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1195
DELLO STESSO AUTORE
Il divano di Istanbul
Federico il Grande
Alessandro Barbero
Alabama
Sellerio editore
Palermo
2021 © Sellerio editore via Enzo ed Elvira Sellerio 50 Palermo
e-mail: info@sellerio.it
www.sellerio.it
Fotografia dall’Archivio Alamy. © Vintage
Images/Alamy Stock Photo.
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
EAN 978-88-389-4209-9
Alabama
1
Il vecchio chiuse gli occhi e tacque. Il cigolio della sedia a dondolo continuò
ancora per qualche istante prima d’interrompersi. La ragazza finì di prendere
un appunto sul quaderno e rimase in aesa; ma il vecchio seguitava a tacere.
Sta’ a vedere che s’è addormentato, pensò; di certo non è abituato a questi
sforzi, scommeo che se ne sta giornate intere senza parlare con nessuno. Dal
tavolo dov’era seduta, non riusciva a guardarlo in faccia, ma vide che il
cappello gli era scivolato sugli occhi e l’ombra della falda lo nascondeva fino
al mento. Da quelle parti i contadini tenevano il cappello ben piantato in
testa anche in casa e in automobile; certo, pensò, è l’ultima cosa che si levano
prima di andare a dormire, e chissà se li seppelliscono col cappello! Magari
dovrei svegliarlo, ragionò innervosita; io non posso mica restare più di due o
tre giorni, e il tempo passa in frea. Lui ha tuo il tempo che vuole, ma io
no! Poi ricordò quanti anni aveva l’uomo, e vide che semmai avrebbe dovuto
essere il contrario; ma in qualche modo sapeva che era proprio così, il vecchio
ormai aveva tuo il tempo che voleva, toccava a lei fargli frea. Proprio in
quel momento riprese il cigolio della sedia, e il vecchio ricominciò a
raccontare, come se non si fosse nemmeno accorto d’essersi interroo. Meno
male, è ripartito, pensò la ragazza. Ma quei negri? Riuscirò a farlo parlare di
quei negri?
2
«Che alla fine la perdevamo, la guerra, non c’era mica nessuno allora
che poteva pensarlo. Noialtri eravamo sicuri di vincerla, come che c’è Dio
su in cielo. Ce lo dicevamo sempre, la sera aorno al fuoco. Mangiavamo
granturco, le pannocchie abbrustolite, e nient’altro: già, proprio così, molte
volte nient’altro. Pannocchie coe alla fiamma, avvolte nelle foglie, che
poi crepitavano e si sbriciolavano, quando le addentavi. Be’, mica sempre,
si capisce. alche volta avevamo anche pancea, e fagioli, e quando il
fumo del lardo frio saliva dalla padella, bisognava vedere i negri come
spalancavano gli occhi, e stavano lì ad annusare, aspeando il loro turno.
Ho sentito dire che c’è qualche religione, una falsa religione, voglio dire, i
mussolini, o come li chiamano, che non mangiano il porco. E nemmeno i
giudei, già che ci penso, mangiano il porco, proprio come dice nella Bibbia.
Ma quelli devono essere mai, perché non c’è niente come il porco, dico
io, soprauo quando hai mangiato granturco per tre giorni di seguito.
Così sedevamo lì, masticando, e ci dicevamo che poi alla fine vincevamo.
Non poteva mica andare a finire diversamente, col vecchio padron Robert
che ci comandava, voglio dire il generale Lee, che Dio l’abbia in gloria; li
facevamo correre, gli yankees, alla fine, questo lo sapevamo tui. E
accidenti, se li abbiamo fai correre! Non eravamo pane per i loro denti,
posso ben dirlo. Prima della baaglia li facevano ubriacare, e allora, si
capisce, pure loro combaevano, e si facevano ammazzare come chiunque
altro; ma con noialtri non ce la facevano. E s’è visto anche allora, nella
foresta di Wilderness, quando abbiamo ribuato nel fiume il vecchio Joe
Hooker; è di quella volta lì che voleva parlare, non è vero? E io me la
ricordo benissimo. el giorno ero lì che me ne tornavo alla mia baracca,
dopo aver comprato le camicie e le mutande del governo, e cercavo di
sbrigarmi, che il cielo s’era già rannuvolato un’altra volta e tirava un’aria
fredda e minacciava pioggia; perché il clima lì in Virginia era fao così, e
m’immagino che sarà rimasto tale e quale anche adesso, e certo son
faccende che anche volendo non ci si può far niente, ma a me non
piacerebbe mica abitare in un posto così; nossignora, io preferisco abitare
in un posto dove quando deve fare caldo, fa caldo, e il sole crepa le zolle e
matura il granturco e il cotone. E mentre me ne andavo col naso per aria e
guardavo quel cielo gonfio di pioggia, per poco non vado a sbaere in Mr.
Sweeney, il famoso suonatore di banjo del generale Stuart; che lo
conoscevano in tuo l’esercito, e quando lui la sera vicino al fuoco
cominciava a toccare le corde e suonava, magari, “Dixie”, o “I vecchi giù a
casa”, o “Dolce Evelina”, pian piano arrivava lì la gente da tuo il campo,
ad ascoltare. E io gli volevo dire, be’, Mr. Sweeney, ancora tanti
complimenti, che ieri sera ci tenevamo tui quanti la pancia dal ridere;
perché la sera prima i ragazzi avevano messo su uno speacolo di
menestrelli, lì al campo; a quel tempo ci piaceva tanto, lo speacolo dei
menestrelli, tui mascherati da negri, e parlavano come i negri, e se ne
facevano dappertuo, nelle cià e anche in campagna, ma adesso non li
fanno più; e Sweeney era salito sulla scena col banjo, a suonare “Old Bob
Ridley”, e con lui c’era tua la famiglia Ridley proprio come nella canzone,
e salivano sulla scena uno dopo l’altro, quando lui li chiamava, e
entravano nel girotondo, tui ragazzi mascherati, colla faccia tinta di
nerofumo; e avevo appena cominciato a raccontargli quanto c’eravamo
divertiti, ma lui non mi lascia parlare e fa, senti, ragazzo, mi dispiace ma
non ho tempo da perdere, e anche tu, se vuoi darmi rea, è meglio che vai
a casa e incominci a preparare la tua roba, perché ho idea che domani ci
meiamo in marcia. E io, se era un altro a darmi una notizia del genere, gli
dicevo ma va’, amico, raccontala a un altro, che ancora non si è visto
neanche un po’ di movimento, di là dal fiume; ma Sweeney doveva
saperlo, che stava sempre col generale Stuart, e così gli dissi, be’, Mr.
Sweeney, se lo dice lei sarà così senz’altro, ma potrei sapere cosa succede?
E lui mi dice, senti, ragazzo, com’è che ti chiami? E io gli faccio, Dick,
signore, mi chiamo Dick, Dick Stanton; e lui mi fa, be’, Dick, mi fa, poco fa
è venuto da noi il vecchio zio Robert in persona, e son rimasti più di
un’ora a discutere, lui e il generale; e poi, mentre padron Bob rimontava a
cavallo il generale Stuart ha deo, dal vecchio Joe Hooker questa non me
l’aspeavo, e padron Bob si è lisciato la barba e ha deo, non dobbiamo
soovalutarla quella gente, generale, ma vedrà che Dio ci aiuterà anche
questa volta; e, Dick, io credo che gli yankees questa volta ci hanno
fregati, e ci hanno fao qualche scherzo che non ce lo aspeavamo;
secondo me, e ricordati quel che ti dico, vedrai che avranno passato il
fiume da qualche parte, su a monte, e presto qui farà molto caldo. E io me
ne ritornai alla mia baracca e più ci pensavo, più mi convincevo che quello
Sweeney aveva ragione, e se davvero gli yankees avevano passato il fiume,
di sicuro stanoe o domaina arrivava l’ordine di meerci in marcia, e
così decisi di cominciare a preparare il sacco; e la prima cosa che mi capitò
in mano fu il mazzo delle carte, che non le avevo più toccate da quella
volta che ero andato a proporre la partita a Philemon White. Io, allora, non
lo sapevo che lui non giocava a carte, e neanche a dadi, e non beveva; non
era della nostra contea, l’ho già deo, era di Escambia, e prima della
guerra chi l’aveva mai visto? Ma quando gli proposi la partita saltò su,
come uno che s’è visto entrare in casa un serpente velenoso, invece che un
mazzo di carte unte e bisunte. Va’ via, mi dice; va’ via con le tue carte; e
anzi senti, fratello, bruciale, rimandale là da dove sono venute, prima che
facciano bruciare anche te. Io, subito, m’ero messo a ridere, perché non ero
mica tanto di chiesa, quand’ero partito per la guerra, con tuo che mio
padre e mia madre mi avevano allevato da cristiano, ed erano vissuti e
morti da buoni baisti, tu’e due; ma quelle parole di quel Philemon
White m’erano rimaste dentro, e quand’ero tornato nella baracca le carte
le avevo lasciate in un angolo, e poi non m’era più capitato di riprenderle
in mano; e adesso, mentre ero lì a preparare il sacco, quel mazzo mi
sembrava sempre di più una tentazione di Satana, e mi pareva addiriura
di vederlo muovere, e aggrovigliarsi proprio come un serpente; il crotalo
fa così, quando raccoglie le forze per saltare, e io l’ho visto spesso, che
dalle nostre parti d’estate ne sbucano fuori tanti; e tu’a un trao mi feci
coraggio, e lo presi con due dita e lo buai nel fuoco davvero, e lì si
torceva e sfrigolava, proprio come fa un serpente quando lo bui nel
fuoco. Ed ero tuo sudato e mi tremavano le mani, e mi venne in mente di
andare un po’ in cappella a pregare, anche se quell’abitudine non ce
l’avevo mai avuta; e noi lì al campo avevamo una cappella che la domenica
ci entrava tuo il reggimento, a sentir predicare il nostro cappellano, il
reverendo Witherspoon, e chi non trovava posto si arrampicava anche sul
teo, e i negri se ne stavano sulla porta, e poi chissà come riuscivano
sempre a entrare, e si affollavano negli ultimi banchi. Perché il dr.
Witherspoon era un uomo di Dio se mai ne ho conosciuto uno, niente a
che fare col vecchio Ebenezer Byrd che predicava qui da noi a Magnolia
nella chiesa metodista; e quando aveva cercato dei volontari per fabbricare
la cappella, anche qualcuno che non era mai entrato in chiesa in vita sua
s’era rimboccato le maniche, e se n’erano andati a tagliar tronchi nella
foresta, e prima di sera la cappella era già tirata su. Be’, per farla breve,
quel giorno smisi di preparare il sacco e me ne andai alla cappella, e
c’erano lì parecchi uomini inginocchiati a pregare il Signore, ognuno per
conto suo, che non si sentiva una parola; e mentre me ne stavo lì, con una
gran voglia di fare come loro, ecco che entra nella cappella il reverendo
Witherspoon, e viene drio da me, e mi stende la mano e fa, be’, Dick,
sono contento di vederti qui. Be’, signore, dico, io qui ci vengo come
chiunque altro, dico. E lui mi squadra ben bene, accarezzandosi la barba, e
poi dice, stammi a sentire, Dick, dice, io lo so che tu sei un buon cristiano
come chiunque altro, e qui siamo tui buoni cristiani, bravi ragazzi e bravi
padri di famiglia, ognuno come il Signore ha voluto; ma tu non ti sei
ancora arruolato per davvero soo la bandiera della Croce. Come, dico io,
facendo finta di non capire, mi sono arruolato eccome, la prima volta per
un anno, e la seconda volta per tre anni, o per la guerra; e volevo anche
dire che combaevo eccome soo la bandiera della Croce, perché sulla
nostra bandiera di guerra c’era proprio la croce, e io soo quella bandiera
lì ne avevo già morse di cartucce; ma allora Dio ha cominciato a parlarmi,
e ho capito che quel che stavo per dire era una bestemmia e una profanità,
anche se con questo non voglio portare offesa alla vecchia bandiera,
nossignora; ma mi è mancato il coraggio, e il reverendo Witherspoon se
n’è accorto. Dick, ha deo, Dick Stanton, non è di quell’arruolamento che
ti parla il Signore, e non di quella bandiera; tu ora sei perplesso, e non vuoi
ascoltare il tuo cuore, ma se vorrai trovare conforto e incoraggiamento,
ascolta la benedea parola di Dio. Di’ un po’, ce l’hai una Bibbia nel tuo
sacco? E io mica ce l’avevo, e ringrazio il Signore di avermi risparmiato la
vergogna di qualcun altro, che partendo da casa, le sante mani di una
mamma o di una moglie cristiana gliel’avevano messa nello zaino, ma poi
alla prima marcia l’aveva buata via; e a dire le cose come stanno, bisogna
aver marciato nella polvere su quelle strade della Virginia, per capire cosa
voleva dire portarsi un peso in più nello zaino, e insomma è un fao che
dopo aver buato via padelle e cartuccere, e pistole e coltelli e cappoi e
borracce per marciare più leggeri, tui quanti alla fine avevano buato via
anche le loro Bibbie. Ma io non ce l’avevo per niente, la Bibbia, perché
prima di partire non ero mica tanto religioso; e il dr. Witherspoon
continua: ma tu, Dick, ci credi nella potenza di Dio? E io gli dico, sul mio
onore, signore, sono nato da un padre e una madre cristiani, credo; solo
che non sono tanto di chiesa, ecco tuo. E il dr. Witherspoon mi prende
per un braccio, e mi mostra la cappella, con tue quelle persone
inginocchiate lì nell’ombra a pregare; e mi fa: guarda un po’ lì, Dick, i tuoi
fratelli cristiani: quelli son tui fratelli che come te s’erano smarriti, e ora
hanno ritrovato il Signore, e hanno voluto diventare membri della nostra
chiesa; e i loro nomi sono tui scrii nel libro, e credimi, il Signore quel
libro si ricorderà anche lui di leggerlo, al momento buono. E, Dick, pensa
che consolazione sarà a casa tua, se potrò scrivere a quella brava gente,
laggiù, che pensa a te giorno e noe, se potrò scrivergli che Dick Stanton è
diventato un vero cristiano, e s’è arruolato soo la bandiera della Croce. E
siccome non dicevo niente, il dr. Witherspoon mi fa, be’, Dick, non voglio
mica che ti decidi adesso, e ora credo che per me è meglio andare, perché
ero entrato qui solo per parlare un momentino col Signore, ma invece ho
parlato con te, e credo che il Signore non sarà dispiaciuto che l’ho fao
aspeare; ma ora devo andare, che i ragazzi mi aspeano, e abbiamo la
classe di aritmetica; ed era proprio vero, perché al dr. Witherspoon non gli
pareva mai di darsi da fare abbastanza, e per tuo l’inverno aveva
insegnato aritmetica a due o tre classi, e a quelli che ce la facevano gli
insegnava il francese, e se qualcuno ne aveva bisogno gli insegnava pure a
leggere e scrivere; che anche Joe McLaughlin aveva parlato di andarci, ma
poi gli dissero che il dr. Witherspoon insegnava a leggere anche ai negri, e
allora Joe McLaughlin disse che lui era troppo vecchio per imparare a
leggere, e se ne andò scrollando le spalle; e non era mica vero che il dr.
Witherspoon insegnava ai negri, ma l’aveva inventato per scherzo Nick
Freeling, e Joe McLaughlin ci aveva creduto. Be’, comunque, lui se ne stava
già andando, e io dico, sono contento che ho parlato con lei, signore, e lui
mi dice, Dick, sono contento anch’io, e, Dick, aspea un po’ qua, che torno
subito, e se ne va nella stanza dietro la chiesa, dove teneva i suoi libri, e lì
c’erano già i ragazzi che lo aspeavano per la lezione di aritmetica; e
subito torna e mi dà un libro, e io prima ancora di aprirlo vedo che è una
Bibbia, ma stampata mica tanto bene, e la carta non so con che cosa
l’avevano fabbricata, e non poteva costare più di venti centesimi; e il dr.
Witherspoon ne aveva già regalate tante, e durante le marce si vedevano
tue aperte e sfasciate in mezzo alla strada, con i fogli che volavano, e
qualcuno si sforzava di non pestarli, ma tanti altri mica ci badavano, e
qualcun altro si fermava a raccoglierli e vedere cos’era, credendo che
magari era uno di quei romanzi da due soldi, e poi quando vedevano che
era una Bibbia la buavano via un’altra volta, che c’è da vergognarsi a
ricordarlo; e Mr. Witherspoon mi fa, piglia qua, Dick, leggi la parola del
Signore, e aprigli il tuo cuore, se lo sentirai bussare. E quella Bibbia, be’, mi
piacerebbe poter dire che l’ho sempre tenuta con me, ma sarebbe una bella
bugia, perché poi l’ho perduta nel ’64, proprio lì nella foresta di
Wilderness, che per poco non mi ammazzavano, quella volta, e quando
siamo venuti fuori ciascuno aveva ancora a mala pena il fucile e il
cappello, e molti, che avevano corso per la pelle, nemmeno quelli; e poi
quella Bibbia, m’immagino, sarà bruciata insieme a tua la foresta, che fu
un bel falò di legna verde, e bruciarono gli alberi e i rovi e tui quanti i
feriti che non fecero in tempo a trascinarsi via sui gomiti e le ginocchia,
che poi il vento portava una gran puzza di carne bruciata, come quando si
spennano i polli sulla fiamma; e bruciarono nell’incendio tui quelli che
erano morti in quei tre giorni, e anche i cadaveri che avevamo seppellito lì
l’anno prima; perché la baaglia contro il vecchio Joe Hooker s’era
combauta in quello stesso posto, nella foresta di Wilderness, e anche
quella volta c’erano stati tanti di quei morti che non c’era mica il tempo di
seppellirli come si deve, soprauo gli yankees: una palata di terra e via,
che poi chi passava di lì raccontava che c’era da svenire per la puzza.
Perché gli yankees da morti puzzavano più dei nostri, e questa è una verità
sacrosanta, e guastavano la terra dov’erano sepolti; ed è un peccato,
perché altrimenti restava concimata per bene quella terra della Virginia,
che è una terra scadente, mica grassa come la nostra, e i contadini di
laggiù almeno ci guadagnavano qualcosa; ma un giorno il padrone di una
faoria, proprio lì da quelle parti, mi disse che il corpo di un solo yankee
basta ad avvelenare un acro di terra, mentre le ossa di uno del Sud la
arricchiscono per sempre. E quando lo raccontai a Dave Jones, lui alzò le
spalle e si mise a ridere, e disse, be’, allora dopo questa guerra in Virginia
non resterà nemmeno un acro da coltivare, e d’ora in poi sarà meglio
cercare di ferirli soltanto, gli yankees, invece di ammazzarli. Era uno fao
così, Dave Jones, non capivi mai se parlava sul serio o se scherzava; e
aveva anche quest’altra qualità, che era l’uomo più pigro del mondo, e
credo che se il Signore veniva a trovarlo, lui neanche si scomodava per
salutare. Una volta l’avevano messo di guardia a un mucchio di casse, non
so se di munizioni o d’altra roba, e lui se ne stava lì appoggiato alle casse,
diceva lui, perché si sa che quando si fa la guardia è proibito sedersi; ed
era molto occupato a fumare la pipa e aorcigliarsi i baffi, e il fucile
l’aveva appoggiato a un albero, lì a portata di mano. Be’, ecco che arriva lì
il generale Rodes, e gli dice, a Dave Jones, ehi, che ci fai qui, uomo? Ma
niente, dice Dave Jones, faccio solo la guardia a ’sta roba qui, e mica si
alza, intanto. Lo sa lei chi sono io, signore? gli dice allora il generale
Rodes, con quella sua voce rauca, che faceva fatica a farsi strada araverso
quei gran baffoni neri che gli spiovevano sulla bocca. Be’, fa Dave Jones,
mi pare che quella faccia lì la conosco, ma mica mi ricordo come si
chiama; chi è lei? Io, dice, sono il generale Rodes. E Dave Jones, lui
neanche si alza, se ne sta lì appoggiato al mucchio di casse, allunga la
mano, e gli fa: generale, piacere di conoscerla. Io mi chiamo Jones. E cosa
poteva fare il generale? Si è messo a ridere, e se n’è andato; mica poteva
farlo punire, o che so io, per una roba del genere; che eravamo tui quanti
liberi Americani, e padroni di fare quel che volevamo, anche se c’eravamo
arruolati per difendere la nostra terra dallo straniero».
Dormivano tui, nella calura del pomeriggio; uno dei cani, quello cieco da
un occhio che aveva abbaiato con più rancore contro la ragazza al suo arrivo
quel maino, s’era trascinato fin soo la casa prima di assopirsi, l’altro era
stramazzato in un angolo del cortile, all’ombra d’un carrubo. La negra
doveva essere andata a dormire pure lei, da qualche parte, dopo aver finito di
lavare i piai, perché non si sentiva più sfaccendare in cucina; e perfino i
polli, nelle loro stie, avevano smesso di beccarsi. La ragazza avrebbe
volentieri dormito anche lei; e ancor più volentieri, nel fresco d’una camera
imbiancata, si sarebbe spogliata del vestito, tolta le scarpe e le calze candide,
lavata la faccia dal trucco; ma non era possibile. Il vecchio, adesso, pareva
ben sveglio, e raccontava così spedito che diventava perfino difficile prendere
appunti; solo ogni tanto si fermava per masticare il suo grumo di tabacco, e
sputare un po’ di saliva giallastra, e la ragazza ne approfiava per rimeersi
in pari. Guarda quanto fiato ha, pensava sbalordita; e sì che a guardarlo
sembra che tenga l’anima coi denti. L’inverno precedente lei aveva scrio
agli uffici d’anagrafe di tue le contee dello Stato, sessantasee
raccomandate!; le erano arrivate trentun risposte, e in tue quelle trentuno
contee ce n’erano ancora sedici, di veterani vivi; e prima che lei avesse potuto
organizzare il viaggio e venir lì, ne erano già morti altri tre. Ma dei tredici
superstiti, solo quaro avevano combauto in quella baaglia e in quei
reggimenti; tuo stava a vedere fino a quando sarebbero durati. Certo che il
nostro è uno strano lavoro, si era dea più volte la ragazza. Finché c’erano
chissà quanti testimoni, nessuno si è preoccupato di ricostruire questa storia.
E adesso che non ce ne sono quasi più, a me è venuta l’ansia di scoprire la
verità, e mi importa più di questo che delle notizie che arrivano dal Pacifico…
8
La ragazza era stanca, ora, ma finché il vecchio andava avanti non voleva
certo fermarlo. Arriverà mai a parlarmi di quel che voglio sapere?, pensava
con impazienza. E se non lo farà, cos’è che farò io? Glielo chiederò così, come
se niente fosse? Mi racconti com’è che dopo la baaglia avete ammazzato
quei negri, anche se erano disarmati e imploravano pietà? È così che gli dirò?
E mentre pensava questo, ricordava la faccia lentigginosa del professore,
lassù al college, i suoi occhi sceici nascosti dietro gli occhiali, la pipa spenta
posata sul tavolo, lo studio foderato di legno; e fuori dalla finestra gotica, i
prati verdi, a perdita d’occhio. Bene, le aveva deo col suo antipatico accento,
molto bene. Se davvero questi uomini erano in servizio in quei reggimenti,
alla data che sappiamo, è probabile che almeno qualcuno di loro abbia
partecipato al massacro. È stata molto brava a trovarne ancora qualcuno in
vita, e fortunata, anche; che siano ancora vivi, dico. Ma sappia che non gliene
parleranno. Lei crede che si vergognino?, aveva mormorato la ragazza. Ma il
professore scosse la testa. Oh no, disse. Non credo affao che si vergognino.
Credo che se ne siano dimenticati.
9
«Padron John, a quel tempo, era già invecchiato; ora che siamo partiti
da casa non aveva nemmeno un pelo bianco, e adesso invece gli era
cresciuta una gran barba striata, e non cavalcava più così allegramente
come prima, dopo che una palla gli era entrata nel piede a Malvern Hill.
Ma con tuo che s’era incurvato, e aveva perso i capelli, e non portava più
la spada, che quando era partito per la guerra il suo vicino, il vecchio
colonnello Semmes, gli aveva allacciato la spada che lui aveva portato a
Buena Vista e a Molino del Rey, ma quella spada, poi, non so come s’era
roa, e il colonnello Rogers non se n’era mai procurata un’altra; anche
così, dico, senza la spada e con pochi capelli e la barba imbiancata, era
sempre il Mr. Rogers di una volta, che aveva reclutato l’intero reggimento,
si può dire, o almeno tre compagnie, perché di tuo il reggimento le
compagnie A, B e C erano tui ragazzi della nostra contea di Marengo, e lì
la parola di padron John valeva oro. E anch’io avevo deciso di arruolarmi
dopo aver parlato con lui; e mi ricordo ancora la prima volta che me ne
accennò, che era febbraio, e dappertuo si bruciavano le stoppie nei campi
di cotone, e il vento portava fin nelle case l’odore del fumo, e io cavalcai
fino alla casa di Mr. Rogers, che era a dodici miglia da Magnolia, sulla
strada di Linden, per chiedere se mi vendeva a credito qualche carro del
guano che lui faceva venire da Mobile, ed era la prima volta che ci andavo
da solo, che fino all’anno prima c’ero andato con mio padre, e padron John
era nel cortile di casa, e discuteva con Mr. Slick, il suo sorvegliante, e
tu’intorno si levava il fumo dai suoi campi, e l’odore delle stoppie e
dell’erba bruciata era così forte da far lacrimare gli occhi; e io scesi da
cavallo e lasciai le redini al negro che era subito corso lì e mi tolsi il
cappello, e padron John mi disse, salve, Dick, tu sei Dick Stanton, vero? E
io gli dissi, sissignore, e lui disse, be’, Dick, ho sentito di tuo padre, e mi
dispiace, e spero che saremo sempre buoni vicini, io e te, come siamo stati
con tuo padre, e io gli dissi, sissignore, e se poteva vendermi a credito due
o tre carri del suo guano, per concimare i miei campi, che le spese per la
malaia e il funerale erano state forti, e non mi restavano mica tanti
quarini in banca, e se potevo preferivo non spendere tuo quanto, che
non si sa mai che cosa può succedere; e lui mi disse, si capisce, Dick, ho
sempre fao così con tuo padre e farò così anche con te, e come interesse
mi darai lo stesso che ti dà a te la banca, e saremo pari; ma, Dick, disse, di
gente ne hai abbastanza? E io gli dissi, sissignore, credo di sì, signore; ho
due negri, e mio fratello Tom è già capace di lavorare, e non abbiamo mica
poi tanta terra da arare, e di braccia ce n’è abbastanza, credo. E Mr. Rogers
mi disse, bene, Dick, fammi sempre sapere se ti serve qualcosa; e se non
troverai me, parla con Mr. Slick, qui; che io ora devo tornare a
Montgomery, al Congresso; che là si stanno discutendo grandi cose, e ora
che ci penso, Dick, credo che presto tui i ragazzi che hanno le braccia
robuste e un po’ di fegato saranno chiamati a difendere l’onore e la libertà
del loro paese, e credo che la contea di Marengo non sarà seconda a
nessun’altra dello Stato, e gli faremo vedere che gente siamo noialtri; e,
Dick, credo che gli yankees ci lasceranno il tempo giusto per l’aratura, ma
poi bisognerà partire, e cominciate pure a parlarne tu e tuo fratello, se uno
di voi due vorrà venire con noi, e tuo padre sarebbe stato il primo a
imbracciare il fucile per difendere la sua casa e la sua famiglia, e per il
lavoro non ti preoccupare, perché Mr. Slick, qui, ha l’ordine di mandare un
paio di negri ad aiutare tui quei vicini che ne avranno bisogno, quando
comincerà la pulitura del cotone; e in verità posso dire che padron John fu
di parola, perché mio fratello durante tua la guerra mi scrisse sempre che
il lavoro andava bene, e per la pulitura e il raccolto ebbe sempre una negra
di Mr. Rogers a lavorare con lui e con i nostri due negri, che poi ne rimase
uno solo, perché Bull si ammalò e morì, e doveero lasciar perdere il
campo grande dietro la legnaia, che tanto ormai non avevano più
nemmeno il guano importato da Mobile e solo col concime delle bestie
non ce n’era più abbastanza per lavorare tui i campi; ma quella negra
rimase e Tom mi disse sempre, dopo, che lavorava come un uomo e anche
di più, e a guerra finita quando ormai era libera decise lei stessa di
rimanere lì con noi, che non c’era rimasto nessun altro, e quando la vidi io
tornando dalla guerra la fatica e la fame l’avevano sciupata, ma Tom
diceva che prima era un gran bel pezzo di femmina, e non stento a
credergli, e insomma quanto a questo poteva benissimo andargli peggio, a
mio fratello, dico io. E a Mr. Rogers gli dissi, be’, padron John, dissi, se gli
yankees verranno, troveranno pane per i loro denti, e lo prenderemo
eccome il fucile; e lui disse, bene, Dick, perché lo sai che se verranno qui,
si porteranno via i nostri negri, e allora per questo paese sarà la fine, che
non ci sarà più nessuno a lavorare la terra, ma Dick, disse, non li
lasceremo fare a modo loro in casa nostra, eh? E io dissi, nossignore, che
in casa mia comando io, e non ci voglio nessuno yankee per dirmi che
cosa devo fare, e nessun governo a meermi i bastoni fra le ruote e nessun
politicante a strillare nel mio cortile, che non è ancora nato l’uomo che mi
darà gli ordini in casa mia, ora che mio padre è morto; e Mr. Rogers disse,
be’, Dick, voialtri Stanton siete di buona razza, mi pare, e io dissi,
sissignore, e anche tui gli altri qui al paese, tui i bianchi qui, tui di
buona razza, come i nostri nonni che hanno cacciato via gli Inglesi, e tui
uguali e capaci di guardare in faccia a chiunque. E così me ne tornai a casa
e Mr. Rogers mi mandò tre carri di guano già la seimana dopo, e a quel
tempo non aveva la barba, ma soltanto un paio di baffi neri come la pece,
che solo due anni dopo c’era da stupirsi a pensare che quello lì era lo
stesso uomo; e ora lui stava arringando il reggimento e ci raccontò che gli
yankees avevano veramente passato il Rappahannock, e perciò bisognava
correre il più in frea possibile per aaccarli alle spalle, e nessuno doveva
restare indietro se volevamo dargliele sode, e questo, ragazzi, disse, me
l’ha deo il generale Jackson in persona!, e quando ci meemmo a gridare
urrà si tolse il cappello e lo sventolò, e poi passò lungo la nostra fila e si
fermò davanti a ogni compagnia e disse qualcosa a tui i capitani, e al
capitano Pollock disse, be’, Fred, ci siamo un’altra volta, eh?, e subito dopo
di noi c’era schierata la compagnia del capitano Creevey, e padron John gli
disse, be’, signor Creevey, l’ha già deo ai suoi uomini che stavolta non si
traa più di fare a palle di neve?, e poi rise come per far credere che aveva
scherzato, e andò oltre, ma io ero abbastanza vicino per capire che non era
così; perché allora era passata solo qualche seimana dalla grande
nevicata d’aprile, che era venuta giù quando proprio nessuno se
l’aspeava, e vicino a noi al campo c’era acquartierato il 5° Texas, e di
quelli ce n’era sempre qualcuno nascosto dietro la palizzata, e appena
passava di lì uno di un altro reggimento, volavano le palle di neve, ma
qualcuna anche con le pietre dentro; e il capitano Creevey, quando una
palla gli portò via il cappello, e un altro che era lì con lui si prese una palla
in faccia, che poi perdeva sangue dalla bocca, e dovee farsi cavare due
denti che s’erano roi; il capitano Creevey, dico, non si mise mica a
strillare e minacciare come facevano certi altri, ma andò di corsa a
chiamare i ragazzi della sua compagnia, e parecchi altri del reggimento ci
si misero pure loro, e insieme aaccarono la palizzata coi tamburi che
baevano la carica e la bandiera spiegata, e cacciarono via di lì i texani a
palle di neve, e per poco non li affogavano nella neve, e quando poi
tornarono alle baracche erano fradici fino alle mutande, e si portavano
dietro una dozzina di prigionieri, e non li rilasciarono finché non arrivò lì
il colonnello dei texani con un bariloo di whiskey per pagare il riscao; e
perciò padron John aveva parlato col tono di uno che scherza, ma io vidi
dalla faccia del capitano Creevey che lui aveva capito benissimo che non
era così per niente; e il fao è che fra padron John e il capitano Creevey
non c’era buon sangue, mai stato, fra quei due, e mio padre diceva sempre
che non c’era abbastanza spazio nella contea di Marengo, per due
piantatori così grossi, e prima o poi, diceva, vedrete che uno dei due
mollerà e se ne andrà da qualche parte oltre il Mississippi, ma poi era
venuta la guerra e il capitano Creevey s’era ritrovato agli ordini di padron
John, e tu’e due avevano sempre fao finta di niente, ma si sapeva che si
tenevano d’occhio; e io stavo guardando il capitano Creevey per vedere se
la mandava giù, questa cosa delle palle di neve, ma proprio allora venne
l’ordine di incolonnarsi sulla strada in fila per quaro, e il sergente
Winthrop disse, be’, ragazzi, lo avete sentito quel che ha deo il
colonnello, e che stavolta non deve restare indietro nessuno, e l’ha
comandato il generale Jackson in persona, e perciò voglio vedervi
marciare senza tante storie, e io starò dietro alla colonna e se a qualcuno
gli viene in mente di fermarsi a fare una fumatina, be’, peggio per lui. E il
sergente, allora, mica lo sapeva, ma c’era lì qualcuno che gli era già venuto
in mente ben altro che farsi una fumatina; perché prima di meerci in
marcia lui fece l’appello della compagnia, e uno dopo l’altro tui quanti
rispondevano, presente!, e quando disse, Ned Higgins, nessuno rispose, e
allora il sergente Winthrop ripeté, Ned Higgins, e tui si guardavano
intorno, e a farla breve Ned Higgins se l’era svignata, che già la sera prima
nessuno l’aveva più visto, e non si sapeva dove aveva dormito; e più tardi
Ted Hopper disse che lui l’aveva sempre saputo che quel Ned Higgins era
un poco di buono, e Greg Hurlbut, che era appena arrivato al campo pure
lui e aveva fao il viaggio da casa insieme a Ned Higgins solo qualche
seimana prima, disse che non era vero niente, e che Ned Higgins era un
gran bravo ragazzo; ma quel Greg Hurlbut era solo un ragazzino, e si vide
poi da come si fece ammazzare quel pomeriggio, ed è un fao che Ned
Higgins non lo vide più nessuno di noi, finché la guerra finì e chi poteva
tornò a casa, e lui era là a casa sua, a Nanafalia, e lavorava nella forgia con
suo padre il maniscalco, e ferravano i muli degli yankees che erano
acquartierati lì, e ce n’era mezzo reggimento, lì a Nanafalia, e ci rimasero
due anni; e suo padre diceva che Ned aveva fao proprio bene a disertare
e tornarsene a casa, che già lui in quella guerra non ci credeva, e non
aveva voluto partire quando tui gli altri partivano, e solo quando
l’avevano arruolato per forza era partito, ma loro lì in famiglia avevano già
deciso che Ned alla prima occasione doveva tagliare la corda e tornarsene
a casa, e così aveva fao; e bisognava sentire il fabbro Higgins come si
gonfiava a raccontare questa storia, soprauo quando c’era lì in boega
qualche soufficiale yankee o magari un ufficiale, e lui, si sa, tirava a
buarsi in politica, ma poi gli andò buca, che tue le cariche allora lì da
noi se le prendevano i negri, e gli yankees li portavano a votare tui
quanti intruppati con i soldati intorno e le baionee inastate, e quando poi
i soldati se ne tornarono al loro paese e le cose ricominciarono a andare
come dovevano, e di negri a votare non se ne videro più, be’, al maniscalco
Higgins gli era già preso un accidente, che lo trovarono morto lì
nell’officina con gli occhi spalancati e la lingua di fuori; che secondo
qualcuno il diavolo era venuto a prenderselo, e lui l’aveva visto venire e
per questo s’era barricato a quel modo nell’officina, con la porta sbarrata
che poi si dovee sfondarla per entrare, ma la morte secca l’aveva preso lo
stesso, e così le aveva pagate tue. Ma prima, quando c’erano ancora gli
yankees acquartierati a Nanafalia, capitò che venne lì in boega Ted
Hopper a ferrare il suo mulo, che il nostro maniscalco di Magnolia era
stato arruolato pure lui dall’ufficio di leva nel ’64, ma lui non era mica
scappato, anzi ci aveva lasciato la pelle a Five Forks, a quel che dicevano, e
la boega non aveva ancora riaperto, che non s’era trovato nessuno per
farlo, fra quei quaro disgraziati che eravamo rimasti allora lì a Magnolia,
e neanche a Hampden o a Shiloh c’era un maniscalco, e chi aveva bisogno
di ferrare una bestia doveva andare fino a Nanafalia, che sono venti miglia
e si può immaginare a quel tempo che strada ci poteva essere; e Ted
Hopper, lui, sentendo il maniscalco Higgins che si vantava di suo figlio, e
quant’era stato in gamba a piantare in asso l’esercito e la maledea guerra
e tornarsene a casa tuo intero, e Ted Hopper ci aveva lasciato tre dita,
invece, be’, sentendo come si vantava gli venne il sangue alla testa e
voleva ammazzarlo con il suo stesso martello, che per fortuna c’erano lì
due yankees che lo tennero, e il giudice voleva mandarlo ai lavori forzati
per questo, e non so ancora adesso come fece a cavarsela. Ma a Ned
Higgins, per quel che ne so, nessuno gli disse nulla, che lui non si vantava
mica come suo padre, anzi di quella faccenda lì non ne parlava volentieri, e
del resto nell’ultimo anno di guerra ce n’erano stati ben altri che a conti
fai avevano pensato di fare come lui, e se n’erano tornati a casa senza
chiedere il permesso a nessuno, anche nella nostra compagnia, come Jack
Ripley, per esempio, e Bill Scallop; e nessuno ormai aveva più voglia di
dirgli niente, anzi, a ripensarci, sembrava quasi che avevano fao bene per
davvero a disertare, e le loro famiglie avevano più bisogno di loro lì a casa,
per raccogliere il granturco, che di altra roba da mangiare non ce n’era; ma
al tempo di cui parlo, invece, non ci avevamo ancora fao l’abitudine, e
nella nostra compagnia, poi, Ned Higgins fu il primo che se la svignò a
quel modo; ecceo, si capisce, “Black Bill” Olan».
«“Black Bill” Olan se l’era svignata nel cuore dell’inverno, subito dopo
la baaglia di Fredericks-burg; e lui voleva far credere che era finito
prigioniero, come tanti altri che di loro non si sapeva più niente, ma
invece lo arrestarono la seimana dopo in Georgia, perché aveva rubato
un mulo e ammazzato un negro per soprammercato, che il negro non
voleva lasciargli rubare il mulo; e lui, “Black Bill” voglio dire, in una
seimana era già arrivato ad Augusta, in Georgia, e non si sa come aveva
fao così in frea, e chi dice che voleva tornare a casa, e chi invece che
voleva scendere fino a Savannah per imbarcarsi, ma invece lo arrestarono
e gli trovarono addosso le carte che dimostravano che era scappato, e così
lo impiccarono per disertore e in più assassino e ladro di bestiame, e
scrissero al colonnello Rogers e lui fece leggere la sentenza davanti a tuo
il reggimento, che fu un disonore per tua la nostra compagnia. Ma molti
dissero che c’era da aspearselo, e “Black Bill” s’era dimostrato anche
all’ultimo quel poco di buono che tui conoscevano, anche se dopo che
s’era portato volontario, e fra i primi lì a Magnolia!, qualcuno di quelli che
se ne stavano a masticar tabacco seduti sugli scalini dell’emporio aveva
deo che forse, chissà, anche in un tipo così qualcosa di buono alla fin fine
c’era; ma poi bastava starlo a sentire, quell’inverno, vicino al fuoco,
quando lui si graava sdraiato sulla branda, perché ci aveva la scabbia,
“Black Bill”, ma non come tanti che se l’erano presa al campo, e io pure me
l’ero presa poco tempo prima e ne era andato di petrolio per ripulirmi, ma
lui se l’era portata da casa, e anzi Nat Falwell diceva che era stato proprio
lui a impestare tua quanta la baracca; be’, come dico, lui se ne stava
sdraiato tuo il giorno a graarsi a sangue, e brontolava che da quella
guerra non ne poteva venir fuori niente di buono, e che somaro era stato
ad arruolarsi, e tuo perché aveva bevuto, diceva, ma un’altra volta non
mi beccano più; e un giorno o l’altro, diceva, lo vedranno di che cosa è
capace “Black Bill” Olan. E a forza di far la fame come tui noi gli s’era
scavata la faccia, e quel suo naso a becco sporgeva più di prima, e tui
dicevano che era proprio vero quel che si raccontava al paese, che al
tempo in cui gli indiani Creek si aggiravano ancora dalle nostre parti, uno
dei vecchi Olan s’era preso in casa un’indiana, e così un buon quarto di
sangue Creek ce l’aveva ancora nelle vene, “Black Bill”, e per questo aveva
la pelle così scura; e qualcuno invece diceva che lì ci doveva essere un bel
po’ di sangue negro, ma questo nessuno lo diceva a voce alta e con troppa
gente in giro a sentire, perché lui era uno svelto di coltello, e non ci
pensava due volte ad aspeare uno sulla strada, nel buio, e fargli la pelle.
Ma comunque lo impiccarono, là ad Augusta, in Georgia; e quel maino,
mentre marciavamo nella foresta, e parlavamo di quel Ned Higgins e di
come se l’era filata lasciandoci lì, qualcuno si ricordò anche di “Black Bill”,
e di come era andato a finir male, e Dave Jones disse, ehi, Dick, ma non è
proprio lì ad Augusta, in Georgia, che abbiamo visto quel manifesto, e
quelle ragazze, eh? E io ci pensai un po’ e poi gli dissi, be’, Dave, mi pare
che non era Augusta, era Mariea, e lui sputò e disse, sarà anche così; e
voleva dire ancora qualcosa, ma proprio allora abbiamo cominciato a
sentire quelli davanti a noi che vociavano, e andando avanti si è capito che
gridavano tui, ehi, come va, Jim?, e c’era lì ferma a un crocevia una
baeria di cannoni che arrivava da un’altra strada, e voleva entrare sulla
nostra, ma la fanteria che passava di lì era tanta che non c’era modo di
araversare, e gli ufficiali della baeria s’erano stancati di bestemmiare e
agitare il frustino, e se ne stavano lì a fumare con i loro berrei rossi tirati
sulla fronte e le braccia incrociate; e qualcuno che era passato lì prima di
noi aveva riconosciuto uno degli artiglieri, e m’immagino che era un suo
vicino o uno del suo paese, e passando gli aveva deo, ehi, come va, Jim?,
e quelli che venivano dopo, anche se non lo conoscevano, così per ridere
avevano ripetuto, ehi, come va, Jim?, e tui quelli che arrivavano lo
sentivano e lo ripetevano anche loro, ed era mezz’ora che davanti a quegli
artiglieri passava la fanteria e tui quelli che passavano ripetevano, ehi,
come va, Jim?; e anche noi passando lì davanti abbiamo agitato i cappelli
verso gli artiglieri e abbiamo gridato, ehi, come va, Jim?, e tui quanti
ridevano come mai, tranne gli artiglieri, si capisce. E poi uno dei ragazzi
si è messo a ragliare come un somaro, e qualcun altro ha risposto
ragliando ancora più forte, ma alla fine lo scherzo non è riuscito, perché
non c’era più Rufus Byrd a ragliare alla sua maniera; ed era lui che l’aveva
inventato, quello scherzo, una volta che stavamo marciando su non so
quale strada polverosa, e a lui gli saltò in mente di meersi a ragliare, così
per ridere, e a sentir ragliare a quel modo pareva di avere lì in mezzo a noi
un asino vero, e poi qualcun altro pensò di rispondergli, e alla fine ragliava
tuo il reggimento, e tui quanti ridevamo a crepapelle. E poi ecco che a
qualcun altro viene voglia di abbaiare come un cane, e subito tui quei
somari si trasformano in tanti bastardi, e il reggimento abbaiava come un
canile, e altri cani abbaiavano in risposta da tue le faorie dei dintorni;
ed eravamo tui lì ad abbaiare, quand’ecco che arriva proprio in mezzo a
noi il reverendo Witherspoon, e tui quanti mortificati smeiamo di
abbaiare, e il dr. Witherspoon dice, bene, uomini, cominciavo a
preoccuparmi, che dal gran ragliare che sentivo, avrei deo che stavate
rubando tui gli asini della Virginia; ma poi ho sentito abbaiare, e ho
capito che i contadini qui vi avevano aizzato contro i cani, e mi sono
tranquillizzato. E io dissi a Rufus Byrd, me l’ero dimenticato com’eri in
gamba a ragliare, gli dissi, ai tempi della scuola domenicale; perché
eravamo coscrii, io e Rufus Byrd, e alla scuola domenicale c’eravamo
andati insieme, e il maestro era il vecchio Ebenezer Byrd, il padre di Rufus,
e quando lui picchiava sulle mani col righello quelli che non avevano
imparato la lezione, noialtri eravamo sempre quelli che le prendevano più
sode, Rufus perché era suo figlio, e il vecchio Ebenezer Byrd era un uomo
giusto, e diceva che suo figlio non doveva mica essere risparmiato solo per
la fortuna che aveva d’essere suo figlio, e io perché il vecchio ce l’aveva
con la mia famiglia, che noi non eravamo metodisti, e non andavamo mai
a sentirlo predicare, e allora la faceva pagare a me; e Rufus Byrd, be’,
bisogna dire che lui di studiare non ne aveva mica tanta voglia, non più di
me, comunque, e imparare a memoria tui quei versei era più di quel che
ci si poteva aspeare da lui, e a forza di sentirsi dire da suo padre che era
un asino, s’era messo d’impegno e aveva imparato a ragliare come un
asino vero, e quando il vecchio non era abbastanza vicino per sentirlo lui
faceva sempre ridere tui quanti i ragazzi ragliando a quel modo. esto
Ebenezer Byrd, deve sapere che lui era un uomo pieno di religione, più di
tui gli altri nostri vicini, e ogni giorno pregava in casa sua con i suoi figli
e i suoi negri, e cantavano così forte che si sentivano le loro voci fin dal
nostro cortile, perché tue le loro devozioni cominciavano sempre
cantando qualche inno, e pregavano due volte al giorno, una preghiera al
maino e una alla sera, ma al maino però tagliavano corto, perché c’era
da andare a lavorare, e il vecchio Ebenezer Byrd era uno che li sapeva far
lavorare, i suoi negri, e pure lui non aveva paura di sputarsi sulle mani e
faticare insieme a loro; e mi ricordo una sera d’estate, che ero andato a
pesca negli stagni, e potevo avere dieci anni, e avevo preso un pesce-gao
così grosso che riuscivo appena a trasportarlo, e per tornare a casa avevo
preso una scorciatoia e stavo risalendo il fossato lungo uno dei suoi campi,
e il vecchio Ebenezer Byrd era lì con i suoi negri ad ammucchiare il fieno,
e arrivò nel campo una negra con una caldaia di pappa d’avena, e tui si
fermarono a mangiare, aingendo dalla caldaia con i cucchiai e qualcuno
perfino con le mani, e il vecchio Ebenezer Byrd mangiava con loro e
controllava l’orologio e poi alzava gli occhi a guardare il cielo, che s’era
fao nero e gonfio e minacciava temporale, e io posso dirlo perché me ne
stavo lì nel fossato e li spiavo, e pensavo che il vecchio dava un sacco da
mangiare ai suoi negri, come nessun altro lì intorno, ma di tempo per
mangiare però gliene lasciava poco, perché anche se ormai era quasi buio
non li lasciò mangiare più di cinque minuti, e poi si rimisero tui quanti a
lavorare, per meere il fieno al sicuro prima del temporale; per questo
dico che la preghiera del maino, lì da loro, non durava mica tanto, perché
il vecchio Ebenezer Byrd era impaziente di mandare i suoi negri nei campi,
ma quando poi alla sera erano tornati tui quanti a casa e avevano
mangiato, be’, allora la preghiera non finiva più, ed erano capaci di andare
avanti fino a noe fonda, a lume di candela o magari anche senza lume,
per risparmiare; e mio padre raccontava che quando Ebenezer Byrd era
venuto ad abitare lì da noi, e questo accadeva prima ancora della mia
nascita, era un uomo povero e non aveva potuto nemmeno comprarsi la
casa in cui abitava, ma l’aveva affiata dal vecchio Mr. Pollock, il padre del
capitano, e con la casa aveva preso in affio due campi di cotone che
erano rimasti incolti per non si sa quanto tempo, vicino agli stagni di
Itawamba, e siccome non aveva neanche un negro, aveva affiato anche
quelli; e a sentire mio padre il vecchio Ebenezer Byrd ai suoi tempi era un
grande domatore di negri, ma uno che sapeva spezzarli sul serio, e con lui
anche il negro più ribelle abbassava subito la cresta, e chi aveva qualche
negro giovane che non voleva rassegnarsi a lavorare, lo affiava molto
volentieri a Ebenezer Byrd, per pochi dollari o magari anche niente del
tuo, solo per vederselo ritornare a casa di lì a un anno, domato e senza
più grilli per la testa, e così Ebenezer Byrd aveva manodopera a buon
mercato per lavorare i suoi campi e i suoi pascoli; perché gli piaceva
allevare il bestiame, e dove il cotone non cresceva era riuscito a far
crescere l’avena, e allevava le vacche e vendeva il suo lae fino a Linden, e
il suo cotone era poco ma buono, e lo compravano certi negozianti di
Mobile; e mio padre raccontava che era venuto il giorno che questo
Ebenezer Byrd aveva messo da parte abbastanza dollari da comprarsi un
negro, ed era andato a cercarlo fino a New Orleans, e quando era tornato
si portava sul carro una negra, e tui quelli che lo incontravano si
graavano la testa e gli dicevano, be’, Mr. Byrd, ma perché una negra,
tanto più che era sposato, non so se mi spiego, e lui rideva e diceva, be’,
diceva, io sono un uomo povero, devo pur cominciare a farmi strada nella
vita, e quelli non capivano, e lui rideva e diceva, ma guardatela un po’, e
allora, raccontava mio padre, la guardavi e ti accorgevi che era una negra
proprio ben piantata, ancora giovane, sì, ma con certi fianchi larghi, e il
vecchio Ebenezer diceva tuo trionfante, mi son comprato una farice, e
vedrete che vitelli mi farà nascere; e davvero, negli anni a venire quella
negra ne mise al mondo non so quanti di bambini, e così il vecchio
Ebenezer Byrd si arricchì, e da quando me lo ricordo io, è sempre stato un
uomo ricco, e aveva comprato la casa e i campi. E morì subito prima della
guerra, per colpa dei giornali, perché da quando il colpo apopleico gli
aveva paralizzato le gambe, aveva preso l’abitudine di leggere i giornali, e
tui i giorni, anche quando c’era da raccogliere il cotone o portare al
riparo il fieno e le braccia non erano mai abbastanza, uno dei suoi negri
doveva correre all’emporio a comprargli il giornale, araversando tuo
Morton Grove all’andata e al ritorno; e si avvicinavano le elezioni, e in
quei primi giorni di novembre faceva così caldo che pareva d’essere ancora
in estate, e le foglie avevano appena cominciato a ingiallire, e il vecchio
Ebenezer Byrd s’era fao portare una sedia soo il portico di casa sua, e
stava lì a sorvegliare l’aratura dei campi davanti alla casa, con una coperta
leggera sulle gambe, e leggeva il giornale fino all’ultima parola, e giurava
che mai e poi mai Mr. Lincoln sarebbe stato eleo alla presidenza, e che gli
eleori americani non potevano essere così stupidi, e tui sapevano che
un uomo del genere non poteva provocare che sciagure, e quando poi
arrivò il giornale con i primi risultati, e si capiva benissimo che Mr.
Lincoln era stato eleo, e tui gli stati del Nord avevano votato per lui, il
vecchio Ebenezer Byrd diventò paonazzo, e voleva alzarsi dalla sedia,
senza ricordarsi che era paralizzato; e cadde giù e qualcuno arrivò di corsa
e lo portarono a leo, e chi lo vide disse che era ancora lucido, ma non
poteva parlare, e quel secondo colpo apopleico gli aveva paralizzato
anche la faccia e le braccia, e stava lì con quei suoi lunghi capelli bianchi
tui sparsi sul cuscino e gli occhi spalancati e terribili, come uno che ha
visto qualcosa che ai vivi non è dato di vedere; e campò così ancora tre
giorni e poi morì, e lo seppellirono nel cimitero nuovo di Magnolia,
davanti alla chiesa metodista. E quel giorno, mentre marciavamo, Dave
Jones tornò vicino a me e mi disse, ma che sei proprio sicuro, Dick, che
quella lì era Mariea, e non Augusta? Perché sai che abbiamo promesso di
ritornarci, dopo la guerra, disse, e mi strizzò l’occhio; e io gli dissi, sta’
sicuro, Dave, che era Mariea, in Georgia; perché il fao è che quel
manifesto era appiccicato al muro di un ufficio di arruolamento, lì a
Mariea, e noialtri c’eravamo fermati lì mezza giornata mentre
viaggiavamo per raggiungere il fronte, la prima estate di guerra, e quel
foglio diceva, che me lo ricordo ancora: Uomini liberi della Georgia! La
guerra dello yankee è scatenata, e la posta sono le nostre donne e le nostre
case. Per eccitare i loro brutali mercenari, gli promeono le nostre terre e
gli dicono che le nostre donne sono belle; ma noi gli dimostreremo che la
bellezza è il premio del coraggio e dell’onore! Già, diceva proprio così, o
be’, insomma, qualcosa del genere, e Dave Jones, dopo aver leo quella
roba, si guardò intorno, e di fronte all’ufficio di arruolamento c’era una
mescita, e dalla porta aperta si sentiva suonare il pianoforte, e sugli scalini
c’era una donna con una gonna abbastanza corta, appoggiata alla
balaustra a guardare in strada, e Dave Jones mi strizzò l’occhio e mi disse,
ehi, Dick, che le nostre donne sono belle lo sappiamo già, ma andiamo un
po’ a vedere come sono quelle della Georgia, eh? E io mi vergognavo, e
quando fui lì soo mi tolsi il cappello e non osai più rimeermelo, e me ne
stavo lì a rigirarmi il cappello fra le mani e guardavo le ginocchia di quella
donna, che quasi si vedevano soo quella gonna corta; ma Dave Jones, lui
dopo la scappellata s’era ripiantato il cappello in testa e aveva subito
aaccato discorso, e le disse, ehi, signora, mi dicono che qui ci sono delle
puledre da affiare, e quanto costa una cavalcata, eh?, e lei rise con quella
sua bocca tua piurata e gli disse, ehi, soldato, se hai preso la paga sta’
sicuro che te la puoi permeere, e perché non entri a prendere un po’ il
fresco, eh?, e in quel momento si affacciò sulla porta una negra, vestita
pure lei come quell’altra, senza neanche un fazzoleo in testa, e l’altra la
chiamò e le disse, ehi, Carrie, guarda qui che soldatini che sono arrivati, e
da dove venite, belli?, e io non sapevo cosa dire ed ero rosso per la
vergogna, e Dave Jones le fa, veniamo da lontano, signora, ma mi dica un
po’, vedo che ci sono anche delle puledre nere, qui, eh?, e lei gli fa, certo,
soldatino, e ai gentiluomini gli piacciono ancora di più di quelle bianche,
che vuoi provare?, e Dave Jones sputò e disse, mah, io non sono mai stato
abbastanza ricco per farmi venire di questi gusti, e intanto si tirava i baffi e
la guardava, più sfacciato che mai, quand’ecco che si sente suonare
l’adunata, ed era il segnale per tui di ritrovarsi alla stazione per salire sui
vagoni, e Dave Jones si levò il cappello e disse, be’, addio signora,
ripasseremo quando sarà finita la guerra. E io ci ripassai davvero da
Mariea, quaro anni dopo, insieme a Ted Bierrot, mentre tornavamo a
casa, ma lì in quella piazza non c’era più nessuno, e la casa dove c’era la
mescita era bruciata fino alle fondamenta, e dell’ufficio di reclutamento
restava soltanto il camino di pietra, e il resto dell’edificio era ridoo in
cenere, e quelle poveracce chissà dov’erano andate a finire. E io dissi, ehi,
Ted, mi sa che anche qua sono passati gli yankees, e guarda un po’ che
rovina, dissi; e se c’è una cosa che mi dispiace, dissi, è che non ne abbiamo
ammazzati ancora di più, di quei bastardi; e Ted disse, be’, Dick, senti qua
cosa ti dico, adesso noi ce ne torniamo tui quanti a casa, tiriamo su due o
tre raccolti, e poi ci riproviamo».
E adesso, però, sono stanco, aggiunse il vecchio. Basta per oggi, mi sembra
che ho già parlato abbastanza. Lei dov’è che dorme? Al motel? Sì, mi hanno
deo che ce n’è uno, a due miglia da qui, dietro gli stagni. Ci si va con
l’automobile, o com’è che le chiamano. Ma io non ci sono mai salito su quei
trabiccoli lì, e fin laggiù non ci sono mai più andato. Me lo ricordo com’era
una volta, che si andava a caccia, da quelle parti, ma ora sarà tuo
cambiato, no? Sì, disse la ragazza con un sorriso tirato, sì, è tuo cambiato,
credo. Poi uscì in cortile, e ritrovò la Ford parcheggiata all’ombra del carrubo;
tu’intorno ronzavano le mosche. La negra la guardava con disapprovazione;
anche lei aveva l’aria di non esser mai salita su una macchina, ed era chiaro
che vedere una ragazza andarsene da sola su quell’affare non le pareva
affao una cosa come Dio comanda. Mentre usciva in retromarcia dal cortile,
con i cani che abbaiavano furiosamente e saltavano intorno alla Ford come
impazziti, lei pensò che un giorno intero era passato; e il vecchio non aveva
parlato di quei negri. Forse, pensò, aveva ragione il professore, se n’è
dimenticato davvero. Poi, però, ricordò quel che aveva leo, quando s’era
preparata a quell’intervista, sui libri di psicologia: che i vecchi possono
dimenticare tuo quel che è accaduto di recente, ma i fai della loro
giovinezza li ricordano come se fossero accaduti ieri; anzi, per loro sono
davvero accaduti ieri, tuo quel che è capitato nel fraempo è come se non ci
fosse mai stato. E d’improvviso ebbe la certezza che il vecchio si ricordava
benissimo di quei negri. Ci sta solo girando intorno, pensò. Domani ci
arriverà.
11
«Bene, quel maino abbiamo marciato un bel po’ nella foresta, su una
strada così caiva che più d’uno ci ha sfondato le scarpe, e anche a me una
suola incominciava a venir via, che non l’avevo inchiodata bene l’ultima
volta. E in un altro momento magari mi fermavo a cercar di rimediare, ma
stavolta non avevo voglia di rimanere indietro, e quando Greg Hurlbut che
era dietro di me mi ha toccato la spalla per avvertirmi e ha deo, ehi, Dick,
guarda un po’ che ti viene via la suola, mi sa che dovrai fermarti a
ricucirla, io gli ho deo, be’, Greg, piuosto continuo a marciare scalzo,
che non sarebbe neanche la prima volta, ma quest’oggi voglio proprio
vedere come va a finire. E mentre dicevo così quelli davanti a noi hanno
passato parola che c’era lì il vecchio Jack, proprio lui in persona; e noi
volevamo già gridare come al solito, tre urrà per Jackson, ma quelli
davanti hanno bisbigliato, non gridate, ragazzi, che siamo già vicini agli
yankees, e non devono sentirci arrivare; e poi ecco, lì accanto alla strada
c’era davvero il vecchio Jack sul suo cavallino, e tui quelli che gli
passavano davanti si toglievano il cappello e lo sventolavano sopra la
testa, e si vedeva che avevano una gran voglia di gridare urrà, ma si
facevano forza e non si lasciavano scappare una parola, e posso ben dire
che era uno strano speacolo; e il vecchio Jack aveva ben calcato in testa
quel suo berreo blu tuo unto e strappato, che lui lo portava da quando
era cominciata la guerra, credo, e la visiera tirata giù sugli occhi, ma
quando gli siamo passati davanti noi, e non c’era un uomo in tua la
compagnia capace di levargli gli occhi di dosso, be’, lui s’è cavato il
berreo in risposta al nostro saluto, e allora non so davvero com’è che non
ci siamo messi a urlare tui quanti. E Greg Hurlbut ha allungato il passo
per venirmi vicino e ha deo, ehi, Dick, ma che cos’era che stava
succhiando il generale, un limone? E io gli ho deo, Greg, sei proprio un
pesce fresco, e si vede che non l’hai mai visto il vecchio Jack, ma noialtri
che lo conosciamo bene possiamo dirti che nessuno l’ha mai visto senza
un limone, anche se dove li va a trovare, questo nessuno lo sa; lo succhia e
lo mastica finché gli rimane giusto la buccia, poi lo bua via e un
momento dopo ne ha già tirato fuori un altro; e Greg Hurlbut è rimasto a
bocca aperta e ha deo, davvero, Dick? E proprio in quel momento ci
siamo fermati, che tui si spintonavano e protestavano a bassa voce e non
sapevano cosa stava succedendo, e poi s’è capito che eravamo arrivati,
perché hanno dato l’ordine di schierarsi in linea di baaglia, e gli ufficiali e
i sergenti correvano avanti e indietro spingendo ciascuno al suo posto, e
così ci siamo allineati in mezzo ai tronchi, e tui quelli che salivano su per
la strada, quando arrivavano lì correvano a meersi in formazione, e posso
dire che c’è voluto un bel po’ per schierare tua la brigata. E poi, quando
eravamo già lì a chiederci cos’è che si stava ancora aspeando, ecco che
arrivano due cassoni traballanti, tirati ciascuno da due muli, con dei negri
che li guidavano, e da quei cassoni hanno cominciato a scaricare casse di
munizioni, e un tale con un’ascia è saltato giù e ha cominciato a farle a
pezzi, e ha distribuito a ciascuno una scatola di cartucce in più, abbastanza
da riempirsi il tascapane; e per caso mi è caduto l’occhio su una di quelle
casse, e c’era stampigliato che erano della fabbrica di Selma, e io ho deo a
Ted Bierrot che era lì, ehi, Ted, gli ho deo, guarda lì, queste arrivano da
casa nostra, e hanno fao lo stesso viaggio che abbiamo fao noialtri, ed è
il miglior regalo che poteva farci la gente giù a casa, eh?, e Ted che dopo
tua quella marcia non era più così di malumore come quel maino
appena sveglio ha subito deo, eh già, e pensa che le avranno fabbricate
proprio quelle ragazze che abbiamo visto là quella volta, proprio loro con
le loro mani, eh? Perché quella volta che eravamo andati a Selma, con Ted
Bierrot e suo padre, a comperare i loro negri, eravamo arrivati in cià
alla sera, e già per la strada si vedevano lontano sopra i pini le ciminiere
che sputavano fumo nero, e poi mentre stavamo legando i cavalli fuori
della locanda erano uscite in strada le operaie della fabbrica di munizioni,
che tornavano a casa dal lavoro, e io e Ted, e anche il vecchio Hank,
eravamo rimasti a bocca aperta, che non avevamo mai visto tante donne
tue insieme, e mai sentito uno schiamazzo simile; ed erano tue quante
in zoccoli e con certi vestitucci di tela, corti, che facevano vedere le calze
nere soo, e sfacciate come nessuna ragazza giù da noi, nemmeno Debbie
Garson; e la maggior parte aveva la faccia gialla e tirata, a forza di lavorare
lì dentro dodici ore al giorno, per sei giorni alla seimana, ma ce n’era
anche qualcuna più fresca, che si vede che era entrata a lavorare in
fabbrica da poco tempo, e non aveva ancora respirato troppo quell’aria
velenosa; e Ted me ne indicò una e mi sussurrò qualcosa all’orecchio, ma
quella se ne accorse, e tue quante si misero a berciare verso di noi, e a
chiamarci cafoni e contadini, e tornatevene alle vostre vacche, e parlavano
così forte e così sboccate che a noialtri non ci restò che riparare dentro la
locanda. E io dissi a Ted, be’, Ted, gli dissi, questa cià è una meraviglia, e
sono molto contento che mi avete portato con voi a vederla, ma io qui non
ci abiterei neanche morto; e Ted rispose che anche lui pensava la stessa
cosa. Ma adesso lui mi disse, ehi, Dick, credo che queste cartucce le
morderò proprio con molto gusto, pensando per che mani sono passate,
eh?, e si mise a ridere. E io gli dissi, ehi, Ted, sai che sono andato a caccia
tua la vita con queste cartucce, e neanche una volta mi è venuta in mente
una cosa simile, e dissi, ehi, Ted, ma com’è che ti vengono in mente queste
cose, e lui disse, questo è niente, Dick, perché i sigari, qui in Virginia, lo
sai come li fabbricano?, e io gli faccio, no che non lo so, e lui fa, be’, sta’ a
sentire cosa mi ha raccontato Tim Benne, che nelle fabbriche di sigari qui
ci lavorano solo donne, e prendono le foglie di tabacco e le arrotolano, e
gli serve qualcosa di morbido per arrotolarle per bene, che altrimenti si
sbriciolano, e loro si tirano su la veste e lì, sopra la calza, dove c’è la pelle
nuda, proprio lì le arrotolano, e io dissi, ma va’, e non lo sai che Tim
Benne crede a tuo quello che gli raccontano, e qualche furbacchione di
virginiano gliel’avrà raccontato per prenderlo in giro, e lui sputò e disse
no, Dick, ti assicuro che è proprio così, ed è per questo che chi ha soldi da
spendere fuma sempre il sigaro, che ci provano gusto proprio pensando a
quello, che altrimenti non so mica che sugo c’è a fumare quella roba, e a
masticare tabacco c’è molto più gusto; e io dissi, ma Ted, dissi, come lo sai
che non sono negre, quelle donne che lavorano ad arrotolare i sigari, e lui
alzò le spalle e disse, ah, tue stupidaggini, le negre lo raccolgono solo il
tabacco, mica sanno lavorarlo, e in fabbrica ci vanno solo le bianche; ed è
vero che lì in Virginia ne avevamo araversati tanti di campi di tabacco,
solo quello a perdita d’occhio, granturco e tabacco, e cotone mica tanto
invece, ma soprauo tabacco, pieni di negri che ci lavoravano, ma è un
lavoro tuo diverso da quello del cotone, e io neanche so da che parte si
comincia, a coltivare il tabacco. E dopo un po’ dissi, ehi Ted, dissi, non è
che anche le cartucce le arrotolano a quel modo, giù alla fabbrica di Selma,
eh, Ted?, e Ted si mise a ridere e disse, magari no, ma già mi basta sapere
che sono passate in quelle mani, e di nuovo io dissi, be’, questa non l’avevo
proprio mai pensata, e sì che ho sparato tua la vita con queste cartucce, e
l’ultima volta che ne ho comprato una scatola c’era proprio quel marchio
della fabbrica di Selma, eppure non m’è venuto in mente niente; e quella
scatola dev’essere ancora a casa da qualche parte, soo la teoia degli
arezzi, e quelle cartucce le starà usando mio fratello, che io la scatola
neanche l’ho aperta, e non sono andato a caccia nemmeno una volta da
quando l’ho comprata. Perché io ero andato all’emporio a comprare del
lardo, che il nostro maiale quell’anno non aveva mica reso molto, e già che
dovevo andare fin lì pensai di comprare anche delle cartucce, che non
avevo mica tempo di sellare il cavallo e cavalcare per quelle tre miglia
nella polvere fino a Magnolia tue le volte che mi saltava in mente, con
tuo il lavoro che c’era da fare giù a casa ora che era morto nostro padre e
io e Tom avevamo dovuto rimboccarci le maniche, e arrivato lì aaccai il
cavallo davanti al portico, dove c’era un sicomoro che buava un po’
d’ombra, e salii gli scalini ed entrai nell’emporio; e lì dietro il banco c’era
Jack orpe che mercanteggiava con Mitch Tobin, con una pezza di
mussolina ancora arrotolata lì vicino, e Mitch aveva portato della cera e
del miele dei suoi favi, e una cassa di uova delle sue galline, conservate
nell’acqua di calce, e voleva sapere se ce n’era abbastanza per avere in
cambio un taglio di mussolina, e fare un vestito nuovo a sua moglie, che
lei si lamentava che dopo che s’era sposata non l’aveva mai più avuto, un
vestito nuovo, e Mitch Tobin, be’, sua moglie gli faceva fare tuo quello
che voleva, e i calzoni in quella casa li portava lei, e così lui aveva
aaccato il mulo al carreo e aveva caricato la sua cera e il miele e le
uova, e tui gli anni un negoziante di Mobile veniva a comprargli tua
quella roba, ma adesso non s’era ancora visto nessuno e sua moglie aveva
deciso che non poteva più aspeare, e così Mitch era venuto a scambiarla
con Jack orpe per un taglio di mussolina, e Jack diceva che voleva
un’altra cassa di uova, e Mitch diceva che ce n’erano già abbastanza e mica
poteva rifare tua la strada indietro fino a casa sua; e io se lo sapevo
passavo da lui e si poteva venire a Magnolia insieme, e invece ognuno era
venuto per conto suo, che quando lui mi vide entrare disse, be’, ecco qua il
mio vicino, che il diavolo mi porti se non potevamo meerci d’accordo e
venire fin qua insieme, e io dissi, bastava saperlo, Mitch, e mentre lui se ne
stava lì a palpare la mussolina e se la guardava in controluce, e non sapeva
se davvero valeva tanto e non si fidava mica di Jack orpe, ma non
sapeva come fare, allora io dissi, be’, Jack, dammi un bel pezzo di lardo,
che il nostro è quasi finito, e quel maiale quest’anno non ha mica fao una
grande resa, a dire il vero speravo di più, e già che sono venuto fin qui,
dammi anche una scatola di cartucce, che anche di quelle siamo un po’ a
corto, e lui mentre tagliava il lardo disse, e di sapone, Dick, che te ne serve
un po’?, e di petrolio, magari?, e io dissi no, Jack, grazie, basta così, e Jack
disse, e di candele, eh, ne avete ancora, Dick?, e io dissi, sì, Jack, ne
abbiamo ancora, non ti preoccupare, e Mitch disse, ehi, Jack, fammi
l’ultimo prezzo, quanti dollari per questo taglio, oltre alla cera e al miele e
alle uova, che non ho proprio voglia di tornare a prenderne delle altre, e tu
magari potresti farmi credito per la differenza, finché venderò il raccolto
quest’estate, e ci possiamo meere d’accordo, eh?, e mentre discutevano io
mi avvicinai alla finestra, dove c’erano i sacchi di grano e di farina e di
fagioli secchi, e lì c’era un giornale appena aperto, e io lo guardai e lessi
che Lincoln aveva chiamato alle armi seantacinquemila volontari, e dissi,
ehi, Jack, dissi, ma che cos’è? E lui disse, che cos’è cosa, e io dissi, che il
vecchio Abe ha chiamato alle armi seantacinquemila volontari, che cosa
significa, eh?, e lui disse, significa che ci sarà la guerra, Dick, e io dissi, non
contro di noi, spero, e lui disse, certo, cosa credi, che vogliono fare un’altra
volta la guerra al Messico? Ma perché, dissi io, non possono lasciarci in
pace, e Jack disse, ci lasceranno in pace eccome, ma mi sa che bisognerà
rompergli il muso, prima, e allora ci lasceranno in pace, e Mitch Tobin
disse, l’avevo sentito dire pure io, ma non ci credevo, e invece ecco che sta
lì sul giornale, e sono un sacco di gente, seantacinquemila volontari, e io
dissi, se ce n’è bisogno, da noi ce ne saranno anche di più, e Jack disse,
puoi giurarlo, e Mitch disse, certo, questo si chiama parlare, e voglio
proprio vedere se verranno qui a casa nostra a insegnarci come dobbiamo
vivere, e Jack disse, oh, loro lo farebbero; li abbiamo già visti questi
forestieri quando capitano dalle nostre parti, che puzza soo il naso che ci
hanno, e come cominciano subito a dire che questo non va e quello
neanche, e io dissi, proprio così, e credo che se dipendeva da loro, a
quest’ora i negri erano già tui liberi, e Jack disse, ma ve l’immaginate,
tui quei negri liberi di andare dove vogliono, a vagabondare per la
campagna, a rubare le galline, e magari entrare in casa di qualche donna
bianca quando è sola, eh?, e Mitch disse, non finché viviamo, e io dissi, per
ridere, magari gli vogliono dare anche il voto, eh?, e potranno diventare
governatori, e tui si misero a ridere, e Jack disse, hanno un bel coraggio,
comunque, a protestare per come noialtri traiamo i negri, che lassù da
loro un poveraccio che lavora in fabbrica fatica soo padrone tal quale un
negro, solo che qui quando il negro è troppo vecchio per lavorare il
padrone continua a dargli da mangiare lo stesso, lassù invece dice il
giornale che li cacciano in strada a crepare come cani, e poi vengono a dire
a noi come dobbiamo traare i negri; e in quel momento si sentì un passo
strascicato su per gli scalini, e comparve sulla porta del negozio proprio
un negro, con un filo di paglia in bocca, e si tolse il cappello e disse, mi
manda il padrone, e Jack disse, e chi è il tuo padrone, e lui disse, sempre
senza entrare, padron John, signore, e dice che tui quelli che abitano qui
sono invitati stasera a casa sua, e di andare a dirlo anche all’ufficio postale,
e intanto mi ha mandato qui al negozio, e lui dice, al negozio dì al padrone
che stasera quando verrà da me deve portare due boi di whiskey, dice, e
gliele pagherò; e Jack disse, va bene, e il negro si voltò per andarsene, e
quando ebbe disceso il primo scalino Jack disse, ehi, ragazzo, e quello si
voltò e disse, sì, padrone?, e Jack disse, va’ un po’ qui dietro a casa mia e
chiama mio fratello Jim, e lui disse sissignore, e partì, senza affrearsi, si
capisce, perché un negro non si affrea mai se può farne a meno, ed è
nella loro natura e non c’è niente da fare; e Mitch Tobin disse, be’, Jack, hai
venduto due boi di whiskey, e ora potresti anche offrire un bicchierino
per festeggiare, eh?, e Jack disse, non ho mica la licenza per mescere
bevande alcoliche qui allo spaccio, ne vendo solo da portar via, disse, e io
dissi, andiamo, Jack, non è mica la prima volta, e Jack scrollò le spalle e
disse, oh, be’, disse, tanto lo berremo stasera, aspeate fino a stasera,
ragazzi. E io dissi, ma perché padron John ha invitato tui quanti?, e Jack
disse, be’, Dick, è da un po’ che qui si parla di arruolare una compagnia, e
tu qui all’emporio è da parecchio che non ci mei il naso, ma ti assicuro
che se n’è parlato eccome, e io mi ricordai di quando ero andato da padron
John per comperare a credito quel guano, e dissi subito, ho capito, e ci
scommeo che padron John s’è messo in testa di arruolarla lui, e Jack
disse, bravo, Dick, ci hai azzeccato, e credo che per un ragazzo di fegato ci
sarà da divertirsi; e Mitch Tobin, lui disse, be’, Jack, che cosa vogliamo fare
per il mio taglio di mussolina, e Jack disse, sta’ a sentire, Mitch, tu ora te
ne torni a casa, credo, ma stasera per andare alla riunione dovrai ripassare
di qua, e così tu porta ancora una cassa di uova, e le porteremo da Mr.
Rogers, che mio fratello Jim sa fare una bibita con le uova e il whiskey che
meerebbe coraggio anche a uno yankee, e noi ce le facciamo pagare da
padron John e i soldi ce li dividiamo, e io ti darò abbastanza mussolina per
il vestito di Cora, parola mia, e si sputò sulla mano, e Mitch si sputò sulla
mano e se la strinsero e l’affare rimase combinato, e io dissi, ehi, Jack, se
tu e Jim prendete il carro magari mi potete dare un passaggio fin laggiù,
che non ho voglia di fare tua quella strada a cavallo stanoe, e Jack disse,
mi dispiace, Dick, ma sul carro ci devo caricare tre boi di whiskey, e io
dissi, ma il negro ha deo due, e Jack disse, oh, non sai che i negri si
sbagliano sempre, e vedrai che padron John ne pagherà tre, e io dissi a
Mitch, ehi, Mitch, gli dissi, allora vengo con te sul tuo carreo, eh, Mitch,
che quelle uova non porteranno mica via tanto posto, eh?, e Mitch disse,
sì, credo di sì, credo che va bene, solo che ne dici di pagare un bicchierino
adesso prima di ritornarcene a casa, che fa caldo, eh?, e io tirai fuori un
decino e Jack guardò dalla finestra e poi prese due bicchierini in uno
sportello e li riempì al barile che teneva dietro il banco, e mentre
bevevamo io gli dissi, che non ci fai compagnia, Jack, e lui disse, meglio di
no, che questo barile si svuota già fin troppo in frea, ed è vero che il
commesso che avevano prima beveva di nascosto, e quando poi lo
mandarono via Jack non volle prendere nessun altro al suo posto, e
stavano tuo il giorno dietro il bancone, lui e suo fratello Jim, ma tui
dicevano che Becky protestava perché non c’erano mai a casa e la
lasciavano tuo il giorno là da sola, e stavano già parlando di provare a
riprendersi un commesso, purché non sia un lazzarone come quell’altro
che avevi assunto te, diceva Jack, e suo fratello ribaeva, ma se sei te che
l’hai assunto, e poi partirono tu’e due in guerra e fecero venire un loro
cugino da Jefferson, che era zoppo dalla nascita, per badare al negozio e
tener d’occhio Becky, e poi quando Jack tornò a casa con la ferita che s’era
preso a Manassas trovò che il negozio era fallito, perché nessuno aveva
più un soldo da spendere lì da quelle parti, e lo zoppo se n’era tornato a
Jefferson e Becky era rimasta sola un’altra volta».
La ragazza non era affao in forma, quel maino. Aveva dormito male al
motel, per via del caldo e delle zanzare; non c’era più abituata, a quel clima,
e la zanzariera alla finestra era piena di buchi; sì, aveva deo l’impiegato al
bancone, strascicando la voce, lo so, signorina, mi dispiace, ma lo sa anche lei
com’è adesso con questa guerra, che non si trova più niente. Non ne
fabbricano neanche più, adesso hanno altro da fabbricare, credo. anto al
traffico, invece, non c’era da lagnarsi, lì di macchine se ne vedevano poche: in
tua la noe, mentre lei si agitava in un dormiveglia inquieto ne erano
passate forse una o due, anzi c’era da chiedersi come facesse a tirare avanti,
il motel; certo anche in giorni normali non doveva avere troppo lavoro, ma di
questi tempi, poi! Non che costasse molto mantenerlo: una negra per fare la
pulizia e basta, oltre alle camere non c’era niente, da mangiare non ne
davano, e così lei, fra l’altro, non aveva fao colazione; ma dopo una
noataccia così aveva troppo mal di testa per aver voglia di mangiare. Come
se non bastasse, poi, era anche arrivata in ritardo, per la strada polverosa uno
stupido polizioo redneck l’aveva fermata, e lei aveva durato fatica per
convincerlo che sì, lo sapeva delle restrizioni, e no, non stava usando la
macchina per motivi privati, era lavoro, quello; aveva dovuto fargli vedere i
suoi documenti del college, poco mancava che dovesse spiegargli esaamente
in che cosa consisteva la sua tesi, a quel bifolco.
12
«La faoria bruciava più che mai, e vomitava un gran fumo nero, e la
sparatoria lì dov’eravamo noi s’era interroa, e il rumore più forte era il
crepitio dell’incendio che si divorava la casa e il fienile; solo qua e là si
sentiva ancora sparare, ma erano spari isolati, e come si dice?, deliberati,
come quando si tira al bersaglio. Ma appena abbiamo araversato il cortile
è toccato meersi al riparo, perché gli yankees erano ancora nella foresta
e sparavano da lì, e noi abbiamo fao rotolare in mezzo al cortile delle
boi che i ragazzi avevano trovato giù nella cantina, e i mobili della casa, e
da lì dietro tiravamo nella foresta, anche se non si vedeva niente, tranne il
fumo che facevano i loro moschei quando sparavano, e si capiva che
erano in tanti, lì, appena dietro i primi alberi, ma però non si vedeva
niente, e noi tiravamo alla cieca, tui ammassati dietro quella barricata; e
il fracasso era così forte che a mala pena potevi sentire cosa diceva quello
che ti stava accanto, e se parlava uno appena un po’ più in là nella fila, gli
vedevi solo muovere la bocca, ma non veniva fuori niente; e Tim Benne
che era proprio dietro di me sparava così vicino alla mia testa che mi
bruciavano le orecchie, e io volevo già voltarmi e rifilargli un pugno, che
così imparava a stare un po’ più aento, quand’ecco che qualcuno l’ha
urtato e lui ha perso l’equilibrio e sparando ha bucato il cappello di Dave
Jones, che era lì accanto a me, e Dave Jones si toglie il cappello e lo guarda
e passa un dito nel buco, che c’era un bel buco e tu’intorno un alone di
bruciato, e poi lo guarda in faccia, a Tim Benne, e gli fa, Tim Benne, che
cos’è che credevi di fare, eh?, e io dico, è da mezz’ora che cerca di spararmi
in testa anche a me, e senti, gli dico, Tim Benne, adesso sta’ più aento a
come spari, eh?, e lui mi fa, Gesù, mi fa, ma non sono mica scemo, no?, e io
gli faccio, guarda, non mi piace che mi stai così dietro, tuo qui, e non
fartelo ripetere un’altra volta; e intanto anche gli yankees continuavano a
spararci, ma in mezzo a tuo quel fumo le loro palle andavano chissà
dove, proprio come le nostre, e credo che con tua quella sparatoria ne
avremo ammazzati pochissimi; io, poi, me n’ero già accorto da un pezzo,
che con un po’ di sfortuna una salva a quella distanza non bua giù
nemmeno un uomo, e giù al campo a Tuscaloosa il sergente Winthrop,
quando ci insegnava a andare all’assalto, per farci coraggio aveva deo
che la gente spara sempre troppo presto e troppo alto, e ci vuole proprio
una bella sfortuna per essere beccati, e se in baaglia tanta gente finisce
ammazzata o storpiata, è perché si continua a sparare per tuo il giorno,
ma di poche salve non c’è da avere paura, e la cosa più sicura è buarsi
avanti; e diceva, state pure tranquilli, che per ammazzare un uomo ci
vuole il suo peso in piombo. E però ogni tanto poteva capitare, e infai
Mitch Tobin se ne prese una lì proprio alla mascella, e lasciò andare il
fucile e si portò le mani alla faccia e poi si sedee giù per terra, perdendo
sangue, e Josh Milliner che stava lì vicino a lui lo tirò un po’ più indietro e
incominciò a gridare, ehi, barella!; e dopo un po’ sbucò fuori uno della
compagnia C, che si chiamava Worki, e il capitano Prentiss lo aveva
messo di servizio all’ambulanza, e sul cappello aveva un pezzeo di stoffa
rossa, per contrassegno, e con lui c’erano tre o quaro negri che
portavano le barelle; e presero su Mitch Tobin, due per le ascelle e uno per
i piedi, e lui gridò come un coniglio, proprio così, come grida il coniglio
quando lo acciuffano per le orecchie e lo scannano; e i negri si
spaventarono e lo rimisero giù dov’era, e lui cercò di alzarsi appoggiandosi
sul gomito, ma scivolò e rimase lì, agitando le mani per aria come uno che
vuole acchiappare qualcosa; e Sam Martin che era lì vicino a me, mentre
spingeva giù la palla con la bacchea nella canna del fucile si voltò a
guardare, e sputò un pezzo di tabacco che aveva masticato fin da quando
ci eravamo messi in marcia quel maino, e disse, non hanno mica tanta
voglia di lavorare, quei negri, e io dissi, già, non sono mica come i tuoi,
eh? E chiunque m’è testimone che non intendevo mica offenderlo, proprio
per niente: che lì da noi a Magnolia lo sapevano tui che Sam Martin era
un padrone duro, e i suoi negri li faceva lavorare più di chiunque altro,
tranne forse il vecchio Ebenezer Byrd. E mia madre, che Dio l’abbia in
gloria, aveva litigato più d’una volta con tu’e due, per come traavano i
loro negri e soprauo le loro negre, che lei con i negri era sempre stata
severa ma giusta, e diceva sempre che da noi nel vicinato c’era chi si dava
l’aria d’essere un cristiano e pretendeva di ammaestrare gli altri, ma
avrebbe fao meglio a guardare a quel che succedeva in casa sua, e io
allora ero un bambino e non capivo, ma poi ho capito che parlava proprio
di Sam Martin, e soprauo di quell’Ebenezer Byrd, che lei non poteva
soffrirlo, e mio padre nemmeno; tanto più che il vecchio Ebenezer Byrd
predicava nella chiesa metodista, e mio padre diceva sempre che c’è solo
una chiesa che merita questo nome, ed è la chiesa baista, solo che lì da
noi a Magnolia un pastore baista non c’era; e il più vicino era il
reverendo Compton, che abitava dall’altra parte della palude di Okawauga,
sulla strada vecchia di Hampden, e la domenica andava a predicare in
chiesa proprio lì a Hampden, che per noialtri era troppo lontano, e non ci
andavamo; e se ogni tanto passava di lì un predicatore baista, allora
celebrava il servizio nella cappella abbandonata vicino a casa nostra, a
Corbe’s Mill, perché i metodisti non volevano lasciarli predicare nella
loro chiesa a Magnolia, i predicatori baisti, e noi allora aprivamo la
cappella, che mio padre e il padre di Ted Bierrot avevano le chiavi, e poi
si andava a pregare al vecchio cimitero, dove erano sepolti i nostri nonni;
e quando morì mia madre la seppellimmo lì, che mio padre non volle
portarla al cimitero nuovo di Magnolia, ma volle seppellirla lì vicino a suo
padre e sua madre. E per questo litigò col vecchio Ebenezer Byrd, perché a
lui non gli andava giù che noi e i Bierrot eravamo tui quanti baisti;
sempre stati baisti, noi, e i nostri padri e i nostri nonni prima di noi, e al
loro culto metodista non ci andavamo mica; e quanto agli altri vicini, be’,
era ancora peggio per il vecchio Ebenezer Byrd, perché molti lì non
appartenevano a nessuna chiesa, e quel che credevano non lo sapeva
nessuno. E quando mia madre morì, il vecchio Ebenezer Byrd venne a
vederla, e mio padre disse, graandosi la nuca, be’, Mr. Byrd, disse, la mia
Ruth se n’è andata, e il vecchio Ebenezer Byrd disse, già, così pare, e sia
faa la volontà del Signore, e se volete, c’è già il posto per seppellirla giù a
Magnolia, dietro la nostra chiesa; e mio padre disse, grazie tante, ma credo
che la seppellirò dove sono sepolti mio padre e mia madre; e infai la
seppellimmo là, e io e mio fratello Tom scavammo la fossa insieme a mio
padre, e il reverendo Compton venne a leggere l’ufficio dei morti, e poi
ripartì, che doveva fare quaro miglia araverso la palude per ritornare a
casa; e il giorno dopo il vecchio Ebenezer Byrd venne a casa nostra di
buon maino, e ci trovò tui e tre che mangiavamo, mentre i negri
finivano di governare le bestie, e nelle ultime seimane, da quando mia
madre si era ammalata, ci eravamo già abituati a far senza di lei, che fino
ad allora era sempre stata lei la prima ad alzarsi, e accendeva il fuoco e
preparava da mangiare per noi e per i negri mentre noialtri ancora
dormivamo, e ora bisognava imparare ad arrangiarsi da soli; e il vecchio
Ebenezer Byrd entrò in casa, e io vidi nel cortile suo figlio Rufus che
legava i cavalli, e uscii per parlare con lui; e mentre stavo lì in cortile con
Rufus, sento gridare mio padre, e poi la porta si spalanca e il vecchio
Ebenezer se ne esce fuori di corsa, e grida a Rufus, ehi ragazzo, forza, a
cavallo che ce ne andiamo di qui, e non credo che ci meeremo più piede
per un bel pezzo; e Rufus, lui ha alzato le spalle e ha ragliato, ma piano,
che solo io potevo sentirlo, e poi si è precipitato a portargli il cavallo, e io
non ho mai saputo che cosa si dissero quel maino mio padre e il vecchio
Ebenezer, ma è vero che poi ci lasciò in pace, e non mise più piede in casa
nostra; e poi di lì a poco ebbe il colpo apopleico, e due o tre anni dopo
morì, e fu sepolto dietro la chiesa metodista, che poi, quando arrivarono
gli yankees nel ’64, si accamparono nel cimitero e ci scavarono le loro
latrine e ci fecero pascolare i loro cavalli, e quando poi se ne andarono la
chiesa era bruciata fino alle fondamenta e anche del cimitero non restava
pietra su pietra, ma il cimitero vecchio a Corbe’s Mill e la cappella
abbandonata non li toccò nessuno, e la tomba di mia madre e tue le
nostre tombe sono lì ancora adesso, mentre le ossa del vecchio Ebenezer
Byrd solo Dio potrebbe ritrovarle. E insomma, quando dissi a Sam Martin
che quei negri non erano mica come i suoi, è proprio a questo che stavo
pensando, e nient’altro, ma lui disse, ehi, Dick, cos’è che vuoi dire, eh?, e a
me il tono di Sam Martin quando cominciava ad alzare la voce non m’è
mai piaciuto, e così m’è venuto in mente del mio campo a Sudley Springs,
e gli ho deo, niente, Sam, solo che quei negri lì non sono come i tuoi, che
lavorano anche quando non dovrebbero, e lui disse, ripetilo!, e io lo ripetei,
e lui disse, ragazzo mio, tu hai bisogno di una bella lezione, ed era un po’
che volevo dartela, e adesso è proprio venuto il momento, e io gli dissi,
bada, vecchio, ma lui aveva già messo giù per terra il fucile e s’era
rimboccato le maniche, e allora io ho fao lo stesso, e intorno le palle
continuavano a fischiare e quel Worki finalmente era riuscito a far
caricare Mitch Tobin sulla barella e a farlo portar via dai suoi negri, ma
non servì mica a niente, però, perché morì quella sera stessa, pace
all’anima sua, e noialtri intanto ce le siamo date di santa ragione; e Sam
Martin una volta era un uomo grande e grosso, ma ormai era invecchiato,
e sulla faccia quella sua barba dura e ispida era già più bianca che grigia, e
dopo due o tre minuti l’ho preso proprio lì, in faccia, che poi gli colava
sangue dalla bocca, e allora ho deo, be’, Sam, oramai credo che ne hai
avute abbastanza, e sarà meglio che raccogliamo i fucili e ci rimeiamo al
lavoro, se no gli altri cosa diranno?, e lui non ha deo niente e s’è
asciugato il sangue con la manica della camicia e poi ha raccolto il fucile e
s’è rimesso a sparare, e io pure. Ma non è più durata molto, la sparatoria,
perché era già quasi buio, e qualcuno dei nostri era riuscito a venire soo
dall’altra parte della faoria, e a entrare nella foresta senza far insospeire
gli yankees, e poi tu’a un trao abbiamo sentito l’urlo di vioria dei
nostri, e lì nella foresta quelli che sparavano contro di noi hanno smesso di
sparare, e anche noi, si capisce, abbiamo smesso, e poi dopo un po’ è uscito
fuori un tale senza giacca, tuo coperto di polvere, e senza fucile, e si è
messo a correre verso di noi strillando ehi, ragazzi, non sparate, sono dei
vostri, e quando è arrivato ha scavalcato la barricata con un salto, sempre
guardandosi indietro per vedere se qualcuno gli correva dietro, e Ted
Hopper gli fa, ma chi sei, che non ti conosciamo, e lui fa, sono di un altro
reggimento, del Sud Carolina, no?, ma dall’accento si capiva benissimo che
invece era uno del Nord, e il capitano Pollock l’ha fao portare indietro
verso l’angolo dello steccato, dove si stavano ammassando gli altri
prigionieri; e intanto Phil White s’era chinato su uno che se ne stava per
terra in mezzo al cortile, con la faccia tua piena di sangue, e Phil White
aveva il coltello in mano, e il capitano Pollock gli fa, ehi, uomo, cos’è che
fai?, e Phil White gli fa, capitano, gli fa, gli ho dovuto prendere il coltello, a
questo qui, che voleva tagliarsi la gola, e davvero quello aveva una ferita
così brua che non poteva più campare molto, con un buco al posto della
pancia e le budella che uscivano fuori; era un uomo già avanti negli anni,
con una gran barba nera, e con l’aria di uno che a casa sua era stato un
uomo rispeabile, e adesso urlava, ammazzatemi, per l’amor di Dio,
ammazzatemi, e Phil White scosse la testa e buò via il coltello; e subito
dopo si sentì la voce di Dave Jones che gridava, ehi, ragazzi, venite qui a
vedere, e capitano, venga anche lei, presto!, e noi lo raggiungemmo di
corsa, e lì in mezzo agli ultimi pini aveva trovato una bandiera; e non uno
straccio come le nostre, che c’erano più buchi che stoffa dopo tue le palle
che le avevano bucate in baaglia, ma una bandiera tua nuova,
bellissima, di seta azzurra, grande come un lenzuolo, e da una parte c’era
ricamata la dea della libertà, credo, e una bella scria, “Moriremo per il
nostro paese”, e dall’altra c’era scrio “Vioria o morte”; e Dave Jones
sogghignò e disse, be’, si vede che sono morti tui, disse, perché se sono
venuti qui per vincere o morire, non l’avranno mica buata via alla prima
sparatoria, no?».
Alla stessa ora del giorno prima, la negra portò da mangiare. Aiutò il
vecchio ad alzarsi dalla sedia a dondolo e a meersi a tavola, gli annodò
intorno al collo un tovagliolo pulito, e gli mise davanti un’identica scodella di
pappa d’avena. Alla ragazza, invece, portò un piao di pane frio, granturco
e fagioli, e un bicchiere di lae; mi dispiace, signorina, disse, ma il caè col
razionamento è sparito, e chissà se questa guerra finirà presto, e lei che ha
studiato mi dica un po’, perché ce l’hanno con noi questi giapponesi? La
ragazza sentiva l’emicrania che martellava nelle tempie, e fu tentata di
rifiutare il cibo; ma poi si disse che forse la nausea era peggiore a stomaco
vuoto, e si sforzò di mandar giù qualcosa. In realtà, mi ci vorrebbe un
whiskey, realizzò d’un trao, mentre masticava il pane frio. Al college
avrebbe saputo dove trovarlo; ma qui? Chissà, qualche vicino che lo distilla ci
sarà di sicuro, quasi quasi glielo chiedo. Rispondendo a monosillabi alle
domande della negra, allontanò il piao mezzo pieno, tirò fuori il paccheo
di Lucky Strike e accese una sigarea. Che caldo, pensò straccamente, me
n’ero dimenticata che può fare così caldo, lassù a quest’ora ci vuole ancora il
maglione. La negra se n’era andata, la sentiva sfaccendare in cucina. Il
vecchio mangiava lentamente, una cucchiaiata dopo l’altra, guardandola di
sbieco.
15
«La polvere ci aveva messo addosso una gran sete, perché sempre
quando si combae si solleva polvere e un fumo che brucia gli occhi e la
gola, e lì poi c’era il calore dell’incendio che continuava a soffiare e oramai
s’era aaccato anche al fienile, e Joe McLaughlin disse, perché non
vediamo se è rimasta un po’ d’acqua, e ci sarà pure una pompa in questa
faoria, e così ci meemmo a cercarla, e si capisce che c’era, ma il manico
era roo e la pompa fuori uso; e qualcuno disse che il contadino, lì, l’aveva
spaccata apposta quando gli yankees si erano accampati il giorno prima
nel cortile di casa sua, per impedirgli di bere, e certo gli era parso un gran
gesto patrioico, ma noialtri gli abbiamo mandato un bel po’ di
maledizioni, a quel vecchio scemo; e poi ci siamo riempiti le borracce in
una pozzanghera nel recinto delle bestie, o quel che ne restava, perché
quegli yankees avevano tirato giù quasi tuo il recinto per accendere il
fuoco, e quanto alle bestie, non ce n’era rimasta nemmeno una, ma a
giudicare dalle tracce nel fango, prima lì ne tenevano parecchie, vacche e
cavalli; e quell’acqua, si capisce, non era così fresca e dolce come capita a
volte di berne, ma non ci fu proprio nessuno che si rifiutò di servirsi, e
posso dire che contro la sete andava benissimo. E poi il capitano Pollock
ha fao chiamare a raccolta la compagnia davanti al granaio della faoria,
che era costruito un po’ più in là, verso il bosco, e solo adesso aveva
incominciato a bruciare, e si vedevano dalle finestre le lingue di fiamma
che aaccavano già le travi del teo; e lì era già pieno di prigionieri che
parlavano tui insieme fra loro in una lingua strana, che i ragazzi che li
sorvegliavano non capivano niente e li guardavano storto, e li tenevano a
bada col moscheo carico, e nel cortile una quantità di feriti sparpagliati
qua e là, che tendevano le braccia e gridavano qualcosa, e io m’immagino
che volevano solo dell’acqua, che è quello che chiedono tui i feriti, anche
quelli che magari hanno un buco nella pancia, e mandar giù dell’acqua è il
modo più sicuro per spedirli all’altro mondo, ma tui i feriti comunque
chiedono sempre acqua, e perciò credo che anche quelli lì stavano
chiedendo da bere, ma anche loro parlavano tui quanti straniero e non ci
si capiva niente; e Joe McLaughlin si graò la testa e disse, be’, guarda un
po’ quanti crucchi, e Ted Bierrot disse che secondo lui non erano crucchi
per niente, ma venivano da qualche altro posto ancora più lontano, e poi
arrivò il tenente Gordon che aveva appena parlato con i loro ufficiali e
disse, be’, ragazzi, lo sapete da dove vengono questi yankees? Sono
polacchi, disse, il 58° New York; ecco che razza di feccia ci mandano
contro, disse, poveracci sbarcati lassù senza un soldo in tasca, che neanche
parlano inglese, e là il governo offre cento dollari di premio a chi si
arruola, e quelli si arruolano per non crepare di fame nelle fogne di New
York, e neanche sanno perché li mandano a combaere, ed è con questi
mercenari che credono di arrivare a Richmond; ma finché ci sono dei veri
Americani con un fucile in mano da questa parte del Rappahannock, a
difendere le loro case e le donne del Sud da questi stranieri, non credo che
ci arriveranno mai, eh, ragazzi? Così disse il tenente Gordon, e Joe
McLaughlin sputò e disse, polacchi, eh? Be’, non lo so che razza di gente
sono, ma per me è meglio che tornano di corsa nella loro Polacchia, che
qui non è aria per loro. E poi non disse più niente, ma questa cosa
continuava a girargli in testa e non lo lasciava tranquillo, che era uno che
di idee non ne aveva tante, Joe McLaughlin, ma quelle che gli si ficcavano
nella zucca, non se le levava più, e ci pensava e ripensava tuo il tempo; e
tre o quaro giorni dopo, quando la nostra squadra andò a sorvegliare i
prigionieri e i negri che seppellivano i morti, io e lui ci trovammo proprio
lì, al margine del bosco dietro il granaio, che intanto aveva finito di
bruciare e restavano solo le travi carbonizzate, e lui si piantò a gambe
larghe davanti a una tomba appena riempita, dove avevano sepolto uno di
quei polacchi, e disse, be’, vecchio, ecco qua, hai fao un viaggio così
lungo per venir qua a rubarci la nostra terra, ed ecco quel che hai
guadagnato, sei piedi di terra in tuo, e ti basta e ti avanza; non hai mica
fao un buon affare, era meglio se te ne restavi laggiù; e poi sputò il suo
tabacco, non proprio sulla terra smossa, ma appena un po’ più in là, e ne
strappò un altro morso dalla treccia e ricominciò a masticare, e credo che
da allora in poi non ci pensò più. E il tenente Gordon aveva appena finito
quel discorso quando abbiamo sentito strillare proprio dietro di noi, e tui
quanti ci siamo voltati e c’era lì un capitano yankee che chiamava forte il
tenente Gordon e inveiva, e Ted Hopper che lo straonava e cercava di
impedirgli di parlare col tenente, e risultò che quello protestava perché
Ted Hopper gli aveva portato via l’orologio, e quello yankee lo rivoleva
indietro, e c’era lì Dave Jones che scuoteva la testa e ghignava, e il tenente
Gordon si piantò davanti a Ted Hopper e disse, ehi, tu, restituisci
l’orologio, hai capito? E Ted Hopper diventò tuo rosso, e gli occhi quasi
gli si chiusero, e Dave Jones disse, ehi, tenente, lo lasci perdere. È un poco
di buono, non c’è da fidarsi. E Ted Hopper si voltò di scao, ed era più alto
di Dave Jones di tua la testa, e più grosso, anche; e Dave Jones, la mano
gli corse veloce alla tasca, dove teneva il coltello. Sta’ aento, Ted, disse.
Non ci meo niente ad ammazzarti. Su, tira fuori l’orologio! E Ted disse,
be’, guarda un po’! E si tirò su il cappello e si graò la testa. Ma era tua
una finta, perché subito lasciò cadere il fucile e saltò addosso a Dave Jones,
e Dave Jones cercò di tirar fuori il coltello, ma Ted Hopper gli aveva preso
il braccio e lo schiacciava per terra; e il tenente Gordon, lui non aveva mai
visto una cosa del genere, e non sapeva cosa fare, e il capitano yankee
stava lì a guardare e rideva soo i baffi; e finalmente arrivò di corsa il
sergente Winthrop, e io e lui insieme prendemmo Ted Hopper per le spalle
e lo tirammo via, e Dave Jones si rialzò, e non so come, l’orologio adesso
ce l’aveva lui; e si scrollò la polvere dai calzoni e dalle maniche della
giubba, e andò dal capitano e gli disse, ecco qua, signore, il suo orologio,
signore; e poi il tenente Gordon si portò via il prigioniero, e il sergente
Winthrop disse che se si prendevano un’altra volta per i capelli, davanti ai
prigionieri, poi, li faceva meere agli arresti tu’e due; e fu una fortuna
che finì così e non a coltellate, e anzi c’è da stupirsi che non s’erano
accoltellati già da un pezzo, quei due. Perché si odiavano fin da prima della
guerra; e per quel che posso ricordarmi io, era cominciato tuo un quaro
luglio, che la gente giù da noi era tua radunata nel granaio degli Yocom
per assistere a un combaimento di cani, e Dave Jones aveva una cagna
caiva davvero, una bastarda, ma più tenace d’un mastino vero, e contro
quella cagna doveva combaere uno dei cani degli Yocom, che poi per
poco non ci lasciò la pelle, quel cane, e io potevo avere dieci o dodici anni,
allora, e stavo lì con uno dei nostri negri, Bull si chiamava, e lui aveva
rubato un’anguria in qualche orto e stavamo lì in un angolo a tagliarla col
suo coltello e mangiarcela, e intanto i due cani erano ancora legati e
ringhiavano e la gente scommeeva, ed ecco che sulla porta del granaio si
affaccia Ted Hopper, e gli fa al vecchio Yocom, ehi, Bill, che ce la fa la tua
bestia stavolta?, e Bill Yocom gli risponde, sicuro che ce la fa, e quanto
vuoi scommeere?, e Ted fa, be’, un paio di dollari ce li meo, Bill, e sua
moglie, di Ted Hopper, dico, che era lì con lui, lo tira per un braccio e gli
fa, Ted, non buare via i soldi a questo modo, e lui fa, eh, moglie, lasciami
fare, e Dave Jones alza gli occhi e fa, ehi, Ted, non lo riconosci un buon
consiglio quando lo senti?, e Ted lo guarda con gli occhi socchiusi e gli fa,
ehi, lasciami stare, hai capito?, e Dave Jones alza le spalle e fa, be’, era solo
per il tuo bene, che mi dispiaceva vederti buar via quei due dollari, e Ted
gli fa, be’, puoi baciarmi il culo, hai capito?, e Dave si alza e mee la mano
in tasca e gli fa, ehi, Ted, ripetilo un po’ se hai coraggio, ripetilo un po’
quel che hai deo; ma la gente, lì, non voleva veder litigare né tirar fuori il
coltello, volevano solo veder combaere i due cani, e così si sono messi
tui quanti a vociare e li hanno costrei a smeere, ma si guardavano
male, e ancor più dopo che la cagna di Dave Jones ha azzannato quel cane
di Bill Yocom e non lo voleva più lasciare, e Ted ha perduto il suo denaro,
lui e parecchi altri, ma da allora se la sono giurata. E quel giorno non lo so
mica come andava a finire, perché dopo che io e il sergente Winthrop li
abbiamo separati, quei due continuavano a guardarsi di bruo, ma per
fortuna è successo qualcosa che ci ha distrai, e ci siamo messi tui a
ridere. Perché dalla foresta è uscito uno yankee con le mani ben in alto,
scalzo, in mutande e senza cappello, e dietro di lui, col fucile puntato,
marciava un negro, che gli aveva preso le scarpe e le brache, e anche il
cappello, e portava la visiera così di traverso che non si capiva chi era, ma
quando si è avvicinato s’è visto che era Alf Watkins, un negro libero, che
una squadra della compagnia C l’aveva assunto proprio pochi giorni
prima, per fargli da cuoco e da lavandaio; e noialtri siamo corsi tui
quanti lì, a chiedergli cos’era successo, e lui raccontò che quando la
compagnia era andata all’aacco, aveva voluto vedere anche lui la
baaglia, e gli era corso dietro, anche se c’era l’ordine che tui i negri
dovevano restare indietro durante il combaimento, ma i ragazzi gli
avevano deo che non importava, e di venire pure con loro; e poi avevano
caurato questo yankee e nessuno voleva restare indietro a fargli la
guardia, e così gli avevano deo, ad Alf Watkins, di prendere il suo fucile e
di accompagnarlo alla radura, finché non trovava gli altri prigionieri, e poi
poteva raggiungerli e tenersi il fucile, se voleva; e lui disse che mentre
marciava col prigioniero, gli dispiaceva vedere che quello aveva delle
scarpe quasi nuove, e delle brache azzurre così belle, mentre lui era scalzo
e coi calzoni bucati, e così l’aveva costreo a fare cambio; e Nick Freeling,
quando ebbe smesso di ridere, gli chiese se davvero voleva tornare
indietro, e quel negro Alf Watkins spalancò gli occhi, e disse certo che sì,
perché adesso che ho visto come si fa, voglio pigliarne uno anch’io, di
yankee, e così avrò un orologio d’oro; e me l’avevano sempre deo, disse,
che un negro del Sud può fregare quando vuole un negro del Nord, e
anche lo yankee che gli sta dietro, e ora ho visto che è proprio così; e ci
lasciò lì quel prigioniero scalzo, e filò via davvero nella foresta, col fucile
in pugno, e noialtri ridevamo a crepapelle, tranne Ted Hopper, che quando
aveva sentito la faccenda dell’orologio aveva sputato e se n’era andato».
Gli occhi del vecchio ridevano, adesso, e rideva anche la ragazza, perché il
vecchio, chissà come, aveva tirato fuori da quella sua gola catarrosa una voce
profonda da negro, e l’aveva imitata così bene, la cadenza di quell’Alf
Watkins, che non era possibile non ridere. Soddisfao, il vecchio si accomodò
meglio sulla sedia a dondolo, si aggiustò con prudenza la coperta che teneva
sulle ginocchia, nonostante il caldo soffocante del pomeriggio, poi ricominciò
a raccontare. Speriamo che adesso mi parli di quei negri, pensò la ragazza; e
tu’a un trao realizzò che il vecchio stava parlando di negri fin dal
principio, dei negri che avevano lasciato a casa a lavorare i loro campi
quand’erano partiti per la guerra e che li conoscevano fin da bambini, e dei
negri che erano lì con loro al campo e cucinavano e facevano il bucato per i
soldati, e adesso se n’era uscito con questa storia di Alf Watkins che aveva
preso il fucile per sparare agli yankees. Com’era possibile ormai, si chiese la
ragazza, che quella storia prendesse un’altra direzione, e che il vecchio le
parlasse di altri negri ammazzati a sangue freddo perché avevano preso le
armi non contro gli yankees, ma contro i loro padroni, nell’immensa
confusione della baaglia: i primi che avevano osato farlo, anche, in
Virginia, se le leere ingiallite in cui lei s’era imbauta dicevano la verità.
No, pensò, non è possibile, si dev’essere dimenticato tuo, proprio come
diceva il professore. O forse lui non c’era, in quel momento. O forse, invece,
aveva ragione papà, e questa cosa non è mai successa…
16
La ragazza non avrebbe saputo dire quando erano arrivati i due negri.
Forse erano arrivati appena adesso, e forse invece stavano lì fuori da un
pezzo, accanto allo steccato cadente, a parlare con la negra della casa, che era
venuta loro incontro in cortile: due braccianti in tuta blu e maniche di
camicia, i piedi scalzi nella polvere della strada. S’erano fermati lì e ora
parlavano, o chissà, ridacchiavano senza dir nulla e masticavano un filo di
paglia, appoggiati allo steccato. Non sapeva quando erano arrivati, ma
adesso che li sapeva lì continuava a buar l’occhio fuori dalla finestra, e non
poté fare a meno di trasalire quando uno dei due levò la faccia verso la casa:
anzi, così le parve, proprio verso di lei. L’uomo fissò a lungo nella sua
direzione, poi si rivolse alla negra e disse qualcosa, accompagnandosi con un
gesto che poteva anche essere interrogativo. Chissà chi altri c’è qui, pensò la
ragazza con una punta di allarme, c’è questo vecchio ma ci sono altri
bianchi? Io non ne ho visti, né ieri né oggi. E questi negri non li conosco, se
fossi a casa ne saprei di più, ma non conosco nessuno, qui. Sarebbe meglio
che se ne andassero, pensò, e già mentre lo pensava s’irritava con se stessa:
chissà perché devo essere così a disagio, che stupidaggine! E poi tornò a
guardare dalla finestra, e la negra nel cortile stava ritornando verso la casa,
grossa, strascicando i piedi nelle ciabae sformate, e i due negri si stavano
allontanando lungo la strada polverosa, cercando di tenersi dal lato del fosso,
dove le acacie facevano un po’ d’ombra; e la ragazza tirò un respiro di
sollievo.
17
Alla ragazza, chissà perché, tornò in mente d’improvviso il ragazzo con cui
usciva il primo anno al college. Calvin, si chiamava. Che cos’era che
gliel’aveva fao venire in mente? La camicia pulita, le scarpe lustre? No,
quello la faceva pensare piuosto allo zio Bruce, che era tornato senza un
braccio dall’altra guerra, e non era mai più stato quello di prima, anche se
non era pericoloso, oh no!, sua madre glielo ripeteva sempre, quando lei era
bambina e aveva paura. Lo zio Bruce che la domenica si sedeva sullo sgabello
del lustrascarpe, giù in cià, e mentre il negro strofinava si guardava intorno
come un re sul trono, e la gente passava e si toglieva il cappello e tirava via
in frea, bisbigliando. Certo, anche Calvin aveva camicie pulite, di marca, e
scarpe lustre e costose, e l’abito di tweed che sapeva di colonia, ruvido come
una faccia non rasata, a strusciarci la faccia contro, quando fermava la
macchina in una strada poco frequentata, dopo il cinema; ma non era quello,
si disse la ragazza. No, era qualcosa che aveva deo, l’aveva deo una sola
volta e poi mai più, e lei gli aveva deo, sì, Calvin, hai ragione, è così, ma lui
s’era accorto che c’era qualcosa che non andava in tanta soomissione, e
aveva cambiato discorso. alcosa su voialtri del Sud, che non c’è niente da
fare, siete fai così, non è bastata la guerra per svegliarvi e immagino che
non cambierete mai, no? Perché il problema è che non volete cambiare, no? A
quel ricordo, la ragazza sentì una sorda irritazione montare dentro di lei. E
allora?, pensò, risentita. Può darsi che non vogliamo davvero cambiare, che ci
piaccia vivere come dei bianchi. E allora, Calvin?
18
«elli come me, che alla fine sono riusciti a dormire un po’, si sono poi
svegliati male, perché la prima cosa che abbiamo saputo al risveglio è stato
di “Stonewall” Jackson. E nessuno ci voleva credere, che il vecchio Jack era
stato ferito quella noe, e proprio lì a due passi, e quando la baaglia era
già bell’e vinta, e ferito per colpa dei nostri, pure!, che uno sbaglio così
non doveva mai succedere; e con tuo che noialtri, allora, non potevamo
certo immaginare che lui di lì a qualche giorno di quella ferita ci moriva,
be’, ci siamo rimasti male tui, e male è dir poco, ci è andato il cuore soo
i tacchi. E poi Ben Tillman che era stato il primo ad accendere il fuoco e
bollire l’acqua per il caè, e anche il primo che aveva saputo la notizia e
l’aveva raccontata a tui man mano che si svegliavano, Ben Tillman disse:
be’, ragazzi, questa non ci voleva proprio, anche perché credo che ci
toccherà assaggiare la polvere anche oggi; e Bill Carpentier che era lì con
lui, perché loro erano di quelli che la sera dopo l’appello si ritrovavano
sempre a pregare e cantare gli inni insieme a Phil White, e a Josh Milliner,
e a Sam Martin, e qualcun altro, e avevano preso l’abitudine di meersi a
dormire tui quanti vicini dopo aver pregato, e si facevano da mangiare
tui insieme, anche; be’, Bill Carpentier scrollò le spalle e disse che
combaere il giorno del Sabbath non gli era mai piaciuto, ma se c’era una
volta che valeva la pena di farlo, era proprio stamaina, che bisognava
farla pagare agli yankees per il vecchio Jack, che a quest’ora se ne stava
inchiodato in un leo d’ospedale, e magari i chirurghi gli avevano già
tagliato il braccio; e Josh Milliner disse, be’, mi pare che anche al vecchio
Jack non gli piace tanto combaere il Sabbath, ma quando ce n’è proprio
bisogno non si tira indietro neanche lui, e più di una volta li abbiamo fai
correre anche di domenica, gli yankees, e non credo mica che il Signore se
la sarà presa con noi; e Phil White tirò fuori dalla tasca una pezzuola
sudicia, e ci sputò un grumo di tabacco, che era quasi scolorito a forza di
masticare, poi ripiegò quello straccio e lo rimise in tasca, che anche di
tabacco allora non ce n’era mica da sprecare, e nei tascapane degli yankees
non se ne trovava quasi mai; e io me ne ero già accorto più di una volta,
osservando i loro prigionieri, che quelli lì di tabacco non ne masticavano
mica tanto come noialtri, e si vede che gli yankees, ricchi com’erano, il
tabacco invece di masticarlo se lo fumavano, e a me era capitato di trovare
magari dei soldati semplici che nel tascapane ci tenevano addiriura una
scatola di sigari; e m’ero fao l’idea che laggiù da loro non è come da noi,
che tui i ragazzi per passare il tempo e divertirsi un po’ se ne stanno
delle ore a masticare caivo tabacco e intagliar trucioli col coltello, perché
non hanno un soldo in tasca; e dopo aver sputato nel fazzoleo e averlo
rimesso via Phil White disse, be’, disse, queste sono cose su cui non c’è
mica da scherzare, ma è vero che quando ce n’è proprio bisogno si può
combaere anche di domenica, se è per una giusta causa, e non è mica
come quando si organizza un incontro di pugilato o di loa dei galli, giù a
casa; quelli lì, al Signore non gli piacciono proprio, quando bisognerebbe
invece pregare e far penitenza e santificare il suo giorno, ma qui è tua
un’altra cosa; e Ben Tillman disse, queste sono parole sante, disse, e vorrei
che qualcuno di quelli che ci comandano fosse così illuminato quanto lo
sei tu, Phil White; perché è vero che prima della guerra, giù a casa, certuni
non ci pensavano due volte a organizzare magari una gara di pugilato la
domenica, e là da noi nella contea di Marengo quelli lì erano proprio i più
ricchi, come il colonnello Rogers e il giudice Ballard, e Mr. Creevey, e
qualcun altro; e una domenica anch’io ero andato con mio padre alla
piantagione del colonnello Rogers a veder combaere due negri famosi, e
mia madre aveva deo che chi organizzava speacoli come quello nel
giorno del Signore doveva essere un peccatore indurito, e che peccava
anche chi andava a vederli, e lei non capiva cosa c’era di buono e di bello a
vedere due cristiani che si ammazzavano di boe, anche se erano solo due
negri; ma mio padre le disse, oh, sta’ zia, Ruth, e così salimmo sul carro e
andammo fin laggiù, e c’era tua Magnolia quel giorno a veder combaere
quei due negri, che erano famosi per davvero, e uno si chiamava Sid, ed
era un negro di Mr. Rogers, e lui l’aveva fao addestrare al pugilato e alla
loa da un famoso loatore di quei tempi, e l’altro si chiamava Tom ed era
uno dei negri di Mr. Creevey, e ad assistere alla loa c’era una folla di
negri di Mr. Rogers e anche qualcuno del capitano Creevey, che lui se li
era portati dietro da casa apposta per incoraggiare il suo uomo, e tui i
negri gridavano gli uni contro gli altri e quelli di Mr. Rogers gridavano che
il loro Sid doveva farlo a pezzi, quel Tom di Mr. Creevey; e proprio lì
vicino a me c’era uno dei negri di Mr. Rogers e uno di Mr. Creevey, e il
negro di padron John disse all’altro, voialtri del capitano Creevey siete
tui quanti delle femminucce, e anche il vostro padrone non vale niente in
confronto al nostro, e l’altro ribaé che non era vero niente, e che Mr.
Creevey era più ricco e più giovane di Mr. Rogers, e continuarono così ad
aizzarsi l’uno contro l’altro come fanno i negri, finché l’incontro non
cominciò e allora le urla di tui quanti lì intorno diventarono così forti che
era impossibile parlare, e Sid e Tom se le diedero di santa ragione, che
erano due bestioni, e si vedeva che mangiavano carne tui i giorni, e io
credo che mangiavano meglio quei due negri, e gli altri loatori di Mr.
Rogers e di Mr. Creevey, di qualche bianco povero che c’era lì a guardarli,
con tuo che i negri, lì da noi, hanno sempre avuto da mangiare a sazietà
tui quanti, specialmente la domenica. E padron John e il capitano
Creevey erano lì in prima fila a incoraggiare i loro campioni, e non si
sentiva se non dài, Sid, ammazzalo, e forza, Tom, spaccagli il muso, ma poi
si vide che il più forte era proprio Sid, e per poco non lo ammazzò
davvero, e Tom aveva la faccia coperta di sangue e restò poi sempre cieco
da un occhio dopo quel combaimento, e a un certo punto si sentirono
delle donne che strillavano in mezzo alla folla, ed era la moglie di Ted
Hopper che era incinta e già parecchio avanti verso il parto, e aveva
voluto per forza venire a vedere l’incontro, e annusando tuo quel sangue
s’era sentita male, e doveero mandare un negro di corsa su a Linden a
chiamare il door Yancey, ma quando arrivò il doore era già tuo finito,
e il bambino era nato, e Beth, la moglie di Ted Hopper, stava già di nuovo
bene, e se ne tornò a casa sua quella sera stessa, perché avevano il fieno da
tagliare, con tuo che Mr. Rogers s’era offerto di ospitarla lì per qualche
giorno; e in tua quella confusione i negri di Mr. Rogers avevano
ricominciato a stuzzicare quelli di Mr. Creevey, e che il loro campione era
soltanto una femminuccia, e quelli risposero che Mr. Creevey, se voleva, si
poteva comprare e vendere il loro padrone, e gli altri dissero che come Sid
aveva legnato Tom, così Mr. Rogers poteva prendere a calci Mr. Creevey
quando voleva, e quasi subito s’erano messi a fare a pugni, e i negri di Mr.
Creevey ebbero la peggio, e quando i padroni riuscirono a separarli ce
n’erano due o tre conciati quasi come Tom, e Mr. Rogers si mise a ridere e
mandò a prendere una boe di birra, e quello era il modo con cui si
santificava la domenica, laggiù da noi, prima della guerra; ora sembra
impossibile, anche soltanto a pensarlo. E mentre aaccavamo i cavalli per
tornare a casa, mio padre vide un vecchio negro che se ne veniva via a
piedi dal combaimento, strascinando le ciabae in mezzo alla polvere, e
lo guardò bene e poi gli disse, ehi, zio, ma tu non sei il Ned di Martin?, e
quello si tolse il cappello e disse, sissignore, sono proprio io, e mio padre
gli disse, sei stato a vedere il combaimento, eh?, e quello disse, sissignore,
e mio padre disse, ma ai vostri tempi c’era di meglio, eh?, e quello sorrise,
con una bocca sdentata, e disse, sì, signore, noialtri eravamo meglio, ma
cosa farci?, il mondo va sempre peggiorando, e mio padre disse, parole
sante, Ned, e arrivederci, e mentre tornavamo a casa mio padre mi disse
che quello era stato uno dei più forti loatori dei vecchi tempi, e aveva
fao guadagnare al suo padrone dei bei dollari, e anche lui se n’era messi
da parte un bel po’ con le scommesse, proprio così, che per un negro si
poteva dire che stava bene, con quel che aveva guadagnato; già, già, disse
mio padre, e io vedevo benissimo che s’era perso nei ricordi, era uno dei
più forti, e che stallone, anche!, sogghignò; e io ne approfiai che non
c’era lì mia madre, perché lei non gli avrebbe mai lasciato fare quei
discorsi, e gli dissi, come sarebbe a dire, eh, papà?, e lui mi guardò e
tacque, e poi disse, oh, be’, tanto non c’è niente che tu non possa sapere, e
mi raccontò che era grazie a Ned che il vecchio Ebenezer Byrd aveva
impregnato per la prima volta quella negra che s’era comprato per far
razza; appena gli era entrata in casa, era andato da Sam Martin, perché
quello lì era un suo negro, e per questo lo chiamavano il Ned di Martin, ed
era il più forte loatore della contea, e lui convinse Sam Martin a darglielo
in affio per un mese, e ogni noe lo chiudeva con la negra, e con tuo
che il Ned di Martin era sposato e al principio aveva deo al suo padrone
che lui non ne voleva sapere, be’, di lì a nove mesi quella negra mise al
mondo due gemelli, e il vecchio Ebenezer e sua moglie, raccontava mio
padre, erano fuori di sé dalla gioia, e si facevano in quaro per dare alla
negra tuo quello che voleva, purché avesse abbastanza lae e i bambini
crescessero sani; e uno poi crepò quasi subito, ma l’altro visse, e da lì
cominciò la loro fortuna. Be’, come dico, eravamo tui d’accordo con Phil
White, noialtri, che combaere di Sabbath non era un peccato, se il
nemico ti obbligava a farlo, e quel che era successo al vecchio Jack ci
faceva venire ancora più voglia di dargli dentro agli yankees e affogarli
tui nel fiume; e finalmente quella maina venne l’ordine di meerci in
linea e andare al fuoco, che era già da un pezzo che si sentiva il cannone e
l’urlo degli altri ragazzi che andavano all’assalto, ma a noi, per tua la
fatica che avevamo fao il giorno prima, ci tennero indietro per un po’, ma
poi venne il momento che bisognava buare dentro tuo e verso
mezzogiorno toccò anche a noi, e ci fecero avanzare fino a una radura
dove gli yankees s’erano trincerati quella noe, e noialtri sbucando in
quella radura e prendendo posizione e caricando i moschei si gridava
tui, ricordatevi di Jackson!, e io m’immagino che quel grido lì deve aver
fao gelare il sangue nelle vene agli yankees, ancora di più di quel che
succedeva di solito col nostro grido di guerra; e quella radura era già
cosparsa di morti e feriti, di tui quelli che avevano cercato di prendere
quelle trincee quel maino e non c’erano riusciti; e il generale Rodes
venne fin lì in mezzo a noi a cavallo e disse che ora toccava a noi, il nostro
reggimento e quello del colonnello Ross, che anche quello era tuo
reclutato nella nostra contea e nella contea di Choctaw e nella contea di
Sumter, tua gente delle nostre parti; e infai un po’ più in là nella
boscaglia, mica tanto distante da noi, si sentiva già la voce del colonnello
Ross che arringava il suo reggimento, e lui era uno che la sua voce quando
voleva si sentiva, che prima della guerra era avvocato; e anch’io lo avevo
conosciuto quando citai in tribunale Sam Martin, che i suoi negri avevano
raccolto il cotone anche nel mio campo giù a Sudley Springs, e lo avevano
portato via nei sacchi insieme al loro, che non so proprio come potevano
sbagliare, perché il campo di Sam Martin arrivava fino al vecchio noce, e
non oltre, e non era mica tanto grande, per di più, che tre negri bastavano
a coltivarlo e raccogliere il cotone, e per raccogliere anche il mio devono
aver lavorato mezza giornata in più, e Sam Martin disse che suo figlio Bob
aveva visto passare di lì Debbie Garson, che andava a prendere acqua alla
sorgente, che lì era buona, l’acqua, mica come quella del pozzo che il
vecchio Charlie Garson aveva scavato giù soo casa sua, che era acqua di
palude, e portava la febbre; e così, disse Sam Martin, suo figlio Bob se
n’era andato dietro a Debbie, e s’era divertito con lei lì alla sorgente, e quel
giorno faceva un gran caldo, e lui s’era tirato il cappello sugli occhi e si era
addormentato, e i negri avevano continuato a raccogliere il cotone anche
oltre il vecchio noce. E in questa storia non c’era neanche una parola di
vero. Perché io non ho mai visto dei negri che rimangono senza nessuno
che li sorveglia, e invece di sdraiarsi all’ombra a riposare ci danno dentro a
lavorare e raccolgono il cotone anche dove non devono e dove non è più
terra del loro padrone e loro lo sanno benissimo che non hanno proprio
niente da fare, lì. E Bob Martin mi confessò che non era vero, ma che suo
padre gli aveva deo di raccogliere il cotone anche nel mio campo, che lui
diceva che io avevo spostato la pietra di confine, e che quel campo non
doveva arrivare fino al vecchio noce, ma soltanto al letamaio degli Yocom,
e che lui era stufo di litigare con me, e stavolta me la faceva vedere; e
George Yocom lo sapeva bene, che portava un carro di letame giù al suo
campo oltre il ruscello, e aveva visto i negri lavorare soo il noce e Bob
Martin lì in piedi a sorvegliarli, con un filo d’erba in bocca, questo sì, e
dopo un po’ s’era sdraiato all’ombra, ma era sveglio, credo, disse George
Yocom. E a ripensarci adesso mi dispiace di aver picchiato Sam Martin,
quel giorno, che era vecchio e con me non ce la faceva, e anche di
quell’altra volta che picchiai suo figlio Bob, che era ancora prima della
guerra, e lui quasi non sapeva fare a pugni, e poi fu ammazzato a Malvern
Hill, e suo fratello Bill era già morto a Seven Pines, e Sam Martin restò
solo al reggimento, che ci erano venuti in tre, e in più un negro, che poi
morì già il primo inverno per la febbre tifoide, e quando tornammo a casa
di quei campi non era rimasto niente, solo rovi e gramigna, e la gente
aveva tagliato il noce, che quell’inverno tagliavano qualunque albero pur
di avere un po’ di legna da scaldarsi; e io dissi a Sam Martin, be’, gli dissi,
valeva la pena di litigare tanto? E lui non disse niente e piangeva, proprio
lui, che in vita sua aveva ammazzato più di un uomo; piangeva e io lo
guardavo, lì in mezzo ai rovi, in quello che una volta era il suo campo, e
con i suoi figli morti che non potevano più dargli una mano a rimeersi in
piedi, e i suoi negri che erano scappati chissà dove; e gli ripetei, eh, Sam,
valeva la pena?».
«Solo quando siamo tornati indietro per radunarci intorno alla bandiera
ci hanno deo che padron John era morto, e il reggimento adesso lo
comandava il capitano Creevey, anche se il capitano Pollock era più
anziano, ma lui disse che non se la sentiva, e il capitano Taggart era stato
ferito e altri ufficiali più anziani non ce n’erano, e così il capitano Creevey
prese il comando; e io credo che se il capitano Pollock rifiutò di comandare
il reggimento aveva le sue ragioni, e mi figuro che fu proprio da allora che
prese quell’abitudine di bere, anche se all’inizio non se n’era accorto
nessuno, ma io credo che cominciò proprio allora, e beveva alla sera
quand’era solo nella sua tenda, e poi infai diede le dimissioni mica tanto
tempo dopo e se ne ritornò a casa, e quando ritornai a casa anch’io alla
fine della guerra, lì ormai lo sapevano tui che beveva, anche se nessuno
l’ha mai visto ubriaco fuori di casa sua, ma in casa beveva eccome; e lui, il
capitano Pollock dico, aveva cercato di vendere la sua terra già da un
pezzo, fin dal primo anno di guerra, e il capitano Creevey aveva parlato di
comprarla, ma poi non si misero d’accordo, e quando la guerra finì quella
terra non valeva più niente, e la vendee poi al capitano Creevey nel ’66 o
nel ’67, per tremila dollari, dicevano, una faoria che prima della guerra
ne valeva almeno diecimila; e per un po’ il capitano Pollock e sua moglie,
Miss Rose, e le loro figlie non sposate andarono tui quanti a vivere da
suo cognato, Mr. Robards, su a Milliken’s Bend, e poi lui con quei soldi
riuscì a comprare una casa, che non era grande neanche la metà di quella
dove abitavano prima, mica tanto lontano di qui, a Coldfire Creek, e ci
andarono a vivere e lì Miss Rose si ammalò e rimase ammalata per poco
tempo e alla fine morì, e il capitano Pollock rimase solo con Miss Ella e
con Miss Jamie, le sue due figlie non sposate, e tui sapevano che lui si
aaccava alla boiglia, e quando aveva bevuto le picchiava, specialmente
Miss Ella, e quando poi era sobrio si disperava e promeeva di non farlo
mai più, perché lui era il padre più sincero e affeuoso del mondo, quando
non beveva, e le adorava tu’e due e si ammazzava di fatica per fargli
vivere una vita decente, e più di una volta promise di non bere più, e
riusciva a star lontano dal whiskey anche per tre o quaro seimane, e
bisognava vedere allora com’era fiero, andava in visita e vedeva gli altri
bere e rifiutava, e diceva, no, io i liquori non li tocco, ma poi era più forte
di lui, e tornava a bere; e Miss Jamie alla fine se ne andò di casa e andò a
stare con sua sorella vedova, Miss Edith, giù a Linden, e credo che
lavoravano di cucito e facevano anche le lavandaie, e così vivevano; ma
Miss Ella, lei andava ancora a scuola ed era così aaccata al capitano che
non volle mai andar via di casa, e cucinava per lui e lo teneva sempre
pulito e in ordine, anche se lui quando beveva la picchiava e la cacciava di
casa, che le toccò più di una volta passare la noe fuori nei boschi; e
quando finì il collegio ebbe il primo premio e scelsero lei per leggere il
saggio, o com’è che si chiama, che ci andò tua la contea a sentirla
recitare; e fu poi proprio quell’autunno, sarà stato il ’69 o il ’70, che Miss
Ella si prese la polmonite e in neanche una seimana morì, una ragazza di
sedici anni; e il capitano Pollock oramai era un uomo finito, e mi ricordo
che dicevano che aveva la morte in faccia, ed era stato come una nave
senza timone fin da quando gli era morta Miss Rose, ma ora imbarcava
acqua molto in frea; e prima parlava ancora di vendere la casa e andare a
cercar fortuna in Texas, ma poi smise, e non c’era più niente che lo
interessava, e Miss Jamie tornò a vivere con lui, ma non passò mica molto,
neanche un anno, credo, che lui prese la pistola e si tirò un colpo in bocca,
poveraccio; ma io dico che non era mai più stato lo stesso dopo che aveva
dato le dimissioni dall’esercito e se n’era tornato a casa. E il capitano
Creevey, lui restò con noi fino alla fine, e quando tornammo a casa, io e
Ted Bierrot e Sam Martin e quei pochi che siamo tornati, il capitano
Creevey era l’unico rimasto dei grandi proprietari della contea, e comprò
dal capitano Pollock e si comprò anche la proprietà del colonnello Rogers,
che la sua vedova voleva liquidare tuo e andarsene, e credo che l’ebbe
per un boccone di pane; ma era uno che sapeva fare i suoi affari, il
capitano Creevey, e ancor oggi qui sono i suoi nipoti i padroni di tuo, e la
gente lo rispeava, soprauo chi era stato nell’esercito e lo aveva visto
in guerra; e anche noialtri, io e Ted Bierrot, dico, ci capitò di ritrovarlo
mentre ce ne tornavamo a casa, a piedi, perché in quei giorni le ferrovie
non andavano e non c’era più nessuna autorità nel paese, e decidemmo di
fare la strada insieme a lui, ed eravamo talmente abituati a ubbidirgli che
continuavamo a farlo, anche se naturalmente non c’era più nessun
obbligo; e mica soltanto noi, perché quelle stellee sul colleo le
rispeavano ancora tui, e una volta dalle parti del fiume Chaahoochee
trovammo dei soldati che stavano portando via da una stalla l’ultimo
cavallo che era rimasto a un contadino, e quel contadino quando vide il
capitano Creevey gli chiese per piacere di intervenire, e il capitano
Creevey disse, be’, uomini, cosa state facendo?, e lasciate stare quella
bestia, e tirò fuori la pistola, e quelli là se ne andarono subito senza
protestare, sentendo quel tono, che erano troppo abituati a ubbidire per
rendersi conto che non erano più obbligati; e quando tornammo a casa, fu
il capitano Creevey a radunare tui gli uomini del paese che erano tornati,
e a organizzarli per mantenere l’ordine, perché ci vollero parecchie
seimane prima che tornassero la legge e il governo, e sulle strade e nella
campagna in quei giorni passava di tuo; e anch’io un giorno ero nel mio
campo dietro la legnaia che spingevo l’aratro, con mio fratello Tom e la
sua negra che lo tiravano, perché non c’era rimasto neanche un mulo in
quei giorni, anche se prima di Natale siamo poi riusciti a comprarne uno
da una squadra di cavalleggeri yankee che passavano di lì, che li avevano
rubati chissà dove e avevano frea di darli via, e li davano via per poco; e
mentre ero lì dietro l’aratro, ecco che passa il capitano Creevey, a cavallo,
e con lui due o tre altri ragazzi, tui a cavallo, e il capitano aveva la
pistola, e tui gli altri erano disarmati, si capisce; e in quei giorni si
parlava molto di certe bande di negri che passavano di lì e salivano verso
il Tennessee, in cerca di lavoro, e a volte entravano con la forza nelle
faorie e rubavano e facevano di peggio, e un negro che apparteneva al
vecchio giudice Holmes era arrivato di corsa dal capitano Creevey a dire
che una banda di venti o trenta di quei negri era arrivata a casa del suo
padrone, ed erano entrati in tue le stanze e avevano preso quel che
volevano, e mangiato tuo quello che c’era in cucina, e s’erano fai dare le
chiavi della dispensa e dell’affumicatoio, e avevano portato via tuo; e il
capitano Creevey era venuto a vedere e s’era fao firmare dal giudice
Holmes un mandato di arresto, che poi non valeva niente, perché il giudice
non era più in carica e dall’arrivo degli yankees non aveva più nessuna
autorità, ma il capitano Creevey disse che non importava e se nasceva
qualche guaio se la vedeva poi lui con il comandante degli yankees, e quel
foglio gli serviva comunque per meersi al riparo dai guai, e il giudice lo
firmò e ora il capitano Creevey stava raccogliendo uomini per dare la
caccia a quei negri; e Ted Bierrot mi prese su a cavallo con lui, e qualcun
altro prese su Tom, e poi non ci volle molto per meere insieme trenta o
quaranta uomini, e abbastanza cavalli, muli e asini per montarli tui; e
chissà come saltarono fuori anche parecchie pistole; e poi gli corremmo
dietro tuo il giorno senza raggiungerli, quei negri, ma io credo che si
riseppe subito in giro, che ci eravamo organizzati, e il giorno dopo il
comandante degli yankees andò a trovare il capitano Creevey e si chiuse
con lui nel suo studio e ci rimase un bel po’, e da allora in poi quelle bande
di negri girarono alla larga da Magnolia, e ogni volta che c’era qualche
altro guaio lì da noi, era il capitano Creevey che s’incaricava di meere
tuo a posto. E quel giorno nella radura, quando ci siamo radunati tui
vicino alla bandiera del reggimento, è il capitano Creevey che ha deo, be’,
ragazzi, ora non allontanatevi troppo, ma cercate pure qui intorno, se
trovate da mangiare, e raccogliete i fucili e le munizioni, che c’è ordine di
raccaare tuo quello che si trova; e noialtri abbiamo ispezionato la casa
dei Chancellor, o quel che ne restava, perché erano parecchie ore che
l’artiglieria ci tirava dentro, la nostra, dico, e poi verso la fine anche quella
degli yankees, e con tuo che era una gran bella casa, tua quanta di
maoni, e costruita per durare cent’anni, be’, ormai non ne rimaneva mica
più molto, e il suo giorno del Giudizio l’aveva bell’e incontrato, e per quel
che ne era rimasto, tanto valeva costruirla sulla sabbia; ma certo il vecchio
Chancellor che l’aveva tirata su non s’immaginava che andava a finire
così, e non aveva risparmiato sulla calcina e sui maoni, e doveva aver
fao venire dei carpentieri su da Fredericksburg, per tirarla su a quel
modo, e allora chi poteva immaginare che sarebbe venuta la guerra, e una
guerra come quella, poi? Be’, come dico, della casa ormai non c’era rimasto
più molto, ma soprauo rovine e mozziconi di muri affumicati, e pure il
camino di pietra, sfondato e mezzo demolito, e la volta della cantina
crollata, schiacciando un bel po’ di feriti che avevano portato lì soo al
riparo, e gli altri che erano ancora vivi si lamentavano e chiedevano acqua,
ma di acqua lì non ce n’era; e di sopra abbiamo trovato dappertuo dei
morti coperti di polvere, yankees tui quanti, e qualcuno anche sulla scala
di dietro, che era di legno e chissà come non era bruciata, ma coi gradini
mezzi sfondati dalle granate, e altri cadaveri ancora nel cortile, soprauo
dietro lo steccato, dove gli yankees avevano cercato di difendersi, e i nostri
li avevano spazzati via; e io e Joe McLaughlin abbiamo fao il giro della
casa, cercando se per caso c’era ancora rimasto qualcosa da meere soo i
denti, o magari un barile d’acqua piovana, e lì sul retro proprio nel
sooscala c’era un’altra cantina con la porta sfondata e divelta dai cardini,
e noialtri abbiamo sceso quei tre o quaro gradini e lì la puzza era
tremenda, e si sentivano dei grugniti come d’un branco di maiali, e Joe
McLaughlin ha deo, sta’ a vedere che qui soo c’è il porcile, e magari è la
volta che ci facciamo una bella costolea, eh, Dick?, e quando siamo
arrivati di soo, be’, era proprio il porcile, solo che c’era lì per terra un
altro morto, e tre maiali magri da far paura, mezzo morti di fame pure
loro, che lo stavano divorando, e Joe McLaughlin s’è fao soo e ha
cominciato a colpirli col calcio del fucile, e quelli grugnivano e si
ribellavano, e non volevano mollarlo a nessun costo, quel morto, e
ringhiavano e digrignavano i denti come cani, e allora Joe McLaughlin ha
perso la testa e ha sparato una fucilata in testa al più vicino, e gli altri
hanno cacciato uno strillo da far paura e si sono precipitati fuori, al troo
su per i gradini e poi via nel cortile, e si sono sentiti gli spari di qualcuno
che gli tirava dietro, ma senza beccarli, però, e Joe McLaughlin ha deo, è
per questo che combaiamo? Per farci mangiare dai maiali?, e poi abbiamo
preso una pala abbandonata lì in quella cantina e abbiamo seppellito quel
morto, così mezzo mangiato com’era, e il maiale l’abbiamo lasciato lì, che
nessuno di noi aveva più il coraggio di mangiarselo, anche se io credo che
dopo sarà arrivato lì qualcun altro che non ne sapeva niente, di quel morto
sepolto lì, e allora se lo saranno mangiato senz’altro, quel porco. E poi
siamo usciti e siamo tornati verso la barricata, e c’erano morti dappertuo,
tui yankees e negri, e sulla barricata, invece, soprauo dei nostri, che
erano stati ammazzati mentre la scavalcavano, e non c’era ancora stato il
tempo di seppellirli; e io e Joe ci guardavamo e non dicevamo niente, e poi
abbiamo scavalcato il parapeo e lì dall’altra parte c’erano solo morti dei
nostri, a perdita d’occhio in tua la radura, e i feriti, invece, li avevano già
portati al riparo; e il colonnello Rogers e il colonnello Ross erano proprio lì
ai piedi della barricata, loro e una dozzina d’altri morti, e si vedeva che li
avevano presi per i piedi e per le spalle e ammucchiati uno sull’altro, che
così era più facile seppellirli, e il colonnello Rogers aveva la camicia aperta
sul peo peloso e tuo incrostato di sangue, e anche la barba, tua
incrostata di sangue, e il colonnello Ross era lì con la testa appoggiata alla
sua spalla, e gli avevano chiuso gli occhi a tu’e due, ma aveva un buco
dove gli era entrata la palla nella gola, il colonnello Ross, e uno squarcio
nel cranio dov’era uscita fuori, perché la palla una volta che è entrata
dentro e araversa la carne e l’osso si avvita e si spappola e quando esce
apre una voragine, grande abbastanza da farci passare un pugno; e noi
stavamo lì a guardare e non sapevamo cosa dire, quand’ecco che proprio
dietro di noi sentiamo uno che fa, ehi, ragazzi, per piacere toglietevi di lì,
che dobbiamo lavorare, e noi ci voltiamo e c’era lì un fotografo col suo
aiutante, e stavano piazzando l’apparecchio lì a due passi, e il fotografo
venne lì a guardare quel mucchio di morti e poi disse, ecco, questo qui,
Bill, e l’aiutante venne lì e presero su uno di quei morti, un soldato che
non conoscevo, e doveva essere del reggimento del colonnello Ross, e s’era
presa una palla in pieno peo e non c’era quasi sangue a sporcargli gli
stracci, e quei due lo tirarono per i piedi e lo spostarono un po’ più in là,
proprio soo il parapeo, e poi il fotografo disse, ehi, Bill, va’ un po’ a
prendere quel fucile che abbiamo usato prima, e l’altro girò dietro la
barricata e tornò con un fucile, e il fotografo lo posò per terra vicino a
quel morto, per far credere che era il suo, e poi ci pensò ancora un po’ e
disse no, non va bene, e spostò la testa del morto per meerla più in luce,
e poi andò dietro l’apparecchio e rimase per un po’ a guardarci dentro, e
poi si tirò su e disse, ecco, così va proprio bene. E io gli andai vicino e gli
dissi sul muso, come, va bene?, e lui non disse niente, ma si guardò intorno
come per cercare il suo aiutante, ma intanto anche Joe McLaughlin s’era
fao soo, e io ripetei, come, va bene?, e lui disse, ma noi stiamo solo
lavorando, e perché non ci lasciate in pace, eh, ragazzi?, e Joe McLaughlin
disse a voce bassa, andate via, e non fatecelo più ripetere, e quello
scuoteva la testa, ma poi si strinse nelle spalle e prese su il suo
apparecchio e fece un cenno al suo aiutante e s’incamminarono tu’e due
su per la radura. E io mi guardai intorno: c’era la casa che finiva di
bruciare, il cielo mezzo oscurato dal fumo, e più in là i pini, a perdita
d’occhio. E fino a un momento prima mi sentivo così pieno di furia, e
adesso non rimaneva più niente, di colpo c’era soltanto il vuoto, come
quando l’inondazione si ritira, e rimane solo il fango secco».
La ragazza aveva finito di riordinare i suoi appunti, e ora aveva chiuso gli
occhi. Dentro di sé li rivedeva tui, Dick Stanton e gli altri, grigi e stracciati,
col cappello in testa e il fucile in spalla, marciare ostinati nella polvere,
all’inseguimento di qualcosa che non si era mai lasciato afferrare. E che era
stato meglio non raggiungere, no?, si disse esitante. Deglutì. Certo che era
stato meglio. Com’erano quei versi? Voltati a guardare… no, volgi gli occhi:
volgi gli occhi all’arrogante passato;
volgiti all’inscrutabile fanteria che si leva,
demoni sorti dalla terra – essi non dureranno.
Riaprì gli occhi, vide il vecchio che fissava cupamente nel vuoto e
masticava il suo tabacco con le gengive sdentate, indurite dall’abitudine. Non
dureranno, ripeté trasognata. Ma è troppo facile. Certo, non sono durati, sono
tui sepolti e calcificati, e anche lui presto li raggiungerà. Eppure, quando mi
sono affacciata sull’abisso, ho rischiato di precipitare anch’io. Loro chiamano
da là soo, e allungano le mani, cercano di afferrare chi si sporge a guardare
in giù. La ragazza rabbrividì al pensiero di quell’abisso spalancato, e sentì il
sapore acido della propria saliva, mentre capiva per la prima volta le parole
del poeta:
dobbiamo noi collocare la tomba nella nostra casa?
La vorace tomba?
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