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MDM Buckling PDF
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La Figura 2 mostra invece un pannello a costruzione sandwich in cui sono riconoscibili le facce
(facesheets) e il core a nido dape (honeycomb core) costituito da una serie di celle esagonali.
Si nota che gli spessori delle facesheets e del core sono molto piccoli rispetto alle altre due
dimensioni.
y tc=0.002 inch
W - direction
x s
L - direction
Figura 2 Schema di una tipica costruzione sandwich
Il core di solito fatto in titanio mentre le facesheets possono essere in leghe metalliche o in
materiale composito. Il sandwich presenta unelevata resistenza a flessione grazie allo
spessore del core che pu essere 10-20 volte quello delle facesheets. Queste ultime, a loro
volta, garantiscono la resistenza a carichi agenti nel piano X-Y.
In generale, le costruzioni in materiali compositi sono da preferirsi a quelle in lega metallica perch
i materiali compositi hanno un minore peso specifico. Ad esempio, la graphite-epoxy nota
come IM7/977-2 pesa solo 0.057 lb/in 3 rispetto a 0.1 lb/in3 dellalluminio e 0.16 lb/in 3 del
titanio (N.B. 1 lb/in3 2750 kg/m3). In particolare, poi, le costruzioni sandwich sono
particolarmente indicate quando ci sono problemi di isolamento termico della struttura (p.e.
mantenimento delle temperature criogeniche dei propellenti nella fase di lancio ed abbandono
dellatmosfera terrestre, sollecitazioni termiche dovute allelevata velocit di crociera oppure
alla formazione di plasma al rientro nellatmosfera terrestre). In tal caso, un adeguato spessore
del core fa insorgere un gradiente termico tra le due facesheets con un conseguente risparmio
sui sistemi di protezione termica.
Una generica struttura in materiale composito pu essere schematizzata come un insieme di strati
(layers) disposti uno sullaltro. Ogni layer consiste in una lamina comprendente una serie di
fibre tutte orientate di un angolo k rispetto ad una direzione principale d. Pertanto, linsieme
dei layers costituenti la struttura prende anche il nome di laminato composito (composite
laminate). La Figura 3 mostra il sistema di riferimento locale adottato per il k mo layer. Si nota
che il sistema di riferimento consistente con le notazioni nelle Figure 1 e 2.
k yk
xk
Sono riconoscibili le forze assiali e trasversali N x ed Ny ed le forze di taglio Nxy agenti nel piano
X-Y. Le conseguenti tensioni x, y e xy danno luogo ai momenti flettenti Mx, My ed Mxy. I
momenti sono intesi come applicati ai bordi della piastra.
Se si trascurano i carichi denotati con Qx ed Qy che risultano dallazione delle tensioni xz e yz si
pu scrivere la seguente relazione matriciale:
N A B
= = [ C] { e}
M B D
(2)
ove C la matrice costitutiva di ordine 6 composta dalle sottomatrici 3 x 3 [A], [D] e [B]. Le tre
sottomatrici includono, rispettivamente, i termini di rigidezza assiale, flessionale e di coupling. In
generale, si sceglie il lay-up del laminato in maniera tale che non vi sia coupling (p.e. cambi di
curvatura introdotti da semplici sforzi assiali). Tale scopo pu essere raggiunto utilizzando laminati
simmetrici e bilanciati.
Il vettore dei carichi nellLHS della Eq. (2) comprende due sotto-vettori N ed M definiti come:
{N M} =
N x N y N xy M x M y M xy
(3)
{ } = x y xy x y xy
(4)
ove i termini x ed y sono rispettivamente gli stretching nelle direzioni assiale e trasversale, xy
u
x =
x
v
y =
y
u v
xy = +
y x
w
2
x =
x 2
2w
y =
y 2
2w
xy = 2
xy
(5)
Dato lo spessore piccolo della piastra, si ipotizza che gli spostamenti u(x,y,z) e v(x,y,z) nel generico
punto P della piastra siano dati dalla somma degli spostamenti u(x,y) e v(x,y) del punto del piano
medio della piastra posto in corrispondenza di (x,y) e di termini proporzionali alla distanza del
punto P dal piano medio. Cio, se si pone lorigine del riferimento nel piano medio, si scrive:
u ( x , y, z) = u o ( x , y) + z F1( x , y)
(6)
v( x , y, z) = v o ( x , y) + z F2 ( x, y)
u ( x , y, z ) w ( x , y ) u o ( x , y ) w ( x , y)
xz = + = + F1 ( x , y ) +
z x z x
= v( x, y, z) + w ( x, y) = v ( x, y) + F ( x, y) + w ( x, y)
o
yz z y z
2
y
(7)
w ( x , y)
xz 1= F ( x , y ) + =0
x
(8)
= F2 ( x, y) + w ( x, y) = 0
yz y
da cui si ricava:
w ( x , y)
1F ( x , y ) =
x
(9)
F2 ( x, y) = w ( x, y)
y
Le relazioni (9) sono poi sostituite nelle relazioni (6). Quindi, risulta che:
w ( x , y)
u ( x , y , z ) = u o
( x , y ) z
x
(10)
v ( x , y, z ) = v o ( x , y ) z w ( x , y )
y
u o ( x , y) 2w ( x , y )
x = z
x x 2
v o ( x , y) 2w ( x , y )
y = z (12)
y y x
u o ( x , y) v o ( x , y) 2w ( x , y )
xy = + 2z
y x x y
Ma i termini indipendenti da z contenuti nelle somme negli LHS delle espressioni (12) altro non
sono che le deformazioni xo, yo ed xyo dei punti del piano medio. Cio, si scrive:
2w ( x , y )
x = x z
o
x2
2w ( x , y )
y = y z
o
(13)
y x
2w ( x , y )
xy = xy 2z
o
x y
Infine, sostituendo nelle espressioni (13) i termini di curvatura dati dalle ultime tre equazioni (5) si
ricava:
x = x + z x
o
o
y = y + z y (14)
o
xy = xy + z xy
Le (14) consentono di calcolare le deformazioni in piano per qualsiasi punto della superficie della
piastra in funzione delle deformazioni del piano medio della piastra e dei cambi di curvatura della
piastra stessa.
Analisi di instabilit
Il sottile spessore dei pannelli utilizzati nella costruzione di strutture aerospaziali obbliga il
progettista a tenere nel massimo conto i fenomeni di instabilit elastica che possono insorgere
durante il funzionamento dei vari componenti. Lanalisi di instabilit mira a stabilire la frazione dei
carichi applicati (buckling loads) che possono provocare linsorgere del fenomeno dinstabilit e si
basa su formulazioni molto complesse che assumono lesistenza di un campo di spostamenti
ub(x,y) , vb (x,y) , wb (x,y) ove lindice b relativo alla configurazione instabile. Tale campo di
spostamenti descrive la deformata associata al comportamento instabile della struttura. A livello
macroscopico, il buckling dovuto al fatto che lenergia di deformazione associata agli spostamenti
u(x,y) e v(x,y) nel piano X-Y che sarebbero indotti dai carichi applicati N x, Ny ed Nxy si trasforma in
energia di deformazione flessionale associata agli spostamenti w(x,y) fuori dal piano. In sostanza, vi
una fase di pre-buckling in cui la struttura viene progressivamente deformata dai carichi applicati
Nxo, Nyo ed Nxyo fino a che non si verifica il suddetto trasferimento di energia. La forma finale della
superficie del pannello dopo che si verifica linstabilit si definisce buckling pattern.
Lo stato di carico risultante Nxb, Nyb ed Nxyb viene determinato mediante le Eqq. (2-4) scritte in
corrispondenza delle deformazioni eb. (lapice b relativo allo stato di buckling). Le equazioni (2-4)
vengono quindi riscritte come:
Nb A B b b
b = b = [ C] e (2 mod)
M B D
N M = N
b b b
x N by N bxy M bx M by M bxy
(3 mod)
b b = bx by bxy bx by bxy
(4 mod)
Il campo di spostamenti ub,vb,wb viene di solito scelto in modo da soddisfare alle condizioni al
contorno costituite dai vincoli imposti al pannello in esame. In generale, il pannello viene
considerato appoggiato-appoggiato in direzione assiale mentre pu essere appoggiato o incastrato in
direzione circonferenziale. Per pannelli piani si utilizza un campo di spostamenti dato da:
b
u = A [ m1sin (n 1 y m1 x ) + m 2 sin (n 2 y + m 2 x )]
v = B [ n 1sin (n 1 y m1 x ) n 2 sin (n 2 y + m 2 x )]
b
(15)
w b = C [ cos(n 1 y m1 x ) cos(n 2 y + m 2 x )]
[
u b = A n 2 2 m1sin (n 1 y m1 x ) + n 1 2 m 2 sin (n 2 y + m 2 x )
]
b
v = B [ n 2 sin (n 1 y m1 x ) n 1sin (n 2 y + m 2 x )] (16)
w b = C [ cos(n 1 y m1 x ) cos(n 2 y + m 2 x )]
ove n1, n2, m1 ed m2 sono dei parametri funzione dei numeri n ed m di buckling half-waves,
rispettivamente in direzione x ed y. Le half-waves coincidono col numero di creste e di valli del
buckling pattern. Un esempio di buckling pattern presentato in Figura 5 per un pannello piano con
tre stringers a forma di T. Si nota che n=m=2
I campi di spostamento (15-16) sono relativamente semplici e sono esprimibili in forma chiusa. Vi
possono essere per dei casi in cui il campo di spostamento deve necessariamente essere espresso
mediante una serie di funzioni (p.e. se il laminato non bilanciato o presenta forte anisotropia. Un
caso molto studiato in letteratura il laminato simmetrico del tipo [0/90] ns dove la sequenza 0/90
ripetuta n volte).
I termini A, B e C sono invece le ampiezze incognite del buckling pattern che si devono
determinare con lanalisi di instabilit. Dal punto di vista numerico, lanalisi consiste nel
determinare le ampiezze A, B e C per mezzo del principio del potenziale totale U-W ove U
lenergia di deformazione associata al buckling pattern e W il lavoro che i carichi in-plane
compiono durante la fase di post-buckling. Lenergia di deformazione U viene calcolata come:
1 y max x max b T
2 o o (e ) [C]e dxdy
U= b
(17)
Il lavoro W compiuto dalle forze in-plane Nxo, Nyo ed Nxyo in corrispondenza di spostamenti fuori
dal piano dato da:
1 y max x max o w b w b
2 2
w b w b
2 o o N x
W= + N oy + 2 N oxy dxdy (18)
x y x y
La relazione (18) viene ricavata in base alla considerazione che il lavoro che le forze in piano
compiono quando si ha uno spostamento w fuori dal piano viene espresso come:
(o o )
ymax xmax o ' o ' o '
W= x x+ y y+ NNN xy xy dxy (19)
Poich le deformazioni x, y ed xy del piano medio sono associate allanalisi in regime di larghe
deformazioni, le x, y ed xy stesse vengono derivate dal tensore di Green che esprime la misura
di deformazione in funzione del gradiente di spostamento. Il tensore di Green indicato con [D] ed
definito come:
u u u
x y z
v v v
[H] =
(21)
x y z
w w w
x y z
Per larghe deformazioni, risulta:
u 1 u v w
2 2 2
x = + + +
x 2 x x x
v 1 u v w
2 2 2
y = + + + (22)
y 2 y y z
= v + u + u u + v v + w w
xy x y x y x y x y
Lespressione (18) si ottiene sostituendo le (22) nella (19) e trascurando i termini relativi agli
spostamenti u e v poich la configurazione di buckling associata a larghe deformazioni prodotte
da spostamenti fuori dal piano.
Le deformazioni associate al buckling pattern vengono determinate derivando i campi di
spostamento rappresentati dalle relazioni (15). Si ha:
u b
bx =
x
v b
by =
y
u b v b
bxy = +
y x
w
2 b
bx =
x 2
2 w b
by =
y 2
2 w b
bxy = 2
xy
(23)
Le risultanti Nxo, Nyo ed Nxyo dei carichi in-plane nella fase di pre-buckling sono invece:
N ox = N x,pre + N x,e
o
N y = N y,pre + N y,e (24)
o
N xy = N xy,pre + N xy,e
ove il pedice pre si riferisce a quei carichi che non producono instabilit elastica ma
rappresentano un fissato stato di pre-stress. Ad esempio, in un pannello cilindrico di raggio R e
sottoposto ad pressione interna p vi saranno due risultanti Nx,pre ed Ny,pre rispettivamente pari a pR/2
e pR.
Il pedice e invece relativo ai carichi che danno luogo ad instabilit (p.e. la spinta idrostatica
agente sullinvolucro di un sommergibile o la flessione prodotta sui tanks dei propellenti liquidi dai
boosters e dallorbiter). quindi utile determinare il parametro che rappresenta la frazione di
carico esterno a cui interviene linstabilit. Al fine di evitare inconvenienti numerici, conveniente
talvolta introdurre un carico unitario di tipo e anche se i carichi esterni sono solo di tipo pre.
Ci serve ad evitare problemi di overflow o di divisione per zero.
Si comprende che determinare il parametro equivale a risolvere un problema agli autovalori.
Infatti, sostituendo le Eqq. (15-16, 23-24) nelle espressioni (17-18), si ricava la seguente
espressione del potenziale totale U-W:
a 11 a 12 a13 A
U W = [ A B C] a 21 a 23 a 23 B = val. staz (25)
a 31 a 32 a 33 C
Global buckling
Stiffener buckling
Stiffener rolling
Una formulazione pi generale della (25) rappresentata dal metodo di Ritz. In tale metodo, si
impone che il potenziale totale =U-W abbia un punto stazionario. Il potenziale viene espresso
come funzione dei campi di spostamento uo(x,y) e vo(x,y) della superficie medio del guscio e dello
spostamento fuori dal piano w(x,y). La condizione di stazionariet viene espressa come:
Il campo di spostamento soluzione del sistema di equazioni differenziali alle derivate parziali (26)
viene cercato nella seguente forma:
N1 M1
u ( x, y) = A nm U nm ( x , y)
o
n =1 m=1
o N2 M2
v ( x, y) = B nm Vnm ( x, y) (27)
n =1 m=1
N3 M3
w ( x , y) =
C nm Wnm (x, y)
n =1 m=1
dove Anm, Bnm, Cnm sono dei coefficienti incogniti. Le funzioni Unm(x,y), Vnm(x,y) e Wnm(x,y) sono
funzioni note e sono di solito scelte nella forma a variabili separate Xn(x).Ym(Y). Le funzioni
Unm(x,y), Vnm(x,y) e Wnm(x,y) sono tali da soddisfare le condizioni al contorno e devono essere
continue almeno fino allordine delle derivate delle corrispondenti equazioni differenziali.
Sostituendo le relazioni (27) nelle espressioni dellenergia di deformazione U e del lavoro W
compiuto delle forze in-plane sotto la deflessione w si riconduce la condizione di stazionariet (26)
alla formulazione di un problema di minimizzazione che ha come variabili i coefficienti incogniti
Anm, Bnm, Cnm. In particolare, il potenziale totale diviene una funzione soltanto dei coefficienti
incogniti Anm, Bnm, Cnm e la condizione di stazionariet si riduce a:
n = 1,2,..., N 1
A nm
=0
m = 1,2,..., M 1
n = 1,2,..., N 2
B nm
=0
(28)
m = 1,2,..., M 2
n = 1,2,..., N 3
C nm
=0
m = 1,2,..., M 3
Le relazioni (28) si riducono ad un sistema lineare omogeneo nei coefficienti incogniti Anm, Bnm,
Cnm. Al fine di trovare una soluzione non banale, si impone uguale a zero il determinante della
matrice dei coefficienti Anm, Bnm, Cnm. Poich il determinante dei coefficienti del sistema (28)
dipende del carico critico (introdotto dalle risultanti Nxo, Nyo ed Nxyo) e dei numeri di half-waves n
ed m, si ritorna alla formulazione (25).
Uninteressante applicazione di quanto esposto sin qui lOttimizzazione Strutturale. In tale sede si
cerca di dimensionare i componente aerospaziali in modo da minimizzarne il peso una volta scelto
il tipo di materiale. Si considerano come variabili di ottimizzazione una serie di grandezze
geometriche come il passo degli stiffeners (stringers e rings), le dimensioni delle sezioni trasversali
degli stiffeners stessi, nonch lo spessore e lorientazione dei plies che costituiscono il lay-up della
struttura. Poich lo spessore dei plies deve essere un multiplo intero di un certo valore (p.e. 0.005 in
per applicazioni di tipo Space Shuttle) lottimizzazione strutturale di una struttura in composito un
complesso problema a variabili miste intere-reali. Si impongono poi vincoli sui valori di tensione e
di spostamento ammissibili e sui carichi critici di instabilit. Gli autovalori vengono ricalcolati
ogni volta che il vettore delle variabili di ottimizzazione viene perturbato e confrontati con dei
coefficienti di sicurezza amm scelti dal progettista in base al tipo di struttura da dimensionare. Ad
esempio, se lanalisi di instabilit rivela che <amm, il vincolo sul carico critico viene considerato
violato ed il vettore delle variabili deve essere modificato.
Infine, si noti che un codice agli elementi finiti non in grado di distinguere i vari tipi di instabilit
e fornisce un carico critico che riassume ci che avviene nei diversi segmenti della struttura anche a
causa delle possibili interazioni tra i vari modi. Programmi ad hoc come PANDA2 (sviluppato alla
Lockheed & Martin Missiles and Space Corporation) e VICONOPT (sviluppato alla NASA)
includono una variet di modelli che consentono al progettista di capire quali segmenti della
struttura sono realmente critici e quindi di rinforzarli sottraendo materiale ad altri segmenti non
critici. PANDA2, VICONOPT e altri codici simili si basano su modelli semplificati ma al tempo
stesso sufficientemente rigorosi e sono particolarmente vantaggiosi nel caso dellottimizzazione
strutturale poich consentono di effettuare le migliaia di analisi strutturali necessarie ad esplorare lo
spazio di design ad un costo computazionale diversi ordini di grandezza inferiore ad una singola
analisi FEM. Tuttavia, bisogna limitare luso di codici tipo PANDA2 o VICONOPT alla fase di
design preliminare. Infatti, i modelli approssimati usati da programmi ad hoc costringono a
considerare dei vincoli aggiuntivi che garantiscano che il design ottenuto sia sufficientemente
conservativo. Ci va bene se i vincoli aggiuntivi non diventano poi quelli che governano il processo
di ottimizzazione.
Fattori di correzione dei carichi critici ed analisi non lineare
I carichi critici calcolati mediante le formulazioni esposte nella precedente sezione devono essere
ridotti per tenere conto di una serie di fenomeni che possono significativamente influenzare il
comportamento meccanico di una struttura sottile e quindi la sua sensibilit al buckling. In sostanza,
gli autovalori critici vengono ridotti per mezzo di fattori di knockdown K al fine di garantire che il
design ottenuto sia sufficientemente conservativo. Tra i principali fenomeni che rendono necessario
introdurre tali fattori di riduzione si ricordano:
1. Valore dei coefficienti di rigidezza utilizzati nella matrice costitutiva [C];
2. Effetto delle deformazioni dovute a sforzi di taglio out-of-plane;
3. Effetto delle imperfezioni di forma.
ove K il fattore di riduzione calcolato per una colonna, n un fattore di forma che dipende dalla
forma della sezione trasversale della trave, NEuler lo stress critico determinato mediante la
teoria di Kirchhoff, teff leffettivo spessore del pannello e Geff la rigidezza al taglio
out-of-plane. Nel caso di un laminato composito formato da N layers, la rigidezza equivalente
Geff calcolata come:
t eff
G eff = Nlayers
ti (30)
i =1 G xz ,i
dove ti e Gxz,i sono rispettivamente lo spessore ed la rigidezza a taglio out-of-plane delli mo layer
misurata nel sistema di coordinate locale.
Per un regime di sollecitazione biassiale con o senza taglio out-of-plane, le tre componenti di carico
in-plane interagiscono nel seguente modo:
2 2 2
Nx Ny N xy
+ + =1 (31)
N N y,cr N xy,cr
x ,cr
ove i termini Nx,cr, Ny,cr ed Nxy,cr sono i carichi critici per ciascuna delle tre componenti.
Il valore del fattore di riduzione Kshear che tiene conto dellazione del taglio out-of-plane pu quindi
essere espresso come:
(1 K x ) 2 + (1 K y ) 2 + (1 K xy ) 2 = (1 K shear ) 2 (32)
Leffetto delle imperfezioni tenuto in conto mediante dei fattori di riduzione ki definiti come:
imp,i
Ki = (i=1,2,3) (33)
perf ,i
ove i parametri imp,i e perf,i sono gli autovalori critici determinati rispettivamente per il pannello
imperfetto e per il pannello senza imperfezioni. Il pedice i si riferisce ai tre tipi di imperfezioni che
si possono considerare: globale, locale ed inter-ring.
Poich una distribuzione di imperfezioni corrisponde di fatto ad una funzione di spostamento
out-of-plane, si soliti modellare le imperfezioni mediante una funzione wimp(x,y). Questa funzione
pu essere assunta come il pattern del modo di buckling calcolato per il pannello perfetto. Se tale
modello caratterizzato da un numero di half-waves N ed M rispettivamente in direzione assiale e
circonferenziale, il campo di spostamenti wimp(x,y) assume le seguenti forme analitiche:
h
x k ' = x k + c s u k ,p
p=1
ky ' = y k + c s v k ,p (35)
p=1
h
z ' = z + c s w
k k k ,p
p=1
Nelle espressioni (35), il valore del coefficiente c viene definito dallutente. Le terne u k,p, vk,p e wk,p
sono gli spostamenti del nodo kmo in corrispondenza del pmo autovettore.
In generale, lanalisi non lineare deve essere condotta ogni volta che si vuole catturare il
comportamento della struttura in regime di post-buckling, cio quando stato sorpassato il limite di
biforcazione. In tale caso, il comportamento della struttura altamente non lineare poich la sua
rigidezza varia con lampiezza dello spostamento modale. Una volta che insorge il local buckling,
con deformazione locale dello skin, si ha una ridistribuzione delle tensioni sugli stiffeners (in
particolare sugli stringers se il carico assiale) con il risultato che possono insorgere meccanismi di
instabilit globale e instabilit dei vari segmenti degli stiffeners con conseguente collasso della
struttura molto prima del carico ultimo (per carico ultimo si intende il carico massimo, di solito
pari a G volte il carico nominale No, dove G tipicamente intorno ad 1.4) per cui viene progettata
la struttura. Inoltre i vari modi di instabilit possono interagire tra loro. Per questo motivo, imporre
come pre-deformazione la buckled shape corrispondente al punto di biforcazione permette di tenere
conto della redistribuzione delle tensioni che si verifica durante la fase di pre-buckling (in senso
lato, un attimo prima che la struttura oltrepassi il carico limite di biforcazione). Si noti, infine, che il
carico limite di biforcazione di una struttura pu essere ottenuto anche con unanalisi non lineare se
la variazione di rigidezza viene espressa in funzione dellampiezza della deformazione di
pre-buckling.