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L’America profonda, bianca, povera, razzista, che il mondo ha visto

balenare nell’assalto al parlamento di Washington, viene rappresentata,


in questo romanzo, nei suoi anni, per così dire, di formazione. Lo
storico Alessandro Barbero torna indietro nel tempo per riportare alla
luce un episodio atroce e simbolico, attraverso la voce di un vecchio
uomo dell’Alabama.
Guerra di secessione americana. Un reduce, sudista, uno sconfitto dalla
vita e dalla guerra.
La studentessa di un college lo stimola a ricordare. Lui non si lascia
pregare, ma divaga, tergiversa, non arriva al punto, e senza volerlo
accresce la curiosità sull’episodio di sangue perché preferisce riportare,
nel linguaggio figurato del suo ambiente, le premesse nelle esistenze
della gente che l’hanno reso possibile e lo spiegano.
Una miriade di storie e personaggi intorno a quella guerra che causò più
morti americani di tutte le guerre. Un pennello semplice, feroce e
nostalgico dipinge tutta la società che i Confederati volevano
anacronisticamente conservare. Fondata inseparabilmente sullo
schiavismo, un tipo di rapporto di sottomissione che modella tutto il
resto. Di cui tutto trasuda.
Ozioso e stanco, innamorato di sagome alla Mark Twain sulle rive del
grande fiume, il reduce rende l’immagine di un organismo sociale
complesso, non privo di un comunitarismo rassicurante ma che reagisce
in modo violento alla diversità; una gerarchia paternalistica che produce
un senso di giustizia impotente, istintivo e frustrato; l’influenza
invadente di piccole chiese identitarie e fondamentaliste che
comandano intolleranze elementari; la diffidenza verso la riflessione,
l’indifferenza di fronte alla violenza; un erotismo del tutto corporale.
Così come una favola elaborata, Alabama porta alle divisioni dell’oggi,
nella maniera di Alessandro Barbero che sa dare alla storia l’andamento
di un romanzo e alle narrazioni la precisione della conoscenza.

Alessandro Barbero, nato a Torino nel 1959, è professore ordinario


presso l’Università del Piemonte Orientale a Vercelli. Studioso di storia
medievale e di storia militare, ha pubblicato fra l’altro libri su Carlo
Magno, sulle invasioni barbariche, sulla battaglia di Waterloo, fino al
recente Dante (2020). È autore di diversi romanzi storici, tra cui: Bella
vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Premio Strega 1996) e Le
Ateniesi (2015). Con questa casa editrice ha pubblicato Federico il
Grande (2007, 2017) e Il divano di Istanbul (2011, 2015).
La memoria

1195
DELLO STESSO AUTORE

Il divano di Istanbul
Federico il Grande
Alessandro Barbero

Alabama

Sellerio editore
Palermo
2021 © Sellerio editore via Enzo ed Elvira Sellerio 50 Palermo
 
 
e-mail: info@sellerio.it
www.sellerio.it
 
 
Fotografia dall’Archivio Alamy. © Vintage
Images/Alamy Stock Photo.
 
 
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
 
 
EAN 978-88-389-4209-9
Alabama
1

«Se me lo ricordo? Eh, direi che me lo ricordo. Non mi sono mica


bevuto il cervello in tui questi anni, nossignora, non io. Me lo ricordo
benissimo. Stavo leggendo il giornale, e mi rammento anche quale,
l’Araldo di Richmond, proprio così; non ho mai più visto tante bugie
stampate su un foglio di carta, da allora. Me ne stavo lì seduto su una
cassa di gallee, e leggevo il giornale; c’era Joe McLaughlin, e forse
qualcun altro, ma quelli non me li ricordo, invece di Joe McLaughlin me ne
ricordo eccome, che ci meerei la mano sul fuoco. Stava lì seduto, anche
lui, su un’altra cassa di gallee; ne avevamo un mucchio di quelle casse,
allora, col loro bravo marchio, U.S. Army, perché qualcuno le aveva fregate
agli yankees, un intero convoglio. Chi non l’ha mangiata, la gallea degli
yankees, non può sapere che cos’era. Pietra o maone, ecco cos’era.
Bisognava lasciarla a bagno nell’acqua, e poi friggerla nel grasso, prima di
assaggiarla, e anche così, se non stavi aento, ci lasciavi i denti. Eppure
quando ce n’era la mangiavamo eccome! Be’, comunque, noialtri ce ne
stavamo lì seduti sulle casse, io leggevo, e Joe McLaughlin ascoltava; non
sapeva leggere, lui, e quanto a scrivere, arrivava giusto a scarabocchiare il
suo nome, quando prendeva la paga. Che poi non capitava mica tui i
mesi, anzi; e c’è chi in tua la guerra la paga l’ha vista due o tre volte, e
non di più; e anche noi, allora, era già un bel po’ di tempo che non la
vedevamo, da prima dell’inverno; e sì che ci poteva far comodo qualche
dollaro da mandare a casa, e più di tui a Joe McLaughlin, che mentre lui
era lì a fare la guerra, non lo so com’è che i suoi non son morti di fame
tui quanti. Eppure non ha mai deo, ehi, potevo restarmene a casa, come
certi altri che lo ripetevano tue le sere intorno al fuoco, nossignora, non
lui; era uno che quando aveva deciso una cosa, era difficile smuoverlo, Joe
McLaughlin, e lui era stato uno dei primi ad arruolarsi, quando padron
John, il colonnello Rogers voglio dire, cominciò a reclutare il reggimento; e
già prima, quando aveva bisogno di braccianti bianchi, per qualche lavoro
che non si poteva lasciar fare ai negri, padron John lo mandava sempre a
chiamare, e alla fine gli pagava qualcosa in più, e gli diceva: prendi, Joe,
per i tuoi bambini. Ne aveva sei, il vecchio Joe, e non un paio di scarpe fra
tui loro. E quella volta, quando padron John mandò a dire a tui quanti
giù in paese di trovarsi la sera a casa sua, be’, c’era lì da noi qualcuno che
aveva leo i giornali, e sapeva quel che stava succedendo, ma anche tanti
che volevano solo farsi una bella bevuta, e se ne fregavano del vecchio
Abe Lincoln lassù a Washington, e di tua la sua cricca; ma Joe
McLaughlin venne col vestito buono, quello che meeva per andare in
chiesa la domenica, e le scarpe appese al collo per non sciuparle; e col suo
vecchio schioppo a tracolla, che usava per andare a caccia, e lui inchiodava
un ’possum sul tronco di un albero a venti passi di distanza, che un altro,
con quel ferrovecchio, non ci prendeva neanche una vacca, credo. Il
vecchio Joe se ne arrivò col vestito della festa, e aveva ragione perché era
davvero una festa, quella sera, a casa del colonnello Rogers; e avevano
aperto tre boi di whiskey, e tui bevevano e cantavano, che ci sentivano
fino su a Linden, e ancora più in là; anche ai negri avevano distribuito da
bere, nelle baracche, e loro cantavano più forte di tui. Eccomi qui, disse
Joe McLaughlin, e qualcuno disse: come, Joe, vuoi andare a fare la guerra
con quello schioppo lì? Be’, protestò Joe, nessuno può dire che il mio
moscheo non va bene per fare la guerra; uno yankee, credo, è più grosso
di un ’possum, e anche meno furbo. E Mr. Rogers rise e disse, va bene, Joe,
sono contento che sei dei nostri, e poi alla prima occasione lo fece
caporale. E insomma, come dico, noialtri quel giorno stavamo lì a leggere
la gazzea, e a masticare tabacco, e quando sputavamo era sempre alla
salute di quei giornalisti di Richmond, che a dar rea a loro, pareva d’aver
già vinto la guerra. Era una bella giornata, c’era il sole e faceva caldo; il
fiume era giallo, e così placido che sembrava la palude di Okawauga, e
quasi quasi mi aspeavo di vedere a pelo d’acqua fra le canne il muso d’un
alligatore, che dalle nostre parti in una giornata così quelli cominciano a
meere il naso fuori, per vedere se è proprio finito l’inverno. E lì al campo
i negri avevano fao il bucato, e ora appendevano i calzini e le camicie per
asciugarli al sole; avevano tirato una corda fra le baracche, e non c’era
mica bisogno di tanto spazio, perché nessuno di noialtri aveva più di due
camicie, una addosso e una di ricambio, e magari due o tre paia di calzini.
Il colonnello Rogers, be’, lui quando era partito da casa se n’era portata
una dozzina, di camicie, con sopra le sue iniziali, e credo che gliene restava
ancora qualcuna; ma il suo domestico gli faceva il bucato per conto suo e
lo stendeva ad asciugare dietro la casa, non lo mescolava mica col nostro.
Che anzi, quando Bob Billings cominciò a seminare zizzania, brontolando
che dovevamo deporre il colonnello Rogers e gli altri ufficiali, e nominare
degli ufficiali nuovi, baeva proprio su questo chiodo: che il colonnello se
ne stava troppo per conto suo, e non si mescolava con noialtri, che ci
traava come dei poveracci, e che questo non era un reggimento
democratico. Lui, Bob Billings, era d’accordo con quelli della contea di
DeKalb, e ci scommeo che voleva far eleggere colonnello il capitano
Buckley, e non ci voleva mica tanto per capirlo, nossignora. Perché
bisogna sapere che questo Buckley era un padrone di segherie, lassù in
montagna, e prima della guerra si era presentato alle elezioni dello Stato, e
padron John aveva deo che se qualcuno lo votava, poteva anche
traslocare e andare a vivere in qualche altra contea, che nella contea di
Marengo ci pensava lui a fargli trovar lungo; e fao sta che Mr. Buckley da
noi non ebbe nemmeno un voto, e non fu mica eleo, ma se la legò al dito.
E Bob Billings, lui voleva diventare ufficiale, aveva quella smania che lo
rodeva, e ci aveva già provato alla prima elezione, quando avevamo
nominato il colonnello Rogers: si capisce che se invece usciva il capitano
Buckley, uno degli ufficiali della compagnia G diventava capitano al suo
posto, e si liberava una piazza, e lui ci aveva messo su gli occhi, Bob
Billings. Ma Joe McLaughlin disse che il colonnello non era mica abituato
a vivere come noialtri, e che a lui andava benissimo così, e se qualcuno
osava ripetere che il nostro non era un reggimento democratico, be’, gliela
faceva vedere lui, che non c’era un reggimento più democratico in tuo
l’esercito, e per quanto lo riguardava, padron John era l’unico colonnello
per cui voleva votare finché campava; e Bob Billings tacque, e andò a
seminar zizzania da qualche altra parte, ma non trovò nessuno disposto a
dargli rea, e anche quelli di DeKalb alzarono le spalle e non ci pensarono
più; e io scommeo che il colonnello Rogers sapeva tuo, ma non disse
nulla, e poi Bob Billings fu ammazzato a Malvern Hill, e il capitano
Buckley si prese la febbre del campo, e lo portarono all’ospedale e poi si
seppe che era morto anche lui, e la cosa finì lì. Ma non ho ancora deo il
meglio, che quando Joe McLaughlin fece quel discorso, e non aveva mai
parlato così tanto tuo di seguito in vita sua, che alla fine non aveva più
fiato e stava lì a bocca aperta, Loosh, il domestico del colonnello, agitò il
cappello e disse: Evviva, padron McLaughlin! E il vecchio Joe, be’, era la
prima volta che lo chiamavano così, che di solito i negri quando lo
incontravano tiravano dirio e non si toglievano nemmeno il cappello, e
ce n’era pure qualcuno capace di sputare e borboare fra i denti, bah,
spazzatura bianca!, e lui li odiava, i negri, se mai c’è stato un uomo
contrario ai negri era Joe McLaughlin; eppure era così contento che disse:
evviva, Loosh! E Bob Billings se ne andò brontolando, e Loosh si rimise a
pelare patate dolci, che era poi quel che stava facendo quando tuo quanto
era cominciato. Bene, quel giorno noialtri stavamo lì a leggere l’Araldo di
Richmond e a riscaldarci al sole, perché l’inverno non era mica stato facile,
nossignora, anche se io mi ero tagliato un cappoo in una vecchia coperta
da cavallo, ma si sa che ai cavalli e ai muli non serve molto per scaldarsi;
per i cristiani ci vuol altro. E io gli dissi, a Joe McLaughlin: ehi, Joe, gli
dissi, guarda un po’ che bel sole, direi proprio che è arrivata la primavera.
E allora?, rispose lui. Be’, dissi, mi sa che gli yankees la finiranno di
lasciarci tranquilli, che quando arriva la primavera loro si svegliano. Come
i serpenti, disse Joe; e ci meemmo tui a ridere. E proprio allora arriva lì
il sergente Winthrop, e ci fa ehi, ragazzi, è arrivato un convoglio di
vestimenti, andate un po’ a prendervi quel che vi serve. E noi credevamo
che erano carri fregati agli yankees, e invece era tua roba nuova,
fabbricata nella Confederazione, e quando arriviamo davanti alla baracca
della fureria i ragazzi erano già tui lì che pestavano la polvere,
aspeando di vedere cos’era arrivato; ed ecco che dalla baracca esce Dave
Jones, portando sul braccio due camicie e un paio di mutande lunghe, e
dice, ehi, gente, guardate un po’ cosa vi manda il caro vecchio governo; e
noi ci affolliamo tui intorno a lui, che era entrato per primo, e le camicie
erano di filaccia, ma la più a buon mercato che si può avere, e d’un
giallastro che da solo faceva capire la caiva qualità del cotone con cui
erano state fae, e le mutande non erano meglio. E qualcuno dice: ehi,
Dave, ma perché hai preso quella roba lì, noi non ne abbiamo mica
bisogno di camicie e mutande, che ce le manda la gente da casa, mi pare. E
Dave fa: ehi, ragazzi, si capisce che questa roba non voglio mica
meermela, preferisco quella che mi ha fao mia moglie con le sue mani,
ma questa gliela mando a casa, che possono tagliarla e fare della
biancheria per i bambini; mi pareva un peccato non prenderla, che costa
così poco, e quella che ci mandano da casa a loro gli costa di più. Già, era
uno che sapeva risparmiare, Dave Jones, e mentre lui se ne va con la sua
roba gli altri, che volevano già andarsene a mani vuote, e anzi qualcuno
parlava già di protestare, perché ci mandavano della robaccia simile, che
andava giusto bene per i negri, e anche lì c’era da discutere, perché ho
visto dei negri di cià che della roba così non se la meevano addosso di
sicuro; be’, ora erano tui convinti, e entravano a comprarsi le camicie e le
mutande, per mandarle alla gente laggiù a casa. E qualcuno disse a Phil
White, ehi, Phil, gli dissero, ecco qualcuno che ha più senso degli affari
persino di te, Phil White; perché lui si faceva chiamare Phil, soltanto Phil e
in nessun altro modo, e io all’inizio credevo che si chiamava Philip, perché
non era della nostra contea di Marengo, ma di Escambia, credo, e io prima
della guerra mica lo conoscevo, non conoscevo proprio nessuno, nella
contea di Escambia, e nemmeno c’ero mai stato. Credevo che si chiamava
Philip, e l’ho creduto fino al giorno del giuramento, il secondo, dico,
quando l’anno di arruolamento è scaduto, e tui quanti abbiamo firmato la
rafferma, per tre anni, o per la guerra, se durava di più; diceva proprio così
il bando, me lo ricordo benissimo, e poi è ancora durata tre anni per
davvero. Credevo che si chiamava Philip, e invece quando è stato il suo
turno per giurare il capitano Pollock ha chiamato White, Philemon White,
ed è così che si chiamava, Philemon, e ancora non so dove l’avevano
trovato, i suoi vecchi, un nome così, che nella Bibbia non l’ho mai
incontrato, e sì che l’ho lea e rilea. Be’, mentre Dave Jones se ne andava
con le sue compere soobraccio qualcuno disse, ehi, Phil, ecco lì uno più
furbo di te, mi pare; perché questo Phil White era un grande uomo d’affari,
e aveva rivestito tua la compagnia. La cosa era andata così, che un bel
giorno gli era arrivato un pacco da casa, e tui quanti noialtri da un bel
po’ non ricevevamo pacchi, e avevamo dimenticato il sapore dei biscoi di
granturco e della marmellata di more; e perciò tui gli sfaccendati del
reggimento erano venuti lì a guardare Phil White che apriva il suo pacco,
ma rimasero a bocca asciua, perché dentro non c’era mica roba da
mangiare, ma una divisa completa, tessuta in casa, e perfino un paio di
scarpe. Ora a quel tempo parecchi ragazzi giravano con le scarpe sfondate,
e qualcuno proprio a piedi nudi, e quanto ai pantaloni, da quelli potevi
riconoscere il grado d’un uomo: un buco voleva dire il capitano, due buchi
il tenente, e se erano sfondati del tuo, allora c’era dentro un soldato
semplice. E chi poteva li raoppava con avanzi di stoffa grigia o bruna, se
ce n’era, ma poi con quel che capitava, magari anche un vecchio
fazzoleo; e un giorno George Yocom si presentò all’appello del maino
con un bel cuore scarlao cucito al fondo dei pantaloni. Agli altri non
parve vero di far meglio di lui, e c’era chi si tagliava la sua pezza a forma
di aquila, o di vacca, o di cannone; che portare una semplice, onesta pezza
quadrata pareva un disonore. Finché anche Dave Jones non si sfondò i
pantaloni, e aspeando quel giorno s’era già procurato un bel pezzo di
flanella rossa, e si chiuse nella sua baracca a raopparli, e quando uscì
fuori aveva cucito su una chiappa Cupido con l’arco, e sull’altra un cuore
trafio da una freccia, e si capisce che nessuno poteva inventare niente di
meglio, e così la gara finì lì. Be’, proprio quel giorno io e Dave Jones e
Rufus Byrd stavamo di piccheo al fiume, e dall’altra non ti arrivano tre o
quaro cavalleggeri yankee, a far bere i loro cavalli? A quella distanza,
può darsi che magari Joe McLaughlin li beccava, ma noi no di certo, e poi
non avevamo voglia di sprecare la polvere; invece cominciammo a
prenderli per il culo, e loro pure, ed erano delle lingue lunghe, soprauo
un tale con i capelli rossi, che parlava con un accento irlandese, spesso
come un maone. Finché Dave Jones si gira, e loro ti vedono quelle toppe
rosse, e addio, bisognava sentirli, soprauo l’irlandese; e a dar rea a
loro, pareva che in tua la Confederazione non c’era più un soldato con la
divisa senza raoppi, per non parlare delle scarpe, e dei cappelli; non gli
andava bene niente. E Dave Jones, lui pure non aveva peli sulla lingua, e
così si mee a strillare: Siete proprio dei cretini. Non pensate mica che ci
meiamo il vestito buono per venir qui ad ammazzare cani? E intanto i
loro cavalli avevano bevuto, e così hanno cominciato a risalire la scarpata,
e se ne sono andati, gli yankees; e gridavano ancora qualcosa, ma non
abbiamo capito. Be’, come dicevo, quando Phil White aprì il suo pacco,
tui stavano lì con tanto d’occhi, e lui tirava fuori un capo dopo l’altro, e
se li provava; e il bello è che lui ne aveva meno bisogno di tui, che aveva
sfilato le braghe e le scarpe a un ufficiale yankee, a Gaines’ Mill, e in
mezzo a noialtri con le pezze al culo pareva un signore. Alla fine tira fuori
dal pacco una cravaa, e tui si meono a ridere, perché di cravae, da
noi, non se ne vedevano più da un pezzo, che nemmeno il colonnello
Rogers la meeva; e Philemon White dice, ehi, ragazzi, questa cravaa la
rimando a casa, dice, perché voialtri siete troppo rozzi per apprezzarla, ma
il resto, se qualcuno vuol fare l’affare, sono pronto a vendere tuo. E riuscì
davvero a vendere tuo quanto, la giacca e i calzoni, le scarpe e le
mutande lunghe, e poi contava e ricontava, e aveva messo insieme
sessantun dollari; e io non avevo mai visto tanti soldi uno sull’altro, e così
quella sera passai dalla sua baracca, per vedere se magari non gli andava
di fare una partita, e giocarseli, quei quarini, e lui era lì con la candela
accesa, e scriveva a casa: scriveva di mandargli altra roba, ma soprauo
calzoni e mutande e camicie, che magari diventava ricco, e se potevano
cucirne un bel po’, di non mandarli affao, ma scrivere al reggimento, che
lui così si faceva mandare a casa col foglio di viaggio, a prelevare il carico.
E com’è vero Dio, andò proprio così, ed è grazie a lui che la nostra
compagnia, quando entrò nel Maryland, non era conciata da arrossire,
come le altre; poi, be’, quando tornammo indietro avevamo tui scarpe
yankee ai piedi, e Joe McLaughlin aveva buato via il suo schioppo e
preso un moscheo rigato, e Rufus Byrd e George Yocom li lasciammo là,
seppelliti sulla riva d’un fiumiciaolo disgraziato, loro e non so quanti
altri; ma più degli yankees che dei nostri, però».

Il vecchio chiuse gli occhi e tacque. Il cigolio della sedia a dondolo continuò
ancora per qualche istante prima d’interrompersi. La ragazza finì di prendere
un appunto sul quaderno e rimase in aesa; ma il vecchio seguitava a tacere.
Sta’ a vedere che s’è addormentato, pensò; di certo non è abituato a questi
sforzi, scommeo che se ne sta giornate intere senza parlare con nessuno. Dal
tavolo dov’era seduta, non riusciva a guardarlo in faccia, ma vide che il
cappello gli era scivolato sugli occhi e l’ombra della falda lo nascondeva fino
al mento. Da quelle parti i contadini tenevano il cappello ben piantato in
testa anche in casa e in automobile; certo, pensò, è l’ultima cosa che si levano
prima di andare a dormire, e chissà se li seppelliscono col cappello! Magari
dovrei svegliarlo, ragionò innervosita; io non posso mica restare più di due o
tre giorni, e il tempo passa in frea. Lui ha tuo il tempo che vuole, ma io
no! Poi ricordò quanti anni aveva l’uomo, e vide che semmai avrebbe dovuto
essere il contrario; ma in qualche modo sapeva che era proprio così, il vecchio
ormai aveva tuo il tempo che voleva, toccava a lei fargli frea. Proprio in
quel momento riprese il cigolio della sedia, e il vecchio ricominciò a
raccontare, come se non si fosse nemmeno accorto d’essersi interroo. Meno
male, è ripartito, pensò la ragazza. Ma quei negri? Riuscirò a farlo parlare di
quei negri?
2

«Che alla fine la perdevamo, la guerra, non c’era mica nessuno allora
che poteva pensarlo. Noialtri eravamo sicuri di vincerla, come che c’è Dio
su in cielo. Ce lo dicevamo sempre, la sera aorno al fuoco. Mangiavamo
granturco, le pannocchie abbrustolite, e nient’altro: già, proprio così, molte
volte nient’altro. Pannocchie coe alla fiamma, avvolte nelle foglie, che
poi crepitavano e si sbriciolavano, quando le addentavi. Be’, mica sempre,
si capisce. alche volta avevamo anche pancea, e fagioli, e quando il
fumo del lardo frio saliva dalla padella, bisognava vedere i negri come
spalancavano gli occhi, e stavano lì ad annusare, aspeando il loro turno.
Ho sentito dire che c’è qualche religione, una falsa religione, voglio dire, i
mussolini, o come li chiamano, che non mangiano il porco. E nemmeno i
giudei, già che ci penso, mangiano il porco, proprio come dice nella Bibbia.
Ma quelli devono essere mai, perché non c’è niente come il porco, dico
io, soprauo quando hai mangiato granturco per tre giorni di seguito.
Così sedevamo lì, masticando, e ci dicevamo che poi alla fine vincevamo.
Non poteva mica andare a finire diversamente, col vecchio padron Robert
che ci comandava, voglio dire il generale Lee, che Dio l’abbia in gloria; li
facevamo correre, gli yankees, alla fine, questo lo sapevamo tui. E
accidenti, se li abbiamo fai correre! Non eravamo pane per i loro denti,
posso ben dirlo. Prima della baaglia li facevano ubriacare, e allora, si
capisce, pure loro combaevano, e si facevano ammazzare come chiunque
altro; ma con noialtri non ce la facevano. E s’è visto anche allora, nella
foresta di Wilderness, quando abbiamo ribuato nel fiume il vecchio Joe
Hooker; è di quella volta lì che voleva parlare, non è vero? E io me la
ricordo benissimo. el giorno ero lì che me ne tornavo alla mia baracca,
dopo aver comprato le camicie e le mutande del governo, e cercavo di
sbrigarmi, che il cielo s’era già rannuvolato un’altra volta e tirava un’aria
fredda e minacciava pioggia; perché il clima lì in Virginia era fao così, e
m’immagino che sarà rimasto tale e quale anche adesso, e certo son
faccende che anche volendo non ci si può far niente, ma a me non
piacerebbe mica abitare in un posto così; nossignora, io preferisco abitare
in un posto dove quando deve fare caldo, fa caldo, e il sole crepa le zolle e
matura il granturco e il cotone. E mentre me ne andavo col naso per aria e
guardavo quel cielo gonfio di pioggia, per poco non vado a sbaere in Mr.
Sweeney, il famoso suonatore di banjo del generale Stuart; che lo
conoscevano in tuo l’esercito, e quando lui la sera vicino al fuoco
cominciava a toccare le corde e suonava, magari, “Dixie”, o “I vecchi giù a
casa”, o “Dolce Evelina”, pian piano arrivava lì la gente da tuo il campo,
ad ascoltare. E io gli volevo dire, be’, Mr. Sweeney, ancora tanti
complimenti, che ieri sera ci tenevamo tui quanti la pancia dal ridere;
perché la sera prima i ragazzi avevano messo su uno speacolo di
menestrelli, lì al campo; a quel tempo ci piaceva tanto, lo speacolo dei
menestrelli, tui mascherati da negri, e parlavano come i negri, e se ne
facevano dappertuo, nelle cià e anche in campagna, ma adesso non li
fanno più; e Sweeney era salito sulla scena col banjo, a suonare “Old Bob
Ridley”, e con lui c’era tua la famiglia Ridley proprio come nella canzone,
e salivano sulla scena uno dopo l’altro, quando lui li chiamava, e
entravano nel girotondo, tui ragazzi mascherati, colla faccia tinta di
nerofumo; e avevo appena cominciato a raccontargli quanto c’eravamo
divertiti, ma lui non mi lascia parlare e fa, senti, ragazzo, mi dispiace ma
non ho tempo da perdere, e anche tu, se vuoi darmi rea, è meglio che vai
a casa e incominci a preparare la tua roba, perché ho idea che domani ci
meiamo in marcia. E io, se era un altro a darmi una notizia del genere, gli
dicevo ma va’, amico, raccontala a un altro, che ancora non si è visto
neanche un po’ di movimento, di là dal fiume; ma Sweeney doveva
saperlo, che stava sempre col generale Stuart, e così gli dissi, be’, Mr.
Sweeney, se lo dice lei sarà così senz’altro, ma potrei sapere cosa succede?
E lui mi dice, senti, ragazzo, com’è che ti chiami? E io gli faccio, Dick,
signore, mi chiamo Dick, Dick Stanton; e lui mi fa, be’, Dick, mi fa, poco fa
è venuto da noi il vecchio zio Robert in persona, e son rimasti più di
un’ora a discutere, lui e il generale; e poi, mentre padron Bob rimontava a
cavallo il generale Stuart ha deo, dal vecchio Joe Hooker questa non me
l’aspeavo, e padron Bob si è lisciato la barba e ha deo, non dobbiamo
soovalutarla quella gente, generale, ma vedrà che Dio ci aiuterà anche
questa volta; e, Dick, io credo che gli yankees questa volta ci hanno
fregati, e ci hanno fao qualche scherzo che non ce lo aspeavamo;
secondo me, e ricordati quel che ti dico, vedrai che avranno passato il
fiume da qualche parte, su a monte, e presto qui farà molto caldo. E io me
ne ritornai alla mia baracca e più ci pensavo, più mi convincevo che quello
Sweeney aveva ragione, e se davvero gli yankees avevano passato il fiume,
di sicuro stanoe o domaina arrivava l’ordine di meerci in marcia, e
così decisi di cominciare a preparare il sacco; e la prima cosa che mi capitò
in mano fu il mazzo delle carte, che non le avevo più toccate da quella
volta che ero andato a proporre la partita a Philemon White. Io, allora, non
lo sapevo che lui non giocava a carte, e neanche a dadi, e non beveva; non
era della nostra contea, l’ho già deo, era di Escambia, e prima della
guerra chi l’aveva mai visto? Ma quando gli proposi la partita saltò su,
come uno che s’è visto entrare in casa un serpente velenoso, invece che un
mazzo di carte unte e bisunte. Va’ via, mi dice; va’ via con le tue carte; e
anzi senti, fratello, bruciale, rimandale là da dove sono venute, prima che
facciano bruciare anche te. Io, subito, m’ero messo a ridere, perché non ero
mica tanto di chiesa, quand’ero partito per la guerra, con tuo che mio
padre e mia madre mi avevano allevato da cristiano, ed erano vissuti e
morti da buoni baisti, tu’e due; ma quelle parole di quel Philemon
White m’erano rimaste dentro, e quand’ero tornato nella baracca le carte
le avevo lasciate in un angolo, e poi non m’era più capitato di riprenderle
in mano; e adesso, mentre ero lì a preparare il sacco, quel mazzo mi
sembrava sempre di più una tentazione di Satana, e mi pareva addiriura
di vederlo muovere, e aggrovigliarsi proprio come un serpente; il crotalo
fa così, quando raccoglie le forze per saltare, e io l’ho visto spesso, che
dalle nostre parti d’estate ne sbucano fuori tanti; e tu’a un trao mi feci
coraggio, e lo presi con due dita e lo buai nel fuoco davvero, e lì si
torceva e sfrigolava, proprio come fa un serpente quando lo bui nel
fuoco. Ed ero tuo sudato e mi tremavano le mani, e mi venne in mente di
andare un po’ in cappella a pregare, anche se quell’abitudine non ce
l’avevo mai avuta; e noi lì al campo avevamo una cappella che la domenica
ci entrava tuo il reggimento, a sentir predicare il nostro cappellano, il
reverendo Witherspoon, e chi non trovava posto si arrampicava anche sul
teo, e i negri se ne stavano sulla porta, e poi chissà come riuscivano
sempre a entrare, e si affollavano negli ultimi banchi. Perché il dr.
Witherspoon era un uomo di Dio se mai ne ho conosciuto uno, niente a
che fare col vecchio Ebenezer Byrd che predicava qui da noi a Magnolia
nella chiesa metodista; e quando aveva cercato dei volontari per fabbricare
la cappella, anche qualcuno che non era mai entrato in chiesa in vita sua
s’era rimboccato le maniche, e se n’erano andati a tagliar tronchi nella
foresta, e prima di sera la cappella era già tirata su. Be’, per farla breve,
quel giorno smisi di preparare il sacco e me ne andai alla cappella, e
c’erano lì parecchi uomini inginocchiati a pregare il Signore, ognuno per
conto suo, che non si sentiva una parola; e mentre me ne stavo lì, con una
gran voglia di fare come loro, ecco che entra nella cappella il reverendo
Witherspoon, e viene drio da me, e mi stende la mano e fa, be’, Dick,
sono contento di vederti qui. Be’, signore, dico, io qui ci vengo come
chiunque altro, dico. E lui mi squadra ben bene, accarezzandosi la barba, e
poi dice, stammi a sentire, Dick, dice, io lo so che tu sei un buon cristiano
come chiunque altro, e qui siamo tui buoni cristiani, bravi ragazzi e bravi
padri di famiglia, ognuno come il Signore ha voluto; ma tu non ti sei
ancora arruolato per davvero soo la bandiera della Croce. Come, dico io,
facendo finta di non capire, mi sono arruolato eccome, la prima volta per
un anno, e la seconda volta per tre anni, o per la guerra; e volevo anche
dire che combaevo eccome soo la bandiera della Croce, perché sulla
nostra bandiera di guerra c’era proprio la croce, e io soo quella bandiera
lì ne avevo già morse di cartucce; ma allora Dio ha cominciato a parlarmi,
e ho capito che quel che stavo per dire era una bestemmia e una profanità,
anche se con questo non voglio portare offesa alla vecchia bandiera,
nossignora; ma mi è mancato il coraggio, e il reverendo Witherspoon se
n’è accorto. Dick, ha deo, Dick Stanton, non è di quell’arruolamento che
ti parla il Signore, e non di quella bandiera; tu ora sei perplesso, e non vuoi
ascoltare il tuo cuore, ma se vorrai trovare conforto e incoraggiamento,
ascolta la benedea parola di Dio. Di’ un po’, ce l’hai una Bibbia nel tuo
sacco? E io mica ce l’avevo, e ringrazio il Signore di avermi risparmiato la
vergogna di qualcun altro, che partendo da casa, le sante mani di una
mamma o di una moglie cristiana gliel’avevano messa nello zaino, ma poi
alla prima marcia l’aveva buata via; e a dire le cose come stanno, bisogna
aver marciato nella polvere su quelle strade della Virginia, per capire cosa
voleva dire portarsi un peso in più nello zaino, e insomma è un fao che
dopo aver buato via padelle e cartuccere, e pistole e coltelli e cappoi e
borracce per marciare più leggeri, tui quanti alla fine avevano buato via
anche le loro Bibbie. Ma io non ce l’avevo per niente, la Bibbia, perché
prima di partire non ero mica tanto religioso; e il dr. Witherspoon
continua: ma tu, Dick, ci credi nella potenza di Dio? E io gli dico, sul mio
onore, signore, sono nato da un padre e una madre cristiani, credo; solo
che non sono tanto di chiesa, ecco tuo. E il dr. Witherspoon mi prende
per un braccio, e mi mostra la cappella, con tue quelle persone
inginocchiate lì nell’ombra a pregare; e mi fa: guarda un po’ lì, Dick, i tuoi
fratelli cristiani: quelli son tui fratelli che come te s’erano smarriti, e ora
hanno ritrovato il Signore, e hanno voluto diventare membri della nostra
chiesa; e i loro nomi sono tui scrii nel libro, e credimi, il Signore quel
libro si ricorderà anche lui di leggerlo, al momento buono. E, Dick, pensa
che consolazione sarà a casa tua, se potrò scrivere a quella brava gente,
laggiù, che pensa a te giorno e noe, se potrò scrivergli che Dick Stanton è
diventato un vero cristiano, e s’è arruolato soo la bandiera della Croce. E
siccome non dicevo niente, il dr. Witherspoon mi fa, be’, Dick, non voglio
mica che ti decidi adesso, e ora credo che per me è meglio andare, perché
ero entrato qui solo per parlare un momentino col Signore, ma invece ho
parlato con te, e credo che il Signore non sarà dispiaciuto che l’ho fao
aspeare; ma ora devo andare, che i ragazzi mi aspeano, e abbiamo la
classe di aritmetica; ed era proprio vero, perché al dr. Witherspoon non gli
pareva mai di darsi da fare abbastanza, e per tuo l’inverno aveva
insegnato aritmetica a due o tre classi, e a quelli che ce la facevano gli
insegnava il francese, e se qualcuno ne aveva bisogno gli insegnava pure a
leggere e scrivere; che anche Joe McLaughlin aveva parlato di andarci, ma
poi gli dissero che il dr. Witherspoon insegnava a leggere anche ai negri, e
allora Joe McLaughlin disse che lui era troppo vecchio per imparare a
leggere, e se ne andò scrollando le spalle; e non era mica vero che il dr.
Witherspoon insegnava ai negri, ma l’aveva inventato per scherzo Nick
Freeling, e Joe McLaughlin ci aveva creduto. Be’, comunque, lui se ne stava
già andando, e io dico, sono contento che ho parlato con lei, signore, e lui
mi dice, Dick, sono contento anch’io, e, Dick, aspea un po’ qua, che torno
subito, e se ne va nella stanza dietro la chiesa, dove teneva i suoi libri, e lì
c’erano già i ragazzi che lo aspeavano per la lezione di aritmetica; e
subito torna e mi dà un libro, e io prima ancora di aprirlo vedo che è una
Bibbia, ma stampata mica tanto bene, e la carta non so con che cosa
l’avevano fabbricata, e non poteva costare più di venti centesimi; e il dr.
Witherspoon ne aveva già regalate tante, e durante le marce si vedevano
tue aperte e sfasciate in mezzo alla strada, con i fogli che volavano, e
qualcuno si sforzava di non pestarli, ma tanti altri mica ci badavano, e
qualcun altro si fermava a raccoglierli e vedere cos’era, credendo che
magari era uno di quei romanzi da due soldi, e poi quando vedevano che
era una Bibbia la buavano via un’altra volta, che c’è da vergognarsi a
ricordarlo; e Mr. Witherspoon mi fa, piglia qua, Dick, leggi la parola del
Signore, e aprigli il tuo cuore, se lo sentirai bussare. E quella Bibbia, be’, mi
piacerebbe poter dire che l’ho sempre tenuta con me, ma sarebbe una bella
bugia, perché poi l’ho perduta nel ’64, proprio lì nella foresta di
Wilderness, che per poco non mi ammazzavano, quella volta, e quando
siamo venuti fuori ciascuno aveva ancora a mala pena il fucile e il
cappello, e molti, che avevano corso per la pelle, nemmeno quelli; e poi
quella Bibbia, m’immagino, sarà bruciata insieme a tua la foresta, che fu
un bel falò di legna verde, e bruciarono gli alberi e i rovi e tui quanti i
feriti che non fecero in tempo a trascinarsi via sui gomiti e le ginocchia,
che poi il vento portava una gran puzza di carne bruciata, come quando si
spennano i polli sulla fiamma; e bruciarono nell’incendio tui quelli che
erano morti in quei tre giorni, e anche i cadaveri che avevamo seppellito lì
l’anno prima; perché la baaglia contro il vecchio Joe Hooker s’era
combauta in quello stesso posto, nella foresta di Wilderness, e anche
quella volta c’erano stati tanti di quei morti che non c’era mica il tempo di
seppellirli come si deve, soprauo gli yankees: una palata di terra e via,
che poi chi passava di lì raccontava che c’era da svenire per la puzza.
Perché gli yankees da morti puzzavano più dei nostri, e questa è una verità
sacrosanta, e guastavano la terra dov’erano sepolti; ed è un peccato,
perché altrimenti restava concimata per bene quella terra della Virginia,
che è una terra scadente, mica grassa come la nostra, e i contadini di
laggiù almeno ci guadagnavano qualcosa; ma un giorno il padrone di una
faoria, proprio lì da quelle parti, mi disse che il corpo di un solo yankee
basta ad avvelenare un acro di terra, mentre le ossa di uno del Sud la
arricchiscono per sempre. E quando lo raccontai a Dave Jones, lui alzò le
spalle e si mise a ridere, e disse, be’, allora dopo questa guerra in Virginia
non resterà nemmeno un acro da coltivare, e d’ora in poi sarà meglio
cercare di ferirli soltanto, gli yankees, invece di ammazzarli. Era uno fao
così, Dave Jones, non capivi mai se parlava sul serio o se scherzava; e
aveva anche quest’altra qualità, che era l’uomo più pigro del mondo, e
credo che se il Signore veniva a trovarlo, lui neanche si scomodava per
salutare. Una volta l’avevano messo di guardia a un mucchio di casse, non
so se di munizioni o d’altra roba, e lui se ne stava lì appoggiato alle casse,
diceva lui, perché si sa che quando si fa la guardia è proibito sedersi; ed
era molto occupato a fumare la pipa e aorcigliarsi i baffi, e il fucile
l’aveva appoggiato a un albero, lì a portata di mano. Be’, ecco che arriva lì
il generale Rodes, e gli dice, a Dave Jones, ehi, che ci fai qui, uomo? Ma
niente, dice Dave Jones, faccio solo la guardia a ’sta roba qui, e mica si
alza, intanto. Lo sa lei chi sono io, signore? gli dice allora il generale
Rodes, con quella sua voce rauca, che faceva fatica a farsi strada araverso
quei gran baffoni neri che gli spiovevano sulla bocca. Be’, fa Dave Jones,
mi pare che quella faccia lì la conosco, ma mica mi ricordo come si
chiama; chi è lei? Io, dice, sono il generale Rodes. E Dave Jones, lui
neanche si alza, se ne sta lì appoggiato al mucchio di casse, allunga la
mano, e gli fa: generale, piacere di conoscerla. Io mi chiamo Jones. E cosa
poteva fare il generale? Si è messo a ridere, e se n’è andato; mica poteva
farlo punire, o che so io, per una roba del genere; che eravamo tui quanti
liberi Americani, e padroni di fare quel che volevamo, anche se c’eravamo
arruolati per difendere la nostra terra dallo straniero».

Sulle pareti spoglie della stanza erano inchiodati un’illustrazione


sgargiante, strappata da una rivista, e una specie di scaffale, nient’altro che
un asse di legno grezzo, nemmeno verniciato. Lì finivano d’ingiallire due o
tre almanacchi spaiati, con la copertina macchiata dalle mosche. A fatica
sulle coste si leggeva la data: 1928, 1929, poi ancora 1936… E accanto agli
almanacchi, un volume rilegato in vecchia pelle, col titolo impresso in leere
dorate: La Sacra Bibbia. La ragazza aese che il vecchio facesse una pausa,
per sorbire con la paglia un po’ d’acqua da un bicchiere che teneva fra le
mani, in cui galleggiavano due foglie di menta; allora si alzò come per
sgranchirsi le gambe, si avvicinò allo scaffale, tirò giù il volume e cominciò a
sfogliarlo. Era un’edizione in piccolo formato, stampata alla fine
dell’Oocento, e anche lì generazioni di mosche avevano lasciato le loro
tracce. Si vedeva che quella Bibbia era stata lea molto, gli orli delle pagine
erano sudici e consunti; ma la ragazza rimase delusa, perché aveva sperato di
trovare delle annotazioni, o anche soltanto qualche passo soolineato: e
invece il vecchio non ci aveva mai scrio nulla.
3

«ando il generale Rodes era arrivato a comandare la brigata, nessuno


lo conosceva, perché non era delle nostre parti, e su di lui si raccontavano
tante storie. Una volta, mentre mangiavamo il rancio, Tim Benne ci
raccontò che prima della guerra era l’uomo più dissoluto del mondo, e
nella sua piantagione non gli scappava una negra, e a più d’una aveva
riempito la pancia, e poi vendeva i bastardi; perché prima di diventare
piantatore era mercante di schiavi a Memphis, e gli era rimasta
quell’abitudine, di comprare e vendere carne negra. E poi si seppe che non
c’era nemmeno una parola di vero; e che non aveva nessuna piantagione, e
nessun traffico di negri, e non era neanche di Memphis, ma era ingegnere
delle ferrovie da qualche parte in Virginia; e noi volevamo picchiarlo, a
Tim Benne, che ci aveva presi in giro, ma lui disse che a lui gliel’avevano
raccontata così, e ci aveva creduto, e non poteva farci niente se era una
storia. Be’, neanche a farlo apposta, quel giorno mentre tornavo dopo aver
parlato col reverendo Witherspoon chi t’incontro se non il generale Rodes,
che se ne veniva a piedi verso la cappella, insieme al colonnello Rogers e al
capitano Pollock e al capitano Creevey e altri due o tre ufficiali che non
conoscevo; e subito pensai che quello Sweeney ci aveva azzeccato davvero,
perché avevano tui quanti l’aria troppo seria, e di sicuro il generale era
venuto a portare l’ordine di meerci in marcia; e il capitano Pollock mi
vide e disse, ehi, Dick, che è lì nella cappella il reverendo?, e io dissi,
sissignore, è nella stanza di dietro, che insegna l’aritmetica, e il generale
Rodes e il colonnello Rogers sorrisero, e il capitano Pollock disse, va’ a
chiamarlo, Dick, che il generale ha bisogno di parlargli, e io corsi dentro a
chiamare il reverendo, e quando il dr. Witherspoon uscì io rimasi lì ad
ascoltare, e il generale Rodes si tolse il cappello e disse, reverendo, disse,
sono venuto per chiederle il favore più grande che un cristiano può
chiedere a un altro, e poi disse, domaina la mia brigata si mee in
marcia, e a quanto ho sentito tuo il corpo del generale Jackson deve
meersi in marcia, e forse tuo l’esercito, e questo vuol dire una cosa sola,
che ci aspea una grande baaglia; e, reverendo, sono venuto a chiederle
di essere baezzato, perché non voglio andare un’altra volta in baaglia
senza aver riconosciuto il mio debito nei confronti del Signore; e,
reverendo, lei sa che da un po’ di tempo in questo esercito tanti uomini
hanno aperto gli occhi e si sono affidati al Signore, ma mi dicono che se in
questa brigata ce ne sono così tante, di queste reclute di Dio, il merito è
soltanto suo. Così disse il generale Rodes, ed è vero che in quell’inverno
un grande Risveglio aveva araversato tuo quanto l’esercito, il primo che
ho veduto in vita mia, sissignora, anche se poi da queste parti ne ho veduti
tanti, ma quello era il primo, e la sera c’erano sempre dei ragazzi che si
radunavano per cantare gli inni intorno al fuoco, e tui i predicatori che
avevamo lì al campo avevano un bel lavoro con quelli che venivano a
prendere la religione, e a chiedere il baesimo; e nella nostra brigata tui i
reggimenti avevano fondato la loro Associazione Cristiana, e noi pure, e il
tenente Parsley, che prima della guerra era predicatore a Pushmataha,
nella contea di Choctaw, e gli altri baisti di laggiù lo chiamavano fratello
Parsley, era stato eleo presidente, e il dr. Witherspoon era il segretario;
perché lui non aveva voluto fare il presidente, ma il tenente Parsley disse
che ci voleva anche un segretario, e spiegò che quando uno prendeva la
religione bisognava scrivere a casa sua, che così il predicatore di laggiù
scriveva il suo nome nel libro della chiesa, e tui dissero che in tal caso il
reverendo Witherspoon doveva farlo, e così fu eleo. E quelli che
s’iscrissero all’Associazione, be’, devo riconoscere che si sforzavano sul
serio di non bere e non giocare a carte, e di non fare a pugni, anche se poi
non voglio dire che erano tui cristiani migliori degli altri, in fondo
all’animo, nossignora; ma si sforzavano, ed era già qualcosa, perché lì al
campo ci avevamo ogni sorta di giocatori e bevitori inveterati, e quanto al
fare a pugni, be’, nessuno si tirava indietro. anto a me, io son sempre
stato uno che prima di rimboccarsi le maniche ci pensava due volte, e
sapevo farmi rispeare lo stesso da tui quanti, credo; e in vita mia non
ho mai combauto, tranne, si capisce, quando feci a pugni con Ted
Bierrot il giorno del funerale di suo padre, e quell’altra volta che litigai
con Bob Martin, per il fao del mio campo di cotone a Sudley Springs; ma
gli altri ragazzi, lì al campo, non erano mica tui pazienti come me, e non
ci voleva molto per veder volare i pugni, e ogni tanto c’era qualcuno che
finiva all’ospedale. Ma io credo che al Signore non piaceva vedere degli
uomini che si picchiavano così, uomini che lui aveva fao nascere nello
stesso paese e messo a coltivare la stessa terra, e mandato a combaere la
stessa guerra, ed è allora che mandò il Risveglio lì al campo, da aprirci gli
occhi a tui quanti, e trasformarci davvero in un esercito cristiano, sincero
e fedele sul sentiero di guerra di Dio, come diceva il reverendo
Witherspoon. E sentendo il generale Rodes che parlava con lui, e gli
chiedeva di baezzarlo, io pensai che era un grande onore per il
reggimento, che con tui i cappellani che c’erano nella brigata, e tui
buoni cristiani agli occhi di Dio, e tanti altri ministri e predicatori che
avevamo lì, che marciavano col moscheo in spalla come chiunque altro; e
mi pare di aver sentito dire che perfino fra i negri del campo ce n’era uno
che predicava ai suoi fratelli, e si chiamava Cyrus, e il suo padrone era,
credo, il capitano Taggart, della contea di Franklin, e lo lasciava andare a
predicare la domenica, e dicevano che era un predicatore in gamba, che
perfino dei bianchi andavano a sentirlo; e non sapeva leggere la Bibbia, ma
quando voleva predicare su qualche argomento, il suo padrone cercava
nella Bibbia un passo che andava bene, e glielo leggeva due o tre volte, e
lui lo imparava a memoria, e poi predicava senza bisogno del libro; be’,
non era mica poco che fra tanti il generale Rodes aveva scelto proprio il dr.
Witherspoon per prendere il baesimo e la religione. E il dr. Witherspoon
disse che era felice delle sue buone intenzioni, e quando c’era tempo, disse,
era meglio rispeare un periodo di preparazione e di digiuno, ma se
davvero domani andremo in baaglia, disse, io credo che il Signore non si
offenderà se gli presenterò i suoi nuovi figli senza tante formalità. E lo
baezzò quella sera stessa, lui e diciannove altri, che avevano sentito quel
che stava succedendo, ed erano venuti a chiedere d’essere baezzati
insieme al generale Rodes; e tantissimi altri vennero ad assistere, e quando
fu il momento di leggere i Salmi, prima di entrare nell’acqua, il dr.
Witherspoon si guardò intorno e mi vide, e mi fece segno di avvicinarmi, e
chiese proprio a me, Dick Stanton, di leggere la parola del Signore, e io
tirai fuori la mia Bibbia, che mi aveva appena regalato, e lessi senza
vergognarmi, perché lì non ero io che parlavo, ma il Signore; e il generale
Rodes aveva chiesto di leggere il Salmo 3: “Non temo migliaia di nemici
accampati contro di me da ogni parte. Sorgi, o Signore; salvami, o Dio!
Colpisci in faccia i miei nemici, abbai la potenza dei malvagi!”; e poi il
Salmo 58: “Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca, rompi, o Signore, le
mascelle dei leoni; disperdili come acqua che si versa”. E tui quanti
avevamo le lacrime agli occhi, perché capivamo che il re Davide parlava di
noi, e che toccava agli yankees prosciugarsi come l’acqua sulla terra arida,
e volar via come pula dispersa dal vento, e che sulla nostra terra stava per
tornare la pace. E fu un nobile momento. E poi il reverendo Witherspoon
predicò un sermone, e io credo che un uomo così piccolo e magro, che
aveva tossito per tuo l’inverno, e la faccia quasi gli spariva in quella
barba bianca, doveva averci proprio il Signore che gli parlava dentro, per
riuscire a farsi ascoltare da tui quegli uomini. Parlò e disse che lo Spirito
Santo si stava riversando sul nostro esercito, e sugli altri eserciti e su tua
la gente del Sud. E disse che quello era un gran cambiamento, che prima
tanti di noi pensavano solo a giocare a carte, e offendevano Dio con
linguaggio profano; e allora molti gridarono, Signore, abbi pietà di noi! E il
dr. Witherspoon disse che veramente il Signore Iddio aveva pietà di noi, e
potevamo vederlo dalle prove che ci mandava, perché il Signore castiga
colui che ama, e flagella i suoi figli dilei; ma la prova, ormai, non poteva
più durare tanto. Io, disse, e tui lo ascoltavano, e c’era un silenzio così
profondo che neanche gli uccelli osavano cantare, io vedo tua la gente a
casa, ora, che si inginocchia insieme all’esercito, e riconosce umilmente la
mano del Signore; e se ora il nemico ci aaccherà, ho fiducia che Dio
combaerà la nostra baaglia, e chi avrà osato sfidarlo sarà disperso e
ricacciato; e presto anche per la nostra nazione si dirà, gloria a Dio
nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà. E tanti dei
ragazzi ascoltando quelle parole piangevano, con tuo che erano uomini
fai, con la barba lunga, e tanti continuavano a gridare, abbi pietà di noi,
Signore, e si lamentavano per i loro peccati, che a sentirli meevano i
brividi; e veramente io credo che c’era più religione lì fra noi, ormai, che
fra tui i negozianti e i profiatori e gli imboscati laggiù a casa, e che il
Signore era gloriosamente all’opera in mezzo a noi. E poi il generale Rodes
si spogliò della divisa, e si tolse gli stivali e il cinturone con la sciabola, ed
entrò nel fiume, e con lui gli altri diciannove uomini, che avevano chiesto
d’essere baezzati quel giorno, e il reverendo Witherspoon li baezzò tui
quanti in quel Giordano. E uno di quelli lì era proprio Sweeney, e per poco
non lo perdevamo, lì, lui o almeno il suo banjo, perché se l’era portato
dietro, e voleva affogarlo nell’acqua del Rappahannock, e il reverendo
Witherspoon gli chiese che cosa gli era saltato in mente, e Sweeney disse
che non voleva più peccare, e che il predicatore dalle sue parti, là dove
abitava lui, diceva che suonare e cantare canzoni profane era peccato, e
proprio per questo lui non aveva mai voluto ascoltare la parola del
Signore, ma adesso s’era pentito e voleva rinnegare i suoi peccati; e tui
quanti pensavamo che ci sarebbe dispiaciuto non ascoltare più Sweeney e
il suo banjo, ma nessuno aveva il coraggio di dirlo; ma lì si vide che il dr.
Witherspoon era un vero uomo di Dio, non come qualcuno che pretende
d’essere un predicatore, e della parola del Signore ne sa meno di un mulo;
perché si mise a ridere, e disse che non c’era peccato a suonare
onestamente per rallegrare sé e gli altri, e che la Bibbia era piena di musica
e di strumenti proprio come il banjo, e se qualche suo fratello predicatore
la pensava diversamente, be’, gli dispiaceva per lui, ma questa era la sua
opinione; e alla fine Sweeney se ne tornò fuori dall’acqua col suo banjo,
reggendolo con tue e due le mani che così non si bagnava, e non parlò
più di affogarlo. E qualcuno voleva applaudire, ma fummo ziiti subito,
perché ad assistere a quel baesimo era arrivato addiriura il vecchio
Jack, e quando c’era lui, tui sapevano che era meglio non agitarsi troppo.
Sissignora, se n’era arrivato tuo tranquillo su quel suo cavallino
disgraziato, che non era davvero un bello speacolo a vederli, tu’e due;
che il cavallino ci aveva già di suo un passo sbilenco, e lui teneva i piedoni
all’infuori, e si aggrappava alle redini come uno che sta per cadere giù di
sella; eppure l’avevamo visto cavalcare così anche sul campo di baaglia, e
sapevamo che dove c’era lui, per gli yankees erano rogne. E la prima volta
che lo vidi da vicino fu a Manassas, che ancora non lo conoscevo, e quasi
mi veniva male, quando mi dissero che quello lì era “Stonewall” Jackson.
Perché noi stavamo tui lì su una scarpata, che non avevamo avuto
neanche il tempo di tagliare qualche tronco e tirar su una barricata, e gli
yankees erano venuti soo e sparavano a bruciapelo, e noi pure, e Harry
Dunlop mi fa, ehi, guardalo un po’ lì, il vecchio Jack; e a me quasi mi viene
male, dico, perché lui se ne stava lì davanti a noi, un po’ da parte, si
capisce, che così almeno non gli sparavamo addosso, ma più giù, in mezzo
al fumo, sulla strada, con le redini abbandonate sul collo del cavallo, e non
badava né agli yankees né a nient’altro al mondo, e se proprio devo dire
cosa stava facendo in quel momento, be’, credo che stava pregando. E poi
il colonnello Rogers ha buato il cappello in terra, e ha bestemmiato da far
inorridire Dio su in cielo, e ha spronato il cavallo da farlo sanguinare, che
era una cosa che non faceva mai, che se c’era uno che li sapeva traare, i
cavalli, quello era padron John, e io l’ho visto cavalcare certi stalloni che
potevano buar giù chiunque, ma non lui, e li domava senza alzare la voce
e senza usare gli speroni; ma quella volta ha spronato eccome, e un
momento dopo era lì accanto al vecchio Jack, e s’è visto che discutevano, e
credo che il colonnello gli diceva di tornare indietro, e il generale ha
allargato le braccia e si è graato la testa, e poi sono tornati indietro tu’e
due, e sono passati dietro di noi, che le palle fischiavano, e proprio allora
Harry Dunlop se n’è beccata una al braccio, che gli ha fracassato il gomito,
e all’ospedale gli hanno tagliato il braccio, e poi una seimana dopo è
morto, e non so come mai nessuno di quei due se n’è presa una, che
passavano proprio lì dietro e per di più a cavallo; ma si vede che la mano
del Signore era su di loro. E mentre cavalcavano dietro di noi il vecchio
Jack ha deo al colonnello, tuo tranquillo, come uno che sta parlando del
bel tempo o della pioggia: che deliziosa eccitazione, ha deo. E il
colonnello Rogers gli ha deo, sono contento che lei si diverte, generale, e
poi sono passati oltre, e non ho più sentito nient’altro. Ma la sera non
c’era più nemmeno uno yankee lì, e nel giro di dieci miglia, e gli ultimi
stavano ancora scappando per andare a nascondersi nelle trincee di
Washington e soo i cannoni dei forti, e direi che se n’erano accorti anche
loro che c’era lì il vecchio Jack, eccome».

La ragazza ripensò al ritrao di «Stonewall» Jackson che stava appeso


dietro la scrivania di suo padre. Per lei era una faccia familiare fin da
quando aveva imparato a camminare, non s’era nemmeno mai chiesta chi ci
fosse davvero dietro quella gran barba nera e quegli occhi di ghiaccio. A casa
si parlava spesso della Guerra Civile, ma da bambina lei non se ne
interessava affao; e ora che aveva cominciato a occuparsene, trovava
sempre più difficile parlarne coi suoi. ando era tornata a casa, dopo
l’ultimo semestre al college, aveva tentato di parlarne con suo padre, nel suo
studio, mentre fuori scendeva il crepuscolo; le grandi vetrate erano spalancate
e dal giardino saliva il profumo dei gelsomini. ando lei aveva finito di
spiegare, suo padre aveva taciuto a lungo, scuotendo la testa. Non è deo che
sia successo davvero, aveva deo alla fine. I negri sono capaci di raccontare
un sacco di bugie. Ma papà, aveva deo lei, c’era un testimone, un bianco. Le
ho trovate io le sue leere, e lì racconta tuo. È successo, papà. Ma il padre
continuava a scuotere la testa. Anche gli yankees, disse, raccontavano un
sacco di bugie. Ne raccontano ancora adesso. La ragazza non aveva più deo
niente, ed erano rimasti entrambi in silenzio, ad ascoltare il frinire dei grilli
che saliva dalla campagna. «Stonewall» Jackson li fissava dal ritrao,
corrucciato come un profeta dell’Antico Testamento…
4

«ella noe ci hanno dato la sveglia prima dell’alba, tanto che


uscendo dalle baracche i ragazzi inciampavano e bestemmiavano, perché
non si vedeva niente; e giurerei che qualcuno quella noe non aveva
dormito, pensando che l’indomani era giorno di baaglia, e anche nella
nostra compagnia c’erano dei pesci freschi, appena arrivati dal paesello,
come Ned Higgins, il figlio del maniscalco Higgins di Nanafalia, e Greg
Hurlbut, il figlio del vecchio Hurlbut il Guercio, quello che aveva
comprato da Mr. Creevey il campo di cotone giù soo Corbe’s Mill, che
poi fu sommerso dall’inondazione; e quei pesci freschi s’erano resi conto
solo allora che rischiavano di non tornar più a casa dalla mamma, e loro
avranno passato la noe a rotolarsi sul pagliericcio senza chiudere occhio,
credo; ma non io, che nella nostra baracca eravamo tua gente che ne
aveva viste di peggio. ando il sergente ci ha buati giù dalle cuccee,
quelli che ci tenevano di più alla pulizia hanno infilato le brache e si sono
precipitati fuori, in modo da arrivare per primi al ruscello e lavarsi i denti;
perché poi in quell’acqua lì dovevano lavarsi mille o duemila uomini, e gli
artiglieri ci portavano a bere i cavalli, e si può immaginare che brodo
diventava. Ma io me la sono presa comoda, che tanto lo spazzolino da
denti l’avevo già perduto da un pezzo, e facevo benissimo anche senza, che
poi non si sapeva mai dove cacciarlo, e se lo tenevi nel tascapane non c’era
modo di ritrovarlo quando ti serviva, e tanti se lo ficcavano all’occhiello,
ma a me era sempre sembrata una cosa ridicola. Così mi sono tirato su le
bretelle e sono uscito fuori, e sbadigliando dal sonno me ne sono andato a
dare un’occhiata al fuoco, dove i cuochi ci davano già dentro da un bel po’
a friggere, che c’era l’ordine di preparare tre giorni di razioni cucinate, e
portarcele via; anche se poi nessuno aveva voglia di riempirsi il sacco con
tua quella roba, e tanti poi il sacco nemmeno ce l’avevano, e così quando
ci davano quell’ordine, che lo davano sempre prima di partire per qualche
faccenda grossa, e sempre razioni per tre giorni, e sì che una baaglia può
benissimo durarne quaro o cinque, di giorni, o magari anche di più; ma
io credo che sul manuale diceva di far così, e si capisce che gli ufficiali
leggevano il manuale e facevano come c’era scrio, che senza il manuale
erano perduti; be’, era già capitato altre volte che era arrivato quell’ordine,
e io lo sapevo già come andava a finire, che mentre gli ufficiali non
guardavano ciascuno si trangugiava tua la sua parte, razioni per tre
giorni, e si levava il pensiero; che tanto, nello stomaco di spazio ce n’era
sempre, e quelle razioni lì, nel terzo anno di guerra, non erano mica più
abbondanti come all’inizio. E infai anche quella volta è andata a finire
così, e quando poi ci siamo intruppati per la marcia, scommeo che il
sacco non pesava troppo sulle spalle di nessuno. Be’, come dico, lì vicino al
fuoco c’era Ben McCulloch, il mercante di cavalli, che noi l’avevamo
nominato cuoco della nostra squadra, perché sapeva maneggiare la padella
meglio di tui; e lui rideva, e diceva che quando era partito da casa si
figurava di diventare almeno colonnello, e in cavalleria per di più, e invece
eccolo lì a fare il cuoco a una ciurma di straccioni; e tuo per colpa del
giudice Miller, della contea di Mobile, diceva. Perché quando laggiù
avevano cominciato a reclutare un reggimento di cavalleria, e dicevano
tui che quello era l’unico reggimento di cavalleria nella nostra parte dello
stato; e per quanto mi riguarda, uno era anche troppo, che la cavalleria
non s’è mai capito a cosa serviva, tranne a schizzare di fango noialtri
gente pedestre, quando ci sorpassavano su qualche strada di campagna,
ma quando fischiavano le palle, non mi ricordo di averla mai incontrata in
giro, la cavalleria, e come si dice, chi ha mai visto un cavalleggero morto?
Ma Ben McCulloch era un mercante di cavalli, e fu proprio lui a vendere al
colonnello Rogers il suo Cherokee, che poi fu ammazzato a
Mechanicsville, e dicevano che gli era costato mille dollari; e lui, si capisce,
voleva arruolarsi in cavalleria, e così partì da casa con due cavalli e il
fucile, e arrivò a Bayou La Batre, dove reclutavano il reggimento, e scoprì
che l’ufficio di reclutamento era la casa del giudice Miller, e che lui, il
giudice Miller voglio dire, era già d’accordo con la maggior parte degli
uomini, che poi lo eleggevano colonnello. E Ben McCulloch non lo poteva
vedere, il giudice Miller, e il giudice non poteva soffrire lui, per una certa
faccenda d’un cavallo zoppo, che però s’era scoperto dopo, che era zoppo,
e Ben non l’aveva voluto riprendere indietro, e il giudice Miller gliel’aveva
giurata, e poi aveva mandato all’ergastolo per ladro di cavalli uno dei suoi
lavoranti negri, che tui dicevano che quel poveraccio non aveva fao
niente di male, e che il giudice l’aveva mandato all’ergastolo per far
dispeo a Ben; e Ben diceva che già mentre se ne andava a Bayou La Batre
quel nome lì non gli diceva niente di buono, che lui lo sapeva bene che lì
abitava il giudice Miller, ma quando poi aveva chiesto dell’ufficio di
reclutamento, e lo avevano mandato proprio a casa del giudice, gli era
passata tua la voglia di servire in cavalleria, diceva; e così era finito a fare
il cuoco. E sì che invece poteva benissimo arruolarsi in quel reggimento lì,
solo a saperlo, perché poi il giudice Miller morì di polmonite in ospedale, e
al suo posto gli uomini elessero colonnello il capitano Armitage, della
contea di Macon; e a lui Ben McCulloch non gli aveva mai venduto un
cavallo. E quel reggimento di cavalleria poi fu mandato all’Ovest, e alla
fine della guerra era rimasto senza cavalli, e partecipò a piedi alla grande
carica di Franklin, e quelli che rimasero si arresero a Nashville, e
ritornarono poi dalla prigionia più morti che vivi, e lo raccontarono; e Ben
McCulloch era tornato a casa senza un braccio, che gliel’avevano segato a
Spotsylvania, dopo che gli era entrata una scheggia di mitraglia e gli aveva
spaccato l’osso fino al gomito, e stava a sentire quei racconti, seduto lì in
quello che lui chiamava il suo ufficio, che ogni tanto gli riusciva di
comprare o vendere un mulo, e così campava, e lì si radunavano sempre
tui gli sfaccendati del paese; e lui ascoltava quei racconti, fumava caivo
tabacco e non diceva niente. Be’, come dico, quella noe dopo essermi
sgranchito le gambe mi avvicinai al fuoco, perché c’era già qualcuno che
mangiava, e c’era lì Ben che faceva saltare la padella, e insieme a lui Tim
Benne e Abner, il negro del capitano Pollock, con una padella ciascuno,
che facevano da mangiare per le altre squadre, e in tua la compagnia
avevamo solamente tre padelle, ma bastavano per quel che c’era da
cucinare; e io mi avvicino al fuoco e annuso l’aria, graandomi soo la
maglia, che anche i pidocchi si erano svegliati, sentendo l’odore di quel
che cuoceva lì; perché quei tre friggevano piselli col lardo, e nell’aria c’era
profumo di caè, e così mi passò subito il sonno e mi venne fame, come a
tui gli altri; e non c’è da stupirsi se due ore dopo, al momento di meerci
in riga per la marcia, di quelle razioni di tre giorni non c’era più rimasto
nemmeno un pisello. E mentre mi riempiono il piao gli dico, a Ben
McCulloch: be’, a quanto pare, dico, gli yankees si sono svegliati, eh? E
dico, ehi, Ben, magari avremo baaglia oggi, eh? E lui mi guarda, che era
più alto di me, Ben, e più grosso, e credo che mangiava più di me, lì al
campo, e tui gli dicevano che stava meglio lì che in cavalleria, con tuo
che subito non gli andava di fare il cuoco, che gli sembrava un disonore
per uno come lui, che a casa era mercante di cavalli; e mi fa: ehi, Dick, lo
sai che giorno è oggi? È venerdì, dico. Be’, Dick, fa lui, porta male! E io ho
alzato le spalle e mi sono seduto lì a mangiare i miei piselli, come uno che
proprio non ci pensava; ma la verità è che non mi sentivo tanto tranquillo
neanch’io, perché è proprio vero che cominciare un lavoro di venerdì
porta male; e poi si è visto che più d’uno di quelli che si svegliavano lì
quella noe, e sguazzavano nel ruscello per lavarsi con l’acqua fredda, e
facevano la fila con la scodella in mano, non avevano più di due o tre
tramonti da contare, e ce n’era che non dovevano più mangiare nient’altro
in vita loro dopo quei piselli, che non hanno avuto neanche la
soddisfazione di crepare a pancia piena; ma io dico pazienza, perché poi
quel venerdì, alla fine, ha portato male soprauo al vecchio Joe Hooker.
Che lui quella noe, mentre noi cuocevamo il rancio, se ne stava a dormire
a Chancellorsville, e russava fra due guanciali, e prima di andare a leo
aveva scrio l’ordine del giorno per la sua armata, che poi Dave Jones lo
trovò in tasca a un capitano yankee che se ne stava morto dentro la chiesa
di Wilderness, dopo che avevamo cacciato via di lì il 58° New York; e Dave
Jones, be’, io credo che non stava mica cercando quel foglio, in tasca al
morto, ma quando lo trovò lo lesse e lo portò di corsa al capitano Pollock,
e diceva così, che noialtri ormai eravamo frii, e dovevamo squagliarcela
di lì, altrimenti lui ci tagliava a pezzi, e poi marciava drio su Richmond; e
io credo che Joe Hooker quella sera si era bevuto un rum-toddy, e magari
anche due, seduto soo il portico, con una coperta sulle ginocchia, perché
faceva fresco lì sulla collina, e poi se n’era andato a dormire, e mica lo
sapeva che padron Bob ci aveva già dato la sveglia, e che stavamo
arrivando. E così siamo partiti, col capitano Pollock in testa, e tui noialtri
dietro, i Fucilieri di Magnolia, che la nostra compagnia B si chiamava così,
e a me era sempre sembrata una stupidaggine, ma ai ragazzi piaceva, e
tue le compagnie avevano un nome così, e magari anche più stupido,
come i Vendicatori di Dixie, o gli Ammazza-Yankees di Marengo; tui lì a
trascinare i piedi nel fango col moscheo in spalla, che facevamo pietà a
guardarci, tanto si vedeva che marciare non piaceva a nessuno, e c’era lì
gente che a casa, se doveva andare all’emporio, magari a mezzo miglio di
distanza, ci andava a cavallo; ma ora toccava meere un piede davanti
all’altro, e andava già bene che non c’era più nessuno senza scarpe, e tui
si lamentavano e qualcuno bestemmiava, ma a bassa voce, e comunque
bisognava andare; che se ti fermavi a massaggiarti i piedi, e magari
fumarti una pipa o due giù al fresco nel fossato lungo la strada, poi
toccava correre per raggiungere gli altri, e io ho sempre pensato che non
ne valeva mica la pena, anche se c’era un bel po’ di ragazzi, lì da noi e pure
in tui gli altri reggimenti, che non aveva neanche quel po’ di sale in
zucca, e ogni volta ci ricascava, e restava indietro, e magari arrivava al
bivacco che era già noe, e il caè s’era freddato. E così eccoci lì tui
quanti, i Fucilieri di Magnolia, Joe McLaughlin e Dave Jones, Ted Hopper e
Nat Falwell, Mitch Tobin e Bill Carpentier, Sam Martin e Ted Bierrot, e
Joe Nisbet, e Ben McCulloch, e Tim Benne, e Tommy Gooch, e Nick
Freeling, e Ben Tillman, e Jack Ripley, e Bill Scallop, e Jim Burba, e Josh
Milliner, e Greg Hurlbut, e Ned Higgins e Philemon White e gli altri,
qualcuno con il sacco in spalla, ma tui col tascapane vuoto, e la coperta e
l’incerata arrotolate stree e legate a tracolla, e il cappellaccio in testa; e le
padelle, che erano la proprietà più preziosa della compagnia, Ben
McCulloch voleva farle portare al negro Abner, ma il capitano Pollock non
volle mica, e disse che Abner doveva già portargli i suoi, di bagagli, e così
Ben McCulloch ne piantò una nella canna del fucile, e Tim Benne l’altra,
e Josh Milliner si prese la terza, e il sergente Winthrop quando li vide
passare così credo che voleva dire qualcosa, ma poi alzò le spalle e ci
rinunciò. Che già una volta, vedendo un uomo della compagnia F che
portava la padella a quel modo, il capitano Tennant gli aveva deo ehi,
uomo, così guasti la bocca del moscheo, che poi non ci puoi più infilare
la baionea; e quell’uomo, che era uno di Selma, un tipo di cià, che prima
faceva lo scaricatore delle chiae che portavano il cotone sul fiume, e si
chiamava, credo, Cruickshank; be’, gli fa, senza neanche sputare il tabacco
che stava masticando, io la baionea non ce l’ho mica, gli fa; e il capitano
Tennant gli fa, be’, uomo, e quando trovi gli yankees come farai?; e lui gli
fa, Cruickshank, gli fa: be’, ma io non ho mica mai trovato uno yankee che
stava lì ad aspeare la baionea; e aveva ragione, e difai la baionea
l’avevamo buata via tui da un pezzo, che nessuno voleva portarsi un
ferrovecchio inutile lì appeso allo zaino; che mica eravamo negri, noi, e
non eravamo venuti al mondo per portare pesi».
Il vecchio ridacchiò, poi cavò fuori dalla tasca dei pantaloni un grumo di
tabacco, se lo ficcò in bocca e cominciò a masticare con soddisfazione. La
ragazza smise di scrivere e frugò anche lei nella borsa, finché non trovò il
paccheo di Lucky Strike: baé sul fondo per far uscire una sigarea, la
infilò fra le labbra e l’accese. L’avevano avvertita che era inutile fare
domande: il vecchio avrebbe ricominciato a chiacchierare quando gliene fosse
venuta voglia, e non prima. Nel cortile una negra corpulenta portava da
mangiare alle galline in un secchio di alluminio. Si avvicinò alle gabbie di
legno accatastate all’ombra d’una teoia e versò nelle mangiatoie qualche
manciata di granturco; poi si allontanò senza frea, dondolando i fianchi
pesanti, mentre i polli protendevano avidamente il becco e si disputavano il
cibo. La ragazza si guardò intorno alla ricerca d’un posacenere, ma lì non
c’era niente del genere, e d’altronde il pavimento non era certo così pulito che
un po’ di cenere potesse far differenza. La casa era costruita su un tavolato di
legno, a un buon metro da terra, per tener lontana l’umidità quando pioveva,
e far circolare l’aria nella stagione calda; lì soo andavano a rifugiarsi i cani
e qualche volta anche i gai, verso mezzogiorno, quando non c’era modo,
altrimenti, di trovare un po’ d’ombra in cortile. Il vecchio masticava, sempre
ridacchiando fra sé, e dopo un po’ un filo di sugo giallo cominciò a colargli
sul mento; ma se ne accorse da solo, e si ripulì con la manica della camicia.
ando ne ebbe abbastanza spinse il tabacco con la lingua in un angolo della
bocca, e ricominciò a parlare, con la voce appena un po’ impedita da quella
specie di ascesso che gli gonfiava la guancia.
5

«L’ordine di meerci in marcia, quel maino, ce lo fecero aspeare un


bel po’; e tui protestavano e dicevano che era una vergogna, buarci giù
dalle cuccee così presto per poi star lì ad aspeare intruppati; e oltre
tuo tirava un vento freddo, che c’era da rabbrividire a starsene in piedi lì
fuori con quei quaro stracci che avevamo addosso, che c’erano più buchi
che lana; ma quel vento spazzò via le nuvole, e quando poi ci siamo messi
in marcia stava sorgendo il sole. Ed era proprio un sollievo, dopo tanti
giorni di pioggia; che ancora la sera prima era piovuto, e la boscaglia
all’intorno era fradicia, e tue quelle migliaia di piedi che pestavano la
strada schizzavano fango dappertuo; e il colonnello Rogers cavalcava
davanti al reggimento sulla sua cavalla baia, che era andato fino a
Richmond per comprarsela, dopo che Cherokee era stato ammazzato a
Mechanicsville, e Loosh per poco non finiva ammazzato anche lui, che lo
stava cavalcando per portarlo al riparo; perché il reggimento era schierato
in un campo di granturco già alto, e aspeava da un momento all’altro
l’ordine di andare all’aacco, e il colonnello era sceso di sella e Loosh
aveva preso il cavallo per riportarlo indietro, e quando uscì dal campo di
granturco una baeria yankee cominciò a tirargli addosso, e Loosh per
andar via di lì più in frea che poteva saltò in sella, e proprio allora una
scheggia o qualcosa prese Cherokee alla testa e lo spacciò, e lui cadde giù
scalciando e ci restò secco, una bestia che valeva mille dollari; e Loosh per
fortuna non sapeva cavalcare, e non aveva messo i piedi nelle staffe, che
altrimenti restava schiacciato soo il cavallo, e invece volò via e finì a
pancia a terra pure lui; e noialtri, che stavamo a guardare araverso il
granturco, che era così alto che ci nascondeva, e a noi non ci tirava
addosso nessuno, restammo tui con il fiato in gola, che credevamo che
era morto anche lui, e invece ecco che Loosh salta in piedi e si mee a
correre più che può, così a piedi nudi, che aveva perso le scarpe, e non si
fermò certo a riprenderle; e Cherokee rimase lì, e più tardi, dopo che gli
yankees se n’erano andati, il colonnello Rogers tornò lì con Loosh e si
portò via la sella e i finimenti e le sue borse e tuo quanto, e per due
seimane cavalcò un mulo, che non si trovava da comprare un cavallo
neanche a pagarlo in oro, con tui i cavalli che erano stati ammazzati in
quei giorni, che quelli che prendemmo agli yankees bastarono appena a
rimpiazzarli, e poi dovee andare fino a Richmond per trovarne uno; e
Cherokee fu l’unico morto del reggimento, a Mechanicsville, perché poi
l’ordine di aacco non venne, e noialtri restammo lì tuo il giorno in
mezzo al granturco, mentre qualcun altro faceva il lavoro per noi; ma lo
ripagammo con gli interessi il giorno dopo a Gaines’ Mill. E quando il
colonnello Rogers tornò da Richmond col suo nuovo acquisto, Ben
McCulloch lasciò stare le sue padelle, si pulì le mani nel grembiule e andò
a vederlo, e tornò alzando le spalle e disse che quei mercanti di cavalli di
Richmond non erano gente da fidarsi, e lui non sapeva cos’aveva pagato il
colonnello Rogers per quella cavalla, ma sicuramente lo avevano
imbrogliato; e davvero la cavallina non era proprio niente di speciale, e mi
ricordava una giumenta che avevo avuto un tempo io, che non era mai
riuscita ad abituarsi agli spari, e per andare a caccia non potevo usarla, e la
prima volta che la portai allo stallone lo morse, e poi mi crepò mentre si
sgravava, e crepò pure il puledro; proprio un bell’affare, avevo fao; ma
quanto alla cavallina nuova, io credo che a quei tempi anche padron John
doveva accontentarsi di quel che c’era, e con sua moglie rimasta a
governare la piantagione e tui i suoi affiuari bianchi soo le armi, e
tuo quello che aveva speso di tasca sua per armarli, che il governo non
gli rimborsò mai nemmeno la centesima parte, e anche quella in cartaccia
che non valeva niente, e il prezzo del cotone che andava come andava, be’,
io dico che anche il colonnello Rogers non aveva mica più voglia di
spendere mille dollari per un cavallo. E questa cavallina si chiamava
Mandan, che tui i cavalli di Mr. Rogers hanno sempre avuto il nome di
una tribù indiana, ma Loosh non poté mai abituarsi a quel nome, e la
chiamava Monday, e andò a finire che anche il colonnello la chiamava
così, e così la tradizione si perse, e del resto quello fu l’ultimo cavallo che
padron John cavalcò su questa terra. Be’, come dico, il colonnello
cavalcava davanti al reggimento, e in coda alla colonna seguivano i negri
con i muli, e in mezzo noialtri intruppati, una compagnia dopo l’altra, tui
ridendo e scherzando, che faceva ancora fresco; ed ecco che qualcuno là
davanti si mee a gridare, aenzione, lasciatelo passare, e tui i ragazzi
davanti a noi si fermano, e ci fermiamo anche noialtri, e tui allungano il
collo per capire che cosa succede, ed era un dannato cretino d’un ufficiale,
a cavallo, che cercava di tornare indietro lungo la strada, e bisognava
spostarsi per lasciarlo passare; e ci è passato vicino al troo, schizzando
ciooli e sferragliando, che ci aveva perfino la sciabola appesa alla sella, e
un pizzeo nero e una gran piuma sul cappello, e tui quanti si sono
messi a fischiare e gridare, ehi, capo, ecco il suo mulo; perché tui i
soldati, quando vedevano passare qualche straniero a cavallo, c’era sempre
qualcuno che si meeva a gridare ehi, capo, ecco il suo mulo, più forte che
poteva; e tui giù a ridere. E quello lì è passato facendo finta di niente e
col naso per aria, per far credere che neanche ci vedeva; e io penso che
gliel’avevano già gridato dietro almeno mille volte, e non era ancora finita,
che il nostro reggimento non era mica l’ultimo della colonna, e dopo che
era passato si sentivano quelli dietro che schiamazzavano, e poi qualcuno
che strillava, ehi, capo, ecco il suo mulo; e lui, si capisce, doveva far vedere
che a lui non gliene importava niente, di noialtri poveracci che
sguazzavamo nel fango. E per un po’ abbiamo riso di lui. Ma intanto erano
già due o tre ore che si marciava, e i ragazzi sudavano, e bestemmiavano
che era una vergogna a sentirli, perfino gente che si era faa baezzare
appena il giorno prima, che avrebbero dovuto comportarsi un po’ più da
cristiani, mi pare; e Tommy Gooch cominciò a dire che gli faceva male un
piede, e buon Dio, diceva, non ce la faccio proprio, e saltellava qua e là, e
alla fine si fermò, sedee sul ciglio della strada e si slacciò la scarpa, e tui
gli dicevano addio, Tommy, ci vediamo domani, ma non aver paura, che ti
lasceremo qualche yankee da accoppare, e uno disse, ehi, Tommy, se torno
a casa prima di te, andrò a trovare Becky orpe; ma credo che lui non lo
sentì, per fortuna. Perché Becky orpe era la moglie di uno dei due
fratelli orpe; quale dei due ora non me lo ricordo, ma doveva essere Jim,
credo, quello che morì di morbillo a Tuscaloosa, in quei tre mesi che il
reggimento passò lì al campo di addestramento, che ci venne subito
addosso il morbillo, e portò via dieci o dodici ragazzi, che quando erano
partiti non credevano certo di andare a farsi seppellire così vicino a casa,
poveracci; e Jim orpe crepò lì di morbillo, che prima di morire delirava,
e chiamava Becky, Becky, e perciò credo che lei era sua moglie, anche se
non è mica deo, perché i due fratelli abitavano insieme, e una così non si
faceva mica scrupoli di far perdere la testa al fratello di suo marito, non
Becky orpe. E Jack orpe la scampò, che il morbillo si era aaccato
anche a lui, ma la scampò, e poi si beccò una palla a Manassas, dove non
avrebbe mai voluto beccarsela, e se ne tornò a casa, e Dave Jones disse,
pensate un po’ che faccia farà Becky quando lo vedrà arrivare, e lui le dirà
dov’è che l’hanno ferito, e Tommy Gooch voleva saltargli addosso, a Dave
Jones, che per poco non lo ammazzava; perché quando Becky non era
ancora sposata, e lei, si sa, era la figlia del giudice Ballard, e il vecchio John
Gooch, il Gallese, era appena venuto ad abitare lì da noi con i suoi figli,
be’, a quel tempo Tommy Gooch le faceva gli occhi dolci, a Becky Ballard,
ma il giudice Ballard disse che la sua Rebecca non poteva mai sposare un
poveraccio così, che suo padre aveva in tuo e per tuo tre negri, e
lavorava con loro nei campi, e il giudice Ballard allora era ricco, e il
secondo piantatore della contea, che poi nel ’59 bruciò il suo magazzino, e
tuo il cotone di quell’anno, già venduto a un negoziante di Mobile, ma
mica ancora pagato, e lui ne uscì rovinato, e morì l’anno dopo, ancora
prima della guerra; ma intanto Rebecca aveva sposato Jim orpe, e viveva
con lui e Jack, perché non era mica sposato, Jack, con tuo che era il più
vecchio. Ma Tommy non aveva mai smesso di farle gli occhi dolci, che lo
sapeva tua Magnolia, e io credo che anche suo marito e suo cognato lo
sapevano, e aspeavano solo l’occasione per ammazzarli tui e due, se per
caso le voci che correvano erano vere, e io ci scommeo, che erano vere; e
loro avevano preso l’abitudine di uscire fuori armati la sera, e starsene così
a prendere il fresco davanti a casa con lo schioppo a portata di mano, Jim e
Jack, che loro dicevano che le volpi o le puzzole o qualche altra bestiaccia
veniva a mangiargli le galline; ma io credo che la puzzola era Tommy
Gooch, e se non scoppiava la guerra non durava mica più tanto prima che
lo ammazzavano, e lei con lui. E quando Jim crepò di morbillo, Tommy
sparì per tre o quaro giorni, che lì al campo, a Tuscaloosa, non eravamo a
più di seanta miglia da casa, e forse anche meno, e lui prese in prestito
un mulo da un tale che abitava lì, senza chiedere il permesso a nessuno, e
quando tornò aveva l’aria di uno che non ha dormito da tre giorni, ma è
contento lo stesso perché ha fao di meglio, e Nick Freeling disse che ci
aveva addosso l’odore di Becky orpe, e Tommy Gooch per poco non lo
ammazzava, che avevano già tirato fuori il coltello quando riuscimmo a
dividerli; e il capitano Pollock voleva mandarlo davanti alla corte marziale,
Tommy Gooch, perché era andato via senza permesso, ma poi non se ne
fece nulla; e quando Jack orpe finì in ospedale, dopo Manassas, che ci
restò più di un mese prima di tornare a casa, Tommy voleva andar via
un’altra volta, ma non era mica più così facile, che lì di miglia ce n’erano
mille e anche più; e il colonnello Rogers aveva promesso che durante
l’inverno lo mandava a casa, ma Tommy si prese la polmonite,
quell’inverno, che per poco non crepava, e non ci andò mica, a casa. E gli
era passata tua la voglia di combaere, che prima sembrava che voleva
mangiarsi uno yankee crudo, se mai ci meeva su le mani, e ora era
sempre lì che protestava per questo e per quello, e anche adesso fu il
primo a decidere che ne aveva abbastanza, di quella marcia. Ma non gli
andò bene, quella volta, a Tommy Gooch, perché il capitano Pollock lo
vide, e disse al sergente Winthrop, vada un po’ a prendere quell’uomo; e il
sergente Winthrop andò da Tommy Gooch, che tui si voltavano per
vedere come andava a finire, e pestavano solo i piedi nel fango e non
andavano più avanti, e la colonna s’era quasi fermata; e da lì dov’ero io
non si sentiva niente, ma si vedeva il sergente Winthrop che parlava a
Tommy Gooch, e Tommy Gooch si alzò in piedi così com’era, senza una
scarpa, e noialtri credevamo che finiva a pugni; e qualcuno gridò, dai,
Tommy, dagliele sode!, e invece Tommy Gooch tornò a sedersi, e si
allacciò la scarpa, e poi si mise a correre e tornò al suo posto, fucile in
spalla e tuo, e a chi gli chiedeva, di’, Tom, cosa ti ha deo il sergente, lui
non rispondeva mica. el sergente lì, eodore Winthrop, non era nato
dalle nostre parti; e nessuno sapeva dov’era nato; e chi diceva su nel
Piedmont, e chi addiriura nel Nord; ma se l’era portato dietro il capitano
Pollock dalla guerra del Messico, che aveva servito nella sua compagnia, e
al ritorno dalla guerra l’aveva assunto come soprintendente, e abitava alla
piantagione da solo, dopo che era morta sua moglie; e tui dicevano che
era proprio il mestiere giusto per un sergente, soprintendente di schiavi, e
un giorno Dave Jones disse che il sergente Winthrop non s’era mai
neanche accorto della differenza, e credeva che era sempre alla
piantagione, e solo non capiva perché tui i negri erano diventati bianchi,
e giravano armati di fucile; e noialtri, che stavamo mangiando, per poco
non ci strozzavamo dal ridere, e poi per due o tre giorni tui quelli che gli
parlavano, al sergente Winthrop, parlavano da negri, e gli dicevano sì,
padrone; ed è certo che quando la compagnia si radunò per la prima volta
alla piantagione del capitano Pollock, che eravamo tui quanti suoi vicini,
e qualcuno aveva lavorato da lui come bracciante, quando ce n’era
bisogno, che la sua piantagione, per quelli che abitavano lì da noi a
Magnolia, era più vicina di quella del colonnello Rogers, e il colonnello
Rogers aveva deo che noialtri di Magnolia, e di Shiloh, e di Hampden
potevamo nominare capitano il capitano Pollock, se volevamo, e noi
l’avevamo nominato; be’, come dico, il capitano Pollock ci radunò lì tui
quanti, e disse, signori, sapete tui che il mio soprintendente qui, Mr.
Winthrop, ha servito con me nella guerra del Messico, e credo che non c’è
nessun altro, qui, che ha combauto in guerra, e così io ho pensato di
nominarlo sergente della nostra compagnia; e tui quanti dissero che
andava bene, ma quando poi si traò di cominciare l’addestramento,
vedemmo subito che davvero lui credeva di traarci come i negri del
capitano Pollock; perché cominciò a andare su e giù gonfio come un
galleo, e a strillare ordini; e quando ne avemmo abbastanza di sentirci
traare a quel modo Sam Martin disse, ehi, ehi, prendila bassa, eo
Winthrop, e io dissi, ehi, guarda che ti conosciamo tui, eo Winthrop; e
lui diventò rosso e voleva rispondere, ma il capitano Pollock si mise in
mezzo e disse, signori, voi qui siete tui gentiluomini e nessuno intende
mancarvi di rispeo, ma nell’esercito è così che si fanno le cose, e chi vuol
servire il suo paese con onore deve saperlo acceare; e la cosa finì lì, ma i
ragazzi continuavano ad avercela mica male, con eo Winthrop, finché
non si vide che ci sapeva fare davvero, e molto di più del capitano Pollock.
Che a guardarli non ci azzeccavi mica, quel giorno, perché il capitano
Pollock aveva tirato fuori dal baule la sua vecchia uniforme blu, e se ne
stava lì con gli stivali e la fascia rossa da ufficiale annodata soo la
cintura, e a vederlo lì piantato a gambe larghe, con quella bella barba
rossa, e un gran cappello di paglia per ripararsi dal sole, sembrava proprio
un generale; e eo Winthrop, invece, se ne stava in un angolo a masticar
tabacco, con un berreuccio a visiera e un camicioo stinto, che pareva
l’ultimo poveraccio d’uno zappatore, a guardarlo. Ma poi il capitano
Pollock tirò fuori di tasca il manuale, che io qualche giorno prima ero
andato da lui per del granturco che gli volevo vendere, ed erano già
parecchie seimane che ne discutevamo, e non eravamo mai riusciti a
meerci d’accordo sul prezzo, e alla fine me lo comprò Ted Hopper, che il
suo raccolto non era mica andato tanto bene, quell’anno, e gli toccò
spendere quasi tuo quel che aveva alla banca, per comprare del grano e
dar da mangiare alle sue bestie; e proprio quel giorno il capitano Pollock
aveva fao portar giù dalla soffia il suo baule, e zia Sarah, la moglie di
Abner, stava ripassando col ferro caldo la giubba blu, e il capitano e Abner
frugavano nel baule, e il capitano diceva, accidenti, diceva, eppure doveva
essere qui; e non lo trovarono, e quel pomeriggio il capitano fece aaccare
due cavalli e se ne andò in calesse fino a Selma, e lì prese il treno e andò a
Montgomery, e andò da un venditore di libri a comprare il manuale di
esercizio, che il suo vecchio manuale del Messico non s’era più trovato. E
tornò tre giorni dopo, che era domenica, e il lunedì eravamo tui quanti
radunati lì, e lui sfogliava il manuale, e si vide subito che non si ricordava
più niente, di tuo quello che aveva imparato a quel tempo; e ci fece
allineare tui quanti nel cortile, che i negri stavano lì a guardarci a bocca
aperta, e ci fece marciare avanti e indietro, e poi voleva farci schierare in
quadrato, come avevano fao a Buena Vista, quando la cavalleria
messicana li caricò; ma non riusciva mica a spiegarci quel che dovevamo
fare, ed era tua una gran confusione, e eo Winthrop fece un passo
avanti e disse, col suo permesso, signore, questi ragazzi qui devono prima
imparare a marciare, e poi magari impareranno anche a meersi in
quadrato; ma col suo permesso, signore, io vorrei dirgli questo, ai ragazzi,
che, sentitemi bene, ragazzi, se per caso trovate la cavalleria yankee, e
quegli idioti vi vengono addosso con le loro sciabole, voialtri non c’è mica
bisogno di meervi in quadrato, nossignore; ma invece gli sparate addosso
e li fate fuori, ecco tuo. E tui gridarono urrà, e poi si deero di gomito
ridacchiando, e da quel momento quasi tui decisero di ubbidirgli, al
sergente Winthrop. E quel giorno, mentre si marciava, fu lui ad accorgersi
che i ragazzi cominciavano ad averne abbastanza, che faceva caldo e i
sacchi pesavano, e Nat Falwell aveva un paio di scarpe di ricambio, che
c’era solo lui in tua la compagnia, credo, che s’era portato dietro un paio
di scarpe, ma dopo un po’ ecco Nat che si ferma, e scarica il sacco e ci
fruga dentro, e via che vanno le scarpe, chissà dove nella boscaglia; e Ted
Bierrot s’era riempito il tascapane di pagnoe, e durante la marcia provò
a mangiarne una, e poi un’altra, ma alla terza non ce la faceva più, e
nessuno intorno a lui ne voleva, che avevano tui la pancia piena di lardo
e piselli, razioni per tre giorni; e Ted Bierrot disse, be’, pazienza, e vuotò
il tascapane lì sulla strada; e il sergente Winthrop si accorse che i ragazzi
avevano bisogno di un po’ di distrazione, e aaccò a cantare; e si sa che
ogni volta che qualcuno cominciava una canzone, non importa
quant’eravamo stanchi, e roi e sfiancati dalla marcia, tui quanti
facevano coro. E cantammo una canzone che qualcuno aveva composto lì
al campo, e la musica era quella dell’inno della Terra Promessa di Canaan,
che lo conoscevamo tui, e l’avevamo cantato tante volte da bambini a
scuola di religione, ma le parole erano tue diverse, e dicevano così: laggiù
a Harper’s Ferry ci fu un’insurrezione, tu ci credi o non ci credi? Il vecchio
John Brown voleva sollevare i negri! Ma invece, guarda caso, ha perso la
scommessa; il governatore Wise s’è messo gli occhiali sul naso, e l’ha
spedito dirio giù nella Terra Promessa! E chi non se lo ricorda? Lo
abbiamo aaccato a una corda, al collo gliel’abbiamo messa, e poi
l’abbiamo spedito giù nella Terra Promessa! E l’ultimo verso lo strillavamo
con quanto fiato c’era in gola, e poi tui a ridere come mai pensando al
vecchio John Brown che tirava calci per aria con la corda al collo, laggiù a
Harper’s Ferry».

Il vecchio per l’entusiasmo aveva perfino canticchiato, e benché la voce


fosse rauca e storta, la ragazza riconobbe la melodia di un inno che anche lei
aveva sentito chissà quante volte, alla chiesa episcopale, fin da quando era
bambina. Poi, però, mentre cantava gli venne un accesso di tosse. Tossì a
lungo, tanto che negli occhi acquosi gli comparve uno sguardo allarmato;
quand’ebbe ripreso fiato, si raschiò la gola faticosamente, e sputò in terra un
po’ di saliva e catarro, gialli di tabacco. Oddio, tanto bene non sta, pensò la
ragazza; e si ricordò del professore che al college l’aveva guardata dubbioso,
col suo papillon e le lenti rotonde cerchiate di metallo, quando lei gli aveva
spiegato il suo progeo. Non è mica così facile, cara signorina, aveva deo.
esti vecchi non si ricordano mai quel che vorremmo, e alla fine ti fanno
solo perdere un sacco di tempo; ne ho intervistato qualcuno anch’io, quando
scrivevo il mio libro, e adesso m’immagino che saranno ancora più vecchi, e
più rammolliti. E s’era messo a ridere, di un riso freddo e sgradevole. Ma lei
s’era ostinata; se non li intervistiamo adesso, aveva deo, moriranno tui.
Sono già morti quasi tui, no?
6

«Cantare era l’unico modo per passare un po’ il tempo, mentre si


marciava su quelle strade fangose che non finivano mai. Sì, ogni tanto
magari capitava che Nat Falwell strillava, passeggeri per Decatur, in
carrozza!, e poi fischiava come il treno quando il macchinista dà vapore, e
allora tui quelli che gli stavano vicini cominciavano a ripetere, ciuff,
ciuff, ciuff, tui insieme, e Nat Falwell strillava ancora più forte, Signori,
bigliei! Signori, bigliei!; ma si capisce che come divertimento non
poteva mica durare molto, e dopo un po’ ci si rimeeva a cantare. Però
con noi c’era Phil White, e a lui non piaceva sentire quelle canzoni
profane, e così quel giorno al primo momento di silenzio ecco che aacca
da solo uno dei suoi inni, e strillava più forte che poteva: Contrita è la
folla, s’inginocchia la turba, al suon della Tua voce santa; e poi s’è fermato
a riprendere fiato, e lì s’è sentita la voce di Dave Jones che gli faceva il
verso, e con la rima giusta, pure: Il ’possum l’è una bestia furba, si
arrampica sulla pianta! E noialtri siamo scoppiati a ridere, e poi tuo il
reggimento ha fao coro: Il ’possum l’è una bestia furba, si arrampica sulla
pia-a-anta! E Phil White ha sputato e non voleva più cantare, e diceva che
eravamo tui quanti dei sacrileghi e dovevamo bruciare nelle fiamme
dell’inferno, e davvero a ripensarci adesso c’è da restarci male, ma bisogna
pensare che allora non ne avevamo mica tanti di divertimenti, e stavamo lì
a marciare nel fango e sapevamo che almeno qualcuno di noi andava a
farsi ammazzare o fracassare, e insomma io faccio conto che non eravamo
mica tanto colpevoli come pretendeva Phil White. E poi abbiamo cantato
la canzone delle noccioline, che ce l’aveva insegnata un reggimento della
Georgia; e anche quella faceva ridere parecchio. E me la ricordo ancora
adesso, che c’era una compagnia sdraiata sul bordo della strada, all’ombra
degli alberi, e tui quanti per ammazzare il tempo schiacciavano
noccioline; e arriva lì il generale e sente crack, crack, e crede che sono
spari, questo crede. E fa: Gli yankees stanno arrivando, sento i colpi di
fucile. Poi si guarda tuo intorno, e cos’è quello che vede? La milizia della
Georgia che sgranocchia noccioline! E finiva così: la canzone è finita, io
l’ho faa e me ne vanto; l’argomento è molto buono, ma le rime mica
tanto; alla fine della guerra torneremo alla vita civile, a baciar le nostre
belle e schiacciare noccioline! Ed è lì che Greg Hurlbut ha deo, be’,
ragazzi, vorrei averci le tasche piene di noccioline, adesso, e mi meerei a
schiacciarne qualcuna proprio volentieri; e Ben McCulloch ha deo,
contento te, Greg, che ti piacciono le noccioline, come a quelle pippe dei
georgiani; e a me invece mi dispiace già di aver mangiato tuo quel lardo
e piselli, che se ne avevo un po’ nel tascapane, adesso, mica ci sputavo
sopra; ma si sa che Ben McCulloch faceva il cuoco, e non per niente era
così grosso, che tui noialtri a quel tempo eravamo magri come cani
randagi, e masticavamo tabacco tuo il giorno per dimenticare la fame, e i
nostri vecchi se tornavamo a casa mica ci riconoscevano, ma non Ben
McCulloch, nossignora; che quando poi uno yankee gli tirò addosso, il
giorno dopo, e gli fece un buco nella camicia e gli spellò il fianco, e lui
pure gli tirò, allo yankee, ma non lo beccò mica, e lo yankee se la squagliò
in mezzo agli alberi, e Joe McLaughlin abbassò il fucile e sparò senza
neanche mirare e quello cadde giù come un sacco di patate, che lo aveva
preso proprio alla nuca, e Ben McCulloch lo andò a vedere insieme a Joe e
vide che anche quell’altro non era mica tanto robusto, e disse, be’, non è
mica giusto che lui mi ha beccato e io no, perché se ero magro come lui,
non mi beccava neanche per sbaglio. E Nick Freeling che era lì disse, senti
qua, Ben, com’è che devi fare, disse; tu adesso prendi un pezzo di gesso e ti
disegni addosso la sagoma di uno normale, e se ti beccano fuori dalla linea
non lo contiamo, così non ci sarà nessuna ingiustizia, eh? E quando lì sulla
strada Ben McCulloch disse che gli dispiaceva, di tuo quel lardo e piselli,
di non avercene ancora un po’ nel tascapane, Greg Hurlbut disse, ehi, Ben,
scordatelo di mangiare, ormai, che oggi si marcia tuo il giorno e non si
mangia; e stavolta gli yankees ci hanno proprio fregati, credo. E Ted
Hopper disse che lui aveva sentito dire da qualcuno che uno yankee era
affogato nel Rappahannock, e i nostri l’avevano ripescato, e lui ci aveva in
tasca tui i piani del vecchio Joe Hooker, e c’era scrio che gli yankees
avevano passato il fiume più a monte, a Germanna Ford, e ora erano già da
questa parte e venivano giù araverso la foresta, e padron Robert con
quelle carte in mano sapeva esaamente dove andare per fermarli; ma io
dissi che era una cazzata, che nessun affogato può averci in tasca delle
carte che quando tu lo ripeschi le puoi ancora leggere, e Ted Hopper disse,
e tu che ne sai?, e io dissi che ne avevo visti più d’uno, di affogati, in vita
mia, e ricordatevi un po’ del fratello di Debbie Garson, com’è che si
chiamava, Chuck, credo: be’, lui affogò nel fiume Tombigbee, una sera
d’estate, che era andato a pescare gamberi, e lo ripescarono il maino
dopo, che lui credeva di mangiarsi i gamberi, l’indomani, e invece erano i
gamberi che avevano cominciato a mangiare lui; e quando lo ripescarono,
se per caso ci aveva qualche carta in tasca, state pur sicuri che lì non ci
leggeva più nessuno. E Ted Hopper disse che Chuck Garson in tasca non
ci poteva avere proprio nessuna carta, che non sapeva neanche leggere,
lui. E io dissi che dicevo così per dire, ed era il primo affogato che m’era
venuto in mente, e il mio ragionamento stava in piedi lo stesso, se solo si
sforzava un po’ di capirlo. E lui disse che nel Rappahannock non c’erano
gamberi, non in questa stagione, almeno. E io dissi che non erano i
gamberi, ma l’acqua. E qualcuno disse ehi, ragazzi, piantatela, e così la
piantammo; e Ted Hopper non so a cosa si mise a pensare, ma io continuai
a pensare al fratello di Debbie, com’era quel pomeriggio che lo riportarono
a casa sul carreo, gonfio e nero e con la lingua di fuori come un
impiccato; e a Debbie che gridava e aveva la faccia sudicia rigata di
lacrime e poi si mise a correre fuori dalla baracca nei campi, e Ted
Bierrot e George Yocom e qualcun altro le corsero dietro e la riportarono
a casa, che scalciava e graffiava; e suo padre, il vecchio Charley Garson,
era ubriaco fradicio dal giorno prima, e neanche sapeva cos’era capitato; e
qualcuno diceva che Debbie e Chuck, loro, insieme, be’, ci siamo capiti,
con tuo che erano fratello e sorella e così via, ma tanto in quella casa lì se
n’erano viste altre, e anche Charley si sapeva che con Debbie, da quando
s’era faa grande, non s’era mica tirato indietro; che vivevano come bestie,
lì in quel pezzeo di terra che ci avevano, dietro la palude, che le zanzare
ti mangiavano vivo, e le uniche bestie che ci abitavano oltre a loro erano
volpi e puzzole, e loro tenevano le capre, e Charley meeva le trappole e
ogni tanto prendeva qualche tasso, che era tua la carne che mangiavano,
in quella casa lì; e lui si ostinava a far crescere il cotone, lì dietro, ma credo
che alla fine lo sapeva anche lui che non poteva farcela, e perciò beveva
tanto. E io credo che Debbie piangeva a quel modo, quando le riportarono
suo fratello Chuck, affogato nel fiume Tombigbee, soprauo perché
aveva paura di restare sola in quella casa con suo padre, e non aveva un
posto al mondo dove andare, e sapeva che se mai andava via di lì finiva
come poi è finita, lassù a Linden, a fare la vita che poi ha fao; e chissà,
può darsi che anche così, a fare quella vita, stava meglio che a casa, col
vecchio Charley che cucinava lo stufato di tasso e si ubriacava e andava a
trovarla la noe. E io, be’, ho sempre avuto paura di affogare, e anche da
ragazzo, quando gli altri scendevano giù al fiume a nuotare, non ci andavo
mica, e piuosto me ne stavo sdraiato nel fieno a masticare un filo di
paglia e guardare il cielo, che l’acqua non mi è mai piaciuta, e già da
bambino quando vedevo un affogato me lo sognavo la noe, che il mio
vecchio me le ha date tante volte, perché lo svegliavo strillando. E una
volta, ora che ci penso, ho rischiato di affogare davvero, proprio lassù in
Virginia, durante la ritirata da Petersburg, nell’aprile del ’65; che pioveva
che Dio la mandava, e i torrenti erano ingrossati; e noi marciavamo il più
in frea possibile su una strada che già per chiamarla strada ci voleva un
bel coraggio, e poi ecco che ci troviamo di fronte un torrente, che in tempi
normali guadarlo doveva essere uno scherzo, ma lì non c’era nemmeno da
parlarne, che ribolliva tuo e l’acqua era grigia e pesante e sembrava
calcina, e trascinava giù legna e relii d’alberi e poi anche una carogna di
cavallo, così veloce che nessuno aveva voglia neanche di meerci un piede
dentro per sentire se era fredda. E lì, se per caso avevamo gli yankees
dietro, be’, ci trovavamo proprio come gli ebrei davanti al Mar Rosso; ma
faccio conto che gli yankees erano andati a cercarci da un’altra parte; ma
anche così non c’era mica da stare allegri, che solo a guardarlo, il torrente,
così gonfio e arrabbiato com’era, si capiva che ci volevano almeno due
giorni prima di poter passare di nuovo a guado, e solo se non pioveva, che
se invece ricominciava a piovere era anche peggio; e non c’era niente da
mangiare, che era un posto desolato se mai ne ho visto uno, e a starsene lì
ad aspeare c’era da crepare tui quanti di fame; e a tornare indietro, si
cascava drii in bocca agli yankees. E lì, be’, c’era tua la brigata, o quel
che ne restava, ma chi la comandava, la brigata, noi non lo sapevamo, e
magari non c’era più nessuno a comandarla, e ogni reggimento si
arrangiava per conto suo, e l’unica speranza era che Dio provvedesse per
tui. E gli ufficiali si sono messi a discutere, e alla fine hanno deciso che
ogni compagnia doveva cercarsi la sua strada, e ritrovarci poi ad Amelia,
che lì, dicevano, dovevamo trovare da mangiare, che ci arrivava la
ferrovia, e ancora gli yankees non l’avevano tagliata. E così ogni
compagnia è partita per conto suo, a cercare il modo di araversare, e con
tuo che eravamo bagnati e affamati e non dormivamo da due giorni, be’,
era divertente non dover più obbedire a nessuno, e andarcene così a zonzo
per la foresta. Avevamo due asce per tagliare la legna da ardere, e quella
era tua la proprietà che la compagnia s’era portata dietro, oltre ai fucili; e
l’unica cosa da fare era discendere il torrente finché non trovavamo un
albero abbastanza grosso per buarlo giù e passarci sopra. C’era lì con noi
gente che sapeva maneggiare l’ascia meglio del fucile, e fra l’altro uno
grande e grosso, che chiamavamo Canada, perché lui era di laggiù, e non
mi ricordo più com’è che era arrivato fin da noi. Be’, alla fine troviamo un
albero che secondo tui quanti doveva andare proprio bene, e Canada e un
altro impugnano l’ascia e tu’intorno volano le schegge, e Ted Bierrot
che era rimasto troppo vicino se ne beccò una in faccia, che per poco non
gli cavava un occhio, e poi l’albero comincia a andare giù, e tui gridano
ooh!, e l’albero precipita giù nel torrente e l’acqua se lo porta via; e anche
il secondo che abbiamo trovato, che sembrava ancora meglio del primo, e
poi anche il terzo, be’, hanno fao tui la stessa fine. E poi siamo arrivati
in un posto dove il torrente era streo e le rive alte, ma non c’era nessun
albero, lì, abbastanza vicino alla sponda e abbastanza alto da arrivare
dall’altra parte, e tui ci guardavamo intorno graandoci la testa,
quand’ecco che Tim Benne si mee a strillare tuo contento, qua,
sergente! Eccone qua uno bello! E tui quanti siamo corsi lì, e il sergente
Pegram gli dice, ehi, Tim, ma dov’è quest’albero? Laggiù, dice Tim, e
indica un albero dall’altra parte del torrente, e fa: se solo riusciamo ad
arrivarci, siamo a posto! E il sergente, credo che aveva voglia di prenderlo
a calci, ma gli ha solo deo qualcosa di salato, e noialtri che arrivavamo lì
di corsa gli facciamo, be’, che c’è? E il sergente fa: oh, niente, è una delle
cazzate di Tim. Dice di araversare prima il torrente, e poi tagliare un
albero dall’altra parte. Buiamolo nel fiume! dicono due o tre dei ragazzi.
Gesù, dice Tim, non ho mica deo questo. Ho deo, laggiù c’è un
bell’albero, e se uno o due riescono a passare di là e tagliarlo, poi passiamo
tui quanti; e venite a vedere prima di parlare, e ditemi un po’ se non è un
bell’albero. Be’, va bene, passa pure di là e taglialo! dice Josh Milliner, e
noialtri tui a ridere. Ma intanto era arrivato il tenente Gordon, e Canada,
il taglialegna, e loro due e il sergente Pegram guardano l’albero per un bel
po’, che poi era una quercia, una quercia bianca, e bella grossa, anche; e
poi il tenente fa, be’, davvero, è un gran bell’albero, e farebbe un gran bel
ponte, e mi chiedo se davvero non c’è modo di far passare qualcuno
dall’altra parte. E un po’ più giù c’era un posto, dove il torrente era streo
in una gola, e le rive erano alte, e non c’erano trenta piedi da una all’altra,
e lì vicino c’erano dei frassini, e qualcuno disse che potevamo abbaerne
uno alto, e portarlo lì, e tirarlo su drio e lasciarlo cadere araverso la
gola, e se non si rompeva, qualcuno di fegato poteva meersi a cavalcioni
e strisciare dall’altra parte, e poi gli buavamo l’ascia. Proprio così! disse
Canada, e ci andrò io. E partì a cercare un frassino adao. E il frassino fu
tagliato e portato lì, e con la sciabola del tenente Gordon e con la
baionea, chi ce l’aveva, abbiamo scavato un buco, e piantato lì il tronco, e
poi l’abbiamo lasciato andare, e giù che è precipitato dall’altra parte. Dài
Tim, ha deo qualcuno dei ragazzi, adesso vai di là e taglia l’albero. E Tim
Benne ha deo, io ci vado sì, ma non sono mica un taglialegna, l’ascia
non la so maneggiare. Va’ via allora, ha deo Josh Milliner, va’ a pestare il
fango. E Canada si è seduto a cavalcioni del tronco, e un po’ per volta si è
trascinato fin dall’altra parte, a forza di mani; e Nick Freeling ha
araversato dopo di lui, e noi gli abbiamo tirato di là le scuri. E loro le
hanno raccolte e poi hanno gridato, ma forte, per farsi sentire con tuo il
chiasso che faceva l’acqua: be’, ragazzi, noi andiamo a casa, ci vediamo
un’altra volta; ma scherzavano, si capisce. E si sono messi al lavoro, e
hanno tirato giù l’albero, e su quello siamo passati tui. E io ero l’ultimo,
dopo Tim Benne, e dietro veniva il sergente Pegram, e mentre stavamo
sull’albero Tim Benne si volta e gli fa, al sergente, be’, avete visto che
avevo ragione io; tui a dire, le cazzate di Tim, e va’ a pestare il fango, ma
se non era per me stavate ancora tui di là. Perché, gli dico io, che cos’hai
fao te? Be’, dice lui, era il mio albero che era quello giusto, e se non era
l’albero giusto potevate affogare tui quanti nel fiume; e io volevo tirargli
un pugno, a Tim Benne, e allora sono scivolato e a momenti volavo giù
nel torrente, e mi sono aggrappato al tronco per miracolo, e soo di me
sentivo l’alito freddo dell’acqua, e ho chiuso gli occhi per non andar giù,
che la testa mi girava, e il sergente Pegram mi ha preso su per le spalle e il
fondo dei calzoni e mi ha portato a riva; che dopo quell’inverno nelle
trincee di Petersburg ero così leggero che mi potevano portare a cavalcioni
sulle spalle, se volevano. E questa è la volta che per poco non affogavo; e
com’è vero che c’è Dio su in cielo, in quegli anni ho rischiato più di una
volta d’essere ammazzato, come a Culp’s Hill, quando una palla colpì il
moscheo mentre ricaricavo, che non sono mai stato così contento d’aver
fracassato un buon moscheo come allora; e queste cose, quando uno ci
ripensa tanti anni dopo, e pensa, be’, anche questa posso ancora
raccontarla, allora non dispiace mica più d’esserci passati, e poi son tue
prove della misericordia del Signore; ma quella volta che cadevo giù dal
tronco nel torrente, be’, quella non mi piace nemmeno adesso
ricordarmela, nossignora».

A mezzogiorno, la negra che poco prima aveva dato il becchime ai polli


portò da mangiare anche a loro. Mentre la ragazza chiudeva il quaderno, la
negra aiutò il vecchio a trasferirsi dalla poltrona a dondolo fino a una delle
sedie zoppicanti, poi gli mise davanti una scodella di pappa d’avena. Il
vecchio cominciò a scucchiaiare, senza aspeare che la donna rientrasse con
un piao di uova frie e un bicchiere di lae per la ragazza. Scrutando le
stoviglie non troppo pulite, lei si domandò se la negra sarebbe venuta a
mangiare con loro; ma subito dopo vide che la donna era uscita in cortile e
s’era seduta sugli scalini della porta posteriore, e lì mangiava, con la scodella
sulle ginocchia. La ragazza si vergognò del sollievo che provava: là dov’era
andata a studiare, i negri si sedevano accanto ai bianchi e nessuno
protestava, e lei era la prima a sostenere che era giusto così; ma qui era
un’altra cosa, era come a casa. Il vecchio fu il primo a finire la sua porzione;
per la prima volta guardò l’ospite, come per assicurarsi che avessero dato da
mangiare anche a lei, poi si alzò faticosamente, tornò alla sedia a dondolo e
ci si accomodò, chiudendo gli occhi. ando la negra rientrò, pulendosi la
bocca col dorso della mano, per ritirare i piai, anche la ragazza aveva finito
e aspeava che il vecchio si accorgesse di lei; ma quello s’era addormentato.
Non abbia paura, signorina, la rassicurò la negra, non dorme mai molto. Fra
mezz’ora avrà di nuovo voglia di chiacchierare. E speriamo, mormorò fra i
denti la ragazza, sbirciando l’orologino d’oro che aveva al polso; non posso
mica restare qua tua la vita aspeando che lui si decida a raccontarmi
l’unica cosa che mi interessa.
7

«Non lo so ancora adesso se Ted Hopper aveva ragione, e se davvero


quello yankee era affogato nel Rappahannock come Chuck Garson affogò
nel fiume Tombigbee; ma i suoi soci, comunque, il fiume lo avevano
passato eccome, perché mentre marciavamo, e potevano essere magari le
due del pomeriggio, a giudicare dal caldo che faceva, e il moscheo sulla
spalla cominciava a pesare mica male, e quella era l’unica cosa che non si
poteva buare via; be’, come dico, Tim Benne a un certo punto guarda in
su e dice, ehi, ragazzi, tuona, e Dave Jones ha teso l’orecchio e si è messo a
ridere, e ha deo, sì, Tim, vedrai che diluvio che si prepara, perché c’era
davvero un brontolìo come di tuono, laggiù davanti a noi, ma invece era il
cannone. E subito dopo lo hanno sentito anche gli altri, e si sono azziiti, e
per un po’ non ci sono più stati scherzi né risate, che tui stavano con
l’orecchio teso a sentire il cannone, e non c’era mica da illudersi: noialtri ci
marciavamo proprio dentro. E io ho deo, be’, mi piacerebbe sapere come
hanno fao a passare il fiume, quelli là, che nessuno dei nostri se n’è
accorto. E Greg Hurlbut ha deo, sono furbi gli yankees, ne inventano
sempre una. E Sam Martin ha borboato, sì, avranno inventato la
macchina per diventare invisibili. Ed è vero che gli yankees sono una
gente faa così, che ne studia sempre una nuova, e non pensano ad altro
che a inventare macchine, per fare questo e per fare quello. Come quel tale
di Cincinnati, nell’Ohio, che capitò lì da noi poco prima della guerra,
quando il capitano Pollock sposò sua figlia, Miss Edith, all’avvocato
Prentiss di Linden; il più giovane, dico, il fratello del capitano Prentiss che
poi fu ucciso a Geysburg; e questo tale era un parente della vecchia Mrs.
Robards, la suocera del capitano Pollock, che allora era ancora viva, e già
da un bel po’ se n’era andato a stare lassù a Cincinnati, nell’Ohio, e
parlava nel naso alla maniera di quelli lassù. E lì da noi, guardandosi
intorno, ecco cosa gli era venuto in mente: che lì, con quella terra e
quell’acqua, il granturco veniva su meglio del cotone, e questo, si capisce,
lo sapevamo anche noi; ma lui disse, be’, se volete far quarini in questo
posto, non c’è che da meersi ad allevare maiali, e impiantare una bella
fabbrica di carne salata; qui vicino ci passa la ferrovia, no? Che non ci
vorrebbe mica poi molto a costruire un raccordo, e far arrivare il treno
proprio qui; e da lì il porco salato si carica in treno, e si potrebbe far
arrivare drio drio a Cincinnati, nell’Ohio; perché, diceva, lo sapete
voialtri quanti barili di carne di porco entrano ogni giorno a Cincinnati?
Be’, ve lo dico io, un mucchio; ma ce ne vorranno ogni anno di più. E a lui,
far viaggiare tua quella roba su rotaie per mille miglia, da Magnolia fino
a Cincinnati, nell’Ohio, gli pareva uno scherzeo. E Ted Hopper gli disse,
be’, ma i negri non sono mica buoni per lavorare nelle fabbriche. E quello
gli fa, ma quali negri? Ci dovete lavorare voi, nelle fabbriche. Lo sapete
quanto guadagna un operaio a Cincinnati, nell’Ohio? Anche cinquanta
dollari al mese; che voialtri, qui, un guadagno così non riuscite neanche a
immaginarlo. E dei negri ne potete fare a meno, come noialtri, che
nell’Ohio neanche ce li vogliamo. Ma, disse il capitano Pollock, senza i
negri chi lavorerà il cotone? E lui disse, all’inferno anche il cotone!
Piantate del granturco, vi dico, e datelo da mangiare ai maiali, mica come
adesso che se lo mangiano tuo quei negri. Ma poi vide che tui
scuotevano la testa, e allora alzò la voce; è vero che aveva bevuto. Eh già,
disse, io vi sto parlando di meervi a lavorare sul serio, e al Sud questa è
una bestemmia bell’e buona! Peggio per me, che vengo qui a proporvi di
lavorare in fabbrica, quando da voi tuo il lavoro che un uomo d’onore
può fare è di starsene seduto a dare ordini ai suoi negri! Se non c’erano i
negri, vi toccava meervi a lavorare anche voialtri, come facciamo noi su
al Nord; ma no! i appena uno s’è comprato una decina di negri, mee
un bianco a dirigerli e non fa più nient’altro che montare a cavallo e
andare a caccia! Mi pare che per voialtri, disse quel tale di Cincinnati, il
lavoro è una disgrazia e un disonore, ed è per questo che non farete mai i
soldi, e noi del Nord saremo sempre più ricchi, e voi del Sud sempre più
straccioni! Proprio così disse; aveva bevuto, si sa; e Ted Hopper, che aveva
bevuto anche lui mica male, disse: già, andiamo a caccia, e non c’è nessuno
qui che non ci abbia a casa un buon fucile; e quello impallidì, e tacque; e
per rispeo al capitano Pollock, e a Miss Edith, nessun altro aprì bocca; e
si disse poi che qualcuno lo aveva aspeato in strada, quella noe, per
tirargli una buona coltellata, a quel tale di Cincinnati, ma per qualche
ragione non gli riuscì; e quel tale, poi, quando scoppiò la guerra si arruolò
in un reggimento dell’Ohio, e fu caurato a Chickamauga, e spedito nel
campo di Andersonville, e lì morì di tifo, e questo si riseppe poi dopo la
guerra, ma non fu mica una gran consolazione per Miss Rose; la moglie
del capitano Pollock, voglio dire. Be’, comunque, come stavo dicendo, noi
abbiamo continuato a marciare tuo il giorno, ed era quasi sera quando è
arrivato l’ordine di cercare un posto per il bivacco, ed era proprio ora, che
più d’uno aveva già le scarpe che perdevano la suola. E i cannoni in tuo
quel pomeriggio non avevano mai smesso di sparare, e ci avevano
accompagnato la marcia fin lì, e c’era da stupirsi di tue le munizioni che
avevano da buar via, quelli là; perché si capiva da come tiravano che
erano i cannoni degli yankees, e i nostri, come al solito, neanche ci
provavano a rispondere, per non sprecare munizioni. Ormai, però, il sole
era tramontato e non ci si vedeva quasi più, e anche quegli altri la stavano
smeendo di tirare, una baeria dopo l’altra, e quando arrivò l’ordine di
fermarci lì e accamparci per la noe s’erano ziiti tui quanti; solo ogni
tanto partiva ancora qualche fucilata, e a me pareva di stare qui a casa,
nelle noi d’estate, quando bisogna tenere le finestre aperte per il caldo, e
qualcuno va a caccia nella palude di Okawauga. E noialtri ci siamo
guardati intorno cercando un bivacco, ma di posti adai lì non ce n’erano
mica, perché la strada correva in mezzo alla foresta, e l’unica cosa da fare,
a quanto pareva, era di accamparsi soo i pini, e passare la noe con le
formiche; ma poi il capitano Pollock, che s’era spinto un po’ più in là a
dare un’occhiata, è tornato indietro e ha deo, ehi, ragazzi, che ce la fate a
marciare ancora dieci minuti? E tui hanno brontolato, nooo!, e Dave
Jones ha deo, neanche per andare a prendere la paga, capitano; che se ne
stava già sdraiato sull’incerata, col tascapane soo la nuca e la pipa in
bocca; e il capitano Pollock ha deo, be’, peccato, perché un po’ più in là
c’era un bel posto asciuo, e stanno anche cucinando del riso; e allora Ben
McCulloch, che stava frugando nel sacco per vedere se per caso c’era
avanzato qualcosa da mangiare, ha deo, be’, ci possiamo anche pensare,
in fondo che saranno mai dieci minuti, eh, ragazzi? Ed è vero che c’era lì
più d’uno con le scarpe sfondate e i piedi che facevano sangue, ma c’erano
anche parecchi che pensavano con rimpianto a quel lardo e piselli che
avevano trangugiato al maino, e come sempre succede alla sera dopo la
marcia, si pentivano di aver mandato giù tuo dodici ore prima, senza
meere da parte almeno mezza razione, che adesso l’idea di andare a
dormire con la pancia piena solo di gallea e caè non gli piaceva per
niente; e qualcuno disse, su, ragazzi, ha ragione Ben, che sarà mai?, e si
sono rimessi il moscheo in spalla, e alla fine tua la compagnia era lì in
fila; tranne i ritardatari, si capisce, che ne mancavano almeno dieci o
dodici dei nostri, e a quell’ora erano sdraiati da qualche parte nei fossati, a
fasciarsi le piaghe dei piedi, o arrancavano su per la strada per
raggiungerci. lіbri gratis senza abbоnamenti vіp su еurеkadl, visіtaci
digitando manualmente il sіto sul tuo cercatore preferito o gоogIe E il
capitano Pollock ci ha preceduti araverso la boscaglia, e scendendo giù
per una scarpata ci siamo trovati davanti a un terrapieno, che continuava
per un bel po’ e si perdeva giù nella foresta, e c’era pieno di legname
abbandonato, lì, ed era una ferrovia in costruzione, che avevano già
incominciato a portare lì le traversine, e poi avevano lasciato perdere tuo
quanto, per via della guerra. E lì, dietro il terrapieno, c’era un reggimento
accampato, e sui loro falò bolliva il riso che ci aveva promesso il capitano
Pollock, e uno dei loro ufficiali ci venne incontro e disse che ce n’era per
tui, che avevano portato lì riso per tua la brigata, per sbaglio, ma gli
altri reggimenti dovevano essere finiti da qualche altra parte, e loro non
potevano certo mangiarlo tuo, quel riso; e l’ufficiale parlava proprio
come noi, ma tui i soldati stravaccati lì intorno ai fuochi bisbigliavano fra
loro in quel loro dannato francese, e si sentiva solo uì, monziù, e olalà: che
erano tui Creoli del Bayou Teche, l’8° Louisiana, e non parlavano
neanche una parola di inglese. E a me quella gente lì non mi è mai
piaciuta, e neanche agli altri ragazzi, che sono tipi sporchi e pidocchiosi e
col coltello facile e di loro è meglio non fidarsi, e così noialtri ci siamo
accampati nella radura per conto nostro, e abbiamo preso le traversine dal
cantiere della ferrovia, e le abbiamo fae a pezzi e con quelle abbiamo
acceso i fuochi, andando a prendere la brace dai falò dei Creoli, e
aspeando il riso abbiamo preparato il caè. E lì con me c’era Greg
Hurlbut, che era un pesce fresco, ma proprio fresco, e quella era la sua
prima marcia, e voleva prepararsi anche lui il caè come tui quanti, e
aprì il tascapane, ed ecco, il caè lui lo aveva messo via proprio per benino
in un cartoccio, e durante la marcia, si capisce, il cartoccio si era aperto, e
così pure quelli del sale e dello zucchero, e la gallea si era sbriciolata, e
tuo quanto faceva proprio una gran bella mistura, e dentro ci nuotava
anche un pezzo di lardo salato che lui s’era portato da casa. E a sentirlo
bestemmiare, Greg, pareva uno che è vissuto al campo tua la vita in
mezzo ai veterani, mentre invece era arrivato da casa appena qualche
seimana prima; e credo che il Signore lo avrà perdonato, poveraccio, che
non ne aveva più molto di tempo davanti per bestemmiare, perché lo
abbiamo seppellito la sera dopo; e io gli dissi, guarda qua, ragazzo, e
impara come si fa, e aprii il tascapane e tirai fuori il saccheo di tela che
usavo per il caè, e tanto pulito certo non era, anzi, sembrava la camicia di
un minatore al ritorno dal lavoro, e dentro ci tenevo il caè e lo zucchero,
tuo quanto mescolato, che tanto prima o poi insieme dovevano finire. E
mentre il caè cuoceva, ecco che arrivano due negri portando un
pentolone di riso, e tui ci siamo fai soo, e abbiamo avuto da mangiare
a sazietà, con tuo che il riso non è un mangime da cristiani, e giù a casa
prima della guerra i negri lo davano ai loro cani, ma adesso qualcosa di
caldo in pancia faceva piacere. E così siamo rimasti lì a trangugiare riso e
bere caè finché non è stato buio, che dappertuo la luce dei fuochi
brillava più forte, e uno dopo l’altro parecchi dei ragazzi si sono avvolti
nelle loro coperte e si sono addormentati lì dov’erano, e anche Greg
Hurlbut, lì vicino a me, dopo aver bevuto due mestoli del mio caè, e
mangiato il suo riso, che il lardo aveva dovuto rimeerlo via, tuo condito
di zucchero e caè com’era, si è tirato l’incerata sulla faccia e ha
cominciato a russare; e poi Nick Freeling se n’è arrivato lì e mi ha deo,
ehi, Dick, qui ci vorrebbe un po’ di whiskey, eh, Dick? Perché Nick
Freeling era un bevitore inveterato, ed era stato il primo della compagnia a
scoprire che nella canna di un moscheo ci sta giusta una pinta di
whiskey, e quella scoperta ci era tornata comoda più di una volta; e io gli
dissi, be’, Nick, preferirei di no, che domani andiamo in baaglia e io
magari avrò la camicia sporca, ma vorrei andarci con la coscienza pulita, e
comunque senti un po’, dov’è che lo trovi, adesso a quest’ora, il whiskey?;
e proprio in quel momento passano lì vicino cinque o sei cavalieri, e il
primo si vedeva benissimo che si teneva in sella solo coll’aiuto di Dio,
perché dormiva della grossa e sbandava di qua e di là; e Nick mi fa, ehi,
Dick, guarda un po’, ci scommeo che quello lì l’ha trovato, il whiskey; e
salta su e branca il cavallo per il freno, e gli fa, ehi, socio, di’ un po’, dov’è
che l’hai trovato il liquorino? E mentre io stavo lì a guardare senza capirci
niente, e gli altri cavalieri si erano tui fermati, ecco che Nick fa un salto
indietro e strilla, buon Dio, ma è il vecchio Jack!; e si volta e via di corsa, e
un momento dopo era sparito nel buio. E quello era davvero “Stonewall”
Jackson, che dormiva della grossa in sella al suo cavallino, come faceva
sempre, che lui ci aveva quel debole lì, che doveva dormire parecchio, e si
sa che in guerra non si dorme mai abbastanza; e la voce di Nick Freeling lo
svegliò, e disse qualcosa come, chi è che ha parlato? Capitano Pemberton,
ha deo qualcosa? Mi è sembrato di sentire una voce; e gli altri che erano
lì con lui si misero a ridere, e gli dissero, non è niente, generale, è solo uno
che l’ha scambiata per un altro. Ah, bene, disse il vecchio Jack, e sentite un
po’, io direi di riposarci un pochino, no?, che mi stava quasi venendo
sonno; e smontò dal suo cavallino, e senza aspeare nessuno andò a
sedersi soo un albero e un minuto dopo dormiva, col cappello tirato sugli
occhi. E io e gli altri che erano ancora svegli cercavamo di non far rumore,
per lasciarlo dormire in pace; e intanto cominciarono ad arrivare uno dopo
l’altro quelli che erano rimasti indietro, Tommy Gooch e Ben Tillman e
Nat Falwell e non so chi altri, mezzo morti di fame e di stanchezza, e
vedendo che avevamo mangiato il riso ne vollero anche loro, e quando
seppero che non ce n’era più volevano cominciare a litigare, ma tui gli
dissero di lasciar perdere, che c’era lì il vecchio Jack che dormiva, e non
volevano mica rovinargli quel po’ di riposo, no? E Nat Falwell andò giù
dall’8° Louisiana e trovò ancora un po’ di riso, ma gli ultimi arrivati
rimasero all’asciuo, e doveero accontentarsi di caè e gallea, quelli
che ne avevano. Eppure lo svegliarono lo stesso, il vecchio Jack, quei
Creoli del Bayou Teche, che il sonno non sapevano neanche che cos’era, e
per loro la noe era faa per ballare, e dopo essersi rimpinzati ben bene
del loro riso, avevano tirato fuori la fisarmonica e il violino, che si
portavano dietro tua quella roba su un carreo, a quanto pare; e io mi
ero appena ravvolto nella coperta per cercare di dormire un po’, e anche i
muli avevano smesso di pestare i piedi e soffiare e si erano addormentati,
quand’ecco che incomincia la musica; e io e Mitch Tobin e Phil White e
qualcun altro ci siamo tirati su e siamo andati a vedere che cos’era, e lì
accanto al falò c’erano i Creoli che ballavano a coppie, sissignore, con le
ombre che guizzavano fra le scintille come tanti diavoli, al suono di quella
sarabanda; e noialtri ci guardammo, e Phil White si accarezzò ben bene la
barba, e borboò: tue trappole e inganni; e quelli non se ne davano mica
per intesi, ma baevano le mani e gridavano alla loro maniera, alé, alé, e
Phil White si guardò intorno solennemente, e voleva già dire qualcos’altro,
ma s’interruppe, perché anche il vecchio Jack s’era svegliato ed era venuto
a piedi fin lì, e stava a guardare quella gente con le mani in tasca; e c’era lì
pure il colonnello dell’8° Louisiana, un giovanoino con il pizzo e il
berreo sulle ventitré, che guardava le capriole dei suoi uomini e rideva,
con l’aria più soddisfaa del mondo, e il vecchio Jack gli disse, al
colonnello: son proprio delle teste vuote i suoi uomini, ma noi domani ci
abbiamo da fare un lavoro serio; e il colonnello disse, generale, il lavoro si
può fare allegramente, e farlo bene lo stesso, credo; e il vecchio Jack si
strinse nelle spalle e non rispose, e il colonnello baé i tacchi e se ne andò,
e noialtri restammo lì ancora un po’ a guardarli ballare, finché i suonatori
non si stancarono e misero via la fisarmonica e il violino, e tui si
sdraiarono accanto ai falò per dormire quel po’ di tempo che restava
ancora prima della sveglia. E Phil White sputò e ripeté forte, trappole e
inganni, e il vecchio Jack lo guardò e scosse la testa, e disse, eppure son
cristiani anche loro, e poi non disse più niente, che per quella sera aveva
già parlato anche troppo, e se il silenzio è d’oro, lui valeva un tesoro; e se
ne andò con le mani dietro la schiena, a dormire ancora un po’, o forse a
pregare per le anime di tue quelle teste vuote che s’era trovato a
comandare».

Dormivano tui, nella calura del pomeriggio; uno dei cani, quello cieco da
un occhio che aveva abbaiato con più rancore contro la ragazza al suo arrivo
quel maino, s’era trascinato fin soo la casa prima di assopirsi, l’altro era
stramazzato in un angolo del cortile, all’ombra d’un carrubo. La negra
doveva essere andata a dormire pure lei, da qualche parte, dopo aver finito di
lavare i piai, perché non si sentiva più sfaccendare in cucina; e perfino i
polli, nelle loro stie, avevano smesso di beccarsi. La ragazza avrebbe
volentieri dormito anche lei; e ancor più volentieri, nel fresco d’una camera
imbiancata, si sarebbe spogliata del vestito, tolta le scarpe e le calze candide,
lavata la faccia dal trucco; ma non era possibile. Il vecchio, adesso, pareva
ben sveglio, e raccontava così spedito che diventava perfino difficile prendere
appunti; solo ogni tanto si fermava per masticare il suo grumo di tabacco, e
sputare un po’ di saliva giallastra, e la ragazza ne approfiava per rimeersi
in pari. Guarda quanto fiato ha, pensava sbalordita; e sì che a guardarlo
sembra che tenga l’anima coi denti. L’inverno precedente lei aveva scrio
agli uffici d’anagrafe di tue le contee dello Stato, sessantasee
raccomandate!; le erano arrivate trentun risposte, e in tue quelle trentuno
contee ce n’erano ancora sedici, di veterani vivi; e prima che lei avesse potuto
organizzare il viaggio e venir lì, ne erano già morti altri tre. Ma dei tredici
superstiti, solo quaro avevano combauto in quella baaglia e in quei
reggimenti; tuo stava a vedere fino a quando sarebbero durati. Certo che il
nostro è uno strano lavoro, si era dea più volte la ragazza. Finché c’erano
chissà quanti testimoni, nessuno si è preoccupato di ricostruire questa storia.
E adesso che non ce ne sono quasi più, a me è venuta l’ansia di scoprire la
verità, e mi importa più di questo che delle notizie che arrivano dal Pacifico…
8

«ando il sergente Winthrop venne a svegliarci, quella noe, gli


yankees non si facevano più sentire per niente, nemmeno una fucilata
ogni tanto; e a tui quanti i ragazzi quel silenzio sembrò subito strano,
perché si sa che dove c’è un esercito che bivacca, lì c’è sempre qualche
sentinella nervosa, capace di meersi a sparare alla sua ombra. E mentre
io ero lì che mi fregavo gli occhi, e sputavo il catarro della noe, Greg
Hurlbut venne fuori dalla sua incerata, con gli occhi spalancati, e disse ehi,
Dick, magari gli yankees se la sono filata, eh, Dick? E io scrollai le spalle e
dissi, be’, Greg, non lo so che fine hanno fao gli yankees, ma di una cosa
sono sicuro, Greg, che fra poco li incontreremo; e gli indicai la luna che
brillava lassù in cielo, sopra la foresta di pini, e lui rabbrividì e capì subito
quel che volevo dire: che per forza ci aspeava la baaglia quel giorno,
perché c’era sangue sulla luna. E lui, poveraccio, non sapeva che quel
sangue era il suo, e che prima di sera doveva arrivare la sua ora; e non solo
la sua, ma di tanti altri che stavano lì a guardare la luna piena, e a darsi di
gomito con gli occhi spalancati. E lui mica se l’aspeava, perché quella era
la sua prima baaglia, e credeva di coprirsi di gloria, lì, e di far scappare
gli yankees fino a Washington; che poi, per quanto ne so, ci sono scappati
davvero fin laggiù, ma Greg era già sepolto nella foresta, e non ci ha avuto
nessun merito. E pensare che poteva proprio cavarsela, e magari era
ancora vivo adesso, Greg, che aveva due anni meno di me, se mi ricordo
bene; e la colpa fu tua di quel disgraziato maggiore, che poi ci lasciò la
pelle anche lui, oltretuo. Perché quel pomeriggio, a un certo punto, noi
eravamo tui schierati in una strada infossata, senza fiato a forza di
rincorrere gli yankees che scappavano come conigli, e mentre
riprendevamo un po’ di lena e aspeavamo gli altri che erano rimasti
indietro, ecco che gli yankees hanno riformato la linea proprio davanti a
noi, e si vede che stavolta s’erano messi in testa di tener duro; e araverso
il bosco è arrivata al galoppo una baeria delle nostre, e tui abbiamo
deo, ehi, ragazzi, guarda un po’, c’è anche l’artiglieria, e meno male che si
fanno vedere anche loro, ogni tanto, abbiamo deo; e mentre gli artiglieri
staccavano i cannoni e li meevano in baeria, noi tui agitavamo il
cappello e gridavamo, dài, forza, berrei rossi, fategli un po’ vedere che ci
siete, e meglio tardi che mai; ed ecco che dall’altra parte arriva un ufficiale
a cavallo, che doveva portare un ordine a quell’artiglieria; ed era, dissero
poi, il maggiore d’un reggimento del Texas, e non c’è da stupirsi, perché
solo da laggiù poteva venir fuori un somaro presuntuoso come quello,
pronto a farsi ammazzare pur di far vedere quant’era bravo; perché invece
di fare il giro largo cavalcò quant’era lunga la nostra linea, lì sul ciglio
della strada, sopra le nostre teste e soo il naso del nemico, e gli yankees
erano troppo stupiti per sparargli, si vede. E arrivò nel bosco e disse quel
che doveva dire al comandante della baeria, e poi tornò indietro,
quell’idiota, sempre cavalcando sul ciglio della strada, e questa volta tui i
fucili degli yankees gli sparavano addosso, e noi stavamo lì a guardare
quel che poteva succedere, e Dave Jones disse, un dollaro che lo tirano giù,
e Greg Hurlbut disse, acceato, diavolo; e tui gli altri gridavano, e non
solo nella nostra brigata, giù al riparo nella strada, ma anche gli yankees là
dall’altra parte, e agitavano i cappelli; e all’improvviso il cavallo scalciò, e
quel maggiore saltò giù e gli esaminò la zampa, tranquillo come nel cortile
di casa sua, e poi rimontò in sella e ripartì, in mezzo alle palle che
fischiavano; ma il cavallo fece solo qualche passo e poi si fermò, e il
maggiore mollò le briglie e si piegò all’indietro in un modo strano, e poi
scivolò giù per terra e non si mosse più, e il cavallo quando sentì le redini
abbandonate schizzò via e se lo trascinò dietro per un po’, e poi la staffa
cedee e lui rimase lì morto. E Greg Hurlbut si tolse il cappello e lo buò
in terra, e disse dannazione, ecco un dollaro che se n’è andato, e poi si
affacciò per vedere se quello era morto davvero, e subito uno yankee
nascosto da qualche parte gli mise un’oncia di piombo nel cervello, e
cadde giù morto anche lui. Già, così finì Greg Hurlbut, e non dovee
pagare il dollaro, ma fu una magra consolazione, credo, ed è una fortuna
che suo padre, il vecchio Hurlbut di Corbe’s Mill, morì prima della fine
della guerra, e non seppe mai cosa ne era stato di suo figlio, che gli
sarebbe crepato il cuore, altrimenti, che era il suo unico maschio, oltre alle
see femmine. Ma quella noe, quando ci svegliarono, nessuno sapeva se
il suo destino era di vivere o morire; e mentre Greg strisciava fuori dalla
sua tana io gli dissi, be’, Greg, vieni qui, che ti offro il caè un’altra volta,
prima di andare a vedere l’elefante; e lui sbarrò gli occhi, come tui i pesci
freschi, e io dissi, be’, Greg, non lo sai che cos’è l’elefante? L’elefante è la
guerra, Greg, quella vera, dove sparano e ammazzano la gente; quello è
l’elefante, e chi l’ha già vista e l’ha scampata, la chiama sempre così, ma tu
non hai ancora il dirio di chiamarla così; e poi lo mandai a prendere
dell’acqua, e mentre ero lì affaccendato che accendevo il fuoco per cuocere
il caè, ecco che arriva Ted Bierrot e si siede vicino a me, e dopo un po’
mi fa: be’, dice, Dick, ora ci siamo, eh? E mi fa, senti qua, Dick, ci ho da
dirti una cosa adesso, che non voglio che ci lasciamo così in freddo come
eravamo finora, eh? E io quasi non ci credevo, perché con Ted Bierrot
eravamo in freddo davvero, e in due anni da che eravamo lì credo che ci
eravamo parlati in tuo tre volte, che per due della stessa compagnia, e
che si vedono tui i giorni, è proprio poco. E io gli dico, be’, Ted, che cosa
vuol dire, che dimentichiamo tuo, le api, e così via, eh? E lui mi fa, sì,
Dick, dimentichiamolo, e dopo tuo, mi fa, da quando hanno ammazzato
George Yocom tu qui sei quello che abita più vicino a casa mia, e se per
caso non ci torno, voglio che vai da mia madre e le dai questo, eh? E tira
fuori di tasca un paccheo sporco, in una busta gialla, legato con lo spago.
E io, be’, l’ho preso, ma intanto gli ho deo, ehi, Ted Bierrot, che cosa ti
prende, non ci hanno ammazzati gli yankees fino ad ora, e non ci
ammazzeranno neanche oggi, né io né te, e a casa ci torniamo insieme. Ed
è proprio vero che poi ci siamo tornati insieme, e per poco non ci
facevamo impiccare tu’e due, che per mangiare lungo la strada rubavamo
dagli accampamenti degli yankees, e quelli se beccavano un disgraziato a
rubare e scoprivano che era un prigioniero liberato non ci pensavano due
volte a impiccarlo, i bastardi; ma questa è tua un’altra storia. E quanto
alla faccenda che lui adesso voleva dimenticare, be’, quella era successa
poco prima della guerra, quando il padre di Ted Bierrot sorvegliava i suoi
negri che disboscavano la foresta a Morton Grove, giù oltre gli stagni di
Itawamba; che lui lì ci voleva piantare il cotone, ma non aveva mai avuto
abbastanza negri per cominciare, e ora risparmiando era riuscito a
comperarne altri due, ma dovevano sorvegliarli lui e Ted, che non
potevano certo pagarsi un sorvegliante bianco. E c’ero andato anch’io con
loro a Selma a comperarli, ed era la prima volta in vita mia che andavo in
cià, e che vedevo un mercato di negri; e lì a Selma allora c’era un
arsenale, e una fabbrica di munizioni, e la ferrovia, e io non avevo mai
visto degli edifici così grandi, e tui di maoni, poi, con le ciminiere che
fumavano; e per questo il padre di Ted mi aveva portato con loro, sul
carro, ed eravamo tornati indietro con i due negri, e avevamo viaggiato
tua la noe; e l’uomo che li aveva venduti era uno del Sud Carolina, e già
allora, lì da noi, si sapeva che laggiù bolliva qualcosa in pentola, ma
nessuno si immaginava ancora quel che doveva venirne fuori; e se devo
dire la verità, mi pare che alla gente, lì da noi, gli dava anche piuosto
fastidio, che quelli del Sud Carolina stavano sempre lì a protestare, e a
seminare zizzania; e il padre di Ted Bierrot, bevendo un goccio col
mercante dopo aver concluso l’affare, mi ricordo che gli aveva deo: be’,
capitano, aveva deo, lei è del Sud Carolina, giusto? Be’, magari mi può
dire che cos’è che ci avete laggiù, che state sempre a fare tuo quel
polverone, eh? Mi pare che fin che mi ricordo, e mica sono più giovane, io,
il Sud Carolina è sempre stato su a fare un gran polverone per una
dannata cosa o per l’altra, eh? E quello aveva riso, e non aveva deo
niente, credo; e noi eravamo tornati indietro, e qualche giorno dopo il
padre di Ted era andato coi suoi negri a tagliare le canne a Itawamba.
Bene, Morton Grove è sempre stato un posto malfidato, pieno di stagni
dove vive il mocassino d’acqua, e per questo nessuno aveva mai provato a
coltivare il cotone lì, e non ci si andava nemmeno a caccia, che era troppo
facile perderci i cani, e una volta il capitano Pollock ci aveva perduto
Grabber, il miglior mastino che si fosse mai visto nella contea, un cane che
era capace di aaccare un orso da solo, e il serpente lo aveva morso
mentre araversava a nuoto lo stagno grande, e non erano riusciti
nemmeno a riportarlo a riva; e quel giorno, all’inizio della primavera, il
vecchio Hank Bierrot era lì a sorvegliare i negri che tagliavano le canne,
quand’ecco che lo morde un mocassino d’acqua, il primo che s’era visto in
tuo quell’anno; e quando lo portarono a casa la gamba era già tua nera
e gonfia, e il giorno dopo era bell’e spacciato; e dopo la sepoltura io ero sul
carro con Ted, che lo accompagnavo a casa sua, perché eravamo amici sul
serio io e Ted, ed eravamo andati a scuola insieme, e gli ho deo, be’, Ted,
le hai già avvertite le vostre api che il loro padrone è morto? E Ted, lui è
impallidito e mi ha deo, ehi, Dick, ma che cosa mi stai dicendo? E io gli
ho deo, sì, Ted, lo sai bene che quando un uomo muore, se lui aveva degli
alveari, bisogna avvertire le sue api prima che sorga il sole il giorno dopo,
altrimenti le api si indeboliscono e smeono di lavorare e crepano; e
questa è una verità sacrosanta, che a me l’ha raccontato quando ero
bambino il vecchio Primus, il negro più vecchio che c’era in casa nostra, e
lui di queste cose se ne intendeva; e sapeva che quando gli uccelli volano
basso e si posano per terra, vuol dire che sta per piovere, e quando c’è un
malato in casa non bisogna andare a caccia di cornacchie, perché se ne
ammazzi una anche il malato morirà; e che non bisogna contare le cose
che uno sta per cucinare per pranzo, perché porta male, e neanche
scuotere la tovaglia dopo il tramonto; e sapeva che quando un cane viene
a ululare di sera vicino a una casa, o il succiacapre si posa sullo steccato e
canta, vuol dire che in quella casa lì qualcuno sta per morire; ma la
faccenda delle api è la più vera di tue, e me lo confermò anche “Black
Bill” Olan, che quando un uomo muore bisogna avvertire le sue api prima
del maino, e lui non l’aveva fao quando era morto suo fratello, e tue le
api gli erano crepate; e per questo ci rimasi male quando Ted Bierrot mi
disse, senti, Dick, non rompermi l’anima con queste stronzate, che ci ho
già abbastanza guai per conto mio, e io gli dissi, non sono stronzate ma
verità come il Vangelo, e lui mi disse, adesso stai bestemmiando, Dick, e
vedo che ci credi proprio a queste stronzate da negri, e io gli dissi, ripetilo,
e lui disse, stronzate da negri, e io gli dissi, salta giù dal carro se hai
coraggio, e lui disse oh, forte, al mulo, e il carro si fermò e saltammo giù
tui e due e fu una bella partita a pugni, ma Ted Bierrot ebbe la peggio, e
risalì sul carro con un sopracciglio spaccato e il sangue che gli colava sulla
faccia, e piangeva, intanto, e mi gridò, non farti mai più vedere a casa mia,
Dick Stanton, e da allora non c’eravamo mai più parlati; con tuo che fino
a quel momento eravamo amici per la pelle, che eravamo cresciuti
insieme, si può dire, e lì a Magnolia le nostre famiglie erano le prime che
erano venute ad abitare lì e a dissodare quella campagna, al tempo dei
nostri nonni, oltre a quella del capitano Pollock, si capisce. E quando
venne a dirmi che voleva fare la pace, e a darmi il suo paccheino giallo,
io gli dissi, bene, Ted, se è così, stringiamoci la mano, e diciamo pure che è
tuo dimenticato; ma lui scosse la testa e disse, no, Dick, c’è ancora una
cosa che devo dirti, e devi promeermi di perdonarmi, perché stavolta non
me la sento di andare in baaglia con questo peso sulla coscienza; eppure
ci sono già andato tante volte, che potevano ammazzarmi fin dalla prima
volta e così pure tue le altre, e non mi sono mai sentito come oggi, Dick,
che non lo so se ne verrò fuori vivo; e io dissi, be’, Ted, ti perdono, anche
se non so ancora cos’è che devi dirmi; e lui disse, ecco, Dick, ti ricordi
quella volta che qualcuno ti ha sparato nella foresta, mentre stavi con
Debbie Garson, e tu non ti sei neanche rimesso le brache e sei scappato via
così com’eri, e lei è scappata via dall’altra parte strillando, che quelle tue
brache saranno là a marcire ancora adesso, credo? E io gli dissi, accidenti,
Ted, puoi scommeerci che me ne ricordo, ma vorrei un po’ sapere com’è
che fai te a saperlo, che non l’ho mai raccontato a nessuno, e te l’ha
raccontato Debbie, eh, quella cagna? E infai me lo ricordavo eccome,
quando la nostra compagnia doveva partire per Tuscaloosa, perché lì
doveva radunarsi il reggimento, e il giorno prima io me ne andavo in giro
a piedi, con un pezzo di tabacco in bocca, senza neanche un coltello, così,
senza far niente, e pensavo che era ora di dire addio a tui quei posti, e
chissà se ci tornavo, poi; e senza neanche accorgermene ero finito nella
palude di Okawauga, che me ne sono accorto solo quando le zanzare
hanno cominciato a mangiarmi vivo, e mi sono tolto il cappello per
scacciarle, e ho visto che ero quasi arrivato alla baracca dei Garson; e
quella era l’epoca che Debbie viveva ancora lì da sola, dopo che era morto
anche suo padre, il vecchio Charley Garson, e tui sapevano che non
poteva durare molto, ma lei non aveva ancora trovato il coraggio per
andare a Linden in cerca di lavoro; e allora mi venne l’idea di chiamarla, se
per caso era nella baracca, e mi vennero anche altri pensieri, che a
raccontarli ora sembra una vergogna, ma bisogna sapere com’era faa
Debbie Garson, e come socchiudeva gli occhi quando un uomo la
stuzzicava, e che odore le veniva fuori, per capire che qualunque ragazzo
di vent’anni doveva per forza avere quei pensieri lì; e in casa lei non c’era,
ma aveva lasciato la porta aperta, e la roba da mangiare sul tavolo, e non
poteva essere lontana; e così cercai nella boscaglia, e dopo un po’ la trovai,
e lei, be’, era abituata che dei ragazzi e anche degli uomini fai venivano a
cercarla da Magnolia, e a volte anche da più lontano, e non c’era mai
nessuno senza un decino per lei, e anch’io, per caso, ne avevo uno in tasca,
e insomma eravamo lì in mezzo all’erba, quand’ecco che sentiamo uno
sparo lì, vicinissimo, e si capiva subito che non era un cacciatore, ma che
avevano tirato proprio a noi, perché la palla si piantò nel terreno a un
passo dalla mia testa; e io non sono stato ad aspeare, ma me la sono
filata, ma non però come diceva Ted, ma con le brache in mano, che poi
me le sono rimesse solo dopo aver corso ben lontano di lì. E Debbie
Garson non l’ho più veduta per quaro anni, proprio da quel giorno, che
poi l’indomani siamo partiti tui quanti per Tuscaloosa, e lei non era lì a
salutarci, che c’era tua Magnolia ad agitare i fazzolei, e i negri e le
negre che saltavano su e giù come impazziti, ma lei, credo, era ancora
nascosta a tremare da qualche parte nella foresta; e l’ho poi rivista quando
sono tornato dalla guerra, giù a Linden, e con tuo che lo sapevo già che
lavoro aveva trovato lì e che vita aveva fao, mica mi aspeavo di trovarla
così, che sembrava che di anni gliene erano passati addosso non quaro,
ma quaranta. E allora io gli dissi, a Ted, be’, di’ un po’, Ted, com’è che la
sapevi questa storia? Perché lui, si capisce, era rimasto zio. E finalmente
mi guarda e mi dice, bene, Dick, lo so perché ero io quello che ha sparato.
E io, subito, volevo saltargli addosso e spaccargli la faccia un’altra volta,
come quel giorno dopo il funerale di suo padre, ma il Signore mi ha
salvato, che sono riuscito a traenermi, e poi gli ho deo, be’, Ted
Bierrot, faccio conto che devo ringraziarti, che non mi hai lasciato
peccare prima di partire per la guerra; e gli ho teso la mano, e Ted la
faccenda non l’aveva mai guardata a quel modo, credo, perché è rimasto
senza parole, e poi mi ha streo la mano, e credo che era contento. E poi
siamo corsi tui e due a meerci in riga, perché il tamburo si era messo a
baere da qualche parte sulla strada, e ci è rimasto appena il tempo di
trangugiare il caè bollente, cacciare tuo nel sacco, meere in spalla il
sacco e il tascapane e la borraccia e il moscheo, l’incerata a tracolla e il
cappello in testa, e poi correre nel buio là dove si stavano ammassando
tui quanti, e dove si sentiva già la voce di padron John che arringava il
reggimento».

La ragazza era stanca, ora, ma finché il vecchio andava avanti non voleva
certo fermarlo. Arriverà mai a parlarmi di quel che voglio sapere?, pensava
con impazienza. E se non lo farà, cos’è che farò io? Glielo chiederò così, come
se niente fosse? Mi racconti com’è che dopo la baaglia avete ammazzato
quei negri, anche se erano disarmati e imploravano pietà? È così che gli dirò?
E mentre pensava questo, ricordava la faccia lentigginosa del professore,
lassù al college, i suoi occhi sceici nascosti dietro gli occhiali, la pipa spenta
posata sul tavolo, lo studio foderato di legno; e fuori dalla finestra gotica, i
prati verdi, a perdita d’occhio. Bene, le aveva deo col suo antipatico accento,
molto bene. Se davvero questi uomini erano in servizio in quei reggimenti,
alla data che sappiamo, è probabile che almeno qualcuno di loro abbia
partecipato al massacro. È stata molto brava a trovarne ancora qualcuno in
vita, e fortunata, anche; che siano ancora vivi, dico. Ma sappia che non gliene
parleranno. Lei crede che si vergognino?, aveva mormorato la ragazza. Ma il
professore scosse la testa. Oh no, disse. Non credo affao che si vergognino.
Credo che se ne siano dimenticati.
9

«Padron John, a quel tempo, era già invecchiato; ora che siamo partiti
da casa non aveva nemmeno un pelo bianco, e adesso invece gli era
cresciuta una gran barba striata, e non cavalcava più così allegramente
come prima, dopo che una palla gli era entrata nel piede a Malvern Hill.
Ma con tuo che s’era incurvato, e aveva perso i capelli, e non portava più
la spada, che quando era partito per la guerra il suo vicino, il vecchio
colonnello Semmes, gli aveva allacciato la spada che lui aveva portato a
Buena Vista e a Molino del Rey, ma quella spada, poi, non so come s’era
roa, e il colonnello Rogers non se n’era mai procurata un’altra; anche
così, dico, senza la spada e con pochi capelli e la barba imbiancata, era
sempre il Mr. Rogers di una volta, che aveva reclutato l’intero reggimento,
si può dire, o almeno tre compagnie, perché di tuo il reggimento le
compagnie A, B e C erano tui ragazzi della nostra contea di Marengo, e lì
la parola di padron John valeva oro. E anch’io avevo deciso di arruolarmi
dopo aver parlato con lui; e mi ricordo ancora la prima volta che me ne
accennò, che era febbraio, e dappertuo si bruciavano le stoppie nei campi
di cotone, e il vento portava fin nelle case l’odore del fumo, e io cavalcai
fino alla casa di Mr. Rogers, che era a dodici miglia da Magnolia, sulla
strada di Linden, per chiedere se mi vendeva a credito qualche carro del
guano che lui faceva venire da Mobile, ed era la prima volta che ci andavo
da solo, che fino all’anno prima c’ero andato con mio padre, e padron John
era nel cortile di casa, e discuteva con Mr. Slick, il suo sorvegliante, e
tu’intorno si levava il fumo dai suoi campi, e l’odore delle stoppie e
dell’erba bruciata era così forte da far lacrimare gli occhi; e io scesi da
cavallo e lasciai le redini al negro che era subito corso lì e mi tolsi il
cappello, e padron John mi disse, salve, Dick, tu sei Dick Stanton, vero? E
io gli dissi, sissignore, e lui disse, be’, Dick, ho sentito di tuo padre, e mi
dispiace, e spero che saremo sempre buoni vicini, io e te, come siamo stati
con tuo padre, e io gli dissi, sissignore, e se poteva vendermi a credito due
o tre carri del suo guano, per concimare i miei campi, che le spese per la
malaia e il funerale erano state forti, e non mi restavano mica tanti
quarini in banca, e se potevo preferivo non spendere tuo quanto, che
non si sa mai che cosa può succedere; e lui mi disse, si capisce, Dick, ho
sempre fao così con tuo padre e farò così anche con te, e come interesse
mi darai lo stesso che ti dà a te la banca, e saremo pari; ma, Dick, disse, di
gente ne hai abbastanza? E io gli dissi, sissignore, credo di sì, signore; ho
due negri, e mio fratello Tom è già capace di lavorare, e non abbiamo mica
poi tanta terra da arare, e di braccia ce n’è abbastanza, credo. E Mr. Rogers
mi disse, bene, Dick, fammi sempre sapere se ti serve qualcosa; e se non
troverai me, parla con Mr. Slick, qui; che io ora devo tornare a
Montgomery, al Congresso; che là si stanno discutendo grandi cose, e ora
che ci penso, Dick, credo che presto tui i ragazzi che hanno le braccia
robuste e un po’ di fegato saranno chiamati a difendere l’onore e la libertà
del loro paese, e credo che la contea di Marengo non sarà seconda a
nessun’altra dello Stato, e gli faremo vedere che gente siamo noialtri; e,
Dick, credo che gli yankees ci lasceranno il tempo giusto per l’aratura, ma
poi bisognerà partire, e cominciate pure a parlarne tu e tuo fratello, se uno
di voi due vorrà venire con noi, e tuo padre sarebbe stato il primo a
imbracciare il fucile per difendere la sua casa e la sua famiglia, e per il
lavoro non ti preoccupare, perché Mr. Slick, qui, ha l’ordine di mandare un
paio di negri ad aiutare tui quei vicini che ne avranno bisogno, quando
comincerà la pulitura del cotone; e in verità posso dire che padron John fu
di parola, perché mio fratello durante tua la guerra mi scrisse sempre che
il lavoro andava bene, e per la pulitura e il raccolto ebbe sempre una negra
di Mr. Rogers a lavorare con lui e con i nostri due negri, che poi ne rimase
uno solo, perché Bull si ammalò e morì, e doveero lasciar perdere il
campo grande dietro la legnaia, che tanto ormai non avevano più
nemmeno il guano importato da Mobile e solo col concime delle bestie
non ce n’era più abbastanza per lavorare tui i campi; ma quella negra
rimase e Tom mi disse sempre, dopo, che lavorava come un uomo e anche
di più, e a guerra finita quando ormai era libera decise lei stessa di
rimanere lì con noi, che non c’era rimasto nessun altro, e quando la vidi io
tornando dalla guerra la fatica e la fame l’avevano sciupata, ma Tom
diceva che prima era un gran bel pezzo di femmina, e non stento a
credergli, e insomma quanto a questo poteva benissimo andargli peggio, a
mio fratello, dico io. E a Mr. Rogers gli dissi, be’, padron John, dissi, se gli
yankees verranno, troveranno pane per i loro denti, e lo prenderemo
eccome il fucile; e lui disse, bene, Dick, perché lo sai che se verranno qui,
si porteranno via i nostri negri, e allora per questo paese sarà la fine, che
non ci sarà più nessuno a lavorare la terra, ma Dick, disse, non li
lasceremo fare a modo loro in casa nostra, eh? E io dissi, nossignore, che
in casa mia comando io, e non ci voglio nessuno yankee per dirmi che
cosa devo fare, e nessun governo a meermi i bastoni fra le ruote e nessun
politicante a strillare nel mio cortile, che non è ancora nato l’uomo che mi
darà gli ordini in casa mia, ora che mio padre è morto; e Mr. Rogers disse,
be’, Dick, voialtri Stanton siete di buona razza, mi pare, e io dissi,
sissignore, e anche tui gli altri qui al paese, tui i bianchi qui, tui di
buona razza, come i nostri nonni che hanno cacciato via gli Inglesi, e tui
uguali e capaci di guardare in faccia a chiunque. E così me ne tornai a casa
e Mr. Rogers mi mandò tre carri di guano già la seimana dopo, e a quel
tempo non aveva la barba, ma soltanto un paio di baffi neri come la pece,
che solo due anni dopo c’era da stupirsi a pensare che quello lì era lo
stesso uomo; e ora lui stava arringando il reggimento e ci raccontò che gli
yankees avevano veramente passato il Rappahannock, e perciò bisognava
correre il più in frea possibile per aaccarli alle spalle, e nessuno doveva
restare indietro se volevamo dargliele sode, e questo, ragazzi, disse, me
l’ha deo il generale Jackson in persona!, e quando ci meemmo a gridare
urrà si tolse il cappello e lo sventolò, e poi passò lungo la nostra fila e si
fermò davanti a ogni compagnia e disse qualcosa a tui i capitani, e al
capitano Pollock disse, be’, Fred, ci siamo un’altra volta, eh?, e subito dopo
di noi c’era schierata la compagnia del capitano Creevey, e padron John gli
disse, be’, signor Creevey, l’ha già deo ai suoi uomini che stavolta non si
traa più di fare a palle di neve?, e poi rise come per far credere che aveva
scherzato, e andò oltre, ma io ero abbastanza vicino per capire che non era
così; perché allora era passata solo qualche seimana dalla grande
nevicata d’aprile, che era venuta giù quando proprio nessuno se
l’aspeava, e vicino a noi al campo c’era acquartierato il 5° Texas, e di
quelli ce n’era sempre qualcuno nascosto dietro la palizzata, e appena
passava di lì uno di un altro reggimento, volavano le palle di neve, ma
qualcuna anche con le pietre dentro; e il capitano Creevey, quando una
palla gli portò via il cappello, e un altro che era lì con lui si prese una palla
in faccia, che poi perdeva sangue dalla bocca, e dovee farsi cavare due
denti che s’erano roi; il capitano Creevey, dico, non si mise mica a
strillare e minacciare come facevano certi altri, ma andò di corsa a
chiamare i ragazzi della sua compagnia, e parecchi altri del reggimento ci
si misero pure loro, e insieme aaccarono la palizzata coi tamburi che
baevano la carica e la bandiera spiegata, e cacciarono via di lì i texani a
palle di neve, e per poco non li affogavano nella neve, e quando poi
tornarono alle baracche erano fradici fino alle mutande, e si portavano
dietro una dozzina di prigionieri, e non li rilasciarono finché non arrivò lì
il colonnello dei texani con un bariloo di whiskey per pagare il riscao; e
perciò padron John aveva parlato col tono di uno che scherza, ma io vidi
dalla faccia del capitano Creevey che lui aveva capito benissimo che non
era così per niente; e il fao è che fra padron John e il capitano Creevey
non c’era buon sangue, mai stato, fra quei due, e mio padre diceva sempre
che non c’era abbastanza spazio nella contea di Marengo, per due
piantatori così grossi, e prima o poi, diceva, vedrete che uno dei due
mollerà e se ne andrà da qualche parte oltre il Mississippi, ma poi era
venuta la guerra e il capitano Creevey s’era ritrovato agli ordini di padron
John, e tu’e due avevano sempre fao finta di niente, ma si sapeva che si
tenevano d’occhio; e io stavo guardando il capitano Creevey per vedere se
la mandava giù, questa cosa delle palle di neve, ma proprio allora venne
l’ordine di incolonnarsi sulla strada in fila per quaro, e il sergente
Winthrop disse, be’, ragazzi, lo avete sentito quel che ha deo il
colonnello, e che stavolta non deve restare indietro nessuno, e l’ha
comandato il generale Jackson in persona, e perciò voglio vedervi
marciare senza tante storie, e io starò dietro alla colonna e se a qualcuno
gli viene in mente di fermarsi a fare una fumatina, be’, peggio per lui. E il
sergente, allora, mica lo sapeva, ma c’era lì qualcuno che gli era già venuto
in mente ben altro che farsi una fumatina; perché prima di meerci in
marcia lui fece l’appello della compagnia, e uno dopo l’altro tui quanti
rispondevano, presente!, e quando disse, Ned Higgins, nessuno rispose, e
allora il sergente Winthrop ripeté, Ned Higgins, e tui si guardavano
intorno, e a farla breve Ned Higgins se l’era svignata, che già la sera prima
nessuno l’aveva più visto, e non si sapeva dove aveva dormito; e più tardi
Ted Hopper disse che lui l’aveva sempre saputo che quel Ned Higgins era
un poco di buono, e Greg Hurlbut, che era appena arrivato al campo pure
lui e aveva fao il viaggio da casa insieme a Ned Higgins solo qualche
seimana prima, disse che non era vero niente, e che Ned Higgins era un
gran bravo ragazzo; ma quel Greg Hurlbut era solo un ragazzino, e si vide
poi da come si fece ammazzare quel pomeriggio, ed è un fao che Ned
Higgins non lo vide più nessuno di noi, finché la guerra finì e chi poteva
tornò a casa, e lui era là a casa sua, a Nanafalia, e lavorava nella forgia con
suo padre il maniscalco, e ferravano i muli degli yankees che erano
acquartierati lì, e ce n’era mezzo reggimento, lì a Nanafalia, e ci rimasero
due anni; e suo padre diceva che Ned aveva fao proprio bene a disertare
e tornarsene a casa, che già lui in quella guerra non ci credeva, e non
aveva voluto partire quando tui gli altri partivano, e solo quando
l’avevano arruolato per forza era partito, ma loro lì in famiglia avevano già
deciso che Ned alla prima occasione doveva tagliare la corda e tornarsene
a casa, e così aveva fao; e bisognava sentire il fabbro Higgins come si
gonfiava a raccontare questa storia, soprauo quando c’era lì in boega
qualche soufficiale yankee o magari un ufficiale, e lui, si sa, tirava a
buarsi in politica, ma poi gli andò buca, che tue le cariche allora lì da
noi se le prendevano i negri, e gli yankees li portavano a votare tui
quanti intruppati con i soldati intorno e le baionee inastate, e quando poi
i soldati se ne tornarono al loro paese e le cose ricominciarono a andare
come dovevano, e di negri a votare non se ne videro più, be’, al maniscalco
Higgins gli era già preso un accidente, che lo trovarono morto lì
nell’officina con gli occhi spalancati e la lingua di fuori; che secondo
qualcuno il diavolo era venuto a prenderselo, e lui l’aveva visto venire e
per questo s’era barricato a quel modo nell’officina, con la porta sbarrata
che poi si dovee sfondarla per entrare, ma la morte secca l’aveva preso lo
stesso, e così le aveva pagate tue. Ma prima, quando c’erano ancora gli
yankees acquartierati a Nanafalia, capitò che venne lì in boega Ted
Hopper a ferrare il suo mulo, che il nostro maniscalco di Magnolia era
stato arruolato pure lui dall’ufficio di leva nel ’64, ma lui non era mica
scappato, anzi ci aveva lasciato la pelle a Five Forks, a quel che dicevano, e
la boega non aveva ancora riaperto, che non s’era trovato nessuno per
farlo, fra quei quaro disgraziati che eravamo rimasti allora lì a Magnolia,
e neanche a Hampden o a Shiloh c’era un maniscalco, e chi aveva bisogno
di ferrare una bestia doveva andare fino a Nanafalia, che sono venti miglia
e si può immaginare a quel tempo che strada ci poteva essere; e Ted
Hopper, lui, sentendo il maniscalco Higgins che si vantava di suo figlio, e
quant’era stato in gamba a piantare in asso l’esercito e la maledea guerra
e tornarsene a casa tuo intero, e Ted Hopper ci aveva lasciato tre dita,
invece, be’, sentendo come si vantava gli venne il sangue alla testa e
voleva ammazzarlo con il suo stesso martello, che per fortuna c’erano lì
due yankees che lo tennero, e il giudice voleva mandarlo ai lavori forzati
per questo, e non so ancora adesso come fece a cavarsela. Ma a Ned
Higgins, per quel che ne so, nessuno gli disse nulla, che lui non si vantava
mica come suo padre, anzi di quella faccenda lì non ne parlava volentieri, e
del resto nell’ultimo anno di guerra ce n’erano stati ben altri che a conti
fai avevano pensato di fare come lui, e se n’erano tornati a casa senza
chiedere il permesso a nessuno, anche nella nostra compagnia, come Jack
Ripley, per esempio, e Bill Scallop; e nessuno ormai aveva più voglia di
dirgli niente, anzi, a ripensarci, sembrava quasi che avevano fao bene per
davvero a disertare, e le loro famiglie avevano più bisogno di loro lì a casa,
per raccogliere il granturco, che di altra roba da mangiare non ce n’era; ma
al tempo di cui parlo, invece, non ci avevamo ancora fao l’abitudine, e
nella nostra compagnia, poi, Ned Higgins fu il primo che se la svignò a
quel modo; ecceo, si capisce, “Black Bill” Olan».

Una macchia d’inchiostro si allargava sulla carta. ando si accorse che la


penna perdeva, la ragazza imprecò fra i denti, come non avrebbe mai osato
in casa di suo padre; ma al college s’imparano tante cose. Dimenticare di
portarsi una penna era proprio la cosa più stupida che potesse fare; così
aveva dovuto fermarsi all’ultimo emporio, a qualche miglio da lì, per
comperarne una. L’emporio era una baracca cadente, col pavimento d’assi, e
puzzava di petrolio; la ragazza che serviva era smunta, coi capelli sporchi,
un vestituccio che pareva cucito con tela di sacco e un grembiale a righe.
ando era uscita da dietro il bancone per cercare nello scaffale la scatola
polverosa delle penne stilografiche, la cliente s’era accorta che stava lì dentro
a piedi scalzi. ella era l’ultima donna bianca che la ragazza avesse
incontrato; di lì in poi, le baracche erano tue abitate da mezzadri e
braccianti negri, con le loro famiglie, e benché sulla strada passasse ogni
tanto un’automobile guidata da un bianco, le donne che aveva veduto erano
tue negre. Si capiva che da quelle parti non dovevano fare un gran consumo
di penne e d’inchiostro, perciò era inutile lamentarsi che le avevano venduto
una stilografica col pennino difeoso…
10

«“Black Bill” Olan se l’era svignata nel cuore dell’inverno, subito dopo
la baaglia di Fredericks-burg; e lui voleva far credere che era finito
prigioniero, come tanti altri che di loro non si sapeva più niente, ma
invece lo arrestarono la seimana dopo in Georgia, perché aveva rubato
un mulo e ammazzato un negro per soprammercato, che il negro non
voleva lasciargli rubare il mulo; e lui, “Black Bill” voglio dire, in una
seimana era già arrivato ad Augusta, in Georgia, e non si sa come aveva
fao così in frea, e chi dice che voleva tornare a casa, e chi invece che
voleva scendere fino a Savannah per imbarcarsi, ma invece lo arrestarono
e gli trovarono addosso le carte che dimostravano che era scappato, e così
lo impiccarono per disertore e in più assassino e ladro di bestiame, e
scrissero al colonnello Rogers e lui fece leggere la sentenza davanti a tuo
il reggimento, che fu un disonore per tua la nostra compagnia. Ma molti
dissero che c’era da aspearselo, e “Black Bill” s’era dimostrato anche
all’ultimo quel poco di buono che tui conoscevano, anche se dopo che
s’era portato volontario, e fra i primi lì a Magnolia!, qualcuno di quelli che
se ne stavano a masticar tabacco seduti sugli scalini dell’emporio aveva
deo che forse, chissà, anche in un tipo così qualcosa di buono alla fin fine
c’era; ma poi bastava starlo a sentire, quell’inverno, vicino al fuoco,
quando lui si graava sdraiato sulla branda, perché ci aveva la scabbia,
“Black Bill”, ma non come tanti che se l’erano presa al campo, e io pure me
l’ero presa poco tempo prima e ne era andato di petrolio per ripulirmi, ma
lui se l’era portata da casa, e anzi Nat Falwell diceva che era stato proprio
lui a impestare tua quanta la baracca; be’, come dico, lui se ne stava
sdraiato tuo il giorno a graarsi a sangue, e brontolava che da quella
guerra non ne poteva venir fuori niente di buono, e che somaro era stato
ad arruolarsi, e tuo perché aveva bevuto, diceva, ma un’altra volta non
mi beccano più; e un giorno o l’altro, diceva, lo vedranno di che cosa è
capace “Black Bill” Olan. E a forza di far la fame come tui noi gli s’era
scavata la faccia, e quel suo naso a becco sporgeva più di prima, e tui
dicevano che era proprio vero quel che si raccontava al paese, che al
tempo in cui gli indiani Creek si aggiravano ancora dalle nostre parti, uno
dei vecchi Olan s’era preso in casa un’indiana, e così un buon quarto di
sangue Creek ce l’aveva ancora nelle vene, “Black Bill”, e per questo aveva
la pelle così scura; e qualcuno invece diceva che lì ci doveva essere un bel
po’ di sangue negro, ma questo nessuno lo diceva a voce alta e con troppa
gente in giro a sentire, perché lui era uno svelto di coltello, e non ci
pensava due volte ad aspeare uno sulla strada, nel buio, e fargli la pelle.
Ma comunque lo impiccarono, là ad Augusta, in Georgia; e quel maino,
mentre marciavamo nella foresta, e parlavamo di quel Ned Higgins e di
come se l’era filata lasciandoci lì, qualcuno si ricordò anche di “Black Bill”,
e di come era andato a finir male, e Dave Jones disse, ehi, Dick, ma non è
proprio lì ad Augusta, in Georgia, che abbiamo visto quel manifesto, e
quelle ragazze, eh? E io ci pensai un po’ e poi gli dissi, be’, Dave, mi pare
che non era Augusta, era Mariea, e lui sputò e disse, sarà anche così; e
voleva dire ancora qualcosa, ma proprio allora abbiamo cominciato a
sentire quelli davanti a noi che vociavano, e andando avanti si è capito che
gridavano tui, ehi, come va, Jim?, e c’era lì ferma a un crocevia una
baeria di cannoni che arrivava da un’altra strada, e voleva entrare sulla
nostra, ma la fanteria che passava di lì era tanta che non c’era modo di
araversare, e gli ufficiali della baeria s’erano stancati di bestemmiare e
agitare il frustino, e se ne stavano lì a fumare con i loro berrei rossi tirati
sulla fronte e le braccia incrociate; e qualcuno che era passato lì prima di
noi aveva riconosciuto uno degli artiglieri, e m’immagino che era un suo
vicino o uno del suo paese, e passando gli aveva deo, ehi, come va, Jim?,
e quelli che venivano dopo, anche se non lo conoscevano, così per ridere
avevano ripetuto, ehi, come va, Jim?, e tui quelli che arrivavano lo
sentivano e lo ripetevano anche loro, ed era mezz’ora che davanti a quegli
artiglieri passava la fanteria e tui quelli che passavano ripetevano, ehi,
come va, Jim?; e anche noi passando lì davanti abbiamo agitato i cappelli
verso gli artiglieri e abbiamo gridato, ehi, come va, Jim?, e tui quanti
ridevano come mai, tranne gli artiglieri, si capisce. E poi uno dei ragazzi
si è messo a ragliare come un somaro, e qualcun altro ha risposto
ragliando ancora più forte, ma alla fine lo scherzo non è riuscito, perché
non c’era più Rufus Byrd a ragliare alla sua maniera; ed era lui che l’aveva
inventato, quello scherzo, una volta che stavamo marciando su non so
quale strada polverosa, e a lui gli saltò in mente di meersi a ragliare, così
per ridere, e a sentir ragliare a quel modo pareva di avere lì in mezzo a noi
un asino vero, e poi qualcun altro pensò di rispondergli, e alla fine ragliava
tuo il reggimento, e tui quanti ridevamo a crepapelle. E poi ecco che a
qualcun altro viene voglia di abbaiare come un cane, e subito tui quei
somari si trasformano in tanti bastardi, e il reggimento abbaiava come un
canile, e altri cani abbaiavano in risposta da tue le faorie dei dintorni;
ed eravamo tui lì ad abbaiare, quand’ecco che arriva proprio in mezzo a
noi il reverendo Witherspoon, e tui quanti mortificati smeiamo di
abbaiare, e il dr. Witherspoon dice, bene, uomini, cominciavo a
preoccuparmi, che dal gran ragliare che sentivo, avrei deo che stavate
rubando tui gli asini della Virginia; ma poi ho sentito abbaiare, e ho
capito che i contadini qui vi avevano aizzato contro i cani, e mi sono
tranquillizzato. E io dissi a Rufus Byrd, me l’ero dimenticato com’eri in
gamba a ragliare, gli dissi, ai tempi della scuola domenicale; perché
eravamo coscrii, io e Rufus Byrd, e alla scuola domenicale c’eravamo
andati insieme, e il maestro era il vecchio Ebenezer Byrd, il padre di Rufus,
e quando lui picchiava sulle mani col righello quelli che non avevano
imparato la lezione, noialtri eravamo sempre quelli che le prendevano più
sode, Rufus perché era suo figlio, e il vecchio Ebenezer Byrd era un uomo
giusto, e diceva che suo figlio non doveva mica essere risparmiato solo per
la fortuna che aveva d’essere suo figlio, e io perché il vecchio ce l’aveva
con la mia famiglia, che noi non eravamo metodisti, e non andavamo mai
a sentirlo predicare, e allora la faceva pagare a me; e Rufus Byrd, be’,
bisogna dire che lui di studiare non ne aveva mica tanta voglia, non più di
me, comunque, e imparare a memoria tui quei versei era più di quel che
ci si poteva aspeare da lui, e a forza di sentirsi dire da suo padre che era
un asino, s’era messo d’impegno e aveva imparato a ragliare come un
asino vero, e quando il vecchio non era abbastanza vicino per sentirlo lui
faceva sempre ridere tui quanti i ragazzi ragliando a quel modo. esto
Ebenezer Byrd, deve sapere che lui era un uomo pieno di religione, più di
tui gli altri nostri vicini, e ogni giorno pregava in casa sua con i suoi figli
e i suoi negri, e cantavano così forte che si sentivano le loro voci fin dal
nostro cortile, perché tue le loro devozioni cominciavano sempre
cantando qualche inno, e pregavano due volte al giorno, una preghiera al
maino e una alla sera, ma al maino però tagliavano corto, perché c’era
da andare a lavorare, e il vecchio Ebenezer Byrd era uno che li sapeva far
lavorare, i suoi negri, e pure lui non aveva paura di sputarsi sulle mani e
faticare insieme a loro; e mi ricordo una sera d’estate, che ero andato a
pesca negli stagni, e potevo avere dieci anni, e avevo preso un pesce-gao
così grosso che riuscivo appena a trasportarlo, e per tornare a casa avevo
preso una scorciatoia e stavo risalendo il fossato lungo uno dei suoi campi,
e il vecchio Ebenezer Byrd era lì con i suoi negri ad ammucchiare il fieno,
e arrivò nel campo una negra con una caldaia di pappa d’avena, e tui si
fermarono a mangiare, aingendo dalla caldaia con i cucchiai e qualcuno
perfino con le mani, e il vecchio Ebenezer Byrd mangiava con loro e
controllava l’orologio e poi alzava gli occhi a guardare il cielo, che s’era
fao nero e gonfio e minacciava temporale, e io posso dirlo perché me ne
stavo lì nel fossato e li spiavo, e pensavo che il vecchio dava un sacco da
mangiare ai suoi negri, come nessun altro lì intorno, ma di tempo per
mangiare però gliene lasciava poco, perché anche se ormai era quasi buio
non li lasciò mangiare più di cinque minuti, e poi si rimisero tui quanti a
lavorare, per meere il fieno al sicuro prima del temporale; per questo
dico che la preghiera del maino, lì da loro, non durava mica tanto, perché
il vecchio Ebenezer Byrd era impaziente di mandare i suoi negri nei campi,
ma quando poi alla sera erano tornati tui quanti a casa e avevano
mangiato, be’, allora la preghiera non finiva più, ed erano capaci di andare
avanti fino a noe fonda, a lume di candela o magari anche senza lume,
per risparmiare; e mio padre raccontava che quando Ebenezer Byrd era
venuto ad abitare lì da noi, e questo accadeva prima ancora della mia
nascita, era un uomo povero e non aveva potuto nemmeno comprarsi la
casa in cui abitava, ma l’aveva affiata dal vecchio Mr. Pollock, il padre del
capitano, e con la casa aveva preso in affio due campi di cotone che
erano rimasti incolti per non si sa quanto tempo, vicino agli stagni di
Itawamba, e siccome non aveva neanche un negro, aveva affiato anche
quelli; e a sentire mio padre il vecchio Ebenezer Byrd ai suoi tempi era un
grande domatore di negri, ma uno che sapeva spezzarli sul serio, e con lui
anche il negro più ribelle abbassava subito la cresta, e chi aveva qualche
negro giovane che non voleva rassegnarsi a lavorare, lo affiava molto
volentieri a Ebenezer Byrd, per pochi dollari o magari anche niente del
tuo, solo per vederselo ritornare a casa di lì a un anno, domato e senza
più grilli per la testa, e così Ebenezer Byrd aveva manodopera a buon
mercato per lavorare i suoi campi e i suoi pascoli; perché gli piaceva
allevare il bestiame, e dove il cotone non cresceva era riuscito a far
crescere l’avena, e allevava le vacche e vendeva il suo lae fino a Linden, e
il suo cotone era poco ma buono, e lo compravano certi negozianti di
Mobile; e mio padre raccontava che era venuto il giorno che questo
Ebenezer Byrd aveva messo da parte abbastanza dollari da comprarsi un
negro, ed era andato a cercarlo fino a New Orleans, e quando era tornato
si portava sul carro una negra, e tui quelli che lo incontravano si
graavano la testa e gli dicevano, be’, Mr. Byrd, ma perché una negra,
tanto più che era sposato, non so se mi spiego, e lui rideva e diceva, be’,
diceva, io sono un uomo povero, devo pur cominciare a farmi strada nella
vita, e quelli non capivano, e lui rideva e diceva, ma guardatela un po’, e
allora, raccontava mio padre, la guardavi e ti accorgevi che era una negra
proprio ben piantata, ancora giovane, sì, ma con certi fianchi larghi, e il
vecchio Ebenezer diceva tuo trionfante, mi son comprato una farice, e
vedrete che vitelli mi farà nascere; e davvero, negli anni a venire quella
negra ne mise al mondo non so quanti di bambini, e così il vecchio
Ebenezer Byrd si arricchì, e da quando me lo ricordo io, è sempre stato un
uomo ricco, e aveva comprato la casa e i campi. E morì subito prima della
guerra, per colpa dei giornali, perché da quando il colpo apopleico gli
aveva paralizzato le gambe, aveva preso l’abitudine di leggere i giornali, e
tui i giorni, anche quando c’era da raccogliere il cotone o portare al
riparo il fieno e le braccia non erano mai abbastanza, uno dei suoi negri
doveva correre all’emporio a comprargli il giornale, araversando tuo
Morton Grove all’andata e al ritorno; e si avvicinavano le elezioni, e in
quei primi giorni di novembre faceva così caldo che pareva d’essere ancora
in estate, e le foglie avevano appena cominciato a ingiallire, e il vecchio
Ebenezer Byrd s’era fao portare una sedia soo il portico di casa sua, e
stava lì a sorvegliare l’aratura dei campi davanti alla casa, con una coperta
leggera sulle gambe, e leggeva il giornale fino all’ultima parola, e giurava
che mai e poi mai Mr. Lincoln sarebbe stato eleo alla presidenza, e che gli
eleori americani non potevano essere così stupidi, e tui sapevano che
un uomo del genere non poteva provocare che sciagure, e quando poi
arrivò il giornale con i primi risultati, e si capiva benissimo che Mr.
Lincoln era stato eleo, e tui gli stati del Nord avevano votato per lui, il
vecchio Ebenezer Byrd diventò paonazzo, e voleva alzarsi dalla sedia,
senza ricordarsi che era paralizzato; e cadde giù e qualcuno arrivò di corsa
e lo portarono a leo, e chi lo vide disse che era ancora lucido, ma non
poteva parlare, e quel secondo colpo apopleico gli aveva paralizzato
anche la faccia e le braccia, e stava lì con quei suoi lunghi capelli bianchi
tui sparsi sul cuscino e gli occhi spalancati e terribili, come uno che ha
visto qualcosa che ai vivi non è dato di vedere; e campò così ancora tre
giorni e poi morì, e lo seppellirono nel cimitero nuovo di Magnolia,
davanti alla chiesa metodista. E quel giorno, mentre marciavamo, Dave
Jones tornò vicino a me e mi disse, ma che sei proprio sicuro, Dick, che
quella lì era Mariea, e non Augusta? Perché sai che abbiamo promesso di
ritornarci, dopo la guerra, disse, e mi strizzò l’occhio; e io gli dissi, sta’
sicuro, Dave, che era Mariea, in Georgia; perché il fao è che quel
manifesto era appiccicato al muro di un ufficio di arruolamento, lì a
Mariea, e noialtri c’eravamo fermati lì mezza giornata mentre
viaggiavamo per raggiungere il fronte, la prima estate di guerra, e quel
foglio diceva, che me lo ricordo ancora: Uomini liberi della Georgia! La
guerra dello yankee è scatenata, e la posta sono le nostre donne e le nostre
case. Per eccitare i loro brutali mercenari, gli promeono le nostre terre e
gli dicono che le nostre donne sono belle; ma noi gli dimostreremo che la
bellezza è il premio del coraggio e dell’onore! Già, diceva proprio così, o
be’, insomma, qualcosa del genere, e Dave Jones, dopo aver leo quella
roba, si guardò intorno, e di fronte all’ufficio di arruolamento c’era una
mescita, e dalla porta aperta si sentiva suonare il pianoforte, e sugli scalini
c’era una donna con una gonna abbastanza corta, appoggiata alla
balaustra a guardare in strada, e Dave Jones mi strizzò l’occhio e mi disse,
ehi, Dick, che le nostre donne sono belle lo sappiamo già, ma andiamo un
po’ a vedere come sono quelle della Georgia, eh? E io mi vergognavo, e
quando fui lì soo mi tolsi il cappello e non osai più rimeermelo, e me ne
stavo lì a rigirarmi il cappello fra le mani e guardavo le ginocchia di quella
donna, che quasi si vedevano soo quella gonna corta; ma Dave Jones, lui
dopo la scappellata s’era ripiantato il cappello in testa e aveva subito
aaccato discorso, e le disse, ehi, signora, mi dicono che qui ci sono delle
puledre da affiare, e quanto costa una cavalcata, eh?, e lei rise con quella
sua bocca tua piurata e gli disse, ehi, soldato, se hai preso la paga sta’
sicuro che te la puoi permeere, e perché non entri a prendere un po’ il
fresco, eh?, e in quel momento si affacciò sulla porta una negra, vestita
pure lei come quell’altra, senza neanche un fazzoleo in testa, e l’altra la
chiamò e le disse, ehi, Carrie, guarda qui che soldatini che sono arrivati, e
da dove venite, belli?, e io non sapevo cosa dire ed ero rosso per la
vergogna, e Dave Jones le fa, veniamo da lontano, signora, ma mi dica un
po’, vedo che ci sono anche delle puledre nere, qui, eh?, e lei gli fa, certo,
soldatino, e ai gentiluomini gli piacciono ancora di più di quelle bianche,
che vuoi provare?, e Dave Jones sputò e disse, mah, io non sono mai stato
abbastanza ricco per farmi venire di questi gusti, e intanto si tirava i baffi e
la guardava, più sfacciato che mai, quand’ecco che si sente suonare
l’adunata, ed era il segnale per tui di ritrovarsi alla stazione per salire sui
vagoni, e Dave Jones si levò il cappello e disse, be’, addio signora,
ripasseremo quando sarà finita la guerra. E io ci ripassai davvero da
Mariea, quaro anni dopo, insieme a Ted Bierrot, mentre tornavamo a
casa, ma lì in quella piazza non c’era più nessuno, e la casa dove c’era la
mescita era bruciata fino alle fondamenta, e dell’ufficio di reclutamento
restava soltanto il camino di pietra, e il resto dell’edificio era ridoo in
cenere, e quelle poveracce chissà dov’erano andate a finire. E io dissi, ehi,
Ted, mi sa che anche qua sono passati gli yankees, e guarda un po’ che
rovina, dissi; e se c’è una cosa che mi dispiace, dissi, è che non ne abbiamo
ammazzati ancora di più, di quei bastardi; e Ted disse, be’, Dick, senti qua
cosa ti dico, adesso noi ce ne torniamo tui quanti a casa, tiriamo su due o
tre raccolti, e poi ci riproviamo».

E adesso, però, sono stanco, aggiunse il vecchio. Basta per oggi, mi sembra
che ho già parlato abbastanza. Lei dov’è che dorme? Al motel? Sì, mi hanno
deo che ce n’è uno, a due miglia da qui, dietro gli stagni. Ci si va con
l’automobile, o com’è che le chiamano. Ma io non ci sono mai salito su quei
trabiccoli lì, e fin laggiù non ci sono mai più andato. Me lo ricordo com’era
una volta, che si andava a caccia, da quelle parti, ma ora sarà tuo
cambiato, no? Sì, disse la ragazza con un sorriso tirato, sì, è tuo cambiato,
credo. Poi uscì in cortile, e ritrovò la Ford parcheggiata all’ombra del carrubo;
tu’intorno ronzavano le mosche. La negra la guardava con disapprovazione;
anche lei aveva l’aria di non esser mai salita su una macchina, ed era chiaro
che vedere una ragazza andarsene da sola su quell’affare non le pareva
affao una cosa come Dio comanda. Mentre usciva in retromarcia dal cortile,
con i cani che abbaiavano furiosamente e saltavano intorno alla Ford come
impazziti, lei pensò che un giorno intero era passato; e il vecchio non aveva
parlato di quei negri. Forse, pensò, aveva ragione il professore, se n’è
dimenticato davvero. Poi, però, ricordò quel che aveva leo, quando s’era
preparata a quell’intervista, sui libri di psicologia: che i vecchi possono
dimenticare tuo quel che è accaduto di recente, ma i fai della loro
giovinezza li ricordano come se fossero accaduti ieri; anzi, per loro sono
davvero accaduti ieri, tuo quel che è capitato nel fraempo è come se non ci
fosse mai stato. E d’improvviso ebbe la certezza che il vecchio si ricordava
benissimo di quei negri. Ci sta solo girando intorno, pensò. Domani ci
arriverà.
11

«Bene, quel maino abbiamo marciato un bel po’ nella foresta, su una
strada così caiva che più d’uno ci ha sfondato le scarpe, e anche a me una
suola incominciava a venir via, che non l’avevo inchiodata bene l’ultima
volta. E in un altro momento magari mi fermavo a cercar di rimediare, ma
stavolta non avevo voglia di rimanere indietro, e quando Greg Hurlbut che
era dietro di me mi ha toccato la spalla per avvertirmi e ha deo, ehi, Dick,
guarda un po’ che ti viene via la suola, mi sa che dovrai fermarti a
ricucirla, io gli ho deo, be’, Greg, piuosto continuo a marciare scalzo,
che non sarebbe neanche la prima volta, ma quest’oggi voglio proprio
vedere come va a finire. E mentre dicevo così quelli davanti a noi hanno
passato parola che c’era lì il vecchio Jack, proprio lui in persona; e noi
volevamo già gridare come al solito, tre urrà per Jackson, ma quelli
davanti hanno bisbigliato, non gridate, ragazzi, che siamo già vicini agli
yankees, e non devono sentirci arrivare; e poi ecco, lì accanto alla strada
c’era davvero il vecchio Jack sul suo cavallino, e tui quelli che gli
passavano davanti si toglievano il cappello e lo sventolavano sopra la
testa, e si vedeva che avevano una gran voglia di gridare urrà, ma si
facevano forza e non si lasciavano scappare una parola, e posso ben dire
che era uno strano speacolo; e il vecchio Jack aveva ben calcato in testa
quel suo berreo blu tuo unto e strappato, che lui lo portava da quando
era cominciata la guerra, credo, e la visiera tirata giù sugli occhi, ma
quando gli siamo passati davanti noi, e non c’era un uomo in tua la
compagnia capace di levargli gli occhi di dosso, be’, lui s’è cavato il
berreo in risposta al nostro saluto, e allora non so davvero com’è che non
ci siamo messi a urlare tui quanti. E Greg Hurlbut ha allungato il passo
per venirmi vicino e ha deo, ehi, Dick, ma che cos’era che stava
succhiando il generale, un limone? E io gli ho deo, Greg, sei proprio un
pesce fresco, e si vede che non l’hai mai visto il vecchio Jack, ma noialtri
che lo conosciamo bene possiamo dirti che nessuno l’ha mai visto senza
un limone, anche se dove li va a trovare, questo nessuno lo sa; lo succhia e
lo mastica finché gli rimane giusto la buccia, poi lo bua via e un
momento dopo ne ha già tirato fuori un altro; e Greg Hurlbut è rimasto a
bocca aperta e ha deo, davvero, Dick? E proprio in quel momento ci
siamo fermati, che tui si spintonavano e protestavano a bassa voce e non
sapevano cosa stava succedendo, e poi s’è capito che eravamo arrivati,
perché hanno dato l’ordine di schierarsi in linea di baaglia, e gli ufficiali e
i sergenti correvano avanti e indietro spingendo ciascuno al suo posto, e
così ci siamo allineati in mezzo ai tronchi, e tui quelli che salivano su per
la strada, quando arrivavano lì correvano a meersi in formazione, e posso
dire che c’è voluto un bel po’ per schierare tua la brigata. E poi, quando
eravamo già lì a chiederci cos’è che si stava ancora aspeando, ecco che
arrivano due cassoni traballanti, tirati ciascuno da due muli, con dei negri
che li guidavano, e da quei cassoni hanno cominciato a scaricare casse di
munizioni, e un tale con un’ascia è saltato giù e ha cominciato a farle a
pezzi, e ha distribuito a ciascuno una scatola di cartucce in più, abbastanza
da riempirsi il tascapane; e per caso mi è caduto l’occhio su una di quelle
casse, e c’era stampigliato che erano della fabbrica di Selma, e io ho deo a
Ted Bierrot che era lì, ehi, Ted, gli ho deo, guarda lì, queste arrivano da
casa nostra, e hanno fao lo stesso viaggio che abbiamo fao noialtri, ed è
il miglior regalo che poteva farci la gente giù a casa, eh?, e Ted che dopo
tua quella marcia non era più così di malumore come quel maino
appena sveglio ha subito deo, eh già, e pensa che le avranno fabbricate
proprio quelle ragazze che abbiamo visto là quella volta, proprio loro con
le loro mani, eh? Perché quella volta che eravamo andati a Selma, con Ted
Bierrot e suo padre, a comperare i loro negri, eravamo arrivati in cià
alla sera, e già per la strada si vedevano lontano sopra i pini le ciminiere
che sputavano fumo nero, e poi mentre stavamo legando i cavalli fuori
della locanda erano uscite in strada le operaie della fabbrica di munizioni,
che tornavano a casa dal lavoro, e io e Ted, e anche il vecchio Hank,
eravamo rimasti a bocca aperta, che non avevamo mai visto tante donne
tue insieme, e mai sentito uno schiamazzo simile; ed erano tue quante
in zoccoli e con certi vestitucci di tela, corti, che facevano vedere le calze
nere soo, e sfacciate come nessuna ragazza giù da noi, nemmeno Debbie
Garson; e la maggior parte aveva la faccia gialla e tirata, a forza di lavorare
lì dentro dodici ore al giorno, per sei giorni alla seimana, ma ce n’era
anche qualcuna più fresca, che si vede che era entrata a lavorare in
fabbrica da poco tempo, e non aveva ancora respirato troppo quell’aria
velenosa; e Ted me ne indicò una e mi sussurrò qualcosa all’orecchio, ma
quella se ne accorse, e tue quante si misero a berciare verso di noi, e a
chiamarci cafoni e contadini, e tornatevene alle vostre vacche, e parlavano
così forte e così sboccate che a noialtri non ci restò che riparare dentro la
locanda. E io dissi a Ted, be’, Ted, gli dissi, questa cià è una meraviglia, e
sono molto contento che mi avete portato con voi a vederla, ma io qui non
ci abiterei neanche morto; e Ted rispose che anche lui pensava la stessa
cosa. Ma adesso lui mi disse, ehi, Dick, credo che queste cartucce le
morderò proprio con molto gusto, pensando per che mani sono passate,
eh?, e si mise a ridere. E io gli dissi, ehi, Ted, sai che sono andato a caccia
tua la vita con queste cartucce, e neanche una volta mi è venuta in mente
una cosa simile, e dissi, ehi, Ted, ma com’è che ti vengono in mente queste
cose, e lui disse, questo è niente, Dick, perché i sigari, qui in Virginia, lo
sai come li fabbricano?, e io gli faccio, no che non lo so, e lui fa, be’, sta’ a
sentire cosa mi ha raccontato Tim Benne, che nelle fabbriche di sigari qui
ci lavorano solo donne, e prendono le foglie di tabacco e le arrotolano, e
gli serve qualcosa di morbido per arrotolarle per bene, che altrimenti si
sbriciolano, e loro si tirano su la veste e lì, sopra la calza, dove c’è la pelle
nuda, proprio lì le arrotolano, e io dissi, ma va’, e non lo sai che Tim
Benne crede a tuo quello che gli raccontano, e qualche furbacchione di
virginiano gliel’avrà raccontato per prenderlo in giro, e lui sputò e disse
no, Dick, ti assicuro che è proprio così, ed è per questo che chi ha soldi da
spendere fuma sempre il sigaro, che ci provano gusto proprio pensando a
quello, che altrimenti non so mica che sugo c’è a fumare quella roba, e a
masticare tabacco c’è molto più gusto; e io dissi, ma Ted, dissi, come lo sai
che non sono negre, quelle donne che lavorano ad arrotolare i sigari, e lui
alzò le spalle e disse, ah, tue stupidaggini, le negre lo raccolgono solo il
tabacco, mica sanno lavorarlo, e in fabbrica ci vanno solo le bianche; ed è
vero che lì in Virginia ne avevamo araversati tanti di campi di tabacco,
solo quello a perdita d’occhio, granturco e tabacco, e cotone mica tanto
invece, ma soprauo tabacco, pieni di negri che ci lavoravano, ma è un
lavoro tuo diverso da quello del cotone, e io neanche so da che parte si
comincia, a coltivare il tabacco. E dopo un po’ dissi, ehi Ted, dissi, non è
che anche le cartucce le arrotolano a quel modo, giù alla fabbrica di Selma,
eh, Ted?, e Ted si mise a ridere e disse, magari no, ma già mi basta sapere
che sono passate in quelle mani, e di nuovo io dissi, be’, questa non l’avevo
proprio mai pensata, e sì che ho sparato tua la vita con queste cartucce, e
l’ultima volta che ne ho comprato una scatola c’era proprio quel marchio
della fabbrica di Selma, eppure non m’è venuto in mente niente; e quella
scatola dev’essere ancora a casa da qualche parte, soo la teoia degli
arezzi, e quelle cartucce le starà usando mio fratello, che io la scatola
neanche l’ho aperta, e non sono andato a caccia nemmeno una volta da
quando l’ho comprata. Perché io ero andato all’emporio a comprare del
lardo, che il nostro maiale quell’anno non aveva mica reso molto, e già che
dovevo andare fin lì pensai di comprare anche delle cartucce, che non
avevo mica tempo di sellare il cavallo e cavalcare per quelle tre miglia
nella polvere fino a Magnolia tue le volte che mi saltava in mente, con
tuo il lavoro che c’era da fare giù a casa ora che era morto nostro padre e
io e Tom avevamo dovuto rimboccarci le maniche, e arrivato lì aaccai il
cavallo davanti al portico, dove c’era un sicomoro che buava un po’
d’ombra, e salii gli scalini ed entrai nell’emporio; e lì dietro il banco c’era
Jack orpe che mercanteggiava con Mitch Tobin, con una pezza di
mussolina ancora arrotolata lì vicino, e Mitch aveva portato della cera e
del miele dei suoi favi, e una cassa di uova delle sue galline, conservate
nell’acqua di calce, e voleva sapere se ce n’era abbastanza per avere in
cambio un taglio di mussolina, e fare un vestito nuovo a sua moglie, che
lei si lamentava che dopo che s’era sposata non l’aveva mai più avuto, un
vestito nuovo, e Mitch Tobin, be’, sua moglie gli faceva fare tuo quello
che voleva, e i calzoni in quella casa li portava lei, e così lui aveva
aaccato il mulo al carreo e aveva caricato la sua cera e il miele e le
uova, e tui gli anni un negoziante di Mobile veniva a comprargli tua
quella roba, ma adesso non s’era ancora visto nessuno e sua moglie aveva
deciso che non poteva più aspeare, e così Mitch era venuto a scambiarla
con Jack orpe per un taglio di mussolina, e Jack diceva che voleva
un’altra cassa di uova, e Mitch diceva che ce n’erano già abbastanza e mica
poteva rifare tua la strada indietro fino a casa sua; e io se lo sapevo
passavo da lui e si poteva venire a Magnolia insieme, e invece ognuno era
venuto per conto suo, che quando lui mi vide entrare disse, be’, ecco qua il
mio vicino, che il diavolo mi porti se non potevamo meerci d’accordo e
venire fin qua insieme, e io dissi, bastava saperlo, Mitch, e mentre lui se ne
stava lì a palpare la mussolina e se la guardava in controluce, e non sapeva
se davvero valeva tanto e non si fidava mica di Jack orpe, ma non
sapeva come fare, allora io dissi, be’, Jack, dammi un bel pezzo di lardo,
che il nostro è quasi finito, e quel maiale quest’anno non ha mica fao una
grande resa, a dire il vero speravo di più, e già che sono venuto fin qui,
dammi anche una scatola di cartucce, che anche di quelle siamo un po’ a
corto, e lui mentre tagliava il lardo disse, e di sapone, Dick, che te ne serve
un po’?, e di petrolio, magari?, e io dissi no, Jack, grazie, basta così, e Jack
disse, e di candele, eh, ne avete ancora, Dick?, e io dissi, sì, Jack, ne
abbiamo ancora, non ti preoccupare, e Mitch disse, ehi, Jack, fammi
l’ultimo prezzo, quanti dollari per questo taglio, oltre alla cera e al miele e
alle uova, che non ho proprio voglia di tornare a prenderne delle altre, e tu
magari potresti farmi credito per la differenza, finché venderò il raccolto
quest’estate, e ci possiamo meere d’accordo, eh?, e mentre discutevano io
mi avvicinai alla finestra, dove c’erano i sacchi di grano e di farina e di
fagioli secchi, e lì c’era un giornale appena aperto, e io lo guardai e lessi
che Lincoln aveva chiamato alle armi seantacinquemila volontari, e dissi,
ehi, Jack, dissi, ma che cos’è? E lui disse, che cos’è cosa, e io dissi, che il
vecchio Abe ha chiamato alle armi seantacinquemila volontari, che cosa
significa, eh?, e lui disse, significa che ci sarà la guerra, Dick, e io dissi, non
contro di noi, spero, e lui disse, certo, cosa credi, che vogliono fare un’altra
volta la guerra al Messico? Ma perché, dissi io, non possono lasciarci in
pace, e Jack disse, ci lasceranno in pace eccome, ma mi sa che bisognerà
rompergli il muso, prima, e allora ci lasceranno in pace, e Mitch Tobin
disse, l’avevo sentito dire pure io, ma non ci credevo, e invece ecco che sta
lì sul giornale, e sono un sacco di gente, seantacinquemila volontari, e io
dissi, se ce n’è bisogno, da noi ce ne saranno anche di più, e Jack disse,
puoi giurarlo, e Mitch disse, certo, questo si chiama parlare, e voglio
proprio vedere se verranno qui a casa nostra a insegnarci come dobbiamo
vivere, e Jack disse, oh, loro lo farebbero; li abbiamo già visti questi
forestieri quando capitano dalle nostre parti, che puzza soo il naso che ci
hanno, e come cominciano subito a dire che questo non va e quello
neanche, e io dissi, proprio così, e credo che se dipendeva da loro, a
quest’ora i negri erano già tui liberi, e Jack disse, ma ve l’immaginate,
tui quei negri liberi di andare dove vogliono, a vagabondare per la
campagna, a rubare le galline, e magari entrare in casa di qualche donna
bianca quando è sola, eh?, e Mitch disse, non finché viviamo, e io dissi, per
ridere, magari gli vogliono dare anche il voto, eh?, e potranno diventare
governatori, e tui si misero a ridere, e Jack disse, hanno un bel coraggio,
comunque, a protestare per come noialtri traiamo i negri, che lassù da
loro un poveraccio che lavora in fabbrica fatica soo padrone tal quale un
negro, solo che qui quando il negro è troppo vecchio per lavorare il
padrone continua a dargli da mangiare lo stesso, lassù invece dice il
giornale che li cacciano in strada a crepare come cani, e poi vengono a dire
a noi come dobbiamo traare i negri; e in quel momento si sentì un passo
strascicato su per gli scalini, e comparve sulla porta del negozio proprio
un negro, con un filo di paglia in bocca, e si tolse il cappello e disse, mi
manda il padrone, e Jack disse, e chi è il tuo padrone, e lui disse, sempre
senza entrare, padron John, signore, e dice che tui quelli che abitano qui
sono invitati stasera a casa sua, e di andare a dirlo anche all’ufficio postale,
e intanto mi ha mandato qui al negozio, e lui dice, al negozio dì al padrone
che stasera quando verrà da me deve portare due boi di whiskey, dice, e
gliele pagherò; e Jack disse, va bene, e il negro si voltò per andarsene, e
quando ebbe disceso il primo scalino Jack disse, ehi, ragazzo, e quello si
voltò e disse, sì, padrone?, e Jack disse, va’ un po’ qui dietro a casa mia e
chiama mio fratello Jim, e lui disse sissignore, e partì, senza affrearsi, si
capisce, perché un negro non si affrea mai se può farne a meno, ed è
nella loro natura e non c’è niente da fare; e Mitch Tobin disse, be’, Jack, hai
venduto due boi di whiskey, e ora potresti anche offrire un bicchierino
per festeggiare, eh?, e Jack disse, non ho mica la licenza per mescere
bevande alcoliche qui allo spaccio, ne vendo solo da portar via, disse, e io
dissi, andiamo, Jack, non è mica la prima volta, e Jack scrollò le spalle e
disse, oh, be’, disse, tanto lo berremo stasera, aspeate fino a stasera,
ragazzi. E io dissi, ma perché padron John ha invitato tui quanti?, e Jack
disse, be’, Dick, è da un po’ che qui si parla di arruolare una compagnia, e
tu qui all’emporio è da parecchio che non ci mei il naso, ma ti assicuro
che se n’è parlato eccome, e io mi ricordai di quando ero andato da padron
John per comperare a credito quel guano, e dissi subito, ho capito, e ci
scommeo che padron John s’è messo in testa di arruolarla lui, e Jack
disse, bravo, Dick, ci hai azzeccato, e credo che per un ragazzo di fegato ci
sarà da divertirsi; e Mitch Tobin, lui disse, be’, Jack, che cosa vogliamo fare
per il mio taglio di mussolina, e Jack disse, sta’ a sentire, Mitch, tu ora te
ne torni a casa, credo, ma stasera per andare alla riunione dovrai ripassare
di qua, e così tu porta ancora una cassa di uova, e le porteremo da Mr.
Rogers, che mio fratello Jim sa fare una bibita con le uova e il whiskey che
meerebbe coraggio anche a uno yankee, e noi ce le facciamo pagare da
padron John e i soldi ce li dividiamo, e io ti darò abbastanza mussolina per
il vestito di Cora, parola mia, e si sputò sulla mano, e Mitch si sputò sulla
mano e se la strinsero e l’affare rimase combinato, e io dissi, ehi, Jack, se
tu e Jim prendete il carro magari mi potete dare un passaggio fin laggiù,
che non ho voglia di fare tua quella strada a cavallo stanoe, e Jack disse,
mi dispiace, Dick, ma sul carro ci devo caricare tre boi di whiskey, e io
dissi, ma il negro ha deo due, e Jack disse, oh, non sai che i negri si
sbagliano sempre, e vedrai che padron John ne pagherà tre, e io dissi a
Mitch, ehi, Mitch, gli dissi, allora vengo con te sul tuo carreo, eh, Mitch,
che quelle uova non porteranno mica via tanto posto, eh?, e Mitch disse,
sì, credo di sì, credo che va bene, solo che ne dici di pagare un bicchierino
adesso prima di ritornarcene a casa, che fa caldo, eh?, e io tirai fuori un
decino e Jack guardò dalla finestra e poi prese due bicchierini in uno
sportello e li riempì al barile che teneva dietro il banco, e mentre
bevevamo io gli dissi, che non ci fai compagnia, Jack, e lui disse, meglio di
no, che questo barile si svuota già fin troppo in frea, ed è vero che il
commesso che avevano prima beveva di nascosto, e quando poi lo
mandarono via Jack non volle prendere nessun altro al suo posto, e
stavano tuo il giorno dietro il bancone, lui e suo fratello Jim, ma tui
dicevano che Becky protestava perché non c’erano mai a casa e la
lasciavano tuo il giorno là da sola, e stavano già parlando di provare a
riprendersi un commesso, purché non sia un lazzarone come quell’altro
che avevi assunto te, diceva Jack, e suo fratello ribaeva, ma se sei te che
l’hai assunto, e poi partirono tu’e due in guerra e fecero venire un loro
cugino da Jefferson, che era zoppo dalla nascita, per badare al negozio e
tener d’occhio Becky, e poi quando Jack tornò a casa con la ferita che s’era
preso a Manassas trovò che il negozio era fallito, perché nessuno aveva
più un soldo da spendere lì da quelle parti, e lo zoppo se n’era tornato a
Jefferson e Becky era rimasta sola un’altra volta».
La ragazza non era affao in forma, quel maino. Aveva dormito male al
motel, per via del caldo e delle zanzare; non c’era più abituata, a quel clima,
e la zanzariera alla finestra era piena di buchi; sì, aveva deo l’impiegato al
bancone, strascicando la voce, lo so, signorina, mi dispiace, ma lo sa anche lei
com’è adesso con questa guerra, che non si trova più niente. Non ne
fabbricano neanche più, adesso hanno altro da fabbricare, credo. anto al
traffico, invece, non c’era da lagnarsi, lì di macchine se ne vedevano poche: in
tua la noe, mentre lei si agitava in un dormiveglia inquieto ne erano
passate forse una o due, anzi c’era da chiedersi come facesse a tirare avanti,
il motel; certo anche in giorni normali non doveva avere troppo lavoro, ma di
questi tempi, poi! Non che costasse molto mantenerlo: una negra per fare la
pulizia e basta, oltre alle camere non c’era niente, da mangiare non ne
davano, e così lei, fra l’altro, non aveva fao colazione; ma dopo una
noataccia così aveva troppo mal di testa per aver voglia di mangiare. Come
se non bastasse, poi, era anche arrivata in ritardo, per la strada polverosa uno
stupido polizioo redneck l’aveva fermata, e lei aveva durato fatica per
convincerlo che sì, lo sapeva delle restrizioni, e no, non stava usando la
macchina per motivi privati, era lavoro, quello; aveva dovuto fargli vedere i
suoi documenti del college, poco mancava che dovesse spiegargli esaamente
in che cosa consisteva la sua tesi, a quel bifolco.
12

«Appena hanno finito di distribuire le munizioni, via che i negri hanno


frustato i muli e i cassoni se ne sono tornati indietro traballando in mezzo
alla foresta; e il capitano Pollock è venuto a piantarsi a gambe larghe
davanti a noi, e ha deo, be’, ragazzi, fra poco si va all’assalto, e
ricordatevi che gli ordini sono questi, che si va sempre avanti, e non ci
fermiamo finché non avremo buato gli yankees nel fiume; e adesso, per
combaere come si deve in questo bosco, è meglio che ci meiamo leggeri,
e tui quelli che hanno addosso la coperta, l’incerata o il cappoo possono
lasciarli qui, e qualcuno resterà a fare la guardia al mucchio; e noi ci siamo
guardati, e non eravamo mica tanto contenti, perché il cappoo, be’, quello
si può anche farne a meno, soprauo in primavera, e lì non c’era nessuno
così mao da portarselo ancora appresso, ma la coperta e l’incerata, quella
è tua un’altra faccenda, che senza quelle un soldato non campa; poi però
alla fine qualcuno ha deo, ehi, ragazzi, tanto si va in baaglia, e stanoe
dormiremo nelle tende degli yankees, no?, e allora tui quanti ci siamo
levati quella roba che portavamo a tracolla; e a me dispiaceva soprauo
per l’incerata, che era di quelle vecchie, di gomma, fabbricate prima della
guerra, quando di gomma qui nel Sud ce n’era in abbondanza; che poi a
causa del blocco la gomma è scomparsa, come un sacco di altre cose, e
tue le reclute arrivate al reggimento dopo di noi avevano delle incerate di
cotone, traate con l’olio di lino o addiriura con l’olio di pesce, che
puzzavano come pescherecci, e non tenevano mica l’acqua come le nostre.
Be’, comunque, alla fine abbiamo messo giù tuo, tua la roba in un
mucchio, coperte e incerate e chi ce l’aveva anche lo zaino, e qualcuno
doveva restare lì a fare la guardia, ma alla fine poi non c’è rimasto
nessuno, e tua quella roba non l’abbiamo più rivista, e del resto lo
sapevamo già che andava a finire così, ma in quei momenti mica puoi
preoccuparti dei bagagli, quando possono farti la pelle da un momento
all’altro, che basta un pezzeo di piombo grande come un’unghia e lo
speacolo è bell’e finito. Il silenzio che c’è in quei momenti, chi non è mai
stato in baaglia non se lo può neanche immaginare; io, per esempio, ho
guardato Ted Bierrot, che era lì vicino a me, e lui mi ha guardato, e
ciascuno voleva dire all’altro, ehi, quando sarà tuo finito, se non mi vedi
più, promeimi che mi verrai a cercare, ma nessuno dei due ha aperto
bocca, e io ho toccato la tasca dove avevo messo la sua busta gialla, legata
con lo spago, e ho pensato che se toccava a me, di non uscirne vivo, lui
non aveva proprio niente di mio da riportare a casa, ma ormai era troppo
tardi per pensarci, e poi di mandare un ricordo a mio fratello Tom non mi
importava mica tanto; un fratello non è come un padre o una madre,
voglio dire. C’era silenzio dappertuo, così profondo che si sentiva il
bisbiglio di Phil White che aveva tirato fuori la sua Bibbia e la leggeva a
bassa voce, e si sentivano anche lavorare le mascelle di tui quelli che
masticavano tabacco; la foresta di Wilderness, lì dov’eravamo noi, era più
fia che mai, che dovunque alzavi gli occhi per cercar di trovare
l’orizzonte non vedevi nient’altro che tronchi, e fra un pino e l’altro era
tuo un groviglio di rovi, e di arbusti e alberi caduti, tirati giù dal fulmine
magari qualche anno prima, tui coperti di muffa e muschio, e un’edera
così fia che non la tagliavi nemmeno col coltello; e a me è tornata in
mente la prima volta che ero andato a caccia araverso un campo di
granturco appena spannocchiato, che potevo avere cinque o sei anni, e
c’eravamo portati Molly, la cagna da caccia che avevamo allora, che poi
morì pochi giorni prima di mio padre, così vecchia che era diventata cieca
da tu’e due gli occhi, e sorda, e quasi non camminava più e faceva fatica
anche a mandar giù la zuppa; ma allora era giovane e affamata, ed era
oobre e lì da noi era piovuto per non so quanti giorni, e la terra era
zuppa e araversando il granturco c’eravamo infradiciati quasi subito
anche noialtri, e tu’intorno si vedevano soltanto le canne del granturco
alte fino al cielo, a perdita d’occhio, e Molly che correva intorno come
impazzita, calpestando le foglie morte, e io me ne stavo aaccato alla
giacca di mio padre, perché avevo paura di perdermi e se per caso mi
ritrovavo da solo ero sicuro che da lì non riuscivo mai più a venir fuori, e
mi pareva che quel campo non finisse mai; e poi da allora ci sono passato
non so quante volte, in mezzo a un campo di granturco, ma è proprio vero
che quando il campo è rimasto spoglio e le foglie cominciano ad
ammucchiarsi nel fango ed è piovuto e fa freddo e tu vai a caccia da solo,
col cane, lì in mezzo, un solco dopo l’altro, un filare dopo l’altro, tui
uguali, che non finiscono più, be’, ci si sente soli al mondo; e quella
foresta, non so perché, mi faceva la stessa precisa impressione. E mentre
pensavo a queste cose ho sentito il sergente Winthrop che diceva, be’, su,
ragazzi, caricate i fucili, e guardate di avere le cartuccere a portata di
mano, e ricordatevi di mirare basso!, e subito dopo ci siamo mossi in
avanti; e in quello stesso momento si sono sentiti due o tre spari, davanti a
noi, e poi ancora altri spari isolati, e abbiamo capito che i nostri
esploratori erano già alle prese con gli yankees; e allora ci siamo messi
tui quanti a correre verso quegli spari, impugnando i fucili con tu’e due
le mani, e con le cartuccere e le borracce che ci ballavano sulla pancia e
sulla schiena. E io dico che in quel momento nemmeno Napoleone ci
fermava, figuriamoci il vecchio Joe Hooker. Oramai davanti a noi si
sentiva sparare dappertuo, e noi correvamo come mai nella boscaglia, e
siamo sbucati in una radura che fino a due minuti prima c’erano
accampati gli yankees, e lì ristagnava ancora una nebbia di fumo grigio e
c’era puzza di polvere da sparo, da tanto che s’era sparato, ma comunque
siamo arrivati troppo tardi, che gli yankees erano già scappati a gambe
levate, e lì non ce n’era più nemmeno uno; non in piedi, dico, perché per
terra ce n’era una quantità, che strisciavano sulla pancia perdendo sangue,
o stavano sdraiati sulla schiena e gridavano e agitavano le braccia, e
parecchi, anche, già bell’e secchi e spacciati. Mi ricordo che ce n’era uno,
morto, a pancia in su, con una gallea in mano, e dalla gallea mancava
un morso, e quel boccone appena staccato lui ce l’aveva ancora lì fra i
denti, ed era morto; e ce n’era un altro, morto pure lui, un ufficiale, credo,
con un cagnolino fra le braccia, ma bruo, un bastardino qualunque, e il
cagnolino ringhiava a tui quelli che si avvicinavano e non voleva
abbandonare il suo padrone; e tua la radura era coperta di cappelli, e
zaini, e coperte, e fucili, e tascapane, e casse e barili e giberne, e un carro
sfasciato e mezzo rovesciato, con due carogne di cavalli, morti, ancora
aaccati alle stanghe, e un negro morto di traverso sul carro, con mezza
faccia portata via da una fucilata, e tui gli zaini e le giberne e i tascapane
aperti e rovesciati, e le casse sfondate e le boi sfasciate, che quelli che
erano passati di lì prima di noi avevano già fao piazza pulita di tuo,
prima di ripartire a correre dietro agli yankees; e Greg Hurlbut che era lì
vicino a me si toccò il cappello, che c’eravamo fermati tui quanti un
momentino a riprendere fiato, lì, e ci guardavamo intorno a bocca aperta, e
disse, poveracci, guarda quanto sangue!, disse, e davvero lì c’era tanto
sangue che uno come lui che era appena arrivato dal paesello non ne
aveva mai visto tanto, credo; e io gli dissi, coraggio, Greg, che non l’hai
mai visto quando si ammazza il maiale, eh, Greg?, che il macellaio gli apre
la canna col coltello e poi l’appende lì a dissanguarsi ancora vivo, eh?, e io
a quel modo volevo fargli coraggio, ma però è vero che quando si
ammazza il maiale di sangue non se ne sparge mica tanto sull’aia, anzi si
raccoglie nel secchio, che poi si fanno i sanguinacci, e buoni che sono,
anche; da noi, poi, si usa così, che la carne del maiale si mee soo sale
nei barili, e si lascia lì, diciamo, un cinque o sei seimane, e poi si tira
fuori e si lava, e ci si mee il peperoncino piccante o quel che si vuole, e
poi si appende a seccare; e perciò lì in quella radura c’era più sangue di
quello che Greg aveva mai veduto in vita sua, poveraccio, ma io credo che
quella faccenda del maiale non mi era mica venuta in mente per quello, ma
piuosto perché quegli yankees quando i nostri gli erano piombati
addosso se ne stavano lì tranquilli come a casa loro, e avevano già acceso i
fuochi per cucinarsi il rancio, e c’era odore di brace e di acqua calda e di
vapore grasso, e di latrina, ed è proprio l’odore che si sente quando le
donne lavano le budella nell’acqua bollente per preparare i sanguinacci, ed
è per questo che m’era venuta in mente questa cosa, di quando da noi, giù
a casa, ammazzano il maiale. E mentre eravamo lì a riprendere fiato, ci
siamo accorti che a quei morti lì non gli avevano ancora levato le scarpe,
tranne a qualcuno, ma alla maggior parte non gliel’avevano levate; e Tim
Benne per primo s’è buato il fucile in spalla e s’è avvicinato a uno
yankee che se ne stava lì in una pozza di sangue, e credo che era un
ufficiale, anche se la giubba era così coperta di polvere e di sangue che non
si vedeva neanche più che era blu, ma aveva la sciabola lì vicino e delle
belle scarpe di vacchina lustra, che non so com’è che non erano
impolverate anche quelle, ma si vede che aveva appena finito di lucidarle
quando erano arrivati i nostri e gli avevano sparato, e perciò doveva essere
un ufficiale, con la sciabola e con delle scarpe così, e Tim Benne va lì
vicino e si china e comincia a tirargli via quelle scarpe, ed era lì che tirava
la prima, che era strea e non veniva via, quand’ecco che quello alza su la
testa e gli fa, dannato ribelle, gli fa, non si derubano i feriti, e Tim Benne
c’è rimasto male, che quello non era morto, e gli fa, chiedo scusa, signore,
gli fa, io mi credevo che era già bell’e spacciato, e se ne torna indietro con
la coda fra le gambe, e poi è arrivato il capitano Pollock e si è messo a
strillare, avanti, uomini, non fermiamoci qui, addosso agli yankees,
diamogli dell’acciaio, perdìo, e così ci siamo rimessi a correre, e il sole era
già basso dietro di noi; e per fortuna la foresta lì non era più così fia
come prima, anzi piuosto una boscaglia rada, facile da araversare, e a
un certo punto ci siamo ritrovati che correvamo addiriura sulla strada,
con le tavole di legno che risuonavano come tamburi soo tue quelle
scarpe e sprofondavano sempre di più nel fango col peso di tui quegli
uomini che ci correvano sopra; e poi all’improvviso hanno cominciato a
spararci addosso, che le palle fischiavano vicino alle orecchie, e Tommy
Gooch ha deo, oh mamma, proprio così ha deo, e nient’altro, e poi è
andato giù come un sacco di patate, e noialtri siamo andati avanti e lui
non l’abbiamo mai più rivisto, ma credo che era bell’e andato fin dal primo
momento, da come gli si era strozzato il grido in gola, che quando uno
grida così, è difficile che si tiri ancora su, dopo, e io posso dirlo perché ne
ho sentiti tanti, e così Tommy Gooch non c’è poi tornato nemmeno lui da
Becky orpe, ma si sa che lei era una che si consolava in frea; be’, come
dico, a forza di correre siamo andati a finire proprio in mezzo ai nostri
esploratori, e loro s’erano già fermati e sparavano nascondendosi dietro
agli alberi, e un po’ più in là in mezzo al fumo c’erano gli yankees che si
riparavano anche loro dietro ai tronchi e ci sparavano addosso, ma alla
cieca, però, perché ormai non ci vedevano più niente nemmeno loro, e si
muovevano nel loro stesso fumo come fantasmi; e noi invece di fermarci
abbiamo cacciato un urrà tui insieme e ci siamo buati a correre in
avanti, mentre quelli sparavano e le palle ci ronzavano vicino alle
orecchie, e proprio allora mi sono accorto che c’era lì con noi il cappellano
Witherspoon, senza armi, ma con un bastone in mano, e correva anche lui
come una capra, saltando qua e là, e gridava avanti, ragazzi, soo, e allora
ho capito che era arrivato fin lì con noialtri e s’era fao tua quella corsa
fin dall’inizio, e ora stava lì in mezzo alle palle e al fumo, con quella sua
barba bianca che sventolava, e strillava: soo, ragazzi, e poi accanto a lui è
arrivato il capitano Pollock, tuo sudato e col respiro mozzo, e aveva
perduto il cappello, e ha tirato il fiato e poi ha gridato, forza, mandateli
all’inferno, ragazzi!, e il reverendo Witherspoon l’ha guardato a bocca
aperta, ed era un uomo che non aveva mai perdonato chi bestemmiava, e
non ci pensava due volte a sgridare un generale, se gli sentiva uscir di
bocca qualche profanità; e anche lì credo che stava per sgridare il
capitano, ma poi ha sbarrato gli occhi e ha buato per terra il bastone e si
è messo a strillare più forte che poteva: forza, ragazzi, mandateli dove dice
il capitano! Mandateli dove dice il capitano! E noialtri, be’, non ce lo siamo
mica fai ripetere, ma siamo arrivati con due salti in mezzo agli yankees,
quei pochi che non erano scappati, e lì, con la baionea chi ce l’aveva, e
gli altri col calcio del fucile, li abbiamo mandati laggiù eccome, e di corsa».

E così ha cominciato a raccontarmi la baaglia, pensò la ragazza. Bene,


c’è voluto solo un giorno per arrivarci, chissà quanto ci meerà per
raccontarmela tua? Perché quei negri devono averli ammazzati alla fine, a
quanto m’è parso di capire, e la baaglia, in quel seore lì, è andata avanti
almeno due giorni. Sempre se Branch non s’è sbagliato!, pensò preoccupata.
Elijah Branch, soldato semplice del 128° Pennsylvania, era l’uomo che aveva
scrio a casa d’aver visto massacrare quei negri; la sua leera era uscita
sulla Press di Filadelfia appena un mese dopo, il 10 giugno 1863, ma quando
alla fine della guerra la Commissione d’Inchiesta del Congresso aveva cercato
di indagare sulla faccenda, non aveva potuto chiamarlo a testimoniare,
perché era stato ammazzato di lì a pochi giorni, a Geysburg, e non s’era
trovato nessun altro testimone. Così la faccenda era rimasta ignorata da
tui, fino a quando la ragazza non aveva trovato in un fondo d’archivio altre
due leere di Branch, che descrivevano l’accaduto in termini molto più
grafici di quel che il giornale aveva creduto bene di stampare. Da allora, le
era capitato spesso di pensare a Elijah Branch. Sarà poi vero che aveva
assistito al massacro nascosto fra i salici, immerso nell’acqua fino al collo, ed
era sgusciato via durante la noe senza che i ribelli si accorgessero di lui? E
che uomo era – voglio dire, si poteva fidarsi di lui o no? Le sarebbe piaciuto
avere almeno una fotografia di quel soldato, per guardarlo negli occhi; ma di
lui non si sapeva niente.
13

«Se le ho deo che me lo ricordo! Mi ricordo tuo benissimo, mi basta


chiudere gli occhi e lo rivedo, come se fosse ieri, sissignora. C’era lì uno
steccato d’assi, inchiodate per benino, e un po’ più in là in mezzo al fumo
una faoria di tronchi d’albero, col teo di assi che aveva appena preso
fuoco e stava ancora bruciando, e si vede che il contadino, lì, aveva voluto
recintare la sua proprietà, ma non si può dire che tuo quel lavoro gli sia
servito a molto, quel giorno; e noialtri avevamo appena scavalcato lo
steccato e stavamo guardando questa faoria che bruciava, per capire da
che parte dovevamo andare, quando all’improvviso vediamo della gente di
qualche altra compagnia che torna indietro di corsa, e quelli passando ci
gridano qualcosa, ma c’è un tale fracasso che non si capisce niente; e poi
ne arrivano degli altri con la bandiera del reggimento, che la portava il
sergente Peters, della compagnia A, che poi era il figlio del vecchio Isaiah
Peters, l’impiegato postale giù a Hampden, e mentre ci passavano vicino ci
dissero, ma forte, ehi, ragazzi, tagliamo in frea che ne arrivano un
mucchio, e davvero dietro la faoria stavano già sbucando gli yankees,
spalla contro spalla, con le baionee in canna; e noialtri siamo tornati
indietro di corsa fino allo steccato, e qualcuno dopo averlo scavalcato era
già pronto a continuare a correre, ma lì allo steccato c’era padron John che
bestemmiava da far paura, e andava su e giù in sella alla sua cavallina,
agitando il frustino, e c’era la bandiera del reggimento piantata proprio lì e
parecchia gente della compagnia A coi fucili già appoggiati alle traversine,
e così ci siamo fermati pure noi, e ci siamo sbrigati a caricare i fucili; e
intanto gli yankees venivano avanti strillando alla loro maniera, come
tanti ragazzini spaventati che cercano di farsi coraggio, e noialtri non
abbiamo mica sparato appena sono venuti a tiro, ma abbiamo aspeato
finché quelli non sono arrivati a cento passi, con la bandiera davanti a
tui, che la portava uno grosso con la barba, e allora padron John ha
gridato, ora, ragazzi, buatemi giù la bandiera, e subito è partita la raffica
e s’è vista la polvere che schizzava dagli abiti di quel tale con la barba in
due o tre posti insieme, dove le palle l’avevano bucato nello stesso
momento, e poi non abbiamo visto più niente per via del fumo, e noialtri
continuavamo a sparare lo stesso lì in mezzo, che non era certo il
momento di risparmiare le munizioni; e Ted Hopper, che stava vicino a
me, storce la bocca e mi fa, be’, ce ne sono proprio tanti stavolta, e sai
Dick, quasi mi dispiace di aver ammazzato Charlie Garson quaro anni fa,
che ora il suo fucile ci poteva far comodo. Perché Ted era sempre stato un
permaloso, e uno che il coltello lo tirava fuori volentieri, e quando aveva il
fucile in mano era meglio stargli alla larga; e quando aveva ammazzato il
vecchio Charlie era proprio fuori della grazia di Dio, ma il bello è che lui,
Charlie Garson dico, non c’entrava proprio niente, anche se fu lui a
pagarla; perché Ted aveva un melo, fuori dal cortile, e un giorno uscendo
di casa trova un negro in groppa a un mulo, che se ne sta soo l’albero e
gli mangia le sue mele, e io m’immagino che se Ted aveva la pistola in
tasca, non ci stava a pensare due volte; ma non l’aveva, così torna in casa a
prenderla, e intanto il negro pianta i calcagni nelle costole del mulo, e via
di corsa; e mentre torna a casa Ted comincia a pensare che non può mica
meersi a dar la caccia a un negro, che magari quel negro è uno dei negri
di padron John, e gli costa più di mille dollari, e se lui lo ammazza, padron
John glielo farà pagare fino all’ultimo centesimo; e così lascia perdere il
negro, e se ne va a cavallo a dare un’occhiata al suo cotone. Be’, nessuno
sa come è successo, ma più tardi il vaccaro di Ted arriva di corsa a dire che
il suo padrone ha ammazzato Charlie Garson, e qualcuno vada a prenderlo
e gli scavi una fossa, perché è ancora lì stecchito, e lui l’ha trovato che gli
rubava i conigli, e tui sapevano che Charlie aveva quella debolezza lì, che
gli piacevano i conigli. C’era anche mio padre fra i giurati, quella volta, e si
capisce che Ted fu assolto, perché mica poteva starsene lì a guardare
Charlie Garson che gli rubava la sua roba soo il naso; e quando un tale di
Decatur, che era venuto ad abitare lì da poco ed era finito nella giuria per
caso, perché all’ultimo momento Bill Yocom non aveva potuto venire,
perché aveva la vacca che doveva figliare, che poi gli crepò, quella volta, la
vacca, e fu proprio un gran peccato, perché era una gran bella vacca; be’,
quando quel tale di cià si alzò e chiese come mai Ted Hopper era uscito
con la pistola soo la camicia, se doveva solo andare a dare un’occhiata al
suo cotone, mio padre raccontava che tui quanti cacciarono un gran
sospiro, che la faccenda si stava tirando già fin troppo in lungo; ma il
giudice Holmes disse che la domanda non era pertinente, e disse a quel
tale, ecco guardi, adesso glielo dimostrerò, e poi chiese a quelli della giuria
se qualcuno lì non aveva per caso la pistola, e be’, in tre o quaro ce
l’avevano davvero, e chi era senza pistola aveva in tasca il coltello, e quel
tale di Decatur disse che se le cose stavano così, lui non aveva più niente
da obieare; e così la cosa finì lì, e Ted Hopper invitò tui quanti a bere a
casa sua, e Debbie rimase sola. Be’, come dico, noi eravamo lì che
sparavamo, e come al solito la polvere era caiva, e le canne dei fucili si
sporcavano parecchio; dopo un po’, la palla non voleva più saperne di
passare, e bisognava far forza sulla bacchea per piantarla giù; e il
colonnello Rogers se n’è accorto subito, che non tiravamo più come prima,
e allora ha cominciato a passare dietro la linea, baendoci la mano sulla
spalla, e gridando forte, per farsi sentire, ragazzi, baionea in canna,
diamogli dell’acciaio adesso; e lui continuava a dire così, baionea in
canna, anche se sapeva benissimo che la baionea non ce l’aveva più
nessuno, ma faccio conto che il regolamento voleva così, e noialtri
abbiamo impugnato il moscheo con tu’e due le mani, che in caso di
bisogno una boa data come si deve col calcio del fucile ti spacciava un
uomo meglio ancora della baionea, e quando il colonnello ha gridato, ora,
uomini, facciamogli vedere chi è il padrone, noialtri abbiamo cacciato un
urlo tui insieme e abbiamo scavalcato lo steccato, e si vede che quegli
yankees non avevano voglia di perdere le scarpe, perché non sono mica
rimasti ad aspearci, ma hanno cominciato tui quanti a scappare e
tornarsene di corsa nel bosco; e però ce n’era uno lì in mezzo agli altri che
invece di correre marciava, tranquillo come al campo di addestramento, e
nel tempo di fare oo o dieci passi riusciva a caricare il fucile, e poi si
girava e sparava, e noialtri, anche se era rimasto indietro, eravamo troppo
lontani per prenderlo, e quando fu sul margine del bosco, che tui i suoi
amici erano già spariti lì dentro e non si vedeva più nessuno, sparò
un’ultima volta, e poi si girò e si baé la mano sulla chiappa, per far
vedere in quanta stima ci teneva; e il colonnello Rogers che era proprio lì a
due passi da me gridò forte, chi mi ammazza quel furfante lo mando in
licenza!, e Ted Hopper e Joe McLaughlin e qualcun altro che sapeva
sparare bene gli hanno subito tirato dietro, ma quello era già sparito fra gli
alberi, e non l’hanno mica beccato. E Nat Falwell disse, be’, disse, si vede
che padron John ha imparato la lezione, eh, Dick?, e rideva, e io mi
ricordai cos’era successo una volta a Frayser’s Farm, che davanti a noi era
venuto a meersi in posizione un reggimento federale e il colonnello che
lo comandava cavalcava un cavallo bianco, e s’era subito fao notare
perché non aveva paura di niente, e cavalcava in mezzo alle palle mentre
tui i suoi uomini se ne stavano appiaiti per terra a tremare di paura, e a
forza di vederlo così drio quelli alla fine s’erano alzati ed erano venuti
alla carica, e quando poi avevano dovuto per forza fermarsi e tornare
indietro, ancora quel colonnello sul cavallo bianco era rimasto per ultimo,
e con la sciabola in pugno stava lì in mezzo alle palle che fischiavano, e a
giudicare dai gesti che faceva, si capiva che chiamava i suoi uomini e gli
urlava di venire avanti, e padron John, che aveva sempre avuto un debole
per i gentiluomini coraggiosi, come diceva lui, e diceva anche che il primo
dovere d’un ufficiale era d’essere cavalleresco, così diceva, anche se a dire
la verità gliel’ho sentito dire soprauo all’inizio della guerra, e poi
sempre di meno, e poi nell’ultimo anno non l’ha mai più deo, credo; be’,
padron John, dicevo, cavalcò lungo tua la linea del reggimento, a rischio
di prendersi lui una palla in testa, e gridava di non sparare a quel
coraggioso sul cavallo bianco. Ma proprio allora passava di lì “Stonewall”
Jackson, e s’era fermato e davanti a tui aveva deo al colonnello Rogers,
colonnello, gli aveva deo, non voglio sentire questi discorsi: i nemici
coraggiosi sono proprio quelli che bisogna ammazzare per primi, e poi gli
aveva deo, il vecchio Jack, ammazzate quelli coraggiosi, e i vigliacchi
scapperanno e faranno scappare anche i loro uomini, e padron John voleva
ribaere qualcosa, ma il generale aveva ripetuto, ammazzateli, signore,
ammazzateli tui; e il colonnello Rogers s’era toccato il cappello e non
aveva deo niente, e appena quel reggimento era venuto un’altra volta
all’aacco, noialtri per non sbagliare li avevamo subito ammazzati tu’e
due, l’uomo e il cavallo, e allora si vide che il vecchio Jack aveva avuto
ragione un’altra volta, perché quell’aacco finì prima ancora di
cominciare; e perciò Nat Falwell rideva, e diceva che padron John l’aveva
imparata eccome la lezione, quel giorno a Frayser’s Farm».

Ammazzare, pensò la ragazza. Eh già, è di questo che si traa, alla fine. E


loro l’hanno fao, lo sapevano fare, e chissà, forse gli piaceva farlo. Gli piace
anche adesso; non più a questo qui, che è troppo vecchio, ma agli altri, giù da
queste parti, eccome. Sparare ai cani, sgozzare il maiale, ammazzare i negri,
che differenza fa? Il fucile ce l’hanno tui, gli insegnano a maneggiarlo già
da bambini. Il coltello sta in cucina: ci tagli il pane, ci affei la carne, ci
castri il maiale. ello quando lo castrano se ne accorge benissimo, e anche
quando lo portano ad ammazzare. Col sangue si impastano i sanguinacci,
poi si fanno bollire, i ciccioli sfrigolano in padella. Oddio, adesso vomito,
pensò, sentendo la nausea che le montava dalla pancia vuota. E lui sta lì e
racconta, sembra perfino che si diverta, è più vivace oggi di ieri. E magari
crede che sia appena successo. Fra un po’ gli chiederò se è vero che hanno
ammazzato quei negri come dice Branch, che alla maggior parte hanno
sparato in faccia e a qualcuno hanno spaccato la testa a calci e gli altri li
hanno affogati nella palude, voglio un po’ vedere se me lo dirà.
14

«La faoria bruciava più che mai, e vomitava un gran fumo nero, e la
sparatoria lì dov’eravamo noi s’era interroa, e il rumore più forte era il
crepitio dell’incendio che si divorava la casa e il fienile; solo qua e là si
sentiva ancora sparare, ma erano spari isolati, e come si dice?, deliberati,
come quando si tira al bersaglio. Ma appena abbiamo araversato il cortile
è toccato meersi al riparo, perché gli yankees erano ancora nella foresta
e sparavano da lì, e noi abbiamo fao rotolare in mezzo al cortile delle
boi che i ragazzi avevano trovato giù nella cantina, e i mobili della casa, e
da lì dietro tiravamo nella foresta, anche se non si vedeva niente, tranne il
fumo che facevano i loro moschei quando sparavano, e si capiva che
erano in tanti, lì, appena dietro i primi alberi, ma però non si vedeva
niente, e noi tiravamo alla cieca, tui ammassati dietro quella barricata; e
il fracasso era così forte che a mala pena potevi sentire cosa diceva quello
che ti stava accanto, e se parlava uno appena un po’ più in là nella fila, gli
vedevi solo muovere la bocca, ma non veniva fuori niente; e Tim Benne
che era proprio dietro di me sparava così vicino alla mia testa che mi
bruciavano le orecchie, e io volevo già voltarmi e rifilargli un pugno, che
così imparava a stare un po’ più aento, quand’ecco che qualcuno l’ha
urtato e lui ha perso l’equilibrio e sparando ha bucato il cappello di Dave
Jones, che era lì accanto a me, e Dave Jones si toglie il cappello e lo guarda
e passa un dito nel buco, che c’era un bel buco e tu’intorno un alone di
bruciato, e poi lo guarda in faccia, a Tim Benne, e gli fa, Tim Benne, che
cos’è che credevi di fare, eh?, e io dico, è da mezz’ora che cerca di spararmi
in testa anche a me, e senti, gli dico, Tim Benne, adesso sta’ più aento a
come spari, eh?, e lui mi fa, Gesù, mi fa, ma non sono mica scemo, no?, e io
gli faccio, guarda, non mi piace che mi stai così dietro, tuo qui, e non
fartelo ripetere un’altra volta; e intanto anche gli yankees continuavano a
spararci, ma in mezzo a tuo quel fumo le loro palle andavano chissà
dove, proprio come le nostre, e credo che con tua quella sparatoria ne
avremo ammazzati pochissimi; io, poi, me n’ero già accorto da un pezzo,
che con un po’ di sfortuna una salva a quella distanza non bua giù
nemmeno un uomo, e giù al campo a Tuscaloosa il sergente Winthrop,
quando ci insegnava a andare all’assalto, per farci coraggio aveva deo
che la gente spara sempre troppo presto e troppo alto, e ci vuole proprio
una bella sfortuna per essere beccati, e se in baaglia tanta gente finisce
ammazzata o storpiata, è perché si continua a sparare per tuo il giorno,
ma di poche salve non c’è da avere paura, e la cosa più sicura è buarsi
avanti; e diceva, state pure tranquilli, che per ammazzare un uomo ci
vuole il suo peso in piombo. E però ogni tanto poteva capitare, e infai
Mitch Tobin se ne prese una lì proprio alla mascella, e lasciò andare il
fucile e si portò le mani alla faccia e poi si sedee giù per terra, perdendo
sangue, e Josh Milliner che stava lì vicino a lui lo tirò un po’ più indietro e
incominciò a gridare, ehi, barella!; e dopo un po’ sbucò fuori uno della
compagnia C, che si chiamava Worki, e il capitano Prentiss lo aveva
messo di servizio all’ambulanza, e sul cappello aveva un pezzeo di stoffa
rossa, per contrassegno, e con lui c’erano tre o quaro negri che
portavano le barelle; e presero su Mitch Tobin, due per le ascelle e uno per
i piedi, e lui gridò come un coniglio, proprio così, come grida il coniglio
quando lo acciuffano per le orecchie e lo scannano; e i negri si
spaventarono e lo rimisero giù dov’era, e lui cercò di alzarsi appoggiandosi
sul gomito, ma scivolò e rimase lì, agitando le mani per aria come uno che
vuole acchiappare qualcosa; e Sam Martin che era lì vicino a me, mentre
spingeva giù la palla con la bacchea nella canna del fucile si voltò a
guardare, e sputò un pezzo di tabacco che aveva masticato fin da quando
ci eravamo messi in marcia quel maino, e disse, non hanno mica tanta
voglia di lavorare, quei negri, e io dissi, già, non sono mica come i tuoi,
eh? E chiunque m’è testimone che non intendevo mica offenderlo, proprio
per niente: che lì da noi a Magnolia lo sapevano tui che Sam Martin era
un padrone duro, e i suoi negri li faceva lavorare più di chiunque altro,
tranne forse il vecchio Ebenezer Byrd. E mia madre, che Dio l’abbia in
gloria, aveva litigato più d’una volta con tu’e due, per come traavano i
loro negri e soprauo le loro negre, che lei con i negri era sempre stata
severa ma giusta, e diceva sempre che da noi nel vicinato c’era chi si dava
l’aria d’essere un cristiano e pretendeva di ammaestrare gli altri, ma
avrebbe fao meglio a guardare a quel che succedeva in casa sua, e io
allora ero un bambino e non capivo, ma poi ho capito che parlava proprio
di Sam Martin, e soprauo di quell’Ebenezer Byrd, che lei non poteva
soffrirlo, e mio padre nemmeno; tanto più che il vecchio Ebenezer Byrd
predicava nella chiesa metodista, e mio padre diceva sempre che c’è solo
una chiesa che merita questo nome, ed è la chiesa baista, solo che lì da
noi a Magnolia un pastore baista non c’era; e il più vicino era il
reverendo Compton, che abitava dall’altra parte della palude di Okawauga,
sulla strada vecchia di Hampden, e la domenica andava a predicare in
chiesa proprio lì a Hampden, che per noialtri era troppo lontano, e non ci
andavamo; e se ogni tanto passava di lì un predicatore baista, allora
celebrava il servizio nella cappella abbandonata vicino a casa nostra, a
Corbe’s Mill, perché i metodisti non volevano lasciarli predicare nella
loro chiesa a Magnolia, i predicatori baisti, e noi allora aprivamo la
cappella, che mio padre e il padre di Ted Bierrot avevano le chiavi, e poi
si andava a pregare al vecchio cimitero, dove erano sepolti i nostri nonni;
e quando morì mia madre la seppellimmo lì, che mio padre non volle
portarla al cimitero nuovo di Magnolia, ma volle seppellirla lì vicino a suo
padre e sua madre. E per questo litigò col vecchio Ebenezer Byrd, perché a
lui non gli andava giù che noi e i Bierrot eravamo tui quanti baisti;
sempre stati baisti, noi, e i nostri padri e i nostri nonni prima di noi, e al
loro culto metodista non ci andavamo mica; e quanto agli altri vicini, be’,
era ancora peggio per il vecchio Ebenezer Byrd, perché molti lì non
appartenevano a nessuna chiesa, e quel che credevano non lo sapeva
nessuno. E quando mia madre morì, il vecchio Ebenezer Byrd venne a
vederla, e mio padre disse, graandosi la nuca, be’, Mr. Byrd, disse, la mia
Ruth se n’è andata, e il vecchio Ebenezer Byrd disse, già, così pare, e sia
faa la volontà del Signore, e se volete, c’è già il posto per seppellirla giù a
Magnolia, dietro la nostra chiesa; e mio padre disse, grazie tante, ma credo
che la seppellirò dove sono sepolti mio padre e mia madre; e infai la
seppellimmo là, e io e mio fratello Tom scavammo la fossa insieme a mio
padre, e il reverendo Compton venne a leggere l’ufficio dei morti, e poi
ripartì, che doveva fare quaro miglia araverso la palude per ritornare a
casa; e il giorno dopo il vecchio Ebenezer Byrd venne a casa nostra di
buon maino, e ci trovò tui e tre che mangiavamo, mentre i negri
finivano di governare le bestie, e nelle ultime seimane, da quando mia
madre si era ammalata, ci eravamo già abituati a far senza di lei, che fino
ad allora era sempre stata lei la prima ad alzarsi, e accendeva il fuoco e
preparava da mangiare per noi e per i negri mentre noialtri ancora
dormivamo, e ora bisognava imparare ad arrangiarsi da soli; e il vecchio
Ebenezer Byrd entrò in casa, e io vidi nel cortile suo figlio Rufus che
legava i cavalli, e uscii per parlare con lui; e mentre stavo lì in cortile con
Rufus, sento gridare mio padre, e poi la porta si spalanca e il vecchio
Ebenezer se ne esce fuori di corsa, e grida a Rufus, ehi ragazzo, forza, a
cavallo che ce ne andiamo di qui, e non credo che ci meeremo più piede
per un bel pezzo; e Rufus, lui ha alzato le spalle e ha ragliato, ma piano,
che solo io potevo sentirlo, e poi si è precipitato a portargli il cavallo, e io
non ho mai saputo che cosa si dissero quel maino mio padre e il vecchio
Ebenezer, ma è vero che poi ci lasciò in pace, e non mise più piede in casa
nostra; e poi di lì a poco ebbe il colpo apopleico, e due o tre anni dopo
morì, e fu sepolto dietro la chiesa metodista, che poi, quando arrivarono
gli yankees nel ’64, si accamparono nel cimitero e ci scavarono le loro
latrine e ci fecero pascolare i loro cavalli, e quando poi se ne andarono la
chiesa era bruciata fino alle fondamenta e anche del cimitero non restava
pietra su pietra, ma il cimitero vecchio a Corbe’s Mill e la cappella
abbandonata non li toccò nessuno, e la tomba di mia madre e tue le
nostre tombe sono lì ancora adesso, mentre le ossa del vecchio Ebenezer
Byrd solo Dio potrebbe ritrovarle. E insomma, quando dissi a Sam Martin
che quei negri non erano mica come i suoi, è proprio a questo che stavo
pensando, e nient’altro, ma lui disse, ehi, Dick, cos’è che vuoi dire, eh?, e a
me il tono di Sam Martin quando cominciava ad alzare la voce non m’è
mai piaciuto, e così m’è venuto in mente del mio campo a Sudley Springs,
e gli ho deo, niente, Sam, solo che quei negri lì non sono come i tuoi, che
lavorano anche quando non dovrebbero, e lui disse, ripetilo!, e io lo ripetei,
e lui disse, ragazzo mio, tu hai bisogno di una bella lezione, ed era un po’
che volevo dartela, e adesso è proprio venuto il momento, e io gli dissi,
bada, vecchio, ma lui aveva già messo giù per terra il fucile e s’era
rimboccato le maniche, e allora io ho fao lo stesso, e intorno le palle
continuavano a fischiare e quel Worki finalmente era riuscito a far
caricare Mitch Tobin sulla barella e a farlo portar via dai suoi negri, ma
non servì mica a niente, però, perché morì quella sera stessa, pace
all’anima sua, e noialtri intanto ce le siamo date di santa ragione; e Sam
Martin una volta era un uomo grande e grosso, ma ormai era invecchiato,
e sulla faccia quella sua barba dura e ispida era già più bianca che grigia, e
dopo due o tre minuti l’ho preso proprio lì, in faccia, che poi gli colava
sangue dalla bocca, e allora ho deo, be’, Sam, oramai credo che ne hai
avute abbastanza, e sarà meglio che raccogliamo i fucili e ci rimeiamo al
lavoro, se no gli altri cosa diranno?, e lui non ha deo niente e s’è
asciugato il sangue con la manica della camicia e poi ha raccolto il fucile e
s’è rimesso a sparare, e io pure. Ma non è più durata molto, la sparatoria,
perché era già quasi buio, e qualcuno dei nostri era riuscito a venire soo
dall’altra parte della faoria, e a entrare nella foresta senza far insospeire
gli yankees, e poi tu’a un trao abbiamo sentito l’urlo di vioria dei
nostri, e lì nella foresta quelli che sparavano contro di noi hanno smesso di
sparare, e anche noi, si capisce, abbiamo smesso, e poi dopo un po’ è uscito
fuori un tale senza giacca, tuo coperto di polvere, e senza fucile, e si è
messo a correre verso di noi strillando ehi, ragazzi, non sparate, sono dei
vostri, e quando è arrivato ha scavalcato la barricata con un salto, sempre
guardandosi indietro per vedere se qualcuno gli correva dietro, e Ted
Hopper gli fa, ma chi sei, che non ti conosciamo, e lui fa, sono di un altro
reggimento, del Sud Carolina, no?, ma dall’accento si capiva benissimo che
invece era uno del Nord, e il capitano Pollock l’ha fao portare indietro
verso l’angolo dello steccato, dove si stavano ammassando gli altri
prigionieri; e intanto Phil White s’era chinato su uno che se ne stava per
terra in mezzo al cortile, con la faccia tua piena di sangue, e Phil White
aveva il coltello in mano, e il capitano Pollock gli fa, ehi, uomo, cos’è che
fai?, e Phil White gli fa, capitano, gli fa, gli ho dovuto prendere il coltello, a
questo qui, che voleva tagliarsi la gola, e davvero quello aveva una ferita
così brua che non poteva più campare molto, con un buco al posto della
pancia e le budella che uscivano fuori; era un uomo già avanti negli anni,
con una gran barba nera, e con l’aria di uno che a casa sua era stato un
uomo rispeabile, e adesso urlava, ammazzatemi, per l’amor di Dio,
ammazzatemi, e Phil White scosse la testa e buò via il coltello; e subito
dopo si sentì la voce di Dave Jones che gridava, ehi, ragazzi, venite qui a
vedere, e capitano, venga anche lei, presto!, e noi lo raggiungemmo di
corsa, e lì in mezzo agli ultimi pini aveva trovato una bandiera; e non uno
straccio come le nostre, che c’erano più buchi che stoffa dopo tue le palle
che le avevano bucate in baaglia, ma una bandiera tua nuova,
bellissima, di seta azzurra, grande come un lenzuolo, e da una parte c’era
ricamata la dea della libertà, credo, e una bella scria, “Moriremo per il
nostro paese”, e dall’altra c’era scrio “Vioria o morte”; e Dave Jones
sogghignò e disse, be’, si vede che sono morti tui, disse, perché se sono
venuti qui per vincere o morire, non l’avranno mica buata via alla prima
sparatoria, no?».

Alla stessa ora del giorno prima, la negra portò da mangiare. Aiutò il
vecchio ad alzarsi dalla sedia a dondolo e a meersi a tavola, gli annodò
intorno al collo un tovagliolo pulito, e gli mise davanti un’identica scodella di
pappa d’avena. Alla ragazza, invece, portò un piao di pane frio, granturco
e fagioli, e un bicchiere di lae; mi dispiace, signorina, disse, ma il caè col
razionamento è sparito, e chissà se questa guerra finirà presto, e lei che ha
studiato mi dica un po’, perché ce l’hanno con noi questi giapponesi? La
ragazza sentiva l’emicrania che martellava nelle tempie, e fu tentata di
rifiutare il cibo; ma poi si disse che forse la nausea era peggiore a stomaco
vuoto, e si sforzò di mandar giù qualcosa. In realtà, mi ci vorrebbe un
whiskey, realizzò d’un trao, mentre masticava il pane frio. Al college
avrebbe saputo dove trovarlo; ma qui? Chissà, qualche vicino che lo distilla ci
sarà di sicuro, quasi quasi glielo chiedo. Rispondendo a monosillabi alle
domande della negra, allontanò il piao mezzo pieno, tirò fuori il paccheo
di Lucky Strike e accese una sigarea. Che caldo, pensò straccamente, me
n’ero dimenticata che può fare così caldo, lassù a quest’ora ci vuole ancora il
maglione. La negra se n’era andata, la sentiva sfaccendare in cucina. Il
vecchio mangiava lentamente, una cucchiaiata dopo l’altra, guardandola di
sbieco.
15

«La polvere ci aveva messo addosso una gran sete, perché sempre
quando si combae si solleva polvere e un fumo che brucia gli occhi e la
gola, e lì poi c’era il calore dell’incendio che continuava a soffiare e oramai
s’era aaccato anche al fienile, e Joe McLaughlin disse, perché non
vediamo se è rimasta un po’ d’acqua, e ci sarà pure una pompa in questa
faoria, e così ci meemmo a cercarla, e si capisce che c’era, ma il manico
era roo e la pompa fuori uso; e qualcuno disse che il contadino, lì, l’aveva
spaccata apposta quando gli yankees si erano accampati il giorno prima
nel cortile di casa sua, per impedirgli di bere, e certo gli era parso un gran
gesto patrioico, ma noialtri gli abbiamo mandato un bel po’ di
maledizioni, a quel vecchio scemo; e poi ci siamo riempiti le borracce in
una pozzanghera nel recinto delle bestie, o quel che ne restava, perché
quegli yankees avevano tirato giù quasi tuo il recinto per accendere il
fuoco, e quanto alle bestie, non ce n’era rimasta nemmeno una, ma a
giudicare dalle tracce nel fango, prima lì ne tenevano parecchie, vacche e
cavalli; e quell’acqua, si capisce, non era così fresca e dolce come capita a
volte di berne, ma non ci fu proprio nessuno che si rifiutò di servirsi, e
posso dire che contro la sete andava benissimo. E poi il capitano Pollock
ha fao chiamare a raccolta la compagnia davanti al granaio della faoria,
che era costruito un po’ più in là, verso il bosco, e solo adesso aveva
incominciato a bruciare, e si vedevano dalle finestre le lingue di fiamma
che aaccavano già le travi del teo; e lì era già pieno di prigionieri che
parlavano tui insieme fra loro in una lingua strana, che i ragazzi che li
sorvegliavano non capivano niente e li guardavano storto, e li tenevano a
bada col moscheo carico, e nel cortile una quantità di feriti sparpagliati
qua e là, che tendevano le braccia e gridavano qualcosa, e io m’immagino
che volevano solo dell’acqua, che è quello che chiedono tui i feriti, anche
quelli che magari hanno un buco nella pancia, e mandar giù dell’acqua è il
modo più sicuro per spedirli all’altro mondo, ma tui i feriti comunque
chiedono sempre acqua, e perciò credo che anche quelli lì stavano
chiedendo da bere, ma anche loro parlavano tui quanti straniero e non ci
si capiva niente; e Joe McLaughlin si graò la testa e disse, be’, guarda un
po’ quanti crucchi, e Ted Bierrot disse che secondo lui non erano crucchi
per niente, ma venivano da qualche altro posto ancora più lontano, e poi
arrivò il tenente Gordon che aveva appena parlato con i loro ufficiali e
disse, be’, ragazzi, lo sapete da dove vengono questi yankees? Sono
polacchi, disse, il 58° New York; ecco che razza di feccia ci mandano
contro, disse, poveracci sbarcati lassù senza un soldo in tasca, che neanche
parlano inglese, e là il governo offre cento dollari di premio a chi si
arruola, e quelli si arruolano per non crepare di fame nelle fogne di New
York, e neanche sanno perché li mandano a combaere, ed è con questi
mercenari che credono di arrivare a Richmond; ma finché ci sono dei veri
Americani con un fucile in mano da questa parte del Rappahannock, a
difendere le loro case e le donne del Sud da questi stranieri, non credo che
ci arriveranno mai, eh, ragazzi? Così disse il tenente Gordon, e Joe
McLaughlin sputò e disse, polacchi, eh? Be’, non lo so che razza di gente
sono, ma per me è meglio che tornano di corsa nella loro Polacchia, che
qui non è aria per loro. E poi non disse più niente, ma questa cosa
continuava a girargli in testa e non lo lasciava tranquillo, che era uno che
di idee non ne aveva tante, Joe McLaughlin, ma quelle che gli si ficcavano
nella zucca, non se le levava più, e ci pensava e ripensava tuo il tempo; e
tre o quaro giorni dopo, quando la nostra squadra andò a sorvegliare i
prigionieri e i negri che seppellivano i morti, io e lui ci trovammo proprio
lì, al margine del bosco dietro il granaio, che intanto aveva finito di
bruciare e restavano solo le travi carbonizzate, e lui si piantò a gambe
larghe davanti a una tomba appena riempita, dove avevano sepolto uno di
quei polacchi, e disse, be’, vecchio, ecco qua, hai fao un viaggio così
lungo per venir qua a rubarci la nostra terra, ed ecco quel che hai
guadagnato, sei piedi di terra in tuo, e ti basta e ti avanza; non hai mica
fao un buon affare, era meglio se te ne restavi laggiù; e poi sputò il suo
tabacco, non proprio sulla terra smossa, ma appena un po’ più in là, e ne
strappò un altro morso dalla treccia e ricominciò a masticare, e credo che
da allora in poi non ci pensò più. E il tenente Gordon aveva appena finito
quel discorso quando abbiamo sentito strillare proprio dietro di noi, e tui
quanti ci siamo voltati e c’era lì un capitano yankee che chiamava forte il
tenente Gordon e inveiva, e Ted Hopper che lo straonava e cercava di
impedirgli di parlare col tenente, e risultò che quello protestava perché
Ted Hopper gli aveva portato via l’orologio, e quello yankee lo rivoleva
indietro, e c’era lì Dave Jones che scuoteva la testa e ghignava, e il tenente
Gordon si piantò davanti a Ted Hopper e disse, ehi, tu, restituisci
l’orologio, hai capito? E Ted Hopper diventò tuo rosso, e gli occhi quasi
gli si chiusero, e Dave Jones disse, ehi, tenente, lo lasci perdere. È un poco
di buono, non c’è da fidarsi. E Ted Hopper si voltò di scao, ed era più alto
di Dave Jones di tua la testa, e più grosso, anche; e Dave Jones, la mano
gli corse veloce alla tasca, dove teneva il coltello. Sta’ aento, Ted, disse.
Non ci meo niente ad ammazzarti. Su, tira fuori l’orologio! E Ted disse,
be’, guarda un po’! E si tirò su il cappello e si graò la testa. Ma era tua
una finta, perché subito lasciò cadere il fucile e saltò addosso a Dave Jones,
e Dave Jones cercò di tirar fuori il coltello, ma Ted Hopper gli aveva preso
il braccio e lo schiacciava per terra; e il tenente Gordon, lui non aveva mai
visto una cosa del genere, e non sapeva cosa fare, e il capitano yankee
stava lì a guardare e rideva soo i baffi; e finalmente arrivò di corsa il
sergente Winthrop, e io e lui insieme prendemmo Ted Hopper per le spalle
e lo tirammo via, e Dave Jones si rialzò, e non so come, l’orologio adesso
ce l’aveva lui; e si scrollò la polvere dai calzoni e dalle maniche della
giubba, e andò dal capitano e gli disse, ecco qua, signore, il suo orologio,
signore; e poi il tenente Gordon si portò via il prigioniero, e il sergente
Winthrop disse che se si prendevano un’altra volta per i capelli, davanti ai
prigionieri, poi, li faceva meere agli arresti tu’e due; e fu una fortuna
che finì così e non a coltellate, e anzi c’è da stupirsi che non s’erano
accoltellati già da un pezzo, quei due. Perché si odiavano fin da prima della
guerra; e per quel che posso ricordarmi io, era cominciato tuo un quaro
luglio, che la gente giù da noi era tua radunata nel granaio degli Yocom
per assistere a un combaimento di cani, e Dave Jones aveva una cagna
caiva davvero, una bastarda, ma più tenace d’un mastino vero, e contro
quella cagna doveva combaere uno dei cani degli Yocom, che poi per
poco non ci lasciò la pelle, quel cane, e io potevo avere dieci o dodici anni,
allora, e stavo lì con uno dei nostri negri, Bull si chiamava, e lui aveva
rubato un’anguria in qualche orto e stavamo lì in un angolo a tagliarla col
suo coltello e mangiarcela, e intanto i due cani erano ancora legati e
ringhiavano e la gente scommeeva, ed ecco che sulla porta del granaio si
affaccia Ted Hopper, e gli fa al vecchio Yocom, ehi, Bill, che ce la fa la tua
bestia stavolta?, e Bill Yocom gli risponde, sicuro che ce la fa, e quanto
vuoi scommeere?, e Ted fa, be’, un paio di dollari ce li meo, Bill, e sua
moglie, di Ted Hopper, dico, che era lì con lui, lo tira per un braccio e gli
fa, Ted, non buare via i soldi a questo modo, e lui fa, eh, moglie, lasciami
fare, e Dave Jones alza gli occhi e fa, ehi, Ted, non lo riconosci un buon
consiglio quando lo senti?, e Ted lo guarda con gli occhi socchiusi e gli fa,
ehi, lasciami stare, hai capito?, e Dave Jones alza le spalle e fa, be’, era solo
per il tuo bene, che mi dispiaceva vederti buar via quei due dollari, e Ted
gli fa, be’, puoi baciarmi il culo, hai capito?, e Dave si alza e mee la mano
in tasca e gli fa, ehi, Ted, ripetilo un po’ se hai coraggio, ripetilo un po’
quel che hai deo; ma la gente, lì, non voleva veder litigare né tirar fuori il
coltello, volevano solo veder combaere i due cani, e così si sono messi
tui quanti a vociare e li hanno costrei a smeere, ma si guardavano
male, e ancor più dopo che la cagna di Dave Jones ha azzannato quel cane
di Bill Yocom e non lo voleva più lasciare, e Ted ha perduto il suo denaro,
lui e parecchi altri, ma da allora se la sono giurata. E quel giorno non lo so
mica come andava a finire, perché dopo che io e il sergente Winthrop li
abbiamo separati, quei due continuavano a guardarsi di bruo, ma per
fortuna è successo qualcosa che ci ha distrai, e ci siamo messi tui a
ridere. Perché dalla foresta è uscito uno yankee con le mani ben in alto,
scalzo, in mutande e senza cappello, e dietro di lui, col fucile puntato,
marciava un negro, che gli aveva preso le scarpe e le brache, e anche il
cappello, e portava la visiera così di traverso che non si capiva chi era, ma
quando si è avvicinato s’è visto che era Alf Watkins, un negro libero, che
una squadra della compagnia C l’aveva assunto proprio pochi giorni
prima, per fargli da cuoco e da lavandaio; e noialtri siamo corsi tui
quanti lì, a chiedergli cos’era successo, e lui raccontò che quando la
compagnia era andata all’aacco, aveva voluto vedere anche lui la
baaglia, e gli era corso dietro, anche se c’era l’ordine che tui i negri
dovevano restare indietro durante il combaimento, ma i ragazzi gli
avevano deo che non importava, e di venire pure con loro; e poi avevano
caurato questo yankee e nessuno voleva restare indietro a fargli la
guardia, e così gli avevano deo, ad Alf Watkins, di prendere il suo fucile e
di accompagnarlo alla radura, finché non trovava gli altri prigionieri, e poi
poteva raggiungerli e tenersi il fucile, se voleva; e lui disse che mentre
marciava col prigioniero, gli dispiaceva vedere che quello aveva delle
scarpe quasi nuove, e delle brache azzurre così belle, mentre lui era scalzo
e coi calzoni bucati, e così l’aveva costreo a fare cambio; e Nick Freeling,
quando ebbe smesso di ridere, gli chiese se davvero voleva tornare
indietro, e quel negro Alf Watkins spalancò gli occhi, e disse certo che sì,
perché adesso che ho visto come si fa, voglio pigliarne uno anch’io, di
yankee, e così avrò un orologio d’oro; e me l’avevano sempre deo, disse,
che un negro del Sud può fregare quando vuole un negro del Nord, e
anche lo yankee che gli sta dietro, e ora ho visto che è proprio così; e ci
lasciò lì quel prigioniero scalzo, e filò via davvero nella foresta, col fucile
in pugno, e noialtri ridevamo a crepapelle, tranne Ted Hopper, che quando
aveva sentito la faccenda dell’orologio aveva sputato e se n’era andato».

Gli occhi del vecchio ridevano, adesso, e rideva anche la ragazza, perché il
vecchio, chissà come, aveva tirato fuori da quella sua gola catarrosa una voce
profonda da negro, e l’aveva imitata così bene, la cadenza di quell’Alf
Watkins, che non era possibile non ridere. Soddisfao, il vecchio si accomodò
meglio sulla sedia a dondolo, si aggiustò con prudenza la coperta che teneva
sulle ginocchia, nonostante il caldo soffocante del pomeriggio, poi ricominciò
a raccontare. Speriamo che adesso mi parli di quei negri, pensò la ragazza; e
tu’a un trao realizzò che il vecchio stava parlando di negri fin dal
principio, dei negri che avevano lasciato a casa a lavorare i loro campi
quand’erano partiti per la guerra e che li conoscevano fin da bambini, e dei
negri che erano lì con loro al campo e cucinavano e facevano il bucato per i
soldati, e adesso se n’era uscito con questa storia di Alf Watkins che aveva
preso il fucile per sparare agli yankees. Com’era possibile ormai, si chiese la
ragazza, che quella storia prendesse un’altra direzione, e che il vecchio le
parlasse di altri negri ammazzati a sangue freddo perché avevano preso le
armi non contro gli yankees, ma contro i loro padroni, nell’immensa
confusione della baaglia: i primi che avevano osato farlo, anche, in
Virginia, se le leere ingiallite in cui lei s’era imbauta dicevano la verità.
No, pensò, non è possibile, si dev’essere dimenticato tuo, proprio come
diceva il professore. O forse lui non c’era, in quel momento. O forse, invece,
aveva ragione papà, e questa cosa non è mai successa…
16

«Lo so che a sentirlo raccontare può sembrare strano, che noialtri lì


mentre facevamo la guerra non si pensava ad altro che a fregare le scarpe
agli yankees, e gli orologi e le brache, ma è proprio così, e io credo che
sarà così in tue le guerre, che la gente se appena riesce a salvare la pelle
poi pensa ad arraffare roba; noi però ne avevamo bisogno per rivestirci,
perché non avevamo niente, e fra gli yankees, invece, c’era pieno di ladri,
gente proprio da galera, che rubavano tuo quello che trovavano, ed
entravano nelle case e portavano via tuo, e mica solo roba da mangiare; e
l’abbiamo poi visto quella sera stessa, perché lì nel cortile continuavano ad
arrivare da tue le parti, disarmati e con le mani in alto, che c’era l’ordine
di farli affluire da tua la foresta, per impedirgli di scappare; e a un certo
punto uno che non conoscevamo ne accompagnò lì tre o quaro, di quei
prigionieri, e ci disse di tenerli d’occhio e poi se ne andò e non lo
vedemmo più, e almeno uno era un ufficiale, ed erano tui coperti di
polvere, e senza berreo, che solo l’ufficiale aveva un cappello a tesa larga,
con parecchi buchi di palloola e mezzo strappato; e l’ufficiale era ferito a
un braccio, ma era una roba da niente, anche se aveva sanguinato
parecchio, e la manica della giubba tua stracciata. E Tim Benne gli
fasciò il braccio, e gli diede la sua borraccia, e l’ufficiale bevve, e quando
non ne rimase quasi più la passò ai soldati, e anche loro bevvero, quel
poco che era rimasto, e Tim Benne non disse niente. Ed erano tui lì
senza cappello e senza scarpe, e senz’armi, ma tui quanti avevano il
tascapane, che nessuno l’aveva buato via; e Sam Martin disse, ehi,
ragazzi, vediamo un po’ cosa c’è lì dentro, che magari c’è qualcosa da
mangiare, e io adesso meerei volentieri qualcosa soo i denti. E allungò
la mano e tastò il tascapane a uno di quegli yankees, e quello fece un salto
indietro come morso da un serpente, e Sam Martin disse, ehi, ehi, ma che
cos’hai lì dentro, e gli aprì il tascapane, e intanto Nat Falwell lo teneva
fermo; e lì dentro c’erano posate d’argento, forchee e coltelli, e Sam
Martin ne tenne una in alto che brillava alla luce del sole, che tui la
videro, e poi sputò e rovesciò il tascapane per terra, e c’erano lì due
dozzine di posate d’argento massiccio, e allora costringemmo anche gli
altri ad aprire il tascapane, e tui erano pieni di argenteria, e uno aveva
anche un berreo di pelliccia e un orologio d’oro; e Sam Martin disse,
bene bene, direi che questi ragazzi hanno fao dei buoni affari, e mi
dispiace solo che la gente da queste parti è tua scappata, e le case dove
sono arrivati loro, tue bruciate, e questa roba ormai non si può più
restituire, ma gliela possiamo sempre far pagare, a questi bastardi; e Nat
Falwell disse, ehi, ragazzi, guardate un po’, anche l’ufficiale ha il tascapane,
e io un ufficiale col tascapane non l’ho mai visto, e glielo strappò via e lo
aprì, e anche l’ufficiale aveva delle forchee d’argento, e un orologino
d’oro da signora, e un braccialeo d’oro, e degli orecchini, e dei
fazzoleini di batista, e calze di seta; e Nat Falwell disse, guarda un po’,
direi che questo qui era proprio il capo, e abbiamo acchiappato una bella
banda di ladri, e mi dispiace soltanto una cosa, che qui non abbiamo la
corda per impiccarli; e Sam Martin ripeté, ehi, ragazzi, adesso gliela
facciamo pagare, e perché impiccarli? È troppo poco per dei mascalzoni
così, che bisognerebbe spennellarli di catrame e appiccargli il fuoco, ecco
cos’è che dovremmo fare, e quegli yankees erano diventati lividi, con tuo
che erano neri di fumo e di polvere; ma Tim Benne disse, sentite, ragazzi,
a me non mi va di ammazzare della gente disarmata, e Nat Falwell disse,
be’, faccio conto che per l’argenteria non c’è niente da fare, e pazienza, eh,
ragazzi, ma questo bastardo qui, disse, e indicava l’ufficiale, lui è entrato in
camera di una signora, e le ha frugato nei cassei per rubare, e che io sia
dannato se non gliela farò pagare; e mentre diceva così finiva di svuotare il
tascapane, e c’era lì un mazzo di leere legate con un vecchio nastro, e un
libriccino, e Nat Falwell disse, vediamo un po’ cos’è questa roba, e sulla
copertina del libriccino c’era scrio: Diario di Miss Amy Chancellor, di
Chancellorsville, VA, e anche le leere erano indirizzate a Miss Amy
Chancellor, e Nat Falwell disse, ehi, chissà come si è divertito a leggere il
diario di una signora, sdraiato sul suo leo, con gli stivali e il sigaro;
dev’essere proprio divertente, già che se l’è portato via. Ma ora gli
insegneremo noi a rispeare le donne del Sud, disse, e sputò. E poi tirò un
calcio a quell’ufficiale yankee, ma caivo, che quello rotolò giù e si mise a
mugolare come un cane, e poi lui e Sam Martin gli tirarono ancora qualche
calcio nelle costole, e lui gridava ma così mi ammazzate, e loro gli
sputarono addosso e poi gli dissero di rialzarsi, che per il momento poteva
bastare, e lui si rialzò e zoppicò fin dove c’erano i suoi compari, che erano
rimasti lì a guardare con gli occhi sbarrati, e Nat Falwell e Ted Hopper con
i calci dei fucili li misero in riga tui quanti, e li portarono indietro dove si
raccoglievano i prigionieri; e Tim Benne voleva scavare un buco e
seppellire lì l’argenteria e tuo il resto, ma Sam Martin disse che era
meglio raccoglierla e consegnare tuo al cappellano Witherspoon, che lui
doveva sapere cosa farne, e magari poteva ritrovarla lui, Miss Amy
Chancellor, e facemmo così. E Sam Martin mentre ci incamminavamo
disse, be’, guarda, disse, è un bel po’ che non avevo tanta voglia di
prendere a calci un cane, da quella volta a Norfolk, ma allora non me lo
lasciarono mica fare, che m’è rimasta nel gozzo, e questo qui avrà pagato
anche per l’altro; e questa storia era andata così, che là a Norfolk avevamo
preso tre o quaro negri scappati, e uno di loro ci disse che appartenevano
a una vedova di laggiù, e si chiamava Miss Lyle, e uno yankee era venuto
in casa e li aveva portati via tui quanti, minacciandoli con la baionea; e
noi, disse il negro, non volevamo mica andare via, padrone, ma lui lo
yankee diceva che se no ci ammazzava tui, e Miss Lyle mi disse, be’,
Jimmie, va’ con lui, e anche voialtri, andate tui, che Dio vi benedica, e
tornate a casa se potete, ragazzi; e poi quel negro Jimmie ci indicò lo
yankee, che stava in un recinto insieme con gli altri prigionieri, e disse,
ecco, padrone, è quello lì, e Sam Martin andò lì e gli chiese se lui non era
mica per caso un lurido abolizionista, e Phil White gli chiese se non si
vergognava di portar via i negri di una povera donna, che erano tua la
sua ricchezza, e se la coscienza non gli rimordeva, e che per una roba del
genere doveva bruciare all’inferno; e quello alzò le spalle e disse che Dio lo
aveva incaricato di liberare i negri, e che non credeva di bruciare
all’inferno; e Phil White gli fa, perché, tu non crederai mica che la
schiavitù è sbagliata?, e Sam Martin gli fa, lascia perdere, non lo vedi che è
un miserabile abolizionista, e che sugo c’è a stare a discutere con un
disgraziato così, ma Phil White, lui era un uomo ostinato, e gli fa, ehi,
uomo, non lo sai che la Bibbia è piena di schiavitù? E quello fa, be’, è piena
anche di guerra e di sangue, e che secondo te a Dio gli piacciono, la guerra
e il sangue? E Sam Martin fa, ehi, ehi, sta’ a vedere che abbiamo trovato
un ministro, di’ un po’, tu non sei mica un ministro? E quello fa, mi
chiamano così laggiù al mio paese. E Phil White gli fa, ma come, sei un
ministro, e ti pare di far bene, soo gli occhi di Dio, a venire qui a casa
nostra e rubare i nostri schiavi? Che sono come denaro, né più né meno, e
questi qui poi appartengono a una povera donna, e sono tuo il suo pane,
e che cosa farà senza di loro, eh? E quello appoggiandosi al recinto e
masticando un filo d’erba gli fa, ha solo da richiamare a casa suo figlio, che
sarà di sicuro qui con voialtri ribelli, ad ammazzare la brava gente. E Phil
White gli fa ancora, ma senti un po’, se sei un predicatore la conosci la
Bibbia, eh, di’ un po’, e quello fa, sì, credo di sì, almeno un pochino. E
allora, gli fa Phil White, ti faccio vedere subito che la schiavitù è una
dorina della Bibbia. Sta’ a sentire, dal primo della Genesi all’ultimo
dell’Apocalisse la Bibbia è piena di schiavitù, e i meglio degli uomini
possedevano schiavi, come Abramo e Isacco e Giacobbe e tui gli antichi
padri, tui avevano schiavi e schiave. E quello: oh, sì, non lo meo mica in
dubbio, ma pensa un po’, uomo, a quante mogli avevano: che Salomone ne
aveva trecento, e non gli bastavano, e si prese seecento concubine.
Davide pure ne aveva parecchie e non gli bastavano, e ammazzò Uria e si
prese sua moglie. E in tua coscienza, ti pare un buon sistema? E se tua
sorella era una delle seecento concubine che andavano tue con lo stesso
uomo? E se qualcuno ti ammazzava per prendersi tua moglie e meerla
con le altre, che magari a casa ce ne aveva già una mandria? E Phil White,
lui capì che era inutile cercar di accendere una fiammella di coscienza in
quel peccatore indurito, e se ne andò senza dire più niente; ma Sam Martin
rimase lì davanti allo steccato, e disse a quello yankee, be’, ho proprio una
gran voglia di romperti il muso, e magari anche di vederti penzolare da un
albero, e se avevo una corda e non c’erano tui ’sti ufficiali qui in giro, te
lo facevamo vedere noi, come si traano giù da noi i sudici abolizionisti. E
io non riuscivo a capacitarmi come un predicatore poteva avere tanta
confusione in testa, da non vedere quel che è più chiaro del sole, che
venire qui a fare la guerra a un popolo che chiede solo d’essere lasciato in
pace, e tuo per rubare i negri della povera gente e lasciarla morire di
fame, è un peccato che grida vendea al cospeo di Dio. Ma poi si vide
che anche fra quegli yankees c’era qualcuno che ragionava, perché un
altro di quei prigionieri, che era rimasto lì tuo il tempo ad ascoltare, e
dalla faccia sembrava che la discussione gli interessava, anche, ma non
aveva aperto bocca, be’, quello lì ha fao un passo avanti e ha sputato, e
ha dato uno spintone all’altro, e gli fa, adesso basta, signor predicatore, ne
ho abbastanza di sentir parlare gli amici dei negri come te, che è tua
colpa vostra se siamo finiti qui, e l’altro voleva rispondere, ma quello non
l’ha lasciato parlare, e ha continuato: perché io, dice, ho dormito su assi di
legno, e nel fango, e in tui i posti più sporchi e pidocchiosi, e ho bevuto
dagli stagni e dalle pozzanghere, per più di un anno, e tuo per i poveri
negri, e non ne ho ancora visto uno che ci abbia guadagnato qualcosa. E
quell’altro, il predicatore dico, gli fa, be’, fratello, Dio te ne renderà merito,
e vedrai che sarà valsa la pena di soffrire e farci ammazzare per i nostri
fratelli negri, che quando avremo vinto la guerra gli daremo la libertà a
tui, e potranno votare proprio come noi e tui questi schiavisti del Sud
dovranno imparare a togliersi il cappello davanti a loro; e quell’altro lo
guarda storto e gli fa, be’, quel giorno non contate su di me, e se mai verrà
ti dico che nel nostro esercito ci sarà una ribellione che tui gli
abolizionisti dell’inferno non basteranno a soffocarla, perché questa gente
del Sud sono ribelli contro il governo, e va bene, ma sono bianchi, e Dio
non ha mai voluto che un negro possa averla vinta sui bianchi. Già, disse
proprio così quello yankee su a Norfolk, e io credo che anche quella sera,
fra quei prigionieri che stavamo sorvegliando lì nella foresta, ce n’era più
d’uno che malediceva i negri e il vecchio Abe Lincoln per averlo cacciato
in quel guaio; soprauo i feriti, quelli lì si capisce che non potevano
essere tanto allegri, e ce n’era che chiedevano soltanto d’essere lasciati lì a
morire, e invece dopo un po’ è arrivato il sergente Winthrop e ha deo
ehi, ragazzi, questi feriti bisogna levarli di qui, perché fra un po’ deve
passare l’artiglieria, e se li lasciamo qui finisce che ne schiacciano
qualcuno, e allora li abbiamo presi su uno alla volta e li abbiamo spostati
soo gli alberi, e cercavamo di dargli il meno fastidio possibile; solo
quando uno di loro si lamentava, c’era magari qualcuno che non si
traeneva e gli diceva, be’, ti piace, yankee?, o magari, be’, ragazzi, non ne
avete avuto ancora abbastanza?, ma in generale pensavamo solo a fare il
lavoro in frea e senza combinare guai; e mentre lavoravamo a spostare
quei feriti dal cortile, capitò lì anche il colonnello Rogers, e aveva un
cappoo nero sulle spalle, che cominciava a far freddo, e sorvegliava il
lavoro, quand’ecco che uno di quegli yankees lì per terra gli si aggrappa ai
pantaloni, e sbarra gli occhi e gli fa, sa pregare, signore? Sa pregare?, e si
vede che così vestito di nero, e con quella barba bianca, l’aveva scambiato
per un ministro, e il colonnello Rogers l’ha guardato con una faccia strana,
e poi gli fa, no, amico mio, ora non ce l’ho più con te, ma pregare non è
esaamente il mio mestiere. E più tardi, quella sera, qualcuno dei ragazzi
che non aveva voglia di dormire se n’è andato un po’ a zonzo nella foresta,
e ha trovato un ruscello che scorreva giù verso il Rappahannock, e doveva
essere un gran bel posto per le trote, quello, e per niente fangoso, mica
tanto adao per i pesci-gao e magari neanche per il luccio, ma per la
trota sì, eccome, e non so quanti yankees feriti erano strisciati fin lì, che
così almeno potevano bere, e poi parecchi erano morti mentre bevevano,
ed erano rimasti lì con la testa nell’acqua, e il sangue che si mescolava alla
corrente, e l’acqua che si colorava pian piano di rosso; e lì si radunarono
parecchi dei nostri, a guardare, e qualcuno poi raccontò che un vecchio
contadino, uno del posto, era passato proprio di lì col suo cavallo, e voleva
farlo bere, ma il cavallo quell’acqua lì non voleva berla a nessun costo, e
scalpitava e arretrava, e alla fine il contadino era sceso e aveva bevuto lui,
e pulendosi la bocca con la mano aveva deo, ecco, adesso posso proprio
dire di aver bevuto il loro sangue, eh, ragazzi?, e poi se n’era andato».

La ragazza non avrebbe saputo dire quando erano arrivati i due negri.
Forse erano arrivati appena adesso, e forse invece stavano lì fuori da un
pezzo, accanto allo steccato cadente, a parlare con la negra della casa, che era
venuta loro incontro in cortile: due braccianti in tuta blu e maniche di
camicia, i piedi scalzi nella polvere della strada. S’erano fermati lì e ora
parlavano, o chissà, ridacchiavano senza dir nulla e masticavano un filo di
paglia, appoggiati allo steccato. Non sapeva quando erano arrivati, ma
adesso che li sapeva lì continuava a buar l’occhio fuori dalla finestra, e non
poté fare a meno di trasalire quando uno dei due levò la faccia verso la casa:
anzi, così le parve, proprio verso di lei. L’uomo fissò a lungo nella sua
direzione, poi si rivolse alla negra e disse qualcosa, accompagnandosi con un
gesto che poteva anche essere interrogativo. Chissà chi altri c’è qui, pensò la
ragazza con una punta di allarme, c’è questo vecchio ma ci sono altri
bianchi? Io non ne ho visti, né ieri né oggi. E questi negri non li conosco, se
fossi a casa ne saprei di più, ma non conosco nessuno, qui. Sarebbe meglio
che se ne andassero, pensò, e già mentre lo pensava s’irritava con se stessa:
chissà perché devo essere così a disagio, che stupidaggine! E poi tornò a
guardare dalla finestra, e la negra nel cortile stava ritornando verso la casa,
grossa, strascicando i piedi nelle ciabae sformate, e i due negri si stavano
allontanando lungo la strada polverosa, cercando di tenersi dal lato del fosso,
dove le acacie facevano un po’ d’ombra; e la ragazza tirò un respiro di
sollievo.
17

«C’era una specie di silenzio adesso nella foresta, niente fucilate né


cannonate, tanto che se un gufo si posava su un pino o sulla trave d’un
granaio, e si meeva a chiamare, lo sentivamo tui, e ti faceva venire i
brividi, anche. Era ora di dormire, ma mica tui ci riuscivano; e c’è chi si è
addormentato come un pezzo di legno appena appoggiata la testa per
terra, e chi non ci riusciva a nessun costo, e anche qualcuno che s’era
addormentato per sempre e si sveglierà solo il giorno del Giudizio, ma nel
buio non si distinguevano i vivi dai morti, e bisognava scuotere un uomo
per capire se c’era ancora. E io ero di quelli che non riuscivano a dormire,
e non so ancora adesso come mai, perché non era certo la prima noe che
passavo su un campo di baaglia; sarà che non c’era un silenzio vero, ma
piuosto come un lamento nell’aria, che magari per un po’ quasi non si
sentiva, e poi chissà perché diventava più forte, e allora ti accorgevi che
c’era già prima, c’era tuo il tempo, solo che prima non ci avevi fao caso;
e se cercavi di capire da dove veniva, non ci riuscivi, perché saliva da tue
le direzioni allo stesso tempo, ed erano i feriti nella foresta che deliravano
e chiedevano aiuto, o chiamavano Dio, e quelli che non ce la facevano
stringevano i denti e si lamentavano anche loro, a bocca chiusa; e un
concerto così non auguro a nessuno di sentirlo; e anche allora, se solo ci
facevi caso, ti drizzava i capelli in testa, ma noi più che altro evitavamo di
farci caso. E più in là si sentiva lavorare d’ascia e di zappa, ed erano gli
yankees che lavoravano a trincerarsi, e a tirar su barricate di tronchi, e si
sentiva benissimo tuo il loro lavoro e qualche volta anche i comandi
degli ufficiali, e a quel rumore lì tendevamo le orecchie eccome, perché
sapevamo che l’indomani toccava poi a noi di prenderle d’assalto, quelle
barricate. E ogni tanto si sentivano abbaiare i cani, nel campo degli
yankees. E tui i momenti passava di lì qualcuno, per un motivo o per
l’altro, e le foglie del soobosco frusciavano, e c’era chi sussurrava e chi
non si faceva scrupolo di parlare a voce alta, soprauo quelli che a forza
di cercare nel buio avevano trovato un ferito e lo riportavano indietro, o
quelli che s’erano persi e cercavano la loro compagnia; perché in
quell’aacco nella foresta ci eravamo tui mescolati, e c’era lì gente non
solo di altre compagnie, ma di altri reggimenti e perfino di altre brigate e
divisioni; e a un certo punto sbucò fuori dalla foresta un tale con la divisa
a brandelli, ma però il moscheo ce l’aveva ancora e anche il cappello in
testa, e disse, ehi, ragazzi, che è qui la compagnia C, ma non sembrava
mica uno dei nostri, e qualcuno gli rispose, sì, sì, è un po’ più in là, così per
scherzo, e quello stava per partire quando un altro gli fa, ma la compagnia
C di quale reggimento?, e venne fuori che quello non era affao del nostro
reggimento e s’era sperduto, e Nick Freeling gli fa, ehi, ma la mamma lo sa
che sei uscito?, e tui si sono messi a sghignazzare, e quello ha
bestemmiato e se n’è andato via inciampando nel buio. E quando poi
finalmente stavo per addormentarmi, ecco che si sente arrivare qualcuno
tirandosi dietro qualcosa di pesante, e io ho drizzato le orecchie, ed era un
negro che si tirava dietro il corpo d’un morto, ed era Ben, il negro del
capitano Holmes, il figlio del vecchio giudice Holmes, che riportava
indietro il corpo del suo padrone; perché il capitano Holmes era morto
nella foresta, e questo negro Ben l’aveva cercato per tua la sera, e alla
fine l’aveva trovato e se l’era riportato fino al bivacco, con tuo che era
storpio da un braccio, e non poteva muovere la mano sinistra, per una
fucilata che s’era preso qualche anno prima della guerra, proprio lì fra la
spalla e il gomito, e l’aveva lasciato storpio e con la mano paralizzata; e la
cosa era andata così, che Sam Martin era tornato da Mobile con una negra
che aveva comprato là, e questa negra aveva due bambini, e quando era
arrivato a casa lui s’era ubriacato per festeggiare e poi aveva cominciato a
preoccuparsi, perché quello che l’aveva venduta gli aveva deo che era
una negra che cercava di scappare, e di stare bene aento, e così Sam
Martin ubriaco com’era si ficcò in testa di marchiarla sulla guancia, come
si faceva una volta, visto che era una negra nuova, lì da noi, e nessuno la
conosceva, e così lui preparò un ferro rovente e cercò di farle una M sulla
guancia, M come Martin, ma non gli venne mica tanto bene, perché quella
negra strillava e si divincolava, e si vede che non l’aveva legata tanto
strea, e così la M non si leggeva mica tanto, e poi due o tre giorni dopo
quella negra scappò davvero, lei e i suoi due bambini, con tuo che aveva i
ferri ai piedi, e bisognò partire a cercarla nella palude di Okawauga, che lei
s’era buata da quella parte, e non so com’è che non ci affogarono tui
quanti, lei e i bambini, ma alla fine la ritrovammo, e uno dei cani del
capitano Holmes la azzannò a un piede, che poi perse due dita, di quel
piede, e il door Yancey voleva tagliarglielo addiriura, che diceva che
altrimenti andava in cancrena, ma Sam Martin disse di no, che non le
lasciava tagliare nessun piede, e piuosto voleva vederla crepare, e alla
fine ebbe ragione lui, e insomma quella negra, che si chiamava Betsy,
credo, ci lasciò solo due dita, o forse tre, ma per il resto li riportammo a
casa più o meno intieri, tui e tre, lei e i mocciosi; e il capitano Holmes era
venuto apposta con i suoi mastini, che erano famosi per ritrovare i negri
fuggitivi, soprauo nella palude, uno più di tui, che si chiamava Spot,
perché aveva una macchia bianca proprio in mezzo agli occhi, ed era uno
dei mastini più famosi della contea, e li portava al guinzaglio proprio
questo Ben, che nessun altro sapeva tenerli fermi come lui; e lì nella noe,
perché mi pare che la negra era scappata alla sera subito dopo il tramonto,
e la ritrovammo solo al maino dopo, mezzi morti di fame e di freddo, lei e
i bambini, be’, dico, mentre baevamo la palude con le torce, ogni tanto
partiva una fucilata, magari solo per avvertire gli altri di non allontanarsi,
e rimanere tui vicini, che lì in quella palude, al buio, è pericoloso
perdersi, e chissà come una di quelle fucilate beccò proprio quel negro,
Ben, lì al braccio, che non si seppe mai chi l’aveva tirata, e così restò
storpio, e la mano sinistra non la muoveva. Ma con tuo che poteva usare
un braccio solo, lui trascinò il cadavere del capitano Holmes fino al
bivacco, e quelli della compagnia A vennero e scavarono una fossa e lo
seppellirono. esto negro Ben aveva anche un’altra particolarità, che con
quell’unica mano sapeva maneggiare bene il rasoio e le forbici, e il
capitano Holmes se l’era portato dietro per cuoco e per barbiere, ma poi
lui tagliava i capelli a tuo il reggimento, e mentre lavorava chiacchierava
tuo il tempo, come fanno i barbieri, e parlava dei vecchi tempi, e la sua
storia preferita era quando lui e il capitano Holmes erano ragazzi, e
giocavano insieme nel cortile, e arrivò lì un altro bambino negro, ancora
più piccolo, che faceva la guardia alle pecore del giudice, e questo negro
Ben cominciò a stuzzicare quell’altro negro, e gli disse che lui era solo un
laante e non valeva neanche cento dollari, e il capitano Holmes gli disse,
perché, tu quanto vali?, e Ben rispose, io? Io vale cinquecento dollari!, e il
capitano Holmes disse, e io allora quanto valgo?, e Ben alzò le spalle e
disse, oh Signore, padron Frank, tu è bianco, tu non vale mica niente! E
sempre questo negro Ben mentre tagliava i capelli a qualcuno con la sua
unica mano e parlava dei vecchi tempi finiva per raccontare questa storia,
e poi quando stava per finire il lavoro aaccava a raccontare di qualcuno
che un po’ di tempo prima non l’aveva pagato ed era finito molto male,
quelli che non gli pagavano subito il taglio di capelli finivano sempre
ammazzati alla prossima baaglia, ma quelli che pagavano in contanti se
la cavavano sempre. E mentre questo negro Ben e gli uomini della sua
compagnia portavano a seppellire il capitano Holmes, noialtri tre o quaro
che eravamo lì più vicini ci siamo tirati su, che ormai non avevamo più
voglia di dormire, e ci siamo seduti vicino al fuoco, tui avviluppati nelle
coperte, e ci siamo messi a parlare. E c’era Nat Falwell e Joe McLaughlin e
qualcun altro. E Nat Falwell mi fa, sai, Dick, mio padre quando gli ho deo
che mi ero arruolato mi ha deo così: be’, ragazzo, questa qui che fate è
una pazzia, e non andrà a finir bene di sicuro, e io mi sono opposto fin che
ho potuto; ma ora devo dire che stai facendo l’unica cosa onorevole, e cioè
difendere il tuo paese, e perciò ti benedico; e io, fa Nat, mi ricordo che lui
aveva sempre parlato male di tui i politicanti e i predicatori che si
sentivano allora, e parlavano della guerra come d’uno zuccherino, e anche
quando qualcuno dei nostri vicini diceva, be’, cosa sarà mai? Posso armare
i miei negri e cacciar via gli yankees a pedate, se si faranno vedere in
questa contea, mio padre alzava le spalle e non diceva niente; ma io, Dick,
li stavo a sentire eccome, e credevo a quasi tuo quello che dicevano i
politicanti, e quanto ai predicatori, a loro credevo ciecamente, perché lo
provavano con la Bibbia; ma una noe, prima di partire, ho sentito mio
padre che parlava con mia madre, al buio, e loro pensavano che io
dormivo, e mio padre diceva, ecco che educazione hanno avuto questi
ragazzi, a forza di stare a sentire i politicanti e i predicatori abbiamo
allevato una generazione di soldati, e andrà a finire nel sangue, nient’altro
che sangue; e certo, mi fa Nat, che noialtri ne abbiamo versato, eh, Dick? E
io non sapevo cosa dire, perché mi pareva che ne avevamo versato
eccome, ma non era certo colpa nostra, perché chi è che aveva
cominciato?, ma non mi venivano fuori le parole giuste, e così stavo zio,
e c’era lì Joe McLaughlin che ci ascoltava, e finora non aveva deo niente,
e solo masticava il suo tabacco e ogni tanto sputava, e quando quella
domanda di Nat Falwell è rimasta lì per aria, Joe McLaughlin si raschia la
gola e gli fa, ehi, Nat, gli fa, sta’ tranquillo, ragazzo, che saranno quegli
altri che dovranno risponderne; perché per quanto mi riguarda, è da un
bel pezzo che penso che la cosa migliore sarebbe di stringerci la mano e
piantarla lì, perché noi non gli abbiamo mai chiesto niente, ma sono loro
che ce l’hanno con noi. E tui hanno annuito e nessuno ha più deo nulla,
perché io e Nat stavamo lì a pensare com’era vero questo che aveva deo
Joe McLaughlin, e poi lui ha tirato fuori un po’ del suo tabacco e l’ha fao
passare, e anch’io ne ho preso, e dopo un bel po’ lui ha deo, be’, chissà
perché, m’è venuta voglia di scrivere giù a casa, e Dick, che hai voglia di
scrivermela tu, la leera? E io gli ho deo, va bene, Joe, te la scrivo
volentieri; perché non era la prima volta che me lo chiedeva, di scrivergli
le sue leere a casa, che lui non sapeva scrivere, e io non mi facevo
neanche pagare, per questo; mica come Phil White, che per scrivere una
leera a qualche poveraccio era capace di farsi pagare mezzo dollaro, o se
proprio non c’erano soldi, si faceva lavare la biancheria o risuolare le
scarpe. Ma senti un po’, gli ho deo, la matita e la carta ce l’hai, eh, Joe?
Perché di carta noi era da un po’ che non ne vedevamo, e c’è chi s’era
ridoo a scrivere le sue leere su carta di giornale, negli spazi bianchi,
oppure cancellava le leere che arrivavano da casa, se erano scrie a
matita, e ci riscriveva su un’altra volta; e quanto alle matite, chi ne aveva
un mozzicone si considerava fortunato, e altrimenti bisognava farsene
imprestare una dal capitano, che doveva avercela per forza, per scrivere i
suoi rapporti, ma li scriveva anche lui con dei mozziconi; ma Joe
McLaughlin, lui s’è messo a ridere e ha tirato fuori un bel foglio di carta
bianca e una matita nuova, e io gli ho chiesto, ehi, Joe, ma dov’è che l’hai
trovata questa roba, e lui fa, è un regalo degli yankees, e ho dovuto frugare
quaro ufficiali prima di trovare quello buono, e infai alla luce della
candela si vedeva che quella era carta dell’esercito, con su le stelle e
strisce; perché si vede che agli yankees gli passava perfino la carta da
leere, il loro esercito, oltre al manzo e alla gallea e alle scarpe e un
sacco di altra roba buona; e così ho preso su la matita e mi sono messo a
scrivere, appoggiato lì su una pietra, e Joe ha deo, be’, dunque, scrivi così,
ha deo; moglie, ha deo, non ci ho mica tante novità da scriverti, ma
comunque ora mi meo su e cerco di pensare qualcosa per riempire ’sto
foglio, e io gli ho deo, be’, Joe, gli ho deo, non lo so mica se si può
cominciare così, e lui mi ha deo, senti, Dick, se mi scrivi la leera, scrivi
quel che voglio io, per piacere, e così ho scrio, moglie, non ci ho mica
tante novità da scriverti, e tuo il resto; e lui ha continuato, ti informo,
moglie, che tuo va bene e godo di buona salute, come pure spero di te, e
non ci ho niente di importante da scrivere. Martha, voglio che mi scrivi
tue le volte che puoi e tue le novità che capitano lì perché io sono
l’uomo più felice della terra quando mi arriva una leera da te e tu non sai
quanto bene mi fa. Cara moglie spero che troverai sempre qualcuno per
scriverti le tue leere e leggerti le mie come Dick Stanton qui fa per me. E
io gli ho deo, ma Joe, non sprecare la carta per dire queste cose, e
soprauo non c’è mica bisogno che parli di me, ma lui mi ha deo senti
qua, Dick, te scrivi quel che ti dico, eh?, e così io sono andato avanti a
scrivere. Voglio tanto vedere i bambini, ha deo Joe, ce n’è tanti di uomini
qui che sono messi come me e non tornano a casa da tanto tempo e hanno
paura che i bambini se li dimenticano. Mi chiedo sempre se Callie parla del
suo papà e se si ricorda di me. Ora Martha voglio dire qualche parola ai
ragazzi. William voglio che sei un bravo ragazzo e bada a tua madre.
Marcus voglio che tu e William siete due ragazzi svegli e diventate uomini
svegli e dire sempre la verità e ascoltare quello che vi dicono e ascoltare
vostra madre. Moglie come va la vacca e quanto lae ci fai, e come va il
maiale? Voglio che mi scrivi tuo, e quanti polli hai. E basta così, mi ha
deo Joe, che mi pare che non c’è nient’altro da scrivere. E io gli ho deo,
ma Joe, e della baaglia che c’è stata quest’oggi, che non gli vuoi scrivere
niente, eh?; e lui ha deo, be’, Dick, ma che cosa c’è da scrivere?, e allora
io gli ho messo la matita in mano, a Joe, e lui alla luce della candela ha
scarabocchiato come poteva il suo nome, e c’è voluto più tempo a lui per
scrivere quelle due parole, che a me per tuo il resto; e poi Nat Falwell che
era rimasto anche lui a sentire disse, be’, Joe, certo che te ne hai di
marmocchi, eh?, e Joe rise e disse, sì, credo di sì, e Nat disse, quando
torniamo a casa, anch’io voglio sposarmi e averne un sacco, tua una
scuola voglio riempire, e io gli dissi, be’, e per mantenerli tui come farai,
tornerai dietro all’aratro?, e lui disse, no, Dick, senti qua cosa ho pensato,
io finora la paga l’ho sempre mandata a casa e so che i miei non l’hanno
spesa e l’hanno tenuta lì per me, e io vorrei aprirci un emporio, che te ne
pare, eh?, o magari meermi socio di Jack orpe, secondo voialtri cos’è
meglio, eh?, e io gli dissi, meiti con lui, Nat, che è meglio, e di emporio
c’è già quello, lì da noi, e di un altro non ce n’è mica bisogno; e lui mi
disse, sì, forse finirà che farò così, e tu invece, Dick, cosa fai, ti mei dietro
l’aratro, tu?, e io gli dissi, per forza, Nat, che cos’altro potrei fare? Ma Nat,
gli dissi, prima di ricominciare a zappare ecco cos’è che voglio fare,
quando tornerò a casa: voglio meermi una camicia pulita e farmi lustrare
le scarpe, come un bianco, e andare giù in cià a cavallo, e andare alla
locanda a mangiare seduto a tavola, come un bianco, e per un po’ sentirmi
di nuovo come un bianco!».

Alla ragazza, chissà perché, tornò in mente d’improvviso il ragazzo con cui
usciva il primo anno al college. Calvin, si chiamava. Che cos’era che
gliel’aveva fao venire in mente? La camicia pulita, le scarpe lustre? No,
quello la faceva pensare piuosto allo zio Bruce, che era tornato senza un
braccio dall’altra guerra, e non era mai più stato quello di prima, anche se
non era pericoloso, oh no!, sua madre glielo ripeteva sempre, quando lei era
bambina e aveva paura. Lo zio Bruce che la domenica si sedeva sullo sgabello
del lustrascarpe, giù in cià, e mentre il negro strofinava si guardava intorno
come un re sul trono, e la gente passava e si toglieva il cappello e tirava via
in frea, bisbigliando. Certo, anche Calvin aveva camicie pulite, di marca, e
scarpe lustre e costose, e l’abito di tweed che sapeva di colonia, ruvido come
una faccia non rasata, a strusciarci la faccia contro, quando fermava la
macchina in una strada poco frequentata, dopo il cinema; ma non era quello,
si disse la ragazza. No, era qualcosa che aveva deo, l’aveva deo una sola
volta e poi mai più, e lei gli aveva deo, sì, Calvin, hai ragione, è così, ma lui
s’era accorto che c’era qualcosa che non andava in tanta soomissione, e
aveva cambiato discorso. alcosa su voialtri del Sud, che non c’è niente da
fare, siete fai così, non è bastata la guerra per svegliarvi e immagino che
non cambierete mai, no? Perché il problema è che non volete cambiare, no? A
quel ricordo, la ragazza sentì una sorda irritazione montare dentro di lei. E
allora?, pensò, risentita. Può darsi che non vogliamo davvero cambiare, che ci
piaccia vivere come dei bianchi. E allora, Calvin?
18

«elli come me, che alla fine sono riusciti a dormire un po’, si sono poi
svegliati male, perché la prima cosa che abbiamo saputo al risveglio è stato
di “Stonewall” Jackson. E nessuno ci voleva credere, che il vecchio Jack era
stato ferito quella noe, e proprio lì a due passi, e quando la baaglia era
già bell’e vinta, e ferito per colpa dei nostri, pure!, che uno sbaglio così
non doveva mai succedere; e con tuo che noialtri, allora, non potevamo
certo immaginare che lui di lì a qualche giorno di quella ferita ci moriva,
be’, ci siamo rimasti male tui, e male è dir poco, ci è andato il cuore soo
i tacchi. E poi Ben Tillman che era stato il primo ad accendere il fuoco e
bollire l’acqua per il caè, e anche il primo che aveva saputo la notizia e
l’aveva raccontata a tui man mano che si svegliavano, Ben Tillman disse:
be’, ragazzi, questa non ci voleva proprio, anche perché credo che ci
toccherà assaggiare la polvere anche oggi; e Bill Carpentier che era lì con
lui, perché loro erano di quelli che la sera dopo l’appello si ritrovavano
sempre a pregare e cantare gli inni insieme a Phil White, e a Josh Milliner,
e a Sam Martin, e qualcun altro, e avevano preso l’abitudine di meersi a
dormire tui quanti vicini dopo aver pregato, e si facevano da mangiare
tui insieme, anche; be’, Bill Carpentier scrollò le spalle e disse che
combaere il giorno del Sabbath non gli era mai piaciuto, ma se c’era una
volta che valeva la pena di farlo, era proprio stamaina, che bisognava
farla pagare agli yankees per il vecchio Jack, che a quest’ora se ne stava
inchiodato in un leo d’ospedale, e magari i chirurghi gli avevano già
tagliato il braccio; e Josh Milliner disse, be’, mi pare che anche al vecchio
Jack non gli piace tanto combaere il Sabbath, ma quando ce n’è proprio
bisogno non si tira indietro neanche lui, e più di una volta li abbiamo fai
correre anche di domenica, gli yankees, e non credo mica che il Signore se
la sarà presa con noi; e Phil White tirò fuori dalla tasca una pezzuola
sudicia, e ci sputò un grumo di tabacco, che era quasi scolorito a forza di
masticare, poi ripiegò quello straccio e lo rimise in tasca, che anche di
tabacco allora non ce n’era mica da sprecare, e nei tascapane degli yankees
non se ne trovava quasi mai; e io me ne ero già accorto più di una volta,
osservando i loro prigionieri, che quelli lì di tabacco non ne masticavano
mica tanto come noialtri, e si vede che gli yankees, ricchi com’erano, il
tabacco invece di masticarlo se lo fumavano, e a me era capitato di trovare
magari dei soldati semplici che nel tascapane ci tenevano addiriura una
scatola di sigari; e m’ero fao l’idea che laggiù da loro non è come da noi,
che tui i ragazzi per passare il tempo e divertirsi un po’ se ne stanno
delle ore a masticare caivo tabacco e intagliar trucioli col coltello, perché
non hanno un soldo in tasca; e dopo aver sputato nel fazzoleo e averlo
rimesso via Phil White disse, be’, disse, queste sono cose su cui non c’è
mica da scherzare, ma è vero che quando ce n’è proprio bisogno si può
combaere anche di domenica, se è per una giusta causa, e non è mica
come quando si organizza un incontro di pugilato o di loa dei galli, giù a
casa; quelli lì, al Signore non gli piacciono proprio, quando bisognerebbe
invece pregare e far penitenza e santificare il suo giorno, ma qui è tua
un’altra cosa; e Ben Tillman disse, queste sono parole sante, disse, e vorrei
che qualcuno di quelli che ci comandano fosse così illuminato quanto lo
sei tu, Phil White; perché è vero che prima della guerra, giù a casa, certuni
non ci pensavano due volte a organizzare magari una gara di pugilato la
domenica, e là da noi nella contea di Marengo quelli lì erano proprio i più
ricchi, come il colonnello Rogers e il giudice Ballard, e Mr. Creevey, e
qualcun altro; e una domenica anch’io ero andato con mio padre alla
piantagione del colonnello Rogers a veder combaere due negri famosi, e
mia madre aveva deo che chi organizzava speacoli come quello nel
giorno del Signore doveva essere un peccatore indurito, e che peccava
anche chi andava a vederli, e lei non capiva cosa c’era di buono e di bello a
vedere due cristiani che si ammazzavano di boe, anche se erano solo due
negri; ma mio padre le disse, oh, sta’ zia, Ruth, e così salimmo sul carro e
andammo fin laggiù, e c’era tua Magnolia quel giorno a veder combaere
quei due negri, che erano famosi per davvero, e uno si chiamava Sid, ed
era un negro di Mr. Rogers, e lui l’aveva fao addestrare al pugilato e alla
loa da un famoso loatore di quei tempi, e l’altro si chiamava Tom ed era
uno dei negri di Mr. Creevey, e ad assistere alla loa c’era una folla di
negri di Mr. Rogers e anche qualcuno del capitano Creevey, che lui se li
era portati dietro da casa apposta per incoraggiare il suo uomo, e tui i
negri gridavano gli uni contro gli altri e quelli di Mr. Rogers gridavano che
il loro Sid doveva farlo a pezzi, quel Tom di Mr. Creevey; e proprio lì
vicino a me c’era uno dei negri di Mr. Rogers e uno di Mr. Creevey, e il
negro di padron John disse all’altro, voialtri del capitano Creevey siete
tui quanti delle femminucce, e anche il vostro padrone non vale niente in
confronto al nostro, e l’altro ribaé che non era vero niente, e che Mr.
Creevey era più ricco e più giovane di Mr. Rogers, e continuarono così ad
aizzarsi l’uno contro l’altro come fanno i negri, finché l’incontro non
cominciò e allora le urla di tui quanti lì intorno diventarono così forti che
era impossibile parlare, e Sid e Tom se le diedero di santa ragione, che
erano due bestioni, e si vedeva che mangiavano carne tui i giorni, e io
credo che mangiavano meglio quei due negri, e gli altri loatori di Mr.
Rogers e di Mr. Creevey, di qualche bianco povero che c’era lì a guardarli,
con tuo che i negri, lì da noi, hanno sempre avuto da mangiare a sazietà
tui quanti, specialmente la domenica. E padron John e il capitano
Creevey erano lì in prima fila a incoraggiare i loro campioni, e non si
sentiva se non dài, Sid, ammazzalo, e forza, Tom, spaccagli il muso, ma poi
si vide che il più forte era proprio Sid, e per poco non lo ammazzò
davvero, e Tom aveva la faccia coperta di sangue e restò poi sempre cieco
da un occhio dopo quel combaimento, e a un certo punto si sentirono
delle donne che strillavano in mezzo alla folla, ed era la moglie di Ted
Hopper che era incinta e già parecchio avanti verso il parto, e aveva
voluto per forza venire a vedere l’incontro, e annusando tuo quel sangue
s’era sentita male, e doveero mandare un negro di corsa su a Linden a
chiamare il door Yancey, ma quando arrivò il doore era già tuo finito,
e il bambino era nato, e Beth, la moglie di Ted Hopper, stava già di nuovo
bene, e se ne tornò a casa sua quella sera stessa, perché avevano il fieno da
tagliare, con tuo che Mr. Rogers s’era offerto di ospitarla lì per qualche
giorno; e in tua quella confusione i negri di Mr. Rogers avevano
ricominciato a stuzzicare quelli di Mr. Creevey, e che il loro campione era
soltanto una femminuccia, e quelli risposero che Mr. Creevey, se voleva, si
poteva comprare e vendere il loro padrone, e gli altri dissero che come Sid
aveva legnato Tom, così Mr. Rogers poteva prendere a calci Mr. Creevey
quando voleva, e quasi subito s’erano messi a fare a pugni, e i negri di Mr.
Creevey ebbero la peggio, e quando i padroni riuscirono a separarli ce
n’erano due o tre conciati quasi come Tom, e Mr. Rogers si mise a ridere e
mandò a prendere una boe di birra, e quello era il modo con cui si
santificava la domenica, laggiù da noi, prima della guerra; ora sembra
impossibile, anche soltanto a pensarlo. E mentre aaccavamo i cavalli per
tornare a casa, mio padre vide un vecchio negro che se ne veniva via a
piedi dal combaimento, strascinando le ciabae in mezzo alla polvere, e
lo guardò bene e poi gli disse, ehi, zio, ma tu non sei il Ned di Martin?, e
quello si tolse il cappello e disse, sissignore, sono proprio io, e mio padre
gli disse, sei stato a vedere il combaimento, eh?, e quello disse, sissignore,
e mio padre disse, ma ai vostri tempi c’era di meglio, eh?, e quello sorrise,
con una bocca sdentata, e disse, sì, signore, noialtri eravamo meglio, ma
cosa farci?, il mondo va sempre peggiorando, e mio padre disse, parole
sante, Ned, e arrivederci, e mentre tornavamo a casa mio padre mi disse
che quello era stato uno dei più forti loatori dei vecchi tempi, e aveva
fao guadagnare al suo padrone dei bei dollari, e anche lui se n’era messi
da parte un bel po’ con le scommesse, proprio così, che per un negro si
poteva dire che stava bene, con quel che aveva guadagnato; già, già, disse
mio padre, e io vedevo benissimo che s’era perso nei ricordi, era uno dei
più forti, e che stallone, anche!, sogghignò; e io ne approfiai che non
c’era lì mia madre, perché lei non gli avrebbe mai lasciato fare quei
discorsi, e gli dissi, come sarebbe a dire, eh, papà?, e lui mi guardò e
tacque, e poi disse, oh, be’, tanto non c’è niente che tu non possa sapere, e
mi raccontò che era grazie a Ned che il vecchio Ebenezer Byrd aveva
impregnato per la prima volta quella negra che s’era comprato per far
razza; appena gli era entrata in casa, era andato da Sam Martin, perché
quello lì era un suo negro, e per questo lo chiamavano il Ned di Martin, ed
era il più forte loatore della contea, e lui convinse Sam Martin a darglielo
in affio per un mese, e ogni noe lo chiudeva con la negra, e con tuo
che il Ned di Martin era sposato e al principio aveva deo al suo padrone
che lui non ne voleva sapere, be’, di lì a nove mesi quella negra mise al
mondo due gemelli, e il vecchio Ebenezer e sua moglie, raccontava mio
padre, erano fuori di sé dalla gioia, e si facevano in quaro per dare alla
negra tuo quello che voleva, purché avesse abbastanza lae e i bambini
crescessero sani; e uno poi crepò quasi subito, ma l’altro visse, e da lì
cominciò la loro fortuna. Be’, come dico, eravamo tui d’accordo con Phil
White, noialtri, che combaere di Sabbath non era un peccato, se il
nemico ti obbligava a farlo, e quel che era successo al vecchio Jack ci
faceva venire ancora più voglia di dargli dentro agli yankees e affogarli
tui nel fiume; e finalmente quella maina venne l’ordine di meerci in
linea e andare al fuoco, che era già da un pezzo che si sentiva il cannone e
l’urlo degli altri ragazzi che andavano all’assalto, ma a noi, per tua la
fatica che avevamo fao il giorno prima, ci tennero indietro per un po’, ma
poi venne il momento che bisognava buare dentro tuo e verso
mezzogiorno toccò anche a noi, e ci fecero avanzare fino a una radura
dove gli yankees s’erano trincerati quella noe, e noialtri sbucando in
quella radura e prendendo posizione e caricando i moschei si gridava
tui, ricordatevi di Jackson!, e io m’immagino che quel grido lì deve aver
fao gelare il sangue nelle vene agli yankees, ancora di più di quel che
succedeva di solito col nostro grido di guerra; e quella radura era già
cosparsa di morti e feriti, di tui quelli che avevano cercato di prendere
quelle trincee quel maino e non c’erano riusciti; e il generale Rodes
venne fin lì in mezzo a noi a cavallo e disse che ora toccava a noi, il nostro
reggimento e quello del colonnello Ross, che anche quello era tuo
reclutato nella nostra contea e nella contea di Choctaw e nella contea di
Sumter, tua gente delle nostre parti; e infai un po’ più in là nella
boscaglia, mica tanto distante da noi, si sentiva già la voce del colonnello
Ross che arringava il suo reggimento, e lui era uno che la sua voce quando
voleva si sentiva, che prima della guerra era avvocato; e anch’io lo avevo
conosciuto quando citai in tribunale Sam Martin, che i suoi negri avevano
raccolto il cotone anche nel mio campo giù a Sudley Springs, e lo avevano
portato via nei sacchi insieme al loro, che non so proprio come potevano
sbagliare, perché il campo di Sam Martin arrivava fino al vecchio noce, e
non oltre, e non era mica tanto grande, per di più, che tre negri bastavano
a coltivarlo e raccogliere il cotone, e per raccogliere anche il mio devono
aver lavorato mezza giornata in più, e Sam Martin disse che suo figlio Bob
aveva visto passare di lì Debbie Garson, che andava a prendere acqua alla
sorgente, che lì era buona, l’acqua, mica come quella del pozzo che il
vecchio Charlie Garson aveva scavato giù soo casa sua, che era acqua di
palude, e portava la febbre; e così, disse Sam Martin, suo figlio Bob se
n’era andato dietro a Debbie, e s’era divertito con lei lì alla sorgente, e quel
giorno faceva un gran caldo, e lui s’era tirato il cappello sugli occhi e si era
addormentato, e i negri avevano continuato a raccogliere il cotone anche
oltre il vecchio noce. E in questa storia non c’era neanche una parola di
vero. Perché io non ho mai visto dei negri che rimangono senza nessuno
che li sorveglia, e invece di sdraiarsi all’ombra a riposare ci danno dentro a
lavorare e raccolgono il cotone anche dove non devono e dove non è più
terra del loro padrone e loro lo sanno benissimo che non hanno proprio
niente da fare, lì. E Bob Martin mi confessò che non era vero, ma che suo
padre gli aveva deo di raccogliere il cotone anche nel mio campo, che lui
diceva che io avevo spostato la pietra di confine, e che quel campo non
doveva arrivare fino al vecchio noce, ma soltanto al letamaio degli Yocom,
e che lui era stufo di litigare con me, e stavolta me la faceva vedere; e
George Yocom lo sapeva bene, che portava un carro di letame giù al suo
campo oltre il ruscello, e aveva visto i negri lavorare soo il noce e Bob
Martin lì in piedi a sorvegliarli, con un filo d’erba in bocca, questo sì, e
dopo un po’ s’era sdraiato all’ombra, ma era sveglio, credo, disse George
Yocom. E a ripensarci adesso mi dispiace di aver picchiato Sam Martin,
quel giorno, che era vecchio e con me non ce la faceva, e anche di
quell’altra volta che picchiai suo figlio Bob, che era ancora prima della
guerra, e lui quasi non sapeva fare a pugni, e poi fu ammazzato a Malvern
Hill, e suo fratello Bill era già morto a Seven Pines, e Sam Martin restò
solo al reggimento, che ci erano venuti in tre, e in più un negro, che poi
morì già il primo inverno per la febbre tifoide, e quando tornammo a casa
di quei campi non era rimasto niente, solo rovi e gramigna, e la gente
aveva tagliato il noce, che quell’inverno tagliavano qualunque albero pur
di avere un po’ di legna da scaldarsi; e io dissi a Sam Martin, be’, gli dissi,
valeva la pena di litigare tanto? E lui non disse niente e piangeva, proprio
lui, che in vita sua aveva ammazzato più di un uomo; piangeva e io lo
guardavo, lì in mezzo ai rovi, in quello che una volta era il suo campo, e
con i suoi figli morti che non potevano più dargli una mano a rimeersi in
piedi, e i suoi negri che erano scappati chissà dove; e gli ripetei, eh, Sam,
valeva la pena?».

Il vecchio parlava, ma la ragazza non lo ascoltava più. Stava pensando al


negro e alla negra rinchiusi insieme nella baracca soffocante, il pagliericcio
scricchiolante gonfio di foglie di granturco, i corpi lucidi di sudore soo la
camicia e la sooveste. anto c’è voluto?, si domandò. Una noe, una
seimana? E poi, il ventre che si gonfia, lievita come il pane, si tende come
un tamburo. E l’uomo, oramai inutile, che torna dal suo padrone, ad allenarsi
per la loa, e a far soldi con le scommesse. Negri, pensò con un brivido. Provò
a rievocare una qualunque delle negre che conosceva, che s’era veduta
intorno fin da bambina, nella cucina di sua madre, e a immaginarla col Ned
di Martin. Peggy l’avrebbe fao? Joy l’avrebbe fao? E io? Cos’avrei fao,
io? Il brivido tornò a percorrerla, serpeggiando lento soo la sua pelle. Ma
quelle sono negre, non sono come noi. Aveva ragione mamma, se potevano
fare queste cose vuol dire che non sono come noi.
19

«Verso mezzogiorno noi eravamo sul bordo di una radura che


aspeavamo di andare all’assalto, e gli yankees erano lì a neanche cento
passi, dietro le loro barricate; e proprio in fondo a quella radura c’era una
grande casa di maoni rossi, che bruciava, e uno dei camini e una metà del
teo erano già crollati, e di lì saliva su una gran nuvola di fumo nero, e ci
dissero poi che quella era la vecchia casa dei Chancellor, che prima della
guerra era una locanda, e la migliore in tua la foresta, anche, e il vecchio
Joe Hooker aveva piazzato lì il suo quartier generale, e ancora quella noe
aveva dormito proprio lì, ma ormai l’artiglieria l’aveva presa di mira da un
pezzo, e non restava più un vetro alle finestre e anche uno dei pilastri del
portico davanti all’ingresso era andato giù soo le granate, e credo che a
quell’ora il vecchio Joe Hooker era già ben lontano di lì; e ho sentito dire
anche che quel maino gli era caduto un maone in testa, per una palla
che aveva sfondato il muro proprio sopra di lui, e per questo non capiva
mica più tanto bene quel che stava succedendo, ma io dico che già prima
di quel maone lui doveva aver smesso da un pezzo di capirci qualcosa, in
quella baaglia. E mentre noialtri eravamo lì che aspeavamo l’ordine di
andare soo, e il generale Rodes andava su e giù dietro la linea, fra il
nostro reggimento e quello del colonnello Ross, e ogni tanto scambiava
qualche parola con gli ufficiali, ecco che arrivò lì a cavallo anche il
colonnello Rogers, e saltò giù di sella proprio dietro di noi, e qualcuno gli
prese la cavalla e la portò indietro, e lui non aveva la sciabola, ma una
canna soo il braccio, e un cappello nuovo in testa, di paglia, che non so
proprio dov’era andato a trovarlo, e si portò davanti alla linea e guardò per
un po’ la radura e le barricate degli yankees, e tui quei morti e quei feriti
che c’erano lì fra noi e loro, e i feriti cercavano di tirarsi su sui gomiti e
strisciare indietro, per non restare presi in mezzo un’altra volta; e noialtri
era già da un po’ che stavamo lì a guardare quello speacolo, e non
avevamo mica tanta voglia di andarci dentro anche noi, e a dire la verità
non eravamo affao allegri, ma chi aveva ancora la sua Bibbia l’aveva
tirata fuori ed era molto impegnato a sfogliarla, e c’era qualcuno che
pregava a voce alta e tanti altri che stavano a sentire, e qualcuno che
scriveva il suo nome su un pezzeo di carta e se lo aaccava alla giacca,
che così almeno era possibile riconoscerlo e seppellirlo come si deve, se ci
restava ammazzato, e Nat Falwell che aveva ancora un mazzo di carte in
tasca uscì dai ranghi di soppiao e fece due o tre passi nella boscaglia e lo
fece sparire fra i cespugli, che stavolta perfino lui aveva paura a portarselo
dietro in baaglia, quel mazzo; e il colonnello Rogers proprio in quel
momento si voltò verso di noi e lo vide, e diventò tuo rosso e disse, tuoni
e fulmini, disse, cosa fai lì fuori dai ranghi?, e torna subito in fila con gli
altri, mi senti?, e, Nat Falwell, se ti pesco un’altra volta ti rimando drio a
casa!, e Nat Falwell intanto era già tornato in fila, e si toccò il cappello e
disse, be’, colonnello, a me va bene, perché farsi buar fuori dal
reggimento sarà anche un disonore, ma proprio adesso m’è venuto in
mente che non si sta bene da nessuna parte come a casa, e il colonnello
Rogers sogghignò e disse, bene, su questo credo che siamo tui d’accordo,
eppure, ragazzi, adesso tocca a noi andare soo; le vedete laggiù quelle
barricate? E noi rispondemmo di sì, qualcuno, almeno, ma gli altri stavano
zii e aspeavano quel che doveva venire dopo; e padron John le additò
colla canna, quelle barricate degli yankees, che dietro si vedevano le canne
dei fucili e i cappelli dei soldati che ci stavano dietro, e si capiva che quelli
là erano tui quanti inginocchiati dietro quei tronchi e aspeavano noi; e
il colonnello Rogers non sembrava per niente contento che stavamo così
zii, e alzò la voce e disse, be’, ragazzi, mi conoscete o no, a me? E
qualcuno si mise a ridere, e parecchi gridarono, sì che ti conosciamo,
padron John! E il colonnello si mise a ridere anche lui, e agitò la canna per
aria e disse, allora, ragazzi, siete con me? E quasi tui gridarono, siamo
con te, padron John! E lui: ci venite con me fino a quelle barricate? E tui
quanti strillammo, ci veniamo, padron John, ci veniamo! E allora lui si
tolse il cappello e lo agitò per aria e disse, be’, allora, avanti, ragazzi, con
me!, e si avviò davvero verso quelle barricate, e tui quanti lanciammo il
nostro urlo, e poi qualcuno gridò, ricordatevi di Jackson!, e tui urlammo
un’altra volta; e padron John andava avanti a tui, con la canna in pugno
e il cappello di paglia, bello come ai vecchi tempi quando andava a
passeggio nella sua piantagione, e noialtri invece eravamo la più
pidocchiosa e stracciata banda di ribelli che s’era mai vista, e io avevo un
buco di palloola nel cappello e un altro nella cartuccera, e i vestiti che
avevo addosso erano tuo quello che possedevo al mondo; ma in quel
momento eravamo pronti a seguirlo fino a quelle barricate e anche un po’
più in là. E com’è vero che c’è il Signore lassù in cielo, ci siamo arrivati;
mica tui, si capisce, che in quei cento passi di radura che c’erano da fare
ci hanno lasciato la pelle in tanti, e Phil White è caduto lì, e anche Dave
Jones, e c’era un fumo e una polvere che non ci si vedeva, per le esplosioni
delle granate, e in quella confusione anche il reggimento del colonnello
Ross che caricava dall’altra parte si mescolò col nostro e io arrivai sul
parapeo insieme a gente che non conoscevo, e la prima bandiera che ho
visto piantare sulla barricata era di quell’altro reggimento, ed ero lì
quando il colonnello Ross si prese una palla in faccia e andò giù come un
sacco di patate, e invece quando ammazzarono il colonnello Rogers non
me ne accorsi nemmeno, lo seppi solo più tardi, eppure lo ammazzarono a
pochi passi da lì, e poi li trovammo uno accanto all’altro, padron John e il
colonnello Ross; ma come dico, c’era un fumo e una polvere che
nascondeva tuo, e l’urlo era terrificante, e copriva addiriura la
sparatoria, ed era l’urlo dei nostri che correvano avanti e scavalcavano il
parapeo, e quello degli yankees che gridavano per farsi coraggio dietro la
barricata, e di quelli che venivano scannati; e prima ancora di
accorgercene ci siamo trovati al di là del parapeo, e quelli là dall’altra
parte buavano i fucili e si arrendevano, che non avevano neanche fao in
tempo a scappare, tanto in frea gli eravamo arrivati in mezzo; e subito
vedemmo che alcuni erano yankees, con le loro giubbe blu, ma la maggior
parte, be’, come dire? Insomma, ecco, erano negri: sì, proprio negri, e non
in divisa ma in maniche di camicia e calzoni da lavoro, e anche se avevano
tui quanti buato via il fucile si capiva benissimo dalle loro facce
stravolte che fino a un momento prima erano tui inginocchiati lì dietro la
barricata a sparare, e qualcuno che era rimasto lì morto aveva ancora il
fucile in mano. E a dire la verità, noialtri l’avevamo sentito dire già da un
pezzo che gli yankees volevano armare i negri, e si diceva che giù
all’Ovest ne avevano formati addiriura dei reggimenti, di negri scappati
dai padroni, quelli che chiamavano contrabbandi, ma però con ufficiali
bianchi, e qualcuno non ci credeva, e diceva che neanche gli yankees
potevano fare una cosa simile, ma qualcun altro diceva che era possibile
eccome, e c’era pure chi l’aveva visto coi suoi occhi; e alla fine di questi
discorsi i ragazzi erano sempre d’accordo che se davvero gli yankees
armavano i negri, non restava che alzare la bandiera nera, che vuol dire
niente quartiere, e non si fanno prigionieri e non c’è pietà per nessuno. E
una volta Tim Benne aveva sentito Ted Hopper che diceva, ehi, ragazzi,
io se incontro un negro in baaglia, non gli do mica quartiere; e noi i negri
li abbiamo sempre traati bene, credo, e ora se si meono a combaere
contro di noi, non meritano quartiere, e io, comunque, non gliene do; e a
Tim Benne gli saltò in testa di dire che in ogni caso non era mica colpa
dei negri, perché semmai erano gli yankees che li obbligavano a
combaere, e i negri se potevano farne a meno non combaevano di
sicuro; e Ted Hopper disse, be’, sì, quanto a questo è proprio così, e quando
Tim Benne tacque, lui ripeté, eh sì, è così, e poi alzò le spalle e aggiunse:
ma io comunque non gli darò quartiere. E però, a dire la verità, noi non ci
credevamo mica fino in fondo, che un giorno potevamo trovarci di fronte a
dei negri armati; perché fin dall’inizio gli yankees avevano dei mulaieri
negri, si capisce, ma questo non voleva mica dir nulla, che i negri coi muli
si capiscono, e parlano la stessa lingua, e dove un bianco può strillare e
pestare i piedi e menar frustate per un’ora, e i muli lì tranquilli che non si
muovono, e tu’al più agitano un po’ la coda per cacciar via le mosche,
ecco che arriva un negro e gli dice due paroline all’orecchio, e i muli
subito capiscono cosa devono fare e si meono in marcia; son due razze
fae apposta per intendersi, i negri e i muli, e nessun esercito ha mai
avuto mulaieri bianchi, credo; ma in questo non c’era niente di male, e
noi non li ammazzavamo di sicuro, quei negri lì; e anche quei
contrabbandi che erano scappati dai loro padroni per andare con gli
yankees, a nessuno era mai venuto in mente di ammazzarli, non apposta,
comunque, anche se poi era molto meglio per loro non trovarsi in mezzo
quando fischiavano le palle; come quella volta a Frayser’s Farm, che
andando avanti in mezzo alla palude noialtri ci eravamo affacciati proprio
sopra a un guado, dove c’era una folla di uomini e di bestie che si
accalcavano per passare, ed era uno squadrone di cavalleria yankee che
stava cercando di tirarsi fuori dal fango, con tanto di vagoni e di carrei, e
mescolata ai soldati c’era una folla di negri, chi a piedi, chi a cavalcioni su
asini e muli, e famiglie intere con donne e vecchi e bambini, che dovevano
essere tui quanti scappati dalle piantagioni dei dintorni, e Ben McCulloch
disse, be’, ragazzi, io direi di fare un po’ di tiro al bersaglio, e vi dico subito
che tirerò ai soldati, ma se per caso becco un negro, non me ne importa un
fico secco; e tirammo ciascuno tre o quaro colpi nel mucchio, e non ho
mai più visto tanta gente saltar giù così in frea dai carrei e squagliarsela
nel fango, e ci scommeo che qualche mammina deve aver dimenticato i
marmocchi, tanta frea avevano di andar via di lì; ma comunque non ce
l’avevamo con loro; ma quando gli hanno dato un fucile in mano, be’, è
diventata tua un’altra faccenda, mi pare, che non gli bastava al vecchio
Abe Lincoln, là dalla sua poltrona a Washington, di mandarci contro i suoi
briganti e mercenari assassini, e la schiuma della terra, ma anche i negri
doveva mandarci. E posso dire che quel giorno, che abbiamo preso
d’assalto quelle barricate, e lasciato tui quei morti lì nella radura, tui
ragazzi che conoscevamo fin da quando eravamo bambini, e ci avevamo
mangiato e dormito insieme fin dal primo giorno di guerra, e adesso erano
lì stecchiti nella polvere e soffocati nel loro sangue, e ci siamo accorti che
quelli lì che sparavano da dietro la barricata erano negri, be’, non ci
abbiamo visto più, anche se s’è capito subito che quei negri lì non erano
mica soldati, ma erano semplicemente quei mulaieri e sterratori e
lavandai che avevamo sempre visto, solo che stavolta avevano preso il
fucile; e io non lo so se era stata un’idea degli yankees, lì, che forse i loro
ufficiali s’erano accorti che erano rimasti troppo pochi per difendere
quella barricata, e allora avevano pensato di armare i negri, che quando
uno è disperato non si ferma davanti a niente pur di venirne fuori; ma
qualcuno disse poi che non era affao così, ma che quei negri s’erano
armati da soli, con i moschei degli yankees che erano rimasti uccisi o
feriti, perché non volevano essere caurati da noialtri e rivenduti in
schiavitù; perché si capisce che noialtri quando prendevamo questi negri
fuggitivi, se non si riusciva a scoprire da dove erano scappati e rimandarli
dai loro padroni, be’, finiva che li mandavamo a vendere giù a casa, e mica
potevamo fare diversamente, no?, e quando poi quell’estate siamo entrati
in Pennsylvania, e quel paese lì era pieno di negri, scappati dai padroni, e
magari anche negri che abitavano lì già da prima, si capisce che i ragazzi
non stavano a far tante differenze; e noi non eravamo in testa alla colonna
e arrivavamo sempre troppo tardi, ma la cavalleria, appena entrava in una
cià, per prima cosa dava la caccia ai negri per la strada e li ammassava
tui insieme in qualche piazza, uomini e donne e bambini, e se li portava
via, e poi li vendevano; e devo dire che costavano anche poco, ma io non
ne ho mai comprati, che non sapevo poi come fare a mandarli giù a casa, e
una volta a Chambersburg, lì in Pennsylvania, ho trovato in un cortile dei
cavalleggeri che si dividevano una famiglia di negri, e c’era lì una
signorina del posto, una bianca, dico, che piangeva e protestava, e diceva
che quelli lì erano dei negri liberi, e che lei li conosceva, ma quei
cavalleggeri si misero a ridere e uno disse, signorina, un negro è un negro,
mi pare; e si prese su un ragazzino in sella e se lo portò via, e gli altri
legarono gli uomini e le donne e se li portarono via, insieme all’altro
bestiame che avevano preso ai contadini lì del posto, vacche e muli e
cavalli; e così si vede che quei negri lì che erano venuti nella foresta di
Wilderness coll’esercito del vecchio Joe Hooker avevano paura d’essere
ripresi e avevano deciso di prendere il fucile, ed è stato lo sbaglio più
grosso della loro vita. Perché noialtri quando ci siamo accorti che la
maggior parte di quei prigionieri caurati dietro la barricata erano negri,
ci siamo guardati in faccia, e ognuno ha capito che gli altri pensavano la
stessa cosa; e quando il capitano Pollock, che s’era preso una palla di
striscio in faccia, e sanguinava e si tamponava la guancia col fazzoleo,
anche se poi s’è visto che non era niente, ma allora era tuo sporco di
sangue da far paura, e ha deo, be’, ragazzi, portate indietro questi
prigionieri, che c’è l’ordine di raggrupparli tui nella radura, io e Ted
Hopper siamo stati zii, e quando il capitano s’è allontanato io ho deo,
be’, Ted, cosa dici, che bisognerà rimandarli indietro tui insieme, o non
sarà meglio dividerli prima, gli yankees da una parte e i negri dall’altra,
eh, Ted?, e Ted Hopper ha deo, io direi che è meglio dividerli, Dick, e ha
sputato per terra e ha deo forte, ehi, voialtri, tui i soldati bianchi
vengano qua, e quelli non sapevano cosa fare, ma alla fine hanno fao
qualche passo avanti, e i negri sono rimasti indietro e stavano tui vicini e
ci guardavano con gli occhi sbarrati, e Ted Hopper ha deo a Tim Benne,
ehi, Tim, gli ha deo, prendi questa gente e accompagnala giù alla radura,
e Tim Benne ha fao segno agli yankees di seguirlo, e sono spariti oltre
la staccionata, e lì siamo rimasti io e Ted Hopper e Sam Martin, e per un
po’ siamo stati zii, e poi Sam Martin ha deo piano, ragazzi, questi qua ci
sparavano addosso, che adesso li lasciamo andar via così?, e ci siamo
guardati in faccia, e Ted Hopper ha deo, accompagnamoli un po’ più giù,
che ci dev’essere un torrente, e li abbiamo spinti araverso gli alberi con i
calci dei fucili, finché non siamo stati abbastanza lontani dagli altri, e
allora Ted Hopper ha cominciato a caricare il fucile, e quei negri erano
diventati tui grigi come la cenere, e avevano gli occhi fuori dalle orbite,
ma ancora non osavano scappare, per paura di farsi sparare nella schiena,
e io e Sam Martin li abbiamo tenuti a bada, e poi a turno abbiamo caricato
il fucile anche noi, e poi Ted Hopper ha deo, be’, ragazzi, io l’avevo deo,
niente quartiere ai negri!, ve ne ricordate o no?, e io ho deo, me ne
ricordo, Ted, me ne ricordo; e all’improvviso lui ha alzato il fucile e ha
sparato alla pancia a uno di quei negri, e gli altri hanno strillato tui
quanti come bestie spaventate, e anche io e Sam abbiamo sparato e
ricaricato e sparato ancora, e solo allora quelli hanno cercato di scappare,
ma noi li avevamo portati fino a una specie di pozza, dove s’allargava il
torrente in mezzo ai salici, e così profonda che non si poteva araversare,
e qualcuno di quei negri ci si è buato dentro, e un altro che credeva
d’essere più furbo ci è corso incontro, s’è inginocchiato e gridava, per
piacere, per piacere non sparatemi, e io gli ho deo, dannazione, cosa ci
facevi qui? A combaere contro i tuoi padroni? E ho spianato il fucile e gli
ho sparato in faccia; e poi ci siamo occupati di quelli che s’erano buati in
acqua per scamparla, e ora se ne stavano lì nell’acqua fino al collo, e non
sapevano nuotare, e chiedevano pietà, ma noialtri gli abbiamo sparato alla
testa a tui, che sembrava quando si tirano le bocce contro i birilli. E dopo
aver finito ce ne stavamo tornando indietro per raggiungere gli altri,
quando abbiamo incontrato il capitano Pollock, e lui aveva sentito quegli
spari e veniva a vedere cos’era successo, e ci guarda e fa, be’, ragazzi, e i
prigionieri?, e Sam Martin fa, oh, tuo a posto, capitano, sono sistemati, e
il capitano Pollock ha fao una faccia strana e ha proseguito fino allo
stagno, e poi è tornato indietro e ha balbeato, be’, sul mio onore, questo!,
e non riusciva a dire nient’altro, e gli tremavano le mani, e Ted Hopper ha
deo, dannazione, capitano, non è mica la nostra legge di prendere
prigionieri i negri, io dico di ammazzarli tui; e quando ha visto che il
capitano non rispondeva, ci ha guardati come per dire, be’, che vi dicevo?,
e intanto eravamo quasi arrivati alla barricata, e lì per terra c’era un altro
di quei negri, ferito, con la camicia tua macchiata di sangue, un uomo già
avanti negli anni, e Ted Hopper va lì e gli fa, ehi, tu, hai combauto anche
tu con quegli altri dannati negri?, e quello l’ha guardato negli occhi e gli
fa, sì, e Ted Hopper gli fa, Dio ti danni, allora, adesso ti ammazzo, e gli ha
sparato; e proprio allora è arrivato lì il capitano Creevey, e non s’è
neanche accorto che lì dietro di noi c’era Mr. Pollock, e ha guardato Ted
Hopper e ha deo, ehi, ragazzi, se non la smeete di ammazzare questi
negri vi faccio meere agli arresti, e poi se n’è andato; e Ted Hopper ha
continuato a guardarsi intorno, a vedere se c’erano altri negri da
ammazzare; ma non ce n’erano più, e poi abbiamo saputo che anche quelli
delle altre compagnie, quando gli hanno dato in consegna dei negri fai
prigioneri lì alla barricata, se appena potevano li hanno portati lontano nel
bosco e li hanno fai fuori, e io credo che di quei negri lì che avevano
preso il fucile ne saranno poi arrivati pochi al campo di prigionia».

La ragazza trasalì. S’era accorta all’improvviso che la negra, chissà da


quanto tempo!, era entrata nella stanza, e stava appoggiata alla porta, in
piedi, con gli occhi fissi sul vecchio, e ascoltava in silenzio, immobile nel suo
vestituccio di cotone. La ragazza sentì l’impulso di scaare in piedi e
cacciarla via, e stava per meersi a urlare, che cosa ci fai tu, qui? Cosa ci fai
qui ad ascoltare quello che non devi, che queste sono cose da bianchi, e tu
torna in cucina, e non osare più un’altra volta venire qui, hai capito? Che
soltanto noi possiamo ascoltarle queste cose, e neanche tui, ma noi che
siamo di qui, e capiamo, e c’è chi queste cose non le deve sentire perfino tra i
bianchi! La negra la vide sussultare, e sostenne il suo sguardo; per un
momento rimasero lì a fissarsi negli occhi, la ragazza bianca seduta al
tavolo, ma pronta a scaare in piedi e meerle le unghie in faccia, e la donna
in piedi davanti alla porta; poi la negra si asciugò le mani nel grembiule,
passò dall’uno all’altra uno sguardo indecifrabile, e uscì. La ragazza strinse i
pugni finché le nocche non divennero bianche. Ma il vecchio, intanto,
continuava a parlare…
20

«Solo quando siamo tornati indietro per radunarci intorno alla bandiera
ci hanno deo che padron John era morto, e il reggimento adesso lo
comandava il capitano Creevey, anche se il capitano Pollock era più
anziano, ma lui disse che non se la sentiva, e il capitano Taggart era stato
ferito e altri ufficiali più anziani non ce n’erano, e così il capitano Creevey
prese il comando; e io credo che se il capitano Pollock rifiutò di comandare
il reggimento aveva le sue ragioni, e mi figuro che fu proprio da allora che
prese quell’abitudine di bere, anche se all’inizio non se n’era accorto
nessuno, ma io credo che cominciò proprio allora, e beveva alla sera
quand’era solo nella sua tenda, e poi infai diede le dimissioni mica tanto
tempo dopo e se ne ritornò a casa, e quando ritornai a casa anch’io alla
fine della guerra, lì ormai lo sapevano tui che beveva, anche se nessuno
l’ha mai visto ubriaco fuori di casa sua, ma in casa beveva eccome; e lui, il
capitano Pollock dico, aveva cercato di vendere la sua terra già da un
pezzo, fin dal primo anno di guerra, e il capitano Creevey aveva parlato di
comprarla, ma poi non si misero d’accordo, e quando la guerra finì quella
terra non valeva più niente, e la vendee poi al capitano Creevey nel ’66 o
nel ’67, per tremila dollari, dicevano, una faoria che prima della guerra
ne valeva almeno diecimila; e per un po’ il capitano Pollock e sua moglie,
Miss Rose, e le loro figlie non sposate andarono tui quanti a vivere da
suo cognato, Mr. Robards, su a Milliken’s Bend, e poi lui con quei soldi
riuscì a comprare una casa, che non era grande neanche la metà di quella
dove abitavano prima, mica tanto lontano di qui, a Coldfire Creek, e ci
andarono a vivere e lì Miss Rose si ammalò e rimase ammalata per poco
tempo e alla fine morì, e il capitano Pollock rimase solo con Miss Ella e
con Miss Jamie, le sue due figlie non sposate, e tui sapevano che lui si
aaccava alla boiglia, e quando aveva bevuto le picchiava, specialmente
Miss Ella, e quando poi era sobrio si disperava e promeeva di non farlo
mai più, perché lui era il padre più sincero e affeuoso del mondo, quando
non beveva, e le adorava tu’e due e si ammazzava di fatica per fargli
vivere una vita decente, e più di una volta promise di non bere più, e
riusciva a star lontano dal whiskey anche per tre o quaro seimane, e
bisognava vedere allora com’era fiero, andava in visita e vedeva gli altri
bere e rifiutava, e diceva, no, io i liquori non li tocco, ma poi era più forte
di lui, e tornava a bere; e Miss Jamie alla fine se ne andò di casa e andò a
stare con sua sorella vedova, Miss Edith, giù a Linden, e credo che
lavoravano di cucito e facevano anche le lavandaie, e così vivevano; ma
Miss Ella, lei andava ancora a scuola ed era così aaccata al capitano che
non volle mai andar via di casa, e cucinava per lui e lo teneva sempre
pulito e in ordine, anche se lui quando beveva la picchiava e la cacciava di
casa, che le toccò più di una volta passare la noe fuori nei boschi; e
quando finì il collegio ebbe il primo premio e scelsero lei per leggere il
saggio, o com’è che si chiama, che ci andò tua la contea a sentirla
recitare; e fu poi proprio quell’autunno, sarà stato il ’69 o il ’70, che Miss
Ella si prese la polmonite e in neanche una seimana morì, una ragazza di
sedici anni; e il capitano Pollock oramai era un uomo finito, e mi ricordo
che dicevano che aveva la morte in faccia, ed era stato come una nave
senza timone fin da quando gli era morta Miss Rose, ma ora imbarcava
acqua molto in frea; e prima parlava ancora di vendere la casa e andare a
cercar fortuna in Texas, ma poi smise, e non c’era più niente che lo
interessava, e Miss Jamie tornò a vivere con lui, ma non passò mica molto,
neanche un anno, credo, che lui prese la pistola e si tirò un colpo in bocca,
poveraccio; ma io dico che non era mai più stato lo stesso dopo che aveva
dato le dimissioni dall’esercito e se n’era tornato a casa. E il capitano
Creevey, lui restò con noi fino alla fine, e quando tornammo a casa, io e
Ted Bierrot e Sam Martin e quei pochi che siamo tornati, il capitano
Creevey era l’unico rimasto dei grandi proprietari della contea, e comprò
dal capitano Pollock e si comprò anche la proprietà del colonnello Rogers,
che la sua vedova voleva liquidare tuo e andarsene, e credo che l’ebbe
per un boccone di pane; ma era uno che sapeva fare i suoi affari, il
capitano Creevey, e ancor oggi qui sono i suoi nipoti i padroni di tuo, e la
gente lo rispeava, soprauo chi era stato nell’esercito e lo aveva visto
in guerra; e anche noialtri, io e Ted Bierrot, dico, ci capitò di ritrovarlo
mentre ce ne tornavamo a casa, a piedi, perché in quei giorni le ferrovie
non andavano e non c’era più nessuna autorità nel paese, e decidemmo di
fare la strada insieme a lui, ed eravamo talmente abituati a ubbidirgli che
continuavamo a farlo, anche se naturalmente non c’era più nessun
obbligo; e mica soltanto noi, perché quelle stellee sul colleo le
rispeavano ancora tui, e una volta dalle parti del fiume Chaahoochee
trovammo dei soldati che stavano portando via da una stalla l’ultimo
cavallo che era rimasto a un contadino, e quel contadino quando vide il
capitano Creevey gli chiese per piacere di intervenire, e il capitano
Creevey disse, be’, uomini, cosa state facendo?, e lasciate stare quella
bestia, e tirò fuori la pistola, e quelli là se ne andarono subito senza
protestare, sentendo quel tono, che erano troppo abituati a ubbidire per
rendersi conto che non erano più obbligati; e quando tornammo a casa, fu
il capitano Creevey a radunare tui gli uomini del paese che erano tornati,
e a organizzarli per mantenere l’ordine, perché ci vollero parecchie
seimane prima che tornassero la legge e il governo, e sulle strade e nella
campagna in quei giorni passava di tuo; e anch’io un giorno ero nel mio
campo dietro la legnaia che spingevo l’aratro, con mio fratello Tom e la
sua negra che lo tiravano, perché non c’era rimasto neanche un mulo in
quei giorni, anche se prima di Natale siamo poi riusciti a comprarne uno
da una squadra di cavalleggeri yankee che passavano di lì, che li avevano
rubati chissà dove e avevano frea di darli via, e li davano via per poco; e
mentre ero lì dietro l’aratro, ecco che passa il capitano Creevey, a cavallo,
e con lui due o tre altri ragazzi, tui a cavallo, e il capitano aveva la
pistola, e tui gli altri erano disarmati, si capisce; e in quei giorni si
parlava molto di certe bande di negri che passavano di lì e salivano verso
il Tennessee, in cerca di lavoro, e a volte entravano con la forza nelle
faorie e rubavano e facevano di peggio, e un negro che apparteneva al
vecchio giudice Holmes era arrivato di corsa dal capitano Creevey a dire
che una banda di venti o trenta di quei negri era arrivata a casa del suo
padrone, ed erano entrati in tue le stanze e avevano preso quel che
volevano, e mangiato tuo quello che c’era in cucina, e s’erano fai dare le
chiavi della dispensa e dell’affumicatoio, e avevano portato via tuo; e il
capitano Creevey era venuto a vedere e s’era fao firmare dal giudice
Holmes un mandato di arresto, che poi non valeva niente, perché il giudice
non era più in carica e dall’arrivo degli yankees non aveva più nessuna
autorità, ma il capitano Creevey disse che non importava e se nasceva
qualche guaio se la vedeva poi lui con il comandante degli yankees, e quel
foglio gli serviva comunque per meersi al riparo dai guai, e il giudice lo
firmò e ora il capitano Creevey stava raccogliendo uomini per dare la
caccia a quei negri; e Ted Bierrot mi prese su a cavallo con lui, e qualcun
altro prese su Tom, e poi non ci volle molto per meere insieme trenta o
quaranta uomini, e abbastanza cavalli, muli e asini per montarli tui; e
chissà come saltarono fuori anche parecchie pistole; e poi gli corremmo
dietro tuo il giorno senza raggiungerli, quei negri, ma io credo che si
riseppe subito in giro, che ci eravamo organizzati, e il giorno dopo il
comandante degli yankees andò a trovare il capitano Creevey e si chiuse
con lui nel suo studio e ci rimase un bel po’, e da allora in poi quelle bande
di negri girarono alla larga da Magnolia, e ogni volta che c’era qualche
altro guaio lì da noi, era il capitano Creevey che s’incaricava di meere
tuo a posto. E quel giorno nella radura, quando ci siamo radunati tui
vicino alla bandiera del reggimento, è il capitano Creevey che ha deo, be’,
ragazzi, ora non allontanatevi troppo, ma cercate pure qui intorno, se
trovate da mangiare, e raccogliete i fucili e le munizioni, che c’è ordine di
raccaare tuo quello che si trova; e noialtri abbiamo ispezionato la casa
dei Chancellor, o quel che ne restava, perché erano parecchie ore che
l’artiglieria ci tirava dentro, la nostra, dico, e poi verso la fine anche quella
degli yankees, e con tuo che era una gran bella casa, tua quanta di
maoni, e costruita per durare cent’anni, be’, ormai non ne rimaneva mica
più molto, e il suo giorno del Giudizio l’aveva bell’e incontrato, e per quel
che ne era rimasto, tanto valeva costruirla sulla sabbia; ma certo il vecchio
Chancellor che l’aveva tirata su non s’immaginava che andava a finire
così, e non aveva risparmiato sulla calcina e sui maoni, e doveva aver
fao venire dei carpentieri su da Fredericksburg, per tirarla su a quel
modo, e allora chi poteva immaginare che sarebbe venuta la guerra, e una
guerra come quella, poi? Be’, come dico, della casa ormai non c’era rimasto
più molto, ma soprauo rovine e mozziconi di muri affumicati, e pure il
camino di pietra, sfondato e mezzo demolito, e la volta della cantina
crollata, schiacciando un bel po’ di feriti che avevano portato lì soo al
riparo, e gli altri che erano ancora vivi si lamentavano e chiedevano acqua,
ma di acqua lì non ce n’era; e di sopra abbiamo trovato dappertuo dei
morti coperti di polvere, yankees tui quanti, e qualcuno anche sulla scala
di dietro, che era di legno e chissà come non era bruciata, ma coi gradini
mezzi sfondati dalle granate, e altri cadaveri ancora nel cortile, soprauo
dietro lo steccato, dove gli yankees avevano cercato di difendersi, e i nostri
li avevano spazzati via; e io e Joe McLaughlin abbiamo fao il giro della
casa, cercando se per caso c’era ancora rimasto qualcosa da meere soo i
denti, o magari un barile d’acqua piovana, e lì sul retro proprio nel
sooscala c’era un’altra cantina con la porta sfondata e divelta dai cardini,
e noialtri abbiamo sceso quei tre o quaro gradini e lì la puzza era
tremenda, e si sentivano dei grugniti come d’un branco di maiali, e Joe
McLaughlin ha deo, sta’ a vedere che qui soo c’è il porcile, e magari è la
volta che ci facciamo una bella costolea, eh, Dick?, e quando siamo
arrivati di soo, be’, era proprio il porcile, solo che c’era lì per terra un
altro morto, e tre maiali magri da far paura, mezzo morti di fame pure
loro, che lo stavano divorando, e Joe McLaughlin s’è fao soo e ha
cominciato a colpirli col calcio del fucile, e quelli grugnivano e si
ribellavano, e non volevano mollarlo a nessun costo, quel morto, e
ringhiavano e digrignavano i denti come cani, e allora Joe McLaughlin ha
perso la testa e ha sparato una fucilata in testa al più vicino, e gli altri
hanno cacciato uno strillo da far paura e si sono precipitati fuori, al troo
su per i gradini e poi via nel cortile, e si sono sentiti gli spari di qualcuno
che gli tirava dietro, ma senza beccarli, però, e Joe McLaughlin ha deo, è
per questo che combaiamo? Per farci mangiare dai maiali?, e poi abbiamo
preso una pala abbandonata lì in quella cantina e abbiamo seppellito quel
morto, così mezzo mangiato com’era, e il maiale l’abbiamo lasciato lì, che
nessuno di noi aveva più il coraggio di mangiarselo, anche se io credo che
dopo sarà arrivato lì qualcun altro che non ne sapeva niente, di quel morto
sepolto lì, e allora se lo saranno mangiato senz’altro, quel porco. E poi
siamo usciti e siamo tornati verso la barricata, e c’erano morti dappertuo,
tui yankees e negri, e sulla barricata, invece, soprauo dei nostri, che
erano stati ammazzati mentre la scavalcavano, e non c’era ancora stato il
tempo di seppellirli; e io e Joe ci guardavamo e non dicevamo niente, e poi
abbiamo scavalcato il parapeo e lì dall’altra parte c’erano solo morti dei
nostri, a perdita d’occhio in tua la radura, e i feriti, invece, li avevano già
portati al riparo; e il colonnello Rogers e il colonnello Ross erano proprio lì
ai piedi della barricata, loro e una dozzina d’altri morti, e si vedeva che li
avevano presi per i piedi e per le spalle e ammucchiati uno sull’altro, che
così era più facile seppellirli, e il colonnello Rogers aveva la camicia aperta
sul peo peloso e tuo incrostato di sangue, e anche la barba, tua
incrostata di sangue, e il colonnello Ross era lì con la testa appoggiata alla
sua spalla, e gli avevano chiuso gli occhi a tu’e due, ma aveva un buco
dove gli era entrata la palla nella gola, il colonnello Ross, e uno squarcio
nel cranio dov’era uscita fuori, perché la palla una volta che è entrata
dentro e araversa la carne e l’osso si avvita e si spappola e quando esce
apre una voragine, grande abbastanza da farci passare un pugno; e noi
stavamo lì a guardare e non sapevamo cosa dire, quand’ecco che proprio
dietro di noi sentiamo uno che fa, ehi, ragazzi, per piacere toglietevi di lì,
che dobbiamo lavorare, e noi ci voltiamo e c’era lì un fotografo col suo
aiutante, e stavano piazzando l’apparecchio lì a due passi, e il fotografo
venne lì a guardare quel mucchio di morti e poi disse, ecco, questo qui,
Bill, e l’aiutante venne lì e presero su uno di quei morti, un soldato che
non conoscevo, e doveva essere del reggimento del colonnello Ross, e s’era
presa una palla in pieno peo e non c’era quasi sangue a sporcargli gli
stracci, e quei due lo tirarono per i piedi e lo spostarono un po’ più in là,
proprio soo il parapeo, e poi il fotografo disse, ehi, Bill, va’ un po’ a
prendere quel fucile che abbiamo usato prima, e l’altro girò dietro la
barricata e tornò con un fucile, e il fotografo lo posò per terra vicino a
quel morto, per far credere che era il suo, e poi ci pensò ancora un po’ e
disse no, non va bene, e spostò la testa del morto per meerla più in luce,
e poi andò dietro l’apparecchio e rimase per un po’ a guardarci dentro, e
poi si tirò su e disse, ecco, così va proprio bene. E io gli andai vicino e gli
dissi sul muso, come, va bene?, e lui non disse niente, ma si guardò intorno
come per cercare il suo aiutante, ma intanto anche Joe McLaughlin s’era
fao soo, e io ripetei, come, va bene?, e lui disse, ma noi stiamo solo
lavorando, e perché non ci lasciate in pace, eh, ragazzi?, e Joe McLaughlin
disse a voce bassa, andate via, e non fatecelo più ripetere, e quello
scuoteva la testa, ma poi si strinse nelle spalle e prese su il suo
apparecchio e fece un cenno al suo aiutante e s’incamminarono tu’e due
su per la radura. E io mi guardai intorno: c’era la casa che finiva di
bruciare, il cielo mezzo oscurato dal fumo, e più in là i pini, a perdita
d’occhio. E fino a un momento prima mi sentivo così pieno di furia, e
adesso non rimaneva più niente, di colpo c’era soltanto il vuoto, come
quando l’inondazione si ritira, e rimane solo il fango secco».
La ragazza aveva finito di riordinare i suoi appunti, e ora aveva chiuso gli
occhi. Dentro di sé li rivedeva tui, Dick Stanton e gli altri, grigi e stracciati,
col cappello in testa e il fucile in spalla, marciare ostinati nella polvere,
all’inseguimento di qualcosa che non si era mai lasciato afferrare. E che era
stato meglio non raggiungere, no?, si disse esitante. Deglutì. Certo che era
stato meglio. Com’erano quei versi? Voltati a guardare… no, volgi gli occhi:
volgi gli occhi all’arrogante passato;
volgiti all’inscrutabile fanteria che si leva,
demoni sorti dalla terra – essi non dureranno.

Riaprì gli occhi, vide il vecchio che fissava cupamente nel vuoto e
masticava il suo tabacco con le gengive sdentate, indurite dall’abitudine. Non
dureranno, ripeté trasognata. Ma è troppo facile. Certo, non sono durati, sono
tui sepolti e calcificati, e anche lui presto li raggiungerà. Eppure, quando mi
sono affacciata sull’abisso, ho rischiato di precipitare anch’io. Loro chiamano
da là soo, e allungano le mani, cercano di afferrare chi si sporge a guardare
in giù. La ragazza rabbrividì al pensiero di quell’abisso spalancato, e sentì il
sapore acido della propria saliva, mentre capiva per la prima volta le parole
del poeta:
dobbiamo noi collocare la tomba nella nostra casa?
La vorace tomba?
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