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L’opera al nero – Margherite Yourcenar

Questo romanzo ci mostra la storia immaginaria, ma fondata su reali circostanze, della vita di Zenone, medico, filosofo e
alchimista del secolo Sedicesimo. Zenone nasce intorno al 1500, figlio illegittimo di Hilzonde (sorella di Enrico Giusto,
padre di Enrico Massimiliano – incontro iniziale con Zenone) e Alberico dei Numi, prelato di stirpe fiorentina. Alberico
viene chiamato in Italia, Hilzonde non riesce a dire ad Alberico di essere incinta, gli manda una lettera, ma non sa se
l’avrà mai ricevuta. Si scopre che Alberico viene ucciso a Roma, per problemi legati al papato…

Si iscrive alla scuola di Teologia nonostante aspiri a ben altro futuro: infatti, non accetta la vita che gli è stata imposta e
decide di partire per conoscere il mondo.
In seguito la madre, rimasta sola, si sposa con Simone Adriansen, un vecchio mercante e si trasferisce a Münster,
vivendo in pace e serenità secondo le regole dell’uguaglianza. La città viene però assediata e presto sia Hilzonde sia
Simone trovano la morte. La loro unica figlia Marta viene affidata alla sorella di Simone, Salomè, la quale la alleva insieme
alla figlia Benedetta a casa dei Függer. La povera famiglia non ha pace poiché dopo poco tempo arriva la peste a
sterminare la popolazione e sia Salomè sia Benedetta muoiono colpiti dalla malattia. A casa dei Függer, per soccorrere i
malati, arriva un medico che si rivelerà poi essere Zenone.
Per tutto questo tempo Zenone ha studiato, compiuto esperimenti e scritto trattati sui suoi studi e inoltre ha avuto infinite
occasioni di lottare con la morte e di meditare su di essa; proprio per questo decide di guardare con occhi nuovi la morte,
la vita e il mondo. Compie un passo cruciale: sceglie di ritornare a Bruges, dove col nome di Sebastiano Theus, opera
come medico. La tranquillità della sua nuova vita viene turbata dall’arresto e dallo smascheramento della sua falsa
identità a causa di un coinvolgimento con strane sette e con singolari frati che praticavano abusi sessuali su innocenti
fanciulle e giovani ragazzi. Le voci negative sul suo conto riemergono come se in realtà nessuno l’avesse mai dimenticato
e viene accusato d’eresia, empietà, sodomia e favoreggiamento dei ribelli: infatti, improvvisamente, venivano a galla
vaghe dicerie legate all’immagine di mago, di rinnegato, di spia straniera. Nessuno aveva riconosciuto Zenone in
Sebastiano Theus, ma ora, retrospettivamente, lo riconoscono tutti. Infine, dopo un lungo processo, viene condannato al
rogo. Incredulo di ciò che gli sta accadendo si ritrova di fronte ad un bivio: l’esecuzione o il suicidio. Decide per una morte
più dignitosa e razionale e si taglia le vene.
L’opera è principalmente suddivisa in tre parti: una chiamata “la vita errante” che narra l’infanzia di Zenone e i suoi viaggi
intorno al mondo; un’altra intitolata “la vita immobile” in cui il protagonista ritorna a Bruges, incontra rappresentanti del
clero (il priore dei Cordiglieri e il monaco Cipriano) e inizia una vita quasi nuova, dedicata alla riflessione sugli studi
appena compiuti; una terza detta “la prigione” in cui viene raccontata la parentesi più triste della vita di Zenone, ossia il
momento dell’arresto, del processo e della sua morte.
L’intera opera è ambientata nel periodo Rinascimentale, del quale si possono cogliere i tratti attraverso la presentazione
dei personaggi e le loro storie; in particolare la vita di Zenone si svolge tra il 1510 e il 1569, anno della condanna e del
suicidio. Sono inoltre presenti riferimenti precisi a date o personaggi come ad esempio Francesco di Valois e Margherita
d’Austria, e avvenimenti storici.
L’autrice introduce direttamente il lettore ai tempi delle condanne per eresia, della diffusione di nuove correnti religiose
come l’anabattismo o la dottrina di Calvino, delle nuove scoperte, della corruzione dei costumi religiosi, degli studi degli
alchimisti… Nei circa settant’anni di vita di Zenone sono accaduti alcuni avvenimenti che ci riguardano da vicino come la
scissione dell’antica cristianità medievale, gli inizi della riforma protestante e della controriforma, le grandi esplorazioni
mondiali, il balzo in avanti dell’economia capitalista…
Per quanto riguarda il protagonista, ossia Zenone, la sua nascita, che possiamo perfettamente ritenere illegittima, e la sua
educazione indirizzata alla carriera ecclesiastica ricorda quella di Erasmo da Rotterdam mentre la sua ben avviata
carriera d’alchimista-filosofo che gira il mondo, ricorda l’immagine di Paracelso. In questo personaggio, l’autrice ha
trasferito tutta la sua passione per la giustizia e per l’eguaglianza degli uomini. Egli respinge le idee e l’intellettualismo del
suo tempo e il pensiero cristiano, anche se riesce ad andare d’accordo proprio con dei chierici (priore e Cipriano).
Margherite Yourcenar lo ha reso il vero interprete del Rinascimento facendolo porre contro tutto e tutti (l’università, la
famiglia, la ricchezza). In una parola, potremmo definirlo “moderno”, poiché vive in un mondo e in una realtà che ancora
non è pronta ad accettarlo.

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