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La mente del viaggiatore

Eric J. Leed

Adoro la letteratura di viaggio, detesto viaggiare: meglio dichiararlo subito, perch
possibile che molte delle critiche avanzate di seguito derivino in parte da personalissime
idiosincrasie extratestuali. Non il caso, credo, di uelle relative allo stile argomentativo del libro,
che ri!ugge dall"oggettivit# a !avore di una suggestivit# piuttosto "cheap", a!!idata a evocazioni e
citazioni che s!ociano poi in !unambolici parallelismi volti a dimostrare, ogni volta, la centralit# del
viaggio come motore della storia, della societ#, della modernit#. Non credo ci !osse bisogno di
scomodare $rederi% &arth, 'illiam James o (aul &o)les per sostenere che il viaggio *!ornisce una
prospettiva esterna e comparativa su ci+ che !amiliare*, o che, annullando *l"egoismo della
specie*, esso crea un !orte senso di relativismo culturale. E avevamo sempre sospettato che *se la
gente e il suo modo di vivere !ossero uguali dappertutto, non avrebbe molto senso spostarsi da un
posto all"altro*, n, ci sorprende che il transito possa essere visto come un modo di *negare il tempo
attraversando lo spazio*. -l lettore poi si accorger# ben presto di alcune imbarazzanti contraddizioni
nella ricostruzione di alcuni !enomeni storici, come la distinzione, prima sostenuta e poi negata, tra
viaggio antico ./ilgamesh, 0disseo1 e moderno, dell"impatto del transito sulla !amiglia
preindustriale e su uella contemporanea o del signi!icato del viaggio nel medioevo .a!!ermazione
di identit# o mezzo di elevazione sociale21. La !ragilit# dell"argomentazione non toglie nulla, vero,
al valore storiogra!ico della parte centrale del libro, dedicata al viaggio scienti!ico e !iloso!ico
.capp. 3, 3- e 3--1, n, alla suggestivit# autentica di uella che (aolo 4assetta sul *mani!esto* del 56
maggio 5778 ha de!inito, pur non ritenendola convincente, una delle tesi !orti del libro, uella per
cui la condizione stanziale, la territorializzazione dell"umanit# sarebbe un"impresa della mobilit#,
che avrebbe generato uel bisogno di stabilit# e armonia tra gruppo e luogo raggiunto !aticosamente
nella storia del viaggio. E tuttavia non su uesto piano che si gioca il senso, la ragion d"essere di
*La mente del viaggiatore*, il cui contributo alla ricostruzione della storia del viaggio mi pare
di!!icile da de!inire.
La vera tesi "forte" di Leed quella adombrata dal titolo stesso dei capitoli cruciali del
libro, "Transitare" e "Il viaggio e le trasformazioni dell'individuo", la cui ambizione quella
di ritagliare per il viaggiatore uno statuto psicologico, gnoseologico e filosofico
istituzionalmente diverso da quello dei suoi simili.
La prospettiva netta, radicale: *-l transito una seuenza di movimento che produce
tras!ormazioni del carattere e persino un"identit#, nella misura in cui scelto, ed scelto per se
stesso, non per scopi e mete estrinseche*. 9na prospettiva che nega decisamente le concezioni del
viaggiatore come *estraneo* .:immel1, *uomo marginale* .(ar% e :toneuist1, *$igura liminale*
.3ictor ;urner1 o, meglio, le assume rovesciandole di segno. < vero, scrive Leed, la visione del
viaggiatore necessariamente super!iciale, esteriore e povera, ma proprio la sua ambiguit#
strutturale, il suo essere senza luogo, sospeso in una zona interstiziale, la sua assenza di rapporti con
un contesto sempre mutevole a !arne una !igura dotata di una diversa capacit# percettiva e
conoscitiva.
L"oggettivit#, la tras!ormazione del !enomeno osservato in una *cosa* senza scopo,
n, intenzione, n, soggettivit#, non una caratteristica negativa, in uanto l"esclusione del
viaggiatore dagli aspetti interiori della *cosa* !a s= che egli acuisti un"acuta, superiore capacit# di
coglierne super!ici, !orme e !unzioni.
Nasce da ui un"euazione pi> volte sottolineata tra sguardo del viaggiatore e sguardo dello
scienziato, una convergenza che avrebbe presieduto tra il 4inue e il :eicento, alla nascita della
scienza moderna. :arebbe tuttavia riduttivo considerare uesto l"unico, o anche il principale esito
del ragionamento di Leed. L"incredibile a!!astellarsi di citazioni, da &os)ell a ?erouac, da @ella
3alle a Joan @idion passando per @ar)in, ?ingla%e, @iodoro :iculo, /oethe e in!initi altri, le
implicazioni !iloso!iche suggerite .il viaggiatore realizzerebbe la visione della !orma *pura* delle
cose, indipendentemente dagli *accidenti* !enomenici1 e il costante parallelismo tra il transito e gli
studi di James /ibson sul ruolo della locomozione sulla percezione, testimoniano l"ambizione di
delineare una vera e propria teoria, pi> che una storia, del viaggio.
@i!!icile giudicare della *tenuta* di uesta teoria, anche se si pu+ osservare che il passaggio
dalle suggestioni alle esempli!icazioni spesso deludente. 4os=, la promettente ri!lessione
sull"identit# personale e sociale che non avrebbe un !ondamento oggettivo ma si creerebbe con
specchi e ri!lessi .*non c" un "io "senza l"altro" *1, si riduce al !atto che il viaggio o!!re la possibilit#
di inscenare un teatrino in cui si possono cambiare a piacimento ruoli, maschere e costumi di scena:
mi sembra che uesto stiano ad indicare le esperienze di &os)ell e @ella 3alle, che Leed tenta
inutilmente di tras!igurare in eventi meta!orici.
:enza entrare nel merito, si pu+ !orse a!!ermare che il libro innanzitutto una !ervida,
appassionata dichiarazione d"amore per il viaggio che si nutre delle motivazioni e !ascinazioni che
da sempre lo hanno accompagnato, ma alle uali Leed tenta di attribuire nuove valenze e signi!icati.
Le !reuenti citazioni da Alexander '. ?ingla%e, ad esempio, denunciano una concezione
romantica che !a tutt"uno con il riconoscimento del *sovversivismo sociale* del viaggio. Ed su
uesto piano, per cos= dire *ideologico*, che si possono avanzare le obiezioni degli *stanziali*,
osservando come uello del viaggio sia un sovversivismo programmato, in cui non ci sono
n, scoperte n, avventure ma con!erme, e uesto non solo oggi, nell"epoca del turismo globale, ma a
partire almeno dal "grand tour" settecentesco. :i parte, si sempre partiti per scoprire ci+ che ci si
aspetta di scoprire, raramente andare sul posto porta a sostanziali reinvenzioni di se stessi e dei
propri schemi culturali. < stupe!acente notare, nella maggior parte della letteratura di viaggio,
l"impossibilit# di un rapporto tra l"osservatore in transito e le realt# che attraversa. E, uando uesto
rapporto si attua, non sempre si traduce in un incontro, ma implica il pi> delle volte tensione,
disagio, so!!erenza. /li antropologi e i linguisti hanno elaborato a uesto proposito il concetto di
"culture shoc%", un misto di ostilit#, !rustrazione e nostalgia che nasce uando sentiamo la nostra
identit# minacciata dalle di!!erenze culturali. Non solo. AaBmond 'illiams ha dedicato pagine
commoventi alla critica sociale di @.C. La)rence e /eorge 0r)ell, nella uale egli ravvisa da un
lato il !acile !ascino dello sguardo dell"outsider, dall"altro uei limiti di credibilit# derivanti
dall"eccessiva libert#, sinonimo, in ultima analisi di irresponsabilit#, gratuit#, inin!luenza. -l
!ortissimo bisogno di costrizioni e doveri sociali, la disperata nostalgia di appartenenza alla propria
comunit# da parte di coloro che per scelta o necessit# se ne sono estraniati e vivono a condizione
dell"esilio mi !anno personalmente dubitare dell"entit#, del valore e dell"euit# del prezzo da pagare
per le acuisizioni che si accompagnano al transito. :oprattutto se, come accade in uesto libro, si
pretende di parlare del viaggio pensando di poter escludere dall"orizzonte il tema del ritorno, che per
molti del viaggio il !ine segreto, la motivazione pi> struggente.

Biografia
Eric J. Leed ha insegnato :toria nella $lorida -nternational 9niversitB. ;ra i suoi libri: *;erra di
nessuno. Esperienza bellica e identit# personale nella prima guerra mondiale* e *La mente del
viaggiatore. @all"0dissea al turismo globale*, entrambi tradotti dal Dulino .57EF e 57781.

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