616 12 472
90  200  10 56,4 2,38
39 436 37 366 35 410 33 566 31 754 30 070 28 600 27 259 25 942 24 747 23 656 22 658 20 558 18 631 16 907 15 232 12 689

38 461 36 657 35 014 33 511 32 029 30 628 29 279 28 035 26 835 25 660 24 549 23 438 21 055 19 039 17 314 15 901 13 556
11 61,8 2,37
42 935 40 645 38 524 36 521 34 538 32 720 31 134 29 641 28 213 26 917 25 735 24 652 22 373 20 259 18 380 16 558 13 803

40 822 38 919 37 186 35 483 33 929 32 416 30 998 29 659 28 355 27 127 25 876 24 735 22 233 20 072 18 276 16 843 14 311
12 67,2 2,33
45 450 43 034 40 703 38 489 36 394 34 564 32 842 31 253 29 768 28 417 27 184 26 082 23 668 21 392 19 340 17 441 14 576

49 385 47 095 45 008 42 958 41 027 39 160 37 456 35 797 34 190 32 641 31 153 29 794 26 768 24 164 22 058 20 320 17 232
15 82,8 2,30
54 829 51 862 49 077 46 345 43 830 41 649 39 582 37 627 35 856 34 244 32 771 31 515 28 532 25 734 23 196 20 950 17 521

37 866 36 393 34 991 33 693 32 352 31 114 29 967 28 794 27 709 26 703 25 696 24 788 22 611 20 619 18 781 17 125 14 477 12 498 10 963 9 588
100  150  10 48,4 2,85
43 997 41 967 40 150 38 321 36 625 34 968 33 454 31 949 30 559 29 210 27 909 26 636 23 964 21 657 19 722 18 160 15 428 13 019 11 090 9 840
327
Tabella 19.21 Angolari ad ali uguali e a spigoli arrotondati laminati a caldo (secondo UNI EN 10056-1. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente
328

dalla norma originale edita dall’UNI).

I ¼ momento d’inerzia Esempio di designazione di un angolare a lati uguali e a spigoli arro-


C
u tondati di acciaio laminato a caldo, avente a ¼ 70 mm e t ¼ 7 mm:
t y
Z ðWÞ ¼ modulo di resistenza L EN 10056-1-70707
Cv U C

a
u

cc r ðiÞ ¼ raggio d’inerzia


r ra x
r

t
r ar

Cx
V
Cy

Distanze dal centro Caratteristiche geometriche riferite agli assi


Area della Dimensioni
Massa sezione di gravità X-X ¼ Y-Y U-U V-V
Designazione
(kg=m) trasversale
(cm 2 ) a t rracc c x ¼ cy cu cv Ix ¼ Iy rx ¼ ry Zx ¼ Zy Iu ru Iv rv Zv
ACCIAIO

(mm) (mm) (mm) (cm) (cm) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 ) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 )

20  20  3 0,882 1,12 20 3 3,5 0,598 1,41 0,846 0,392 0,590 0,279 0,618 0,742 0,165 0,383 0,195

25  25  3 1,12 1,42 25 3 3,5 0,723 1,77 1,02 0,803 0,751 0,452 1,27 0,945 0,334 0,484 0,326
25  25  4 1,45 1,85 25 4 3,5 0,762 1,77 1,08 1,02 0,741 0,586 1,61 0,931 0,430 0,482 0,399

30  30  3 1,36 1,74 30 3 5 0,835 2,12 1,18 1,40 0,899 0,649 2,22 1,13 0,585 0,581 0,496
30  30  4 1,78 2,27 30 4 5 0,878 2,12 1,24 1,80 0,892 0,850 2,85 1,12 0,754 0,577 0,607

35  35  4 2,09 2,67 35 4 5 1,00 2,47 1,42 2,95 1,05 1,18 4,68 1,32 1,23 0,678 0,865

40  40  4 2,42 3,08 40 4 6 1,12 2,83 1,58 4,47 1,21 1,55 7,09 1,52 1,86 0,777 1,17
40  40  5 2,97 3,79 40 5 6 1,16 2,83 1,64 5,43 1,20 1,91 8,60 1,51 2,26 0,773 1,38
Distanze dal centro Caratteristiche geometriche riferite agli assi
Area della Dimensioni
Massa sezione di gravità X-X ¼ Y-Y U-U V-V
Designazione
(kg=m) trasversale
(cm 2 ) a t rracc c x ¼ cy cu cv Ix ¼ Iy rx ¼ ry Zx ¼ Zy Iu ru Iv rv Zv
(mm) (mm) (mm) (cm) (cm) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 ) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 )

45  45  4,5 3,06 3,90 45 4,5 7 1,25 3,18 1,78 7,14 1,35 2,20 11,4 1,71 2,94 0,870 1,65

50  50  4 3,06 3,89 50 4 7 1,36 3,54 1,92 8,97 1,52 2,46 14,2 1,91 3,73 0,979 1,94
50  50  5 3,77 4,80 50 5 7 1,40 3,54 1,99 11,0 1,51 3,05 17,4 1,90 4,55 0,973 2,29
50  50  6 4,47 5,69 50 6 7 1,45 3,54 2,04 12,8 1,50 3,61 20,3 1,89 5,34 0,968 2,61

60  60  5 4,57 5,82 60 5 8 1,64 4,24 2,32 19,4 1,82 4,45 30,7 2,30 8,03 1,17 3,46
60  60  6 5,42 6,91 60 6 8 1,69 4,24 2,39 22,8 1,82 5,29 36,1 2,29 9,44 1,17 3,96
60  60  8 7,09 9,03 60 8 8 1,77 4,24 2,50 29,2 1,80 6,89 46,1 2,26 12,2 1,16 4,86

65  65  7 6,83 8,7 65 7 9 1,85 4,60 2,62 33,4 1,96 7,18 53,0 2,47 13,8 1,26 5,27

70  70  6 6,38 8,13 70 6 9 1,93 4,95 2,73 36,9 2,13 7,27 58,5 2,68 15,3 1,37 5,60
70  70  7 7,38 9,40 70 7 9 1,97 4,95 2,79 42,3 2,12 8,41 67,1 2,67 17,5 1,36 6,28
ACCIAIO

75  75  6 6,85 8,73 75 6 9 2,05 5,30 2,90 45,8 2,29 8,41 72,7 2,89 18,9 1,47 6,53
75  75  8 8,99 11,4 75 8 9 2,14 5,30 3,02 59,1 2,27 11,0 93,8 2,86 24,5 1,46 8,09

80  80  8 9,63 12,3 80 8 10 2,26 5,66 3,19 72,2 2,43 12,6 115 3,06 29,9 1,56 9,37
80  80  10 11,9 15,1 80 10 10 2,34 5,66 3,30 87,5 2,41 15,4 139 3,03 36,4 1,55 11,0

90  90  7 9,61 12,2 90 7 11 2,45 6,36 3,47 92,6 2,75 14,1 147 3,46 38,3 1,77 11,0
90  90  8 10,9 13,9 90 8 11 2,50 6,36 3,53 104 2,74 16,1 166 3,45 43,1 1,76 12,2
90  90  9 12,2 15,5 90 9 11 2,54 6,36 3,59 116 2,73 17,9 184 3,44 47,9 1,76 13,3
90  90  10 13,4 17,1 90 10 11 2,58 6,36 3,65 127 2,72 19,8 201 3,42 52,6 1,75 14,4

100  100  8 12,2 15,5 100 8 12 2,74 7,07 3,87 145 3,06 19,9 230 3,85 59,9 1,96 15,5
100  100  10 15,0 19,2 100 10 12 2,82 7,07 3,99 177 3,04 24,6 280 3,83 73,0 1,95 18,3
100  100  12 17,8 22,7 100 12 12 2,90 7,07 4,11 207 3,02 29,1 328 3,80 85,7 1,94 20,9
329

! segue
Caratteristiche geometriche riferite agli assi
330

Area della Distanze dal centro


Dimensioni
Massa sezione di gravità X-X ¼ Y-Y U-U V-V
Designazione
(kg=m) trasversale
(cm 2 ) a t rracc c x ¼ cy cu cv Ix ¼ Iy rx ¼ ry Zx ¼ Zy Iu ru Iv rv Zv
(mm) (mm) (mm) (cm) (cm) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 ) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 3 )

120  120  10 18,2 23,2 120 10 13 3,31 8,49 4,69 313 3,67 36,0 497 4,63 129 2,36 27,5
120  120  12 21,6 27,5 120 12 13 3,40 8,49 4,80 368 3,65 42,7 584 4,60 152 2,35 31,6

130  130  12 23,6 30,0 130 12 14 3,64 9,19 5,15 472 3,97 50,4 750 5,00 194 2,54 37,7

150  150  10 23,0 29,3 150 10 16 4,03 10,6 5,71 624 4,62 56,9 990 5,82 258 2,97 45,1
150  150  12 27,3 34,8 150 12 16 4,12 10,6 5,83 737 4,60 67,7 1 170 5,80 303 2,95 52,0
150  150  15 33,8 43,0 150 15 16 4,25 10,6 6,01 898 4,57 83,5 1 430 5,76 370 2,93 61,6

160  160  15 36,2 46,1 160 15 17 4,49 11,3 6,35 1 100 4,88 95,6 1 750 6,15 453 3,14 71,3

180  180  16 43,5 55,4 180 16 18 5,02 12,7 7,11 1 680 5,51 130 2 690 6,96 679 3,50 95,5
180  180  18 48,6 61,9 180 18 18 5,10 12,7 7,22 1 870 5,49 145 2 960 6,92 768 3,52 106

200  200  16 48,5 61,8 200 16 18 5,52 14,1 7,81 2 430 6,16 162 3 720 7,76 960 3,94 123
ACCIAIO

200  200  18 54,3 69,1 200 18 18 5,60 14,1 7,92 2 600 6,13 181 4 150 7,75 1 050 3,90 133
200  200  20 59,9 76,3 200 20 18 5,68 14,1 8,04 2 850 6,11 199 4 530 7,70 1 170 3,92 146
200  200  24 71,1 90,6 200 24 18 5,84 14,1 8,26 3 330 6,06 235 5 280 7,64 1 380 3,90 167

250  250  28 104 133 250 28 18 7,24 17,7 10,2 7 700 7,62 433 12 200 9,61 3 170 4,89 309
250  250  35 128 163 250 35 18 7,50 17,7 10,6 9 260 7,54 529 14 700 9,48 3 860 4,87 364
Tabella 19.22 Angolari a lati uguali accoppiati a stella a distanze diverse: valori statici.

w k i ¼ raggio d’inerzia minimo di un solo profilo


J ¼ momento d’inerzia

d
d (mm)
d
0 8 10 12 15 20

A i Jk ik Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw
Angolare
(cm 2 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm)

35  5 6,54 0,670 11,3 1,31 17,2 1,62 30,2 2,14 34,1 2,28 38,2 2,41 45,0 2,62 57,6 2,96

40  4 6,16 0,780 14,2 1,52 19,1 1,76 32,2 2,29 36,0 2,42 40,1 2,55 46,7 2,75 58,8 3,09
5 7,58 0,770 17,3 1,51 24,8 1,81 41,5 2,34 46,3 2,47 51,4 2,61 59,7 2,81 75,0 3,15

45  5 8,60 0,870 24,8 1,70 34,7 2,01 55,2 2,53 61,1 2,67 67,4 2,80 77,3 3,00 95,7 3,34
ACCIAIO

50  5 9,60 0,970 34,8 1,90 46,8 2,21 71,6 2,73 78,6 2,86 86,1 2,99 97,9 3,19 119 3,53
6 11,4 0,970 40,8 1,89 57,8 2,25 88,0 2,78 96,5 2,91 106 3,05 120 3,25 146 3,58

60  6 13,8 1,17 72,2 2,29 97,8 2,66 140 3,18 152 3,31 164 3,44 183 3,64 218 3,98
8 18,1 1,16 92,2 2,26 137 2,75 194 3,28 210 3,42 227 3,55 253 3,74 300 4,08

70  7 18,8 1,36 134 2,67 182 3,11 247 3,63 265 3,76 284 3,89 314 4,09 367 4,42

80  8 24,6 1,56 230 3,06 311 3,56 409 4,08 435 4,21 463 4,34 506 4,53 582 4,86
10 30,2 1,55 278 3,03 403 3,65 526 4,18 560 4,31 594 4,44 649 4,63 745 4,97

90  9 31,0 1,76 368 3,44 495 4,00 632 4,52 669 4,65 707 4,78 766 4,97 871 5,30

100  10 38,4 1,95 560 3,83 758 4,44 945 4,96 995 5,09 1 050 5,22 1 130 5,42 1 270 5,74
12 45,4 1,94 656 3,80 936 4,54 1 160 5,06 1 220 5,19 1 280 5,32 1 380 5,52 1 550 5,84
331
Tabella 19.23 Angolari a lati uguali accoppiati a A a distanze diverse: valori statici.
332

i ¼ raggio d’inerzia minimo di un solo profilo


w
J ¼ momento d’inerzia
k

d d (mm)

0 8 10 12 15 20

A i Jk ik Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw Jw iw
Angolare
(cm 2 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm) (cm 4 ) (cm)

35  5 6,54 0,670 7,12 1,04 14,2 1,47 20,7 1,78 22,7 1,86 24,8 1,94 28,2 2,07 34,4 2,29

40  4 6,16 0,780 8,94 1,21 16,7 1,65 23,2 1,94 25,2 2,02 27,2 2,10 30,5 2,23 36,7 2,44
5 7,58 0,770 10,9 1,20 21,0 1,67 29,3 1,97 31,8 2,05 34,4 2,13 38,5 2,25 46,2 2,47

45  5 8,60 0,870 15,7 1,35 29,8 1,86 40,0 2,16 42,8 2,23 46,0 2,31 51,2 2,44 60,4 2,65
ACCIAIO

50  5 9,60 0,970 22,0 1,51 40,7 2,06 53,0 2,35 56,7 2,43 60,5 2,51 66,3 2,63 77,4 2,84
6 11,4 0,970 25,6 1,50 49,2 2,08 64,5 2,38 69,0 2,46 73,5 2,54 80,6 2,66 93,8 2,87

60  6 13,8 1,17 45,6 1,82 84,9 2,48 106 2,77 112 2,85 118 2,92 128 3,04 145 3,24
8 18,1 1,16 58,4 1,80 115 2,52 144 2,82 152 2,90 160 2,97 174 3,10 197 3,30

70  7 18,8 1,36 84,6 2,12 158 2,90 190 3,18 200 3,26 208 3,33 224 3,45 250 3,65

80  8 24,6 1,56 144 2,42 269 3,31 319 3,60 331 3,67 346 3,75 368 3,87 405 4,06
10 30,2 1,55 175 2,41 341 3,36 402 3,65 418 3,72 436 3,80 464 3,92 513 4,12

90  9 31,0 1,76 232 2,73 431 3,73 501 4,02 518 4,09 536 4,16 568 4,28 619 4,47

100  10 38,4 1,95 354 3,04 658 4,14 753 4,43 778 4,50 802 4,57 844 4,69 914 4,88
12 45,4 1,94 414 3,02 770 4,19 907 4,47 940 4,55 969 4,62 1 020 4,74 1 103 4,93
Tabella 19.24 Aste costituite da una coppia di angolari a lati uguali accoppiati a A, sollecitate a compressione assiale.

w
N ¼ carico utile [kg] N N N N

k r am ¼ tensione normale ammissibile [kg=cm 2 ]


A ¼ sezione dell’asta [cm 2 ]
Flessione nel piano w  w

l
x ¼ coefficiente di aumento del carico
A
N ¼ r am l ¼ lunghezza dell’asta [m]
x
l1 ¼ lunghezza libera di inflessione [m]
l 1= 2.l l 1= l l 1 = 0,8. l l 1 = 0,7. l
ik ¼ raggio d’inerzia minimo [cm]
l1
r adm ¼ 160 N/mm2 S235 k ¼ ¼ snellezza
ik
(numeri neri) Esempi di condizioni di vincolo;
relazione tra l1 ed l
2
r adm ¼ 240 N/mm S355
(numeri chiari)
ACCIAIO

Snellezza k 4 150 a sinistra della linea


Snellezza k > 200 a destra della linea
333

! segue
Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
334

A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40 1,50 1,60 1,70 1,80 1,90 2,00 2,10 2,20 2,30 2,40 2,50 2,60

8 714 8 068 7 353 6 672 6 011 5 437 4 883 4 394 3 949 3 561 3 213 2 904 2 630 2 371 2 159 1 969 1 808 1 677 1 562 1 450 1 348 1 252
355 6,54 1,04
11 968 10 650 9 421 8 312 7 314 6 421 5 640 4 974 4 397 3 884 3 432 3 065 2 755 2 506 2 298 2 096 1 918 1 743 1 593 1 475 1 371 1 273

8 621 8 106 7 590 7 028 6 452 5 914 5 391 4 944 4 524 4 122 3 763 3 438 3 149 2 888 2 649 2 427 2 224 2 049 1 894 1 758 1 640 1 541
404 6,16 1,21
12 086 11 067 10 009 9 002 8 089 7 249 6 492 5 805 5 192 4 667 4 190 3 770 3 383 3 064 2 783 2 546 2 351 2 181 2 015 1 868 1 724 1 595

10 577 9 941 9 282 8 581 7 875 7 233 6 603 6 034 5 513 5 025 4 577 4 182 3 826 3 505 3 124 2 941 2 695 2 487 2 296 2 131 1 989 1 871
5 7,58 1,20
14 830 13 576 12 237 11 003 9 887 8 845 7 910 7 051 6 317 5 673 5 096 4 575 4 103 3 713 3 375 3 089 2 856 2 648 2 443 2 263 2 084 1 931

12 392 11 817 11 110 10 404 9 736 9 044 8 341 7 697 7 134 6 571 6 056 5 581 5 139 4 745 4 383 4 054 3 757 3 476 3 209 2 973 2 770 2 582
455 8,60 1,35
17 486 16 323 15 082 13 736 12 484 11 331 10 297 9 311 8 428 7 621 6 916 6 272 5 707 5 190 4 708 4 310 3 952 3 642 3 377 3 158 2 952 2 750

14 077 13 593 12 978 12 290 11 583 10 936 10 193 9 544 8 869 8 283 7 692 7 148 6 657 6 178 5 742 5 345 4 983 4 644 4 336 4 045 3 772 3 515
555 9,60 1,51
20 191 19 083 17 900 16 580 15 299 14 010 12 893 11 791 10 803 9 882 9 023 8 262 7 571 6 943 6 380 5 859 5 378 4 950 4 581 4 246 3 956 3 709

16 683 16 142 15 371 14 553 13 714 12 906 12 053 11 259 10 463 9 771 9 075 8 431 7 840 7 267 6 756 6 290 5 865 5 461 5 090 4 750 4 424 4 124
6 11,4 1,50
23 930 22 612 21 155 19 590 18 119 16 548 15 200 13 888 12 726 11 643 10 605 9 714 8 902 8 167 7 489 6 880 6 304 5 809 5 375 4 984 4 645 4 359

20 738 20 257 19 633 19 034 18 180 17 393 16 547 15 779 14 876 14 077 13 268 12 487 11 819 11 107 10 475 9 867 9 271 8 736 8 204 7 731 7 285 6 888
606 13,8 1,82
30 254 29 061 27 724 26 304 24 818 23 333 21 807 20 220 18 833 17 538 16 295 15 142 14 080 13 055 12 106 11 282 10 496 9 784 9 102 8 485 7 901 7 358
ACCIAIO

27 122 26 488 25 654 24 870 23 738 22 704 21 594 20 491 19 378 18 265 17 272 16 199 15 332 14 408 13 554 12 745 12 000 11 283 10 595 9 986 9 413 8 874
8 18,1 1,80
39 571 37 994 36 234 34 355 32 418 30 354 28 351 26 274 24 481 22 797 21 122 19 597 18 193 16 837 15 645 14 555 13 547 12 595 11 737 10 924 10 163 9 471

28 648 28 112 27 592 26 921 26 054 25 241 24 280 23 390 22 394 21 474 20 392 19 473 18 525 17 610 16 688 15 942 15 107 14 355 13 643 12 942 12 289 11 662
707 18,8 2,12
42 168 40 906 39 572 38 000 36 548 34 662 32 962 31 073 29 367 27 500 25 892 24 335 22 860 21 515 20 155 18 929 17 748 16 644 15 641 14 705 13 814 13 019

37 846 37 486 36 785 36 091 35 399 34 429 33 511 32 372 31 308 30 312 29 159 28 068 26 868 25 766 24 675 23 619 22 549 21 530 20 707 19 744 18 868 18 065
808 24,6 2,42
55 877 54 771 53 225 51 763 49 953 48 266 46 322 44 196 42 040 39 972 38 098 35 949 34 178 32 305 30 664 28 951 27 418 25 926 24 485 23 181 21 930 20 734

46 462 46 019 45 140 44 251 43 397 42 203 41 073 39 674 38 367 37 117 35 729 34 323 32 853 31 504 30 231 28 936 27 568 26 363 25 315 24 139 23 068 22 087
10 30,2 2,41
68 541 67 176 65 297 63 470 61 245 59 170 56 783 54 173 51 447 48 913 46 617 43 986 41 747 39 525 37 455 35 363 33 492 31 670 29 112 28 275 26 752 25 295

48 155 47 692 46 951 46 224 45 505 44 685 43 780 42 759 41 465 40 233 39 072 37 800 36 667 35 445 34 067 32 791 31 623 30 397 29 263 28 050 27 019 26 040
909 31,0 2,73
71 322 70 189 68 889 67 027 65 282 63 449 61 339 59 089 56 960 54 593 52 415 49 861 47 833 45 421 43 459 41 384 39 397 37 453 35 813 34 014 32 387 30 780

59 972 59 227 58 514 57 962 57 098 56 367 55 351 54 372 53 074 52 045 50 634 49 297 48 030 46 471 45 343 43 952 42 349 41 032 39 726 38 413 36 959 35 710
10010 38,4 3,04
89 089 87 771 86 131 85 085 83 027 80 917 79 197 76 498 74 465 71 941 69 115 66 656 64 070 61 354 59 077 56 412 54 161 51 852 49 555 47 544 45 464 43 558

70829 69935 69181 68528 67 383 66 573 65 441 64 283 62 621 61 373 59 703 58 121 56 621 54 780 53 446 51 719 49 912 48 203 46 769 45 135 43 554 41 943
12 45,4 3,02
105218 103771 101832 100433 98 162 95 485 93 250 90 247 87 805 84 652 81 515 78 411 75 362 72 349 69 477 66 257 63 692 60 975 58 169 55 760 53 322 51 088
Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri
A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
2,70 2,80 2,90 3,00 3,10 3,20 3,30 3,40 3,50 3,60 3,70 3,80 3,90 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00 7,50

355 6,54 1,04

1 450 1 359 1 277 1 198


404 6,16 1,21
1 467 1 383 1 298 1 225

1 760 1 646 1 547 1 451


5 7,58 1,20
1 771 1 677 1 578 1 475

2 418 2 274 2 152 2 038 1 925 1 817 1 719


455 8,60 1,35
2 567 2 387 2 228 2 071 1 953 1 851 1 763

3 287 3 086 2 897 2 731 2 584 2 455 2 337 2 226 2 111 2 008 1 910
505 9,60 1,51
3 492 3 287 3 083 2 903 2 724 2 550 2 401 2 241 2 149 2 043 1 960

3 856 3 624 3 399 3 206 3 033 2 883 2 747 2 612 2 476 2 357 2 241
6 11,4 1,50
4 102 3 859 3 622 3 403 3 189 2 991 2 812 2 636 2 522 2 396 2 295

6 493 6 127 5 790 5 463 5 151 4 862 4 614 4 380 4 154 3 956 3 771 3 608 3 465 3 331 3 060 2 700
606 13,8 1,82
6 898 6 468 6 077 5 730 5 421 5 159 4 907 4 666 4 423 4 205 3 993 3 776 3 591 3 411 3 112 2 762
ACCIAIO

8 370 7 908 7 455 7 023 6 625 6 256 5 938 5 629 5 341 5 090 4 861 4 653 4 467 4 290 3 931 3 464
8 18,1 1,80
8 865 8 317 7 818 7 375 6 991 6 646 6 323 5 990 5 692 5 403 5 123 4 843 4 610 4 359 4 005 3 523

11 056 10 509 9 988 9 503 9 042 8 600 8 204 7 803 7 420 7 057 6 720 6 411 6 129 5 859 5 376 4 795 4 396 4 009
707 18,8 2,12
12 246 11 529 10 847 10 196 9 634 9 120 8 628 8 185 7 785 7 423 7 115 6 811 6 532 6 234 5 713 4 980 4 434 4 084

17 253 16 461 15 712 15 029 14 349 13 729 13 144 12 576 12 041 11 533 11038 10 578 10 128 9 691 8 881 7 875 7 138 6 548 5 610 4 785
808 24,6 2,42
19 662 18 636 17 659 16 733 15 893 15 055 14 267 13 511 12 841 12 235 11660 11 116 10 620 10 166 9 390 8 379 7 599 6 885 5 667 4 891

21 091 20 103 19 200 18 342 17 514 16 758 16 015 15 328 14 691 14 067 13456 12 895 12 348 11 817 10 825 9 595 8 700 7 982 6 834 5 830
10 30,2 2,41
23 989 22 740 21 550 20 421 19 372 18 354 17 396 16 458 15 650 14 905 14207 13 546 12 944 12 393 11 457 10 128 9 261 8 377 6 914 5 943

24 949 23 997 23 021 22 165 21 278 20 441 19 624 18 815 18 062 17 367 16 723 16 074 15 472 14 870 13763 12 272 11 147 10 190 8 606 7 482 6 497
909 31,0 2,73
29 326 27 897 26 580 25 344 24 139 23 028 21 978 20 948 19 999 19 060 18 182 17 336 16 528 15 826 14529 12 872 11 791 10 847 9 132 7 662 6 614

34 395 33 353 32 203 30 973 29 978 28 874 27 844 26 867 25 881 24 949 24 082 23 185 22 353 21 578 20 113 18 120 16650 15 270 12 889 11 041 9674 8 550 7 545
10010 38,4 3,04
41 617 39 842 38 054 36 419 34 791 33 296 31 927 30 581 29 301 28 039 26 904 25 815 24 744 23 698 21 747 19 274 17504 16 004 13 704 11 746 10033 8 687 7 728

40 399 39 174 37 818 36 379 35 101 33 805 32 641 31 480 30 307 29 218 28 204 27 157 26 184 25 279 23 568 21 238 19467 17 837 15 056 12 917 11329 9 982 8 804
12 45,4 3,02
48 815 46 735 44 641 42 671 40 817 39 070 37 432 35 803 34 310 32 837 31 485 30 171 28 925 27 707 25 432 22 511 20454 18 710 16 030 13 728 11715 10 161 8 989
335

! segue
336

Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri


A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40 1,50 1,60 1,70 1,80 1,90 2,00 2,10 2,20 2,30 2,40 2,50 2,60

77410 76447 75259 74569 73544 72409 71309 70069 68 621 67 074 65 595 64 180 62 824 61 063 59 834 58 234 56 597 54 905
12011 50,8 3,66
113319 111523 109784 107148 105541 102238 99948 97200 94 588 91 545 89 050 86 074 83 078 80 625 77 813 74 926 72 308 69 638

90514 89262 88000 87193 85843 84509 83216 81931 80065 78254 76523 74867 73 281 71 223 69 691 67 918 65 834 64 031
13 59,4 3,64
132337 130224 128179 125089 123200 119336 116653 113222 110164 106826 103759 100433 96 727 93 864 90 587 87 032 84 174 81 066

124418 124000 122819 121660 120523 119407 118312 117236 116057 114124 112644 111172 109426 107435 105516 103664 101876 100149
15014 80,6 4,58
184229 182491 180756 178779 175242 173384 170056 168209 163769 160796 157930 154337 151301 147585 143889 140374 136625 132915
ACCIAIO

Carichi massimi in kg per lunghezze libere di inflessione in metri


A ik
Angolare
(cm 2 ) (cm)
2,70 2,80 2,90 3,00 3,10 3,20 3,30 3,40 3,50 3,60 3,70 3,80 3,90 4,00 4,25 4,50 4,75 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00 7,50 8,00

53 555 52 101 50 651 48 983 47 700 46 218 44 825 43 748 42 498 41 108 40 003 38 769 37 610 36 517 34 402 31 400 29 097 27 053 23 417 20 333 17 594 15 444 13 714 12 365
12011 50,8 3,66
67 243 64 849 62 618 60 386 58 308 56 108 54 068 52 172 50 197 48 365 46 646 44 939 43 353 41 874 38 950 35 054 32 092 29 374 24 812 21 292 18 683 16 436 14 474 12 703

62 382 60 594 58 906 57 109 55 472 53 748 52 129 50 874 49 381 47 806 46 521 45 087 43 740 42 470 39 907 36 431 33 764 31 357 27 131 23 515 20 382 17 880 15 887 14 337
13 59,4 3,64
78 179 75 490 72 731 70 139 67 726 65 174 62 808 60 607 58 316 56 192 54 083 52 109 50 273 48 562 45 180 40 600 37 176 34 010 28 766 24 664 21 652 19 037 16 725 14 681

97768 96142 94381 92443 90381 88408 86490 84580 82752 80801 78 840 77 236 75 281 73 409 70 200 65 294 61 579 58 001 51 343 45 567 40 584 36 189 32 319 28 762
15014 80,6 4,58
129043 126208 122712 119035 115575 112637 109223 106011 102982 100328 97 416 94 403 91 914 89 139 84 064 76 835 71 420 66 547 57 683 50 111 43 508 38 227 33 846 30 461
Tabella 19.25 Profilati a A a spigoli vivi (secondo UNI 5681-73. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita dall’UNI).
e
y Esempio di designazione di un profilato a A a spigoli vivi di acciaio laminato a caldo, avente a ¼ 60 mm:

T 60 UNI 5681-73

b
ix
x

ex

e
iy
a

Indicazione Posizione Momenti


Moduli
per la Massa del quadratici Raggi d’inerzia
b e Sezione di resistenza
designazione lineica baricentro di superficie
(mm) (mm) (cm 2 )
a (kg=m) ex Ix Iy Wx Wy ix iy
(mm) (cm) (cm 4 ) (cm 4 ) (cm 3 ) (cm 3 ) (cm) (cm)

20 20 4 1,44 1,13 0,644 0,503 0,275 0,371 0,275 0,591 0,437


ACCIAIO

25 25 4,5 2,05 1,61 0,788 1,13 0,601 0,662 0,481 0,744 0,542

30 30 5 2,75 2,16 0,932 2,22 1,15 1,07 0,767 0,897 0,647

35 35 5,5 3,55 2,78 1,08 3,92 2,01 1,62 1,15 1,05 0,752

40 40 6 4,44 3,49 1,22 6,45 3,26 2,32 1,63 1,21 0,857

45 45 6,5 5,43 4,26 1,36 10,0 5,02 3,20 2,23 1,36 0,962

50 50 7 6,51 5,11 1,51 14,9 7,41 4,26 2,97 1,51 1,07

60 60 8 8,96 7,03 1,79 29,7 14,6 7,06 4,87 1,82 1,28

70 70 9 11,8 9,26 2,08 53,4 26,1 10,9 7,46 2,13 1,49

80 80 10 15,0 11,9 2,37 89,0 43,2 15,8 10,8 2,44 1,70

100 100 11 20,8 16,3 2,90 195 92,7 27,5 18,5 3,06 2,11
337
338 ACCIAIO

Tabella 19.26 Profilati a B a spigoli vivi e lati disuguali (secondo UNI 6762-70. La garanzia di esattezza del
testo è data esclusivamente dalla norma originale edita dall’UNI).

e
Esempio di designazione di un profilato a B a spigoli vivi e lati disuguali, di
y acciaio laminato a caldo, avente a ¼ 35 mm, b ¼ 20 mm ed e ¼ 5,5 mm:
Lv 35  20  5,5 UNI 6762-70
a

x
e

Indicazione
per la designazione Sezione Massa
abe (cm 2 ) (kg=m)
(mm)
20  12  4 1,12 0,879
25  15  4,5 1,60 1,25
30  17,5  5 2,12 1,67
35  20  5,5 2,72 2,14
40  22  6 3,36 2,64
45  30  6,5 4,45 3,50
50  30  7 5,11 4,01

Tabella 19.27 Profilati a E a spigoli vivi e basi disuguali (secondo UNI 6763-70. La garanzia di esattezza
del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita dall’UNI).

Esempio di designazione di un profilato a E a spigoli vivi e basi disuguali,


b2 di acciaio laminato a caldo, avente a ¼ 40 mm, b 1 ¼ 21 mm, b 2 ¼ 17 mm
y ed e ¼ 6 mm:
Zv 40  21  17  6 UNI 6763-70
e

x
a
e

b1

Indicazione
per la designazione Sezione Massa
a  b1  b2  e (cm 2 ) (kg=m)
(mm)
25  15  13  4,5 1,98 1,55
30  17  14  5 2,55 2,00
35  19  16  5,5 3,24 2,55
40  21  17  6 3,96 3,11
ACCIAIO 339

Tabella 19.28 Piatti laminati a caldo di uso generale.

t
b

Spessore t (mm)
Larghezza
b 5 6 8 10 12 15 20 25 30 35 40 50 60 80
(mm)
Massa (kg=m a b )

10 0,393

12 0,471 0,565

15 0,589 0,707 0,942 1,18

16 0,628 0,754 1,00 1,26

20 0,785 0,942 1,26 1,57 1,88 2,36

25 0,981 1,18 1,57 1,96 2,36 2,94

30 1,18 1,41 1,88 2,36 2,83 3,53 4,71

35 1,37 1,65 2,20 2,75 3,30 4,12 5,50

40 1,57 1,88 2,51 3,14 3,77 4,71 6,28 7,85 9,42

45 1,77 2,12 2,83 3,53 4,24 5,30 7,07 8,83 10,60

50 1,96 2,36 3,14 3,93 4,71 5,89 7,85 9,81 11,8

60 2,36 2,83 3,77 4,71 5,65 7,07 9,42 11,8 14,1 16,5 18,8

70 2,75 3,30 4,40 5,50 6,59 8,24 11,0 13,7 16,5 19,2 22,0

80 3,14 3,77 5,02 6,28 7,54 9,42 12,6 15,7 18,8 22,0 25,1 31,4 37,7

90 3,53 4,24 5,65 7,07 8,48 10,6 14,1 17,7 21,2 24,7 28,3 35,3 42,4

100 3,93 4,71 6,28 7,85 9,42 11,8 15,7 19,6 23,6 27,5 31,4 39,3 47,1

120 5,65 7,54 9,42 11,3 14,1 18,8 23,6 28,3 33,0 37,7 47,1 56,5

150 7,06 9,42 11,8 14,1 17,7 23,6 29,4 35,3 41,2 47,1 58,9 70,7 94,2
a Calcolata usando la densità di 7,85 kg/dm3.
b Le masse delle barre di acciaio inossidabile saranno moltiplicate per i fattori in accordo a EN 10088-1.
340 ACCIAIO

Tabella 19.29 Profilati cavi a sezione circolare formati a freddo: dimensioni D

nominali e caratteristiche del profilo (secondo UNI EN 10219-2-2006. La ga- Z


ranzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita

T
dall’UNI).

Y Y

Area
Lun-
Diame- Massa Area perime-
Momento Modulo di Modulo di ghezza
tro Spessore per della Raggio Momento Modulo trale per
di inerzia resistenza resistenza nomi-
esterno nomi- unità di sezione di di inerzia di ogni
a in campo in campo nale per
specifi- nale lun- trasver- inerzia a torsione torsione metro di
flessione elastico plastico tonnel-
cato ghezza sale lun-
lata
ghezza

D T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

21,3 2,0 0,95 1,21 0,571 0,686 0,536 0,748 1,14 1,07 0,067 1 050

21,3 2,5 1,16 1,48 0,664 0,671 0,623 0,889 1,33 1,25 0,067 863

21,3 3,0 1,35 1,72 0,741 0,656 0,696 1,01 1,48 1,39 0,067 739

26,9 2,0 1,23 1,56 1,22 0,883 0,907 1,24 2,44 1,81 0,085 814

26,9 2,5 1,50 1,92 1,44 0,867 1,07 1,49 2,88 2,14 0,085 665

26,9 3,0 1,77 2,25 1,63 0,852 1,21 1,72 3,27 2,43 0,085 566

33,7 2,0 1,56 1,99 2,51 1,12 1,49 2,01 5,02 2,98 0,106 640

33,7 2,5 1,92 2,45 3,00 1,11 1,78 2,44 6,00 3,56 0,106 520

33,7 3,0 2,27 2,89 3,44 1,09 2,04 2,84 6,88 4,08 0,106 440

42,4 2,0 1,99 2,54 5,19 1,43 2,45 3,27 10,4 4,90 0,133 502

42,4 2,5 2,46 3,13 6,26 1,41 2,95 3,99 12,5 5,91 0,133 407

42,4 3,0 2,91 3,71 7,25 1,40 3,42 4,67 14,5 6,84 0,133 343

42,4 4,0 3,79 4,83 8,99 1,36 4,24 5,92 18,0 8,48 0,133 264

48,3 2,0 2,28 2,91 7,81 1,64 3,23 4,29 15,6 6,47 0,152 438

48,3 2,5 2,82 3,60 9,46 1,62 3,92 5,25 18,9 7,83 0,152 354

48,3 3,0 3,35 4,27 11,0 1,61 4,55 6,17 22,0 9,11 0,152 298

48,3 4,0 4,37 5,57 13,8 1,57 5,70 7,87 27,5 11,4 0,152 229

48,3 5,0 5,34 6,80 16,2 1,54 6,69 9,42 32,3 13,4 0,152 187

60,3 2,0 2,88 3,66 15,6 2,06 5,17 6,80 31,2 10,3 0,189 348

60,3 2,5 3,56 4,54 19,0 2,05 6,30 8,36 38,0 12,6 0,189 281

60,3 3,0 4,24 5,40 22,2 2,03 7,37 9,86 44,4 14,7 0,189 236

60,3 4,0 5,55 7,07 28,2 2,00 9,34 12,7 56,3 18,7 0,189 180

60,3 5,0 6,82 8,69 33,5 1,96 11,1 15,3 67,0 22,2 0,189 147
ACCIAIO 341

Area
Lun-
Diame- Massa Area perime-
Momento Modulo di Modulo di ghezza
tro Spessore per della Raggio Momento Modulo trale per
di inerzia resistenza resistenza nomi-
esterno nomi- unità di sezione di di inerzia di ogni
a in campo in campo nale per
specifi- nale lun- trasver- inerzia a torsione torsione metro di
flessione elastico plastico tonnel-
cato ghezza sale lun-
lata
ghezza

D T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

76,1 2,0 3,65 4,66 32,0 2,62 8,40 11,0 64,0 16,8 0,239 274

76,1 2,5 4,54 5,78 39,2 2,60 10,3 13,5 78,4 20,6 0,239 220

76,1 3,0 5,41 6,89 46,1 2,59 12,1 16,0 92,2 24,2 0,239 185

76,1 4,0 7,11 9,06 59,1 2,55 15,5 20,8 118 31,0 0,239 141

76,1 5,0 8,77 11,2 70,9 2,52 18,6 25,3 142 37,3 0,239 114

76,1 6,0 10,4 13,2 81,8 2,49 21,5 29,6 164 43,0 0,239 96,4

76,1 6,3 10,8 13,8 84,8 2,48 22,3 30,8 170 44,6 0,239 92,2

88,9 2,0 4,29 5,46 51,6 3,07 11,6 15,1 103 23,2 0,279 233

88,9 2,5 5,33 6,79 63,4 3,06 14,3 18,7 127 28,5 0,279 188

88,9 3,0 6,36 8,10 74,8 3,04 16,8 22,1 150 33,6 0,279 157

88,9 4,0 8,38 10,7 96,3 3,00 21,7 28,9 193 43,3 0,279 119

88,9 5,0 10,3 13,2 116 2,97 26,2 35,2 233 52,4 0,279 96,7

88,9 6,0 12,3 15,6 135 2,94 30,4 41,3 270 60,7 0,279 81,5

88,9 6,3 12,8 16,3 140 2,93 31,5 43,1 280 63,1 0,279 77,9

101,6 2,0 4,91 6,26 77,6 3,52 15,3 19,8 155 30,6 0,319 204

101,6 2,5 6,11 7,78 95,6 3,50 18,8 24,6 191 37,6 0,319 164

101,6 3,0 7,29 9,29 113 3,49 22,3 29,2 226 44,5 0,319 137

101,6 4,0 9,63 12,3 146 3,45 28,8 38,1 293 57,6 0,319 104

101,6 5,0 11,9 15,2 177 3,42 34,9 46,7 355 69,9 0,319 84,0

101,6 6,0 14,1 18,0 207 3,39 40,7 54,9 413 81,4 0,319 70,7

101,6 6,3 14,8 18,9 215 3,38 42,3 57,3 430 84,7 0,319 67,5

114,3 2,5 6,89 8,78 137 3,95 24,0 31,3 275 48,0 0,359 145

114,3 3,0 8,23 10,5 163 3,94 28,4 37,2 325 56,9 0,359 121

114,3 4,0 10,9 13,9 211 3,90 36,9 48,7 422 73,9 0,359 91,9

114,3 5,0 13,5 17,2 257 3,87 45,0 59,8 514 89,9 0,359 74,2

114,3 6,0 16,0 20,4 300 3,83 52,5 70,4 600 105 0,359 62,4

114,3 6,3 16,8 21,4 313 3,82 54,7 73,6 625 109 0,359 59,6

114,3 8,0 21,0 26,7 379 3,77 66,4 90,6 759 133 0,359 47,7
! segue

139,7 3,0 10,1 12,9 301 4,83 43,1 56,1 602 86,2 0,439 98,9
342 ACCIAIO

Area
Lun-
Diame- Massa Area perime-
Momento Modulo di Modulo di ghezza
tro Spessore per della Raggio Momento Modulo trale per
di inerzia resistenza resistenza nomi-
esterno nomi- unità di sezione di di inerzia di ogni
a in campo in campo nale per
specifi- nale lun- trasver- inerzia a torsione torsione metro di
flessione elastico plastico tonnel-
cato ghezza sale lun-
lata
ghezza

D T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

139,7 4,0 13,4 17,1 393 4,80 56,2 73,7 786 112 0,439 74,7

139,7 5,0 16,6 21,2 481 4,77 68,8 90,8 961 138 0,439 60,2

139,7 6,0 19,8 25,2 564 4,73 80,8 107 1 129 162 0,439 50,5

139,7 6,3 20,7 26,4 589 4,72 84,3 112 1 177 169 0,439 48,2

139,7 8,0 26,0 33,1 720 4,66 103 139 1 441 206 0,439 38,5

139,7 10,0 32,0 40,7 862 4,60 123 169 1 724 247 0,439 31,3

168,3 3,0 12,2 15,6 532 5,85 63,3 82,0 1 065 127 0,529 81,8

168,3 4,0 16,2 20,6 697 5,81 82,8 108 1 394 166 0,529 61,7

168,3 5,0 20,1 25,7 856 5,78 102 133 1 712 203 0,529 49,7

168,3 6,0 24,0 30,6 1 009 5,74 120 158 2 017 240 0,529 41,6

168,3 6,3 25,2 32,1 1 053 5,73 125 165 2 107 250 0,529 39,7

168,3 8,0 31,6 40,3 1 297 5,67 154 206 2 595 308 0,529 31,6

168,3 10,0 39,0 49,7 1 564 5,61 186 251 3 128 372 0,529 25,6

177,8 4,0 17,1 21,8 825 6,15 92,8 121 1 650 186 0,559 58,3

177,8 5,0 21,3 27,1 1 014 6,11 114 149 2 028 228 0,559 46,9

177,8 6,0 25,4 32,4 1 196 6,08 135 177 2 392 269 0,559 39,3

177,8 6,3 26,6 33,9 1 250 6,07 141 185 2 499 281 0,559 37,5

177,8 8,0 33,5 42,7 1 541 6,01 173 231 3 083 347 0,559 29,9

177,8 10,0 41,4 52,7 1 862 5,94 209 282 3 724 419 0,559 24,2

177,8 12,0 49,1 62,5 2 159 5,88 243 330 4 318 486 0,559 20,4

177,8 12,5 51,0 64,9 2 230 5,86 251 342 4 460 502 0,559 19,6

193,7 4,0 18,7 23,8 1 073 6,71 111 144 2 146 222 0,609 53,4

193,7 5,0 23,3 29,6 1 320 6,67 136 178 2 640 273 0,609 43,0

193,7 6,0 27,8 35,4 1 560 6,64 161 211 3 119 322 0,609 36,0

193,7 6,3 29,1 37,1 1 630 6,63 168 221 3 260 337 0,609 34,3

193,7 8,0 36,6 46,7 2 016 6,57 208 276 4 031 416 0,609 27,3

193,7 10,0 45,3 57,7 2 442 6,50 252 338 4 883 504 0,609 22,1

193,7 12,0 53,8 68,5 2 839 6,44 293 397 5 678 586 0,609 18,6

193,7 12,5 55,9 71,2 2 934 6,42 303 411 5 869 606 0,609 17,9
ACCIAIO 343

Area
Lun-
Diame- Massa Area perime-
Momento Modulo di Modulo di ghezza
tro Spessore per della Raggio Momento Modulo trale per
di inerzia resistenza resistenza nomi-
esterno nomi- unità di sezione di di inerzia di ogni
a in campo in campo nale per
specifi- nale lun- trasver- inerzia a torsione torsione metro di
flessione elastico plastico tonnel-
cato ghezza sale lun-
lata
ghezza

D T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

219,1 4,0 21,2 27,0 1 564 7,61 143 185 3 128 286 0,688 47,1

219,1 5,0 26,4 33,6 1 928 7,57 176 229 3 856 352 0,688 37,9

219,1 6,0 31,5 40,2 2 282 7,54 208 273 4 564 417 0,688 31,7

219,1 6,3 33,1 42,1 2 386 7,53 218 285 4 772 436 0,688 30,2

219,1 8,0 41,6 53,1 2 960 7,47 270 357 5 919 540 0,688 24,0

219,1 10,0 51,6 65,7 3 598 7,40 328 438 7 197 657 0,688 19,4

219,1 12,0 61,3 78,1 4 200 7,33 383 515 8 400 767 0,688 16,3

219,1 12,5 63,7 81,1 4 345 7,32 397 534 8 689 793 0,688 15,7

244,5 5,0 29,5 37,6 2 699 8,47 221 287 5 397 441 0,768 33,9

244,5 6,0 35,3 45,0 3 199 8,43 262 341 6 397 523 0,768 28,3

244,5 6,3 37,0 47,1 3 346 8,42 274 358 6 692 547 0,768 27,0

244,5 8,0 46,7 59,4 4 160 8,37 340 448 8 321 681 0,768 21,4

244,5 10,0 57,8 73,7 5 073 8,30 415 550 10 150 830 0,768 17,3

244,5 12,0 68,8 87,7 5 938 8,23 486 649 11 880 972 0,768 14,5

244,5 12,5 71,5 91,1 6 147 8,21 503 673 12 300 1 006 0,768 14,0

273,0 5,0 33,0 42,1 3 781 9,48 277 359 7 562 554 0,858 30,3

273,0 6,0 39,5 50,3 4 487 9,44 329 428 8 974 657 0,858 25,3

273,0 6,3 41,4 52,8 4 696 9,43 344 448 9 392 688 0,858 24,1

273,0 8,0 52,3 66,6 5 852 9,37 429 562 11 700 857 0,858 19,1

273,0 10,0 64,9 82,6 7 154 9,31 524 692 14 310 1 048 0,858 15,4

273,0 12,0 77,2 98,4 8 396 9,24 615 818 16 790 1 230 0,858 12,9

273,0 12,5 80,3 102 8 697 9,22 637 849 17 400 1 274 0,858 12,5

323,9 5,0 39,3 50,1 6 369 11,3 393 509 12 740 787 1,02 25,4

323,9 6,0 47,0 59,9 7 572 11,2 468 606 15 150 935 1,02 21,3

323,9 6,3 49,3 62,9 7 929 11,2 490 636 15 860 979 1,02 20,3

323,9 8,0 62,3 79,4 9 910 11,2 612 799 19 820 1 224 1,02 16,0

323,9 10,0 77,4 98,6 12 160 11,1 751 986 24 320 1 501 1,02 12,9

323,9 12,0 92,3 118 14 320 11,0 884 1 168 28 640 1 768 1,02 10,8
! segue

323,9 12,5 96,0 122 14 850 11,0 917 1 213 29 690 1 833 1,02 10,4
344 ACCIAIO

Area
Lun-
Diame- Massa Area perime-
Momento Modulo di Modulo di ghezza
tro Spessore per della Raggio Momento Modulo trale per
di inerzia resistenza resistenza nomi-
esterno nomi- unità di sezione di di inerzia di ogni
a in campo in campo nale per
specifi- nale lun- trasver- inerzia a torsione torsione metro di
flessione elastico plastico tonnel-
cato ghezza sale lun-
lata
ghezza

D T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

355,6 5,0 43,2 55,1 8 464 12,4 476 615 16 930 952 1,12 23,1

355,6 6,0 51,7 65,9 10 070 12,4 566 733 20 140 1 133 1,12 19,3

355,6 6,3 54,3 69,1 10 550 12,4 593 769 21 090 1 186 1,12 18,4

355,6 8,0 68,6 87,4 13 200 12,3 742 967 26 400 1 485 1,12 14,6

355,6 10,0 85,2 109 16 220 12,2 912 1 195 32 450 1 825 1,12 11,7

355,6 12,0 102 130 19 140 12,2 1 076 1 417 38 280 2 153 1,12 9,83

355,6 12,5 106 135 19 850 12,1 1 117 1 472 39 700 2 233 1,12 9,45

355,6 16,0 134 171 24 660 12,0 1 387 1 847 49 330 2 774 1,12 7,46

355,6 20,0 166 211 29 800 11,9 1 676 2 255 59 580 3 351 1,12 6,04

406,4 6,0 59,2 75,5 15 130 14,2 745 962 30 260 1 489 1,28 16,9

406,4 6,3 62,2 79,2 15 850 14,1 780 1 009 31 700 1 560 1,28 16,1

406,4 8,0 78,6 100 19 870 14,1 978 1 270 39 750 1 956 1,28 12,7

406,4 10,0 97,8 125 24 480 14,0 1 205 1 572 48 950 2 409 1,28 10,2

406,4 12,0 117 149 28 940 14,0 1 424 1 867 57 870 2 848 1,28 8,57

406,4 12,5 121 155 30 030 13,9 1 478 1 940 60 060 2 956 1,28 8,24

406,4 16,0 154 196 37 450 13,8 1 843 2 440 74 900 3 686 1,28 6,49

406,4 20,0 191 243 45 430 13,7 2 236 2 989 90 860 4 472 1,28 5,25

406,4 25,0 235 300 54 700 13,5 2 692 3 642 109 400 5 384 1,28 4,25

457,0 6,0 66,7 85,0 21 620 15,9 946 1 220 43 240 1 892 1,44 15,0

457,0 6,3 70,0 89,2 22 650 15,9 991 1 280 45 310 1 983 1,44 14,3

457,0 8,0 88,6 113 28 450 15,9 1 245 1 613 56 900 2 490 1,44 11,3

457,0 10,0 110 140 35 090 15,8 1 536 1 998 70 180 3 071 1,44 9,07

457,0 12,0 132 168 41 560 15,7 1 819 2 377 83 110 3 637 1,44 7,59

457,0 12,5 137 175 43 150 15,7 1 888 2 470 86 290 3 776 1,44 7,30

457,0 16,0 174 222 53 960 15,6 2 361 3 113 107 900 4 723 1,44 5,75

457,0 20,0 216 275 65 680 15,5 2 874 3 822 131 400 5 749 1,44 4,64

457,0 25,0 266 339 79 420 15,3 3 475 4 671 158 800 6 951 1,44 3,75

457,0 30,0 316 402 92 170 15,1 4 034 5 479 184 400 8 068 1,44 3,17

508,0 6,0 74,3 94,6 29 810 17,7 1 174 1 512 59 620 2 347 1,60 13,5
ACCIAIO 345

Area
Lun-
Diame- Massa Area perime-
Momento Modulo di Modulo di ghezza
tro Spessore per della Raggio Momento Modulo trale per
di inerzia resistenza resistenza nomi-
esterno nomi- unità di sezione di di inerzia di ogni
a in campo in campo nale per
specifi- nale lun- trasver- inerzia a torsione torsione metro di
flessione elastico plastico tonnel-
cato ghezza sale lun-
lata
ghezza

D T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

508,0 6,3 77,9 99,3 31 250 17,7 1 230 1 586 62 490 2 460 1,60 12,8

508,0 8,0 98,6 126 39 280 17,7 1 546 2 000 78 560 3 093 1,60 10,1

508,0 10,0 123 156 48 520 17,6 1 910 2 480 97 040 3 820 1,60 8,14

508,0 12,0 147 187 57 540 17,5 2 265 2 953 115 100 4 530 1,60 6,81

508,0 12,5 153 195 59 760 17,5 2 353 3 070 119 500 4 705 1,60 6,55

508,0 16,0 194 247 74 910 17,4 2 949 3 874 149 800 5 898 1,60 5,15

508,0 20,0 241 307 91 430 17,3 3 600 4 766 182 900 7 199 1,60 4,15

508,0 25,0 298 379 111 000 17,1 4 367 5 837 221 800 8 734 1,60 3,36

508,0 30,0 354 451 129 200 16,9 5 086 6 864 258 400 10 170 1,60 2,83

610,0 6,0 89,4 114 51 920 21,4 1 702 2 189 103 900 3 405 1,92 11,2

Tabella 19.30 Profilati cavi a sezione quadrata formati a freddo: dimensioni B

nominali e caratteristiche del profilo (secondo UNI EN 10219-2-2006. La ga- Z


ranzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita
dall’UNI). T

Y Y
B

Area
Lun-
Dimen- Massa Area perime-
Modulo di Modulo di ghezza
sione Spessore per della Momento Raggio Momento Modulo trale per
resistenza resistenza nomi-
specifi- speci- unità di sezione di inerzia di di inerzia di ogni
in campo in campo nale per
cata del ficato lun- trasver- a flessione inerzia a torsione torsione metro di
elastico plastico tonnel-
lato ghezza sale lun-
lata
ghezza

B T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

20 2,0 1,05 1,34 0,692 0,720 0,692 0,877 1,21 1,06 0,0731 953

25 2,0 1,36 1,74 1,48 0,924 1,19 1,47 2,53 1,80 0,0931 733

25 2,5 1,64 2,09 1,69 0,899 1,35 1,71 2,97 2,07 0,0914 610

25 3,0 1,89 2,41 1,84 0,874 1,47 1,91 3,33 2,27 0,0897 529

30 2,0 1,68 2,14 2,72 1,13 1,81 2,21 4,54 2,75 0,113 596

30 2,5 2,03 2,59 3,16 1,10 2,10 2,61 5,40 3,20 0,111 492
! segue

30 3,0 2,36 3,01 3,50 1,08 2,34 2,96 6,15 3,58 0,110 423
346 ACCIAIO

Area
Lun-
Dimen- Massa Area perime-
Modulo di Modulo di ghezza
sione Spessore per della Momento Raggio Momento Modulo trale per
resistenza resistenza nomi-
specifi- speci- unità di sezione di inerzia di di inerzia di ogni
in campo in campo nale per
cata del ficato lun- trasver- a flessione inerzia a torsione torsione metro di
elastico plastico tonnel-
lato ghezza sale lun-
lata
ghezza

B T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

40 2,0 2,31 2,94 6,94 1,54 3,47 4,13 11,3 5,23 0,153 434

40 2,5 2,82 3,59 8,22 1,51 4,11 4,97 13,6 6,21 0,151 355

40 3,0 3,30 4,21 9,32 1,49 4,66 5,72 15,8 7,07 0,150 303

40 4,0 4,20 5,35 11,1 1,44 5,54 7,01 19,4 8,48 0,146 238

50 2,0 2,93 3,74 14,1 1,95 5,66 6,66 22,6 8,51 0,193 341

50 2,5 3,60 4,59 16,9 1,92 6,78 8,07 27,5 10,2 0,191 278

50 3,0 4,25 5,41 19,5 1,90 7,79 9,39 32,1 11,8 0,190 236

50 4,0 5,45 6,95 23,7 1,85 9,49 11,7 40,4 14,4 0,186 183

50 5,0 6,56 8,36 27,0 1,80 10,8 13,7 47,5 16,6 0,183 152

60 2,0 3,56 4,54 25,1 2,35 8,38 9,79 39,8 12,6 0,233 281

60 2,5 4,39 5,59 30,3 2,33 10,1 11,9 48,7 15,2 0,231 228

60 3,0 5,19 6,61 35,1 2,31 11,7 14,0 57,1 17,7 0,230 193

60 4,0 6,71 8,55 43,6 2,26 14,5 17,6 72,6 22,0 0,226 149

60 5,0 8,13 10,4 50,5 2,21 16,8 20,9 86,4 25,6 0,223 123

60 6,0 9,45 12,0 56,1 2,16 18,7 23,7 98,4 28,6 0,219 106

60 6,3 9,55 12,2 54,4 2,11 18,1 23,4 100 28,8 0,213 105

70 2,5 5,17 6,59 49,4 2,74 14,1 16,5 78,5 21,2 0,271 193

70 3,0 6,13 7,81 57,5 2,71 16,4 19,4 92,4 24,7 0,270 163

70 4,0 7,97 10,1 72,1 2,67 20,6 24,8 119 31,1 0,266 126

70 5,0 9,70 12,4 84,6 2,62 24,2 29,6 142 36,7 0,263 103

70 6,0 11,3 14,4 95,2 2,57 27,2 33,8 163 41,4 0,259 88,3

70 6,3 11,5 14,7 93,8 2,53 26,8 33,8 168 42,1 0,253 86,7

80 3,0 7,07 9,01 87,8 3,12 22,0 25,8 140 33,0 0,310 141

80 4,0 9,22 11,7 111 3,07 27,8 33,1 180 41,8 0,306 108

80 5,0 11,3 14,4 131 3,03 32,9 39,7 218 49,7 0,303 88,7

80 6,0 13,2 16,8 149 2,98 37,3 45,8 252 56,6 0,299 75,7

80 6,3 13,5 17,2 149 2,94 37,1 46,1 261 57,9 0,293 74,0

80 8,0 16,4 20,8 168 2,84 42,1 53,9 307 66,6 0,286 61,1

90 3,0 8,01 10,2 127 3,53 28,3 33,0 201 42,5 0,350 125
ACCIAIO 347

Area
Lun-
Dimen- Massa Area perime-
Modulo di Modulo di ghezza
sione Spessore per della Momento Raggio Momento Modulo trale per
resistenza resistenza nomi-
specifi- speci- unità di sezione di inerzia di di inerzia di ogni
in campo in campo nale per
cata del ficato lun- trasver- a flessione inerzia a torsione torsione metro di
elastico plastico tonnel-
lato ghezza sale lun-
lata
ghezza

B T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

90 4,0 10,5 13,3 162 3,48 36,0 42,6 261 54,2 0,346 95,4

90 5,0 12,8 16,4 193 3,43 42,9 51,4 316 64,7 0,343 77,9

90 6,0 15,1 19,2 220 3,39 49,0 59,5 368 74,2 0,339 66,2

90 6,3 15,5 19,7 221 3,35 49,1 60,3 382 76,2 0,333 64,6

90 8,0 18,9 24,0 255 3,25 56,6 71,3 456 88,8 0,326 53,0

100 3,0 8,96 11,4 177 3,94 35,4 41,2 279 53,2 0,390 112

100 4,0 11,7 14,9 226 3,89 45,3 53,3 362 68,1 0,386 85,2

100 5,0 14,4 18,4 271 3,84 54,2 64,6 441 81,7 0,383 69,4

100 6,0 17,0 21,6 311 3,79 62,3 75,1 514 94,1 0,379 58,9

100 6,3 17,5 22,2 314 3,76 62,8 76,4 536 97,0 0,373 57,3

100 8,0 21,4 27,2 366 3,67 73,2 91,1 645 114 0,366 46,8

100 10,0 25,6 32,6 411 3,55 82,2 105 750 130 0,357 39,1

100 12,0 28,3 36,1 408 3,36 81,6 110 794 136 0,338 35,3

100 12,5 29,1 37,0 410 3,33 82,1 111 804 137 0,336 34,4

120 3,0 10,8 13,8 312 4,76 52,1 60,2 488 78,2 0,470 92,3

120 4,0 14,2 18,1 402 4,71 67,0 78,3 637 101 0,466 70,2

120 5,0 17,5 22,4 485 4,66 80,9 95,4 778 122 0,463 57,0

120 6,0 20,7 26,4 562 4,61 93,7 112 913 141 0,459 48,2

120 6,3 21,4 27,3 572 4,58 95,3 114 955 146 0,453 46,7

120 8,0 26,4 33,6 677 4,49 113 138 1 163 175 0,446 37,9

120 10,0 31,8 40,6 777 4,38 129 162 1 376 203 0,437 31,4

120 12,0 35,8 45,7 806 4,20 134 174 1 518 219 0,418 27,9

120 12,5 36,9 47,0 817 4,17 136 178 1 551 223 0,416 27,1

140 4,0 16,8 21,3 652 5,52 93,1 108 1 023 140 0,546 59,7

140 5,0 20,7 26,4 791 5,48 113 132 1 256 170 0,543 48,3

140 6,0 24,5 31,2 920 5,43 131 155 1 479 198 0,539 40,8

140 6,3 25,4 32,3 941 5,39 134 160 1 550 205 0,533 39,4

140 8,0 31,4 40,0 1 127 5,30 161 194 1 901 248 0,526 31,8
! segue

140 10,0 38,1 48,6 1 312 5,20 187 230 2 274 291 0,517 26,2
348 ACCIAIO

Area
Lun-
Dimen- Massa Area perime-
Modulo di Modulo di ghezza
sione Spessore per della Momento Raggio Momento Modulo trale per
resistenza resistenza nomi-
specifi- speci- unità di sezione di inerzia di di inerzia di ogni
in campo in campo nale per
cata del ficato lun- trasver- a flessione inerzia a torsione torsione metro di
elastico plastico tonnel-
lato ghezza sale lun-
lata
ghezza

B T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

140 12,0 43,4 55,3 1 398 5,03 200 253 2 567 322 0,498 23,1

140 12,5 44,8 57,0 1 425 5,00 204 259 2 634 329 0,496 22,3

150 4,0 18,0 22,9 808 5,93 108 125 1 265 162 0,586 55,5

150 5,0 22,3 28,4 982 5,89 131 153 1 554 197 0,583 44,9

150 6,0 26,4 33,6 1 146 5,84 153 180 1 833 230 0,579 37,9

150 6,3 27,4 34,8 1 174 5,80 156 185 1 922 239 0,573 36,6

150 8,0 33,9 43,2 1 412 5,71 188 226 2 364 289 0,566 29,5

150 10,0 41,3 52,6 1 653 5,61 220 269 2 839 341 0,557 24,2

150 12,0 47,1 60,1 1 780 5,44 237 298 3 231 380 0,538 21,2

150 12,5 48,7 62,0 1 817 5,41 242 306 3 321 389 0,536 20,5

150 16,0 58,7 74,8 2 009 5,18 268 351 3 830 440 0,518 17,0

160 4,0 19,3 24,5 987 6,34 123 143 1 541 185 0,626 51,9

160 5,0 23,8 30,4 1 202 6,29 150 175 1 896 226 0,623 42,0

160 6,0 28,3 36,0 1 405 6,25 176 206 2 239 264 0,619 35,4

160 6,3 29,3 37,4 1 442 6,21 180 213 2 349 275 0,613 34,1

160 8,0 36,5 46,4 1 741 6,12 218 260 2 897 334 0,606 27,4

160 10,0 44,4 56,6 2 048 6,02 256 311 3 490 395 0,597 22,5

160 12,0 50,9 64,9 2 224 5,86 278 346 3 997 443 0,578 19,6

160 12,5 52,6 67,0 2 275 5,83 284 356 4 114 455 0,576 19,0

160 16,0 63,7 81,2 2 546 5,60 318 413 4 799 520 0,558 15,7

180 4,0 21,8 27,7 1 422 7,16 158 182 2 210 237 0,706 45,9

180 5,0 27,0 34,4 1 737 7,11 193 224 2 724 290 0,703 37,1

180 6,0 32,1 40,8 2 037 7,06 226 264 3 223 340 0,699 31,2

180 6,3 33,3 42,4 2 096 7,03 233 273 3 383 354 0,693 30,0

180 8,0 41,5 52,8 2 546 6,94 283 336 4 189 432 0,686 24,1

180 10,0 50,7 64,6 3 017 6,84 335 404 5 074 515 0,677 19,7

180 12,0 58,5 74,5 3 322 6,68 369 454 5 865 584 0,658 17,1

180 12,5 60,5 77,0 3 406 6,65 378 467 6 050 600 0,656 16,5

180 16,0 73,8 94,0 3 887 6,43 432 550 7 178 698 0,638 13,6
ACCIAIO 349

Area
Lun-
Dimen- Massa Area perime-
Modulo di Modulo di ghezza
sione Spessore per della Momento Raggio Momento Modulo trale per
resistenza resistenza nomi-
specifi- speci- unità di sezione di inerzia di di inerzia di ogni
in campo in campo nale per
cata del ficato lun- trasver- a flessione inerzia a torsione torsione metro di
elastico plastico tonnel-
lato ghezza sale lun-
lata
ghezza

B T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

200 4,0 24,3 30,9 1 968 7,97 197 226 3 049 295 0,786 41,2

200 5,0 30,1 38,4 2 410 7,93 241 279 3 763 362 0,783 33,2

200 6,0 35,8 45,6 2 833 7,88 283 330 4 459 426 0,779 27,9

200 6,3 37,2 47,4 2 922 7,85 292 341 4 682 444 0,773 26,8

200 8,0 46,5 59,2 3 566 7,76 357 421 5 815 544 0,766 21,5

200 10,0 57,0 72,6 4 251 7,65 425 508 7 072 651 0,757 17,6

200 12,0 66,0 84,1 4 730 7,50 473 576 8 230 743 0,738 15,2

200 12,5 68,3 87,0 4 859 7,47 486 594 8 502 765 0,736 14,6

200 16,0 83,8 107 5 625 7,26 562 706 10 210 901 0,718 11,9

220 5,0 33,2 42,4 3 238 8,74 294 340 5 038 442 0,863 30,1

220 6,0 39,6 50,4 3 813 8,70 347 402 5 976 521 0,859 25,3

220 6,3 41,2 52,5 3 940 8,66 358 417 6 277 543 0,853 24,3

220 8,0 51,5 65,6 4 828 8,58 439 516 7 815 668 0,846 19,4

220 10,0 63,2 80,6 5 782 8,47 526 625 9 533 804 0,837 15,8

220 12,0 73,5 93,7 6 487 8,32 590 712 11 150 922 0,818 13,6

220 12,5 76,2 97,0 6 674 8,29 607 735 11 530 951 0,816 13,1

220 16,0 93,9 120 7 812 8,08 710 881 13 970 1 129 0,798 10,7

250 5,0 38,0 48,4 4 805 9,97 384 442 7 443 577 0,983 26,3

250 6,0 45,2 57,6 5 672 9,92 454 524 8 843 681 0,979 22,1

250 6,3 47,1 60,0 5 873 9,89 470 544 9 290 711 0,973 21,2

250 8,0 59,1 75,2 7 229 9,80 578 676 11 600 878 0,966 16,9

250 10,0 72,7 92,6 8 707 9,70 697 822 14 200 1 062 0,957 13,8

250 12,0 84,8 108 9 859 9,55 789 944 16 690 1 226 0,938 11,8

250 12,5 88,0 112 10 160 9,52 813 975 17 280 1 266 0,936 11,4

250 16,0 109 139 12 050 9,32 964 1 180 21 150 1 520 0,918 9,18

260 6,0 47,1 60,0 6 405 10,3 493 569 9 970 739 1,02 21,2

260 6,3 49,1 62,6 6 635 10,3 510 591 10 480 772 1,01 20,4

260 8,0 61,6 78,4 8 178 10,2 629 734 13 090 955 1,01 16,2
! segue

260 10,0 75,8 96,6 9 865 10,1 759 894 16 040 1 156 0,997 13,2
350 ACCIAIO

Area
Lun-
Dimen- Massa Area perime-
Modulo di Modulo di ghezza
sione Spessore per della Momento Raggio Momento Modulo trale per
resistenza resistenza nomi-
specifi- speci- unità di sezione di inerzia di di inerzia di ogni
in campo in campo nale per
cata del ficato lun- trasver- a flessione inerzia a torsione torsione metro di
elastico plastico tonnel-
lato ghezza sale lun-
lata
ghezza

B T M A I i Wel Wpl Lt Ct As
(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

260 12,0 88,6 113 11 200 9,96 862 1 028 18 880 1 337 0,978 11,3

260 12,5 91,9 117 11 550 9,93 888 1 063 19 550 1 381 0,976 10,9

260 16,0 114 145 13 740 9,73 1 057 1 289 23 990 1 663 0,958 8,77

300 6,0 54,7 69,6 9 964 12,0 664 764 15 430 997 1,18 18,3

300 6,3 57,0 72,6 10 340 11,9 689 795 16 220 1 042 1,17 17,5

300 8,0 71,6 91,2 12 800 11,8 853 991 20 310 1 293 1,17 14,0

300 10,0 88,4 113 15 520 11,7 1 035 1 211 24 970 1 572 1,16 11,3

300 12,0 104 132 17 770 11,6 1 184 1 402 29 510 1 829 1,14 9,65

300 12,5 108 137 18 350 11,6 1 223 1 451 30 600 1 892 1,14 9,30

300 16,0 134 171 22 080 11,4 1 472 1 774 37 840 2 299 1,12 7,46

350 8,0 84,2 107 20 680 13,9 1 182 1 366 32 560 1 787 1,37 11,9

350 10,0 104 133 25 190 13,8 1 439 1 675 40 130 2 182 1,36 9,61

350 12,0 123 156 29 050 13,6 1 660 1 949 47 600 2 552 1,34 8,16

350 12,5 127 162 30 050 13,6 1 717 2 020 49 390 2 642 1,34 7,86

350 16,0 159 203 36 510 13,4 2 086 2 488 61 480 3 238 1,32 6,28

400 10,0 120 153 38 220 15,8 1 911 2 214 60 430 2 892 1,56 8,35

400 12,0 141 180 44 320 15,7 2 216 2 587 71 840 3 395 1,54 7,07

400 12,5 147 187 45 880 15,7 2 294 2 683 74 600 3 518 1,54 6,81

400 16,0 184 235 56 150 15,5 2 808 3 322 93 280 4 336 1,52 5,43
B
Tabella 19.31 Profilati cavi a sezione rettangolare formati a freddo: dimensioni nominali e caratteristiche del profilo (secondo UNI
EN 10219-2-2006. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita dall’UNI). Z

H
Y Y

Area
Lunghezza
Dimensione Massa per Area della Momento Modulo perimetrale
Spessore Momento di inerzia Modulo di resistenza Modulo di resistenza nominale
specificata unità di sezione Raggio di inerzia di inerzia di per ogni
specificato a flessione in campo elastico in campo plastico per
del lato lunghezza trasversale a torsione torsione metro di
tonnellata
lunghezza

BH T M A Iyy Izz iyy izz Welyy Welzz Wpl yy Wpl zz Lt Ct As


(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 ) (cm) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

40 20 2,0 1,68 2,14 4,05 1,34 1,38 0,793 2,02 1,34 2,61 1,60 3,45 2,36 0,113 596
ACCIAIO

40 20 2,5 2,03 2,59 4,69 1,54 1,35 0,770 2,35 1,54 3,09 1,88 4,06 2,72 0,111 492

40 20 3,0 2,36 3,01 5,21 1,68 1,32 0,748 2,60 1,68 3,50 2,12 4,57 3,00 0,110 423

50 30 2,0 2,31 2,94 9,54 4,29 1,80 1,21 3,81 2,86 4,74 3,33 9,77 4,84 0,153 434

50 30 2,5 2,82 3,59 11,3 5,05 1,77 1,19 4,52 3,37 5,70 3,98 11,7 5,72 0,151 355

50 30 3,0 3,30 4,21 12,8 5,70 1,75 1,16 5,13 3,80 6,57 4,58 13,5 6,49 0,150 303

50 30 4,0 4,20 5,35 15,3 6,69 1,69 1,12 6,10 4,46 8,05 5,58 16,5 7,71 0,146 238

60 40 2,0 2,93 3,74 18,4 9,83 2,22 1,62 6,14 4,92 7,47 5,65 20,7 8,12 0,193 341

60 40 2,5 3,60 4,59 22,1 11,7 2,19 1,60 7,36 5,87 9,06 6,84 25,1 9,72 0,191 278

60 40 3,0 4,25 5,41 25,4 13,4 2,17 1,58 8,46 6,72 10,5 7,94 29,3 11,2 0,190 236
351

! segue
Area
352

Lunghezza
Dimensione Massa per Area della Momento Modulo perimetrale
Spessore Momento di inerzia Modulo di resistenza Modulo di resistenza nominale
specificata unità di sezione Raggio di inerzia di inerzia di per ogni
specificato a flessione in campo elastico in campo plastico per
del lato lunghezza trasversale a torsione torsione metro di
tonnellata
lunghezza

BH T M A Iyy Izz iyy izz Welyy Welzz Wpl yy Wpl zz Lt Ct As


(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 ) (cm) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

60 40 4,0 5,45 6,95 31,0 16,3 2,11 1,53 10,3 8,14 13,2 9,89 36,7 13,7 0,186 183

60 40 5,0 6,56 8,36 35,3 18,4 2,06 1,48 11,8 9,21 15,4 11,5 42,8 15,6 0,183 152

70 50 2,0 3,56 4,54 31,5 18,8 2,63 2,03 8,99 7,50 10,8 8,58 37,5 12,2 0,233 281

70 50 2,5 4,39 5,59 38,0 22,6 2,61 2,01 10,9 9,04 13,2 10,4 45,8 14,7 0,231 228

70 50 3,0 5,19 6,61 44,1 26,1 2,58 1,99 12,6 10,4 15,4 12,2 53,6 17,1 0,230 193

70 50 4,0 6,71 8,55 54,7 32,2 2,53 1,94 15,6 12,9 19,5 15,4 68,1 21,2 0,226 149

70 50 5,0 8,13 10,4 63,5 37,2 2,48 1,90 18,1 14,9 23,1 18,2 80,8 24,6 0,223 123

80 40 2,0 3,56 4,54 37,4 12,7 2,87 1,67 9,34 6,36 11,6 7,17 30,9 11,0 0,233 281
ACCIAIO

80 40 2,5 4,39 5,59 45,1 15,3 2,84 1,65 11,3 7,63 14,1 8,72 37,6 13,2 0,231 228

80 40 3,0 5,19 6,61 52,3 17,6 2,81 1,63 13,1 8,78 16,5 10,2 43,9 15,3 0,230 193

80 40 4,0 6,71 8,55 64,8 21,5 2,75 1,59 16,2 10,7 20,9 12,8 55,2 18,8 0,226 149

80 40 5,0 8,13 10,4 75,1 24,6 2,69 1,54 18,8 12,3 24,7 15,0 65,0 21,7 0,223 123

80 60 2,0 4,19 5,34 49,5 31,9 3,05 2,44 12,4 10,6 14,7 12,1 61,2 17,1 0,273 239

80 60 2,5 5,17 6,59 60,1 38,6 3,02 2,42 15,0 12,9 18,0 14,8 75,1 20,7 0,271 193

80 60 3,0 6,13 7,81 70,0 44,9 3,00 2,40 17,5 15,0 21,2 17,4 88,3 24,1 0,270 163

80 60 4,0 7,97 10,1 87,9 56,1 2,94 2,35 22,0 18,7 27,0 22,1 113 30,3 0,266 126

80 60 5,0 9,70 12,4 103 65,7 2,89 2,31 25,8 21,9 32,2 26,4 136 35,7 0,263 103

90 50 2,0 4,19 5,34 57,9 23,4 3,29 2,09 12,9 9,35 15,7 10,5 53,4 15,9 0,273 239
Area
Lunghezza
Dimensione Massa per Area della Momento Modulo perimetrale
Spessore Momento di inerzia Modulo di resistenza Modulo di resistenza nominale
specificata unità di sezione Raggio di inerzia di inerzia di per ogni
specificato a flessione in campo elastico in campo plastico per
del lato lunghezza trasversale a torsione torsione metro di
tonnellata
lunghezza

BH T M A Iyy Izz iyy izz Welyy Welzz Wpl yy Wpl zz Lt Ct As


(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 ) (cm) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

90 50 2,5 5,17 6,59 70,3 28,2 3,27 2,07 15,6 11,3 19,3 12,8 65,3 19,2 0,271 193

90 50 3,0 6,13 7,81 81,9 32,7 3,24 2,05 18,2 13,1 22,6 15,0 76,7 22,4 0,270 163

90 50 4,0 7,97 10,1 103 40,7 3,18 2,00 22,8 16,3 28,8 19,1 97,7 28,0 0,266 126

90 50 5,0 9,70 12,4 121 47,4 3,12 1,96 26,8 18,9 34,4 22,7 116 32,7 0,263 103

100 40 2,5 5,17 6,59 79,3 18,8 3,47 1,69 15,9 9,39 20,2 10,6 50,5 16,8 0,271 193

100 40 3,0 6,13 7,81 92,3 21,7 3,44 1,67 18,5 10,8 23,7 12,4 59,0 19,4 0,270 163

100 40 4,0 7,97 10,1 116 26,7 3,38 1,62 23,1 13,3 30,3 15,7 74,5 24,0 0,266 126

100 40 5,0 9,70 12,4 136 30,8 3,31 1,58 27,1 15,4 36,1 18,5 87,9 27,9 0,263 103
ACCIAIO

100 50 2,5 5,56 7,09 91,2 31,1 3,59 2,09 18,2 12,4 22,7 14,0 75,4 21,5 0,291 180

100 50 3,0 6,60 8,41 106 36,1 3,56 2,07 21,3 14,4 26,7 16,4 88,6 25,0 0,290 152

100 50 4,0 8,59 10,9 134 44,9 3,50 2,03 26,8 18,0 34,1 20,9 113 31,3 0,286 116

100 50 5,0 10,5 13,4 158 52,5 3,44 1,98 31,6 21,0 40,8 25,0 135 36,8 0,283 95,4

100 50 6,0 12,3 15,6 179 58,7 3,38 1,94 35,8 23,5 46,9 28,5 154 41,4 0,279 81,5

100 50 6,3 12,5 15,9 176 58,2 3,32 1,91 35,1 23,3 46,9 28,6 158 42,1 0,273 79,9

100 60 2,5 5,96 7,59 103 46,9 3,69 2,49 20,6 15,6 25,1 17,7 103 26,2 0,311 168

100 60 3,0 7,07 9,01 121 54,6 3,66 2,46 24,1 18,2 29,6 20,8 122 30,6 0,310 141

100 60 4,0 9,22 11,7 153 68,7 3,60 2,42 30,5 22,9 37,9 26,6 156 38,7 0,306 108

100 60 5,0 11,3 14,4 181 80,8 3,55 2,37 36,2 26,9 45,6 31,9 188 45,8 0,303 88,7
353

! segue
Area
354

Lunghezza
Dimensione Massa per Area della Momento Modulo perimetrale
Spessore Momento di inerzia Modulo di resistenza Modulo di resistenza nominale
specificata unità di sezione Raggio di inerzia di inerzia di per ogni
specificato a flessione in campo elastico in campo plastico per
del lato lunghezza trasversale a torsione torsione metro di
tonnellata
lunghezza

BH T M A Iyy Izz iyy izz Welyy Welzz Wpl yy Wpl zz Lt Ct As


(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 ) (cm) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

100 60 6,0 13,2 16,8 205 91,2 3,49 2,33 41,1 30,4 52,5 36,6 216 51,9 0,299 75,7

100 60 6,3 13,5 17,2 203 90,9 3,44 2,30 40,7 30,3 52,8 36,9 223 53,0 0,293 74,0

100 80 2,5 6,74 8,59 127 90,2 3,84 3,24 25,4 22,5 30,0 25,8 166 35,7 0,351 148

100 80 3,0 8,01 10,2 149 106 3,82 3,22 29,8 26,4 35,4 30,4 196 41,9 0,350 125

100 80 4,0 10,5 13,3 189 134 3,77 3,17 37,9 33,5 45,6 39,2 254 53,4 0,346 95,4

100 80 5,0 12,8 16,4 226 160 3,72 3,12 45,2 39,9 55,1 47,2 308 63,7 0,343 77,9

100 80 6,0 15,1 19,2 258 182 3,67 3,08 51,7 45,5 63,8 54,7 357 73,0 0,339 66,2

100 80 6,3 15,5 19,7 259 183 3,62 3,04 51,8 45,7 64,6 55,4 371 75,0 0,333 64,6
ACCIAIO

120 60 2,5 6,74 8,59 161 55,2 4,33 2,53 26,9 18,4 33,2 20,6 133 31,7 0,351 148

120 60 3,0 8,01 10,2 189 64,4 4,30 2,51 31,5 21,5 39,2 24,2 156 37,1 0,350 125

120 60 4,0 10,5 13,3 241 81,2 4,25 2,47 40,1 27,1 50,5 31,1 201 47,0 0,346 95,4

120 60 5,0 12,8 16,4 287 96,0 4,19 2,42 47,8 32,0 60,9 37,4 242 55,8 0,343 77,9

120 60 6,0 15,1 19,2 328 109 4,13 2,38 54,7 36,3 70,6 43,1 280 63,6 0,339 66,2

120 60 6,3 15,5 19,7 327 109 4,07 2,35 54,5 36,4 71,2 43,7 289 65,1 0,333 64,6

120 60 8,0 18,9 24,0 375 124 3,95 2,27 62,6 41,3 84,1 51,3 340 75,0 0,326 53,0

120 80 3,0 8,96 11,4 230 123 4,49 3,29 38,4 30,9 46,2 35,0 255 50,8 0,390 112

120 80 4,0 11,7 14,9 295 157 4,44 3,24 49,1 39,3 59,8 45,2 331 64,9 0,386 85,2

120 80 5,0 14,4 18,4 353 188 4,39 3,20 58,9 46,9 72,4 54,7 402 77,8 0,383 69,4
Area
Lunghezza
Dimensione Massa per Area della Momento Modulo perimetrale
Spessore Momento di inerzia Modulo di resistenza Modulo di resistenza nominale
specificata unità di sezione Raggio di inerzia di inerzia di per ogni
specificato a flessione in campo elastico in campo plastico per
del lato lunghezza trasversale a torsione torsione metro di
tonnellata
lunghezza

BH T M A Iyy Izz iyy izz Welyy Welzz Wpl yy Wpl zz Lt Ct As


(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 ) (cm) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

120 80 6,0 17,0 21,6 406 215 4,33 3,15 67,7 53,8 84,3 63,5 469 89,4 0,379 58,9

120 80 6,3 17,5 22,2 408 217 4,28 3,12 68,1 54,3 85,6 64,7 488 92,1 0,373 57,3

120 80 8,0 21,4 27,2 476 252 4,18 3,04 79,3 62,9 102 76,9 584 108 0,366 46,8

140 80 4,0 13,0 16,5 430 180 5,10 3,30 61,4 45,1 75,5 51,3 412 76,5 0,426 77,0

140 80 5,0 16,0 20,4 517 216 5,04 3,26 73,9 54,0 91,8 62,2 501 91,8 0,423 62,6

140 80 6,0 18,9 24,0 597 248 4,98 3,21 85,3 62,0 107 72,4 584 106 0,419 53,0

140 80 6,3 19,4 24,8 603 251 4,93 3,19 86,1 62,9 109 74,0 609 109 0,413 51,4

140 80 8,0 23,9 30,4 708 293 4,82 3,10 101 73,3 131 88,4 731 129 0,406 41,8
ACCIAIO

150 100 4,0 14,9 18,9 595 319 5,60 4,10 79,3 63,7 95,7 72,5 662 105 0,486 67,2

150 100 5,0 18,3 23,4 719 384 5,55 4,05 95,9 76,8 117 88,3 809 127 0,483 54,5

150 100 6,0 21,7 27,6 835 444 5,50 4,01 111 88,8 137 103 948 147 0,479 46,1

150 100 6,3 22,4 28,5 848 453 5,45 3,98 113 90,5 140 106 992 152 0,473 44,6

150 100 8,0 27,7 35,2 1 008 536 5,35 3,90 134 107 169 128 1 206 182 0,466 36,1

150 100 10,0 33,4 42,6 1 162 614 5,22 3,80 155 123 199 150 1 426 211 0,457 29,9

150 100 12,0 37,7 48,1 1 207 642 5,01 3,65 161 128 215 163 1 573 229 0,438 26,5

150 100 12,5 38,9 49,5 1 225 651 4,97 3,63 163 130 220 166 1 606 233 0,436 25,7

160 80 4,0 14,2 18,1 598 204 5,74 3,35 74,7 50,9 92,9 57,4 494 88,0 0,466 70,2

160 80 5,0 17,5 22,4 722 244 5,68 3,30 90,2 61,0 113 69,7 601 106 0,463 57,0
355

! segue
Area
356

Lunghezza
Dimensione Massa per Area della Momento Modulo perimetrale
Spessore Momento di inerzia Modulo di resistenza Modulo di resistenza nominale
specificata unità di sezione Raggio di inerzia di inerzia di per ogni
specificato a flessione in campo elastico in campo plastico per
del lato lunghezza trasversale a torsione torsione metro di
tonnellata
lunghezza

BH T M A Iyy Izz iyy izz Welyy Welzz Wpl yy Wpl zz Lt Ct As


(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 ) (cm) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

160 80 6,0 20,7 26,4 836 281 5,62 3,26 105 70,2 132 81,3 702 122 0,459 48,2

160 80 6,3 21,4 27,3 846 286 5,57 3,24 106 71,4 135 83,3 732 126 0,453 46,7

160 80 8,0 26,4 33,6 1 001 335 5,46 3,16 125 83,7 163 100 882 150 0,446 37,9

160 80 10,0 31,8 40,6 1 146 380 5,32 3,06 143 95,0 191 117 1 031 172 0,437 31,4

160 80 12,0 35,8 45,7 1 171 391 5,06 2,93 146 97,8 204 125 1 111 183 0,418 27,9

160 80 12,5 36,9 47,0 1 185 396 5,02 2,90 148 98,9 208 127 1 129 185 0,416 27,1

180 100 4,0 16,8 21,3 926 374 6,59 4,18 103 74,8 126 84,0 854 127 0,546 59,7

180 100 5,0 20,7 26,4 1 124 452 6,53 4,14 125 90,4 154 103 1 045 154 0,543 48,3
ACCIAIO

180 100 6,0 24,5 31,2 1 310 524 6,48 4,10 146 105 181 120 1 227 179 0,539 40,8

180 100 6,3 25,4 32,3 1 335 536 6,43 4,07 148 107 186 124 1 283 185 0,533 39,4

180 100 8,0 31,4 40,0 1 598 637 6,32 3,99 178 127 226 150 1 565 222 0,526 31,8

180 100 10,0 38,1 48,6 1 859 736 6,19 3,89 207 147 268 177 1 859 260 0,517 26,2

180 100 12,0 43,4 55,3 1 965 782 5,96 3,76 218 156 292 194 2 073 285 0,498 23,1

180 100 12,5 44,8 57,0 2 001 796 5,92 3,74 222 159 300 199 2 122 290 0,496 22,3

200 100 4,0 18,0 22,9 1 200 411 7,23 4,23 120 82,2 148 91,7 985 142 0,586 55,5

200 100 5,0 22,3 28,4 1 459 497 7,17 4,19 146 99,4 181 112 1 206 172 0,583 44,9

200 100 6,0 26,4 33,6 1 703 577 7,12 4,14 170 115 213 132 1 417 200 0,579 37,9

200 100 6,3 27,4 34,8 1 739 591 7,06 4,12 174 118 219 135 1 483 208 0,573 36,6
Area
Lunghezza
Dimensione Massa per Area della Momento Modulo perimetrale
Spessore Momento di inerzia Modulo di resistenza Modulo di resistenza nominale
specificata unità di sezione Raggio di inerzia di inerzia di per ogni
specificato a flessione in campo elastico in campo plastico per
del lato lunghezza trasversale a torsione torsione metro di
tonnellata
lunghezza

BH T M A Iyy Izz iyy izz Welyy Welzz Wpl yy Wpl zz Lt Ct As


(mm) (mm) (kg/m) (cm2 ) (cm4 ) (cm4 ) (cm) (cm) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 ) (m2 /m) (m)

200 100 8,0 33,9 43,2 2 091 705 6,95 4,04 209 141 267 165 1 811 250 0,566 29,5

200 100 10,0 41,3 52,6 2 444 818 6,82 3,94 244 164 318 195 2 154 292 0,557 24,2

200 100 12,0 47,1 60,1 2 607 876 6,59 3,82 261 175 350 215 2 414 322 0,538 21,2

200 100 12,5 48,7 62,0 2 659 892 6,55 3,79 266 178 359 221 2 474 329 0,536 20,5

200 120 4,0 19,3 24,5 1 353 618 7,43 5,02 135 103 164 115 1 345 172 0,626 51,9

200 120 5,0 23,8 30,4 1 649 750 7,37 4,97 165 125 201 141 1 652 210 0,623 42,0

200 120 6,0 28,3 36,0 1 929 874 7,32 4,93 193 146 237 166 1 947 245 0,619 35,4

200 120 6,3 29,3 37,4 1 976 898 7,27 4,90 198 150 244 172 2 040 255 0,613 34,1
ACCIAIO

200 120 8,0 36,5 46,4 2 386 1 079 7,17 4,82 239 180 298 209 2 507 308 0,606 27,4

200 120 10,0 44,4 56,6 2 806 1 262 7,04 4,72 281 210 356 250 3 007 364 0,597 22,5

200 120 12,0 50,9 64,9 3 031 1 368 6,84 4,59 303 228 395 278 3 419 406 0,578 19,6

200 120 12,5 52,6 67,0 3 099 1 397 6,80 4,57 310 233 406 285 3 514 416 0,576 19,0

250 150 5,0 30,1 38,4 3 304 1 508 9,28 6,27 264 201 320 225 3 285 337 0,783 33,2

250 150 6,0 35,8 45,6 3 886 1 768 9,23 6,23 311 236 378 266 3 886 396 0,779 27,9

250 150 6,3 37,2 47,4 4 001 1 825 9,18 6,20 320 243 391 276 4 078 412 0,773 26,8

250 150 8,0 46,5 59,2 4 886 2 219 9,08 6,12 391 296 482 340 5 050 504 0,766 21,5
357

! segue
358 ACCIAIO

Tabella 19.32 Tondi laminati a caldo di uso generale (secondo UNI EN 10060-2004.
La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale edita

d
dall’UNI).

Dimensione Massa Dimensione Massa


Sezione Sezione
d lineica 1 d lineica 1
(cm 2 ) (cm 2 )
(mm) (kg=m) (mm) (kg=m)

10 0,617 0,785 65 26,0 33,2

12 0,888 1,13 70 30,2 38,5

13 1,04 1,33 73 32,9 41,9

14 1,21 1,54 75 34,7 44,2

15 1,39 1,77 80 39,5 50,3

16 1,58 2,01 85 44,5 56,7

18 2,00 2,54 90 49,9 63,6

19 2,23 2,84 95 55,6 70,9

20 2,47 3,14 100 61,7 78,5

22 2,98 3,80 105 68,0 86,6

24 3,55 4,52 110 74,6 95,0

25 3,85 4,91 115 81,5 104

26 4,17 5,31 120 88,8 113

27 4,49 5,73 125 96,3 123

28 4,83 6,16 130 104 133

30 5,55 7,07 135 112 143

32 6,31 8,04 140 121 154

35 7,55 9,62 145 130 165

36 7,99 10,2 150 139 177

38 8,90 11,3 155 148 189

40 9,86 12,6 160 158 201

42 10,9 13,9 165 168 214

45 12,5 15,9 170 178 227

48 14,2 18,1 175 189 241

50 15,4 19,6 180 200 254

52 16,7 21,2 190 223 284

55 18,7 23,8 200 247 314

60 22,2 28,3 220 298 380

63 24,5 31,2 250 385 491


1 3
Calcolata usando la densità 7,85 kg/dm .
ACCIAIO 359

Tabella 19.33 Quadri laminati a caldo di uso generale (secondo UNI EN 10059-
2004. La garanzia di esattezza del testo è data esclusivamente dalla norma originale

a
edita dall’UNI).

Dimensione Massa Dimensione Massa


Sezione Sezione
a lineica a lineica
(cm 2 ) (cm 2 )
(mm) (kg=m) (mm) (kg=m)

8 0,502 0,64 40 12,6 16,0

10 0,785 1,00 45 15,9 20,3

12 1,13 1,44 50 19,6 25,0

13 1,33 1,69 55 23,7 30,3

14 1,54 1,96 60 28,3 36,0

15 1,77 2,25 65 33,2 42,3

16 2,01 2,56 70 38,5 49,0

18 2,54 3,24 75 44,2 56,3

20 3,14 4,00 80 50,2 64,0

22 3,80 4,84 90 63,6 81,0

24 4,52 5,76 100 78,5 100

25 4,91 6,25 110 95,0 121

26 5,31 6,76 120 113 144

28 6,15 7,84 130 133 169

30 7,07 9,00 140 154 196

32 8,04 10,2 150 177 225

35 9,62 12,3

Tabella 19.34 Profilati a freddo "L" (Marcegaglia).


S
A

r=S

Spessore s
Dimensioni
1,5 2,00 2,50 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 12,00

B  A (mm) Peso (kg/m)

10  20 0,31

12  25 0,39 0,50

15  20 0,47

15  30 0,48 0,62 0,75 0,87

15  40 0,78 0,95 1,11


! segue

20  25 0,62 0,75 0,87


360 ACCIAIO

Spessore s
Dimensioni
1,5 2,00 2,50 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 12,00

B  A (mm) Peso (kg/m)

20  30 0,70 0,85 0,99

20  35 0,78 0,95 1,11

20  40 0,86 1,05 1,23

20  45 0,94 1,15 1,34

20  50 1,02 1,24 1,46

20  60 1,17 1,44 1,70

25  30 0,78 0,95 1,11

25  40 0,94 1,15 1,34

25  50 1,09 1,34 1,58

30  40 1,02 1,24 1,46

30  50 1,17 1,44 1,70

30  60 1,64 1,93

30  80 2,40 3,12

30  100 2,87

40  60 2,17 2,81

40  65 2,29

40  80 2,64 3,44

40  100 3,11 4,06

50  100 3,35 4,38 5,37 6,32 7,22

70  120 5,63 6,94 8,20 9,42 10,60

80  150 8,51 10,08 11,62 13,11 14,56 15,97

100  200 13,38 15,47 17,51 19,51 21,47 25,26

100  250 15,74 18,21 20,65 23,04 25,39 29,97

150  300 20,45 23,71 26,93 30,11 33,24 39,39


ACCIAIO 361

Tabella 19.35 Profilati a freddo ‘‘U’’ (Marcegaglia).


S

A
r=S

Spessore s
Dimensioni
0,8 1,00 1,20 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00

B  A (mm) Peso (kg/m)

88 0,12 0,15 0,17

10  10 0,16 0,19 0,22 0,26

12  12 0,20 0,24 0,28 0,33

14  14 0,40 0,49

15  15 0,26 0,31 0,36 0,44 0,54

20  20 0,35 0,43 0,51 0,61 0,78

22  22 0,56 0,68 0,87

23  23 0,72 0,92

25  25 0,79 1,01 1,21 1,39

28  28 0,90 1,15 1,39 1,60

30  30 0,97 1,25 1,51 1,75

35  35 1,48 1,80 2,10

40  40 1,72 2,09 2,45 2,79 3,10

45  45 1,95 2,39 2,80 3,20 3,57

50  50 2,19 2,68 3,16 3,61 4,04 4,85

60  60 3,86 4,44 4,99 6,02

75  75 4,92 5,67 6,40 7,79 9,10

80  80 5,28 6,08 6,87 8,38 9,81 11,15 12,41

100  100 8,75 10,73 12,63 14,45 16,18

120  120 13,09 15,46 17,74 19,95

150  150 19,70 22,69 25,60


362 ACCIAIO

Tabella 19.36 Profilati a freddo ‘‘U’’ (Marcegaglia).


S

A
r=S

Spessore s
Dimensioni
0,80 1,00 1,20 1,50 2,00 2,50 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00

B  A (mm) Peso (kg/m)

8  10 0,15 0,18 0,20 0,24

8  15 0,21 0,26 0,30 0,35

10  18 0,56

11  14 0,22 0,26 0,31 0,37

11  30 0,95

12  40 1,28

15  10 0,19 0,23 0,27 0,32

15  20 0,39 0,46 0,55 0,70

20  10 0,22 0,27 0,32 0,38 0,46

23  30 0,88 1,14 1,37

24  35 1,01 1,31 1,58 1,84

25  12 0,28 0,34 0,40 0,48 0,60

25  30 0,91 1,17 1,41 1,63

25  40 1,14 1,48 1,80 2,10

26  40 1,15 1,50 1,82 2,12

30  10 0,29 0,35 0,41 0,50

30  15 0,35 0,43 0,51 0,61 0,78

30  20 0,73 0,93 1,11 1,27

30  25 0,85 1,09 1,31 1,51

30  35 1,08 1,40 1,70 1,98

30  40 1,20 1,56 1,90 2,22 2,79

35  17 0,59 0,72 0,92 1,09

35  20 0,79 1,01 1,21 1,39

35  30 1,03 1,33 1,60 1,86

35  40 1,64 2,00 2,33

40  20 0,85 1,09 1,31 1,51

40  28 1,34

40  30 1,08 1,40 1,70 1,98 2,47


ACCIAIO 363

Spessore s
Dimensioni 0,80 1,00 1,20 1,50 2,00 2,50 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00

B  A (mm) Peso (kg/m)

40  35 1,20 1,56 1,90 2,22 2,79

50  20 0,97 1,25 1,51 1,75

50  25 1,40 1,70 1,98

50  30 1,56 1,90 2,22 2,79

50  40 1,87 2,29 2,69 3,42

55  30 1,64 2,00 2,33 2,95

60  20 1,08 1,40 1,70 1,98

60  30 1,72 2,09 2,45 3,10 3,67

60  40 2,03 2,49 2,92 3,73 4,45

60  50 2,35 2,88 3,39 4,36 5,24

70  30 1,87 2,29 2,69 3,42

70  35 2,03 2,49 2,92 3,73 4,45

70  40 3,16 4,04

70  45 2,35 2,88 3,39 4,36 5,24

80  40 2,35 2,88 3,39 4,36 5,24

80  50 2,66 3,27 3,86 4,99 6,02

80  60 2,97 3,66 4,34 5,61 6,81

90  40 2,50 3,08 3,63 4,67 5,63

90  45 2,66 3,27 3,86 4,99 6,02

100  30 2,35 2,88 3,39 4,36 5,24

100  40 2,66 3,27 3,86 4,99 6,02

100  50 2,97 3,66 4,34 5,61 6,81 7,92

100  60 3,29 4,06 4,81 6,24 7,59 8,86

120  50 4,81 6,24 7,59 8,86

120  55 5,04 6,56 7,99 9,34

120  60 5,28 6,87 8,38 9,81

140  50 8,38

140  60 5,57 7,50 9,16 10,75

150  50 5,51 7,18 8,77 10,28

150  60 5,98 7,81 9,56 11,22 12,80

150  70 6,46 8,44 10,34 12,16 13,90


364 ACCIAIO

C
Tabella 19.37 Profilati a freddo ‘‘Omega’’ simmetrici (Marcegaglia).
S

A
r=S

Spessore s
Dimensioni
1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00

B  A  C (mm) Peso (kg/m)

20  20  15 0,87 1,08

25  20  15 0,93 1,16

50  20  15 1,23 1,55

25  25  15 1,05 1,32

30  25  15 1,11 1,39

40  25  13 1,49

40  25  15 1,23 1,55

50  25  10 1,23 1,55

15  30  15 1,05 1,32

20  30  15 1,11 1,39

30  30  15 1,23 1,55

30  30  25 1,87

50  30  15 1,46 1,87

60  30  20 1,70 2,18

20  35  30 1,58 2,02

45  35  13 1,88

15  40  20 1,40 1,79

25  40  15 1,40 1,79

30  40  20 1,58 2,02

40  40  20 1,70 2,18

50  40  20 1,81 2,34

30  45  15 1,58 2,02

30  45  20 1,70 2,18

50  45  15 1,81 2,34

60  45  25 2,17 2,81

25  50  15 1,64 2,10 2,52

30  50  15 1,70 2,18 2,62

30  50  20 1,81 2,34 2,82


ACCIAIO 365

Spessore s
Dimensioni
1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00

B  A  C (mm) Peso (kg/m)

40  50  20 1,93 2,49 3,01

45  50  20 2,57 3,11 3,61

50  50  20 2,05 2,65 3,21

25  60  20 2,57 3,11 3,61

34  60  22 3,37

35  60  22 3,94

40  60  25 2,96 3,60 4,20

45  60  25 3,04 3,70 4,31

50  60  25 3,12 3,80 4,43

38  70  30 6,14

50  70  25 3,44 4,19 4,90

50  75  25 3,59 4,39 5,14

60  75  25 3,75 4,58 5,37

40  80  25 3,59 4,39 5,14

40  90  25 3,91 4,78 5,61

50  100  30 4,53 5,56 6,55 7,50 8,40

60  100  30 5,76 6,79 7,77 8,72

50  110  30 5,96 7,02 8,05 9,03

50  120  30 6,35 7,49 8,60 9,66 11,66

60  120  30 5,32 6,54 7,73 8,87 9,97 12,05

80  120  40 7,33 8,67 9,97 11,23 13,62

80  150  45 10,32 11,89 13,43 16,37 19,14 21,75 24,19

80  180  40 11,50 13,27 15,00 18,33 21,50 24,50 27,33

100  180  50 12,44 14,37 16,25 19,90 23,38 26,69 29,84

110  180  60 13,15 15,19 17,19 21,08 24,79 28,34 31,73


Profilati a freddo - Tabelle comparative di portata
366

Y S
Tabella 19.38 Tabella comparativa di portata (Marcegaglia).

A
G
X X

Y
B

Dimensioni Carico lineare massimo in kg/m riferito alla luce espressa in m

AB sp F G Jx Wx Jy Wy
Acciaio Sigma 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6
(mm) (mm) (cm2 ) (kg/m) (cm4 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 )

2,5 4,78 3,8 74,33 14,86 11,88 3,29 1 170,00 618 348 223 155 114 87 69 56 46 39
1 550,00 819 461 295 205 150 115 91 74 61 51
140 94 66 48 36 28

3,0 5,70 4,51 87,30 17,46 14,05 3,90 S 235 1 290,00 801 450 288 200 147 113 89 72 60 50
100  50 S 355 1 770,00 1 099 618 396 275 202 155 122 99 82 69
ACCIAIO

fr = I/200 261 164 110 77 56 42 33

4,0 7,42 5,89 111,12 22,21 18,07 5,08 1 440,00 1 137 640 409 284 209 160 126 102 85 71
2 050,00 1 619 911 583 405 297 228 180 146 120 101
573 332 209 140 98 72 54 41

2,5 5,75 4,52 131,10 21,86 20,86 4,76 1 020,00 792 446 285 198 146 111 88 71 59 50
1 190,00 924 520 333 231 170 130 103 83 69 58
85 64 49

3,0 6,68 5,47 154,12 25,68 24,69 5,67 S 235 1 170,00 1 068 601 385 267 196 150 119 96 79 67
120  60 S 355 1 550,00 1 415 796 509 354 260 199 157 127 105 88
fr = I/200 136 99 75 58

4,0 8,99 7,17 197,92 32,99 31,96 7,43 1 350,00 1 584 891 570 396 291 223 176 143 118 99
1 880,00 2 205 1 240 794 551 405 310 245 198 164 138
372 249 175 128 96 74
Dimensioni Carico lineare massimo in kg/m riferito alla luce espressa in m

AB sp F G Jx Wx Jy Wy
Acciaio Sigma 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6
(mm) (mm) (cm2 ) (kg/m) (cm4 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 )

2,5 6,25 4,91 193,07 27,58 21,89 4,86 1 020,00 1 000 563 360 250 184 141 111 90 74 63
1 190,00 1 167 656 420 292 214 164 130 105 87 73
72

3,0 7,42 5,95 229,10 32,73 25,90 5,79 S 235 1 170,00 1 362 766 490 340 250 191 151 123 101 85
140  60 S 355 1 550,00 1 804 1 015 649 451 331 254 200 162 134 113
fr = I/200 148 111 86

4,0 9,87 7,8 287,41 41,05 33,49 5,57 1 350,00 1 970 1 108 709 493 362 277 219 177 147 123
1 880,00 2 744 1 543 988 686 504 386 305 247 204 171
362 254 185 139 107

3,0 8,40 6,54 323,64 40,45 33,68 6,87 1 110,00 1 596 898 575 399 293 224 177 144 119 100
1 430,00 2 057 1 157 740 514 378 289 229 185 153 129
121
ACCIAIO

4,0 11,07 8,58 418,95 52,36 43,70 9,01 S 235 1 300,00 2 420 1 361 871 605 445 340 269 218 180 151
160  65 S 355 1 800,00 3 351 1 885 1 206 838 615 471 372 302 249 209
fr = I/200 371 270 203 156

5,0 13,67 10,59 507,92 63,49 53,12 11,06 1 420,00 3 206 1 803 1 154 801 589 451 356 288 238 200
2 020,00 4 560 2 565 1 642 1 140 838 641 507 410 339 285
640 449 328 246 190
367
S Y
Tabella 19.39 Tabella comparativa di portata (Marcegaglia).
368

A
X X

Y
B

Dimensioni Carico lineare massimo in kg/m riferito alla luce espressa in m

ABC sp F G Jx Wx Jy Wy
Acciaio Sigma 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6
(mm) (mm) (cm2 ) (kg/m) (cm4 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 )

1,5 3,42 2,68 54,32 10,67 14,29 4,74 596 335 214 149 109 84 66 54 44 37
899 506 324 225 165 126 100 81 67 56
280 162 102 68 48 35 26 20

2 4,48 3,75 70,1 14 18,21 6,04 S 235 782 440 281 195 144 110 87 70 58 49
1 570
100  50  25 S 355 1 180 664 425 295 217 166 131 106 88 74
2 370
fr = I/200 362 209 132 88 62 45 34 26

2,5 5,5 4,58 84,7 16,94 21,74 7,2 946 532 340 236 174 133 105 85 70 59
ACCIAIO

1 427 803 514 357 262 201 159 128 106 89


437 253 159 107 75 55 41 32

2 4,88 3,83 107,55 17,92 19,52 6,17 1 000 563 360 250 184 141 111 90 74 63
1 510 849 544 378 277 212 168 136 112 94
321 202 136 95 69 52 40

2,5 6 4,71 130,36 21,73 23,33 7,37 S 235 1 213 682 437 303 223 171 135 109 90 76
1 570
120  50  25 S 355 1 831 1 030 659 458 336 258 203 165 136 114
2 370
fr = I/200 389 245 164 115 84 63 49

3 7,08 5,56 151,62 25,27 26,73 8,43 1 411 793 508 353 259 198 157 127 105 88
2 129 1 198 767 532 391 299 237 192 158 133
453 285 191 134 98 73 57
Dimensioni Carico lineare massimo in kg/m riferito alla luce espressa in m

ABC sp F G Jx Wx Jy Wy
Acciaio Sigma 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6
(mm) (mm) (cm2 ) (kg/m) (cm4 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 )

2 5,48 4,3 181,31 24,3 21,14 6,32 1 356 763 488 339 249 191 151 122 101 85
2 048 1 152 737 512 376 288 228 184 152 128
341 228 160 117 88 68

2,5 6,75 5,29 221,68 29,55 25,25 7,55 S 235 1 650 928 594 412 303 232 183 148 123 103
1 570
150  50  25 S 355 2 490 1 401 896 623 457 350 277 224 185 156
2 370
fr = I/200 417 279 196 143 107 83

3 7,98 6,6 258,64 34,48 29 8,64 1 925 1 083 693 481 354 271 214 173 143 120
2 906 1 634 1 046 726 534 409 323 261 216 182
486 326 229 167 125 97

2 7,68 6,03 473,09 47,3 60,44 11,67 2 640 1 485 951 660 485 371 293 238 196 165
3 986 2 242 1 435 996 732 561 443 359 296 249
419 305 229 177
ACCIAIO

2,5 9,5 7,45 579,95 57,99 73,11 14,1 S 235 3 237 1 821 1 165 809 595 455 360 291 241 202
1 570
200  75  25 S 355 4 887 2 749 1 759 1 222 898 687 543 440 363 305
2 370
fr = I/200 513 374 281 217

3 11,28 8,85 682,37 68,24 84,85 16,35 3 809 2 143 1 371 952 700 536 423 343 283 238
5 750 3 235 2 070 1 438 1 056 809 639 518 428 359
860 604 440 331 255
369
A
Tabella 19.40 Tabella comparativa di portata (Marcegaglia). Y
370

B
X X

C Y

Dimensioni Carico lineare massimo in kg/m riferito alla luce espressa in m

ABC sp F G Jx Wx Jy Wy
Acciaio Sigma 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5
(mm) (mm) (cm2 ) (kg/m) (cm4 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 )

2 3,44 2,8 12,42 4,5 15,55 3,57 251 141 90 63 46 35 28 23 19


379 213 137 95 70 53 42 34 28
S 235 297 125 64 37 23 16 11 8 6
1 570
35  50  30 S 355
2,5 4,2 3,3 14,73 5,36 18,75 4,36 2 370 299 168 108 75 55 42 33 27 22
fr = I/200
452 254 163 113 83 64 50 41 34
352 148 76 44 28 19 13 10 7

2 4,04 3,18 20,37 6,14 18,57 4,08 343 193 123 86 63 48 38 31 25


517 291 186 129 95 73 57 47 38
S 235 487 205 105 61 38 26 18 13 10
ACCIAIO

1 570
35  60  30 S 355
2,5 5 3,93 24,38 7,33 22,4 4,07 2 370 409 230 147 102 75 58 45 37 30
fr = I/200
618 347 222 154 113 87 69 56 46
583 246 126 73 46 31 22 16 12

2 4,64 3,65 35,36 8,64 20,2 4,44 482 271 174 121 89 68 54 43 36
728 410 262 182 134 102 81 66 54
S 235 356 182 106 67 45 31 23 17
1 570
35  75  30 S 355
2,5 5,75 4,52 42,14 10,23 24,39 5,42 2 370 571 321 206 143 105 80 63 51 42
fr = I/200
862 485 310 216 158 121 96 78 64
425 217 126 79 53 37 27 20

60  100  30 2,5 7,5 6 101,98 20,0 69,01 12 1 128 634 406 282 207 159 125 101 84
1 702 957 613 426 313 329 189 153 127
S 235 526 305 192 128 90 66 49
1 570
S 355
3 8,94 7,1 119,01 23,54 80,79 14,17 2 370 1 314 739 473 329 241 185 146 118 98
fr = I/200
1 984 1 116 714 496 364 279 220 179 148
614 355 224 150 105 77 58
Dimensioni Carico lineare massimo in kg/m riferito alla luce espressa in m

ABC sp F G Jx Wx Jy Wy
Acciaio Sigma 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5
(mm) (mm) (cm2 ) (kg/m) (cm4 ) (cm3 ) (cm4 ) (cm3 )

2,5 8,5 6,8 161,03 26,7 77,29 13,44 1 490 838 537 373 274 210 166 134 111
2 250 1 266 810 562 413 316 250 202 167
S 235 481 303 203 143 104 78
1 570
60  120  30 S 355
3 10,14 8,06 185,35 30,52 90,55 15,88 2 370 1 704 958 613 426 313 240 189 153 127
fr = I/200
2 572 1 447 926 643 472 362 286 231 191
554 349 234 164 120 90

2,5 9,5 7,6 195,27 32,07 162,02 20,9 1 790 1 007 644 448 329 252 199 161 133
2 702 1 520 973 676 496 380 300 243 201
S 235 583 367 246 173 126 95
1 570
80  120  40 S 355
3 11,34 9,03 229,66 37,86 190,72 24,76 2 370 2 113 1 189 761 528 388 297 235 190 157
fr = I/200
3 190 1 795 1 149 798 586 449 354 287 237
686 432 289 203 148 111

2,5 11,17 8,78 344,84 45,74 194,12 23,96 2 553 1 436 919 638 469 359 284 230 190
3 854 2 168 1 388 964 708 542 428 347 287
ACCIAIO

S 235 1 030 649 434 305 222 167


1 570
80  150  45 S 355
3 13,35 10,48 406,38 53,9 228,82 28,42 2 370 3 009 1 692 1 083 752 553 423 334 271 224
fr = I/200
4 542 2 555 1 635 1 135 834 639 505 409 338
764 512 360 262 197
371
372 ACCIAIO

19.3 ACCIAIO – METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Resistenze di calcolo

Stati di tensione monoassiali (sforzo normale puro, flessione pura, taglio puro)
Tabella 19.41 Tensioni ammissibili a trazione o a compressione per acciaio laminato.
radm sadm
Materiale (N/mm2 ) (N/mm2 )

t  40 mm t > 40 mm t  40 mm t > 40 mm

S235 160 140 92 81

S275 190 170 110 98

S355 240 210 139 121

Tabella 19.42 Tensioni ammissibili a trazione e a taglio nei bulloni.


rb;adm sb;adm
Classe
(N/mm2 ) (N/mm2 )

4.6 160 113

5.6 200 141

6.8 280 198

8.8 373 264

10.9 467 330

Stati di tensione pluriassiali (la più comune è flessione e taglio)


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Criterio di von Mises rid ¼ + r2 þ 3  s2  radm

Sforzo normale
Membrature tese

Calcolo di progetto Nt
Anet ¼
radm
Per profilati a doppio A e a C evitare il collegamento a una sola ala.

Calcolo di verifica Nt
r¼  radm
Anet

Membrature compresse (senza carico di punta)

Calcolo di progetto Nc
Anet ¼
radm

Calcolo di verifica Nc
r¼  radm
Anet
ACCIAIO 373

Carico di punta
I pilastri uniformemente compressi vengono generalmente realizzati con profilati HE oppure con se-
zioni chiuse (vedi figura).

y y 1y y 1y

x x x

y 1y y 1y y

x x x

1y y 1y y
1y y 1y 1x 1x

x x x

1x 1x

Lunghezza libera d’inflessione l1 .

1 2 3 4
Nc Nc Nc Nc
I1 = 0,80 l

I1 = 0,70 l
I1 = l

I
I
I1 = 2 l

Rapporto di snellezza
l1
k¼ > 37; 5
imin
a) elementi soggetti ad azioni statiche:
k  200 per membrature principali;
k  250 per membrature secondarie.
b) elementi soggetti ad azioni dinamiche:
k  150 per membratura principali;
k  200 per membratura secondarie.
374 ACCIAIO

Calcolo di verifica
x  Nc
r¼  radm
A
dove:
A = area della sezione lorda

Coefficiente x — Con la tabella 19.45 si individua la curva di instabilità alla


quale appartiene la sezione;
— con la tabella 19.46 si ricava il valore di x in funzione del
tipo di acciaio, della curva e di k.

Grado di sicurezza
p2  E rcr
rcr ¼ v¼  1; 5  2
k2 radm

Calcolo di progetto a) Si prefissa il valore di k < kmax e si ricava il valore di x;


x  Nc
b) si calcola l’area resistente: A ¼
radm
c) si calcola la snellezza k0
k þ k0
d) se k0 6¼ k, si assume un k00 ¼ e si ripete il calcolo
2
da b) fino a ottenere una snellezza circa uguale all’ultima
assunta.
r cr
Tabella 19.43 Valori di fy
.
k r cr 1
¼ (1)
k crsffiffiffiffiffiffiffi ! fy x
Es Aste Forma della sezione Curva
kcr ¼ p 
fy Curva a Curva b Curva c Curva d

0,00 1,000 1,000 1,000 1,000


0,10 1,000 1,000 1,000 1,000 Profili cavi quadrati, rettangoli o tondi saldati o laminati
semplici a
0,20 1,000 1,000 1,000 1,000 t 4 40 mm
0,30 0,978 0,965 0,951 0,917
0,40 0,953 0,925 0,900 0,841
0,50 0,923 0,885 0,843 0,769
Laminati a doppio A b
0,60 0,885 0,838 0,783 0,699 t
0,70 0,844 0,785 0,719 0,633 h
0,80 0,796 0,727 0,655 0,572 5 1,2
b h
0,90 0,739 0,663 0,593 0,517
1,00 0,674 0,599 0,537 0,468 t 4 40
1,10 0,606 0,538 0,486 0,424
1,20 0,540 0,481 0,439 0,385
1,30 0,480 0,429 0,395 0,350
b
1,40 0,427 0,383 0,357 0,319
ACCIAIO

Laminati a doppio A
t1

1,50 0,381 0,343 0,323 0,290 semplici rinforzati con piatti saldati b
t2

1,60 0,341 0,308 0,293 0,265


t 1 4 40
h

1,70 0,306 0,277 0,266 0,242


1,80 0,277 0,250 0,241 0,222 t 2 4 40
1,90 0,251 0,226 0,219 0,204
2,00 0,228 0,205 0,200 0,188
2,10 0,208 0,188 0,183 0,173
2,20 0,190 0,173 0,169 0,160 Chiusa, a cassone, saldata
2,30 0,175 0,159 0,158 0,148
2,40 0,162 0,147 0,147 0,138 t 4 40
2,50 0,149 0,137 0,137 0,129
2,60 0,138 0,128 0,128 0,120
2,70 0,128 0,119 0,119 0,112
semplici Generica t 4 40 mm c
2,80 0,119 0,110 0,110 0,105
o
2,90 0,112 0,103 0,103 0,098
composte Tutte t > 40 mm d
3,00 0,105 0,096 0,096 0,092
375

(1) cr ¼ tensione critica corrispondente al carico Pcr che provoca l’inflessione laterale dell’asta.
376 ACCIAIO

Tabella 19.44a Coefficienti x per acciaio S235 (curva a).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 10
20 1,00 1,01 1,01 1,01 1,01 1,01 1,02 1,02 1,02 1,03 20
30 1,03 1,03 1,03 1,04 1,04 1,04 1,05 1,05 1,05 1,06 30
40 1,06 1,06 1,07 1,07 1,07 1,08 1,08 1,09 1,09 1,10 40
50 1,10 1,11 1,11 1,12 1,12 1,13 1,13 1,14 1,14 1,15 50
60 1,16 1,16 1,17 1,17 1,18 1,18 1,19 1,20 1,20 1,21 60
70 1,22 1,23 1,24 1,24 1,25 1,26 1,27 1,28 1,29 1,29 70
80 1,31 1,32 1,33 1,34 1,36 1,37 1,38 1,40 1,41 1,42 80
90 1,44 1,45 1,47 1,48 1,50 1,52 1,53 1,55 1,57 1,59 90
100 1,61 1,63 1,65 1,67 1,69 1,71 1,73 1,75 1,77 1,79 100
110 1,82 1,84 1,86 1,89 1,91 1,94 1,96 1,99 2,01 2,04 110
120 2,06 2,09 2,12 2,14 2,17 2,20 2,22 2,25 2,28 2,31 120
130 2,34 2,37 2,40 2,43 2,46 2,49 2,52 2,55 2,58 2,61 130
140 2,65 2,68 2,71 2,74 2,78 2,81 2,84 2,88 2,91 2,95 140
150 2,98 3,02 3,05 3,08 3,12 3,16 3,19 3,23 3,27 3,30 150
160 3,34 3,38 3,41 3,45 3,49 3,53 3,56 3,60 3,64 3,68 160
170 3,72 3,76 3,80 3,84 3,88 3,92 3,96 4,01 4,05 4,09 170
180 4,14 4,18 4,22 4,27 4,31 4,35 4,40 4,44 4,49 4,53 180
190 4,58 4,62 4,67 4,72 4,77 4,81 4,85 4,90 4,94 4,99 190
200 5,03 5,08 5,13 5,18 5,22 5,27 5,32 5,37 5,42 5,47 200
210 5,52 5,57 5,62 5,67 5,72 5,77 5,82 5,87 5,92 5,98 210
220 6,03 6,08 6,14 6,19 6,24 6,30 6,36 6,41 6,46 6,52 220
230 6,57 6,63 6,69 6,74 6,79 6,84 6,90 6,96 7,02 7,08 230
240 7,14 7,19 7,25 7,31 7,38 7,44 7,50 7,55 7,61 7,67 240
250 7,73 250

Tabella 19.44b Coefficienti x per acciaio S235 (curva b).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 10
20 1,01 1,01 1,01 1,02 1,02 1,02 1,03 1,03 1,04 1,04 20
30 1,05 1,05 1,06 1,06 1,07 1,07 1,08 1,08 1,09 1,09 30
40 1,10 1,10 1,11 1,11 1,12 1,12 1,13 1,13 1,14 1,15 40
50 1,15 1,16 1,17 1,17 1,18 1,19 1,20 1,20 1,21 1,22 50
60 1,23 1,24 1,25 1,25 1,26 1,27 1,28 1,29 1,30 1,31 60
70 1,33 1,34 1,35 1,36 1,37 1,38 1,40 1,41 1,42 1,44 70
80 1,45 1,47 1,48 1,50 1,51 1,53 1,55 1,56 1,58 1,60 80
90 1,62 1,63 1,65 1,67 1,69 1,71 1,73 1,75 1,77 1,79 90
100 1,81 1,83 1,86 1,88 1,90 1,92 1,95 1,97 1,99 2,02 100
110 2,04 2,07 2,09 2,12 2,14 2,17 2,20 2,23 2,25 2,28 110
120 2,31 2,34 2,37 2,40 2,42 2,45 2,48 2,51 2,54 2,58 120
130 2,61 2,64 2,67 2,70 2,74 2,77 2,80 2,84 2,87 2,91 130
140 2,94 2,97 3,01 3,04 3,08 3,11 3,15 3,19 3,22 3,26 140
150 3,30 3,34 3,37 3,41 3,45 3,49 3,53 3,57 3,62 3,66 150
160 3,70 3,74 3,79 3,83 3,86 3,90 3,94 3,99 4,03 4,07 160
170 4,11 4,15 4,20 4,24 4,28 4,33 4,37 4,42 4,47 4,51 170
180 4,56 4,60 4,65 4,70 4,74 4,79 4,84 4,88 4,93 4,98 180
190 5,02 5,07 5,12 5,16 5,21 5,26 5,31 5,36 5,41 5,46 190
200 5,51 5,56 5,60 5,65 5,70 5,76 5,81 5,87 5,92 5,97 200
210 6,02 6,07 6,12 6,18 6,24 6,29 6,35 6,41 6,46 6,52 210
220 6,57 6,63 6,69 6,74 6,80 6,86 6,91 6,97 7,02 7,08 220
230 7,13 7,19 7,24 7,30 7,36 7,42 7,48 7,54 7,59 7,64 230
240 7,69 7,75 7,82 7,89 7,95 8,02 8,07 8,12 8,18 8,23 240
250 8,29 250
ACCIAIO 377

Tabella 19.44c Coefficienti x per acciaio S235 (curva c).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 10
20 1,01 1,01 1,02 1,02 1,03 1,04 1,04 1,05 1,05 1,06 20
30 1,06 1,07 1,08 1,08 1,09 1,10 1,10 1,11 1,12 1,12 30
40 1,13 1,14 1,15 1,16 1,16 1,17 1,18 1,19 1,20 1,21 40
50 1,22 1,23 1,24 1,25 1,26 1,27 1,28 1,29 1,30 1,32 50
60 1,33 1,34 1,35 1,36 1,38 1,39 1,40 1,42 1,43 1,45 60
70 1,46 1,48 1,49 1,51 1,52 1,54 1,56 1,57 1,59 1,60 70
80 1,62 1,64 1,66 1,67 1,69 1,71 1,73 1,75 1,77 1,79 80
90 1,81 1,83 1,84 1,86 1,88 1,90 1,92 1,95 1,97 1,99 90
100 2,01 2,03 2,05 2,08 2,10 2,12 2,15 2,17 2,19 2,22 100
110 2,24 2,27 2,29 2,32 2,35 2,37 2,40 2,43 2,45 2,48 110
120 2,51 2,54 2,56 2,59 2,62 2,65 2,68 2,71 2,74 2,77 120
130 2,80 2,83 2,86 2,89 2,92 2,96 2,99 3,02 3,05 3,08 130
140 3,11 3,15 3,18 3,21 3,25 3,28 3,32 3,35 3,39 3,42 140
150 3,46 3,50 3,54 3,58 3,62 3,65 3,69 3,73 3,77 3,81 150
160 3,85 3,89 3,95 3,98 4,02 4,06 4,10 4,14 4,18 4,22 160
170 4,28 4,30 4,35 4,39 4,43 4,47 4,52 4,56 4,60 4,64 170
180 4,69 4,73 4,77 4,82 4,86 4,90 4,95 4,99 5,04 5,08 180
190 5,13 5,17 5,22 5,26 5,31 5,36 5,40 5,44 5,49 5,54 190
200 5,60 5,65 5,70 5,75 5,80 5,85 5,91 5,96 6,01 6,06 200
210 6,11 6,16 6,21 6,27 6,32 6,35 6,43 6,49 6,54 6,60 210
220 6,65 6,71 6,76 6,81 6,87 6,93 6,98 7,04 7,09 7,14 220
230 7,20 7,25 7,30 7,36 7,41 7,47 7,53 7,59 7,65 7,70 230
240 7,75 7,81 7,89 7,96 8,02 8,07 8,12 8,17 8,23 8,30 240
250 8,36 250

Tabella 19.44d Coefficienti x per acciaio S235 (curva d).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 10
20 1,00 1,01 1,02 1,03 1,04 1,05 1,05 1,05 1,07 1,09 20
30 1,09 1,10 1,11 1,12 1,13 1,14 1,15 1,16 1,17 1,18 30
40 1,19 1,20 1,21 1,22 1,24 1,25 1,26 1,27 1,28 1,29 40
50 1,30 1,32 1,33 1,34 1,35 1,37 1,38 1,39 1,41 1,42 50
60 1,44 1,45 1,47 1,48 1,49 1,51 1,52 1,54 1,56 1,57 60
70 1,58 1,60 1,62 1,64 1,65 1,67 1,69 1,70 1,72 1,74 70
80 1,76 1,78 1,79 1,81 1,83 1,85 1,87 1,89 1,91 1,93 80
90 1,95 1,97 1,99 2,00 2,02 2,05 2,07 2,09 2,11 2,13 90
100 2,15 2,17 2,19 2,22 2,24 2,26 2,28 2,30 2,33 2,35 100
110 2,37 2,40 2,42 2,44 2,47 2,48 2,51 2,54 2,56 2,59 110
120 2,61 2,64 2,66 2,69 2,72 2,74 2,77 2,80 2,82 2,85 120
130 2,88 2,90 2,93 2,96 2,99 3,02 3,04 3,07 3,10 3,13 130
140 3,18 3,19 3,22 3,25 3,28 3,31 3,35 3,38 3,41 3,44 140
150 3,47 3,49 3,54 3,57 3,61 3,64 3,67 3,70 3,74 3,77 150
160 3,81 3,84 3,88 3,91 3,95 3,99 4,02 4,05 4,09 4,13 160
170 4,17 4,20 4,24 4,28 4,32 4,36 4,39 4,43 4,47 4,51 170
180 4,55 4,59 4,63 4,67 4,72 4,77 4,79 4,83 4,88 4,92 180
190 4,96 5,00 5,04 5,08 5,13 5,17 5,21 5,25 5,30 5,34 190
200 5,39 5,43 5,48 5,52 5,57 5,61 5,65 5,70 5,75 5,79 200
210 5,84 5,89 5,93 5,98 6,03 6,08 6,12 6,17 6,22 6,27 210
220 6,31 6,36 6,41 6,46 6,51 6,55 6,61 6,65 6,71 6,76 220
230 6,81 6,86 6,91 6,96 7,01 7,07 7,12 7,17 7,22 7,28 230
240 7,33 7,36 7,43 7,49 7,54 7,60 7,65 7,70 7,76 7,81 240
250 7,87 250
378 ACCIAIO

Tabella 19.44e Coefficienti x per acciaio S275 (curva a).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 10
20 1,01 1,01 1,01 1,01 1,02 1,02 1,02 1,03 1,03 1,03 20
30 1,04 1,04 1,04 1,04 1,05 1,05 1,05 1,06 1,06 1,07 30
40 1,07 1,07 1,08 1,08 1,09 1,09 1,10 1,10 1,11 1,12 40
50 1,12 1,13 1,13 1,14 1,14 1,15 1,16 1,16 1,17 1,18 50
60 1,18 1,19 1,20 1,20 1,21 1,22 1,23 1,24 1,25 1,26 60
70 1,27 1,28 1,29 1,30 1,31 1,32 1,33 1,35 1,36 1,37 70
80 1,39 1,40 1,42 1,43 1,45 1,46 1,48 1,50 1,52 1,54 80
90 1,55 1,57 1,59 1,62 1,64 1,66 1,68 1,70 1,72 1,75 90
100 1,77 1,80 1,82 1,84 1,87 1,90 1,92 1,95 1,98 2,00 100
110 2,03 2,06 2,09 2,12 2,15 2,17 2,20 2,23 2,26 2,30 110
120 2,33 2,36 2,39 2,42 2,46 2,49 2,52 2,56 2,59 2,62 120
130 2,66 2,69 2,73 2,77 2,80 2,84 2,87 2,91 2,95 2,99 130
140 3,02 3,06 3,10 3,14 3,18 3,22 3,26 3,29 3,33 3,37 140
150 3,41 3,45 3,49 3,54 3,56 3,62 3,66 3,70 3,74 3,79 150
160 3,83 3,88 3,92 3,97 4,01 4,06 4,11 4,15 4,20 4,25 160
170 4,29 4,34 4,39 4,44 4,48 4,53 4,58 4,63 4,68 4,73 170
180 4,75 4,83 4,88 4,93 4,98 5,03 5,08 5,13 5,18 5,23 180
190 5,28 5,34 5,39 5,44 5,50 5,55 5,61 5,66 5,72 5,77 190
200 5,83 5,88 5,93 5,99 6,05 6,10 6,16 6,22 6,28 6,34 200
210 6,40 6,46 6,52 6,58 6,64 6,70 6,75 6,81 6,87 6,93 210
220 7,00 7,06 7,12 7,18 7,25 7,31 7,38 7,45 7,51 7,57 220
230 7,64 7,70 7,76 7,83 7,90 7,97 8,04 8,11 8,17 8,24 230
240 8,31 8,37 8,44 8,51 8,57 8,64 8,71 8,78 8,85 8,92 240
250 8,98 250

Tabella 19.44f Coefficienti x per acciaio S275 (curva b).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,01 10
20 1,01 1,02 1,02 1,02 1,03 1,03 1,04 1,04 1,05 1,05 20
30 1,06 1,06 1,07 1,07 1,08 1,08 1,09 1,10 1,10 1,11 30
40 1,11 1,12 1,12 1,13 1,14 1,14 1,15 1,16 1,16 1,17 40
50 1,18 1,19 1,20 1,21 1,21 1,22 1,23 1,24 1,25 1,26 50
60 1,27 1,28 1,29 1,30 1,32 1,33 1,34 1,35 1,36 1,38 60
70 1,39 1,41 1,42 1,43 1,45 1,47 1,48 1,50 1,52 1,54 70
80 1,55 1,57 1,59 1,61 1,63 1,65 1,67 1,69 1,71 1,73 80
90 1,75 1,76 1,80 1,82 1,85 1,87 1,89 1,92 1,94 1,97 90
100 1,99 2,02 2,05 2,07 2,10 2,13 2,16 2,19 2,22 2,25 100
110 2,28 2,31 2,34 2,37 2,40 2,43 2,46 2,50 2,53 2,56 110
120 2,60 2,63 2,66 2,70 2,73 2,77 2,81 2,84 2,88 2,92 120
130 2,95 2,99 3,03 3,07 3,11 3,14 3,18 3,22 3,28 3,30 130
140 3,34 3,39 3,43 3,47 3,51 3,56 3,60 3,65 3,69 3,74 140
150 3,79 3,83 3,87 3,91 3,96 4,00 4,05 4,09 4,14 4,19 150
160 4,23 4,28 4,33 4,38 4,43 4,48 4,53 4,57 4,63 4,68 160
170 4,73 4,78 4,83 4,88 4,93 4,98 5,03 5,08 5,13 5,18 170
180 5,23 5,29 5,34 5,40 5,45 5,50 5,55 5,60 5,68 5,71 180
190 5,77 5,83 5,89 5,94 5,99 6,05 6,11 6,17 6,23 6,29 190
200 6,35 6,41 6,47 6,53 6,59 6,65 6,71 6,78 6,84 6,90 200
210 6,96 7,02 7,08 7,14 7,20 7,25 7,32 7,39 7,45 7,51 210
220 7,57 7,62 7,68 7,75 7,82 7,89 7,96 8,03 8,08 8,14 220
230 8,20 8,26 8,33 8,39 8,46 8,53 8,59 8,65 8,73 8,81 230
240 8,87 8,94 9,02 9,09 9,16 9,24 9,31 9,39 9,46 9,53 240
250 9,61 250
ACCIAIO 379

Tabella 19.44g Coefficienti x per acciaio S275 (curva c).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,01 10
20 1,02 1,02 1,03 1,03 1,04 1,05 1,05 1,06 1,07 1,07 20
30 1,08 1,09 1,09 1,10 1,11 1,12 1,12 1,13 1,14 1,15 30
40 1,16 1,17 1,18 1,19 1,20 1,21 1,22 1,23 1,24 1,25 40
50 1,26 1,27 1,28 1,29 1,31 1,32 1,33 1,35 1,36 1,37 50
60 1,39 1,40 1,42 1,43 1,45 1,46 1,48 1,50 1,51 1,53 60
70 1,55 1,57 1,58 1,60 1,62 1,64 1,66 1,68 1,70 1,72 70
80 1,74 1,76 1,78 1,80 1,82 1,84 1,86 1,88 1,91 1,93 80
90 1,95 1,97 2,00 2,02 2,04 2,07 2,09 2,12 2,14 2,17 90
100 2,19 2,22 2,25 2,27 2,30 2,33 2,36 2,39 2,42 2,45 100
110 2,48 2,50 2,54 2,57 2,60 2,63 2,66 2,69 2,72 2,76 110
120 2,79 2,82 2,85 2,89 2,92 2,96 2,99 3,02 3,06 3,09 120
130 3,13 3,16 3,20 3,24 3,27 3,31 3,35 3,39 3,43 3,47 130
140 3,51 3,55 3,59 3,63 3,68 3,72 3,76 3,80 3,85 3,89 140
150 3,93 3,98 4,02 4,07 4,11 4,15 4,20 4,24 4,29 4,33 150
160 4,38 4,43 4,47 4,52 4,56 4,61 4,66 4,70 4,75 4,80 160
170 4,84 4,89 4,94 4,99 5,03 5,08 5,13 5,18 5,23 5,28 170
180 5,33 5,38 5,43 5,47 5,53 5,59 5,65 5,70 5,75 5,81 180
190 5,86 5,92 5,98 6,03 6,08 6,14 6,20 6,26 6,32 6,38 190
200 6,43 6,49 6,55 6,61 6,67 6,73 6,79 6,85 6,91 6,96 200
210 7,03 7,08 7,14 7,20 7,26 7,32 7,37 7,44 7,50 7,56 210
220 7,63 7,68 7,74 7,81 7,88 7,97 8,03 8,08 8,13 8,19 220
230 8,26 8,33 8,40 8,46 8,52 8,59 8,65 8,72 8,79 8,85 230
240 8,93 8,99 9,06 9,13 9,20 9,27 9,34 9,41 9,48 9,55 240
250 9,62 250

Tabella 19.44h Coefficienti x per acciaio S275 (curva d).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,01 10
20 1,02 1,03 1,04 1,05 1,06 1,07 1,08 1,09 1,10 1,11 20
30 1,12 1,13 1,14 1,15 1,17 1,18 1,19 1,20 1,21 1,22 30
40 1,24 1,25 1,26 1,27 1,29 1,30 1,31 1,33 1,34 1,35 40
50 1,37 1,38 1,40 1,41 1,43 1,44 1,46 1,48 1,49 1,61 50
60 1,53 1,54 1,56 1,58 1,60 1,61 1,63 1,65 1,67 1,69 60
70 1,71 1,73 1,75 1,77 1,79 1,81 1,83 1,85 1,87 1,89 70
80 1,91 1,93 1,95 1,97 1,99 2,01 2,04 2,05 2,09 2,11 80
90 2,13 2,16 2,19 2,20 2,23 2,25 2,28 2,30 2,33 2,35 90
100 2,39 2,40 2,43 2,45 2,48 2,51 2,53 2,55 2,59 2,62 100
110 2,64 2,67 2,70 2,73 2,76 2,79 2,82 2,85 2,88 2,91 110
120 2,94 2,97 3,00 3,03 3,06 3,10 3,13 3,16 3,19 3,23 120
130 3,26 3,30 3,33 3,36 3,40 3,43 3,47 3,49 3,54 3,58 130
140 3,61 3,65 3,69 3,72 3,76 3,80 3,84 3,88 3,92 3,96 140
150 4,00 4,04 4,08 4,12 4,16 4,20 4,24 4,28 4,32 4,36 150
160 4,41 4,45 4,49 4,54 4,58 4,62 4,67 4,72 4,77 4,80 160
170 4,85 4,89 4,94 4,99 5,03 5,08 5,12 5,17 5,22 5,27 170
180 5,32 5,36 5,41 5,46 5,51 5,56 5,61 5,66 5,71 5,76 180
190 5,81 5,86 5,91 5,97 6,02 6,07 6,12 6,17 6,23 6,28 190
200 6,33 6,39 6,44 6,49 6,55 6,60 6,66 6,71 6,77 6,83 200
210 6,89 6,94 7,00 7,06 7,11 7,17 7,22 7,25 7,34 7,40 210
220 7,46 7,52 7,58 7,63 7,69 7,75 7,81 7,87 7,94 7,99 220
230 8,06 8,12 8,18 8,24 8,30 8,36 8,43 8,49 8,55 8,62 230
240 8,68 8,75 8,81 8,88 8,94 9,00 9,07 9,14 9,20 9,27 240
250 9,34 250
380 ACCIAIO

Tabella 19.44i Coefficienti x per acciaio S355 (curva a).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,01 1,01 10
20 1,01 1,02 1,02 1,02 1,03 1,03 1,03 1,04 1,04 1,04 20
30 1,05 1,05 1,06 1,06 1,06 1,07 1,07 1,08 1,08 1,09 30
40 1,10 1,10 1,11 1,11 1,12 1,13 1,13 1,14 1,15 1,15 40
50 1,16 1,17 1,18 1,18 1,19 1,20 1,21 1,22 1,23 1,24 50
60 1,25 1,26 1,27 1,28 1,29 1,31 1,32 1,33 1,35 1,36 60
70 1,38 1,39 1,41 1,43 1,45 1,47 1,48 1,50 1,53 1,55 70
80 1,57 1,59 1,61 1,64 1,66 1,69 1,71 1,74 1,77 1,79 80
90 1,82 1,85 1,88 1,91 1,94 1,97 2,00 2,03 2,06 2,10 90
100 2,13 2,16 2,19 2,23 2,26 2,30 2,33 2,37 2,41 2,44 100
110 2,48 2,52 2,56 2,60 2,63 2,67 2,71 2,75 2,79 2,83 110
120 2,88 2,92 2,96 3,00 3,05 3,09 3,13 3,18 3,22 3,27 120
130 3,31 3,36 3,40 3,45 3,49 3,54 3,59 3,63 3,68 3,73 130
140 3,78 3,83 3,88 3,93 3,98 4,03 4,09 4,14 4,19 4,24 140
150 4,30 4,35 4,40 4,46 4,51 4,57 4,63 4,68 4,74 4,80 150
160 4,86 4,91 4,96 5,02 5,07 5,13 5,19 5,25 5,31 5,37 160
170 5,43 5,49 5,56 5,62 5,68 5,74 5,80 5,86 5,93 5,99 170
180 6,05 6,12 6,19 6,25 6,32 6,39 6,45 6,52 6,59 6,66 180
190 6,72 6,78 6,85 6,92 7,00 7,07 7,14 7,21 7,28 7,36 190
200 7,43 7,50 7,57 7,65 7,72 7,79 7,87 7,95 8,03 8,10 200
210 8,15 8,26 8,33 8,41 8,48 8,56 8,64 8,72 8,79 8,87 210
220 8,95 9,02 9,10 9,18 9,26 9,33 9,42 9,49 9,57 9,65 220
230 9,73 9,81 9,90 9,99 10,08 10,17 10,25 10,33 10,42 10,50 230
240 10,60 10,67 10,76 10,85 10,94 11,03 11,11 11,21 11,30 11,40 240
250 11,49 250

Tabella 19.44l Coefficienti x per acciaio S355 (curva b).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,01 1,01 1,02 10
20 1,02 1,03 1,03 1,04 1,04 1,05 1,05 1,06 1,07 1,07 20
30 1,08 1,08 1,09 1,10 1,10 1,11 1,12 1,12 1,13 1,14 30
40 1,15 1,15 1,16 1,17 1,18 1,19 1,20 1,21 1,22 1,23 40
50 1,24 1,25 1,26 1,27 1,28 1,30 1,31 1,32 1,34 1,35 50
60 1,37 1,38 1,40 1,41 1,43 1,45 1,46 1,48 1,50 1,52 60
70 1,54 1,56 1,58 1,61 1,63 1,65 1,67 1,70 1,72 1,75 70
80 1,77 1,80 1,82 1,85 1,87 1,90 1,93 1,96 1,99 2,02 80
90 2,05 2,08 2,11 2,14 2,17 2,21 2,24 2,28 2,31 2,34 90
100 2,38 2,42 2,45 2,49 2,53 2,56 2,60 2,64 2,68 2,72 100
110 2,76 2,80 2,84 2,88 2,93 2,97 3,01 3,05 3,10 3,14 110
120 3,19 3,23 3,28 3,32 3,37 3,42 3,46 3,51 3,56 3,62 120
130 3,67 3,72 3,77 3,83 3,87 3,92 3,97 4,02 4,07 4,12 130
140 4,17 4,23 4,28 4,34 4,39 4,45 4,50 4,56 4,62 4,67 140
150 4,73 4,79 4,84 4,90 4,96 5,01 5,07 5,13 5,19 5,25 150
160 5,31 5,37 5,43 5,49 5,55 5,61 5,67 5,73 5,80 5,87 160
170 5,93 5,99 6,05 6,12 6,19 6,26 6,33 6,40 6,46 6,53 170
180 6,60 6,67 6,74 6,81 6,88 6,94 7,01 7,08 7,15 7,21 180
190 7,29 7,36 7,43 7,50 7,57 7,63 7,69 7,77 7,85 7,93 190
200 8,01 8,08 8,14 8,21 8,28 8,36 8,43 8,51 8,58 8,66 200
210 8,74 8,82 8,90 8,98 9,06 9,15 9,23 9,31 9,40 9,48 210
220 9,57 9,65 9,74 9,83 9,92 10,00 10,09 10,18 10,27 10,36 220
230 10,45 10,54 10,63 10,73 10,83 10,92 11,02 11,11 11,20 11,30 230
240 11,40 11,49 11,58 11,69 11,78 11,88 11,99 12,09 12,20 12,30 240
250 12,40 250
ACCIAIO 381

Tabella 19.44m Coefficienti x per acciaio S355 (curva c).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,01 1,01 1,02 1,03 10
20 1,03 1,04 1,05 1,05 1,06 1,07 1,08 1,08 1,09 1,10 20
30 1,11 1,12 1,13 1,13 1,14 1,15 1,16 1,18 1,19 1,20 30
40 1,21 1,22 1,23 1,24 1,26 1,27 1,28 1,30 1,31 1,33 40
50 1,34 1,36 1,37 1,39 1,41 1,42 1,44 1,46 1,48 1,50 50
60 1,51 1,53 1,55 1,57 1,59 1,62 1,64 1,66 1,68 1,70 60
70 1,72 1,75 1,77 1,79 1,82 1,84 1,87 1,89 1,92 1,94 70
80 1,97 1,99 2,02 2,05 2,07 2,10 2,13 2,16 2,19 2,22 80
90 2,25 2,28 2,31 2,34 2,38 2,41 2,44 2,47 2,51 2,54 90
100 2,58 2,61 2,65 2,68 2,72 2,76 2,79 2,83 2,87 2,91 100
110 2,95 2,98 3,02 3,06 3,10 3,14 3,18 3,22 3,27 3,31 110
120 3,35 3,40 3,44 3,49 3,53 3,58 3,63 3,68 3,72 3,77 120
130 3,82 3,87 3,92 3,97 4,02 4,07 4,12 4,17 4,22 4,27 130
140 4,32 4,38 4,43 4,48 4,53 4,58 4,64 4,69 4,74 4,79 140
150 4,85 4,90 4,95 5,01 5,06 5,12 5,17 5,23 5,29 5,35 150
160 5,40 5,45 5,51 5,58 5,64 5,71 5,77 5,83 5,89 5,96 160
170 6,02 6,08 6,14 6,21 6,27 6,34 6,41 6,47 6,54 6,61 170
180 6,67 6,74 6,81 6,88 6,94 7,01 7,08 7,15 7,21 7,28 180
190 7,34 7,41 7,48 7,55 7,63 7,69 7,76 7,83 7,93 8,01 190
200 8,07 8,13 8,20 8,27 8,35 8,43 8,50 8,57 8,64 8,72 200
210 8,80 8,87 8,95 9,03 9,11 9,19 9,27 9,35 9,43 9,50 210
220 9,58 9,67 9,75 9,83 9,92 10,00 10,09 10,17 10,27 10,36 220
230 10,45 10,54 10,63 10,73 10,83 10,92 11,02 11,11 11,20 11,30 230
240 11,40 11,49 11,58 11,69 11,78 11,88 11,99 12,09 12,20 12,30 240
250 12,40 250

Tabella 19.44n Coefficienti x per acciaio S355 (curva d).

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 k

0 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0
10 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,01 1,02 1,03 10
20 1,04 1,05 1,06 1,08 1,09 1,10 1,11 1,12 1,13 1,15 20
30 1,16 1,17 1,18 1,20 1,21 1,22 1,24 1,25 1,26 1,28 30
40 1,29 1,31 1,32 1,34 1,35 1,37 1,39 1,40 1,42 1,44 40
50 1,45 1,47 1,49 1,51 1,53 1,55 1,56 1,58 1,60 1,62 50
60 1,64 1,67 1,69 1,71 1,73 1,75 1,77 1,79 1,82 1,84 60
70 1,86 1,89 1,91 1,93 1,96 1,98 2,00 2,03 2,06 2,09 70
80 2,11 2,13 2,16 2,19 2,21 2,24 2,27 2,29 2,32 2,35 80
90 2,38 2,41 2,44 2,46 2,49 2,52 2,55 2,58 2,61 2,65 90
100 2,68 2,71 2,74 2,77 2,81 2,84 2,87 2,91 2,94 2,97 100
110 3,01 3,04 3,08 3,12 3,15 3,19 3,22 3,26 3,30 3,34 110
120 3,38 3,42 3,46 3,49 3,53 3,57 3,62 3,66 3,70 3,74 120
130 3,78 3,82 3,87 3,91 3,95 4,00 4,04 4,09 4,13 4,18 130
140 4,22 4,27 4,31 4,36 4,41 4,45 4,50 4,55 4,60 4,65 140
150 4,70 4,77 4,80 4,85 4,90 4,95 5,00 5,05 5,11 5,16 150
160 5,21 5,27 5,32 5,37 5,43 5,48 5,53 5,59 5,65 5,70 160
170 5,76 5,82 5,87 5,93 5,99 6,04 6,10 6,16 6,22 6,28 170
180 6,34 6,40 6,46 6,52 6,58 6,64 6,70 6,76 6,82 6,89 180
190 6,95 7,01 7,08 7,14 7,20 7,27 7,33 7,39 7,46 7,53 190
200 7,59 7,66 7,72 7,79 7,86 7,93 7,99 8,06 8,13 8,20 200
210 8,27 8,33 8,40 8,47 8,54 8,62 8,69 8,76 8,83 8,90 210
220 8,97 9,05 9,12 9,19 9,27 9,34 9,42 9,50 9,57 9,65 220
230 9,74 9,81 9,89 9,97 10,05 10,13 10,22 10,30 10,39 10,48 230
240 10,56 10,65 10,73 10,83 240
250 250
382 ACCIAIO

Flessione semplice
Flessione semplice retta

Per il massimo sfruttamento delle sezioni sono da preferire quelle con assi neutro e di simmetria coin-
cidenti (UPN) oppure doppiamente simmetriche (IPE o HE).

My
Calcolo di verifica r¼  radm
I

M
Calcolo di progetto W¼
radm

Flessione semplice deviata

r–= Calcolo di verifica


rx– +
ry–

s Mx ¼ M  cos a My ¼ M  sen a
r–x

y B
– Mx My
n r¼ + +  radm
Wx Wy
x
My b +
+ ry
K Calcolo di progetto
n r+x

Mx þ c  My
A M Mx Wx ¼
r–y

r += a
rx+ + radm

ry+
+
r+y

profilati IPN: c  7; 5 profilati IPE da 240 a 600: c  9


profilati HE da 100 a 320: c  3 profilati UPN da 120 a 160: c  6
profilati HE da 340 a 600: c  5  6 profilato UPN da 180 a 320: c  7  8
profilati IPE da 140 a 220: c  8

Asse neutro (vedi figura)  


Ix
b ¼ arctg  tg a
Iy

Taglio semplice
Calcolo di verifica
y y y

x G smax x smax x smax


h1

h1
h1

G G

ta
ta sm ta sm 2 sm
ACCIAIO 383

V S
s¼  sadm
I b
dove:
S ¼ momento statico rispetto all’asse baricentrico nella parte di sezione compressa
I ¼ momento d’inerzia baricentrico
b ¼ larghezza della corda considerata

Sezioni doppiamente simmetriche (a doppio A o tubolari quadrate o rettangolari) (vedi figura pagina
precedente)
Vmax Vmax
smax  sm ¼ ¼  sadm
Ai ta  h1

Flessione semplice retta e taglio


Calcolo di verifica
M V S
ta
r¼  radm s¼  sadm
W I b
y
tf

Tensione ideale monoassiale


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
rid ¼ r2 þ 3  s2  radm
x
h1
h

Sezioni a doppio T e a C (IPE, HE, UPN) con ali


uguali e altezza costante (vedi figura)
tf

b Mmax
rmax   
1
ta h  b  tf þ  ta  h1
y 6
tf

Vmax
smax 
ta  h i
x
h1

La verifica si effettua di norma in tre sezioni:


h

b
2 Mmax
1) ai lembi estremi: rid ¼ rmax ¼ ; s¼0
W
pffiffiffi
tf

2) a livello dell’asse neutro: r ¼ 0; rid ¼ s  3


b
My V
3) attacco delle ali all’anima: r ¼ ;s
I ta  h1

Verifica di deformabilità

fc ftot ¼ f1 þ f2  fc
f1
fmax
f2
dove:
f1 ¼ freccia per soli carichi permanenti;
l f2 ¼ freccia per soli carichi di esercizio;
fc ¼ eventuale controfreccia iniziale.
384 ACCIAIO

Tabella 19.45 Valori della freccia limite.


Elemento strutturale flim

Travi di solai per solo carico di esercizio l=400

Travi caricate direttamente o indirettamente da muri o pilastri per carico perma- l=500
nente e di esercizio

Arcarecci ed elementi inflessi dell’orditura minuta dei tetti per carichi perma- l=200
nenti e sovraccarichi

Solai e coperture praticabili per carico permanente e di esercizio l=250

Per le travi a mensola valgono i limiti di cui sopra, però con riferimento a una luce uguale al doppio
della lunghezza dello sbalzo.

Verifica all’imbozzamento

P
b1 b1 b1

h2
h2

h2
b1 b1
4 2

tf
tf

tf
ta ta ta

Sezioni a doppio A e a C

h2 h2 h2
Sono verificate quando: acciaio S235:  45 acciaio S275:  42 acciaio S355:  36
ta ta ta

b
a) Irrigidimenti verticali 12•t a t i 12•t a
h2

bi ta a a
bi
ta

x x
bi

b) Irrigidimenti verticali e orizzontali ti


h2

bi ta
ACCIAIO 385

Se le sezioni non sono verificate bisogna disporre degli irrigidimenti verticali ed eventualmente orizzon-
tali (vedi figura pagina precedente) con i seguenti criteri:
a
 ti  ta ; b i > 5  ta ;  1  1; 5
h2
bi
 ¼k acciaio S235: k  15
ti
acciaio S275: k  14
acciaio S355: k  12
 irrigidimenti longitudinali continui e devono attraversare quelli verticali;
 irrigidimenti verticali simmetrici rispetto all’anima, saldati a quello orizzontale, all’anima e solo all’ala
compressa.

Verifica allo svergolamento

a)

b)
M
piano di simmetria

A
P

posizione normale A

posizione svergolata
piano di T1
simmetria M

sezione A - A

Calcolo di verifica Si controlla la stabilità per carico di punta


dell’ala compressa dalla forza Ceq .
D y C eq
R S 0
tf

0
h0
2

M eq +
x n MC MD
M max
h0
h

h0
2

z
V T
tf

T eq U
D쎿
b

1) Momento medio nel tratto considerato di lunghezza RS:


2
Mm ¼ Mc  VT þ  VT  UZ
3
386 ACCIAIO

2) Momento equivalente:
— travi appoggiate o continue Meq ¼ 1; 30  Mm
con la limitazione: 0; 75  Mmax  Meq  Mmax
— mensole o travi con sbalzi Meq ¼ Mm
con la limitazione: 0; 50  Mmax  Meq  Mmax
Meq
3) Ceq ¼
h0
l0
4) Rapporto di snellezza: k ¼
b
pffiffiffiffiffi
12
dove:
l0 ¼ distanza fra due ritegni torsionali o luce della mensola
5) Coefficiente x: curva c se tf  40 mm
curva d se tf > 40 mm
(vedi tabella 19.46)
Ceq
6) r ¼ x   radm
Af
dove: Af ¼ b  tf ¼ area della sezione dell’ala compressa

Sforzo normale di compressione N, flessione M e taglio V


Calcolo di verifica
N
rN ¼ 
A
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
rM ¼ rid ¼ r3N þ 3  s2  radm

r ¼ rN + rid  radm

N M
Se V ¼ 0 : r¼ +  radm
A W

19.4 ASTE SOGGETTE A CARICO DI PUNTA N, FLESSIONE M E TAGLIO V

Verifica di instabilità

a) MA ¼ MB ¼ costante
–N MA
–N
MA xN M
A
A r¼ +    radm ½1
A 1; 5  N
W  1
rcr  A
dove:
+
A ¼ area della sezione;
l

rcr ¼ tensione critica euleriana (tab. 19.46).

B B
MB
N
MB MB
N
ACCIAIO 387

b) M con variazione lineare


-N -N
MA

MA MA
A A

B B
MB = 0 MB
N
N MB

Si calcola la r con la [1] considerando Meq al posto di M:


Meq ¼ 0; 60  MA  0; 40  MB
con j MA jj MB j, purché sia Meq > 0; 40  MA

c) M con variazione non lineare

-N -N
MA MA
-N

MA MA
A A A

M max

B B B
MB MB

N N N
MB

a) b) c)

Si calcola la r con la [1] considerando Meq al posto di M:


0; 75  Mmax  ðMeq ¼ 1; 30  Mm Þ  Mmax

area del diagramma del momento


Mm ¼ valore medio del momento flettente ¼ ;
lunghezza dell asta

Per tutti i tre casi si deve effettuare la verifica a presso-flessione:


xN Mmax
r¼ +
A Wx
388 ACCIAIO

Tabella 19.46 Tensioni critiche euleriane r cr in N/mm2.

k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

10 20 331 16 803 14 119 12 030 10 373 9 036 7 492 7 035 6 275 5 632
20 5 083 4 610 4 201 3 843 3 530 3 253 3 008 2 789 2 593 2 418
30 2 259 2 116 1 985 1 867 1 759 1 660 1 560 1 485 1 408 1 337
40 1 271 1 209 1 153 1 100 1 050 1 004 961 920 882 847
50 813 782 752 724 697 672 648 626 604 584
60 565 546 529 512 496 481 467 453 440 427
70 415 403 392 382 371 361 352 343 334 326
80 318 310 302 295 288 281 275 269 263 257
90 251 246 240 235 230 225 221 216 212 207
100 203 199 195 192 188 184 181 178 174 171
110 168 165 162 159 156 154 151 149 146 144
120 141 139 137 134 132 130 128 126 124 122
130 120 118 117 115 113 112 110 108 107 105
140 104 102 101 99 98 97 95 94 93 92
150 90 89 88 87 86 85 84 82 81 80
160 79 78 77 77 76 75 74 73 72 71
170 70 70 69 68 67 66 66 65 64 63
180 63 62 61 61 60 59 59 58 58 57
190 56 56 55 55 54 53 53 52 52 51
200 51 50 50 49 49 48 48 47 47 47
210 46 46 45 45 44 44 44 43 43 42
220 42 42 41 41 41 40 40 39 39 39
230 38 38 38 37 37 37 37 36 36 36
240 35 35 35 34 34 34 34 33 33 33
250 33 32 32 32 32 31 31 31 31 30

19.5 TRAVI RETICOLARI


Criteri di progetto
a) I carichi sulla travatura si considerano applicati ai nodi;
b) gli assi baricentrici o gli assi di chiodatura o bullonatura delle aste che convergono in un nodo devono
tutti concorrere in un punto;  
1 1
c) l’altezza della travatura si può assumere uguale a   l;
8 10
P
Progetto delle aste tese A¼
adm

Progetto delle aste compresse


Px

d

adm
Assumendo per la lunghezza libera di inflessione l 1 :
b ¼ 1 per le aste di corrente;
d
I

b ¼  0,80 per le aste di parete,


l
dove:
d ¼ distanza fra i baricentri dei sistemi di attacco alle
estremità (fig. 19.3). Fig. 19.3
Acciaio
20 Metodo agli Stati Limite

Verifiche nei confronti di Stati Limite

Stati Limite Ultimi (S.L.U.) S.L. di equilibrio


S.L. di collasso
S.L. di fatica

Stati Limite di Esercizio (S.L.E.) S.L. di deformazione


S.L. di vibrazione
S.L. di plasticizzazione locale
S.L. di scorrimento dei collegamenti

Caratteristiche meccaniche e proprietà del materiale


Si utilizzano i valori riportati al paragrafo 19.2.

Comportamento meccanico (fig. 20.1)

fyd

(t g a = E)

a
o eyd e

Fig. 20.1

Si adotta il diagramma elastico-perfettamente plastico r-e simmetrico per trazione e compressione.

Xk
Resistenza di calcolo Xd ¼
cM
dove:
Xk = valore caratteristico della resistenza fyk

Tabella 20.1 Coefficienti di sicurezza per la resistenza delle membrature e la stabilità.


Resistenza delle sezioni di Classe 1-2-3-4 cM0 ¼ 1; 05

Resistenza all’instabilità delle membrature cM1 ¼ 1; 05

Resistenza all’instabilità delle membrature di ponti stradali e ferroviari cM1 ¼ 1; 10

Resistenza, nei riguardi della frattura, delle sezioni tese (indebolite dai fori) cM2 ¼ 1; 25
390 ACCIAIO. METODO AGLI STATI LIMITE

20.1 VERIFICHE ALLO S.L.U.

Sforzo normale
Trazione

Calcolo di verifica NEd  Nt;Rd


NEd ¼ forza assiale di progetto
Nt;Rd ¼ resistenza di calcolo
Per Nt;Rd si assume il minor valore fra:
— resistenza plastica della sezione lorda A (per elementi saldati):
A  fyk
Npl;Rd ¼
1; 05
— resistenza a rottura della sezione netta Anet (per elementi bul-
lonati):
0; 9  Anet  fyk
Nu;Rd ¼
1; 25
Per un comportamento duttile deve essere Npl;Rd  Nu;Rd

Compressione

Calcolo di verifica NEd  Nc;Rd


NEd ¼ forza assiale di progetto
Nc;Rd ¼ resistenza di calcolo
A  fyk
sezioni di classe 1, 2, 3: Nc;Rd ¼
1; 05

Aeff  fyk
sezioni di classe 4: Nc;Rd ¼
1; 05
dove:
A ¼ area lorda;
Aeff ¼ area efficace ottenuta non considerando le parti inattive nei
confronti dell’instabilità locale.

Carico di punta
Tabella 20.2 Curve d’instabilità per varie sezioni di elementi compressi.
Attorno Curva di
Limiti
all’asse instabilità

Sezioni laminate xx a


per h/b > 1,2

y
tf  40 mm yy b
tf

xx b
40 mm < tf < 100 mm yy c
x x
h

xx b
per h/b 1,2

tf  100 mm yy c
y
b xx d
tf > 100 mm yy d
ACCIAIO. METODO AGLI STATI LIMITE 391

Attorno Curva di
Limiti
all’asse instabilità

Sezioni scatolari saldate


y
in generale qualunque b

tf
(eccettuato quanto sotto)

x x
h

tw

saldature spesse e
y b=tf < 30 qualunque c
b b=tw < 30

Sezioni a F, A e sezioni piene

qualunque c

Tabella 20.3 Valori del coefficiente v (da EC3)


1
Coefficiente v ¼
x
Curva di instabilità
k
a b c d

0,1 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000


0,2 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000
0,3 0,9775 0,9641 0,9491 0,9235
0,4 0,9528 0,9261 0,8973 0,8504
0,5 0,9243 0,8842 0,8430 0,7793
0,6 0,8900 0,8371 0,7854 0,7100
0,7 0,8477 0,7837 0,7247 0,6431
0,8 0,7957 0,7245 0,6622 0,5797
0,9 0,7339 0,6612 0,5998 0,5208
1,0 0,6656 0,5970 0,5399 0,4671
1,1 0,5960 0,5352 0,4842 0,4189
1,2 0,5300 0,4781 0,4338 0,3762
1,3 0,4703 0,4269 0,3888 0,3385
1,4 0,4179 0,3817 0,3492 0,3055
1,5 0,3724 0,3422 0,3145 0,2766
1,6 0,3332 0,3079 0,2842 0,2512
1,7 0,2994 0,2781 0,2577 0,2289
1,8 0,2702 0,2521 0,2345 0,2093
1,9 0,2449 0,2294 0,2141 0,1920
2,0 0,2229 0,2095 0,1962 0,1766
2,1 0,2036 0,1920 0,1803 0,1630
2,2 0,1867 0,1765 0,1662 0,1508
2,3 0,1717 0,1628 0,1537 0,1399
2,4 0,1585 0,1506 0,1425 0,1302
2,5 0,1467 0,1397 0,1325 0,1214
2,6 0,1362 0,1299 0,1234 0,1134
2,7 0,1267 0,1211 0,1153 0,1062
2,8 0,1182 0,1132 0,1079 0,0997
! segue

2,9 0,1105 0,1060 0,1012 0,0937


3,0 0,1036 0,0994 0,0951 0,0882
392 ACCIAIO. METODO AGLI STATI LIMITE

Verifica di stabilità per sezione uniformemente compressa

Lunghezza libera d’inflessione Vedi figura di pag. 373 del M.T.A.

Rapporto di snellezza secondo le due direzioni x e l1 l1


kx ¼ ky ¼
y di sbandamento ix iy
Snellezza al limite elastico k1 acciaio S235: k1 = 93,91
acciaio S275: k1 = 86,82
acciaio S355: k1 = 76,41

Snellezza adimensionale kx ky
kx ¼ ky ¼
k1 k1
1 il valore si ricava dalla tabella 20.3 in funzione di k
Coefficiente di riduzione v ¼
x e della curva di instabilità della sezione (tab. 20.2)

Verifica di resistenza
v  A  fyk
NEd  Nb;Rd ¼
1; 05

Flessione semplice

Flessione semplice retta

Verifica di resistenza MEd  Mc;Rd

Mc;Rd ¼ momento resistente di calcolo — sezioni di classe 1 e 2 (IPE e HE) sono in grado
(tenendo conto dei fori) di sviluppare una resistenza plastica:
Wpl  fyk
Mc;Rd ¼ Mpl;Rd ¼
1; 05
— sezioni di classe 3: la resistenza è solo in campo
elastico:
Wel  fyk
Mc;Rd ¼ Mel;Rd ¼
1; 05

Modulo di resistenza elastico Ix


Wel ¼ (per i profilati si ricava dai sagomari)
ymax

Modulo di resistenza plastico — sezioni doppiamente simmetriche:


y Wpl ¼ 2  Sxðl=2Þ
Gli assi neutri elastico nel e plastico npl coinci-
dono.
— sezioni con un solo asse di simmetria: è dato
dalla somma algebrica dei momenti statici ri-
G nel
spetto a npl , delle aree nelle quali npl divide la
x
sezione.
npl
ACCIAIO. METODO AGLI STATI LIMITE 393

Flessione semplice deviata

Calcolo di verifica Mx;Ed ¼ MEd  cos a My;Ed ¼ MEd  sen a


s
y Mx;Ed My;Ed
þ 1
Mx;c;Rd My;c;Rd
tf

Mx;c;Rd ed My;c;Rd : momenti resistenti rispetto agli


x assi x e y (vedi flessione semplice retta).
M y,E d

ta
a

a
M x,E d

M Ed

Taglio semplice
Verifica di resistenza
Av  fyk
VEd  Vc;Rd ¼ pffiffiffi
1; 05  3

Per profilati: Av ¼ 1:04  ta  h ¼ area resistente a taglio


ta = spessore dell’anima
h = altezza della sezione

Flessione semplice retta e taglio


Verifica di resistenza

VEd  0; 50  Vc;Rd Sezioni IPE ed HE


Wpl  fyk
Mc;Rd ¼  MEd
1; 05

Av  fyk
Vc;Rd ¼ pffiffiffi  VEd
1; 05  3

VEd > 0; 50  Vc;Rd Sezioni doppiamente simmetriche in classe 1 o 2 e flessione intorno al-
l’asse principale x:
 2
q  A2v 2  VEd
coefficiente di riduzione: con q ¼ 1
4  ta Vc;Rd
 
q  A2v fyk Wpl;x  fyk
Mx;v;Rd ¼ Wpl;x    Mx;c;Rd ¼
4  ta 1; 05 1; 05

Av  fyk
Vx;Rd ¼ pffiffiffi
1; 05  3
394 ACCIAIO. METODO AGLI STATI LIMITE

Presso-flessione retta
Vengono considerate le sezioni di uso più comune (quali IPE ed HE), doppiamente simmetriche, di classe
1 o 2, sollecitate nel piano dell’anima (rotazione intorno all’asse x)

Verifica di resistenza
MEd  MN;x;Rd

1n
MN;x;Rd ¼ Mpl;x;Rd 
1  0; 5  a
NEd A  2  b  tf
n¼ ; a¼  0; 5
Av  fyk A
1; 05
Wpl;x  fyk
Mpl;x;Rd ¼
1; 05

A ¼ area lorda della sezione


b ¼ larghezza della ali
tf = spessore delle ali

Quando sono soddisfatte entrambe le condizioni:


A  fyk 0; 5  ha  ta  fyk
NEd  0; 25  Npl;Rd ¼ 0; 25  ; NEd 
1; 05 1; 05
non si effettua alcuna riduzione di Mpl;x;Rd
ha e ta ¼ altezza e spessore dell’anima, si assume a ¼ n ¼ 0.

20.2 VERIFICHE ALLO S.L.E.


Per le normali strutture si effettua solo la verifica allo stato limite di deformazione, per il quale valgono le
indicazioni riportate nel M.T.A.

Tabella 20.4 Limiti di deformabilità per gli elementi di impalcato delle costruzioni ordinarie.
Elementi strutturali fmax

Coperture in generale l=200

Coperture praticabili l=250

Solai in generale l=250

Solai o coperture che reggono intonaco o altro materiale di finitura fragile o tra- l=250
mezzi non flessibili

Solai che sopportano colonne l=400

Nei casi in cui lo spostamento può compromettere l’aspetto dell’edificio l=250


Strutture in acciaio
21

21.1 LE UNIONI
Sistemi di unione:
 con chiodi (in genere non sono più usate);
 con perni (utilizzate per strutture tubolari);
 con bulloni (di norma usate per l’assemblaggio in cantiere);
 saldate (di norma utilizzate in officina).

Tabella 21.1 Coefficienti di sicurezza per la verifica delle unioni.


Resistenza dei bulloni cM2 ¼ 1; 25

Resistenza dei chiodi cM2 ¼ 1; 25

Resistenza delle connessioni a perno cM2 ¼ 1; 25

Resistenza delle saldature a parziale penetrale e a cordone d’angolo cM2 ¼ 1; 25

Resistenza dei piatti a contatto cM2 ¼ 1; 25

Resistenza a scorrimento per S.L.U. cM3 ¼ 1; 25

Resistenza a scorrimento per S.L.E. cM3 ¼ 1; 10

Resistenza delle connessioni a perno allo S.L.E. cM6;ser ¼ 1; 00

Precarico di bulloni ad alta resistenza cM7 ¼ 1; 10

Tipi di bulloni:
 normali delle classi 4.6, 5.6, 6.6;
 ad alta resistenza 8.8, 10.9.

Tabella 21.2 Diametri normalmente usati (Eurocodice 3).


Diametri (mm)

M12 M14 M16 M18 M20 M22 M24 M27 M30

Tipi di collegamento:
— semplice sovrapposizione (fig. 21.1a);
— coprigiunto semplice (fig. 21.1b): può determinare deformazioni negli elementi collegati;
— coprigiunto doppio (fig. 21.1c): non vi sono possibilità di deformazioni.
a) b) c)

Fig. 21.1
396 STRUTTURE IN ACCIAIO

Unioni bullonate
Tabella 21.3 Posizione dei fori per unioni bullonate con il M.S.L. (d0 = diametro del foro) (fig. 21.2).
Distanze e Massimo per unioni Distanze e Massimo per unioni
Minimo Minimo
interassi esposte a corrosione interassi esposte a corrosione

e1 1; 2  d0 4  t þ 40 mm p1;0 – min (14  t; 200 mm)

e2 1; 2  d0 4  t þ 40 mm p1;i – min (28  t; 400 mm)

p1 2; 2  d0 min (14  t; 200 mm) p2 2; 4  d0 min (14  t; 200 mm)

t = spessore minimo degli elementi esterni collegati.

p1 e1 p1 = 1,2 d0
L L = 2,4 d0
p2 e2

p2
p2
p1 p 1,0
p2

Fig. 21.2 p1,i

Unioni con bulloni soggette a taglio


Metodo alle Tensioni Ammissibili
Tabella 21.4 Valori di sb;adm per bulloni (N/mm2).
Bulloni normali Bulloni ad alta resistenza

4.6 5.6 6.8 8.8 10.9

113 141 170 264 330

Verifica a taglio della lamiera

Tensione dovuta alla pressione


di rifollamento p  d2
sadm  n
d
rrif ¼ 4  2; 5  radm
dt
N/2 a n (1 o 2) = numero delle sezioni adiacenti al foro che si verifica
b N
t

N/2 a

Verifica a taglio dei bulloni


normali 4V
sb ¼  sadm
n  nb  p  d2
dove: n ¼ numero dei piani di taglio
nb ¼ numero dei bulloni
d ¼ diametro dei bulloni
STRUTTURE IN ACCIAIO 397

Limitazioni
d

a1
N Ed N Ed

p
a1
a p p a
t

— elementi compressi: 15  t  p  3  d
— elementi tesi: 25  t  p  3  d
— in direzione della forza: a  2  d
— in direzione perpendicolare alla forza: a1  1; 5  d

Unioni a taglio con bulloni normali


Metodo agli Stati Limite
Resistenza di progetto a taglio di ogni bullone NEd
Fv;Rd ¼
nb  n: piani di taglio

Resistenza a taglio dell’unione

Condizioni di verifica Classe del bullone Formula

Il piano di taglio attraversa la parte non filettata 0; 6  ftb  A


Tutte Fv;Rd ¼
del bullone 1; 25
0; 6  ftb  Ares
4.6 – 5.6 – 8.8 Fv;Rd ¼
1; 25
Il piano di taglio attraversa la parte filettata del
bullone 0; 5  ftb  Ares
6.8 – 10.9 Fv;Rd ¼
1; 25
k  a  ftb  d  t
Rifollamento Tutte Fb;Rd ¼
1; 25
Valori dei coefficienti a e k (riferimento tabella 21.3 e figura 21.2)

Posizione dei bulloni Nella direzione del carico Nella direzione perpendicolare
applicato al carico applicato
a k

Bulloni di bordo    
e1 ftb e2
min ; ;1 min 2; 8   1; 7; 2; 5
3  d0 ftk d0

Bulloni interni    
p1 ftb p2
min  0; 25; ;1 min 1; 4   1; 7; 2; 5
3  d0 ftk d0

Resistenza di calcolo = min (Fv;Rd ; Fb;Rd Þ


! segue

d0 = diametro nominale del foro


398 STRUTTURE IN ACCIAIO

Unioni con bulloni soggette a trazione e taglio


0; 9  ftb  Ares
Ft;Rd ¼
1; 25

Fv;Ed Ft;Ed
þ 1
Fv;Rd 1; 4  Ft;Rd
Ares ¼ area della sezione del bullone interno
all’unione

Unioni a taglio per attrito (bulloni ad alta resistenza)


M.T.A. Forza trasmissibile da ogni bullone per ogni piano di contatto:
l  Nb
Vb 
gf
l ¼ coefficiente di attrito: superfici trattate l = 0,45
superfici non trattate l = 0,30
g f = coefficiente di sicurezza:
per carichi permanenti e accidentali escluso vento e sisma
g f = 1,25
per carichi permanenti e accidentali incluso vento e sisma
g f = 1,10
Nb = sforzo normale di trazione nel bullone dovuto alla coppia di
serraggio Ts

M.S.L.
Forza trasmissibile da ogni bullone:
Nb
n  l  Fp;c
Fs;Rd ¼
Fs Fs 1; 25
Fs Fs
n = numero delle superfici di attrito
Fp;c ¼ 0; 7  ftb  Ares (Ares ¼ area della sezione del gambo interno
Nb
all’unione)

Tabella 21.5 Forza di trazione Nb nei bulloni ad alta resistenza in funzione della coppia di serraggio Ts.

Diametro Area del Area Classe dei bulloni


nominale gambo resistente
d A Ares 8.8 10.9
(mm) (mm2 ) (mm2 ) Ts (N  m) Nb (kN) Ts Nb

12 113 84 90 38 113 47
14 154 115 144 52 180 64
16 201 157 225 70 281 88
18 254 192 309 86 387 108
20 314 245 439 110 549 137
22 380 303 597 136 747 170
24 452 353 759 158 949 198
27 572 459 1 110 206 1 388 257
30 706 561 1 508 251 1 885 314
STRUTTURE IN ACCIAIO 399

Unioni saldate
Tipologie dei giunti saldati:
— giunti testa a testa a completa penetrazione (fig. 21.3);
— giunti a A a completa penetrazione (fig. 21.4);
— giunti a cordoni d’angolo (fig. 21.5).

Fig. 21.3 Fig. 21.4

a)

b)

s<
r II
s II

r<
a1
a1

a
a

a1 a
r II 1

Fig. 21.5

Metodo
Tipo di giunto Verifica dell’unione
di verifica
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
A completa penetrazione M.T.A. rid ¼ r2? þ r2k  r?  rk þ 3  s2  0; 85  radm
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi fyk
M.S.L. r2? þ r2k  r?  rk þ 3  s2  0; 85 
rid ¼
1; 25
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
A cordoni d’angolo: M.T.A. acciaio S235: rid ¼ s2? þ r2? þ s2k  0; 85  radm
devono essere soddisfatte j s? j þ j r? j radm
entrambe le condizioni qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
acciai S275 e S355: rid ¼ s2? þ r2? þ s2k  0; 70  radm
j s? j þ j r? j 0; 85  radm
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
M.S.L. rid ¼ s2? þ r2? þ s2k  b1  fyk
j s? j þ j r? j b2  fyk
acciaio S235: b1 ¼ 0; 85 e b2 ¼ 1
acciai S275 e S355: b1 ¼ 0; 70 e b2 ¼ 0; 85
400 STRUTTURE IN ACCIAIO

21.2 ASTE COMPOSTE


Tipologie:
— aste a traliccio (fig. 21.6);
— aste calastrellate (fig. 21.7).
Con il M.T.A., la verifica viene effettuata applicando i coefficienti x in funzione della snellezza equivalen-
te. L’interasse L0 deve dividere l’asta in tre o più campi uguali.

Fig. 21.6 Fig. 21.7

Aste calastrellate

Snellezza equivalente qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi l1 L0


a) keq ¼ k2y þ k21 dove: ky ¼ e k1 ¼
iy imin
iy ¼ raggio d’inerzia della sezione composta rispetto all’asse y
imin ¼ raggio d’inerzia minimo della sezione dell’elemento longitu-
dinale singolo

Deve risultare   
L0 kx x  Nc
  43 > 50
i1y 2 A  radm

L0
In caso contrario si assume  50
i1y
Nc ¼ sforzo normale di compressione sull’asta
A ¼ area della sezione di tutti i correnti
STRUTTURE IN ACCIAIO 401

Aste a traliccio (vedi figura)

ld
ld

ld
ld

ld
L0

L0

L0

L0
diagonale

a) b 1) b2) b3) b4)

lt lt lt lt lt

Snellezza equivalente
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
 3 ffi
fig. a) lt2
2 10  A ld
b) keq ¼ ky   þ
L0  lt2 Ad At
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
figg. b) 10  A  ld2
c) keq ¼ k2y 
L0  lt2  Ad

Ad ¼ area della sezione di 1 o 2 diagonali situate sull’altezza L0


At ¼ area della sezione di un corrente
A ¼ area della sezione complessiva dei correnti

Per la verifica all’inflessione laterale si considerano tre gruppi di sezioni.

Gruppo I

a) b) c) it d) y
y y
1y 1y 1y 1y 1y 1y 1y 1y
y

ix ix
ix
iy x =1x iy x =1x ix iy x =1x
iy x =1x

it it it
1min

1min

Un asse principale d’inerzia taglia tutte le sezioni dei montanti (asse x in figura)

Verifica per flessione intorno Nc  xx


l1
all’asse x-x kx ¼ rx ¼  radm
ix A
xx in funzione di kx

Verifica per flessione intorno keq calcolata con la a) (aste calastrellate) oppure con la b) o la c)
all’asse y-y (aste a traliccio) precedenti
Nc  xy
ry ¼  radm
A
xy in funzione di keq
402 STRUTTURE IN ACCIAIO

Gruppo II

Aste con calastrelli Massimo distacco fra i profili tre volte il loro spessore

y
a) b) 1y 1y c) d) 1y y 1y
1y
y
1y 1y y

1y x =1x

s
x =1x
x =1x

3s
x
=1
x

1min
s s

1min
3s s 3s 3s
1m
in
1m

in

La verifica si effettua come per le aste semplici considerando la snellezza reale purché sia:
— acciai S235 e S275: interasse calastrelli  50  imin
— acciaio S355: interasse calastrelli  40  imin
Sezioni con due angolari a lati uguali a farfalla: calastrelli disposti ortogonali alternati fra loro.

Aste con imbottiture

y y y
a) b) c) 1y
d) 1y 1y
1y 1y 1y
y x
1y 1y
imbottitura
imbottitura x
imbottitura x =1x
x =1x imbottitura
x =1x
1min
1min
in

1m
1m

in

Verifica per flessione intorno Si considera come un’asta semplice considerando la snellezza rea-
all’asse x-x che taglia tutte l1
le sezioni le kx ¼ della sezione composta
ix

Verifica per flessione rispetto Si effettua considerando la snellezza equivalente calcolata con la
all’asse che non taglia le sezioni a) (aste calastrellate)

Gruppo III

a) 1y y 1y b)
y
1min

1y 1y
1min

1x

1m 1x
in
in
1m

x x

1m in
in 1m 1x

1x
1min
1min

lt

Verifica a flessione intorno agli as- Si effettua considerando keq calcolata con la a) per aste calastrel-
si x-x e y-y late, oppure con la b) o la c) per aste a traliccio
STRUTTURE IN ACCIAIO 403

Dimensionamento dei calastrelli e delle diagonali


x  Nc
Sforzo di taglio virtuale nel tratto L0 comprendente un calastrello o una diagonale: V  ¼ con
100
x relativo alla curva c oppure d; se si hanno solo calastrelli con interasse > 20  imin , V  viene maggiorato
 
lt
della percentuale 5   20 % essendo i1;min raggio d’inerzia di un solo montante.
i1;min

Calastrelli (fig. 21.8)


lt lt
2 2
T*
T* T*
2 2
— Si considerano incastrati alle estremità.

M
V
L0

L0
2


T — Sforzo di taglio su ogni calastrello: V ¼  dove
M + T n lt
n ¼ numero dei calastrelli nel tratto L0
L0

T
+ M
T
V  lt

— Momento di incastro: M ¼ +
L0

M
2

2
T* T*
2 2
T*
Fig. 21.8 lt

Diagonali
Sforzo di trazione o di compressione nelle diagonali:
V
— diagonali semplici (fig. 21.9): Pd ¼
n  cos a
n ¼ numero delle diagonali nel tratto L0 su piani paralleli
V
— diagonali doppie (fig. 21.10): Pd ¼ 2
n  sen a

Pd Pd
Pd a Pd a
a a

T* T* T* T*
2 2
ne
zio

a
tra
L0

L0

co
mp

a a a
res
sio

T* T*
ne

T* T* 2 2

lt
Pd a lt a Pd a lt a
Pd Pd

Fig. 21.9 Fig. 21.10

Per sezioni del Gruppo III il calcolo si effettua per le diagonali relative alle coppie di piani paralleli agli
assi x e y.
Tabella 21.6 Profilati per travi di solai semplici.
404

Carico Interasse Luce Carico Interasse Luce Carico Interasse Luce


W W W
complessivo i l complessivo i l complessivo i l
(cm 3 ) (cm 3 ) (cm 3 )
(kN=m 2 ) (m) (m) (kN=m 2 ) (m) (m) (kN=m 2 ) (m) (m)

5,00 0,80 1,50 7,03 6,50 0,80 1,50 9,14 8,00 0,80 1,50 11,25
2,00 12,50 2,00 16,25 2,00 20,00
2,50 19,53 2,50 25,39 2,50 31,25
3,00 28,13 3,00 36,56 3,00 45,00
3,50 33,28 3,50 49,77 3,50 61,25
4,00 50,00 4,00 65,00 4,00 80,00
4,50 63,28 4,50 82,27 4,50 101,25
5,00 78,13 5,00 78,13 5,00 125,00

1,00 1,50 8,79 1,00 1,50 11,43 1,00 1,50 14,06


2,00 15,63 2,00 20,31 2,00 25,00
2,50 24,41 2,50 31,74 2,50 39,06
3,00 35,16 3,00 45,70 3,00 56,25
3,50 47,85 3,50 62,21 3,50 76,56
4,00 62,50 4,00 81,25 4,00 100,00
4,50 79,10 4,50 102,83 4,50 126,56
5,00 97,66 5,00 126,95 5,00 156,25
STRUTTURE IN ACCIAIO

1,20 1,50 10,55 1,20 1,50 13,71 1,20 1,50 16,88


2,00 18,75 2,00 24,38 2,00 30,00
2,50 29,30 2,50 38,09 2,50 46,88
3,00 42,19 3,00 54,84 3,00 67,50
3,50 57,42 3,50 74,65 3,50 91,88
4,00 75,00 4,00 97,50 4,00 120,00
4,50 94,92 4,50 123,40 4,50 151,88
5,00 117,19 5,00 152,34 5,00 187,50
Tabella 21.7 Profilati per travi principali di solai composti.
Carico Interasse Luce Carico Interasse Luce Carico Interasse Luce
W W W
complessivo i l complessivo i l complessivo i l
(cm 3 ) (cm 3 ) (cm 3 )
(kN=m 2 ) (m) (m) (kN=m 2 ) (m) (m) (kN=m 2 ) (m) (m)
5,00 3,00 3,00 105,47 6,50 3,00 3,00 137,11 8,00 3,00 3,00 168,75
3,50 143,55 3,50 186,62 3,50 229,69
4,00 187,50 4,00 243,75 4,00 300,00
4,50 237,30 4,50 308,50 4,50 379,69
5,00 292,97 5,00 380,86 5,00 468,75
5,50 354,49 5,50 460,84 5,50 567,19
6,00 421,88 6,00 584,44 6,00 675,00
3,50 3,00 123,05 3,50 3,00 159,96 3,50 3,00 196,88
3,50 167,48 3,50 217,72 3,50 267,97
4,00 218,75 4,00 284,38 4,00 350,00
4,50 276,86 4,50 359,91 4,50 442,97
5,00 341,80 5,00 444,34 5,00 546,88
5,50 413,57 5,50 537,65 5,50 661,72
6,00 429,19 6,00 639,84 6,00 787,50
4,00 3,00 140,63 4,00 3,00 182,81 4,00 3,00 225,00
3,50 191,41 3,50 248,83 3,50 306,25
4,00 250,00 4,00 325,00 4,00 400,00
4,50 316,41 4,50 411,33 4,50 506,25
5,00 390,63 5,00 507,81 5,00 625,00
5,50 472,66 5,50 614,45 5,50 756,25
STRUTTURE IN ACCIAIO

6,00 562,50 6,00 731,25 6,00 900,00


4,50 3,00 158,20 4,50 3,00 205,66 4,50 3,00 253,13
3,50 215,33 3,50 279,33 3,50 344,53
4,00 281,25 4,00 365,33 4,00 450,00
4,50 355,96 4,50 462,74 4,50 569,53
5,00 439,45 5,00 571,29 5,00 703,13
5,50 531,74 5,50 691,26 5,50 850,78
6,00 632,81 6,00 822,66 6,00 1012,50
5,00 3,00 175,78 5,00 3,00 228,52 5,00 3,00 281,25
3,50 239,26 3,50 311,04 3,50 382,81
4,00 312,50 4,00 406,25 4,00 500,00
4,50 395,51 4,50 514,16 4,50 632,81
5,00 488,28 5,00 634,77 5,00 781,25
5,50 590,82 5,50 768,07 5,50 945,31
6,00 703,13 6,00 914,06 6,00 1 125,00
405
21.3 SOLAI CON LAMIERE GRECATE
406

Tipi di lamiere grecate:


— lamiera grecata usata come cassaforma a perdere;
— lamiera grecata portante: può sopportare i pesi permanenti e di esercizio; il getto superiore di calcestruzzo non ha funzioni strutturali;
— lamiera grecata parzialmente collaborante: all’estradosso della lamiera viene saldata una rete elettrosaldata e quindi si effettua il getto di calcestruzzo; questa
soluzione non viene quasi più applicata;
— lamiera grecata collaborante: è dotata di bugnature con direzione opposta sulle pareti inclinate della lamiera che consentono l’ancoraggio del getto di calce-
struzzo, realizzando cosı̀ una sezione omogeneizzata in c.a. dove la lamiera assorbe le tensioni di trazione dei momenti positivi e quelle di compressione sono
sopportate dal calcestruzzo, mentre per quelli negativi si devono prevedere degli spezzoni.
I valori in corsivo nella tabella che segue non prevedono limitazioni sulla freccia.

Tabella 21.8 Lamiera grecata A55-P770-G6 (Metecno, Tribiano, Milano)

770
616
154

53

61,4 91,5 90,8 63,4 154,2 63,4

Carico massimo uniformemente distribuito in daN/m2


STRUTTURE IN ACCIAIO

p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 1 CAMPATA
l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

352 245 176 131 99 76 60 47 37


0,6 7,65 35,64 10,08 10,83 1 443 921 637 466 355 279 225 184 154 130 111 96 83

440 307 221 164 124 96 75 59 47


0,7 8,92 44,55 12,79 13,95 1 833 1 170 810 593 452 355 286 235 196 166 142 122 106

533 371 268 199 151 117 91 72 58


0,8 10,19 53,88 14,70 17,34 2 107 1 345 931 681 519 408 329 270 225 191 163 141 122

728 508 367 272 207 160 126 100 80


1,0 12,74 73,45 22,06 24,87 3 165 2 021 1 400 1 025 782 615 496 408 341 288 247 213 186
p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 2 CAMPATE
l l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

0,6 7,65 35,64 10,08 10,83 1 551 990 685 501 382 300 242 199 166 140 120 103 90

0,7 8,92 44,55 12,79 13,95 1 999 1 276 884 647 493 388 312 257 214 181 155 134 117

0,8 10,19 53,88 14,70 17,34 2 487 1 588 1 100 805 614 483 389 320 267 226 194 167 146

1,0 12,74 73,45 22,06 24,87 3 569 2 280 1 579 1 157 883 695 560 461 385 326 280 242 211

p p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 3 CAMPATE
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m) l l l

1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

193 150 119 95 77


0,6 7,65 35,64 10,08 10,83 1 941 1 240 858 629 480 377 304 250 209 177 151 131 114

242 189 149 120 97


0,7 8,92 44,55 12,79 13,95 2 502 1 598 1 107 811 619 487 393 323
STRUTTURE IN ACCIAIO

270 229 196 170 148

384 293 229 181 145 118


0,8 10,19 53,88 14,70 17,34 3 112 1 988 1 377 1 009 770 606 489 403 337 285 245 212 185

702 525 401 313 248 199 162


1,0 12,74 73,45 22,06 24,87 4 465 2 853 1 977 1 449 1 107 872 704 579 485 411 353 306 267
407
Tabella 21.9 Lamiera grecata A75-P720-G5 (Metecno, Tribiano, Milano).
408

Può essere utilizzato per coperture, solai non collaboranti e rivestimenti di facciata.
720
109 71

73
30
180 180 180 180

p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 1 CAMPATA
l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

571 427 326 254 201 162 131


0,8 10,90 112,85 25,41 24,82 3 648 2 331 1 615 1 184 904 712 575 473 396 336 288 249 218

741 553 423 330 261 210 171


1,0 13,63 146,21 32,95 33,03 4 731 3 023 2 095 1 536 1 172 924 745 614 514 436 374 324 283

675 516 403 319 256 208


1,2 16,35 178,35 39,62 40,29 5 688 3 635 2 519 1 846 1 410 1 110 896 738 617 524 449 389 340
STRUTTURE IN ACCIAIO

p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 2 CAMPATE
l l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

0,8 10,90 112,85 25,41 24,82 3 564 2 277 1 578 1 156 883 695 561 462 386 328 281 243 212

1,0 13,63 146,21 32,95 33,03 4 743 3 031 2 100 1 540 1 176 926 747 615 515 437 457 325 284

1,2 16,35 178,35 39,62 40,29 5 786 3 697 2 562 1 878 1 434 1 130 912 751 628 533 375 396 346
p p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 3 CAMPATE
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m) l l l

1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

268
0,8 10,90 112,85 25,41 24,82 4 457 2 849 1 975 1 448 1 106 872 704 580 486 412 354 307 268

409 348
1,0 13,63 146,21 32,95 33,03 5 932 3 792 2 629 1 928 1 473 1 161 938 773 647 549 472 422 358

499 424
1,2 16,35 178,35 39,62 40,29 7 236 4 625 3 207 2 352 1 797 1 416 1 144 943 789 670 576 515 437

Tabella 21.10 Lamiera grecata A60-P850-G5 (Metecno, Tribiano, Milano).


Può essere utilizzata per coperture, solai non collaboranti e rivestimenti di facciata. 850
58 66,5

30
212,6 212,6 212,6 212,6
STRUTTURE IN ACCIAIO

p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 1 CAMPATA
l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

312 217 156 116 88 67 53 41 33


0,6 6,93 31,64 9,30 9,51 1 333 850 588 431 328 258 207 170 142 120 102 88 77

389 271 195 145 110 84 66 52 42


0,7 8,08 39,37 11,29 11,78 1 617 1 032 714 523 398 313 252 207 172 146 125 107 93

326 235 174 132 102 80 63 50


0,8 9,24 47,36 13,05 14,00 1 870 1 193 826 604 460 362 291 239 200 169 144 124 108

441 318 236 179 139 109 86 69


1,0 11,54 63,90 17,35 17,95 2 487 1 588 1 099 804 613 482 388 319 266 225 192 166 145
409

! segue
410

p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 2 CAMPATE
l l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

0,6 6,93 31,64 9,30 9,51 1 363 870 602 440 336 264 212 174 145 123 105 90 79

0,7 8,08 39,37 11,29 11,78 1 689 1 078 746 546 416 327 263 216 180 153 130 113 98

0,8 9,24 47,36 13,05 14,00 2 007 1 281 887 649 495 389 313 257 215 182 155 134 117

1,0 11,54 63,90 17,35 17,95 2 573 1 642 1 137 832 635 499 402 330 276 233 199 172 150

p p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 3 CAMPATE
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m) l l l

1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

171 133 105 84 68


0,6 6,93 31,64 9,30 9,51 1 705 1 089 754 552 421 331 267 219 183 155 133 115 100

214 166 132 106 86


0,7 8,08 39,37 11,29 11,78 2 113 1 349 935 685 522 411 331 272
STRUTTURE IN ACCIAIO

228 193 165 143 124

258 201 159 127 103


0,8 9,24 47,36 13,05 14,00 2 511 1 604 1 111 814 621 489 394 324 271 229 197 170 148

272 215 173 140


1,0 11,54 63,90 17,35 17,95 3 219 2 056 1 424 1 043 796 627 505 416 347 294 252 218 190
STRUTTURE IN ACCIAIO 411

21.4 LAMIERE GRECATE COLLABORANTI PER SOLAI


Tabella 21.11 Lamiera grecata A75-P720-G5 HI-BOND (Metecno, Tribiano, Milano).
a) b)
720 1000

X 1 Xs
75
20

y h
H

75
109 40 109 71 109 109
35,5 71 71 35,5 720
767

Caratteristiche della lamiera

Spessore (mm)

0,70 0,80 1,00 1,20


Peso kg/m 6,87 7,85 9,81 11,78
Peso kg/m2 9,54 10,90 13,63 16,35
J totale cm4/m 106,04 122,11 154,24 186,38
yi cm 30,74 30,74 30,74 30,74
Area totale cm2/m 12,15 13,89 17,36 20,83
Compressione superiore
Jf cm4/m 103,92 121,79 154,24 186,38
Wi cm3/m 31,38 37,48 50,07 52,54
3
We cm /m 23,53 27,29 34,83 41,67
Compressione inferiore
Wi cm3/m 34,05 39,50 50,18 60,64
3
We cm /m 22,72 26,95 34,85 42,11
Caratteristiche statiche della soletta

Peso Spessore
H Xs Jtot Ws Wi TðvÞ
soletta lamiera
(cm) (kg/m2 ) (mm) (cm) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m) (kg/m)
0,70 4,17 542,00 1 951,74 69,18
0,80 4,36 595,88 2 049,41 78,01
12 163 1 100
1,00 4,69 694,99 2 220,67 95,13
1,20 4,97 785,18 2 369,15 111,71
0,70 4,96 666,20 2 239,29 78,03
0,80 4,68 732,15 2 348,22 87,97
13 188 1 250
1,00 5,04 853,17 2 537,73 107,22
1,20 5,35 962,85 2 700,37 125,84
0,70 4,75 807,64 2 552,51 87,28
0,80 4,98 887,65 2 674,53 98,39
14 213 1 400
1,00 5,38 1 034,25 2 885,63 119,93
1,20 5,71 1 166,80 3 065,44 140,74
0,70 5,02 966,63 2 889,52 96,84
0,80 5,27 1 062,72 3 026,28 109,19
15 238 1 550
1,00 5,70 1 238,71 3 262,99 133,14
! segue

1,20 6,06 1 397,68 3 461,69 156,28


Luce massima in metri per solai HI-BOND
412

Sovraccarico utile uniformemente distribuito (kN/m2 )


H p
Spessore
Soletta
l

(cm) (mm) 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50 6,00 7,00 8,00 10,00 12,00

0,70 3,81 3,67 3,54 3,42 3,32 3,22 3,13 3,05 2,98 2,91 2,78 2,67 2,20 1,83

0,80 4,09 3,93 3,79 3,67 3,55 3,45 3,35 3,26 3,18 3,11 2,97 2,75 2,20 1,83
12
1,00 4,59 4,41 4,25 4,10 3,97 3,83 3,68 3,55 3,44 3,34 3,14 2,75 2,20 1,83

1,20 5,01 4,81 4,63 4,39 4,17 3,99 3,83 3,70 3,58 3,48 3,14 2,75 2,20 1,83

0,70 3,65 3,54 3,43 3,34 3,25 3,17 3,10 3,03 2,96 2,90 2,79 2,69 2,50 2,08

0,80 3,92 3,80 3,68 3,58 3,49 3,40 3,32 3,24 3,17 3,10 2,98 2,87 2,50 2,08
13
1,00 4,41 4,26 4,13 4,01 3,90 3,80 3,71 3,62 3,54 3,47 3,33 3,13 2,50 2,08

1,20 4,81 4,65 4,51 4,38 4,25 4,14 4,04 3,94 3,84 3,73 3,54 3,13 2,50 2,08

0,70 3,50 3,41 3,33 3,25 3,18 3,11 3,05 2,99 2,93 2,88 2,78 2,69 2,54 2,33
STRUTTURE IN ACCIAIO

0,80 3,76 3,66 3,57 3,49 3,41 3,33 3,27 3,20 3,14 3,08 2,97 2,88 2,71 2,33
14
1,00 4,23 4,12 4,01 3,91 3,82 3,74 3,66 3,58 3,51 3,45 3,32 3,21 2,80 2,33

1,20 4,62 4,50 4,38 4,27 4,17 4,07 3,99 3,90 3,83 3,75 3,62 3,50 2,80 2,33

0,70 3,36 3,29 3,22 3,16 3,10 3,04 2,99 2,94 2,89 2,84 2,76 2,68 2,54 2,42

0,80 3,62 3,54 3,46 3,39 3,33 3,26 3,21 3,15 3,10 3,05 2,95 2,87 2,72 2,58
15
1,00 4,07 3,98 3,89 3,81 3,74 3,66 3,60 3,53 3,47 3,41 3,30 3,21 3,03 2,58

1,20 4,45 4,35 4,25 4,16 4,07 3,99 3,92 3,85 3,78 3,72 3,60 3,49 3,10 2,58
Sovraccarico utile uniformemente distribuito (kN/m2 )
H p p p
Spessore
Soletta
l l l

(cm) (mm) 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50 6,00 7,00 8,00 10,00 12,00

0,70 4,14 3,96 3,80 3,66 3,53 3,41 3,31 3,22 3,13 3,05 2,90 2,75 2,20 1,83

0,80 4,44 4,24 4,07 3,91 3,77 3,64 3,50 3,37 3,27 3,18 3,02 2,75 2,20 1,83
12
1,00 4,98 4,75 4,48 4,21 4,00 3,83 3,68 3,55 3,44 3,34 3,14 2,75 2,20 1,83

1,20 5,43 5,02 4,66 4,39 4,17 3,99 3,83 3,70 3,58 3,48 3,14 2,75 2,20 1,83

0,70 3,98 3,84 3,71 3,59 3,48 3,39 3,29 3,21 3,13 3,06 2,93 2,82 2,50 2,08

0,80 4,28 4,12 3,98 3,85 3,73 3,62 3,52 3,43 3,35 3,27 3,13 3,01 2,50 2,08
13
1,00 4,81 4,62 4,46 4,31 4,17 4,05 3,94 3,80 3,68 3,58 3,40 3,13 2,50 2,08

1,20 5,24 5,04 4,86 4,69 4,46 4,27 4,10 3,96 3,84 3,73 3,54 3,13 2,50 2,08

0,70 3,84 3,72 3,61 3,52 3,43 3,34 3,26 3,19 3,12 3,06 2,94 2,84 2,66 2,33

0,80 4,12 3,99 3,88 3,77 3,67 3,58 3,49 3,41 3,34 3,27 3,14 3,03 2,80 2,33
14
STRUTTURE IN ACCIAIO

1,00 4,64 4,49 4,35 4,23 4,11 4,01 3,91 3,82 3,73 3,65 3,51 3,38 2,80 2,33

1,20 5,06 4,89 4,74 4,61 4,48 4,36 4,26 4,16 4,06 3,97 3,77 3,50 2,80 2,33

0,70 3,70 3,60 3,52 3,43 3,36 3,29 3,22 3,16 3,10 3,04 2,94 2,84 2,68 2,54

0,80 3,98 3,87 3,77 3,68 3,60 3,52 3,45 3,38 3,31 3,25 3,14 3,04 2,86 2,58
15
1,00 4,47 4,35 4,24 4,14 4,04 3,95 3,86 3,78 3,71 3,64 3,51 3,39 3,10 2,58

1,20 4,89 4,75 4,63 4,51 4,40 4,30 4,21 4,12 4,04 3,96 3,82 3,69 3,10 2,58
413
414 STRUTTURE IN ACCIAIO

Tabella 21.12 Lamiera grecata A55-P770-G6 HI-BOND (Metecno, Tribiano, Milano).

770
154,2

55
154,2 63,4 90,8
842

1000

Xs
X1
H
h

55
y

770

Caratteristiche della lamiera

Spessore (mm)

0,70 0,80 1,00 1,20

Peso kg/m 6,87 7,85 9,81 11,78

Peso kg/m2 8,92 10,19 12,74 15,29


4
J totale cm /m 57,96 66,74 84,31 101,87

yi cm 29,23 29,23 29,23 29,23

Area totale cm2/m 11,36 12,99 16,23 19,48

Compressione superiore

Jf cm4/m 50,82 60,62 80,92 101,71

Wi cm3/m 14,88 19,61 24,89 32,24


3
We cm /m 21,17 25,16 31,77 38,94

Compressione inferiore

Wi cm3/m 18,65 21,78 28,08 34,42


3
We cm /m 16,38 20,02 28,10 36,51
STRUTTURE IN ACCIAIO 415

Caratteristiche statiche della soletta

Peso Spessore
H Xs Jtot Ws Wi TðvÞ
soletta lamiera
(cm) (kg/m2 ) (mm) (cm) (cm4 /m) (cm3 m) (cm3 /m) (kg/m)

0,70 3,49 298,59 1 281,76 45,90

0,80 3,65 327,36 1 344,26 51,58


10 190 1 130
1,00 3,92 379,92 1 453,65 62,49

1,20 4,14 427,59 1 548,60 72,99

0,70 3,81 387,70 1 525,44 53,94

0,80 3,99 424,88 1 597,06 60,62


11 215 1 250
1,00 4,29 492,52 1 721,06 73,43

1,20 4,54 553,52 1 827,23 85,74

0,70 4,11 492,51 1 796,14 62,45

0,80 4,31 539,85 1 878,80 70,20


12 240 1 360
1,00 4,65 625,82 2 020,84 85,09

1,20 4,93 703,15 2 141,35 99,39

0,70 4,40 613,37 2 091,54 71,31

0,80 4,61 672,71 2 186,94 80,22


13 265 1 460
1,00 4,98 780,41 2 350,10 97,32

1,20 5,29 877,23 2 487,68 113,77

! segue
Luce massima in metri per solai HI-BOND
416

Sovraccarico utile uniformemente distribuito (kN/m2 )


H p
Spessore
Soletta
l

(cm) (mm) 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50 6,00 7,00 8,00 10,00 12,00

0,70 2,87 2,78 2,69 2,62 2,54 2,48 2,42 2,36 2,31 2,26 2,17 2,09 1,95 1,84

0,80 3,13 3,03 2,93 2,84 2,76 2,69 2,62 2,56 2,50 2,44 2,34 2,25 2,10 1,88
10
1,00 3,63 3,49 3,37 3,26 3,16 3,07 2,98 2,90 2,81 2,73 2,60 2,48 2,26 1,88

1,20 4,08 3,91 3,76 3,58 3,40 3,25 3,13 3,02 2,93 2,84 2,71 2,58 2,26 1,88

0,70 2,77 2,70 2,63 2,57 2,51 2,46 2,41 2,36 2,31 2,27 2,19 2,12 2,00 1,90

0,80 3,03 2,95 2,87 2,80 2,73 2,67 2,61 2,56 2,51 2,46 2,37 2,29 2,16 2,04
11
1,00 3,52 3,41 3,31 3,22 3,14 3,06 2,99 2,92 2,86 2,80 2,70 2,60 2,44 2,08

1,20 3,96 3,83 3,71 3,60 3,50 3,41 3,33 3,25 3,18 3,10 2,94 2,82 2,50 2,08

0,70 2,67 2,61 2,56 2,51 2,46 2,42 2,38 2,34 2,30 2,26 2,20 2,14 2,03 1,93
STRUTTURE IN ACCIAIO

0,80 2,92 2,86 2,80 2,74 2,69 2,64 2,59 2,54 2,50 2,46 2,38 2,31 2,19 2,08
12
1,00 3,40 3,32 3,24 3,17 3,10 3,03 2,97 2,92 2,86 2,81 2,72 2,63 2,48 2,27

1,20 3,84 3,74 3,64 3,55 3,47 3,39 3,32 3,25 3,19 3,13 3,02 2,92 2,72 2,27

0,70 2,57 2,53 2,49 2,45 2,41 2,37 2,34 2,31 2,27 2,24 2,19 2,13 2,04 1,95

0,80 2,82 2,77 2,72 2,68 2,63 2,59 2,55 2,51 2,48 2,44 2,37 2,31 2,21 2,11
13
1,00 3,29 3,22 3,16 3,10 3,04 2,99 2,94 2,89 2,85 2,80 2,72 2,65 2,51 2,40

1,20 3,72 3,64 3,56 3,49 3,42 3,35 3,29 3,23 3,18 3,13 3,03 2,94 2,79 2,43
Sovraccarico utile uniformemente distribuito (kN/m2 )
H p p p
Spessore
Soletta
l l l

(cm) (mm) 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50 6,00 7,00 8,00 10,00 12,00

0,70 3,13 3,01 2,90 2,81 2,72 2,64 2,57 2,50 2,44 2,38 2,28 2,19 2,03 1,88

0,80 3,41 3,28 3,15 3,05 2,95 2,86 2,77 2,70 2,63 2,57 2,45 2,35 2,18 1,88
10
1,00 3,94 3,77 3,61 3,44 3,27 3,13 3,01 2,90 2,81 2,73 2,60 2,48 2,26 1,88

1,20 4,42 4,10 3,81 3,58 3,40 3,25 3,13 3,02 2,93 2,84 2,70 2,58 2,26 1,88

0,70 3,03 2,94 2,86 2,78 2,70 2,64 2,58 2,52 2,46 2,41 2,32 2,24 2,09 1,98

0,80 3,32 3,21 3,11 3,02 2,94 2,86 2,79 2,73 2,66 2,61 2,50 2,41 2,25 2,08
11
1,00 3,84 3,70 3,58 3,46 3,36 3,27 3,18 3,10 3,03 2,96 2,83 2,71 2,50 2,08

1,20 4,32 4,15 4,00 3,87 3,71 3,55 3,41 3,29 3,19 3,10 2,94 2,82 2,50 2,08

0,70 2,94 2,86 2,79 2,73 2,67 2,61 2,56 2,51 2,47 2,42 2,34 2,27 2,14 2,03

0,80 3,21 3,13 3,05 2,98 2,91 2,84 2,78 2,73 2,67 2,62 2,53 2,45 2,30 2,18
12
STRUTTURE IN ACCIAIO

1,00 3,73 3,62 3,52 3,43 3,34 3,26 3,19 3,12 3,05 2,99 2,88 2,78 2,60 2,27

1,20 4,21 4,07 3,95 3,84 3,73 3,64 3,55 3,47 3,39 3,32 3,19 3,05 2,72 2,27

0,70 2,84 2,78 2,73 2,67 2,63 2,58 2,53 2,49 2,45 2,41 2,34 2,28 2,16 2,06

0,80 3,11 3,05 2,98 2,92 2,86 2,81 2,76 2,71 2,66 2,62 2,54 2,47 2,34 2,22
13
1,00 3,62 3,53 3,45 3,37 3,30 3,23 3,17 3,11 3,05 3,00 2,90 2,81 2,65 2,43

1,20 4,09 3,98 3,88 3,79 3,70 3,62 3,54 3,47 3,40 3,34 3,22 3,11 2,92 2,43
417
21.5 PANNELLI IN LAMIERA GRECATA COIBENTATI PER MANTI DI COPERTURA
418

Tabella 21.13 Lamiera grecata tipo ROOF - mod. DELTA 5A - Isolpack (Isolpack S.p.A., Torino).
1000
22 250

61

S 40
200

Carico massimo uniformemente distribuito daN/m2

K Peso pannello Distanza tra gli appoggi l in metri


Spessore
(daN/m2 ) ~ ~ ~ ~ ~ ~
 
S kcal l (daN/m2 ) l l l (daN/m2 )
(mm) m2 h C 0,5 þ 0,5 0,6 þ 0,5 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50

30 0,518 10,44 11,42 308 197 137 100 77 246 171 125 96 76
40 0,407 10,82 11,80 402 257 179 131 100 321 224 164 125 100
50 0,335 11,19 12,17 507 324 225 165 127 405 281 206 158 125
60 0,285 11,56 12,54 620 397 275 202 155 496 344 252 194 152
80 0,219 11,94 12,92 865 553 384 282 216 691 480 352 270 214
STRUTTURE IN ACCIAIO

100 0,178 12,32 13,307 1128 722 501 368 282 902 626 460 352 279
Tabella 21.14 Lamiera grecata A40-P1000-G5 (Metecno, Tribiano, Milano).
Viene utilizzzato per coperture.
I valori in corsivo prevedono limitazioni sulla freccia.
1000
250 250 250 250
28 30 30 30 30

38
39

57,55 57,55 57,55

p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 1 CAMPATA
l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

217 144 99 71 52 39 29 22 17 13
0,6 5,75 14,82 4,92 3,63 702 447 309 225 171 134 108 88 73 61 52 45 39

263 174 120 86 63 47 35 27 21 16


0,7 6,70 17,95 6,14 4,72 878 559 386 282 214 168 135 110 92 77 65 56 49

307 203 140 100 73 55 41 32 24 19


0,8 7,66 20,89 7,33 5,43 1 048 668 462 337 256 201 161 132 110 92 79 67 58
STRUTTURE IN ACCIAIO

393 260 180 129 94 70 53 41 31 24


1,0 9,58 26,78 9,40 8,20 1 344 857 592 432 329 258 207 169 141 119 101 87 75

p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 2 CAMPATE
l l
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m)
1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

0,6 5,75 14,82 4,92 3,63 517 329 226 165 125 97 78 63 52 44 37 31 27

0,7 6,70 17,95 6,14 4,72 673 428 295 215 163 127 102 83 69 58 49 42 36

0,8 7,66 20,89 7,33 5,43 775 493 340 248 188 147 118 96 79 66 56 48 41

1,0 9,58 26,78 9,40 8,20 1 171 746 515 376 285 224 179 146 122 102 87 74 64
419

! segue
420

p p p
S Peso J Wp Wn Distanza tra gli appoggi in metri 3 CAMPATE
(mm) (daN/m2 ) (cm4 /m) (cm3 /m) (cm3 /m) l l l

1,00 1,25 1,50 1,75 2,00 2,25 2,50 2,75 3,00 3,25 3,50 3,75 4,00

29
0,6 5,75 14,82 4,92 3,63 647 412 284 207 157 123 99 81 67 56 48 41 35

45 36
0,7 6,70 17,95 6,14 4,72 842 537 371 271 206 161 129 106 88 74 63 54 46

53 42
0,8 7,66 20,89 7,33 5,43 971 618 427 312 237 186 149 122 101 85 72 62 53

141 109 85 68 54
1,0 9,58 26,78 9,40 8,20 1 466 935 646 472 359 282 226 186 154 130 111 95 83
STRUTTURE IN ACCIAIO
Strutture in muratura
22 Metodo alle tensioni
ammissibili

22.1 LA NORMATIVA
Le norme citate nel seguito valgono per strutture non in zona sismica.
1. Utilizzando il M.T.A., per le verifiche di strutture murarie relative a edifici di nuova costruzione, devo-
no essere applicate integralmente le norme di cui al D.M. LL.PP. del 20/11/1987: Norme tecniche per la
progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento e alle relativo
Istruzioni di cui alla Circolare del 04/01/1989 n. 30787, a eccezione dei materiali, prodotti, azioni e collau-
do statico per i quali valgono le prescrizioni contenute nelle N.T.C. 2008.
Per interventi su strutture murarie realizzate prima del D.M. del 20/11/1987, le norme in esso contenute
hanno carattere indicativo, ma non obbligatorio.
2. Utilizzando il M.S.L., devono essere osservate le prescrizioni delle N.T.C. 2008, in particolare quelle
contenute nel capitolo 5 e, per i materiali e prodotti, quelle del paragrafo 11.10.

22.2 I MATERIALI
Tabella 22.1 Elementi resistenti. Tabella 22.2 Spessore minimo dei muri portanti.
Elementi — laterizio normale Tipo di muratura Spessore t
artificiali — laterizio alleggerito in pasta
— calcestruzzo normale In elementi resistenti artificiali:
— calcestruzzo alleggerito pieni 150 mm
semipieni 200 mm
Elementi — pietra non squadrata forati 240 mm
naturali — pietra squadrata
— muratura in pietra listata: In pietra: squadrata 240 mm
la pietra è intercalata da fasce in listata 400 mm
cls semplice o armato, oppure non squadrata 500 mm
da corsi di mattoni pieni con in-
terasse i  1; 60 m

L’elemento murario con spessore t e lunghezza l si considera:


— parete se b > 3  t;
— pilastro se b < 3  t;
dove b ¼ minore dimensione.

Tabella 22.3 Classificazione degli elementi resistenti in funzione della foratura (A = area lorda della faccia
dell’elemento; f = area della sezione normale del foro).

Percentuale Elementi Elementi in cls


Elementi
di foratura u in laterizio
A  900 cm2 A > 900 cm2

Pieni u  15% f  9 cm2


Semipieni 15% < u  45% f  12 cm2 f  0; 10  A f  0; 15  A
Forati 45% < u  55% f  15 cm2
422 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Tabella 22.4 Tipo di blocco in laterizio per murature portanti (F), in zona sismica (S) e di tampona-
mento (T).

19 19 19 19

25 30 30 25 30 25 30
15

Peso Peso
Dimens. h Foratura N.
Denominazione Classe teorico muratura
(cm) (cm) u blocchi/m2
(kg) (kN/m2 )

25  30 19 < 45% S 12,54 2,70 16/19

ISOTER S 20  30 19 < 45% S 10,00 1,80 16/25

15  30 19 < 45% S 7,5 1,35 31 (s ¼ 30)

25  30 19 < 55% F 10,30 2,40 16/19


ISOTER F
15  30 19 < 55% F 6,20 1,20 31 (s ¼ 30)

ISOTER T 25  30 19 60% T 9,10 2,25 16/19

fbk ffi 15  30 MPa conducibilità termica eq. ffi 0,24  0,26 W/m2 ºC

fk ffi 5,0  8,0 MPa abbattimento acustico ffi 44,5  46,5 dB

fvk0 ffi 0,3  0,6 MPa permeabilità al vapore ffi 21  10 12 kg/m s Pa

Malte per murature


Tabella 22.5 Classi di malte a prestazione garantita (fm = resistenza media a compressione).
Classe M2,5 M5 M10 M15 M20 Md

Resistenza a compressione fm 2,5 5 10 15 20 > 25


(N/mm2)

Tabella 22.6 Classi di malte a composizione prescritta.


Composizione

Tipo Resistenza
Classe
di malta Calce Calce minima a
Cemento Sabbia Pozzolana
aerea idraulica compressione fm
(N/mm2 )

M2,5 Idraulica – – 1 3 – 2,5

M2,5 Pozzolanica – 1 – – 3 2,5

M2,5 Bastarda 1 – 2 9 – 2,5

M5 Bastarda 1 – 1 5 – 5

M8 Cementizia 2 – 1 8 – 8

M12 Cementizia 1 – – 3 – 12
STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 423

22.3 CARATTERISTICHE MECCANICHE DELLA MURATURA

Resistenza caratteristica a compressione per murature

Tabella 22.7 Resistenza caratteristica a compressione fk per murature in elementi artificiali pieni e semi-
pieni.

Resistenza caratteristica a Resistenza caratteristica a compressione fk


compressione fbk in funzione del tipo di malta (N/mm2 )
dell’elemento (N/mm2 )
M15 M10 M5 M2,5

2,00 1,20 1,20 1,20 1,20


3,00 2,20 2,20 2,20 2,00
5,00 3,50 3,40 3,30 3,00
7,50 5,00 4,50 4,10 3,50
10,00 6,20 5,30 4,70 4,10
15,00 8,20 6,70 6,00 5,10
20,00 9,70 8,00 7,00 6,10
30,00 12,00 10,00 8,60 7,20
40,00 14,30 12,00 10,40 –

Tabella 22.8 Resistenza caratteristica a compressione fk per murature in elementi naturali di pietra squadra-
ta.

Resistenza caratteristica a Resistenza caratteristica a compressione fk


compressione fbk in funzione del tipo di malta (N/mm2 )
dell’elemento (N/mm2 )
M15 M10 M5 M2,5

2,00 1,00 1,00 1,00 1,00


3,00 2,20 2,20 2,20 2,00
5,00 3,50 3,40 3,30 3,00
7,50 5,00 4,50 4,10 3,50
10,00 6,20 5,30 4,70 4,10
15,00 8,20 6,70 6,00 5,10
20,00 9,70 8,00 7,00 6,10
30,00 12,00 10,00 8,60 7,20
 40,00 14,30 12,00 10,40 –

Resistenza caratteristica a taglio fvk in presenza di tensioni normali


Muratura in laterizio o pietrame: fvk ¼ fvk0 þ 0; 4  rn
dove: fvk  fvk;lim ¼ 1; 4  fbk ;
fvk0 ¼ resistenza caratteristica a taglio in assenza di tensioni normali (tab. 22.9);
rn ¼ tensione normale media per carichi verticali agenti sulla sezione di verifica;
fvk;lim ¼ massima resistenza caratteristica a taglio impiegata nel calcolo;
fbk ¼ resistenza caratteristica degli elementi in direzione orizzontale e nel piano del muro (fornita
dal produttore).
424 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Tabella 22.9 Resistenza caratteristica a taglio fvk0 (in N/mm2) in assenza di tensioni normali per murature
in elementi artificiali pieni o semipieni oppure in pietra squadrata.

Resistenza caratteristica a
Elemento resistente compressione fbk (N/mm2 ) Tipo di malta fvk0 (N/mm2 )
dell’elemento

fbk > 15 M10  M  M20 0,30


Laterizio pieno
7; 5 < fbk  15 M5  M < M10 0,20
e semipieno
fbk  7,5 M2,5  M < M5 0,10

Calcestruzzo, silicato
fbk > 15 M10  M  M20 0,20
di calcio, cemento
7; 5 < fbk  15 M5  M < M10 0,15
autoclavato, pietra
fbk  7,5 M2,5  M < M5 0,10
naturale squadrata

Tensioni ammissibili

A taglio fvk
sm ¼
5
A compressione fxk
rm ¼
5
Valori medi di rm (N/mm2)

Elemento Elementi resistenti


murario Pieni Forati

Pareti 1,60 0,65


Pilastri 1,30 0,60

Tabella 22.10 Modulo di elasticità.


Valore medio k (N/mm2 )

Normale En ¼ 1000  fk En ¼ 8000  10 000

Tangenziale Ev ¼ 0; 4  En Ev ¼ 3200  4000

Cordoli in c.a. in corrispondenza dei solai e incatenamenti interni (figg. 22.1 e 22.2)

430 Ø

solaio
t
s
h

430 Ø

6 cm b

Fig. 22.1 Fig. 22.2


STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 425

Caratteristiche dei cordoli e degli incatenamenti

Edifici con massimo di 6 piani dentro e fuori terra

Base 2
b  t; minimo 12 cm
3
Altezza h  s; minimo t/2

Armatura minima — primi tre piani superiori: As ¼ 600 mm2 con 1min = 12 mm
— ogni piano inferiore aggiungere as ¼ 200 mm2
— in ogni caso As  0; 6%  ðb  hÞ
— staffe 1min  6 mm a interasse i  300 mm

In corrispondenza delle Armature risvoltate a squadra (fig. 22.2)


intersezioni dei muri

Edifici con più di 6 piani dentro e fuori terra

Armatura 1min  14 mm

Staffe 1min  8 mm

Incatenamenti orizzontali interni di collegamento dei muri

Muri paralleli all’orditura Possono essere omessi


dei solai

Muri perpendicolari Armatura con As;min  400 mm2 per ogni campo di solaio
all’orditura dei solai

VERIFICA DI SICUREZZA CON IL METODO


22.4 DEL DIMENSIONAMENTO SEMPLIFICATO
Il metodo può essere applicato rispettando le seguenti prescrizioni:
a) impiego di elementi resistenti artificiali pieni o semipieni;
b) l’edificio non deve avere più di tre piani dentro e fuori terra;
c) la planimetria dell’edificio sia inscrivibile in un rettangolo con rapporto fra i lati minore e maggiore
1
non inferiore a ;
3 h0
d) snellezza della muratura k ¼  12, dove h0 ¼ lunghezza libera d’inflessione e t ¼ spessore del muro;
t
e) le aree Ax e Ay delle sezioni di muratura resistenti alle azioni orizzontali nelle due direzioni princi-
pali x e y dell’edificio, rispetto alla sua superficie totale A in pianta, devono risultare Ax  4%  A e
Ay  4%  A;
f) per il calcolo delle aree resistenti non si devono considerare le parti a sbalzo e i muri con lunghezza
l < 50 cm al netto delle aperture;
g) la tensione normale base ammissibile, in assenza di fenomeni legati all’eccentricità del carico e alla
snellezza, deve risultare:
N
rm ¼  rm
0; 65  ðAx þ Ay Þ
dove: N ¼ carico verticale totale alla base del piano più basso dell’edificio.

22.5 VERIFICHE DI SICUREZZA CON L’ANALISI STRUTTURALE


Vengono verificati separatamente i muri soggetti ad azioni verticali e quelli soggetti ad azioni orizzontali,
assumendo l’ipotesi dell’articolazione (figg. 22.3 e 22.4).
426 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

t t t t t t
2 6 6 6 2 6
a) b) c)
d
N2 N2
s
N2
d

N1

d
N2

t1 t

es = es2 = t
6
t1 t1 t
2 2 t
d t
N2 • 6
t es = es2 =
N1 ( N d2 - N s2 )• N1+N 2
d
es = es2 = 6
s d
d1 N2 +N2

N s2 N d2 t t t t t
6 6 d1 6 6 6
d) e) f)
d1
d2 d2
N1 N1 N1
t t s d s d
N2 N2 N2 N2 N2
2 2

Nt

d t
N2 • - N1 • N1
t es = es1 + es2 = 6
N 1 + N d2
t
t
( N d2 - N s2 )•
es = es2 = 6
N 1 + N s2 + N d2 ( N d2 - N s2 )•
t
-N 1• d1
es = es1 + es2 = 6
N 1 + N s2 + N d2

Fig. 22.3 Fig. 22.4

Muri sollecitati prevalentemente da azioni verticali

Ogni pannello murario:


— si considera incernierato alle estremità e il suo peso N1 centrato rispetto al pannello stesso (fig. 22.3);
— i momenti flettenti dovuti alle reazioni di appoggio N2 dei solai, alle tolleranze di esecuzione e al
vento si considerano tramite una eccentricità convenzionale dei carichi agenti alla sommità e alla
base del pannello.

Eccentricità convenzionali

Eccentricità dei carichi verticali es ¼ es1 þ es2


Le formule sono riportate in fig. 22.4 per i casi più frequenti.
es1 = disassamento fra i piani medi del muro al piano superiore e
di quello da verificare;
es2 = distanza delle reazioni di appoggio N2 dei solai sopra la se-
zione da verificare rispetto al suo baricentro.
Eccentricità dei carichi rispetto al baricentro della sezione da
verificare:
— d1 = eccentricità di N1
— d2 = t=6 = eccentricità di N2
STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 427

Eccentricità per tolleranze di hðcmÞ


esecuzione ea ¼
200
Momento flettente dovuto all’azione orizzontale qv del vento (vedi figura).

t/2 t/2
N 1 N d2
t/3

qv
b
s>2
00 m
m a

h
2
h
i> 5
qv h 2
8
Np

h
h
2
h

1
Mvðh=2Þ ¼  qv  h2
8
qv ¼ p (kN/m2)  lðmÞ
l ¼ lunghezza di competenza del pannello murario

Eccentricità dovuta al vento


Mv
ev ¼
N
Se la parete non è investita dal vento Mv ¼ 0
N ¼ sforzo normale sulla sezione di verifica:
— estremità superiore: N ¼ N1 þ N2s þ N2d
— estremità inferiore: N ¼ N1 þ N2s þ N2d þ Np
— sezione ad h=2: N ¼ N1 þ N2s þ N2d þ Np =2

Combinazione delle eccentricità per le verifiche

Sezioni di estremità e1 ¼ jes j þ jea j

Sezione ad h=2 dove si ha Mmax e1


e2 ¼ þ jev j
2
e1 e2
L’eccentricità di calcolo deve essere sempre assunta  ea e deve risultare:  0; 33;  0; 33
t t
Snellezza della muratura
(tab. 22.11) qh
k¼  20
t
— valori di q in tabella 22.11 per muri senza aperture e irrigiditi da
muri trasversali con t  20 cm;
— per muro isolato oppure con aperture q ¼ 1, ma le aperture dei
muri trasversali devono distare dal muro da verificare h=5.

Coefficiente di eccentricità 6  e1 6  e2
Sezione di estremità: m ¼ ; sezione ad h=2: m ¼
t t
428 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Coefficiente di riduzione U della Vedi tabella 22.12


resistenza del muro

Verifica di sicurezza
Nt fk
rm ¼  rm ¼
UA 5
Nt ¼ carico verticale totale permanente e accidentale
A ¼ area della sezione di base al netto delle aperture

Tabella 22.11 Valori del fattore laterale di vincolo q .


h
Valori di q
a
h
4 0,50 1
a
h 3 h
0,50 < 4 1,00 
a 2 a
h 1
> 1,00  2
a h

a
a ¼ interasse muri trasversali di irrigidimento con t  20 cm

Tabella 22.12 Valori del coefficiente U con l’ipotesi dell’articolazione.


Snellezza Coefficiente di eccentricità m
h0
0 0,50 1,00 1,50 2,00
t
0 1,00 0,74 0,59 0,44 0,33
5 0,97 0,71 0,55 0,39 0,27
10 0,86 0,61 0,45 0,27 0,15
15 0,69 0,48 0,32 0,17 —
20 0,53 0,36 0,23 — —

Muri sollecitati da azioni orizzontali nel loro piano (muri di controvento)

Si assume solo l’ipotesi che il vento spiri in direzione y parallela al piano di simmetria della pianta del-
l’edificio, per cui si considera che l’azione del vento sia solo in pressione e in depressione.
t

b)
c) Q5

Pv Pv
Q4

Pv
a) Pv Q3
H

Pv
Pv Q2

Pv
Pv Q1
h

x Mv
H

Nt Pv
h

Pt Pv
y V V
l/2 b
d5

Pv
d4
d3

l Pv
d2

L
d1

dir
l/2 de ez
ion
lv e
en
to
STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 429

Verifica a presso-flessione

Calcolo delle rigidezze di tutti i


muri paralleli a y con t  20 cm b
K¼  2
h
1 þ 0; 33 
b
b ¼ lunghezza del muro

Spinta Pv del vento che compete a


ogni solaio (figg. a e b) h
Pv ¼ H  L  ðqp þ qd Þ  K 
H
qp e qd = azione del vento in pressione e depressione

Eccentricità longitudinale
(figg. b e c) Mv0
eb ¼
Nt
Mv0 ¼ Pv  d1 þ Pv  d2 þ Pv  d3 þ Pv  d4 þ Pv  d5
Nt ¼ Q1 þ Q2 þ Q3 þ Q4 þ Q5

Coefficiente di eccentricità
longitudinale 6  eb
mb ¼  1; 3
b

Tensione massima per


presso-flessione nella sezione Nt fk
rm ¼  rm ¼
del muro Ut  Ub  A 5
Ut ¼ coefficiente di riduzione della resistenza in funzione di
6  e1
m¼ (tabella 22.12)
t
Ub ¼ coefficiente di riduzione della resistenza in funzione di
6  eb h0
mb ¼ con ¼ 0 (vedi tabella 22.11)
b t
Verifica a taglio

Tensione tangenziale
V fvk
sm ¼  sm ¼
bA 5
V ¼ Pv (fig. b)
6  eb
b ¼ 1 per 1
b
3 3  eb 6  eb
b¼  per 1 <  1; 3
2 b b

22.6 STRUTTURE IN MURATURA NON TRIDIMENSIONALI


Si considera:
— pilastro se b < 3  t (b ¼ minore dimensione);
— parete se b > 3  t (si prende di norma in esame 1,00 m di lunghezza).
Dimensioni di massima dei pilastri:
h h
— in elementi artificiali: t
10 8
h
— in elementi naturali: t
6
430 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

L’eccentricità reale e della risultante N dei carichi viene determinata applicando il teorema di Varignon ai
carichi gravanti.

e¼0 La sezione è soggetta a sforzo normale semplice di compressione:


N fk
rm;max ¼  rm ¼
bt 5

t La sezione è tutta compressa (piccola eccentricità):


e
6  
N 6e fk
e
rm ¼  1 +  rm ¼
bt t 5

t t t t
3 6 6 3
b

t
r min

r medio

r max

t Si considera la sezione parzializzata con area 3  u  b


e>
6 t 2N fk
e u u¼  e; rmax ¼  rm ¼
2 3ub 5

N
2N
Per sezione totalmente reagente deve essere: b ¼
C
6  e  rm

t t
6 3

sezione
b

G C
parzializzata

3u
n
n

r max
STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 431

Carico di punta

Si verifica quando risulta:


h
— elementi in laterizio:  15
t
h
— elementi in pietra:  10
t

Carico massimo ammissibile


p2  E  Imin 1 1
Nam ¼  ; Nam ¼ A  rm 
h20 v v
Fra i due valori si sceglie il minore.
h0 = lunghezza libera di inflessione
v = coefficiente di sicurezza (vedi tabella 22.13)

Tabella 22.13 Valori del coefficiente di sicurezza v per carico di punta.


Elemento strutturale Carico assiale Carico eccentrico

Pilastri 15 25

Pareti 10 20

22.7 ARCHITRAVI
L’architrave si considera gravato del peso di una porzione di muro delimitata da un triangolo equilatero e
dei carichi ripartiti trasmessi da eventuali solai, solo per il tratto compreso nel triangolo (fig. 22.5).
Si considerano inoltre eventuali carichi concentrati, purché com-
presi entro la luce dell’architrave e applicati sino a un massimo di
25 cm sopra il vertice del triangolo, aggiungendo anche il peso P
del muro tratteggiato in figura 22.6.
25

solaio

60° 60° 60° 60°

l l

Fig. 22.5 Fig. 22.6


432 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

22.8 BALCONI SU MENSOLE

b)

rm
s

n
C쎿 F쎿
U

a
a
C F

n
t
Rs
b 2 b
b
6 6 2
C F D
U

a) V
B bE 2 bA
2 6b 6
P b
Ri
d
2 E쎿

n
A쎿

a
V
A

n
E
Q
R

rmi
d I I
t 2 2 V vd
a b a +
V
-
VUd Vvs
Mv

M -
MU

Fig. 22.7

Verifica al ribaltamento (vedi figura 22.7a)

Momento d’incastro
l
Mi ¼ Q 
2
Q ¼ carico ripartito totale gravante sulla mensola

Momento di stabilità
d
Ms ¼ P 
2
P ¼ carico trasmesso dal muro sulla parte incastrata della mensola

Verifica di stabilità
Ms
 1; 5
Mi

Verifica delle tensioni sulla muratura

Si sostituisce l’incastro con due appoggi fittizi in U e V con reazioni vincolari Rs ed Ri ; si calcolano le
razioni vincolari, i momenti MU ¼ 0 ed MV e gli sforzi di taglio VU e VV .

Tensioni massime
4  Rs 4  Ri
rsm ¼  ; rim ¼ 
ba ba
STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 433

22.9 ARCHI E VOLTE


Nomenclatura dell’arco (fig. 22.8).

Fig. 22.8

Tabella 22.14 Spessori per archi e voltine di muri maestri e intermedi e delle spalle.
Arco a tutto sesto Arco a sesto ribassato Arco a sesto ribassato
Luce / (m) f 1 f 1 f 1
¼ (cm) ¼ (cm) ¼ (cm)
l 2 l 3 l 8

Fino a 2,00 25 25 25
2,00  3,00 38 38 51
3,00  6,00 51 51 64
6,00  8,00 64 64 77

Spalle

Altezza h della spalla (m)

h  3,00 l=4 2  l=9 2  l=7


h > 3,00 l=4 þ h=8 2  l=9 þ h=7 2  l=7 þ h=6

Verifica con il metodo del Méry (figg. 22.9 e 22.10)

C C쎾

(p쎾) g앨
s

B쎾
p앨
z
g쎾
B P
b

( p앨)
A쎾
z p쎾

Fig. 22.9
434 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI








쎾 앨

쎾 앨

쎾 앨

쎾 앨

Fig. 22.10

Il metodo prende in esame archi simmetrici e simmetricamente caricati che possono essere identificati co-
me archi a tre cerniere fittizie disposte nelle sezioni di imposta e in chiave.
Per la verifica si considera solo metà arco per la larghezza b ¼ 1,00 m.
a) Si dividono in parti uguali gli sviluppi di intradosso e di estradosso;
b) si calcolano i pesi p0 di ogni concio e p00 della striscia sovrastante che vengono applicati nei relativi ba-
ricentri (fig. 22.9):
AA0 þ BB0 BC þ B0 C0
p0 ¼  s  b  c0 ; p00 ¼  l  b  c00
2 2
c) si definisce la risultante P dei pesi p 0 e p 00 ;
d) si determina la risultante R ¼ RP con il poligono funicolare di polo C1 ;
e) per il punto B, terzo medio superiore in chiave, si traccia la linea di azione della spinta S in chiave,
perpendicolare alla sezione;
f ) la congiungente i punti O, intersezione della R con la S, e A, terzo medio inferiore all’imposta, è la
linea di azione della spinta H ;
g) si scompone la R secondo le linee di azione delle spinte S e H, ottenendo la loro intensità;
h) assumendo il punto C2 come polo di proiezione, si traccia il poligono di successive risultanti o poligono
delle pressioni che deve essere contenuto entro il terzo medio dell’arco.
STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI 435

Verifica delle tensioni sulla muratura dell’arco


Sezione in chiave

Verifica a presso-flessione
2S
rm ¼  rm
sb

Sezione all’imposta

5쎿

z
6쎿 b
5
V
z

6
x
ma

a
a

6
6
N
H

Verifica a presso-flessione
2  N6
rm ¼  rm
sb

Verifica a taglio
V6
 0; 5  0; 7 ¼ tg a; a  30º  35º
N6

V6
sm ¼  sm
sb

Spalle
Sono sollecitate a presso-flessione dalla risultante R fra la spinta H dell’arco e il peso Pm della spalla (peso
proprio e carico trasmesso), che deve cadere preferibilmente entro o sul limite del terzo medio di base.

Tabella 22.15 Spessori di massima delle volte a botte per l’edilizia civile.

Volta a botte

Luce / (m) Sezione in chiave (cm) Sezione dell’imposta (cm)

4,00  5,00 12 25  38
5,00  8,00 25  38 38  51

Spalle con altezza h

Rilassamento Luce /  3,00 m Luce /  3,00 m

f =l = 1/2 l=6 l=6 þ h=8


f =l = 1/4 2  l=9 2  l=9 þ h=7
f =l = 1/8 2  l=7 2  l=7 þ h=6
436 STRUTTURE IN MURATURA. METODO ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

22.10 MURATURE ARMATE

Murature con armatura diffusa (fig. 22.11)

Prescrizioni generali
— Si impiegano blocchi speciali oppure mattoni pieni o semipieni;
— armature verticali con ricoprimento di almeno 0,5 cm, disposte a un interasse i 4 3  t e comunque non
maggiore di 120 cm, con un minimo di 1 cm 2 =m;
— armature verticali con sezione A s 5 4,00 cm 2 in corrispondenza degli spigoli, delle intersezioni e co-
munque al massimo ogni 4,00 m;
— l’area dell’armatura verticale non deve essere minore dello 0,3% della sezione trasversale del muro;
— se la muratura è costituita di due pareti con intercapedine di spessore s 5 5 cm, queste devono essere
collegate con tralicci piani oppure con staffe 1 6 orizzontali continue a distanza massima di 60 cm in
verticale e 90 cm in orizzontale collegate ai tondini verticali;
— spessore t del muro non minore di 24 cm con un rapporto fra altezza di interpiano e spessore t non
superiore a 15.

Fig. 22.11

Muratura intelaiata (fig. 22.12)

Prescrizioni
— Cordoli verticali con dimensioni della sezione non inferiore allo spessore t del muro, disposti alle estre-
mità delle pareti, nelle intersezioni e comunque a interasse i 4 5,00 m, con armatura minima di 4 1 14
e staffe, minimo 1 4, ogni 20 cm;
— cordoli orizzontali in corrispondenza dei solai e comunque al massimo ogni 4,00 m, con armatura mi-
nima di 4 1 16 e staffe, minimo 1 4, a interasse di 20 cm, 15 cm in corrispondenza delle aperture.

Fig. 22.12
Strutture in muratura
23 Metodo agli stati limite

Per le caratteristiche degli elementi resistenti e delle malte e le resistenze caratteristiche vale quanto già
riportato per il M.T.A.

23.1 TIPOLOGIE DELLA MURATURA


Le tipologie sono le seguenti:
— a paramento singolo: la parete è priva di cavità o giunti verticali continui;
— a paramento doppio: le due pareti devono essere collegate fra loro in modo da ottenere un comporta-
mento monolitico;
— in pietra squadrata;
— listata in pietra non squadrata: a interassi i  1; 60 m, per tutta la lunghezza e lo spessore, deve essere
interrotta da cordoli in calcestruzzo semplice o armato, oppure da almeno due filari di laterizio pieno.

23.2 CARATTERISTICHE DELLA STRUTTURA


La struttura muraria deve costituire un elemento tridimensionale formato da:
— muri portanti soggetti ad azioni verticali;
— muri di controvento soggetti ad azioni orizzontali con lunghezza l  0; 3  h;
— orizzontamenti;
— fondazioni.
Regole di progettazione:
— la pianta deve essere la più regolare possibile e simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali;
— gli orizzontamenti devono essere rigidi nel loro piano per ripartire le azioni orizzontali fra i muri di
controvento;
— muri, solai e fondazioni devono essere collegati fra loro;
— muri, porte e finestre devono essere allineati sulla medesima verticale;
— i muri paralleli all’orditura dei solai devono essere collegati fra loro con incatenamenti metallici
(As  400 mm2);
— è necessario prevedere cordoli sui muri in corrispondenza dei solai (fig. 23.1):
—  altezza h  s;
 larghezza b  t, con eventua-
le arretramento massimo all’e- a) b) 430 Ø
solaio
sterno di 6 cm; t
 armatura As  800 mm2;
 staffe 1  6 mm con interas-
se i  250 mm;
s
h

 negli incroci dei muri le ar-


mature devono essere risvolta-
430 Ø

te a squadra (fig. 23.1b). 6 cm b

Fig. 23.1
438 STRUTTURE IN MURATURA. METODO AGLI STATI LIMITE

Tabella 23.1 Classi di esecuzione. Tabella 23.2 Categorie degli elementi per mu-
ratura portante.
Classe 1 — Controllo e valutazione delle caratteri-
stiche delle malte e del cls; Categoria I Sono soggetti a un controllo
— dosaggio a volume dei componenti del- statistico che fornisce la resi-
la malta e controllo della miscelazione; stenza caratteristica dichiara-
— disponibilità di personale qualificato di- ta a compressione.
pendente (capocantiere) o meno dal-
l’impresa (direttore dei lavori). Categoria II Non soddisfa i precedenti re-
quisiti.
Classe 2 Disponibilità di personale qualificato di-
pendente o meno dall’impresa.

23.3 CARATTERISTICHE MECCANICHE DELLA MURATURA

Resistenze di progetto

A compressione
fk
fd ¼
cM
fk ¼ resistenza caratteristica a compressione (tabb. 22.7 e 22.8)
cM ¼ coefficiente parziale di sicurezza (tab. 23.3)

A taglio
fvk
fvd ¼
cM
fvk ¼ resistenza caratteristica a taglio
cM ¼ coefficiente parziale di sicurezza (tab. 23.3)
fvk ¼ fvk0 ¼ resistenza caratteristica a taglio in assenza di tensioni
normali di compressione (tab. 22.9)
fvk ¼ fvk0 þ 0; 4  rn ¼ resistenza caratteristica a taglio in presenza
di tensioni normali di compressione
rn ¼ tensione normale media per carichi verticali
Per elementi artificiali deve essere: fvk  fvk;lim ¼ 1; 4  fbk
fbk ¼ resistenza caratteristica a taglio degli elementi

Moduli di elasticità

Normale secante E ¼ 1000  fk

Tangenziale secante G ¼ 0,4  E

Valori della resistenza caratteristica a compressione fk e a taglio fvko (vedi tabelle 22.7, 22.8 e 22.9).

Tabella 23.3 Valori del coefficiente cM in funzione della classe di esecuzione e della categoria degli elementi
resistenti.
Classe di
Materiali esecuzione

1 2

Murature con elementi resistenti di Categoria I e malta a prestazione garantita 2,0 2,5
Muratura con elementi resistenti di Categoria I e malta a composizione prescritta 2,2 2,7
Muratura con elementi resistenti di Categoria II e ogni tipo di malta 2,5 3,0
Le classi di malta a prestazione garantita e a composizione prescritta sono riportate nelle tabelle 22.5
e 22.6.
STRUTTURE IN MURATURA. METODO AGLI STATI LIMITE 439

23.4 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI

Verifica a presso-flessione per carichi laterali

Deve essere effettuata in tre — di sommità


sezioni — di base
— dove si ha Mmax

Snellezza convenzionale
qh
k¼  20
t
q ¼ fattore laterale di vincolo

Tabella 23.4 Fattore laterale di vincolo.

Muro irrigidito da due muri trasversali Muro isolato o vincolato a un estremo e


libero all’altro ðl2 < h=5Þ
h
q
a q

h
 0; 50 1
a

h 3 h
0; 50 <  1; 00 
a 2 a 1

h 1
> 1; 0  2
a h

a

Eccentricità dei carichi verticali es ¼ es1 þ es2


Le formule sono riportate nella figura che segue per i casi più co-
muni
es1 ¼ disassamento fra i piani medi del muro al piano superiore e
di quello da verificare;
es2 ¼ distanza d2 ¼ t=6 delle reazioni di appoggio N2 dei solai so-
prastanti la sezione da verificare rispetto al suo baricentro;
N1 ¼ carico trasmesso dal muro superiore considerato centrato ri-
spetto al muro stesso.

t t t t
a) 2 6 b) 6 6 c) t t
2 6
d s d
N2 N2 N2
N1

d
N2

es = es2 = t
6 t d t
( N d2 - N s2 )• N2 • 6
es = es2 = 6 t t es = es2 =
! segue

d
s
N +N
d +
N1 N 2
2 2
440 STRUTTURE IN MURATURA. METODO AGLI STATI LIMITE

t t t t t
6 6 d1 6 6 6
d) e) f)
d1

N1 N1 N1
s d s d
N2 N2 N2 N2 N2

d t
N2 • - N1 • N1
t es = es1 + es2 = 6
N 1 + N d2
t
t
( N d2 - N s2 )•
es = es2 = 6
N 1 + N 2 + N d2
s
t
( N d2 - N s2 )• -N 1• d1
es = es1 + es2 = 6
N 1 + N s2 + N d2

Eccentricità per tolleranze


di esecuzione hðcmÞ
ea ¼
200

Momento flettente dovuto all’azione orizzontale del vento

b) N1
N2d

a)
qv

s > b
200
h

m
2

m a

h Np
i> 5 qv • h2
8
h
h
2
h

1
qv ¼ pðkN=m2 Þ  lðmÞ Mvðl=2Þ ¼  qv  h2
8
dove:
p ¼ pressione del vento;
l ¼ lunghezza di competenza del pannello murario.

Eccentricità dovuta al vento


Mv
ev ¼
N
N ¼ sforzo normale sulla sezione di verifica
STRUTTURE IN MURATURA. METODO AGLI STATI LIMITE 441

Combinazione delle eccentricità per le verifiche

Sezioni di estremità e ¼ e1 ¼j es j þ ea  0; 33  t

Sezione ad h=2 dove si ha Mmax e1


e ¼ e2 ¼ þ j ev j 0; 33  t
2
Si deve sempre assumere e  ea

Coefficiente di eccentricità
6e

t

Coefficiente di riduzione U della Vedi tabella 23.5


resistenza del muro

Verifica della sicurezza Nd  NRd ¼ U  fd  A

Tabella 23.5 Valori del coefficiente di riduzione U.

Snellezza Coefficiente di eccentricità m ¼ d  e=t


h0
0 0,50 1,00 1,50 2,00
t
0 1,00 0,74 0,59 0,44 0,33

5 0,97 0,71 0,55 0,39 0,27

10 0,86 0,61 0,45 0,27 0,16

15 0,69 0,48 0,32 0,17 –

20 0,53 0,36 0,23 – –

Verifica a presso-flessione per azioni nel piano del muro

La sezione di base è la più sollecitata da:


t P
b — sforzo normale: Nd ¼ Q
P
— momento flettente: Md ¼ ðPv  di Þ
P
Q4 — sforzo di taglio: Vd ¼ Pv
P V4
H

Q3
PV3

Q2
PV2

Md Q1
P V1
Vd Nd
d4

Q0
d3
d2

P V0
d1

! segue
442 STRUTTURE IN MURATURA. METODO AGLI STATI LIMITE

Verifica della sezione  


t  b2  Nd Nd
Md  MRd ¼  1
2A A  a  fd
A¼bt
a  0; 85 ¼ coefficiente riduttivo della resistenza
fd ¼ resistenza di progetto a compressione

Verifica a taglio per azioni nel piano del muro

Verifica della sezione Vd  VRd ¼ b  A  fvd

b ¼ coefficiente di parzializzazione che dipende


Md
dall’eccentricità et del carico et ¼
Nd
l l
6
b
2
.l
et — et  : si assume b ¼ 1
0 ,22 6
a — et  0; 22  b: si ipotizza una ripartizione trian-
Nd golare delle tensioni
G  
l l
x¼3  et 0; 22  l  et 
2 6

Verifica per carichi concentrati

a) a1 b) a1

Ndc N dc N dc Ndc

60° 60° 60° 60°


hc / 2
h

A A
hc

l efm lefm lefm


lefm

Ndc

c)
Ac e £ t /4

b
t

a
t

Il carico concentrato Ndc , con eccentricità massima e  t=4, deve essere applicato direttamente su ele-
menti di ripartizione di Categoria II (lastre di pietra, di acciaio o cordoli in c.a.).
STRUTTURE IN MURATURA. METODO AGLI STATI LIMITE 443

Verifica Ndc  NR;dc ¼ bc  H  fd

— Elementi di Categoria II: bc ¼ 1


   
a1 Ac
— Elementi di Categoria I: bc ¼ 1 þ 0; 3   1; 5  1; 1 
hc Aeff

dove:
a1 ¼ distanza minima fra l’estremo dell’appoggio e il termine della parete;
Ac
lefm  2; 2  ¼ lunghezza efficace dell’appoggio;
t
Aeff ¼ lefm  t ¼ area efficace dell’appoggio.
 
a1
Deve essere 1  bc  1; 25 þ e comunque bc  1; 5.
hc
Il muro deve essere verificato a presso-flessione a livello della sezione A-A.

Le verifiche agli S.L.E. in genere non vengono eseguite quando sono soddisfatte quelle agli S.L.U.

23.5 METODO DI VERIFICA SEMPLIFICATO

Condizioni per l’applicazione

a) Pareti strutturali continue dalle fondazioni alla sommità;


b) altezza di interpiano h  3; 50 m;
c) massimo tre piani dentro e fuori terra;
d) pianta dell’edificio inscrivibile in un rettangolo con rapporto fra i lati minore e maggiore non infe-
riore a 1/3;
e) snellezza della muratura k  12;
f ) carico variabile sui solai q  3; 00 kN/m2;
g) coefficiente di sicurezza per le resistenze cM ¼ 4; 2.

Verifica
N fk
r¼ 
0; 65  A cM
dove:
A ¼ area totale dei muri portanti nelle due direzioni principali;
N ¼ carico verticale totale ottenuto con la combinazione rara as-
sumendo cG ¼ cQ ¼ 1:
Meccanica del terreno
24

24.1 LA NORMATIVA
La progettazione geotecnica deve essere effettuata applicando il M.S.L. con le prescrizioni contenute nel
Capitolo 6 delle N.T.C. 2008.
È ammesso il M.T.A. con le seguenti limitazioni:
— le costruzioni devono essere di tipo 1 (opere provvisorie o provvisionali, strutture in fase costruttiva),
con Vn  10 anni, e di tipo 2 (opere ordinarie e infrastrutturali, ponti, opere di dimensioni contenute)
con Vn  50 anni;
— classe d’uso I (edifici agricoli o con normali affollamenti) e II (edifici con normali affollamenti e senza
funzioni pubbliche e sociali, industrie con attività non pericolose, ponti e opere infrastrutturali non ri-
cadenti nelle classi d’uso III e IV;
— le costruzioni devono essere previste in siti che ricadono in zona 4.
Per le verifiche alle tensioni ammissibili si deve fare integrale riferimento alle seguenti norme, salvo per i
materiali, i prodotti, le azioni e il collaudo statico per i quali valgono le prescrizioni delle N.T.C. 2008:
— strutture in c.a. e in acciaio: D.M. LL.PP. 14/02/1992;
— strutture in muratura: D.M. LL.PP. 20/11/1987;
— opere e sistemi geotecnica: D.M. LL.PP. 11/03/1988.

Tabella 24.1 Valori indicativi del peso volumico apparente c per unità di volume delle terre in sito.
Tipo di terreno c (kN/m3 ) Tipo di terreno c (kN/m3 )

Argilla compatta 18,00  21,00 Pietrame e ciotoli 14,00  16,00

Argilla e marna 17,00  20,00 Sabbia compatta asciutta 14,00  17,00

Argilla mista a sabbia 17,00  22,00 Sabbia compatta bagnata 19,00  23,00

Argilla umida 20,00 Terra sabbiosa compatta 18,00  22,00

Ghiaia 18,00  20,00 Terra sciolta asciutta 12,00

Limo 16,00  21,00 Terra vegetale 15,00  18,00

Marna compatta 21,00 Torba 10,00  11,00

Tabella 24.2 Valori di massima della coesione c.


Tipo di terreno c (kN/m3 ) Tipo di terreno c (kN/m3 )

Argilla grassa 0,050 Ghiaia umida 0,000

Argilla magra 0,010 Limo compatto 0,010

Argilla sabbiosa 0,002 Sabbia umida compatta 0,001

Argilla secca 0,025 Terra vegetale compatta 0,000


2
Argilla umida 0,030 Terreni sciolti c
3
MECCANICA DEL TERRENO 445

Tabella 24.3 Valori di massima dell’angolo di attrito interno u.


Tipo di terreno u Tipo di terreno u

Argilla bagnata 20º  25º Limo compatto 25º  30º

Argilla secca compatta 50º Limo sciolto 20º  22º

Argilla secca sabbiosa 30º  45º Marna grassa 16º  22º

Argilla umida 15º  25º Marna sabbiosa 22º  29º

Ghiaia compatta 35º  37º Pietrame 40º  45º

Ghiaia media 48º  55º Sabbia compatta 35º  45º

Ghiaia sabbiosa 35º  50º Sabbia sciolta 28º  34º

Ghiaia sciolta 34º  35º Sabbia umida 40º

Ghiaia umida 25º Terra vegetale compatta 35º

Tabella 24.4 Valori di massima del coefficiente di attrito f della terra.


Tipo di terreno f Tipo di terreno f

Argilla mista a sabbia asciutta 1,19 Sabbia argillosa bagnata 0,36

Argilla mista a sabbia bagnata 0,58 Sabbia argillosa umida 0,70

Argilla mista a sabbia umida 0,84 Sabbia asciutta 0,47

Detriti rocciosi 0,93 Sabbia bagnata 0,36

Ghiaia asciutta 0,84 Sabbia umida 0,58

Ghiaia bagnata 0,58 Terra vegetale asciutta 0,84

Ghiaia umida 0,70 Terra vegetale bagnata 0,47

Sabbia argillosa asciutta 0,70 Terra vegetale umida 0,70

24.2 I SONDAGGI PER LE OPERE DI FONDAZIONE


Profondità media t dei sondaggi a partire dal piano di fondazione:
— plinti quadrati o similari: t  ð0,08  0,1Þ  rt  d
dove:
d ¼ dimensione media del plinto;
rt ¼ pressione trasmessa dal plinto sul terreno in daN/cm2 .
— fondazione rettangolare allungata: t  ð0,1  0,12Þ  rt  b
dove:
b ¼ minore dimensione in metri;
— fondazioni a platea: 1,5 volte la dimensione minore.
— fabbricati di civile abitazione: t  b  2  b
dove:
b ¼ lato minore del rettangolo circoscritto alla pianta.
— fondazioni su pali: t  0,5  b  b a partire dall’estremità inferiore dei pali.
446 MECCANICA DEL TERRENO

24.3 CARATTERISTICHE DEL TERRENO


Tabella 24.5 Valori dell’angolo di attrito e del peso volumico in funzione del grado di umidità.
Asciutto Umido Bagnato
Tipo di terreno
c (*) u (*) c u c u
Argilla-marna 17,00 45º 18,00 32º 20,00 23º
Argilla mista a sabbia o ghiaia 17,00 50º 19,00 40º 21,00 30º
Ghiaia 14,00 40º 15,00 35º 16,00 30º
Pietrame e ciottoli 14,00 48º 15,00 43º 16,00 38º
Sabbia fine 14,00 26º 15,50 32º 16,50 22º
Sabbia fine compatta 15,00 35º 16,00 35º 17,00 20º
Sabbia grossa 14,00 32º 15,00 33º 16,00 28º
Terra vegetale 15,00 40º 16,00 35º 17,00 25º
(*) c ¼ peso volumico in kN=m 3
u ¼ angolo di attrito interno in gradi sessagesimali

Tabella 24.6 Classifica granulometrica.


Tipo di terreno Dimensione media del granulo (mm)

Argilla d < 0,002


Ciottolo o pietra d > 70,00
Ghiaia o breccia 25 < d < 70,00
Ghiaietto o breccetta 10 < d < 25,00
Ghiaino o brecciolino 2 < d < 10,00
Limo 0,005 < d < 0,050
Sabbia 0,05 < d < 2,000

Tabella 24.7 Tensioni ammissibili su terreni.


Tensioni ammissibili
Tipo di terreno
(N=mm 2 )

Argilla con acqua 0,02  0,04


Argilla secca compatta 0,30  0,50
Argilla secca sabbiosa 0,20  0,30
Argilla umida 0,10  0,20
Argilloso 0,2  0,3
Ghiaia con terra 0,2
Ghiaia o ciottoli 0,5
Marna compatta 0,50  0,80
Marna secca 0,40  0,70
Marna umida 0,40  0,70
Marne e argille compatte 0,6  0,8
Rocce calcaree 0,8  1,5
Rocce consistenti 2,0  2,5
Sabbia con argilla e acqua 0,2  0,3
Sabbia fine umida 0,3  0,4
Sabbia umida con ghiaia 0,4  0,6
Sabbioso stratificato 0,3  0,5
Terra vegetale compatta 0,10  0,15
Terra vegetale secca 0,20  0,75
Terra vegetale umida 0,20  0,75
Terreno di riporto 0,05  0,1
Torba asciutta 0  0,015
Torba umida 0  0,015
MECCANICA DEL TERRENO 447

Tabella 24.8 Aumento di volume della terra scavata.


Aumento di volume
Tipo di terreno
iniziale % finale %

Argilla asciutta 25  30 46


Argilla normale 20  25 24
Argilla umida — —
Ghiaia asciutta compatta — —
Ghiaia asciutta sciolta — —
Marna 15  25 23
Sabbia asciutta compatta 10  20 24
Sabbia asciutta con ghiaietto 10  20 12
Sabbia asciutta sciolta 10  15 12
Sabbia umida con ghiaietto — —
Terra argillosa asciutta 20  25 24
Terra argillosa umida — —
Terra vegetale 20  25 24

Tabella 24.9 Classificazione dei terreni in funzione della loro resistenza.


Tensioni ammissibili
Tipi di terreni Qualifica
(N=mm 2 )

Rocce compatte
Rocce dure ottimi 1,5  2,0

Brecce naturali 1,2  1,5


Ghiaia con sabbia e ciottoli buoni 1,0  1,2
Rocce tenere 1,1  1,5

Argille plastiche 0,2  0,3


Ghiaia mista a sabbia 0,6  0,8
Sabbia fine umida discreti
0,4  0,5
Tufo 0,5  0,6

Argilla permeabile 0,1  0,15


Argille e marne 0,05  0,1
Marne compatte mediocri
0,5  0,8
Sabbie con argilla 0,2  0,3

Limo e terreni compressibili 0,02  0,08


Terreni di riporto assestati scadenti 0,10
Terreni vegetali 0,10  0,15

Tabella 24.10 Valori di massima del modulo edometrico Ec e della costante di sottofondo k.
Tipo di terreno Ec (N/mm2 ) k (N/mm3 )

Arenaria 5000  40 000 0,6  0,8

Argilla plastica solida 8  15 0,08  0,12

Ghiaia compatta 100  200 0,2  0,3

Sabbia 70  80 0,10  0,15


448 MECCANICA DEL TERRENO

Tabella 24.11 Valori medi del coefficiente di permeabilità K (cm3 /min).


Tipo di terra K Drenaggio

Argilla grassa 10 7  10 8 nullo


Argilla magra 10 7 nullo
Argilla sabbiosa 10 5 ridotto
Ghiaia pulita 10 2  10 buono
Roccia impermeabile e argilla omogenea 10 7  10 10 nullo
Sabbia argillosa 10 3 ridotto
Sabbia fine 10  10 1 buono

24.4 PROFILI STRATIGRAFICI

a) b)
0,80

- 0,80 H H HUMUS

A ARGILLA
2,20

S T TORBA

- 3,00 G GHIAIA

SABBIA
S GROSSA
1,90

A SABBIA
S FINA
- 4,90
L LIMO
1,60

G P PUDDINGA

- 6,50
R ROCCIA
0,60 0,40

- 6,90 r
ROCCIA
- 7,50 R r FESSURATA
Fig. 24.1

Rappresentano una sezione verticale del terreno nella zona dove sono state fatte le indagini in sito e in
laboratorio; i vari tipi di terra vengono indicati con una simbologia codificata.

Reazione di sottofondo
Rappresenta la reazione del terreno sulla cui superficie viene applicato un carico.
In generale si possono utilizzare i diagrammi di reazione proposti da Kögler:
a) b) c)
ro

ro

ro
rt max

rt max
= ro

=1,5•ro

rt max

= 2 • ro
rt max

rt max
rt max

Fig. 24.2

a) ipotesi di ripartizione uniforme del carico (fig. 24.2a): valida per fondazioni rigide superficiali o profon-
de di qualunque dimensione su terreni consolidati;
b) ipotesi di ripartizione parabolica del carico (fig. 24.2b): valida per fondazioni di piccola e media esten-
sione su terreni incoerenti;
c) ipotesi di ripartizione triangolare del carico (fig. 24.2c): valida per fondazioni di limitata estensione su
terreni incoerenti.
MECCANICA DEL TERRENO 449

24.5 CARICO LIMITE E CARICO AMMISSIBILE


Il valore del carico limite qlim (o carico ultimo qult oppure pressione limite dt;lim ), superato il quale si ha la
rottura del terreno, viene determinato adottando formule sperimentali.

Formula di Terzaghi

Condizioni di applicabilità:
— fondazioni superficiali;
— piano di campagna e piano di imposta della fondazione orizzontali;
— carico trasmesso alla fondazione verticale e baricentrico rispetto alla base della fondazione stessa.

Caso di terreni compatti


b
qlim ðqult Þ ¼ vc  c  Nc þ vq  ct;1  t  Nq þ vc  ct;2   Nc
2
dove:
vc , vq , vc = coefficienti di forma (valori in tabella 24.12);
c = coesione; a vantaggio della sicurezza è consigliabile assumere c ¼ 0;
ct;1 = peso volumico della terra situata ai lati della fondazione a livello del suo piano di imposta (vedi
figura)
ct;2 = peso volumico della terra situata sotto il piano di fondazione.
b
t

ct ,1 ct ,1

ct ,2

t (oppure D) = profondità del piano di posa;


b = minore larghezza della fondazione;
Nc , Nq , Nc = coefficienti adimensionali di portanza con i valori riportati in tabella 24.13 o dal grafico
della figura.
40° ϕ
40°
Nq N쎾c Nc
N쎾c N쎾q

Nc 30°
30°
u = 44°, N c = 260
u = 48°, Nc = 780
20°
20°

10°
10°


60 50 40 30 20 10 0 20 40 60 80
5,70
1,00

Coefficienti Nc , Nq , N c (terreni sciolti)


Coefficienti N쎾c , N쎾q , N쎾c (terreni compatti)

Caso di terreni poco compatti, sciolti o molli


b
qlim ¼ vc  c  N 0c þ vq  ct;1  t  N 0q þ vc  ct;2   N 0c
2
N 0c ; N 0q ; N 0c = coefficienti adimensionali di portanza ricavati dal grafico della figura.

Significato dei termini:


— c  Nc ¼ resistenza per coesione del terreno sotto la fondazione;
— ct;1  t  Nq ¼ resistenza del terreno ai lati della fondazione;
b
— ct;2   Nc ¼ resistenza per attrito del terreno sotto la fondazione.
2
450 MECCANICA DEL TERRENO

Tabella 24.12 Valori dei coefficienti di forma vc, vq, vc per la formula di Terzaghi (b = minore dimensione
della fondazione superficiale).

Forma della Coefficienti di forma


Dimensione
Fondazione
vc vq vc

Nastriforme b 1,0 1,0 1,0


Rettangolare ba b b b
1 þ 0; 3  1 þ 0; 2  1  0; 4 
a a a

Quadrata a¼b 1,3 1,2 0,8


Circolare D¼b 1,3 1,2 0,6

Tabella 24.13 Valori dei coefficienti adimensionali di portanza Nc, Nq, Nc relativi a terreni compatti per la
formula di Terzaghi.
u Nc Nq Nc

0º 5,7 1 0
5º 7,3 1,6 0,5
10º 9,6 2,7 1,2
15º 13 4,4 2,2
20º 18 7,5 5,0
25º 25 13 10
30º 37 22 20
35º 53 41 42
40º 95 81 100

Formula di Brinch-Hansen

Deve essere utilizzata quando la risultante dei carichi trasmessi alla base della fondazione è inclinata ed
eccentrica.

B
qlim ðqult Þ ¼ vc  c  Nc  dc  ic þ vq  ct;1  D  Nq  dq  iq þ vc  ct;2   Nc  dc  ic
2
dove:
D = profondità del piano di fondazione rispetto alla superficie.
A vantaggio della sicurezza è opportuno considerare c ¼ 0.
Quando il carico è eccentrico al posto di B si utilizza la larghezza fittizia di calcolo B ¼ B  2  e (vedi
figura).
L.B = superficie effettiva
L.B * = superficie di calcolo

e
y
L x .e
2
B* B
MECCANICA DEL TERRENO 451

Fattori di capacità portante:


1 þ sen u
Nq ¼  eptg u ; Nc ¼ ðNq  1Þ  cotg u; Nc ¼ 1; 5  ðNq  1Þ  tg u
1  sen u
I valori sono riportati in tabella 24.14.
dove:
u = angolo di attrito del terreno;
e = 2,71828.

Coefficienti di forma:
B 1 þ sen u B 1 þ sen u
vq ¼ vc ¼ 1 þ 0; 1  ¼ ; vc ¼ 1 þ 0; 2  
L 1  sen u L 1  sen u
Per sezioni nastriformi vc ¼ vq ¼ vc ¼ 1.

Coefficienti di profondità:
D
dq ¼ 1 þ 2   tg u  ð1  sen uÞ2 per D  B;
B
1  dq
dc ¼ dq  ; dc ¼ 1.
Nc  tg u

Coefficienti di inclinazione del carico:


 m
Vd 1  iq
iq ¼ 1  ic ¼ iq 
Nd þ B  L  c  cotg u Nc  tg u
B
 mþ1 2þ
Vd L
ic ¼ 1  m¼
Nd þ B  L  c  cotg u B

L
Per fondazioni nastriformi m ¼ 2.

Tabella 24.14 Fattori di capacità portante per la formula di Brinch-Hansen.


Angolo di attrito
Nc Nq Nc
del terreno u

25º 20,72 10,66 6,76

26º 22,25 11,85 7,94

27º 23,94 13,20 9,32

28º 25,80 14,72 10,94

29º 27,86 16,44 12,84

30º 30,14 18,40 15,07

31º 32,67 20,63 17,69

32º 35,49 23,18 20,79

33º 38,64 26,09 24,44

34º 42,16 29,44 28,77

35º 46,12 33,30 33,92

36º 50,59 37,75 40,05


452 MECCANICA DEL TERRENO

Angolo di attrito
Nc Nq Nc
del terreno u

37º 55,63 42,92 47,38

38º 61,35 48,93 56,17

39º 67,87 55,96 66,76

40º 75,31 64,20 79,54

Tabella 24.15 Pressioni indicative massime rRd di progetto del terreno.


Tipo di terreno rRd (N/mm2 )

Argilla poco plastica 0,08

Argilla secca compatta 0,30  0,50

Argilla secca sabbiosa 0,20  0,30

Roccia compatta 1,50

Roccia stratificata con bassa resistenza 1,00

Sabbia e ghiaia 0,30  0,40

Sabbia fine 0,10  0,20

Sabbia grossa 0,20  0,30

Terreno di riporto 0,05

Terreno vegetale compatto 0,10  0,15

VERIFICHE AGLI S.L.U. DA CONSIDERARE NELLA PROGETTAZIONE


24.6 GEOTECNICA (in particolare per opere di fondazione e opere di sostegno)

S.L. di equilibrio Perdita di equilibrio della struttura, del terreno o dell’insieme ter-
EQU reno-struttura, considerati come corpi rigidi

S.L. di tipo strutturale Raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali, com-
STR presi gli elementi di fondazione

Raggiungimento della resistenza del terreno interagente con la


S.L. di tipo geotecnico
struttura con lo sviluppo di meccanismi di collasso dell’insieme
GEO
terreno-struttura

S.L. di tipo idraulico Perdita di equilibrio della struttura o del terreno dovuta alla sot-
UPL tospinta dell’acqua (galleggiamento)

S.L. di sifonamento Erosione e sifonamento del terreno dovuta a gradienti idraulici


HYD (moti di filtrazione dal basso verso l’alto)

Per ogni S.L.U. deve essere rispettata la condizione Ed  Rd


Ed ¼ valore di progetto dell’azione e dell’effetto dell’azione
Rd ¼ valore di progetto della resistenza del sistema geotecnico
Opere di fondazione
25
25.1 LA NORMATIVA
Metodo alle Tensioni Ammissibili
L’applicazione del M.T.A. è ammesso dalle N.T.C. 2008 per costruzioni di tipo 1 e 2 e classe d’uso I e II,
limitatamente a siti compresi in Zona 4.
Il progetto e le verifiche devono essere effettuati sulla base delle norme contenute nel D.M.LL.PP.
11/03/1988, salvo per i materiali e i prodotti, le azioni e il collaudo statico per i quali valgono le prescri-
zioni delle N.T.C. 2008.

Metodo agli Stati Limite


Il progetto delle opere di fondazione deve avvenire sulla base delle prescrizioni contenute nelle N.T.C.
2008, con particolare riferimento al paragrafo 6.4.

Tabella 25.1 Coefficienti parziali cF per le azioni e i loro effetti.

Coefficiente Coefficienti
Carichi
parziale cF
EQU A1 – STR A2 – GEO

Strutturali
Permanente favorevole cG1 0,9 1,0 1,0
Permanente sfavorevole 1,1 1,3 1,0

Non strutturali
Permanente favorevole cG2 0,0 0,0 0,0
Permanente sfavorevole 1,5 1,5 1,3

Variabili favorevoli 0,0 0,0 0,0


cQ
Variabili sfavorevoli 1,5 1,5 1,3

Tabella 25.2 Coefficienti parziali cM per i parametri geotecnici del terreno.


Grandezza alla quale Coefficienti cM
Proprietà applicare il
parametro M1 M2

Tangente dell’angolo di attrito tg u 1,00 1,25

Coesione drenata c0 1,00 1,25

Coesione non drenata cuk 1,00 1,40

Peso unitario del terreno c 1,00 1,00

Tabella 25.3 Valori dell’angolo u0 k ridotto.


tg u
Angolo u tg u cu0 u0 k

15º 0,2679 0,2144 12º,0988


20º 0,3640 0,2912 16º,2343
25º 0,4663 0,3730 20º,4578
30º 0,5774 0,4619 24º,7913
35º 0,7002 0,5602 29º,2561
40º 0,8391 0,6713 33º,8727
45º 1,0000 0,8000 38º,6598
454 OPERE DI FONDAZIONE

Il coefficiente parziale c0u deve essere applicato direttamente come divisore al valore della tg u (u = an-
golo di attrito della terra) per ottenere il valore dell’angolo u ridotto; per valori intermedi si effettua l’in-
terpolazione.

Tabella 25.4 Coefficienti parziali cR per le verifiche agli S.L.U. di fondazioni superficiali.
Verifica R1 R2 R3

Capacità portante del terreno 1,0 1,8 2,3

Scorrimento 1,0 1,1 1,1

25.2 VERIFICHE AGLI S.L.U.


Le verifiche agli S.L.U. delle opere di fondazione superficiali possono essere effettuate secondo due Ap-
procci alternativi e distinti, che prevedono differenti Combinazioni dei coefficienti parziali cF , cM , cR .

Approccio 1
Prevede due Combinazioni di coefficienti parziali in relazione alle finalità del progetto
Combinazione 1 (STR) Combinazione 2 (GEO)
[A1+M1+R1] [A2+M2+R2]

Azioni permanenti e variabili o moltiplicare per cF del gruppo moltiplicare per cF del gruppo
effetto delle azioni A1 (tab. 25.1) A2 (tab. 25.1)

Parametri geotecnici del terreno dividere per cM del gruppo M1 dividere per cM del gruppo M2
(tab. 25.2) (tab. 25.2)

Resistenza globale del sistema dividere per cR del gruppo R1 dividere per cR del gruppo R2
(tab. 25.4) (tab. 25.4)

Approccio 2
Prevede una sola Combinazione per entrambi i dimensionamenti GEO e STR
Combinazione [A1+M1+R3]

Azioni permanenti e variabili o moltiplicare per cF del gruppo A1 (tab. 25.1)


effetto delle azioni

Parametri geotecnici del terreno dividere per cM del gruppo M1 (tab. 25.2)

Resistenza globale del sistema dividere per cR del gruppo R3 (tab. 25.4)

Verifiche agli S.L.U. di tipo geotecnico (GEO)

Tipo di verifica Combinazione da utilizzare

 Collasso per carico limite dell’in- Approccio 2


sieme fondazione-terreno Combinazione [A1+M1+R3]
 Collasso per scorrimento sul pia- — azioni di progetto amplificate con i coefficienti cF (A1)
no di posa — parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M1) = 1
— resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R3)

 Stabilità globale Approccio 1


Combinazione 2 [A2+M2+R2]
— azioni di progetto amplificate con i coefficienti cF (A2)
— parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M2)
— resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R2)
OPERE DI FONDAZIONE 455

Verifiche agli S.L.U. di tipo strutturale (STR)

 Raggiungimento della resistenza Approccio 2


negli elementi strutturali Combinazione [A1+M1+R3]
— azioni di progetto amplificate con i coefficienti cF (A1)
— parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M1) = 1
— resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R3)
Nelle verifiche effettuate con l’Approccio 2 finalizzate al dimen-
sionamento strutturale il coefficiente cR non deve essere portato
in conto.

Capacità portante del terreno

qult qult  B
M.T.A. rt;am ¼ M.S.L. rRd ¼
3 cR

I procedimenti da seguire per le verifiche agli S.L.U. delle opere di fondazione sono analoghi a quelli
riportati per i muri di sostegno.

25.3 PLINTO MASSICCIO O INERTE


Viene adottato quando il terreno presenta una resistenza  0; 15  0; 20 MPa.
È formato da:
— plinto: rappresenta l’elemento resistente, è in cls non armato o con bassa percentuale di armatura;
— sottoplinto: spessore minimo 5  10 cm con funzione di livellare il terreno.
La diffusione degli sforzi nel plinto avviene secondo un angolo a  60º rispetto all’orizzontale (fig. 25.1);
la forma a tronco di piramide del plinto, anche se più razionale, è oggi quasi abbandonata per la forma
parallelepipeda.

Fig. 25.1

Secondo le prescrizioni N.T.C 2008 applicando il M.T.A., per la combinazione rara deve risultare:

Verifica
Tipo di calcestruzzo
a compressione a taglio

Debolmente armato rc < 0; 30  fck sc < 0; 25  fctk

Non armato rc < 0; 25  fck sc < 0; 21  fctk


qffiffiffiffiffiffi
3
2
fctk ¼ 0; 21  fck ; classe di resistenza minima del calcestruzzo C8/10
! segue

Secondo il D.M. 09/01/1996: C12/15  classe di resistenza  C25/30


456 OPERE DI FONDAZIONE

Progetto del plinto

Area di base del plinto


Ntot NþG
A¼ ¼
rt;am rt;am
N ¼ carico trasmesso dal pilastro
G ¼ peso presunto del plinto (10%  15%)  N

Altezza del plinto


N
h ¼ c  tg a h¼
ð2  a þ 2  bÞ  sc0
Si assume il valore maggiore.

Eventuale (ma consigliabile) armatura alla base


Re
del plinto As ¼
rs  d

Verifica del plinto

Il carico totale N è applicato nel baricentro della


N
sezione di base rt ¼  rtam
A

A ¼ la  lb
OPERE DI FONDAZIONE 457

Il carico totale N è applicato con eccentricità  


  N 6e
la lb rt ¼  1 +
e o su uno degli assi di simmetria A la
6 6
r
max  rt;am

 
la lb
Il carico totale N è applicato con eccentricità e > o su uno degli assi di simmetria
6 6

2N
r
max ¼  rt;am
3ub

Verifica a punzonamento (fig. 25.1)


N
s¼  sc0
! segue

2  ða þ bÞ  h
458 OPERE DI FONDAZIONE

Verifica a scorrimento quando la risultante R dei


carichi è inclinata 0; 50  N
 1; 3
V

Tabella 25.5 Plinti massicci di fondazione quadrati parallelepipedi per pilastri sollecitati a sforzo normale
(cls C16/20) (predimensionamento).
Tensione Plinto
Carico alla base Sezione del
ammissibile del
del pilastro pilastro
terreno Lato Altezza
(kN) (cm  cm) Armatura
(N/mm2 ) (cm) (cm)

200 20 20 0,20 105 75 4 þ 418


0,30 90 55 5 þ 518

250 20 20 0,20 120 90 5 þ 518


0,30 100 70 4 þ 4 1 10

300 25 25 0,20 130 90 4 þ 4 1 10


0,30 105 70 4 þ 4 1 10

350 25 25 0,20 140 100 5 þ 5 1 10


0,30 120 85 6 þ 6 1 10

400 30 30 0,20 150 105 5 þ 5 1 10


0,30 125 85 6 þ 6 1 10

25.4 PLINTO ELASTICO O A PIASTRA IN C.A.


Viene adottato quando la resistenza del terreno è > 0; 15  0; 20 MPa.
La diffusione degli sforzi trasmessi dal pilastro al plinto avviene secondo un angolo a
35º  45º.
Il sottoplinto, in calcestruzzo magro per livellare il terreno, ha uno spessore di (5  10) cm.
OPERE DI FONDAZIONE 459

Progetto del plinto (M.T.A.)

Il carico N trasmesso dal pilastro è centrato

NþG
Area di base: A¼
a) rt;am

N ¼ carico trasmesso dal pilastro


N
G ¼ peso presunto del plinto ¼ ð10%  15%Þ  N
c
Si determinano quindi le dimensioni l1 ed l2 .

Altezza: h ¼ c  tg a
G
h

a
Peso effettivo del plinto: G ¼ ðl1  l2  hÞ  cc

q
Pressione sul terreno:
Q
NþG
y rt ¼  rt;am (kN/m2)
b) A B B쎾 A쎾 l1  l2
l1 - a
2

Carico unitario dovuto a N þ G:


c=

qN ¼ rt  l1 (oppure l2 ) (kN/m)
l1
a

x
l1 - a
2
c=

D C C쎾 D쎾
l2 - b l2 - b
c= c=
2 b 2

l2

c)

Calcolo delle sollecitazioni (vengono cal- Carico unitario dovuto a G:


colate solo in funzione del carico N). qG ¼ ½l1 (oppure l2 Þ  1; 00  h  cc (kN/m)
Il plinto si considera formato da due cop-
pie di mensole rovesce. Carico sulla mensola: q ¼ qN  qG

q  l 21 ðol2 Þ
Momento flettente: M¼
2
! segue

Sforzo di taglio: Vmax ¼ q  c


460 OPERE DI FONDAZIONE

Armatura metallica
d
r ¼ sffiffiffiffiffiffiffi
M
b
In funzione di r dalla tabella 25.6 si ricava rc :
M
As ¼
0; 9  d  rs
L’armatura è costituita da ferri sagomati a staffa chiusa.

Verifica a taglio
Vmax
smax ¼
0; 9  d  l1 ðo l2 Þ
Se smax > sc0 si devono prevedere le armature per il taglio

Verifica a punzonamento
N

2  ða þ bÞ  h
N 1
Se s > sc0 occorre l’armatura: As ¼pffiffiffi
4 rs  2
che si dispone in corrispondenza della sezione del pilastro
nelle due direzioni

Tabella 25.6 Coefficienti r, t, s per sezioni con armatura semplice (rs = 281 N/mm2 ed n = 15) – (b e d in
mm ed M in N mm).
rc (N/mm2 ) r t s

3,0 2,2500 0,0016579 0,1380


3,5 1,9573 0,0019189 0,1574
4,0 1,7374 0,0021759 0,1760
4,5 1,5662 0,0024290 0,1937
5,0 1,4290 0,0026784 0,2107
5,5 1,3166 0,0029243 0,2270
6,0 1,2227 0,0031666 0,2426
6,5 1,1431 0,0034056 0,2576
7,0 1,0747 0,0036414 0,2720
7,25 1,0441 0,0037581 0,2790
7,5 1,0154 0,0038740 0,2859
7,65 0,9991 0,0039432 0,2900
8,0 0,9633 0,0041036 0,2993
8,50 0,9173 0,0043301 0,3121
8,775 0,8942 0,0044535 0,3190
9,0 0,8763 0,0045539 0,3245
9,5 0,8395 0,0047748 0,3365
9,75 0,8225 0,0048842 0,3423
10,0 0,8063 0,0049930 0,3480
10,5 0,7762 0,0052086 0,3592
11,0 0,7487 0,0054216 0,3700
11,5 0,7236 0,0056322 0,3804
12,0 0,7005 0,0058403 0,3905
OPERE DI FONDAZIONE 461

Il carico N trasmesso dal pilastro ha una eccentricità e

Si calcolano come prima:


a) — area della base;
e
— altezza del plinto;
— peso effettivo del plinto.
N

Tensione sul terreno:


c  
NþG 6e
rt ¼  1 +
A li ðo l2 Þ

G e si ricavano:
h rmax ¼ rAD e rmin ¼ rCB (in kN/m2)
a

y Tensione dovuta al peso del plinto:


G
rG ¼ þ (in kN/m2)
l1  l2
q min
q max

Se la differenza fra rmax e rmin è limitata, per semplicità si


Q può considerare la reazione del terreno uniforme con valo-
y re rmax .
b) A B B쎾 A쎾

In genere si considera la mensola più sollecitata (ABCD in


l1 - a

figura) con valori estremi del diagramma di carico:


2
c=

qmax ¼ ðrAD  rG Þ  l1 ðo l2 Þ (in kN/m)


qmin ¼ ðrCB  rG Þ  l1 ðo l2 Þ (in kN/m)
l1
a

x
l1 - a
2
c=

D C C쎾 D쎾
l2 - b l2 - b
c= c=
2 b 2

l2

c)

Momento flettente  
qmax þ qmin
M¼ c y¼Qy
2

Sforzo di taglio
qmax þ qmin
Vmax ¼ c
2

Come prima si calcola As nella direzione considerata e si dispone uguale anche nell’altra, e si effettuano
le verifiche a taglio e a punzonamento.
Per ogni direzione i 2/3 di As si dispongono nella zona centrale con larghezza l1 =2 e l2 =2 e la restante
parte nelle zone laterali.
462 OPERE DI FONDAZIONE

Plinto fittizio equivalente al tronco di piramide (fig. 25.2):


7Bþ2b h
B ¼ h ¼ 1; 5   B b
13; 5 B

h
h*
B*

Fig. 25.2

Tabella 25.7 Plinti elastici di fondazione quadrati parallelepipedi per pilastri sollecitati a sforzo normale.
Carico Sezione Sottoplinto Plinto Tensione
alla base del sul
del pilastro pilastro Lato Altezza Lato Altezza Armatura terreno
(kN) (cm  cm) (cm) (cm) (cm) (cm) (per ogni lato) (N=mm 2 )

200 20 20 150 25 115 60 518 0,10


105 20 80 45 418 0,20
85 15 65 45 318 0,30

300 25 25 185 35 140 70 5 1 10 0,10


125 25 95 55 518 0,20
100 20 75 55 318 0,30

400 25 25 215 35 170 85 6 1 10 0,10


150 25 115 70 5 1 10 0,20
120 25 90 65 518 0,30

500 30 30 245 40 195 100 7 1 10 0,10


165 30 125 75 5 1 10 0,20
130 25 100 75 4 1 10 0,30

600 35 35 270 40 215 105 6 1 12 0,10


180 35 135 80 6 1 10 0,20
145 25 110 80 618 0,30

700 35 35 290 45 230 115 7 1 12 0,10


195 35 145 85 5 1 12 0,20
155 30 115 80 5 1 10 0,30

800 40 40 315 50 250 125 8 1 12 0,10


210 35 170 100 6 1 12 0,20
170 30 130 90 6 1 10 0,30

900 40 40 335 50 270 135 9 1 12 0,10


225 35 180 105 7 1 12 0,20
180 35 135 95 6 1 10 0,30

1 000 45 45 355 50 285 140 10 1 12 0,10


235 35 190 115 7 1 12 0,20
190 35 145 105 7 1 10 0,30
OPERE DI FONDAZIONE 463

25.5 PLINTO ‘‘ZOPPO’’ IN C.A.

Si considera costituito da tre mensole

Carico N centrato:
N R = risultante di N e G con eccentricità eR
eR
Dimensionamento:
R
G
B > 3  eR cx ¼ B  a
confine
h

2R Lb
L¼ cy ¼
B  rt;am 2
s t,min

s t,max

h ¼ cy  tg a ða
35º  45ºÞ
y
Si calcolano le armature e si effettuano le verifiche come nel plinto
elastico.
cy
b

L
cy

x
cx a

25.6 PLINTO IN C.A. SU MURO IN CALCESTRUZZO (fig. 25.3a e b)

a) b)

plinto su muro
l l
a
h

cordolo

getto di
livellamento

Fig. 25.3a
464 OPERE DI FONDAZIONE

h
L

Fig. 25.3b

Si considera costituito di due mensole

Area di base
N

rc
N ¼ carico trasmesso dal pilastro

Lunghezza
A La
L¼ l¼
t 2
t ¼ spessore del muro

Altezza h ¼ l  tg ð35º  45ºÞ

Momento di ogni mensola  


1 N a
M¼   lþ
2 2 2

Armature
M
As ¼
0; 9  d  rs
Tondini piegati a staffone

Si effettua quindi la verifica a taglio e si calcola l’eventuale armatura.

25.7 PLINTI A BICCHIERE PREFABBRICATO


Il plinto rappresentato in figura 25.4 (tab. 25.8) è indicato per applicazioni in zona sismica ed è caratte-
rizzato dalla simmetria della sezione nei due assi planimetrici.
Vengono impiegati su sottoplinti realizzati in opera.

M
h

A
H

a
10

a a

A A
Fig. 25.4
OPERE DI FONDAZIONE 465

Tabella 25.8 Caratteristiche geometriche e prestazionali dei plinti prefabbricati serie S-R.D.B. - base qua-
drata - specifici per zone sismiche (fig. 25.4).
A H a h Peso Nmax Mmax
Tipo
(cm) (cm) (cm) (cm) (kN) (kN) (kNm)

S 29 140 120 55 80 27 1230,00 120,00

S 35 170 120 65 80 33 1040,00 160,00

S 57 200 145 75 100 56 1390,00 290,00

Il plinto di figura 25.5 (tab. 25.9) è impiegato per l’alloggiamento dei pilastri di strutture monopiano o
pluripiano generalmente in zone non sismiche; sottofondazione da realizzare in opera.
N

B
H

B
b
10

a a

A A

Fig. 25.5

Se il plinto viene gettato in opera, le sue dimensioni di massima sono fornite da formule empiriche
(fig. 25.6):

s  5 cm ; g
8  12 cm ; t  0,75  h0 e comunque  20  25 cm ;
P
h
1,40  l e comunque  25 cm ; p
10  20 cm ; h1 ¼ 
4  ðl þ 2  sÞ  sc, 0
a
45  50 se è prevista una armatura; a
60 in assenza di armatura.

t g I
hh
h0

spinotto
boccola
p

S
h1

Fig. 25.6
466 OPERE DI FONDAZIONE

Tabella 25.9 Caratteristiche geometriche e prestazionali dei plinti prefabbricati serie P-R.D.B. base rettan-
golare.
A B H a b h Peso Nmax Mmax
Tipo
(cm) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm) (kN) (kN) (kNm)

P 17 140 120 110 50 55 80 17 480,00 85,00

P 28 175 175 125 60 60 85 28 860,00 160,00

P 32 180 140 120 60 60 80 32 1050,00 120,00

P 37 190 150 140 70 60 100 36 1050,00 220,00

P 54 208 208 141 60 60 90 54 1100,00 181,00

P 66 230 170 145 75 70 100 64 1330,00 280,00

P 90 260 200 165 90 70 110 87 2120,00 400,00

PG 62 170 230 145 70 95 100 60 1700,00 350,00

PG 83 200 260 165 70 115 110 82 2350,00 330,00

PG 110 260 200 165 85 125 110 105 2800,00 330,00

La sigla PG individua i plinti di giunto con pozzetti allargati per l’inserimento di due pilastri.

25.8 FONDAZIONE CONTINUA CON CORDOLI IN C.A. (fig. 25.7)

La sezione del cordolo viene predimensionata e la sua armatura viene calcolata considerando le due
t
mensole con luce l þ , aventi una sezione con base b ¼ 100 cm e altezza h, minimo 20 cm  30 cm, ognu-
2 1 N
na soggetta al momento flettente M ¼   l dove N è il carico trasmesso dal muro.
2 2

l t l
h

t1

Fig. 25.7
OPERE DI FONDAZIONE 467

25.9 PLINTO PER PILASTRI IN ACCIAIO

Collegamento per colonne compresse

N y

x
b

n
1

b쎿

la
n
t

m h쎿 m

lb

Plinto in c.a. Viene calcolato come il plinto elastico per pilastri in c.a.

Area lorda della piastra di base in


acciaio N p  D2
A¼ ¼ þ  n: fori
rc 4
N ¼ carico trasmesso dal pilastro
n. fori per bulloni: almeno quattro
D ¼ diametro dei fori

Si ipotizza che il carico N si ripartisca su una superficie fittizia con lati:


h0 ¼ 0; 95  h b0 ¼ 0; 80  b
La piastra presenta perciò quattro mensole con luci:
lb  h 0 la  b0
m¼ n¼
2 2

Pressione di contatto fra piastra e


N
plinto in c.a. rc ¼
p  D2
la  lb   n: fori
4

Spessore della piastra in acciaio sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi


3  rc  l

rs
! segue

l ¼ maggiore dimensione fra m ed n


468 OPERE DI FONDAZIONE

Collegamento per colonne tese

a) b)
Pb Pb Pb

h
n

Ib
b쎾
n

m h쎾 m
pozzetti

Ia

L’unione avviene come per le colonne compresse, però i bulloni di ancoraggio (tirafondi) sono dotati
di rosette a contatto oppure sono collegati con traverse per trasmettere gli sforzi di trazione alla fon-
dazione.
OPERE DI FONDAZIONE 469

25.10 FONDAZIONI A TRAVI ROVESCE

Procedimento di calcolo

l1 l2 l3 l4 l5
b0

N1 N2 R N3 N4
5 5
l0 a l0

A F
B C X D E

s
d b
l
2
l

p1 p2
p4
p3

q1
q2 q5
q3 q4

È opportuno che il centro di pressione X della risultante dei carichi coincida con la mezzeria della trave
o abbia una limitata eccentricità variando la lunghezza degli sbalzi (valore ottimale 1=2  1=3 della luce
della campata adiacente.

Carico su ogni campata (non si N1 N2 N3


considera il peso proprio) (vedi fi- p1 ¼ p2 ¼ p3 ¼
l2 l2 þ l3 l3 þ l4
gura sopra) l1 þ
2 2 2

p1 þ p2 p2 þ p3
q1 ¼ p1 q2 ¼ q3 ¼
2 2

Calcolo dei momenti flettenti e Si applica l’equazione dei tre momenti.


degli sforzi di taglio Procedimento approssimato; ogni campata si considera seminca-
strata alle estremità:
— momenti di semincastro alle estremità:
1
M¼þ  q  l2
12
— fra i due momenti calcolati si assume il valore maggiore;
— momenti in campata:
1 MA þ MB
MAB ¼   q  l2 þ
8 2
— MA ed MB = valori minori fra i due momenti di semincastro al-
le estremità.
Si calcolano quindi gli sforzi di taglio.

Dimensionamento b0 ¼ a þ 10 cm (minimo)
G ¼ ð0; 10  0; 15Þ  N
N þ G
! segue

— Centro di pressione X centrato: b ¼


l  rt;am
470 OPERE DI FONDAZIONE

Centro di pressione X con eccentricità:


 
N þ G 6e
b¼  1 +
l  rt;am l
Altezza h in funzione del valore massimo del momento, dovendo
b0
però essere
0; 4  0; 5.
h
Mensole laterali Si considera la lunghezza di 1,00 m
1 q
M ¼  q0  l 20 con q0 ¼  i ði ¼ 1,00Þ
2 b
b0
Luce l0 oppure l0 þ
2
Altezza in funzione di M e comunque s  30  40 cm.

Verifica della rigidezza della trave


I l4

b k
I (in m4) = momento d’inerzia baricentrico della sezione della tra-
ve;
l (in m) = interasse maggiore dei pilastri;
k = 6500 per terreni incoerenti;
k = 15 500 per terreni coerenti.

Calcolo delle armature metalliche sugli appoggi e nelle campate per flessione e taglio.

Verifiche nelle sezioni più sollecitate.

25.11 FONDAZIONI SU PALI


Si adotta quando il terreno buono di fondazione si trova a notevole profondità (> 5,00  6,00 m).

Tipologie dei pali — Pali in legno: solo per modeste costruzioni;


— pali in ferro: si usano profilati HE;
— pali in c.a.: possono essere battuti o trivellati.

Resistenza del palo — Pali con resistenza di punta (per terreni incoerenti);
— pali con resistenza per attrito laterale (pali sospesi);
— pali con resistenza di punta e per attrito laterale.

Portata dei pali

Pali con resistenza di punta P ¼ A  rt


A ¼ area di base del palo;
rt = carico limite di portata del terreno.

Pali con resistenza di punta e per Formule dinamiche: considerano l’urto del maglio.
attrito laterale
P2m H
— Formula olandese: P ¼ 
Pm þ Pp e
Pm ¼ peso del maglio;
Pp ¼ peso del palo;
H ¼ altezza di caduta del maglio;
e ¼ rifiuto.
OPERE DI FONDAZIONE 471

1 P2m  Pp 4H
— Formula di Brix: P ¼  
n ðPm  Pp Þ2 e

n¼68

Formule statiche: sono più affidabili e si applicano per qualunque


tipo di palo.

— Formula di Dörr
carico P sul palo per ogni strato considerato:
  
p  D2 2 u
P ¼ Qp þ Qe ¼ c   h  tg 45º  þ
4 2
   
h
þ c  tg u1  p  D  h  D þ  ð1 þ tg2 u
2

dove:
c = peso volumico della terra dello strato con altezza h e angolo di
attrito u;
D = diametro del palo;
u1 = angolo di attrito terra-palo;
D = dislivello fra il piano di campagna e la superficie superiore
dello strato considerato.
P
Portata totale del palo: Pt ¼ ðn ¼ 2  2; 5Þ
n

Criteri di calcolo della fondazione su pali

1,3 . D
h

h0

C
5÷10 cm

min. 10 cm
15÷20 cm D 15÷25 cm D

ø12÷ø14 magrone

dove:
— altezza h > 50 cm e comunque h  1; 5  D;
— penetrazione dei ferri del palo h0  30 cm e comunque h0  30  1 ð1 diametro dei ferri);
— prolungamento dei ferri della fondazione con diametro 1: c  30  1;
— interasse dei pali con lunghezza l:
! segue

i ¼ ð3  4Þ  D per l ¼ 6; 00  8; 00 m
i ¼ ð4  5Þ  D per l ¼ 10; 00  14; 00 m
472 OPERE DI FONDAZIONE

Plinto su pali

N þ Pp
Numero dei pali: n¼
p
N ¼ carico trasmesso
 
1 1

h
a
Pp ¼   N ¼ peso proprio del plinto
i
20 30
lb
p ¼ portanza di un palo

Si definisce quindi la pianta del plinto con una sporgenza di


15  20 cm dai pali.
b
la

2
15
45
45
60
°

175
210

Altezza del plinto


p
h¼  50 cm
2  ðla þ lb Þ  sco
Minimo 15  D e a  45º
la e lb = lati del pilastro

Carico concentrato che grava su


N
ogni trave N0 ¼
n

In relazione al punto di applicazione di N 0 , si calcolano il momento e lo sforzo di taglio dovuti a N 0 e a


Pp .

Si calcolano le armature metalliche per flessione e taglio.


Spinta delle terre
26
Nel calcolo della spinta delle terre è opportuno considerare come altezza h del terrapieno quella compresa
fra il piano di fondazione e la sommità del terrapieno stesso.

Tabella 26.1 Angolo di attrito u per tipo di terra.


Angolo di attrito u
Tipo di terra
asciutta umida bagnata

Argilla, marna 45º 35º 23º


Argilla mista a sabbia o ghiaia 50º 40º 30º
Ghiaia 40º 35º 30º
Pietrame e ciottoli 48º 43º 38º
Sabbia fine 26º 32º 22º
Sabbia fine argillosa 35º 35º 20º
Sabbia grossa 32º 33º 28º
Terra vegetale 40º 35º 25º

Tabella 26.2 Peso volumico ct per tipo di terra.


Peso volumico ct (kN/m3 )
Tipo di terra
asciutta umida bagnata

Argilla, marna 17 18 20
Argilla mista a sabbia o ghiaia 17 19 21
Ghiaia, pietrame e ciottoli 14 15 16
Sabbia fine 14 15,5 16,5
Sabbia fine argillosa 15 16 17
Sabbia grossa 14 15 16
Terreno vegetale 15 16 17

26.1 TEORIA DI COULOMB (analitica)

Terrapieno senza sovraccarico

Smin= 0
A
h

G S
h
3

! segue

B B쎿
Smax
474 SPINTA DELLE TERRE

Limiti di applicabilità — Superficie superiore del terrapieno orizzontale (e ¼ 0);


— fronte reale o ideale del terrapieno verticale;
— coesione c ¼ 0;
— attrito terra-muro nullo (u1 ¼ 0).

Teoria semplificata

Spinta  
1 u 1
Orizzontale: S ¼  ct  h2  tg2 45º  ¼  ct  h2  ka
2 2 2
u = angolo di attrito della terra.
Verticale: V = 0
ka = coefficiente di spinta attiva.

Distanza della spinta dalla base h



B-B0 3
Pressione unitaria massima alla 2S
Smax ¼ (kN/m)
base h
Teoria generalizzata

a) b)
e e

d d

V V
S
h

u1 + d S
u1
u1 - d
d u1
Q
C C
Q d
90° 90°
d

b b

È applicabile senza alcuna limitazione

Spinta
1
S¼  ct  h2  ka
2

sen2 ðb þ uÞ
ka ¼ sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi #2
"
2
senðu þ u1 Þ  senðb  u1 Þ
sen b  senðb  u1 Þ  1 þ
senðe  u1 Þ  senðb þ eÞ

u1 = angolo di attrito terra-muro


b = inclinazione del fronte del terrapieno rispetto all’orizzontale.
Componente orizzontale: Q ¼ S  cosðu1 + dÞ.
Componente verticale: V ¼ S  senðu1 + dÞ.

Distanza della spinta dalla base h



3
La spinta è inclinata dell’angolo u1 rispetto alla perpendicolare al
muro in C.
SPINTA DELLE TERRE 475

Terrapieno con sovraccarico q

S min q
Altezza fittizia di terra equipesante: h1 ¼
ct
 
2  S1 1 u
h1

A A쎿 Smin ¼ con Ss ¼  ct  h21  tg2 45º 


h1 2 2
2S
Smax ¼  Smin
h
h

G S
d

B B쎿
S max

Formula semplificata

Spinta     
1 u 2  h1
Orizzontale: S ¼  ct  h2  tg2 45º   1þ
2 2 h
Verticale: V ¼ 0

Distanza della spinta dalla base h h þ 3  h1


d¼ 
del muro 3 h þ 2  h1
Formula generalizzata
 
1 2  h1
S¼  ct  h2  ka  1 þ
2 h
È inclinata dell’angolo u1 rispetto alla perpendicolare al muro e applicata alla distanza d.
ka = coefficiente calcolato con la formula riportata prima

Casi particolari (figg. 26.1 e 26.2)


Fronte del terrapieno inclinato:
— si calcola la spinta S 0 del terrapieno (e dell’eventuale sovraccarico) contro la parete fittizia B (fi-
g. 26.1a) o AB 0 (fig. 25.2a);
— si calcola il peso P 0 del prisma di terra a base triangolare ABB 0 e il peso P 00 relativo all’eventuale so-
vraccarico che grava sul prisma (figg. 26.1b e 26.2b);
— la risultante S fra i vettori S 0 , P 0 e P 00
fornisce la spinta effettiva. a) S쎾 S쎾 b)
P⬘ P쎾
S D C
P앨 S
g앨
h1

B쎾 P앨 B쎾
A A

Ćd g쎾 Ćd g쎾
P쎾 P쎾 S
h

S
S쎾

S쎾

Fig. 26.1 B B
476 SPINTA DELLE TERRE

a) b)

h1
A A

S
<d P쎾 <d
S쎾

h
S
S P쎾 S쎾
P쎾
S쎾
g쎾 g쎾

Fig. 26.2 u u
B B쎾 B B쎾

26.2 TEORIA DI PONCELET (grafica)

Limiti di applicabilità — Fronte del terrapieno verticale o inclinato ð + dÞ;


— superficie superiore orizzontale o inclinata ( + e);
— considera l’angolo di attrito terra-muro [(u1  ð1=2  2=3Þ  u];
— sul terrapieno può o meno gravare un sovraccarico.

Terrapieno senza sovraccarico

y
A +e
p T
x1

+
u1
+d u
H

E
S
h

u1 G R
h
h
3

u
p

F
U V Z
y

Smax

— Tracciare la retta di direzione AE che forma l’angolo (u þ u1 ) con il fronte AB del terrapieno;
— tracciare da E la perpendicolare a BM che interseca in F la semicirconferenza con diametro BM;
— con centro in B ribaltare F in X1 , per il quale si traccia la y (dimensione di spinta) e quindi da X la p
perpendicolare a BM.
SPINTA DELLE TERRE 477

Spinta 1
S¼  ct  y  p
2
È inclinata dell’angolo u1 rispetto alla perpendicolare al fronte; y
e p letti sul grafico.

Distanza della spinta dalla base h



3

Terrapieno con sovraccarico q (fig. 26.3)

Spinta Si considera il terrapieno con altezza (h þ h1 )


 
1 q
S ¼  ct  y  p h1 ¼
2 ct

È inclinata dell’angolo u1 rispetto alla perpendicolare al fronte; y


e p letti sul grafico.

Distanza della spinta dalla base h h þ 3  h1


d¼ 
3 h þ 2  h1

In entrambi i casi: componente orizzontale Q ¼ S  cosðu1 + dÞ


componente verticale V ¼ S  senðu1 + dÞ

A쎾
X1
p
h1

A e
1
u

u
H
E
O

d S G
h

u1
d

Fig. 26.3
478 SPINTA DELLE TERRE

26.3 METODO DI CULMANN (grafico)

Limiti di applicabilità — Fronte del terrapieno verticale o inclinato ( + d);


— superficie superiore orizzontale o inclinata ( + e), anche con
andamento irregolare;
— considera l’angolo di attrito terra-muro u1 ;
— sul terrapieno può o meno gravare un sovraccarico.

Terrapieno con superficie superiore piana comunque inclinata

M
C5
C4
C3 6
X
C2 5
C1 4

A 3
2
D6 E6
1 X1
E5 P6
S5
D5
E4
S4 P5

d D4
E3
P4
S3
H
h

S S D3
P3
u E21 S2 K
L a–
u D2

E1 P2
S1
h
3

D1
P1
b
b – u1

a u

B E0
t

— Tracciare la retta BM che forma l’angolo u (attrito terra-terra) con l’orizzontale;


— dividere il segmento AM in un certo numero di parti e unire i punti C con B;
— riportare nell’ordine i pesi P1 , P2 , P3 , ... dei prismi di terra 1 , 2 , 3 , ... uno di seguito all’altro su
BM;
— tracciare la retta di direzione t che forma l’angolo (b þ u1 ) con BM;
— per i punti D1 , D2 , D3 , ... tracciare le parallele a t fino a intersecare nei punti E i piani di scorrimento
dei relativi prismi di terra;
— i punti E vengono raccordati con una curva detta linea di Culmann;
— tracciare la tangente in H alla curva parallela a BM: il segmento BHX definisce il prisma di massima
spinta.

Spinta La lunghezza del segmento HK parallelo a t, letto in scala forze,


rappresenta il valore della spinta S, inclinata dell’angolo u1 rispet-
to alla perpendicolare al muro.

Distanza della spinta dalla base h



3
SPINTA DELLE TERRE 479

Terrapieno con superficie superiore comunque accidentata ed eventuale sovraccarico

Q쎿2 Q씵2 Q쎿씵2


M

q2

C5
Q쎿1 Q씵1 Q쎿씵1
9 E9
E8
6 7 8 P9
h1

q1
C1 5 쎿씵 2
C4
E7 +Q
P8
h쎿

2 3 4
A
1 E6 씵2
+Q
P7

E5 쎿2
+Q
E4 P6
H
S P5
S 쎿씵 1
R
+Q
h

u1 E3 P4
씵1
E2 +Q
P3
d

b – u1

1
E1 +Q
b P2 u
a
P1

B
t

Il procedimento è uguale a quello prima descritto, ma è opportuno dividere le parti soggette a sovrac-
carichi in un numero intero di parti.
La spinta è applicata a una distanza un po’ superiore rispetto ad h=3.

26.4 TEORIA DI RÉSAL (tabellare)

Fig. 26.4
480 SPINTA DELLE TERRE

Limiti di applicabilità — Fronte del terrapieno comunque inclinato ( + a);


— superficie superiore comunque inclinata ( + e);
— non considera sovraccarichi sul terrapieno.

Parametri di calcolo In funzione degli angoli u, e, a, dalla tabella 26.3 si ricavano:


— coefficienti di spinta A e B;
— angolo h di inclinazione della spinta rispetto alla perpendicola-
re al fronte interno del muro.

Spinta 1 A
Componente orizzontale: Q ¼  ct  h2 
2 1000
1 B
Componente verticale: V ¼  ct  h2 
2 1000
Q V
S¼ ¼
cosðh þ aÞ senðh þ aÞ

Distanza della spinta dalla base


h

3

26.5 TERRAPIENO DELIMITATO DA FRONTI PARALLELI (fig. 26.5)


— La retta di natural declivio CB1 divide l’altezza h in due parti h 0 e h 00 ;
— si calcola la spinta S1 relativa all’altezza h 0 , lungo la quale le pressioni hanno una variazione lineare;
— per l’altezza h 00 le pressioni si mantengono costanti con valore Smax , per cui si ha S2 ¼ Smax  h 00 ;
— si determinano le distanze d1 e d2 e quindi la distanza d della spinta totale S ¼ S1 þ S2 .

S min

q
h1

A E C A

S1
h쎾
h

u
B1 F S B1 F
d1

S2
h앨

d
d2

B G D B G
S max

Fig. 26.5
Tabella 26.3 Coefficienti A, B, h secondo la teoria di Résal.

u ¼ 45º u ¼ 45º
a e ¼ 45º e ¼ 35º e ¼ 0º a e ¼ 45º e ¼ 25º e ¼ 0º
positivo negativo h
gradi h A B h A B h A B gradi A B A B A B

20 36º 53 0 40 00 930 1 427 44º 39 0 0 00 259 547 45º 0 0 0 00 170 365 0 45º 0 0 0 00 500 þ 500 176 þ 176 130 þ 130
15 39º 53 0 50 00 804 1 144 45º 0 0 0 00 239 414 » 164 284 5 43º 56 0 50 00 416 þ 337 156 þ 126 115 þ 93
10 42º 25 0 40 00 692 899 » 218 311 » 155 221 10 39º 45 0 50 00 339 þ 194 134 þ 77 100 þ 57
5 44º 15 0 30 00 591 686 » 197 235 » 144 172 15 30º 0 0 0 00 268 þ 72 114 þ 31 84 þ 22
0 45º 0 0 0 00 500 500 » 176 176 » 130 130 20 11º 46 0 40 00 202  29 92  13 68  10

u ¼ 35º u ¼ 35º
a e ¼ 35º e ¼ 20º e ¼ 0º a e ¼ 35º e ¼ 20º e ¼ 0º
positivo negativo h
gradi h A B h A B h A B gradi A B A B A B

20 28º 33 0 20 00 1 057 1 197 34º 59 0 0 00 388 548 35º 0 0 0 00 263 375 0 35º 0 0 0 00 671 þ 470 284 þ 199 214 þ 150
15 31º 1 0 30 00 946 981 35º 0 0 0 00 362 431 » 254 303 5 34º 22 0 0 00 591 þ 333 260 þ 146 197 þ 111
SPINTA DELLE TERRE

10 33º 2 0 50 00 847 791 » 335 335 » 243 243 10 31º 49 0 20 00 516 þ 206 235 þ 94 179 þ 72
5 34º 27 0 20 00 756 622 » 309 259 » 229 192 15 26º 47 0 10 00 443 þ 93 210 þ 44 161 þ 33
0 35º 0 0 0 00 671 470 » 284 199 » 214 150 20 18º 25 0 20 00 373  10 185 5 142 4
u ¼ 25º u ¼ 25º
a e ¼ 25º e ¼ 15º e ¼ 0º a e ¼ 25º e ¼ 15º e ¼ 0º
positivo negativo h
gradi h A B h A B h A B gradi A B A B A B

20 20º 12 0 10 00 1 124 950 25º 0 0 0 00 544 544 25º 0 0 0 00 392 392 0 25º 0 0 0 00 821 þ 383 430 þ 200 338 þ 158
15 22º 6 0 0 00 1 039 786 25º 0 0 0 00 515 432 25º 0 0 0 00 381 320 5 24º 33 0 30 00 756 þ 269 402 þ 143 321 þ 111
10 23º 36 0 40 00 962 638 25º 0 0 0 00 486 340 25º 0 0 0 00 368 258 10 23º 5 0 0 00 692 þ 161 375 þ 87 303 þ 70
5 24º 37 0 30 00 890 506 25º 0 0 0 00 458 264 25º 0 0 0 00 354 204 15 20º 20 0 30 00 629 þ 59 347 þ 32 284 þ 28
0 25º 0 0 0 00 821 383 25º 0 0 0 00 430 200 25º 0 0 0 00 338 158 20 16º 8 0 40 00 566  38 320  22 263  18
481
Muri di sostegno
27

27.1 LA NORMATIVA
Le regole tecniche per il progetto e le verifiche dei muri di sostegno sono contenute nel paragrafo 6.5 delle
N.T.C. 2008 che prevedono l’utilizzo del M.S.L.
È ammessa l’applicazione del M.T.A. per le costruzioni di tipo 1 e 2 e Classe d’uso I e II, limitatamente a siti
che ricadono in zona 4; per le verifiche si deve fare integralmente riferimento al D.M. LL.PP. 11/03/1988 per
le opere e i sistemi geotecnici e al D.M. LL.PP. 14/02/1992 per le strutture in calcestruzzo, salvo per i ma-
teriali e i prodotti, le azioni e il collaudo statico per i quali valgono le prescrizioni contenute nelle N.T.C.
2008.

Verifiche agli S.L.U. da considerare per le opere di sostegno

S.L. di equilibrio Perdita di equilibrio della struttura, del terreno o dell’insieme ter-
EQU reno-struttura, considerati come corpi rigidi.

S.L. di tipo strutturale Raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali, com-
STR presi gli elementi di fondazione.

Raggiungimento della resistenza del terreno interagente con la


S.L. di tipo geotecnico
struttura con sviluppo di meccanismi di collasso dell’insieme fon-
GEO
dazione-terreno.

S.L. di tipo idraulico Perdita di equilibrio della struttura o del terreno, dovuta alla sot-
UPL tospinta dell’acqua (galleggiamento).

S.L. di sifonamento Erosione e sifonamento del terreno dovuta a gradienti idraulici


HYD (moti di filtrazione dal basso verso l’alto).

Per ogni S.L.U. deve essere rispettata la condizione Ed  Rd dove:


Ed = valore di progetto dell’azione o dell’effetto dell’azione;
Rd = valore di progetto della resistenza del sistema geotecnico.

Le verifiche di sicurezza agli S.L.U. dei muri di sostegno a gravità e a mensola vengono effettuate secondo
due Approcci alternativi e distinti che prevedono differenti combinazioni dei coefficienti parziali cF , cM , cR .

Approccio 1
Prevede due Combinazioni dei coefficienti parziali in relazione alle finalità del progetto
Combinazione 1 (STR) Combinazione 2 (GEO)
[A1+M1+R1] [A2+M2+R2]

Azioni permanenti e variabili o moltiplicare per cF del gruppo moltiplicare per cF del gruppo
effetto delle azioni A1 (tab. 27.1) A2 (tab. 27.1)

Parametri geotecnici del terreno dividere per cM del gruppo M1 dividere per cM del gruppo M2
(tab. 27.2) (tab. 27.2)

Resistenza globale del sistema dividere per cR del gruppo R1 dividere per cR del gruppo R2
(tab. 27.3) (tab. 27.3)
MURI DI SOSTEGNO 483

Approccio 2
Prevede una sola Combinazione per entrambi i dimensionamenti GEO e STR
Combinazione [A1+M1+R3]

Azioni permanenti e variabili o moltiplicare per cF del gruppo A1 (tab. 27.1) (applicati a spinte, pesi
effetto delle azioni e sovraccarichi)

Parametri geotecnici del terreno dividere per cM del gruppo M1 (tab. 27.2)

Resistenza globale del sistema dividere per cR del gruppo R3 (tab. 27.3)

Tabella 27.1 Coefficienti parziali cF per le azioni e i loro effetti.

Coefficiente Coefficienti
Carichi
parziale cF
EQU A1 – STR A2 – GEO

Strutturali
Permanente favorevole cG1 0,9 1,0 1,0
Permanente sfavorevole 1,1 1,3 1,0

Non strutturali
Permanente favorevole cG2 0,0 0,0 0,0
Permanente sfavorevole 1,5 1,5 1,3

Variabili favorevoli 0,0 0,0 0,0


cQ
Variabili sfavorevoli 1,5 1,5 1,3

Tabella 27.2 Coefficienti parziali cM per i parametri geotecnici del terreno.

Grandezza alla quale Coefficienti cM


Proprietà applicare il
parametro M1 M2

Tangente dell’angolo di attrito tg u 1,00 1,25

Coesione drenata c0 1,00 1,25

Coesione non drenata cuk 1,00 1,40

Peso unitario del terreno c 1,00 1,00

Tabella 27.3 Coefficienti parziali cR per le verifiche agli S.L.U: STR e GEO di muri di sostegno.

Coefficiente Coefficiente Coefficiente


Verifica parziale parziale parziale
(R1) (R2) (R3)

Capacità portante della fondazione cR = 1,0 cR = 1,0 cR = 1,4

Scorrimento cR = 1,0 cR = 1,0 cR = 1,1

Resistenza del terreno a valle cR = 1,0 cR = 1,0 cR = 1,4


484 MURI DI SOSTEGNO

Verifiche agli S.L.U. di tipo geotecnico (GEO)

Tipo di verifica Combinazione da utilizzare

Stabilità globale del complesso Approccio 1


opera di sostegno-terreno Combinazione 2: [A2+M2+R2]
— Azioni di progetto amplificate con i coefficienti cF (A2)
— Parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M2)
— Resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R2) = 1,0

Scorrimento sul piano di posa Approccio 2


Combinazione [A1+M1+R3]
— Azioni (spinte, pesi e sovraccarichi) amplificate con i coeffi-
cienti cF (A1)
— Parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M1) = 1
— Resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R3)

Collasso per carico limite dell’in- Approccio 2


sieme fondazione-terreno Combinazione [A1+M1+R3]
— Azioni (spinte, pesi e sovraccarichi) amplificate con i coeffi-
cienti cF (A1)
— Parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M1)
— Resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R3)

Verifica allo S.L.U. di equilibrio di corpo rigido (EQU)

Ribaltamento del muro Combinazione [EQU+M2+R2]


— Azioni (spinte, pesi e sovraccarichi) amplificate con i coeffi-
cienti cF (EQU)
— Parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M2)
— Resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R2) = 1,0

Verifica allo S.L.U. di tipo strutturale (STR)

Raggiungimento della resistenza Approccio 1


negli elementi strutturali Combinazione 1 [A1+M1+R1]
— Azioni (spinte, pesi e sovraccarichi) amplificate con i coeffi-
cienti cF (A1)
— Parametri di resistenza del terreno ridotti con i coefficienti cM
(M1)
— Resistenza globale ridotta con i coefficienti cR (R1) = 1,0

Nelle verifiche effettuate con l’Approccio 2 finalizzate al dimensionamento strutturale il coefficiente cR


non deve essere portato in conto.

27.2 VERIFICHE DI STABILITÀ DELLE OPERE DI SOSTEGNO


Si considera 1,00 m di lunghezza del muro; per i muri a gravità le verifiche devono essere effettuate a li-
vello delle sezioni AB e CD (figg. 27.1 e 27.2).

Verifica al ribaltamento

M.T.A. (fig. 27.1)

Momento spingente MS ¼ S  dS
dS = braccio rispetto al punto A oppure C considerando le altezze h1 e h;
S = spinta o sua componente orizzontale.
MURI DI SOSTEGNO 485

P
Momento resistente MR ¼ ðPm  dm Þ
Pm = tutte le forze verticali con braccio dm rispetto ad A oppure C

Verifica MR
 1; 5
MS

M.S.L. (fig. 27.2)

Momento spingente di calcolo Spinta del terreno t:


MSd ¼ Ed (sfavorevole)
St;d ¼ St  cG1 ðcG1 ¼ 1; 1Þ

Spinta del carico variabile q:


Sq;d ¼ Sq  cQ ðcQ ¼ 1; 5Þ
 
1 u0
St ¼ c0t  h21 ðo hÞ  tg2  45º 
2  2
2 u0
Sq ¼ q  h1 ðo hÞ  tg 45º 
2
calcolate applicando i parametri geotecnici u0 e c0t ridotti con cM

MSd ¼ Ed ¼ St;d  dt þ Sq;d  dq

dt e dq = bracci rispetto al punto A oppure C

Momento resistente di calcolo MRd ¼ Pm  dm þ Pt  dt þ Pq  dq


MRd ¼ Rd (favorevole)
dm , dt , dq = bracci rispetto al punto A oppure C
Pm e Pt (peso del terreno sulla mensola a monte nei muri in c.a.,
fig. 27.3) calcolati applicando cG1 ¼ 0; 9
Pq (peso dell’eventuale sovraccarico) calcolato con cQ ¼ 0; 0

Verifica
MRd
Rd c ¼ 1; 0
¼ R 1
Ed MSd

se b
se b

q
q
h1

h1

s sq
h
h

P2 P2 st

P1 P1

A B A B
D
H
D
H

P3
P3
C D
C D
r bo
r bx
B
Bo

Fig. 27.1 Fig. 27.2


486 MURI DI SOSTEGNO

b
q Pq

fronte fittizio del terrapieno


R
P씵

h쎿
RP S
a

h1
Sq

h
Pt P1
St
P쎿
A A쎿
P2
C H

t
D P3 C
r bo c c
B

Fig. 27.3 Fig. 27.4

Verifica a scorrimento sul piano di posa

M.T.A.
P
Verifica f P
P  1; 3
T
dove:
P
P P = somma di tutte le forze verticali;
T = somma di tutte le forze orizzontali;
coefficiente di attrito muratura su muratura f  0; 75;
coefficiente di attrito muratura su terreno sabbioso f  0; 60;
coefficiente di attrito muratura su terreno compatto f  0; 50;
coefficiente di attrito muratura su argilla umida f  0; 30.

M.S.L.

Spinta di calcolo Sd ¼ Ed Sd ¼ St  cG1 þ Sq  cq ðcG1 ¼ 1; 3; cQ ¼ 1; 5)


(sfavorevole) Spinte St ed Sq calcolate con i valori caratteristici dei parametri u
e ct (non ridotti).

Azione resistente Rd Pd ¼ Pm þ Pt þ Pq
Pm e Pt calcolati applicando cG1 ¼ 1; 0
Pq calcolato con cQ ¼ 0; 0.

Verifica f  Pd
Rd cR ¼ 1; 1
¼ 1
Ed Sd

Con entrambi i metodi di calcolo se la verifica non risulta soddisfatta si inclina verso monte la base B
della fondazione di un angolo c  5º  10º.

Verifica al collasso per carico limite dell’insieme fondazione-terreno

M.T.A.
Momento spingente MS ¼ S  dS
S = spinta o sua componente orizzontale con braccio dS conside-
rando le altezze h1 e h

Momento resistente P
MR ¼ ðP  dÞ
P ¼ tutte le forze verticali con braccio d
MURI DI SOSTEGNO 487

Verifica a livello della MR  MS b0 b0


sezione AB (fig. 27.1) u¼ P ; e¼  u; 3u
P 2 2
MR ed MS calcolati rispetto ad A.
P = somma di tutte le forze verticali escluso il peso della fonda-
zione
P  
b0 P 6e
e< : sezione tutta compressa – r ¼  1 +
6 b0  1000 b0
P
b0 2 P
e¼ : sezione tutta compressa – rmax ¼
6 b0  1000
P
b0 2 P
e >; : sezione parzializzata – rmax ¼
6 3  u  1000

Verifica a livello della sezione CD MR  MS B B


u¼ P ; e¼  u; 3u
(fig. 27.1) P 2 2
MR ed MS calcolati rispetto al punto C.
P = somma di tutte le forze verticali
P  
B P 6e
e< : r¼  1 +
6 B  1000 B
P
B 2 P
e ¼ : rmax ¼  rt;amm
6 B  1000
P
B 2 P
e > : rmax ¼  rt;am
6 3  u  1000

M.S.L.

Momento spingente di calcolo MSd ¼ St;d  dt þ Sq;d  dq


MSd dt e dq = bracci delle spinte rispetto al punto C.
I valori delle spinte sono uguali a quelli calcolati per la verifica a
scorrimento.

Momento resistente di calcolo MRd ¼ Pm;d  dm þ Pt;d  dt þ Pq;d  dq


MRd Ai valori caratteristici dei pesi Pm e Pt si applica il coefficiente
cG1 ¼ 1; 3 e al peso Pq si applica c ¼ 1; 5 per ottenere quelli di cal-
colo Pm;d , Pt;d , Pq;d .

Peso totale di calcolo (sfavorevo-


Ed ¼ Pd ¼ Pm;d þ Pt;d þ Pq;d
le) Ed ¼ Pd

Eccentricità e Si calcola come nel M.T.A. considerando MSd ed MRd .

Carico limite qult Viene determinato con l’espressione di Brinch-Hansen.

Verifica qult  B
Rd cR ¼ 1; 4
¼ 1
Ed Pd

Per muri in calcestruzzo semplice o poco armato (peso dell’armatura < 0,3 kN per m3 di calcestruzzo) si
applica la combinazione rara per le azioni e si procede come per il M.T.A.; le tensioni di calcolo nel cal-
cestruzzo non devono risultare inferiori a:
— calcestruzzo debolmente armato: rc ¼ 0; 30  fck sc ¼ 0; 25  fck
— calcestruzzo non armato: rc ¼ 0; 25  fck sc ¼ 0; 21  fck
488 MURI DI SOSTEGNO

Verifica di stabilità globale

O2

h쎿 = = = = = = = = = =

R2 F
B

p u p u
H – E – O1
4 2 4 2
10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

b2
b1

b씵

R1
gt Gt
G
c
.l

b쎿
DPt

p + 2
4

p + 2
u
4
u
Z Pt*
DN DT
a G쎿t D A

DPt C P쎿t
dt d쎿t
dp

M.T.A.
 
p u
a) Da un punto A a valle del muro si traccia una retta che forma l’angolo con l’orizzontale, þ
4 2
fino a intersecare in B l’asse baricentrico del muro, sul quale si fissa un punto C poco sotto la base
del muro;
b) d e per C la perpendicolare a b0 secante la fondazione,
si traccia la retta b0 bisettrice dell’angolo CBA
CBA,
che interseca in D il terreno a valle;
c) la parallela per D ad AB interseca l’asse baricentrico in O1 e con raggio R1 ¼ O1 D si traccia il cer-
chio critico a valle che passa per C;  
p u
d) da un punto qualsiasi E si traccia EF che forma l’angolo  con il profilo superiore del ter-
rapieno; 4 2
e) d interseca la superficie superiore in H;
la perpendicolare per C alla bisettrice dell’angolo EFC
f) la parallela a EF per H interseca l’asse baricentrico in O2 , dentro del cerchio critico a monte di rag-
gio R2 ¼ HO2 , che passa per il punto C;
g) la parte a monte del muro viene divisa in un certo numero di strisce (10 in figura) profonde 1,00 m,
assimilabili a trapezi, ognuna con peso:
Dt ¼ bm  h0  1; 00  ct essendo bm la media delle basi applicato nel suo baricentro, con componenti:
DT ¼ DPt  sen a tangente al cerchio;
DN ¼ DPt  cos a perpendicolare alla tangente al cerchio.
c  l   ð f  D NÞ
h) la verifica è soddisfatta quando: 5 1,3
dove DT
c ¼ coefficiente di coesione;
p  R 2  HOd2 C
l¼ o
¼ sviluppo del cerchio critico a monte;
180
f ¼ coefficiente di attrito della terra.

M.S.L.

Si procede come nel M.T.A. applicando alle azioni il coefficiente A2 , ai parametri geotecnici il coeffi-
ciente M2 e il coefficiente cR2 ¼ 1; 1 alla componente DT.
Progetto dei muri
28 di sostegno
28.1 MURI DI SOSTEGNO A GRAVITÀ
Tipologie delle sezioni dei muri a gravità:
— sezione rettangolare: solo per h  2,00 m circa;
— sezioni trapezie con scarpa interna o esterna oppure entrambe (fig. 28.1):
scarpa  ð0,10  0,20Þ  h.
b b b
h

se si se si
Fig. 28.1

Dimensionamento di massima

Muri di sostegno a ciglio strada


Rilevati con terreni ghiaiosi o sabbie grosse:
S
S ¼ ð0,20  0,25Þ  H 5 0,60 cm

Sigillo (argilla
compatta o calcestruzzo)
Scarpa –10%
20%
Scarpa

Drenaggio
H

Rilevati su terreni ghiaiosi con forte inclinazione: S

S ¼ ð0,25  0,30Þ  H 5 0,60 m


Scarpa 10%

Drenaggio
Verticale
H

! segue
490 PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

Rilevati con terreni di normale consistenza:


S
S ¼ ð0,25  0,30Þ  H 5 0,60 m

Scarpa –10%
Sigillo (argilla

20%
compatta o calcestruzzo)

a
H

Scarp
Drenaggio

Rilevati su terreni di normale consistenza con forte


inclinazione: S

S ¼ ð0,30  0,35Þ  H 5 0,60 m

Scarpa 10%

Verticale
Drenaggio

Muri con fondazione su terreni compatti o su roccia

Rilevati in terreni ghiaiosi:


S
S ¼ ð0,20  0,25Þ  H 5 0,60 m
a 20%
0,6 H

Verticale
Scarp

Sigillo (argilla
Drenaggio
H

compatta o calcestruzzo)
–20%
a
Scarp

Rilevati a normale consistenza:


S
S ¼ ð0,25  0,30Þ  H 5 0,70 m
20%
0,6 H

Verticale
Scarpa

Drenaggio
H

a –20%
Scarp
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO 491

Muri di sottoscarpa

Rilevati formati da detriti lapidei o terreni ghiaiosi:


S

H쎿
H0 h limite S
H per S costante costante variabile

Scarpa –10%
20%
0,25 2,40 0,225  H Eventuale
0,246  H

Scarpa
0,50 2,20

H
drenaggio
0,75 2,00 0,55 0,270  H
1,00 1,90 0,285  H
5 1,50 1,80 0,300  H

Rilevati formati con terreni a consistenza ordinaria:


S

H쎿
H0 h limite S
H per S costante costante variabile

Scarpa 10%
0,25 4,00 0,135  H

20%
0,50 3,60 0,150  H Eventuale

Scarpa
H
0,75 3,00 0,55 0,180  H drenaggio

1,00 — 0,200  H
5 2,00 — 0,225  H

Terreni di impianto molto acclivi:


S
H
H

S S minimo = 0,55 m
h
0,25 0,200  H
Scarpa 10%

0,50 0,225  H
%

Eventuale drenaggio
Scarpa 10

1,00 0,245  H
h

1,50 0,257  H
5 2,00 0,270  H

Muri di controripa

Terreni compatti:
S
S ¼ ð0,10  0,15Þ  H 5 0,45 m
0%

%
pa 3

a –25
H

Scar

Scarp

0,50 min. 0,50 min.


! segue
492 PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

Terreni a consistenza normale:


S ¼ 0; 40  H 5 0,55 m S

30%

–20%
rpa
H

Sca

Scarpa
Muri a secco costruiti al piede di scarpate

S ¼ ð0,20  0,30Þ  H

S
0,50

50%

Verticale

0,50 H
40÷
rpa
Sca

H
%
÷50

0,50 H
0,50 0,50
–40
rpa
Sca

Muri a secco per rilevati con buona consistenza

0,50 min. 0,50 min.


0,50 min.
1,40 Variabile 0,50 min.

Pe
0,93

nde
nz
a3
:2
Verticale
0%

0,50 min. 0,50 min.


H
a5

0,50 min.
arp

1,00 Variabile 0,50 min.


Sc

0,66

0,20
Verticale
50%

H
a
arp
Sc

%
–50
a
arp
Sc

— Per H 4 3,00 m: S ¼ 1,00 m


— Per 3,00 m < H 4 6,00 m: S ¼ 1,40 m
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO 493

Muri di terrapieni naturali costipati

1 Se b
b  h 5 0,30 m s e 5 0,20  h
12
B  ð0,30  0,40Þ  h
 
1 1
D  ð1  0,5Þ  H H5  h
6 8

h
D

H
b

Dimensionamento analitico (fig. 28.2)

MR ¼ P 0  d 1 þ P 00  d 2 þ P 000  d 3 þ V  d v

MS ¼ Q  d

Per la stabilità deve essere:


MR ¼ 1,5  MS
Sostituendo i valori noti, calcolando i pesi P e i bracci delle forze in funzione dello spessore b incognito, si
ottiene una equazione di 2º grado in b; lo spessore alla base risulta:
b0 ¼ se þ b þ si

b0

se b si

A Q O
V S
1

P쎿

R 2

P씵
d3
R
h

P씵쎿
V S
Q
P씵 3

P쎿
P씵쎿
d

Z C B
d2
4
d1

dv

Fig. 28.2
494 PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

Dimensionamento tabellare
Vengono fissati:
— scarpa interna s i ¼ 0 ;
— scarpa esterna s e ¼ 0 ; 0,10; 0,20;
h1
— rapporto ;
h
— angolo di attrito terra-terra u.
b
Tramite la tabella 28.1 di pagina seguente si ricava il valore del rapporto ¼ k, ossia
h
b ¼ k  h, e b 0 ¼ b þ s e .

Fondazione dei muri di sostegno a gravità (fig. 28.3)


b0
Quando risulta max > t, am oppure e > , per cui si verificherebbero sforzi di trazione a livello del piano
6
di posa del muro sul terreno, si deve aumentare la base A-A0 , cioè realizzare la fondazione con larghezza:
 
b0  u 1 1
B0 ¼ b0  u þ H5  h
2 6 8
r
con un rapporto  0,5  0,7.
H
Se r > 25  30 cm la fondazione viene realizzata a gradoni.
r t, lim
— Tensione massima sul terreno: 2
r t, am

1 S O

P쎿

Se Si
h

R 2
S

r P쎿
P씵
V P씵
V쎿
H

Z A C C쎿 A쎿
u 3

b0
b 0– u
2 b 0– u

B0

Fig. 28.3
Tabella 28.1 Rapporti b=h calcolati considerando cm ¼ 24,00 kN=m 3 e ct ¼ 16,00 kN=m 3 con un grado di sicurezza 1,5.

b
h
h1 h1
h u ¼ 25º u ¼ 30º u ¼ 35º u ¼ 40º u ¼ 45º h

s ¼0 s ¼ 0,1 s ¼ 0,2 s ¼0 s ¼ 0,1 s ¼ 0,2 s ¼0 s ¼ 0,1 s ¼ 0,2 s ¼0 s ¼ 0,1 s ¼ 0,2 s ¼0 s ¼ 0,1 s ¼ 0,2

0 0,368 0,272 0,185 0,333 0,238 0,153 0,300 0,206 0,122 0,269 0,175 0,093 0,239 0,146 0,065 0
0,1 0,419 0,323 0,235 0,380 0,284 0,197 0,343 0,247 0,161 0,307 0,212 0,128 0,273 0,179 0,096 0,1
0,2 0,465 0,369 0,279 0,421 0,325 0,237 0,380 0,284 0,197 0,340 0,245 0,159 0,302 0,208 0,124 0,2
0,3 0,507 0,410 0,320 0,459 0,363 0,273 0,414 0,318 0,230 0,371 0,275 0,188 0,330 0,235 0,149 0,3
0,4 0,545 0,448 0,358 0,494 0,397 0,307 0,446 0,349 0,260 0,399 0,303 0,216 0,355 0,259 0,173 0,4
0,5 0,582 0,484 0,395 0,527 0,430 0,339 0,475 0,379 0,289 0,426 0,329 0,241 0,378 0,282 0,195 0,5
0,6 0,615 0,518 0,426 0,557 0,460 0,369 0,503 0,406 0,316 0,450 0,354 0,265 0,400 0,304 0,216 0,6
0,7 0,648 0,550 0,458 0,587 0,489 0,398 0,529 0,432 0,341 0,474 0,377 0,288 0,421 0,325 0,237 0,7
0,8 0,678 0,581 0,488 0,614 0,517 0,425 0,554 0,457 0,366 0,496 0,400 0,310 0,441 0,345 0,256 0,8
0,9 0,707 0,610 0,517 0,641 0,543 0,451 0,578 0,481 0,389 0,518 0,421 0,331 0,460 0,364 0,274 0,9
1 0,736 0,638 0,545 0,666 0,569 0,476 0,601 0,504 0,412 0,538 0,441 0,351 0,478 0,382 0,292 1
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

1,5 0,862 0,764 0,670 0,781 0,683 0,590 0,705 0,607 0,514 0,631 0,534 0,442 0,561 0,464 0,373 1,5
2 0,973 0,875 0,780 0,881 0,783 0,688 0,795 0,697 0,603 0,712 0,615 0,522 0,633 0,535 0,443 2
2,5 1,072 0,974 0,878 0,971 0,873 0,778 0,876 0,778 0,684 0,785 0,687 0,593 0,697 0,600 0,507 2,5
3 1,163 1,065 0,969 1,053 0,955 0,860 0,950 0,852 0,757 0,851 0,753 0,659 0,756 0,658 0,565 3
4 1,326 1,227 1,131 1,201 1,103 1,007 1,083 0,985 1,098 0,971 0,872 0,778 0,862 0,764 0,610 4
6 1,603 1,504 1,407 1,452 1,353 1,257 1,310 1,211 1,115 1,174 1,075 0,979 1,087 0,944 0,849 6
10 2,048 1,949 1,851 1,855 1,756 1,658 1,673 1,574 1,477 1,499 1,400 1,303 1,332 1,232 1,137 10
495
496 PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

28.2 MURI DI SOSTEGNO A SEMIGRAVITÀ

Dimensionamento di massima
b 5 0,40 m p0 s e 5 0,10  h H 1 5 0,30 m
B ¼ (0,50  0,70)  h in relazione alla presenza o meno del sovraccarico;
h H2
H 2 ¼ 5 1,00 m a condizione che risulti a ¼ arctg 5 40º.
6 B1

Progetto e verifica

Parete verticale — Si calcola la spinta S0 per l’altezza h e il momento MS0 ¼ S0  d0 ;


— si calcola il momento MR rispetto al punto E a valle dovuto alle
b
forze verticali;
— si effettuano le verifiche a scorrimento, a schiacciamento e a ri-
baltamento; per quest’ultima può risultare ðMR =MS Þ < 1; 5, che
si può accettare per la presenza dell’armatura metallica a mon-
te del muro;
MR  Ms b0
— si calcola l’eccentricità: u ¼ ; e¼  u;
h

P 2
S쎾
— si determinano le tensioni rþ 
max e rmax per presso-flessione;
P1
1 
— se rþmax <  rmax la sezione si considera interamente reagente,
d쎾

P2 5
E E facendo però assorbire le tensioni di trazione all’armatura me-
C C쎾
tallica con diametro 1 12 e alla tensione di 175 N/mm2;
1 
— se rþmax   rmax se si considera la sezione parzializzata;
b0 b0 b0 5
3 3 3
— si calcola il momento di trasporto Mt , rispetto al baricentro del-
b0 la base b0 , delle forze verticali e della spinta S;
— si determina l’armatura metallica principale:
Mt
rĆmax
r-max


As ¼ e quella di ripartizione;
175  ðb0  40 mmÞ
— si effettua la verifica della sezione parzializzata calcolando l’as-
se neutro e quindi rc e rs .

Verifica di stabilità globale — Si considera l’intero muro con altezza h0 e si calcolano la spinta
S e i momenti MR ed MS rispetto a Z;
b — si effettuano quindi le verifiche al ribaltamento, a scorrimento
h1

 
e a schiacciamento determinando r max , rmin e rD .

se p
h
h쎾

S
D

E E
H2
H1

a
Z Z쎾
D

B1 b0
B
r-min
r-D
r-max
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO 497

Mensola di fondazione B1 = luce della mensola


þ
— Pressioni di reazione del terreno: rþ
max e rD in
kN/m con valore uguale a quelle prima calcolate

D
ma cambiate di segno;
— pressioni dovute al peso proprio della mensola:
rm
min ¼ H1  1; 00  cm (in kN/m)

H2
AS
H1

rm
max ¼ H2  1; 00  cm (in kN/m)
Z Z쎾
D — carico totale sulla mensola:
B1
0
rmax ¼ r m
max þ rmin (in kN/m)
pressioni di reazione del terreno 0  m
rmin ¼ rD þ rmax (in kN/m)
— si calcola il momento flettente rispetto a D e
+

D
rmax

quindi l’armatura metallica


r

a) + +

 
M
As ¼
rs  ðH2  40 mmÞ
+ pressioni dovute al peso proprio della mensola
— e quella di ripartizione;
— si effettuano le verifiche a flessione e a taglio.
max

b)
m
rmin

-
m

= diagramma risultante dalle pressioni sulla mensola

c)
r쎾min

+
rm쎾 in

r쎾max = r+max
‚ m
+ rmin
r쎾min = rD+‚ + rmax
m

28.3 MURI DI SOSTEGNO IN C.A. CON PARETE VERTICALE A SBALZO

Dimensionamento di massima (fig. 28.4) b

Spessore minimo alla sommità: A A1

— per h 4 3,00: b  20 cm
— per 3,00 m < h 4 6,00: b  30 cm
  s
1 1
h

b0 ¼  h S
10 12 Pt
S1
P1
H 1 ¼ b 0 þ ð10  20 cmÞ minimo H1 ¼ b0 e co-
d

munque non meno di 30  40 cm


d1

C B B쎾
H1

s ¼ ð0,40  0,60Þ  h
H2
H2

O O1
Z P2 Z1
c bo I
h
c¼  ðb0  bÞ 5 40  50 cm B
6
B  ð0; 40  0; 60Þ h

Fig. 28.4
498 PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

Progetto e verifica

Dimensionamento della mensola a — Si calcolano la spinta S1 e il momento MS ¼ S1  d1 ;


monte (fig. 28.4)
— assumendo l come incognita, si calcola il peso
 Pt della terra sulla
l
mensola e il relativo momento MR ¼ Pt  þ bo þ c rispetto
al punto Z; 2

— si imposta l’equazione per la verifica al ribaltamento con un


coefficiente di sicurezza k ¼ 1; 7  2; 0: MR ¼ k  MS ; (oppure si
può calcolare il momento MR rispetto all’estremo O del terzo
medio a valle e allora si assume k ¼ 1; 5); risolvendo si ottiene l.

Parete verticale a sbalzo incastrata — Si calcola la spinta S per l’altezza ðh  H1 Þ e il relativo momento
nella sezione C-B MS ¼ S  d;
— si calcola l’armatura metallica As e quella di ripartizione (in ge-
nere si considera una armatura doppia con A0s ¼ 0; 25  As );
— si effettuano le verifiche a flessione e a taglio;
— è opportuno calcolare l’armatura anche per la sezione a metà al-
tezza a causa della riduzione del momento.

Verifica di stabilità globale — A livello del piano di posa Z-Z1 il terreno è sollecitato a presso-
flessione;
— considerando tutto il muro (parete verticale e solettone di base)
si effettuano le verifiche al ribaltamento (centro dei momenti
Z), a scorrimento e a schiacciamento con tensioni rt;max e rt;min .

Mensola interna FZ1

a) peso proprio
del terreno
rg
H1

Z E F Z1

b) peso proprio
rp

della mensola
rt, min
rF
rE
r t, max

c) reazione
del terreno
rE, tot
r Z, tot

d) carichi risultanti
sulle mensole
rF, tot

rZ 1, tot
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO 499

— Si calcola il carico r p in kN/m dovuto al peso proprio;


— si calcola il carico rg in kN/m dovuto alla terra sopra la mensola;
— si determina il valore di rE e di rF in kN/m;
— carico sulla mensola:
þ
rZ1 tot ¼ r
p þ rt;min þ rg
 (in kN/m)
 þ
rF;tot ¼ rp þ rF þ rg  (in kN/m) sffiffiffiffiffiffiffi
M
— si calcola il momento rispetto a F, l’armatura metallica ðAs ¼ t  L  con L = 1000) e si effettua la
verifica a taglio. l

Mensola esterna ZE — Carico sulla mensola:


rZ;tot ¼ r þ
p þ rt;max (in kN/m)
 þ
rE;tot ¼ rp þ rE (in kN/m)
— si calcola l’armatura metallica e si effettua la verifica a taglio.

28.4 MURI DI SOSTEGNO PREFABBRICATI

Tabella 28.2 Tipologie dei muri prefabbricati Tensiter.

Tipo Altezza Scopo

N 1,5  5 m sostegno rilevati


e
T 5  13 m sottoscarpa

S % 12 m spalle da ponte

F % 13 m controripa
Ogni tipo è prodotto nelle classi L (leggera), M (media) e P (pesante).

Pannelli senza tirante per muri prefabbricati tipo N Tensiter (fig. 28.5)

S
armature fuoruscenti
dal prefabbricato
W

pannello tipo N
T

Z prefabbricato
h
platea gettata
H

X in opera
P
armature fuoruscenti
1,25 1,25 dal pannello
vista interna
Q
R

B
cordolo di
fondazione in cls

armature supplementari
della platea

Fig. 28.5
500 PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

Pannelli con tirante per muri prefabbricati tipo T Tensiter (vedi tabella 28.3) (fig. 28.6)

T
h
X
pannello prefabbricato
tipo T

1,25 1,25

cerniera sigillata con malta


speciale ad alta resistenza vista interna
H

armature supplementari della platea


tirante in c.a.
prefabbricato

P
B
Z

platea gettata
in opera
Q
R

cordolo di fondazione
in cls

Fig. 28.6

Muri prefabbricati tipo F Tensiter (vedi tabella 28.4) (fig. 28.7)

Fig. 28.7
Tabella 28.3 Dimensioni dei muri prefabbricati Tensiter (tipi N e T).

Altezza Prefabbricato Platea


utile Peso Peso
Tipo Sigla h B T X W Z S E P Q R Volume
H pannello acciaio
(m) (m) (cm) (cm) (m) (cm) (m) (cm) (cm) (m) (cm) (cm) (m3 /m)
(t) (daN/cad)

Serie NL 15 NL 1,50 1,47 16 10 1,68 34,7 0,17 0,58 1,00 20 14 0,14 4,4
(senza tirante) 20 NL 2,00 1,97 16 10 2,22 39,3 0,21 0,68 1,20 24 14 0,19 5,2
(fig. 28.5)
25 NL 2,50 2,47 16 10 2,90 43,9 0,25 0,87 1,45 28 16 0,27 8,1
30 NL 3,00 2,97 16 11 3,44 49,5 0,29 1,10 1,65 32 18 0,35 8,9
35 NL 3,50 3,47 16 11 4,03 54,1 0,33 1,32 1,90 36 20 0,45 13,7
40 NL 4,00 3,97 16 11 4,62 58,7 0,37 1,55 2,10 40 22 0,55 18,3
45 NL 4,50 4,47 16 12 5,21 64,1 0,42 1,83 2,35 45 25 0,70 20,9
50 NL 5,00 4,97 16 12 5,80 68,6 0,47 2,08 2,55 50 30 0,88 28,4

Serie TL 55 TL 5,50 5,47 16 12 6,35 62,3 2,45 2,44 2,80 30 15 0,64 22,5
8 20
(con tirante) 60 TL 6,00 5,97 16 13 6,90 65,9 2,65 2,76 3,00 30 15 0,68 25,0
(fig. 28.6) 70 TL 7,00 6,97 16 13 8,05 71,9 3,05 3,33 3,45 35 20 0,96 39,7
80 TL 8,00 7,97 20 14 9,15 78,5 3,45 4,39 3,90 40 25 1,28 54,5
90 TL 9,00 8,97 20 14 10,30 84,5 3,85 5,10 4,35 45 25 1,56 69,6
100 TL 10,00 9,97 25 15 11,45 91,1 4,25 6,66 4,80 50 30 1,98 91,6
110 TL 11,00 10,96 25 15 12,55 102 4,65 7,84 5,25 60 40 2,68 123
120 TL 12,00 11,96 26,5 16,5 13,70 109 5,05 9,29 5,70 70 50 3,49 147
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

130 TL 13,00 12,96 26,5 16,5 14,85 115 5,45 10,35 6,15 80 60 4,37 184
135 TL 13,50 13,46 26,5 16,5 15,40 118 5,65 10,88 6,35 90 70 5,14 209

Serie NM 15 NM 1,50 1,47 16 11 1,71 40,4 0,21 0,60 1,15 24 14 0,18 5,9
(senza tirante) 20 NM 2,00 1,97 16 11 2,35 45,0 0,25 0,82 1,40 28 16 0,26 8,5
(fig. 28.5) 25 NM 2,50 2,47 16 11 2,94 49,6 0,29 1,05 1,65 32 18 0,34 11,7
30 NM 3,00 2,97 16 12 3,57 55,1 0,33 1,32 1,90 36 20 0,44 15,4
10 27
35 NM 3,50 3,47 16 12 4,16 59,7 0,37 1,57 2,15 40 22 0,56 20,7
40 NM 4,00 3,97 16 12 4,75 64,2 0,42 1,83 2,40 45 25 0,71 25,8
45 NM 4,50 4,47 16 13 5,35 69,6 0,47 2,14 2,65 50 30 0,91 33,0
50 NM 5,00 4,97 16 13 5,95 74,1 0,52 2,43 2,90 55 35 1,14 40,6
501

! segue
Prefabbricato Platea
502

Altezza
utile Peso Peso
Tipo Sigla h B T X W Z S E P Q R Volume
H pannello acciaio
(m) (m) (cm) (cm) (m) (cm) (m) (cm) (cm) (m) (cm) (cm) (m3 /m)
(t) (daN/cad)

Serie TM 50 TM 5,00 4,97 16 13 5,85 63,6 2,45 2,54 2,90 30 15 0,65 35,5
(con tirante) 55 TM 5,50 5,47 16 13 6,40 66,6 2,65 2,83 3,15 30 15 0,71 37,7
(fig. 28.6) 60 TM 6,00 5,97 16 13 7,00 69,6 2,85 3,13 3,40 35 20 0,93 39,9
70 TM 7,00 6,97 20 14 8,10 76,2 3,25 4,17 3,90 40 25 1,28 53,5
80 TM 8,00 7,97 20 14 9,25 82,2 3,65 4,90 4,40 45 25 1,57 67,6
10 27
90 TM 9,00 8,97 25 15 10,35 88,8 4,05 6,40 4,90 55 35 2,25 93,5
100 TM 10,00 9,97 26,5 16,5 11,50 95,7 4,45 7,68 5,40 65 45 3,02 123
110 TM 11,00 10,96 26,5 16,5 12,65 106,6 4,85 9,00 5,90 75 55 3,89 160
120 TM 12,00 11,96 28 18 13,80 113,5 5,25 10,50 6,40 85 65 4,86 205
130 TM 13,00 12,96 28 18 14,90 119,5 5,65 11,70 6,90 95 75 5,93 257

Serie NP 15 NP 1,50 1,47 16 12 1,84 45,8 0,25 0,63 1,35 28 16 0,24 7,8
(senza tirante) 20 NP 2,00 1,97 16 12 2,44 50,5 0,29 0,87 1,70 32 18 0,35 11,8
(fig. 28.5) 25 NP 2,50 2,47 16 12 3,12 55,1 0,33 1,11 2,00 36 20 0,47 16,1
30 NP 3,00 2,97 16 13 3,76 60,6 0,37 1,39 2,35 40 22 0,61 25,9
35 NP 3,50 3,47 16 13 4,35 65,1 0,42 1,66 2,65 45 25 0,79 35,8
40 NP 4,00 3,97 16 13 5,01 69,6 0,47 1,94 3,00 50 30 1,04 46,0
45 NP 4,50 4,47 16 13 5,56 74,1 0,52 2,22 3,15 55 35 1,24 58,8
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

Serie TP 45 TP 4,50 4,47 16 13 5,35 63,4 2,45 2,30 3,15 45 25 1,10 42,0
10 32
(con tirante) 50 TP 5,00 4,97 16 13 5,95 66,5 2,65 2,59 3,40 50 30 1,36 48,5
(fig. 28.6) 60 TP 6,00 5,97 20 14 7,05 73,0 3,05 3,54 3,90 60 40 1,96 69,2
70 TP 7,00 6,97 25 15 8,20 79,6 3,45 4,80 4,45 70 50 2,69 96,7
80 TP 8,00 7,97 25 15 9,35 85,7 3,85 5,64 4,95 80 60 3,49 133
90 TP 9,00 8,97 26,5 16,5 10,45 92,5 4,25 6,86 5,50 90 70 4,43 177
100 TP 10,00 9,97 28 18 11,60 104,2 4,65 8,51 6,00 100 80 5,44 236
110 TP 11,00 10,96 28 18 12,75 110,3 5,05 9,61 6,50 115 95 6,86 309
117 TP 11,75 11,71 28 18 13,60 116,3 5,35 10,60 6,80 120 100 7,52 379
Tabella 28.4 Dimensioni dei muri prefabbricati di controripa Tensiter (tipo F) (fig. 28.7).

Altezza Prefabbricato Platea

Sigla utile h Peso Peso


L A Y T W B E S P Q R Volume
H costrut- pannello acciaio
(m) (cm) (m) (m) (cm) (cm) (cm) (cm) (m) (m) (m) (m3 /m)
(m) tiva (m) (t) (daN/cad)

(30 FL) 3,00 3,12 0,96 14,7 16 11 51,9 1,12 1,45 26 17 0,25 9,3
(35 FL) 3,50 3,63 1,20 14,6 16 11 54,4 1,32 1,65 28 19 0,32 11,9
40 FL 4,00 4,14 1,44 14,6 16 11 56,9 1,53 1,85 30 21 0,39 16,2
45 FL 4,50 4,65 1,65 16,5 19 12 59,9 1,84 2,00 35 23 0,48 20,0
50 FL 5,00 5,16 1,86 26,4 19 12 62,3 2,10 2,20 40 26 0,60 24,1
55 FL 5,50 5,67 2,02 26,5 19 12 65,3 2,35 2,40 45 28 0,73 30,2
60 FL 6,00 6,18 2,18 28,4 22 13 68,9 2,74 2,60 50 30 0,87 33,3
70 FL 7,00 7,20 2,50 28,5 22 13 74,9 12 20  21,5 8 3,30 3,00 60 35 1,20 46,5
80 FL 8,00 8,22 2,82 40,5 25 14 81,5 4,15 3,40 70 45 1,69 60,8
90 FL 9,00 9,24 3,14 42,5 28 15 88,1 5,08 3,80 80 55 2,25 83,4
100 FL 10,00 10,26 3,41 52,6 28 15 94,1 5,88 4,20 95 70 3,09 111
110 FL 11,00 11,28 3,73 54,7 31 16 105,0 7,12 4,60 105 80 3,82 137
120 FL 12,00 12,30 4,00 66,8 34 17 111,6 8,49 4,95 120 95 4,82 159
130 FL 13,00 13,32 4,27 76,9 34 17 117,6 9,56 5,35 135 110 5,98 196
132 FL 13,25 13,57 4,37 76,9 34 17 117,6 9,68 5,45 135 110 6,10 214
(30 FM) 3,00 3,12 1,19 17,0 19 12 55,8 1,37 1,60 28 19 0,30 11,1
(35 FM) 3,50 3,63 1,43 17,0 19 12 58,3 1,62 1,85 30 21 0,39 15,7
40 FM 4,00 4,14 1,64 17,0 19 12 60,8 1,87 2,05 35 23 0,49 17,4
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

45 FM 4,50 4,65 1,85 28,8 22 13 63,6 2,26 2,30 40 26 0,63 23,0


50 FM 5,00 5,16 2,01 28,8 22 13 66,6 2,55 2,55 45 28 0,77 27,7
55 FM 5,50 5,67 2,17 28,9 22 13 69,6 2,85 2,75 50 30 0,92 34,4
60 FM 6,00 6,18 2,33 30,8 25 14 73,2 3,30 3,00 55 32 1,09 44,6
70 FM 7,00 7,20 2,65 40,9 25 14 79,2 14 27  28,5 10 4,01 3,40 65 40 1,52 62,9
80 FM 8,00 8,22 2,97 42,9 28 15 85,8 4,94 3,85 75 50 2,09 81,2
90 FM 9,00 9,24 3,24 55,0 31 16 92,4 6,04 4,30 90 65 2,95 110
100 FM 10,00 10,26 3,56 55,1 31 16 102,7 7,02 4,70 100 75 3,68 135
110 FM 11,00 11,28 3,83 67,2 34 17 109,3 8,38 5,15 115 90 4,77 166
120 FM 12,00 12,30 4,15 69,2 37 18 115,9 9,83 5,55 125 100 5,67 204
130 FM 13,00 13,32 4,42 79,3 37 18 121,9 11,06 6,00 140 115 7,00 246
132 FM 13,25 13,57 4,52 79,3 37 18 121,9 11,20 6,10 140 115 7,12 258
503
504 PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO

Tabella 28.5 Fondazioni dirette standard per muri prefabbricati Tensiter (tipi N e T)
(dimensioni di massima) (fig. 28.8).
Dimensione della fondazione Carico sul terreno
Altezza del
Serie muro Muri di Muri di
(m) C F M N P Volume
sostegno sottoscarpa
(m) (m) (m) (m) (m) (m3 /m)
(daN/cm2 ) (daN/cm2 )

NL 2,00 0,50 0,60 0,15 0,65 1,20 0,39 1,20 1,20


3,00 0,60 0,70 0,20 0,80 1,65 0,56 1,80 1,90
4,00 0,75 0,85 0,25 0,95 2,10 0,83 2,30 2,50
5,00 0,90 1,00 0,30 1,10 2,55 1,15 2,90 3,10

TL 6,00 1,10 1,20 0,40 1,30 3,00 1,68 3,20 3,60


7,00 1,35 1,40 0,50 1,50 3,45 2,35 3,50 4,00
8,00 1,60 1,60 0,60 1,70 3,90 3,12 3,80 4,30
9,00 1,90 1,80 0,70 1,90 4,35 4,05 4,10 4,50
10,00 2,20 2,00 0,80 2,15 4,80 5,15 4,40 4,80
11,00 2,50 2,20 0,90 2,40 5,25 6,38 4,70 5,10
12,00 2,80 2,40 1,00 2,70 5,70 7,80 5,00 5,30
13,00 3,10 2,60 1,10 3,00 6,15 9,36 5,30 5,60

NM 2,00 0,75 0,80 0,30 0,75 1,40 0,72 1,20 1,30


3,00 0,90 1,00 0,40 0,90 1,90 1,10 1,70 1,90
4,00 1,10 1,20 0,50 1,10 2,40 1,62 2,20 2,40
5,00 1,30 1,40 0,60 1,30 2,90 2,24 2,60 2,90

TM 6,00 1,60 1,60 0,75 1,50 3,40 3,08 2,80 3,10


7,00 1,95 1,80 0,85 1,80 3,90 4,14 3,10 3,50
8,00 2,30 2,00 1,00 2,15 4,40 5,45 3,30 3,80
9,00 2,75 2,20 1,15 2,50 4,90 7,04 3,50 4,10
10,00 3,20 2,40 1,35 2,90 5,40 8,94 3,70 4,20
11,00 3,75 2,60 1,55 3,30 5,90 11,18 3,80 4,40
12,00 4,30 2,80 1,70 3,75 6,40 13,65 4,00 4,60
13,00 5,00 3,00 1,90 4,30 6,90 16,80 4,10 4,60

NP 2,00 1,00 1,00 0,50 0,90 1,70 1,20 1,70 1,00


3,00 1,25 1,25 0,60 1,10 2,35 1,84 1,70 1,50
4,00 1,50 1,50 0,70 1,30 3,00 2,63 2,10 2,10

TP 5,00 1,70 1,75 0,85 1,50 3,40 3,54 2,60 2,70


6,00 2,10 2,00 1,00 1,80 3,90 4,90 2,80 3,10
7,00 2,50 2,25 1,20 2,20 4,45 6,64 3,00 3,50
8,00 3,00 2,50 1,40 2,60 4,95 8,75 3,20 3,80
9,00 3,50 2,75 1,60 3,00 5,50 11,14 3,40 4,10
10,00 4,00 3,00 1,80 3,40 6,00 13,80 3,60 4,40
11,00 4,55 3,20 2,00 3,80 6,50 16,56 3,80 4,60

Fig. 28.8
PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO 505

Tabella 28.6 Fondazioni dirette per muri prefabbricati di controripa Tensiter (serie FM)
(dimensioni di massima) (fig. 28.9).
Dimensione della fondazione
Altezza
del muro
H Volume
C F M N P Hg
(m) platea
(m) (m) (m) (m) (m) (m)
(m3 /m)

4,00 1,00 0,70 0,70 0,30 2,05 1,42 0,49


5,00 1,25 0,80 0,85 0,40 2,55 1,77 0,77
6,00 1,50 0,95 1,00 0,50 3,00 2,07 1,09
7,00 1,75 1,10 1,10 0,60 3,40 2,37 1,52
8,00 2,00 1,25 1,35 0,65 3,85 2,67 2,09
9,00 2,25 1,40 1,50 0,75 4,30 2,91 2,95
10,00 2,50 1,50 1,65 0,85 4,70 3,21 3,68
11,00 2,75 1,65 1,85 0,90 5,15 3,45 4,77
12,00 3,00 1,80 2,00 1,00 5,55 3,75 5,67
13,00 3,25 1,95 2,15 1,10 6,00 4,00 7,00
13,25 3,40 2,00 2,20 1,20 6,10 4,10 7,12

%
nza 20
pende

P
H

M
Hg
F

Fig. 28.9
Strutture in zona sismica
29

29.1 LA NORMATIVA
La progettazione nelle zone sismiche è regolata dalle prescrizioni contenute nelle N.T.C. 2008 (D.M.
14/01/2008) al Paragrafo 3.2 per l’azione sismica e al Capitolo 7 per la progettazione, e nelle relative Istru-
zioni per l’applicazione emanate con la C.M. 617 del 02/02/2009.
La normativa prevede la suddivisione del territorio nazionale in quattro zone (fig. 29.1) in funzione della
relativa pericolosità sismica, ossia dell’accelerazione massima orizzontale attesa ag espressa in g/10:
— zona 1: con la massima pericolosità sismica;
— zona 2: con possibilità di terremoti abbastanza forti;
— zona 3: con scuotimenti modesti;
— zona 4: è la meno pericolosa con danni modesti.
Le N.T.C. 2008 impongono l’adozione del M.S.L. per il calcolo strutturale, ma consentono ancora l’appli-
cazione del M.T.A. con le seguenti limitazioni:
— le costruzioni devono essere di tipo 1 e 2 (opere provvisorie, strutture in fase costruttiva, opere ordi-
narie infrastrutturali con dimensioni contenute e di modesta importanza);
— le costruzioni devono appartenere alle Classi d’uso I e II (edifici agricoli, presenza occasionale di per-
sone o con normali affollamenti, senza funzioni pubbliche e sociali, industrie con attività non perico-
lose per l’ambiente);
— le costruzioni devono ricadere in zona 4; devono essere applicate integralmente le norme di cui al D.M.
LL.PP. 16/01/1996 e relativa C.M. 10/04/1997 con le Istruzioni per l’applicazione, assumendo il grado di
sismicità S = 5;
— per i materiali, i prodotti, le azioni e il collaudo statico si applicano le prescrizioni contenute nelle
N.T.C. 2008.

Zone sismiche
(livello di pericolosità)
zona 1 (alto)
BOLZANO
zona 2 (medio)

AOSTA TRIESTE zona 3 (basso)


MILANO
TORINO VENEZIA zona 4 (molto basso)

BOLOGNA
GENOVA
ANCONA
FIRENZE

PERUGIA
L’AQUILA
ROMA
CAMPOBASSO
BARI

POTENZA
NAPOLI

CAGLIARI CATANZARO

PALERMO

Fig. 29.1
STRUTTURE IN ZONA SISMICA 507

29.2 LE SCALE SISMICHE E L’AZIONE SISMICA


Scale sismiche
— Scala Mercalli Modificata (MM): misura i terremoti in funzione della loro intensità e comprende dodici
gradi di intensità, dal I grado con scosse appena percettibili al XII grado con effetti di grande catastrofe.
— Scala Richter: è basata sul confronto fra l’ampiezza massima del terremoto reale e quella di un terre-
moto campione; va da una magnitudo 3,5 a oltre 8,0.

Azione sismica
Viene definita tramite i seguenti parametri spettrali:
ag = accelerazione massima orizzontale al sito;
Fg (termine adimensionale) = valore massimo di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;
Tc (in secondi) = periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.
Lo spettro è la registrazione del movimento del suolo per effetto del sisma.
Questi parametri sono contenuti nell’Allegato B alle N.T.C. 2008, oppure possono essere ricercati sui siti
tecnici.

29.3 CARATTERISTICHE DELLE COSTRUZIONI


Le costruzioni, per quanto possibile, devono avere una struttura iperstatica con regolarità in pianta e in
altezza.

Regolarità in pianta
— La pianta deve essere compatta e approssimativamente simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali;
— la pianta deve essere inscrivibile in un rettangolo con rapporto a=b < 4 (fig. 29.2);
— i solai devono essere infinitamente rigidi nel loro piano rispetto agli elementi verticali;
— eventuali rientri e sporgenze devono avere dimensioni c; d < 0; 25  b; e; f ; g < 0; 25  a (fig. 29.2);

g
rettangolo circoscritto
c

a <4
b

b
d
d

e f
a

c, d < 0,25 b
e, f, g < 0,25 a

Fig. 29.2

Regolarità in altezza
— I sistemi resistenti verticali si de- parete strutturale
continua
h

vono estendere per tutta l’altezza


della costruzione (fig. 29.3);

h s
x=
t

pareti resistenti
Fig. 29.3 t
continue
508 STRUTTURE IN ZONA SISMICA

— massa e rigidezza si devono mantenere costanti o ridursi gradualmente dalla base alla sommità:
 variazioni di massa da un orizzontamento all’altro < 25%;
 variazioni di rigidezza da un orizzontamento all’altro: in riduzione < 30% e in aumento < 10%
(fig. 29.4); la rigidezza può essere ottenuta con nuclei o pareti in c.a. o muratura con sezione costante
che devono assorbire almeno il 50% dell’azione sismica (fig. 29.5);

nucleo in c.a. a sezione


d costante (vano ascensore)

variazioni di massa degli


oriz zontament i 25 % da uno
c
a ll' altro

variazioni di rigidezza da
b un oriz zontament o a que llo
sovra sta nte b su a , c su b ,
d su c : in riduzione 30 % e
a in a um e nto 10 %

almeno 50%
dell’azione sismica

Fig. 29.4 Fig. 29.5

— eventuali restringimenti della sezione orizzontale di ogni solaio non devono superare il 30% della cor-
rispondente dimensione del primo solaio, né il 20% di quella del solaio immediatamente sottostante
(fig. 29.6).

max 20 % · l 1

max 30 % · l

l1

Fig. 29.6

Distanza fra costruzioni contigue


Non deve essere inferiore alla somma degli spostamenti massimi calcolati per lo Stato Limite di Salva-
guardia (S.L.V.).

Altezza massima dei nuovi edifici


— Costruzioni di legno o di muratura non armata in zona 1: altezza massima 2 p.f.t. dal piano di campagna
o dal ciglio della strada; per altre zone deve essere limitata in funzione della classificazione del terri-
torio e delle capacità dissipative della costruzione;
— altre tipologie strutturali (c.a., acciaio ecc.): altezza massima in funzione delle capacità resistenti e de-
formative della struttura;
— l’altezza è in funzione della larghezza stradale ed è definita dai regolamenti e dagli strumenti urbani-
stici.
STRUTTURE IN ZONA SISMICA 509

Edifici con struttura in c.a.


— Il conglomerato deve essere di classe non inferiore a C20/25;
— si deve utilizzare acciaio tipo B450C; è ammesso l’uso di acciaio tipo B450A per reti e tralicci con dia-
metri compresi fra 5 mm e 10 mm;
— larghezza delle travi b  20 cm; per travi in spessore deve essere al massimo b  2  bc (fig. 29.7);
— nelle travi deve risultare b=h  0; 25;
— dimensione minima della sezione trasversale non inferiore a 250 mm;
— lo spessore delle pareti in c.a. non deve essere inferiore al valore massimo tra 150 mm e 1/20 dell’al-
tezza di interpiano.

l/2 bc l/2

b 2 bc
Fig. 29.7

Edifici con struttura in acciaio


L’acciaio per le strutture deve rispondere ai requisiti relativi alle strutture non in zona sismica e determi-
nate parti a prescrizioni aggiuntive.
Sono previste strutture sismo-resistenti solo di tipo intelaiato in diverse tipologie.

Strutture composte acciaio-calcestruzzo


— La classe del calcestruzzo non deve essere inferiore a C20/25 e superiore a C40/50;
— l’acciaio per c.a. deve essere del tipo B450C; per reti e tralicci è ammesso l’uso del tipo B450A con
diametri compresi fra 5 mm e 10 mm;
— l’acciaio strutturale deve essere del tipo uguale a quello impiegato per le strutture in acciaio.

Edifici con struttura in legno


Le tipologie strutturali da prevedere dipendono dalle caratteristiche di duttilità e di dissipazione che pre-
senta la struttura progettata.
I requisiti dei materiali sono quelli già esaminati per le strutture in legno.

Edifici con struttura in muratura


Le costruzioni in muratura ordinaria e armata devono essere realizzate nel rispetto delle prescrizioni re-
lative alle strutture murarie in zona non sismica, anche per quanto riguarda le caratteristiche dei materiali,
per i quali le N.T.C. 2008 forniscono ulteriori indicazioni.
Per costruzioni semplici, che presentano regolarità in pianta e in elevazione, si intendono quelle che ri-
spettano le limitazioni necessarie per applicare il ‘‘Dimensionamento semplificato’’ nelle zone non sismi-
che previsto dalle N.T.C., integrate dalle seguenti:
— numero dei piani dentro e fuori terra: tre per muratura ordinaria e quattro per muratura armata;
— in ciascuna delle due direzioni si devono prevedere due sistemi di pareti con lunghezza complessiva, al
netto delle aperture, non inferiore al 50% della dimensione della costruzione nella stessa direzione,
posti a una distanza ortogonale non inferiore al 75% della dimensione della costruzione nella stessa
direzione ortogonale (fig. 29.8); almeno il 75% dei carichi verticali deve gravare sulle pareti resistenti
alle azioni orizzontali;
— in ognuna delle due direzioni devono essere previste pareti resistenti alle azioni orizzontali con inte-
rasse i  7; 00 m per muratura ordinaria e i  9; 00 m per muratura armata;
— per ogni piano e per ciascuna delle due direzioni ortogonali il rapporto fra la sezione resistente delle
pareti e la superficie lorda del piano deve rispettare i valori in tabella 29.1;
— le strutture di fondazione devono essere continue in c.a.;
> 75% • a
510

≥ 50% • b
b

75% • b

≥ 75% • b
≥ 50% • a

Fig. 29.8

Tabella 29.1 Rapporto tra sezione resistente delle pareti e superficie lorda del piano per ciascuna direzione ortogonale.
Accelerazione di picco
del terreno
(g accelerazione di gravità)  0,07 g  0,1 g  0,15 g  0,20 g  0,25 g  0,30 g  0,35 g  0,40 g  0,45 g  0,4725 g
STRUTTURE IN ZONA SISMICA

Tipo Numero
di struttura piani

1 3,5% 3,5% 4,0% 4,5% 5,0% 5,5% 6,0% 6,0% 6,0% 6,5%
Muratura 2 4,0% 4,0% 4,5% 5,0% 5,5% 6,0% 6,5% 6,5% 6,5% 7,0%
ordinaria
3 4,5% 4,5% 5,0% 5,5% 6,0% 6,5% 7,0%

1 2,5% 3,0% 3,0% 3,0% 3,5% 3,5% 4,0% 4,0% 4,5% 4,5%

2 3,0% 3,5% 3,5% 3,5% 4,0% 4,0% 4,5% 5,0% 5,0% 5,0%
Muratura
armata 3 3,5% 4,0% 4,0% 4,0% 4,5% 5,0% 5,5% 5,5% 6,0% 6,0%

4 4,0% 4,5% 4,5% 5,0% 5,5% 5,5% 6,0% 6,0% 6,5% 6,5%
STRUTTURE IN ZONA SISMICA 511

N fk
— per ogni piano deve risultare: r¼  0; 25 
A cM
— N ¼ carico verticale valutato con cG ¼ cQ ¼ 1;
cM ¼ coefficiente parziale di sicurezza.

Per costruzioni nelle zone 2, 3, 4 non sono necessarie analisi e verifiche di sicurezza.

Regole di dettaglio
Muratura ordinaria:
— cordolo a ogni piano tra solai e pareti con le caratteristiche in figura 29.9;

A s > 800 mm2


(4 Ø 16 o 6 Ø 14)

staffe Ø 6 con i 250 mm

max 60 mm

Fig. 29.9

— negli incroci d’angolo tra due pareti perimetrali l’armatura deve essere prolungata per almeno 1,00 m
(fig. 29.10);
1,00 m

1,00 m

1,00 m

1,00 m

Fig. 29.10

— sopra ogni apertura deve essere previsto un architrave resistente a flessione.


512 STRUTTURE IN ZONA SISMICA

Muratura armata:
— Si devono osservare le regole di dettaglio della muratura ordinaria;
— l’armatura in barre o tralicci deve essere  0,04% e  0,5% dell’area lorda della muratura;
— parapetti ed elementi di collegamento devono essere collegati all’armatura orizzontale delle pareti.

Edifici con isolamento sismico


Per limitare gli effetti del sisma, le costruzioni possono essere dotate di dispositivi antisismici, disposti fra
la struttura e le fondazioni, che consentono una riduzione delle sollecitazioni e delle deformazioni dovute
alle azioni orizzontali del sisma.

Fondazioni
— Per la stessa costruzione il tipo di fondazione deve essere unico e presentare una elevata rigidezza;
— le fondazioni superficiali devono essere collegate fra loro con un reticolo di travi.

Muri di sostegno
Applicando il M.S.L. le verifiche di sicurezza si devono effettuare nei confronti delle condizioni di stabilità
globale, estese alla stabilità dei pendii e alle verifiche delle fondazioni in presenza del sisma.
Con il M.T.A. si considerano le seguenti forze (fig. 29.11):
— spinta statica Q esercitata dal terrapieno; 2 cos2 ða þ wÞ
— incremento di spinta orizzontale applicato alla distanza d ¼  h: DQ ¼ Q0  Q
3 cos2 a  cos w
— Q0 = spinta orizzontale del terrapieno calcolata per e0 ¼ e þ w e a0 ¼ a þ w
essendo w  1º; 718 con C ¼ 0; 03;
— forza d’inerzia orizzontale Fi ¼ C  W applicata nel baricentro G del muro;
— W = peso proprio del muro, del terreno e di altri carichi permanenti sopra la soletta di fondazione.
Per muri con h < 3; 00 m le verifiche possono essere omesse.

+e
-e

+a
-a
Q

Fi
h

G
Q
h
2.
3
di

Fig. 29.11
Idraulica
30 e costruzioni idrauliche

30.1 IDROSTATICA

Peso per unità di volume


Peso di 1 m3 di acqua distillata a 4 oC e alla pressione normale di 76 cm di colonna di mercurio (1 atm):
c ¼ 10; 00 kN.

Pressione atmosferica
A 0 oC e a livello del mare ha il valore 101 325 Pa  10,13 N/cm2 ; in pratica si assume uguale a 10 N/cm2
per una temperatura media di 17 oC.

Pressione idrostatica
p ¼ h  c;
è misurabile in funzione dell’altezza che il liquido raggiunge in un condotto verticale.

Spinta idrostatica P
Superfici piane (fig. 30.1)

a a

a) A b)
h
2 .
3
d1 =

P
X
h
1.
3

45° b = 1,00
B
Fig. 30.1
Pmax

P
h

P
2.
3 .l

3
2

Pm
h

ax
l

1.
3 .l

3
1

P
c

P ¼ A  h0  c
514 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

dove: A ¼ superficie premuta;


h 0 ¼ distanza fra il baricentro della superficie premuta e la superficie libera;
c  10,00 kN=m 3 .
1
— Distanza del punto di applicazione della spinta (fig. 30.1a): d¼ h
3
e in generale (fig. 30.2):
Ix
d1 ¼
Sx

x x x

d1

h0
B A

h1
X
C
D

d2
b1

Fig. 30.2

dove: I x ¼ momento d’inerzia dell’area premuta rispetto all’asse x;


S x ¼ momento statico dell’area premuta rispetto all’asse x.

Superfici curve (fig. 30.3)


h2
P¼D c
2

S
P
P P
2 2

–P P –P
2 2
R
P
2

D t

T
P
h
2 .
3

P
2
h

U
h
1 .
3

Fig. 30.3
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE 515

30.2 MURI A GRAVITÀ DI CONTENIMENTO DELL’ACQUA

Progetto
Si applicano gli stessi metodi esposti per i muri di sostegno delle terre; il dimensionamento si effettua in
funzione della stabilità al ribaltamento assumendo come centro di rotazione l’estremo a valle del terzo
medio.

Verifiche
MR
Verifica al ribaltamento 5 1; 5
MS

forze orizzontali
Verifica alla traslazione sul piano di posa 4 0; 75
forze verticali

Verifica al carico limite dell’insieme fondazione-terreno a livello del terreno


b0
Deve sempre risultare: e4
6
essendo b 0 lo spessore del muro alla base e si deve effettuare la verifica a presso-flessione.
Nel caso di possibili infiltrazioni di acqua sotto il muro la sua base è b
soggetta alla sottospinta:
1
Ss ¼  m  h  cx  b0
2

Le sottopressioni dovute a Ss presentano una variazione lineare con


valore nullo in corrispondenza dell’estremo a valle Z e massimo nel-
lo spigolo a monte (fig. 30.4) con valore:
h

p ¼ m  h  cx
S
Il coefficiente m dipende dalle caratteristiche del terreno; media-
mente varia da 0,50 a 1.
h
3

Z
p

Ss

2b 1b
3 0 3 0

Fig. 30.4 b0

30.3 IDRODINAMICA

Portata Q¼AV

Q
Velocità media V¼
A

A1 V2
Equazione della continuità ¼
A2 V1

e quindi riducendo l’area aumenta la velocità.


516 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

Teorema di Bernoulli

Liquidi perfetti con moto permanente


(velocità e pressione variano da punto a punto ma in ogni punto sono costanti nel tempo)

linea dei carichi totali

v12 p1
h1 þ þ ¼ V1
2
V2
2

2g c 2.g 2.g

v22 p2
¼ h2 þ þ ¼ k (costante)
2g c li n
ea
pie
zom
etri
p1 ca
c
dove: h ¼ altezza geometrica
v2
¼ altezza cinetica
2g p2
c
p
¼ altezza piezometrica
c S1

h1
S2

h2

orizzontale di riferimento

Liquidi perfetti con moto uniforme


(velocità e pressione sono costanti nel tempo e in tutti i punti)

linea dei carichi totali

p1 p2 V2 V2
h1 þ ¼ h2 þ ¼ k (costante) 2.g 2.g
c c
linea piezometrica

p1
c
p2
c

S1

h1
S2

h2

orizzontale di riferimento
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE 517

Liquidi reali con moto permanente

linea dei carichi totali

p1 v12 Y1 Y2
h1 þ þ þ Y1 ¼
c 2g linea d
e i caric
hi effe
v22
2
p2 tt ivi

y
V1
¼ h2 þ þ þ Y2 ¼ k (costante) 2.g
c 2g V2
2

2.g
line
ap
iezo
p1 me
tric
a
Y ¼ perdita di carico totale in corri- c

spondenza di una sezione


p2
c
S1
l

S2

h1
h2

orizzontale di riferimento

Liquidi reali con moto uniforme

linea dei carichi totali

p1 Y1
h1 þ þ Y1 ¼ Y2
c
linea
dei ca
p2 richi
y

V2 effettiv
¼ h2 þ þ Y2 ¼ k (costante) 2.g i
c
V2
linea
piezo 2.g
metric
a
p1
c

p2
c

S1 l

h1
S2

h2

orizzontale di riferimento

Teorema di Torricelli
Velocità di efflusso di un liquido perfetto da un foro qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
per effetto di una altezza di carico h: v¼ 2gh
518 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

30.4 CONDOTTE FORZATE

Perdite di carico localizzate


v12
Y0 ¼k
2g
 
S1 2
a) Brusco allargamento della sezione: k¼ 1
S2
essendo S 1 ed S 2 le sezioni rispettivamente a monte e a valle.
 
S1 2
— Se il raccordo avviene con un tratto divergente (a < 30º): k ¼ 1  sen a
S2
 2
S1
b) Brusco restringimento della sezione: k¼ 1 (b in tabella 30.2)
l  S2
dove: l ¼ 0,62 passaggio con spigoli vivi;
l ¼ 0,72 passaggio con spigoli arrotondati;
l ¼ 0,98 passaggio con tronco raccordato.
b
c) Variazione di direzione (fig. 30.5): k¼u
90 o

b
r
r

b
D

Fig. 30.5

Tabella 30.1 Valori del coefficiente u in funzione di r/D per perdite di carico localizzate nelle condotte
forzate.
r
0,75 1,00 1,25 1,50 2,00 3,00 5,00
D
u 0,60 0,28 0,20 0,17 0,15 0,14 0,13

Perdite di carico continue


b  l  Q2
Formule di Darcy y¼ perdita di carico sulla lunghezza l (b in tabella 30.2)
D5
y
J¼ pendenza pezzometrica (o perdita di carico) per ogni metro
l
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
5 l  Q2 y  D5 16  y  D
Formule derivate: D¼ b Q¼ v¼
y bl p2  b  l
Tabella 30.2 Valori del coefficiente b.

Tipo di tubazione Coefficiente b con D in metri Limitazioni

0,000042
nuovi b ¼ 0,00164 þ v < 2,00 m=s e D 4 0,40 m
D
Tubi in ghisa
0,000084
usati b ¼ 0,00328 þ v 4 1,20 m=s e 0,40 m 4 D 4 0,60 m
D

0,0000162
nuovi b ¼ 0,00146 þ
Tubi in acciaio D
  v 4 4,00 m=s e 0,04 m 4 D 4 0,40 m
trafilato 0,0000162
usati b ¼ 1; 50  0,00146 þ
D

!2
2c
Formula di Fantoli b ¼ 0,000857  1 þ pffiffiffiffiffi D > 0,40 m
D
tubazioni nuove c ¼ 0,16
tubazioni usate c ¼ 0,23

Per calcoli approssimati


tubazioni lisce b ¼ 0,002 —
tubazioni in servizio b ¼ 0,0025
tubazioni scabre b ¼ 0,004
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE
519
520 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

Calcolo delle condotte forzate


Condotta a semplice servizio di estremità con efflusso libero (fig. 30.6)

1 1 carichi totali

h y쎿

ca

2
r ich
ie
ffe
tti
vi

2
y=J.l

H
pie
zo
l me
tr ica

V2
2.g

3
Fig. 30.6

3
 
Q2 bl
— Carico totale: H¼  0,12398 þ
D4 D
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
5 blQ
2
— Progetto: D¼
H
vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
u
u H  D4
— Verifica: Q¼u
u
t bl
0,12398 þ
D

Condotta a semplice servizio di estremità con regolatore di portata


p b  l  Q2
— Carico totale: H¼ þ
c D5
vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
u
u b  l  Q2
— Progetto: D¼u
u
t
5 p
H
c
vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
 ffi
u p
u 5
uD  H
u c
t
— Verifica: Q¼
bl

Condotta che collega due serbatoi (fig. 30.7)


b  l  Q2
— Carico totale: H¼
D5
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
5 blQ
2
— Progetto: D¼
H
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
H  D5
— Verifica: Q¼
bl
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE 521

1 1

piez
ome
trica

H
1

2 2

Fig. 30.7

Condotta alimentata da due serbatoi con presa intermedia (fig. 30.8)

q1 a

H
1
b
y1 c q2
b쎿
H1

y2 2

H2
l1
l2

b씵

Fig. 30.8

— Saracinesca chiusa (piezometrica a-c): l’acqua passa dal serbatoio 1 al serbatoio 2 con portata
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
H  D5

bl

— Saracinesca aperta:
— piezometrica a-b-c: l’acqua passa dal serbatoio 1 al serbatoio 2 e defluisce anche dalla saracinesca
con portata
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
H  D5

b  l1

— piezometrica a-b 0 -c: l’acqua defluisce tutta dalla saracinesca provenendo solo dal serbatoio 1 .
— piezometrica a-b 00 -c: l’acqua defluisce tutta dalla saracinesca provenendo da entrambi i serbatoi
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
H1  D5 H2  D5
Q¼ þ
b  l1 b  l2
522 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

30.5 CONDOTTE A SUPERFICIE LIBERA (canali)

Tabella 30.3 Pendenza dei canali.

Destinazione del canale Pendenza i

Fognatura 0,002  0,005


Scarichi industriali 0,001  0,002
Industriale 0,001  0,002
Navigabili 0,0001  0,00025
Irrigazione e di bonifica
— piccoli 0,0005  0,0008
— grandi 0,0002  0,0005

Tabella 30.4 Velocità dell’acqua.

Velocità Tipo di Velocità


Destinazione
(m=s) rivestimento (m=s)

Industriale 0,40  0,80 Terra sciolta 0,15  0,30


Irrigazione 0,00  0,40 Argillosi mediamente compatti 0,40  0,60
Fognatura 0,50 Argillosi compatti 0,70  0,90
Acqua potabile 0,40 Muratura con malta 1,00  1,50
Muratura a secco 1,00  1,20
Roccia dura 2,00  3,00
Cls lisciato 2,00  2,50

Tabella 30.5 Scarpa delle sponde.

Tipo di rivestimento Scarpa

Terreni sciolti 2=1 (a  26º,50)


Terreni mediamente compatti 1,50=1 (a  33º,70)
Terreni compatti 1=1 (a  45º)
Muratura con malta 0,25=1 (a  76º)
Muratura a secco 0,50=1 (a  63º,43)
Roccia 0,10=1 (a  85º  90º)

Perdite di carico continue nei canali: sono date dal dislivello fra i baricentri delle due sezioni considerate.

Dimensionamento dei canali


Portata Q¼Av
A
Raggio medio (o idraulico) R¼
C
pffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Velocità (formula di Chézy) v¼c Ri
dove c = coefficiente di scabrosità
87
II formula di Bazin c¼ (vedi tabella 30.7)
c
1 þ pffiffiffiffi
(consigliata per R > 0,50 m) R
(per il coefficiente c vedi tabella 30.6)
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE 523
pffiffiffiffi
100  R
Formula di Kutter c¼ pffiffiffiffi (vedi tab. 30.9)
mþ R
(consigliata per R < 0,50 m)
(per il coefficiente m vedi tab. 30.8)

p
6
ffiffiffiffi
Formula di Gauckler-Strickler c¼k R (vedi tab. 30.10)
(per fognature e canali di scarico)

Tabella 30.6 Coefficienti c della formula di Bazin.

Natura delle pareti c

1 Canali con pareti di cemento: cemento lisciato con molta cura e mantenuto liscio.
Canali con pareti di legno: tavole piallate e senza fessure, disposte con la maggior dimen-
sione secondo la direzione della corrente; ottima costruzione.
Canali con pareti metalliche o rivestite di lamiera: superficie lisciata, senza ruggine; chio-
datura a testa cieca; nessun risalto nelle giunture delle lamiere.
N.B. L’andamento del canale deve essere a lunghi tratti rettilineo, con ampie curve di rac-
cordo; acqua limpida. 0,06

2 Canali con pareti di cemento e canali con pareti di legno: come nella classe precedente,
ma curve non molto ampie per quanto bene eseguite, e acqua non perfettamente lim-
pida.
Tubazioni in acciaio trafilato (Mannesmann): nuove. 0,10

3 Canali con pareti di cemento: intonaco ben eseguito ma non perfettamente lisciato; leg-
geri risalti ai giunti.
Canali con pareti di legno: tavole piallate, ma con qualche fessura fra tavola e tavola.
Canali con pareti metalliche o rivestite di lamiera: chiodatura ordinaria (cioè con teste dei
chiodi sporgenti), ma senza risalti nelle giunture delle lamiere.
Canali con pareti di muratura: muratura regolare di mattoni o pietre squadrate.
Tubazioni in ghisa, nuove, messe in opera con cura: in acciaio trafilato, in servizio corrente.
N.B. Le curve possono essere non molto ampie; acqua limpida. 0,16

4 Tubazioni in cemento, ben lisciato e in buone condizioni, con diametro maggiore di


0,40 m; acqua limpida. 0,18

5 Tubazioni in cemento, con intonaco ben lisciato, ma curve strette, acqua non limpida, dia-
metro inferiore a 0,40 m.
Tubazioni in ghisa in servizio corrente, di qualunque diametro. 0,23

6 Canali con pareti di cemento: pareti non ben lisciate, con qualche irregolarità lasciata dal-
le forme.
Canali con pareti di legno: tavole grezze e squadrate con poca cura; fessure fra tavola e
tavola.
Canali in terra: costruzione molto regolare e ottime condizioni di manutenzione. Pareti e
fondo senza vegetazione.
Canali con pareti di muratura: muratura ordinaria con costruzione accurata.
Tubazioni in ghisa, in servizio da molti anni, fortemente incrostate o tubercolizzate.
N.B. (per i canali) - Curve piuttosto ampie, acqua non molto limpida e qualche deposito di 0,36
limo al fondo.

7 Canali con pareti di cemento: con superficie in parte intonacata e risalti marcati ai giunti;
acque torbide e qualche deposito sulle pareti e sul fondo, vegetazione di muschio. An-
damento piuttosto tortuoso.
! segue

Canali con pareti di muratura: di pietrame ordinario, non profilato. 0,46


524 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

Natura delle pareti c

8 Canali in terra: con sezione assai regolare, eventualmente rivestita di ciottoli. Lievi depo-
siti di melma, che attenuano la scabrezza delle sponde e del fondo; mancanza di vege-
tazione e curve assai ampie.
Canali con pareti di muratura: muratura irregolare, fondo abbastanza liscio per deposito
di limo. 0,85

9 Canali con pareti metalliche o rivestite di lamiera: chiodatura ordinaria (teste sporgenti),
e risalti alle giunture delle lamiere.
Canali in terra: costruzione abbastanza accurata, lievi depositi di sabbia o altro materiale
minuto sul fondo, e sponde lisce; oppure fondo senza depositi ed erbe basse sulle spon-
de.
Canali con pareti di muratura: muratura vecchia, in cattive condizioni di manutenzione,
fondo fangoso. 1,00

10 Canali in terra: sezione regolare, erbe basse sul fondo; sulle sponde anche qualche cespu-
glio; lo sviluppo della vegetazione è limitato da periodici diserbamenti.
Corsi d’acqua naturali, con andamento piuttosto regolare, senza vegetazione, né sensibili
depositi sul fondo. 1,30

11 Canali in terra: in cattive condizioni di manutenzione; grovigli di vegetazione al fondo e


sulle sponde, oppure depositi irregolari di massi e ghiaia, o profonde e irregolari ero-
sioni. Anche canali in terra eseguiti con escavatori meccanici, e manutenzione trascu-
rata. 1,75

12 Canali scavati nel terreno, in pieno abbandono, con rive sconnesse; oppure con la sezione
in gran parte ostruita dalla vegetazione.
Corsi naturali, con alveo in ghiaia e movimento di materiale sul fondo. 2,30
Tabella 30.7 Coefficienti c calcolati con la formula di Bazin.

Valori di c per R uguale a metri


c
0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40 1,60 1,80 2,00 2,50 3,00 4,00 5,00 6,00

0,06 73,1 75,3 76,7 77,7 78,4 79,1 79,4 79,8 80,2 80,7 81,2 81,5 82,0 82,1 82,3 82,5 82,7 82,9 83,1 83,3 83,5 83,8 84,1 84,5 84,7 84,9

0,10 66,1 69,1 71,1 72,5 73,6 74,4 75,1 75,7 76,2 77,1 77,8 78,2 78,7 79,1 79,5 79,7 80,0 80,2 80,6 81,0 81,2 81,8 82,2 82,9 83,3 83,6

0,16 57,8 61,6 64,0 65,9 67,3 68,5 69,4 70,2 71,0 72,1 73,0 73,8 74,4 75,0 75,5 75,9 76,3 76,7 77,2 77,7 78,2 79,0 79,6 80,6 81,2 81,7

0,18 55,5 59,5 62,7 64,0 65,5 66,6 67,8 68,5 69,4 70,6 71,6 72,5 73,1 73,7 74,3 74,7 75,1 75,5 76,2 76,8 77,1 78,1 78,8 79,8 80,5 81,0

0,23 50,4 54,6 57,5 59,6 61,2 62,5 63,8 64,8 65,6 67,0 68,2 69,1 70,0 70,7 71,4 71,9 72,4 72,9 73,7 74,4 74,9 76,0 76,9 78,0 79,0 79,5

0,36 40,7 45,1 48,2 50,6 52,5 54,1 55,4 56,6 57,6 59,4 60,8 62,0 63,1 64,0 64,8 65,5 66,1 66,7 67,7 68,6 69,3 70,8 72,0 73,7 74,9 75,9

0,46 35,5 39,9 43,1 45,3 47,3 48,9 50,4 51,6 52,7 54,6 56,1 57,5 58,6 59,6 60,5 61,3 62,0 62,6 63,8 64,8 65,7 67,4 68,7 70,7 72,2 73,2

0,85 23,6 27,2 80,0 32,2 34,1 35,7 37,1 38,4 39,5 41,5 43,2 44,6 45,9 47,0 48,1 49,0 49,8 50,6 52,0 53,3 54,3 56,6 58,4 61,1 63,0 64,6

1,00 20,9 24,3 26,9 29,0 30,8 32,4 33,7 34,9 36,0 38,0 39,6 41,1 42,4 43,5 44,5 45,5 46,3 47,1 48,6 49,9 51,0 53,3 55,2 58,0 60,1 61,9

1,30 17,0 19,7 22,3 24,2 25,8 27,2 28,5 29,6 30,6 32,5 34,0 35,3 36,7 37,8 38,8 39,8 40,6 41,5 42,9 44,2 45,3 47,7 49,7 52,7 55,0 56,9

1,75 13,5 15,9 17,9 19,5 20,9 22,2 23,3 24,3 25,2 26,9 28,4 29,6 30,8 31,9 32,8 33,7 34,6 35,5 36,7 38,0 39,1 41,5 43,5 46,6 49,0 51,0

2,30 10,5 12,6 14,2 15,2 16,7 17,8 18,7 19,7 20,5 21,9 23,2 24,3 25,4 26,4 27,2 28,1 28,8 29,5 30,9 32,1 33,1 35,4 37,4 40,5 42,9 45,1
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE
525
526 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

Tabella 30.8 Coefficienti m della formula di Kutter.

Natura delle pareti m

1 Canali con pareti di cemento: cemento lisciato con molta cura e mantenuto liscio; sezione
semicircolare. 0,12

2 Canali con pareti di cemento: cemento come sopra; sezione rettangolare. 0,15

3 Tubazioni di ghisa, nuove; id. di cemento, ben lisciate, diametro almeno di qualche deci-
metro. 0,175

4 Canali con pareti di legno: formati con tavole piallate, sezione rettangolare. 0,20

5 Canali con pareti di legno: formati da tavole grezze, sezione rettangolare o trapezia.
Canali con pareti in muratura: muratura regolare con mattoni e pietre squadrate. 0,25

6 Tubazioni di ghisa, in servizio corrente (fino a due anni dall’entrata in servizio) acqua lim-
pida e non dura. 0,275

7 Canali con pareti di muratura: muratura ordinaria, costruzione accurata (curve piuttosto
ampie, acqua non molto limpida, qualche deposito di limo). 0,35

8 Tubazioni di ghisa, in servizio da diversi anni, acqua torbida. 0,375

9 Tubazioni in ghisa, in servizio da molti anni, e assai incrostate oppure con acque luride.
Canali con pareti di muratura: muratura di pietrame ordinario non intonacato. 0,45

10 Canali con pareti di muratura: pietrame ordinario, in cattive condizioni di manutenzione. 0,55

11 Canali con pareti di muratura: costruzione poco accurata e manutenzione carente; fondo
coperto da limo. 0,75

12 Canali con pareti di muratura: muratura in abbandono; fango sul fondo. 1,00

13 Canali scavati in roccia, grossolanamente spianata, con dimensioni limitate.


Canali in terra: con sezione assai regolare, e curve ampie; mancanza di vegetazione. 1,25

14 Canali in terra: in cattive condizioni di manutenzione, con vegetazione, oppure con ghiaia
grossa sul fondo.
Corsi d’acqua naturali, con alveo in terra. 1,75

15 Canali in terra: in pieno abbandono.


Corsi naturali con alveo in grossa ghiaia. 2,50
Tabella 30.9 Coefficienti c calcolati con la formula di Kutter.

Valori di c per R uguale a metri


m
0,01 0,03 0,05 0,07 0,10 0,11 0,12 0,13 0,14 0,15 0,16 0,17 0,18 0,19 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45

0,12 45,5 59,0 65,1 68,8 72,5 73,2 74,0 74,7 75,5 76,3 76,8 77,3 77,8 78,3 78,8 80,4 82,0 83,0 84,0 84,8

0,15 40,0 53,6 59,9 63,9 67,8 68,6 69,5 70,3 71,2 72,0 72,5 73,2 73,7 74,3 74,9 76,7 78,5 79,7 80,8 81,7

0,175 36,4 49,7 56,1 60,2 64,4 65,5 66,5 67,2 68,2 69,0 69,6 70,3 70,9 71,4 72,0 74,0 75,8 77,1 78,3 79,4

0,20 33,3 46,4 52,9 57,0 61,2 62,1 63,1 64,0 65,0 65,9 66,5 67,1 67,8 68,4 69,0 71,1 73,2 74,6 76,0 77,0

0,25 28,6 40,0 47,3 51,5 55,8 57,0 58,0 59,1 60,0 60,8 61,5 62,2 63,0 63,5 64,1 66,7 68,7 70,4 71,6 72,8

0,275 26,7 38,6 44,9 49,1 53,5 54,6 55,7 56,8 57,6 58,5 59,3 60,0 60,6 61,4 62,0 64,5 66,6 68,3 69,8 71,1

0,35 23,2 33,1 39,0 43,1 47,5 48,5 49,5 50,5 51,5 52,5 53,2 53,9 54,7 55,3 56,1 58,6 61,0 62,7 64,4 65,7

0,375 21,0 31,6 37,4 41,4 45,7 47,0 48,0 49,0 49,9 50,7 51,6 52,3 53,0 53,8 54,4 57,2 59,5 61,2 62,8 64,2

0,45 18,2 27,8 33,2 37,1 41,3 42,3 43,3 44,3 45,2 46,2 46,9 47,6 48,3 49,1 49,8 52,3 54,9 56,7 58,4 59,8

0,55 23,9 29,0 32,5 36,4 37,6 38,6 39,6 40,5 41,3 42,1 42,8 43,5 44,2 44,8 47,6 49,9 51,8 53,4 54,9

0,75 18,7 23,0 26,1 29,6 30,7 31,6 32,5 33,6 34,0 34,8 35,4 36,1 36,7 37,3 40,0 42,2 44,1 45,7 47,2

1,00 18,3 20,95 24,00 24,9 25,7 26,5 27,2 27,9 28,57 29,4 29,8 30,57 30,8 33,3 35,4 37,2 38,7 40,2
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

1,25 17,5 20,2 21,0 21,7 22,4 23,0 23,6 24,2 24,8 25,3 25,8 26,3 28,6 30,9 32,2 33,6 34,9

1,75 15,30 15,94 16,5 17,09 17,6 18,1 18,6 19,05 19,5 19,95 20,35 22,2 23,85 25,3 26,5 27,7

2,50 16,67 17,98 19,14 20,2 21,16


527

! segue
Valori di c per R uguale a metri
528

m
0,50 0,55 0,60 0,65 0,70 0,75 0,80 0,85 0,90 0,95 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50 6,00

0,12 85,5 86,0 86,6 87,0 87,5 87,9 88,2 88,5 88,8 89,0 89,3

0,15 82,5 83,2 83,8 84,3 84,8 85,2 85,6 86,0 86,4 86,7 87,0

0,175 80,5 80,9 81,5 82,2 82,5 83,1 83,6 84,1 84,4 84,6 85,0

0,20 77,9 78,7 79,5 80,1 80,7 81,2 81,7 82,2 82,6 83,0 83,3

0,25 73,9 74,8 75,5 76,4 77,0 77,7 78,1 78,6 79,2 79,5 80,0

0,275 72,0 73,0 73,9 74,5 75,2 75,9 76,5 77,0 77,5 78,0 78,5

0,35 66,9 67,9 68,9 69,7 70,5 71,2 71,9 72,5 73,0 73,5 74,0

0,375 65,2 66,5 67,4 68,3 69,0 69,8 70,4 71,0 71,6 72,2 72,7

0,45 61,1 62,2 63,3 64,2 65,1 65,8 66,5 67,2 67,8 68,4 69,0

0,55 56,2 57,4 58,5 59,4 60,3 62,2 61,9 62,6 63,3 63,9 64,5

0,75 48,5 49,7 50,8 51,8 52,7 53,6 54,4 55,1 55,8 56,5 57,2 62,0 65,3 67,8 69,8 71,4 72,8 73,9 74,9 75,8 76,6

1,00 41,4 42,6 43,7 44,6 45,5 46,4 47,2 47,9 48,7 49,3 50,0 55,1 58,6 61,3 63,4 65,2 66,6 68,0 69,1 70,1 71,0

1,25 36,1 37,2 38,7 39,2 40,1 40,9 41,7 42,4 43,2 43,8 44,4 49,5 53,1 55,8 58,1 60,0 61,6 62,9 64,2 65,3 66,2
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

1,75 28,8 29,8 30,7 31,5 32,4 33,1 33,8 34,5 35,2 35,8 36,4 41,2 44,7 47,4 49,8 51,7 53,4 54,8 56,0 57,3 59,5

2,50 22,0 22,9 23,7 24,4 25,1 25,7 26,3 26,9 27,5 28,0 28,6 32,9 36,1 38,75 40,9 42,8 44,4 45,9 47,2 48,4 49,5
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE 529

Tabella 30.10 Coefficienti k della formula di Gauckler-Strickler.

Tipo di canale k

Pareti di cemento perfettamente lisciato. Pareti di legno piallato. Pareti metalliche, senza
risalti nei giunti. 100  90
Idem, ma con curve. 90  85

Pareti di cemento non perfettamente lisciato. Muratura di mattoni molto regolare. Pareti
metalliche con chiodatura ordinaria. 85  75

Pareti di cemento in non perfette condizioni. Muratura ordinaria più o meno accurata.
Pareti di legno grezzo, eventualmente con fessure. 70  65

Pareti di cemento solo in parte intonacate; qualche deposito sul fondo. Muratura irregolare
(o di pietrame). Terra regolarissima senza vegetazione. 60

Terra abbastanza regolare. Muratura vecchia, in condizioni non buone, con depositi di limo
al fondo. 50

Terra con erba sul fondo. Corsi d’acqua naturali regolari. 40

Terra in cattive condizioni. Corsi d’acqua naturali con ciottoli e ghiaia. 35

Canali in abbandono con grande vegetazione. Corsi d’acqua con alveo in ghiaia e movi-
mento di materiali sul fondo, oppure scavati in roccia con sporgenze. 30

Tabella 30.11 Calcolo dei canali con moto uniforme.

Elementi noti Formule di calcolo

A
Sezione Raggio idraulico: R ¼
C
Contorno bagnato C
Si ricava il coefficiente c
Pendenza i pffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Natura delle pareti Velocità media: v ¼ c  R  i

Portata: Q ¼ A  v
v2
Verifica della pendenza: i ¼
c2 R

Q
Sezione Velocità: v ¼
A
Contorno bagnato C A
Raggio idraulico: R ¼
Natura delle pareti C
Portata Q Si ricava il coefficiente c
v2
Pendenza: i ¼ 2
c R

Portata Q Si ricava il coefficiente c e si fissa la velocità v


Pendenza i
Sezione rettangolare
f

sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Q
h¼ b¼2h
2v
h

A
Raggio idraulico: R ¼
C
v2 b
! segue

Verifica della pendenza: i ¼


c2 R
530 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

Elementi noti Formule di calcolo

Portata Q Sezione trapezia B

Pendenza i

f
h
2
u

h
h
2
b

bm

Q
Area bagnata: A ¼
v
Si fissa la scarpa s o l’angolo u
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
b ¼ 2  h  ð 1 þ tg 2 u  tg uÞ

oppure (sezione di minima resistenza)


A
b ¼ 1,1547  h h¼
bþs

Procedimento approssimato
Bþb
bm ¼
2
A 4 0,50 m 2 : b m ¼ ð2  3Þ  h
A > 0,50 m 2 : b m ¼ ða þ 0,75  AÞ  h
a¼ 34
Q
Velocità media: v ¼
A

Sezione circolare

Si fissa la velocità v
Q
Area bagnata: A ¼
v
Altezza massima dell’acqua:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
h

Q  3,6024
r


pv
h
Raggio: r ¼
1,898

Sezione semicircolare
Si fissa la velocità v
Q
Area bagnata: A ¼
v
sffiffiffiffiffiffi
A
Diametro: d ¼ 2 
p
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE 531

30.6 BOCCHE IDROMETRICHE


— Senza velocità di arrivo: v0 < 0,20 m=s
— Con velocità di arrivo: v0 > 0,20 m=s
v2
— Maggiore altezza conseguente: k¼ 0
2g
Tabella 30.12 Denominazione e forma delle bocche.
Bocca a battente libero in parete sottile e contrazione totale

h ¼ battente
a) b)
h 1 ¼ altezza di carico

h1
h
M
— Portata senza velocità di arrivo:

c
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi

Ac
A
A0
Q ¼lA 2gh M

— Portata con velocità di arrivo:


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Q ¼ l  A  2  g  ðh þ kÞ

c
— Coefficiente di efflusso:
l ¼ 0,60  0,65

Bocca a battente libero in parete sottile e contrazione parziale o incompleta

— Portata: v. caso precedente

— Coefficiente di efflusso: l0 ¼ l  c
c
essendo l ¼ 0,60  0,65 e c ¼ 1 þ
p
dove:
c ¼ parte del perimetro della bocca più vicina ai bordi della parete;
p ¼ perimetro della bocca.

Bocca a battente libero in parete grossa e contrazione totale

— Portata senza velocità di arrivo:


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Q ¼lA 2gh
h

Ac
A

— Portata con velocità di arrivo:


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
4 h
3 .

Q ¼ l  A  2  g  ðh þ kÞ

— Coefficiente di efflusso:
— con tubo addizionale cilindrico
interno:
l ¼ 0,52  0,53
! segue
532 IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE

— con tubo addizionale cilindrico esterno


e con l 5 (2  2,50) m:
l ¼ 0,81  0,83

d
l

— con tubo addizionale convergente:


l ¼ 0,90  0,95

a
— se esiste una contrazione parziale o incom-
pleta:
l0 ¼ l  c

Bocca a battente completamente rigurgitato in parete sottile e contrazione totale

— Portata senza velocità di arrivo:


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi

H
Q ¼ l1  A  2  g  H
h

h2
n
dove:
hm

l1  0; 62
hn
— Portata con velocità di arrivo:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Q ¼ l 1  A  2  g  ðH þ kÞ

Bocca a battente parzialmente rigurgitato in parete sottile e contrazione totale

l ¼ larghezza della bocca


h1

— Portata senza velocità di arrivo:


h2

" sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
#
h3


h2
Q ¼ l  l  h0  2  g  h þ þ
2
 qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
þ l 1  l  h 3  2  g  ðh 1 þ h 2 Þ

— Portata con velocità di arrivo:


" sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
 #
h2
Q ¼ l  l  h0  2  g  h þ þk þ
2
 qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
l 1  l  h 3  2  g  ðh 1 þ h 2 þ kÞ

— Coefficiente di efflusso:
l ¼ 0,60  0,65 l 1 ¼ 0,62
IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE 533

Bocca a stramazzo in parete sottile con contrazione totale ed efflusso libero

— Portata senza velocità di arrivo:


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Q ¼ l0  l  h  2  g  h

h1
— Portata con velocità di arrivo:

H
pffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffi l
Q ¼ l 0  l  2  g  ð ðh þ kÞ 3  k 3 Þ

h*
— Coefficiente di efflusso: B

l 0  0,42

Stramazzo Bazin in parete sottile

l
— Portata senza velocità di arrivo:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Q ¼ l0  l  h  2  g  h

— Portata con velocità di arrivo:


pffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffi
Q ¼ l 0  l  2  g  ½ ðh þ kÞ 3  k 3 

— Coefficiente di efflusso:
   
0,003 h2
l 0 ¼ 0,405 þ  1 þ 0,555  2
h H
per h ¼ 0,10  0,60 m

Bocca a stramazzo in parete sottile a efflusso rigurgitato

— Portata senza velocità di arrivo:


h0

pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
h

Q ¼ ðl 0  l  h 0  2  g  h 0 Þþ
h1

pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
þðl  l  h 1  2  g  h 0 Þ

— Portata con velocità di arrivo:


pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Q ¼ ½l 0  l  h 0  2  g  ðh 0 þ kÞþ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
þ½l  l  h 1  2  g  ðh 0 þ kÞ

— Coefficienti di efflusso:
l 0  0,42 l  0,62

Stramazzo in parete grossa

— Portata:
valgono le formule relative allo stramazzo in parete sottile a contrazione totale ed efflusso libero

— Coefficiente di efflusso (a efflusso libero):


l 0 ¼ 0,37  0,39

— Coefficiente di efflusso (a efflusso rigurgitato):


l 0 ¼ 0,34
Criteri generali
31 di sicurezza antincendio

31.1 PREMESSA
L’Allegato I del D.P.R. 01/08/2011, n. 151, Regolamento recante semplificazione della disciplina dei pro-
cedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, ai sensi dell’art. 49, comma 4-quater della Legge 122/
2010, codifica le 98 attività il cui esercizio sottostà a particolari controlli finalizzati a verificarne il livello
di sicurezza antincendio.
Tali controlli, ai quali sono predisposti istituzionalmente i Vigili del Fuoco, costituiscono un servizio di
interesse pubblico, finalizzato a tutelare le persone, i beni e l’ambiente mediante idonee misure di preven-
zione e protezione che sono ampiamente dettagliate non solo nelle regole tecniche nazionali di prevenzio-
ne incendi, ma anche dalla Direttiva comunitaria 89/106/CE sui prodotti da costruzione (fig. 31.1).

PREVENZIONE INCENDI

SCOPO

INCOLUMITÀ DELLE PERSONE - RIDUZIONE PERDITA MATERIALI


(SICUREZZA PRIMARIA) - RIDUZIONE DANNI STRUTTURALI
- OTTIMIZZAZIONE COSTI/BENEFICI
(SICUREZZA SECONDARIA)

MODALITÀ DI ATTUAZIONE

PROGETTAZIONE ESECUZIONE GESTIONE

Fig. 31.1 - La prevenzione incendi.

In tale ambito viene trattata un’ampia casistica di argomenti e problemi che abbracciano la progettazione
architettonica e strutturale, la compartimentazione e l’evacuazione delle aree a rischio, l’esecuzione degli
impianti tecnologici (elettrico e termico soprattutto), l’igiene ambientale, le modalità di detenzione dei
materiali infiammabili.
Date l’importanza dell’argomento e la vastità di situazioni e scenari da prendere in considerazione, occor-
re fare riferimento a un’ampia normativa composta da leggi e decreti che raffigurano, a seconda dei luoghi
e della loro destinazione d’uso, accorgimenti progettuali e modi d’azione intesi a evitare l’insorgenza di un
incendio e a limitarne le conseguenze (vedi nel sito al capitolo Prevenzione Incendi).
Anche il D.Lgs. 81/2008 Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro ha ribadito gli obblighi del datore di
lavoro in termini di gestione delle emergenze, affidandogli il compito di organizzare adeguate contromi-
sure nel campo della lotta antincendio, del salvataggio, del pronto soccorso e dell’evacuazione dei lavo-
ratori al verificarsi di situazioni pericolose.
Gli obiettivi primari che il combinato disposto legislativo intende perseguire possono cosı̀ essere sintetiz-
zati:
1. ridurre al minimo le occasioni d’incendio;
2. curare la stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare l’evacuazione e il soccorso
agli occupanti;
3. limitare la produzione di fiamme e fumi all’interno degli ambienti;
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 535

4. contenere la propagazione del fuoco alle opere vicine (compartimentazione);


5. agevolare la possibilità che gli occupanti abbandonino celermente gli edifici o che siano soccorsi in al-
tro modo;
6. favorire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
La progettazione di ogni struttura edilizia non può quindi essere affrontata soltanto dal punto di vista
strettamente architettonico, ma dovranno essere attentamente analizzati gli aspetti impiantistici e gestio-
nali, mirando soprattutto alla sicurezza antincendio.

31.2 IL RISCHIO D’INCENDIO


Con il termine rischio d’incendio si intende la probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di accadi-
mento di un incendio e che si verifichino conseguenze sulle persone presenti.
Un incendio si può sviluppare per una innumerevole serie di cause e concause; volendo classificare le dif-
ferenti condizioni ed eventi che, nell’esperienza verificata, si sono rivelati influenti nell’innesco e nello
sviluppo di un incendio o di un’esplosione si possono individuare i seguenti fattori di rischio d’incendio:
— cause esterne dipendenti da particolari fenomeni imprevedibili (per esempio scariche atmosferiche o
formazione di elettricità statica);
— cause intrinseche dipendenti da installazioni elettriche non idonee o anomalie nel funzionamento di
impianti, apparecchiature o simili;
— cause dipendenti dal comportamento umano o da altre situazioni da ciò derivanti, sia durante il norma-
le esercizio di una data attività (lavorativa o meno), sia durante lavori di manutenzione all’interno di un
edificio;
— detenzione in modo non idoneo o in locali deposito non idonei di sostanze potenzialmente pericolose;
— reazioni chimiche fra materiali, sia in fase di lavorazione sia in stoccaggio, dipendenti dal loro stato fi-
sico e dalle loro caratteristiche.
Il rischio di ogni evento incidentale (l’incendio nel caso specifico) risulta definito da due fattori:
— la frequenza, ovvero la probabilità che l’evento si verifichi in un determinato intervallo di tempo;
— la magnitudo, ovvero l’entità delle possibili perdite e dei danni conseguenti al verificarsi dell’evento.
Ne deriva quindi la definizione di:
rischio ¼ frequenza  magnitudo
Quanto più si riducono la frequenza o la magnitudo, o entrambe, tanto più si ridurrà il rischio.
L’insieme delle misure preventive attuate ha lo scopo di ridurre il livello di rischio entro determinati limiti
accettabili e non di eliminarlo come erroneamente si potrebbe pensare; annullare il rischio significherebbe
infatti impedire ogni attività.
Il procedimento di valutazione del rischio d’incendio, derivante dalle circostanze del verificarsi di un pe-
ricolo d’incendio, tiene conto, tra l’altro:
1. del tipo di attività;
2. dei materiali immagazzinati e manipolati;
3. delle attrezzature presenti, compresi gli arredi;
4. delle caratteristiche costruttive degli immobili, compresi i materiali di rivestimento;
5. delle dimensioni e del lay-out dell’attività;
6. del numero di persone presenti.
In base alla valutazione è possibile classificare il livello di rischio dell’intero luogo di lavoro (o di svolgi-
mento di una particolare attività) o di una parte di esso in:
— rischio d’incendio basso: sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e
di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi d’incendio; in caso d’incendio, la probabi-
lità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata;
— rischio d’incendio medio: sono presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che
possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso d’incendio, la probabilità di propagazione
dello stesso è da ritenersi limitata;
— rischio d’incendio elevato: per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali
e/o di esercizio sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e, nella fase iniziale, sussistono
536 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

forti probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a
rischio d’incendio basso o medio.
Fanno parte dei luoghi a rischio d’incendio elevato:
— le aree dove i processi lavorativi comportano l’impiego di sostanze altamente infiammabili (per esem-
pio i laboratori di verniciatura), di fiamme libere o la produzione di notevole calore in presenza di ma-
teriali combustibili;
— le aree ove è previsto il deposito o la manipolazione di sostanze chimiche che possono, in determinate
circostanze, produrre reazioni esotermiche, emanare gas o vapori infiammabili, reagire con altre so-
stanze combustibili;
— i locali dove vengono depositate o manipolate sostanze esplosive o altamente infiammabili;
— le aree dove è presente una notevole quantità di materiali combustibili facilmente incendiabili;
— gli edifici interamente realizzati con strutture in legno;
— i locali ove, indipendentemente dalla presenza di sostanze infiammabili e dalla facilità di propagazione
delle fiamme, l’affollamento degli ambienti, lo stato dei luoghi o le limitazioni motorie delle persone
presenti, rendono difficoltosa l’evacuazione in caso d’incendio.

Occorre inoltre tenere presente che:


— un’area a rischio elevato può aumentare il livello di rischio dell’intero luogo di lavoro, salvo che la stes-
sa area sia separata (compartimentata) dai restanti ambienti attraverso elementi separanti resistenti al
fuoco;
— una categoria di rischio elevata può essere ridotta se il processo di lavoro viene gestito accuratamente e
le vie di esodo sono protette contro l’incendio.

31.3 COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO


Richiamata la definizione di rischio ¼ frequenza  magnitudo, l’attuazione delle misure per ridurre il ri-
schio mediante il calo della frequenza viene chiamata prevenzione; l’adozione di misure tese alla riduzione
della magnitudo viene chiamata protezione.
Le misure di protezione antincendio possono essere di tipo attivo o passivo, a seconda che richiedano o
meno l’intervento di un operatore o di un impianto per essere attuate.
Le azioni preventive e protettive non devono essere considerate alternative ma complementari tra loro,
allo scopo di conseguire risultati ottimali (fig. 31.2).

COMPENSAZIONE DEL
RISCHIO INCENDIO

PREVENZIONE PROTEZIONE MISURE


INCENDIO ANTINCENDIO PRECAUZIONALI
DI ESERCIZIO

ATTIVA PASSIVA

Fig. 31.2 - Compensazione del rischio d’incendio.

La prevenzione è costituita da un insieme di scelte operate in fase di progettazione e di realizzazione di un


edificio (o eventualmente di riqualificazione dello stesso) finalizzate alla riduzione delle probabilità di svi-
luppo di un incendio che possono essere individuate in:
— realizzazione di impianti elettrici a regola d’arte (Norme CEI, UNI ecc.);
— collegamento elettrico di terra per impianti, strutture, serbatoi ecc.;
— installazione di impianti parafulmine;
— dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e di utilizzazione di sostanze infiammabili;
— ventilazione dei locali;
— utilizzazione di materiali incombustibili;
— adozione di pavimenti e attrezzature antiscintilla;
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 537

— segnaletica di sicurezza;
— informazione e formazione antincendio del personale;
— verifiche e manutenzione dei presidi antincendio;
— controllo periodico degli ambienti di lavoro e delle aree non frequentate (scantinati, locali deposito
ecc.).

La protezione consiste nell’insieme delle misure finalizzate alla riduzione dei danni conseguenti al verifi-
carsi di un incendio; tali misure si dividono in:
1. misure di protezione passiva:
— distanze di sicurezza;
— vie di esodo e sistemi di vie di uscita;
— resistenza al fuoco delle strutture;
— reazione al fuoco dei materiali;
— compartimentazione degli ambienti;
— dislocazione di luoghi calmi;
2. misure di protezione attiva:
— attrezzature e impianti di estinzione degli incendi;
— sistemi di allarme incendio;
— impianti di rivelazione automatica d’incendio;
— illuminazione di sicurezza;
— evacuatori di fumo e di calore.
Le misure di sicurezza si integrano poi attraverso una serie di interrelazioni che investono anche il com-
portamento umano e le cautele (per esempio il divieto di fumo) da adottarsi all’interno degli ambienti e
dei luoghi di lavoro.

31.4 CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI


Nella scelta delle misure di prevenzione e protezione antincendio risulta determinante definire la possibile
natura degli incendi, non solo per meglio contrastare eventuali inneschi, ma anche per adottare i sistemi di
spegnimento e di rilevazione più idonei.
Come i fuochi si differenziano fra loro per la natura chimico-fisica del combustibile, anche le sostanze
estinguenti sono diverse l’una dall’altra, sia per la natura sia per l’azione di spegnimento che esercitano
sulla fiamma.
Ne consegue che ogni fuoco necessita, per essere spento, di una sostanza estinguente adeguata.
A questo proposito il Comitato Europeo di Normazione (CEN) ha classificato gli incendi dividendoli in
Classi a seconda del tipo di materiale che entra in combustione:
— Classe A: incendi di materiali solidi combustibili e infiammabili con residui che determinano formazio-
ne di brace (legno, carta, tessuti, pellami, gomma ecc.);
— Classe B: incendi di materiali liquidi come alcool, solventi, olii, grassi, vernici, benzine ecc.;
— Classe C: incendi di materiali gassosi infiammabili come idrogeno, ossigeno, metano ecc.;
— Classe D: incendi di sostanze chimiche che si incendiano facilmente e spontaneamente in presenza di
aria come sodio, potassio ecc.;
— Classe E: incendi di apparecchiature elettriche sotto tensione come trasformatori, motori, quadri elet-
trici ecc.
L’incendio è basato sulla combustione, cioè su quel processo esotermico che parte dalla reazione fra una
sostanza ossidabile (ossia quella con facoltà di legarsi a uno o più atomi di ossigeno) con una ossidante
(l’ossigeno è la più diffusa e praticamente l’unica presa in considerazione nella prevenzione incendi ordi-
naria) che produce notevole calore con sviluppo di gas (fig. 31.3).
La sostanza ossidabile viene chiamata combustibile mentre quella ossidante viene detta comburente.
La maggior parte dei combustibili contiene soprattutto due elementi: C (carbone) e H (idrogeno) che,
bruciando, si trasformano in ossidi (principalmente CO2 e CO).
Generalmente a temperatura ambiente la reazione di combustione fra molecole di combustibile e mole-
cole di comburente non avviene; per determinarla occorre fornire al sistema combustibile-comburente
una certa quantità di energia di attivazione.
538 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

Tale energia può essere fornita da un arco voltaico formato da un corto circuito di un impianto elettrico,
dall’aumento di temperatura di un macchinario in esercizio ecc.
Poiché la reazione di combustione è esotermica, una volta innescata libera calore che si propaga alle zone
adiacenti; la velocità di propagazione della combustione risulta essere funzione sia della quantità di calore
che si produce con la combustione sia della quantità di calore che si può dissipare nell’ambiente.

INCENDIO

CALORE GAS FUMI

DANNI ALLE PERSONE INFIAMMABILI VISIBILITÀ RIDOTTA


Ustioni Esodo impedito
Disidratazione Produzione di calore Panico
Blocco respiratorio (60°) Perdita di vite umane

DANNI ALLE STRUTTURE CORROSIVI DIFFICOLTÀ DI


RESPIRAZIONE
Provocano corrosione dei
Travi, solai, murature Panico
materiali e delle strutture
Esodo impedito

DANNI AI BENI TOSSICI INGESTIONE DI


PARTICELLE SOLIDE
Perdite materiali Morte per intossicazione GAS TOSSICI

DIMINUZIONE OSSIGENO

Morte per soffocamento

Fig. 31.3 - Conseguenze di un incendio.

In questa fase interviene un fattore determinante ai fini progettuali, il carico d’incendio, ovvero il poten-
ziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, compresi i rivestimenti dei
muri, delle pareti provvisorie, dei pavimenti e dei soffitti.
Oltre al calore e all’energia luminosa sprigionata, il fenomeno della combustione (considerando i più co-
muni materiali infiammabili) determina la formazione di una serie di prodotti secondari quali:
— biossido di carbonio (in eccesso di ossigeno);
— monossido di carbonio (in carenza di ossigeno);
— vapore acqueo;
— anidride solforosa e solforica (in presenza di impurità a base di zolfo);
— ceneri costituite da prodotti vari mescolati con materiali incombusti.

Una parte delle ceneri si disperde nell’aria sotto forma di aerosol, le cui parti più grandi e quindi visibili
costituiscono il fumo.
Quando la temperatura sale rapidamente ad alti valori, si passa dalla combustione all’esplosione.

31.5 FUNZIONI E COMPITI DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
I Vigili del Fuoco dipendono direttamente dal Ministero degli Interni e svolgono le seguenti attività:
1. soccorso urgente;
2. vigilanza in materia di sicurezza e prevenzione incendi presso gli insediamenti in cui si svolgono attività
soggette al controllo (riportate in allegato al D.M. 16/02/1982 e s.m.i.) o che possono presentare rischio
d’incendio in genere;
3. prevenzione mediante l’approvazione e il rilascio di Parere di Conformità Antincendio relativo a nuovi
insediamenti, modifiche e/o adeguamento di insediamenti esistenti in cui si svolgono attività soggette al
controllo e/o che possono presentare rischio d’incendio in genere;
4. rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.) a seguito di appositi sopralluoghi e verifiche fi-
nalizzate ad accertare che le opere eseguite siano conformi al Parere Preventivo di Conformità Antin-
cendio approvato e alle specifiche norme vigenti in materia di prevenzione incendi;
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 539

5. verifica e prevenzione insieme ad altri Enti (per esempio la Commissione di vigilanza per i locali di
pubblico spettacolo);
6. addestramento del personale aziendale in squadre di pronto intervento e vigilanza;
7. servizio di vigilanza nei locali di pubblico spettacolo.
Sito: www.vigilfuoco.it.

PROCEDURA PER LA RICHIESTA DEL CERTIFICATO


31.6 DI PREVENZIONE INCENDI (C.P.I.)
Il titolare di attività riportate nell’allegato I del D.P.R. 01/08/2011, n. 151, prima di iniziare l’attività stessa,
ha obbligo di sottoporre il progetto all’esame preventivo del Comando Provinciale dei VV.F. competente
per territorio nonché, a lavori ultimati, di fare istanza allo stesso Comando per il rilascio del Certificato di
Prevenzione Incendi; la procedura per la richiesta di tale certificato è schematizzata in figura 31.4.
La presentazione dell’Esame progetto preventivo è obbligatoria nei casi di:
1. attività di nuova istituzione ai sensi del D.P.R. 01/08/2011, n. 151;
2. modifiche di attività esistenti che comportano:
— rischio d’incendio;
— modifica e/o superamento dei parametri dimensionali di cui al D.P.R. 01/08/2011, n. 151.

ENTE PUBBLICO O PRIVATO COMANDO PROVINCIALE


VIGILI DEL FUOCO

DOCUMENTAZIONE PER INIZIO ATTIVITÀ richiesta parere di conformità


antincendio ESAME PROGETTO
O MODIFICA LAY-OUT AZIENDALE
- individuazione delle attività soggette VV.F.
- valutazione del rischio incendio
- progetto delle misure preventive richiesta di
e protettive integrazioni o PARERE NEGATIVO
- elaborati grafici prescrizione
- versamento c/c nuovi lavori

trasmissione parere favorevole


ESECUZIONE DEI LAVORI IN CONFORMITÀ con eventuali prescrizioni PARERE FAVOREVOLE
AL PROGETTO APPROVATO E ALLE (tempi e/o modi di esecuzione)
PRESCRIZIONI

DOCUMENTAZIONE FINE LAVORI richiesta sopralluogo ESAME DOCUMENTAZIONE


per verifica lay-out E SOPRALLUOGO
- certificazioni impianti Legge 46/90
- certificazione e/o omologazione materiali
- verifiche resistenza al fuoco materiali
- certificazioni corretta posa richiesta di
ESITO NEGATIVO
- elaborati grafici integrazioni o
- versamento c/c prescrizione
nuovi lavori

ESERCIZIO DELL'ATTIVITÀ CON rilascio C.P.I.


ESITO FAVOREVOLE
MANTENIMENTO DELLE PRESCRITTE
CONDIZIONI DI SICUREZZA
- registro dei controlli periodici
- piano di emergenza

rinnovo C.P.I.
RINNOVO C.P.I.

- REGISTRAZIONE ISTANZA
modifica attività o - attestazione di situazione non mutata - CONTROLLI PERIODICI
lay-out aziendale - perizia giurata efficienza impianti
antincendio
- dichiarazioni idonee procedure per la
gestione sicurezza antincendio
- versamento c/c

Fig. 31.4 - Procedura per la richiesta del Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.).
540 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

3. adeguamento di attività esistenti alle norme in vigore in materia di prevenzione incendi;


4. varianti a progetti già presentati e/o approvati.

Con l’entrata in vigore del D.P.R. 01/08/2011, n. 151, in attuazione del principio di proprozionalità, le at-
tività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi vengono suddivise in tre categorie (A, B e C elencate
nell’Allegato I allo stesso decreto) assoggettate a una disciplina differenziata in relazione alla dimensione
dell’impresa, al settore di attività, alla presenza di specifiche regole tecniche e alle esigenze di tutela della
pubblica incolumità. Per le attività di tipo A, quelle che presentano il minor rischio, il parere di conformità
preventivo viene eliminato e sarà sufficiente operare mediante SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio
Attività). Le attività di tipo B e C, che presentano, rispettivamente, rischi medi ed elevati, richiedono la
valutazione del progetto da parte dei VV.F.

Qualora il progetto riguardi un ampliamento, una modifica o la ristrutturazione di una parte dell’attività,
gli elaborati relativi alla Scheda informativa generale e alla planimetria devono riguardare l’intero com-
plesso, mentre gli altri elaborati possono essere limitati alla parte oggetto degli interventi stessi.
La documentazione tecnico-progettuale allegata alla richiesta di parere di conformità antincendio deve
comprendere quanto segue.

a) Scheda informativa generale contenente:


1. informazioni generali sull’attività principale e sulle eventuali attività secondarie soggette a controllo
di prevenzione incendi;
2. indicazioni del tipo di intervento in progetto (nuovo insediamento o modifica, ampliamento o ri-
strutturazione di attività esistente).

b) Relazione Tecnica che evidenzi l’osservanza dei criteri generali di sicurezza antincendio attraverso l’in-
dividuazione dei pericoli d’incendio, la valutazione dei rischi connessi e la descrizione delle misure di
prevenzione e protezione antincendio da attuare per ridurre i rischi.
Per ogni corpo di fabbrica, ambiente, compartimento ecc. la relazione si sviluppa nei punti indicati qui
di seguito.
1. Individuazione dei pericoli d’incendio contenente l’indicazione di elementi che permettano di indi-
viduare i pericoli presenti nell’attività, quali per esempio:
— destinazione d’uso generale e particolare riferita a ogni singolo ambiente o compartimento;
— sostanze pericolose presenti e modalità di stoccaggio;
— carico d’incendio;
— impianti di processo;
— lavorazioni;
— macchine, apparecchiature e attrezzi;
— movimentazioni interne;
— impianti tecnologici di servizio;
— aree a rischio specifico.
2. Descrizione delle condizioni ambientali nelle quali i pericoli sono inseriti, al fine di consentire la
valutazione del rischio connesso ai pericoli individuati, quali per esempio:
— condizioni di accessibilità e viabilità;
— lay-out aziendale (distanze, separazioni, isolamento);
— caratteristiche degli edifici (tipologia edilizia, geometria, volumetria, superfici, altezza, piani in-
terrati, distribuzione planivolumetrica, compartimentazione, elementi strutturali, resistenza al
fuoco, reazione al fuoco ecc.);
— aerazione e/o ventilazione, metodi di allontanamento dei fumi o vapori pericolosi;
— affollamento degli ambienti, con particolare riferimento alla presenza di persone con ridotte o
impedite capacità motorie o sensoriali;
— vie di esodo, lunghezze dei percorsi, corridoi ciechi ecc.;
— collegamenti verticali (scale, ascensori o montacarichi);
— illuminazione di sicurezza e di emergenza;
— impianti elettrici, interruttori di sezionamento dei compartimenti, messa a terra, protezioni dalle
scariche atmosferiche;
— regolamenti interni di sicurezza e relativa gestione della sicurezza ai fini antincendio;
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 541

— presidi antincendio ovvero:


 reti idriche con relative portate, pressioni, tempi di erogazione ecc.;
 idranti e/o naspi con tipi, caratteristiche, aree di copertura ecc.;
 estintori e loro dislocazione;
 impianti fissi, impianti di rivelazione, allarmi, sistemi di sorveglianza ecc.
3. Valutazione del rischio d’incendio con l’indicazione degli obiettivi di sicurezza assunti e l’indicazio-
ne delle azioni messe in atto per perseguirli.
4. Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio), ovvero la descrizione dei provvedimenti
da adottare nei confronti dei pericoli, delle condizioni ambientali, nonché le misure preventive e pro-
tettive assunte, con particolare riguardo al comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali.
5. Gestione dell’emergenza ove sono indicati gli elementi strategici della pianificazione dell’emergenza
che dimostrino la perseguibilità dell’obiettivo della mitigazione del rischio residuo attraverso una
efficiente organizzazione e gestione aziendale.

c) Elaborati grafici comprendenti:


1. Planimetria generale in scala da 1:2000 a 1:200 a seconda delle dimensioni dell’insediamento, dalla
quale risultino:
— l’ubicazione delle attività, le condizioni di accessibilità all’area e di viabilità al contorno;
— gli accessi pedonali e carrabili, le distanze di sicurezza esterne;
— le risorse idriche della zona (idranti esterni, pozzi, corsi d’acqua, punti presa dell’acquedotto, ri-
serve idriche ecc.);
— gli impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas ecc.);
— l’ubicazione degli organi di manovra degli impianti di protezione antincendio e dei blocchi di
emergenza degli impianti tecnologici;
— quanto altro ritenuto utile per una descrizione complessiva delle attività ai fini antincendio, del
contesto territoriale in cui l’attività si inserisce e ogni altro riferimento utile per le squadre di soc-
corso in caso di intervento.
2. Piante in scala da 1:50 a 1:200, a seconda della dimensione dell’edificio o del locale dell’attività,
relative a ciascun piano, recanti l’indicazione degli elementi caratterizzanti il rischio d’incendio e
le misure di sicurezza riportate nella relazione tecnica ovvero:
— la destinazione d’uso di ogni locale con indicazione dei macchinari e degli impianti presenti;
— l’ubicazione delle uscite, con il verso di apertura delle porte, i corridoi, i vani scala, gli ascensori;
— le attrezzature mobili di estinzione;
— gli impianti di protezione antincendio;
— l’illuminazione di sicurezza.
3. Sezioni ed eventuali prospetti degli edifici in scala adeguata.
4. Tavole relative a impianti e macchinari di particolare importanza ai fini della sicurezza antincendio.

Una successiva fase dei controlli di prevenzione incendio è costituita dal sopralluogo tecnico per il rilascio
del Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.).
La domanda dovrà essere inoltrata al Comando Provinciale solo dopo il definitivo completamento dell’o-
pera da collaudare (impianti, attrezzature in dotazione, arredi ecc.) corredata dalla documentazione tec-
nica riferita a strutture, impianti, attrezzature e componenti con specifica funzione ai fini della sicurezza
antincendio, che verrà esaminata durante il sopralluogo stesso.
Le documentazioni tecniche (certificazioni, omologazioni, dichiarazioni di conformità, dichiarazioni di
corretta posa in opera, certificazioni di collaudo ecc.) idonee ad attestare la corretta realizzazione delle
opere, delle strutture e degli impianti descritti e/o richiesti in fase di esame progetto, sono relative a:
— resistenza al fuoco degli elementi strutturali portanti e/o separanti;
— porte e altri elementi di chiusura classificati ai fini della resistenza al fuoco;
— materiali classificati ai fini della reazione al fuoco;
— impianti di produzione, di trasporto, di distribuzione e di utilizzazione dell’energia elettrica, nonché di
protezione contro le scariche atmosferiche;
— impianti di trasporto e utilizzazione e distribuzione di gas allo stato liquido e aeriforme, e/o di fluidi
infiammabili, combustibili o comburenti;
— serbatoi contenenti fluidi infiammabili, combustibili o comburenti;
542 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

— impianti di protezione antincendio ed estinzione degli incendi;


— impianti per l’evacuazione del fumo e del calore;
— impianti di rivelazione e segnalazione d’incendio;
— attrezzature e componenti di impianti con specifica funzione ai fini della sicurezza antincendio.

Per la documentazione da presentare per la prevenzione incendi:


Sito: www.vigilfuoco.it al link Modulistica di Prevenzione Incendi
Durante il sopralluogo dei funzionari del Comando Provinciale verranno altresı̀ verificate l’esistenza e la
conformità di altri due documenti, il Registro dei controlli periodici (sulle misure di protezione antincen-
dio e impianti) e il Piano di emergenza.
Lo scopo del Piano di emergenza è quello di gestire le risorse umane e strumentali disponibili in modo da
limitare le conseguenze di danno per le persone e i beni.
Il Piano di emergenza contiene:
— l’analisi dei centri di pericolo;
— l’analisi delle possibili situazioni di guasto;
— la valutazione delle conseguenze delle possibili situazioni di guasto ipotizzate;
— le procedure relative alle azioni da adottare per interrompere le sequenze incidentali individuate;
— le procedure di intervento per mitigare le conseguenze;
— l’elenco nominativo del personale responsabile per i vari livelli di emergenze;
— le procedure per la verifica periodica sull’efficienza degli impianti (la registrazione delle prove svolte e
delle manutenzioni è riportata sul Registro dei controlli periodici).
I fattori da tenere presenti nel predisporre un Piano di emergenza sono:
1. l’uso del luogo di lavoro;
2. i sistemi di allarme presenti;
3. il numero di persone (lavoratori, pubblico ecc.) presenti e la loro ubicazione;
4. i lavoratori che sono esposti a rischi particolari;
5. la facilità di esodo senza assistenza;
6. il livello di addestramento fornito al personale;
7. la presenza di appaltatori esterni, lavoratori delle pulizie e/o manutenzione.
Il Piano di emergenza deve essere basato su chiare istruzioni scritte e deve includere:
— i doveri del personale di servizio incaricato di svolgere specifiche mansioni di sicurezza in caso di emer-
genza;
— i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di emergenza;
— i provvedimenti per assicurare che tutto il personale sia informato e formato sui rischi specifici presenti
in azienda;
— le misure per il personale identificato a rischio (appaltatori, persone disabili e visitatori);
— le specifiche misure per le aree a elevato rischio d’incendio;
— le procedure per i collegamenti con la Caserma dei Vigili del Fuoco, in caso che necessiti un loro in-
tervento.
All’ingresso della struttura sede dell’attività dovranno essere esposte ben visibili precise istruzioni relative
al comportamento del personale e del pubblico in caso di sinistro e in particolare una planimetria dell’e-
dificio che deve indicare la posizione di:
— scale e vie di evacuazione;
— mezzi e impianti di estinzione disponibili;
— dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell’elettricità;
— dispositivi di arresto del sistema di ventilazione;
— quadro elettrico generale ed eventuali sottoquadri del sistema di rivelazione e di allarme;
— impianti e locali che presentano un rischio speciale;
— spazi calmi.

A ciascun piano dell’edificio e/o negli ambienti più frequentati (corridoi, sale ecc.) dovrà essere esposta una
planimetria d’orientamento, collocata in prossimità delle vie di esodo, accanto alla quale sarà chiaramente
indicato il comportamento da tenere in caso d’incendio.
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 543

31.7 PRINCIPALI TERMINI E DEFINIZIONI NEL SETTORE ANTINCENDIO

A - Caratteristiche costruttive
Altezza ai fini antincendio. Altezza massima H misurata dal livello inferiore dell’apertura più alta dell’ul-
timo piano abitabile e/o agibile, escluse quelle dei vani tecnici, al livello del piano esterno più basso
(fig. 31.5).
Altezza dei piani. Altezza massima tra pavimento e intradosso del soffitto.
Carico d’incendio. Potenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio,
compresi i rivestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, dei pavimenti e dei soffitti.

volume tecnico

calpestio ultimo piano


piano abitabile agibile

altezza
del piano
H
H

resistenza al carico  20 t

 4,50 m

Fig. 31.5 - Altezza massima e altezza dei piani.

Convenzionalmente si esprime in kilogrammi di legno equivalente (potere calorifico inferiore 4400


kcal/kg).
Per omogeneità si ‘‘traducono’’, a parità di calore sviluppato, in legna standard tutti i materiali combusti-
bili presenti e si riporta questo valore al metro quadrato di superficie del locale.
Tutto ciò si esprime convenzionalmente mediante la formula:

X
n
gi Hi
i¼1

4400  A

dove: q ¼ carico d’incendio del locale (kg legna/m2 ), ovvero i kg di legna standard per ogni m2 del locale
equivalenti al carico dei materiali presenti nel locale;
gi ¼ quantità di materiale combustibile presente nel locale (kg), ovvero il peso degli n materiali
combustibili presenti;
Hi ¼ potere calorifico superiore (p.c.s.) del materiale (kcal/kg o MJ/kg), ovvero il massimo calore
prodotto dalla combustione totale di 1 kg del materiale considerato di peso gi (vedi tabelle
nelle espansioni digitali);
4400 ¼ potere calorifico superiore della legna standard (kcal/kg o cal/kg);
A ¼ superficie orizzontale (m2 ) del locale o del piano del fabbricato considerato.
544 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

A titolo di esempio, consideriamo un locale di 40 m2 destinato a biblioteca in cui siano presenti:


— 510 kg di legna secca (serramenti, scaffali, tavoli, mobili vari) con un p.c.s. = 3500 kcal/kg;
— 20 kg di cotone (rivestimenti d’arredo e tende) con un p.c.s. = 4000 kcal/kg;
— 6000 kg di carta (libri, riviste, tappezzerie) con un p.c.s. = 4000 kcal/kg;
— 50 kg di materie sintetiche (suppellettili, finiture) con un p.c.s. = 7000 kcal/kg.

Applicando la formula si avrà:


510  3500 þ 20  4000 þ 6000  4000 þ 50  7000
q¼ ¼ 150 kg legna/m2
4400  40
L’evoluzione di un incendio di materiali combustibili in un edificio è influenzata, oltre che dal carico d’in-
cendio, anche da altre condizioni quali la ventilazione, il rapporto tra superficie e volume del combusti-
bile, la caratteristica merceologica dello stesso e la relativa produzione di fumo.
L’obiettivo del calcolo del carico d’incendio è la determinazione della Classe di un edificio, ossia la valu-
tazione del tempo massimo durante cui le strutture mantengono la capacità portante.

Classe di un edificio (o parte di esso). Esprime indicativamente il carico d’incendio virtuale espresso in
kg/m2 di legna standard.
Il numero indicativo esprime in minuti primi la durata di resistenza al fuoco da richiedere alla struttura (o
all’elemento costruttivo in esame) tenendo conto che 1 kg/m2 di legna standard brucia in 1 minuto primo.
Per determinare la classe di appartenenza di un edificio (o di un locale) si utilizza la formula:
C ¼Kq
dove: C ¼ numero indicativo della classe;
q ¼ carico d’incendio dichiarato (in kg legna/m2 );
K ¼ coefficiente di riduzione che tiene conto delle condizioni reali d’incendio del locale o del piano
nel complesso dell’edificio.

Il coefficiente di riduzione del Carico d’incendio (0,2  K  1,0) prende in considerazione diversi fattori di
influenza quali:
— le caratteristiche dell’edificio;
— la sua destinazione d’uso;
— la distanza da altri edifici;
— la natura del materiale;
— il combustibile presente;
— l’esistenza o meno di misure di segnalazione e prevenzione degli incendi.

I fattori di influenza vengono valutati con indici (numeri negativi o positivi), riferiti alle condizioni di un
caso reale medio d’incendio espressi nella Tabella 1 della Circolare n. 91 del 14/09/1961.
La somma algebrica degli indici di valutazione determina il relativo coefficiente di riduzione mediante
l’impiego del grafico contenuto nella suddetta Circolare.
Nel caso preso in esame precedentemente (biblioteca di 40 m2 con q ¼ 150 kg legna/m2 ), supponiamo che
la sommatoria dei suddetti indici sia pari a þ10 cosı̀ determinata:
— altezza in gronda dell’edificio oltre 7 m fino a 14 m þ2
— altezza dei piani fino a 4 m þ2
— superficie interna delimitata da muri tagliafuoco < 200 m2 0
— presenza di materiali poco o difficilmente combustibili 5
— locale soggetto ad affollamento þ10
— distanza degli edifici circostanti fino a 10 m þ3
— presenza di estintori senza guardiania 2
— tempo per l’arrivo dei VV.F. tra 10 e 15 minuti 2
— difficoltà di accesso þ2
totale þ10

Utilizzando il grafico della Circolare n. 91 del 14/09/1961 (fig. 31.6) si ottiene K ¼ 0,7 da cui:
C ¼ 0,7  q ¼ 0,7  150 ¼ 105 arrotondato a 120
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 545

Le Classi degli edifici sono state infatti suddivise in: Classe 15, Classe 30, Classe 45, Classe 60, Classe 90,
Classe 120, Classe 180.
Pertanto i materiali impiegati (o da impiegarsi) nella biblioteca dell’esempio dovranno soddisfare le ca-
ratteristiche richieste di resistenza al fuoco per una durata di 120 minuti.
Comportamento al fuoco. Insieme di trasformazioni fisiche e chimiche di un materiale o di un elemento
da costruzione sottoposto all’azione del fuoco.
Il comportamento al fuoco comprende la resistenza al fuoco delle strutture e la reazione al fuoco dei ma-
teriali.
Compartimento antincendio. Parte di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco pre-
determinata e organizzato per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi (fig. 31.7).
Un compartimento deve avere 2 o più accessi/uscite attraverso filtro a prova di fumo o da scala a prova di
fumo.
La superficie massima di un compartimento è stabilita dalla normativa in funzione del suo impiego; anche
il carico d’incendio massimo in un compartimento è determinato in ragione della sua destinazione d’uso.

1,0

0,9

0,8

0,7
coefficiente di riduzione

0,6

0,5

0,4

0,3

0,2

0,1

–82 –80 –60 –40 –20 0 20 40 60 74

somma algebrica degli indici di valutazione

Fig. 31.6 - Tabella di correlazione fra indice totale di va-


lutazione e coefficiente K di riduzione del Ca-
rico d’incendio (Circolare n. 91 del 14/09/
1961).

Fig. 31.7 - Compartimento antincendio.

Filtro a prova di fumo. Vano delimitato da strutture con resistenza al fuoco REI predeterminata (comun-
que non inferiore a 60 0 ), dotato di due o più porte munite di congegni di autochiusura con resistenza al
fuoco REI predeterminata (comunque non inferiore a 60 0 ) con:
— camino di ventilazione di sezione adeguata (comunque non inferiore a 0,10 m2 ) sfociante al di sopra
della copertura dell’edificio (fig. 31.8a)
546 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

120
filtro

camino di luogo sicuro


ventilazione (terrazzo a
a  0,10 m2 cielo aperto)

zona a rischio 120

a)

120
sovrapressione
 0,30 mbar

ventilazione luogo sicuro


(terrazzo a
cielo aperto)

zona a rischio 120

b)

120
apertura
libera
1
s  – A·B
10 luogo sicuro
A

comunque  1 m2 (terrazzo a
B cielo aperto)

zona a rischio 120

c)
struttura REI  60'
porta REI con sistema di autochiusura

Fig. 31.8 - Tipologie di filtro a prova di fumo.

oppure
— vano con le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco e mantenuto in sovrapressione (con ventilatore
elettrico) ad almeno 0,3 mbar, anche in condizioni di emergenza (fig. 31.8b)
oppure
— aerazione diretta verso l’esterno con aperture libere di superficie non inferiore a 1 m2 con esclusione di
condotti (fig. 31.8c).

Intercapedine antincendio. Vano di distacco superiormente delimitata da spazio scoperto con funzione di:
— aerazione e/o scarico di prodotti della combustione di larghezza trasversale non minore di 0,60 m,
— passaggio di persone di larghezza trasversale non minore di 0,90 m,
longitudinalmente delimitata dai muri perimetrali (con o senza  60  90
aperture) appartenenti al fabbricato servito e da terrapieno e/o
da muri di altro fabbricato, aventi pari resistenza al fuoco.
Ai soli scopi di aerazione e scarico dei prodotti della combu-
stione è inferiormente delimitata da un piano ubicato a quota
 100

non minore di 1 m dall’intradosso del solaio del locale stesso.


Per la funzione di passaggio di persone, la profondità dell’in-
 200

tercapedine deve essere tale da assicurare il passaggio nei loca-


li serviti attraverso varchi aventi altezza libera di almeno 2 m
(fig. 31.9).

Fig. 31.9 - Intercapedine antincendio.

Reazione al fuoco. Grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto; in


relazione a ciò ai materiali sono assegnanti le Classi 0, 1, 2, 3, 4 e 5 di reazione al fuoco con l’aumentare
della loro partecipazione alla combustione.
In base ai requisiti dimostrati i materiali di Classe 0 sono non combustibili. Il D.M.I. del 26/06/1984 Clas-
sificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi stabilisce
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 547

norme, criteri e procedure per la classificazione di reazione al fuoco e l’omologazione dei materiali ai fini
della prevenzione incendi.

Resistenza al fuoco. Attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare, se-


condo un programma termico prestabilito e per un tempo determinato, in tutto o in parte:
— la stabilità R: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l’a-
zione del fuoco;
— la tenuta E: attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare né produrre, se sottoposto
all’azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto;
— l’isolamento termico I: attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la tra-
smissione del calore.
Di conseguenza:
— con il simbolo REI si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la
resistenza meccanica, la tenuta alle fiamme e ai gas, l’isolamento termico;
— con il simbolo RE si identifica un elemento costruttivo che deve conservare per un tempo determinato
la resistenza meccanica, la tenuta alle fiamme e ai gas;
— con il simbolo R si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato,
la resistenza meccanica.
In relazione ai requisiti dimostrati gli elementi strutturali vengono classificati da un numero che esprime i
minuti primi convenzionalmente suddivisi nel modo seguente.

REI 15 RE 15 R 15
REI 30 RE 30 R 30
REI 45 RE 45 R 45
REI 60 RE 60 R 60
REI 90 RE 90 R 90
REI 120 RE 120 R 120
REI 180 RE 180 R 180

La resistenza al fuoco è una caratteristica dei singoli elementi strutturali ed è valutata secondo le norme
contenute nel Decreto 16/02/2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di
opere da costruzione.
Con il Decreto 09/03/2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al con-
trollo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono state adottate le norme che stabiliscono, in funzione del
tipo di edificio, la prestazione di resistenza al fuoco che le strutturedevono garantire.

Spazio scoperto (luogo sicuro). Spazio a cielo libero o superiormente grigliato avente, anche se delimi-
tato su tutti i lati, superficie minima in pianta (m2 ) non inferiore a quella calcolata moltiplicando per tre
l’altezza in metri della parete più bassa che lo delimita (fig. 31.10a).

Lmax  H

2
H
H1
H2

b) sbalzo su cortile chiuso

d
y
d  3,50 m
S  3 H1
S  3 H senza
d tenere conto di x e y
x
cortile
chiuso d  3,50 m
d
S

edificio 2 edificio 1
Fig. 31.10 - Caratteristiche di uno
spazio scoperto o luogo sicuro. a) luogo sicuro (cortile chiuso - S in m2) c) cortile chiuso con sbalzi
548 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

La distanza tra le strutture verticali che delimitano lo spazio scoperto non deve essere inferiore a 3,50 m.
Se le pareti delimitanti lo spazio a cielo libero o superiormente grigliato hanno strutture che aggettano o
rientrano, detto spazio è considerato scoperto se sono rispettate le condizioni del precedente punto e se il
rapporto tra la sporgenza (o rientranza) e la relativa altezza di impostazione è non superiore ad 1/2
(fig. 31.10b).
La superficie minima libera deve risultare al netto delle superfici aggettanti.
La minima distanza di 3,50 m deve essere computata tra le pareti più vicine in caso di rientranze, tra pa-
rete e il limite esterno della proiezione dell’aggetto in caso di sporgenze, tra i limiti esterni delle proiezioni
di aggetti prospicienti (fig. 31.10c).

B - Distanze
Distanza di sicurezza esterna. Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontal-
mente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di una attività e il perimetro del più vicino
fabbricato esterno all’attività stessa o di altre opere pubbliche o private oppure rispetto ai confini di aree
edificabili verso le quali tali distanze devono essere osservate (fig. 31.11).

area edificabile
De

De

Di
Dp

area attività
De

pericolosa

De : distanza di sicurezza esterna


Di : distanza di sicurezza interna
Dp : distanza di protezione Fig. 31.11 - Distanze
di sicurezza e protezione.

Distanza di sicurezza interna. Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontal-
mente tra i rispettivi perimetri in pianta dei vari elementi pericolosi di una attività (fig. 31.11).

Distanza di protezione. Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra il
perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di una attività e la recinzione (ove prescritta) ovvero il
confine dell’area su cui sorge l’attività stessa (fig. 31.11).

C - Affollamento - Esodo
Ascensore a prova di fumo. Collegamento verticale costituente compartimento antincendio avente acces-
so per ogni piano, mediante porte di resistenza al fuoco almeno RE predeterminata e dotate di congegno
di autochiusura; l’accesso deve avvenire da spazio scoperto o da disimpegno aperto per almeno un lato
su spazio scoperto dotato di parapetto a giorno (fig. 31.12).
Capacità di deflusso o di sfollamento. Numero massimo di persone che, in un sistema di vie d’uscita, si
assume possano defluire attraverso un’uscita di modulo uno (pari a 60 cm).
Tale dato, stabilito dalla norma, tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamento ordinato di un com-
partimento.
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 549

Densità di affollamento. Numero massimo di persone assun-


to per unità di superficie lorda di pavimento (persone/m2 ).
Larghezza delle uscite di un compartimento. Numero com-
plessivo di moduli di uscita necessari allo sfollamento totale
di un compartimento. balcone
Il dimensionamento delle scale e delle vie d’uscita si ottiene aperto
applicando la formula:
m2 esterno
 Rj  0,6 ¼ larghezza minima richiesta (m)
Qi

dove m2 ¼ superficie lorda del compartimento; camino o canna tipo SHUNT


Qi ¼ capacità di deflusso (persone  modulo uno);
Rj ¼ densità di affollamento (persone/m2 ).

Per edifici a più piani si valuta la capacità di deflusso consi-


filtro
derando: a fumo
Piano IV e superiori Q¼ 33
Piano III Q¼ 33 interno
Piano II Q¼ 37,5
Piano I Q¼ 37,5 strutture REI
porta REI con sistema di autochiusura
Piano terreno Q¼ 50
Piano I entro terra Q¼ 37,5 Fig. 31.12 - Esempi di ascensori costituenti
Piano II entro terra Q¼ 37,5 compartimento a prova di fumo.
Piano III entro terra Q¼ 37,5
Piano IV entro terra Q¼ 33
Piano V entro terra Q¼ 33

Per un edificio di tre piani fuori terra si considera Qi ¼ QI þ QII ¼ 75.


Per edifici di oltre tre piani Qi ¼ Qk þ Qk 1 dove Qk rappresenta la capacità di deflusso del piano più af-
follato (piano k-esimo).
La densità di affollamento in ragione delle specifiche destinazioni d’uso degli ambienti vale, per esempio:
— alberghi = 0,05;
— uffici = 0,1;
— mostre = 0,4;
— ospedali = 0,05;
— autorimesse = 0,1.
filtro a prova di fumo
La larghezza di scale e vie d’uscita deve
apertura libera
comunque essere superiore a 1,20 m e co- a  1 m2
filtro a prova di fumo
stante.

Luogo sicuro. Spazio scoperto ovvero


compartimento antincendio (separato da
altri compartimenti mediante spazio sco-
perto o filtri a prova di fumo) avente
caratteristiche idonee a ricevere e conte- spazio scoperto luogo sicuro
nere un predeterminato numero di perso-
ne (luogo sicuro statico), ovvero a con-
sentire il movimento ordinato (luogo si-
curo dinamico) (fig. 31.13).

filtro a prova di fumo

ventilazione

strutture REI
porta REI con sistema di autochiusura

Fig. 31.13 - Luogo sicuro con accesso da spazio scoperto oppure da filtri a prova di fumo.
550 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

Massimo affollamento ipotizzabile. Numero di persone ammesso in un compartimento determinato dal


prodotto della densità di affollamento per la superficie lorda del pavimento.

Modulo di uscita. Unità di misura della larghezza delle uscite. Il modulo uno, che si assume uguale a 0,60
m, esprime la larghezza media occupata da una persona.

Scala a prova di fumo. Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso per ogni piano
mediante porte di resistenza al fuoco almeno RE predeterminata e dotate di congegno di autochiusura;
l’accesso avviene da spazio scoperto o da disimpegno aperto per almeno un lato su spazio scoperto dotato
di parapetto a giorno (fig. 31.14).

Scala di sicurezza esterna. Scala totalmente esterna, rispetto al fabbricato servito, munita di parapetto re-
golamentare e di altre caratteristiche stabilite dalla norma.

zona a rischio

aerazione superiore
a  1 m2
balcone

strutture REI
Fig. 31.14 - Scala a prova di fumo. porta REI con sistema di autochiusura

Scala a prova di fumo interna. Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso, per
ogni piano, da filtro a prova di fumo (fig. 31.15).

camino di ventilazione
a  0,10 m2

apertura libera
a  1 m2

sovrapressione
 0,30 mbar

ventilazione

strutture REI
porta REI con sistema di autochiusura

Fig. 31.15 - Esempi di vani scala costituenti compartimento con filtro a prova di fumo.

Scala protetta. Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso diretto da ogni piano,
con porte di resistenza al fuoco REI predeterminata e dotate di congegno di autochiusura.
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 551

Shunt. Canna fumo collegata con l’esterno che permette l’immissione di- sezione minima
retta da differenti camini (uno per piano) (fig. 31.16). cm 120  120

Sistema di vie di uscita. Percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle
persone che occupano un edificio, un locale o un compartimento di rag-
giungere un luogo sicuro.
La lunghezza massima del sistema di vie di uscita è stabilita dalle norme.

Uscita. Apertura atta a consentire il deflusso di persone verso un luogo


sicuro avente altezza non inferiore a 2,00 m.

Vie di esodo. Insieme degli ambienti, luoghi percorribili, aperture, varchi


ecc., che permettono un rapido e ordinato allontanamento delle persone
presenti nei locali (affollamento) in caso di sinistro.

Fig. 31.16 - Canna tipo Shunt.

D - Mezzi antincendio

PRINCIPALI MEZZI ANTINCENDIO

Estintori di capacità estinguente 13 A ogni 150 m2.

Rete idrica antincendio realizzata ad anello con attacchi UNI 45.

Portata  240 l/s per ogni colonna montante e funzionamento


contemporaneo di almeno 2 colonne montanti.

L'alimentazione idrica degli idranti deve garantire ai 2 idranti idraulicamente


più sfavoriti una portata  120 l/s cadauno e una pressione al bocchello
 1,5 bar per un tempo  60 s.

Per i naspi bisogna garantire ai 2 naspi idraulicamente più sfavoriti una


portata  35 l/s cadauno e una pressione al bocchello  1,5 bar per
un tempo  60 s.

Impianto di spegnimento automatico secondo le norme


UNI 9489 e 9490, ecc.

Impianto fisso di rivelazione automatica d'incendio collegato ad allarme


acustico e luminoso ed eventuale impianto di spegnimento automatico
secondo norme UNI 9795.

Attacco VV.F. in prossimità dell'ingresso principale.

Fig. 31.17 - Mezzi antincendio.

Agente estinguente (sostanze antincendio). Sostanze che, per composizione e natura, possiedono la pro-
prietà di intervenire sulla reazione chimica di combustione producendone il progressivo arresto, purché
l’agente estinguente venga utilizzato in quantità sufficiente e nei modi efficaci.
La scelta delle sostanze estinguenti si basa sulle caratteristiche fisiche, i campi d’impiego (valutando le
particolari destinazioni d’uso dei locali e dei materiali in essi contenuti), le avvertenze e le limitazioni d’uso.

. Acqua
Caratteristiche:
— facile reperibilità;
552 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

— costo trascurabile;
— energica azione di raffreddamento e separazione.
Campo d’impiego:
— efficace su fuochi di Classe A (solidi);
— può essere usata sui fuochi di Classe B purché il liquido combustibile sia più pesante o miscibile con
essa.
Avvertenze e limitazioni d’uso:
— non può essere usata su apparecchiature elettriche in tensione;
— non può essere usata contro fuochi di Classe C (gas) e D (metalli);
— è sconsigliata se può arrecare gravi danni ad attrezzature e materiali;
— impiego limitato agli impianti fissi (idranti, sprinkler ecc.).

. Schiuma
Caratteristiche:
— miscela di aria e soluzione composta da acqua e liquido schiumogeno;
— rapporto di espansione elevato (incorpora aria);
— peso specifico ridotto.
Campo d’impiego:
— ottima contro fuochi di Classe B perché ha un peso specifico basso e riesce a galleggiare anche sui li-
quidi più leggeri, esercitando un’azione di soffocamento;
— idonea su fuochi di Classe A per saturazione.
Avvertenze e limitazioni d’uso:
— non va usata su apparecchiature elettriche.

. Biossido di carbonio (CO2 )


Caratteristiche:
— gas inerte, inodore, incolore, di peso specifico 1,5 volte superiore a quello dell’aria;
— azione di raffreddamento per il forte assorbimento di calore dovuto al passaggio di stato liquido/gas;
— azione di soffocamento perché, essendo più pesante dell’aria. si deposita sul combustibile e ne impedi-
sce il contatto con l’aria;
— in ambienti chiusi per ottenere lo spegnimento, la concentrazione minima in aria è del 33%.
Campo d’impiego:
— va usata su apparecchiature elettriche;
— può essere usata su fuochi di Classe B e C.
Avvertenze e limitazioni d’uso:
— sconsigliato l’impiego su fuochi di Classe D perché i metalli bruciano anche in presenza di CO2 a cui
sottraggono ossigeno generando ossido di carbonio CO;
— non va usata su cianuri alcalini perché forma acido cianidrico.

. Polveri
Caratteristiche:
— sono composte da sali alcalini (per esempio, bicarbonato di sodio);
— esercita azione di soffocamento, di inibizione chimica e raffreddamento.
Campo d’impiego:
— per ciascuna classe di fuoco esiste un tipo di polvere adatto;
— può essere usata su impianti elettrici in tensione grazie alle proprietà dielettriche.
Avvertenze e limitazioni d’uso:
— non idonee su apparecchi elettronici;
— possono dare origine a irritazioni delle vie respiratorie.

. Idrocarburi alogenati (halon)


Caratteristiche:
— esercitano un’azione di inibizione chimica;
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 553

— sono più efficaci della CO2 e non provocano shock termici;


— sono meno efficaci della polvere, ma non lasciano residui.
Campo d’impiego:
— sono efficaci contro fuochi di Classe A, B, e C;
— sono dielettrici e possono essere usati su apparecchiature elettriche in tensione.
Avvertenze e limitazioni d’uso:
— non possono essere impiegati contro fuochi di Classe D;
— in locali chiusi si deve impiegare solo halon 1301;
— l’erogazione deve essere realizzata in unica soluzione e al termine si deve abbandonare il locale chiu-
dendo gli accessi;
— per effetto delle alte temperature d’incendio si decompongono producendo gas tossici per l’uomo;
— si deve provvedere in un secondo tempo a ventilare i locali.
Attacco di mandata per autopompa. Dispositivo costituito da una valvola di intercettazione e una di non
ritorno, dotato di uno o più attacchi unificati per tubazioni flessibili antincendi (fig. 31.18).
Serve come alimentazione idrica sussidiaria.

Fig. 31.18 - Esempio di attacco motopompa.

Autocombustione. Processo di combustione che, iniziando da una ossidazione lenta e spontanea, determi-
na un progressivo accumulo di calore; l’aumento di temperatura della massa combustibile provoca un in-
cremento della velocità di reazione fino a che il calore prodotto, non potendosi disperdere con la stessa
velocità, causa il raggiungimento della temperatura di accensione.

Comburente (agente ossidante). Sostanza in grado di mantenere la combustione ovvero elemento che rea-
gisce con il combustibile.
In generale è l’aria, per il suo contenuto di ossigeno, oppure il solo ossigeno e, in particolari casi, composti
ossigenati oltre ad altre sostanze.

Combustibile. Sostanza capace di bruciare e quindi provocare incendi; in base allo stato di aggregazione
può essere solido, liquido o gassoso.

Combustione. Fenomeno di ossidazione violenta dovuta alla reazione fra com-


bustibile e comburente, che sviluppa energia termica e luminosa.

Combustione lenta. Fenomeno di combustione la cui velocità di reazione è molto


bassa; in essa non si genera elevata produzione istantanea di calore.

Estintore carrellato. Apparecchio concepito per essere portato e utilizzato su car-


rello (ruote) (fig. 31.19), di massa totale superiore a 20 kg, contenente un agente
estinguente fino a 150 kg, che può essere proiettato e diretto su un fuoco sotto
l’azione di una pressione interna grazie all’intervento di due operatori.
Gli estintori carrellati hanno le stesse caratteristiche funzionali degli estintori por-
tatili ma, a causa delle maggiori dimensioni e peso, presentano minori praticità
d’uso e maneggevolezza connessa allo spostamento del carrello di supporto.
La loro scelta è dettata dalla necessità di disporre di una maggiore capacità estin-
guente, ma sono comunque da considerarsi integrativi rispetto agli estintori por-
tatili.
Fig. 31.19 Estintore carrellato.
554 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

Tabella 31.1 Superficie protetta e capacità estinguente degli estintori carrellati in funzione del livello di ri-
schio.
Superficie protetta da un estintore
Tipo di estintore
rischio basso rischio medio rischio elevato

13A - 89B 100 m2 — —

21A - 113B 150 m2 100 m2 —

34A - 144B 200 m2 150 m2 100 m2

55A - 233B 250 m2 200 m2 200 m2

Estintore portatile. Gli estintori portatili (fig. 31.20) sono apparecchiature antincendio di massa minore o
uguale a 20 kg, concepite per essere portate e utilizzate a mano, da un singolo operatore.
La norma di riferimento in merito alle caratteristiche tecniche degli estintori portatili è il D.M. 20/12/1982
Norme tecniche e procedurali, relative agli estintori portatili d’incendio, soggetti all’approvazione del tipo
da parte del Ministero dell’Interno.
Vengono classificati in base alla loro capacità estinguente a seguito di sperimentazione su fuochi di diversa
natura classificati in base al tipo di combustibile:
— Classe A: fuochi di solidi con formazione di brace;
— Classe B: fuochi di liquidi infiammabili;
— Classe C: fuochi di gas infiammabile;
— Classe D: fuochi di metalli;
— Classe E: fuochi di apparecchiature elettriche.

Su ciascun estintore sono indicate le classi dei fuochi e i focolari convenzionali che è in grado di estinguere
(per esempio: 21A 89B, C, dove i numeri rappresentano la tipologia del focolare di riferimento).
La scelta dell’estintore va fatta in base al tipo d’incendio ipotizzabile nel locale da proteggere.
Gli estintori per norma devono essere di colore rosso e riportare un’etichetta con le istruzioni e le condi-
zioni di utilizzo.
La posizione deve essere scelta privilegiando la facilità di accesso, la visibilità e la possibilità di raggiun-
gere l’estintore percorrendo preferibilmente non più di 30 m (D.M. 10/03/1998).
L’operatore deve usare l’estintore avendo cura di mettersi sopra vento, cercando di colpire con il getto la
base del focolaio senza provocare la fuoriuscita di liquidi infiammabili dal loro contenitore; nel caso in cui
operino contemporaneamente due estintori, le persone che li utilizzano devono disporsi sfalsate di circa 90º.
Il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili devono rispon-
dere ai valori indicati nella Tabella 1 del D.M. 10/03/1998 Criteri generali
di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro,
per quanto attiene gli incendi di classe A e B, oltre che in relazione a:
— numero dei piani (non meno di un estintore a piano);
— superficie in pianta degli ambienti da proteggere;
— specifico pericolo d’incendio (classe d’incendio).
b)

a)

Fig. 31.20 - Estintori portatili di uso comune a polvere (a) e a CO2 (b).
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 555

Estinzione. Quando questa non avviene spontaneamente per esaurimento del combustibile, si intende co-
me azione programmata e ordinata, condotta volontariamente dall’uomo, che ha come obiettivo lo spe-
gnimento del fuoco causato dalla combustione.

Flash over. Fase dell’incendio compresa tra la prima propagazione e l’incendio generalizzato; in questa
fase la temperatura aumenta notevolmente e in breve tempo.
L’inizio del flash over è il periodo meglio sfruttabile per l’efficace estinzione dell’incendio.

Idrante antincendio. Attacco unificato, generalmente di 45 e/o 70 mm (UNI), dotato di valvola di inter-
cettazione ad apertura manuale, collegato a una rete di alimentazione idrica.

Un idrante può essere a muro, a colonna soprasuolo oppure sottosuolo.

Il più diffuso sistema di protezione è rappresentato dalla rete idrica antincendio con bocche d’incendio e
idranti:
— idranti UNI45: le bocche antincendio devono essere posizionate in maniera da poter raggiungere tutta
l’area da proteggere (non superiore ai 30 m), anche con l’ausilio della tubazione di nylon gommato (15-
20 m), lance con bocchelli (10-12 mm) normalmente in dotazione e alimentate con acqua sotto pressio-
ne. Devono garantire un’erogazione di 120-160 litri al minuto;
— idranti UNI70: dovranno essere posizionati come gli UNI45, considerando però che la pressione del-
l’acqua non dovrà essere inferiore a 4-6 atmosfere;
— idranti UNI70/100: le tubazioni devono essere di diametro 125-150 mm con velocità dell’acqua varia-
bile tra 0,6-1 m/s.

Per il calcolo del diametro delle tubazioni antincendio si adottano le normali formule idrauliche per le reti
di distribuzione dell’acqua.

La rete antincendio, preferibilmente ad anello, dovrà avere:


1. tubazioni metalliche o in polietilene ad alta densità (PEHD) se interrate;
2. montanti facenti capo a bocche da incendio;
3. cassette contenenti la bocca da incendio posizionata in modo visibile, con sportello in vetro trasparente
e con dimensioni 35 cm (larghezza) e 55 cm (altezza);
4. manichette e lance permanentemente collegate.

Gli idranti tipo sottosuolo sono sistemati sotto il livello stradale in appositi pozzetti protetti da chiusini e
sono di norma muniti di scarico automatico per l’eliminazione dell’acqua residua nella colonna.

Essi sono costituiti da un attacco a baionetta sul quale viene raccordata la colonna per idrante e al loro
fianco vi è un pignone utilizzabile per l’innesto della chiave di manovra, necessario per azionare la valvola
dell’idrante.
La loro presenza è segnalata da speciali targhe affisse a muri, pali ecc. che riportano, oltre al simbolo
dell’idrante, le coordinate del punto in cui si trova il chiusino: in questo modo si rende più rapida la fase
di individuazione dell’attacco e della disposizione dei mezzi.

Gli idranti tipo soprasuolo sono costituiti da una colonnina metallica sporgente per circa 70 cm dal piano
stradale con diametro di circa 30-35 cm (fig. 31.21).
Sono molto più pratici degli idranti tipo sottosuolo perché più accessibili; dotati di due o
più bocche di erogazione, permettono un più rapido impiego.

Impianto automatico di rivelazione d’incendio. Insieme di apparecchiature destinate a ri-


velare, localizzare e segnalare automaticamente un principio d’incendio.

La necessità di utilizzare sistemi di protezione antincendio di diversa natura tra i quali il


sistema di rivelazione automatica ha assunto un ruolo sempre più importante quale mezzo
preventivo che, diagnosticando precocemente il pericolo, consente di intervenire tempesti-
vamente nella fase iniziale di sviluppo dell’incendio cosı̀ da contenere al minimo i possibili
danni.
I sistemi di rivelazione automatica si dividono in due grandi categorie: sistemi convenzio-
nali e sistemi intelligenti.

Fig. 31.21 - Idrante soprasuolo a quattro bocche.


556 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

Si definiscono sistemi convenzionali quelli i cui componenti (sensori, attuatori, pannelli di controllo) for-
niscono un’informazione di tipo on-off cumulativa.

I limiti di un sistema convenzionale sono cosı̀ riassumibili:


a) non permettono l’individuazione precisa del focolaio d’incendio: un sensore non è distinguibile da un
altro sulla stessa linea e l’eventuale allarme generato da uno di essi viene segnalato come allarme ge-
nerale;
b) il sensore (fig. 31.22) presenta solo due stadi funzionali (normale/allarme);
c) ciascuna linea deve corrispondere a una zona fisica;
d) il numero di sensori per ogni linea è limitato;
e) la manutenzione è effettuabile secondo la periodicità prevista dalle norme o secondo le condizioni del-
l’impianto verificate dal personale; eventuali variazioni di sensibilità del sensore (dovute a polveri,
sporcizia ecc.) non sono rilevabili sino al successivo intervento;
f ) il pannello di controllo (centrale) rileva e ripete solo gli stati di allarme e guasto (cortocircuito o taglio di
linea); l’asportazione di un elemento dalla linea equivale a un guasto.

Fig. 31.22 - Sensore - Rilevatore fumo,


gas o temperatura.

Si dicono sistemi intelligenti quei sistemi i cui componenti (sensori, moduli, centrali di controllo) sono in
grado di fornire un’informazione di tipo analogico e individuale; un’informazione analogica si esprime
con il valore (numero e unità di misura) di una grandezza.
L’architettura di un sistema intelligente presenta, rispetto al convenzionale, un maggior numero di blocchi
funzionali, che elenchiamo qui di seguito.
1. Linee sensori/moduli, sensori analogici e moduli singolarmente individuabili, di ciascuno dei quali è re-
sa disponibile l’informazione sullo stato di funzionamento e il valore.
2. Centrale di controllo, costituita da:
a) schede elettroniche intelligenti (dotate di microprocessore) in grado di elaborare le informazioni
provenienti da ciascun elemento collegato sulle linee;
b) microprocessore di coordinamento che gestisce lo scambio di informazioni con le altre schede intel-
ligenti e con il pannello di controllo;
c) pannello operatore che costituisce l’interfaccia uomo/macchina di primo livello.
3. Segnalatori, apparati di segnalazione (locali e/o remoti), costituiti da ripetitori ottici, atti alla segnala-
zione di una situazione di pericolo.
4. Strumenti di comunicazione, periferiche (terminali, stampanti) e interfacce (linee seriali, modem) per la
comunicazione sia orizzontale sia verticale.

Il sistema intelligente si distingue dal sistema convenzionale perché fornisce la misura dell’elemento sotto
controllo (fumo, temperatura, gas, fiamma).
Il valore di ciascun elemento, misurato ai capi della linea sensori, viene elaborato dalla scheda a micro-
processore che, in funzione delle curve di riferimento (taratura e compensazione) della memoria, stabili-
sce lo stato di funzionamento del sensore restituendo al pannello di controllo le seguenti informazioni:
— funzionamento normale;
— necessità di manutenzione;
— stato di allarme, pre-allarme;
— stato di allarme 1, allarme 2, allarme 3 per ogni sensore;
— stato di guasto;
— mancanza del sensore;
— valore analogico.

In caso di asportazione di un sensore il valore letto è pari a zero.


CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 557

Impianto di allarme. Insieme di apparecchiature ad azionamento manuale utilizzate per segnalare un prin-
cipio d’incendio (figg. 31.23 e 31.24).

Fig. 31.23 - Pulsante per la segnalazione Fig. 31.24 - Campana elettronica di allarme
manuale d’allarme. incendio 24 V per uso interno.

Impianto fisso di estinzione. Insieme di sistemi di alimentazione, valvole, condutture ed


erogatori per proiettare (o scaricare) un idoneo agente estinguente su una zona d’incendio;
la sua attivazione e il suo funzionamento possono essere automatici o manuali.
Questi impianti si classificano in base alle sostanze utilizzate per l’azione estinguente (a
umido, a secco, alternativi, a preallarme, a diluvio ecc.).
Tra gli impianti automatici di estinzione quelli a pioggia sprinkler sono i più diffusi, in
quanto offrono una protezione idonea nella maggior parte dei casi in campo sia industriale
sia civile (fig. 31.25).
Fig. 31.25
Come mezzo estinguente è utilizzata acqua nebulizzata in gocce relativamente grosse. Ugello
Funzione e scopo dello sprinkler è attivarsi nella fase iniziale di un incendio e spegnerlo erogatore
oppure contenerne lo sviluppo, lasciando il tempo di intervenire con i mezzi manuali. sprinkler.
L’impianto è costituito da una serie di erogatori chiusi da un elemento termosensibile alimentati da una
rete di distribuzione fissa; la rottura dell’elemento termosensibile permette la fuoriuscita dell’acqua.
Questi elementi possono essere integrati a seconda delle esigenze da altre apparecchiature, per esempio
flussostati per la trasmissione di segnali a distanza, sistemi di controllo delle valvole ecc.
Per valutare l’opportunità o meno di installare lo sprinkler, occorre tener presente che questo offre una
protezione a ombrello, caratterizzata però da un intervento selettivo: l’acqua infatti, a differenza di quanto
avviene negli impianti con erogatori aperti, viene scaricata dai soli erogatori il cui elemento termosensi-
bile raggiunge la temperatura di intervento (temperatura di taratura), cioè da quelli che sono direttamente
interessati dall’incendio o si trovano nelle immediate vicinanze.
Gli impianti in questione presentano, quale vantaggio non trascurabile, la sostanziale assenza di interventi
intempestivi dovuti a falsi allarmi.
Gli impianti automatici sono costituiti da:
— una serie di erogatori aperti alimentati da una rete di distribuzione fissa; le caratteristiche idrauliche
degli erogatori sono analoghe a quelle degli erogatori degli impianti sprinkler;
— una o più stazioni di controllo e allarme, cui fanno capo le singole sezioni dell’impianto;
— una o più alimentazioni idriche;
— un impianto automatico di rivelazione d’incendio (in genere rivelatori di calore), cui è asservito quello
di spegnimento.
Frequentemente come rivelatori vengono utilizzati gli stessi erogatori degli impianti sprinkler montati su
una rete contenente aria (CO2 , azoto) in pressione: l’apertura di uno sprinkler comporta una rapida ridu-
zione di pressione in rete e l’azionamento della valvola che immette l’acqua nell’intero impianto (a diluvio).
Le cortine d’acqua (dette anche lame d’acqua o muri d’acqua) sono particolari impianti a diluvio che tro-
vano impiego:
— nella protezione di aperture prive di serramenti, per esempio vani di passaggio di nastri trasportatori e
di linee a rulli;
— nel miglioramento, grazie all’azione raffreddante, della resistenza al fuoco di pareti e serramenti.
Gli impianti ad acqua frazionata, molto simili agli impianti sprinkler, vengono utilizzati per la prote-
zione di grossi trasformatori elettrici o per raffreddare grandi serbatoi; li caratterizza l’elevata potenza
del getto e, di conseguenza, la velocità di raffreddamento.
558 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

Gli impianti ad acqua frazionata utilizzano ugelli e spruzzatori particolari che micronizzano le gocce d’ac-
qua creando una cortina che avvolge il focolaio d’incendio.
La dimensione ridottissima delle particelle aumenta la superficie di contatto con le fiamme, con conseguen-
te riduzione del calore d’irraggiamento, un efficace abbattimento dei fumi e delle sostanze di combustione,
dando luogo a un’azione di spegnimento mirata con portate d’acqua e pressione d’esercizio esigue.
In alternativa all’impiego di acqua come agente estinguente si segnalano gli impianti:
— a schiuma: consentono una miscelazione di acqua, schiumogeno e aria particolarmente adatta per in-
terventi su principi d’incendio provocati da liquidi e sostanze chimiche infiammabili;
— a CO2 : composti da un insieme di bombole di anidride carbonica allo stato liquido che, tramite una rete
di tubazioni, sono collegate con speciali ugelli che erogano la stessa CO2 sotto forma di gas; trovano
applicazione per la protezione di apparecchiature elettriche, locali macchine, rotative ecc.;
— ad aerosol: gli estinguenti ad aerosol sprigionano particelle finissime frammiste a gas inerte, distribuite
uniformemente all’interno del volume da proteggere; l’aerosol agisce attraverso un’azione combinata
di due fattori: il raffreddamento del locale (dato dall’effetto delle polveri che si riscaldano) e le reazioni
chimiche con i prodotti della combustione; gli estinguenti ad aerosol sono poco costosi e utilizzano una
tecnologia molto semplice; sono impiegati per la protezione di ambienti industriali (stazioni di control-
lo, locali macchina delle navi, cabine elettriche e di telecomunicazione, motori d’aeroplani ecc.);
— a polvere: utilizzati soprattutto per la protezione di gruppo motori o pompe per trasferimento di com-
bustibili; sono costituiti essenzialmente da serbatoi normalmente non pressurizzati che, per l’intervento
di un rilevatore, entrano in pressione erogandone il contenuto tramite appositi ugelli.
Il principio estinguente dei sistemi inertizzanti si basa sull’abbassamento della concentrazione di ossigeno
presente nell’ambiente a un valore inferiore al 15% per effetto dell’immissione di gas inerti; al di sotto di
questa percentuale il fuoco si autoestingue.
Il sistema si avvale di una miscela di azoto e argon che porta la concentrazione di ossigeno a valori pros-
simi al 12,7%.
Lancia erogatrice. Dispositivo provvisto di un bocchello di sezione opportuna e di un attacco unificato;
può essere anche dotata di una valvola che permette un getto pieno, il getto frazionato e la chiusura
(fig. 31.26).

Fig. 31.26 - Esempi


di lance erogatrici.

Naspo. Attrezzatura antincendio costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semiri-
gida collegata da una estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione
e terminante all’altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice di chiusura del get-
to (fig. 31.27).
Questa attrezzatura di spegnimento, utilizzante acqua, recentemente recepita da nuove normative, offre
vari vantaggi rispetto agli idranti.
I naspi sono costituiti da:
1. tubo di idonea resistenza e bocchello di appropriata dimensione (diametro interno del tubo almeno di
19 mm), il tutto avvolto su bobina e stabilmente collegato alla rete idrica;
2. rubinetto di regolazione della chiusura sul bocchello.
La rete dovrà avere le seguenti caratteristiche:
a) portata almeno 35 l/m;
b) pressione al bocchello almeno 1,5 bar.
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 559

Fig. 31.27 - Naspo antincendio


con tubazione semirigida.
Le caratteristiche della rete devono essere garantite per almeno due naspi dell’impianto, in posizione
idraulicamente sfavorevole, contemporaneamente in funzione e almeno per un’autonomia di 30 minuti.
Il posizionamento deve avvenire in luogo facilmente accessibile e in prossimità degli accessi ai piani (in
caso di edifici pluripiano).

Rete di idranti. Sistema di tubazioni fisse in pressione per alimentazione idrica sulle quali sono derivati
uno o più idranti antincendio.

Riserva di sostanza estinguente. Quantitativo di estinguente, stabilito dalla normativa (o dalle prescrizioni
del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco), destinato permanentemente alla esigenza di estinzione.

Sistemi di evacuazione fumi, gas e calore. In caso d’incendio l’impianto di evacuazione crea tiraggi liberi
in zone determinate del fabbricato (o di un locale), allontanando parte dei fattori (fumo, gas e calore) in
gran parte responsabili della perdita di vite umane e di danni alle strutture.
Si limita cosı̀ l’estensione del fuoco e del fumo, smaltendo i gas tossici e abbassando la temperatura interna.
Un piccolo incendio sviluppato su una di superficie di 2 m2 può, in pochi minuti, creare delle cortine di
fumo denso in un capannone di 30 000 m3 di volume (fig. 31.28 a, b, c).
Questo fenomeno provoca due effetti:
1. se il fumo persiste nell’ambiente, si creano condizioni di panico e conseguente pericolo per chi deve
evacuare l’ambiente;
2. le operazioni delle squadre antincendio e Vigili del Fuoco (soccorso e spegnimento) sono naturalmente
rallentate con aumento dei rischi per gli stessi soccorritori.
L’aumento del tempo di spegnimento aumenta il conseguente pericolo di crollo della struttura.
Se il fumo viene evacuato (fig. 31.28d), si creano invece le condizioni per un intervento ordinato e sicuro
da parte dei soccorritori e i fuggitivi possono allontanarsi dal pericolo con maggiore ordine.

a) situazione dopo un minuto c) situazione dopo tre minuti

b) situazione dopo due minuti d) situazione con EFC

Fig. 31.28 - Situazione d’incendio senza e con EFC (evacuatori di fumo e calore).
560 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

Gli evacuatori di fumo e calore (EFC) (fig. 31.29) sono concepiti e realizzati conformemente alla Norma
UNI 9494 con i seguenti requisiti principali:
— apertura automatica e autonoma a una temperatura di 68 ºC / 93 ºC;
— apertura automatica manuale a distanza o tramite centralina di rilevazione fumi;
— apertura manuale dall’esterno per manutenzione;
— angolo di apertura di 90º/120º fino a 165º.

Tubazione flessibile. Tubo la cui sezione diventa circolare quando viene messo in pressione e che è appiat-
tito in condizioni di riposo (fig. 31.30).

Tubazione semirigida. Tubo la cui sezione resta sensibilmente circolare anche se non in pressione.

Fig. 31.30
Manichette antincendio.

Fig. 31.29 - Cupole per l’evacuazione di fumo, gas e calore.

E - Compensazione elettrica del rischio incendio


Alimentazione elettrica di emergenza: sistema di tipo automatico o manuale (a seconda che l’avvio richie-
da o meno l’intervento di un operatore) con funzione di fornire energia elettrica in caso di mancanza di
quest’ultima. A seconda dello scopo viene suddivisa in alimentazione:
— di sicurezza: per garantire la continuità di un servizio di sicurezza (per esempio sistemi di allarme ed
estinguenza incendio, illuminazione dei luoghi, funzionamento di apparecchiature elettromedicali);
— di riserva: per garantire la continuità dei servizi ordinari.
Al mancare della tensione di rete un relè di minima tensione innesca il processo di avvio di una sorgente
di emergenza; non appena questa raggiunge il regime, un dispositivo di commutazione isola l’impianto (o
parte di esso) dalla rete e lo collega alla sorgente di emergenza. Fino al ripristino dell’alimentazione di
rete (che avviene con procedura inversa), l’impianto cosı̀ alimentato costituisce a tutti gli effetti una rete.
I requisiti funzionali delle reti di sicurezza sono contenuti nelle norme tecniche di settore; ed essenzial-
mente:
— non devono attraversare luoghi con rischio d’incendio o pericolo di esplosione;
— devono essere realizzati con cavi resistenti al fuoco protetti contro il sovraccarico;
— tutti i dispositivi di protezione e di sezionamento devono essere opportunamente contrassegnati.
La fonte di energia per l’emergenza può essere una linea elettrica indipendente da quella ordinaria, uno o
più generatori indipendenti (gruppi elettrogeni) o batterie di accumulatori.
Gruppo elettrogeno: macchina costituita da un motore termico (diesel) accoppiato a un generatore elet-
trico, per la produzione di energia elettrica (a bassa tensione, monofase o trifase) in luoghi privi di alimen-
tazione o in caso di interruzione del servizio. La gamma di potenze prodotte è molto ampia, variando dal
kVA o meno dei piccoli gruppi elettrogeni, alle migliaia di kVA dei grandi gruppi per uso industriale. Si
possono classificare 2 tipi di potenze:
— PRP (Prime Power): è la potenza massima che il generatore può fornire con carico variabile e in ser-
vizio continuo secondo le condizioni ambientali e di ciclo di lavorazione stabilite dal costruttore. La
potenza media in un giorno non deve superare, in genere, il 70% della PRP;
— LTP (Limited Time runnig Power): è la potenza massima costante erogabile nelle condizioni stabilite
dal costruttore per un numero massimo di 500 ore annue.
CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO 561

Un tipo particolare di gruppo elettrogeno senza parti in movimento (statico) è il gruppo di continuità, ca-
ratterizzato da un sistema di batterie tampone normalmente alimentate e caricate dalla rete elettrica, che
tramite un inverter (dispositivo che trasforma corrente continua in alternata) alimenta il circuito elettrico
interessato.
Secondo l’utilizzo, i gruppi elettrogeni possono lavorare in servizio continuo (per esempio in cantiere) o in
emergenza (sale operatorie ospedaliere).
Per il corretto utilizzo del gruppo elettrogeno occorre verificare che:
— siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
— venga installato in posizione stabile, in ambiente ventilato, lontano dai posti di lavoro;
— la strumentazione, interruttore di comando e di protezione siano efficienti;
— non vengano rimossi gli sportelli e le protezioni;
— il rifornimento del carburante venga eseguito a motore spento con divieto di fumare;
— le operazioni di manutenzione e revisione vengano eseguite secondo le indicazioni del fabbricante e a
motore spento.

Fig. 31.31 - Gruppo elettrogeno.

Illuminazione di emergenza. Impianto (o dispositivo/i) atto a garantire un’opportuna illuminazione arti-


ficiale dei luoghi di lavoro quando viene a mancare quella fornita dall’impianto elettrico di rete.

L’impianto (o dispositivo/i) deve garantire:


— accensione automatica;
— sufficiente illuminazione per consentire alle persone presenti un esodo dai luoghi di lavoro in assoluta
sicurezza;
— autonomia proporzionata alle esigenze e alle caratteristiche dei luoghi di lavoro, comunque non infe-
riore a 30 minuti.

Fig. 31.32 - Plafoniera d’emergenza normale.

Fig. 31.33 - Lampada d’emergenza con pittogramma (indicazione uscita di sicurezza).


562 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

F - Simboli grafici
Il Decreto Ministeriale del 30/11/1983 Termini, definizioni generali e simboli Grafici di Prevenzione In-
cendi contiene i fondamentali simboli grafici, riferibili esclusivamente a misure di prevenzione incendi,
da adottarsi nell’esecuzione di elaborati tecnici relativi ad attività soggette ai controlli da parte del Corpo
nazionale dei Vigili del Fuoco (tab. 31.2).

Tabella 31.2 Simboli grafici.


Categoria Simbolo grafico Definizione
elementi costruttivi e relative
aperture REI 60' porta resistente al fuoco REI 60 0

Nota: Accanto al simbolo grafico dovrà indicarsi la voce REI, RE o R con il relativo numero che esprime i minuti primi.

m distanza di sicurezza esterna


distanziamenti m distanza di sicurezza interna
m
distanza di protezione
percorso uscita verso l’alto
sistema di vie d’uscita percorso uscita orizzontale
percorso uscita verso il basso
E estintore portatile
estintori
E estintore carrellato
Nota: Accanto al simbolo dovranno essere indicate la classe di fuoco compatibile e la potenzialità dell’estintore.

naspo
idrante a muro con tubazione
flessibile e lancia
sistemi antincendio idrici idrante sottosuolo
idrante soprasuolo
attacco per autopompa singolo
attacco per autopompa doppio
Nota: Accanto al simbolo dovranno essere indicati il diametro delle bocche e il numero se multiplo.

impianto di allarme
sistemi di segnalazione
impianto automatico di rilevazione d’in-
cendio
Nota: All’interno della circonferenza dovrà apparire il simbolo del tipo di rilevatore.

impianti fissi ad attivazione automatica


di estinzione
ad attivazione manuale
Nota: All’interno della circonferenza e del quadrato dovranno essere posti i simboli della sostanza estinguente.
Linee guida
32 per la progettazione
e requisiti prestazionali
del manufatto edilizio

32.1 PREMESSA
La progettazione di un manufatto edilizio, la definizione dei suoi spazi interni, la ristrutturazione di un’in-
tera palazzina o di una singola unità immobiliare sono tutte operazioni che avvengono attraverso un pro-
cesso di associazione e verifica fra esigenze, requisiti e prestazioni attese rispetto a spazi, vincoli, strumenti
urbanistici e condizioni ambientali; di questo si possono identificare alcuni momenti specifici:
— analisi dell’utenza e delle sue attività;
— definizione delle esigenze dell’utenza per lo svolgimento delle attività nel contesto ambientale assunto
o in ipotesi;
— determinazione dei requisiti funzionali, spaziali e di relazione che le esigenze inducono;
— caratterizzazione degli spazi e dei servizi necessari per rispondere ai requisiti;
— definizione del sistema di prestazioni che le tecnologie e gli spazi devono fornire per rispondere al si-
stema di requisiti;
— contestualizzazione ambientale, dalla cui analisi il progettista può ricevere suggerimenti in merito alla
geometria del volume architettonico (analisi morfologica), all’orientamento dell’edificio e alla scelta di
determinati materiali, cosı̀ da far convivere armonicamente la nuova architettura e il contesto (edifica-
to o no) circostante;
— sintesi progettuale che concili l’architettura dell’edificio nel suo complesso con la destinazione d’uso
per il quale è stato pensato.

La qualità di un immobile (sia residenziale sia non residenziale) comprende una serie di fattori che devo-
no connotare ogni livello del progetto e della realizzazione, in relazione al benessere psico-fisico degli
utenti, all’economicità di gestione, alla possibilità di usufruire in modo facilitato e in sicurezza degli spazi,
alla facilità e all’economicità di manutenzione e gestione degli impianti.
L’accessibilità e il comfort sono due fra i parametri più importanti da considerare nella progettazione sia
di un ambiente interno sia di un ambito urbano.
Progettare (o riqualificare) un ambito edificato significa inoltre renderlo rispondente alla dinamica fun-
zionale ed esigenziale dell’utenza attraverso una verifica della flessibilità, ovvero alla possibilità di modi-
ficarsi nel tempo (trasformazione del nucleo familiare, differenti condizioni abitative, evoluzione tecnolo-
gica dello spazio lavorativo).

32.2 BENESSERE TERMOIGROMETRICO


Se un edificio viene progettato in modo da rispondere positivamente al clima, la sua dipendenza da im-
pianti per riscaldare, raffrescare o ventilare gli ambienti sarà minima; questi ausili dovranno essere pro-
gettati e installati sfruttando in modo efficiente il consumo di energia, cosı̀ da minimizzare l’uso di com-
bustibili fossili e limitare l’inquinamento ambientale.
Gli edifici devono interagire positivamente con l’ambiente esterno per beneficiare dell’energia solare ed
eolica; l’involucro edilizio può agire da filtro modificatore del clima esterno per garantire all’interno con-
dizioni favorevoli per una parte dell’anno, con conseguente minor consumo di energia.
I materiali e le tecnologie utilizzati nella costruzione devono essere isolanti, in modo da limitare la perdita
o l’aumento di calore, stabilizzando le condizioni interne evitando picchi di temperatura (calda o fredda).
La forma, la massa, l’orientamento e la costruzione di un edificio devono essere sempre rapportati al clima
specifico della sua ubicazione.
564 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Meccanismi di trasmissione del calore


Il calore può essere trasmesso attraverso tre modalità: conduzione, convezione e irraggiamento.
Il calore è una forma di energia misurata in joule dove J ¼ N  m ¼ kg  m2 /s2 .
La potenza è l’energia calcolata per secondo: W ¼ J/s dove 1 kW ¼ 1000 J/s.
Altra unità di energia è il kWh ¼ 1000 J h/s (kWh = 3 600 000 J ¼ 3,6 MJ ¼ 860 kcal).

Tabella 32.1 Tabella di conversione.


1 caloria 4,1855 J 1,163/103 Wh
1J 2,778/104 Wh 0,2388 cal
1 Wh 3600 J 859,8 cal

La conduzione è il processo attraverso il quale il calore si propaga nei corpi, a diretto contatto, per la ces-
sione di energia cinetica dalle molecole con temperatura maggiore a quelle con temperatura minore.
La percentuale di trasmissione del calore attraverso un solido dipende dalla sua conduttività termica (k),
strettamente legata alla densità del materiale.
Materiali ad alta densità possiedono in genere un alto valore
di k e vengono definiti buoni conduttori di calore (per esem-
pio calcestruzzo ad alta densità o metalli); materiali a bassa
densità hanno invece valori di k minori e vengono chiamati
buoni isolanti termici (ad esempio composti di fibre minerali,
blocchi di calcestruzzo a bassa densità).
La resistenza termica dello spessore di un materiale per co- conduzione

struzioni si calcola dividendo la sua misura per il relativo va-


lore k; maggiore è la resistenza, migliore è l’isolamento.

Si parla di convezione in presenza di fluidi (aria o acqua) i


quali, una volta riscaldati, diventano meno densi e tendono convezione
a salire.
I fluidi vengono riscaldati tramite conduzione da una super-
ficie calda (per esempio un termosifone); le superfici fredde
traggono calore dal fluido riscaldato e, al tempo stesso, lo raf-
freddano. Questo processo rende il fluido più denso e meno Fig. 32.1 - Modello di convezione generato dal-
leggero causando, per esempio, un movimento discendente l’interazione tra caldo (termosifone) e freddo
dell’aria nella parte inferiore di una finestra fredda. (finestra).

In un ambiente le superfici calde e fredde creano una serie di correnti di convezione che interagiscono tra
loro; la convezione d’aria in una stanza è parte integrante della maggior parte dei sistemi di riscaldamento
(fig. 32.1).
La relazione fondamentale dello scambio termico per convezione tra la superficie A di un solido di tem-
peratura TS e un fluido (per esempio aria) di temperatura TA è data da:
QC ¼ A  hC  ðTS  TA Þ
dove: QC ¼ calore trasmesso per convezione;
A ¼ area della superficie del solido a contatto con il fluido, misurata in m2 ;
hC ¼ conduttanza termica unitaria (convettiva), misurata in W/m2 K.

Si riportano i valori di hC calcolati per temperatura media (circa 21 ºC) in locale chiuso, rammentando che
gli stessi aumentano con l’aumentare della temperatura:
 movimento convettivo dell’aria ascendente hC ¼ 4,3 W/m2 K
 movimento convettivo dell’aria discendente hC ¼ 1,5 W/m2 K
 movimento convettivo dell’aria orizzontale hC ¼ 3,0 W/m2 K

Per irraggiamento si intende il passaggio di calore tra due superfici indipendentemente dall’aria che le se-
para.
Il calore viaggia in forma di radiazioni dal Sole alla Terra attraverso il vuoto dello spazio; il calore radiante è
la parte infrarossa dello spettro elettromagnetico che include raggi X, ultravioletti, infrarossi, microonde e
radio, onde che differiscono tra di loro per la loro frequenza e per la lunghezza d’onda (vedi pag. 587).
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 565

Il Sole emette la maggior parte della sua energia sotto forma di radiazione a onde corte, mentre le super-
fici con temperature minori, come gli edifici, emettono quasi esclusivamente radiazioni a onde lunghe.
Il vetro è relativamente trasparente alle radiazioni a
onde corte e opaco alle onde lunghe; questo è il prin-
cipio dell’effetto serra, importante nella progettazio-
ne che sfrutta l’energia solare passiva.
La radiazione a onda corta proveniente dal Sole pas-
sa attraverso il vetro e riscalda le superfici interne, conduzione

che emettono radiazioni a onde lunghe intrappolate


all’interno della stanza; l’unica perdita di calore av-
viene per conduzione (fig. 32.2). irraggiamento

Le radiazioni solari che incidono sui muri ne riscal-


dano la superficie esterna e il calore viene trasmesso
attraverso il muro causando un aumento di tempera-
tura delle superfici interne; queste ultime emetteran-
no radiazioni a onde lunghe in proporzione alla loro
temperatura di superficie ed emissività.
Fig. 32.2 - Effetto serra nella trasmissione del calore.

L’emissività di una superficie corrisponde alla quantità di radiazioni che questa emette confrontata con
quella irradiata da una superficie nera e opaca (corpo nero) alla stessa temperatura.
I migliori emittenti sono le superfici scure opache, i peggiori le superfici argentate, benché siano buoni
riflettenti.
L’emissività di una superficie varia da 0 a 1; l’emissività dei più comuni materiali da costruzione (per
esempio mattoni e intonaco) si aggira intorno al valore di 0,95.

L’assorbenza è la quantità di radiazioni assorbita da una superficie confrontata con quella di un corpo nero.

La capacità termica di un materiale è la misura della sua capacità di immagazzinare calore proveniente
dall’aria e dalle superfici circostanti.
Generalmente, più denso è un materiale, maggiore è la sua capacità di accumulo di calore (tab, 32.2); ma-
teriali ad alta densità (per esempio cemento) accumulano più calore rispetto ai materiali a bassa densità
(per esempio lana di roccia).

Tabella 32.2 Densità, calore specifico e capacità termica di alcuni materiali da costruzione comuni.
Densità Calore specifico Capacità termica
Materiale
(kg/m3 ) (J/kg  K) (J/K  m3 )
Granito 2600 900 2340  103
Mattoni 1700 790 1343  103
Calcestruzzo (denso) 2100 820 1722  103
Calcestruzzo (leggero) 500 1000 500  103
Fibra minerale 25 960 24  103
Pannello di polistirolo 15 1400 21  103

Il calore massico di un corpo si misura in joule (J) per kilogrammo (kg) e per grado Celsius (ºC) o kelvin
(K) e viene anche detto calore specifico.

Il prodotto del calore specifico per la massa del corpo che si considera si definisce capacità termica C e si
misura in joule per grado Celsius o kelvin.

La kilocaloria e il joule sono unità di misura dell’energia termica; qualora si voglia fare riferimento alla
potenza termica, debbono essere usate le corrispondenti unità di misura, ovvero la kilocaloria all’ora
(kcal/h) e il joule al secondo (J/s), cioè il watt (W) dove 1 kcal/h ¼ 1,16 W.

Gli edifici con minore massa (ovvero con capacità termica relativamente bassa) rispondono rapidamente
agli aumenti di temperatura sia da fonti interne (luci, impianti, macchinari ecc.), sia da fonti esterne (ra-
diazioni solari, alte temperature esterne).
L’aria all’interno si riscalda rapidamente in quanto l’involucro dell’edificio ha una capacità di assorbenza
566 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

del calore interno relativamente bassa; la temperatura si abbassa velocemente in caso di mancato funzio-
namento delle fonti di calore (il calore residuo non permette il mantenimento della stessa temperatura
dell’aria).
Edifici di questo tipo tendono a essere caldi d’estate e freddi d’inverno, necessitano di un adeguato siste-
ma di riscaldamento e condizionamento e sono adatti per soggiorni temporanei.
Gli edifici con maggiore massa (ovvero con capacità termica relativamente alta) rispondono più lentamen-
te agli sbalzi di temperatura e possiedono le caratteristiche per mantenere una temperatura interna più
costante; sono lenti nel riscaldarsi, in quanto gli elementi di frontiera dell’edificio assorbono il calore len-
tamente, ma sono ugualmente lenti nel rilasciarlo, cosı̀ da mantenere temperature interne relativamente
alte tra le fasi di riscaldamento.
Edifici massicci in climi caldi possono mantenere temperature interne relativamente basse assorbendo i
picchi di aumento della temperatura (fino a 3 ºC di riduzione) e la temperatura media d’irradiazione sarà
minore grazie alle minori temperature delle superfici.
L’effetto termico di massa è collegato all’area di esposizione della superficie del materiale, al suo spessore
e alla sua capacità termica.

Ubicazione e clima
Le condizioni locali e climatiche influenzano notevolmente la progettazione di un edificio e, a sua volta, il
nuovo edificio modificherà il clima preesistente dell’area creando uno specifico microclima attorno a sé.
Il dati climatici sono espressi in funzione dell’ora solare e sono reperibili per numerosissime località; i va-
lori sono espressi in MJ/m2 (1 MJ ¼ 277,8 Wh) (tab. 32.3).
Le condizioni climatiche che interessano il progetto dal punto di vista termico sono:
— irraggiamento solare, traiettoria del Sole e nuvolosità;
— velocità e direzione del vento;
— temperatura dell’aria;
— umidità relativa;
— precipitazioni e indice di piogge intense.

Tabella 32.3 Irradiazione solare media giornaliera (MJ/m2 ) nei vari mesi su superfici verticali esposte a
sud, sud est - sud ovest, est - ovest, nord est - nord ovest, nord.
Torino - Altitudine s.l.m. 239, Latitudine 45º 07 0 , Longitudine 7º 43 0
G F M A M G L A S O N D
S 9,0 10,8 11,9 11,2 9,8 9,5 10,6 10,7 11,2 11,6 9,2 9,6
SE/SO 7,1 9,1 11,3 12,4 12,0 12,1 13,7 12,5 11,3 10,0 7,3 7,4
E/O 4,1 6,1 8,9 11,7 12,9 13,9 15,4 12,5 9,6 7,1 4,4 4,0
NE/NO 1,9 3,2 5,5 8,4 10,5 11,8 12,6 9,4 6,3 3,9 2,2 1,7
N 1,8 2,5 3,7 5,5 7,6 9,1 9,1 6,3 4,2 2,9 1,9 1,5

Dal punto di vista energetico è fondamentale una buona esposizione ai raggi del Sole, meno immediata la
rispondenza fra vento e forma edilizia (una forma edilizia compatta disperde meno energia termica rispet-
to a un’aggregazione più articolata).
Il corpo umano produce calore attraverso attività metaboliche e scambi di calore con ciò che lo circonda
tramite conduzione, convezione, irraggiamento (circa 75%) ed evaporazione (circa 25%).
Il benessere termico risulta effettivo quando esiste equilibrio tra il calore metabolico prodotto e il calore
ceduto; questo dipende dalle condizioni termiche ambientali, dalle attività svolte, dagli abiti indossati e
dal numero di persone presenti nell’ambiente.
La temperatura radiante rappresenta la misura della temperatura delle superfici circostanti sommata a
qualsiasi incremento radiante diretto proveniente da fonti ad alta temperatura (per esempio il Sole).
Il comfort può essere minacciato da un’asimmetria radiante; di norma le persone risentono sensibilmente
degli orizzontamenti (soffitti, tetti, pavimenti) troppo caldi e questo può portare fino al 20% di perdita del
comfort.
La temperatura dell’aria viene spesso assunta come parametro principale del progetto per creare benes-
sere termico; il livello di temperatura interna di un edificio raccomandato si aggira tra i 19 ºC e i 23 ºC in
inverno e meno di 27 ºC in estate.
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 567

Il gradiente di temperatura dell’aria compreso tra la testa e i piedi è altrettanto importante per il benes-
sere; la temperatura a livello dei piedi non dovrebbe essere inferiore a 4 ºC rispetto a quella a livello del
capo.

L’umidità relativa UR è una misura percentuale della quantità di vapore che l’aria può trattenere a una
data temperatura; in un ambiente chiuso influirà sulla percentuale di evaporazione prodotta dalla pelle.
Quando le temperature sono mantenute tra i limiti di comfort (19 ºC  21 ºC), l’umidità relativa influisce
in modo trascurabile, mantenendosi in una percentuale compresa tra il 40 e il 60%.
Il mantenimento di un livello corretto di umidità relativa è opportuno al fine di prevenire manifestazioni
patologiche per gli occupanti (con umidità basse) e degrado delle condizioni igieniche degli ambienti (per
umidità alte).
In sede progettuale dovranno essere adottate soluzioni tipologiche e impiantistiche che permettano di
controllare efficacemente la temperatura dell’aria nei diversi ambienti, anche in considerazione dei fattori
termici stagionali.

Le aree verdi
La sistemazione a verde di un intorno edificato non ha solamente effetti positivi sul comfort ambientale,
ma contribuisce in modo significativo a ridurre il carico termico degli edifici limitrofi.
La vegetazione possiede numerose proprietà termofisiche:
1. capacità e conduttanza termica minori di quelle delle superfici non vegetate;
2. radiazione solare assorbita principalmente dalle foglie;
3. possibilità di filtraggio della radiazione solare diretta che raggiunge il suolo o altre superfici, in funzio-
ne della copertura delle foglie;
4. capacità di filtraggio della polvere e altri inquinanti dell’aria;
5. capacità di assorbimento dell’energia cinetica del vento, con modificazione dei relativi campi di velo-
cità e pressione, più graduale rispetto alle barriere solide.

Queste proprietà, differenziandosi da quelle del terreno nudo e, ancor più, da quelle delle superfici dure
sia naturali (roccia) sia artificiali (asfalto urbano, superfici edilizie), producono variazioni microclimatiche
considerevoli nell’ambiente in cui viene introdotta la vegetazione, producendo effetti positivi sugli scambi
radiativi, sulla dinamica dei venti, su temperatura, umidità e qualità dell’aria.

Dati pratici per il riscaldamento degli ambienti


Una formula pratica, anche se largamente approssimativa, per calcolare il fabbisogno di calorie in un dato
ambiente è data da:
Q¼AV
dove: Q ¼ fabbisogno di calorie (kcal/h);
A ¼ costante che può variare tra 30 e 45 a seconda dell’ubicazione (per la latitudine di Roma si può
utilizzare il valore 30-35);
V ¼ volume dell’ambiente da riscaldare (m3 ).

Per una stanza in un palazzo nei pressi di Roma di dimensioni 5,00 m  4,00 m e altezza interna 3,00 m
avremo V ¼ 60 m3 , da cui Q ¼ 30  60 = 1800 kcal/h.
Per un primo dimensionamento termico occorrerà confrontare il valore cosı̀ ottenuto con i dati forniti dal-
le ditte produttrici di elementi scaldanti per determinare quanti elementi e quali dimensioni occorrono per
garantire il comfort necessario (tab. 32.4).

Esempio di lettura della tabella 32.4: per riscaldare un bagno di 5 m2 occorrono circa 525 kcal/h che pos-
sono essere fornite da un termosifone alto 40 cm, profondo 10 cm e lungo 63 cm se in ghisa oppure lungo
62,5 cm se in acciaio oppure 50,5 cm se in alluminio.

La formula empirica su esposta può essere utilizzata anche per calcolare il condizionamento degli ambien-
ti; in questo caso si assume A ¼ 40.
Tabella 32.4 Ingombro dei termosifoni in relazione alla grandezza di alcuni ambienti residenziali.
568

Altezza 40 cm 60 cm 80 cm
tipo lunghezza
stanza
kcal/h profondità ghisa acciaio alluminio ghisa acciaio alluminio ghisa acciaio alluminio
6 80,5 63 58 58 49
Bagno
525 10 63 62,5 50,5 50 44,5 41 44 40 35,5
5 m2
14 49 44 40 38 35,5
6 139 106 94 91 76
Letto
singolo 945 10 63 98,5 88 81 71,5 58 70 62,5 58
9 m2 14 76 63 58 56 49

Letto 6 179,5 137 121 118 98,5


singolo 1260 10 137 130 110,5 100 94 73 87 76 65,5
12 m2 14 98,5 81 76 70 62,5

Letto 6 206,5 156 139 131 112


doppio 1470 10 156 148 125,5 118 121 88 100 85 80,5
14 m2 14 116,5 94 85 81 71,5

Letto 6 233,5 180 157 149 130


doppio 1680 10 180 166 140,5 130,8 116,5 95,5 112 94 88
16 m2 14 130 106 94 94 80,5
6 292 218 193 187 157
Soggiorno
2100 10 218 206,5 178 162 143,5 118 137 121 103
20 m2
14 157 131 116,5 112 94
6 360 273 238 230 266
Soggiorno
2625 10 273 256 215,5 202 175 140,5 162 193 125,5
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

25 m2
14 261 162 143,5 137 156
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 569

32.3 BENESSERE RESPIRATORIO E QUALITÀ DELL’ARIA


Definire la qualità dell’aria all’interno di un ambiente chiuso, ovvero la percezione da parte degli occu-
panti della bontà dell’aria che respirano, è un problema molto complesso.
L’aria è una miscela di vari gas che contengono in sospensione particelle solide della più varia natura e
dimensione, microbi, pollini, spore ecc. (tab. 32.5).

Tabella 32.5 Composizione dell’aria che respiriamo.


Componenti Volume %
Azoto 78
Ossigeno 21
Biossido di carbonio 0,3
Altri 0,97

In un ambiente confinato c’è un numero elevatissimo di sorgenti inquinanti che emettono migliaia di con-
taminanti in forma gassosa; se i requisiti di comfort e d’igiene non sono verificati, gli occupanti possono
manifestare innumerevoli sintomi (mal di testa, arrossamenti agli occhi, irritazione della pelle ecc.).
Non è possibile inoltre trattare della qualità dell’aria in modo generico, ma si deve legare questo concetto
all’uso dell’ambiente considerato (un ufficio dovrà avere una qualità dell’aria differente rispetto a una sala
operatoria); il tipo di utenza diventa fattore determinante per stabilire un’adeguata qualità dell’aria.
L’uomo, che è l’elemento per il quale si deve migliorare la qualità dell’aria, è anche la principale fonte di
inquinamento dell’ambiente confinato, in quanto emette calore, vapore d’acqua, biossido di carbonio e
consuma ossigeno.

Sintetizzando le condizioni del benessere, in un ambiente confinato si possono definire i seguenti parametri:
— temperatura 21-26 ºC
— umidità relativa 40-60%
— velocità dell’aria  0,15 m/s

Per valori di temperatura anche uguali a 21 ºC e 26 ºC si hanno condizioni di benessere, per valori di UR
uguali a 40 e 60% si incominciano ad avere condizioni non ottimali.
Per ottenere condizioni di qualità dell’aria interna soddisfacenti, occorre inoltre prestare attenzione ai
contenuti dei materiali utilizzati nella costruzione dell’edificio e per gli arredi, accertandosi che le concen-
trazioni di inquinanti risultino inferiori ai limiti fissati dalle normative vigenti. In particolare deve risultare
formaldeide < 0,1 ppm (1,15 mg/m3 ¼ 1 ppm) e amianto assente.
Oltre alle sostanze sopra specificate, è importante prevedere un’adeguata aerazione delle porzioni inter-
rate di edificio per limitare la concentrazione di gas radon.
Il radon è un gas radioattivo prodotto dal decadimento dell’uranio, inodore e incolore a temperatura e
pressione standard, emettitore di particelle alfa (cancerogene). Generato principalmente dalla crosta ter-
restre da rocce di origine vulcanica (per esempio lave, tufi, pozzolane e alcuni graniti) e sedimentarie (per
esempio marmi e marne), si diffonde naturalmente nell’aria. Come gas disciolto può trovarsi nelle falde
acquifere ed essere veicolato dall’acqua a distanza dal luogo di formazione.
Anche i materiali da costruzione di origine vulcanica sono fonti di emissio-
ne, seppur in minore concentrazione. In spazi aperti, disperso nell’aria, rag-
giunge basse concentrazioni, mentre in ambienti chiusi può accumularsi e
raggiungere alte concentrazioni, pericolose per la salute umana (rischio di
tumore polmonare). L’interazione tra l’edificio e il terreno (soprattutto in
ambienti seminterrati e in presenza di fessurazioni) e l’utilizzo di particolari
materiali da costruzione sono gli elementi più rilevanti per la valutazione
dell’influenza del radon sulla qualità dell’aria all’interno delle abitazioni
e dei luoghi di lavoro. Tutti i luoghi di lavoro a piani interrati o seminterrati
devono essere sottoposti a monitoraggio sulla concentrazione di radon pre-
sente. La presenza di radon può essere rilevata solo con particolari sistemi
di misurazione (dosimetri passivi in micro cellulosa, fig. 32.3) da disporre
nell’ambiente sottoposto a controllo (almeno un dosimetro per ogni 100
m2 di superficie). Le rilevazioni su periodi brevi (dai 30 ai 90 giorni) forni-
scono una prima indicazione se eseguiti in inverno (periodo dell’anno di
maggior emissione). Se il monitoraggio inizia in primavera o estate è prefe- Fig. 32.3 - Dosimetro per la
ribile che abbia una durata almeno semestrale; rilevazioni eseguite per pe- misurazione del gas radon.
570 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

riodi più brevi non forniscono dati confrontabili con le medie di riferimento. La radioattività del radon si
misura in Becquerel (Bq), dove un Becquerel corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al se-
condo; la concentrazione nell’aria si esprime in Bq/m3, indicando cosı̀ il numero di trasformazioni al se-
condo che avvengono in un m3 d’aria.

Le indicazioni europee raccomandano che i livelli di radon siano inferiori (media annua) a:
 400 Bq/m3 per le abitazioni in edifici esistenti;
 200 Bq/m3 per le abitazioni in edifici di nuova realizzazione;
 500 Bq/m3 per i luoghi di lavoro.

Con valori superiori è raccomandato un intervento di bonifica ambientale (riduzione della concentrazio-
ne) che può attuarsi mediante:
— depressurizzazione del suolo: realizzando sotto (o accanto) la superficie dell’edificio un pozzetto per la
raccolta del radon, collegato a un ventilatore. In questo modo, si crea una depressione che raccoglie il
gas e lo espelle nell’aria esterna all’edificio;
— pressurizzazione degli ambienti: aumentando la pressione interna si può contrastare la risalita del ra-
don dal suolo;
— aumento della ventilazione: mediante ricambio d’aria o impianti di ventilazione controllata degli am-
bienti.

Per quanto riguarda l’acqua, le Linee guida fornite dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) e
dalla Commissione Europea raccomandano che la concentrazione di radon nell’acqua potabile (comprese
le acque minerali imbottigliate) non superi i 100 Bq/lt, valore ridotto a 32 Bq/lt per le acque destinate ai
bambini e ai lattanti.

Controllo dei flussi d’aria


Il controllo della ventilazione degli spazi chiusi è uno dei requisiti che concorrono al mantenimento del-
l’equilibrio omeostatico dell’uomo e, in particolare, al soddisfacimento del benessere termoigrometrico e
respiratorio-olfattivo.
L’esasperata ricerca di impermeabilità all’aria degli edifici nella progettazione degli infissi ha determinato
la quasi totale scomparsa della ventilazione naturale.

La ventilazione negli spazi chiusi è finalizzata a:


— controllare il grado di UR;
— contenere gli effetti della condensa del vapore ed evitare la formazione di colonie microbiche;
— evitare la presenza di gas nocivi e impurità dell’aria;
— assicurare l’afflusso dell’aria richiesta dalla combustione nei locali in cui sono installati apparecchi a
combustione (nei locali ove sono installati apparecchi a gas di tipo A o B o apparecchi di cottura deve
affluire tanta aria quanta ne viene richiesta dalla combustione e le aperture devono avere sezione libera
netta di almeno 6 cm2 per ogni kW con un minimo di 100 cm2 - Norma UNI 7129).
A tal fine è indispensabile assicurare un’adeguata portata di rinnovo dell’aria, la sua filtrazione e movi-
mentazione.
È preferibile che l’alloggio sia dotato di ventilazione trasversale diretta (due affacci); qualora la soluzio-
ne progettuale non lo consenta è necessario che la ventilazione naturale interna sia comunque garantita
da idonee soluzioni distributive dell’alloggio e/o tecnologiche.
Il raggiungimento della qualità dell’aria interna è ottenibile con l’installazione di impianti e/o dispositivi
ventilanti (anche di tipo meccanico) per il controllo automatico del ricambio d’aria nei locali. Si tratta in
pratica di aeratori, progettati per garantire un corretto scambio dell’aria parallelamente alla tenuta dei
serramenti, disponibili in diverse tipologie a seconda degli ambienti, delle dimensioni delle finestre, delle
prestazioni acustiche richieste.

Estrazione. È il metodo più usato per la sua semplicità ed economia; l’aria interna inquinata viene espulsa
all’esterno e sostituita con aria più fresca prelevata dall’esterno.
L’efficacia della ventilazione cosı̀ realizzata dipenderà sia dalla quantità d’aria immessa sia dalla sua di-
stribuzione ovvero dalla predisposizione di punti di presa dell’aria e ingressi in modo tale che il movi-
mento dell’aria di rinnovo interessi tutte le zone dell’ambiente.
Qualora sia necessario ventilare un locale di grandi dimensioni confinante con l’esterno attraverso una
sola parete, per garantire uniformità di ventilazione è consigliabile installare una canalizzazione con boc-
chette.
È inoltre buona norma prevedere la ventilazione di un locale di grandi dimensioni con più apparecchi pic-
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 571

coli, la cui somma garantisca la portata necessaria, piuttosto che utilizzare un solo ventilatore di portata
equivalente; il vantaggio è quello di avere un impianto più flessibile e più silenzioso.
Il sistema di ventilazione in estrazione risulta efficace solo attraverso un corretto dimensionamento delle
aperture per il rientro dell’aria. Queste dovrebbero essere ricavate a livello del pavimento in posizione
diametralmente opposta al punto di espulsione e la loro superficie totale libera deve essere compresa
tra 1,5 e 2 volte quella relativa all’estrazione; il sotto dimensionamento provoca una resistenza al rientro
dell’aria e quindi scarsi risultati di aerazione.

Immissione. È il metodo opposto a quello dell’estrazione; l’aria fresca esterna viene soffiata all’interno
per mezzo di uno o più ventilatori o canalizzazioni, l’ambiente viene cosı̀ messo in pressione e l’aria in-
terna fuoriesce attraverso le aperture predisposte.

Estrazione / Immissione combinata. L’utilizzo dei due metodi produce un sistema di ventilazione comple-
ta; l’aria fresca può essere immessa dal punto più opportuno e l’estrazione può analogamente avvenire
dove è più efficace.
Occorre comunque sovradimensionare il ventilatore di immissione per una portata che sia circa il 20%
maggiore rispetto a quella che viene estratta; in questo caso l’ambiente risulterà in leggera pressione ri-
spetto all’esterno e saranno impedite fastidiose correnti d’aria.

Il benessere attraverso il ricambio d’aria


Il livello di benessere è espresso in numero di ricambi d’aria orario n che rappresenta il rapporto tra il
volume dell’ambiente e il volume d’aria rinnovata in un’ora all’interno dello stesso ambiente (m3 /h  m3 ).
I ricambi d’aria si distinguono in:
— continui, se ottenuti attraverso la permeabilità degli infissi e attraverso le prese d’aria esterne;
— discontinui, se avvengono con il controllo da parte dell’utente, per esempio tramite l’apertura delle fi-
nestre, oppure tramite la ventilazione meccanica comandata dall’utente.
Qualora la permeabilità degli infissi e le prese d’aria esterna non riescano a garantire il raggiungimento
dei ricambi d’aria continui prescritti, occorre ricorrere anche alla ventilazione continua meccanica.
I locali a uso residenziale destinati ad attività principale (camere, soggiorno ecc.) devono possedere una
superficie apribile  1/8 della superficie di pavimento (ricambio discontinuo) garantendo almeno
n  0,5 m3 =h  m3 .
Bagni e cucine (comprese quelle in nicchia o zona cottura) devono garantire un valore n  0,8 m3 =h  m3 di
cui almeno 3 ricambi/ora discontinui, da ubicare in corrispondenza dei punti di cottura con collegamento
esterno tramite canna di esalazione.
I servizi igienici privi di aperture verso l’esterno devono essere dotati di ventilazione che assicuri almeno
6 ricambi/ora per aspirazione continua o 12 ricambi/ora per aspirazione discontinua.
Negli spazi per attività collettive (per esempio sale di riunione) è necessario un ricambio discontinuo
 20 m3 =h  m3 oppure, in relazione alla capienza dell’ambiente, 30 m3 =h per persona con divieto di fuma-
re e 45 m3 =h per persona nei locali fumatori.
Per stabilire il migliore ricambio d’aria per tipologie di locali o utenze particolari (luoghi di lavoro, auto-
rimesse, edifici commerciali – vedi sul sito Tabella ricambi d’aria per tipologia di locale) occorre fare ri-
ferimento ai Regolamenti d’igiene locali e alla specifica normativa.
Il progettista certificherà la rispondenza dei locali ai requisiti prescritti attraverso metodi di calcolo che,
benché non diano risultati di assoluta precisione, sono ritenuti validi per lo scopo che si intende perse-
guire.

Metodo di calcolo per infissi classificati


Si scelga la pressione convenzionale differenziale pc misurata in pascal (Pa) in funzione della situazione in
cui si trova l’infisso mediante l’uso della tabella 32.6.
Nota la classe Ai d’appartenenza dell’elemento di chiusura in esame (tab. 32.7), si calcola la portata d’aria
per m2 di superficie apribile, qs (m3 =h  m2 ), mediante le relazioni:
infissi di classe A1 qs ¼ 1,47  pc0,66
infissi di classe A2 qs ¼ 0,73  pc0,66
infissi di classe A3 qs ¼ 0,23  pc0,66
572 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Tabella 32.6 Pressione convenzionale in relazione all’ubicazione.


Altezza dal suolo Facciata protetta Facciata non protetta
Posizione dell’infisso
dell’elemento (m) pc (Pa) pc (Pa)
h < 10 10 20
Fascia costiera
entroterra fino a 10  h  20 20 40
800 m s.l.m.
h > 20 30 60
h < 10 20 40
Entroterra
10  h  20 30 60
sopra a 800 m s.l.m.
h > 20 50 80

Tabella 32.7 Classificazione degli infissi in funzione della tenuta all’aria (Norma UNI-EN 42).
Classificazione Prestazione
A1 La tenuta all’aria per m2 di giunto apribile è compresa tra 6 e 12 m3 =h
A2 La tenuta all’aria per m2 di giunto apribile è compresa tra 2 e 6 m3 =h
A3 La tenuta all’aria per m2 di giunto apribile è inferiore a 2 m3 =h

Si calcoli ora l’infiltrazione complessiva d’aria Q (m3 =h):


Q ¼ i ðqsi  si Þ si ¼ superficie apribile (m2 ) dell’infisso avente portata d’aria qsi
Si calcoli poi n mediante la relazione:
n ¼ Q=V
dove: V ¼ volume dello spazio chiuso preso in considerazione;
Q ¼ infiltrazione complessiva d’aria o portata d’aria.

La notevole impermeabilità all’aria degli infissi certificati (sempre più utilizzati ai fini del contenimento
energetico) difficilmente può assicurare, nelle normali condizioni di esposizione al vento, un ricambio d’a-
ria sufficiente a soddisfare il requisito, salvo che non siano utilizzati infissi dotati di opportune griglie di
ventilazione.
In questo caso il soddisfacimento del requisito sarà dimostrato mediante l’attestazione della portata d’aria
di infiltrazione dalle griglie di ventilazione rilasciata dal produttore.

Metodo di calcolo per infissi non classificati


Si calcola l’infiltrazione complessiva d’aria Q mediante la formula:
Q ¼ l  a  ðpe  pi Þ0,66 ¼ l  q0
dove: Q ¼ infiltrazione complessiva d’aria o portata d’aria esterna (m3 =h);
l ¼ lunghezza totale delle battute di porte e finestre (m);
a ¼ coefficiente d’infiltrazione (tab. 32.8, nella quale si suppone che il giunto tra il telaio delle fi-
nestre e la muratura sia eseguito a regola d’arte), ossia portata volumica d’aria infiltrata per
metro di battuta e per una differenza di pressione di 1 Pa;
pe ¼ pressione esistente sulla facciata esposta al vento (Pa);
pi ¼ pressione esistente sulla facciata protetta dal vento (Pa);
q0 ¼ a  ðpe  pi Þ0,66 ¼ portata volumica d’aria infiltrata per m di battuta (m3 =h  m).

Tabella 32.8 Coefficienti d’infiltrazione in relazione all’infisso.


Coefficiente
Tipologia di finestra
d’infiltrazione a
Con riquadro in legno o in materiale plastico 0,54
Con riquadro in metallo o combinato legno metallo, senza cure particolari 0,32
Con riquadro in metallo e sigillature adeguate 0,22
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 573

La differenza di pressione Dp ¼ ðpe  pi Þ è funzione della pressione dinamica del vento sulle facciate espo-
ste e dell’angolo d’incidenza del vento sulle facciate.
Non è possibile calcolare con precisione la differenza di pressione tenendo conto di tutti i fattori, ma si
ricorre a semplificazioni introducendo categorie di vento e condizioni d’esposizioni standard (tab. 32.9).

Tabella 32.9 Valori standard di differenza di pressione (in Pa).


Dp ¼ ðpe  pi Þ
Condizioni locali del vento Situazione Insieme di alloggi;
Case isolate
case a schiera
Protetta 6 10
Normali Libera 14 22
(valida per tutte le facciate) Esposta 24 40
Regioni ventose Protetta 14 18
(valida solo per le facciate esposte ai Libera 24 40
venti predominanti) Esposta 38 62

Collaudo in opera dell’impianto di ventilazione


Viene eseguito misurando, con apposito strumento, la portata dell’impianto di estrazione dell’aria Q
(m3 =h), dopo aver messo in funzione l’impianto di ventilazione con porte e finestre chiuse.
Si ricava il numero di ricambi d’aria orari n garantiti dall’impianto mediante la formula:
n ¼ Q=V
dove: V ¼ volume dell’ambiente considerato (m3 ).

32.4 BENESSERE VISIVO

Orientamento e disposizione degli ambienti


Ove possibile, l’orientamento di un edificio dovrà essere concepito in relazione all’asse eliotermico o, co-
munque, secondo i principi di:
— massima riduzione del soleggiamento estivo;
— utilizzo energetico del soleggiamento invernale ai fini del risparmio energetico e del comfort visivo.
L’asse eliotermico rappresenta l’inclinazione longitudinale di un fabbricato che garantisce un equilibrio di
soleggiamento e un conseguente guadagno termico su entrambe le facciate (figg. 32.4 e 32.5).

Ore di insolazione
Orientamento 21/12 21/9 21/6
32° 24'
E - NE 2 h 13' 4 h 15' 6 h 37 '
O E
S - SE 8 h 36 ' 9 h 15' 9 h 17 '
O - SO 6 h 43 ' 7 h 45' 8 h 27'
N - NO 1h 2 h 45' 5 h 45 '

Fig. 32.4 - Orientamento equisolare di un edificio alla latitudine di Roma.


574 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

N N

O E O E

S S

orientamento ottimale N - S orientamento intermedio accettabile

buon soleggiamento tutto l'anno per fronti maggiori mediamente soleggiati


i fronti maggiori dell'edificio tutto l'anno

N N

O E O E

S S

orientamento intermedio accettabile orientamento da evitare

migliore esposizione è quella del negative le condizioni del fronte N


fronte S - E nella stagione invernale

Fig. 32.5 - Orientamento e asse eliotermico.

La disposizione delle stanze in una unità residenziale dovrebbe privilegiare, nell’ambito di un clima me-
diterraneo, la disposizione della zona giorno secondo l’orientamento sud-ovest rispetto alla zona servizi
(nord) e alla zona notte (est) (fig. 32.6).
NORD
niente Sole, freddo d'inverno, luce uniforme

dispensa
cantina
box
camera oscura
locale caldaia
soleggiato la mattina, piacevole d'estate
fortemente soleggiato di pomeriggio

stireria
lato esposto alle intemperie,

scale lavanderia
pianerottolo
e freddo d'inverno

ripostiglio
studio e atelier
OVEST

stenditoio camera da letto


EST

libreria guardaroba
sala giochi terrazzo per
anticamera prendere il sole
hall bagno
sala da pranzo
soggiorno
sala giochi per bambini
giardino d'inverno
terrazzo
loggia
giardini

SUD
Sole allo zenit d'estate, soleggiato d'inverno;
opportune pensiline o un tetto sporgente
per riparare dal Sole

Fig. 32.6 - Disposizione degli ambienti in relazione all’orientamento.


LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 575

Gli spazi che hanno meno bisogno di riscaldamento e illuminazione (corridoi, lavanderia, ripostiglio, auto-
rimessa ecc.) disposti lungo il lato nord svolgeranno una funzione ‘‘cuscinetto’’ tra gli spazi riscaldati e il
fronte più freddo.

Irraggiamento e traiettoria solare


La radiazione solare incide sull’edificio in tre differenti modi (fig. 32.7):
— irraggiamento diretto, dipende dalla posizione del Sole nel cielo;
— irraggiamento diffuso, proveniente dall’intera volta celeste;
— irraggiamento riflesso (albedo), creato da superfici adiacenti e dall’atmosfera.

diffusa

diretta

riflessa

Fig. 32.7 - Radiazione solare diretta, diffusa e riflessa.

Le tre componenti variano in relazione all’ora del giorno, al periodo dell’anno, al grado di nuvolosità e
alla latitudine, oltre che alla quantità di cielo visibile in funzione di ostacoli naturali o costruiti dall’uomo.
La traiettoria solare può essere determinata dall’altitudine e dall’angolo azimutale del Sole (fig. 32.8).
21 giugno
12 h

22 marzo
22 settembre
m

12 h
er
id
ia
no

12 h O
21 dicembre
5'
'

48°
71° 32

8'3
24°

S N

e
Si Se zont
Eq oriz

Fig. 32.8 - Percorso del Sole al solstizio d’inverno Si, agli equinozi Eq e
al solstizio d’estate Se riferito alla lat. N 41º 55 0 (Roma).

I valori tipici di irraggiamento solare locale e la variazione annuale delle possibili ore di Sole per l’Italia
sono deducibili da specifiche tabelle.
La componente più influente è l’irraggiamento diretto, anche se l’irraggiamento riflesso può essere si-
gnificativo in presenza di superfici riflettenti di colore chiaro adiacenti l’edificio.
Il massimo valore del coefficiente di riflessione è 1, quello minimo è 0; la riflessione r (o riflettenza) è
funzione dell’assorbimento a:
a¼1r r ¼1a se a ¼ 1, r ¼ 0; se a ¼ 0, r¼1
576 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Il grado di copertura del cielo viene misurato secondo il sistema ottale (scala da 0 a 8), dove 0 significa
completa assenza di nuvole e 8 cielo completamente coperto.
La radiazione diffusa è maggiore con il cielo nuvoloso; la nuvolosità (N) è una misura della proporzione di
nuvole nel cielo (N vale 0 in presenza di cielo terso e 1 in presenza di cielo nuvoloso).

Soleggiamento degli edifici


L’area d’ombra teorica si ottiene calcolando, con l’uso della Tavola solare (fig. 32.9), l’ombra totale
proiettata dall’edificio tra le ore 10 e le ore 14 del solstizio d’inverno (45º latitudine nord).
N

NO NE

notte di 15 h 4 min

osservatore
O E

le 0°
So
el alt
zad ez
za
ez de
alt lS
0° ole
giorno di 8 h 56 min
0' 4°
2 20'
m in 4° 7h
28 32
12
1'

h mi
°3

°3

12 e
8 h 8°

n
58

12

1'
18
9'

l so
°

So
°5

°5

al rger
23° 1
0'

l
16

de bre
24° 38'

'
52

°5

SO SE
9'
18

23 ° 1

o 21 e d
h

t
°5

dic el
52

n e m
mo ic
0'

em So
'

tra 21 d 15 42
8' br le
e
al h ° h
28 °2 9
' 42
14 29° 1' h
h 1' S 29 ° 10
14° 58' 14° 58'
13 h
11 h
12 h
ora locale

Fig. 32.9 - Percorso del Sole al solstizio d’inverno riferito alla lat. N 41º 55 0 (Roma).
x

prospetto
N
O

13° 7'
azimut
N

pianta
a
E
S

23° 10'

Fig. 32.10 - Soleggiamento e


ombra di un edificio x
alle ore 11 del sol-
stizio d’inverno rife- 14° 58'
rito alla lat. N 41º 55 0
(Roma).
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 577

Essa varia in rapporto all’altezza dell’immobile; per determinare il soleggiamento e costruire le ombre di
un edificio riferite a un determinato periodo dell’anno e ora (per esempio solstizio d’inverno alle ore 11),
si riporta in pianta l’angolo azimutale sullo spigolo corrispondente (fig. 32.10).
Tale angolo indica il limite d’ombra sul quale, previo ribaltamento, dovrà riportarsi l’altezza del Sole; il
segmento x ottenuto sulla perpendicolare al limite d’ombra in pianta riportato sul prospetto e congiunto
con lo spigolo superiore dell’edificio determinerà il limite d’ombra sulla facciata.
Semplificando il procedimento di calcolo, si può dire che la superficie d’ombra di un edificio di dimensioni
P  F e altezza H disposto con asse longitudinale in direzione nord-sud, risulta essere come in figura 32.11.

F
3H
b

a = ombra teorica
alle ore 10 del 21/12
F

a+b = ombra teorica tra


le 10 e le 14
del 21/12
P 1,6 H

Fig. 32.11 - Superficie d’ombra di un edificio.

La condizione del corretto soleggiamento è soddisfatta quando edifici contigui


sono disposti in modo tale che la superficie d’ombra non si sovrapponga mai alla
superficie occupata al suolo (fig. 32.12).
Nello sviluppo di un insediamento i palazzi con più piani dovrebbero essere ubicati
a nord mentre gli edifici bassi o a bassa densità a sud, facendo attenzione a non
ombreggiare gli edifici esistenti.
È altresı̀ opportuno sfruttare al massimo i declivi rivolti a sud; le costruzioni ter-
razzate dovrebbero estendersi da est a ovest, in modo che uno dei muri sia rivolto
a sud.

Fig. 32.12 - Disposizione in pianta


di edifici contigui nella condizione
di corretto soleggiamento.

Apporto di luce naturale diretta


Le finestre e le aperture sull’esterno svolgono funzioni molto importanti che hanno effetti decisivi sia per
il comfort dell’abitazione sia per i nostri sensi.
Oltre a illuminare l’ambiente durante il giorno e consentirne il ricambio d’aria (non solo per la possibilità
di aerazione immediata, ma anche e soprattutto per l’aerazione minima e continua con finestre tipo vasi-
stas o a bilico), il moto ritmico della luce influenza il metabolismo e il regime ormonale.
Un’apertura, oltre alla luce, favorisce infatti l’ingresso negli ambienti di importanti fattori bioenergetici
(energia solare e raggi ultravioletti) che promuovono il processo di produzione delle cellule del sangue
svolto dal midollo osseo, dalle ghiandole linfatiche e dalla milza, oltre che la distruzione dei batteri.
Da un punto di vista energetico la finestra è la struttura più debole, perché in essa si registrano le maggiori
perdite di calore, non solo a causa delle giunture, ma perché i vetri raffreddano piuttosto velocemente
l’aria riscaldata all’interno dell’ambiente.
Le perdite di calore potranno essere prevenute non solo con una buona messa in opera degli infissi, ma
anche mediante l’installazione di vetrate termoisolanti (doppi vetri) e il ricorso a sistemi di oscuramento
(persiane o avvolgibili) che possano contrastare la fuga di calore durante la notte.
Per quanto riguarda la progettazione delle finestre e delle porte è perciò necessario tenere presente quan-
to detto a proposito della disposizione dei locali; le aperture vetrate maggiori devono essere collocate sul
prospetto sud o sud-ovest, mentre a est devono essere minori e a nord ridotte al minimo indispensabile
(fig. 32.13).
578 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

piccola superficie vetrata


N

superficie vetrata moderata

superficie vetrata moderata


O E

30° 30°
S
superficie vetrata principale

Fig. 32.13 - Disposizione delle superfici vetrate.

Le finestre rivolte:
— a est e a ovest ricevono Sole obliquo in inverno e penetrante in estate (fig. 32.14a);
— a sud-ovest e a sud-est risultano ben soleggiate sia in estate sia in inverno (fig. 32.14b);
— a nord ricevono Sole soltanto all’equinozio di primavera e d’autunno;
— a sud ricevono raggi penetranti in inverno ma non in estate (fig. 32.14c).

Se
Se Eq
Se

Si
Eq
Si
Eq

a) b) c)

Fig. 32.14 - Penetrazione dei raggi solari all’interno degli ambienti.

È opportuno dotare le aree funzionali esposte a luce penetrante di sistemi per la regolazione dell’illumi-
nazione solare esterna mediante meccanismi orientabili (per esempio tende a lamelle orientabili dette an-
che veneziane).
La quantità di illuminazione naturale necessaria a ogni attività deve essere valutata secondo i parametri
stabiliti dai Regolamenti locali in relazione al dimensionamento delle aperture e al calcolo del fattore di
luce diurna.
Per gli spazi di soggiorno sono da preferire affacci su luoghi esterni animati per evitare sensazioni di iso-
lamento, la cucina dovrebbe avere aerazione e illuminazione naturale diretta, autonoma e separata dalla
zona soggiorno ed è opportuno privilegiare l’aerazione e l’illuminazione naturale e diretta dei locali igie-
nici.
L’illuminazione naturale dipende in gran parte dalla quantità di cielo visibile dal punto in oggetto. Rife-
rendosi a un’altezza standard di 2 m dal livello del suolo, è opportuno verificare se esistono ostacoli visibili
che determinano un angolo di ostruzione superiore a 25º (fig. 32.15); eventuali alberi sulla traiettoria pos-
sono essere ignorati.
Se al di sopra dei 25º non vi sono ostruzioni, si può stimare di ottenere una componente verticale di cielo
pari al 27%.

edificio causante
linea di riferimento ostruzione
25°
per il calcolo
2 m

della luce diurna


Fig. 32.15 - Riscontro sulla presenza di ostruzioni.
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 579

32.5 BENESSERE ACUSTICO

Suoni e rumori
Il rumore viene comunemente identificato come una sensazione uditiva sgradevole e fastidiosa; dal punto
di vista fisico ha caratteristiche che si sovrappongono e spesso si identificano con quelle del suono (un
suono gradevole per alcuni può essere percepito come fastidioso da altri).
Un suono (o un rumore) è una variazione più o meno forte della pressione atmosferica; l’orecchio umano,
che è insensibile alla pressione atmosferica (circa 100 000 Pa), è invece in grado di percepire variazioni di
tale pressione dell’ordine di circa 20 milionesimi di pascal (2  105 Pa). Questa è quella che viene definita
soglia di udibilità, mentre, all’estremità opposta della scala, troviamo la soglia del dolore per un’intensità
del suono prodotta da variazioni di pressione dell’ordine dei 20 Pa.
Il rapporto tra il valore della pressione sonora della soglia di udibilità e il corrispondente valore della so-
glia del dolore è dunque di 1 a 1 milione, il che rende praticamente inutilizzabile in acustica una scala li-
neare delle pressioni sonore. A tale riguardo, si è preferito passare dai valori della pressione sonora ai
corrispondenti valori di livello di pressione LPS mediante la scala logaritmica dei decibel (dB).
La scala dei livelli di pressione sonora risulta definita dalla formula:
P
LPS ¼ 20 log (dB)
P0
dove:
— P è la pressione del suono misurata (Pa);
— P0 è la pressione acustica di riferimento (2  105 Pa).

Al livello della soglia di udibilità (P ¼ P0 ) corrisponde il livello di pressione LPS ¼ 0 dB, mentre la soglia
del dolore (P ¼ 20 Pa) equivale a 120 dB.
Le variazioni di pressione sonora dei suoni sono grandezze periodiche sia di tipo sinusoidale (un tono pu-
ro) sia di tipo complesso (un suono o un rumore caratterizzato da più componenti). Un suono (o un ru-
more) è caratterizzato quindi non solo dal livello di pressione sonora, ma anche dalla frequenza (Hz), os-
sia dal numero delle oscillazioni complete (una di compressione e una di depressione) effettuate dalla sor-
gente sonora nell’unità di tempo (secondo).
Nel caso dell’orecchio la superficie ricevente è il timpano, costituito da una membrana le cui vibrazioni
vengono trasmesse al cervello che le traduce in sensazione uditiva.
I suoni che l’orecchio umano è in grado di percepire sono quelli all’interno della cosiddetta banda udibile,
caratterizzata da frequenze comprese tra 16 Hz e 16 000 Hz e da livelli di pressione sonora di circa 130 dB.

Per avere una nozione dei livelli sonori che un individuo è in grado di percepire viene riportata la tabella
32.10 contenente i livelli sonori (in dBA, livello sonoro ponderato equivalente al livello di pressione so-
nora filtrato attraverso la regola di ponderazione A definita dalla Norma IEC 179) associati ad alcune sor-
genti (fonte Ministero dell’Ambiente).

Tabella 32.10 Scala indicativa dei livelli di intensità dei rumori.


Decibel ambiente
Sorgente di rumore
(dBA)
10/20 Fruscio di foglie, bisbiglio
30/40 Notte agreste, sala di lettura
50 Teatro, ambiente domestico
60 Voce alta, ufficio rumoroso
70 Telefono, Tv e radio ad alto volume
80 Sveglia, strada con traffico medio
90 Strada a forte traffico, fabbrica rumorosa
100 Autotreno, treno merci, cantiere edile
110 Concerto rock
120 Sirena, martello pneumatico
130 Decollo di un aereo jet
580 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

In relazione alle sue specifiche modalità di emissione, un rumore può essere definito:
1. continuo o discontinuo se intervallato da pause di durata apprezzabile;
2. stazionario o fluttuante se caratterizzato da oscillazioni rapide del suo livello di pressione sonora supe-
riori a + 1 dB;
3. costante o casuale se presenta una completa irregolarità dei tempi e dei livelli di emissione;
4. impulsivo se il fenomeno sonoro determina un innalzamento del livello di pressione in tempi rapidis-
simi, ossia meno di 0,5 secondi.
Il rumore, specialmente quello esistente in ambito urbano, viene considerato di tipo complesso, in quanto
dovuto alla presenza di numerose sorgenti quali le infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie, aeroporti,
porti) e le attività rumorose che si svolgono nelle aree considerate (per esempio attività industriali e arti-
gianali, presenza di discoteche ecc.).
L’esame delle diverse sorgenti di rumore è utile a fornire indicazioni sulla comprensione del fenomeno
rumore presente sul territorio, nonché a trovare le giuste modalità per mitigarlo mediante accorgimenti
progettuali e tipologie di materiali da porre in opera negli elementi di frontiera.

Protezione acustica degli edifici


La lotta contro il rumore ovvero il cosiddetto inquinamento acustico può essere attuata secondo tre pos-
sibili interventi:
— agendo sulle sorgenti di rumore, ossia riducendo le emissioni alla fonte o migliorando le condizioni di
mobilità all’interno di una certa porzione di territorio;
— agendo sulla propagazione del rumore, ossia allontanando il più possibile le aree residenziali dalle aree
di maggiore emissione acustica;
— adottando dei sistemi di protezione passiva (barriere antirumore) agli edifici maggiormente esposti al
rumore.
I requisiti acustici che devono essere soddisfatti per minimizzare la trasmissione del rumore (indoor e out-
door) all’interno di un’unità abitativa sono:
— uso di materiali isolanti e fonoisolanti capaci di diminuire la trasmissione di energia sonora che li at-
traversa (per esempio parete con controparete);
— partizioni interne finalizzate a ridurre:
 il passaggio di rumori esterni dovuti a trasmissione laterale;
 la trasmissione di rumori interni dovuti principalmente a rumorosità di
impianti, calpestio, rumori e suoni di vicinato (tv, radio ecc.); fonte
sonora
— ottimizzazione delle prestazioni dell’insieme infisso-vetro, adottando so-
luzioni con doppio vetro che assicurino i livelli di prestazione richiesta
unitamente al serramento sul quale verrà assemblata.
Negli edifici il suono è trasmesso da una stanza a quella adiacente seguendo a) pianta
varie traiettorie (fig. 32.16 a e b); ove i muri divisori possiedono un indice di
riduzione del suono pari o inferiore a 35 dB la maggior parte del suono vie-
ne trasmessa attraverso il muro.
Se cerchiamo di migliorare l’isolamento usando un muro più pesante, le
traiettorie laterali, o percorsi indiretti di trasmissione, diventano più signifi-
cative; è difficile raggiungere una differenza di livello di suono superiore ai fonte
sonora
60 dB senza speciali misure (per esempio discontinuità strutturali attenta-
mente progettate per ridurre la trasmissione laterale).
b) sezione
Due muri singoli, ognuno con un isolamento sonoro pari a 30 dB, se combi-
nati non origineranno un isolamento sonoro di 60 dB, ma di circa 35 dB.
Solo separando i due muri e sistemandoli a diversi metri di distanza tra lo-
ro, con assenza di trasmissione laterale, ci si avvicina ai 60 dB. impatto
I muri doppi e i muri divisori a più strati sono usati qualora la massa richie-
sta di un singolo strato sia eccessiva; questi lavorano al meglio secondo la
legge della massa alle alte e medie frequenze, ma alle basse frequenze
l’isolamento risulta solitamente meno efficace, talvolta peggiore rispetto
a un singolo strato della stessa massa per unità d’area.
L’isolamento dei pavimenti al suono trasportato dall’aria segue le regole c) sezione
dei muri; un ulteriore problema è costituito dall’eccitazione strutturale
diretta causata dai passi su un pavimento con superficie dura (fig. Fig. 32.16 - Traiettoria di
32.16c). Volendo attutire il rumore dei passi al piano sottostante, in assenza trasmissione del suono.
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 581

di tappeti è necessario installare una pavimentazione galleggiante; l’elemento resiliente per questo tipo di
pavimento può essere in lana minerale (in lastre o in feltro), in gomma o in polistirolo espanso, ma è es-
senziale che il materiale scelto sia efficace e durevole, prestando attenzione a non coprire l’elemento re-
siliente scelto con connessioni rigide alla base del pavimento.
Per ridurre efficacemente la trasmissione dei rumori provenienti da un ambiente superiore (e dal relativo
pavimento per urto), occorre interrompere la continuità delle strutture realizzando un controsoffitto to-
talmente desolidarizzato dal sovrastante solaio (previa verifica delle restrizioni strutturali sul peso e ri-
guardo l’altezza utile degli ambienti). Una soluzione di leggero impatto è rappresentata dal controsoffitto
sospeso elasticamente, costituito, per esempio, da una o più lastre di gesso rivestito con interposta camera
d’aria e materiale in fibra di vetro (fig. 32.17).

impatto

Fig. 32.17 - Esempio di controsoffitto desolidarizzato.

L’intervento assume ulteriore efficacia con il trattamento delle pareti laterali mediante rivestimento a pel-
le resiliente e mediante impiego di materiali accoppiati (per esempio fibra di vetro e pannelli in gesso ri-
vestito).
Come prima approssimazione, il potere d’isolamento acustico di uno strato di muratura (o di pavimento)
dipende dalla sua massa per unità d’area. La figura 32.18 evidenzia come la media di isolamento sulla
gamma di frequenza tra 100 e 3150 Hz aumenta di circa 5 dB per ogni raddoppio della massa (legge della
massa).

60
isolamento (dB media per la gamma 100 + 3150 Hz)

50

40

30

20

10

0
1 2 4 6 8 10 20 40 60 100 200 500 1000

massa del muro divisorio (kg/m 2 )

Fig. 32.18 - Rapporto tra isolamento sonoro e massa per unità d’area.

Per quanto riguarda i requisiti acustici degli alloggi, si ritiene che il comfort sia assicurato quando non
vengono superati i seguenti livelli di rumorosità:
— per il rumore derivante dall’esterno dell’edificio: 42 dB;
— per il rumore derivante dal calpestio: 58 dB;
— per il rumore diffuso tra i locali dell’alloggio: 52 dB.

La tabella 32.11 riporta i valori indicativi di riduzione acustica media riferiti ad alcuni materiali e tipologie
edilizie.
582 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Tabella 32.11 Riduzioni acustiche medie di alcuni materiali e tipologie edilizie.


Indice medio di riduzione
Elemento
sonora (dB)
Mattoni da 112 mm intonacati sui due lati 45
Mattoni da 225 mm intonacati sui due lati 52
Doppia cortina di mattoni con intercapedine d’aria (7-6-7 cm) 50
Muratura in calcestruzzo da 175 mm intonacato sui due lati 50
Pannello in fibra di vetro spessore 5 cm 30
Porta in ferro spessore 6 cm 32
Porta in legno pesante con battenti in gomma 24
Finestra con vetro semplice da 3 mm 25
Finestra con vetro semplice da 5 mm 27
Doppia finestra con vetri da 3 mm e intercapedine da 180 mm 41
Solaio in calcestruzzo da 125 mm 45
Controsoffitto in rete metallica e gesso spessore 5 cm 34

32.6 RISPARMIO ENERGETICO


L’edificio e i relativi impianti dovranno essere concepiti e realizzati in modo che il consumo di energia
durante l’utilizzo dell’opera sia ottimizzato in relazione alle condizioni di benessere per gli occupanti.
I fattori da tenere in considerazione per una corretta concezione energetica del sistema edificio sono:
— condizioni climatiche locali;
— caratteristiche geomorfologiche dell’area ed esposizione;
— caratteristiche tipologiche e insediative locali;
— controllo della radiazione solare in regime estivo:
. riduzione del calore dovuto all’irraggiamento termico estivo in assenza di protezioni esterne;
. utilizzo degli apporti termici gratuiti in regime invernale (utilizzo di sistemi solari quali pareti capta-
trici, serre, pannelli solari ecc.);
— sfruttamento della ventilazione naturale;
— sistemi innovativi per lo sfruttamento dell’illuminazione naturale quali per esempio diffusori, tubi so-
lari ecc.;
— controllo del comportamento termico dei componenti opachi e trasparenti, con eliminazione di con-
densa interstiziale e superficiale;
— efficienza dell’impiantistica e riduzioni delle emissioni degli scarichi;
— introduzione di sistemi di regolazione e controllo integrati tra impianto elettrico, riscaldamento e con-
dizionamento;
— rispetto delle indicazioni fornite dalla Legge 09/01/1991 n. 10 Norme per l’attuazione del piano energe-
tico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti
rinnovabili di energia, del D.M. 16/06/2009 (Legge nazionale di riferimento per la certificazione energe-
tica degli edifici) e dei Regolamenti attuativi nazionali e locali in materia.
Il fabbisogno energetico dovrà essere soddisfatto preferibilmente mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili e
alternative, salvo impedimenti tecnico-economici.
Ove non sia possibile l’utilizzo di impianto autonomo, l’impianto di riscaldamento dovrebbe essere dotato
di sistemi per la contabilizzazione del calore (per esempio cronotermostato) che permettano la regolazio-
ne e il controllo della temperatura di ogni singola stanza.

32.7 INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Campi elettromagnetici
L’interesse verso i campi elettromagnetici ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata:
— allo sviluppo di nuovi sistemi di telecomunicazione (i cui impianti si sono diffusi in maniera capillare sul
territorio);
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 583

— all’intensificazione della rete di distribuzione dell’energia elettrica (fig. 32.19) (conseguente all’aumen-
to di richiesta di energia);
— all’urbanizzazione di territori precedentemente disabitati e caratterizzati dalla presenza di elettrodotti
o di emittenti radiotelevisive;
— alla diffusione di apparati per applicazioni biomedicali, impianti per lavorazioni industriali, nonché da
tutti quei dispositivi il cui funzionamento è subordinato a un’alimentazione di rete elettrica (per esem-
pio gli elettrodomestici).

Fig. 32.19 – Traliccio.

Il fenomeno comunemente definito inquinamento elettromagnetico (e la conseguente preoccupazione cir-


ca i possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di particolari instal-
lazioni) è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non at-
tribuibili a eventi naturali (per esempio il campo elettrico generato da un fulmine).
Mentre i sistemi di tele-radiocomunicazione sono appositamente progettati e costruiti per emettere onde
elettromagnetiche (irradiatori intenzionali) alla base della trasmissione dati (audio, video, telefonia ecc.),
gli impianti di trasporto, di trasformazione e gli utilizzatori di energia elettrica emettono nell’ambiente
circostante campi elettrici e magnetici in maniera non intenzionale, ma conseguenza diretta e inevitabile
del loro funzionamento basato sul trasporto e quindi sulla presenza e movimento di carica elettrica.
Una carica elettrica genera una modifica dello spazio a essa circostante tale che, se un’altra carica elettrica
viene posta in tale spazio, risente di una forza che può essere attrattiva o repulsiva; tale modifica viene
indicata con il termine di campo elettrico.
Analogamente una corrente elettrica, che è generata da cariche in movimento, produce una modifica del-
lo spazio circostante: il campo magnetico, con caratteristiche sostanzialmente diverse da quelle del campo
elettrico.
L’unità di misura del campo elettrico è il volt su metro (V/m), mentre quella del campo magnetico è l’am-
pere su metro (A/m).
In particolari casi vengono utilizzati valori di campo espressi in microtesla (lT) dove la grandezza a cui si
fa riferimento è il campo di induzione magnetica, dal quale è possibile ricavare il valore di campo magne-
tico espresso in A/m, sapendo che nell’aria i due sono legati tra loro attraverso una costante di proporzio-
nalità nota come permeabilità magnetica del vuoto.
Un campo elettromagnetico è caratterizzato dalla presenza contemporanea di un campo elettrico e un
campo magnetico, variabili e mutuamente dipendenti.
Per radiazione elettromagnetica si intende la propagazione nello spazio di energia elettromagnetica asso-
ciata ai campi elettrici e magnetici generati da cariche e correnti oscillanti, strettamente correlati fra loro
(equazioni di Maxwell) (fig. 32.20).

y
campo elettrico k

campo magnetico

Fig. 32.20 - Rappresentazione di un’onda elettromagnetica che si propaga lungo l’asse x.


584 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Ogni onda elettromagnetica possiede una frequenza definita e una lunghezza d’onda a essa associata; le
principali grandezze fisiche che caratterizzano tali radiazioni sono quindi:
— lunghezza d’onda k, o distanza fra i due punti di un’onda (m);
— frequenza f, ovvero il numero di cicli completi dell’onda in un secondo (Hz);
— energia (E), trasportata in fotoni (ovvero in pacchetti di energia) la cui unità di misura per il Sistema
Internazionale è il joule (J), anche se a volte viene utilizzato l’elettrovolt (eV), definito come l’energia
acquistata da un elettrone quando attraversa una differenza di potenziale ¼ 1 volt.

Le frequenze delle onde elettromagnetiche coprono un vastissimo intervallo di valori, chiamato spettro
elettromagnetico (fig. 32.21); lo spettro è stato suddiviso in regioni che assumono denominazioni diverse
in base alla frequenza e/o alla lunghezza d’onda, all’energia associata e all’utilizzo: onde radio, microonde,
infrarosso, luce, raggi ultravioletti, raggi X, raggi gamma.

Fig. 32.21 - Spettro elettromagnetico.

Le radiazioni elettromagnetiche sono inoltre suddivise in due principali gruppi:


1. radiazioni ionizzanti, che comprendono raggi X, raggi gamma e una parte dei raggi ultravioletti;
2. radiazioni non ionizzanti (NIR), che hanno un’energia associata insufficiente a indurre nella materia il
fenomeno della ionizzazione, ovvero non possono dare luogo alla creazione di atomi o molecole elet-
tricamente cariche (ioni).

L’esposizione a NIR non provoca un danno direttamente sulla cellula, ma genera modificazioni termiche,
meccaniche e bioelettriche.
Il corpo umano, agendo come antenna, è particolarmente sensibile alle alte frequenze con conseguente
effetto di surriscaldamento, strettamente dipendente dalla frequenza assorbita.
Gli adulti hanno una energia di risonanza (massimo assorbimento della frequenza) tra 30 e 300 MHz, i
bambini hanno una frequenza di risonanza più alta.

Elettrosmog
Come per il biossido di carbonio (elemento presente in natura, generato, per esempio, dalla respirazione)
quando si superano le soglie di concentrazione naturale si parla di inquinamento, cosı̀ per i campi elettro-
magnetici che hanno origine artificiale, se vanno a modificare uno stato di equilibrio naturale, si parla di
elettrosmog.
In base alla frequenza viene effettuata una distinzione tra inquinamento elettromagnetico:
— generato da campi a bassa frequenza (0 Hz - 10 kHz), nel quale rientrano i campi generati dagli elet-
trodotti (che emettono campi elettromagnetici a 50 Hz);
— generato da campi ad alta frequenza (10 kHz - 300 GHz), nel quale rientrano i campi generati dagli
impianti radio-tv e di telefonia mobile.

Questa distinzione è necessaria in quanto le caratteristiche dei campi in prossimità delle sorgenti variano
al variare della frequenza di emissione, cosı̀ come variano i meccanismi di interazione di tali campi con i
tessuti biologici e quindi le possibili conseguenze correlabili all’esposizione umana (effetti sulla salute).
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 585

È provato che in tutte le frequenze il campo è causa di irritazione dei nervi e delle cellule muscolari:
— da 1 a 10 mA/m2 — effetti sulla produzione della melatonina e sul calcio intracellulare;
— da 10 a 100 mA/m2 — danni alle proteine e al DNA;
— da 100 a 1000 mA/m2 — eccitazione del sistema nervoso, irritazione dei muscoli;
— sopra 1000 mA/m2 — gravi disfunzioni cardiache, severi danni alla salute.

La Legge 23/04/1992 all’art. 5 indica le seguenti distanze da adottare rispetto ai fabbricati adibiti ad abi-
tazione o ad altra attività che comporti tempi di permanenza prolungati:
— linee a 132 KV < FT101 > 10 m (distanza intesa dal conduttore-cavi)
— linee a 220 KV < FT101 > 18 m
— linee a 380 KV < FT101 > 28 m

La legislazione regionale in materia di insediamenti urbani ha successivamente e autonomamente svilup-


pato i suddetti limiti indicando:
— linee a 132 KV < FT101 > 40  70 m (dalla proiezione sul terreno dell’asse della linea)
— linee a 220 KV < FT101 > 40  80 m
— linee a 380 KV < FT101 > 70  150 m

Con due decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 luglio 2003 (Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle
esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e
300 GHz e Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la pro-
tezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) ge-
nerati dagli elettrodotti) attuativi della Legge Quadro 22/02/2001 n. 36 e delle Direttive CEE, il legislatore
ha stabilito:
a) un limite di esposizione della popolazione al campo elettrico di 20 V/m (valido nell’intervallo di fre-
quenze da 3 MHz a 3000 MHz, intervallo in cui rientrano le frequenze utilizzate per la telefonia cel-
lulare), da rispettarsi in qualsiasi posizione accessibile a persone del pubblico;
b) un valore di attenzione di 6 V/m (valido nell’intervallo di frequenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz)
da rispettarsi all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere e nelle loro
pertinenze esterne (obiettivo di qualità);
c) il valore di attenzione per il campo magnetico per gli elettrodotti è stato aumentato di 50 volte, passan-
do da 0,2 a 10 lT (microtesla).

Per la determinazione delle fasce di rispetto in ambito di pianificazione urbanistica occorre fare riferi-
mento all’obiettivo di qualità e alla portata (in corrente) in servizio normale dell’elettrodotto (definita
dalla Norma CEI 11-60), che deve essere dichiarata dal gestore al Ministero dell’Ambiente e della Tu-
tela del Territorio per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV e alle Regioni per gli elettrodotti
con tensione non superiore a 150 kV.
Per le rilevazioni delle autorità competenti (l’A.R.P.A., Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale)
viene utilizzato uno strumento che misura l’intensità del campo elettrico a radiofrequenza; la sensibilità
del sensore di misura è di 0,3 V/m, ossia vengono rilevate intensità di campo elettrico superiori a 0,3
V/m e l’intervallo di frequenze misurate è compreso tra 100 kHz e 3 GHz.
Viene memorizzata, come richiesto dal D.P.C.M. 08/07/2003, l’intensità del campo elettrico mediata per
una durata di 6 minuti; la media viene aggiornata ogni minuto.

Il giudizio della tabella 32.12 ha solamente un valore indicativo di guida alla lettura dei risultati delle mi-
surazioni rispetto al valore di attenzione di 6 V/m fissato dal D.P.C.M. 08/07/2003.

Tabella 32.12 Giudizio sul comfort da elettrosmog espresso dalla rilevazione strumentale in campo.
Intensità di campo elettrico (V/m) Giudizio
Minore di 0,6 Ottimo
Compresa tra 0,6 e 1,5 Buono
Compresa tra 1,5 e 3 Discreto
Compresa tra 3 e 6 Sufficiente
Maggiore di 6 Cattivo
586 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

In attesa dell’adozione di nuove tecnologie a basso impatto e di una pianificazione territoriale che con-
senta di raggiungere un buon compromesso tra la diffusione delle sorgenti impattanti e la tutela dell’am-
biente, per le nuove edificazioni, nonché per l’utilizzo di ambienti di lavoro in zone adiacenti a linee ad
alta e media tensione aeree o interrate, cabine di trasformazione o sottostazioni elettriche, dovranno es-
sere rispettati i limiti stabiliti dalle normative nazionali, regionali e locali vigenti, previa rilevazione in
campo eseguita dall’A.R.P.A. per la verifica dell’obiettivo di qualità, ricordando che:
— il campo elettrico è prodotto dalle cariche elettriche e deriva dai conduttori inseriti nelle prese, quindi è
comunque presente anche quando un apparecchio elettrico è spento ma collegato alla rete;
— il campo magnetico si produce quando l’apparecchio elettrico viene messo in funzione e in esso circola
quindi corrente;
— il campo elettrico è facilmente schermabile da oggetti quali legno, metallo, ma anche alberi, edifici ecc.,
con riduzione di un fattore 100 fra l’interno e l’esterno di un edificio;
— il campo magnetico non è facilmente schermabile, pertanto risulta praticamente invariato all’interno e
all’esterno degli edifici;
— è consigliabile stazionare ad almeno 60 cm dal videoterminale e, in presenza di più postazioni compu-
ter, ad almeno 1 m dal retro dello schermo vicino;
— durante l’attività lavorativa è opportuno mantenersi alla maggiore distanza possibile dal dispositivo
emittente, facendo uso, per esempio, di attrezzi più lunghi o di lenti di ingrandimento.
Il D.Lgs. 257/07 ha introdotto l’obbligo per il datore di lavoro di valutare i rischi derivanti dall’esposizione
a campi elettromagnetici e i risultati sono parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi. L’in-
formazione e la formazione dei lavoratori devono riguardare sia le misure di sicurezza da adottarsi sia i
rischi associati all’esposizione ai campi elettromagnetici; i lavoratori esposti devono sottoporsi ad adegua-
ta sorveglianza sanitaria e adottare le misure di prevenzione e protezione contenute nel Titolo VIII Capo
IV del D.Lgs. 81/2008.
Tabella 32.13 Esposizioni occupazionali ai campi elettromagnetici.
Tecnologia Frequenza Ambito Emissione Campi

Manutenzione
Produzione e distribuzione Elettrico e
50 Hz di apparati Accidentale
di energia elettrica magnetico
e impianti

Induzione da 50 Hz Lavorazione Intenzionale


Magnetico
magnetica a 3 MHz metalli localizzata

Incollaggio
Riscaldamento Perdite da 3 MHz legno, Intenzionale
Elettrico
elettromagnetico dielettriche a 50 MHz saldatura localizzata
plastica

oltre Essiccazione Intenzionale Elettrico


Microonde
300 MHz ceramica localizzata e magnetico

oltre Manutenzione Elettrico


Telecomunicazioni Intenzionale
30 kHz apparati e magnetico

32.8 SICUREZZA E PREVENZIONE INCENDI


Oltre ai requisiti di sicurezza statica, l’organismo edilizio in tutte le sue componenti (impiantistiche e ar-
chitettoniche) dovrà rispettare la vigente normativa in materia di sicurezza e di prevenzione incendi.
I principali riferimenti normativi sono contenuti, per quanto riguarda l’impiantistica, nella Legge
05/03/1990, n. 46, Norme per la sicurezza degli impianti riguardante la progettazione e l’esecuzione degli
impianti:
a) di produzione, di trasporto, di distribuzione e di utilizzazione dell’energia elettrica all’interno degli edi-
fici a partire dal punto di consegna dell’energia fornita dall’Ente distributore (fig. 32.22);
b) radiotelevisivi ed elettronici in genere; inoltre antenne e impianti di protezione da scariche atmosferi-
che;
c) di riscaldamento e di climatizzazione azionati da fluido liquido, aeriforme, gassoso e di qualsiasi natura
o specie;
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 587

d ) idrosanitari nonché quelli di trasporto, di trattamento, di uso, di accumulo e di consumo di acqua al-
l’interno degli edifici a partire dal punto di consegna dell’acqua fornita dall’Ente distributore;
e) per il trasporto e l’utilizzazione di gas allo stato liquido o aeriforme all’interno degli edifici a partire dal
punto di consegna del combustibile gassoso fornito dall’Ente distributore;
f ) di sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, di montacarichi, di scale mobili e simili;
g) di protezione antincendio.

Per quanto riguarda la Prevenzione incendi, si rimanda alla trattazione del Capitolo 31.

pianta 60 fino a 240


Zone Componenti Limitazioni
condutture vietate
b incassate < 5 cm
Zone Zona 3
0e1 Zona 2 apparecchiature elet- vietate
a 0
h g
triche
60

apparecchi vietati
utilizzatori
f
condutture solo se a bassa tensione di si-
incassate < 5 cm curezza
e
apparecchiature elet- solo tiranti in materiale isolan-
1
d triche te per interruttori
Zone Zona 2 Zona 3

a
0e1 apparecchi solo se a tensione di sicurezza
utilizzatori < 25 V e protetti
b condutture solo se a bassa tensione di si-
curezza
c
60 fino a 240 apparecchiature elet- solo tiranti in materiale isolan-
2
triche te per interruttori
sezione apparecchi anche apparecchi illuminanti
utilizzatori fissi purché di classe II
condutture solo se a bassa tensione di si-
volume per h > 255
a curezza o limitati al collega-
h limite
zone
mento di apparecchi utilizza-
tori
b
g apparecchiature elet- prese con spina solo se:
Zona 1
Zona 3 triche – con salvavita 30 mA
3
225

d
– alimentazione a bassa ten-
sione di sicurezza
Zona 2
e – alimentazione da trasforma-
Zona 0 tore di sicurezza

60 fino a 240 apparecchi nessuna limitazione


utilizzatori
a) pulsante di allarme a tirante e) lavatrice
b) apparecchio illuminazione fisso classe II f ) interruttore lampade, specchio e presa
c) cassetta di derivazione a parete g) specchio con lampade
d ) comando e protezione lavatrice h) riparo fisso con materiale isolante

Fig. 32.22 - Distanze di sicurezza di prese, interruttori e apparecchi utilizzatori


dalle fonti d’acqua in un bagno tipo.

32.9 MANUTENZIONE
La manutenzione dell’organismo edilizio dovrà essere progettata e legata all’intero processo di costruzio-
ne, attuando scelte dei materiali, delle tecniche e soluzioni costruttive orientate all’esecuzione di opera-
zioni manutentive agevoli, economiche e controllabili nel tempo.
588 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Ogni realizzazione dovrà essere dotata di un Piano di manutenzione, allegato al Progetto esecutivo, che
consenta di programmare gli interventi indicandone l’incidenza sul costo globale dell’edificio. In partico-
lare dovranno essere fornite indicazioni sia per gli interventi di manutenzione (ordinaria e straordinaria)
delle parti comuni dell’edificio, sia per quelli da realizzarsi all’interno delle unità abitative.
A titolo esemplificativo, si elencano le principali tipologie di intervento manutentivo:
— manutenzione, riparazione e rinnovo degli impianti tecnologici, delle relative strutture e dei volumi tec-
nici;
— manutenzione degli elementi strutturali (strutture portanti verticali e orizzontali, scale e rampe, coper-
ture e terrazzamenti);
— manutenzione e ripristino delle facciate, del manto di copertura e delle canalizzazioni;
— tinteggiatura delle pareti esterne dell’edificio e delle parti comuni;
— rifacimento e/o integrazione di muri divisori;
— ripristino degli spazi residenziali comuni e delle finiture;
— riparazioni degli infissi, dei vetri, delle serrature degli accessi comuni;
— rinnovo delle dotazioni interne (per esempio apparecchi sanitari, arredi fissi).

32.10 FRUIBILITÀ DELL’ORGANISMO EDILIZIO E DEGLI SPAZI URBANI

Antropometria, ergonomia e barriere architettoniche


Per garantire la qualità delle interrelazioni fra l’uomo e l’ambiente in cui questi svolge le proprie attività,
sono innanzitutto indispensabili la conoscenza e la corretta applicazione dei dati relativi alle misure del
corpo umano. Questi dati debbono essere riferiti non tanto a un’utenza astratta, ma a un’utenza reale,
ovvero determinata per gruppi dimensionali e in base alle specifiche esigenze funzionali.
Per la definizione delle dimensioni ottimali degli ambienti interni sono implicate numerose discipline qua-
li, per esempio, l’antropometria, l’ergonomia, la biomeccanica e la psicologia ambientale, ognuna delle
quali potrebbe costituire argomento per la trattazione di un manuale.

L’antropometria è la scienza che concerne le dimensioni del genere umano ed è strettamente connessa a
dati statistici, in quanto le dimensioni delle persone variano in modo considerevole. Essa ha un’importan-
za fondamentale per la progettazione di interni, poiché il principio di base deve essere la dimensione delle
persone che utilizzeranno l’ambiente (fig. 32.23).
60 50 40 30 20 10 0 10 20 30 40 50 60
220
210
60 50 40 30 20 10 0 10 20 30 40 50 60 200
190 190
180 180
170 170
160 160
150 150
140 140
130 130
120 120
110 110
100 100
90 90
80 80
70 70
60 60
50 50
40 40
30 30
20 20
10 10
0 0

Fig. 32.23 - Antropometria di uomo medio ed estensione del braccio per facile presa.

L’ergonomia studia il comportamento dell’uomo in relazione al lavoro e alle attività in generale, allo
scopo di adattarne le condizioni alla sua natura fisica e psicologica (fig. 32.24).
L’organismo edilizio e le unità abitative, i percorsi degli spazi comuni e privati dovranno, nel loro insie-
me, garantire i massimi livelli di accessibilità, fruibilità e sicurezza funzionale.

Si intende per barriera architettonica tutto ciò che, nello spazio che ci circonda (pubblico o privato) osta-
cola o impedisce la persona nel compimento di un’azione in quanto non adeguato alle sue capacità fisi-
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 589

265

presa a spina per


oltre i 225 alimentazione
cappa cucina
pulsante chiamata presa a spina per ventola
per docce e vasche di aspirazione bagni

quadro unità abitativa

160

150
presa a spina e
comandi punti luce
nelle cantine e box 125
citofono
110
presa a spina e comandi interno
bagni e piano lavoro cucina

90
comandi di punti luce,
80 prese a spina ecc.
prese a spina e comandi punti luce a testaletto

45
cassetta di derivazione

presa a spina, TV-FM, 30


telefono ecc.

Fig. 32.24 - Quote installative consigliate per apparecchiature elettriche in cm


alla mezzaria delle apparecchiature.

che, psichiche e sensoriali (per esempio un citofono alto per un bambino, una salita troppo ripida per un
anziano, una superficie troppo scivolosa per chi usa le stampelle, una porta troppo stretta per chi si muo-
ve in carrozzina, la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la ricono-
scibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e, in particolare, per i non vedenti e per i sordi).
L’opinione pubblica tende a prendere in considerazione la questione ‘‘barriere architettoniche’’ solo nei
casi più eclatanti, di cui l’invalido in carrozzina è il simbolo (fig. 32.25); difficilmente gli artritici, le vittime
temporanee di incidenti, i cardiopatici, gli obesi, i daltonici, le persone anziane, le gestanti e i bambini
vengono identificati come soggetti dipendenti in parte o completamente da questo problema.
Vi è pertanto la necessità che ogni edificio e spazio pubblico sia funzionale ai bisogni di tutti i cittadini, a
misura d’uomo e non a misura d’uomo adulto e sano.

Criteri generali di progettazione


In relazione alle finalità previste dal combinato disposto legislativo in materia di abbattimento delle bar-
riere architettoniche (vedi materiale on line), si considerano tre livelli di qualità dello spazio costruito:
a) accessibilità: esprime il più alto livello di qualità in quanto consente, anche a persone con ridotta o im-
pedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le singole unità immobiliari e ambien-
tali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e auto-
nomia (totale fruizione nell’immediato) (fig. 32.26);
b) visitabilità: rappresenta un livello di accessibilità limitato a una parte più o meno estesa dell’edificio e/o
delle unità immobiliari (spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico per ogni unità immobiliare),
che consente comunque ogni tipo di relazione fondamentale anche alla persona con ridotta o impedita
capacità motoria o sensoriale. Sono considerati spazi di relazione il soggiorno e/o la zona pranzo del-
l’alloggio, i luoghi di lavoro, servizio e incontro;
c) adattabilità: intende la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati (per ori-
ginaria previsione progettuale) allo scopo di renderlo completamente e agevolmente fruibile anche da
parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale (rappresenta un’accessibilità dif-
ferita).
590 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

60 50 40 30 20 10 0 10 20 30 40 50 60 60 50 40 30 20 10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120


190 190
180 180
170 170
160 160
150 150
140 140
130 130
120 120
110 110
100 100
90 90
80 80
70 70
60 60
50 50
40 40
30 30
20 20
10 10
0 0

110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110


180
170 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120
50
160
40
150
30
140
20
130
10
120
0
110
10
100
20
90
30
80
40
70
50
60
60
50
70
40
80
30
90
20
100
10
0

Fig. 32.25 - Antropometria di persona con bastoni e su sedia a ruote


per zone facilmente raggiungibili.

G
C

B
D

D
E

F
C

G
C

A 152,4 cm
B 106,7 cm F
D

C 30,5 cm (min)
A

D 81,3 cm
E 142,2 cm (min) C
F 63,5 cm
C

G 213,4 cm
H 91,4 cm (min)

D H

Fig. 32.26 - Accessibilità interna e ingombri per la circolazione.


LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 591

L’accessibilità deve essere garantita per quanto riguarda:


— gli spazi esterni (almeno un percorso agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotte o im-
pedite capacità motorie o sensoriali, fig. 32.27);
— le parti comuni.

15 max
60
90 90

> 15 0

60
90

Fig. 32.27 - Esempi di scivoli per percorsi pedonali - pendenza 8  10% max. 15%.

Negli edifici residenziali sino a tre piani fuori terra è consentita la deroga all’installazione di meccanismi
per l’accesso ai piani superiori, ivi compresi i servoscala, purché sia assicurata la possibilità della loro in-
stallazione in un tempo successivo. L’ascensore va comunque installato in tutti i casi in cui l’accesso alla
più alta unità immobiliare è posto oltre il terzo livello, ivi compresi eventuali livelli interrati e/o porticati
(fig. 32.28).

95 110 80
120
130

140

75
80
80
140
150

150

edifici di nuova edificazione edifici di nuova edificazione interventi di adeguamento


residenziali non residenziali

Fig. 32.28 - Tipologie di ascensore in funzione di modi e termini d’installazione.

Ogni unità immobiliare, qualunque sia la sua destinazione, deve essere adattabile per tutte le parti e
componenti per le quali non è richiesta l’accessibilità e/o la visitabilità, fatte salve le deroghe consentite
dalla normativa.
592 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

È inoltre importante tenere conto del requisito di arredabilità, ovvero dell’attitudine dello spazio abitativo a
consentire il posizionamento degli elementi di arredo e/o delle attrezzature necessarie allo svolgimento delle
funzioni per cui è stato destinato (figg. 32.29 e 32.30).
80 80 30 60 40 90

110

vaso bidet vaso e bidet lavabo

65

80

190
140 / 150

125
130

80 / 85
68 min

approccio laterale spazio libero sottostante lavabo altezza minima

Fig. 32.29 - Misure e ingombri per l’ambiente bagno.

Il requisito di fruibilità, inteso come insieme delle condizioni relative all’attitudine del sistema edilizio a
essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle proprie attività, dovrà soddisfare anche
l’attitudine dello spazio a consentire variazioni dell’assetto distributivo e d’uso (flessibilità e integrabilità
degli spazi a connettersi distributivamente e funzionalmente) pur mantenendosi riconoscibile nei propri
caratteri tipologici ed estetici.

Tabella 32.14 Superfici minime degli ambienti e delle unità residenziali.


Normativa nazionale
D.M. 5 / 7 / 75, Regolamento edilizio di Regolamento edilizio di
Destinazioni d’uso
Legge 513 / 77, Milano Roma
Legge 457 / 78
Soggiorno 14,00 m2 14,00 m2 14,00 m2
Pranzo 9,00 m2
Cucina abitabile > 8,00 m2
Cucina non abitabile 5,00 m2 < 8,00 m2
Letto matrimoniale 14,00 m2 14,00 m2 14,00 m2
Letto doppio 14,00 m2 14,00 m2 12,00 m2
Letto singolo da 9,00 m2 a 10,00 m2 9,00 m2 9,00 m2
Pluriuso 9,00 m2 9,00 m2
Studio 7,00 m2
Bagno da 2,00 m2 a 3,50 m2 da 2,00 m2 a 3,50 m2
Alloggi monocamera 28,00 m2
compresi servizi (per una persona)
Alloggi monocamera 38,00 m2
compresi servizi (per due persone)
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 593

130 60 90 50 90 60

200

200
225

260
90

letto singolo letti singoli

70 180 70 60 180 50

60
50
200
260

90
pranzo

letto matrimoniale

90 60 70 80 90 60 90 60
60
40

320
90
40
90

cucina

soggiorno

Fig. 32.30 - Spazi d’uso per arredi.


594 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Tabella 32.15 Altezze minime degli ambienti residenziali e degli spazi accessori o di servizio.
Destinazioni d’uso Destinazioni d’uso
Altezza minima Altezza minima
residenziali accessori e servizio
Letto, soggiorno, pranzo, 2,70 m Corridoi, disimpegni, 2,40 m
cucina ripostigli, bagni
Nei Comuni montani (1000 m s.l.m.) l’altezza di 2,70 m è ridotta a 2,55 m sino a 2,40 m.
In alcuni Comuni è ammessa l’altezza di 2,10 m per corridoi, disimpegni, ripostigli e locali guardaroba.
La normativa regionale per lo sfruttamento residenziale dei sottotetti consente l’altezza media di 2,40 m
per gli spazi a uso abitazione e di 2,20 m per gli spazi accessori o di servizio.
L’altezza minima non può essere inferiore a 1,60 m per gli spazi ad uso abitazione e a 1,40 m per gli spazi
accessori o di servizio.

Accessibilità e sicurezza dei percorsi e degli spazi comuni


Percorsi esterni e rampe
La larghezza minima dei percorsi deve essere min. 150 max. 10 m - pendenza 8% min. 150
di 1,50 m con pendenza inferiore al 5% o
all’8% se in presenza delle necessarie aree

min. 150
di sosta (fig. 32.31). spazio in spazio in
piano piano

a b
pendenza trasversale max. 1% contropendenza: la somma delle
pendenze (a + b) non deve
Fig. 32.31 - Percorsi esterni. superare il 22%, con a max. 15%

La pavimentazione deve essere di tipo antisdrucciolevole e gli eventuali grigliati presenti sul percorso de-
vono avere aperture < 20 mm.
Le rampe devono essere dimensionate e progettate in rapporto alle capacità di fruizione dei disabili; a
eccezione di rampe molto corte (inferiori a 50 cm), queste non dovrebbero avere pendenza superiore
all’8% (preferibilmente 6% sino al 12% per rampe di emergenza) per una lunghezza continua non supe-
riore ai 10 m.
Per vincere agevolmente un dislivello di soli 65 cm occorrerà avere a disposizione un considerevole svi-
luppo orizzontale (fig. 32.32); in luogo di una rampa può essere impiegato un mezzo elevatore, sebbene
questi necessitino di adeguata manutenzione.

120
min
100
0 c
on
ramp
a6
,7%
- 5
00
con
ram
pa
8,3
%
65

Fig. 32.32 - Rampa per sedia a ruote con dislivello 65 cm.


LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 595

Percorsi orizzontali interni (fig. 32.33)


I corridoi devono presentare preferibilmente un andamento continuo, orizzontale e complanare, con va-
riazioni facilmente percepibili in modo da non costituire ostacolo (discontinuità inferiori a 2,5 cm); even-
tuali variazioni di quota dovranno essere superate mediante rampe.
Eventuali grigliati non devono intralciare la mobilità dei disabili; zerbini e guide devono essere incassati
nella pavimentazione e saldamente fissati.
I corridoi devono permettere l’inversione di marcia di una persona su sedia a ruote in punti non eccessi-
vamente distanti tra loro.

60 75 min. 75 120 min. 120 min. 150


pref. 90 pref.135 pref. 180

Fig. 32.33 - Percorsi orizzontali interni.

Scale e rampe
L’andamento delle scale e delle rampe, nonché le loro caratteristiche geometriche (alzata, pedata, pen-
denza ecc.), devono essere per quanto possibile costanti; le dimensioni devono consentire il passaggio con-
temporaneo di due persone, con una larghezza superiore a 120 cm, ovvero proporzionata al numero di
persone che vi transitano.
I gradini devono avere pedata antisdrucciolevole, pianta preferibilmente rettangolare e profilo continuo
con bordi arrotondati (fig. 32.34).

scala con spigoli non arrotondati scala con spigoli arrotondati


(poco adatta) (adatta)
p
p = pedata (minima 30 cm)
2  2,5 cm a = alzata (massima 17 cm)
2 a + p = 62  64 cm
75  80° (le scale ad uso privato
possono avere pedata minima 25 cm)
a

Fig. 32.34 - Scala in parti comuni o di uso pubblico.

parapetto
La pedata minima consigliabile è di 30 cm (per
le scale a uso individuale riducibile sino a 25 corrimano adulti
cm) l’alzata massima 17 cm, considerando che
2a þ p ¼ 62  64 cm.
Il numero dei gradini possibilmente deve essere
uguale, consigliato 10  13 per rampa (nel set-
tore antincendio viene prescritto un minimo
di 3 e un massimo di 15 gradini per rampa). corrimano bambini

L’illuminazione sarà preferibilmente laterale,


per favorire la visione dei dislivelli; è inoltre op-
100

portuno differenziare cromaticamente alzate e


16

pedate.
90

16

Le scale devono essere dotate di parapetto e 75  80°


corrimano (preferibilmente su entrambi i lati)
60

16

nonché di soglie tattili per i non vedenti (fig.


32.35).
16

30 30 30

Fig. 32.35 - Esempio di scala fruibile.


596 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Accessi esterni
La luce di passaggio consigliata per le porte di
accesso è di 1,50 m e dovrà consentire una agevo-
le apertura da entrambi i lati; le zone antistanti e
retrostanti l’accesso devono essere in piano, allo
stesso livello e ampie per ciascuna zona almeno 120 / 150
1,20 m (consigliato 1,25 m) (fig. 32.36).
Le soglie devono essere inferiori a 25 mm ed es-

120 (spazio minimo)


sere facilmente percepibili visivamente.

150 (spazio consigliato)


L’altezza delle maniglie deve essere compresa

220
tra 100 e 130 cm (consigliata 115 cm); per le ma-
niglie delle porte interne deve essere compresa
tra 85 e 95 cm (consigliata 90 cm).
Devono essere preferite soluzioni per le quali le
singole ante delle porte non abbiano larghezza
superiore ai 120 cm (da evitare porte girevoli) e
gli eventuali vetri siano collocati a un’altezza di
almeno 40 cm dal piano del pavimento. 120
L’anta apribile deve poter essere usata esercitan-
do una pressione non superiore a 8 kg. 120 (spazio minimo)
60 60

Fig. 32.36 - Dimensioni da considerare 150 (spazio consigliato)


per il passaggio e la rotazione. 60 90

Parcheggi
Si considera accessibile un parcheggio complanare alle aree pedonali di servizio o a esse collegato tramite
rampe o idonei apparecchi di sollevamento (fig. 32.37).

± 0,00 max +2,5 cm zona pedonale

zona carrabile SOLUZIONE A

± 0,00 max +15 cm zona pedonale

zona carrabile rampa p. max 15% SOLUZIONE B

max +2,5 cm max +15 cm


zona pedonale

max 30°
00
~5

13
0
~2
50 17
mi 0
SOLUZIONE A n. SOLUZIONE B
30
0
17 ~2
0 50
mi 13 ± 0,00
n. 0
30
0
zona carrabile

Fig. 32.37 - Tipologie di parcheggio.


LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO 597

Nelle aree di parcheggio devono essere previsti posti auto, nella misura minima di 1 ogni 50 o frazione di
50, di larghezza non inferiore a 3,20 m riservati gratuitamente ai veicoli al servizio di persone disabili, op-
portunamente segnalati e ubicati in aderenza ai percorsi pedonali o nelle vicinanze dell’accesso all’edificio
o all’attrezzatura.

Autorimesse
I locali destinati ad autorimessa pubblica devono avere collegamenti con gli spazi esterni (o con apparec-
chi di risalita) idonei all’uso da parte di persone su sedia a ruote (rampe dotate di corrimano, di modesto
sviluppo lineare e aventi pendenza massima pari all’8%).
I posti auto riservati devono essere opportunamente segnalati con appositi segnali orizzontali e verticali e
ubicati in prossimità del mezzo di sollevamento, in posizione tale da cui sia possibile, in caso di emergenza,
raggiungere nel minor tempo possibile un ‘‘luogo sicuro statico’’ o una via di esodo accessibile.
Lo spazio riservato alla sosta delle autovetture al servizio delle persone disabili deve avere dimensioni tali
da consentire anche il movimento del disabile nelle fasi di trasferimento (figg. 32.38 e 32.39).

40
175
75

95
455

Fig. 32.38 - Ingombri per entrare e uscire da un’autovettura.

330

punto di sostegno
superiore
520

90
300

290

Fig. 32.39 - Autorimessa privata per utilizzo da parte di persone su sedia a ruote.
598 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL MANUFATTO EDILIZIO

Corsie e piste ciclabili


La corsia ciclabile è uno spazio delimitato con una striscia continua sulla carreggiata, il cui uso è riservato
esclusivamente alle biciclette, meglio se evidenziata da una pavimentazione di colore e/o di materiale di-
verso da quello usato per la corsia veicolare.
L’ampiezza minima di una corsia ciclabile è di 1 m, quella massima di 1,70 m; la larghezza delle corsie
riservate agli autoveicoli deve essere limitata a 3 m al fine di ridurne la velocità.
La differenza di velocità tra biciclette e autoveicoli non deve essere superiore a 30 km/h.

La pista ciclabile adiacente ha caratteristiche dimensionali e tecniche simili a quelle della corsia ciclabile,
con la sola differenza di non essere sulla carreggiata ma al suo fianco e presenta una distinzione più netta
tra lo spazio riservato alle biciclette e quello riservato agli autoveicoli.
Tra la pista ciclabile (ampiezza minima 1,20 m) e la carreggiata è preferibile che ci sia una differenza di
livello non superiore a 10 cm.

La pista ciclabile separata si trova a una distanza di almeno 60 cm dalla carreggiata e viene progettata in
situazioni di forte predominanza del traffico veicolare ad alta intensità e velocità.

Nel progetto di infrastrutture per il traffico ciclistico la maggior parte delle normative europee consiglia
l’adozione delle misure come riportate nella figura 32.40.

35 70 30 70 15 15 70 30 70 15 60
min. 240
10

220 250

Fig. 32.40 - Dimensioni minime per differenti tipologie di percorso ciclabile.

Tenendo conto che il pedale si trova a un’altezza di circa 15 cm, il ciclista può tollerare ostacoli laterali con
altezza massima di 5  10 cm a seconda dell’inclinazione della bicicletta rispetto alla perpendicolare del
terreno.
I termini
della sicurezza
nei cantieri
Introduzione

La sicurezza nei luoghi di lavoro consiste in una serie di misure tecniche, organizzative e
procedurali di prevenzione e di protezione che devono essere adottate dal datore di lavoro,
dai suoi collaboratori (dirigenti e preposti) e dai lavoratori stessi al fine di:
• migliorare le condizioni di lavoro;
• ridurre la possibilità di infortuni ai dipendenti dell’azienda, agli altri lavoratori, ai colla-
boratori esterni e a quanti si trovano, anche occasionalmente, all’interno dell’ambiente
di lavoro;
• proteggere il lavoratore (da possibili danni alla salute o malattie professionali), la popo-
lazione in generale e l’ambiente.
Tali prescrizioni sono regolamentate dal D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurez-
za sul Lavoro), in vigore dal 15/05/2008 e successivamente integrato e modificato.
Questo decreto, che ha avuto molti precedenti normativi a partire dagli anni ’50 (D.P.R.
547/1955 sulla prevenzione infortuni, D.P.R. 164/1956 sulla sicurezza nei cantieri e D.P.R.
303/1956 sull’igiene sul lavoro) sino al D.Lgs 626/1994 (sicurezza sul lavoro):
• recepisce in Italia le Direttive Europee in materia di tutela della sicurezza e della salute
dei lavoratori, coordinandole in un unico testo normativo che prevede, tra l’altro, speci-
fiche sanzioni a carico degli inadempienti;
• abroga le precedenti norme, tra cui il D.Lgs 494/1996 riguardante i cantieri temporanei
o mobili, integrandone le disposizioni nel Titolo IV, introducendo importanti modifiche
e inserendo specifiche norme tecniche negli allegati.
L’omissione delle precauzioni in materia di sicurezza comporta sia la responsabilità penale
del datore di lavoro sia il diritto al risarcimento in favore del lavoratore per il danno even-
tualmente patito.
Gli indennizzi ai lavoratori infortunati vengono erogati dall’INAIL (Istituto Nazionale per
l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), al quale tutti i lavoratori dipendenti devo-
no essere iscritti, con versamento dei relativi contributi da parte del datore di lavoro.
Nell’ambito degli infortuni sul lavoro, il settore delle costruzioni è considerato storicamente
tra quelli a maggior rischio; si tratta infatti di un comparto produttivo che, pur utilizzando
attrezzature e risorse umane equiparabili a un processo industriale, non riesce a organiz-
zarsi come vera e propria industria per la varietà di questi stessi strumenti e risorse e per
l’imprevedibilità dei contesti che con essi si relazionano.
A fronte di un indice di frequenza di 60 infortuni ogni 1000 addetti registrato per l’intero
comparto delle attività produttive (comunque molto alto), nel settore delle costruzioni l’in-
dice di frequenza è di 85 infortuni ogni 1000 addetti.
La particolarità del cantiere rispetto alle altre realtà produttive risiede nel fatto che in que-
sto luogo di lavoro si riscontrano due specifici fattori di rischio, che potremmo definire
aggiuntivi e interferenziali.
Il primo è relativo alla presenza, nella medesima area di lavoro (il cantiere), di una pluralità di
imprese che esercitano varie attività, compreso l’uso da parte di un’impresa di attrezzature di
un’altra impresa (per esempio il ponteggio), mentre il secondo è relativo alla commistione tra
le attività professionali esercitate e la loro potenziale interferenza (per esempio l’esecuzione di
una saldatura vicino a un decoratore che impiega vernici infiammabili).
Ogni intervento edilizio (e quindi ogni cantiere) costituisce poi un evento unico visto che:
• il progetto architettonico ha di per sé carattere di particolarità, pur prevedendo un insie-
me di lavori comuni a tutti gli interventi di nuova realizzazione o ristrutturazione;
• la politica commerciale delle imprese impone di adattare le proprie risorse e mezzi
all’entità del lavoro da eseguire.
Sono qui elencati i principali termini e definizioni nell’ambito della sicurezza nei luoghi di
lavoro prendendo in particolare considerazione i cantieri temporanei e mobili.
602 I TERMINI DELLA SICUREZZA

A Accesso (alla copertura)


Passaggio (per esempio una botola o un lucernario apribile) o punto, raggiungibile median-
te un percorso, in grado di consentire il trasferimento in sicurezza di un operatore e di even-
tuali materiali e utensili da lavoro sulla copertura di un edificio. Una piattaforma semovente
non è considerabile come accesso nell’ambito dell’utilizzo di una linea vita.
Vedi Linea vita

Accessori di imbracatura
Sistemi che consentono la presa del carico in relazione alla sua particolare tipologia. Ser-
vono alla realizzazione o all’impiego di una braca e consistono in ganci a occhiello, anelli,
golfari ecc. A seconda della loro versatilità, le brache assumono differente composizione e
nomenclatura; le forme fondamentali sono a tratto unico aperto (brache semplici o tiranti,
fig. 1a), a tratto unico chiuso (brache ad anello, fig. 1b), a più tratti convergenti in unico
anello (brache multiple o gioghi, fig. 1c) o a più tratti collegati a una traversa (bilancieri,
fig. 1d). Le imbracature possono essere costituite da funi in acciaio, da catene (fig. 2) o da
fibre sintetiche (fig. 3). Imbracature per il corpo umano comprendono cinghie, accessori,
fibbie o altri elementi in fibre sintetiche opportunamente disposti per sostenere la persona,
tenerla durante la caduta e dopo l’arresto della caduta.
Vedi Imbracatura anticaduta

a) b) c) d) Fig. 1 - Tipi di brache.

Fig. 2 - Imbracature a catena e tipi di ganci. Fig. 3 - Imbracature in fibre sintetiche.

Accessori di sollevamento
Attrezzature non collegate all’apparecchiatura di sollevamento e disposte tra questa e il
carico per consentire la presa. Sono impiegati in funzione dei carichi da movimentare, dei
punti di presa, del dispositivo di aggancio, delle condizioni atmosferiche e tenendo conto
del modo e della configurazione dell’imbracatura. Devono recare i dati relativi al fabbrican-
te, al materiale, al carico massimo di utilizzo e la marcatura CE. Ogni accessorio di solleva-
mento deve essere accompagnato dalle istruzioni per l’uso indicanti i limiti di utilizzazione,
le condizioni normali di esercizio, le prescrizioni per l’uso, il montaggio e la manutenzione.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 603

Devono essere sottoposti a verifiche periodiche (nei tempi indicati dal costruttore) il cui
esito deve essere riportato sul registro di controllo che il costruttore fornisce insieme all’ac-
cessorio. Gli accessori di sollevamento più comunemente utilizzati sono i ganci, le forche
(ganci a C), le staffe (per il sollevamento di pacchi e bobine) e i bilancini (fig. 4).

forca (gancio a C) staffa bilancino

Fig. 4 - Accessori di sollevamento.

Addestramento
Insieme delle attività dirette a far apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature,
macchine, impianti, sostanze, dispositivi (per esempio di protezione individuale e collettiva)
e le procedure di lavoro.

Addetto
Persona incaricata di un determinato compito, non necessariamente un lavoratore dipen-
dente.

Addetto alla gestione delle emergenze


Soggetto formato con corsi di istruzione teorico-pratici, incaricato per l’attuazione delle
misure di prevenzione e lotta agli incendi, evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo e
gestione delle emergenze.

Addetto al pronto soccorso


Soggetto formato con corsi di istruzione teorico-pratici incaricato per l’attuazione delle
misure di primo intervento e per l’attivazione degli interventi di pronto soccorso.

Addetto al Servizio Prevenzione e Protezione (ASPP)


Persona in possesso di capacità e requisiti professionali indicati all’articolo 32 del
D.Lgs. 81/2008 facente parte del servizio di prevenzione e protezione.

Affaticamento
Per l’uomo si intende un indebolimento fisico o psichico che si manifesta a seguito di uno
sforzo eccessivo; in meccanica si intende la diminuzione della resistenza di un componente
causata da sollecitazioni ripetute o alternate.

Affidataria
Soggetto giuridico (impresa) titolare del contratto di appalto per la realizzazione di un’opera
che, per la sua esecuzione, può avvalersi di imprese subappaltatrici o di lavoratori autonomi.

Agente
Sostanza chimica, fisica o di origine biologica potenzialmente dannosa per la salute del
lavoratore.
604 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Agente biologico
Qualsiasi microrganismo, anche geneticamente modificato, coltura cellulare o endoparas-
sita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni. Gli agenti biologici
sono ripartiti in quattro gruppi:
1. agente biologico del gruppo 1: presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti
umani;
2. agente biologico del gruppo 2: può causare malattie in soggetti umani e costituire un
rischio per i lavoratori, è poco probabile che si propaghi nella comunità. Di norma sono
disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
3. agente biologico del gruppo 3: può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce
un serio rischio per i lavoratori, può propagarsi nella comunità. Di norma sono disponi-
bili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
4. agente biologico del gruppo 4: può provocare malattie gravi in soggetti umani e costitu-
isce un serio rischio per i lavoratori, può presentare un elevato rischio di propagazione
nella comunità. Di norma non sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeuti-
che.

L’esposizione agli agenti biologici si verifica quando un lavoratore viene a contatto con:
• materiali naturali o di natura organica quali terra, argilla, derivati da piante (fieno, pa-
glia, cotone);
• muffe e batteri generati dal deterioramento di materiali edili (per esempio legno);
• agenti patogeni trasmissibili dagli animali nelle deiezioni o veicolati da insetti (per esem-
pio durante lavori sulle coperture);
• polveri organiche (farina, polveri di origine animale, polveri prodotte dalla carta);
• rifiuti e acque di scarico.

Agente cancerogeno
Sostanza o preparato che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, può provo-
care il cancro o aumentarne la percentuale di rischio. La classificazione delle categorie
cancerogene 1 o 2 è stabilita dal D.Lgs. 52/1997. I preparati che contengono una sostanza
che produca tali effetti vengono etichettati con la frase di rischio R45 “può provocare il
cancro” o R49 “può provocare il cancro per inalazione” e sono contrassegnati dal simbolo
di pericolo e dall’indicazione di pericolo “tossico”. Vige l’obbligo per i datori di lavoro di
ridurre l’utilizzazione degli agenti cancerogeni (o mutageni) sostituendoli con sostanze o
procedimenti meno nocivi; qualora ciò non sia possibile deve prevedersi il loro impiego
in ambienti chiusi e, nell’ulteriore impossibilità di ciò, deve essere garantita la riduzione
dell’esposizione dei lavoratori ai livelli minimi tecnicamente raggiungibili. I lavoratori
esposti ad agenti cancerogeni e/o mutageni sono iscritti nel Registro Esposti, sul quale
viene riportata, per ciascuno di essi, l’attività svolta, l’agente cancerogeno e/o mutageno
utilizzato e il valore di esposizione (ove noto). Le misure preventive e protettive da adot-
tarsi nei lavori con esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni sono contenute al Titolo
IX Capo II del D.Lgs. 81/2008.

Agente chimico
Elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti,
prodotti intenzionalmente o meno, utilizzati o smaltiti come rifiuti in qualsiasi attività lavo-
rativa. Sono considerati pericolosi gli agenti chimici classificati in tre gruppi come:
5. sostanze pericolose ai sensi del D.Lgs. 52/1997, escluse quelle pericolose per l’ambiente;
6. preparati pericolosi ai sensi del D.Lgs. 65/2003, esclusi i preparati pericolosi solo per
l’ambiente;
7. non classificabili come pericolosi ma che possono comportare un rischio per la sicurezza
e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicolo-
giche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti
chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 605

Le misure di protezione da adottarsi nei lavori con esposizione ad agenti chimici sono con-
tenute al Titolo IX Capo I del D.Lgs. 81/2008.

Agente fisico
Si intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elet-
tromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperba-
riche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Le misure di
protezione da adottarsi nei lavori con esposizione ad agenti fisici sono contenute al Titolo
VIII del D.Lgs. 81/2008.

Agente mutageno
Sostanza o preparato che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, può pro-
durre difetti genetici ereditari o aumentarne la percentuale di rischio. I preparati che
contengono una sostanza che produca tali effetti vengono etichettati con la frase di
rischio R46 “può provocare alterazioni genetiche ereditarie” o R40 “possibilità di ef-
fetti irreversibili” e sono contrassegnati dal simbolo di pericolo e dall’indicazione di
pericolo “tossico”.
Vedi Agente cancerogeno

Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente (ARPA)


Ente pubblico dotato di autonomia amministrativa, organizzativa e contabile che svolge at-
tività e servizi di prevenzione e protezione dell’ambiente affiancando le istituzioni e gli enti
pubblici del territorio regionale (per esempio le Province, i Comuni, le Comunità montane,
le ASL). I compiti principali sono di:
• monitoraggio delle diverse componenti ambientali (per esempio atmosferiche, acusti-
che, elettromagnetiche, suolo, sottosuolo e acque);
• controllo e vigilanza del territorio e delle attività;
• supporto nella valutazione dell’impatto ambientale di Piani urbanistici e progetti;
• gestione del sistema informativo regionale sull’ambiente.

Aggiudicataria
Soggetto giuridico (impresa) titolare del contratto di appalto per l’esecuzione dei lavori.

Albo nazionale gestori ambientali


Strumento di qualificazione delle imprese del settore, costituito presso il Ministero dell’Am-
biente e della Tutela del Territorio e del Mare e articolato in un Comitato Nazionale e in
Sezioni regionali e provinciali. Hanno obbligo di iscrizione all’Albo le imprese che, tra l’al-
tro, svolgono attività di:
• raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi;
• bonifica di ambienti contenenti amianto.

Allergene
Sostanza che è in grado di provocare sintomi specifici, soprattutto a carico della pelle e
dell’apparato respiratorio, in persone predisposte (soggetti allergici). Le allergie si possono
manifestare in maniera molto diversa a seconda della loro gravità e determinano l’insor-
genza di asma, di orticaria, di polmoniti da ipersensibilità o di shock anafilattico.

Amianto (o Asbesto)
Insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alle serie mineralogiche
del serpentino e degli anfiboli, caratterizzato da natura fibrosa e resistenza al calore
606 I TERMINI DELLA SICUREZZA

(fig. 5). Fino agli anni ’80 fu impiegato, in una miscela con il cemento denominata Eternit
(dal nome della ditta produttrice), per la fabbricazione di numerose componenti edilizie
tra cui lastre ondulate per copertura (fig. 6), pannelli per coibentazione, tubazioni, canne
fumarie e serbatoi. Di natura cancerogena (in categoria 1 secondo i criteri dell’Unione Eu-
ropea per la classificazione delle sostanze pericolose), la fibra di amianto è circa 1300 volte
più sottile di un capello umano; potenzialmente l’inalazione anche di una sola fibra può
causare disturbi alla salute. L’esposizione prolungata nel tempo o a elevate concentrazioni
aumenta la probabilità di contrarre patologie mortali (asbestosi, carcinoma polmonare, me-
sotelioma). Il tempo che intercorre tra il periodo dell’esposizione all’amianto e la comparsa
dei primi sintomi di malattia può arrivare fino a 30 anni. L’utilizzo dell’amianto è stato
vietato per legge a partire dal 1992 con definizione delle procedure per la dismissione delle
attività inerenti l’estrazione e la lavorazione del minerale. La presenza in un edificio o in un
impianto di materiali contenenti amianto (MCA) non implica necessariamente che esista
un rischio per la salute degli occupanti; questo dipende principalmente dallo stato di con-
servazione dei MCA in rapporto alla possibile inalazione da parte degli occupanti di fibre
aerodisperse. Non sussiste alcun obbligo di rimozione delle coperture in cemento-amianto
(Eternit) purché lo stato in cui si trovano non sia fonte di rischio.
I principali indicatori utili per valutare lo stato di degrado delle coperture in cemento-
amianto, in relazione al potenziale rilascio di fibre, sono:
• la friabilità del materiale;
• lo stato della superficie e in particolare l’evidenza di affioramenti di fibre;
• la presenza di sfaldamenti, crepe o rotture;
• la presenza di materiale friabile o polverulento in corrispondenza di scoli d’acqua, gron-
daie ecc. (fig. 7).

Fig. 5 - Fibre di amianto al micro- Fig. 6 - Copertura con lastre ondulate in amianto-cemento
scopio elettronico a scansione. (Eternit), in stato di degrado.

Fig. 7 - Presenza di amianto nello


scolo di lastre ondulate di copertura.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 607

Fig. 8 – Etichettatura degli imbal-

a
ATTENZIONE:
CONTIENE
laggi di MCA (fondo nero e rosso,
scritte bianche).

AMIANTO.
RESPIRARE
POLVERE DI
AMIANTO
,
E PERICOLOSO
PER LA SALUTE.
SEGUIRE LE
NORME DI
SICUREZZA

Fig. 9 - Imballaggio di la-


stre in MCA rimosse, in
attesa di smaltimento.

Le attività che possono comportare un’esposizione dei lavoratori all’amianto (per esem-
pio manutenzione delle coperture, rimozione di MCA, smaltimento e trattamento dei
relativi rifiuti, bonifica delle aree interessate, figg. 8 e 9) devono essere svolte in modo tale
da non provocare una contaminazione ambientale e i criteri da adottarsi sono disciplinati
dal Capo III del D.Lgs. 81/2008. La bonifica di siti con presenza di MCA avviene attraver-
so particolari modalità operative di incapsulamento, confinamento o rimozione.
Sito: www.assoamianto.it
Vedi Incapsulamento e Confinamento

Analisi audiometrica
Accertamento sanitario specifico che il medico competente effettua nei confronti dei lavo-
ratori esposti (per fattore di rischio o per tipo di attività) a significativi valori di rumore per
riscontrare eventuali perdite, anche lievi, della capacità uditiva. Tale controllo sanitario de-
ve essere biennale per tutti i lavoratori con un’esposizione personale giornaliera (Lep,d) o
settimanale (Lep,w) al di sopra di 85 dB(A). Oltre i 90 dB(A) il controllo diviene annuale e
si ha l’ulteriore obbligo di conservare un registro dei soggetti esposti a tale procedura. Per la
fascia di esposizione tra gli 80 dB(A) e gli 85 dB(A) di esposizione individuale, il controllo
sanitario viene effettuato su richiesta del lavoratore.

Analisi dei rischi


Vedi Rischi

Ancoraggi
Nei ponteggi hanno il compito di assorbire le forze orizzontali dovute alle azioni:
• del vento;
• dei carichi verticali (per esempio linee di carico che non coincidono con l’asse teorico del
montante, per difetti di montaggio);
• derivanti da elementi a sbalzo (per esempio mensole).
Per questi motivi nascono dei momenti che vengono assorbiti dagli ancoraggi; se la direzione
della forza che agisce è verso l’esterno dell’opera servita l’ancoraggio è a tirare, in caso con-
trario è a puntare. È buona norma costruire gli ancoraggi in prossimità dei traversi dei telai,
rispettando le prescrizioni riportate nell’Autorizzazione Ministeriale di riferimento del pon-
teggio. Gli ancoraggi vanno realizzati almeno ogni due piani di ponteggio e ogni due impalcati
608 I TERMINI DELLA SICUREZZA

(fig. 10), secondo gli schemi tipo del libretto del 20 cm


distanza tra opera servita
ponteggio e devono essere opportunamente in- e filo impalcato
crementati in situazioni particolari d’impiego (per impalcato
esempio in presenza di teli o cartelloni pubblicita- ancoraggio
metallico
ri, apparecchi di sollevamento, piazzole di carico)
e in condizioni ambientali avverse (per esempio
vento particolarmente forte) in relazione alle
scala
spinte che si generano. prefabbricata

corrente di
Si distinguono le seguenti tipologie di ancoraggi: parapetto
• a cravatta, costituito da tubi e giunti (ortogo-
nali e di ritenuta) di tipo autorizzato, disposti

opera servita
in modo da formare una staffatura attorno a
strutture rigide (per esempio pilastri in c.a.)
dell’opera servita dal ponteggio (fig. 11). A
questo tipo di ancoraggio si attribuisce la capa-
cità di assorbire le forze parallele alla facciata

stilata
del ponteggio. Il punto debole sono i giunti, che
devono essere serrati con chiave dinamometri-
ca applicando una coppia di circa 6 daNm; telaio
prefabbricato
basetta

Fig. 10 - Ancoraggio ai primi


opera servita opera servita due livelli del ponteggio.
elemento di
telaio ripartizione
prefabbricato

telaio
prefabbricato

SEZIONE PIANTA Fig. 11 - Ancoraggio a cravatta.

• ad anello, un tondo in acciaio per armatura (per esempio Ø 14 o 16 piegato o sago-


mato) o un tassello con occhiello vengono saldamente fissati all’interno di una strut-
tura rigida creando un punto in cui il ponteggio può essere unito all’opera servita;
un giunto ortogonale collega l’ancoraggio al montante del ponteggio (fig. 12). Viene
utilizzato in caso di nuove costruzioni predisponendo il dispositivo di ancoraggio
all’interno dell’armatura dei pilastri. È valido solo a tirare, ovvero assorbe le forze
orizzontali che hanno direzione verso l’esterno del ponteggio e il punto debole è il
fissaggio all’opera servita che non deve sfilarsi. Per compensare tali situazioni un
giunto ortogonale unisce il montante interno a un tubo perpendicolare all’opera
servita che spinge contro uno spessore in legno (sbatacchio) che, a sua volta, distri-
buisce la forza orizzontale sull’opera servita;

elemento di
opera servita opera servita ripartizione
telaio telaio
prefabbricato prefabbricato

tassello con Ø 16 sagomato


occhiello Fig. 12 - Ancoraggio ad anello
SEZIONE SEZIONE normale e con sbatacchio.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 609

• a sbatacchio, un giunto ortogonale unisce il mon- opera servita telaio


tante interno del ponteggio a un tubo perpen- prefabbricato
dicolare all’opera servita che spinge contro un
elemento di ripartizione (per esempio uno spes-
sore in legno) distribuendo la forza orizzontale
sull’opera servita. Il punto debole di tale ancorag-
gio è il giunto; è valido solo a puntare, ovvero da
solo assorbe unicamente le forze orizzontali verso
l’opera servita (fig. 13);
• con barra munita di gancio (o a tassello), un tubo spessore in
(barra), che può avere diverse lunghezze e a cui è legno
saldato un gancio, viene infilato in un tassello salda- SEZIONE
mente fissato alla struttura rigida dell’opera servita
dal ponteggio. Il gancio presenta una determinata Fig. 13 - Ancoraggio a sbatacchio.
inclinazione per evitare lo sfilamento accidentale.
Un giunto ortogonale unisce la barra al montante interno del ponteggio e trasferisce le forze
orizzontali all’opera servita (fig. 14). A questo tipo di ancoraggio si attribuisce la possibilità
di assorbire le forze parallele alla facciata del ponteggio; è opportuno unire (ogni 3 o 4 stila-
te) le barre sia al montante interno sia a quello esterno, rendendo così solidale il ponteggio
all’opera servita. I punti deboli di tale ancoraggio sono i giunti e il tassello. Le prestazioni
del sistema di trattenuta devono essere desunte dai dati forniti dalle ditte costruttrici o da
prove sperimentali effettuate nel luogo di installazione; in questo caso esistono strumenti
per prove non distruttive su tasselli posati nelle murature, che consentono di risalire alle
caratteristiche di tenuta e sfilamento. Questo tipo di ancoraggio consente la realizzazione di
sistemi di trattenuta speciali (fig. 15) in caso di particolari situazioni di forze;
opera servita opera servita

barra di ancoraggio
tassello barra di ancoraggio collegata
semplice
ai 2 montanti del ponteggio

tassello SEZIONE SEZIONE

Fig. 14 - Ancoraggi normali con barra munita di gancio (o a tassello).

opera servita opera servita

montante
interno
12 cm

40 cm

45°

Fig. 15 - Ancoraggio spe- traverso


ciale con barra munita di
gancio (o a tassello). SEZIONE PIANTA

elemento di • a vitone, costituito da un elemento di contra-


ripartizione
sto a vite (per esempio puntello in acciaio con
pannello piastre regolabili tramite manicotto o ghiera)
regolabile forzato tra due superfici stabili parallele (per
esempio di un’apertura per porta o finestra)
appartenenti all’opera servita dal ponteggio
(fig. 16). Mediante l’impiego di tubi e giunti
ortogonali si ottiene il bloccaggio del mon-
tante interno del ponteggio. Il punto debole di
tale ancoraggio è il fissaggio del vitone che, di-
pendendo dalle superfici sulle quali forza, può
essere instabile soprattutto in caso di utilizzo
di apparecchi di sollevamento fissati al pon-
Fig. 16 - Ancoraggio a vitone. teggio (per esempio un argano a bandiera).
610 I TERMINI DELLA SICUREZZA

tavoletta di legno
(sbadacchio)
opera servita montante del
Ø 50
ponteggio

filo di ferro ritorto

Fig. 17 - Esempio di ancoraggio non conforme. Fig. 18 - Tassello per ancoraggio.

Un ancoraggio costituito da un filo di ferro ritorto intorno al montante e collegato a tas-


selli infissi nel muro con sbadacchio in tavoletta di legno (fig. 17) non risulta adeguato (né
peraltro verificabile) a sopportare le azioni orizzontali dovute all’azione del vento o a im-
perfezioni di montaggio.
I tasselli per ancoraggio (fig. 18) possono essere utilizzati su murature compatte, calcestruz-
zi, materiali forati semicompatti e sono costituiti da involucro esterno in plastica dentata
o in acciaio e corpo a vite (barra filettata) in acciaio con terminale a occhiello (golfare) di
diametro adeguato al passaggio al suo interno del tubo da ponteggio (Ø 50) o del gancio (Ø
26) appositamente predisposto. Per ancoraggi su murature compatte (per esempio in calce-
struzzo) ove sia necessaria una notevole resistenza meccanica (per esempio alle vibrazioni)
viene impiegato un particolare tipo di tassello, detto tassello chimico, che utilizza una resina
per unire direttamente il muro alla barra filettata, senza impiego dell’involucro esterno.
La resina viene iniettata, partendo dal fondo del foro praticato a muro opportunamente
pulito dalla polvere e residui, riempiendolo per metà; a questo punto viene inserita la barra
filettata, facendola ruotare leggermente sino a toccare il fondo del foro. Rimossa la resina
in eccesso e trascorso il tempo di asciugatura (variabile in funzione della lunghezza del foro
e del diametro della barra) si può utilizzare l’ancoraggio. L’utilizzo dei tasselli d’ancoraggio
(sia di tipo standard sia chimico) richiede accurate indagini preventive in merito allo stato
e alle caratteristiche di resistenza e consistenza delle pareti, per determinare il carico limite
utile.

Andatoia
Vedi Passerella

Antinfortunistica
Tutto ciò che viene adottato per ridurre la probabilità d’incidente o d’infortunio sul lavoro.

Appalto
Contratto con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con ge-
stione a proprio rischio, il compimento di un’opera (o di un servizio) per un corrispettivo
in denaro.

Apparecchi di sollevamento
Apparecchiature a funzionamento discontinuo utilizzate per effettuare il sollevamento e
la manovra di un carico sospeso (cose o persone) tramite gancio o altro organo di presa.
La definizione distingue il campo d’applicazione delle norme per gli apparecchi di solle-
vamento (per esempio le gru, gli argani, le scale aeree ecc.) da quelle per gli impianti di
sollevamento (per esempio ascensori e montacarichi). Ogni apparecchio di sollevamento
deve essere fornito del libretto contenente le istruzioni d’uso e della targa di immatricola-
I TERMINI DELLA SICUREZZA 611

zione fornita dall’ISPESL, installata in posizione visibile e indicante il nome del costruttore,
il luogo e l’anno di costruzione e la portata massima. Al variare delle condizioni d’uso del
mezzo (per esempio inclinazione e lunghezza dei bracci di leva) la portata massima (carico
ammissibile) deve essere indicata mediante apposita targa con esplicito riferimento alle
condizioni di uso. Devono essere altresì indicati la serie o il tipo dell’apparecchiatura, il
numero di serie e la marcatura CE.
Le gru e gli altri apparecchi di sollevamento di portata superiore a 200 kg devono essere
sottoposti a:
• denuncia d’installazione presso l’ISPESL;
• verifica annuale da parte dell’ASL (o dell’ARPA) competente per territorio per l’accer-
tamento sul funzionamento e la conservazione;
• verifica trimestrale delle funi e delle catene, da riportarsi nell’apposito registro;
• controllo periodico (nei tempi indicati dal costruttore) di tutte le componenti che pos-
sono comportare rischi di incidenti (per esempio fissaggio delle funi, cavo di comando
della pulsantiera, limitatori di carico, dispositivi di fine corsa).

Apprestamenti
Attrezzature ausiliarie di carattere provvisorio (opere provvisionali) necessarie per la tu-
tela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Sono considerati apprestamenti per la si-
curezza i ponteggi, i trabatelli, i ponti su cavalletti, gli impalcati, i parapetti, le andatoie e le
passerelle, le armature delle pareti di scavo, i servizi igienici, gli spogliatoi, i refettori, i locali
di ricovero e di riposo, l’infermeria, le recinzioni di cantiere.

Argano
Apparecchio di sollevamento costituito da un motore elevatore e dalla struttura di suppor-
to che può essere:
• a bandiera (fig. 19) quando utilizza un supporto snodato che consente la rotazione
dell’elevatore attorno a un asse verticale, favorendone l’utilizzo in ambienti ristretti, per
sollevare carichi di modeste entità (fino a 300 kg) e poco ingombranti;
• a cavalletto (fig. 20) quando è montato su una struttura, poggiante sul piano da cui devo-
no essere sollevati i carichi, costituita da due cavalletti collegati superiormente da una
via di corsa a sbalzo sulla quale scorre l’argano; questa traslazione consente lo scarico al
piano di lavoro di carichi sino a 1000 kg. Al cavalletto più interno sono abbinati cassoni
metallici utilizzati per zavorrare l’apparato.

Fig. 19 - Argano a bandiera. Fig. 20 - Argano a cavalletto.

Entrambi i tipi di argano vengono utilizzati prevalentemente in cantieri urbani per lavori di
ristrutturazione per il sollevamento al piano di lavoro di materiali o attrezzature e l’abbas-
samento al piano di carico delle macerie.
612 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Per il corretto utilizzo dell’argano in generale occorre verificare che:


• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie degli apparecchi di sollevamento;
• sia provvisto di un idoneo elemento di vincolo e del dispositivo di extra corsa superiore;
• l’equipaggiamento elettrico a bordo macchina sia integro;
• sia stata transennata l’area di tiro al piano di carico con divieto di sostare sotto il carico;
• il perimetro del posto di manovra in quota sia dotato di parapetto regolamentare oppure
l’operatore sia assicurato mediante la cintura di sicurezza;
• siano rispettate le distanze minime da linee elettriche aeree;
• sia stato eseguito il collegamento con l’impianto di messa a terra;
• i dispositivi di sicurezza (per esempio fine corsa di salita e discesa del gancio, limitatore
di carico, arresto automatico in caso di interruzione dell’alimentazione, dispositivo di
frenata ecc.) siano correttamente installati e funzionanti;
• i carichi movimentati siano inferiori alla portata massima;
• il carico sia correttamente imbracato ed equilibrato, con chiusura delle sicure dei ganci;
• la fune e il suo attacco siano in perfette condizioni di conservazione.

Inoltre, per l’argano a bandiera occorre che:


• il braccio fisso o girevole portante sia fissato mediante staffe, con bulloni a vite muniti
di dado e controdado, a strutture rigide (per esempio pilastri in c.a.). Quando l’argano
a bandiera viene installato sul ponteggio, il montante su cui è ancorato deve essere rad-
doppiato;
• lo snodo di sostegno dell’argano sia affidabile;
• sia installato più in alto dell’operatore in modo che il carico possa passare sopra il pa-
rapetto.

Per l’argano a cavalletto inoltre occorre che:


• sia garantita la stabilità nella situazione d’impiego mediante zavorra (con materiale iner-
te di peso pari o superiore a quello dichiarato dal costruttore) o altri sistemi di ancorag-
gio opportunamente calcolati;
• per la zavorra non vengano utilizzati liquidi;
• sia equipaggiato con tavola fermapiede e protezioni.

Tabella 1
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Caduta dall’alto Dipendenza dalle cono- Protezione degli organi in


Caduta di materiale dal- scenze e dalle capacità del movimento
l’alto personale Utilizzo di idonei dispositi-
Elettrocuzione Dipendenza dalle norme di vi di protezione individuali
comportamento (DPI): guanti, scarpe antin-
Tagli, abrasioni fortunistiche, casco, cintura
Manutenzione macchine e
Urti, colpi, impatti, com- attrezzature di lavoro di sicurezza
pressioni
Movimentazione manuale
dei carichi

Armatura delle pareti di scavo


Vedi Blindaggio delle pareti di scavo

ARPA
Vedi Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente
I TERMINI DELLA SICUREZZA 613

Arresto d’emergenza
Interruttore a comando manuale destinato a interrompere
immediatamente e completamente il funzionamento di una
macchina o di un impianto in caso di pericolo imminente o
potenziale per le persone, per il macchinario o per le lavora-
zioni in corso (fig. 21). L’arresto d’emergenza deve essere:
• disponibile in ogni situazione (più interruttori manuali
accessibili a tutto il personale di servizio);
• chiaramente contrassegnato con i colori rosso (bottone) Fig. 21 - Dispositivo di arresto
e giallo (coperchio scatola); d’emergenza.
• in grado di bloccare non soltanto la macchina (o l’impianto) ma anche tutte le sue com-
ponenti qualora il loro mantenimento in funzione costituisca un pericolo;
• tale da creare l’interruzione mediante un unico comando.
La funzione di emergenza deve essere attivata esclusivamente da una deliberata e singola
azione umana, il che significa che non sono considerate “emergenze” le funzioni che vengo-
no avviate da azioni automatiche della macchina (che rientrano tra le funzioni di sicurezza
della macchina). Qualsiasi comando di avvio (volontario o involontario) non può avere
effetto finché la funzione di emergenza non è ripristinata manualmente.

As Built
Termine inglese (“come costruito”) con il quale si intendono gli elaborati grafici raffiguranti
l’opera (sia essa di natura strutturale o impiantistica) come è stata effettivamente eseguita.
La stesura dell’as built è a carico dell’impresa esecutrice, che, sulla base del progetto ese-
cutivo, riporta graficamente le modifiche attuate durante la realizzazione dell’opera (per
esempio per differente disposizione delle tubazioni rispetto all’ipotesi progettuale) al fine
di costituire un archivio che viene consegnato al committente al termine dell’opera per la
corretta attuazione dei futuri interventi di manutenzione o di emergenza.

ASL
Vedi Azienda Sanitaria Locale

ASPP
Vedi Addetto al Servizio Prevenzione e Protezione

Associazione Temporanea di Imprese (ATI)


Soggetto giuridico derivante da un accordo con il quale una o più imprese (mandanti) con-
feriscono a un’altra impresa (capogruppo o mandataria) un mandato collettivo speciale con
rappresentanza, in base al quale la capogruppo presenta un’offerta, per conto proprio e delle
mandanti, per partecipare all’assegnazione di un appalto. Per le imprese mandanti, solitamen-
te di dimensioni medio-piccole, l’aggregazione permette loro di partecipare a lavori per i quali
singolarmente non sarebbero qualificate (per esempio grandi opere); per la mandataria, gene-
ralmente una grande azienda del settore d’interesse, l’associazione consente di unire alla pro-
pria struttura quella di aziende specializzate in particolari campi inerenti l’opera da eseguire,
per le quali non possiede conoscenze, mezzi e strutture adeguate. L’ATI ha durata coincidente
con l’esecuzione dell’opera per la quale viene costituita, si scioglie nel momento in cui avviene
il pagamento del corrispettivo finale dei lavori e, in quanto tale, non è un impresa.
Le ATI possono essere di tipo:
• orizzontale: i requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi richiesti per partecipa-
re all’appalto sono posseduti nella misura minima del 40% dalla mandataria e la restante
percentuale deve essere posseduta cumulativamente dalle mandanti, ciascuna nella misura
minima del 10% di quanto richiesto all’intero raggruppamento. Tutte le imprese sono re-
sponsabili nei confronti del committente per l’esecuzione dell’intera opera. Se una delle im-
prese non adempie ai propri obblighi contrattuali le altre imprese sono tenute ad assumere
tali adempimenti, fermo restando il diritto di rivalsa nei confronti dell’impresa insolvente;
614 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• verticale: i requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi devono essere posseduti


dalla capogruppo nella categoria di lavori prevalente; nelle categorie scorporate ciascuna
mandante deve possedere i requisiti previsti per l’importo dei lavori che intende eseguire.
In questo caso la mandataria è l’unica responsabile nei confronti del committente della
corretta esecuzione dell’opera e per gli eventuali inadempimenti delle singole associate.
Nell’atto costitutivo dell’ATI è d’obbligo specificare la quota di partecipazione di ciascun
soggetto dell’associazione ovvero dichiarare, per ciascuna impresa, le opere che eseguirà, il re-
lativo importo e la corrispondente percentuale rispetto all’importo dei lavori a base di gara.

Assorbitore di energia
Dispositivo a funzionamento passivo che, attraverso la deformazione della sua struttura
(per esempio scucitura progressiva di un nastro ripiegato su se stesso, allungamento ela-
stoplastico di un elemento), è in grado di arrestare in modo progressivo la caduta libera
garantendo una forza residua di arresto del corpo inferiore a 6,0 kN durante tutto il tempo
dell’arresto della caduta. Collocato a una fune di collegamento (per esempio corda in fibra,
fig. 22) o tra due sistemi di aggancio (per esempio fune in acciaio della linea vita, fig. 23) è
parte del sistema di anticaduta che comprende un dispositivo di presa per il corpo (imbra-
catura) e un punto di ancoraggio.
Vedi Sistema anticaduta con dispositivi di protezione individuali e Linea Vita

Fig. 22 - Cordino per imbracatura con assor-


bitore di energia.

Fig. 23 - Assorbi-
tore di energia in
spirale d’acciaio
per linea vita.

ATI
Vedi Associazione Temporanea di Imprese

Attrezzature
Equipaggiamenti e strumenti necessari allo svolgimento dell’attività edilizia. Sono consi-
derati attrezzature le centrali e gli impianti di betonaggio, le betoniere, le gru e autogru, gli
argani, gli elevatori, le macchine per movimento terra, le seghe circolari, le piegaferri, gli
impianti elettrici di cantiere, gli impianti di terra e protezione dalle scariche atmosferiche,
gli impianti antincendio, gli impianti di evacuazione fumi, gli impianti di adduzione di ac-
qua, gas ed energia di qualsiasi tipo, gli impianti fognari.

Azienda Sanitaria Locale (ASL)


Ente pubblico locale dotato di autonomia amministrativa, organizzativa e contabile al quale
compete l’organizzazione finanziaria e gestionale delle prestazioni e delle strutture sanitarie
di un determinato territorio (per esempio ospedali, ambulatori, laboratori, uffici) che forni-
scono servizi ai cittadini. Nell’ambito della tutela della salute, l’ASL si occupa dei problemi
connessi alla sicurezza negli ambienti di lavoro attraverso indagini, verifiche e vigilanza.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 615

Basetta B
Elemento del ponteggio utilizzato per impedire il con-
tatto diretto del montante verticale sulla superficie di ap-
poggio e ottenere la ripartizione del carico gravante. Sono
costituite da una piastra di base (circolare o quadrata) di
spessore minimo 5 mm dotata di 2 o 4 fori (per il fissaggio
della basetta a tavole in legno disposte sul piano d’appog-
gio al fine di impedirne lo scivolamento) e un perno per Fig. 24 - Basetta fissa.
l’innesto del tubo montante. La basetta può essere di tipo
fisso (fig. 24) o regolabile (fig. 25) per compensare dislivel-
li del piano d’appoggio nella lunghezza del ponteggio me-
diante un elemento girevole (ghiera) sulla filettatura del
perno. Le basette regolabili devono possedere particolari
caratteristiche di portata e una dimensione della piastra di
base non inferiore a 150 cm2. Il ponteggio deve poggiare
stabilmente sul suolo compatto tramite apposita basetta
fissata su un elemento di ripartizione di dimensioni adatte
alle caratteristiche del piano di posa e ai carichi trasmessi
dalla basetta (per esempio tavola in legno di spessore di
almeno 4 cm); non è consentito l’utilizzo di mattoni, bloc-
chi o altri manufatti per compensare eventuali dislivelli
del piano d’appoggio ovvero l’appoggio delle basetta su
inerti, macerie o in prossimità di scavi dove la stabilità del
piano d’appoggio non sia garantita. Fig. 25 - Basette regolabili.

Betoniera
Macchina di dimensioni contenute, montata su ruote per facilitarne il trasporto, per la pre-
parazione in cantiere del calcestruzzo o delle malte. È costituita da un recipiente rotante (di
capacità da 300 a 500 l) all’interno del quale si hanno due sistemi di alette destinati uno a far
avanzare l’impasto e l’altro a mescolare i diversi componenti (per esempio acqua, sabbia,
inerti e cemento). Un armadio metallico laterale contiene il motore (elettrico o a scoppio)
e gli organi di trasmissione che, attraverso il contatto del pignone con la corona dentata,
generano il movimento rotatorio. Il caricamento delle betoniere viene effettuato diretta-
mente a mano all’interno del recipiente rotante oppure all’interno di una tramoggia mobile
(fig. 26). Le betoniere più comuni sono quelle a bicchiere (fig. 27) in cui il recipiente rotante
(bicchiere) ruota intorno al suo asse in senso inverso per il mescolamento e lo scarico.
Per il corretto utilizzo della betoniera occorre verificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
• gli organi di trasmissione e di movimento siano protetti;
• collegamenti, dispositivi e interruttori elettrici di alimentazione e manovra siano integri;

Fig. 26 - Fasi di lavoro di una betoniera con tramoggia.


616 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• sia stato eseguito il collegamento con l’impianto di messa a terra;


• sia stato protetto il posto di manovra con un impalcato sovrastante, qualora la macchina
si trovi sotto il raggio d’azione di una gru o in vicinanza di un ponteggio (fig. 28);
• la lavorazione non comporti la movimentazione di carichi troppo pesanti;
• l’addetto non indossi indumenti svolazzanti che possano impigliarsi negli organi in mo-
vimento.

max 3 m
Fig. 27 - Betoniera
a bicchiere. Fig. 28 - Impalcato su betoniera.

Tabella 2
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Ribaltamento Dipendenza dalle cono- Protezione degli organi in


Elettrocuzione scenze e dalle capacita del movimento
Rumore personale Utilizzo di idonei dispositi-
Contatto con organi in mo- Dipendenza dalle norme di vi di protezione individuali
vimento comportamento (DPI): guanti, scarpe antin-
Allergeni Manutenzione macchine e fortunistiche, casco, cuffie o
attrezzature di lavoro tappi auricolari, maschera
Polveri, fibre respiratoria, tuta
Getti, schizzi
Schiacciamenti
Tagli, abrasioni
Urti, colpi, impatti, com-
pressioni
Movimentazione manuale
dei carichi
Caduta di materiale dal-
l’alto

Big bags
Contenitori flessibili con bocca di carico superiore ad apertura totale e fondo chiuso per l’im-
ballaggio di materiali sfusi (fig. 29). Sono realizzati in tessuto di rafia polipropilenica trattato
per resistere ai raggi ultravioletti (anti UV) in varie misure e portate (da 500 a 2000 kg) e ven-
gono anche impie-
gati per la raccolta
e il trasporto di
rifiuti speciali pe-
ricolosi (per esem-
pio materiali con-
tenenti amianto
MCA).

Fig. 29 - Big bags


contenenti MCA
rimossi.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 617

Blindaggio delle pareti di scavo


Dispositivo di protezione collettiva (DPC), utilizzato
per contrastare il rischio di seppellimento provocato
dal franamento delle pareti di scavo, durante lavori
in trincea per la realizzazione o la posa di condotte
interrate di notevoli dimensioni (fig. 30). Il sistema, di-
sciplinato dalle norme europee EN 13331-1/2, è com-
posto da casserature metalliche verticali, disposte in
continuo mediante guide, contrastate da puntoni te-
lescopici (o regolabili a vite). In base ai diversi sistemi
di montaggio consentono di ottenere larghezze utili di
lavoro sino 5,00 m a profondità fino a 6,00 m (fig. 31).

Fig. 30 - Blindaggio di parete di scavo.

puntone regolabile

parete di scavo
fino a 3,50 m

3,00 m
1,20 m

da 0,85 a 4,85 m

guida metallica cassero metallico

puntone regolabile

Fig. 31 - Elementi costitu-


tivi del blindaggio a guide
3,50 m 3,50 m semplici.

Bonifica
Intervento, generalmente messo in atto con un’insieme di operazioni di rimozione e puli-
zia, per modificare un luogo, un’area di lavoro, un impianto ecc., al fine di renderlo meno
pericoloso per i lavoratori. Una volta rimossi i fattori inquinanti o pericolosi l’ambiente si
definisce bonificato.

Bozzello
Vedi Gru
618 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Braca
Sistema interposto tra l’apparecchio di sollevamento e il carico, costituito da più elementi
intermedi quali tenaglie, forche, reti o altri accessori (fig. 32) particolarmente studiati per i
carichi di forma o natura speciale.
Vedi Accessori di imbracatura

ERRATO CORRETTO ERRATO CORRETTO CORRETTO

Fig. 32 - Protezioni per catene e funi in corrispondenza degli spigoli del carico.

Buone prassi
Soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente applicabili in ma-
teria e con le norme di buona tecnica, finalizzate a promuovere la salute e la sicurezza sui
luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di
lavoro. Sono elaborate e raccolte dalle Regioni, dall’ISPESL, dall’INAIL e dagli organismi
paritetici che provvedono anche alla loro diffusione.

C Campionatura MOCF
Vedi Microscopio Ottico in Contrasto di Fase

Cantiere temporaneo e mobile


Qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile quali la costruzio-
ne, la manutenzione, la riparazione, la demolizione, la conservazione, il risanamento o lo
smantellamento di opere fisse, permanenti o temporanee in muratura, in cemento armato,
in metallo o in altri materiali. Sono comprese le parti strutturali delle linee e degli impian-
ti elettrici, le opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime, idroelettriche e, solo per la
parte che comporta lavori edili o di ingegneria civile, le opere di bonifica, di sistemazione
forestale e di sterro. Rientrano, inoltre, i lavori di scavo e il montaggio e lo smontaggio di
elementi prefabbricati utilizzati per la realizzazione di lavori edili o di ingegneria civile.

Cartella sanitaria
Documento del medico competente in cui sono segnati, oltre ai rischi a cui è esposto il lavo-
ratore, i risultati delle visite, degli esami e dei giudizi di idoneità del soggetto.

Carrucola elemento di supporto (Ø 48)


elemento di vincolo
Apparecchiatura semplice per il
sollevamento manuale di carichi
di modesta entità (inferiori a 50 kg freno a cuneo
staffa di supporto
- 500 N), generalmente impiegata
per l’elevazione degli elementi di fiancate
ponteggio durante il montaggio contrappeso di bilanciamento
rullo di rinvio
(fig. 33). e viti sblocco
distanziale

distanziale

fune di
sollevamento

lato di lato di
carico manovra

Fig. 33 - Elementi costitutivi della carrucola.


I TERMINI DELLA SICUREZZA 619

Per il corretto utilizzo della carrucola occorre verificare che:


• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie degli apparecchi di sollevamento;
• sia provvista di un idoneo elemento di supporto (generalmente un tubo da ponteggio
di 48 mm di diametro esterno) e di vincolo rapportato ai carichi da sollevare (fig. 34);
• il montante del ponteggio su cui è fissato il supporto sia adeguatamente vincolato
all’opera servita superiormente al piano di utilizzo della carrucola;
• per impiego ad altezze superiori a 5 m deve essere provvista di un dispositivo autofrenan-
te in grado di bloccare il carico in caso di rilascio improvviso da parte dell’operatore;
• sia stata transennata l’area di tiro al piano di carico con divieto di sostare sotto il carico;
• il perimetro del posto di manovra in quota sia dotato di parapetto regolamentare op-
pure che l’operatore sia assicurato mediante la cintura di sicurezza;
• i carichi movimentati siano inferiori alla portata massima;
• il carico sia correttamente imbracato ed equilibrato, con chiusura delle sicure dei ganci
(la fune di sollevamento non deve essere utilizzata per imbracare il carico);
• la fune e il suo attacco siano in perfette condizioni di conservazione;
• il diametro della fune consenta all’operatore una presa comoda (non utilizzare diame-
tri inferiori a 1,5 cm);
• la lunghezza della fune sia tale da impedirne lo sfilamento (impiegare funi di lunghez-
za totale pari ad almeno 2,5 volte l’altezza di sollevamento);
• sia installata più in alto dell’operatore in modo che il carico possa passare sopra il parapetto.

max 75 cm max 50 cm
stilata ponteggio

stilata ponteggio

Fissaggio per carichi fino a 30 kg Fissaggio per carichi oltre 30 kg

Fig. 34 - Vincoli e supporti della carrucola.

Cassa Edile
Ente paritetico provinciale fra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di la-
voro del comparto edile, istituito dalla contrattazione collettiva in relazione alla rilevante
mobilità interaziendale. La Cassa Edile ha il compito di raggruppare in un’unica posizione
i vari periodi di attività (per esempio presso differenti imprese) del lavoratore, erogando a
quest’ultimo una parte del trattamento retributivo versato dalle imprese (per esempio per
ferie e gratifica natalizia). Si occupa, inoltre, di altri trattamenti di carattere assistenziale e
mutualistico quali l’integrazione al trattamento economico nei casi di malattia e infortu-
nio, le prestazioni sanitarie integrative (rimborso spese per ricovero ospedaliero, protesi
ecc.) ed economiche (per esempio vestiario, borse di studio per i figli dei lavoratori).
Sito: www.cassaedile.it

Cassetta di pronto soccorso


Contiene il materiale necessario alle prime cure di un
infortunato (fig. 35). Deve essere facilmente accessibi-
le e ben segnalata; il suo contenuto varia a seconda dei
rischi presenti nello specifico luogo di lavoro e deve es-
sere assicurata la completezza e il corretto stato d’uso
dei prodotti al suo interno, che consistono almeno in:
• 5 paia di guanti sterili monouso;
• visiera paraschizzi;
• flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al
10% di iodio da 1 l; Fig. 35 - Cassetta di pronto soccorso.
620 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• 3 flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro – 0, 9%) da 500 ml;


• 10 compresse di garza sterile 10⫻10 cm in buste singole;
• 2 compresse di garza sterile 18⫻40 cm in buste singole;
• 2 teli sterili monouso;
• 2 pinzette da medicazione sterili monouso;
• confezione di rete elastica di misura media;
• confezione di cotone idrofilo;
• 2 confezioni di cerotti di varie misure pronti all’uso;
• 2 rotoli di cerotto alto 2,5 cm;
• un paio di forbici;
• 3 lacci emostatici;
• 2 confezioni di ghiaccio pronto uso;
• sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;
• termometro;
• apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa.

CCNL
Vedi Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro

CE
Simbolo che significa “Conformité Européenne” e indica che il prodotto che lo porta
(marcato CE) è rispondente (conforme) ai requisiti essenziali per la commercializza-
zione e utilizzo nei paesi aderenti all’Unione Europea previsti dalle direttive applica-
bili a quello specifico manufatto (sicurezza nell’impiego, resistenza meccanica, rumo-
re ecc.). La marcatura CE è prescritta dalla legge per favorire la libera circolazione
delle merci tra i diversi paesi membri, garantendo uno standard comune di sicurezza
nell’uso dei prodotti.

Fig. 36 - Simbolo CE.

CEI
Vedi Comitato Elettrico Italiano

Certificazione
Procedura attraverso la quale un ente indipendente, fornisce assicurazione scritta che un
prodotto (o un processo, un servizio, un’impresa) è conforme alle esigenze specificate nella
normativa di riferimento (ISO, CEI, UNI) per il settore di competenza.

Check list (Lista di controllo)


Strumento di supporto utilizzato per attestare che siano stati analizzati tutti i processi, i
procedimenti o le fasi di un’operazione. La spunta delle voci di una check list è il metodo
più razionale per portare a termine attività che prevedono molti accorgimenti e/o verifiche
e che richiedono particolare attenzione.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 621

Tabella 3 - Esempio di check list.

Cantiere ..................................................................................................................................
Impresa affidataria ....................................................................................................... Data .................................................
Impresa esecutrice ........................................................................................................

ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE - GESTIONE DELLE EMERGENZE

Attività Verifica Note

Il cantiere è dotato di una recinzione idonea a impedire l’ac-


cesso di estranei alle lavorazioni?

È stata esposta copia della Notifica preliminare?

È stata esposta la segnaletica di sicurezza in relazione ai rischi


presenti nel cantiere?

Il cartello con l’anagrafica del cantiere è stato esposto e con-


tiene tutti i dati necessari all’identificazione dei soggetti?

Il locale spogliatoio è idoneo (adeguata aerazione, illumina-


to, protettivo dalle intemperie, riscaldato durante la stagione
fredda, munito di sedute, mantenuto in buone condizioni di
pulizia)?

I servizi igienici sono idonei e in numero sufficiente (un lavel-


lo ogni 5 lavoratori e 1 wc ogni 10 lavoratori)?

Sono presenti mezzi di estinzione idonei e in numero adegua-


to?

Sono stati presi i provvedimenti necessari in materia di primo


soccorso?

È presente una cassetta per il primo soccorso dotata


di sufficienti presidi sanitari in corso di validità?

Sono stati designati i lavoratori incaricati della gestione delle


emergenze (prevenzione incendi, lotta antincendio, evacua-
zione, primo soccorso)?

Gli addetti alla gestione delle emergenze sono in possesso di


idonei requisiti (attestato di frequenza ai corsi di formazio-
ne)?

La viabilità nel cantiere è correttamente assicurata per le per-


sone e i veicoli?

I luoghi di lavoro a terra sono accuratamente posizionati e/o


protetti contro il rischio di caduta di cose dall’alto?

Sono presenti linee elettriche aeree interferenti con l’attività


lavorativa?

Sono presenti sottoservizi (tubazioni acqua, tubazioni gas, li-


nee elettriche) interferenti con l’attività lavorativa?

È stato correttamente installato l’impianto elettrico di cantie-


re con la relativa dichiarazione di conformità?
622 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Classificazione delle sostanze pericolose


La classificazione, l’imballaggio e l’etichettatura delle sostanze e dei preparati perico-
losi sono armonizzati per garantire la protezione della salute e dell’ambiente, nonché
la libera circolazione di tali prodotti. La classificazione si basa su categorie definite
nel Regolamento CE 1272/2008 (precedente Direttiva 67/548/CEE) che tengono conto
del più elevato livello di pericolo e della natura specifica dei rischi. Sono considerate
pericolose se appartengono a una o più delle categorie indicate nella tabella 4.
Il regolamento CE 1272/2008, denominato CLP (classificazione, etichettatura e imbal-
laggi di sostanze e miscele) prevede la graduale sostituzione dei simboli e dei codici che
identificano le categorie dei prodotti pericolosi con nuovi pittogrammi.

Tabella 4 - Classificazione delle sostanze pericolose.

Simbolo Sostanza Cod. Pericoli Precauzioni

Possono esplodere, detonare o defla- Evitare urti, attri-


grare in determinate condizioni an- ti, scintille, tenere
Esplosivi E
che senza l’azione dell’ossigeno lontano da fonti di
calore

Possono infiammare materiale com- Tenere lontano da


bustibile o alimentare incendi già in materiale combu-
Comburenti O
atto rendendo più difficili le opera- stibile
zioni di spegnimento

Sostanze solide che si infiammano Conservare lontano


facilmente dopo breve contatto con da qualsiasi fonte di
fonti di accensione, sostanze autoin- accensione
fiammabili, prodotti chimici infiam-
mabili all’aria

Prodotti chimici che a contatto con Evitare il contatto


Infiammabili F
l’acqua formano rapidamente gas in- con umidità o ac-
fiammabili qua

Liquidi con punto di infiammabilità Tenere lontano da


inferiore a 21 °C fiamme libere, sor-
genti di calore e
scintille

Liquidi con punto di infiammabilità Conservare lonta-


inferiore a 0 °C no da fonti di ac-
censione
Altamente
Ft Gas infiammabili a contatto con Evitare la forma-
infiammabili
l’aria a temperatura ambiente zione di miscele
aria-gas infiamma-
bili

Effetti nocivi irreversibili causati da Evitare il contatto,


Tossici T esposizioni occasionali, ripetute o inclusa l’inalazione
prolungate di vapori, e, in caso
di malessere, con-
Possono anche causare la morte a sultare il medico
Molto tossici Tt seguito di inalazione, ingestione o
contatto con la pelle

Effetti nocivi irreversibili causati da Evitare il contatto,


inalazione, ingestione o contatto con inclusa l’inalazione
Nocivi Xn la pelle occasionale, ripetuto o pro- di vapori, e, in caso
lungato di malessere, con-
sultare il medico
I TERMINI DELLA SICUREZZA 623

Simbolo Sostanza Cod. Pericoli Precauzioni

Effetto irritante per pelle, occhi ed Non respirare i va-


Irritanti Xi apparato respiratorio pori ed evitare il
contatto con la pelle

Azione distruttiva a contatto sia con Non respirare i va-


tessuti viventi che attrezzature pori ed evitare il
Corrosivi C
contatto con la pelle,
occhi e indumenti

Se diffuse nell’ambiente acquatico o Non disperdere nel-


Pericolosi per
N terrestre producono effetti nocivi im- l’ambiente
l’ambiente
mediati o dannosi a lungo termine

Clipper
Macchina da taglio costituita da una lama rotante (disco) montata su di un banco da lavoro,
dotata di protezioni (posteriore fissa e anteriore mobile) e azionata da un motore (elettrico
o a scoppio) impiegata per il taglio di piastrelle, lastre di marmo, blocchi ecc. Il taglio avvie-
ne in presenza di un getto d’acqua per il raffreddamento del disco e l’abbattimento delle
polveri.
Per il corretto utilizzo della clipper occorre verificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
• i dispositivi di comando e di trasmissione della rotazione della lama siano efficienti e
funzionanti;
• il banco di lavoro sia in condizioni di stabilità sicura;
• le protezioni della lama non siano state rimosse e siano efficienti;
• vengano montate esclusivamente le lame indicate dal costruttore;
• sia riempito il contenitore dell’acqua mantenendo l’erogazione costante;
• la postazione di lavoro sia sufficientemente illuminata e sgombra dai materiali di scarto;
• non venga forzata l’operazione di taglio;
• durante le pause di lavoro sia disinserita l’alimentazione della lama rotante;
• l’eventuale rifornimento di gasolio venga eseguito a motore spento con divieto di fumare.

Tabella 5

Rischi dovuti a procedure Misure di protezione


Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Elettrocuzione Dipendenza dalle norme di Protezione degli organi in


Rumore comportamento movimento
Polveri, schegge Manutenzione macchine e Utilizzo di idonei dispositi-
attrezzature di lavoro vi di protezione individuali
Tagli, abrasioni, contusioni (DPI): guanti, scarpe an-
Incendio tinfortunistiche, grembiule
impermeabile, cuffie o tappi
auricolari, tuta, occhiali o
visiera

Colori della sicurezza


Utilizzati nella segnaletica e nelle attività produttive, sono loro assegnati determinati signi-
ficati per indicare:
• la strumentazione in genere (pulsanti, indicatori luminosi, quadri di comando e controllo)
per evidenziarne la funzione (per esempio avviamento = verde/bianco, arresto = nero);
624 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• le parti dei macchinari che richiedono maggior attenzione da parte del lavoratore;
• le tubazioni o canalizzazioni convoglianti fluidi, liquidi o gas, per distinguerne la diversa
natura;
• le bombole contenenti gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione;
• i conduttori elettrici ad alta o bassa tensione.

Tabella 6 - Significato dei colori nella segnaletica della sicurezza.

Colore Significato o scopo Esempi di applicazione

Emergenza Segnale di arresto, dispositivi e comandi per l’arresto d’e-


mergenza

Divieto, pericolo Segnali con funzione di vietare un comportamento che


Rosso potrebbe causare pericolo (per esempio divieto di fumare,
acqua non potabile, accesso vietato ai non autorizzati)

Antincendio Ubicazione attrezzature antincendio, tubazioni di alimen-


tazione idrica per impianti di spegnimento

Attenzione Segnaletica indicante la presenza di ostacoli, soglie, passag-


gi pericolosi

Avvertimento Segnale di pericolo incendio, esplosione, radiazioni, sostan-


Giallo
pericolo ze chimiche ecc.

Anomalia Comando per riavviare un ciclo automatico interrotto, per


annullare una situazione anormale

Situazioni Segnali di salvataggio (per esempio percorsi e uscite di si-


di sicurezza curezza), comandi di avviamento

Verde Attrezzature
Segnale docce di emergenza
di soccorso

Pronto soccorso Posto di pronto soccorso, ubicazione cassetta pronto soccorso

Comportamenti Cartelli indicanti l’obbligo a indossare un dispositivo di pro-


da tenere tezione individuale (per esempio casco, guanti, scarpe di sicu-
rezza) o una prescrizione di comportamento
Azzurro
Informazione Istruzioni tecniche di sicurezza

Ripristino Comandi di reset

Tabella 7 - Forme geometriche e significato dei segnali per la sicurezza.

Forma geometrica Significato Forma geometrica Significato

Divieto
Obbligo Ubicazione
Prescrizione attrezzature
antincendio
Avvertimento
Pericolo

Sicurezza Indicazioni
Salvataggio supplementari
Soccorso
I TERMINI DELLA SICUREZZA 625

X distanza massima di visibilità


Y altezza ottimale di installazione (centro del segnale)
320 cm
290 cm
260 cm
220 cm
190 cm

12 m 10 m 8m 6m 4m Y
X
Fig. 37 - Altezza consigliata per l’installazione di segnaletica in rapporto alla distanza massima
di visibilità.

Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI)


Ente riconosciuto dallo Stato italiano e dall’Unione Europea preposto alla normazione tec-
nica nei settori elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni. Le norme tecniche pub-
blicate dal CEI stabiliscono i requisiti fondamentali che devono avere materiali, macchine,
apparecchiature, installazioni e impianti elettrici ed elettronici per rispondere alla “regola
della buona tecnica”, definendo le caratteristiche, le condizioni di sicurezza, di affidabilità,
di qualità e i metodi di prova che garantiscono la rispondenza dei suddetti componenti alla
“regola dell’arte”. Il CEI è rappresentante italiano nei principali organismi di normazione
e certificazione internazionali del settore (per esempio IEC, CENELEC, IECQ).
Sito: www.ceiuni.it

Committente
Soggetto per conto del quale è realizzata una determinata opera nel suo complesso, indi-
pendentemente da eventuali frazionamenti nella sua realizzazione. Nel caso di appalto di
un’opera pubblica, il committente è il soggetto titolare del potere decisionale e di spesa
relativo alla gestione dell’appalto. Gli obblighi del committente sono elencati all’art. 90 del
D.Lgs. 81/2008.

Composti Organici Volatili (COV)


Sostanze organiche che, esposte all’aria, abbandonano lo stato fisico, liquido o solido in cui
si trovano e passano allo stato gassoso (per esempio l’acetone, l’alcol etilico o metilico, il
benzene ecc.). Sono considerati COV anche tutte le sostanze organiche gassose a tempe-
ratura ambiente. I COV, oltre a essere inquinanti primari, ovvero in grado di creare seri
problemi alla salute dell’uomo, contribuiscono alla produzione dello smog fotochimico e
all’assottigliamento dello strato di ozono stratosferico.

Compressore
Macchina operatrice elettromeccanica (elettrica o a scoppio) che, sotto l’azione di un mo-
tore, pone sotto pressione un determinato volume di
aria (aria compressa), utilizzata per il funzionamento
di utensili e attrezzature ad alimentazione pneuma-
tica, per esempio martello demolitore, scalpellatore
per intonaci, pistola per verniciature (fig. 38).
Per il corretto utilizzo del compressore occorre ve-
rificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie
della Direttiva Macchine;
• venga installato in posizione stabile e in luogo ae-
rato, lontano da materiali infiammabili;
• la strumentazione, la connessione delle tubazioni,
il filtro aria siano efficienti;
• non vengano rimossi gli sportelli e le protezioni;
• l’eventuale rifornimento del gasolio venga ese-
guito a motore spento con divieto di fumare; Fig. 38 - Compressore ad aria.
626 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• il rubinetto dell’aria venga aperto prima dell’accensione e fino al raggiungimento dello


stato di regime del motore;
• dopo l’uso venga spento il motore e scaricato il serbatoio dell’aria;
• le operazioni di manutenzione e revisione vengano eseguite secondo le indicazione del
fabbricante e a motore spento.

Tabella 8
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Rumore Dipendenza dalle norme di Utilizzo di idonei dispositi-


Schizzi comportamento vi di protezione individuali
(oli minerali e derivati) Manutenzione macchine e (DPI): guanti, scarpe antin-
attrezzature di lavoro fortunistiche, casco, cuffie o
Incendio tappi auricolari

Confezione
Vedi Imballaggio

Confinamento
Installazione di una barriera a tenuta che:
• separi una zona a rischio, per esempio d’inalazione di fibre d’amianto durante lavori di
rimozione di materiali contenenti amianto (MCA) dalle restanti aree occupate dell’edi-
ficio (fig. 39);
• ricopra superfici realizzate con materiali contenenti amianto (MCA), per esempio co-
perture in lastre di amianto-cemento, impedendo la dispersione nell’aria delle fibre
d’amianto rilasciate a causa della vetustà o del degrado (fig. 40).

Fig. 39 - Confinamento ambientale


mediante teli sovrapposti in polie-
tilene.

Fig. 40 - Confinamento di copertura


con lastre ondulate.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 627

Se l’operazione non viene associata a un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre con-


tinua all’interno del confinamento. Nel caso delle coperture, rispetto all’incapsulamento,
presenta il vantaggio di realizzare una barriera (per esempio con lastre ondulate in fibro-
cemento ecologico o in lamiera zincata) resistente agli urti. La barriera installata per il
confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni, prevedendo un programma di
controllo (verifica periodica sulla tenuta del confinamento) e manutenzione dei compo-
nenti utilizzati. Le attività collegate alla realizzazione di un confinamento in presenza di
materiali contenenti amianto (MCA) devono essere condotte secondo quanto indicato al
Capo III del D.Lgs. 81/2008.
Vedi Amianto

Conformità (CE)
Documento redatto dal produttore (o importatore) di un prodotto contenente la dichia-
razione e l’elenco delle Direttive Europee in base alle quali quello specifico prodotto è da
ritenersi conforme ovvero presenta i requisiti specifici contenuti nelle direttive stesse.

Conformità (degli impianti)


Documento con cui l’installatore di un impianto (elettrico, idro-sanitario, termico ecc.) di-
chiara e certifica che lo stesso è stato realizzato a regola d’arte. La dichiarazione di conformi-
tà viene redatta su appositi modelli approvati dal Ministero del Lavoro ed è completata da
una serie di allegati, alcuni dei quali obbligatori (pena la nullità della dichiarazione) come:
• il progetto (se l’immobile in cui è stato eseguito l’impianto supera certi limiti dimensio-
nali);
• lo schema dell’impianto (qualora non vi sia il progetto);
• la relazione tipologica (o elenco dei materiali impiegati);
• il Certificato di iscrizione alla Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltu-
ra (CCIAA) dell’installatore.

Conformità (omologazione)
Dichiarazione rilasciata dal fabbricante che attesta la conformità del prodotto (per esempio
che una porta è REI 120⬘) al prototipo omologato.

Connettore
Elemento di unione (attacco) apribile e bloccabile che può avere varie forme (i tipi più comu-
ni sono a moschettone o a gancio). Per i dispositivi di protezione individuali (DPI) si devono
utilizzare connettori marcati CE conformi alla UNI EN 362, a chiusura e bloccaggio automa-
tici e tali che si possano aprire solamente con almeno due movimenti volontari consecutivi.

Fig. 41 - Connettore a moschettone e a gancio.

Consigli di prudenza S
Frasi convenzionali riportate sulle confezioni di prodotti pericolosi che indicano il compor-
tamento da tenersi per la corretta conservazione e l’uso. A ogni frase è associato un codice
univoco composto dalla lettera S seguita da un numero (per esempio S1=conservare sotto
chiave) o da una combinazione di numeri (per esempio S 3/7=tenere il recipiente ben chiu-
so e in luogo fresco). Ogni confezione di prodotto chimico deve obbligatoriamente recare
sul proprio imballo le frasi di rischio R e i consigli S relativi al contenuto.
Vedi Frasi di rischio
628 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Tabella 9 - Consigli di prudenza S.

S1 Conservare sotto chiave


S2 Conservare fuori della portata del bambini
S3 Conservare in luogo fresco
S4 Conservare lontano da locali di abitazione
S5 Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante)
S6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante)
S7 Conservare il recipiente ben chiuso
S8 Conservare al riparo dall’umidità
S9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato
S12 Non chiudere ermeticamente il recipiente
S13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande
S14 Conservare lontano da (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore)
S15 Conservare lontano dal calore
S16 Conservare lontano da fiamme e scintille - non fumare
S17 Tenere lontano da sostanze combustibili
S18 Manipolare e aprire il recipiente con cautela
S20 Non mangiare né bere durante l’impiego
S21 Non fumare durante l’impiego
S22 Non respirare le polveri
S23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli/termine(i) appropriato(i) da precisare da
parte del produttore
S24 Evitare il contatto con la pelle
S25 Evitare il contatto con gli occhi
S26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con
acqua consultare un medico
S27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati
S28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente e abbondantemente con
(prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante)
S29 Non gettare i residui nelle fognature
S30 Non versare acqua sul prodotto
S33 Evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche
S35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni
S36 Usate indumenti protettivi adatti
S37 Usare guanti adatti
S38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto
S39 Proteggersi gli occhi/la faccia
S40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto, usare... (da pre-
cisare da parte del produttore)
S41 In caso di incendio c/o esplosione non respirare i fumi.
S42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto
termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore
S43 In caso di incendio usare (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbri-
cante). Se l’acqua aumenta il rischio precisare “non usare acqua”
S44 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibi-
le, mostrargli l’etichetta)
S46 In caso d’ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore
o l’etichetta
I TERMINI DELLA SICUREZZA 629

S47 Conservare a temperatura non superiore a ... °C (da precisare da parte del fabbricante)
S48 Mantenere umido con (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante)
S49 Conservare soltanto nel recipiente originale
S50 Non mescolare con (da specificare da parte del fabbricante)
S51 Usare soltanto in luogo ben ventilato
S52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati
S53 Evitare l’esposizione, procurarsi speciali istruzioni prima dell’uso
S56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di raccolta rifiuti perico-
losi o speciali autorizzato
S57 Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento ambientale
S59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio
S60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi
S61 Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle Istruzioni speciali schede informative in
materia di sicurezza
S62 Non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e mostrargli il con-
tenitore o l’etichetta

Tabella 10 - Combinazioni dei consigli di prudenza S.

S1/2 Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini


S3/7 Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco
S3/9/14 Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da (materiali incompatibili
da precisare da parte del fabbricante)
S3/9/14/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato
lontano da... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante)
S3/9/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato
S3/14 Conservare in luogo fresco lontano da (materiali incompatibili da precisare da
parte del fabbricante)
S7/8 Conservare il recipiente ben chiuso e al riparo dall’umidità
S7/9 Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato
S7/47 Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a ... °C (da preci-
sare da parte del fabbricante)
S20/21 Non mangiare, né bere, né fumare durante l’impiego
S24/25 Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle
S29/56 Non gettare i residui nelle fognature
S36/37 Usare indumenti protettivi e guanti adatti
S36/37/39 Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia
S36/39 Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi/la faccia
S37/39 Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia
S47/49 Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a … °C
(da precisare da parte del fabbricante)

Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL)


Accordo di categoria (commercio, industria metalmeccanica, edilizia ecc.) stipulato a livello
nazionale con cui le organizzazioni rappresentative dei lavoratori (sindacati) e le associa-
zioni dei datori di lavoro determinano congiuntamente la disciplina dei rapporti di lavoro
(per esempio la retribuzione rapportata alla prestazione lavorativa, gli orari di lavoro, il
trattamento di anzianità) e reciproci (per esempio qualifiche, mansioni, stabilità del rap-
porto di lavoro). Alla contrattazione collettiva partecipano spesso anche rappresentanti del
Governo con funzione di mediazione.
630 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Coordinatore per la progettazione dei lavori (CSP)


Soggetto in possesso dei requisiti professionali indicati all’art.98 del D.Lgs. 81/2008 incari-
cato dal committente (o dal responsabile dei lavori) per:
• redigere il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC);
• predisporre, nei casi previsti, il fascicolo contenente le informazioni utili ai fini della
prevenzione e della protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori.
Gli obblighi del coordinatore per la progettazione dei lavori sono elencati all’art. 91 del
D.Lgs. 81/2008.

Coordinatore per l’esecuzione dei lavori (CSE)


Soggetto in possesso dei requisiti professionali indicati all’art. 98 del D.Lgs. 81/2008, diverso
dal datore di lavoro dell’impresa esecutrice, incaricato dal committente (o dal responsabile
dei lavori) per:
• controllare l’applicazione, da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi,
delle disposizioni loro pertinenti contenute nel Piano di Sicurezza e Coordinamento
(PSC) e la corretta applicazione delle procedure di lavoro;
• verificare l’idoneità del Piano Operativo di Sicurezza (POS) redatto dalle imprese ese-
cutrici;
• adeguare il PSC e il fascicolo con le informazioni utili ai fini della prevenzione e della
protezione dai rischi ai quali sono esposti i lavoratori in relazione all’evoluzione delle
attività del cantiere e alle eventuali modifiche intervenute;
• valutare le proposte delle imprese esecutrici per migliorare la sicurezza in cantiere;
• constatare che le imprese esecutrici adeguino i rispettivi Piani Operativi di Sicurezza
(POS) ove necessario;
• organizzare tra i datori di lavoro, compresi i lavoratori autonomi, la cooperazione e il
coordinamento delle attività, nonché la loro reciproca informazione;
• verificare l’attuazione di quanto previsto negli accordi tra le parti sociali al fine di realiz-
zare il coordinamento tra i rappresentanti della sicurezza, finalizzato al miglioramento
della sicurezza in cantiere;
• segnalare al committente (o al responsabile dei lavori), previa contestazione scritta alle
imprese e/o ai lavoratori autonomi interessati, le inosservanze agli obblighi e alle pre-
scrizioni in materia di sicurezza, proponendo la sospensione dei lavori, l’allontanamento
delle imprese o dei lavoratori autonomi dal cantiere o la risoluzione del contratto. Nel
caso in cui il committente (o il responsabile dei lavori) non adotti alcun provvedimen-
to a seguito della segnalazione senza fornire idonea motivazione, il coordinatore per
l’esecuzione dei lavori è tenuto a comunicare l’inadempienza all’ASL e alla Direzione
Provinciale del Lavoro territorialmente competenti;
• sospendere, in caso di pericolo grave e/o imminente direttamente riscontrato, le singole
lavorazioni fino alla verifica degli avvenuti adeguamenti effettuati dalle imprese inte-
ressate.
Gli obblighi del coordinatore per l’esecuzione dei lavori sono elencati all’art. 92 del
D.Lgs. 81/2008.

Costi della sicurezza


Nei casi in cui è prevista la redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), i costi
della sicurezza comprendono, per tutta la durata dei lavori, gli oneri per:
• gli apprestamenti previsti nel PSC;
• le misure preventive e protettive e dei dispositivi di protezione individuali previsti nel
PSC per lavorazioni interferenti;
• gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, antincendio e di evacuazione
fumi;
• i mezzi e servizi di protezione collettiva (per esempio servizi igienici, spogliatoi ecc.);
• le procedure contenute nel PSC per specifici motivi di sicurezza;
I TERMINI DELLA SICUREZZA 631

• gli eventuali interventi per la sicurezza laddove si renda necessario uno sfasamento, spa-
ziale o temporale, delle lavorazioni interferenti;
• le misure di coordinamento relative all’uso comune di attrezzature, infrastrutture, mezzi
e servizi di protezione collettiva.

Per gli interventi dove non è prevista la redazione del PSC, si considerano tutti i costi per
l’attuazione delle misure preventive e protettive finalizzate alla sicurezza e alla salute dei
lavoratori per tutta la durata del cantiere. Le singole voci dei costi della sicurezza sono
stimate analiticamente dal coordinatore per la progettazione dei lavori (per esempio consi-
derando la posa in opera e il successivo smontaggio, l’eventuale manutenzione e ammorta-
mento ecc.) a corpo o a misura, prendendo a riferimento gli elenchi prezzi o listini ufficiali
specializzati applicabili nel territorio dove si svolgono i lavori. I costi della sicurezza sono
compresi nell’importo totale dei lavori e non sono soggetti a ribasso d’asta nelle offerte per
l’aggiudicazione dell’appalto. L’importo relativo ai costi della sicurezza viene contabilizzato
e liquidato in base allo stato d’avanzamento lavori, previa approvazione da parte del coor-
dinatore per l’esecuzione dei lavori (CSE) quando previsto.

Tabella 11 - Voci dei costi della sicurezza.

Tipologia Denominazione Costi della sicurezza

Ponteggi, trabatelli, ponti su cavalletti, impal-


cati, parapetti, andatoie, passerelle, armatu-
re pareti di scavo, servizi igienici, spogliatoi, Sì
Apprestamenti
refettori, locali di ricovero/riposo, dormitori, (se previsti nel PSC)
camere di medicazione, unità di decontami-
nazione, infermerie, recinzioni di cantiere

Centrali di betonaggio, impianti di betonag-


gio, betoniere, apparecchi di sollevamento,
macchine movimento terra, seghe circolari,
No
piegaferri, impianti elettrici di cantiere, im-
Attrezzature pianti di adduzione di acqua, gas ed energia
di qualsiasi tipo, impianti fognari

Impianti di terra e di protezione contro le


scariche atmosferiche, impianti antincendio, Sì
impianti di evacuazione fumi

Viabilità di cantiere per mezzi meccanici e


Infrastrutture percorsi pedonali, aree deposito materiali, No
attrezzature e rifiuti di cantiere

Segnaletica di sicurezza, avvisatori acustici,


Mezzi e servizi
attrezzature per il primo soccorso, illumina-
di protezione Sì
zione di emergenza, mezzi estinguenti, servizi
collettiva
di gestione delle emergenze

Uso comune di apprestamenti, attrezzature,


Misure infrastrutture, mezzi e servizi di protezione

di coordinamento collettiva, riunioni di coordinamento, riunio-
ni di informazione

Costruttore
Vedi Fabbricante

COV
Vedi Composti Organici Volatili
632 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Cronoprogramma
Rappresenta l’andamento nel tempo dell’importo dei lavori da eseguire, in forma di diagram-
ma che riporta sull’asse verticale (ordinate) gli importi progressivi a partire da zero (inizio dei
lavori) fino all’importo complessivo (ultimazione dei lavori) e sull’asse orizzontale (ascisse) i
tempi di esecuzione. Il cronoprogramma è un documento allegato ai contratti d’appalto.

IMPORTO
SETTIMANE LAVORATIVE
LAVORI (A)

100 000

90 000

80 000

70 000

60 000

50 000

40 000

30 000

20 000

10 000

0 1 2 3 4 5

Fig. 42 - Esempio di cronoprogramma.

CSE
Vedi Coordinatore per l’esecuzione dei lavori

CSP
Vedi Coordinatore per la progettazione dei lavori

Culpa in eligendo
Il datore di lavoro può essere condannato per culpa in eligendo quando, con l’intento di
risparmiare o non usando la normale diligenza, sbaglia a scegliere (eligere), per esempio
una particolare macchina o attrezzatura, una certa organizzazione del lavoro e questa sua
scelta causa danni al lavoratore.

Culpa in vigilando
Il datore di lavoro può essere condannato per culpa in vigilando quando, pur avendo attua-
to correttamente le norme di prevenzione infortuni e di tutela della salute dei lavoratori,
non vigila per assicurarsi che queste vengano rispettate.

D Danno
Qualsiasi alterazione, fisica o psichica, transitoria o permanente, dell’organismo umano o di
sue parti o funzioni. In giurisprudenza si genera un alterazione alla salute in caso di:
modificazione dell’aspetto esteriore di una persona;
• riduzione della capacità lavorativa;
• riduzione dalla capacità di relazionarsi con altri individui;
• perdita di opportunità di lavoro;
I TERMINI DELLA SICUREZZA 633

• perdita della capacità sessuale;


• danno psichico (per esempio causato da stress sul lavoro, inquinamento acustico ecc.).

Datore di lavoro
Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, secondo il tipo e l’assetto dell’or-
ganizzazione in cui il lavoratore presta la propria attività, colui che ha la responsabilità
dell’impresa. Al datore di lavoro è consentito lo svolgimento diretto dei compiti di preven-
zione e di protezione dai rischi in imprese con fino a 30 addetti. Gli obblighi del datore di
lavoro sono elencati nei vari articoli del D.Lgs. 81/2008.

Decreto Legge (D.L.)


Ordinanza emessa dal potere esecutivo (Governo) avente valore di legge, ossia atta a mo-
dificare o abrogare leggi ordinarie. Il Governo adotta i Decreti Legge in casi straordinari di
necessità e urgenza, convertiti in legge entro 60 giorni da parte delle Camere appositamente
convocate.

Decreto Legislativo (D.Lgs.)


Atto, avente forza di legge, emanato dal potere esecutivo (Governo), per delega del potere
legislativo, indicante i principi e i criteri direttivi a determinare il tempo e l’oggetto per
l’esercizio della funzione normativa.

Dermatiti
Termine generico con cui si indicano le malattie della cute caratterizzate prevalentemente
da fenomeni infiammatori. Le dermatiti possono essere causate da agenti fisici e chimici, da
funghi, da microrganismi patogeni, da virus ecc.

Derrik
Tipo di gru, costituita da un traliccio verticale controventato e da un braccio mobile, imper-
niato stabilmente al piede del primo e collegato alla sommità di quello, con funi che servono
a variarne l’inclinazione.

Fig. 43 - Gru Derrik.


634 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Detonazione
Reazione esplosiva pressoché istantanea, caratterizzata da una velocità dell’onda esplosiva
superiore a quella del suono (dell’ordine di 8000 m/s).

Diagramma di Gantt
Elaborato di tipo tabulare che rappresenta la sequenza logica delle lavorazioni (suddivise
in gruppi omogenei) distribuite nell’arco di tempo previsto per l’esecuzione dei lavori. Ri-
porta nella prima colonna le varie categorie di attività e orizzontalmente, in corrispondenza
di ciascuna di esse, il periodo di tempo (suddiviso in giorni, settimane o mesi) necessario
per la loro regolare attuazione e a disposizione per il completamento dell’opera. Il tempo
previsto può essere indicato con una linea sottile, mentre quello realmente impiegato con
una linea spessa, tracciata man mano che i lavori progrediscono. Queste linee possono so-
vrapporsi durante uno stesso periodo a indicare lo svolgimento contemporaneo di alcune
delle attività in progetto. A ogni attività possono essere associati ulteriori valori legati alla
realizzazione (per esempio risorse umane occorrenti, costi, ricavi ecc.). È uno strumento
utile al fine di pianificare e coordinare le varie attività in cantiere, soprattutto in relazione
ai rischi derivanti dalla sovrapposizione di alcune di esse.

N Attività Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre

1 Impianto cantiere

2 Tracciamento

3 Scavo

4 Fondazioni e muri controterra

5 Strutture

6 Copertura

7 Muri perimetrali

8 Muri interni

9 Opere da lattoniere

10 Impianto idrosanitario

11 Impianto riscaldamento

12 Impianto elettrico

13 Intonaci

14 Sottofondi

15 Pavimenti e rivestimenti

16 Serramenti interni ed esterni

17 Sistemazioni esterne

18 Smontaggio cantiere

preventivo di lavorazione
durata effettiva dei lavori

Fig. 44 - Esempio di diagramma di Gantt.

Dichiarazione Organico Medio Annuo (DOMA)


Dichiarazione resa dal datore di lavoro (sotto forma di dichiarazione sostitutiva di atto di
notorietà) contenente in numero di lavoratori (addetti), suddivisi per categorie omogenee
(dirigenti, impiegati, operai) alle dipendenze dell’impresa riferito all’anno precedente al
rilascio della dichiarazione. Nella DOMA vengono altresì indicati il Contratto Collettivo
Nazionale applicato ai lavoratori, il numero di iscrizione presso la Cassa Edile, la posizione
INPS e INAIL. La DOMA fa parte della documentazione da esibire al committente per la
verifica dell’idoneità tecnico-professionale dell’impresa.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 635

Direttiva
Insieme di regole di natura tecnica (per la produzione) e amministrativa (adempimenti
burocratici da soddisfare) che il costruttore deve obbligatoriamente osservare per poter
commercializzare un manufatto nel mercato europeo. La direttiva prescrive che un prodot-
to deve essere:
• accettabilmente sicuro ovvero rispetto dei requisiti essenziali di sicurezza (RES) con
analisi dei rischi;
• costruito sulla base di un progetto tecnico disponibile in caso di contestazione o accer-
tamento (fascicolo tecnico);
• riconoscibile (targa del costruttore e marcatura CE);
• accompagnato da un libretto (manuale) d’istruzioni per l’uso e la manutenzione;
• garantito da un’assunzione di responsabilità da parte del fabbricante (dichiarazione di
conformità).
Le direttive sono basate sui seguenti principi:
• l’armonizzazione si limita ai RES;
• solo i prodotti che rispondono ai RES possono essere commercializzati e godere di li-
bera circolazione;
• i prodotti fabbricati in accordo con le norme armonizzate trasposte in norme nazionali,
godono della presunzione di conformità ai RES;
• l’applicazione delle norme armonizzate o di altre specifiche tecniche europee rimane
volontaria, e i produttori sono liberi di scegliere ogni altra soluzione tecnica che dimostri
la rispondenza ai RES, così come di scegliere tra le differenti procedure di attestazione
della conformità, indicate nella direttiva applicabile.
Le principali direttive di prodotti per edilizia riguardano le attrezzature a pressione, i di-
spositivi di protezione individuali, i materiali da costruzione, le macchine, gli ascensori e gli
strumenti di misurazione.

Direttiva Macchine MD (Machinery Directive)


Insieme di regole fissate dall’Unione Europea con la Direttiva 2006/42/CE, recepite per
l’Italia con il D.Lgs. 27/01/2010 n. 17, che determinano i requisiti essenziali relativi alla pro-
gettazione e alla costruzione delle macchine al fine di migliorarne la sicurezza.
La MD si applica a macchine, attrezzature intercambiabili, componenti di sicurezza, ac-
cessori di sollevamento, catene, funi e cinghie (progettate e costruite a fini di sollevamento
come parte integrante di macchine per il sollevamento o di accessori di sollevamento), di-
spositivi amovibili di trasmissione meccanica, quasi-macchine.
La MD identifica come:
a macchine:
• insieme equipaggiato o destinato a essere equipaggiato di un sistema di azionamento
diverso dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui al-
meno uno mobile, collegati tra loro solidamente per un’applicazione ben determinata;
• insieme di cui al punto precedente al quale mancano solamente elementi di collegamen-
to al sito d’impiego o d’allacciamento alle fonti di energia e di movimento;
• insieme di cui ai due punti precedenti pronto per essere installato e che può funzionare
solo dopo essere stato montato su di un mezzo di trasporto o installato in un edificio o
in una costruzione;
• insiemi di macchine, di cui ai tre punti precedenti, o di quasi-macchine, che per raggiun-
gere uno stesso risultato sono disposti e comandati in modo da avere un funzionamento
solidale;
• insieme di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidalmente
e destinati al sollevamento di pesi e la cui unica fonte di energia è la forza umana diretta.

b quasi-macchine: insiemi che costituiscono quasi una macchina, ma che, da soli, non sono
in grado di garantire un’applicazione ben determinata (per esempio un sistema di azio-
namento) unicamente destinati a essere incorporati o assemblati ad altre macchine o ad
altre quasi-macchine o apparecchi per costituire una macchina.
636 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Per immettere sul mercato uno dei prodotti rientranti nel campo di applicazione della MD,
il fabbricante deve principalmente:
• assicurarsi che la macchina ottemperi ai requisiti essenziali di sicurezza (RES);
• predisporre il fascicolo tecnico di costruzione (FTC) che deve dimostrare che la macchi-
na è conforme ai requisiti stabiliti dalla Direttiva Macchine riguardanti la progettazione,
la fabbricazione e il funzionamento della macchina nella misura necessaria ai fini della
valutazione della conformità;
• provvedere alla dichiarazione di conformità e marcatura CE della macchina;
• fornire all’utilizzatore il manuale d’uso e manutenzione della macchina.
Consultando il sito www.direttivamacchine.org è possibile scaricare il testo della Direttiva
Macchine.

Direttore Operativo per la Sicurezza (DOS)


Assistente del direttore dei lavori al quale è stato affidato l’incarico di coordinatore per
l’esecuzione dei lavori (CSE).

Direttore tecnico
Soggetto individuato dall’impresa appaltatrice con responsabilità dirigenziali nell’ambito
dei lavori svolti.

Direttore tecnico di cantiere


Tecnico (generalmente un geometra) dell’impresa appaltatrice che, nell’ambito delle pro-
prie competenze, ha, tra gli altri, il compito di vigilare sull’osservanza da parte delle mae-
stranze delle misure di sicurezza contenute nel Piano Operativo di Sicurezza (POS).

Dirigente
Figura che, per competenze professionali, poteri gerarchici e funzionali dell’incarico conferitogli,
attua le direttive del datore di lavoro, organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa.

Dispositivi di allarme
Mezzi di comunicazione acustica e/o ottica, quali sirene, altoparlanti, segnali luminosi (fig.
45) installati nel luogo di lavoro o su di una macchina per segnalare una situazione di peri-
colo al fine di attivare tutte le procedure di emergenza previste. Devono poter essere com-
presi senza ambiguità, facilmente percepiti e consentire una verifica costantemente della
loro efficienza e funzionalità.

Fig. 45 - Sirena elettro-


magnetica e lampeggianti
allo xeno.

Dispositivi di Protezione Collettiva (DPC)


Sistemi o misure di sicurezza che agiscono direttamente sulla fonte di pericolo nell’ambien-
te di lavoro. Possono essere di tipo:
• attivo: quando necessitano dell’attivazione da parte di un addetto o di uno specifico di-
spositivo di sicurezza (per esempio gli evacuatori di fumo in un ambiente, l’impianto di
spegnimento automatico sprinkler);
• passivo: quando svolgono costantemente la loro funzione (per esempio i parapetti, le reti
anticaduta, le mantovane in un ponteggio (fig. 46), le armature di sostegno negli scavi,
l’impianto di messa a terra).
I TERMINI DELLA SICUREZZA 637

L’adozione dei DPC deve essere considerata prioritaria rispetto all’adozione dei dispositivi
di protezione individuali (DPI). Specifiche norme tecniche disciplinano i requisiti dei vari
DPC.

Fig. 46 - Mantovane su ponteggio a protezione del passaggio pedonale sottostante.

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)


Attrezzature destinate a essere indossate dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno
o più rischi suscettibili di minacciare la sua sicurezza e salute durante l’attività lavorativa.
I DPI devono:
• essere conformi alle norme e riportare la marcatura CE;
• essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;
• essere adeguati alle condizioni del luogo di lavoro;
• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;
• poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue particolari necessità (per esempio la
taglia).
Sono classificati in relazione alle parti del corpo che devono proteggere:
• le vie respiratorie (maschere facciali con filtri che preservino da polveri, gas, vapori);
• gli occhi (occhiali, visiere, maschere per la saldatura);
• l’udito (tappi auricolari, cuffie);
• il capo (elmetti, caschi);
• gli arti superiori (guanti);
• gli arti inferiori (scarpe con suola imperforabile e puntale rinforzato);
• il corpo e la pelle (grembiuli e creme protettive);
• da investimento (indumenti ad alta visibilità);
• da cadute dall’alto (imbragature, cinture di sicurezza).
Non sono considerati DPI:
• gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere
la sicurezza e la salute durante il lavoro;
638 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio;


• gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.
I DPI devono essere prescritti quando non sia possibile:
• attuare misure di prevenzione dei rischi (per esempio riduzione alla fonte, sostituzione
di agenti o macchinari pericolosi con altri non pericolosi ecc.);
• adottare dispositivi di protezione collettiva (DPC);
• attuare differenti procedimenti per l’organizzazione del lavoro.
I dispositivi di protezione individuali, una volta consegnati dal datore di lavoro, devono
essere custoditi a cura del lavoratore.

Distanza di sicurezza
Distanza minima alla quale un elemento potenzialmente pericoloso o un dispositivo di pro-
tezione deve essere collocato rispetto a una zona di lavoro o pericolosa.

D.L.
Vedi Decreto Legge

D.Lgs.
Vedi Decreto Legislativo

Documento della sicurezza


Raccoglie le conclusioni dell’analisi e della valutazione dei rischi e contiene la programma-
zione delle misure di sicurezza da adottare, quantificandone il valore economico, tecnico e
procedurale.

Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)


Contiene le schede che il datore di lavoro deve compilare (o far compilare), sottoscrivere e
conservare in ogni unità produttiva, riguardanti l’analisi dettagliata dei fattori di rischio pre-
senti all’interno della realtà lavorativa. Il DVR non deve essere generico ma contenere:
• la relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, nella
quale sono specificati i criteri e i metodi adottati per la valutazione stessa;
• i riferimenti alle specifiche valutazioni previste dalle norme (per esempio agenti chimici,
cancerogeni e mutageni ecc.);
• l’individuazione delle misure di prevenzione e di protezione e dei dispositivi di protezione
(individuale o collettiva) adottati in conseguenza ai risultati della valutazione dei rischi;
• il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo
dei livelli di sicurezza.
Il DVR deve:
• essere firmato dal datore di lavoro che ne assume tutte le responsabilità;
• indicare i nominativi del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP),
del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza aziendale o territoriale (RLS o RLST)
e degli addetti alle squadre di antincendio, evacuazione e pronto soccorso;
• essere custodito in azienda, a disposizione del rappresentante dei lavoratori per la sicu-
rezza aziendale (RLS) o territoriale (RLST) il quale partecipa sia alla stesura sia alle
successive modifiche e osservazioni.
Per i cantieri il DVR contiene l’analisi dei fattori di rischio in riferimento alle singole la-
vorazioni (per esempio scavo, posa dei ferri per armatura, getto con autobetoniera ecc.)
sotto forma di schede che vengono utilizzate per la stesura del Piano Operativo di Sicurez-
za (POS) ovvero il DVR specifico per quel determinato cantiere in cui l’impresa andrà a
operare.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 639

Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC)


Attestazione dell’assolvimento da parte dell’impresa degli obblighi legislativi e contrattuali
nei confronti di INPS, INAIL e Cassa Edile. Viene richiesto per via telematica tramite lo
Sportello Unico Previdenziale (o alla Cassa Edile in caso di imprese del settore edile) per:
• l’aggiudicazione di un appalto e la stipula del contratto;
• il pagamento degli stati di avanzamento lavori;
• il collaudo e il pagamento del saldo finale;
• l’ottenimento da parte dell’impresa di attestazioni (per esempio SOA), iscrizioni,
agevolazioni ecc.

Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenza (DUVRI)


Strumento per valutare i rischi derivanti dalla presenza, all’interno di un’attività lavorativa
(per esempio il cantiere) di più imprese o lavoratori autonomi impegnati nella realizzazione
di un’opera. Nel DUVRI non devono essere riportate le misure per eliminare i rischi propri
dell’attività delle singole imprese (o lavoratori autonomi) ma solo i rischi derivanti dalle
interferenze durante l’esecuzione delle rispettive prestazioni. La redazione del DUVRI:
• è un obbligo connesso ai contratti d’appalto;
• è a carico del committente;
• deve essere aggiornato (per esempio quando si presentino rischi da interferenza inizialmen-
te non previsti, all’ingresso di nuove imprese, nel caso siano variate le procedure operative
delle varie imprese (o lavoratori autonomi), in caso di utilizzo di nuove attrezzature ecc.);
• non è previsto nel caso vi sia già il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) accettato dalle
imprese in quanto i rischi da lavorazioni interferenti sono già contemplati dal PSC stesso.

DOMA
Vedi Dichiarazione Organico Medio Annuo

DOS
Vedi Direttore Operativo per la Sicurezza

DPC
Vedi Dispositivi di Protezione Collettiva

DPI
Vedi Dispositivi di Protezione Individuale

Dumper
Tipo di autoveicolo con cassone ribaltabile particolarmente adatto per il trasporto, su brevi
distanze, di materiali incoerenti (per esempio terra, sabbia, ghiaia, pietrisco ecc.), o di malte
e calcestruzzi (fig. 47).
Per il corretto utilizzo del dumper occorre verificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
• siano efficienti i comandi di guida (per esempio impianto frenante, luci ecc.), l’avvisatore
acustico e il girofaro;
• i percorsi siano adeguati per la stabilità del mezzo;
• durante gli spostamenti il cassone sia abbassato;
• la velocità di marcia sia nei limiti (a passo d’uomo in prossimità dei posti di lavoro);
• lo scarico sia eseguito in posizione stabile tenendo a distanza di sicurezza il personale
non addetto al lavoro.
640 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Tabella 12
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Rumore Dipendenza dalle conoscenze Utilizzo di idonei dispositi-


Vibrazioni e dalle capacità del personale vi di protezione individuali
Dipendenza dalle norme di (DPI): guanti, scarpe antin-
Gas fortunistiche, casco, cuffie o
comportamento
Oli minerali e derivati tappi auricolari, tuta
Manutenzione macchine
Ribaltamento
Incendio
Schiacciamenti

Fig. 47 - Dumper e minidumper.

DURC
Vedi Documento Unico di Regolarità Contributiva

DUVRI
Vedi Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Intemperie

DVR
Vedi Documento di Valutazione dei Rischi

E Elettrocuzione
Effetto fisiopatologico (comunemente conosciuto come “scossa”) provocato dal passaggio
della corrente elettrica attraverso il corpo umano. Avviene attraverso il contatto accidenta-
le con un elemento in tensione (ingresso) quando ci si trova in contatto diretto con il terre-
no (uscita). L’elettrocuzione può provocare l’arresto cardiaco e la morte del soggetto.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 641

Emergenza
Evento o circostanza che può provocare danno a cose e persone (per esempio un terremoto,
un incendio, un’esplosione, una rottura, il danneggiamento o la perdita da una tubazione o
di un contenitore di sostanza pericolosa).
L’emergenza può essere:
• circoscritta, quando interessa un solo punto o locale del luogo di lavoro e necessita la
mobilitazione parziale dei lavoratori presenti sul luogo e incaricati della gestione delle
emergenze;
• estesa, quando interessa più punti o tutti i locali del luogo di lavoro e necessita la mobili-
tazione di tutti i lavoratori presenti e incaricati della gestione delle emergenze.

Emissione
Qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell’atmosfera, proveniente da una
macchina o un impianto che possa produrre inquinamento atmosferico. Le sostanze emesse
sono indicate anche con il termine generico di effluenti.

Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI)


Associazione privata senza scopo di lucro che svolge attività normativa nei settori indu-
striale, commerciale e terziario, a esclusione di quello elettrotecnico ed elettronico, di com-
petenza del CEI. I compiti principali dell’UNI sono:
• elaborare nuove norme in collaborazione con tutte le parti interessate;
• rappresentare l’Italia nelle attività di normazione a livello mondiale (ISO) ed europeo
(CEN) allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle norme;
• pubblicare e diffondere le norme tecniche e i prodotti editoriali a esse correlati.
Sito www.uni.com

Ente paritetico
Vedi Paritetico

Ergonomia
Disciplina scientifica che, attraverso i dati di altre scienze (medicina, fisiologia, psicologia,
sociologia ecc.), si occupa dell’interazione tra l’attività umana e le condizioni ambientali,
strumentali e organizzative in cui questa si svolge al fine di contribuire alla progettazione
di oggetti, ambienti di vita e di lavoro che rispettino i limiti fisici dell’uomo e ne migliorino
le capacità operative.
Una postazione di lavoro, per essere ergonomicamente corretta, deve considerare fattori quali:
• l’impiego di utensili di ultima generazione, che eliminino alla fonte i fattori di rischio
per l’operatore;
• l’utilizzo di accessori che, nelle varie combinazioni, risolvano specifiche esigenze logisti-
che e produttive;
• la forma geometrica e gli ingombri ideali per un miglior comfort e un minore affatica-
mento dell’operatore (per esempio piani regolabili in altezza).
È importante infine monitorare le modalità d’impiego da parte degli operatori degli utensili
e degli accessori per evitare l’insorgere di situazioni di rischio.

ESEDI-Esposizioni sporadiche e di debole intensità (all’amianto)


Attività che vengono effettuate per un massimo di 60 ore l’anno, per non più di 4 ore per
singolo intervento e per non più di due interventi al mese. La durata dell’intervento si
intende comprensiva del tempo occorrente per la pulizia del sito, la messa in sicurezza dei
materiali rimossi e la decontaminazione dell’operatore. Sono da intendersi come ESEDI:
• brevi attività non continuative di manutenzione durante le quali il lavoro viene effet-
tuato solo su materiali non friabili, per esempio incapsulamento di lastre di copertura in
materiali contenenti amianto (MCA) compatto senza rimozione, riparazioni di superfici
non superiori a 10 m2, rivestimento di tubazioni;
642 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• rimozione senza deterioramento di materiali non degradati in cui le fibre di amianto


sono fermamente legate a una matrice (per esempio movimentazione di lastre in MCA
non degradate previo trattamento incapsulante, raccolta di parti di MCA in quantità
non superiore all’equivalente di 10 m2 non friabile, caduto o disperso a seguito di eventi
imprevisti previo trattamento incapsulante);
• incapsulamento e confinamento di MCA che si trovano in buono stato (per esempio
messa in sicurezza di materiale frammentato in quantità non superiore all’equivalente di
10 m2 con posa di telo in materiale plastico e delimitazione dell’area);
• sorveglianza e controllo dell’aria e prelievo dei campioni ai fini dell’individuazione della
presenza di amianto in un determinato materiale (per esempio campionamento e analisi
di campioni aerei o massivi, attività di sopralluogo per accertamento sullo stato di con-
servazione dei manufatti).
Agli interventi non devono essere adibiti contemporaneamente più di 3 addetti; dove ciò non sia
possibile il numero dei lavoratori esposti deve essere il minore possibile. Le attività di esposizioni
sporadiche e di debole intensità all’amianto possono essere anche attuate da operai (per esem-
pio muratori, lattonieri ecc.) in condizioni di svolgere attività con materiali contenenti amianto
(MCA) che abbiano ricevuto una formazione sufficiente e adeguata a intervalli regolari.
Vedi Amianto

Eternit
Vedi Amianto

Etichettatura
Insieme delle indicazioni da riportare su apposita etichetta o direttamente sull’imballaggio
a mezzo stampa, rilievo o incisione.

F Fabbricante
Responsabile dell’attività di produzione di manufatti.

Fattore di rischio
Tutto ciò che può produrre danno per la salute. I fattori di rischio presenti sul lavoro posso-
no essere di vario tipo, alcuni misurabili con apposita strumentazione (per esempio rumore,
inquinanti chimici, polveri ecc.) altri individuabili per mezzo dell’osservazione o della di-
scussione tra i lavoratori con i responsabili della prevenzione (per esempio cattiva organiz-
zazione del lavoro, fatica fisica, ritmi di lavoro ecc.).

Feedback
Termine anglosassone che indica una retroazione ovvero l’informazione di ritorno al sog-
getto (per esempio il lavoratore) rispetto all’azione o informazione resa a questi e il risulta-
to prodotto dall’azione o informazione.

Folgorazione
Morte provocata per arresto cardiaco dovuto al contatto con corrente elettrica.

Fonometria
Insieme delle tecniche di misurazione dell’intensità sonora in ambienti o aree. Il fonometro
è l’apparecchio che misura l’intensità sonora.

Formazione
Processo educativo attraverso il quale si trasferiscono ai lavoratori e agli altri soggetti respon-
sabili del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili all’acqui-
sizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla
I TERMINI DELLA SICUREZZA 643

identificazione, alla riduzione e gestione dei rischi. L’attività è affidata al datore di lavoro affin-
ché ciascun lavoratore riceva una formazione adeguata in materia di sicurezza e di salute, con
particolare riferimento ai rischi riferiti al posto di lavoro, alle mansioni nonché ai possibili danni
e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e di protezione da adottare. I lavoratori
incaricati dell’attività di prevenzione e lotta all’incendio, di evacuazione dei lavoratori, di pronto
soccorso e di gestione dell’emergenza nonché il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
aziendale (RLS) devono essere adeguatamente e specificatamente formati in occasione:
• dell’assunzione;
• del trasferimento o del cambiamento di mansioni;
• dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie (o procedure), di
sostanze o di preparati pericolosi.
Questo particolare tipo di formazione deve avvenire mediante la frequenza a specifici corsi
formativi tenuti dagli organismi paritetici territoriali e di competenza.
La formazione deve essere periodicamente ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi
oppure all’insorgenza di nuovi rischi.

Frasi di rischio R
Frasi convenzionali riportate sulle confezioni di prodotti pericolosi che indicano i rischi a cui
può essere sottoposto il lavoratore in presenza o durante l’uso del contenuto (tossico, irritan-
te, corrosivo, comburente, infiammabile, nocivo). A ogni frase è associato un codice univoco
composto dalla lettera “R” seguita da un numero (per esempio R1=esplosivo allo stato secco)
o da una combinazione di numeri (per esempio R20/22=nocivo per inalazione e ingestione).
Ogni confezione di prodotto pericoloso deve obbligatoriamente recare sulla propria confe-
zione frasi di rischio R e i consigli S relativi al contenuto.
Vedi Consigli di prudenza S

Tabella 13 - Frasi di rischio R.


R1 Esplosivo allo stato secco
R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione
R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione
R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili
R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento
R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria
R7 Può provocare un incendio
R8 Può provocare l’accensione di materie combustibili
R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili
R10 Infiammabile
R11 Facilmente infiammabile
R12 Estremamente infiammabile
R14 Reagisce violentemente con l’acqua
R15 A contatto con l’acqua libera gas estremamente infiammabili
R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti
R17 Spontaneamente infiammabile all’aria
R18 Durante l’uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili
R19 Può formare perossidi esplosivi
R20 Nocivo per inalazione
R21 Nocivo a contatto con la pelle
R22 Nocivo per ingestione
R23 Tossico per inalazione
R24 Tossico a contatto con la pelle
R25 Tossico per ingestione
R26 Molto tossico per inalazione
R27 Molto tossico a contatto con la pelle
R28 Molto tossico per ingestione
R29 A contatto con l’acqua libera gas tossici
R30 Può divenire facilmente infiammabile durante l’uso
R31 A contatto con acidi libera gas tossico
R32 A contatto con acidi libera gas altamente tossico
R33 Pericolo di effetti cumulativi
R34 Provoca ustioni
R35 Provoca gravi ustioni
644 I TERMINI DELLA SICUREZZA

R36 Irritante per gli occhi


R37 Irritante per le vie respiratorie
R38 Irritante per la pelle
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi
R40 Possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti
R41 Rischio di gravi lesioni oculari
R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione
R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle
R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato
R45 Può provocare il cancro
R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata
R49 Può provocare il cancro per inalazione
R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici
R51 Tossico per gli organismi acquatici
R52 Nocivo per gli organismi acquatici
R53 Può provocare a lungo termine effettivi negativi per l’ambiente acquatico
R54 Tossico per la flora
R55 Tossico per la fauna
R56 Tossico per gli organismi del terreno
R57 Tossico per le api
R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente
R59 Pericoloso per lo strato di ozono
R60 Può ridurre la fertilità
R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati
R62 Possibile rischio di ridotta fertilità
R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati
R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno
R65 Può causare danni polmonari se ingerito
R66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolatura della pelle
R67 L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini
R68 Possibilità di effetti irreversibili

Tabella 14 - Combinazioni di frasi di rischio R.


R14/15 Reagisce violentemente con l’acqua liberando gas estremamente infiammabili
R15/2 A contatto con l’acqua libera gas tossici estremamente infiammabili
R20/2 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle
R20/22 Nocivo per inalazione e ingestione
R20/21/22 Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione
R21/22 Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione
R23/24 Tossico per inalazione e contatto con la pelle
R23/25 Tossico per inalazione e ingestione
R23/24/25 Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione
R24/25 Tossico a contatto con la pelle e per ingestione
R26/27 Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle
R26/28 Molto tossico per inalazione e per ingestione
R26/27/2 Molto tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione
R27/28 Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione
R36/38 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie
R36/38 Irritante per gli occhi e la pelle
R36/37/3 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle
R37/38 Irritante per le vie respiratorie e la pelle
R39/23 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione
R39/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle
R39/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione
R39/23/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contat-
to con la pelle
R39/23/2 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e ingestione
R39/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e
per ingestione
R39/23/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto
con la pelle e per ingestione
R39/26 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione
I TERMINI DELLA SICUREZZA 645

R39/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per a contatto con
la pelle
R39/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione
R39/26/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a
contatto con la pelle
R39/26/2 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e
ingestione
R39/27/2 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la
pelle e per ingestione
R39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a
contatto con la pelle e per ingestione
R40/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione
R40/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle
R40/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione
R40/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle
R40/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione
R40/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per inge-
stione
R40/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la
pelle e per ingestione
R42/43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle
R48/20 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolunga-
ta per inalazione
R48/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
contatto con la pelle
R48/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per ingestione
R48/20/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione e a contatto con la pelle
R48/20/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione e ingestione
R48/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
a contatto con la pelle e per ingestione
R48/20/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione
R48/23 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione
R48/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
a contatto con la pelle
R48/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per ingestione
R48/23/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione e a contatto con la pelle
R48/23/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione e ingestione
R48/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
a contatto con la pelle e per ingestione
R48/23/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione
R50/53 Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termi-
ne effetti negativi per l’ambiente acquatico
R51/53 Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti
negativi per l’ambiente acquatico
R52/53 Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti
negativi per l’ambiente acquatico
R68/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione
R68/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle
R68/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione
R68/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle
R68/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione
R68/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione
R68/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la
pelle e per ingestione
646 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Fune (di sollevamento)


Cavo in acciaio (o corda in fibra) con attacco ese-
guito mediante l’impiego di un manicotto pressato
(fig. 48) o morsetti (fig. 49) e redancia.
Attacco della fune con redancia
Per il corretto utilizzo della fune occorre verificare
e manicotto pressato
che:
• la fune e il suo attacco siano in perfette condi- Fig. 48 - Attacco di una fune in acciaio
zioni di conservazione e manutenzione (non de- con redancia e manicotto pressato.
vono esserci rotture dei fili o deformazioni con
pieghe permanenti e accentuate);
• sia sempre presente la redancia;
• l’attacco della fune sia eseguito correttamente,
6 cm 6 cm
con minimo tre morsetti a distanza di circa 6 cm,
tutti posizionati nello stesso modo, con la parte a
U verso il tratto corto;
• il gancio utilizzato per il sollevamento sia prov- ESECUZIONE CORRETTA
visto del dispositivo di chiusura dell’imbocco; (parte ad U dei morsetti verso lato corto)

• il peso degli elementi sollevati sia inferiore alla


portata della fune, considerando il coefficiente di
sicurezza non inferiore a 8 (per esempio per cari-
chi di 2 kN la fune deve portare almeno 16 kN).
Sono riportate di seguito le tabelle con le resistenze
ESECUZIONE SCORRETTA
di corde in fibra e i carichi di rottura di cavi d’acciaio (morsetti con parte ad U alternata)
per carichi verticali; volendo conoscere la portata ef-
fettiva di una braca con un determinato angolo al ver-
tice occorre dividere la portata verticale per il relativo
coefficiente angolare riportato nella figura 52). Per
esempio una braca a due bracci con portata verticale
di 100 kN utilizzata con angolo al vertice di 70° vede la ESECUZIONE SCORRETTA
portata effettiva ridursi a 81,9 kN (100/1,221). Per an- (parte ad U dei morsetti verso lato lungo)
goli al vertice superiori a 120° la portata si differenzia
notevolmente in funzione di piccole variazioni d’an- Fig. 49 - Attacco di una fune in acciaio
golo ed è pertanto opportuno l’utilizzo di bilancini. con redancia e morsetti.
Vedi Accessori di sollevamento

Tabella 15
Resistenze indicative di corde in fibra poliestere

mm 16 18 20 22 24

kN 21 26 30 35 43

Tabella 16
Carichi di rottura minimi di cavi d’acciaio per apparecchi di sollevamento

Ø mm
6 7 8
TIPO

Classe 6⫻36 FC S5 21 kN 26 kN 30 kN

Classe 6⫻36 FC S9 24,6 kN 43,7 kN

Classe 6⫻19 PPC S2 25 kN 32,8 kN 42,8 kN

Classe 6⫻19 PPC S1 26,5 kN 34,1 kN 44 kN

Classe 6⫻36 IWRC S9 AR 30 kN 40,8 kN 53,2 kN


I TERMINI DELLA SICUREZZA 647

Fig. 50 - Morsetti a cavallotto. Fig. 51 - Redancia.

COEFFICIENTE
ANGOLARE
VARIAZIONI DI RISPETTO ALLA LINEA VERTICALE

1,004

1,015

1,035

1,064

1,103

1,155
°
60

1,221
°
55

1,305
°
50

1,414
°
45

°
1,556 40

35°
1,743 °
30
°
25
2,000 20 ° Fig. 52 - Diagramma delle
15 ° portate in funzione dell’an-
5° 10 °

golo di carico.

Grado di Protezione IP G
Il codice IP (International Protection) è una convenzione normativa che indica il grado di
protezione degli involucri dei dispositivi elettrici ed elettronici contro la penetrazione di
agenti esterni di natura solida (tab. 17) o liquida (tab. 18). Al prefisso IP segue la combina-
zione di due numeri:
• il primo indica il livello di protezione contro il contatto di corpi solidi esterni e contro
l’accesso a parti pericolose;
• il secondo indica il livello di protezione contro la penetrazione dei liquidi.
(per esempio IP44 = involucro che protegge contro corpi solidi di dimensioni superiori a
1,0 mm e contro gli spruzzi d’acqua).
648 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Tabella 17
Grado di protezione contro il contatto di corpi solidi e l’accesso a parti pericolose

IP0X Nessuna protezione contro i corpi solidi esterni

IP1X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm e contro l’accesso con
il dorso della mano

IP2X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 12 mm e contro l’accesso


con un dito

IP3X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 2,5 mm e contro l’accesso
con un attrezzo

IP4X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 1,0 mm e contro l’accesso
con un filo

IP5X Protetto contro la polvere e contro l’accesso con un filo

IP6X Totalmente protetto contro la polvere e contro l’accesso con un filo

Tabella 18
Grado di protezione contro la penetrazione di liquidi

IPX0 Nessuna protezione

IPX1 Protetto contro la caduta verticale di gocce


d’acqua

IPX2 Protetto contro la caduta di gocce con incli-


nazione inferiore a 15°

IPX3 Protetto contro la pioggia

IPX4 Protetto contro gli spruzzi d’acqua

IPX5 Protetto contro i getti d’acqua

IPX6 Protetto contro le ondate

IPX7 Protetto contro gli effetti dell’immersione

IPX8 Protetto contro gli effetti della sommersione

Gru
Apparecchio di sollevamento e trasporto di carichi
che presenta le seguenti caratteristiche:
• la portata del gancio è di almeno 10 kN o il mo-
mento di carico è di almeno 40 000 Nm;
• il dispositivo di sollevamento è a motore;
• il gancio può essere spostato liberamente su alme-
no un asse in senso orizzontale.
Può essere:
• semovente: cingolata, su rimorchio, autogru (fig. 53),
sollevatore telescopico con argano;
• fisso (o a torre): con rotazione in alto (fig. 54) o in
basso e automontante (fig. 55). Fig. 53 - Autogru.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 649

Fig. 54 - Gru a torre con rotazione in alto.


650 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Fig. 55 - Gru a torre con rotazione in basso automontante.

cuspide
stralli

indicatore di
portata Fig. 56 - Elementi costi-
tutivi della gru a torre
con rotazione in alto.
braccio
bozzello carrello
contrappeso cabina di
manovra
controbraccio
ralla

Esistono altri tipi di gru assimilabili a quelle a torre (per


esempio le gru Derrick), ma sono poco utilizzate in edi-
lizia.
La gru fissa è costituita da un elemento verticale (torre)
torre
equipaggiato nella parte superiore di un braccio orienta-
bile dotato di mezzi di sollevamento e discesa dei carichi
sospesi. Le componenti principali della macchina sono:
• la struttura, composta da profilati e tubolari metallici
saldati e imbullonati in modo da costituire un tralic-
cio;
• il sistema stabilizzante, costituito dalla zavorra di base
zavorra e, per le gru con rotazione in alto, da quella di contro-
freccia (o contrappeso) collocata sulla parte rotante
(fig. 56), mentre per quelle con rotazione in basso la
I TERMINI DELLA SICUREZZA 651

strallo

carrello indicatore di Fig. 57 - Elementi costitu-


portata
tivi della gru a torre con
rotazione in basso.
braccio
bozzello

torre

zavorra di controfreccia viene sostituita dall’azione


di un tirante collegato a quella di base (fig. 57). Le
tirante
zavorre devono essere opportunamente calcolate per
contrastare i momenti ribaltanti provocati dal solle-
vamento dei carichi e dal vento;
• gli organi di movimento, insieme dei meccanismi, fune
e motori (solitamente elettrici con tensione trifase a
380 V), che servono per manovrare la gru e i carichi;
• i dispositivi di sicurezza, di carattere elettrico o mec-
zavorra
canico che servono a impedire il crearsi di situazioni
ralla
pericolose dovute a un cattivo funzionamento degli
organi di movimento o comandi errati del manovra-
tore.

I principali dispositivi di sicurezza sono:


• arresto automatico: della gru e del carico in caso di interruzione dell’energia elettrica;
• dispositivo di frenatura: per il pronto arresto e la posizione di fermo della gru e del ca-
rico;
• dispositivi acustici di segnalazione del moto e di illuminazione dell’area di manovra;
• limitatore di carico: interrompe il movimento di salita se il carico sollevato supera la
portata massima prevista dal fabbricante;
• limitatore di momento: interrompe contemporaneamente i movimenti di salita e trasla-
zione orizzontale dei carichi con peso maggiore alla portata ammessa dal fabbricante;
• limitatore di rotazione: impedisce l’attorcigliamento, la torsione e la distruzione dei cavi
passanti al centro della ralla provocati dal continuo movimento di un senso di rotazione;
• limitatore di distribuzione (finecorsa carrello lontano-vicino): interrompe il movimento
avanti/indietro del carrello in caso di eventuali errori del manovratore;
• finecorsa salita: evita che il bozzello urti contro il carrello di traslazione;
• finecorsa discesa: evita al bozzello di appoggiarsi al suolo, mantenendo la fune di solle-
vamento sempre in tensione;
• arresti fissi: limitano la corsa del carrello rispetto all’intera lunghezza del braccio per
impedire l’urto del carico rispetto a ostacoli presenti nell’area di manovra (finecorsa e
respingenti).
Le principali tipologie di gru a torre in commercio si possono distinguere in:
• gru a elementi innestati, utilizzate in grandi cantieri (anche in relazione agli elevati costi
di montaggio) per altezze di rotazione e lunghezze di braccio di circa 70 m con una
portata in punta di circa 60 kN (che aumenta con lo spostamento del carrello verso la
torre). Gli elementi che compongono la gru vengono trasportati in cantiere e assemblati
da personale esperto con l’ausilio di un’autogrù o per mezzo di dispositivi idraulici di
sollevamento di cui sono dotati alcuni modelli. Il montaggio avviene mediante incastri
che sono bloccati tramite bulloni o spinotti. Sono del tipo a rotazione in alto, (le più
grandi fornite di cabina di comando in quota) e sono dotate di diversi tipi di basamenti
che possono essere fissi (con idonei appoggi al suolo) o su rotaie (per consentire un
maggiore utilizzo nelle varie fasi di costruzione dell’opera senza dover procedere allo
smontaggio e rimontaggio);
• gru automontanti, più leggere e di più semplice montaggio di quelle precedenti, possono
raggiungere altezze di rotazione e del braccio di circa 45 m con una portata in punta di
circa 12 kN. Il montaggio è semplice, veloce e richiede la presenza di poco personale in
quanto i vari elementi che compongono la macchina sono tutti collegati tra loro e le varie
fasi sono gestite da congegni meccanici e idraulici (l’intera gru viene trasportata su ruote,
ripiegata su se stessa come un normale rimorchio). Sono per lo più a rotazione in basso.
652 I TERMINI DELLA SICUREZZA

La capacità operativa di una gru dipende:


• dalla portata massima (espressa in tonnellate) realizzata alla massima altezza e alla mas-
sima distanza di sbraccio (capacità di carico in punta);
• dall’altezza massima del braccio;
• dalla lunghezza dello sbraccio;
• dal diametro dell’argano e dalla sua velocità di avvolgimento.
I lavori di sollevamento mediante gru possono essere eseguiti soltanto da persone:
• le cui condizioni psicofisiche garantiscano un uso sicuro della gru;
• che siano in grado di farsi capire sul posto di lavoro;
• che siano state istruite sull’uso della gru che manovrano ovvero in possesso della patente
di gruista.
La gru non deve mai essere utilizzata per:
• portate superiori a quelle previste dal libretto di omologazione;
• sradicare alberi, pali o massi o qualsiasi altra opera interrata;
• rimuovere le casseforme di getti di notevoli dimensioni;
• trasportare persone anche per brevi tratti.
La gru scarica tutte le forze (peso proprio, coppia, spinta del vento) sul terreno su cui pog-
gia, che deve quindi possedere una resistenza sufficiente; in prossimità di scavi o dislivelli
la gru deve essere posta a distanza di
sicurezza dal piede della scarpata (fig.
58). La distanza di sicurezza dipende
dalla natura del terreno e dalle sue
condizioni (per esempio contenuto
d’acqua, angolo d’attrito ecc.); se que- distanza di sicurezza
ste sono buone, la distanza di sicurezza
corrisponde all’altezza della scarpata,
se sono particolarmente critiche e non

altezza della scarpata


è possibile allontanare maggiormente superficie di
la superficie d’appoggio, dovrà essere appoggio

progettata e costruita una parete di


contenimento del terreno.
La gru deve essere posizionata in mo-
45 °
do tale che, nel contesto del cantiere e
in ogni condizione (fig. 59), non incon-
tri ostacoli rappresentati da:
piede della scarpata
• strutture e opere fisse in elevazione
(per esempio edifici esistenti o in Fig. 58 - Distanza di sicurezza della gru in prossimità
costruzione, alberi, impalcature); di dislivelli.
5,0 m
2,5 m

2,0 m

Fig. 59 - Distanze di sicurezza per il posizionamento della gru.


I TERMINI DELLA SICUREZZA 653

• elementi mobili a terra (per esempio pompe per calcestruzzo, piattaforme elevatrici);
• operai in attività sull’ultimo solaio della costruzione;
• linee elettriche aeree: la distanza di sicurezza varia a seconda della tensione nominale
dell’elettrodotto (tab. 19), con un minimo di 5 m, e deve considerare le flessioni dei con-
duttori dovute al clima caldo;

Tabella 19 - Distanze di sicurezza da linee elettriche in tensione.


Tensione nominale [kV] Distanza minima [m]

Da 200 a 3500 6

Da 350 a 5000 7,5

Da 500 a 7500 10,5

Da 750 a 1000 14

Per il corretto utilizzo della gru occorre verificare che:


• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie degli apparecchi di sollevamento;
• non vi siano interferenze con la rotazione del braccio da parte di strutture fisse, di linee
elettriche aeree o dovute alla presenza di un’altra gru (fig. 60);
2,0 m

2,0m
2,0 m
2,0 m

Fig. 60 - Distanze
di sicurezza in ca-
so di interferenze.

• la base d’appoggio sia perfettamente stabile;


• sia protetto il perimetro in corrispondenza della base (rotante, fissa o su rotaie);
• le vie di corsa (nel caso di gru traslante su rotaie) siano libere e sbloccate;
• siano efficienti tutti i fine corsa elettrici e meccanici, la pulsantiera, i dispositivi di sicu-
rezza sui ganci, il freno di rotazione;
• la fune di sollevamento si avvolga correttamente sul tamburo e le sue condizioni siano
efficienti (verifica trimestrale e periodica);
• l’alimentazione della gru avvenga tramite cavo flessibile multipolare;
• la gru sia dotata di interruttore generale e interruttore differenziale ubicati sul quadro
elettrico, tutte le apparecchiature elettriche siano conformi alle norme CEI;
• i componenti dell’impianto elettrico abbiano un grado di protezione minimo IP44 (quan-
do si operi in ambienti soggetti a getti d’acqua è consigliabile un grado di protezione di
almeno IP55);
• le manovre siano eseguite da una postazione sicura (o dalla cabina) con segnalazioni
acustiche all’inizio delle manovre;
• la visibilità dal posto di manovra sia perfetta verso tutte le aree di lavoro. In caso di im-
possibilità, deve essere predisposto un servizio di segnalazione svolto da un lavoratore
incaricato;
654 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• il perimetro del posto di manovra in quota sia dotato di parapetto regolamentare oppure
l’operatore sia assicurato mediante la cintura di sicurezza;
• in caso di impiego di radiocomando questo deve essere omologato dall’ISPESL, provvi-
sto di targhetta riportante il numero e fornito di libretto di istruzione tecnica, da tenere
sempre in cantiere;
• i carichi movimentati siano inferiori alla portata massima;
• le manovre siano eseguite con gradualità, evitando il più possibile il passaggio dei carichi
su aree di lavoro o di transito;
• non venga sollevato materiale scorrettamente imbracato, con imbracature non conformi
o male accatastato nei contenitori;
• durante le pause di lavoro la gru sia ancorata e scollegata elettricamente;
• in caso di venti superiori ai 45 km/h, vengano interrotte le operazioni e si provveda all’an-
coraggio supplementare della gru e allo sbloccaggio del braccio (lasciandolo libero di
ruotare).

Tabella 20
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Caduta di cose dall’alto Dipendenza dalle conoscen- Utilizzo di idonei dispositi-


Caduta di persone dall’alto ze e dalle capacità del per- vi di protezione individuali
sonale (DPI): guanti, scarpe antin-
Elettrocuzione fortunistiche, casco, cintura
Dipendenza dalle norme di
Contatto con linee elettri- comportamento di sicurezza
che aeree
Manutenzione macchine
Ribaltamento, cedimento
Urti, collisioni
Schiacciamenti

Gruppo omogeneo (di lavoratori)


Insieme dei lavoratori esposti agli stessi fattori di rischio specifico (per esempio rumore,
stesse sostanze nocive ecc.) o ai rischi derivanti da lavorazioni specifiche (per esempio fale-
gnameria, carpenteria, saldatura ecc.).

I Idoneità (giudizio di)


Valutazione che il medico competente esprime dopo aver effettuato la visita medica e gli
accertamenti specialistici al lavoratore. Viene rilasciato rispetto a una specifica mansione o
attività a cui il lavoratore viene sottoposto o per il conseguimento di una particolare qualifi-
ca. La piena idoneità non necessita di comunicazione scritta e viene riportata nella cartella
sanitaria e di rischio. L’idoneità limitata (per esempio escludere il lavoratore da compiti
comportanti sollevamento e trasporto manuale di carichi superiori a… ) o la non idoneità
vengono invece comunicate per scritto al datore di lavoro e al lavoratore che, qualora non
sia d’accordo, ha la facoltà di effettuare ricorso al servizi di prevenzione della ASL territo-
rialmente competente.

Idoneità tecnico-professionale
Possesso da parte delle imprese (e dei lavoratori autonomi in relazione alle funzioni o ai
lavori da affidare) di capacità organizzative, nonché disponibilità di forza lavoro, di macchi-
ne e di attrezzature, in riferimento alla realizzazione dell’opera. Per la verifica dell’idonei-
tà dell’impresa affidataria, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi da parte del
committente (o dal responsabile dei lavori) dovrà essere esibito almeno quanto indicato
nella tabella 21.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 655

Tabella 21
Iscrizione alla Camera di Commercio, Industria e Artigianato con oggetto
sociale inerente alla tipologia dell’appalto
Documento di valutazione dei rischi (macchine, attrezzature e opere provvi-
Imprese sionali) o autocertificazione
(affidataria, Documento unico di regolarità contributiva
esecutrici) Dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospensione o in-
terdittivi
Dichiarazione dell’organico medio annuo
Dichiarazione del Contratto collettivo applicato ai lavoratori dipendenti

Iscrizione alla Camera di Commercio, Industria e Artigianato con oggetto


sociale inerente alla tipologia dell’appalto
Specifica documentazione attestante la conformità alle disposizioni del
Lavoratori D.Lgs. 81/2008 di macchine, attrezzature e opere provvisionali
autonomi Elenco dei dispositivi di protezione individuali in dotazione
Attestati inerenti la propria formazione e la relativa idoneità sanitaria (ove
espressamente previsti)
Documento unico di regolarità contributiva

Imballaggio (Confezione)
Contenitore o recipiente di qualsiasi tipo o materiale e
relativo sistema di chiusura con il quale una sostanza
pericolosa (o un preparato) viene immesso sul mercato.

Imbracatura
Vedi Accessori di imbracatura

Imbracatura anticaduta
Dispositivo di protezione individuale (DPI) per la pre-
sa del corpo, componente del sistema di arresto delle
cadute, destinato a trattenere l’individuo mediante un
insieme di nastri in poliestere ad alta tenacità (24 kN) e
fibbie di regolazione per agganci dorsali e sternali (fig.
61). Dotata di cinghia posteriore (seduta) per l’assor- Fig. 61 - Imbracatura anticaduta.
bimento del carico dinamico derivante da una caduta,
deve essere di tipo conforme alla norma UNI-EN361. Il
moschettone di collegamento tra le due asole di tratte-
nuta anteriori deve essere di tipo conforme alla norma
UNI-EN362, da tenere agganciato e chiuso anche in ca-
so di impiego dell’imbracatura con l’anello di trattenuta
dorsale Per collegare l’imbracatura a un punto d’anco-
raggio occorre utilizzare un cordino dotato di assorbito-
re d’energia oppure un dispositivo anticaduta retrattile
(fig. 62).
Vedi Assorbitore di energia
Vedi Sistema anticaduta
Fig. 62 - Dispositivo anticaduta re-
trattile.
Impalcato
Insieme di elementi orizzontali che forma una superficie continua impiegata per realizzare
una soffittatura (per esempio protezione su attrezzature di cantiere) o un piano praticabile
utilizzato come posto di lavoro temporaneo (per esempio per i ponteggi piani di calpestio,
ponti di carico o sottoponti per consentire il transito del personale e la movimentazione
dei materiali alle varie quote) o per la viabilità (per esempio la struttura orizzontale di un
ponte).
656 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Nell’ambito dei ponteggi, l’impalcato può essere costituito da tavole:


• in metallo, pedane realizzate in alluminio o in acciaio zincato (fig. 63) con bugnatura
antisdrucciolo e attacchi a gancio, di larghezza 33 o 50 cm, raggiungono una portata fino
a 6 kN/m2 per carichi uniformemente distribuiti e possono essere dotate di una boto-
la per la creazione di collegamenti verticali mediante scalette metalliche prefabbricate
(fig. 64);
• in legno, devono avere fibre con andamento parallelo all’asse, uno spessore adeguato
al carico da sopportare (in ogni caso non inferiore a 4 cm) e una larghezza superiore o
uguale a 20 cm. Non devono avere nodi passanti che riducano la sezione resistente, pog-
giare su almeno tre traversi del ponteggio con estremità sovrapposte in corrispondenza
del traverso del ponteggio per almeno 40 cm e devono essere ben assicurate contro gli
spostamenti e accostate tra loro.
Gli impalcati e i ponti di servizio devono avere un sottoponte di sicurezza, realizzato come
l’impalcato, a una distanza non superiore a 2,50 m. Il sistema di accesso all’impalcato, adot-
tato anche in fase di montaggio e smontaggio del ponteggio, non deve comportare rischi di
caduta e deve consentire un’efficace evacuazione in caso di pericolo. Può essere ottenuto
mediante scalette interne alla proiezione del ponteggio (fig. 68) o apposite torri-scala. Le
scale usate per l’accesso ai vari piani del ponteggio non devono essere poste l’una in pro-
secuzione dell’altra e quando sono sistemate verso la parte esterna del ponteggio, devono
essere provviste di corrimano parapetto. La tipologia, la posizione e il numero degli accessi
dovranno essere valutati in relazione al numero di lavoratori presenti contemporaneamen-
te sul ponteggio, alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell’impiego.

Fig. 63 - Pedane da ponte in acciaio zincato. Fig. 64 - Pedana da ponte metallica con botola e
scaletta di collegamento.

Fig. 65 - Impalcato in metallo in opera. Fig. 66 - Tavole da ponte.


I TERMINI DELLA SICUREZZA 657

Fig. 67 - Impalcato in legno in opera. Fig. 68 - Scaletta da ponte.

Impianti di sicurezza
Impianti (e dispositivi) attinenti alla sicurezza sul luogo di lavoro (per esempio di allarme,
di rivelazione incendi, di estinzione e lotta all’incendio).

Impianto
Insieme di attrezzature, apparecchiature, dispositivi, congegni volti a una stessa funzione
(per esempio l’impianto elettrico, di riscaldamento ecc.).

Impianto elettrico di terra (Messa a terra)


L’impianto elettrico di terra è composto da:
• elementi di dispersione (dispersori): interrati, possono essere di tipo intenzionale (per
esempio profilati o tubi metallici per i quali le norme indicano le dimensioni minime allo
scopo di garantirne la necessaria resistenza meccanica e alla corrosione) o di fatto (per
esempio i ferri d’armatura delle fondazioni in c.a. che, in contatto elettrico con il terreno
per mezzo del calcestruzzo, offrono una grande superficie disperdente in grado di otte-
nere bassi valori di resistenza verso terra). Non possono essere utilizzate le tubazioni
dell’acquedotto pubblico come dispersori;
• conduttori di terra: collegano i dispersori (intenzionali o di fatto) tra di loro e con il nodo
principale di terra. A seconda che siano isolati o nudi (in questo caso con anche funzione
di dispersione) devono essere di sezioni minime previste, dalle norme per gli specifici
casi, non inferiori a 35 mm2;
• conduttori di protezione (PE): collegano le masse delle utenze elettriche al nodo prin-
cipale di terra. Il conduttore può far parte degli stessi cavi di alimentazione o essere
esterno a essi, con sezioni minime indicate dalle norme. Se i conduttori di protezione
sono esterni, la sezione minima sarà di 6 mm2 e comunque non inferiore alla sezione del
conduttore di fase;
• collettore o nodo principale di terra: solitamente costituito da una barra in rame (pun-
tazza), che deve essere situata in posizione accessibile e avere i collegamenti sezionabili.
È l’elemento di collegamento tra i conduttori di terra, i conduttori di protezione e i
collegamenti equipotenziali;
• conduttori equipotenziali: elementi che collegano il nodo di terra alle masse metalliche
estranee (per esempio ponteggi, baraccamenti in lamiera) dimensionati come prescritto
dalle norme.
658 I TERMINI DELLA SICUREZZA

I conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali, se costituiti da cavi unipolari, devono


avere l’isolante di colore giallo-verde; per i conduttori nudi non sono prescritti colori o con-
trassegni specifici (ove sia necessario distinguerli da altri conduttori devono essere usate
fascette di colore giallo-verde o etichette con il segno grafico ±. Lo stesso simbolo ± deve
individuare i morsetti destinati al collegamento dei conduttori di terra, equipotenziali e di
protezione. L’impianto di messa a terra per la protezione contro le scariche atmosferiche
deve essere interconnesso con l’impianto di terra, costituendo così un unico impianto di
dispersione per l’intera area occupata dal cantiere. Deve essere realizzato in base alla po-
sizione definitiva delle principali macchine da ditta specializzata, che rilascerà il certificato
attestante la conformità alle norme CEI e a quanto prescritto dalla legislazione vigente in
materia. I ponteggi metallici e le strutture metalliche di armatura devono essere collegati
a terra almeno ogni 25 m di sviluppo lineare, con un minimo di due punti dispersori; le gru
su almeno quattro punti dispersori; le baracche metalliche su almeno due punti dispersori;
i depositi di materiale facilmente infiammabile o esplodente su almeno quattro punti di-
spersori ed essere provvisti di impianto di captazione.

Imprenditore
Persona che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della pro-
duzione o dello scambio di beni o servizi. L’imprenditore si pone sul mercato tra coloro che
offrono capitale e lavoro a quanti richiedono beni o servizi. Alla qualifica di imprenditore si
applica uno speciale regime giuridico che prevede, tra l’altro, che l’esercizio d’impresa non
debba svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o essere pregiudizievole per la sicurezza, la
libertà e la dignità umana, debba rispettare l’integrità fisica e morale dei lavoratori. L’im-
prenditore, inoltre, non deve essere sleale nei confronti degli altri imprenditori e collocarsi
al di fuori di situazioni di monopolio o comunque lesive della libera concorrenza. Norme
speciali valgono per le diverse e ulteriori figure speciali di imprenditore (individuale o col-
lettivo, privato o pubblico).

IMQ
Vedi Istituto Italiano del Marchio di Qualità

INAIL
Vedi Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

Incapsulamento
Trattamento dell’amianto (per esempio lastre di copertura in Eternit) con prodotti pe-
netranti o ricoprenti che hanno la funzione di inglobare le fibre di amianto, ripristinar-
ne l’aderenza al supporto e
costituire una pellicola di pro-
tezione sulla superficie esposta.
L’incapsulamento di materia-
li contenenti amianto (MCA)
non richiede la successiva ap-
plicazione di ulteriori prodotti
coprenti e non produce rifiuti
tossici. Il principale inconve-
niente è rappresentato dalla
permanenza nell’edificio di
MCA e dalla conseguente ne-
cessità di predisporre un pro-
gramma di controllo (verifica
periodica sull’efficacia dell’in-
capsulamento che, con il tempo,
può alterarsi o danneggiarsi) e
manutenzione (ripetizione del
trattamento). L’applicazione dei
prodotti incapsulanti (per esem- Fig. 69 - Incapsulamento di copertura in lastre ondulate di
pio pittura impermeabilizzante amianto-cemento.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 659

a base di resine acriliche reticolanti alla luce e di pigmenti particolari in dispersione) può
avvenire a pennello, a rullo o con apparecchiatura a spruzzo, da parte di imprese iscritte
all’Albo nazionale dei Gestori Ambientali secondo le modalità contenute al Capo III
del D.Lgs. 81/2008. L’eventuale rimozione di un MCA è generalmente preceduta dal suo
incapsulamento.
Vedi Amianto

Incidente rilevante
Circostanza di rilievo (per esempio un incendio, un’esplosione) connessa allo sviluppo in-
controllato di un’attività aziendale che dia luogo a un pericolo, sia all’interno, sia all’esterno
dell’area di accadimento, per l’uomo e per l’ambiente.

Indagine ambientale
Analisi effettuata all’interno di luoghi di lavoro o di particolari situazioni ambientali per
monitorare una serie di parametri o fattori di rischio (per esempio rumore, polveri, fumi,
utilizzo di sostanze pericolose) che possono interferire sulla salute e sulla sicurezza degli oc-
cupanti. Le misurazioni vengono eseguite mediante idonee apparecchiature (per esempio
pompe per il prelievo dell’aria da analizzare in laboratorio, fonometri per la misurazione
del rumore, rilevatori di gas, analisi al microscopio ottico in contrasto di fase MOCF per
rilevare la presenza di fibre d’amianto). Se al termine dell’indagine ambientale il valore
limite di soglia (TLV) supera il limite consentito si procederà a piani di bonifica per limitare
l’esposizione.

Indicatori luminosi (Visualizzatori)


Pulsanti, selettori o bottoni luminosi presenti sui quadri di comando delle macchine o sulle
linee di alimentazione elettrica allo scopo di fornire informazioni di:
• segnalazione: per attirare l’attenzione dell’operatore o per indicargli di eseguire una de-
terminata manovra;
• conferma: per attuare un comando, segnalare una particolare condizione o per indicare
la fine di un periodo di cambiamento o di transizione.

Informazione (dei lavoratori)


Insieme delle attività dirette a fornire conoscenze utili all’identificazione, alla riduzione e
alla gestione dei rischi nell’ambiente di lavoro. Il datore di lavoro deve obbligatoriamente
provvedere affinché ciascun lavoratore riceva un’informazione specifica riguardante:
• i rischi generali per la sicurezza e la salute connessi all’attività dell’impresa;
• le misure e le attività di protezione e di prevenzione adottate;
• i rischi specifici a cui viene esposto il lavoratore stesso rispetto alle attività che svolge;
• i pericoli connessi alle sostanze e ai preparati pericolosi utilizzati in ambito lavorativo
con riferimento alle schede tecniche dei singoli prodotti;
• le procedure attinenti alla gestione dell’emergenza (pronto soccorso, antincendio ed
evacuazione) all’interno dell’ambiente di lavoro;
• il personale incaricato alla gestione dell’emergenza.

Infortunio (sul lavoro)


Evento lesivo avvenuto per cause correlate con il lavoro che abbia come conseguenza
un’inabilità temporanea assoluta di almeno tre giorni o un’inabilità permanente parziale
o assoluta o la morte.

INPS
Vedi Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale
660 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Interblocco
Dispositivo meccanico, elettrico o di altro tipo, il cui scopo è quello di impedire agli elemen-
ti di una macchina di funzionare in condizioni specificate (generalmente finché la riparazio-
ne non sia completata).

International Organization for Standardization (ISO)


Si tratta della più importante organizzazione a livello mondiale per la definizione di norme
tecniche (normazione). Membri dell’ISO sono gli organismi nazionali di standardizzazione
dei principali paesi industrializzati; in Italia le norme ISO vengono recepite, armonizzate e
diffuse dall’UNI, il membro che partecipa in rappresentanza dell’Italia all’attività normati-
va dell’ISO. Le norme ISO 9000 trattano del sistema aziendale.
Sito: www.iso.org

Interruttore differenziale
magnetotermico (Salvavita)
Dispositivo elettronico integrato in grado di interrompe-
re un circuito elettrico rilevando una disuguaglianza tra
le correnti in ingresso e in uscita di un impianto in caso
di sovracorrente o cortocircuito (magnetotermico), di-
spersione elettrica o folgorazione (differenziale). Grazie
all’utilizzo di relè (anziché di fusibili come in origine), ga-
rantisce una maggior precisione d’intervento e la possibi-
lità di ripristinare l’alimentazione con la sola pressione di
un pulsante o l’azionamento di una leva.

Fig. 70 - Interruttore differenziale


magnetotermico.

Invalidità
Perdita della capacità lavorativa (invalidità assoluta) o sua diminuzione (invalidità parzia-
le). Può essere temporanea (limitata a un determinato periodo di tempo) o permanente
(persistente per tutta la vita).

Involucro
Elemento in grado di fornire la protezione dei materiali ricoverati al suo interno dalle azio-
ni esterne e dal contatto diretto in ogni direzione.
Può essere considerato involucro:
• un armadio o una cassetta, montati sulla macchina o separati da essa;
• uno scomparto, costituito da uno spazio chiuso che fa parte della struttura della mac-
china;
• un locale chiuso.

IP
Vedi Grado di Protezione

ISO
Vedi International Organization for Standardization

ISPESL
Vedi Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro
I TERMINI DELLA SICUREZZA 661

Ispettorato del Lavoro


Ente del Ministero del Lavoro che si occupa, attraverso i propri uffici provinciali, della vi-
gilanza su alcuni aspetti della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro (per esempio
protezione della salute fisica e psichica, rispetto dei turni di lavoro).

Istituto Italiano del Marchio di Qualità (IMQ)


Ente certificatore accreditato che si occupa di sicurezza, qualità dei prodotti e dei sistemi di
gestione. Il marchio di sicurezza IMQ, che identifica alcuni prodotti elettrici, garantisce:
• la conformità ai requisiti di legge;
• la conformità ai requisiti di sicurezza prima dell’immissione sul mercato;
• il controllo dell’azienda di produzione;
• il controllo periodico della produzione per la verifica del rispetto degli standard quali-
tativi.
Sito: www.imq.it

Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL)
Ente pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
presso cui sono assicurati obbligatoriamente tutti i lavoratori che utilizzano macchine o co-
munque operano in ambienti organizzati suddivisi per settori di attività lavorativa (artigia-
nato, industria, terziario, altre attività). L’obbligatorietà di partecipazione all’INAIL ha lo
scopo di tutelare il lavoratore rispetto ai possibili rischi economici del datore di lavoro (per
esempio il fallimento). L’INAIL svolge inoltre attività di prevenzione degli infortuni (avendo
assorbito il disciolto ISPESL) e di riabilitazione e reinserimento dei lavoratori infortunati.
Sito: www.inail.it

Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS)


Principale ente previdenziale italiano presso cui debbono essere obbligatoriamente assicu-
rati tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, oltre ad alcune categorie di lavoratori
del settore pubblico e parte dei lavoratori autonomi. L’attività dell’INPS è quella contribu-
tiva (riscossione dei contributi) e previdenziale (liquidazione delle pensioni e prestazioni
previdenziali e/o assistenziali.
Sito: www.inps.it

Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL)


Organo tecnico e scientifico del Servizio Sanitario Nazionale (Ministero della Sanità) con
compiti d’informazione, documentazione, ricerca e sperimentazione in materia di tutela
della salute, sicurezza e benessere nei luoghi di lavoro. Le sue funzioni sono state attribuite
all’INAIL con decorrenza dal 31 maggio 2010.
Sito: www.ispesl.it

Istruzioni per l’uso (di una macchina)


Misure di sicurezza che consistono nell’insieme di testi, segnali, simboli o diagrammi predi-
sposti dal fabbricante al fine di dare informazioni all’utente.
Ogni macchina deve obbligatoriamente essere accompagnata da istruzioni per l’uso che
forniscano le seguenti informazioni minime:
• il riepilogo delle indicazioni previste per la marcatura, con spiegazioni che facilitino la
manutenzione (per esempio l’indirizzo dell’importatore);
• le condizioni di utilizzo previste;
• le informazioni per eseguire senza alcun rischio la messa in funzione, l’utilizzazione, il
trasporto, l’installazione, il montaggio e lo smontaggio, la regolazione, la manutenzione
e la riparazione;
• gli schemi di funzionamento della macchina.
662 I TERMINI DELLA SICUREZZA

L Lavoratore
Persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retri-
buzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli
addetti ai servizi domestici e familiari.
Ogni lavoratore è obbligato a curare:
• la propria sicurezza e salute, conformemente alla formazione, alle istruzioni e ai mezzi
forniti dal datore di lavoro;
• la sicurezza e salute delle altre persone presenti sul luogo di lavoro su cui possono rica-
dere gli effetti delle sue azioni o omissioni.
In particolare, i lavoratori devono:
• osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti, dai
preposti, dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) ai fini della
protezione collettiva e individuale;
• utilizzare correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i pre-
parati pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro;
• utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione individuale (DPI) o collettiva
(DPC) messi a loro disposizione, non rimovendo o modificando senza autorizzazione i
dispositivi di sicurezza, di segnalazione o di controllo;
• segnalare immediatamente al datore di lavoro, all’ RSPP, al dirigente o al preposto le
deficienze dei mezzi e/o dei dispositivi a loro messi a disposizione, eventuali condizioni
di pericolo di cui vengono a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza,
nell’ambito delle loro competenze e possibilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o
pericoli, dandone notizia al RLS;
• evitare di compiere operazioni o manovre che non siano di loro competenza ovvero che
possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
• sottoporsi ai controlli sanitari previsti nei loro confronti;
• contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all’adempimento di
tutti gli obblighi imposti dall’autorità competente o comunque necessari per tutelare la
sicurezza e la salute durante il lavoro.

Lavoratore autonomo
Soggetto la cui attività professionale concorre alla realizzazione di un’opera senza vincoli
di subordinazione.

Lavori usuranti
Quelli per il cui svolgimento è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e
continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con idonee misure.
Sono tabellati in apposito decreto e rientrano nella categoria quelli:
• notturni continuativi;
• alle linee di montaggio con ritmi vincolati;
• in galleria, cava o miniera;
• in spazi ristretti (per esempio all’interno di condotti, di cunicoli di servizio, di pozzi, di
serbatoi);
• in altezza (per esempio su scale aeree, con funi o a parete, su ponti a sbalzo o mobili a
sospensione);
• in cassoni ad aria compressa;
• subacquei (per esempio svolti dai palombari);
• in celle frigorifere o all’interno di ambienti con temperatura uguale o inferiore a 5 °C;
• ad alte temperature (per esempio addetti ai forni nell’industria metallurgica, nella lavo-
razione del vetro);
• di asportazione dell’amianto (per esempio da impianti industriali, da edifici industriali
e civili).
I TERMINI DELLA SICUREZZA 663

Lavoro in quota
Attività lavorativa che espone al rischio di caduta da una quota superiore a 2 m rispetto al
piano di riferimento e per la quale devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori,
adeguate impalcature, ponteggi, idonee opere provvisionali (per esempio rete anticaduta,
parapetti) o comunque precauzioni atte a eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose
dall’alto.

Lavoro subordinato
È quello reso da coloro che mettono a disposizione di un’altro soggetto (per esempio im-
prenditore, datore di lavoro) la propria attività lavorativa in quanto tale, a prescindere dal
risultato perseguito e quindi rimangono estranei alla buona riuscita dell’opera o al raggiun-
gimento di un particolare risultato.

Limiti di esposizione
Indicano, per ciascuna sostanza considerata, le concentrazioni aerodisperse alle quali si
ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente, giorno
dopo giorno, senza effetti negativi per la salute (livello di accettabilità).
In ambiente di lavoro si considerano tre categorie di limiti di esposizione:
• giornaliero, concentrazione media ponderata nel tempo per una giornata lavorativa di 8
ore e per 40 ore lavorative settimanali, alla quale quasi tutti i lavoratori possono essere
ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi;
• per breve tempo di esposizione, concentrazione a cui i lavoratori possono essere esposti
continuativamente per un breve periodo di tempo, senza che insorgano irritazioni, alte-
razioni croniche o irreversibili, torpore, purché il valore limite di soglia giornaliero non
venga superato;
• istantaneo, concentrazione che non deve essere superata durante l’esposizione lavorati-
va nemmeno per un istante.

Linea vita
Sistema di sicurezza anticaduta orizzontale scorrevole che, installato sulla copertura di edi-
fici, consente l’aggancio in sicurezza dell’imbracatura indossata dall’operatore durante la-
vori di manutenzione o ristrutturazione al fine di impedirne la caduta nel vuoto in assenza
di parapetti perimetrali, ponteggi o reti anticaduta. Alcune regioni hanno posto l’obbligo
di installare le linee vita in occasione di lavori di nuova costruzione o ristrutturazione di
fabbricati per porre in condizione di sicurezza i successivi interventi di manutenzione sulla
copertura o nelle zone di maggiore esposizione al rischio di caduta dall’alto (per esempio in
prossimità di camini, antenne, impianti solari termici o fotovoltaici).
Il sistema (fig. 71) è costituito essenzialmente da:
• una serie di ancoraggi strutturali verticali (per esempio paletti in acciaio fissati sul trave
di colmo) od orizzontali (per esempio piastre metalliche fissate alla muratura d’ambito
della copertura);

dispositivo di collegamento
ancoraggio
strutturale
ancoraggio orizzontale
strutturale
verticale
tenditore cavo in acciaio
assorbitore di
energia
struttura
oltre
copertura

dispositivo di
copertura dell'edificio
ancoraggio

Fig. 71 - Elementi costitutivi della linea vita.


664 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• dispositivi di ancoraggio e collegamento


(per esempio piastre forate, elementi sago-
mati, occhielli) collocati in corrispondenza
degli ancoraggi strutturali per la disposizio-
ne della linea;
• la linea, costituita generalmente da un cavo
in acciaio fissato ai dispositivi di ancoraggio
ed equipaggiato di almeno un tenditore (per
regolare la tensione del cavo) e degli ac-
cessori di utilizzo del sistema (per esempio
blocchi di interdizione, raccordi, assorbitore
di energia ecc.);
• punti di ancoraggio scorrevoli ai quali aggan-
ciare il cordino di sicurezza collegato all’im-
bracatura indossata da ognuno degli operato-
ri per consentire la mobilità sulla copertura.

In alcuni casi particolari il sistema può utilizza- Fig. 72 - Rotaia rigida con punto di anco-
re, anziché il cavo in acciaio e i suoi accessori, raggio scorrevole.
una rotaia di ancoraggio rigida (fig. 72).
In base alla disposizione del cavo d’acciaio, il rischio di caduta dall’alto viene eliminato
attraverso:
• l’arresto della caduta: l’operatore è legato alla linea vita mediante un cordino di raccor-
do di lunghezza fissa o variabile senza che possa raggiungere zone a rischio di caduta
(fig. 73);
• la ritenzione: l’operatore è legato alla linea vita mediante un cordino di raccordo di lun-
ghezza fissa senza che possa raggiungere zone a rischio di caduta (fig. 74).

L’installazione di una linea vita deve essere eseguita in base a uno specifico progetto che
contenga almeno:
• lo schema del sistema anticaduta con indicazione dei punti di accesso alla copertura, dei
punti di ancoraggio strutturale e i percorsi di utilizzo;
• la relazione di calcolo con verifica delle azioni vincolari trasmesse agli elementi di anco-
raggio strutturale nelle varie situazioni;
• il manuale d’uso e il programma di manutenzione del sistema.

Una volta installato il sistema dovrà essere collaudato per verificarne la rispondenza alla
norma UNI EN 795.

Fig. 73 - Sistema di arresto della caduta. Fig. 74 - Sistema di ritenzione della caduta.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 665

Linee guida
Atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di salute e
sicurezza predisposti dai Ministeri, dalle Regioni, dall’ISPESL, dall’ INAIL e approvati in
sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Auto-
nome di Trento e Bolzano.

Luoghi di lavoro
Luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità pro-
duttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza accessibile al lavoratore nell’ambito del
proprio lavoro (per esempio i locali tecnici nei quali si possono eseguire interventi di ma-
nutenzione). Rientrano nella classificazione anche i campi, i boschi e altri terreni facenti
parte di un’azienda agricola; non rientrano in tale definizione i mezzi di trasporto, i cantieri
temporanei o mobili, le industrie estrattive e i pescherecci.

Malattia professionale M
Disturbo contratto a causa e nell’esercizio del lavoro svolto, dovuto all’azione nociva, lenta
e protratta nel tempo, di un’attività o al contatto con materiali o fattori negativi presenti
nell’ambiente in cui si svolge la prestazione lavorativa.
Le malattie professionali più comuni nei luoghi di lavoro sono:
• la sordità da rumore;
• le malattie della pelle (per esempio dermatiti, eczemi ecc.);
• le malattie dei polmoni (per esempio la silicosi);
• disturbi delle ossa e delle articolazioni ecc.
Il lavoratore che contrae una malattia professionale ha diritto alla tutela assicurativa INAIL
come per l’infortunio sul lavoro.
105 min.120

Mandante
Vedi Associazione temporanea di imprese

Mandataria
Vedi Associazione temporanea di imprese

Mansione
200

Insieme dei compiti inerenti a una determinata figura


professionale all’interno dell’organizzazione del lavo-
ro che comporta sia funzioni operative e responsabilità
specifiche sia rapporti nei confronti degli altri livelli
gerarchici aziendali.
200

Mantovana
Dispositivo di protezione collettiva (DPC) realizzato
mediante apposita struttura di supporto (per esempio
a tubi e giunti o prefabbricata) e impalcati di ponteggio
6

(per esempio tavole in legno o pedane metalliche) per 20 40

la protezione contro la caduta di cose dall’alto in zone


destinate al transito all’interno o all’esterno dell’area Fig. 75 - Schema di ponteggio a te-
di cantiere (fig. 75). lai prefabbricati con partenza stret-
Vedi Dispositivi di protezione collettiva ta e mantovana.
666 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Manutenzione
Complesso delle operazioni necessarie a mantenere la necessaria funzionalità ed efficienza
a dispositivi, macchine, attrezzature e impianti. Può essere ordinaria (quando viene attuata
in loco tramite strumenti e attrezzature di uso corrente) o straordinaria (quando non può
essere attuata in loco ed è svolta mediante l’impiego di strumenti e attrezzature particolari
e/o quando comporti sostituzioni di parti dell’apparecchiatura).

Marcatura
Insieme di simboli e/o scritte utilizzate per l’identificazione del tipo di componente o di
apparecchio, apposte dal costruttore. Devono comprendere almeno:
• il nome e l’indirizzo del costruttore;
• i marchi obbligatori (per esempio il marchio CE che comprende anche l’anno di fabbri-
cazione);
• la designazione della serie, del tipo e del numero di matricola (se previsto);
• le caratteristiche nominali per i prodotti elettrici (per esempio tensione, frequenza, po-
tenza ecc.).

Massa
Parte conduttrice di un equipaggiamento o di un impianto elettrico che può essere toccata
(anche se normalmente non si trova a portata di mano) e che non è in tensione in condizio-
ni ordinarie, ma che può trovarsi in tensione in condizioni di guasto o se viene a mancare
l’isolamento principale.

Materiali Contenenti Amianto (MCA)


Materiali che contengono un tenore di fibre di amianto superiore all’1% in peso. La poten-
ziale pericolosità dei MCA dipende dall’eventualità che rilascino fibre nell’ambiente e che
queste possano essere inalate.
Si definiscono:
• MCA friabili quelli che, a causa della loro scarsa coesione interna, possono essere ridotti
in polvere mediante la semplice pressione delle dita; possono liberare spontaneamente
fibre se sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni di acqua ecc. e possono essere
facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione o da parte degli occupan-
ti dell’edificio se sono collocati in posizioni accessibili;
• MCA compatti quelli che possono essere danneggiati solo facendo uso di strumenti
meccanici e non rilasciano fibre spontaneamente. Le lastre di copertura in amianto-
cemento (Eternit) sono da considerarsi in MCA compatto ossia in grado di rilasciare
cospicue quantità di fibre solo se lavorate con utensili ad alta velocità; modeste quantità

ANALISI E VALUTAZIONE MCA

MCA COMPATTO MCA FRIABILE O DANNEGGIATO

NON SOGGETTO SOGGETTO INCAPSULAMENTO


A DANNEGGIAMENTO A DANNEGGIAMENTO

RIMOZIONE

INCAPSULAMENTO CONFINAMENTO

MONITORAGGIO PERIODICO
PROCEDURE MANUTENZIONE PROGRAMMATA

Fig. 76 - Procedure in presenza di MCA.


I TERMINI DELLA SICUREZZA 667

di fibre possono essere comunque rilasciate durante la manipolazione, la lavorazione


con utensili manuali e la rottura accidentale. L’invecchiamento dovuto agli agenti atmo-
sferici e favorito dall’acidità delle piogge, fa sì che il cemento si dissolva, liberando fibre
di amianto. In caso di incendio ed esposizione delle lastre ad alte temperature si verifi-
cano fenomeni di sbriciolamento con conseguente aumento della friabilità del MCA.
Vedi Amianto

Medico competente
Dottore in possesso dei titoli e dei requisiti formativi e professionali contenuti all’art.38
del D.Lgs. 81/2008, nominato dal datore di lavoro per le attività contenute all’art.25 del
D.Lgs. 81/2008.

Microscopio Ottico in Contrasto di Fase (MOCF)


Strumento che consente di rilevare la presenza di fibre di amianto depositate su un tampo-
ne (per esempio per la campionatura e analisi di fibre libere aerodisperse durante le fasi
di bonifica di un immobile) o su un campione (per esempio per la ricerca quantitativa e
qualitativa delle forme di amianto presenti nei materiali, la caratterizzazione di rifiuti). La
campionatura al MOCF, eseguita presso laboratori specializzati, è in grado di rilevare anche
tenori molto bassi di fibre di amianto, a differenza di altre tecniche analitiche (per esempio
la spettroscopia infrarossa o raggi X).
Vedi Amianto

Misure di tutela e prevenzione


Tutte le azioni di tipo tecnico, organizzativo e gestionale finalizzate a prevenire un evento
accidentale così sintetizzabili:
• valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza;
• eliminazione dei rischi in funzione delle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico
o, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo (riduzione dei rischi alla fonte);
• informazione, formazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori e dei loro rap-
presentanti ai temi riguardanti la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro;
• impartimento di istruzioni adeguate e ben comprensibili ai lavoratori;
• sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso;
• rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle
attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e di produzione;
• limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o possono essere, esposti al
rischio;
• utilizzo limitato di agenti chimici, fisici, biologici sui luoghi di lavoro;
• controllo sanitario dei lavoratori in relazione ai rischi specifici e alle condizioni igieniche
dell’ambiente di lavoro;
• adozione di dispositivi di protezione collettiva (DPC) e individuale (DPI), con priorità
per quelle collettive rispetto a quelle individuali;
• adozione di procedure di emergenza da attuare in caso di pronto soccorso, di lotta antin-
cendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato;
• uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;
• manutenzione di ambienti, strutture, attrezzature, macchine e impianti con particolare ri-
guardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alle indicazioni fornite dai fabbricanti.

MMC
Vedi Movimentazione Manuale dei Carichi

MOCF
Vedi Microscopio Ottico in Contrasto di Fase
668 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Monitoraggio
Vedi Indagine Ambientale

Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC)


Operazioni di trasporto e di sostegno (per esempio sollevare, deporre, spingere, tirare, spo-
stare ecc.) di un carico da parte di uno o più lavoratori che, per caratteristiche o in con-
seguenza a condizioni ergonomiche sfavorevoli possono comportare rischi per la salute
(per esempio lesioni dorsolombari, patologie da sovraccarico biomeccanico, delle strutture
osteoarticolari ecc.).
Le caratteristiche del carico che possono costituire un rischio sono:
• troppo pesante (superiore a 30 kg);
• ingombrante o difficile da afferrare;
• in equilibrio instabile o il cui contenuto rischia di spostarsi;
• è ubicato in una posizione tale per cui deve essere afferrato o maneggiato a una certa
distanza dal tronco ovvero con una torsione o inclinazione del tronco.
Le disposizioni per una corretta esecuzione della movimentazione manuale dei carichi sono
contenute al Titolo VI del D.Lgs. 81/2008.

N Non conformità
Ogni cambiamento rispetto alle norme di lavoro, alle pratiche, alle procedure, alle leggi, alle
prestazioni del sistema di gestione ecc. che potrebbe portare, sia direttamente sia indiretta-
mente, a ferite o a malattie, a danni a cose, all’ambiente di lavoro o a un insieme di questi.

Norma tecnica
Regola tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale, europea o na-
zionale di normalizzazione, la cui osservanza non sia obbligatoria.

LIVELLO MONDIALE ISO IEC

LIVELLO EUROPEO CEN CENELEC

LIVELLO NAZIONALE UNI CEI

Fig. 77 - Norme tecniche.

Norma tecnica armonizzata


Regola tecnica elaborata dagli Enti europei di normazione (Comitato Europeo di Nor-
malizzazione CEN e il Comitato Europeo di Normalizzazione Elettrotecnica CENELEC)
con la partecipazione delle associazioni rappresentanti interessate (per esempio produt-
tori, utilizzatori, autorità di Governo) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità
Europea e recepita almeno da uno Stato membro dell’Unione Europea. Sono basate su
norme internazionali (ISO o IEC) e riguardano aspetti generali (per esempio compatibi-
lità elettromagnetica, sicurezza macchine e attrezzature), hanno carattere volontario e la
loro osservanza conferisce la presunzione di conformità ai requisiti essenziali contenuti
nelle direttive (per esempio Direttiva Macchine la cui applicazione è obbligatoria per il
costruttore).
I TERMINI DELLA SICUREZZA 669

Operatore O
Persona addetta all’installazione, al funzionamento, alla regolazione, alla manutenzione, al-
la pulizia, alla riparazione o al trasporto di una macchina.

Opere provvisionali
Vedi Apprestamenti

Organo di vigilanza
Organismi pubblici (per esempio ASL, Vigili del Fuoco, Ispettorato del Lavoro ecc.) in-
caricati di controllare l’applicazione della legislazione in materia di sicurezza e salute nei
luoghi di lavoro.

Paranco P
Vedi Argano

Parapetto
Dispositivo di Protezione Collettiva (DPC) impiegato per evitare la caduta nel vuoto di
persone o di cose da ogni luogo dove si presentino dislivelli tra diversi piani.
Si definisce normale con arresto al piede un parapetto che presenta le seguenti caratteristiche:
• costruito con materiale rigido e resistente in buono stato di conservazione;
• altezza utile di almeno 1 m;
• costituito da almeno due correnti, di cui quello intermedio posto a circa metà distanza
fra quello superiore e il pavimento;
• costruito e fissato in modo da poter resistere, nell’insieme e in ogni sua parte, al massimo
sforzo cui può essere assoggettato, tenuto conto delle condizioni ambientali e della sua
specifica funzione;
• con fascia continua fermapiede poggiante sul piano di calpestio e alta almeno 15 cm.
Le aperture nei muri prospicienti il vuoto o vani che abbiano una profondità superiore a 50
cm devono essere muniti di parapetto normale con arresto al piede oppure essere convenien-
temente sbarrati in modo da impedire la caduta di persone.
60 cm
cm
120

Fig. 78 - Parapetto normale con protezione al Fig. 79 - Parapetto per


piede. lavori sulla copertura.
670 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Parasassi
Vedi Mantovana

Paritetico
Enti e organismi costituiti dall’iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori
d’opera comparativamente più rappresentative sul piano nazionale con compiti di:
• attività formative (per esempio Scuole Edili), elaborazione e raccolta di buone prassi a
fini prevenzionistici;
• sviluppo di azioni inerenti alla salute e alla sicurezza sul lavoro (per esempio Comitati
Tecnici per la Prevenzione degli Infortuni);
• assistenza alle imprese finalizzata all’attuazione degli adempimenti in materia (per
esempio Cassa Edile);
• attività e funzioni assegnate loro dalla legge o dai Contratti Collettivi di Lavoro (per
esempio consultiva, conciliativa, di sopralluogo ecc.).

Passerella (Andatoia)
Camminamento protetto verso il vuoto da parapetti (completi di tavola fermapiede) uti-
lizzato per l’attraversamento di buche e ostacoli (fig. 80) o per il superamento di dislivel-
li (fig. 81) nella circolazione di cantiere. L’utilizzo è obbligatorio per il superamento di
qualsiasi dislivello superiore a 30 cm con o senza il trasporto di materiale. Le passerelle
destinate al passaggio di sole persone devono avere larghezza di almeno 60 cm; quelle
destinate al passaggio di persone e materiali almeno 120 cm. Possono essere di tipo pre-
fabbricato con componenti metallici (per esempio parapetti e impalcato in lamiera anti-
100
30

30 30

Fig. 80 - Passerella in tubi e giunti.

listelli trasversali parapetto


antiscivolamento

enza
pend elemento di
25%
vincolo

piano d'accesso
cm
100

max

piano di riferimento 40 cm

Fig. 81 - Andatoia in legno.


I TERMINI DELLA SICUREZZA 671

scivolamento, fig. 82) o realizzate mediante elementi in legno e/o metallo (per esempio
tubi e giunti di ponteggio con impalcato in tavole di legno). Sulle andatoie con impalcato
in legno devono essere fissati trasversalmente dei listelli antiscivolamento a una distanza
uguale a quella del passo d’uomo carico (40 cm circa) e possono avere una pendenza
massima del 50% (equivalente a un angolo d’inclinazione di circa 27°).

Fig. 82 - Passerella prefabbricata. Fig. 83 - Passerella a mensola.

Patronato
Istituto promosso dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori per la tutela dei diritti nel
campo della sicurezza sociale.

Pericolo
Proprietà intrinseca a una determinata entità (per esempio materiali, attrezzature di la-
voro, metodi o prassi di lavoro) che è potenzialmente in grado di arrecare danno a cose o
persone.

PdL
Vedi Piano di Lavoro

Piano di Emergenza
Insieme delle misure tecnico-organizzative predisposte per fronteggiare un evento acci-
dentale originato da installazioni o da attività in corso sul posto di lavoro (per esempio
cantiere, edificio o stabilimento) fornendo ai lavoratori le istruzioni comportamentali in
una situazione di pericolo allo scopo di ridurre le conseguenze dannose per i lavoratori, la
popolazione e l’ambiente. Il Piano di Emergenza, redatto dal datore di lavoro in collabora-
zione con il Servizio di Prevenzione e Protezione, si compone essenzialmente di due parti;
la prima, di carattere generale, con la descrizione dei luoghi di lavoro e la seconda con la
descrizione delle procedure da adottare al verificarsi di una emergenza.

Piano di Lavoro (PdL)


Documento di valutazione dei rischi redatto a cura del datore di lavoro dell’impresa ese-
cutrice di interventi di rimozione di materiali contenenti amianto (MCA) nel quale sono
indicate, tra l’altro, le misure di prevenzione per i lavoratori e per l’ambiente che saranno
attuate durante le varie fasi dell’intervento. Il PdL non deve essere la semplice descrizione
di un intervento standard (adattabile a tutte le situazioni), ma una dettagliata analisi dei
problemi relativi alla natura del MCA da trattare, alla tipologia degli ambienti interessati e
dell’attività da svolgere, prevedendo (per quanto possibile) gli inconvenienti che potrebbe-
672 I TERMINI DELLA SICUREZZA

ro verificarsi durante il lavoro, le soluzioni adottate, le procedure di controllo previste per


evitarli (per esempio ispezione delle compartimentazioni, dispositivi di protezione indivi-
duale e collettiva) e i provvedimenti in caso di emergenza. I contenuti minimi del PdL sono
indicati all’art. 256 del D.Lgs. 81/2008. Copia del Piano di Lavoro deve essere trasmessa
almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori (salvo i casi di emergenza) al Dipartimento di
prevenzione dell’ASL territorialmente competente rispetto al cantiere; valutato il piano, il
Dipartimento può, nella comunicazione che autorizza l’avvio dei lavori, emettere prescri-
zioni di carattere vincolante. La redazione del PdL sostituisce gli adempimenti inerenti alla
presentazione del Piano Operativo di Sicurezza (POS) da parte dell’impresa.

Piano di Montaggio Uso e Smontaggio (PiMUS)


Documento operativo, redatto a cura dal datore di lavoro dell’impresa incaricata di allestire
un ponteggio metallico fisso, contenente:
• le procedure adottate nelle fasi di montaggio, smontaggio ed eventualmente trasforma-
zione dell’opera provvisionale;
• le informazioni utili all’impiego, alla manutenzione e alle verifiche da eseguirsi durante
il suo utilizzo.
Il PiMUS non è un documento di valutazione dei rischi (come il POS), ma è finalizzato a
garantire la sicurezza di chi, oltre al personale addetto al montaggio (ponteggiatori) e agli
utilizzatori diretti in cantieri (operai, lavoratori autonomi), potrebbe comunque trovarsi
coinvolto in queste operazioni (per esempio residenti in uno stabile in corso di ristrut-
turazione). Il datore di lavoro deve assicurare che i ponteggi siano montati, smontati o
trasformati sotto la diretta sorveglianza di un preposto, a regola d’arte e conformemente al
PiMUS, a opera di addetti in possesso di adeguata formazione (attestato di frequenza a un
corso per ponteggiatori).

2000
2000
2000
2000
2000

20110
2000
2000
2000
2000
2000

2500 2500 2500 2500 2500 1150 1500

Fig. 84 - Schema tipo di ponteggio a telai prefabbricati.


I TERMINI DELLA SICUREZZA 673

Il PiMUS deve essere predisposto:


• per i ponteggi metallici fissi, indipendentemente dalle dimensioni, complessità o necessi-
tà di progetto per l’opera provvisionale;
• per impalcati o altre opere provvisionali realizzati mediante impiego di elementi tipici
dei ponteggi metallici fissi.
Se il ponteggio non viene eseguito esattamente come indicato nello schema tipo riportato
sul libretto d’uso (Autorizzazione ministeriale) occorre che al PiMUS sia allegato uno spe-
cifico progetto dell’opera provvisionale, redatto da tecnico abilitato e contenente:
• le ipotesi di calcolo: caratteristiche geometriche e proprietà dei materiali adottati, carichi
verticali, carichi orizzontali dovuti al vento e superficie investita;
• il calcolo delle sollecitazioni: sforzo assiale sui montanti ponteggio, momento flettente sui
montanti, sollecitazioni sui traversi;
• la verifica degli elementi: montanti, traversi e scorrimento dei giunti;
• le verifiche locali: impalcato, parapetto, basette e ancoraggi.
Per la realizzazione di opere provvisionali diverse dai ponteggi (per esempio ponti su ruote,
ponti su cavalletti, parapetti ecc.) non è richiesta la redazione del PiMUS. I contenuti mini-
mi del PiMUS sono indicati all’Allegato XXII del D.Lgs. 81/2008.

Piano di riferimento
Livello dove avviene l’evacuazione all’esterno degli occupanti della struttura edilizia; nor-
malmente coincide con il piano stradale di accesso.

Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC)


Strumento di pianificazione della sicurezza finalizzato all’individuazione, all’analisi e
alla valutazione dei rischi presenti nel cantiere in esame e alla definizione delle con-
seguenti scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
necessarie per eliminare o ridurre al minimo i rischi. Garantisce, per tutta la durata
dei lavori, il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della
salute dei lavoratori. Il PSC viene redatto dal coordinatore per la progettazione dei
lavori (CSP) nei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese (anche non contem-
poranea).
Il PSC è disciplinato dall’art. 100 del D.Lgs. 81/2008 e i suoi contenuti minimi sono definiti
all’Allegato XV dello stesso decreto. Per essere uno strumento efficace, il PSC deve:
• riferirsi allo specifico cantiere;
• essere facilmente comprensibile, evitando ripetizioni o riproposizioni degli articoli di
legge;
• avere un indice degli argomenti;
• disporre di adeguati allegati grafici (per esempio layout del cantiere, particolari delle
varie fasi di costruzione).
Il PSC contiene, tra l’altro, l’analisi delle interferenze tra le lavorazioni, determinate dall’at-
tività di una stessa impresa esecutrice o dalla presenza di lavoratori autonomi e le prescri-
zioni operative per lo sfasamento spaziale o temporale delle lavorazioni interferenti e le
modalità di verifica del rispetto di tali prescrizioni. Il PSC è parte integrante del contratto
d’appalto e l’aggiornamento è compito del coordinatore per l’esecuzione dei lavori (CSE).

Piano Operativo di Sicurezza (POS)


Documento di valutazione dei rischi (DVR) redatto a cura del datore di lavoro di ciascuna
impresa esecutrice (o lavoratore autonomo) in riferimento allo specifico cantiere in cui
andrà a operare, in funzione sia della propria organizzazione interna sia della propria do-
tazione tecnologica. Il POS, obbligatorio anche nel caso in cui nel cantiere operi un’unica
impresa (anche familiare o con meno di 10 addetti) deve dare concretezza alle previsioni
del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), rispetto al quale assume una funzione com-
plementare e di dettaglio. I contenuti minimi del POS sono indicati nell’Allegato XV del
D.Lgs. 81/2008.
674 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Piano Sostitutivo di Sicurezza (PSS)


Documento redatto a cura del datore di lavoro dell’impresa affidataria entro 30 giorni
dall’aggiudicazione dell’appalto (o comunque prima dell’inizio dei lavori) nei cantieri per
la realizzazione di opere pubbliche in cui non sia necessaria la nomina del coordinatore. Il
PSS contiene gli stessi elementi del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), con esclu-
sione della stima dei costi della sicurezza, conseguenti alle scelte autonome dell’appaltatore
(anziché del coordinatore per la progettazione dei lavori) in materia di sicurezza nello spe-
cifico cantiere. Nel PSS figurano inoltre i dati e le informazioni proprie del Piano Operativo
di Sicurezza (POS).

Piattaforma aerea
Macchina costituita da uno o più bracci
estensibili che sorreggono un ponte di lavoro
(o cestello) che rende possibile l’esecuzione
di lavori in quota di breve durata o in zone
difficilmente accessibili. I movimenti dei
bracci estensibili avvengono grazie all’ener-
gia idraulica prodotta da una pompa aziona-
ta da un motore elettrico o Diesel (a seconda
del tipo di piattaforma). I pistoni idraulici
(martinetti) che permettono il sollevamento
e i movimenti del ponte di lavoro sono co-
mandati da un distributore, controllato da
una centralina, che regola la progressività
delle manovre. Le piattaforme aeree posso-
no essere:
• autocarrate: quando i bracci estensibili e il
ponte di lavoro sono montati sul retrotreno
di furgoni o autocarri (a seconda dello svi-
luppo dei bracci). Sono quelle che possono
raggiungere altezze di lavoro superiori ai
50 m (fig. 85);
• semoventi: quando la base della piattaforma
aerea su cui sono installati i bracci estensibili
(carro) si muove grazie a un motore proprio
(elettrico o Diesel) che provvede, oltre al
movimento di ruote (o cingoli), a sollevare
il ponte di lavoro.

Fig. 85 - Piattaforma aerea autocarrata.

Le piattaforme aeree semoventi possono essere:


• a pantografo: dette anche “ponte sviluppabile” perché consentono la sola traslazione
verticale del ponte di lavoro. A seconda dell’alimentazione (elettrica o Diesel) vengono
impiegate per lavori all’interno o all’esterno degli edifici (fig. 86);
• telescopiche: in base alle caratteristiche dei bracci (solo estensibili e rotanti rispetto al
carro, fig. 87, o estensibili, rotanti e articolabili, dette “a pantografo”, fig. 88) possono
raggiungere altezze superiori a 40 m e zone di intervento particolarmente inaccessibili
mantenendo il carro in zona sicura.
La maggior parte delle piattaforme aeree sono dotate di quattro martinetti idraulici (sta-
bilizzatori) attrezzati con una piastra metallica di appoggio che, aprendosi oltre l’ingom-
bro del carro (o del mezzo pesante nel caso delle piattaforme autocarrate), ne permette
l’innalzamento garantendo la stabilità (fig. 89). Ogni piattaforma aerea è dotata di due
postazioni di controllo e manovra (pulsantiere), attivabili mediante un selettore a chiave
installato nel quadro comandi a terra, per consentire i comandi da terra o dal ponte di
lavoro (fig. 90).
I TERMINI DELLA SICUREZZA 675

Fig. 87 - Piattaforma semovente estensibile.

Fig. 86 - Piattaforma semovente a


pantografo o ponte sviluppabile.

Fig. 88 - Piattaforma semovente cingolata estensibile e Fig. 89 - Stabilizzatori.


articolabile (a ragno).

Fig. 90 - Quadro comandi sul pon-


te di lavoro della piattaforma.
676 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Le piattaforme aeree sono dotate di impianti e sistemi di sicurezza per:


• il controllo dell’inclinazione (inclinometro): impedisce i movimenti qualora la piattafor-
ma si trovi su un piano inclinato oltre i limiti ammessi (rispetto sia al piano longitudinale
sia a quello trasversale) ed emette un segnale acustico d’allarme agli operatori;
• la riduzione della traslazione: dispositivo che diminuisce la velocità di spostamento del
ponte di lavoro una volta raggiunta una determinata quota. Il rischio di ribaltamento è
maggiore quanto più i bracci sono estesi in altezza e una velocità di spostamento troppo
elevata comprometterebbe l’incolumità degli operatori;
• la discesa d’emergenza: congegno che consente agli operatori di portarsi a terra in sicu-
rezza con la piattaforma in emergenza a causa di un possibile guasto. Qualunque sia la
natura del guasto l’attivazione della discesa d’emergenza bypassa ogni altro comando;
• l’antischiacciamento: dispositivo di fine corsa in uso esclusivamente per le piattaforme
verticali a pantografo che, durante l’abbassamento del ponte di lavoro e prima di 2 m
dalla chiusura completa impedisce che cose o persone vengano a trovarsi tra i bracci
incrociati;
• la limitazione del sovraccarico: attraverso la taratura di particolari sistemi di rilevazione
dei pesi (per esempio pressostati, micron meccanico o celle di carico) in caso si verifichi
un peso sul ponte oltre la portata massima stabilita dal costruttore, il dispositivo impe-
disce tutti i movimenti.
Per il corretto utilizzo della piattaforma aerea occorre verificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
• siano efficienti le pulsantiere e i dispositivi di sicurezza come riportati sul libretto d’uso
e manutenzione;
• gli stabilizzatori siano correttamente in esercizio, poggianti con piastra su base d’appog-
gio perfettamente stabile;
• l’equipaggiamento elettrico a bordo macchina sia integro;
• sia protetto il perimetro in corrispondenza della zona di stallo della piattaforma e dell’in-
tera proiezione verticale dell’area di lavoro in quota;
• le vie di corsa siano libere e sbloccate;
• il ponte di lavoro sia dotato di parapetto regolamentare e che l’operatore sia assicurato
mediante imbracatura di sicurezza.

Tabella 22
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Caduta dall’alto Dipendenza dalle conoscen- Utilizzo di idonei dispositi-


Caduta di materiale dall’alto ze e dalle capacita del per- vi di protezione individuali
sonale (DPI): guanti, scarpe antin-
Elettrocuzione fortunistiche, casco, imbra-
Dipendenza dalle norme di
Tagli, abrasioni comportamento catura di sicurezza
Urti, colpi, impatti, com- Manutenzione macchine e
pressioni attrezzature di lavoro
Incendio

PiMUS
Vedi Piano di Montaggio Uso e Smontaggio

Polveri
Particelle più o meno fini disperse nell’aria che derivano da lavorazione di materiali so-
lidi. Quando vengono respirate terminano nei polmoni dove svolgono un’azione nociva.
La pericolosità delle polveri dipende dalla sostanza da cui derivano (per esempio pietre
che contengono silice, materiale plastico) e dalla loro grandezza (le più piccole sono più
pericolose).
I TERMINI DELLA SICUREZZA 677

Ponte su cavalletti
Opera provvisionale utilizzata a livello del suolo (o di pavimento) per eseguire lavori con
rischio di caduta da un’altezza massima di 2 m rispetto al piano di riferimento. È costituito
da un impalcato (generalmente in tavole di legno) sostenuto a distanze prefissate da caval-
letti metallici. La distanza tra due cavalletti consecutivi dipende dalla sezione delle tavole
in legno che si impiegano:
• con sezione di 30⫻5 cm e lunghezza 4 m la distanza massima sarà di 3,60 m (in questo
caso è ammesso l’uso anche di due soli cavalletti per tavola);
• con sezione minima di 20⫻4 cm e lunghezza 4 m la distanza massima sarà 1,80 m (fig. 91).
Per il corretto utilizzo del ponte su cavalletti occorre verificare che:
• i cavalletti metallici non presentino ruggine passante o segni di fessurazione (special-
mente nei punti di saldatura);
• le tavole in legno dell’impalcato non abbiano nodi passanti che riducano più del 10% la
sezione resistente o fessurazioni longitudinali;
• al posto dei cavalletti non vengano utilizzati elementi impropri (per esempio pacchi di
mattoni, bidoni, scale a pioli);
• non venga montato su impalcati di ponteggi o su cavalletti sovrapposti;
• qualora vengano usati in prossimità di aperture prospicienti il vuoto (per esempio vani
scale, finestre, ascensori) con altezze superiori a 2 m rispetto al piano di riferimento, l’im-
palcato sia munito di adeguato parapetto completo di tavola fermapiede;
• la larghezza dell’impalcato sia almeno di 90 cm, con tavole in legno (o pedane metalli-
che) ben accostate e fissate tra loro e parti a sbalzo inferiori a 20 cm.

max 4,00 m

0,20 m 0,20 m min. 0,90 m

tavole da 5 cm
max 2,00 m

max 3,60 m

Fig. 91 - Schema di ponte su cavalletti.

Fig. 92 - Cavalletto metallico fisso.


678 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Ponte su ruote (Trabatello)


Ponteggio metallico facilmen-
te smontabile e trasportabile,
costituito da una struttura a
elementi prefabbricati innesta-
ti tra di loro (castello) montata
su quattro ruote, all’interno
della quale, a quote differenti,
vengono disposti gli impalcati
per consentire la realizzazione
di interventi in quota di mode-
sta entità (per esempio manu-
tenzioni, tinteggiature, fig. 93).
Non è consentito l’impiego
di ponte su ruote per attività
prettamente edili e di notevo-
le durata. L’accesso al posto di
lavoro avviene tramite scale a
mano (come quelle utilizzate
per i ponteggi) all’interno del
castello che collega i diversi
impalcati.
Le dimensioni della base de-
vono essere tali da contrasta-
re sia i carichi di esercizio sia
le oscillazioni derivanti dagli
spostamenti o dall’azione del
vento:
• fino a 7,5 m di altezza il la-
to minore della base deve
misurare almeno un quarto
dell’altezza;
• oltre a 7,5 m di altezza e fi-
no a 15 m (altezza massima
consentita) il lato minore
della base deve misurare al-
meno un terzo dell’altezza.

I ponti su ruote devono esse-


re utilizzati solo a livello del
suolo (o di pavimento) verifi-
cando la solidità e la planarità
del piano d’appoggio ed even-
tualmente procedendo a un
livellamento (mediante l’uso
di tavole da ponte), quando il Fig. 93 - Trabatello con diagonali di stabilizzazione.
trabatello non sia predisposto
con montanti regolabili in al-
tezza. Il castello deve essere adeguatamente ancorato all’opera servita almeno ogni due
impalcati (massimo 3,60 m); quando ciò non sia possibile dovranno essere realizzati contro-
ventamenti come previsto nel libretto d’uso.
Per il corretto utilizzo del trabatello occorre verificare che:
• gli elementi metallici del castello (montanti, diagonali, correnti) non presentino ruggine
passante o segni di fessurazione (specialmente nei punti di saldatura);
• le tavole in legno dell’impalcato non abbiano nodi passanti che riducano più del 10% la
sezione resistente o fessurazioni longitudinali;
• l’impalcato, i parapetti, le protezioni e i fermapiede siano mantenuti in esercizio e in con-
dizioni conformi alle misure di prevenzione contro la caduta dall’alto di cose o persone;
• non vengano montati su altri trabatelli o sugli impalcati dei ponteggi metallici o ponti
su cavalletti;
I TERMINI DELLA SICUREZZA 679

• durante l’uso le ruote siano saldamente bloccate con cunei dalle due parti o con siste-
mi equivalenti. È vietato lo spostamento quando vi siano operatori o carichi sull’im-
palcato;
• i montanti mantengano la verticalità.
• l’altezza massima di utilizzo non superi quella consentita dal libretto d’uso;
• per lavori a un’altezza superiore a 2 m rispetto al piano di riferimento siano installate le
protezioni contro il rischio di caduta dall’alto (parapetti completi di tavola fermapiede)
sui quattro i lati dell’impalcato.

Ponte sviluppabile
Vedi Piattaforma aerea

Ponteggio
Opera provvisionale, verticale e fissa, impiegata per la realizzazione, la ristrutturazione o
la manutenzione di un edificio, che riduce il rischio di caduta dall’alto di persone o cose da
altezze superiori a 2,00 m dal piano di riferimento.
Il ponteggio può essere realizzato mediate sistemi:
• a tubi e giunti: tecnica che ha sostituito i ponteggi in legno attraverso cui si può esegui-
re ogni tipo di opera provvisionale tradizionale o speciale (per esempio per centinatu-
re di ponti, ristrutturazione di edifici architettonici complessi, fig. 94). Questo tipo di
ponteggio risulta estremamente solido, necessita di una manutenzione contenuta ma,
per contro, determina una maggior pesantezza dell’opera provvisionale rispetto agli
altri sistemi, con tempi maggiori per
il montaggio e lo smontaggio da ese-
guirsi con maestranze squalificate. I
tubi, in acciaio di diametro 48,3 mm,
spessore di 3,2 mm e lunghezza varia-
bile da 50 cm sino a 600 cm, vengono
impiegati per la realizzazione di mon-
tanti, traversi, diagonali e dispositivi
di ancoraggio. I giunti, in acciaio o
ghisa malleabile, costituiscono gli ele-
menti di unione dei tubi e, a seconda
dell’impiego, possono essere di tipo
semplice, per unioni rettilinee o testa a
testa, ortogonale, per unioni ad angolo
retto, o snodato per unioni ad angolo
variabile (fig. 95).
Fig. 94 - Ponteggio a tubi e giunti con impalcato
metallico.

giunto testa a testa giunto ortogonale giunto snodato

Fig. 95 - Tipi di giunti.


680 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Per le unioni testa a testa vengono inseriti nei tubi elementi di collegamento, detti spinotti
(fig. 96). Nei punti di transito del ponteggio i giunti vengono protetti da speciali copertu-
re in plastica dura (fig. 97);
• a telai prefabbricati: utilizzato per strutture lineari, presenta una maggiore velocità di
messa in opera e facilità di trasporto degli elementi (fig. 98). I telai, di altezza standard
200 cm, larghezza interasse 105 cm e passo 180 cm o 250 cm, sono realizzati in tubi
d’acciaio di diametro 48,3 mm e spessore di 2,9 mm e possono essere del tipo a portale
(fig. 99) o ad acca. I diagonali e i correnti, anch’essi in tubi d’acciaio, completano la

Fig. 96 - Spinotto, elemento Fig. 97 - Protezione


di collegamento testa a testa dei giunti contro gli
fra 2 tubi. urti.

Fig. 98 - Ponteggio a telai prefabbricati.

Fig. 99 - Elementi di ponteggio con telai


prefabbricati a portale.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 681

struttura del ponteggio mediante attacchi che possono essere a perni (fig. 100 e fig. 101)
o a boccole (fig. 102 e fig. 103);
• multidirezionali: si compone di tre elementi base (montante, diagonale e corrente) rea-
lizzati in tubi d’acciaio di diametro 48,3 mm, spessore di 3,2 mm assemblati con sistema
a cuneo mediante una piastra dotata di 8 forature sagomate posizionata sui montanti
a passo costante di 50 cm (fig. 104 e fig. 105). Questo sistema, a fronte di un costo mag-

Fig. 100 - Particolare di telaio con aggancio a Fig. 101 - Particolare di corrente con aggancio
perni. a perni.

Fig. 102 - Particolare di telaio con aggancio a Fig. 103 - Particolare di corrente con aggancio
boccole. a boccole.

° 45
45 °
°

45
45

°
71

71

53,5 53,5

Fig. 104 - Piastra di colle-


gamento per ponteggio Fig. 105 - Collegamento di diagonali e correnti per ponteggio multi-
multidirezionale. direzionale.
682 I TERMINI DELLA SICUREZZA

giore dei suoi componenti rispetto ai precedenti, risulta idoneo a qualunque struttura
architettonica, anche complessa, è leggero, veloce da montare e smontare e facilmente
trasportabile. Il collegamento verticale tra telai prefabbricati e montanti del ponteggio
multidirezionale avviene per mezzo di ganci di collegamento assiale (detti anche ver-
mi, fig. 106) che vengono infilati attraverso i fori predisposti nei montanti, unendoli di
fatto e impedendo possibili fenomeni di sfilamento dovuti, per esempio, ad azioni del
vento.
Tutti i ponteggi poggiano a terra mediante elementi interposti tra il montante e la su-
perficie d’appoggio, detti basette.
L’impalcato dei ponteggi può essere realizzato mediante tavole in legno o in elementi me-
tallici prefabbricati. In presenza di elementi in aggetto rispetto alla facciata servita dal pon-
teggio è necessario che i piani del ponteggio si adattino alle diverse configurazioni geome-
triche mediante il prolungamento degli impalcati per limitare il distacco dalla costruzioni a
non più di 20 cm. Nel caso di ponteggi a tubi e giunti l’impalcato è esteso mediante il pro-
lungamento dei traversi orizzontali in direzione della costruzione, per i ponteggi a elementi
prefabbricati, sono disponibili apposite mensole (dette stocchetti, fig. 107) di dimensioni
variabili e con la possibilità di estendere l’impalcato fino a 50 cm.
Durante il montaggio e lo smontaggio dei ponteggi è obbligatorio fare uso di cinture di
sicurezza collegate a dispositivi di trattenuta (fig. 108).

Fig. 106 - Gancio di collegamento assiale


(verme).
200

20
181,6

72

Fig. 107 - Stocchetti per ponteggio a telai pre- Fig. 108 - Montaggio di ponteggio con uso di di-
fabbricati. spositivi di protezione individuali anticaduta.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 683

Nel montaggio di un ponteggio devono essere utilizzati tutti componenti omogenei, tutti
della stessa marca e modello; in caso contrario occorre la relazione tecnica di un professio-
nista abilitato che attesti la conformità dell’opera provvisionale. Il montaggio del ponteggio
deve essere affidato a personale in possesso di specifico attestato di formazione (ponteg-
giatori) che opereranno seguendo le disposizioni contenute nel Piano di Montaggio Uso e
Manutenzione (PiMUS) redatto dall’impresa.
Durante l’uso dei ponteggi metallici fissi occorre controllare che:
• l’opera provvisionale sia stata eseguita conformemente al disegno esecutivo fornito dal fab-
bricante, da conservarsi in cantiere unitamente alla copia dell’autorizzazione ministeriale;
• per i ponteggi di altezza superiore ai 20 m e quelli eseguiti differentemente rispetto agli
schemi tipo, sia stato redatto il progetto firmato da professionista abilitato, da conservar-
si in cantiere unitamente alla copia dell’autorizzazione ministeriale;
• il distacco dall’opera servita non sia superiore a 20 cm;
• in caso siano montati tabelloni pubblicitari, teli o altri tipi di schermature, sia stato esegui-
to apposito calcolo di verifica all’azione del vento da parte di professionista abilitato;
• sia mantenuta l’efficienza del serraggio dei giunti, dei collegamenti fra i vari componenti,
degli ancoraggi, della mantovana (parasassi) qualora installata, delle controventature di
pianta e di facciata (diagonali);
• l’impalcato, i parapetti, le protezioni e i fermapiede siano mantenuti in esercizio e in con-
dizioni conformi alle misure di prevenzione contro la caduta dall’alto di cose o persone;
• i montanti mantengano la verticalità.
L’elenco completo delle verifiche per la sicurezza dei ponteggi metallici fissi sono contenute
nell’Allegato XIX del D.Lgs. 81/2008.

Ponteggio mobile
auto sollevante
Macchina costituita da un ponte di
lavoro dotato di motoriduttori elet-
trici autofrenanti che, impiegando
un meccanismo di accoppiamento
a pignone e cremagliera, permetto-
no la sua traslazione verticale lungo
una o due colonne verticali (fig. 109)
realizzate mediante elementi sovrap-
ponibili (montanti in elementi cavi o
reticolari). Il piano di lavoro è costi-
tuito da un impalcato (in alcuni casi
estensibile per adattarsi alle necessità
di lavoro lungo la facciata), parapetti
e fasce fermapiede. I montanti vengo-
no ancorati all’opera servita (come
nel caso dei ponteggi metallici fissi) in
relazione alla dimensione del ponte
di lavoro (per esempio per un ponte
fino a 8 m viene disposto un ancorag-
gio ogni 6 m di altezza del montante,
per un ponte di 10 m viene disposto
un ancoraggio ogni 3 m), secondo
quanto indicato nel libretto d’uso e
manutenzione per impedire il ribal-
tamento o la traslazione del ponte di

Fig. 109 - Ponteggio mobile autosollevan-


te monocolonna.
684 I TERMINI DELLA SICUREZZA

lavoro. Viene prevalentemente impiegato per la manutenzioni di edifici alti e con prospetti
senza aggetti.
Per il corretto utilizzo del ponteggio mobile auto sollevante occorre verificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
• siano efficienti tutti i fine corsa elettrici e meccanici, la pulsantiera e i dispositivi di sicu-
rezza come riportati sul libretto d’uso e manutenzione;
• la base d’appoggio sia perfettamente stabile;
• gli ancoraggi dei montanti siano eseguiti correttamente con un minimo di un ancoraggio
ogni due elementi sovrapponibili dei montanti;
• l’equipaggiamento elettrico a bordo macchina sia integro;
• l’alimentazione del ponteggio mobile auto sollevante avvenga tramite cavo flessibile
multipolare, con interruttore generale e differenziale sul quadro elettrico;
• tutte le apparecchiature elettriche siano conformi alle norme CEI, con grado di prote-
zione minimo IP44 (quando si operi in ambienti soggetti a getti d’acqua è consigliabile
un grado di protezione di almeno IP55);
• sia protetto il perimetro in corrispondenza della proiezione verticale del ponte di lavoro;
• le vie di corsa siano libere e sbloccate;
• in caso di venti superiori ai 45 km/h, vengano interrotte le operazioni e si provveda ad
abbassare il ponte di lavoro;
• il ponte di lavoro sia dotato di parapetto regolamentare oppure l’operatore sia assicura-
to mediante l’imbracatura di sicurezza;
• i carichi movimentati (uno o più operatori e attrezzature o materiali) siano inferiori alla
portata massima.

Tabella 23
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Caduta dall’alto Dipendenza dalle conoscen- Protezione degli organi in


Caduta di materiale dall’alto ze e dalle capacità del per- movimento
sonale Utilizzo di idonei dispositi-
Elettrocuzione
Dipendenza dalle norme di vi di protezione individuali
Tagli, abrasioni comportamento (DPI): guanti, scarpe antin-
Urti, colpi, impatti, com- Manutenzione macchine e fortunistiche, casco, imbra-
pressioni attrezzature di lavoro catura di sicurezza

POS
Vedi Piano Operativo di Sicurezza

Posto di lavoro
Postazione fissa o ad altezza variabile (per esempio piattaforma aerea, ponteggio autosolle-
vante) in cui il lavoratore espleta la propria mansione.

Preparato
Miscuglio e/o soluzione composta da due o più sostanze.

Preposto
Persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa
I TERMINI DELLA SICUREZZA 685

e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da


parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa. Gli obblighi del pre-
posto sono elencati all’art. 19 del D.Lgs. 81/2008.

Prescrizione
Disposizione che definisce le esigenze da soddisfare.
Vedi Requisito

Prevenzione
Complesso delle disposizioni o misure necessarie (anche secondo la particolarità del lavoro,
l’esperienza e la tecnica), per evitare o diminuire i rischi professionali, nel rispetto della
salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno.
Vedi Misure di tutela e prevenzione

Produttore
Vedi Fabbricante

Pronto soccorso
Nei cantieri di notevole importanza è situato in locale attrezzato all’assistenza medica di
emergenza, predisposto a cura dell’impresa appaltatrice e comprende, oltre ai presidi medi-
ci, i mezzi di comunicazione con i servizi esterni per il trasporto ospedaliero dei lavoratori
infortunati.

Protezioni
Insieme delle misure di sicurezza che consistono nell’impiego di mezzi tecnici specifici (per
esempio ripari, dispositivi di sicurezza) utilizzati per proteggere le persone dai pericoli che
non possono essere ragionevolmente eliminati o sufficientemente limitati.
Le protezioni possono essere di tipo:
• passivo: quando non richiedono l’azione di un operatore o di un impianto e hanno lo
scopo di eliminare preventivamente un evento negativo e/o ridurne i suoi effetti;
• attivo: quando richiedono l’azione di un operatore o di un impianto al fine di impedire
l’estendersi dell’evento negativo.
Per le macchine, le protezioni:
• devono essere robuste, poste a una distanza sufficiente dalla zona pericolosa (per esem-
pio dalla lama rotante della clipper);
• devono permettere l’installazione, la sostituzione o la manutenzione degli attrezzi senza
necessità di smontaggio della protezione;
• non devono provocare rischi supplementari, essere facilmente eluse o rese inefficaci e
limitare più del necessario l’osservazione del ciclo di lavoro.

PSC
Vedi Piano di Sicurezza e Coordinamento

PSS
Vedi Piano Sostitutivo di Sicurezza

Puliscitavole
Macchina elettrica per la pulizia di entrambe le facce di tavole e pannelli in legno utilizzati
per la casseratura di opere in calcestruzzo armato. La pulizia è affidata a raschietti antiusu-
686 I TERMINI DELLA SICUREZZA

ra montati su sfere e bilanciati da anelli in gomma che si adattano alla conformazione del
legno; un braccio oscillante ad angolazione variabile posiziona automaticamente i raschietti
per la pulizia dei bordi. Lo scorrimento delle tavole (o dei pannelli) all’interno della mac-
china avviene attraverso rulli trascinatori, regolati da cuscinetti in gomma che esercitano
pressione e si adeguano alle eventuali piccole variazioni di spessore. La pulizia viene com-
pletata da lavaggio e oliatura mediante getti di prodotto disarmante; due coppie di spazzole
in entrata e in uscita rendono pressoché ermetico il tunnel di lavaggio, riducendo al minimo
le perdite di liquido.
Per il corretto utilizzo del puliscitavole occorre verificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
• l’alimentazione avvenga tramite cavo flessibile multipolare, con interruttore generale e
differenziale sul quadro elettrico;
• tutte le apparecchiature elettriche siano essere conformi alle norme CEI, con grado di
protezione minimo IP44 (quando si operi in ambienti soggetti a getti d’acqua è consiglia-
bile un grado di protezione di almeno IP55);
• siano efficienti e integri il cavo di alimentazione elettrica, il gruppo presa-spina, la pul-
santiera e i dispositivi di sicurezza, come riportati sul libretto d’uso e manutenzione;
• la macchina sia posta in posizione perfettamente stabile;
• sia chiuso lo sportello di accesso agli organi lavoratori;
• non venga rimosso materiale eventualmente incastrato con la macchina in funzione;
• non vengano introdotte tavole o pannelli di formato ridotto rispetto alle dimensioni
riportate sul libretto d’uso e manutenzione;
• l’area circostante di lavoro sia sgombra, provvedendo ad accatastare con ordine e in
modo stabile gli elementi da pulire e quelli già puliti;
• le operazioni di revisione e pulizia vengano eseguite a macchina ferma e come indicato
dal fabbricante.

Tabella 24
Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Elettrocuzione Dipendenza dalle conoscenze Protezione degli organi in mo-


Urti, tagli, abrasioni e dalle capacita del personale vimento
Dipendenza dalle norme di Utilizzo di idonei dispositi-
comportamento vi di protezione individuali
Manutenzione macchine e at- (DPI): guanti, scarpe antin-
trezzature di lavoro fortunistiche, casco, tuta

Fig. 110 - Puliscitavole.


I TERMINI DELLA SICUREZZA 687

Puntello in ferro (telescopico regolabile)


Asta di lunghezza variabile costituita da due tubi in ac-
ciaio di spessore maggiore o uguale a 3 mm (uno esterno
con maschio filettato e uno interno coassiale), un colla-
re di regolazione e piastre alle due estremità (fig. 111),
impiegata per puntellamenti provvisori di opere in calce-
struzzo armato in fase costruttiva (per esempio cassefor-
me per pilastri, solai, fig. 112 e muri contro terra, fig. 113),
per porre in sicurezza elementi strutturali lesionati o per
esercitare azioni di compressione su di loro, facendoli la-
vorare a contrasto fra superfici rigide (per esempio per
l’armatura di pareti di scavo, vedi Blindaggio delle pareti
di scavo). Oltre al peso proprio delle strutture, devono
contrastare, con margine di sicurezza, le azioni prodotte, a
seconda dei casi e delle situazioni, da sovraccarichi, da sol-
lecitazioni dinamiche durante l’esecuzione dei lavori, da
spinta del vento, dell’acqua o del getto in calcestruzzo. La
regolazione della lunghezza avviene mediante estrazione
della parte telescopica (tubo interno), l’inserimento della
spina di collegamento (o gancio imperdibile smussato) e
ulteriore regolazione mediante la rotazione del collare. Fig. 111 - Tipi di puntelli.

Fig. 112 - Puntelli per


armatura di solai.

Fig. 113 - Puntelli


per armatura di pa-
reti verticali.
688 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Tutti i puntelli sono dotati di sistema antisfilamento del tubo interno; a seconda dei modelli
possono essere di tipo con filettatura coperta o scoperta e ghiera autopulente. In base alle
caratteristiche dell’acciaio e dei diametri dei tubi interno (48, 62 o 76 mm) ed esterno (56,
60, 76 o 89 mm) vengono suddivisi in 4 classi (A, B, C o D).
Per essere conformi, i puntelli in ferro devono essere accompagnati dal libretto d’uso e
manutenzione contenente almeno:
• l’indicazione delle caratteristiche tecniche degli elementi costituenti;
• le indicazioni per il corretto impiego, compresa la tabella riportante i carichi ammissibili
in relazione alla lunghezza di utilizzo;
• le istruzioni per la manutenzione e conservazione;
• la dichiarazione del costruttore di conformità del prodotto alla norma UNI EN 1065;
• la copia del certificato rilasciato da laboratorio autorizzato all’esecuzione delle prove di
resistenza, eseguite secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 1065.

Per il corretto utilizzo dei puntelli occorre verificare che:


• siano conformi alla norma UNI EN 1065;
• vengano impiegati entro i carichi ammissibili riportati sulla tabella fornita dal costruttore;
• siano disposti in numero sufficiente e in posizione adeguata ad assicurare la necessaria
stabilità e resistenza rispetto alla direzione delle forze che devono contrastare;
• i vari elementi (tubo interno ed esterno, spina di collegamento, sistema di regolazione e
antisfilamento) siano perfettamente integri;
• il terreno o le strutture sulle quali vengono poggiati siano sufficientemente resistenti, in
modo da prevenire cedimenti delle armature o delle strutture sottostanti;
• il carico gravante al piede di sostegno sia opportunamente distribuito;
• le piastre alle estremità siano adeguatamente fissate alla base (per esempio con adeguati ar-
resti o cunei in caso di posizione inclinata) e in corrispondenza dell’elemento da sostenere;
• per le opere in calestruzzo armato, la fase di abbassamento (disarmo) venga effettuata in
relazione ai tempi di maturazione del calcestruzzo e in modo progressivo, ovvero mante-
nendo in opera sino ad avvenuta maturazione un adeguato numero di puntelli a seconda
del manufatto in costruzione;
• una volta utilizzati, vengano stoccati in un luogo coperto, al riparo dagli agenti atmosferici.

Tabella 25

Rischi dovuti a procedure Misure di protezione


Rischi per la sicurezza
e ambiente di lavoro e prevenzione

Tagli, abrasioni Dipendenza dalle conoscen- Utilizzo di idonei dispositi-


Urti, colpi, impatti, com- ze e dalle capacita del per- vi di protezione individuali
pressioni sonale (DPI): guanti, scarpe antin-
Dipendenza dalle norme di fortunistiche, casco
comportamento

R Raccomandazioni
Insieme dei simboli di pericolo, delle le frasi di rischio R e dei consigli di prudenza S ripor-
tati sulle confezioni dei prodotti pericolosi.
Vedi Frasi di rischio R e Consigli di prudenza S

Radiazione
Insieme di fenomeni caratterizzato dal trasporto di energia nello spazio (per esempio luce
e calore).
I TERMINI DELLA SICUREZZA 689

In base ai loro effetti sulla materia le radiazioni si distinguono in:


• ionizzanti: dotate di sufficiente energia da trasformare in ioni (gli atomi o le molecole)
con i quali vengono a contatto. Si dividono a loro volta in due categorie a seconda
che producano ioni in modo diretto (le particelle cariche a, b– e b+) o indiretto. Le
più comuni sono rappresentate dai raggi X, usati nella diagnostica radiologica e nella
tomografia assiale computerizzata (TAC). Possiedono un potenziale mutageno e can-
cerogeno;
• non ionizzanti (o NIR dall’acronimo inglese Non Ionizing Radiation): non sono in grado
di produrre ionizzazione nei materiali a esse esposti (per esempio le onde radio). Seb-
bene non possiedano il potenziale mutageno e cancerogeno delle radiazioni ionizzanti,
possano avere effetti negativi sugli esseri viventi per i loro effetti termici (per esempio
elettrosmog).

Range
Intervallo fra due valori definiti.

Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)


Persona eletta dai lavoratori di aziende che occupano più di 15 addetti per rappresentare gli
stessi lavoratori per quanto riguarda gli aspetti di salute e sicurezza sul lavoro.

Rappresentante Territoriale dei Lavoratori per la Sicurezza (RLST)


Persona designata dalle organizzazioni sindacali per rappresentare i lavoratori di più azien-
de presenti nello stesso territorio o dello stesso comparto produttivo, che occupano ognuna
fino a 15 addetti (ove non vi è l’obbligo di designare il rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza).

Registro di cantiere
Raccolta dei verbali e dei rapporti che documentano l’attività svolta dal coordinatore della
sicurezza in fase di esecuzione (CSE) nel periodo di attività del cantiere riguardante:
• la riunione preliminare di coordinamento;
• i sopralluoghi in cantiere con segnalazione di quanto riscontrato;
• le riunioni di coordinamento in corso d’opera;
• gli adeguamenti del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) e/o del Piano Operativo
di Sicurezza (POS) prescritti o concordati;
• le check-list degli adempimenti effettuati.

Registro infortuni
Documento obbligatorio in dotazione presso ciascuna unità produttiva (o contesto di ri-
schio quale può essere il cantiere edile) nel quale il preposto deve registrare tutti gli in-
fortuni occorsi ai lavoratori presenti che comportino un’assenza di almeno un giorno. Nel
registro sono annotati il nome e il cognome, la qualifica professionale dell’infortunato, le
circostanze dell’infortunio, la data di abbandono e quelle di ripresa del lavoro.

Regola d’arte
Si indicano con questa espressione l’insieme delle tecniche considerate corrette per l’esecu-
zione di determinate lavorazioni. La definizione di una “regola d’arte” risale al tempo del-
le Corporazioni, che disponevano di dettagliati regolamenti riguardanti l’uso di materiali,
strumenti, procedure e soluzioni realizzative volti a garantire la qualità del prodotto o del
servizio finale.
Il requisito della rispondenza alla “regola d’arte” nell’esecuzione di una prestazione la-
vorativa è di frequente uso, ma, mancando un’esplicita definizione normativa, la valenza
giuridica della “regola” si desume da norme contrattuali e obbligazionali.
690 I TERMINI DELLA SICUREZZA

In ogni caso l’art. 1176 del Codice Civile prescrive che “Nell’adempimento delle obbligazio-
ni inerenti all’esercizio di un’attività professionale la diligenza deve valutarsi con riguardo
alla natura dell’attività esercitata”, mentre per l’art. 2224 il prestatore d’opera è tenuto a
procedere all’esecuzione dell’opera “secondo le condizioni stabilite del contratto e a regola
d’arte”.
La “regola d’arte” non può quindi essere invocata genericamente, non essendo definita
esplicitamente e a prescindere, in quanto è in continuo divenire (ciò che poteva essere a
“regola d’arte” 30 anni fa oggi potrebbe risultare del tutto inaccettabile).
In senso generale e secondo il buon senso, la “regola d’arte” nella tecnica dovrebbe quindi
essere intesa come l’insieme di modalità operative attinenti a prassi, prescrizioni o soluzioni
tecniche che soddisfano, in termini di economicità accettabile, lo stato dell’arte.
Nasce quindi la necessità di fornire al prestatore d’opera le indicazioni di carattere qualita-
tivo e quantitativo necessarie affinché quest’ultimo possa operare correttamente secondo il
desiderio del committente e/o del progettista.

Regolamento CEE
Documento emesso dalla Comunità Europea, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
CEE serie L, di applicazione generale e obbligatoria in tutti gli stati membri, che, attraverso
i rispettivi organi legislativi, possono implementarne i contenuti. A differenza delle diretti-
ve, i regolamenti comprendono anche le modalità applicative della legge.

Responsabile dei Lavori (RL)


Soggetto che può essere incaricato dal committente ai fini della progettazione, dell’esecu-
zione o del controllo durante l’esecuzione di un’opera. Nel caso di lavori pubblici il respon-
sabile dei lavori è il Responsabile Unico del Procedimento (RUP). Gli obblighi del RL
coincidono con quelli del committente e sono elencati all’art. 90 del D.Lgs. 81/2008.

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)


Figura designata dal datore di lavoro in possesso di titoli, attitudini e capacità adeguate
nel settore della sicurezza per gestire e coordinare le attività del Servizio di Prevenzione e
Protezione (SPP). Le capacità e i requisiti professionali del RSPP sono indicati all’art. 32
del D.Lgs. 81/2008.

Responsabile per la Sicurezza


Vedi Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Responsabile Unico del Procedimento (RUP)


Tecnico nominato dalle Amministrazioni pubbliche nell’ambito del proprio organico sotto
la cui diretta responsabilità e vigilanza sono eseguite le fasi di progettazione, affidamento
ed esecuzione di ogni singolo lavoro pubblico appaltato. Gli obblighi del RUP coincidono
con quelli del committente e sono elencati all’art. 90 del D.Lgs. 81/2008.

Rete anticaduta
Rete di sicurezza (ovvero sostenuta da funi sui bordi) utilizzata come dispositivo di prote-
zione collettiva (DPC) per arrestare la caduta dall’alto di cose e persone. Rispetto all’im-
piego di dispositivi anticaduta (per esempio imbragatura e funi di sicurezza) le reti consen-
tono le piena libertà di movimento al personale che opera nelle zone sovrastanti e, grazie
alla deformabilità, ammortizzano l’eventuale impatto riducendo il rischio di lesioni. Le reti
anticaduta sono classificate in quattro tipi secondo l’energia minima di rottura (EA) e la
larghezza delle maglie.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 691

Tabella 26 - Classificazione delle reti anticaduta.


Tipo Energia minima di rottura (EA) Larghezza massima delle maglie

A1 EA = 2,30 kJ 60 mm

A2 EA = 2,30 kJ 100 mm

B1 EA = 4,40 kJ 60 mm

B2 EA = 4,40 kJ 100 mm

redancia
Dal punto di vista applicativo di etichetta di identificazione
distinguono quattro sistemi di reti corda di bordo
anticaduta:
• sistema S: rete di sicurezza occhiello
con fune sul bordo (fig. 114) (1 ogni 2,5 m)
alla quale vengono collegati i
cavi di sostegno e ancoraggio
attraverso occhielli disposti
sul perimetro a interasse non
della maglia
larghezza

superiore a 2,50 m, impiegata


in posizione orizzontale per
proteggere dalle cadute la zo-
na di lavoro verso l’interno
della struttura. Non rientrano
in questo sistema le reti di di-
mensioni minori di 35 m2 e lato fune di prova
corto inferiore a 5 m;
Fig. 114 - Rete anticaduta utilizzata orizzontalmente
• sistema T: rete di sicurezza
(sistema S).
fissata a un particolare tela-
io metallico di supporto (fig.
115), impiegata in posizione
orizzontale (mensola ancorata al prospetto) per proteg-
gere dalle cadute la zona di lavoro verso l’esterno della
struttura (rete di presa);
• sistema U: rete di sicurezza per utilizzo verticale (fig. 116);
può essere fissata a un’intelaiatura di sostegno (per esem-
pio a tubi e giunti o telai del ponteggio) mediante cavi di
ancoraggio (come per il sistema S) o impiegata mediante Fig. 115 - Rete di presa su sup-
un telaio fornito insieme alla rete; porto (sistema T).

Fig. 116 - Rete antica-


duta utilizzata verti-
calmente (sistema U).
692 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• sistema V: rete di sicurezza con fune sul bordo (fig. 117) o vincolata a un sostegno a forca
(fig. 118); viene installata verticalmente e protegge sia da cadute laterali sia verticali che
si verificano da uno o più piani di lavoro.
Nell’applicazione della rete anticaduta per attività su superfici piane o coperture inclinate
sino a 20°, l’altezza di caduta, ovvero la distanza tra il luogo di lavoro e il punto d’urto sulla
rete (fig. 119), non deve superare la misura di:
• 3,00 m in caso di distanza di almeno 2,00 m dal bordo rete;
• 6,00 m per tutti gli altri settori della rete.
L’ampiezza della rete di presa, cioè la distanza orizzontale tra il bordo esterno della zona di
lavoro e il bordo esterno della rete deve rispettare le misure:

Altezza di caduta ≤ 1,00 m ≤ 3,00 m ≤ 6,00 m

Ampiezza minima di presa ≥ 2,00 m ≥ 2,50 m ≥ 3,00 m

Fig. 117 - Rete anticaduta utilizzata vertical- Fig. 118 - Rete anticaduta (sistema V) su
mente (sistema V). telaio di sostegno.

200
20 °
600
300
600

200
300

H
H
H
H
H1

rete anticaduta

b b

Fig. 119 - Altezze di caduta e ampiezze di presa per superfici inclinate da 0° a 20°.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 693

Per attività su superfici inclinate oltre 20°, l’ampiezza della rete di presa deve essere almeno
di 3,00 m, con il punto più basso del bordo della rete sospeso a meno di 3,00 m sotto il punto
di caduta inferiore (fig. 120).
Di qualsiasi materiale siano costituite (generalmente in poliammide o polipropilene sta-
bilizzato ai raggi UV), le reti anticaduta sono sensibili all’invecchiamento provocato
dall’esposizione ad agenti atmosferici e raggi UV. Esse vengono fornite con il corredo di
campioni impiegati per verificare il grado di invecchiamento e la permanenza o meno delle
condizioni per il loro utilizzo. In caso d’impatto di persone od oggetti durante l’impiego
devono essere sostituite. È vietato l’impiego delle reti anticaduta nel caso in cui, nelle zone
soprastanti, vengano eseguite attività con produzione di scintille (per esempio saldatura) o
rischio di caduta di oggetti incandescenti.

300

20 °
300

punto più basso


del bordo rete
rete anticaduta

Fig. 120 - Altezze di caduta per superfici inclinate oltre a 20°.

Rischi particolari
Quelli propri dei lavori indicati nell’Allegato XI al D.Lgs. 81/2008 ovvero:
• che espongono i lavoratori a rischi di seppellimento o di sprofondamento a profondità
superiore a 1,50 m o di caduta dall’alto da altezza superiore a 2,00 m se particolarmente
aggravati dalla natura dell’attività o dei procedimenti attuati oppure dalle condizioni
ambientali del posto di lavoro o dell’opera;
• che espongono i lavoratori a sostanze che presentano rischi particolari per la sicurezza
e la salute dei lavoratori oppure comportano un’esigenza legale di sorveglianza sani-
taria;
• con radiazioni ionizzanti che esigono la designazione di zone controllate o sorvegliate,
quali definite dalla vigente normativa in materia di protezione dei lavoratori dalle radia-
zioni ionizzanti;
• in prossimità di linee elettriche aree a conduttori nudi in tensione;
• che espongono a un rischio di annegamento;
• in pozzi, sterri sotterranei e gallerie;
• subacquei con respiratori;
• in cassoni ad aria compressa;
• comportanti l’impiego di esplosivi;
• di montaggio o smontaggio di elementi prefabbricati pesanti.
In caso di svolgimento di tali attività, il Piano di Sicurezza (PSC) deve prevenire o ridurre i
rischi derivanti dalle particolari situazioni presenti in cantiere.
694 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Rischio
Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno (ovvero che qualcuno possa
patire un danno) nelle condizioni di impiego o di esposizione a un determinato fattore o
agente oppure alla loro combinazione. È buona norma separare i rischi in due categorie:
• rischi ben noti (per i quali si identificano prontamente le misure di controllo);
• rischi per i quali è necessario un esame più attento e dettagliato.
L’entità del rischio R viene espressa come una relazione tra la probabilità P che si verifichi
l’evento e il danno D che ne potrebbe conseguire (R = P⫻D). La valutazione del rischio
consiste nella considerazione globale di tali probabilità e gravità allo scopo di scegliere le
adeguate misure di sicurezza.

Rischio (analisi del)


Processo costituito da tre componenti interconnesse, costituite dalla valutazione, gestione
e comunicazione del rischio.

Rischio (valutazione del)


Esame sistematico di tutti gli aspetti di salute e sicurezza nell’attività lavorativa, volto a sta-
bilire cosa può provocare un danno, se è possibile eliminare le fonti di pericolo e quali misure
di prevenzione e/o di protezione devono essere messe in atto. L’obiettivo della valutazione
del rischio è quello di consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono
effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la sanità dei lavoratori attraverso:
• la prevenzione dei rischi professionali;
• l’informazione e la formazione professionale dei lavoratori;
• l’organizzazione dei mezzi destinati a porre in atto i provvedimenti necessari.
Il processo di valutazione (fig. 121) si compone delle fasi riguardanti:
• la stima della probabilità che si verifichi un evento dannoso (tab. 27);
• la stima del danno che può derivare da quell’evento (tab. 28);
• la valutazione sulla magnitudo del rischio (fig. 122);

IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO E ANALISI DEL RISCHIO

NO presenza di rischio?

SÌ SÌ
rischio accettabile o nullo

SÌ eliminazione del rischio NO

sostituzione di ciò
SÌ che è pericoloso con NO
ciò che non lo è

individuazione e individuazione e
adozione delle misure adozione dei Dispositivi
organizzative e/o tecniche di Protezione Collettiva

SÌ rischio residuo accettabile o nullo?

NO

individuazione e utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale

NO

SÌ rischio residuo accettabile o nullo?

NO
Fig. 121 - Schema metodolo-
gico per la valutazione di un
INIZIO ATTIVITÀ SOSPENSIONE ATTIVITÀ
rischio specifico.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 695

Tabella 27 - Scala della probabilità P di accadimento.


Livello Criteri adottati

4 Altamente Si sono già verificati danni per la stessa carenza rilevata (fonti ASL,
probabile ISPESL ecc.).
Il rischio identificato può provocare un danno in modo automatico e
diretto per il verificarsi di uno o di più eventi.

3 Probabile È noto qualche episodio in cui alla carenza ha fatto seguito il danno.
Il rischio identificato può provocare un danno, sia pure in modo non
diretto, per il verificarsi di uno o di più eventi.

2 Poco La carenza rilevata può provocare il danno solo in circostanze sfortu-


probabile nate di eventi.
Sono noti pochissimi episodi già verificatesi.
Il rischio identificato può provocare un danno in concomitanza di di-
versi eventi tra loro indipendenti.

1 Raro La carenza rilevata può provocare il danno per la concomitanza di più


eventi indipendenti poco probabili.
Non sono noti episodi già verificatesi.
Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità.

Tabella 28 - Scala del danno D.


Livello Criteri adottati

4 Gravissimo Infortunio o esposizione acuta con effetti letali o d’invalidità totale


permanente.
Esposizione cronica con effetti letali o totalmente invalidanti.

3 Grave Infortunio esposizione acuta con effetti d’invalidità temporanea di


lunga durata o permanente parziale.
Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente inva-
lidanti.

2 Medio Infortunio esposizione acuta con inabilità temporanea di media dura-


ta (prognosi superiore a 1 giorno e inferiore a 40 giorni) e reversibile.
Esposizione cronica con effetti reversibili.

1 Lieve Infortunio o esposizione acuta con inabilità temporanea di brevissi-


ma durata (prognosi inferiore a 1 giorno) rapidamente reversibile.
Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili.
probabilità

RISCHIO P+D

BASSO 1

MEDIO - BASSO da 2 a 3

4 MEDIO da 4 a 8

4 8 12 16 ALTO oltre 8

3
3 6 9 12
2
2 4 6 8
1
1 2 3 4

1 2 3 4 danno

Fig. 122 - Magnitudo del rischio.


696 I TERMINI DELLA SICUREZZA

• la scelta delle modalità per ridurre al minimo la probabilità che l’evento si verifichi (per
esempio sostituzione di macchine o materiali, cambiamento nell’organizzazione delle
fasi lavorative ecc.);
• la definizione delle misure preventive e/o protettive per contenere il più possibile il dan-
no (per esempio dispositivi di protezione individuale (DPI), dispositivi di protezione
collettiva (DPC), formazione dei lavoratori ecc.) qualora non sia possibile eliminare il
rischio.
Gli elementi e i criteri generali da adottare per la valutazione sono quelli indicati:
• dalla legislazione vigente in materia di sicurezza (per esempio art.li 28 e 29 del
D.Lgs. 81/2008);
• dalle indicazioni contenute nelle Linee guida predisposte dall’ISPESL;
• dal Documento CEE “Orientamenti comunitari sulla valutazione dei rischi sul lavoro”;
• dall’entità delle sanzioni previste dalle leggi vigenti in materia di sicurezza;
• dai dati statistici sugli infortuni (per esempio pubblicati dall’INAIL, dall’ASL ecc.);
• dall’identificazione dei lavoratori maggiormente esposti a rischi potenziali.
La probabilità P di accadimento dell’infortunio rappresenta la soglia oltre la quale il fe-
nomeno assume caratteristiche meno certe e la gravità delle conseguenze dipende da vari
fattori, talvolta anche fortuiti. La magnitudo del rischio esprime la valutazione del rischio
(o indice di attenzione) in relazione ai livelli P e D, senza considerare le misure preventive
e azioni migliorative da adottare, più o meno rilevanti in funzione del maggiore o minor
indice di attenzione, la cui corretta applicazione può eliminare il rischio o ridurlo a un
valore accettabile. La valutazione dei rischi è un obbligo specifico del datore di lavoro che
deve essere attuato per tutte le procedure di lavoro, le attrezzature, i materiali e le sostanze
impiegate in cantiere (all’interno dei piani di sicurezza) e nei luoghi di lavoro pubblici o
privati in cui opera anche un solo lavoratore.

Riunione periodica
Nelle aziende che occupano più di 15 dipendenti si tiene almeno una volta all’anno una
riunione cui partecipano il datore di lavoro (o un suo rappresentante legale), il responsa-
bile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (RSPP), il medico competente (ove
previsto) e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Durante la riunione periodica,
il datore di lavoro sottopone all’esame dei partecipanti:
• il documento di valutazione dei rischi;
• l’idoneità dei mezzi di protezione individuale;
• i programmi di informazione e formazione dei lavoratori ai fini della sicurezza e della
protezione della loro salute.
La riunione ha altresì luogo in occasione di eventuali significative variazioni delle condi-
zioni di esposizione al rischio, compresa la programmazione e l’introduzione di nuove tec-
nologie che hanno riflessi sulla sicurezza e salute dei lavoratori. Il verbale della riunione
periodica è tenuto a disposizione dei partecipanti per la consultazione.

RL
Vedi Responsabile dei Lavori

RLS
Vedi Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza

RLST
Vedi Rappresentante Territoriale dei Lavoratori per la Sicurezza

Rumore
L’esposizione continuata al rumore (inteso come qualsiasi suono indesiderabile) provoca
nell’organismo umano danni sia fisici sia psichici che possono essere temporanei (ovvero
I TERMINI DELLA SICUREZZA 697

di limitata durata nel tempo) o irreversibili (che permangono nel tempo, con eventuale
possibilità di evitarne l’aggravamento). Gli effetti nocivi dipendono da tre fattori: intensità,
frequenza e durata dell’esposizione al rumore.
Le definizioni, i valori limite di esposizione e le misure preventive e protettive da adottarsi
per ridurre il rischio di esposizione al rumore durante il lavoro sono riportati al Capo II del
D.Lgs. 81/2008. Livelli di rumore inferiore a 85 dB(A) sono da considerarsi tollerabili, anche
se possono egualmente danneggiare l’apparato uditivo. Qualora non sia tecnicamente possi-
bile ridurre il rumore alla fonte, si devono dotare gli addetti di idonee protezioni individuali
(tappi, auricolari o cuffie) e ridurre il tempo di esposizione.

Tabella 29 - Esposizione al rumore per mansioni.


Esposizioni
Mansione
medie dB(A) LpA
Capocantiere 84
85
95/27/EC
Conduttore macchine operatrici 86
Fig. 123 - Tipo di etichetta su
attrezzatura (livello di rumore
Carpentiere 87 prodotto).

Muratore 86

Manovale 89

Posatore di intonaci a macchina 87

Addetto impermeabilizzazioni 86

Conduttore macchine asfalti 87

Ambiente con martellatura e scalpellatura 90

Demolizione intonaci 93

Addetto all’esecuzione getti in c.a. 88

Addetto al disarmo getti in c.a. 91

RUP
Vedi Responsabile Unico del Procedimento

Salute S
Stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, che non consiste solo nell’assenza di
malattie o d’infermità.

Salvavita
Vedi Differenziale
698 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Sanzione
Pena prevista per chi viola la legge. Nel caso di violazioni di leggi su igiene e sicurez-
za sul lavoro è prevista una sanzione penale, che può portare a condanna giudiziaria
(per esempio le sanzioni commesse ai datori di lavoro e ai dirigenti, vedi art. 89 del
D.Lgs. 626/1994).

Scala
Attrezzatura da lavoro che permette di superare dislivelli e raggiungere posti di lavoro in
quota, costituita da due montanti paralleli, collegati tra loro da una serie di pioli o gradini
trasversali, incastrati ai montanti e distanziati in modo regolare l’uno dall’altro. Sui pio-
li l’operatore può salire, scendere e sostare per brevi periodi (per esempio per eseguire
interventi di carattere prettamente eccezionale e temporaneo, in situazioni per cui non si
possano impiegare trabatelli, autoscale, cestelli ecc.).
Le scale possono essere di vari tipi.
Scala semplice portatile (a mano): costruita con materiale adatto alle condizioni di impiego
(acciaio o legno), devono essere sufficientemente resistenti nell’insieme e nei singoli ele-
menti, di dimensioni appropriate all’uso. Se di legno:
• deve avere i pioli fissati ai montanti mediante incastro;
• deve avere i pioli privi di nodi e trattenuti con tiranti in ferro applicati sotto i due pioli
estremi;
• scale lunghe più di 4 m devono avere anche un tirante intermedio.
Tutte le scale semplici portatili devono essere provviste di:
• dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità inferiori dei due montanti;
• ganci di trattenuta (o appoggi antisdrucciolevoli) alle estremità superiori, quando sia
necessario per assicurare la stabilità della scala.
Le scale semplici portatili possono avere una lunghezza massima di 9 m, larghezza non infe-
riore a 28 cm, distanza tra i pioli compresa tra 25 e 30 cm e carico statico verticale massimo
di 150 kg. Devono poggiare in modo da avere un’inclinazione compresa tra 65° e 75°, ossia
tale che la distanza tra le proiezioni degli appoggi sia ¼ della lunghezza; questo valore può
essere verificato praticamente mettendosi in piedi accanto alla scala in modo da toccarla
con il braccio alzato (fig. 124). Le scale semplici usate per collegamenti verticali devono
essere tali da sporgere a sufficienza oltre il livello di accesso (almeno 1 m), a meno che
altri dispositivi garantiscono una presa sicura. Quando l’uso delle scale semplici comporta
pericolo di sbandamento (per esempio per la loro altezza) devono essere adeguatamente
assicurate (tiranti ortogonali) o trattenute al piede da altra persona.
Scala a innesto o a sfilo: costituita dall’unione di scale semplici con le estremità dei mon-
tanti predisposte per essere incastrate le
une nelle altre. Le scale a innesto di lun- parapetto
ghezza superiore a 8 m devono essere
sempre dotate di un rompitratta centra-
m

le per ridurre la freccia di inflessione. Se


1,00

le scale semplici possono scorrere una


piano d'accesso
sull’altra (per esempio tramite apposite
corsie o semplici ganci di trattenuta, con elemento di
vincolo
un sistema di carrucole e corde) trattasi
di scale a sfilo. Le scale a sfilo devono
L

sempre avere una sovrapposizione di


almeno 5 pioli (1,50 m) e carico statico
verticale massimo di 150 kg. Le scale a
innesto o a sfilo non devono superare
mai i 15 m di altezza.

75°
piano di
riferimento

Fig. 124 - Scala semplice a pioli. 1 / 4 di L


I TERMINI DELLA SICUREZZA 699

Scala doppia a pioli: costituita dall’unione di


due scale semplici, incernierate fra loro per
sostenersi (autostabile) senza necessità di pog-
giarsi a strutture esterne permettendo la salita
da ambo i lati. Le scale doppie non devono su-
perare l’altezza di 5 m e devono essere prov-
viste di dispositivo di sicurezza contro l’aper-
tura dei due tronchi oltre il limite di sicurezza.
Le scale doppie devono avere un’inclinazione
compresa tra 65° e 75°, larghezza non inferiore
a 28 cm, distanza tra i pioli compresa tra 25
e 30 cm e carico statico verticale massimo di
150 kg.
Scala fissa a pioli: se di altezza superiore a 5 m,
fissata su pareti o incastellature verticali o con
una inclinazione superiore a 75°, devono essere
provviste, a partire da 2,50 m dal piano di riferi-
mento, di una solida gabbia metallica di prote-
zione con maglie o aperture di ampiezza tale da
impedire la caduta accidentale dell’operatore
verso l’esterno (fig. 125). La parete della gabbia
opposta al piano dei pioli non deve distare da
questi più di 60 cm (fig. 126). I pioli devono di-
stare almeno 15 cm dalla parete alla quale sono
applicati o alla quale la scala è fissata. Quando
l’applicazione della gabbia alle scale costitu-
isca intralcio all’esercizio o presenti notevoli
difficoltà costruttive, devono essere adottate,
in luogo della gabbia, altre misure di sicurez-
za per evitare la caduta delle persone per un
tratto superiore a 1 m (per esempio linea vita
verticale).
Tutte le scale devono consentire ai lavoratori di
disporre in qualsiasi momento di un appoggio e
di una presa sicuri (il trasporto a mano di pesi su
una scala non deve precludere una presa sicu-
ra). Nessun lavoratore deve trovarsi sulla scala
quando se ne effettua lo spostamento laterale.
Durante l’esecuzione di interventi temporanei
in quota mediante l’uso di scala, un operatore a
terra deve esercitare una continua vigilanza sulle
condizioni di sicurezza. Poiché non è consentito
salire oltre il quartultimo gradino della scala è
opportuno verniciare il terzultimo con colore
rosso.
150

distanziali

gradini
antiscivolo
600

gabbia metallica

Fig. 125 - Scala fissa a pioli. Fig. 126 - Pianta scala fissa a pioli.
700 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Schede di sicurezza
È un sistema specifico di informazioni relativo alle sostanze e ai preparati pericolosi destinato
principalmente agli utilizzatori professionali, al fine della protezione della salute e della sicu-
rezza sul posto di lavoro. La scheda dei dati di sicurezza comporta sedici voci obbligatorie, tra
le quali l’identificazione del preparato e dell’azienda produttrice, l’identificazione dei pericoli,
le proprietà fisiche e chimiche, informazioni tossicologiche, informazioni ecologiche ecc.
La responsabilità delle informazioni figuranti nelle suddette voci è a carico della persona
responsabile dell’immissione sul mercato del preparato.

Segnale acustico
Segnalazione sonora in codice, emessa da un apposito dispositivo (per esempio campana,
sirena ecc.), senza impiego di voce umana o di sintesi vocale. Il codice da utilizzare per se-
gnalare l’ordine di evacuazione deve essere continuo.
Vedi Dispositivi di allarme

Segnale gestuale
Segnalazione visiva ottenuta tramite un movimento o una posizione delle braccia in forma
convenzionale, per fornire idonei messaggi (per esempio alt, sollevare, avanzare, retroce-
dere ecc.). L’elenco dei segnali gestuali convenzionali è riportato nell’Allegato XXXII al
D.Lgs. 81/2008.

Segnale luminoso
Segnalazione luminosa trasmessa da un dispositivo costruito con materiale trasparente, che
illuminato dall’interno o sul retro dell’involucro, appare come una superficie luminosa, evi-
denziando, specie al buio, un messaggio, per esempio uscita di sicurezza.
Vedi Dispositivi di allarme

Segnaletica di sicurezza
Indicazioni che, riferite a un oggetto, a un’attività o a una particolare situazione, forniscono
istruzioni o prescrizioni riguardanti la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro attraverso un
cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale
gestuale.

Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP)


Insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’impresa che provvedono all’atti-
vità di prevenzione e protezione dai rischi professionali dei lavoratori attraverso:
• l’individuazione dei fattori di rischio, la valutazione dei rischi e l’individuazione delle mi-
sure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa
vigente e sulla base della specifica conoscenza dell’organizzazione del lavoro;
• l’elaborazione delle misure preventive e protettive per le varie attività e dei sistemi di
controllo sull’attuazione di quanto previsto;
• l’informazione e la formazione dei lavoratori;
• le consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro (riunione perio-
dica).
L’organizzazione del SPP è disciplinata dall’art. 31 del D.Lgs. 81/2008.

Servizi di protezione collettiva


Si intendono e comprendono:
• la segnaletica di sicurezza;
• gli avvisatori acustici;
• le attrezzature per primo soccorso;
I TERMINI DELLA SICUREZZA 701

• l’illuminazione di emergenza;
• i mezzi estinguenti fissi e portatili;
• i servizi di gestione delle emergenze.

SGSL
Vedi Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro

Sicurezza
Assenza di rischi di danni inaccettabili. Situazione nella quale viene minimizzato il rischio
grazie alla messa in atto di una serie di azioni preventive o difensive, che hanno come obiet-
tivo l’integrità della salute psico-fisica dell’uomo nel lavoro e nella vita e che riguardano
le seguenti aree di intervento: sicurezza degli impianti e delle macchine, igiene del lavoro,
antincendio, ambiente esterno, sicurezza del prodotto.

Silicosi
Malattia professionale dovuta alla deposizione nei polmoni di particelle di silice (SiO2)
inalate e a conseguenti reazioni del tessuto degli alveoli polmonari che forma strie e noduli
fibrosi. Colpisce i lavoratori delle miniere, dei cementifici, delle cave e delle fonderie.

Sistema anticaduta con dispositivi di protezione individuali


Insieme di più dispositivi di protezione individuale (DPI) utilizzati obbligatoriamente per
attività con rischio di caduta dall’alto, per lavori sia sulle coperture (fig. 127) sia entro pozzi,
cisterne o simili quando non è possibile installare dispositivi di protezione collettiva (DPC)
o nel caso in cui le protezioni collettive (per esempio impalcati di protezione, parapetti, reti
anticaduta) non bastano a evitare o ridurre sufficientemente i rischi di caduta.
Normalmente il sistema è composto da:
• un’imbracatura di sicurezza, indossata dall’operatore, composta da diverse cinghie in
poliestere e fibbie di regolazione per cosciali, cintura e bretelle, dotata di uno o più
punti d’aggancio tramite moschettone. L’uso della cintura di sicurezza semplice (anziché
dell’imbracatura) è ammesso solamente nei lavori sui pali;
• un cordino, dotato di assorbitore d’energia, che collega il punto d’ancoraggio e l’imbra-
catura;
• connettori, generalmente moschettoni in lega leggera con chiusura e bloccaggio automa-
tici, per l’unione dei i vari dispositivi di protezione individuali;
• un punto di ancoraggio sicuro a una struttura portante o resistente (o dispositivo di
ancoraggio).

Fig. 127 - Sistema anticaduta con di-


spositivi di protezione individuali.
702 I TERMINI DELLA SICUREZZA

La norma UNI EN 795 definisce 5 classi di dispositivi di ancoraggio e ne prescrive la resi-


stenza minima che essi devono garantire.

Tabella 30 - Classi dei dispositivi di ancoraggio.

Resistenza minima
Classe ancoraggio dell’ancoraggio
e delle strutture

Sistema Classe A1: disposi- 10 kN


fisso tivi di ancoraggio
progettati per esse-
re fissati a superfici
inclinate

Classe A2: disposi-


tivi di ancoraggio
progettati per essere
fissati a coperture

Classe B: dispositivi di ancoraggio provvisori


portatili

Sistema Classe C: dispositivi di ancoraggio con linee di Una volta e mezzo la


scorrevole ancoraggio flessibili orizzontali (linee vita fles- forza dichiarata dal fab-
sibili) bricante
Classe D: dispositivi di ancoraggio con rotaie 10kN+1kN per ogni
di ancoraggio rigide (linee vita rigide) persona aggiunta oltre
la prima

Corpo Classe E: ancoraggi a corpo morto per superfici Non utilizzare in pre-
morto orizzontali senza di rischio di gelo
o in condizioni di gelo.
Distanza dal bordo a ri-
schio caduta non minore
i 2,5 m
I TERMINI DELLA SICUREZZA 703

Il sistema anticaduta viene composto dopo aver effettuato un’attenta valutazione dei rischi,
utilizzando i dispositivi di protezione individuale (DPI) più adatti alla situazione oggettiva,
in relazione al punto di ancoraggio a disposizione, all’attività da svolgere. Il tipo di collega-
mento tra ancoraggio e imbracatura più adatto (per non limitare la libertà di movimento
dell’operatore) fermo restando la necessità assoluta di arrestare la caduta in completa si-
curezza nel minor spazio/tempo possibile. Per questo è indispensabile utilizzare un assor-
bitore d’energia che limiti le forze d’arresto derivanti da una caduta entro livelli che non
superino quelle sopportabili dal corpo umano (6 kN).

Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SGSL)


Sistema organizzativo finalizzato all’adempimento degli obblighi legislativi in materia di
salute e sicurezza aziendale con il più idoneo rapporto tra costi e benefici. L’adozione di
un SGSL conforme all’art. 30 del D.Lgs. 81/2008 consente, da parte dell’azienda, di ridur-
re i costi della sicurezza indiretti (riduce la probabilità di accadimento degli infortuni e i
costi che ne conseguono) e diretti (possibilità di riduzione dei premi assicurativi INAIL).
Il SGSL definisce le modalità per individuare, all’interno della struttura organizzativa
aziendale, le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la realizzazione della
politica aziendale di prevenzione, nel rispetto delle norme di salute e sicurezza applica-
bili. L’avvenuta effettuazione delle varie attività del SGSL deve essere periodicamente
registrata.

Sorveglianza sanitaria
Attività assicurata dal datore di lavoro, attraverso il medico competente, mediante visite
preventive, periodiche e relativi giudizi di idoneità sui lavoratori esposti a particolari rischi
per i quali la legge prevede il controllo sanitario periodico. Si concretizza in un insieme
degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e di sicurezza dei lavoratori, in
relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgi-
mento dell’attività lavorativa.

Sostanza pericolosa
Elementi chimici e loro composti allo stato naturale o ottenuti mediante lavorazioni indu-
striali.
Vedi Classificazione delle sostanze pericolose

Sovracorrente
Qualsiasi corrente che supera il valore nominale; per i conduttori, il valore nominale è la
portata di corrente.

SPP
Vedi Servizio di Prevenzione e Protezione

Stazione appaltante
Vedi Committente

Stress
Termine che indica un complesso di reazioni e disturbi dell’individuo provocati da fattori
ambientali e sociali. Secondo recenti statistiche, il 60% dei lavoratori è colpito da stress, che
rappresenta una modalità di difesa dell’organismo umano.
704 I TERMINI DELLA SICUREZZA

T Taglia pavimento a disco (Clipper semovente)


Macchina da taglio costituita da una lama rotante (disco) montata su ruote e azionata da
un motore a scoppio, impiegata per il taglio di pavimentazioni bituminose o in calcestruzzo.
Il taglio avviene in presenza di un getto d’acqua per il raffreddamento del disco e l’abbat-
timento delle polveri.
Per il corretto utilizzo della taglia pavimento occorre verificare che:
• siano rispettate le condizioni di utilizzo proprie della Direttiva Macchine;
• l’area di lavoro sia sufficientemente illuminata, delimitata e segnalata, sgombra da ma-
teriali di scarto;
• i dispositivi di comando e di trasmissione della rotazione siano efficienti e funzionanti;
• le protezioni della lama non siano state rimosse e siano efficienti;
• vengano montate esclusivamente le lame indicate dal costruttore;
• sia riempito il contenitore dell’acqua mantenendo l’erogazione costante;
• non venga forzata l’operazione di taglio;
• la macchina non venga utilizzata in ambienti chiusi o poco ventilati;
• durante le pause di lavoro sia disinserita l’alimentazione della lama rotante;
• il rifornimento di gasolio venga eseguito a motore spento con divieto di fumare;
• i cuscinetti di trasmissione siano regolarmente ingrassati.

Fig. 128 - Clipper semovente.

Tabella 31
Rischi per Rischi dovuti a procedure Misure di protezione
la sicurezza e ambiente di lavoro e prevenzione

Rumore Dipendenza dalle norme di com- Protezione degli organi in movi-


Polveri, fibre portamento mento
Tagli, abrasioni, Manutenzione macchine e attrez- Utilizzo di idonei dispositivi di
contusioni zature di lavoro protezione individuali (DPI):
guanti, scarpe antinfortunistiche,
Incendio cuffie o tappi auricolari, tuta
Investimento

TAR
Vedi Tribunale Amministrativo Regionale
I TERMINI DELLA SICUREZZA 705

Threshold Limit Value (TLV)


Vedi Valore limite di soglia

Tirante d’aria
Altezza dello spazio libero da ostacoli al di sotto del lavoratore per arrestare la caduta con
sistema a assorbimento di energia cinetica in condizioni di sicurezza.

TLV
Vedi Threshoed Limit Value

Tossicità
Proprietà di una sostanza o di un preparato di provocare effetti dannosi sugli organismi
alterandone il corretto funzionamento. La tossicità è una caratteristica sia qualitativa, in
quanto dipende dall’interazione della sostanza con l’organismo, sia quantitativa in quanto
funzione della concentrazione della sostanza nell’organismo o nell’ambiente. La tossicità è
inoltre strettamente legata alla possibilità di assorbimento, trasporto e metabolismo della
sostanza all’interno dell’organismo.
La tossicità può essere:
• acuta: quando si manifesta in tempi brevi (minuti, ore o giorni) in presenza di dosi elevate;
• cronica: quando si manifesta a distanza di tempo ed è causata da un’esposizione prolun-
gata a piccole dosi.

Trabatello
Vedi Ponte su ruote

Tribunale Amministrativo Regionale (TAR)


Organo di giustizia amministrativa regionale che ha il compito di emettere giudizi su ricorsi
presentati contro atti amministrativi ritenuti lesivi ovvero espressi in maniera non confor-
me all’ordinamento giuridico. Il TAR è composto da giudici amministrativi di primo grado,
le cui sentenze sono appellabili dinanzi al Consiglio di Stato.

UD U
Vedi Unità di Decontaminazione

UG
Vedi Uomini-Giorno

UNI
Vedi Ente Nazionale Italiano di Unificazione

Unità di Decontaminazione (UD)


L’ingresso e l’uscita del personale e dei materiali di risulta della bonifica da zone conta-
minate (per esempio da amianto) deve avvenire esclusivamente attraverso apposite unità
di decontaminazione (UD), distinte in unità di decontaminazione del personale (UDP) e
unità di decontaminazione dei materiali (UDM). Tali apprestamenti sono necessari, oltre
706 I TERMINI DELLA SICUREZZA

che a garantire un’adeguata decontaminazione, per limitare al massimo la dispersione delle


fibre di amianto all’esterno dell’area confinata. L’unità di decontaminazione può essere
costituita da:
• un container o box prefabbricato già provvisto dei servizi necessari (da raccordare diret-
tamente con l’area confinata);
• un insieme di box modulari, da montare in cantiere uno accanto all’altro nella configu-
razione necessaria;
• una struttura costruita a piè d’opera (per esempio con teli in polietilene a rivestimento di
una struttura di sostegno in tubi e giunti) con la suddivisione in ambienti come indicato
nelle specifiche ed elaborati grafici facenti parte del Piano di Sicurezza.
L’UDP (fig. 129) è composta da quattro zone distinte:
• locale di equipaggiamento (spogliatoio contaminato): collegato all’area di lavoro e
all’adiacente locale doccia, con pareti, soffitto e pavimento in pannelli di materiale pla-
stico resistente e facilmente lavabile (nel caso di container o box) o ricoperti con un
foglio di plastica di spessore adeguato (nel caso di strutture realizzate in opera). Un
apposito contenitore armadio permette agli operai di riporvi il proprio equipaggiamento
di lavoro prima di passare al locale doccia al termine dell’attività;
• locale doccia: accessibile dal locale equipaggiamento e dalla chiusa d’aria, deve contene-
re almeno una doccia con acqua calda e fredda e, ove possibile, servizi igienici. Le acque
di scarico devono essere raccolte e filtrate da apposito impianto prima di confluire nella
rete fognaria;
• chiusa d’aria: ambiente disposto tra il locale doccia e il locale spogliatoio incontaminato
con uno spazio di almeno 1,50 m. Uno dei due accessi dovrà rimanere sempre chiuso
pertanto gli operai attraverseranno la chiusa d’aria uno alla volta;
• locale incontaminato (spogliatoio): con un accesso all’esterno (area incontaminata) e
alla chiusa d’aria. L’ambiente sarà attrezzato con armadietti per consentire agli operai di
riporre gli abiti e indossare gli indumenti monouso, i dispositivi di protezione individuale
delle vie respiratorie con filtri, l’equipaggiamento pulito. Questa zona sarà di dimensioni
tali da permettere a tutti gli operatori di ritrovare gli indumenti personali quando escono
dalla doccia, passando dalla chiusa d’aria.

confinamento

AREA INCONTAMINATA
AREA CONTAMINATA

spogliatoio locale chiusa spogliatoio


contaminato doccia d'aria incontaminato

Zona A Zona B Zona C Zona D

Fig. 129 - Schema tipo di unità di decontaminazione del personale.

L’UDM è composta da un minimo di 3 zone (fig. 130);


confinamento
AREA INCONTAMINATA

zona incontaminata
ulteriori ambienti compartimentati possono essere
per il prelievo dei
installati per una migliore organizzazione del lavoro big bags
(per esempio manipolazione dei materiali di risulta,
Zona C
riduzione del rischio di eventi accidentali) o per per-
mettere ai funzionari degli enti di controllo di verifica-
re la corretta esecuzione delle operazioni di pulizia. secondo
insaccamento
AREA CONTAMINATA

Zona B

lavaggio
bassa pressione
Fig. 130 - Schema tipo
di unità di decontami- Zona A
nazione del materiale.
I TERMINI DELLA SICUREZZA 707

La procedura di uscita del materiale dall’area di cantiere avviene attraverso le seguenti


fasi:
• all’interno dell’area da bonificare (confinamento contaminato) gli operatori introducono
i materiali rimossi (così come i filtri esausti dei respiratori, gli indumenti a perdere, even-
tuali stracci utilizzati per la pulizia ecc.) in sacchi di polietilene di spessore minimo 0,10
mm, sigillandoli con nastro adesivo o fascette stringenti in pvc dopo aver fatto uscire l’aria
dall’involucro riempito;
• i sacchi così confezionati vengono trasferiti nella zona A UDM dove gli stessi operatori
praticano un lavaggio a bassa pressione (a umido) prima di introdurre i sacchi nel se-
condo stadio. Le acque di lavaggio devono essere raccolte e filtrate da apposito impianto
prima di confluire nella rete fognaria;
• nella zona B i sacchi puliti provenienti dal primo stadio, vengono inseriti in un ulteriore
sacco in polietilene dello stesso spessore che, una volta sigillato con la stessa procedura,
viene inserito insieme ad altri in big bags omologati. Al termine dell’operazione i big
bags vengono depositati nella zona C;
• la squadra interna segnala a quella esterna l’avvenuta chiusura di tutti i passaggi; a que-
sto punto viene aperto dall’esterno l’ultimo stadio e vengono estratti i big bags;
• la squadra esterna chiude la via di comunicazione verso l’esterno e segnala alla squadra
interna la fine delle operazioni di prelievo.
I big bags verranno trasportati nella zona di deposito temporaneo, opportunamente indivi-
duata e segnalata, in attesa di essere avviati alla discarica autorizzata. Per ridurre ulterior-
mente il rischio di dispersione delle fibre all’esterno dell’area contaminata, per quanto pos-
sibile, l’uscita dei sacchi avverrà in un’unica fase giornaliera, al termine delle operazioni di
rimozione. All’esterno dell’unità di decontaminazione dovrà essere apposta la segnaletica
prevista dal D.Lgs. 81/2008 (attenzione – zona ad alto rischio – possibile presenza di polveri
di amianto in concentrazione superiore ai valori limite di esposizione).

Unità produttiva
Stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all’erogazione di servizi, dotata
di autonomia finanziaria e tecnico funzionale.

Uomini-Giorno (UG)
Entità presunta del cantiere che identifica la somma delle giornate lavorative prestate dai
lavoratori, anche autonomi, previste per la realizzazione dell’opera. Per il calcolo degli uo-
mini-giorno occorre rapportare al costo netto dei lavori (depurato dell’utile dell’impresa),
il costo giornaliero medio della manodopera (dedotto dai prezziari di riferimento), conside-
randone l’incidenza percentuale sul valore dei lavori (media tra le percentuali per categorie
di lavori derivante dal computo metrico estimativo).

Tabella 32 - Esempio di calcolo uomini-giorno.

Voce Valore
Importo complessivo dei lavori e 350 000,00

Utile d’impresa (10% di e 350 000,00) e 35 000,00

Importo netto residuo e 315 000,00

Incidenza della manodopera sul valore dei lavori 24,5%

Importo globale della manodopera (e 315 000,00⫻24,5%) e 77 175,00

Costo giornaliero medio della manodopera (19,00 e/ora⫻8 ore) e 152,00

Valore UG (e 77 175,00 : e 152,00) e 508


708 I TERMINI DELLA SICUREZZA

Uso previsto
Utilizzo di una macchina attuato in modo conforme alle istruzioni fornite dal fabbricante.

Uso scorretto ragionevolmente prevedibile


Utilizzo di una macchina in modo differente da quello indicato nelle istruzioni fornite dal
fabbricante che deriva dal comportamento umano facilmente prevedibile.

V Valore di attenzione
Misura riferita a un qualsiasi fattore di inquinamento (per esempio rumore, presenza di
polveri nell’aria ecc.) che segnala l’insorgere di un potenziale rischio per la salute o/e per
l’ambiente. Il superamento del valore di attenzione impone l’obbligo di adottare una o
più misure precauzionali (per esempio uso di dispositivi di protezione individuali DPI o
di dispositivi di protezione collettiva DPL) o correttive. Il rispetto del valore di attenzione
assicura il rispetto dei pertinenti valori limite di esposizione.

Valore limite di esposizione


Limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico presente
nell’aria all’interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione a un determi-
nato periodo di riferimento; un elenco di tali valori è riportato nell’Allegato XXXVIII al
D.Lgs. 81/2008.

Valore Limite di Soglia (Threshold Limit Value TLV)


Rappresenta il valore della concentrazione nell’aria (generalmente espressa in parti per
milione – ppm) di una sostanza pericolosa, al di sotto del quale vi è sicurezza per quasi
tutte le persone esposte. Si fa riferimento a “quasi tutte” poiché non si possono escludere
casi di ipersensibilità o la possibilità che alcuni individui, esposti a concentrazioni inferiori
al valore limite di soglia, possano riportare, per vari motivi, danni alla salute (vedi Indagine
ambientale).
Si distinguono in:
• TLV-TWA (time-weighed average): valore massimo consentito per un’esposizione pro-
lungata, di 8 ore al giorno e/o 40 ore a settimana. Viene comunemente indicato sempli-
cemente come TLV;
• TLV-STEL (short-term exposure limit): valore massimo consentito per esposizioni brevi
(non oltre 15 minuti) e occasionali (non oltre 4 esposizioni nelle 24 ore), intervallate
almeno a un’ora di distanza l’una dall’altra;
• TLV-C (ceiling): valore limite che non deve essere mai oltrepassato in nessun caso.

Verbale di prescrizione
Documento compilato dai funzionari di Organismi di Vigilanza (o dal coordinatore per
l’esecuzione dei lavori CE) durante un sopralluogo ispettivo nel quale, essendo stata riscon-
trata una o più non conformità a disposizioni legislative, viene imposto al soggetto coinvol-
to (per esempio datore di lavoro, committente, lavoratore autonomo) di porre rimedio in un
tempo prefissato. Trascorso il periodo concesso viene ripetuto il sopralluogo per verificare
l’avvenuto adempimento delle prescrizioni imposte.

Z Zona pericolosa
Ogni ambito, all’interno o in prossimità di un’attrezzatura di lavoro, nel quale la presenza di
un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso.
Struttura del DVD
allegato al volume

Programmi ACCA Software

Programma Descrizione
CerTus-Pro Programma per effettuare la valutazione dei rischi e la stesura degli elaborati previsti
dal D.Lgs. 81/2008.
CerTus-PN Programma per la stesura del Pi.M.U.S. secondo quanto previsto dall’Allegato XXII
al D.Lgs. 81/2008.
CerTus-PN Programma di calcolo e verifica di ponteggi metallici fissi.
Calcolo
CerTus-GSL Programma per la gestione della sicurezza aziendale.
Primus-K Programma per la redazione del cronoprogramma dei lavori previsto dagli articoli 33
e 137 del D.P.R. 207/2010.
ManTus-P Programma per la stesura del Piano di Manutenzione seguendo le indicazioni conte-
nute nell’articolo 38 del D.P.R. 207/2010 e nelle Norme Tecniche per le Costruzioni.
Anti-Focus Programma per la progettazione antincendio, il calcolo del carico d’incendio di am-
bienti e compartimenti specifici, la compilazione automatica delle relazioni e la com-
posizione delle tavole grafiche con simbologia antincendio.

Legislazione
Norme tecniche per le costruzioni
D.M. Infrastrutture Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni.
14/01/2008
Circolare Istruzioni per l’applicazione delle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al
C.S.LL.PP. D.M. 14/01/2008.
02/02/2009 n. 617

Antisismica
D.M.LL.PP. Norme Tecniche per le Costruzioni in zone sismiche.
16/01/1996
Circolare Ministero Istruzioni per l’applicazione delle ‘‘Norme Tecniche per le Costruzioni in zone sismi-
LL.PP. 10/04/1997 che’’ di cui al D.M. 16/01/1996.
n. 65/AA.GG.
Ordinanza P.C.M. Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territo-
20/03/2003 n. 3274 rio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica.
Normativa sismica Allegato A Ordinanza n. 3274: classificazione dei Comuni, Note.
Normativa sismica Allegato A Ordinanza n. 3274: classificazione dei Comuni.
Ordinanza P.C.M. Modifiche e integrazioni all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n. 3316 20/03/2003 n. 3274.
Nota esplicativa Normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica e connessa classificazione sismi-
ca del territorio nazionale.
710 STRUTTURA DEL DVD ALLEGATO AL VOLUME

Nota esplicativa Nota esplicativa dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20/03/2003
del Dipartimento n. 3274.
di Protezione civile
Normativa sismica Allegato 1 Ordinanza n. 3274: Criteri per l’individuazione delle zone sismiche. Indi-
viduazione, formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zone.
Normativa sismica Allegato 2 Ordinanza n. 3274: Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l’ade-
guamento sismico degli edifici.
Normativa sismica Allegato 3 Ordinanza n. 3274: Norme tecniche per il progetto sismico dei ponti (con
le modifiche Ordinanza 3316).
Normativa sismica Allegato 4 Ordinanza n. 3274: Norme tecniche per il progetto sismico di opere di fon-
dazione e di sostegno dei terreni (con le modifiche Ordinanza 3316).
Decreto 21/10/2003 Disposizioni attuative dell’art. 2, commi 2, 3 e 4 dell’ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri 20/03/2003 n. 3274.
Ordinanza P.C.M. Proroga dell’entrata in vigore dell’Ordinanza P.C.M. 3274/2003.
03/05/2005 n. 3431
Ordinanza P.C.M. Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’ag-
28/04/2006 n. 3519 giornamento degli elenchi delle medesime zone.

Cemento armato e strutture metalliche


D.M. LL.PP. Norme tecniche per l’esecuzione delle opere in cemento armato normale e precom-
14/02/1992 presso e per le strutture metalliche.

Edifici in muratura
D.M. LL.PP. Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura
20/11/1987 e per il loro consolidamento.
Circ. LL.PP. Legge 02/02/1974 n. 64 art. 1. Istruzioni in merito alle norme tecniche per la proget-
4/01/1989 n. 30787 tazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento.

Lavori privati e pubblici


D.M. LL.PP. Regolamento recante il Capitolato generale d’appalto dei lavori pubblici.
19/04/2000 n. 145
D.P.R. 06/06/2001 Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia.
n. 380
D.Lgs. 12/04/2006 Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle
n. 163 Direttive 2004/17/CEE e 2004/18/CEE - Testo aggiornato con il D.L. 25/09/2009
n. 135.
D.P.R. 05/10/2010 Regolamento di esecuzione e attuazione del D.Lgs. 12/04/2006 n. 163 - Testo aggior-
n. 207 nato con le modifiche apportate dal D.L. 13/05/2011 n. 70.

Sicurezza nei cantieri


D.Lgs. 09/04/2008 Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro.
n. 81

Prevenzione incendi
D.M.I. 26/06/1984 Classificazione di reazione al fuoco e omologazione dei materiali ai fini della preven-
zione incendi.
Decreto 10/03/1998 Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi
di lavoro.
D.M.I. 03/09/2001 Modifiche e integrazioni al D.M.I. 26/06/1984 concernente classificazione di reazione
al fuoco e omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi.
Circolare M.I. Linee guida per la valutazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro ove
01/03/2002 n. 4 siano presenti persone disabili.
STRUTTURA DEL DVD ALLEGATO AL VOLUME 711

D.M.I. 28/05/2002 Rettifica del D.M.I. 03/09/2001, concernente classificazione di reazione al fuoco e
omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi.
D.Lgs. 08/03/2006 Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni e ai compiti del Corpo Nazionale
n. 139 dei Vigili del Fuoco.
Decreto 16/02/2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da
costruzione.
D.M.I. 09/03/2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo
del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
D.P.R. 07/09/2010 Regolamento per la semplificazione e il riordino della disciplina sullo sportello unico
n. 160 per le attività produttive.
D.P.R. 01/08/2011 Regolamento recante la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi.
n. 151
D.M. 05/08/2011 Procedure e requisiti per l’autorizzazione e l’iscrizione dei professionisti negli elenchi
del Ministero dell’interno di cui art. 1 D.Lgs. 08/03/2006 n. 139.
Circolare M.I. del Nuovo regolamento D.P.R. 01/08/2011 n. 151.
05/10/2011
Lettera Circolare Indirizzi applicativi al D.P.R. 151/2011.
VV.F. del
06/10/2011

Prevenzione incendi – Attività


Autorimesse
D.M.I. 01/02/1986 Norme di sicurezza antincendio per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili
(G.U. 15/02/1986 n. 38).
D.M.I. 17/06/1987, Modificazioni al D.M. 31/07/1934 recante norme di sicurezza per la lavorazione, l’im-
n. 280 magazzinamento, l’impiego e la vendita di olii minerali e per il trasporto degli olii
stessi (G.U. 16/07/1987 n. 164).
Lettera circolare Decreto Ministeriale 01/02/1986. Criteri per la concessione di deroghe in via generale
del Ministero ai punti 3.2, 3.6.3 e 3.7.2.
dell’Interno
28/08/1995
n. P 1563/4108
Lettera circolare Parcamento di motocicli e ciclomotori all’interno di autorimesse.
del Ministero
dell’Interno
25/07/2000
n. P 713/4108
D.M.I. 22/11/2002 Disposizioni in materia di parcamento di autoveicoli alimentati a gas di petrolio lique-
fatto all’interno di autorimesse in relazione al sistema di sicurezza (G.U. 03/12/2002
n. 283).

Edifici di civile abitazione


Circolare del Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in ac-
Ministero ciaio destinati a uso civile.
dell’Interno
14/09/1961 n. 91
D.M.I. 16/05/1987 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione (G.U. 27/06/1987
n. 246 n. 148).
Lettera circolare Chiarimenti interpretativi su problemi di prevenzione incendi.
del Ministero
dell’Interno
26/07/1988
n. 14795/4101
712 STRUTTURA DEL DVD ALLEGATO AL VOLUME

Edifici e strutture per il pubblico - Alberghi


Lettera circolare Classificazione di alberghi e pensioni al n. 94 dell’elenco allegato al Decreto Intermi-
21/10/1974 nisteriale 27/09/1965 n. 1973 Ministero dell’Interno.
n. 27030/4122/1
Legge 18/07/1980, Norme sulle attività alberghiere esistenti. Disposizioni per la prevenzione incendi
n. 406 (G.U. 6/08/1980, n. 214).
D.M. 09/04/1994 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l’eser-
cizio delle attività ricettive turistico-alberghiere (G.U. 20/05/1994 n. 116).
Lettera circolare D.M. 09/04/1994. Regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l’eserci-
del Ministero zio delle attività ricettive turistico-alberghiere. Chiarimenti.
dell’Interno
20/05/1994
n. P 1226/4122
Lettera circolare D.M. 09/04/1994. Criteri per la concessione delle deroghe in via generale al punto
29/11/1995 20.4.2.
n. P 2216/4122
Lettera circolare Attività ricettive turistico-alberghiere. Precisazioni e chiarimenti sull’applicazione
04/04/2001 del D.M. 09/04/1994.
n. P 500/4122

Edifici e strutture per il pubblico - Locali spettacolo


Legge 27/12/1941 Nuove norme per l’organizzazione dei servizi antincendi (G.U. 03/02/1942 n. 27).
n. 1570
D.M. 28/08/1984 Modificazioni al D.M. 06/07/1983 concernente norme sul comportamento al fuoco
delle strutture e dei materiali da impiegarsi nella costruzione di teatri, cinematografi
e altri locali di spettacolo in genere.
D.M.I. 19/08/1996 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, co-
struzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo (G.U.
12/09/1996 n. 214, supplemento ordinario n. 149).
D.M.I. 06/03/2001 Modifiche e integrazioni al Decreto del Ministro dell’Interno 19/08/1996 relativa-
mente a spettacoli e trattenimenti a carattere occasionale svolti all’interno di impian-
ti sportivi, nonché all’affollamento delle sale da ballo e discoteche.
Lettera circolare Giuoco del «Bingo». Chiarimenti e indirizzi applicativi di prevenzione incendi.
del Ministero
dell’Interno
11/01/2001
n. P 47/4109
Lettera circolare Criteri di sicurezza antincendio applicabili alle sale del giuoco del «Bingo». Precisa-
del Ministero zioni.
dell’Interno
21/09/2001
n. P 1071/4109

Edifici e strutture per il pubblico - Ospedali


D.M.I. 18/09/2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la co-
struzione e l’esercizio delle strutture sanitarie, pubbliche e private (G.U. 27/09/2002
n. 227).

Edifici e strutture per il pubblico - Scuole


D.M.I. 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica (G.U. 16/09/1992 n. 278).
STRUTTURA DEL DVD ALLEGATO AL VOLUME 713

Lettera circolare Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica. Chiarimenti sulla larghezza
del Ministero delle porte delle aule didattiche ed esercitazioni.
dell’Interno
17/05/1996
n. P 954/4122
Lettera circolare D.M. 26/08/1992. Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica. Chiarimenti
del Ministero applicativi e deroghe in via generale ai punti 5.0 e 5.2.
dell’Interno
30/10/1996
n. P 2244/4122

Edifici e strutture per il pubblico - Impianti sportivi


D.M. 18/03/1996 Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi.

Impianti per la produzione di calore


Circolare del Impianti termici a olio combustibile o a gasolio. Istruzioni per l’applicazione delle
Ministero norme contro l’inquinamento atmosferico; disposizioni ai fini della prevenzione in-
dell’Interno cendi.
29/07/1971 n. 73
D.M.I. 09/02/1989 Norme di sicurezza antincendi da applicarsi nella progettazione e installazione di im-
pianti di produzione calore a servizio delle serre.
D.M.I. 12/04/1996 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la co-
struzione e l’esercizio di impianti termici alimentati da combustibili gassosi.
Supplemento ordinario n. 74 alla G.U. 04/05/1996 n. 103.
Lettera circolare Circolare del Ministero dell’Interno 29/07/1971 n. 73. Chiarimenti inerenti il punto
del Ministero 1.3. Dimensioni.
dell’Interno
19/05/1998
n. P 884/4134

Barriere architettoniche
Legge 09/01/1989 Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoni-
n. 13 che negli edifici privati.
D.M. LL.PP. Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabi-
14/06/1989 n. 236 lità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata,
(Capo I) ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.
Legge 05/02/1992 Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handi-
n. 104 cappate.
D.P.R. 24/07/1996 Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli
n. 503 edifici, spazi e servizi pubblici.

Sicurezza degli impianti e rendimento energetico


Legge 05/03/1990 Norme per la sicurezza degli impianti.
n. 46
Legge 09/01/1991 Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale
n. 10 dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
D.Lgs. 19/08/2005 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.
n. 192
714 STRUTTURA DEL DVD ALLEGATO AL VOLUME

Varie
 Carta dell’Italia con i livelli di protezione antisismica richiesti
 Disegni CAD di segnali e simboli per la prevenzione incendi
 Immagini di segnali e simboli per la prevenzione incendi
 Tabella ricambi d’aria per tipologia di locale

Potere calorifico di materiali


Potere calorifico al kg: materiali
Potere calorifico al m3: materiale depositato
Potere calorifico al m2 (indicativo): destinazione dei locali
Poteri calorifici espressi al pezzo (indicativi): materiale da arredo

 PDF indicizzato dell’intero Manuale


Indice delle tabelle

MATEMATICA E FISICA

Tab. 1.1 Unità SI di base, 1


Tab. 1.2 Norme e simboli speciali dell’unità derivata SI di temperatura nel caso della temperatura
Celsius, 2
Tab. 1.3 Unità derivate SI che hanno nomi e simboli speciali, 2
Tab. 1.4 Prefissi per multipli e sottomultipli delle unità SI, 4
Tab. 1.5 Unità SI di uso più comune e relativi multipli e sottomultipli, 4
Tab. 1.6 Unità definite in base alle unità SI, ma che non sono multipli o sottomultipli decimali di
queste, 6
Tab. 1.7 Equivalenza fra le unità del Sistema Internazionale (SI) e le unità del Sistema Tecnico
(ST), 6
Tab. 1.8 Segni usati in matematica e fisica, 7
Tab. 1.9 Misure di lunghezza anglosassoni, 10
Tab. 1.10 Costanti di uso frequente, 10
Tab. 2.1 Segno delle funzioni trigonometriche nei quattro quadranti, 17
Tab. 2.2 Valori delle funzioni di angoli notevoli, 17
Tab. 2.3 Derivate notevoli, 30
Tab. 2.4 Regole di derivazione, 30
Tab. 2.5 Integrali indefiniti fondamentali, 31
Tab. 2.6 Regole di integrazione più comuni, 31
Tab. 3.1 Coefficienti a di dilatazione lineare di alcuni materiali, 34

SOLLECITAZIONI

Tab. 6.1 Valori dei moduli di elasticità normale E (o modulo di Young) e tangenziale G e del coef-
ficiente di Poisson l, 58
Tab. 6.2 Coefficienti di sicurezza s di vari materiali, 59
Tab. 6.3 Tensioni ammissibili di alcuni materiali, 59
Tab. 7.1 Valori dei coefficienti a e b, 64
Tab. 10.1 Formule per il calcolo delle reazioni fittizie A* e B* per travi appoggiate con diverse situa-
zioni di carico, 88
Tab. 10.2 Travi inflesse isostatiche a sezione costante: formule di calcolo per diverse situazioni di ca-
rico, 90
Tab. 11.1 Travi inflesse iperstatiche a sezione costante: formule di calcolo per diverse situazioni di
carico, 103
Tab. 11.2 Travi continue omogenee a sezione costante: formule di calcolo, 115
Tab. 11.3 Travi continue omogenee a sezione costante: coefficienti K di calcolo per schemi di carico
differenti, 122
Tab. 12.1 Formule di calcolo (portali isostatici), 125
Tab. 12.2 Formule di calcolo (portali iperstatici), 129
Tab. 12.3 Archi (formule di calcolo), 134
Tab. 12.4 Portali triangolari (formule di calcolo), 136

PESI E CARICHI

Tab. 13.1 Tipologia delle azioni, 137


Tab. 13.2 Peso per unità di volume dei principali materiali strutturali (secondo N.T.C. 2008), 137
Tab. 13.3 Pesi di elementi costruttivi, 138
716 INDICE DELLE TABELLE

Tab. 13.4 Peso proprio G2 dei divisori interni per abitazioni e uffici ragguagliato a un carico distri-
buito uniforme, 143
Tab. 13.5 Valori minimi dei carichi di esercizio per diverse categorie di edifici (secondo N.T.C. 2008),
144
Tab. 13.6 Valori medi del peso proprio della neve al suolo, 145
Tab. 13.7 Valori nominali del coefficiente di forma l1 per coperture a una falda, 146
Tab. 13.8 Valori nominali del coefficiente di forma li per coperture a due o più falde, 147
Tab. 13.9 Valori caratteristici minimi del carico neve al suolo qsk , 148
Tab. 13.10 Valori di CE per diverse classi di topografia, 148
Tab. 13.11 Valori dei parametri vb;0 , a0 , ka , 149
Tab. 13.12 Valori del coefficiente di attrito cf , 150
Tab. 13.13 Classi di rugosità, 150
Tab. 13.14 Valori di DTu per gli edifici, 153
Tab. 13.15 Coefficienti at di dilatazione termica a temperatura ambiente, 153

PROGETTO DELLE STRUTTURE


Tab. 14.1 Vita nominale VN per diversi tipi di opere, 157
Tab. 14.2 Valori dei coefficienti di combinazione w, 158
Tab. 14.3 Combinazione delle azioni per le verifiche agli stati limite, 158
Tab. 14.4 Coefficienti parziali di sicurezza per le azioni o per l’effetto delle azioni nelle verifiche agli
S.L.U., 159
Tab. 14.5 Classi di esposizione relative alle condizioni ambientali, 159

CEMENTO ARMATO (M.T.A.)


Tab. 15.1 Tipi di cementi comuni, 161
Tab. 15.2 Classi di resistenza del calcestruzzo, 162
Tab. 15.3 Modulo elastico istantaneo del calcestruzzo, 162
Tab. 15.4 Tensioni ammissibili nel conglomerato (N/mm2), 163
Tab. 15.5 Guida alla scelta dei calcestruzzi a resistenza e durabilità caratteristiche Rck Dck , 164
Tab. 15.6 Requisiti degli acciai per cemento armato, 166
Tab. 15.7 Tensioni ammissibili nell’acciaio, 166
Tab. 15.8 Peso dei tondini (in N/m) per 3 mm  1  30 mm e area della sezione (in mm2) per nu-
mero di tondini da 1 a 10, 167
Tab. 15.9 Reti elettrosaldate, 168
Tab. 15.10 Reti HD (High Ductility) Standard Italia, 169
Tab. 15.11 Tralicci HD B-R-TOP, 170
Tab. 15.12 Tralicci HD Baustrada, 170
Tab. 15.13 Pilastri con staffe semplici, 172
Tab. 15.14 Pilastri con avvolgimento a spirale semplicemente compressi, 175
Tab. 15.15 Coefficienti x per pilastri di sezione qualunque con staffe in funzione di k ¼ l1 =i, 176
Tab. 15.16 Coefficienti r, t, s per sezioni con armatura semplice (rs = 281 N/mm2 ed n = 15) – (b e d in
mm ed M in N mm), 177
Tab. 15.17 Valori del coefficiente k, 187

CEMENTO ARMATO (M.S.L.)


Tab. 16.1 Caratteristiche dei materiali (N/mm2), 192
Tab. 16.2 Campi limite, 195
Tab. 16.3 Valori del coefficiente r per k = 0,259, 197
Tab. 16.4 Diametri e spaziature massime delle barre di armatura, 209
Tab. 16.5 Valori limite del rapporto l=d, 210
Tab. 16.6 Limiti delle tensioni in esercizio, 210

STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO


Tab. 17.1 M.T.A. – Pilastri a sezione quadrata o rettangolare con staffe semplici soggetti a compres-
sione semplice assiale, 211
INDICE DELLE TABELLE 717

Tab. 17.2 M.S.L. – Pilastri a sezione quadrata o rettangolare con staffe semplici soggetti a compres-
sione semplice assiale calcolati con il M.S.L., 211
Tab. 17.3 M.T.A. – Pilastri a sezione circolare con avvolgimento a spirale soggetti a compressione
semplice, 212
Tab. 17.4 M.T.A. – Pilastri a sezione rettangolare o quadrata soggetti a carico di punta, 213
Tab. 17.5 Blocchi per solai in latero-cemento, 215
Tab. 17.6 Luce teorica lt di calcolo per i travetti dei solai (ln = luce netta), 215
Tab. 17.7a Solaio latero-cementizio 50/16 + 4 gettato in opera con blocchi non collaboranti, 216
Tab. 17.7b Solaio latero-cementizio 50/18 + 4 gettato in opera con blocchi non collaboranti, 217
Tab. 17.7c Solaio latero-cementizio 50/20 + 4 gettato in opera con blocchi non collaboranti, 217
Tab. 17.8a Solaio con travetti tralicciati 3Q S38/50 e blocchi (R.D.B) – Tipi di armatura, 218
Tab. 17.8b Solaio con travetti tralicciati 3Q S38/50 e blocchi (R.D.B.) – Parametri sezionali, 219
Tab. 17.8c Solaio con travetti tralicciati 3Q S38/50 e blocchi (R.D.B.) – Prestazioni a momento posi-
tivo e taglio, 220
Tab. 17.8d Solaio con travetti tralicciati 3Q S38/50 e blocchi (R.D.B.) – Prestazioni a momento nega-
tivo, 221
Tab. 17.8e Solaio con travetti tralicciati 3Q S38/50 e blocchi (R.D.B.) – Rompitratta, 221
Tab. 17.9 Solai Celersap precompresso con blocchi S38, 222
Tab. 17.10 Solaio monotrave 9  12 – Int. 50 S38, 223
Tab. 17.11 Solaio bitrave 9  12 – Int. 62 S38, 226
Tab. 17.12 Solettoni Celersap R.D.B. a travetti precompressi accostati, 229
Tab. 17.13 Dimensionamento orientativo delle travi, 230
Tab. 17.14 Travi in spessore di solaio in c.a., 231
Tab. 17.15 Travi in spessore di solaio calcolate con il M.S.L., 233
Tab. 17.16 Soletta di tipo massiccio con armatura unidirezionale calcolata con il M.T.A., 234
Tab. 17.17 Piastra rettangolare con carico ripartito. Valori del coefficiente K in relazione al tipo di
vincolo ai bordi, 236

STRUTTURE IN LEGNO

Tab. 18.1 Classi di servizio in base alle condizioni ambientali, 241


Tab. 18.2 Classi di durata del carico e valori del coefficiente kmod per legno massiccio, lamellare in-
collato e compensato, 241
Tab. 18.3 Valori di resistenza, modulo elastico e massa volumica in funzione delle classi di resistenza
(secondo EN 338), per legno massiccio di conifere e di pioppo, 242
Tab. 18.4 Valori di resistenza, modulo elastico e massa volumica in funzione delle classi di resistenza
(secondo EN 338), per legno massiccio di latifoglie (escluso pioppo), 242
Tab. 18.5 Valori di resistenza, modulo elastico e massa volumica in funzione delle classi di resistenza
per legno lamellare di conifera omogeneo e combinato (secondo EN 1194), 243
Tab. 18.6 Classi di resistenza (secondo EN 11035) per specie legnose di provenienza italiana, 244
Tab. 18.7 Coefficienti parziali di sicurezza per le proprietà del materiale, 246
Tab. 18.8 Sezioni trasversali di travi in legno e valori statici, 246
Tab. 18.9 Lunghezza libera di inflessione. Coefficiente b, 252
Tab. 18.10 Frecce massime per travi inflesse in legno, 253
Tab. 18.11 Valori del coefficiente kdef , 253
Tab. 18.12 Frecce elastiche ammissibili (secondo DIN 1052), 254
Tab. 18.13 Coefficienti x di amplificazione dei carichi (secondo DIN 1052), 256
Tab. 18.14 Schemi statici, criteri di impiego e di dimensionamento di massima per interassi di 4  12
m (Holzbau), 257
Tab. 18.15 Dimensioni consigliate per travi in legno lamellare (L.L.) calcolate su due appoggi, in fles-
sione retta e con carico uniformemente ripartito (freccia max 1/300 della luce di calcolo),
259
Tab. 18.16 Travi a sezione rettangolare costante in legno lamellare: valori di l=h in funzione di q=B (q
in N/cm e B in cm) e di f =l (f = freccia, l = luce della trave) (Interholz Italia), 260
Tab. 18.17 Minime dimensioni delle travi in legno lamellare incollato per l’appartenenza alle classi di
resistenza al fuoco (secondo DIN 1052), 260
Tab. 18.18 Dimensioni delle travi in legno lamellare incollato con sezione variabile (freccia max 1/200
 l), 261
Tab. 18.19 Sezioni (in cm) di travi in legno per solai semplici, 261
Tab. 18.20 Sezioni (in cm) di travi principali in legno per solai composti, 262
Tab. 18.21a Solaio LLEAR – Legno lamellare e laterizio a vista (R.D.B.), 263
718 INDICE DELLE TABELLE

Tab. 18.21b Caratteristiche fisico meccaniche, 264


Tab. 18.21c Prestazioni statiche per montaggio con rompitratta – Carichi totali (compreso peso pro-
prio), 265
Tab. 18.21d Luci limite d’impiego (per montaggi con e senza rompitratta in presenza di tavolati diviso-
ri), 266
Tab. 18.21e Tetti a falda piana inclinata, 267
Tab. 18.22 Dimensioni di massima (in cm) delle sezioni di falsi puntoni (interasse 1,20  1,60 m), 268
Tab. 18.23 Dimensioni di massima (in cm) delle sezioni degli arcarecci (o terzere), 268
Tab. 18.24 Capriata composta con saettoni: dimensionamento di massima (in cm), 269
Tab. 18.25 Capriata semplice senza saettoni: dimensionamento di massima (in cm) per un carico di
circa 2,40 kN/m2 di falda e per un interasse di circa 3,00 m, 270
Tab. 18.26 Peso complessivo dei tetti (peso proprio e sovraccarico di circa 1,10 kN/m2), 270
Tab. 18.27 Pendenze medie dei tetti per differenti zone d’Italia, 271
Tab. 18.28 Pendenze medie dei tetti per differenti materiali di copertura, 271

ACCIAIO
Tab. 19.1 Laminati a caldo con profili a sezione aperta (secondo UNI-EN 10025-2), 272
Tab. 19.2 Classi dei bulloni e caratteristiche meccaniche, 272
Tab. 19.3 Travi IPN (secondo UNI 5679-73), 274
Tab. 19.4 Travi IPE ad ali strette parallele (secondo UNI 5398-78), 275
Tab. 19.5 Travi IPE sollecitate a flessione semplice con limitazione della freccia massima (freccia
max 1/500 della luce). Carico totale uniformemente ripartito e tensione corrispondente,
276
Tab. 19.6 Travi IPE sollecitate a flessione semplice con limitazione della freccia massima (freccia
max 1/300 della luce). Carico totale uniformemente ripartito e tensione corrispondente,
277
Tab. 19.7 Travi HE ad ali larghe parallele (secondo UNI 5397-78), 278
Tab. 19.8 Travi HE sollecitate a flessione semplice. Carico totale uniformemente ripartito, 281
Tab. 19.9 Aste HE sollecitate a compressione assiale, 292
Tab. 19.10 Travi UPN (secondo UNI 7210-73), 303
Tab. 19.11 Piccoli profilati di acciaio a U laminati a caldo (secondo UNI-EN 54-81), 304
Tab. 19.12 Profilati a U serie normale accoppiati (ali interne) a distanza nulla, 305
Tab. 19.13 Profilati a U serie normale accoppiati (ali esterne) a distanze diverse, 306
Tab. 19.14 Profilati a U serie normale accoppiati (ali esterne) a distanza nulla, 312
Tab. 19.15 Profilati a U serie normale accoppiati (ali esterne) a distanze diverse, 313
Tab. 19.16 Profilati a T ad ali uguali e a spigoli arrotondati di acciaio, laminati a caldo (secondo UNI-
EN 10055-1998), 319
Tab. 19.17 Angolari ad ali disuguali e a spigoli arrotondati laminati a caldo (secondo UNI-EN 10056-
1), 320
Tab. 19.18 Angolari a lati disuguali accoppiati a T a distanze diverse, lati minori dorso a dorso: valori
statici, 322
Tab. 19.19 Angolari a lati disuguali accoppiati a T a distanze diverse, lati maggiori dorso a dorso: va-
lori statici, 323
Tab. 19.20 Aste costituite da una coppia di angolari a lati disuguali accoppiati a T, lati minori dorso a
dorso, sollecitate a compressione assiale, 324
Tab. 19.21 Angolari ad ali uguali e a spigoli arrotondati laminati a caldo (secondo UNI-EN 10056-1),
328
Tab. 19.22 Angolari a lati uguali accoppiati a stella a distanze diverse: valori statici, 331
Tab. 19.23 Angolari a lati uguali accoppiati a T a distanze diverse: valori statici, 332
Tab. 19.24 Aste costituite da una coppia di angolari a lati uguali accoppiati a T, sollecitate a compres-
sione assiale, 333
Tab. 19.25 Profilati a T a spigoli vivi (secondo UNI 5681-73), 337
Tab. 19.26 Profilati a L a spigoli vivi e lati disuguali (secondo UNI 6762-70), 338
Tab. 19.27 Profilati a Z a spigoli vivi e basi disuguali (secondo UNI 6763-70), 338
Tab. 19.28 Piatti laminati a caldo di uso generale, 339
Tab. 19.29 Profilati cavi a sezione circolare formati a freddo: dimensioni nominali e caratteristiche del
profilo (secondo UNI-EN 10219-2-2006), 340
Tab. 19.30 Profilati cavi a sezione quadrata formati a freddo: dimensioni nominali e caratteristiche del
profilo (secondo UNI-EN 10219-2-2006), 345
Tab. 19.31 Profilati cavi a sezione rettangolare formati a freddo: dimensioni nominali e caratteristiche
del profilo (secondo UNI-EN 10219-2-2006), 351
INDICE DELLE TABELLE 719

Tab. 19.32 Tondi laminati a caldo di uso generale (secondo UNI-EN 10060-2004), 358
Tab. 19.33 Quadri laminati a caldo di uso generale (secondo UNI-EN 10059-2004), 359
Tab. 19.34 Profilati a freddo ‘‘L’’ (Marcegaglia), 359
Tab. 19.35 Profilati a freddo ‘‘U’’ (Marcegaglia), 361
Tab. 19.36 Profilati a freddo ‘‘U’’ (Marcegaglia), 362
Tab. 19.37 Profilati a freddo ‘‘Omega’’ simmetrici (Marcegaglia), 364
Tab. 19.38 Profilati a freddo – Tabella comparativa di portata (Marcegaglia), 366
Tab. 19.39 Profilati a freddo - Tabella comparativa di portata (Marcegaglia), 368
Tab. 19.40 Profilati a freddo – Tabella comparativa di portata (Marcegaglia), 370
Tab. 19.41 Tensioni ammissibili a trazione e a compressione per acciaio laminato, 372
Tab. 19.42 Tensioni ammissibili a trazione e a taglio nei bulloni, 372
Tab. 19.43 Valori di rcr =fy (M.T.A.), 375
Tab. 19.44a Coefficienti x per acciaio S235 (curva a) (M.T.A.), 376
Tab. 19.44b Coefficienti x per acciaio S235 (curva b) (M.T.A.), 376
Tab. 19.44c Coefficienti x per acciaio S235 (curva c) (M.T.A.), 377
Tab. 19.44d Coefficienti x per acciaio S235 (curva d) (M.T.A.), 377
Tab. 19.44e Coefficienti x per acciaio S275 (curva a) (M.T.A.), 378
Tab. 19.44f Coefficienti x per acciaio S275 (curva b) (M.T.A.), 378
Tab. 19.44g Coefficienti x per acciaio S275 (curva c) (M.T.A.), 379
Tab. 19.44h Coefficienti x per acciaio S275 (curva d) (M.T.A.), 379
Tab. 19.44i Coefficienti x per acciaio S355 (curva a) (M.T.A.), 380
Tab. 19.44l Coefficienti x per acciaio S355 (curva b) (M.T.A.), 380
Tab. 19.44m Coefficienti x per acciaio S355 (curva c) (M.T.A.), 381
Tab. 19.44n Coefficienti x per acciaio S355 (curva d) (M.T.A.), 381
Tab. 19.45 Valori della freccia limite (M.T.A.), 384
Tab. 19.46 Tensioni critiche euleriane rcr in N/mm2 (M.T.A.), 388
Tab. 20.1 Coefficienti di sicurezza per la resistenza delle membrature e la stabilità (M.S.L.), 389
Tab. 20.2 Curve d’instabilità per varie sezioni di elementi compressi (M.S.L.), 390
Tab. 20.3 Valori del coefficiente k (da EC3) (M.S.L.), 391
Tab. 20.4 Limiti di deformabilità per gli elementi di impalcato delle costruzioni ordinarie (M.S.L.),
394

STRUTTURE IN ACCIAIO

Tab. 21.1 Coefficienti di sicurezza per la verifica delle unioni (M.S.L.), 395
Tab. 21.2 Diametri normalmente usati (Eurocodice 3), 395
Tab. 21.3 Posizione dei fori per unioni bullonate con il M.S.L. (d0 = diametro del foro), 396
Tab. 21.4 Valori di sb;adm per bulloni (N/mm2) (M.T.A.), 396
Tab. 21.5 Forza di trazione Nb nei bulloni ad alta resistenza in funzione della coppia di serraggio Ts ,
398
Tab. 21.6 Profilati per travi di solai semplici, 404
Tab. 21.7 Profilati per travi di solai composti, 405
Tab. 21.8 Lamiera grecata A55-P770-G6 (Metecno), 406
Tab. 21.9 Lamiera grecata A75-P720-G5 (Metecno), 408
Tab. 21.10 Lamiera grecata A60-P850-G5 (Metecno), 409
Tab. 21.11 Lamiera grecata A75-P720-G5 HI-BOND (Metecno), 411
Tab. 21.12 Lamiera grecata A55-P770-G6 HI-BOND (Metenco), 414
Tab. 21.13 Lamiera grecata coibentata tipo ROOF – mod. DELTA 5A (Isolpack), 418
Tab. 21.14 Lamiera grecata A40-P1000-G5 (Metecno), 419

STRUTTURE IN MURATURA (M.T.A.)

Tab. 22.1 Elementi resistenti, 421


Tab. 22.2 Spessore minimo dei muri portanti, 421
Tab. 22.3 Classificazione degli elementi resistenti in funzione della foratura, 421
Tab. 22.4 Tipo di blocco in laterizio per murature portanti (F), in zona sismica (S) e di tamponamen-
to (T), 422
Tab. 22.5 Classi di malta a prestazione garantita (fm = resistenza media a compressione), 422
Tab. 22.6 Classi di malta a composizione prescritta, 422
720 INDICE DELLE TABELLE

Tab. 22.7 Resistenza caratteristica a compressione fk per murature in elementi artificiali pieni e se-
mipieni, 423
Tab. 22.8 Resistenza caratteristica a compressione fk per murature in elementi naturali di pietra
squadrata, 423
Tab. 22.9 Resistenza caratteristica a taglio fvk0 (in N/mm2) in assenza di tensioni normali per mura-
ture in elementi artificiali pieni o semipieni oppure in pietra squadrata, 424
Tab. 22.10 Modulo di elasticità, 424
Tab. 22.11 Valori del fattore laterale di vincolo q, 428
Tab. 22.12 Valori del coefficiente Ux con l’ipotesi dell’articolazione, 428
Tab. 22.13 Valori del coefficiente di sicurezza v per carico di punta, 431
Tab. 22.14 Spessori per archi e voltine di muri maestri e intermedi e delle spalle, 433
Tab. 22.15 Spessori di massima delle volte a botte per l’edilizia civile, 435

STRUTTURE IN MURATURA (M.S.L.)

Tab. 23.1 Classi di esecuzione, 438


Tab. 23.2 Categorie degli elementi per muratura portante, 438
Tab. 23.3 Valori del coefficiente cM in funzione della classe di esecuzione e della categoria degli ele-
menti resistenti, 438
Tab. 23.4 Fattore laterale di vincolo, 439
Tab. 23.5 Valori del coefficiente di riduzione U, 441

MECCANICA DEL TERRENO

Tab. 24.1 Valori indicativi del peso volumico apparente c per unità di volume delle terre in sito, 444
Tab. 24.2 Valori di massima della coesione c, 444
Tab. 24.3 Valori di massima dell’angolo di attrito interno u, 445
Tab. 24.4 Valori di massima del coefficiente di attrito f della terra, 445
Tab. 24.5 Valori dell’angolo di attrito e del peso volumico in funzione del grado di umidità, 446
Tab. 24.6 Classifica granulometrica, 446
Tab. 24.7 Tensioni ammissibili su terreni, 446
Tab. 24.8 Aumento di volume della terra scavata, 447
Tab. 24.9 Classificazione dei terreni in funzione della loro resistenza, 447
Tab. 24.10 Valori di massima del modulo edometrico Ec e della costante di sottofondo k, 447
Tab. 24.11 Valori medi del coefficiente di permeabilità K (cm3/min), 448
Tab. 24.12 Valori dei coefficienti di forma vc , vq , vc per la formula di Terzaghi (b = minore dimensio-
ne della fondazione superficiale), 450
Tab. 24.13 Valori dei coefficienti adimensionali di portanza Nc , Nq , Nc relativi a terreni compatti per
la formula di Terzaghi 450
Tab. 24.14 Fattori di capacità portante per la formula di Brinch-Hansen, 451
Tab. 24.15 Pressioni indicative massime rRd di progetto del terreno, 452

FONDAZIONI

Tab. 25.1 Coefficienti parziali cF per le azioni e i loro effetti (M.S.L.), 453
Tab. 25.2 Coefficienti parziali cM per i parametri geotecnici del terreno (M.S.L.), 453
Tab. 25.3 Valori dell’angolo u0k ridotto (M.S.L.), 453
Tab. 25.4 Coefficienti parziali cR per le verifiche agli S.L.U. di fondazioni superficiali, 454
Tab. 25.5 Plinti massicci di fondazione quadrati parallelepipedi per pilastri sollecitati a sforzo norma-
le, 458
Tab. 25.6 Coefficienti r, t, s per sezioni con armatura semplice (rc = 281 N/mm2 ed n = 15) – (b e d in
mm ed M in N mm), 460
Tab. 25.7 Plinti elastici di fondazione quadrati parallelepipedi per pilastri sollecitati a sforzo norma-
le, 462
Tab. 25.8 Caratteristiche geometriche e prestazionali dei plinti prefabbricati serie S-R.D.B. – base
quadrata – specifici per zone sismiche, 465
Tab. 25.9 Caratteristiche geometriche e prestazionali dei plinti prefabbricati serie P-R.D.B. base ret-
tangolare, 466
INDICE DELLE TABELLE 721

SPINTA DELLE TERRE


Tab. 26.1 Angolo di attrito u per tipo di terra, 473
Tab. 26.2 Peso volumico ct per tipo di terra, 473
Tab. 26.3 Coefficienti A, B, h secondo la teoria di Résal, 481

MURI DI SOSTEGNO
Tab. 27.1 Coefficienti parziali cF per le azioni e i loro effetti, 483
Tab. 27.2 Coefficienti parziali cM per i parametri geotecnici del terreno, 483
Tab. 27.3 Coefficienti parziali cR per le verifiche agli S.L.U.: STR e GEO di muri di sostegno, 483

PROGETTO DEI MURI DI SOSTEGNO


Tab. 28.1 Rapporti b=h calcolati considerando cm = 24,00 kN/m3 e ct = 16,00 kN/m3 con un grado di
sicurezza 1,5, 495
Tab. 28.2 Tipologie dei muri prefabbricati Tensiter, 499
Tab. 28.3 Dimensioni dei muri prefabbricati Tensiter (tipi N e T), 501
Tab. 28.4 Dimensioni dei muri prefabbricati di controripa Tensiter (tipo F), 503
Tab. 28.5 Fondazioni dirette standard per muri prefabbricati Tensiter (tipi N e T), 504
Tab. 28.6 Fondazioni dirette per muri prefabbricati di controripa Tensiter (serie FM), 505

STRUTTURE IN ZONA SISMICA


Tab. 29.1 Rapporto tra sezione resistente delle pareti e superficie lorda del piano per ciascuna dire-
zione ortogonale, 510

IDRAULICA E COSTRUZIONI IDRAULICHE


Tab. 30.1 Valori del coefficiente u in funzione di r=D per perdite di carico localizzate nelle condotte
forzate, 518
Tab. 30.2 Valori del coefficiente b, 519
Tab. 30.3 Pendenza dei canali, 522
Tab. 30.4 Velocità dell’acqua, 522
Tab. 30.5 Scarpa delle sponde, 522
Tab. 30.6 Coefficienti c della formula di Bazin, 523
Tab. 30.7 Coefficienti c calcolati con la formula di Bazin, 525
Tab. 30.8 Coefficienti m della formula di Kutter, 526
Tab. 30.9 Coefficienti c calcolati con la formula di Kutter, 527
Tab. 30.10 Coefficienti k della formula di Gauckler-Strickler, 529
Tab. 30.11 Calcolo dei canali con moto uniforme, 529

CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO


Tab. 31.1 Superficie protetta e capacità estinguente degli estintori carrellati in funzione del livello di
rischio, 554
Tab. 31.2 Simboli grafici, 562

LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E REQUISITI PRESTAZIONALI DEL


MANUFATTO EDILIZIO
Tab. 32.1 Tabella di conversione, 564
Tab. 32.2 Densità, calore specifico e capacità termica di alcuni materiali da costruzione comuni, 565
722 INDICE DELLE TABELLE

Tab. 32.3 Irradiazione solare media giornaliera (MJ/m2) nei vari mesi su superfici verticali esposte a
sud, sud est - sud ovest, est - ovest, nord est - nord ovest, nord, 566
Tab. 32.4 Ingombro dei termosifoni in relazione alla grandezza di alcuni ambienti residenziali, 568
Tab. 32.5 Composizione dell’aria che respiriamo, 569
Tab. 32.6 Pressione convenzionale in relazione all’ubicazione, 572
Tab. 32.7 Classificazione degli infissi in funzione della tenuta all’aria (secondo UNI-EN 42), 572
Tab. 32.8 Coefficienti d’infiltrazione in relazione all’infisso, 572
Tab. 32.9 Valori standard di differenza di pressione (in Pa), 573
Tab. 32.10 Scala indicativa dei livelli di intensità dei rumori, 579
Tab. 32.11 Riduzioni acustiche medie di alcuni materiali e tipologie edilizie, 582
Tab. 32.12 Giudizio sul comfort da elettrosmog espresso dalla rilevazione strumentale in campo, 585
Tab. 32.13 Esposizioni occupazionali ai campi elettromagnetici, 586
Tab. 32.14 Superfici minime degli ambienti e delle unità residenziali, 592
Tab. 32.15 Altezze minime degli ambienti residenziali e degli spazi accessori o di servizio, 594
Indice analitico

A – ad ali uguali, 328 – di figure piane, 40, 41


accessibilità, 589 angoli formati da due rette parallele se- – di un sistema di forze parallele, 40
– accessi esterni, 596 cate da una trasversale, 15 barriera architettonica, 588
– autorimesse, 597 angolo di attrito del terreno, 445, 446, Bazin, formula di, 522
– corsie e piste ciclabili, 598 452, 473 benessere acustico, 579
– esterna: percorsi e rampe, 594 – di torsione, 64 – condizioni di, 569
– interna, 590 antropometria, 588 – respiratorio, 569
– parcheggi, 596 approccio per le verifiche agli S.L.U. del- – termoigrometrico, 563
– percorsi interni orizzontali, 595 le opere di sostegno, 482, 483 Bernoulli, teorema di, per liquidi perfet-
– rampe, 595 – progettuale 2, 159 ti, 516
– scale, 595 archi a due cerniere, formule di calcolo – per liquidi reali, 517
acciaio, caratteristiche meccaniche e pro- degli, 135 Bernoulli-Navier, ipotesi di 57, 61, 249
prietà dell’ (M.S.L.), 389 – a tre cerniere, formule di calcolo degli, Bézout, formula di, 22
– carico di punta nelle strutture in 134 biossido di carbonio (CO2), 552
(M.T.A.), 373 – parabolici incastrati, formule di calco- bocca a battente completamente rigurgi-
– classificazione delle sezioni in, 273 lo, 135 tato, 532
– comportamento meccanico (M.S.L.), Archimede, legge di, 34 – a battente libero, 531
389 architravi, 431 – a battente parzialmente rigurgitato,
– flessione semplice deviata (M.T.A.), area bagnata, 530 532
382 aree verdi, 567 – a stramazzo 533
– flessione semplice retta (M.T.A.), 382 armatura a taglio con sole staffe (M.S.L), Boyle-Mariotte, legge di, 34
– flessione semplice retta e taglio 206 Briggs, formule di, 19
(M.T.A.), 383 armature a taglio con staffe e ferri piega- Brinch-Hansen, formula di, 450
– freccia elastica (M.T.A.), 383, 384 ti (M.S.L.), 205
– in barre per c.a., 166 – a taglio, verifica delle sezioni con C
– per bulloni, 272 (M.S.L.), 205 calcestruzzi a resistenza e curabilità ca-
– per il taglio, calcolo delle (M.T.A.), ratteristiche, 163
– per carpenteria metallica, 272
184 calcestruzzo, peso per unità di volume
– proprietà delle sezioni in, 273
arredabilità, 592 del, 162
– sforzo normale, flessione semplice e
calcolo matriciale, 13
taglio (M.T.A.), 386 ascensore a prova di fumo, 548
calore massico, 565
– snellezza adimensionale kx (M.S.L.), asse di sollecitazione, 61, 62
– calore specifico, 565
392 – eliotermico, 573
calotta sferica, area della, 24
– snellezza al limite elastico l1 (M.S.L.), – neutro, 61, 62, 63, 67
campi limite di deformazione (M.S.L.),
392 – neutro nelle sezioni inflesse in c.a.
194, 195, 196, 200
– stati di tensione monoassiali (M.T.A.), (M.S.L.), 197, 198, 200, 202
campo elettrico, 583, 585, 586
372 – neutro nelle sezioni inflesse in c.a.
– elettromagnetico, 582, 583, 585, 586
– stati di tensione pluriassiali (M.T.A.), (M.T.A.), 177, 178
– magnetico, 583, 585, 586
372 assi coniugati, 46, 62 canali con moto uniforme, calcolo dei,
– taglio semplice (M.T.A.), 382 – principali d’inerzia, 45, 61, 62 529
– verifica a flessione semplice deviata – assorbenza di una superficie, 565 capacità di deflusso, 548, 549
(M.S.L.), 393 aste a traliccio in acciaio, 400, 401 – portante del terreno, 455
– verifica a flessione semplice retta – calastrellate in acciaio, 400 – termica C, 565
(M.S.L.), 392 – composte in legno, 254 caratteristiche dei materiali per c.a.
– verifica a flessione semplice retta e ta- – composte, verifica all’inflessione late- (M.S.L.), 192
glio (M.S.L.), 393 rale delle, 401 – fisiche e meccaniche del terreno, 444
– verifica a presso-flessione (M.S.L.), – con angolari a lati disuguali sollecitate carichi variabili (o di esercizio), 144, 157
394 a compressione assiale, 324 – valori minimi dei 144
– verifica a taglio (M.S.L.), 393 – con angolari a lati uguali sollecitate a carico critico Pcr, 72
– verifica allo S.L.U. per sforzo norma- compressione assiale, 333 – d’incendio, 538, 543
le, 390 – con imbottiture in acciaio, 402 – carico di Eulero, 72
– verifica allo S.L.U. per carico di punta – HE, 292 – di punta, 71
delle strutture in, 390 attacco di mandata per autopompa, 553 – limite qlim (o qult), 449
– verifiche nei confronti degli S.L., 389 attrito, forza di, 34 – neve su barriere paraneve o altri osta-
adattabilità, 589 autocombustione, 553 coli, 147
agente estinguente, 551 autorimesse, accessibilità delle, 597 – neve su coperture adiacenti o vicine a
alimentazione elettrica di emergenza, 560 azione tangenziale qf del vento, 150 costruzioni più alte, 147
altezza ai fini antincendio, 543 azioni calcolo (M.S.L.), 93 – neve sulle coperture e schemi di cari-
– cinetica, 516 – sulle costruzioni, 137 co, 145,147
– dei piani, 543 – tipologia delle, 137 Carnot, teorema di, 18
– geometrica, 516 – variabili, valori caratteristici delle, 157 cemento, 161
– piezometrica, 516 – comune, tipi di, 161
angolari a lati disuguali, 322, 323 B centro di gravità, 34
– a lati uguali, 331, 332 balconi su mensole, verifica dei, 432 – relativo a un asse, determinazione del,
– ad ali disuguali, 320 baricentro, 39 45, 46
724 INDICE ANALITICO

cerchi exinscritti, raggi dei, 25 – parziali gF per le azioni e i loro effetti, – della sollecitazione di sforzo normale,
cerchio circoscritto, raggio del, 25 fondazioni, 453 84
– critico, 488 – parziali gM per i parametri geotecnici – della sollecitazione di taglio, 85
– inscritto, raggio del, 25 del terreno, 453 – delle pressioni sui muri di sostegno,
– area del, 20 – parziali gR per le verifiche di fondazio- 473, 475, 480
cerniere plastiche, 273 ni superficiali, 454 – di calcolo s-e del cls (M.S.L.), 193
certificato di prevenzione incendi (CPI), – r, t, s per sezioni in c.a. con armatura – di calcolo s-e dell’acciaio (M.S.L.), 193
538, 539 semplice (M.T.A.), 177, 460 – diagramma di interazione (M.S.L.),
Chézy, formula per il calcolo della velo- – at di dilatazione termica a temperatu- 202
cità dell’acqua nei canali, 522 ra ambiente, 153, 162 – rettangolo equivalente del cls
cilindro retto, aree e volume del, 22 – g per la formula di Bazin, 523 (M.S.L.), 193
circonferenza, equazione della, 28 – v per acciaio, 374, 376, 386, 400 differenziale, 30
Clapeyron, equazione di, 113 – v per carico di punta (M.T.A.), 72, dilatazione lineare, 34
classe di un edificio, 544 176, 374 dimensionamento dei calastrelli e delle
classi dei fuochi, 537 – v per il legno, 256 diagonali, 403
– di durata e coefficiente kmod per legno coesione c delle terre, 444 direzione coniugata a una retta, determi-
massiccio, lamellare e compensato, comandi provinciali dei V.V.F., servizi nazione della, 46
241 resi dai, 534, 535, 538 disposizione degli ambienti, 573
– di resistenza per legname italiano, 244 combinazioni dei coefficienti parziali gF, distanza di protezione, 548
– di rugosità del terreno per il vento, gM, gR degli approcci 1 e 2 per le veri- – di sicurezza esterna, 548
150 fiche dei muri di sostegno, 482, 483 – di sicurezza interna, 548
classificazione degli infissi, 572 – delle azioni per le verifiche agli S.L., – di sicurezza nei bagni di prese e appa-
cls con bassa percentuale di armatura o 158 recchi elettrici da fonti di acqua, 587
non armato (M.S.L.), 210 comburente, 537, 553 dividere la superficie di un trapezio in n
– classi di resistenza del, 162 combustibile, 537, 553 parti equivalenti, 26
– coefficiente aerodinamico cp per il combustione, 553 – la superficie di un triangolo in n parti
vento, 151 compartimento antincendio, 545 equivalenti, 26
– di attrito cf per il vento, 150 comportamento al fuoco, 545 domini di resistenza, progetto e verifica
– di attrito delle terre, 488 composizione di forze, 35,36, 37 sezioni in c.a. presso-inflesse (M.S.L.),
– di attrito f delle terre, 445 condizioni di equilibrio, 74 201
– di eccentricità m, 427, 429 condotta a semplice servizio di estremità durabilità, 159
– di efflusso, 531, 532, 533 con efflusso libero, 520 duttilità, 156, 200
– di esposizione ce per il vento 150, 151 – a semplice servizio di estremità con
– di esposizione ce per neve, 148 regolatore di portata, 520 E
– di forma cp per il vento, 150,151 – alimentata da due serbatoi con presa eccentricità convenzionali dei carichi sui
– di forma mi per carico neve su copertu- intermedia, 521 muri, 426
re a una falda, 146 – dello sforzo normale, 67, 68
– che collega due serbatoi, 520
– di infiltrazione a degli infissi, 572
conduzione, trasmissione del calore per, edifici con isolamento sismico, 512
– di riduzione della resistenza F del mu-
564 effetto serra, 565
ro, 428, 441
cono circolare retto, aree e volume del, 23 elementi resistenti per murature, 421
– di riduzione x per carico di punta del-
conservazione delle sezioni piane, ipote- – resistenti per murature, categorie de-
l’acciaio, 391
si di, 57, 193 gli, 438
– di topografia ct per il vento, 151
contorno bagnato C, 529 elettrosmog, 584
– dinamico cd per il vento, 150, 151
convenzione, trasmissione del calore per, ellisse centrale d’inerzia, 45
– termico ct per neve, 148
564 – area di una, 22
– b per perdite di carico continue, 519
coordinate di un punto, 27 – centrale d’inerzia di sezioni piane, 52
coefficienti A, B, u per la teoria di Résal,
481 coppie di forze, 39 – costruzione grafica di una, 26
– di combinazione c (M.S.L.), 158, 193 copriferro e interferro,166 energia cinetica Ec, 34
– di combinazione c0i, 158, 193 corona cilindrica, volume della, 23 – potenziale gravitazionale Ep, 34
– di forma vc, vq, vg (Terzaghi), 450 corona circolare, area di una, 21 equazione dei tre momenti,113
– di forma vc, vq, vg (Hansen), 451 costante di sottofondo per le terre, 447 – della circonferenza, 28
– di forma mi per carico neve su copertu- costruzioni in zona sismica, distanza fra – della continuità, 515
re a due o più falde, 147 costruzioni contigue, 508 – della parabola, 28
– di inclinazione del carico ic, iq, ig – in zona sismica, regolarità in altezza – della retta, 27
(Hansen), 451 delle, 507 equazioni della statica, 74, 76
– di portanza Nc, Nq, Ng (Terzaghi), – in zona sismica, regolarità in pianta – di 1º grado, 12
449, 450 delle, 507 – di 2º grado, 12
– di profondità dc, dq, dg (Hansen), 451 – nuove in zona sismica, altezza massi- – di 3º grado, 13
– di sicurezza gM per la resistenza del- ma delle, 508 equivalenza di figure piane, 15
l’acciaio, 389 Coulomb teoria di, 473, 475 ergonomia, 588
– di sicurezza gM per la verifica delle – teoria generalizzata, 474 Erone, formula di,19
unioni, 395 Culmann, metodo di, 478 estintore carrellato, 553
– k per la formula di Gauckler-Strickler, curve d’instabilità dell’acciaio, 390 – portatile, 554
529 estinzione, 555
– m per la formula di Kutter, 526 D estrazione dell’aria interna, 570, 571
– parziali, 157 Darcy, formule di, 518 Euclide, 1º teorema di, 16
– parziali di resistenza gM delle muratu- deformazione, 57 – 2º teorema di, 16
re (M.S.L.), 438 – elastica per flessione, 87 Eulero, carico di, 72
– parziali di sicurezza gM per la resisten- – per sforzo normale semplice, 60
za delle membrature in acciaio e la densità di affollamento, 549 F
stabilità (M.S.L.), 389 derivata di una funzione, 29 fattore di taglio x, 61
– parziali di sicurezza gG e gQ per le derivate notevoli, 30 – laterale di vincolo r delle murature,
azioni o per il loro effetto, 159, 246 determinante, 13 439
– parziali di sicurezza gM per il legno, diagramma della sollecitazione del mo- fattori di capacità portante Nc, Nq, Ng
253 mento flettente, 86 (Hansen), 451
INDICE ANALITICO 725

figure a contorno curvilineo, area delle, Hooke, legge di, 57 – progetto e verifica a flessione sempli-
22 Huygens, teorema di, 44 ce retta, 248
filtro a prova di fumo, 545 – progetto e verifica a sforzo normale,
flash over, 555 I 248
flessione semplice deviata, 62 idranti antincendio, caratteristiche e tipi – resistenze di calcolo del, 246
– semplice deviata, calcolo della freccia degli, 555 – stato limite di deformazione per ele-
nella, 63, 88 idrocarburi alogenati, 552 menti inflessi, 253
– semplice deviata, posizione dell’asse illuminazione di emergenza, 561 – tipi di essenze e categorie del, 241
neutro, 63 imbozzamento, verifica nelle travi in ac- – verifica a carico di punta, 252
– semplice retta, 61 ciaio all’ (M.T.A.), 384 – verifica a presso-flessione e a tenso-
– semplice retta e sforzo normale c.a. immissione dell’aria esterna, 571 flessione, 251
(M.T.A.), 188,189 impianto automatico di rivelazione d’in- – verifica a svergolamento di elementi
– semplice retta e taglio, 65 cendio, 555 inflessi, 252
– semplice retta e taglio (c.a.): sezione – di allarme, 557 – verifica a taglio, 251
rettangolare (M.T.A,), 182 – di estinzione a CO2, 558 libertà di movimento, 73, 74
– semplice retta e taglio (c.a.): sezione a – di estinzione ad aerosol, 558 limite, 29
T (M.T.A.), 182, 183 – di estinzione a polvere, 558 linea elastica, 61
– semplice retta e taglio, sezione a dop- – di estinzione a schiuma, 558 livello sonoro ponderato, 579
pio T, 66 – di protezione antincendio ed estinzio- logaritmi, 15
– semplice retta e taglio, sezione a T, 66 ne incendi, 542 luce naturale diretta, apporto di, 577
– semplice retta e taglio, sezione circola- – di rilevazione e segnalazione d’incen- lunghezza libera d’inflessione, 60, 252,
re, 66 dio, 542 373, 388, 392, 425
– semplice retta e taglio, sezione rettan- – di ventilazione, collaudo dell’, 573 luogo sicuro, 549
golare, 65 – fisso di estinzione a cortina d’acqua,
– semplice retta, prescrizioni della nor- 557 M
mativa (M.S.L.), 196 – fisso di estinzione ad acqua frazionata magnitudo, 536
– semplice retta, progetto e verifica se- 557 malte per murature, 422
zione rettangolare con armatura dop- – fisso di estinzione a pioggia sprinkler, manutenzione degli edifici, piano di, 588
pia (M.S.L.), 198 557 massa, legge della, 580
– semplice retta, progetto e verifica se- – per l’evacuazione dei fumo e del calo- massimo affollamento ipotizzabile, 550
zione rettangolare con armatura sem- re, 542 materiali non resistenti a trazione, 69
plice (M.S.L.), 196 infissi classificati, calcolo del ricambio matrice, 13
– semplice retta, verifica della sezione a d’aria per, 571 Maxwell, equazione di, 583
T in c.a. (M.S.L.), 198, 199, 200 – non classificati, calcolo del ricambio meccanica del terreno, 444
flussi d’aria negli spazi chiusi, controllo d’aria per, 572 Mercalli, scala sismica di, 507
dei, 570 inquinamento acustico, 580 Méry, metodo del, 433
fondazione su pali, criteri di calcolo del- – elettromagnetico, 582, 583 metodo alle tensioni ammissibili
la, 471 instabilità elastica, 71 (M.T.A.), 156, 421
fondazioni, 453 – flessionale nei pilastri in c.a. (M.T.A.), metodo agli stati limite (M.S.L.), 156,
– a travi rovesce, 469 176 192, 421
– in zona sismica, 512 integrabilità degli spazi, 592 – metodo dei diagrammi cremoniani, 80
formula di Bazin, 522 integrale definito, 30 – metodo dei poligoni di equilibrio ai
– di Bézout, 22 – indefinito, 30 nodi, 77
– di Brinch-Hansen, 450 – indefinito fondamentale, 30 – metodo di Culmann, 478
– di Chézy, 522 intercapedine antincendio, 546 – metodo di Ritter, 80
– di Erone,19 intersezione di due rette, 28 – metodo di verifica semplificato delle
– di Gauckler-Strickler, 523 ipotesi dell’articolazione nelle murature, murature (M.S.L.), 443
– di Kutter, 523 425 – metodo omega, 72
– di Terzaghi, 449 irraggiamento, 564, 575 mezzi antincendio, 551
– di Briggs, 19 modulo di elasticità delle murature, 424
forza centrifuga e centripeta Fc, 34 J – di elasticità delle murature (M.S.L.),
– di attrito Fa, 34 Jourawski, formula di, 65 438
forze comunque disposte, composizione – di elasticità longitudinale dell’acciaio
di, 35 K per c.a., 166
– concorrenti in un punto, composizione Kutter, formula di, 523 – di elasticità normale E (modulo di
di, 35 Young), 57, 58
– parallele, composizione di, 36, 37 L – di elasticità tangenziale G, 57, 58
freccia elastica, 87 lamiere grecate collaboranti per solai, – di elasticità tangenziale G dell’acciaio,
– f, calcolo della, 87 406, 411, 414 273
– nelle travi in c.a. (M.T.A.), 187 – per coperture, 418 – di resistenza di sezioni piane, 47
frequenza del rischio di incendio, 535 – per solai, 406 – di resistenza elastico dell’acciaio
fruibilità degli spazi, 592 lavoro J, 34 (M.S.L.), 392
funzione esponenziale, grafico della, 31 legge di Archimede, 34 – di resistenza plastico dell’acciaio
– logaritmica, grafico della, 32 – di Boyle-Mariotte, 34 (M.S.L.), 392
funzioni trigonometriche di un angolo, – di Pascal, 34 – di uscita, 549, 550
17 legna standard, 543, 544 – edometrico Ec, 447
– trigonometriche, relazioni fra le, 17 legnami, categorie dei, 241 – elastico istantaneo del cls Ecm, 162
legno lamellare, 257 Mohr, 1º teorema di, 87
G – classi di servizio in base alle condizio- – 2º teorema di, 87
Gauckler-Strickler, formula di, 523 ni ambientali, 241 momenti flettenti nelle travi di solai e so-
Grashof, metodo di, 235 – massiccio e lamellare, valori caratteri- lette in c.a., criteri da considerare nel
gruppo elettrogeno, 560 stici delle proprietà fisiche e meccani- calcolo dei, 216
che del, 242 momento d’inerzia assiale, 44
H – progetto e verifica a flessione sempli- – d’inerzia di sezioni piane, 47
Halon, 552 ce deviata, 250 – di trasporto, 39
726 INDICE ANALITICO

– equivalente, 386 – verifica a presso-flessione per carichi – a bicchiere, 464


– flettente, calcolo della sollecitazione laterali dei (M.S.L.), 439 – elastico, progetto del (M.T.A.), 458
di, 85 – verifica a presso-flessione per azioni – fittizio equivalente al tronco di pira-
– flettente di incastro, 103 nel piano dei (M.S.L.), 441 mide, 462
– flettente fittizio, 87 – verifica a taglio per azioni nel piano – in c.a. su muro, 463
– resistente MR, 485, 493 dei (M.S.L.), 442 – massiccio, progetto e verifica (M.T.A.),
– resistente nelle travi in c.a., diagram- – verifica per carichi concentrati sui 455
ma dei, 196, 202 (M.S.L.), 442 – zoppo, 463
– spingente MS, 493, 496, 498 Poisson, coefficiente di, 57, 58, 162, 273
– statico, 39 N poligono, 74, 78
moto circolare uniforme, 33 naspo, 558 – delle pressioni, 434
– rettilineo uniforme, 33 Navier, formula di, 62, 65 – di successive risultanti, 36
– uniformemente accelerato, 33 Nepero, teorema di, 18 – funicolare passante per tre punti, 36
– uniformemente ritardato, 33 neve, 145 Poncelet, teoria di, 476
mucchio piramidale, volume del, 24 – azioni della neve, 145 portali iperstatici, formule di calcolo di,
mucchio prismatico, volume del, 24 – condizioni di carico per, 146 129
muratura armata in zona sismica, 512 nocciolo centrale d’inerzia, 47 – isostatici, formule di calcolo di, 125
– intelaiata, 436 – di sezioni piane, 52 – triangolari, formule di calcolo di, 136
– ordinaria in zona sismica, 511 nodo canonico, 78 portata, 515
murature classi di esecuzione delle, 438 numeri reali, 11 – dei canali, 522, 529, 530, 531, 532, 533
– combinazione delle eccentricità – dei pali di fondazione, formule dina-
(M.S.L.), 441 O mica e statica di calcolo, 470
– con armatura diffusa, 436 opere di sostegno, verifica agli S.L.U. potenza W, 34
– cordoli in c.a. nei solai e incatenamen- per le, 482 potenze, 11
ti interni, 424 orientamento degli ambienti, 573 pressione, atmosferica, 513
– dimensionamento semplificato, 425 – cinetica di riferimento qb del vento,
– verifiche con l’analisi strutturale, 425 P 149, 150
muri progetto e verifiche dei, di contro- pali, 470 – del vento, 149, 150, 440
vento, 428, 437 – di fondazione con resistenza di punta, – idrostatica, 513
– di sostegno a gravità, dimensionamen- 470 – sonora, scala dei livelli di, 579
to analitico dei, 494 – di fondazione con resistenza di punta pressioni massime di progetto sRd sul
– di sostegno a gravità, dimensionamen- e per attrito laterale, 470 terreno, 452
to di massima dei, 489 parabola, area di una, 21 presso-flessione, verifica della sezione
– di sostegno a gravità, dimensionamen- – costruzione grafica di una, 26 rettangolare in c.a. (M.T.A.), 188, 189
to tabellare dei, 494 – equazione della, 28 – nel c.a. (M.S.L.), 200
– di sostegno a gravità, fondazione dei, parallelepipedo rettangolo, aree e volu- – nel c.a. (M.T.A.), 188, 189
494 me del, 22 progetto della sezione rettangolare in
– di sostegno a semigravità, dimensiona- parallelogramma, area di un, 20 c.a. con il metodo di Wuckowski
mento di massima dei, 496
parcheggi, accessibilità dei, 596 (M.T.A.), 190
– di sostegno a semigravità, progetto e
Pascal, legge di, 34 prevenzione incendi, 534, 536, 538, 586
verifica dei, 496
pendenza dei canali, 522, 529, 530 – attività soggette ai controlli di, 540
– di sostegno, coefficienti parziali gF per
– piezometrica, 516 principi della dinamica, 33, 34
le azioni e i loro effetti, 482, 483
percentuale geometrica di armatura vG prisma retto, aree e volume del, 22
– di sostegno, coefficienti parziali gM
per sezione rettangolare con armatura prodotti notevoli, 11
per i parametri geotecnici del terreno,
doppia (M.S.L.), 197 progressione aritmetica, 14
482, 483
– di sostegno, coefficienti parziali gR per – meccanica di armatura vm per sezione – geometrica, 14
le verifiche agli S.L.U. (STR, GEO), rettangolare con armatura doppia protezione acustica degli edifici, 580
482, 483 (M.S.L.), 197 punzonamento verifica a (M.T.A.), 191
– di sostegno in c.a. con parete a sbalzo, perdite di carico continue, 518, 522 – verifica a (M.S.L.), 207, 457, 460
dimensionamento di massima dei, 497 – di carico localizzate, 518
– di sostegno in c.a. con parete a sbalzo, periodo di ritorno TR, 157 Q
progetto e verifica dei, 498 permeabilità magnetica del vuoto, 58 quadrato, area del, 20
– di sostegno in zona sismica, 512 peso di elementi costruttivi, 138 quadrilatero inscritto in un cerchio, area
– di sostegno, normativa per i, 482 – per unità di volume dell’acqua, 513 di un, 20
– di sostegno prefabbricati, 499, 500 – proprio ragguagliato G2 dei divisori quadrilatero, area di un, 19
– di sostegno, verifiche agli S.L.U. interni, 143
(GEO) dei, 484 – unitario di materiali strutturali, 137 R
– di sostegno, verifica al collasso per ca- – volumico g del terreno, 444, 446, 473 radiazione elettromagnetica 583
rico limite dell’insieme fondazione – volumico dell’acciaio, 273 radiazioni ionizzanti 584
terreno dei (M.T.A. e M.S.L.), 487 piano di emergenza in caso di incendio, – radiazioni non ionizzanti (NIR) 584
– di sostegno, verifica al ribaltamento 542 radicali 12
dei (M.T.A. e M.S.L.), 484 piastra circolare con carico ripartito uni- radon 569
– di sostegno, verifica allo S.L.U. di equi- forme, 235 raggio d’inerzia 45
librio di corpo rigido (EQU) dei, 484 – rettangolare con carico ripartito uni- raggio idraulico o medio 522
– di sostegno, verifica allo S.L.U. (STR) forme, 235 rapporto di snellezza 72, 73, 172, 252,
dei, 484 pilastri in c.a. con avvolgimento a spirale 373, 386, 425, 427
– di sostegno, verifica a scorrimento dei (M.T.A.), 174 – incrementale 29
(M.T.A. e M.S.L.), 486 – in c.a. con staffe semplici (M.T.A.), 171 reazione al fuoco 546
– di sostegno, verifica di stabilità globa- – in c.a. con staffe semplici caricati di – di sottofondo 448
le dei (M.T.A. e M.S.L.), 488 punta (M.T.A.), 176 reazioni fittizie, formule di calcolo 87,
– portanti, 437 piramide retta a base rettangolare, aree 88, 89
– sollecitati da azioni orizzontali, verifi- e volume della, 23 – vincolari, calcolo delle 75,76
ca dei, 429 piste ciclabili, 598 reciprocità, principio di 65
– sollecitati da azioni verticali, verifica Pitagora, teorema di, 16 regola dei segni 11
dei, 426 plinto per pilastri in acciaio, 467 regole di derivazione 30
INDICE ANALITICO 727

– di integrazione 31 – sezione rettangolare, 70 – in muratura (M.T.A.), 421


remissività di una superficie 565 sforzo normale e flessione semplice ret- – in murature non tridimensionali, veri-
requisiti prestazionali di un edificio 563 ta, 67 fica delle, 429
Résal, teoria di 479 sforzo normale, flessione semplice retta – in muratura, regole di progettazione
resistenza al fuoco 541547 e taglio, 71 (M.S.L.), 437
– del legno lamellare 260 – materiali non resistenti a trazione, 69 – inflesse, regole specifiche per le, 188
resistenza caratteristica a compressione – nel c.a. (M.S.L.), 200 suono, 579
fck del cls, 161 – posizione dell’asse neutro, 67 – frequenza del, 579
compressione fk per murature, 423 – sezione a corona circolare, 69 – trasmissione del, 580, 581
– taglio fvk per murature in presenza di – sezione circolare, 69 stato limite ultimo (S.L.U.) per tensioni
tensioni normali, 423 – sezione rettangolare, 67 normali, 193
– di calcolo dell’acciaio (M.S.L.), 389 sforzo normale nelle strutture in acciaio, svergolamento di elementi inflessi, 252,
– media a trazione del cls, 162 372 385
– di calcolo dell’acciaio (M.T.A.), 372 – progetto e verifica sezioni in c.a. – verifica nelle travi in acciaio allo
– di progetto delle murature (M.S.L.), (M.S.L.), 195 (M.T.A.), 385
438 – semplice, 60
resistenza cilindrica media a compressio- shunt, canna fumo tipo, 551 T
ne fcm del cls, 162 sicurezza antincendio, criteri di, 534, 586 taglio semplice, 61
rete idranti, 559 – esterna: percorsi esterni e rampe, 594 – prescrizioni della normativa (M.S.L.),
reti e tralicci elettrosaldati, 168 simboli grafici di prevenzione incendi, 204
retta passante per due punti, 28 562 Talete, teorema di, 16
– equazione della, 27 similitudine dei triangoli, 16 tavola solare, 576
– posizioni particolari della, 27 sistema di equazioni di 1º grado, 12 temperatura azioni della, 153
ricambio d’aria, benessere con il, 571 Sistema Internazionale di unità di misura – dell’aria, 566
Richter, scala sismica di, 507 (SI), 1 – radiante, 566
riduzione acustica, 581, 582 Sistema Tecnico (ST), 6 tensione critica euleriana scr, 72, 374,
rigidezze dei muri, calcolo delle, 429 sistemi convenzionali di rivelazione in- 375, 386, 388
riscaldamento degli ambienti, dati pratici cendi, 555, 556 – tangenziale di aderenza c.a. (M.T.A,),
per il, 567 – di equazioni lineari, 14 188
rischio di incendio, fattori di, 535 – di evacuazione fumi, gas e calore, 559 – ammissibili delle murature, 424
– luoghi a, 536 – di unione nelle strutture in acciaio, – ammissibili, metodo alle tensioni, 58,
– protezione attiva e passiva dal, 536, 537
395 59
– valutazione del, 535, 541
– intelligenti di rivelazione incendi, 555, – ammissibili nel cls, 163
riserve di sostanza estinguente, 559
556 – ammissibili sui terreni, 446, 447
risparmio energetico, 582
snellezza equivalente, acciaio, 400, 401, tensioni caratteristiche di snervamento e
rotazione f, 73, 87
402 di rottura degli acciai per c.a., 166
rotazioni a e b, calcolo delle, 87
soglia del dolore, 579 – tangenziali assorbite da sole staffe
rumori, 579, 580
– di udibilità, 579 (M.T.A.), 185
solai Celersap precompresso, 229 – tangenziali assorbite da staffe e ferri
S – in legno con orditura composta, 262 piegati (M.T.A.), 186
scala a prova di fumo, 550
– in legno con orditura semplice, 261 teorema dei seni, 18
– a prova di fumo interna, 550
– latero-cementizi, prescrizioni per i, – di Bernoulli per liquidi perfetti, 516
– con gradini a sbalzo, 239
216 – di Bernoulli per liquidi reali, 517
– con solette rampanti solidali a quelle
soleggiamento degli edifici, 576 – di Carnot, 18
dei pianerottoli, criteri di calcolo,
237, 238 solette massicce in c.a., 234 – di Nepero, 18
– di sicurezza esterna, 550 sondaggi per opere di fondazione, 445 – di Pitagora, 16
– Mercalli Modificata (MM), 507 sovrapposizione degli effetti, principio – di Talete, 16
– Protetta, 550 di, 57 – di Torricelli, 517
– Richter, 507 spalle in muratura di volte e archi, verifi- – di trasposizione (o di Huygens), 44
scale sismiche, 507 ca delle, 435 – di Varignon, 39
scarpa delle sponde dei canali, 522 spazi d’uso per arredi, 592, 593 teoremi di Euclide, 16
schiuma, 552 spazio scoperto, 547 teoria di Coulomb, casi particolari di ap-
scivoli per percorsi pedonali, 591 spettro elettromagnetico, 564, 584 plicazione, 475
scomposizione di forze, 38 spinta delle terre, 473 – di Coulomb, terrapieno con sovracca-
segmento circolare, area di un, 21 – idrostatica su superfici curve, 514 rico, 475
– di parabola, area di un, 21 – idrostatica su superfici piane, 513 – di Coulomb, terrapieno senza sovrac-
– sferico, volume del, 24 stati limite, metodo agli, 58, 156 carico, 473
segni delle sollecitazioni, 83 stato limite delle tensioni in esercizio – di Poncelet, terrapieno con sovraccari-
semiparabola, area di una, 21 (c.a.) 210 co, 477
sensori, 556 – di deformazione (c.a.), verifica allo, – di Poncelet, terrapieno senza sovrac-
setti e pareti in c.a. sollecitati prevalente- 209, 394 carico 476
mente a sforzo normale (M.T.A.), 171 – di esercizio (S.L.E.), 157, 209 – di Résal, 479
settore circolare, area del, 20 – di fessurazione (c.a.), verifica allo, 209 terrapieno delimitato da fronti paralleli,
– di corona circolare, area di un, 21 – ultimo (S.L.U.), 157 480
– sferico, area e volume del, 24 stramazzo Bazin, 533 Terzaghi, formula di, 449
sezione parzializzata, 69, 190 struttura iperstatica o staticamente inde- tetti a falde inclinate, criteri di calcolo,
sfera, area e volume della, 24 terminata, 74 239
sforzo di taglio, calcolo della sollecitazio- – isostatica o staticamente determinata, – in legno con orditura alla lombarda,
ne per, 84 74 268
sforzo normale, calcolo delle sollecita- – labile o ipostatica, 74 – in legno con orditura alla piemontese,
zioni per, 83 – in acciaio, 395 267
sforzo normale e flessione semplice de- – in c.a., 211 – pendenze dei, 271
viata, 69 strutture in legno, prescrizioni della nor- Torricelli, teorema di, 517
sforzo normale e flessione semplice de- mativa per il calcolo delle, 24 torsione semplice, 63
viata, posizione dell’asse neutro, 71 strutture in muratura (M.S.L.), 437 – semplice nei profilati metallici, 65
728 INDICE ANALITICO

– semplice nella sezione circolare cava, – reticolari in acciaio, criteri di progetto – media dell’acqua, 515
64 delle, 388 ventilazione negli spazi chiusi, 570
– semplice nella sezione circolare piena, – UPN, 303, 305, 306, 312, 313 vento azioni del, 149
64 triangolo qualsiasi, area di un, 19 – azioni statiche equivalenti del, 149
– semplice nella sezione rettangolare, 64 – rettangolo, area di un, 19 – categoria di esposizione del sito, 150
– sezione rettangolare in c.a. (M.T.A.), – rettangolo, teorema del, 18 – pressione cinetica di riferimento qb
190, 191 tronco di cono circolare retto, aree e vo- del, 149, 150
traiettoria solare, 575 lume del, 23 – valori dei parametri vb0, a0, ka, 149
trapezio, area del, 20 – di piramide retta, aree e volume, 23 – velocità di riferimento vb del, 149
trasposizione, teorema di, 44 tubazione flessibile e semirigida, 560 verifica allo S.L.E. delle travi in acciaio,
travature reticolari ad aste sovrabbon- 394
danti, 77 U – di archi e volte con il metodo del Mé-
– reticolari deformabili, 77 ubicazione e clima, 566 ry, 433
– reticolari indeformabili, 77 uguaglianza dei triangoli, 15 – agli S.L.U. delle fondazioni, approcci
– reticolari, tiranti e puntoni, 77 – di figure piane, 15 per le, 454
trave ausiliaria, 87, 89 umidità relativa, 567 – agli S.L.U. di tipo geotecnico (GEO)
– continua, calcolo della, 113 unioni a taglio con bulloni normali delle fondazioni, 454
(M.S.L.), 397 – agli S.L.U. di tipo strutturale (STR)
– continua con estremità incastrate, cal-
– a taglio per attrito con bulloni ad alta delle fondazioni, 455
colo della, 115
resistenza (M.S.L.), 398 – agli S.L.U. per la progettazione geo-
– continua con sbalzi alle estremità, cal-
– bullonate, 396 tecnica, 452
colo della, 114
– con bulloni soggette a taglio (M.T.A.), vie di esodo, 551
travi a sezione rettangolare in c.a. con
396 – di uscita, sistemi di, 551
armatura doppia (M.T.A.), 178
– saldate, tipologie delle, 399 vincoli compatibili, 74
– a sezione rettangolare in c.a. con ar-
unità di misura, 1 – criteri per la determinazione dei, 154
matura semplice (M.T.A.), 176
uscite di un compartimento, larghezza – sufficienti, 74
– a T in c.a. con soletta collaborante delle, 549 – tipi di, 73
(M.T.A.), 179 visitabilità, 589
– continue, condizioni di carico per il V vita nominale di una struttura VN, 157,
calcolo dei valori massimi delle solle- valore caratteristico qsk del carico neve 159
citazioni, 230 al suolo, 145, 148 volta a botte a sesto ribassato, area e vo-
– continue omogenee a sezione costante, valori adimensionali NRd ed MRd lume di una 25
formule di calcolo per diverse situazio- (M.S.L.), 201 – a tutto sesto, area e volume di una, 25
ni strutturali e di carico, 115, 122 – caratteristici delle azioni e delle resi- von Mises, criterio di (M.T.A.), 372
– dimensionamento orientativo delle, stenze, 157
230 – dell’angolo ridotto u0k , 453 W
– Gerber, calcolo delle, 86 – di calcolo, 157 Wuckowski, metodo di, 190
– Gerber, numero delle cerniere nelle, – di progetto delle caratteristiche di sol-
86 lecitazione Ed, 157 Y
– HE, 278, 281 – di tadm per bulloni, 396 Young, modulo di, 57
– inflesse iperstatiche a una campata, – limite delle resistenze di progetto Rd,
formule di calcolo per diverse situa- 157 Z
zioni di carico delle, 103 – nominali delle azioni e delle resisten- zona sismica edifici con struttura in ac-
– inflesse isostatiche, formule di calcolo ze, 157 ciaio in, 509
per diverse situazioni di carico delle, variazioni di temperatura, deformazione – edifici con struttura in c.a. in, 509
90 per, 60 – edifici con struttura in legno in, 509
– in legno lamellare con sezione variabi- – di temperatura, tensioni per, 60 – edifici con struttura in muratura in,
le, 261 Varignon, teorema di, 39 509
– IPE, 275, 276 velocità dell’acqua nei canali, 522, 530 – strutture composte acciaio-cls in, 509
– IPN, 274 – di arrivo v0, 531 zone sismiche dell’Italia, 506
– perfettamente incastrate, criteri gene- – di efflusso di un liquido perfetto, 517 – limiti di applicazione del M.T.A. nelle,
rali di calcolo delle, 112 – di riferimento vb del vento, 149 506

Potrebbero piacerti anche