T1
citazioni sul fine vita
T0: si nasce, T1: si muore
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T1 - CITAZIONI SUL FINE VITA
Prima di chiudere gli occhi su questa terra, essi hanno rivisto in un baleno tutto il periodo del nostro
idillio. Le lacrime mi hanno offuscato la vista, né ormai nulla avrei potuto vedere. Lo so, cara mia
piccola fidanzata, che ti ho dato un grande dolore. Ero cosciente del tuo amore, l'ho sempre letto nei
tuoi begli occhi azzurri, l'ho letto nelle pagliuzze d'oro delle tue pupille. Tu sei e sarai sempre mia,
non importa niente se io sono morto, il mio amore non è cosa terrena, è immortale.
[cita Platone] Quando tutte le anime si erano scelte la vita, secondo che era loro toccato, si
presentavano a Lachesi. A ciascuno ella dava come compagno il genio (daimon) che quella si era
assunto, perché le facesse da guardiano durante la vita e adempisse il destino da lei scelto. E il
daimon guidava l'anima anzitutto da Cloto: sotto la sua mano e il volgere del suo fuso, il destino
prescelto è ratificato. Dopo il contatto con Cloto, il daimon conduceva l'anima alla filatura di
Atropo per rendere irreversibile la trama del suo destino. Di li', senza voltarsi, l'anima passava ai
piedi del trono di Necessità.
(Totò) Si potrebbe fare una bella tomba, ma grande, ma molto grande...Un tombone per tutta la
famiglia..Ci andiamo tutti quanti dentro. (Al fratello Peppino) Tu puoi inaugurarlo quando vuoi, ti
do la precedenza
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T1 - CITAZIONI SUL FINE VITA
Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t'appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme
le rive familiari, le cose che certamente non vederemo mai più...Cerchiamo d'entrare nella morte a
occhi aperti
Ci sono dei momenti, nella mia vita, che uno pensa Adesso posso anche morire. Ce ne sono degli
altri che invece sarebbe un peccato, morire in quei momenti lì. Quando si è in mezzo a qualcosa che
si vuol vedere come va a finire. Io adesso per esempio sarebbe un peccato, morire in questo
momento qui. Sono in mezzo a qualcosa che se morissi domani, per dire, appena prima di morire
penserei Che peccato
Bisogna fare una distinzione tra il morire e la morte. Non è tutto un morire ininterrotto. Se si è sani
e ci si sente benissimo, è un morire invisibile. La fine, che è una certezza, non dev'essere per forza
annunciata con spavalderia.
Allora entrarono nella stanza di José Arcadio Buendia, lo scossero con tutte le loro forze, gli
gridarono nell'orecchio, gli misero uno specchio davanti alle narici, ma non riuscirono a svegliarlo.
Poco dopo, quando il falegname gli prendeva le misure per la bara, videro attraverso la finestra che
stava cadendo una pioggerella di minuscoli fiori gialli. Caddero per tutta la notte sul villaggio in
una tormenta silenziosa, e coprirono i tetti e ostruirono le porte, e soffocarono gli animali che
dormivano all'aperto.
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Arrivederci, amico mio, arrivederci. Mio caro, sei nel mio cuore. Questa partenza predestinata
Promette che ci incontreremo ancora. Arrivederci, amico mio, senza mano, senza parola Nessun
dolore e nessuna tristezza dei sopraccigli. In questa vita, morire non è una novità,ma, di certo, non
lo è nemmeno vivere.
Angelo diceva che la morte è un paravento di fumo tra i vivi e gli altri: basta affondarci la mano per
passare dall'altra parte e trovare le solidali dita di chi ci ama
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Per Joseph la cosa fu molto diversa. Con la morte di Janet era morta una parte della sua anima. Si
sentiva costretto a vivere con la consapevolezza che la sua esistenza non aveva alcuna ragion
d'essere, e, dovunque fosse andato e con chiunque fosse stato, si sarebbe sempre trovato solo.
Quell'amore benedetto, che era la sua unica salvezza, era estinto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte; imballate la luna, smontate pure il sole; svuotatemi
l'oceano e sradicate il bosco; perché ormai più nulla può giovare.
Vidi il coltello nelle mani di chi mi doveva colpire. Improvvisamente, come se i milionesimi di
secondo di questo anno vissuti ad uno ad uno non contassero, sentii l'ingiustizia di morire. Non era
paura. La paura si era freddata. Perché dovevo morire io e non gli altri? Perché... del resto morire?
Il sole imperversava sui campi, sui colori di cui vedevo tutti imbrattati. Persi la comprensione legata
agli eventi, ne acquistai una eversiva, patologica, la mia mente gridava per i solchi che non voleva
morire.
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Respirò, profondamente, il suo petto si alzò, poi sprofondò, e in quell'emissione il suo intero corpo
sprofondava, si abbandonava. Allora mi guardò, ma non ero certo che mi vedesse. Mosse le labbra,
soffiò un'ultima parola: "Portami". E non mi disse dove. Era ferma sul cuscino, non più viva e non
ancora altrove, sospesa nel non luogo che precede la morte. Il suo volto si era allargato, rilasciato,
guardava in alto, lì dove qualcuno la stava aspettando, senza più affanno, senza fatica. Il suo ultimo
fiato fu un gemito gentile, di sollievo.
Er mortorio
Appresso ar mio, nun vojo visi affritti,
e pé fa ride pure a st'occasione
farò un mortorio con consumazione...
in modo che chi venga n'approfitti
Pe' incenso, vojo odore de soffritti,
'gni cannela dev'esse' un cannellone,
li nastri, sfoje all'ovo e le corone
fatte de fiori de cucuzze fritti.
Li cuscini, timballi de lasagne,
da offrì ar momento de la sepportura
a tutti quelli che "sapranno" piagne.
E su la tomba mia, tutta la gente
ce leggerà sta sola dicitura:
TOLTO DA QUESTO MONDO TROPPO AL DENTE
In questo dramma continuo i nemici non sono semplicemente gli "altri": sono coloro presso cui è
glorioso morire, da cui è bene essere assimilati ed incorporati, in cui è cosa prestigiosa e piena di
valore essere sepolti.
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Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Ovest, il mio Oriente;
la mia settimana di lavoro, il mio giorno di dolce far niente;
il mio meriggio, la mia notte, la mia lingua, il mio canto.
Credevo eterno il nostro amore – sbagliavo, ora so quanto.
Siamo cresciuti, abbiamo preso direzioni diverse, ci siamo allontanati. Credo che in questo non ci
sia niente di strano. Le nostre vite ci guidano secondo schemi che non possiamo controllare, e con
noi non rimane quasi nulla. Le cose muoiono quando noi moriamo, e in verità moriamo tutti i
giorni.
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Lunedì, 7 Aprile
Sorella mia! Hai udito mai i defunti parlare dalla tomba? Son morta! La tua povera Maria è morta.
M'hanno disteso sul cataletto, m'hanno coperto del drappo mortuario, hanno recitato il requiem, le
campane hanno suonato... Mi pare che qualche cosa di funereo mi pesi sull'anima, e che le mie
membra siano inerti. Fra me e il mondo, la natura, la vita, c'è qualche cosa di più pesante di una
lapide, di più muto di una tomba. È uno spettacolo che atterrisce! La morte fra il rigoglio della vita,
fra il tumulto delle passioni, il corpo che vede morire l'anima, la materia che sopravvive allo spirito!
Non sono un vigliacco, giuro, eppure la prospettiva di fare avanti e indietro ai confini della morte
mi metteva addosso una fifa nera. Chiese tempo, e me lo concesse, assicurandomi però che non
avevo via di scampo: dovevo sottomettermi.
<<La morte non e' qualcosa di opposto ma di intrinseco alla vita>>. Che questo fosse vero era fuori
dubbio. Nel momento stesso in cui viviamo, cresciamo in noi la morte. Ma questa era solo una parte
della verità che dobbiamo imparare. Era stata la morta di Naoko a insegnarmelo. Per quanto uno
possa raggiungere la verità, niente può lenire la sofferenza di perdere una persona amata.
Nel labirinto del dolore cerco una panchina in penombra, riposare un poco, alzare lo sguardo ,
vederlo perdersi nel cielo, aspettare il passaggio del sole e sentire che si nasce e si muore. I rami di
una presenza, lassù, tra voi .
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni
gradino.
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"Ti chiedono sempre che cosa vuoi dire, quando insulti la morte. Vorrebbero da te quelle speranze
da poco che vengono dipanate dalle religioni fino alla nausea. Ma io non so niente. Io non ho niente
da dire. Il mio carattere e il mio orgoglio consistono in questo: che finora non ho lusingato la morte.
Come tutti anch'io me la sono augurata a volte, molto di rado, ma nessuno ha mai sentito da me una
lode della morte, nessuno può dire che io abbia piegato il capo, dinanzi a lei, che l'abbia
riconosciuta o mi sia compromessa con lei".
In che modo cambierebbe la nostra vita se sapeste che, proprio come le onde luminose che
provengono da stelle lontane continuano ad espandersi nell'universo, alla stessa maniera la nostra
luce, le nostre onde d'informazione e la nostra energia, la nostra anima e il nostro spirito non solo
continuano ad espandersi nell'universo, ma vivono e crescono. Mostra tutto proprio come accade a
noi sulla terra? In che modo cambierebbe la vostra vita se sapeste che l'anima vivente può essere
paragonata a un arcobaleno in perenne movimento, a uno spettro vibrante di energie visibili e
invisibili che brilla e risplende per l'eternità?
Mi sembra molto ragionevole la credenza celtica secondo cui le anime di quelli che abbiamo
perduto son prigioniere entro qualche essere inferiore, una bestia, un vegetale, una cosa inanimata,
perdute di fatto per noi fino al giorno, che per molti non giunge mai, che ci troviamo a passare
accanto all'albero, che veniamo in possesso dell'oggetto che le tiene prigioniere. Esse trasaliscono
allora, ci chiamano e non appena le abbiamo riconosciute, l'incanto è rotto. Liberate da noi, hanno
vinto la morte e ritornano a vivere con noi.
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Ora vorremmo domandarti della Morte. Ed egli disse: Voi vorreste sapere il segreto della morte. Ma
come potrete trovarlo, se non lo cercate nel cuore della vita? Il gufo, i cui occhi legati alla notte non
vedono il giorno, non può svelare il mistero della luce. Se davvero volete contemplare lo spirito
della morte, spalancate il cuore al corpo della vita. Perché la vita e la morte sono una sola cosa,
come il fiume e il mare.
E PAFF, stiamo attraversando l'esatto istante della sua morte. Stiamo percorrendo il tratto che lei
non ha potuto percorrere, la nostra macchina passa sull'asfalto che lei non ha mai potuto vedere.
Non siamo morti! Respiriamo, piangiamo, e poi rallentiamo, per rientrare nella corsia di destra.
Allora apre gli occhi: deve avermi sentito, e mi fissa con un'espressione di indicibile orrore. Il corpo
è immobile, perfettamente tranquillo, muto ormai, perché il rantolo è cessato; magli occhi gridano,
urlano, tutta la vita si raccoglie in uno sforzo immenso, di fuggire, di fuggire; in uno spaventoso
orrore della morte e di me.
L'uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in
scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa?
Per questo la vita somiglia sempre a uno schizzo. Ma nemmeno "schizzo" è la parola giusta, perché
uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è
la nostra vita, è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.
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Questa è una strana esperienza d'immobilità. I giorni passano un granello dopo l'altro misurati da
una clessidra di sabbia paziente, sono talmente lenti che si perdono nel calendario. Ho passato
quarantanove anni correndo, nell'azione e nella lotta, dietro mete che non ricordo, inseguendo
qualcosa senza nome che era sempre più in là. Ora sono costretta a rimanere ferma e silenziosa per
quanto corra non arrivo da nessuna parte, se grido nessuno mi sente. Mi hai dato il silenzio per
riflettere sul mio passaggio per questo mondo, Paula, per tornare al passato vero e al passato
fantastico, recuperare la memoria che altri hanno dimenticato, ricordare ciò che mai accadde e che
forse accadrà, Assente muta e paralizzata,t,u sei la mia guida: Il tempo passa lentissimo. O forse il
tempo non passa, siamo noi che passiamo attraverso il tempo .
Era meglio annullarsi piuttosto di dover affrontare il dolore della separazione. Eliminare il corpo
per non dover più soffrire della perdita che ci deriva dalla morte di un essere amato. Morire senza
aspettare, perché niente lo avrebbe più separato dalla madre. Ma... non muore chi vuole, muore
soltanto chi lo desidera.
La morte di una persona a noi cara offre un buon pretesto per fare, in preda al dolore, cose
altrimenti imperdonabili"
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"Baipugi cadde sulle ginocchia e pianse per la morte del suo bambino. Poi indicò il punto in cui era
stato acceso il fuoco: "Quelle sono le ceneri, le ceneri delle ossa bruciate". ...Il cranio e il piccolo
scheletro erano stati spezzati e gettati nel fuoco. Ma non tutto si era consumato. La donna esaminò
delicatamente i resti, la punta delle dita: "Questa è la scapola del mio bambino. Questo è un pezzo
della testa e questo è l'osso della gamba". Le lacrime le scendevano lungo le guance, lavando via a
poco a poco la pittura nera del lutto".
D'improvviso, ora che aveva fatto ogni preparativo per la morte, ora che aveva verificato che la bara
era della misura giusta, Queequeg si riprese. Ben presto ci s'accorse che non c'era più bisogno della
cassa; e poco dopo, quando qualcuno espresse il proprio gioioso stupore, Queequeg spiegò che, in
sostanza, la causa della sua repentina guarigione era stata questa: al momento critico, si era appunto
ricordato di una piccola incombenza a terra che non avrebbe potuto portare a termine, e perciò
aveva cambiato idea; non poteva ancora morire, dichiarò. Gli chiesero, quindi, se vivere o morire
dipendesse dal suo sovrano volere. Lui rispose che era certamente così
Era morta. Lo si capiva anche da lontano. Non ammalata o addormentata. Il modo in cui era distesa,
l'angolazione formata dagli arti obbedivano all'imperio della morte. Alla sua terribile immobilità
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La camera si è riempita di buio, solo con grande fatica si può distinguere il biancore del letto, e tutto
il resto è nero. Fra poco dovrebbe levarsi la luna. Farà in tempo, Drogo, a vederla, o dovrà
andarsene prima? La porta della camera palpita con uno scricchiolio leggero. Forse è un soffio di
vento, un semplice risucchio d'aria di queste inquiete notti di primavera. Forse è invece lei che è
entrata, con passo silenzioso, e adesso sta avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza,
Giovanni raddrizza un po' il busto, si assesta con una mano il colletto dell'uniforme, dà ancora uno
sguardo fuori dalla finestra, una brevissima occhiata, per l'ultima sua porzione di stelle. Poi nel
buio, benché nessuno lo veda, sorride.
Il nostro povero Andreas viene portato dunque nella sagrestia, e purtroppo non riesce più a parlare,
fa solo un movimento come per toccarsi nella tasca interna sinistra della giacca, dove è il denaro
che serve alla piccola creditrice, e dice : -Signorina Teresa! -e fa il suo ultimo sospiro e muore.
Conceda Dio a tutti noi, a noi bevitori, una morte così facile e bella!
Mi si lacerò qualcosa nel petto e cominciò a sanguinare, quando mi chinai su mia madre,quando
vidi mia madre in quello stato. Succederà anche a voi, in un modo tutto vostro. Non potete
impedirlo, non potete prepararvi, né potete sfuggire. E sanguinerete per molto tempo
Eppure lei immagina che Virginia Woolf stessa, la donna annegata, il genio, potrebbe abitare dopo
la morte in un posto non dissimile da questo. Ride, sommessamente, tra sé. Per favore Dio, dice in
silenzio, fa' che il paradiso sia un po' meglio di una stanza al Normandy. Il paradiso dovrebbe avere
mobili migliori, essere più luminoso e grandioso, ma potrebbe in effetti contenere un po' di questa
distanza soffocata, di questa totale assenza di mondo che intanto continua a vivere.
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T1 - CITAZIONI SUL FINE VITA
Questi attimi in cui si rivela la trama della nostra esistenza, attraverso la forza di un rituale che
rinnoveremo con un piacere accresciuto dall'infrazione, sono parentesi magiche che gonfiano il
cuore di commozione, perché all'improvviso il tempo è stato fecondato, in modo fugace ma intenso,
da un po´ di eternità.
per tutta la notte aspettammo pazienti, ricordando i momenti duri, ma soprattutto quelli felici,
raccontando storie, piangendo un poco e sorridendo molto, onorando la luce di Paula che ci
illuminava, mentre lei sprofondava sempre più, nel sopore finale e il suo petto si sollevava appena
in respiri sempre più lenti. La sua missione in questo mondo fu di unire coloro che passarono per la
sua vita, e quella notte ci sentimmo accolti sotto le sue ali siderali, immersi in quel silenzio puro
dove forse regnano gli angeli.
Sentii che mi stavo immergendo in quell'acqua fresca e seppi che il viaggio attraverso il dolore
finiva in un vuoto assoluto. Sciogliendomi ebbi la rivelazione che che quel vuoto è pieno di tutto ciò
che contiene l'universo , E' nulla e tutto nello stesso tempo. Luce sacramentale e oscurità
insondabile, Sono il vuoto, sono tutto ciò che esiste, sono in ogni foglia del bosco. in ogni goccia di
rugiada, in ogni particella di cenere che l'acqua trascina via, sono Paula e sono anche me stessa,
sono nulla tutto il resto in questa vita e in altre vite, immortale.
Contro l'ossessione della morte i sotterfugi della speranza si rivelano inefficaci quanto gli argomenti
della ragione: la loro insignificanza non fa che esacerbare la brama di morte. Per trionfare su tale
brama vi è un solo <<metodo>>: viverla fino in fondo, subirne tutte le delizie, tutte le ambasce, non
fare nulla per eluderla. Un'ossessione vissuta fino alla sazietà si annulla nei suoi stessi eccessi
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Dopo un ultimo sfrigolio la candela si spense. Dita fredde sfiorarono la mia mano, la triste e
familiare risata risuonò per qualche istante e si tacque. Quando accesi la luce non c'era più nessuno
sulla poltrona nessuno. Nella stanza vuota era rimasto soltanto un leggero meraviglioso profumo di
betulle e di muschio umido...
Nel vostro morire deve ardere ancora il vostro spirito e la vostra virtù, come un vespero sulla terra:
altrimenti il morire vi è riuscito male.
William e Emily
C'è qualcosa nella Morte,
che assomiglia all'amore!
Se con qualcuno con cui avete condiviso la passione
e la vampata del giovane amore,
anche voi, dopo anni di vita
passati insieme, sentite che il fuoco si estingue,
e così insieme vi affievolite, gradualmente,
e delicatamente venite meno,
quasi che foste l'uno nelle braccia dell'altro,
oltrepassando la stanza che ormai vi è familiare -
ecco questo è il potere che unisce le anime
e che assomiglia all'amore!
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Altre figure erano vicine. La sua anima si era accostata a quella regione dove dimorano le vaste
schiere dei morti. Era cosciente, pure non riuscendo a percepirla, della loro esistenza capricciosa e
guizzante. La sua identità svaniva in un mondo grigio e inafferrabile: il mondo solido stesso, che
quei morti avevano eretto un tempo e in cui avevano vissuto, si dissolveva e dileguava.
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Ieri alle otto la signora Bérenge, la portinaia, è morta. Si sta schiodando dalla notte un gran
temporale. Quassù in cima, dove stiamo noi, il casamento trema. Era una cara e gentile e fedele
amica. Domani la sotterreranno in Rue des Saules. Era ...proprio vecchia, allo stremo della
vecchiaia. Io glie l'avevo detto fin dal primo giorno che s'era messa a tossire. 'Non si sdrai
soprattutto!... Se ne resti a ceccia nel suo letto!' Non ero affatto tranquillo. E infatti, ecco qua. E
infatti, al diavolo. [...] Eccolo qui, nel sentore della morte recente, l'incredibile acre gusto. È appena
uscito dall'uovo. È qui. Se la gironzola. Lui conosce noi, noi conosciamo lui, adesso. Non se
n'andrà mai più
Grave men, near death, who see with blinding sight / Blind eyes could blaze like meteors and be
gay, / Rage, rage against the dying of the light. // And you, my father, there on the sad height, /
Curse, bless me now with your fierce tears, I pray. / Do no...t go gentle into that good night. / Rage,
rage against the dying of the light.
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La pargoletta mano
[...]
[...]
percossa ed inaridita,
tu dell'inutil vita
Né ti risveglia amor.
Non morirò del tutto e gran parte di me eviterà Libitina (Dea che presiede ai riti funebri,
identificata a volte con Proserpina, a volte con Venere)
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T1 - CITAZIONI SUL FINE VITA
Colui che lotta con la morte vede diversamente la vita e, in quella condizione estrema, è il vero
giudice della sua esistenza trascorsa: obbligato a rapportarsi in modo autentico alla propria morte, è
costretto a rapportarsi in modo autentico a se stesso
Il volto del potere assoluto del sistema camorristico assume sempre più tratti femminili, ma anche
gli esseri stritolati, schiacciati dai cingolati del potere sono donne. Annalisa Durante, uccisa a
Forcella il 27 marzo 2004 dal fuoco incrociato a quattordici anni. Quattordici anni. Quattordici anni.
Ripeterselo è come passarsi una spugna di acqua gelata lungo la schiena.
D'improvviso però mentre lo stereo spedisce in aria un acuto gracchiante del neomelodico, due
motorini, tirati al massimo, rincorrono qualcuno. Questo scappa, divora la strada con i piedi.
Annalisa, sua cugina e l'amica non capiscono, pensano che stanno scherzando, forse si sfidano. Poi
gli spari, le pallottole rimbalzano ovunque. Annalisa è a terra, due pallottole l'hanno raggiunta. Tutti
fuggono, le prime teste iniziano ad affacciarsi ai balconi sempre aperti ad auscultare i vicoli. Le
urla, l'ambulanza, la corsa in ospedale, l'intero quartiere riempie le strade di di curiosità e ansia.
Mano nella mano, lo accompagnò per un tratto nel suo viaggio. Stava immobile sulla sponda del
letto, ma non era lì. Si era separata dal globo terracqueo e da se stessa. Vedeva il proprio corpo e
quello del marito dall'alto di uno strapiombo immenso. A poco a poco, la scena si allargava, i corpi,
lì sotto, diventavano sempre più piccoli e intanto loro due montavano su nell'azzurrità del cielo. Poi
la sua mano fu vuota e lei ripiombò dentro la propria corteccia sul letto
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Tom Beatty
E vi dico che la Vita è un giocatore
che ci sovrasta di testa e di spalle.
Nessun sindaco può chiudere la bisca.
E chi perde può strillare quanto vuole:
non riavrà il suo denaro.
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La collina
Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso ?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
[...]
Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felice ?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.
- Che squallore, che desolazione di fantasia ! E' questa dunque la favolosissima morte ?
Una voce isolata, partendo dal buio dell'immenso salone, pone a Mastorna questa domanda:
- Ma tu cosa aspettavi che ci fosse ? Come te l'eri immaginata, tu, questa faccenda ?
La morte non è che attraversare il mondo, come gli amici attraversano i mari, continuano a vivere
l'uno nell'altro. Poiché devono essere presenti, amare e vivere ciò che è onnipresente. In questo
divino specchio si vedono faccia a faccia; e il loro riflesso è libero e puro. Questo è il conforto degli
amici: che, pur se si possono dir morti la loro amicizia e compagnia sono, nel miglior senso, sempre
presenti, poiché immortali
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T1 - CITAZIONI SUL FINE VITA
ADRIANO PARRACCIANI,
ANGELA MARTINENGO,
ANNA IACCARINO,
ANNA LUMINOSO,
ANNA SORVILLO,
CINZIA LORENZI,
CONCETTA TIGANO,
DANIELE RTIVA,
DEBORAH CAPASSO DE ANGELIS,
ELENA PICCINI,
FRANCESCO IANDELLI,
LAURA MARCHIONNI,
LUCIO TAMBURINI,
MARIA MADDALENA FEA,
MARIA PARAGGIO,
MARIELLA CHIAFFARATA,
MARISA PATUCELLI,
MARISA VINUESA,
NIDIA VEDANA,
SABATO ALIBERTI,
SARA ANTIGLIO,
VINCENZO MORETTI,
XAVIER VIRDEM
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