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Garrett Johnson

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Analisi del Racconto: Gen. 3, 1-23


Lesposizione: v. 1a
Appare un personaggio nuovo sulla scena. Il narratore ci offre tre elementi principali sul
serpente: astuto, creatura di Dio, un animale particolare perch capace di parlare.
Della donna, sappiamo dai versetti precedenti che: stata tolta dalluomo, che si unir in
ununica carne con luomo, che era nuda, e che non provava vergogna. Forse il fatto che non si fa
nessun riferimento alla sua intelligenza insinua un certo svantaggio nei confronti dellastuzia del
serpente. In ogni caso, chiaro che il serpente sar un interlocutore formidabile, al meno nel
duello verbale.
Inizio dellazione: vv. 1b - 5
Inizia il discorso diretto. Lazione intorno al quale gira la trama precisamente il dire. Il verbo
dire, verbo viene ripetuto nelle sue varie declinazioni cinque volte nei versetti uno fino a
cinque. Il serpente dice ci che ha detto Dio, ma il fatto che ridice il gi detto accenna che ci
che stato detto da Dio non basta, ci vuole una spiegazione, uninterpretazione. La tensione del
passaggio sorge dunque dalle possibili interpretazioni di ci che ha detto e poi da quale
interpretazione sceglier la donna e luomo.
C un gioco continuo di perspettiva. Nel primo verso abbiamo una prospettiva esterna. La
risposta poi della donna chi tenta di correggere il serpente pretende di essere anche essa esterna.
Ma il lettore pu notare che la donna non era presenta al momento del divieto (v. 2:16) e che in
realt parla da una perspettiva interna. Presenta la scena in modo inesatto mostrando pi che altro
la sua interpretazione soggettiva della storia. Innanzitutto il divieto di Dio riguardava lalbero
della conoscenza del bene e del male, non lalbero della vita in mezzo al giardino. Mettendo
invece lalbero della conoscenza del bene e del male nel centro, la donna mette il divieto nel
centro della (sua) attenzione. Cos la sua correzione del serpente passa ad esserne una sottile
affermazione. Questo viene testimoniato pure dal aggiunto esagerato: non lo dovete toccare
che non era presente nel divieto divino originale.
Nel versetto quattro il serpente risponde negando quanto detto dalla donna, ma ora da una
prospettiva onnisciente. Pretendo sapere cosa Dio sa o no sa, si erige a un essere divino pari a
Dio. Ci che era inizialmente una domanda si trasforma in una negazione chiara e enfatica
Non Anzi. Ma ormai la donna ha lasciato la versione reale dei fatti e, attraversando la sua
propria versione soggettiva che possiamo suppore era gi sviluppata prima del dialogo
arrivata a sostenere la versione pseudo-divina che non fa nientaltro che portare la sua versione
iniziale alle sue conseguenze finali.
Complicazione: 6-8

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Il problema dunque il decidersi quale parola vera, quale da vita e pertanto e da obbedire: la
parola di Dio o la parola del serpente che conferma la parola della donna. La donna lo risolve
facendo ascolto alla seconda; obbedisce alleco di s nella parola del serpente e disobbedisce la
parola di Dio. Luomo la segue.
Dopo cinque versi di discorso diretto, la donna mangia la conoscenza pseudo-divina del
serpente e poi lo mette in azione mangiando la frutta. Ci sono novi verbi di azioni di fila: vide,
prese, mangi, diede, mangio si aprirono, conobbero, intrecciarono, fecero. Da
la sensazione di una serie di azioni realizzate senza pausa e senza molto riflessioni, una
concatenazione di reazioni affrettate di fronte alle nuove conseguenze inaspettate.
Dopo la trasgressione scoprono il nuovo problema della loro nudit, cio la logica della autodifesa di fronte a un sospettato offensore (prima tra Dio e luomo, allora tra loro due). Entrambi
cercano di risolvere il problema con il nascondimento con le foglie di fico. Questo seguito dalla
entrata di Dio nella scena. Curioso il fatto che questi che non erano capace di ascoltare a Dio,
adesso ascoltano i suoi passi. In ogni caso, ancora una volta fanno ricorso al nascondimento.
In contrasto con lazione frenetica e controllata, entra Dio in scena per la prima volta. Viene
ritratto come uno che viene senza nessuno motivo in particolare: passeggiava. Non c nessun
indizio del Dio geloso despotico insinuato dal serpente. Il fatto che lo udirono manifesta una
certa distanza, cio Dio non era l a sorvegliare luomo.
Climax: vv. 9-13
Arriva il momento decisivo. Fino adesso si ha parlato di Dio e di ci che lui ha detto. Hanno
fatto di Dio e dei limiti che Lui aveva posto un oggetto plasmabili. Con le loro parole, il loro
respiro, hanno cercato di ricreare la verit. Ora Lui stesso parla.
La tensione duplice: Cosa far Dio? Sar il Dio geloso ritratto dal serpente? E poi come
risponderanno luomo e la donna? Essendo Dio, Dio gi sa cosa accaduto, ma con la sua
domanda sembra voler dare loro unaltra opportunit.
Ci che segue un interrogatorio di fronte a Dio giudice. In realt per questo il secondo
processo giuridico. Il primo caso era il limite posto da Dio. Avevamo la testimonianza del
serpente (3:1), linterrogatorio di esse dalla donna (v. 2-5) e poi la decisione-sentenza della
donna e delluomo (v. 6): dichiarano Dio colpevole di essere ingiusto e geloso. Adesso invece
abbiamo un giudizio del giudizio, un processo del processo. Il caso sempre il limite posto da
Dio (v. 1a). La testimonianza viene presentata nei versi (1b-7). Adesso segue linterrogatorio
delluomo e della donna da Dio che deve giudicare la capacit delluomo libero di giudicare.
La semplicit della prima domanda, Dove sei cui brevit trasmette una certa semplicit, una
trasparenza di intenzione e di significato, contrasta con la complicatezza della risposta
delluomo. Avrebbe bastato un sono qui. Lui invece racconta quattro esperienze in una sola
frase senza mai rispondere alla domanda precisa.
Sia luomo sia la donna entrambi dicono una parte della verit (La donna mi ha dato e Il
serpente mi ha ingannata) e finiscono il discorso con il fatto crudo: ho mangiato. Ma
attribuiscono la causa della loro obbedienza fuori di s (la donna e serpente).

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Risoluzione: vv. 14-19


il momento della sentenza. Soltanto Dio parla. Maledice solo il serpente e il suolo. Alla donna
e alluomo gli da delle pene conforme alla loro trasgressione.
Conclusione: vv. 20-23
Finito il discorso diretto della sentenza, segue un sommario degli eventi che sono successi dopo
la sentenza. Il gesto di fornire le tuniche da il contesto che permette di percepire una certa ironia
nelle sue parole nel versetto 22. Pi che una imposizione di un giudice spietato, Dio sembra dire
che le tue parole sono state compiute, non le mie! Vale a dire, la punizione una conseguenza
delle loro azioni, no da una sua volont gelosa.
Luomo viene scacciato perch possa lavorare il suolo, lo stesso compito Dio laveva dato
allinizio in Genesi 2, 15. Dio quindi rida alluomo la sua missione, stavolta fuori dal giardino, e
con essa una nuova opportunit di obbedienza.
Sintesi:
La tattica del serpente era quella dellastuzia della lingua. Con essa lui si erigeva ad essere Dio,
capace di determinare cosa buona e cosa cattiva, anche le parole e le intenzioni stesse di Dio.
Con esse cerca di realizzare un atto performativo, modellando la realt a forma di unaltra. Con
le domande sembra che Dio vuole vedere se alle fine sono stati ingannati o se in realt se hanno
ormai assunto la logica del serpente come propria. La loro nudit simbolizza la loro accettazione
di questa logica e Dio deve intervenire. Le misure imposte sono le conseguenze che corrispondo
alle trasgressioni. Offrono una nuova opportunit di rispettare il limite e realizzare la loro
missione, non da soli ma sempre con la misericordia di Dio manifesta nel suo gesto fornirgli le
tuniche.

LA

CADUTA

Forse una storia (Genesi 2-3) in due scene. Difficile fare la distinzione, erano nudi
sembra incompleto.

Il serpente era la pi astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.

Egli disse alla donna: E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun
albero del giardino?.
Ambiguit: unaffermazione? O una domanda?
Perch parla dellastuzia: una caratteristica neutra, da vedere quindi alla fine

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come la dobbiamo ritenere. Un interlocutore formidabile, se non, non sarebbe
credibile.
Bestia selvatica condivida qualcosa con luomo, ma pi basso.

2 Rispose

la donna al serpente: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo

mangiare,

3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete
mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete.
Limite tra Dio e la creatura buono o male?

4 Ma il serpente disse alla donna: Non morirete affatto!


5 Anzi,

Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e


diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.
Non affatto: quando diciamo unaffermazione e poi la neghiamo, se una
proposizione fatta da un contenuto preposizionale e una forza locutoria, neghiamo
tanto la forza quanto il contenuto.
Io posso dire: Ti prometto che ti riparer la bicicletta. Te prometto (atto
compromissivo). Contenuto: riparer. Non ti prometto che ti riparer nego la forza
locutoria opporre ti prometto che non nega il contenuto.
In ebraico, dico le due cose perch arom:
-

certamente non morirete!


non certamente morirete!

Utilizza Adonai.

6 Allora

la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e
desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangi, poi ne
diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangi.

7 Allora

si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi;


intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

8 Poi

udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e
l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del
giardino.

9 Ma il Signore Dio chiam l'uomo e gli disse: Dove sei?.


10 Rispose: Ho

udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perch sono nudo,

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e mi sono nascosto.

11 Riprese:

Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di
cui ti avevo comandato di non mangiare?.

12 Rispose

l'uomo: La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e


io ne ho mangiato.
Limiti tra i colpevoli, spariscono i limiti.

13 Il Signore Dio disse alla donna: Che hai fatto?. Rispose la donna: Il serpente
mi ha ingannata e io ho mangiato.

14 Allora il Signore Dio disse al serpente:


Poich tu hai fatto questo, sii tu maledetto pi di tutto il bestiame e pi di tutte le
bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni
della tua vita.

15 Io

porr inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti
schiaccer la testa e tu le insidierai il calcagno.

16 Alla

donna disse: Moltiplicher i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore


partorirai figli. Verso tuo marito sar il tuo istinto, ma egli ti dominer.

17

All'uomo disse: Poich hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato
dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo
per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.

18 Spine e cardi produrr per te e mangerai l'erba campestre.


19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finch tornerai alla terra, perch da
essa sei stato tratto:polvere tu sei e in polvere tornerai!.

20 L'uomo chiam la moglie Eva, perch essa fu la madre di tutti i viventi.


21 Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e le vest.
22 Il

Signore Dio disse allora: Ecco l'uomo diventato come uno di noi, per la
conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda pi la mano e non prenda
anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!.

23 Il

Signore Dio lo scacci dal giardino di Eden, perch lavorasse il suolo da dove
era stato tratto.

24 Scacci

l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma


della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.

Garrett Johnson
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Struttura:
1-5: presupposti (Serpente Donna)
6-7: Donna e marito (Iniza dazione)
8-13 (Dio) Complicazione
Inizio 1b-5 c un dialogo: ogni parola importante.

1b-5
6-8: prospettiva esterna. Mangiare fare parte di un sommario.
9-13: dialogo.

Mangiare non viene risolto. Non potrai mai pi estendere la mano.


Chi il serpente? Viene maledetto.

Fuori dalla natura umana? Contingenza, limiti, occasione.


Ogni momenti in cui Dio non c, permette lo spazio: il doloro. Chi Dio?
Non dentro luomo.
Maledetto (arum) - serpente (arum) stesso suono!!
Situazioni che sfruttamento luno dellaltro

Maledizione descrizioni. Anche la maledizione del serpente.

Dove sei? la domanda delluomo.

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Struttura: 12-13

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