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Apro gli occhi. Intorno a me vedo il nulla...il buio.

Provo a non farmi prendere dal panico e inizio a muovermi. Prima il piede destro,
poi il sinistro. Il terreno molle, mi sembra di affondare i piedi nel fango.
Mentre avanzo mi chiedo come posso essere finito in un posto simile, se non riesco
nemmeno a vedere cosa c' intorno a me. Forse per non il momento pi adatto per
pensarci...voglio solo uscire da questa strana situazione. Continuo a camminare.

Non ho fatto pi che una decina di passi, quando la punta della mia scarpa destra
sbatte contro un'oggetto di metallo, lo riconosco dal clangore. Dev'essere leggero,
penso, dal momento che si sbilanciato in un attimo, per poi tornare nella sua
silenziosa posizione. Mi chino appena sulle ginocchia e sporgo le mani in avanti,
cercando di afferrare qualcosa di cui non conosco la forma. Trovo una sottile
sbarra di metallo fissata ad un piatto poggiato a terra. Le mie mani vanno
lentamente verso su. La sbarra si divide in tre braccia, ognuno dei quali regge un
oggetto cilindrico ed oleoso. Non riesco a capire. Ritiro le mie mani.

Mi rimetto in piedi. Mentre cerco di capire cosa ho davanti, un'improvvisa luce


scaccia via l'oscurit circostante, almeno in parte. L'oggetto davanti a me un
candelabro, e si appena accesa la candela sorretta dal suo braccio di destra. La
sua luce una piccola ancora di salvezza, ma in realt non fa che rendermi ancora
pi confuso. Come si accesa? La osservo. La fiamma danza in modo lento e regolare
sullo stoppino. I miei occhi corrono gi, lungo la forma cilindrica della candela.
C' una scritta incisa verticalmente su di essa, ripassato di nero: "Tu". Sono
sempre pi confuso. Si riferisce a me? E' un tu impersonale, o ce l'ha con me?
Strizzo gli occhi e metto pi a fuoco la candela. La vista non mai stato il mio
forte...ho sempre portato gli occhiali. Mi mancano diversi gradi e senza gli
occhiali sono sempre in grosse difficolt. Sorrido, e penso che oltre a quelli da
vista, avrei avuto bisogno anche di un buon paio di occhiali da vita. Per
riconoscere le cose giuste, da quelle sbagliate, quelle che mi avrebbero potuto
fare bene, e quelle che invece mi hanno portato solo del male. Ma in fondo questo
non n il primo, n l'ultimo dei miei difetti. Sono sempre stato molto testardo,
e non ho mai dato retta ai consigli. Sono andato contro le persone che mi volevano
un bene sincero, pur di difendere delle sciocche convinzioni, e mi sono ritrovato
completamente solo. Mentre sto l ad arrovellarmi su cosa ho fatto di sbagliato
nelle mia vita, strizzo i miei occhi sempre di pi, sempre di pi...fino a che la
candela improvvisamente si spegne. Ed io mi ritrovo di nuovo immerso nell'oscurit.

Un rumore, come di un fiammifero che viene sfregato contro un muro. La candela di


sinistra si accende, e posso di nuovo vedere la rigida forma del candelabro dinanzi
a me. La nuova, piccola ancora di salvezza identica a quella di destra, che sta
ancora al suo posto, ma senza luce, con lo stoppino bruciato. Guardo di nuovo
quella a sinistra, e noto che anche essa ha una scritta incisa: "Gli altri". Un
altro piccolo enigma davanti a me. Che pu voler dire "gli altri?". Si riferisce
proprio alle altre persone, oltre a me? Tutte quelle persone che mi hanno ferito
nella mia vita? Che non mi hanno riservato altro che cattiverie e piccoli
tradimenti quotidiani? Tutte quelle persone...false. E sfruttatrici. Che hanno
bussato alla mia porta solo nel momento in cui hanno avuto necessit di un mio
aiuto, e che subito dopo mi hanno liquidato, facendomi sentire come un fazzoletto
usato. Tutti quelli che non riflettono nemmeno un istante sui loro comportamenti,
sui loro modi di fare...ma agiscono, senza pensare. Come fanno gli animali. Tutti
quelli che sembrano non avere nessuna sensibilit nei confronti degli altri...Gli
altri. Rileggo la scritta sulla candela. Ho mai pensato che per qualcuno, io sono
sempre stato uno degli altri? Ho mai pensato che forse anche io, non ho riflettuto
prima di agire nei confronti di un altro? Per gli altri, io non sono che un altro.
Quando riemergo dai miei pensieri, noto che sto fissando la candela da talmente
vicino, che per poco non mi brucio. E un secondo dopo, anche questa fiamma muore
senza preavviso.
Di nuovo quel rumore di fiammifero. Stavolta ad accendersi la candela al
centro...le altre due sono spente. Abbasso subito lo sguardo...sono ansioso di
sapere cosa inciso su di questa. "L' uomo". Beh, stavolta il riferimento
abbastanza chiaro...l'uomo. Che creatura meravigliosa. Dotata della pi grande
facolt. La ragione. A nessun'altra creatura stato concesso un dono cos grande
come la capacit di pensare. Ho sempre creduto che se questo dono stato fatto
all'uomo, ci deve essere un motivo ... lui deve essere speciale. Ma si pu essere
speciali in tanti modi. Anzi, direi in due. In un modo buono...o in un modo
cattivo. L'uomo sicuramente speciale, dunque. Ma speciale perch speciale il
male che lui fa. Guerre, inganni ed ingiustizie. Dalla sua venuta, l'uomo ha fatto
di tutto per porre dei paletti ben precisi che differenziassero s stesso dagli
altri. I conflitti, i possedimenti e persino gli ideali...tutti espedienti pi o
meno mascherati, per poter attaccare gli altri e porsi al di sopra di loro. Per
raggiungere questo scopo l'uomo ha fatto molto male, e lo continuer a fare per
chiss quanto tempo ancora, perch forse insito nella sua natura...non prevalere,
ma fare del male. Eppure sono convinto che in fondo non sarebbe poi cos difficile
far andare bene le cose...Se egli usasse la ragione per far filare tutto liscio,
piuttosto che inventarsi i problemi. S, ne sono abbastanza convinto...l'uomo
speciale...per il male che capace di fare. Quasi come se avesse capito che ho
finito di ragionare, la candela si spegne...come se sapesse che per adesso non ho
pi bisogno di lei.

Rimango qualche secondo fermo, nel buio. Mi aspetto che da un momento all'altro
arrivi una nuova, piccola ancora di salvezza a portarmi luce, in questo posto che
mi cos poco familiare. Ma non succede. Aspetto altri 5,10, 20 minuti...Niente.
Sono stanco di aspettare e cos come ho fatto all'inizio di questa storia inizio a
brancolare di nuovo nel buio, sperando di arrivare a qualcosa che mi riporti in un
posto normale. Il terreno adesso molto pi scivoloso, come se la melma che sta a
terra si fosse sciolta ancora di pi. Scivolo e cado. Non ho nulla a cui
afferrarmi, e il terreno cos molle e fangoso sembra volermi risucchiare dentro di
s, come delle sabbie mobili. Sono stanco, e non mi va di lottare persino da
sdraiato. Mi abbandono e lascio che faccia quello che vuole, ma prima prendo una
profonda boccata d'aria...e chiudo gli occhi.

Un secondo dopo li riapro...mi guardo intorno. E' mattino.

Provo a non farmi prendere dal panico e inizio a muovermi. Gi il piede destro, e
poi il sinistro. Il pavimento freddo, mi sembra di poggiare i piedi sul ghiaccio.
Mentre mi alzo penso che Inizia una nuova giornata. Una nuova giornata ricca di
sfiducia...in me, negli altri e nell'uomo.

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