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Se la nostra esistenza si svolge allinsegna della ricerca della felicit, forse poche cose meglio dei viaggi
riescono a svelarci le dinamiche di questa impresa, completa di tutto il suo ardore e di tutti i suoi paradossi.
Bench in maniera indiretta, infatti, i viaggi contengono una chiave di lettura del senso della vita che va
oltre le costruzioni imposte dal lavoro e dalla lotta per la sopravvivenza; ciononostante raramente vengono
considerati stimolanti sul piano filosofico poich sembrano richiedere considerazioni di ordine
eminentemente pratico. Veniamo cos inondati di consigli sul dove, ma poco o nulla ci viene domandato sul
come e il perch del nostro andare. Eppure larte di viaggiare pone una serie di interrogativi nientaffatto
semplici o banali, e il cui studio potrebbe modestamente contribuire alla comprensione di ci che i filosofi
greci indicavano con la bella espressione eudaimonia, ovvero felicit.
I. Spazio in Movimento
Oltre alle mete ritenute classiche, come le citt darte, le localit marine e montane di un turismo
domestico e quelle pi esotiche che ancora fanno sognare una vacanza eccezionale, oggi un buon numero
di potenziali turisti opta per luoghi il cui rischio, lavventura e la difficolt sono divenute parole chiave nel
consumo turistico. Nel passato queste destinazioni erano riservate solo ai professionisti, da almeno un
decennio invece sono aperte ad una schiera molto ampia di turisti (trekking sulle appendici dellHimalaya,
sfidare i ghiacciai del Sudamerica, scrambling, canyoning, bungee jumping, snow rifting etc.). Anche sesso e
turismo sono strettamente connessi, legame che affonda le sue radici nellantichit. Fenomeno che si nutre
di stereotipi di genere e differenziazione culturale amplificata dai massmedia, stereotipi che spingono al
movimento per giustificare eventuali pulsioni o comportamenti altrimenti inaccettabili. Ci sono poi altre
mete che si presentano pi complesse da affrontare: il viaggio in zone di guerra, di guerriglia, a rischio di
terrorismo, rapimento politici o luoghi che presentano ancora le fratture di passati combattimenti. La
Cambogia, per esempio, a distanza da oltre un ventennio dalla caduta di Pol Pot (rivoluzionario e dittatore
cambogiano negli anni 70) ancora testimone di zone cosparse di mine antiuomo, anche allinterno di siti
dinteresse archeologico e storico, senza tuttavia risultare una barriera o un ostacolo per i turisti pi
avventurosi. []
Montagne, laghi, oceani e soprattutto deserti, lagune e giungle rappresentano luoghi sognati, desiderati e
in genere luoghi che offrono possibilit di fruire di stimolazioni, eccitamento e avventura per ci che sono
nel nostro immaginario collettivo. Il dislocamento della propria vita, del proprio s da ci che ordinario a
ci che straordinari odi solito al centro di ogni aspettativa nel viaggio turistico; molto spesso si attratti
nella scelta della destinazione da ci che contiene una certa dose di rischio o che rappresenta linusuale.
Eccitamento, rischio, pericolo, avventura sono solo alcune parole chiave necessarie per identificare un
nuovo filone turistico che va espandendosi sempre pi. Se Roje e Urry affermano che ogni dislocamento
dallordinario allo straordinario, dal quotidiano allestraneit, rappresenta gi unesperienza legata
allavventura, Price suggerisce come, nonostante sia stata programmata preventivamente lavventura,
lavventura non sempre si presenta e questo un paradosso legato proprio al concetto di rischio. Price
evidenzia anche che ci sono tre elementi chiave per implementare quello che possiamo definire adventure
tourism e sono la disponibilit in questo campo di tour operator esperti, la proliferazione di messaggi
promozionali, il bombardamento mediatico al quale siamo quotidianamente sottoposti e lapplicazione
della tecnologia nelle imprese previste. Questi fattori costruiscono, secondo Price, una zona cuscinetto tra
la vita normale, quella quotidiana e le esperienze fuori dallordinario a cui aneliamo per uscire dalla
monotonia, desiderio amplificato da lusinghiere immagini stereotipate di luoghi idilliaci. Price afferma
inoltre che necessario identificare cinque concetti associati allavventura e alla sua esperienza: paura,
stress, pericolo, abilit e attitudine. Tuttavia, come possiamo facilmente leggere nelle presentazioni delle
agenzie turistiche, nelle pubblicit specializzate etc., le case destinate allospitalit dei turisti, spesso sono
architettonicamente spartane, primitive o tribali come la tradizione del luogo insegna, ma ricche di
tecnologie iper-moderne che offrono lospitalit locale allinsegna della modernit, evidenziando come i
T.O. abbiano preso a vendere avventure come idea e a consegnarla come esperienza addomesticata della
comodit. [...]
Il termine Dark Tourism, coniato per la prima volta da Lennon e Foley, ci pone di fronte alle relazioni tra il
turismo e la morte, soprattutto quella violenta (sono stati usati inoltre altri termini, quali thanotourism o
traumascapes, per esprimere l'interesse dei turisti verso i luoghi in cui si sono svolte atrocit verso il genere
umano). La prima volta che fu introdotta la nozione di Dark Attraction (1993)essa era legata allo sviluppo
commerciale e turistico di luoghi di morte collettivi, come le fosse comuni e i luoghi in cui celebrit o un
grande numero di persone hanno incontrato la morte (esempi possono essere il Groud Zero, Superga, le
tombe dei famosi, i campi di concentramento etc.). Altre destinazioni turistiche, indentificabili come
attractions, come i cimiteri nazionali e monumentali sono spesso identificate come luoghi nostalgici
differenziandosi dai luoghi in cui sono avvenuti disastri che divengono luoghi di sensazioni. Di conseguenza
le attrazioni basate su eventi che contrassegnano un luogo sono nella memoria di coloro che ancora vivono
per condividerle. Per gli autori citati il dark tourism un fenomeno moderno, occidentale, basato su visite
ispirate alla condizione di Serendipity (da serendip, l'antico nome persiano per Sri Lanka, e viene usata per
indicare lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne cercava un'altra; tuttavia il termine non
indica fortuna ma un'apertura verso la ricerca ed una propensione a riconoscere il valore di esperienze
impreviste e che non corrispondono alle originali aspettative). E' un fenomeno che negli ultimi secoli
diventato sempre pi ampio e divesrsificato, nel quale Seaton (1996) individua a spiegazione di questo
fenomeno cinque possibili attivit ricorrenti:
Sono molti i luoghi che nella nostra contemporaneit permettono di giustificare questi comportamenti: le
fosse comuni di vittime di etnocidi in Cambogia, Armenia, Ex-Yugoslavia, i luoghi segnati da atrocit
manifeste come l'Angola, l'Uganda, le prigioni di schiavit e deportazione, i territori colpiti da cataclismi
come lo tsunami thailandese e via discorrendo. Il fenomeno non sfuggito all'attenzione di molti sociologhi
anglosassoni che si interrogano sia sul fenomeno stesso, sia sul perch i turisti siano sempre pi attratti
dalla morte e dalla sofferenza e ai luoghi che la rappresentano. La letteratura offre molti punti di vista a
riguardo e Dann (1998) sembra identificarne alcuni che possono essere raggruppati in otto categorie:
Si pu concludere che i turisti, guidati da differenti gradi di intensit rispetto all'interesse e alla fascinazione
della morte, possono implicitamente appropriarsi, nella loro visita, dei significati della moralit piuttosto
che esplicitamente contemplare la morte e il morire come primaria motivazione della visita. Ancora, su
questa linea, possiamo affermare che il livello di significato individuale indubbiamente dipender dal
background socioculturale e di certo anche dalle variazioni di intensit percepite sia nel grado di empatia
verso quelle popolazioni sia nel bisogno di rafforzare il bisogno di continuit e di sopravvivenza di ognuno a
queste esperienze. [...]
Bauman (1996) a proposito della ralazione tra ci che facciamo e chi siamo usa analogie come pellegrino e
turista per teorizzare il cambiamento culturale e il ruolo dell'identit. Egli ricorda che il pellegrino aveva un
chiaro senso dello spazio, aveva un senso della direzione verso cui tendere che si legava al futuro e lottava
per il futuro, mentre all'opposto il nostro mondo caratterizzato dalla complessit, dalla frammentazione e
dalla ambivalenza che non rendono possibile percepire un futuro in termini di certezze e convinzion e,
quindi, in contrapposizione, come turistic, ci muoviamo nel presente. Ad aplificare nel nostro quotidiano
queste caratteristiche di ambivalenza e frammentazione compaiono i messaggi, le foto, i racconti, gli
articoli di giornale che usano l'esaltazione per calamitare l'attenzione del lettore/navigatore. Inoltre
letteratura e cinematografia ci conducono nei luoghi in cui autori o attori hanno vissuto e lavorato per farci
toccare con mano e rivivere le emozioni gi provate con la lettura o la visione di un film. Il web ci offre un
panorama molto ampio sui temi citati come forum, blog, immagini, diari di viaggio, articoli che ci pongono a
confronto con le realt visitate, ma soprattutto offrono immagini che raccontano una storia, in modo
efficace e ci raccontano anche quali siano le dark attractions pi visitate e discusse; morte, disastro, miseria
e memoria sono divenuti nella nostra societ dei prodotti di consumo turistico.
I luoghi sono pi che semplici setting con determinate caratteristiche fisiche: essi piuttosto vanno intesi
come elementi dinamici, contesti di interazione sociale e di memoria. L'uomo infatti crea il luogo dotandolo
di significato in relazione non solo ai propri vissuti soggettivi ma anche alle circostanze economiche, sociali
e culturali in cui vive. I soggetti che vivono quotidianamente un certo luogo gli conferiscono
autmaticamente certi valori e creare luoghi di memoria sui quali proiettare la propria identit locale. I
luoghi di memoria possono essere reali oppure immaginati, legati a memorie vissute, che vengono in
qualche modo generalizzate per divenire attrattive per altri, o a memorie inventate, ma non per questo
meno concrete e reali nella loro potenza immaginativa. Sono reali in quanto effettivamente in quel punto
dello spazio si prodotto un evento assunto come significativo, come possono esserlo la Palestina e
Gerusalemme che richiamano moltissimi pellegrini. In questi ultimi anni, in Europa ma non solo, si
assistito ad un recupero e ad una valorizzazione economica dei luoghi di memoria, pi precisamente quei
siti segnati dalla storia, e in particolare dalla storia dei conflitti bellici, che ha inaugurato la nuova forma di
turismo della memoria. L'espressione turismo di memoria pu apparire ossimorica: il turismo rimanda allo
svago, al tempo libero, ludico, in contrapposizione alle immagini rigorose, serie, legate alla memoria e alla
sua funzione di apprendimento e alla riproduzione di esperienze passate. Attraverso una equilibrata azione
di valorizzazione e di tutela che tenga conto delle radici culturali e dell'identit di cui squesti luoghi sono
portatori, territorio e memoria possono concorrere alla formazione di una coscienza storicizzata dei
visitatori, creando e fornendo emozioni ed esperienze indimenticabili. Ad esempio, diventata una pista
ciclabile la striscia di terra che fino al 1989 divideva in due la Germania, la cosiddetta striscia della morte.
Per percorrere l'intero tragitto di 600 km, accompagnati da una guida, si impiegano dieci giorni. Per quanto
riguarda il nostro paese, i luoghi della memoria riguardano principalmente la fuga degli ebrei italiani verso
la Francia, le pattaglie partigiane, i campi di prigionia, gli eccidi nazisti nelle comunit montane, trekking per
visitare le trincee della grande guerra. Molto noto il treno della memoria che, il giorno della memoria, il
27 Gennaio, percorre un tragitto verso i campi di concentramento di Auschwitz, a Cracovia; a Torino il treno
attivo da 8 anni. Il turismo di memoria comprende anche una forma di turismo detta Turismo Genealogico
un segmento di mercato consolidato da pochi anni e rivolto alla scoperta dei luoghi e degli spazi vissuti dai
nostri antenati e dei loro discendenti. I principali paesi interessati da questa crescente pratica turistica sono
quelli che sono stai interessati da ingent fughe e migrazioni del Novecento, dall'Irlanda alla Germania alle
varie regioni italiane del centro-sud. In Gran Bretagna, per esempio, la Ancestral Footsteps dispone di una
fitta rete internazionale di storici e ricercatori che seguono le tracce degli antenati dei propri clienti e, dopo
una ricerca che dura tra i quattro e i sei mesi, propongono un tour verso i luoghi abitati dai propri antenati.
( possibile fare delle ricerche fai da te online consultando i numerosi siti che dispongono di tali
informazioni, come Ancestr). Questo nuovo segmento dell'industria turistica, che offre al contempo un
esperienza emotiva e culturale, pu contribuire a valorizzare piccole e sconosciute imprese e rendere pi
attive a livello sociale le comunit stesse (Best Sicily Guide offre un studi sulle proprie origini e la possibilit
di visitare i luoghi di vita dei propri antenati). Alcuni studiosi includono il turismo di memoria all'interno
della definizione di turismo macabra, o dark tourism o thanatourism, poich i luoghid della memoria sono
connessi ad un immagine di morte e sofferenza. Il turismo macabro quello praticato nei luoghi dei
disastri: la gente parte per visitare luoghi di morte, catastrofi o depravazioni; tra tali mete possiamo
ricordare i cimiteri di Parigi, il Ground Zero, Robben Island, la prigione in cui venne rinchiuso Nelson
Mandela, etc. (altro esempio il tour di Jack lo Squartatore - www.jacktherippertour.com). Il turismo
macabro tuttavia non una manifestazione dell'odierna societ ma ha radici ben pi profonde. Nell'antica
Roma i romani al Colosseo assistivano divertiti a lotte tra uomini e animali, nel Medioevo i pellegrini
viaggiavano verso tombe e luoghi di martirio, senza dimenticare gli spettatori di esecuzioni pubbliche o ai
roghi di presunte streghe, la ghigliottina durante la Rivoluzione Francese, la Battaglia di Waterloo osservata
dalla nobilt a distanza di sicurezza. Il turismo di memoria e quello macabro si traducono entrambi nella
capacit del mercato di alimentarsi dalle emozioni, di commercializzare i ricordi e le memorie, tuttavia non
possono essere intesi come sinonimi: il turismo macabro si pone su un piano di lettura diverso rispetto a
quello di memoria poich non ci sono memorie incarnate da riattivare ma grandi emozioni legate ad eventi
tragici, storici, che sono vissuti e osservati come forme spettacolari. [...]
Nell'elenco delle mete turistiche comparsa la casa di Anna Frank, nel centro di Amsterdam, dove la
giovane scrittrice scrisse il suo famoso diario durante la seconda guerra mondiale, ora in mostra
nell'esposizione permanente allestita nella casa museo della donna, la cui visita rappresenta un'esperienza
particolarmente forte per migliaia di turisti che accorrono da tutto il mondo. Questa visiti pu essere
ascritta a quella pi ampia categoria identificata come turismo letterario, che porta alla scoperta di luoghi e
suggestivi percorsi narrati da famosi scrittori. Si tratta di un modo diverso di reinterpretare il territorio e di
dare nuovo significato alle destinazioni : in quest'ottica rientrano i Parchi Culturali che promuovono il
recupero ambientale e la valorizzazione della cultura materiale e letteraria di determinati territorio, come il
Parco Culturale di Dante; aa Ostia possibile ricordare P.P. Pasolini, in Sicilia Giovanni Verga tra Catania e
Acitrezza, le opere di Gozzano, Fenoglio e Pavese ricordano le colline piemontesi e, in particolare, Langhe e
Roero. Stando ai promotori di tale iniziativa la realizzazione di un parco culturale si fonda su tre
considerazioni, secondo le quali la propensione ecologico-ambientale risulta in armonia con quella
letterario-culturale:
l'urgenza di un intervento di recupero e di tutela dell'ambiente da un punto di vista architettonico,
paesaggistico ed antropologico;
la necessit di stabilire un pi stretto rapporto tra la visione della cultura e la visione del territorio;
la rivalutazione culturale dei luoghi letterari.
Il lavoro di costituizione del parco presenta due aspetti: uno iniziale di ricerca e di inventario e una seconda
fase di interventi operativi . Per quanto riguarda il primo sono da segnalare l'individuazione di scrittori
legati alla geografia del territorio, l'attenzione alle espressioni della cultura orale e del patrimonio letterario
locale, il recupero della tradizione e della cultura materiale, la ricerca delle feste e dei riti locali, lo studio
degli antichi mestieri, le ricerche e la registrazioni dei ricordi dei suoi abitanti. Da un punto di vista
operativo bisogna attivare interventi di schedatura e di riordino del materiale raccolto, con la creazione di
una banca dati che permetta diutilizzare e visitare il parco culturale. Il primo parco culturale stato
realizzato nel 1994 in Piemonte. Negli Stati Uniti il fenomeno del turismo letterario gode di un ampio
numero di appassionati che amano visitare i luoghi in cui i loro autori preferiti hanno vissuto e scritto
(esiste un sito internet dedicato alla pagina - www.literarytraveler.com). Le citt di Edimburgo, Melborne,
Iowa e Dublino sono state riconosciute dall'Unesco come citt dell letteratura. Dublino ha dato i natali a
Bram Stoker, Oscar Wilde, James Joyce; molte altre citt sfruttano come atrattiva turistica le cosiddette
Writers Memorial Houses, come la casa dell'autrice di Piccole Donne, Louisa May Alcott, negli Stati Uniti, la
casa in cui nato Hemingway, nell'Illinois, a Parigi quella di Balzac, a Londra quella di Charles Dickens, senza
contare le numerose case memoriali italiane, da Petrarca a d'Annunzio a Pascoli. Attraverso il turismo
letterario possibile cogliere un un percorso specializzato il logico prolungamento dell'esperienza di
lettura: i fruitori di opere letterarie possono quindi leggere il territorio tramite una strategia denominata
cross selling: consiste nell'aumentare il valore dello scambio mettendo a disposizione prodotti o servizi in
qualche modo collegati con la scelta d'acquisto iniziale rendendola quindi pi completa (testo scritto e
caasa memoriale). La letteratura dunque in grado di condizionare l'immaginario collettivo nei confronti di
alcune localit nonch di delineare i contorni di molte citt; i luoghi letterari, per, possono essere anche
immaginari ma accendere talmente la fantasia da essere ricreati nella realt. Un esempio lampante
possono essere la casa ricreata di Sherlok Holmes, a Londra, e il binario 9 e 3/4 di Harry Potter alla stazione
di King's Cross. Al maghetto stato anche dedicato un intero parco divertimenti in Florida che riproduce
fedelmente i luoghi dei romanzi. [...]
Proseguendo con queste considerazioni si arriva presto a considerare il rapporto tra Cinema e Turismo.
Anche il grande schermo e la TV propongono i romanzi che preferiamo e che abbiamo amato, amplificando
di connseguenza l'attrattiva turistica di tali luoghi. Un esempio possono esserlo la foresta di Sherwood in
cui ambientato Robin Hood, in Gran Bretagna, oggi parco nazionale e che offre il Robin Hood tour. In
Italia vi una grande affluenza a Modica, nei luoghi dove stato girato Montalbano, o ancora i territori che
hanno visto consumarsi la Passione di Cristo di Mel Gibson, o Torino, teatra di film quali The Italian Job o
Profondo Rosso o la serie tv Elisa di Rivombrosa, oggi riproposti in un tour in collaborazione con il Museo
del Cinema e intitolato Movie on the Road. Il cineturismo un fenomeno affermatosi di recente ma che ha
significati antecedenti storici: ricordiamo che film come Vacanze Romane o la Dolce Vita hanno contribuito
a lanciare l'immagine di Roma nel mondo. Lo sviluppo del cineturismo ha alimentato la nascita di T.O. e
ADV specializzate nel proporre tour guidati ai luoghi set di scene cinematografiche, come avviene in Nuova
Zelanda per ripercorrere i territori de Il Signore degli Anelli. Ogni anno sono oltre 100 milioni i turisti, in
particolare americani e inglesi, che visitano location utilizzate dal cinema per le proprie vacanze. Del
rapporto tra cinema e turismo esistono diverse definizioni generate dalla natura di tale relazione e che
possono essere cosi sintetizzate:
movie induced tourism (turismo indotto dal film);
film tourism, che inserisce il processo di influenza del film nella fase motivazionale;
cinema sightseeing, che mette in relazione cinema e turismo al momento della fruizione del
prodotto nonostante che visita il luogo non stato necessariamente stimolato dalla visione del
film;
set-jetters, che consiste nel ripercorrere la location dove le star del cinema hanno recitato;
cinematic tourist, che si riferisce all'influenza sul comportamento del turista esercitato da uno o pi
film girati in un determinato luogo.
Il cineturista colui che, stimolato e affascinato dalla visione di un film, si reca in quei luoghi per diverse
motivazioni e pu dunque essere classificato in diversi filoni, fino a distinguere tre tipologie di cineturisti:
specific: il cineturista vero e proprio, colui che si reca in luogo esclusivamente perch stata
location di un film;
general: turista generico che decide di vivitare un territorio indipendentemente dalla visione di un
film che stato girato li ma che, nonostante ci, partecipa attivamente alle attivit legate alla sua
realizzazione, come percorrere itinerari o partecipare a visite guidati in luoghi-set;
serendipitous: turista che si trova in un luogo set cinematografico ma che non partecipa
attivamente alle attivit legate alla sua realizzazione.
"un evoluzione del viaggio eroico del passato, le cui radici sono indubbiamente legate a quelle dei primi
conflitti territoriali: dopo tutto la mobilit sempre una strategia bellica. i soldati, come viaggiatori, sono
stati tra i primi a penetrare e ad indebolire i confini territoriali, non soltanto per mezzo della forza ma anche
attraverso la diffusione della lingua e dei costumi".
Sin dalla prima guerra mondiale, l'arruolamento e il reclutamento militare veniva visto e pubblicizzato come
laun mezzo per avere la possibilit di girare e vedere il mondo, "un'opportunit altrimenti riservata alla
classe agiata"; guerra e viaggio come due modi primitivi dell'incontro tra i popoli. Sembra dunque che dove
c' guerra c' turismo: " la guerra diventata un importante stimolo per il turismo attraverso i cambiamenti
della popolazione e le innovazioni tecnologiche, e in seguito alla guerra, attraverso la nostalgia, i cimeli, le
onoreficienze e i raduni". Come accennato, il turismo di guerra non si riferisce solo a quei turisti interessati
a visitare luoghi legati ad antiche o recenti battaglie, le tombe militari e i monumenti commemorativi, ma
comprende anche i visitatori desiderosi di recarsi sui campi di battaglia attivi, in cui ancora in atto un
conflitto, o i luoghi in cui la natura devastante della guerra ha lasciato segni ancora evidenti. Si tratta cio di
dell'Hot War Tourism (definizione associata a quelle pratiche turistiche in luoghi in cui la violenza ancora
"attiva" e "viva"). Per rispondere a questa nuova esigenza sono nate alcune speciali organizzazioni di visite
turistiche guidate oin zone di conflitto come, ad esempio, Afghanistan e Israele. La definizione di Hot War
Tourism difficoltosa a causa della complessit dei tre concetti che ne danno il nome: la prima deriva
dall'uso dell'attributo hot che pu avere due diverse accezione: la prima deriva dall'uso contrapposto di Hot
e Cold War, che stanno ad indicare la presenza o meno della violenza all'interno dell'attivit bellica; la
seconda che si riferisce all'idea di dissonanza e cognizione calda, utilizzata soprattutto nel marketing e nei
dibattiti sul dark tourism, si riferisce alla dissonanza cognitiva o alla tensione causata dalle azioni di un
individuo, i valori o le credenze ed proprio essa a creare il risveglio inteso come esperienza emozionale. La
Hot Cognition la cognizione correlata dai sentimenti, ovvero il processo che descrive le elaborazioni
mentali che si verificano quando le determinanti cognitive e affettive influenzano il giudizio delle persone.
Grande attenzione da questo punto di vista viene posta nei confronti di sentimenti quali tristezza, rabbia,
disgusto ed empatia che sono generati dalla visione della guerra:
"le zone di conflitto armato non possono far altro che rendere queste emozioni ancora pi sentite, ma
possono anche risvegliare altri stati emozionali, soprattutto in relazione alla paura e l'eccitamento stimolati
dai rischi posti alla propria vita e alla propriet. Questi fattori possono essere visti come principali elementi
distintivi tra la guerra fredda e le zone di guerra calda, che pu anche iniziare a dare qualche spiegazione
alle motivazioni che spingono le persone a viaggiare in aree di conflitto". (Piekarz, 2007)
Un altro fattore che pu influenzare il grado di congizione cada la freddezza con cui si fronteggiano le
conseguenze disastrose della guerra: i soldati che provengono dai paesi sviluppati affrontano i conflitti con
precisione quasi clinica, rimuovendo i feriti in maniera piuttosto rapida dalle zone degli scontri; al contrario,
in altre parti del mondo, spesso le guerre e le battaglie continuano ad essere combattute nel tempo con la
ferocit e l'asprezza tipica dei conflitti del passato. In questo modo le zone degli scontri rimangono calde
per anni a causa della mancanza di risore, volont o tempo per rimuovere i detriti e il disordine creato dalla
guerra; il grado di pulizia delle zone di guerra determina il grado di violenza delle zone di guerra. Il
significato di turismo invece chiama in causa il turista, definito dall'UNWTO come quellacategoria di turisti
che si spostano per viaggi ricreazionali o d'affari. Quest'ultima categoria piuttosto importante per capire
chi sono i blackpackers, o viaggiatori non organizzari, amanti del brivido, che si trovano a viaggiare nelle
aree di conflitto. Le differenze di turismo d'affari variano da quello retribuito a quello volontario, e
comprende le organizzazioni non governative, i diplomatici e il personale militare fuori dalla base militare.
L'inclusione dei militari risulta essere piuttosto interessante considerando ad esempio il comportamento
turistico dimostrato da migliaia di soldati mandati in Iraq, soprattutto per quanto riguarda le fotografie
scattate. Tenendo in considerazione le precedenti nozioni, si pu infine definire l'Hot War Tourism come:
"Il fenomeno che include persone che viaggiano o si fermano nei luoghi in cui in atto correntemente un
conflitto e la violenza, o in cui si sta cercando di riprendersi da tali eventi, e che pu essere anche
direttamente cercato e vissuto, oppure un esperienza indiretta, che fa da sorprendente sfondo al viaggio,
mentre le persone coinvolte sono motivate da altri scopi, come viaggiare, lavoro o come parte di un
pellegrinaggio".
Numerosi documenti scritti testimoniano la presenza di turisti e quindi l'esistenza di viaggi in aree di
conflitto, gi a partire al periodo precedente l't postmoderna. Ad esempio durante la Guerra Civile
inglese, combattuta nel 1642/1649, si registr l'arrivo di numerose famiglie alla ricerca di corpi dei propri
cari. Nel 1746 si consum la battaglia di Culloden in Scozia, dove stato documentato che alcuni civili
giunsero nelle zone di conflitto per assistere ai combattimenti. La guerra di Crimea cre i primi inviati di
guerra assieme a volontari he si occupavano di aiutare i soldati feriti e i viaggiatori che erano venuti per
assistere all'assedio e alla caduta di Sebastopoli. Thomas Cook, l'inventore del turismo moderno, dopo la
guerra civile americana, organizz tour americani che includevano anche viaggi verso numerosi campi di
battaglia. Anche i luoghi della battaglia di Waterloo sono stati visitati da un significativo numero di persone.
Sono numerosi i racconti di persone che si sono recate in quelle zone durante e dopo il conflitto. Il punto di
svolta di questa pratica turistica raggiunge per un punto di svolta dopo la prima guerra mondiale. Il grado
di devastazione, la natura della guerra, insieme ai cambiamenti economici, sociali e tecnologici avrebbero
consentito ad un gran numero di persone di visitare le macabre location. Dal punto di vista terminologico
esistono altri modi di indicare il fenomeno dell'Hot War Tourism:
terror-tourism, riferito ai viaggi verso siti dove ha luogo la guerra o dove i terroristi hanno compiuto
atrocit;
testosterone tourism, riferito all'eccitamento provato nel visitare zone di conflitto attivo;
danger zone tourism o reality tourism, riferito alle forme di viaggio verso le zone politicamente pi
calde del mondo.
Il problema principale di queste espressioni che non riescono a comprire interamente tutti gli aspetti
presenti. Termini come thanatourism o dark tourism sottolineano nella motivazione pi importante al
viaggio l'incontro con la morte e con la violenza, mettendo da parte le persone che viaggiano in tali luoghi
per lavoro o volontariato, mentre diciture come terror-tourism o testosterone toursim risultano riduttive in
quanto, oltre a non includere la categoria dei viaggiatori d'affari o per lavoro, rivolgono l'attenzione solo
agli stati d'animo pi descrittivi. I luoghi associati alla morte o alla guerra sono stati elemento di attenzione
anche per i media che, attraverso le tecnologie di comunicazione globale, hanno sucitato un grosso
interesse sull'argomento. Quindi, esaminando pi attentamente il fenomeno, si pu dire che l'industria
della guerra e l'industria del turismo e del tempo libero siano strettamente legate tra loro, come dimostra il
numero di attrattive legate a campi di battaglia, monumenti celebrativi, musei, rievocazioni e quant'altro.
[...]
L'enorme mole di conflitti consumatisi negli anni Novanta del secolo scorso hanno portato a due principale
reazioni: l'adozione di un giusto atteggiamento di prevenzione nei confronti della guerra, e l'attivazione di
un processo di ricostruzione di quei paesi colpiti da conflitti armati, la cui principale conseguenza la
crescita dei cosiddetti peacekeeping, ovvero l'industria della pece che impegna diversi tipi di lavoratori al
fine di riportati gli stati colpiti dalla guerra ad uno stato di normalit; vengono impegnati avvocati per la
costituzione di nuove leggi, volontari, associazioni governative, diplomatici etc. In accordo e relazione con
lo sviluppo di questo fenomeno vengono riconosciuti otto differenti modelli di viaggiatori che si dedicano
all'Hot War Tourism:
the innocents: coloro che involontariamente finiscono per essere catturati diventando prigionieri di
conflitti o ribellioni, nonostante non cerchino direttamente il pericolo della guerra;
the cocktail traveller: non interessato direttamente alla guerra ma qualche elemento di pericolo o
la possibilit di vedere coi propri occhi le conseguenze della guerra vengono considerate
opportunit importanti;
remembrance/pilgrim traveller: viaggiatore della memoria o pellegrino, colui che si reca in visita ai
luoghi dove sono morti i proprio cari in battaglia;
the duty/working traveller: viaggiatore d'affari, giornalista che si occupa delle zone di guerra o
coloro che vi si recano per aiuti umanitari, volontariato e pi in generale coloro impegnati
nell'industria della pace o coloro che vogliono sfruttare le zone di guerra o conflitto per scopi
commerciali;
the thrill seeker traveller: viaggiatore che ricerca volutamente il brivido della guerra per poterne
provare le emozioni e i pericoli che ne derivano;
the rubbernecker traveller: il curioso, coloro che vogliono direttamente vedere le disastrose
conseguenze della guerra;
the fighting volunteer: i volontari combattenti al servizio di fazioni straniere;
the thropy seeker: i ricercatori di trofei di guerra, una sfida di viaggio.
Queste categoria di viaggiatori che si dedicano all'Hot war Tourism non sono da considerarsi fisse e
statiche, ma dinamiche in quanto ognuna di queste categorie mossa da diverse motivazioni che tuttavia
possono modificarsi durante il viaggio e quindi concorrere ad una sorta di spostamento di categoria
dell'individuo turista. Tuttavia, viste le destinazioni scelte e il tipo di turismo praticato, l'elemento
fondamentale di questi turisti la complessit delle loro motivazione, indipendentemente da quello che sia
lo scopo dello spostamento. Sono stati identificati quattro elementi motivazionali di base:
[]
La caccia al souvenir rappresenta una passione per molti turisti e, allo stesso tempo, costituisce una delle
pratiche pi significative per il viaggiatore-turista. Il souvenir non solo custodisce il ricordo del viaggio o
cmq di un esperienza vissuta, ma racchiude in s una storia, delle emozioni, delle sensazioni che possono
essere rievocate a distanza di tempo: la sua presenza fisica aiuta a localizzare, definire e congelare nel
tempo un esperienza transitoria e momentanea, e riporta indietro allesperienza ordinaria qualcosa della
qualit di unesperienza straordinaria. Lusanza di associare ricordi di viaggio ad un oggetto materiale per
poi rievocarne successivamente i ricordi, risale al medioevo: nelle stazioni di viaggio lungo le vie dei
principali pellegrinaggi si trovano infatti venditori di reliquie, oggetti particolarmente ricercati dai pellegrini.
La parola souvenir deriva dal francese nel significato di oggetto ricordo, che deriva a sua volta dal latino
subvenire, che significa venire alla memoria, ricordarsi. Essi fanno parte dellinsieme di immagini che si
formano e si istituiscono nellincontro, arrivando spesso a stereotipare laltro. Il souvenir gioca un ruolo
duplice sia del ricordo di essere stati l, sia come prova dellesserci realmente stati. I souvenir possono
essere di varia natura e sono distinti in (Gulotta):
pittorici, cartoline o fotografie;
naturali, come una pietra o una pianta locale;
simbolici, come i monumenti in miniatura;
segnalatori, come nel caso di t-shirt, cappellini etc.;
prodotti locali
Una distinzione semplice ma funzionale pu essere fatta tra gli oggetti di ieri, o di prima generazione, e
quelli di oggi, o globalizzati. I primi sono quei souvenir turistici di fattura artigianale che corrispondo ad uno
stile tradizionale locale, i secondi sono quelli creati ad hoc dallindustria turistica. Un ulteriore distinzione
pu essere fatta da oggetti prodotti per puri scopi commerciali, spesso associati al turismo, e i memento,
oggetti non acquistati che acquisiscono un valore simbolico ed esperienziale che solo il portatore pu
raccontare, come avviene nei souvenir di guerra. []
Israele, o Palestina, dipende dalle vostre opinioni politiche, una delle destinazioni pi antiche del mondo.
Tutti hanno sognato di andarci, da Mos a Mark Twain. I profeti sono ormai lontani e i crociati hanno da
tempo riposto spade e armamenti, ma il magnetismo di questa terra, santa per milioni di persone, continua
ad attirare folle di viaggiatori.
Cos comincia lintroduzione alla terza edizione italiana della guida EDT, la descrizione di un viaggio verso
territori che, oltre alla bellezza, hanno laria di essere ricchi di storia e religione. Tuttavia, i continui conflitti
che da tempo segnano questi luoghi e di cui molto frequentemente si parla, possono portare a pensare che
larea sia potenzialmente pericolosa per i viaggiatori. Nonostante questo, il turismo in questi luoghi,
nonostante linevitabile vulnerabilit agli sviluppi della situazione politica, non si mai arrestato, rendendo
questa attivit di forte importanza per leconomia locale. Il turismo uno dei mezzi pi persuasivi per
diffondere la propaganda politica locale e, infatti, a fianco del turismo pi tradizionale come pu esserlo
quello religioso, culturale, rurale, balneare, cicloturismo e vacanze studio, in Israele e in Palestina esistono
reti di organizzazioni umanitarie e non governative, politiche e religiose, interessate a far conoscere alla
gente laltra faccia della medaglia, ovvero la realt del conflitto. Cominciando da Israele, il primo esempio
rappresentativo di questo fenomeno e che ben abbraccia lidea di Hot War Tourism dato dallattivit di un
organizzazione no-profit locale, nata del 2003 dalliniziativa di un avvocato israeliano, totalmente
indipendente da altre autorit governative o partiti politici, che si occupa di sostenere le cause di cittadini
israeliani contro le organizzazioni terroriste palestinesi. Lorganizzazione organizza tour che promette ai
partecipanti un viaggio davventura a fianco dei militari israeliani. E un viaggio che permette di immergersi
totalmente nel clima delle forze armate israeliane e comprendere appieno quanto sia complessa e grande
la responsabilit di proteggere lo stato di Israele. Tuttavia gli organizzatori hanno la facolt di escludere dal
tour alcuni candidati, ovvero coloro che cercano di capire la vera natura del conflitto con lintento di
rafforzare le certezze di chi, senza esitazioni, gi schierato dalla parte israeliana. Sul fronte opposto si
muove invece il turismo palestinese che, attraverso la formula dei political tours (unarea emergente
nellambito del turismo internazionale che comprende tutti quei viaggi compiuti verso le aree di conflitto per
osservare in primo luogo qual la situazione dellarea interessata, incontrare attori di entrambe le parti in
guerra e capirne meglio la storia locale e organizzati da organizzazioni no-profit), propone un turismo
alternativo volto alla conoscenza della situazione in cui si trovano i palestinesi, partendo dalle analisi delle
condizioni geopolitiche in cui vivono, per passare poi allincontro diretto con gli stessi, utile a comprendere
pi a fondo la loro cultura e la loro storia. La pi importante organizzazione non governativa che opera in
tale direzione in Palestina lAlternative Tourism Group, nata nel 1995 ed operante secondo i principi di
justice tourism, ovvero quella formula che ha come obiettivi principali la creazione di opportunit
economiche per la comunit locale, un positivo scambio culturale tra ospite ed ospitante, la tutela
dellambiente e leducazione storico-politica. Si tratta di esperienze che, rispetto al turismo tradizionale,
permettono di immergersi totalmente nella realt circostante e di conoscere pi a fondo la cultura e la
storia di un popolo. []
Nei paesi colpiti da guerre o destabilizzati a livello politico sempre pi comune che il turismo venga
utilizzato come abile strumento di propaganda politica: le persone ricordano per molto tempo ci che
hanno visto e continuano costantemente a rielaborare nella propria mente le immagini legate allesperienza
del viaggio. Ed proprio attraverso la manipolazione delle immagini che scorrono di fronte ai turisti che i
governi sperano di nascondere tutto ci che pu operare a loro svantaggio. Il turista vede solo ci che ha
difronte pensando che sia la realt nuda e cruda e dunque, conseguentemente, non vede ci che non
esiste. Israele e Palestina costituiscono un esempio significativo di quanto appena accennato. Qui il turismo
quasi totalmente controllato dal governo israeliano che ne fa un elemento di manipolazione, sperando in
questo modo di ottenere consensi e alleati nella sua lotta contro il popolo palestinese. Vengono distinti due
particolari metodi di manipolazione utilizzati dal governo israeliano per confondere e catechizzare il turista:
E naturale che il turista segua gli itinerari tracciati nelle carte ed eviti di intraprendere cammini che non
sono riportati. In questo modo pi semplice nascondere la presenza di sentieri, strade o interi villaggi che
potrebbero turbare limmagine che il governo vuole offrire ai visitatori.
Opposta invece la situazione mostrata dalle carte palestinesi, dove il territorio risulta essere fortemente
frammentato, il che rende in maniera evidente la facilit di controllo politico da parte del governo
israeliano. Il desiderio che il governo ha di occultare e di cambiare limmagine del proprio paese porta alla
manipolazione percettiva non solo il turista ma anche degli abitanti stessi. []
La sicurezza in viaggio sembra essere uno dei prerequisiti essenziali nella scelta della propria destinazione di
viaggio. Varie ricerche dimostrano come linstabilit politica di un paese pu essere un forte elemento
avverso al turismo e quindi per i viaggiatori. Nonostante ci, lo sguardo del turista moderno si sta
soffermando anche sui luoghi pi pericolosi. I viaggiatori pi impavidi sono sempre pi spinti a trovare
luoghi che combinino lesotico con il rischioso; il pericolo diventa cos loggetto del desiderio, la
componente eccitante del viaggio. Turismo e guerra dunque, che nellottica globale vengono collocati su
due piano temporali e spaziali differenti, diventano complici per il raggiungimento di un obiettivo comune:
la commercializzazione del pericolo. Dato che di solito il turismo rappresenta il settore pi remunerativo
per leconomia locale, i governi delle nazioni di conflitto decidono di investire su di esso promuovendo la
sicurezza del proprio paese e tacendo quindi lesistenza della guerra stessa. Nonostante la scelta coraggiosa
di alcuni viaggiatori e linclusione della guerra nel marketing turistico, il tema della sicurezza rimane di
importanza internazionale e in molte parti del mondo i governi hanno elaborato misure di tutela differenti.
Un altro strumento per la tutela e la sicurezza del turista nei paesi in conflitto consiste nella
programmazione di corsi anti-terrorismo per la difesa personale del viaggiatore. Il problema si fa pi
delicato quando si parla invece di giornalisti o inviati di guerra; la violenza contro i giornalisti continua ad
essere una delle pi grandi minacce alla libert espressiva.
V. Eros in Viaggio
Il viaggio un fenomeno sessuato, volto a definire una distinzione di sessi. Storicamente luomo
considerato viaggiatore, mentre la donna preposta allaccoglienza. In molte culture al genere maschile
associato un orientamento centrifugo che spinge i suoi membri a proiettarsi verso spazi esterni, verso
attivit virilizzanti come il commercio e i viaggi e, spesso, tale libert culmina nello scambio sessuale. AL
genere femminile si attribuisce invece un orientamento di tipo centripeto, rivolto verso lo spazio interno, la
casa o la terra. Si pu descrivere il viaggio maschile come volto alla diffusione del seme maschile a scopo
spermatico, mentre la donna considerata il ido a cui approdare. Mentre luomo cerca ospitalit sessuale
come punto darrivo, la donna trova nellospitalit sessuale offerta allo straniero un veicolo di mobilit
sociale. Nonostante esistano casi di turismo sessuale femminile, senza dubbio il turismo sessuale un
attivit che interessa principalmente il genere maschile alla ricerca di sesso mercenario con donne o
bambini. Se ne possono distinguere due forme:
la trasmissione;
l'organizzazione nella mente dell'individuo;
l'espressione dell'identit sociale dei gruppi;
L'utilizzo di etichette linguistiche un fenomeno centrale all'interno del processo di categorizzazione delle
persone, che varia al variare della cultura e di una societ.La mutevolezza e le frasi idiomatiche utilizzate
per definire un gruppo, una categoria sociale o un comportamento hanno un impatto rilevante sul mondo
in cui questi soggetti vengono percepito dalla societ. Ogni turista che si mette in viaggio per raggiungere
mete pi o meno lontane porta con s un bagaglio che insieme ad abiti, medici e guide contiene incertezze,
paure e rappresentazioni mentali del luogo e delle persone che incontrer. Tali immagini costituiscono una
presunta autenticit che il turista ricerca in ogni costo, accontentandosi spesso di una semplice
contraffazione del reale. L'utilizzo di stereotipi apporta vantaggi a chi ne possiede e penalizza chi ne diviene
oggetto. Essi sono trasmessi attraverso canali comunicativi informali in cui il potere pu consolidarli e
renderli condivisi. Questa trasmissione di valori conduce ad un'inevitabile asimmetria tra gruppi dominanti
(ingroup) e gruppi bersaglio (outgroup). Navigando nel web e cercando turismo sessuale emergono
numerosissimi siti in cui il fenomeno definito o condannato, altri in cui associazioni che si occupano della
tutela dei diritti umani, altri ancora che forniscono informazioni dettagliate attraverso vere e proprie guide
turistiche redatte da chi ha gi sperimentato e avuto esperienze nei luoghi descritti. Questi siti contengono
moltissimi luoghi comuni e stereotipi che riguardano la decrizione dei luoghi, l'accoglienza ricevuta e
soprattutto particolare attenzione rivolta alle donne che possibile "incontrare" in quei luoghi. Ci sono
altri stereotipi su cui riflettere e sono quelli legati al turismo pedofilo, che si manifesta in molte parti del
mondo in risposta ad una crescente domanda di bambini, preferibilmente vergini e di aspetto sano. Per
rendere meglio la condizione di sfruttamento che i bambini vivono in paesi in via di sviluppo come il Brasile,
basta un detto diffuso in quelle zone tra le bambine di strada: "a 10 anni sei giovane, a 20 anni sei vecchia,
a 30 sei morta". Anche rigurardo alla sfruttamento sessuale dei minori si sono diffusi molti stereotipi e
luoghi comuni, soprattutto leggende metropolitane poich nel passato le pratiche sessuali erano avvolte di
mistero cos come la nascita di una nuova vita era circondata da superstizioni e miti. Nel passato lo sviluppo
sessuale delle giovani era infatti visto come un evento particolarmente misterioso dovuto ai flussi di sangue
che preannunciavano l'inizio dell'adolescenza per poi ricomparire periodicamente. Il sangue era
considerato compagno di nascita e di morte. Nella cultura cinese ad esempio si considerava il corpo della
donna una miniera da cui poter attingere attingere, attraverso il rapporto sessuale, potenti essenze per
l'uomo. Si tratta dell'equilibrio tra yin e yang. La donna dotata dell'essenza yin ritenuta inesauribile,
fornisce il nutrimento e il vigore all'uomo, il cui yang invece limitato e molto prezioso. [...]
Il turismo un' attivit ludica che ruota attorno all'adorazione del sole, e il sole considerato un potente
afrodisiaco. Il legame tra sole e sesso ampiamente presente anche nel lessico corrente, come tutte le
espressioni legate al clima e che vengono riflesse nel sesso (bollente, hot, caldo/a, rovente); fu Shakespeare
il primo ad attribuire una connotazione sessuale ai termini caldoe freddo. Possiamo parlare di uno spazio,
quello della vacanza, dove tutto diventa lecito per un breve lasso di tempo: l'orgia di sole, di mera e di sesso
come esperienza di rifiuto e contemporaneamente la riaffermazione delle regole sociali. Se nei secoli scorsi
la promiscuit era una conseguenza delle rigide morali imposte dalla societ, necessario comprendere
quali siano ora, in una societ sessualmente liberata, ler motivazioni che spingono l'uomo alla ricerca di una
ulteriore libert sessuale. Si pu interpretare il fenomeno in chiave economica: l'accesso di offerte che
stimolano la domanda, i prezzi bassi che ne derivano, oppure in chiave biologica: l'irrefrenabilit
dell'impulso maschile nei confronti di diverse e giovani donne. Qualcuno afferma che la prostituzione
femminile potrebbe rappresentare una conseguenza ad un problema relazionale tra uomo e donna nato
dalla riformulazione dell'identit di genere nella nostra societ, piuttosto che una semplice soluzione ad un
impellenza fisica. In quest'ottica, la diffusione su larga scala della prostituzione pu configurarsi come un
effetto indotto dai cambiamenti sociali del nostro tempo, un rifugio a situazioni relazionali vissute con il
peso di vincoli e responsabilit. Il sesso a pagamento pone fine ad un conflitto di genere, quello della
gerarchizzazione dei ruoli e della questione del predominio maschile. In questo modo l'uomo si sottrae alla
logica del femminismo imperante, che ha scardinato il tradizionale ruolo sociale della donna. [...]
Il turista sessuale viene classificato in differenti categoria relazionate con lo scopo e gli "attori" della sua
pratica turistica sessale:
I pedofili, che sono pochi nonostante il mombardamento mediatico faccia credere il contrario;
Gli abituali, coloro che dopo aver sperimentato il turismo sessuale per casualit o curiosit ne
diventano "dipendenti";
Gli occasionali, che rappresentano la categoria maggiore, spinti da curiosit e dalla certezza di non
essere scoperti n riconosciuti.
Il consumismo odierno impone bisogni per mezzo di pubblicit, imponendo di spendere per acquistare beni
o servizi. La forma pi estrema l'acquisto e il consumismo di esseri umani. Le pene comminate ai turisti
per reati di natura sessuale su minori sono spesso simboliche, incongruenti e numerosissimi sono i casi di
bambini morti dopo rapporti sessuali con adulti. Si rende necessario per il turista sessuale fare una scelta
mirata sul luogo della sua destinazione anche relazionato alla tolleranza legislativa in materia; alcuni
governi sono pi propensi di altri verso il turista pedofilo poich porta nell'economia locale una moneta
straniera di grande valore. Un esempio l'India: la consolidata tradizione del sesso commerciale infantile in
India risale al XI secolo quando, secondo i dettami induisti, le giovani veniva costrette a prostituirsi per
accrescere i tesori dei templi (anche in altri paesi orientali la pratica ha radici pi antiche quali Cina,
Pakistan, Sri Lanka, in cui la pedofilia un fenomeno crescente).