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Dario Cirac
CONTENT MARKETING
DARIO CIRAC
GESTISCI BLOG, SOCIAL E SEO CON IL CONTENT MARKETING
ISBN 978-88-579-0467-2
2015 by Dario Flaccovio Editore s.r.l
www.darioflaccovio.it info@darioflaccovio.it
www.facebook.com/DarioFlaccovioEditore
Prima edizione digitale giugno 2015
Copertina: Illustrazione realizzata da Goran Factory
Questo e-book viene ceduto in licenza al solo acquirente. Tutto il materiale contenuto in
questo e-book coperto da copyright. Sono vietati: copiatura, riproduzione, trasferimento,
noleggio, distribuzione, trasmissione in pubblico e utilizzo al di fuori di quanto previsto
dalla legge applicabile. Qualsiasi utilizzo non espressamente autorizzato dalleditore
costituisce violazione dei diritti delleditore e dellautore ed sanzionabile sia in campo
civile che penale ai sensi della legge 633/1941 e successive modifiche.
Ringraziamenti
Scrivere un libro non affatto semplice. Infatti mi ci voluto un anno per
terminarlo. Il testo che hai tra le mani frutto di numerose esperienze
maturate in questi anni di unattivit che abbiamo costruito praticamente da
zero con tanti sacrifici, molta passione e determinazione.
Un libro sul web marketing non mai un punto di arrivo, ma un punto di
partenza. Questo settore cos dinamico e mutevole che ti porta a dover
studiare sempre e a sperimentare nuovi strumenti e strategie, giorno dopo
giorno.
Ci sono alcune persone che doveroso ringraziare.
Innanzitutto Maria Pia De Marzo, senza cui tutto questo Web non sarebbe
mai stato in Fermento.
Ringrazio Enrico Flaccovio che, dopo aver scoperto e seguito il nostro blog,
ha deciso di propormi di scrivere un libro.
Un ringraziamento speciale va anche ai contributori di questo libro. Ognuno
di loro un professionista che stimo e che ho voluto coinvolgere per
lesperienza con cui poteva arricchire questo testo.
Infine, ringrazio i tantissimi lettori del blog Webinfermento, soprattutto quelli
pi storici, che continuano a seguire con interesse le novit, gli aggiornamenti
e i casi di studio legati al mondo del web marketing che pubblichiamo e ne
traggono ispirazione per il loro lavoro.
Contributori
Loro sono dei professionisti stimati, alcuni dei quali miei collaboratori, a cui
ho chiesto di condivedere un po di esperienza e conoscenza per arricchire
questo testo.
Giorgio Soffiato
> Prefazione
Si occupa di Web Marketing, Formazione e Project Management per PMI,
Startup e grandi clienti con particolare attenzione ai settori Food, Finance e
Beauty.
marketingarena.it
Matteo Ranzi
Valentina Vellucci
Collabora come Social Media Strategist e Web Marketing Consultant con diverse
agenzie. Si occupa di Community Management e Digital PR nellambito fashion
& beauty.
roarmagazine.it
Simone Ardoino
Nicola Carmignani
Domenico Armatore
Riccardo Esposito
Paolo Ratto
Gianluca Fiorelli
Davide Pozzi
Francesco Margherita
Indice
Prefazione
Dario Cirac un bravo ragazzo. Una persona umile, un gentiluomo del web
marketing che forse non merita quello cui va incontro, cio gli strali dei tanti
web guru (ormai schierati in opposte fazioni come nemmeno i picchieri nel
compianto gioco di Age of empires) la cui pi gentile provocazione sar di
certo abbiamo davvero bisogno di un altro libro sul marketing digitale?. La
risposta non c perch la domanda ad essere sbagliata. La verit che
abbiamo bisogno di persone intelligenti, ma soprattutto competenti. Quando
la complessit cresce e la strategia pi importante della tattica non il talento
la risposta, bens la competenza. Dario una persona che ha studiato, e dopo
tanti anni sotto traccia pu ora raccontare quello che ha imparato. Lungi da
me dire che non sia una persona talentuosa, ma di certo persona che i suoi
pensieri non li grida, ma li racconta, qualit rara di questi tempi.
Cinque righe prosopopeiche solo per dire che s, devi leggere questo libro.
La banalit del Content is King ormai quasi insostenibile, tutti a raccontarci
che dobbiamo diventare dei media, dei magazine, degli storyteller, ma,
cavolo, io faccio il direttore marketing e voglio vendere! Tenetevi la brand
awareness, io ho bisogno di portare il mio prodotto nelle case delle persone, o
peggio (maledetto, b2b penser qualcuno) nei magazzini delle aziende.
Questo libro non fugge la richiesta dellansioso manager e ci dice due cose,
che meritano un focus:
DOVE STIAMO ANDANDO: non facile tracciare una rotta tra mondi che
ogni 6 mesi vengono dati per morti (i blog, le-mail marketing, la SEO) e
che ci ricordano invece in maniera molto netta la loro vitalit e soprattutto
un apporto non rinunciabile a quei KPI che il direttore marketing deve
portare a casa; tra le righe scoprirai cosa fare e cosa non fare per tenere
dritta la barra di una barca non solo da portare in porto sana e salva
Premessa
Caro lettore, eccoci qui insieme per un viaggio nel fantastico universo del
Content Marketing. Imparerai a scoprire, pagina dopo pagina, quanto
importanti siano i contenuti in ogni strategia di web marketing e come questi
siano le vere pepite doro del web a cui ognuno dovrebbe dare la caccia per
farne il proprio tesoro e fare la differenza nei meandri sconfinati del web.
Sia che tu ti occupi di Social Media Marketing, di SEO, o di Digital PR, vedrai
come in questi settori i contenuti svolgano un ruolo determinante.
Mettiti comodo, allacciati le cinture e preparati a volare nelluniverso del
Content Marketing.
Introduzione
I social media hanno quindi in parte invertito la tendenza dei media online di
equipararsi a quelli classici e noti ai pubblicitari del mondo offline, quali
stampa, radio e tv, dando modo ai fruitori di farsi giudici del messaggio
veicolato, del prodotto pubblicizzato o anche del contenitore utilizzato. Tutto
quello che fa oggi unazienda nei social media pu essere oggetto di
apprezzamento o disprezzo e ogni sua azione pu aiutarne lo sviluppo della
La bolla delle Dot Com viene ricordata come la bolla speculativa sviluppatasi tra il 1997
e il 2000 che mand in fallimento le aziende nate esclusivamente online
Seth Godin (1999), Permission Marketing: turning strangers into friends, and riends
into customers. New York: Simon & Schuster
Digital Consumer Empowerment: utenti/clienti coinvolti in modo parziale nella
realizzazione di una o pi leve decisionali del marketing aziendale
Query: termine utilizzato per indicare una ricerca effettuata su un motore di ricerca
1
Agli albori del web marketing le aziende erano convinte che fosse sufficiente
andare sul web con una vetrina, rappresentata dal classico sito web e,
miracolosamente, si sarebbe potuto vendere pi di quanto avveniva
normalmente nel mondo offline. Dopo il vantaggio competitivo dei
primissimi anni, quando, ad esempio, molte aziende sono riuscite a
incrementare i loro guadagni legati allonline grazie al posizionamento nei
motori di ricerca per parole chiave che allepoca non avevano molta
competizione, presto si assistito allo sviluppo di uno scenario in cui la
competizione gradualmente andata aumentando e il fatto di possedere
soltanto un sito web vetrina di rappresentanza o di vendita dei prodotti
online non era pi sufficiente.
Leconomia aziendale insegna che, al crescere della competizione tra aziende,
il mercato richiede strategie di differenziazione utili a far emergere dei plus
identificabili come fattori critici di successo che permettano alle aziende
virtuose di conseguire vantaggi competitivi di lungo periodo nella propria
nicchia di mercato.
Conseguendo un vantaggio competitivo, lazienda aumenta il suo fatturato e
allo stesso tempo costruisce delle barriere allingresso, obbligando i
competitor della propria nicchia a migliorare il proprio output strategico e
produttivo al fine di raggiungere e superare il livello stabilito dallazienda
competitiva.
Questo concetto, da decenni valido nelleconomia di mercato offline, con
lavvento del web marketing divenuto utile anche per affrontare le sempre
pi competitive nicchie di mercato nel mondo online.
Per comprendere la natura dinamica di una nicchia di mercato online, basti
pensare che in meno di dieci anni si assistito al passaggio da uno scenario
che vedeva inizialmente poche aziende dividersi una domanda di mercato
ancora in crescita e fatta principalmente di ricerche sui motori a uno in cui
Tutta la produzione editoriale del brand, dallideazione allo sviluppo fino alla
distribuzione, necessiter di una serie di tecnologie che supporteranno tutto il
processo.
Soltanto a titolo di esempio, pensiamo a strumenti come tool e software di
grafica, CMS (content management system), database complessi, software di
email marketing, piattaforme di monitoraggio delle conversazioni e di web
analytics, ecc.
PERSONE
SEO denominato autorit di dominio, che viene poi trasferito sulle pagine del
sito e permette loro di posizionarsi meglio per parole e frasi chiave di
riferimento. Qual il ruolo del contenuto in tutto ci? Il contenuto, se di
qualit e di interesse, ha lindubbio vantaggio di circolare nelle piattaforme
sociali da utente a utente fino ad avere la possibilit di essere ripreso da blog e
siti web perch ritenuto utile per i propri lettori.
Solitamente chi ripubblica o cita il contenuto aziendale ne menzioner la fonte
di appartenenza originaria in segno di attribuzione. La menzione
corrisponder ad un backlink acquisito che andr a sommarsi a tutti gli altri
che costituiscono il profilo link del sito web. Questo cambio di paradigma, nel
mondo SEO, viene chiamato link earning, concetto che va ad anteporsi a
quello del pi noto link building, nel senso che il link viene guadagnato e
acquisito per merito dellutilit del contenuto prodotto e non pi costruito in
modo artificioso.
Per portare un esempio concreto e ricollegarmi allesempio di contenuto di
Airbnb visto prima, la sottocartella del siti airbnb.com contenente le guide ai
quartieri ha acquisito finora circa 500 link da domini unici (da intendersi
come siti web che linkano quella pagina almeno una volta) per un totale di
oltre 3000 link.
Se noi poi andiamo a digitare su Google una ricerca come guide ai quartieri
o, se vogliamo essere pi dettagliati, guide ai quartieri di venezia, perch
interessati ad una specifica citt, vedremo come, in entrambi i casi, il primo
risultato che ci mostrer Google sar quello delle guide di Airbnb, merito dei
backlink acquisiti a quella pagina grazie alle guide dei quartieri realizzate.
Tutto ci si tradurr in un aumento del traffico organico e di utenti che magari
arrivano, mediante le ricerche da Google, a scoprire Airbnb.
Il primo posto delle guide di Airbnb grazie ai contenuti prodotti e ai link acquisiti
media, se curati e gestiti nel modo in cui vedremo nei prossimi capitoli,
possono permettere al brand di far rimbalzare i contenuti sociali diffondendoli
da utente ad utente.
Allo stesso modo, i contenuti, diffondendosi nei social e nei blog e siti a tema,
permettono ai lettori di decidere di seguire il brand nei suoi canali sociali,
aumentando cos il numero di follower e sostenitori e sviluppando nuove
interazioni e conversazioni.
1.1.5. Miglioramento del rapporto di fiducia tra utente e azienda
Una maggiore fiducia tra utente e azienda la vera molla che scatena lazione
di conversione e fidelizzazione di coloro che, soddisfatti dalla presenza online
e dalla qualit dei prodotti, decideranno di ritornare dal brand e interagire o
acquistare.
Matteo Ranzi
Paninari, la Company un gruppo Facebook nato per caso.
Avevo creato nel 2012 una pagina sul ritorno dei Paninari che stava diventando
interpellato per un loro studio sugli anni 80. Non male, essendo tra laltro nato tutto
per caso.
Ma la cosa di cui sono pi soddisfatto che dai soli rapporti social si creato un
gruppo di amici che si poi ritrovato in carne ed ossa e ha stretto rapporti personali
importanti.
Sui social non bisogna essere soggetti passivi. Ho conosciuto aziende che, pur
non avendo una presenza attiva nei social media, investivano nel Social Media
Marketing attraverso attivit di Reputation Management e Sentiment Analysis.
Monitoravano cio quello che il loro target di riferimento scriveva su prodotti
e servizi che componevano la loro offerta, sulle politiche di prezzo, di
distribuzione o di promozione e a volte monitoravano anche i competitor.
Tutto questo era finalizzato alla raccolta di una quantit di dati soggetti a
successiva interpretazione allo scopo di orientare al meglio le proposte
commerciali.
Anche se questa unattivit sempre utile, non bisognerebbe secondo me
limitarsi ad ascoltare. Bisognerebbe interagire. Daltronde se un utente si
iscrive alla fanpage di unazienda o decide di seguirla perch interessato a
riceverne aggiornamenti relativi alle ultime novit, chiedere informazioni o
assistenza o perch un acquirente e sostenitore storico dei prodotti o della
stessa marca.
Se come azienda ci apriamo allinterazione dovremo essere anche consapevoli
della possibilit di affrontare eventuali rischi dovuti alla perdita di controllo
sulle conversazioni e dovremo sempre essere in grado di agire
tempestivamente per evitare di rimetterci la reputazione aziendale. Non mi
dilungher su argomenti relativi alla gestione del rischio o crisis
management nei social media perch ci si potrebbe scrivere un libro
apposito, ma sul mio blog troverai molti approfondimenti e casi di studio
analizzati.
Ti mostrer per una grafica che realizzammo qualche tempo fa sul blog, ma
tuttora validissima, sulla gestione della socialetiquette ovvero su come
rispondere ai commenti degli utenti.
Fanne buon uso!
1.3.3. Informazione
Content Is The King!
Ricorda sempre che lutente sui social per essere informato. Linformazione
solitamente contestuale alla pagina aziendale. Possiamo aggiornare gli utenti
con le foto delle ultime novit della gamma produttiva ma anche con notizie
riguardanti meno direttamente lazienda e pi da vicino luniverso in cui opera
la stessa.
Lesempio che utilizzo spesso quello dellhotel che evita di informare in
continuazione gli utenti sulle offerte delle sue camere per il mese di agosto
(ricorda sempre che, come ho scritto prima, lutente non sui social per
essere bombardato da claim commerciali) ma invece pubblica immagini (tanto
meglio se le foto sono state inviate da chi ha gi soggiornato nella struttura)
che mostrano le bellezze naturalistiche che lutente, potenziale acquirente di
un soggiorno, potrebbe scoprire pianificando in quel posto una vacanza, o
ancora suggerendo percorsi o luoghi da visitare, magari scrivendo articoli
dettagliati pubblicati prima sul blog aziendale e poi proposti sui canali sociali.
Questo il modo corretto di comunicare sui social.
1.3.4. Agire in Real-Time: il newsjacking
Questultimo punto collegato al primo, quello dellascolto. Monitorando
costantemente le conversazioni nella rete e avendo sempre un occhio vigile su
Twitter e i suoi hashtag, in occasione di determinati eventi o avvenimenti di
interesse generale, potremo riuscire a sfruttare il vantaggio di creare contenuti
divertenti e al tempo stesso informativi che potrebbero trasformarsi in virali,
aumentando cos la visibilit del nostro brand.
Lazione in real-time pu portare a risultati positivi e apprezzabili, come le
immagini divertenti realizzate da alcuni brand in occasione degli ultimo
Mondiale di Calcio, in seguito al morso dato dal calciatore Suarez allitaliano
Chiellini durante la partita Italia-Uruguay.
Barilla, oltre ad aver creato una delle immagini pi divertenti e virali che siano
girate in rete, ha sfruttato il concetto di Real-Time Marketing nel modo pi
corretto, producendo e postando sui social contenuti a tema con quanto
accadeva durante il mondiale che riguardassero da vicino la nostra nazionale.
La copertura dellevento sportivo stata completa e svolta in real-time.
Il prodotto e la marca erano sempre al centro dellattenzione del contenuto,
ma mai in maniera invasiva e il messaggio trasmesso era comunque
I contenuti divertenti pubblicati da Barilla durante gli ultimi mondiali di calcio (fonte:
Barilla)
Su Twitter hanno fallito tutti i brand che hanno tentato di promuovere i loro
prodotti e servizi sfruttando gli hashtag, specie se associati a eventi
catastrofici.
La domanda vera pero unaltra: il Real-Time Marketing funziona realmente?
quello che si chiesto Chris Kern che, nel suo libro Trendology, ha cercato
di indagare analizzando le attivit di quelle aziende che sono state in grado di
ottenere picchi di engagement elevati durante determinati eventi sportivi,
mediatici, di cronaca, ecc., di interesse generale. Il pattern comune individuato
stato proprio quello di una correlazione positiva tra un tweet di successo e la
velocit di copertura di un determinato evento e che riguardava un
accadimento imprevisto che si verificava durante levento.
Ma di cosa stiamo parlando? Ovviamente della velocit di copertura
mediatica, utilizzando i social media e, nello specifico, account di aziende, di
un evento, costruendo contenuti ad hoc e comunque brandizzati che
descrivono in modo ironico levento verificatosi. La piattaforma nella quale
prendono vita questi esperimenti di marketing principalmente Twitter e i
branded content sono spesso rappresentati da immagini dove il brand
accostato, in maniera divertente e al tempo stesso non invasiva, allevento
appena verificatosi.
I fattori critici di successo sono la VELOCIT TEMPORALE, LA QUALIT
Fonte: Twitter.com
1. AFFINIT
Per peso del post si intende il livello di interazione che questo in grado di
raggiungere. Un post in una pagina Facebook con centinaia di mi piace,
commenti e condivisioni per Facebook un segnale di apprezzamento molto
forte rispetto a un post con alcuna o poca interazione. Facebook pu dunque
decidere di fornire un punteggio maggiore a quel post e alla tipologia di post
(es. immagine piuttosto che status update o video) della pagina e dargli una
spinta in termini di visibilit.
Pi un post riuscir a creare engagement, pi sar visibile a molti utenti iscritti
alla pagina.
3. TEMPO DI DECADENZA
Ha lobiettivo di ridare vita a post non molto recenti, perch magari qualche
utente continua a commentare o cliccare mi piace su quel post. Mediante lo
story bumping un post pu rendersi visibile anche a distanza di tempo.
In realt non ho mai visto lapplicazione di questo meccanismo dellalgoritmo
se non sui profili dei miei amici Facebook e degli amici in comune.
5. LAST ACTOR
Il last actor prevede di dare priorit ai post pubblicati dalle ultime cinquanta
interazioni di un utente con le sue connessioni sociali su Facebook, quindi sia
pagine che profili personali, gruppi e applicazioni.
In realt non sono mai stato convinto di questa motivazione. Se cos fosse,
vedremmo un graduale calo organico, giorno dopo giorno e probabilmente
non lo avvertiremmo neanche. Non nel breve periodo almeno. Tuttavia i
principali cali di visibilit organica hanno quasi sempre impattato in modo
drastico e gli effetti li si poteva notare esattamente nel giorno in cui veniva
annunciato un nuovo update da parte di Facebook.
2.1.1. Ha senso investire in Facebook? S
In realt non ci sono ancora alternative migliori a Facebook per unazienda.
Twitter o Google+ non hanno minimamente raggiunto il bacino dutenza del
social blu e se pensiamo a Instagram, che gode di ottima vita, stato
addirittura acquisito da Facebook. Potenzialmente tutto il target di riferimento
di qualsiasi azienda su Facebook e gran parte di questo, soprattutto in Italia,
utilizza soltanto tale social.
C inoltre da aggiungere che, se siamo interessati al traffico referral diretto
dai social media al sito web o blog aziendale, Facebook ancora il social
network in grado di garantire il maggior quantitativo di traffico, anche
nonostante il calo di visibilit organica delle pagine. Lultima indagine
pubblicata da Shareaholic mostra infatti come Facebook sia addirittura in
crescita quale fonte di traffico per i siti web, mentre gli altri social network
registrano un piccolo calo.
Facebook inoltre un utilissimo strumento per lanalisi del target e dei suoi
interessi. Sia attraverso le informazioni reperibili dalle statistiche della pagina,
che dai dati reperibili nel momento in cui progettiamo una campagna di
advertising e definiamo il target per interessi e demografico, possiamo avere a
disposizione una mole di informazioni che possono orientarci
nellottimizzazione delle politiche commerciali.
Facebook pu poi diventare un ottimo tappeto mobile su cui far scivolare i
contenuti prodotti dai brand facendoli trasformare in veri e propri prodotti
editoriali virali (e pi avanti ti racconter alcuni casi di successo a cui ho
lavorato).
Infine, per molte aziende potrebbe trasformarsi in un vero e proprio centro di
assistenza clienti; in certi casi la pagina Facebook potrebbe diventare uno
strumento di customer care avanzato pi utilizzato dello stesso Twitter o dei
preistorici call center delloffline.
Ci sono aziende che ricevono decine e decine di messaggi al giorno nella
posta privata tra richieste di informazioni e addirittura prenotazioni di
appuntamenti, la cui gestione puntale ed efficace a livello anche di cortesia ed
empatia nelle risposte ai messaggi produce ritorni importanti in termini di
ottimizzazione di tempo e risorse interne.
Il successo di un brand su Facebook (ma pi in generale su qualsiasi social
media) non soltanto nella produzione di contenuti di qualit che generino
engagement, ma passa anche dalloculata gestione del customer care,
nellattenzione a rispondere sempre alle richieste di informazioni degli utenti,
nel modo cortese che deve contraddistinguere e differenziare dai competitor e
nella soddisfazione del potenziale acquirente che risponder ringraziando per
aver esaudito la sua richiesta.
Anche la sola risposta dellazienda, chiaramente tempestiva, che va a
soddisfare il bisogno informativo di un utente pu far s che questultimo si
trasformi, pi facilmente, da prospect a lead, da potenziale acquirente in
cliente finale.
Le aziende che stanno ignorando una presenza su Facebook potrebbero
commettere un errore. Ancora peggio quelle aziende che sono su Facebook e
ignorano tutti i messaggi degli utenti nella posta privata, nei tag, nei commenti
ai post, ecc. Ti assicuro che sono davvero tante le aziende che non si
occupano del customer care e stanno letteralmente perdendo clienti
consegnandoli ai competitor.
Da prospect a lead con il customer care. Il modo giusto di rispondere alle richieste di
informazioni (fonte: Facebook.com)
interazioni.
Come forse gi sai, pi interazioni genera un post di una pagina Facebook,
pi possibilit ha questo di essere visto da altri utenti, ad esempio dagli amici
di quelli iscritti alla pagina, che potrebbero scoprirla e decidere di seguirla.
Le immagini risultano ancora vincenti nel generare engagement, ma
ultimamente anche i video funzionano piuttosto bene. I video ora hanno
superato gli status update in termini di reach. Sono quindi i contenuti che
riescono a essere visualizzati da pi utenti iscritti alla pagina.
Bisognerebbe per fare attenzione al fatto che una maggior portata in termini
di reach ce lhanno solo quei video caricati direttamente su Facebook, dal
proprio smartphone o pc e non quelli caricati prima su piattaforme esterne,
Fonte: Socialbakers.com
Fonte: Socialbakers.com
Ci sono diversi modi per acquisire iscritti alla pagina Facebook. Possiamo
fare in modo che gli utenti si iscrivano spontaneamente, perch conoscono gi
la nostra azienda, ne hanno acquistato i prodotti o perch trovano il box del
like button sul sito web, oppure possiamo intercettarli con messaggi mirati,
non intrusivi e con unottima pianificazione per interessi e demografica e
invitarli a iscriversi alla nostra pagina. Solitamente consiglio prima di tutto la
creazione di unaudience di utenti in target con quello che lazienda ha da dire
(oltre che da vendere) a cui poi iniziare a mostrare contenuti tematici
(attraverso la proposta di un piano editoriale di contenuti) che li coinvolga.
Ricorda che il primo contatto tra il prospect, potenziale futuro acquirente, e
lazienda avverr proprio attraverso la decisione dellutente di iscriversi alla
pagina.
Fai attenzione a profilare per bene il tuo target group, scegliendo
accuratamente il profilo socio-demografico e, soprattutto, gli interessi.
sempre meglio avere poche categorie di interessi, ma precise, e un budget di
utenza potenzialmente raggiungibile, ristretto ma realmente interessato,
anzich ampio ma con molti utenti non interessati.
Eviterai di sprecare budget.
2. CONTENT E COMMUNITY MANAGEMENT
Ricorda, Facebook e tutti gli altri social media non sono strumenti di vendita.
Ti
lascio
ora
Valentina Vellucci
COMMUNITY MANAGEMENT, OVVERO LARTE DEL HAI MAI
PROVATO A RISPONDERE GENTILMENTE A CHI NON LO MERITA?
Sono daccordo col fatto che nel mondo non ci sia equit; le persone maleducate
infatti sono molto pi numerose di quelle ben educate.
Salvatore Curtrupi
Ci sono diverse filosofie sullattivit di Community Management: ci sono i Flash
Gordon che promettono di gestire le attivit di CM in soli 18 minuti al giorno, ci
sono gli Yoda/Mastrota di turno che manifestano tutto il loro sapere attraverso
contenuti estremamente teorici che lasciano quel retrogusto di nulla mischiato col
niente, ci sono gli Incredibili Hulk, ovvero quelli che ci provano davvero a spiegarti
come funzionano i social ma che dopo un po, per forza di cose, perdono la pazienza
poich tartassati da una massa poco consapevole di come davvero ci si dovrebbe
rapportare in rete.
Sul Community Management si potrebbe scrivere tutto e il contrario di tutto senza in
realt dire nulla, tenendoci addirittura su corsi che costano migliaia di euro (questo
riferimento diretto a tutta la fuffa che c in giro).
Quello che posso limitarmi a raccontarti qui sono le mie esperienze in Community
Management fra social media editing, crisis management e rebranding in diversi
ambiti: informazione, moda, food, food retail, beauty & fashion, editoria e retail.
Nel corso degli anni i diversi ambiti in cui ho operato come community manager non
mi hanno permesso di trovare il Sacro Graal, n tanto meno di scoprire la formula
perfetta che permette di gestire secondo norme predefinite le community dei brand
che ci accingiamo a curare.
Sono riuscita per a uscire da alcuni luoghi comuni di cui il cliente (e spesso anche
noi CM) schiavo, trovando delle linee guida da seguire per ottimizzare al meglio le
attivit di Community Management.
In passato, sono sempre partita dal presupposto che un buon CM debba piacere alla
community, amarla e sentirsene amato.
Ho sempre creduto che per ogni richiesta posta dagli utenti dovesse esserci una
risposta del community manager, pronto a servire la rete mentre indossa la sua
scintillante armatura.
La realt che mi si proposta negli anni mi ha fatto ben capire, a suon di
potentissime batoste, che quelli da cui partivo erano presupposti sbagliati, di logiche
reali applicate al virtuale.
Reale e virtuale non sono la stessa cosa: il regno digitale non un mondo a parte,
semplicemente un mondo altro, spin off di quello vero, in cui vanno ricodificate le
norme di gestione della massa.
Questa consapevolezza appartiene a un CM saggio, che non deve manifestarla con
spocchia ma, con grande umilt, applicarla per capire cosa meglio per la gestione
strategica delle propria community.
Le 6 skill di cui ha bisogno un buon CM sono:
1. la padronanza di Excel per profilare le attivit della community
Fonte: facebook.com/lastampa.it
2.2. Twitter
Ormai con quasi una decade di vita alle spalle, Twitter si afferma, soprattutto
in Italia, come secondo social network con pi iscritti ma anche quale
piattaforma sociale di ascolto e conversazione per le aziende.
Nonostante il suo successo per numero di iscritti, ancora molto sottovalutato
in Italia e utilizzato spesso in modo errato sia dalle stesse aziende che dalle
celebrit o personaggi influenti nel web, possiede alcuni elementi caratteristici
che lo differenziano da canali come Facebook.
Innanzitutto un OTTIMO STRUMENTO DI CUSTOMER CARE per le aziende.
Pensa ai giganti delle compagnie telefoniche. Hanno dedicato del personale
ai prodotti
TWEET GRADE: il livello di influenza complessiva che laccount Twitter
riesce a raggiungere
CONVERSIONI: numero di utenti provenienti da Twitter che visitano il sito
web aziendale/blog e le cui azioni si convertono in lead o contatto/acquisti.
Sono diverse le ricerche che hanno indagato su cosa si nasconde dietro ai
tweet di maggior successo. Secondo BuddyMedia un tweet di successo deve:
ESSERE BREVE
I tweet che contengono meno di 100 caratteri sono quelli che ottengono il
Utilizzati per identificare parole chiave che aiutino a capire a colpo docchio il
contenuto del tweet, gli hashtag hanno anche un valore nellaumentare
linterazione con i messaggi. emerso infatti che i tweet che contengono
hashtag ricevono un tasso di risposta maggiore rispetto a quelli che non ne
hanno. Consideriamo che, anche in questo caso, i brand non sono preparati.
Infatti, solo il 24% dei tweet provenienti da brand contiene un hashtag.
Resta per la regola di non utilizzare troppi hashtag; infatti luso eccessivo
anzich favorire lengagment lo inibisce: tweet con 2 hashtag hanno risposta
nel 21% dei casi rispetto a quelli con tre o pi hashtag, che fanno registrare un
17% di tasso di risposta.
CONTENERE LINK
associato.
A seconda della tipologia di Twitter Card implementata, la card mostrer un
pulsante di call to action che permetter di accedere al contenuto nella sua
interezza.
possibile scegliere, a seconda dei propri obiettivi di marketing, tra diverse
tipologie di Twitter Card: quelle solo con immagini, con immagini e riassunto,
con immagini larghe, per applicazioni mobili con link che invitano ad
installare lapplicazione o quelle per lauto-play di contenuti interattivi
embeddati nei tweet.
Da un punto di vista di marketing, le Twitter Card possono favorire il numero
di retweet e click ai link associati. Infatti ogni tweet e retweet dei contenuti
mostrer il link di espansione del tweet con i suoi contenuti aggiuntivi e
descrittivi.
2. TREND SPONSORIZZATO
Fonte: circlecount.com/statistics
Dal punto di vista aziendale, sembra che le imprese non siano ancora pronte
ad investire nel canale e lo si nota da quanto ancora preferiscano dedicare
buona parte del proprio budget per lonline nei classici canali social. A partire
dagli ultimi due anni, soprattutto alla luce delle recenti limitazioni che
Facebook ha introdotto sulla visibilit dei post, molte aziende, dalle pi grandi
alle pi piccole, hanno deciso di intraprendere una strategia social parallela, di
supporto, per differenziare la propria presenza online o per garantire una
presenza a 360 tenendo conto anche di quella fetta di utenti che hanno deciso
di dissociarsi da Facebook per coltivare solo la presenza Google+.
Esistono dunque delle motivazioni fondamentali per essere attivi su Google+?
Sicuramente s. Per ogni obiettivo che si vuole perseguire online, sfruttare un
canale per incrementare e accrescere la presenza utile se non indispensabile,
anche per essere competitivi, per questo la motivazione di esser presenti e
coltivare la propria presenza sul canale un comportamento aziendale sicuro,
per garantirsi a lungo termine attenzione da parte del pubblico potenzialmente
coinvolto. possibile identificare tre diversi ambiti per il quale il canale
mostra tutta la sua efficacia: personal branding, traffico e promozione
aziendale.
PERSONAL BRANDING
Fonte: Google.it
PROMOZIONE AZIENDALE
Dopo circa 4 mesi dal lancio sono arrivate le pagine business di Google+ che
rappresentano il vero modo di fare promozione online attraverso il canale.
Con caratteristiche molto simili ai profili personali, le pagine permettono di
parlare a nome del brand e di condividere selettivamente i post sulla base di
persone selezionate in fase di creazione delle cerchie (ad esempio
donne/uomini). La potenzialit delle pagine, rispetto a quelle di Facebook,
che permettono a tutti gli effetti di interagire direttamente con gli utenti
consentendo un contatto one to one e accerchiando i seguaci, e di dialogare
anche solo con un piccolo gruppo di essi attraverso i contenuti, a patto che ci
si segua reciprocamente. Recentemente, con lintroduzione delle statistiche
sulle pagine update che entra nel progetto MY BUSINESS di Google che mira
Fonte: plus.google.com
TRAFFICO
Il concetto del traffico referral dunque, grazie a Google+, pu essere esteso sia
allinterno che allesterno del canale. Per quanto riguarda linterno, lazione di
condivisione sul proprio profilo espone un contenuto proveniente dal sito
(nel caso migliore un contenuto di un blog) e lo sottopone allattenzione, non
filtrata da algoritmi di ordinamento dei risultati, della platea dei propri contatti
Google+, si spera profilati e interessati. Se lattenzione che si riuscita a
maturare, con una pagina business o profilo, importante e autorevole,
automaticamente quel contenuto diviene oggetto di interesse da parte delle
proprie cerchie e innesca quel processo di engagment che porta gli utenti a
generare un numero di click sul contenuto che si tramutano in traffico
referente per il sito.
2.3.3. Come unazienda dovrebbe impostare una content strategy
Il processo, come in molti ambiti della comunicazione, avviene a step che si
susseguono e che hanno lo scopo di rendere il lavoro lineare e preciso
permettendo di evitare di commettere errori comuni e banali, che darebbero
lidea dellessere principianti, o di dimenticare informazioni importanti nel
tempo. Tutto passa ovviamente dalle attivit di analisi del pubblico di
riferimento, al quale indirizzare il messaggio, scelta dei contenuti da
pubblicare e stesura del piano editoriale, analisi dei risultati ottenuti ed
eventuale revisione o miglioramento del piano editoriale. Tutto questo
processo una volta creato non definitivo per il semplice motivo che il
pubblico cambia, cambia il rapporto dellutente con il brand (si evolve in
positivo o in negativo) e cambiano anche i suoi desideri. Lobiettivo
principale deve esser quello di mantenere lutente sempre vigile e interessato
ai contenuti, in modo che non perda mai lattenzione verso la pagina e abbia,
nel corso del tempo, sempre voglia di interagire, partecipare ed esprimere il
proprio consenso.
Dunque per creare un rapporto di reciprocit su Google+ con le proprie
cerchie importante prima di tutto conoscere lo strumento, le potenzialit che
offre e come sfruttarle al momento opportuno. Unazienda dovrebbe quanto il
pi possibile riuscire a conoscere lo strumento sotto il profilo personale,
imparare come si usa e maneggiarlo con disinvoltura e decisione, dopodich il
suggerimento quello di iniziare a pianificare il lavoro attraverso gli strumenti
di business che offre il canale: pagine, hangout, showcase e ads.
Come in ogni ambito social, lavorare per un nuovo canale richiede attenzione
e dedizione, ma prima di ogni altra cosa conoscenza dello strumento e delle
sue potenzialit. Per organizzare il tutto sufficiente conoscere come
procedere.
2.3.3.1. Definizione degli obiettivi e pianificazione delle cerchie per nicchie
di utenti
In fase preliminare, ancor prima di sapere che si abbia a disposizione una
pagina business Google+, bisognerebbe analizzare bene il proprio settore di
riferimento e definire i propri obiettivi di business. Solitamente questo
processo gi stato espletato, soprattutto se si sono creati gi dei profili social
su canali affini come Facebook. In questo caso, sufficiente dare una
sbirciata a quanto stato gi fatto e adattare gli obiettivi al nuovo canale. Sia
che si disponga gi dei profili sociali o che, al contrario, non se ne disponga,
importante delineare per bene la tipologia di contenuti da pubblicare, quelli
che vogliamo rendere pubblici e quelli da tenere in privato, le tematiche
intorno alle quali far ruotare i concetti della pagina e la scelta (approssimativa)
della tipologia di contenuti da pubblicare (foto, video, gif e cos via). Sempre
in questo ambito, diventa essenziale anche capire come impostare il
popolamento delle cerchie e diventa interessante abbracciare lidea di poterle
tematizzare, cio raggrupparle omogeneamente in base alla tipologia di utenti
(ad esempio utenti smanettoni, utenti pro-Apple, utenti pro-Android).
Tematizzare le cerchie si traduce, infatti, in una tematizzazione della pagina per
renderla tagliata su misura sulle esigenze di informazione che lutente ha,
avendo nel proprio streaming contenuti molto pi in linea con i propri
interessi, il che vuol dire garantirsi una maggiore attenzione, ergo engagment.
Lidea principale, dunque, quella di lavorare per nicchie di utenti in modo
di raffinare al massimo i contenuti e, ovviamente analizzando levolvere dei
Fonte: it.circlecount.com
Fonte: it.circlecount.com
Fonte: plus.google.com
Fonte: plus.google.com
2. AREA COINVOLGIMENTO
Fonte: plus.google.com
Sempre nella stessa area, appena sotto, troviamo la tab post recenti.
Cliccando su ogni singola voce elencata si pu conoscere la VELOCIT DI
PROPAGAZIONE TEMPORALE del post, sia in termini di visualizzazioni che di
azioni su di esso, nelle prime 72 ore dalla pubblicazione. I risultati riportano i
post recenti, ma possibile scorrere oltre (probabilmente fino al primo post),
visualizzando il numero di visualizzazioni e il totale delle azioni compiute su
di esso.
Fonte: plus.google.com
Fonte: plus.google.com
Fonte: plus.google.com
3. AREA PUBBLICO
Nellultima area, quella DEDICATA AL PUBBLICO, si ha una schermata
dellandamento delle iscrizioni alla pagina sempre per variabili temporali, per
nazionalit e infine per genere degli utenti con fasce det e per ogni fascia
deta possibile conoscere il dettaglio della distribuzione del sesso.
Fonte: plus.google.com
Fonte: plus.google.com
ormai consolidata tra i contatti. Cosa manca per completare la promozione sul
canale? Creare una community Google+! possibile associare alla propria
pagina business una community creandola direttamente attraverso il profilo
della pagina business. Cosa vuol dire in termini pratici? Quando nasce una
nuova community associata a un profilo business Google+, si crea una sorta
di canale alternativo alla pagina in cui far incontrare i propri follower e
permetter loro di discutere su argomenti inerenti al settore. Di questattivit
interna alla community, che si autogenera e vive di vita propria, la pagina
business e quindi il brand ne sono proprietari e qualsiasi azione o interazione
verr svolta a nome del brand che in questo modo sar sempre e
costantemente in prima linea, autopromuovendosi. La creazione di una
community unazione sensibilmente interessante per:
avviare discussioni, commentare e moderare la community a nome del
brand
continuare ad accrescere limportanza del proprio brand e trasmettere
fiducia tra i membri della trib.
Importante prima di creare una nuova community valutare se ne esiste gi
unaltra che discuta delle medesime argomentazioni. Avere due community
che discutono dello stesso argomento potrebbe non esser una scelta sensata,
soprattutto se quella gi esistente ha una sua storia. Lobiettivo finale quello
di distinguersi e creare aree di discussione il pi specifiche possibile.
2.3.3.8. Interagire platealmente e fuori dalla community: hangout, showcase
ed eventi
Ultimo passo, quando tutti gli utenti delle cerchie, pagine e community hanno
imparato a conoscere il brand e siamo sicuri che la reputation ormai
consolidata, migliorare il rapporto con gli utenti attraverso la pianificazione
di azioni mirate al mantenimento dellimportanza del brand e di tutto ci che
ruota intorno. Uno degli strumenti che Google+ offre per raggiungere
lobiettivo sono gli hangout. Gli hangout, conosciuti in Italia come
videoritrovi, sono essenzialmente delle call virtuali video-voce con cui
possibile dialogare con una cerchia ristretta di utenti. Nati come strumento per
mantenere i contatti tra parenti o conoscenti al fine di accorciare le distanze,
gli hangout si sono trasformati presto in un potente strumento di marketing
aziendale utilizzato sia per favorire le comunicazioni interne allazienda, come
ad esempio organizzare conference call o meeting a distanza, sia come
strumento per attivare vere e proprie azioni di Content Marketing. Grazie allo
strumento Hangout moltissime aziende nel mondo hanno potuto organizzare
dei videoritrovi con importanti star dello showbiz o personaggi pubblici e il
plus che, anche se il numero di partecipanti al video ritrovo limitato,
milioni e milioni di altre persone potenzialmente possono assistere
commentando ed esprimendo la propria opinione su quanto avviene in
diretta. Che sia OnAir o privato, lhangout si classifica come uno degli
strumenti pi efficaci per promuoversi online e fare content marketing!
Proprio dalla crescente attenzione aziendale per lo strumento, nel 2014 stata
rilasciata Showcase, unevoluzione duso dello stesso, con una serie di
componenti aggiuntivi che hanno lobiettivo di migliorare lesperienza
dellutente che assiste a un hangout.
Laggiornamento prevede lintroduzione di un nuovo tool per i creatori
dellhangout che permette, attraverso una interfaccia di interazione, di fornire
informazioni aggiuntive agli utenti generando, di fatto, nuova conoscenza che
dettaglia e approfondisce quanto viene presentato durante la diretta. Il fulcro
di tale attivit la Vetrina che rappresenta larea dalla quale lorganizzatore
pu incollare i suoi contenuti premium da far visualizzare ai partecipanti.
Qui troviamo link, video, merchandise e contenuti del Play Store che lutente
visualizzer in una schermata molto semplice e intuitiva.
Fonte: plus.google.com
Fonte: plus.google.com
2.4. LinkedIn
Con oltre 300 milioni di iscritti nel mondo e circa 7 in Italia, LinkedIn il
numero uno tra i social network dedicati al mondo professionale. Ottimo per
proporre e cercare lavoro a livello personale, tuttavia un po meno indicato
per fare Social Media Marketing aziendale, nel senso che non possiamo
aspettarci lo stesso livello di portata e di engagement raggiungibili con
Facebook e Twitter.
Simone Ardoino
Riuscire a trasferire la tua identit attraverso un video breve sicuramente una
scelta ambiziosa. Foscarini ha sempre dimostrato di possedere un DNA molto
particolare, unazienda orientata allesplorazione, alla continua ricerca di prodotti,
materiali e tecnologie innovative, di linguaggi comunicativi sempre nuovi. Nel corso
degli ultimi anni le nostre campagne di promozione sul web sono state abbastanza
tradizionali, ma oggi il contesto cambiato e ci sono dei fattori che vanno
considerati.
Ad esempio, i dati di conversione della pubblicit online tradizionale, in generale
pi bassi di quanto abbiamo realizzato con questa nuova campagna, o il parametro
attenzione/tempo sempre pi basso, per cui sempre pi difficile riuscire a
coinvolgere, stupire e fare interagire le persone con un brand. O anche
semplicemente il fatto che unimmagine/un contenuto video vengano processati dal
nostro cervello 60.000 volte pi velocemente rispetto a un contenuto testuale.
Ci che funziona realmente oggi il non convenzionale, ci che sorprende. Fare
marketing oggi significa soprattutto testare e sperimentare delle nuove soluzioni per
aumentare linterazione e la condivisione da parte degli utenti stimolando nuove
conversazioni tra brand e consumatori.
Oltre a questo, i dati di settore ci confortano nella nostra scelta. Leggendo alcune
ricerche su Mashable e Wired, scopriamo che:
nel corso del 2013 Vine cresciuto del 403%, diventando lapp con la crescita pi
rapida dellanno
il numero degli utenti attivi su Instagram negli ultimi 6 mesi cresciuto del 25%
oggi solo il 4% dei contenuti condivisi dai brand su Instagram in formato video
i video su Instagram registrano il 200% di interazioni in pi rispetto alle foto
entro il 2017 il 66% del traffico Internet sar costituito da video.
I video in stop motion nel nostro caso sono stati molto efficaci nel comunicare
messaggi e peculiarit del prodotto e della marca, in quanto hanno permesso di:
aumentare lawareness del brand rivolgendosi a target diversi rispetto a quelli gi
esistenti
presidiare dei nuovi canali, come Instagram e Vine, che stanno crescendo
moltissimo in termini di interazioni e coinvolgimento dellaudience
sfruttare lawareness e il posizionamento di questi canali per dare risalto allo
stesso brand Foscarini, in coerenza con lidentit e nella continua ricerca di
innovazione e nuovi linguaggi comunicativi
creare delle conversioni quali/quantitative sugli altri canali digital (fb/sito web)
creare nuovi contenuti per la condivisione attraverso attivit di
remarketing/piattaforme esterne (ebuzzing).
La creativit e loriginalit nella realizzazione di un video contano moltissimo. Il
fatto di essere stati inseriti nei 6 branded vines you have to watch right know da
Unruly Media insieme a Red Bull, General Electric, Nokia, etc. ci ha sorpreso
davvero tanto!
Parola dordine: LESS IS MORE.
La campagna in termini di utilizzo di hashtag/script/call to action un riflesso del
concetto di minimalismo espresso dai video in cui abbiamo cercato di emozionare
lutente attraverso lutilizzo di suggestioni che andassero ben oltre il prodotto.
Pubblicare una fotografia o un video su Instagram significa comunicare attraverso
emozioni visive, dove la personalit delle lampade diventa lattore principale.
Con oltre sedici miliardi di foto caricate e circa 150.000 iscritti, Instagram
diventato in poco tempo il vero re tra i social network visuali, caratterizzati
Nicola Carmignani
Instagram stato rilasciato alla fine del 2010. Da allora cresciuto moltissimo, pi
di altri social network che recentemente stanno sperimentando un certo appiattimento
delle proprie curve di crescita. Ad oggi conta oltre 300 milioni di utenti attivi al
mese.
Il motivo di questo successo ascrivibile a diverse ragioni. Innanzitutto, Instagram
coinvolge potenzialmente, in modo attivo, tutte le persone che siano accomunate
dalla passione per la fotografia e dalla voglia di condividere, di esprimere le
proprie emozioni e di dare sfogo alla propria creativit.
Linterfaccia utente molto intuitiva e caratterizzata da una notevole semplicit
duso; i filtri, in costante aggiornamento, tra cui alcuni caratterizzati da un marcato
effetto vintage, forniscono ad ogni scatto laspetto di una fotografia ricordo.
Inoltre, Instagram permette la condivisione delle fotografie pubblicate anche su altri
social network, come ad esempio Facebook, con grande semplicit. Tutto questo
stato confezionato in unapplicazione mobile gratuita, disponibile per tutti gli
smartphone basati sui principali sistemi operativi in uso (iOS, Android e Windows
Phone). Ricapitolando unapp semplice, a costo zero, in un dispositivo che ormai
nelle tasche di tutti. La diffusione della tecnologia mobile stata, senzaltro, uno dei
fattori necessari ma anche determinanti per il successo di questa applicazione.
Flickr, ad esempio, si configurato fin dal suo inizio come un social network
fotografico, ma ha sofferto di una limitazione non trascurabile a proposito del
caricamento del materiale fotografico da dispostivi mobili, che ha frenato la sua
crescita. Lintroduzione di unapplicazione mobile da parte di Flickr, per la gestione
e lupload delle fotografie, stata successiva alla diffusione di Instagram.
Inutile sottolineare che tutti i top brand sono stati presenti e molto attivi su Instagram
fin dai suoi esordi. In questo modo hanno cercato di guadagnare terreno sulla
concorrenza, consolidando la propria immagine e acquisendo la fiducia dei propri
follower.
I brand pi esperti e seguiti su Instagram adottano una strategia piuttosto semplice:
condividono post che in qualche modo fanno leva sullemozionalit dei follower.
Attraverso contenuti semplici e diretti, ogni fotografia cerca di fare leva sulla
sensibilit e sul bagaglio esperienziale comune degli utenti e, allo stesso tempo, ha
lobiettivo di raccontare la storia del marchio, del lavoro che viene svolto per
lideazione, la messa a punto e la commercializzazione di un prodotto. Generalmente
viene dato ampio spazio alla passione e alla professionalit dello staff aziendale,
che, quotidianamente, si prodiga nel fornire un servizio adeguato agli standard
richiesti dalla qualit del brand e dalla clientela fidelizzata.
Esistono altre best practice molto sfruttate dai brand per attivit promozionali su
Instagram. Tra queste, una pratica diffusa basata sul coinvolgimento di influencer e
di utenti che gestiscono profili ad elevata capacit di engagement e che possono
avere rilevanza e/o competenza nel settore di riferimento del brand. Lidea su cui si
basa questa strategia di promozione dal basso quella di cercare di ottenere un
effetto positivo di amplificazione delle attivit pubblicitarie del marchio, attraverso
la rispettiva rete sociale degli influencer coinvolti. Una campagna pubblicitaria
basata sul coinvolgimento di influencer ha spesso una forma differente da quella di
una campagna classica e, frequentemente, il materiale generato e veicolato al
pubblico ha un aspetto meno professionale rispetto a quello ufficiale (e tal volta
patinato) prodotto per la comunicazione tradizione del brand.
Ladvertising su Instagram
I post sponsorizzati sono stati annunciati nel 2013 e la sperimentazione iniziata per
una selezione ristretta di brand, per i soli utenti degli USA. Nel 2014, la
sperimentazione stata estesa anche agli utenti del Regno Unito. Per quanto riguarda
il resto dellEuropa, Italia inclusa, siamo ancora in attesa di poter fare advertising
per i brand su Instagram. I dati divulgati da Instagram a proposito del primo brand
che abbia attivato una campagna di advertisment, Michael Kors, sono stati
estremamente promettenti.
Lazienda ha raggiunto infatti un alto livello di engagement e guadagnato numerosi
nuovi follower nelle poche ore successive alla pubblicazione della
sponsorizzazione.
Instagram ha recentemente annunciato, attraverso il proprio blog, una nuova suite di
business tool, utili a chi vorr investire nella piattaforma in termini di visibilit.
Sono previsti strumenti per la gestione delle campagne pubblicitarie e dati analitici
Insights per il profilo aziendale e per gli obiettivi delle singole campagne. In questo,
Instagram per in grande ritardo rispetto a Facebook e Twitter, piattaforme in cui
la possibilit di attivare campagne pubblicitarie e la disponibilit di strumenti
analitici sono presenti da tempo e paiono piuttosto efficienti. Staremo a vedere se,
una volta usciti dal periodo di sperimentazione, Instagram sar in grado di colmare
la distanza con gli altri social network per quanto riguarda le applicazioni per il
business.
Un esempio di Product Pin che mostra prezzo e pagina web linkata da cui acquistare
(fonte: Pinterest.com)
Domenico Armatore
Nato nel 2010 da unidea di Ben Silbermann, Evan Sharp e Paul Sciarra, Pinterest
Fonte: Alexa
Fonte: visioncritical.com
Le donne sono le pi numerose e allo stesso tempo pi attive. Qui di seguito sono
mostrate le categorie merceologiche pi diffuse, molto utili in fase di valutazione per
lapertura di un canale sulla piattaforma.
Fonte: visioncritical.com
Food, Fai da te, Design e Arte sono alcune delle categorie di prodotto pi diffuse, un
dato positivo per le aziende italiane che hanno intenzione di aprirsi a un mercato
globale.
Anche se in Italia Pinterest non ha n i numeri di Twitter n tanto meno quelli di
Facebook, pu essere un ottimo canale per quelle PMI italiane che operano nei
mercati americano, indiano o inglese. Lutilizzo delle immagini come medium
essenzialmente due:
associare ad ogni attivit di Social Media Marketing KPI (key performance
indicators) e metriche, adatti a misurare gli obiettivi che ci siamo prefissi in
fase di pianificazione strategica
Esempio
di applicazione del modello per il Social Media ROI per unattivit su pagina Facebook
di un hotel
cliente.
Restano tuttavia essenzialmente due problematiche che rendono ancora
complessa la stima effettiva completa del ritorno sullinvestimento da attivit
di Social Media Marketing:
1. il Social Media Marketing, come dimostrano le statistiche, ha uninfluenza
estremamente positiva sulle altre attivit di comunicazione digitale attivate
in contemporanea (parlo soprattutto dellinfluenza sul branding e il
conseguente aumento delle ricerche organiche e dei click agli annunci
sponsorizzati, ma anche della distribuzione dei contenuti di valore che
generano citazioni e link building). poi evidente come tale influenza
positiva si estenda anche al di fuori della rete stessa (stiamo o non stiamo
parlando del medium della relazione, daltronde?!?). Tutta questa influenza
positiva non calcolabile a livello matematico, anche se chiaramente
percepibile attraverso analisi di correlazione tra cause ed effetti
2. gli strumenti di Analytics interni alle piattaforme (es. Facebook Insights o
Facebook Ads Report) e gli strumenti di Web Analytics (es. Google
Analytics) adottano metodi diversi di attribuzione delle conversioni. In
questo senso come se guardassimo a un medesimo fenomeno utilizzando
occhiali con lenti di diversi colori. La bravura del professionista del settore
deve essere quella di comprendere tali differenze e adottare per ogni
specifica azione di comunicazione digitale il modello di attribuzione pi
consono. Per comprendere meglio i modelli di attribuzione, ti rimando
allottima guida del maestro della Web Analytics, Avinash Kaushik.
Azione che, al passaggio del mouse, visualizza le percentuali del livello di successo per
tipologia di contenuto
5
per, c un dato non proprio positivo che riguarda il nostro paese da vicino:
soltanto una parte delle grandi aziende e unancor pi piccolissima parte di
quelle piccole possiedono e gestiscono bene un blog aziendale.
Avviare e gestire un blog aziendale, come per tutti gli altri strumenti del web
marketing (e forse anche di pi), richiede organizzazione, tempo, passione e
unottima capacit di scrittura e di competenza negli argomenti che si intende
sviluppare.
Di seguito ti illustro alcuni dei motivi che dovrebbero spingere ogni azienda a
dotarsi di un corporate blog.
1. BRAND AWARENESS
OGNI POST SCRITTO IN UN BLOG AZIENDALE EQUIVALE AD UNA TRACCIA
INDELEBILE LASCIATA SU GOOGLE. La convinzione che avere un sito statico
Gran parte dei link acquisiti diretti al blog aziendale saranno infatti frutto di
unaccurata attivit di produzione di articoli di qualit apprezzati da utenti e da
altri blogger.
4. INFLUENCER OUTREACH
ecc. fino ad arrivare a raggiungere nel tempo quello che pi interessa a tutti:
generare pi fatturato.
3.1.1. Il sito web 2.0: integrare un corporate blog nel website aziendale
Il social web ha introdotto dinamiche relazionali che non si formano pi
dallalto verso il basso ma dal basso verso lalto: in sostanza il consumatore
chiede il dialogo con limpresa e pretende che questultima lascolti, perch
dallascolto possono generarsi processi di co-creazione funzionali del
prodotto atti a definire unofferta pi performante e pi in linea con le
specifiche esigenze delle community di consumatori. Questo assunto, oramai
noto a tutti, vale anche per il corporate blog.
SITO SEPARATO, SOTTODOMINIO O SOTTOCARTELLA?
Anche il blog un social media e nei social media i claim commerciali hanno
sempre avuto vita breve.
E cos lazienda di smaltimento rifiuti potrebbe parlare, ad esempio, di
ecologia e salvaguardia dellambiente, ma anche fare ricerche locali su quanto
le sue attivit incidono sulla riduzione dellinquinamento atmosferico o sulla
riduzione dellabbattimento di conifere per la produzione della carta.
Ci sono poi nicchie tematiche che, per tipologia di argomenti, si ricollegano
ad altre nicchie verticali. Questo ci permetter di espandere la tipologia di
contenuti ampliandola ad altre nicchie correlate. Ad esempio, un blog di
benessere potr produrre contenuti informativi utili anche al pubblico di altre
tematiche verticali come moda, sport, food, travel, salute e scienza.
Una volta raccolta una lista copiosa di argomenti suggeriti dallo stesso Google
e, quindi, dalle stesse ricerche degli utenti, possiamo utilizzare lo strumento di
pianificazione delle parole chiave di Google Adwords, meglio conosciuto
come Google Adwords Keyword Planner (ex Google Keyword Tool). Lo
strumento gratuito, ma per accedervi necessario registrare un account in
Google Adwords.
Appena si sar pronti a utilizzare lo strumento, potremo incollarci la lista di
idee di parole chiave raccolte e cliccare su trova idee, per vederci restituita
una lista ancora pi ampia di idee di parole chiave e ricerche correlate, la loro
stima delle ricerche mensili locali e globali e i trend futuri previsti di ricerca.
Queste saranno le idee di parole chiave che si trasformeranno nei titoli degli
articoli del blog aziendale.
La stima delle ricerche mensili sar utile per sviluppare articoli solo per quelle
chiavi di ricerca che possono realmente portare traffico al nostro blog e che
hanno un livello di competizione non molto alto. sempre infatti utile
cavalcare il concetto di coda lunga o long tail, secondo il quale, in ambito
web marketing, un insieme di ricerche specifiche e con poca competizione e
nellera dei social (di cui il blog ne parte) deve essere personale, con una
persona reale con un nome e un volto.
I consigli da seguire sono quelli classici del SEO COPYWRITING quali:
la scrittura di titoli incisivi e attrattivi
lutilizzo di intestazioni che sintetizzino quello che il lettore potr
approfondire leggendo larticolo
luso di alcuni tag di formattazione come il bold e il corsivo
lutilizzo degli elenchi per non appesantire la lettura dellarticolo
lottimizzazione SEO On Page: la parola chiave che rappresenta il titolo
dellarticolo deve essere presente nel tag title, nei tag di intestazioni H1, H2,
ecc., nelleventuale attributo alt e nel nome del file delle immagini e, con
moderazione, nel corpo del testo dellarticolo. Attenzione a non cadere nel
keyword stuffing; una tecnica di spam nella SEO oramai deprecata e che
Google sa riconoscere al volo.
sempre bene impostare una categorizzazione tematica per argomenti anche
del blog. Partendo dal titolo principale del blog, ad esempio consigli di
arredo per la casa e non solo che corrisponder anche alla chiave primaria
in ambito SEO, potremo suddividere il blog in macro-categorie, ad esempio
arredo casa, arredo giardino, arredo negozio, arredo barca, arredo cottage,
arredo ufficio, ecc. per poi sviluppare gli argomenti utilizzando la lista pi
vasta di idee di frasi chiave che andranno a coprire tutte le esigenze
informative del lettore interessato ai nostri argomenti.
Un piccolo consiglio che alcune aziende sfruttano gi quello di affidare
lattivit di blogging ad autori influenti e specializzati nella scrittura di testi per
determinate aree tematiche. Questo aiuter quelle aziende prive di personale
riservato alla scrittura sul web a dotarsi di uno o pi autori realmente esperti
della nicchia tematica che potranno poi esporre quei contenuti anche alla
propria audience.
Non limitarti a scrivere articoli striminziti e poco informativi. Meglio avere
degli articoli corposi e informativi, poco ridondanti e che approfondiscono,
paragrafo per paragrafo, qualcosa di diverso. Ogni paragrafo dellarticolo
bene arricchirlo di sottotitoli (qui potrai usare i tag dintestazione) descrittivi e
che sintetizzino largomento e, se possibile, di immagini o video correlati.
3.2.3. Come promuovere
Sulla promozione del blog in realt ci sarebbe molto da dire, tanto forse da
poter scrivere un libro dedicato. Mi preme sottolineare in questo post alcuni
punti sintetici:
1. fare networking, online e offline. Nei social network importante
interagire con gli altri attori influenti della propria nicchia, conversare e
confrontarsi con loro. Nelloffline il networking pu prendere forma in
fiere ed eventi settoriali
2. fare Comment Marketing di qualit. Se vogliamo arrivare nelle grazie di un
blogger/sito influente non c modo migliore di fargli capire che siamo in
grado anche noi di offrire contenuti di valore. Il modo in cui iniziare
quello di farsi conoscere, commentando i suoi post e offrendo
suggerimenti che vanno ad approfondire quanto da lui scritto.
Approfondir questi due aspetti nel prossimo capitolo
3. utilizzare il blog per produrre altri contenuti di valore. Il blog lhub
iniziale da cui veicolare i contenuti. Il 70% dei contenuti consister in post
e articoli informativi, ma considera anche che per il restante 30% potremo
veicolare contenuti premium come infografiche, mini-video o altre
iniziative coinvolgenti
4. ottimizzare il blog nel design, nel possesso dei feed RSS, nella sezione dei
commenti e, soprattutto, nella presenza dei tasti di condivisione nei social
media. Anche questi piccoli accorgimenti contribuiranno a far crescere un
blog che produce articoli di qualit.
Ora la parola va a uno che di blog e di scrittura per il web se ne intende:
Riccardo Esposito.
Riccardo Esposito
CINQUE CONSIGLI PER UNAZIENDA CHE SI AVVIA ALLUSO DEL
BLOG AZIENDALE
Il primo consiglio che voglio dare a unazienda che sta entrando nel magico mondo
del blogging aziendale? Esci fuori dallazienda, togliti la cravatta, mettiti una
camicia colorata e pensa al bene dei tuoi lettori, ovvero dei tuoi clienti. Difficile
riuscire in questa impresa? Difficile superare la tua mentalit corporate, ma in realt
il principio elementare: devi dare contenuti utili ai lettori. Non utili a te, utili al
lettore. Utili al cliente. Guarda i blog di Bufferapp e di Crazyegg: sono fantastici
perch creano articoli fatti su misura per il potenziale cliente. Non a caso i post di
Bufferapp, legati a unapplicazione che permette di organizzare gli aggiornamenti
social, toccano anche argomenti legati al time management. Quelli di Crazyegg,
invece, si rivolgono a chi ama parlare di conversioni, misurazioni, test. Questi blog
scrivono non per spingere il prodotto ma per attirare il pubblico che
potenzialmente interessato al prodotto.
Il secondo consiglio? Metti da parte il burocratese. Non serve, non lo puoi usare per
comunicare con le persone che visitano il tuo blog. A dire il vero io non lo userei
neanche per rispondere alle email. Terzo consiglio: lavora con un blogger
professionista, ascoltalo, non pensare di poter gestire la sua professione solo perch
la tua azienda a dover essere portata sulle pagine del blog. Certo, conosci bene la
tua realt aziendale. Ma come hai comunicato finora? Con i comunicati stampa? Con
le lettere? Paga un esperto e lascia che sia lui a consigliare la strada da seguire.
Quarto consiglio: la creazione di contenuti una marcia lenta, ma continua. Devi
camminare con costanza, per tanto tempo. Non puoi correre, non puoi bruciare le
tappe. Non puoi pretendere che le persone si fidino della voce aziendale: le persone
hanno pregiudizi duri da risolvere. Ma la costanza e la genuinit dei tuoi contenuti
faranno cambiare idea. Ultimo consiglio: dai il massimo. Non aver paura di donare e
di condividere. Molte aziende hanno paura di apparire troppo generose perch
arrivano da un parametro vecchio stampo: perch devo dare senza ricevere? E qui ti
sbagli: riceverai, non subito ma riceverai.
Il superamento della crisi creativa del blogger che non sa cosa scrivere
Io conosco due metodi: a breve e medio termine. Inizio dal primo: la pratica un
ottimo metodo per superare la crisi creativa. Scrivere ogni giorno vuol dire trovare
sempre nuove soluzioni, vuol dire imparare a superare le difficolt del mestiere. Pi
scrivi e meglio scrivi: in linea di massima questa una regola che funziona. Sul
medio termine c la capacit di trasformare ogni esperienza in articolo utile ai
lettori: se lavori nel settore SEO puoi scrivere ogni giorno un articolo e raccontare
cosa hai imparato, cosa hai affrontato, quali successi hai collezionato e quante volte
hai fallito. Ovviamente per mettere a frutto questa tecnica devi sviluppare una buona
capacit di autoanalisi e soprattutto non devi raccontare solo quello che tu reputi
interessante. Un consiglio? Una pausa, un fine settimana, due ore di stop forzato
lontano dal computer. A volte il cervello ha solo bisogno di una sosta: impara ad
ascoltare i segnali che ti manda.
Meglio scrivere per lutente o per i motori di ricerca?
Per lutente. Perch lutente che clicca sui risultati del motore. Ok, questa la
risposta del webwriter idealista. In realt devi scrivere per gli utenti e per i motori
di ricerca, ma se scrivi bene per gli esseri umani lo fai alla grande anche per gli
spider di Google. Risposta gi sentita, vero? In realt c poco da aggiungere: se ho
come scopo principale (dovrebbe essere cos) la buona informazione del lettore,
devo far capire subito qual largomento del post. Per questo nel tag title ci saranno
le keyword pi importanti. Questo un bene per i motori di ricerca ma anche per il
lettore. Sopratuttto per il lettore perch deve capire, deve sapere cosa si trova
nellarticolo. Poi ci sono le keyword nel testo, luso dei sinonimi. Ma tutto questo
gi fa parte delle buone regole di scrittura. Luso del dizionario dei sinonimi e
contrari importante: va di pari passo con un uso ponderato della lingua italiana,
con la scorrevolezza della lettura. Il concetto questo: scrivi bene e scrivi per tutti.
Per i motori e per gli umanoidi.
La formattazione degli articoli, con sottotitoli e immagini contestuali
I miei articoli sono formattati con cura, sono ricchi di immagini. Ma come il trucco
per una donna: usato con cura tutto migliora, ma se si esagera il risultato non il
massimo. Anzi, in alcuni casi pessimo. La formattazione, pi in generale il buon
equilibrio del post, fondamentale per migliorare la leggibilit del testo. E la
leggibilit tutto (o quasi): puoi scrivere il miglior articolo di questo mondo, il pi
completo. Ma alla fine se non sar formattato con cura, se non ci saranno le giuste
immagini e se sar presentato come un muro di parole beh, il risultato te lo puoi
immaginare: zero letture, zero condivisioni, zero link. Anche questo un male per la
SEO.
4. Relationship Marketing
Limportanza dello sviluppo delle relazioni
Se hai avviato una presenza nei canali sociali pi appropriati e hai iniziato a
interagire con i tuoi follower o fan, ad ascoltare le loro richieste e osservazioni
e a creare e pubblicare contenuti coinvolgenti, sei gi a un buon passo per
trasformare la tua azienda in un vero brand riconosciuto, editore di contenuti
web.
Il prossimo step quello di SVILUPPARE RELAZIONI E FARE DEL
NETWORKING UN IMPEGNO COSTANTE, non soltanto nei canali istituzionali
e acquisiti, ma anche esternamente, nelle community dinteresse per la tua
marca.
Il web ha rivoluzionato il concetto di relazione. Lo ha infatti ampliato a una
dimensione che prima non pensavamo possibile. Il web oggi distinto in aree
tematiche popolate da centinaia di blog e personalit di rilievo nei social
media che influenzano giornalmente decine di migliaia di persone,
plasmandone stili di vita, modi di pensare, passioni personali, idee politiche,
fino a determinare le loro scelte dacquisto presenti o future.
Solitamente lidentikit della personalit influente nel web identifica una
persona di sesso maschile o femminile che possiede e gestisce un blog
specializzato in una determinata nicchia e ha un forte seguito di sostenitori nei
principali canali sociali. Ha un piano editoriale di contenuti senza particolari
calendari editoriali da rispettare (nel senso che scrive e pubblica quando
vuole) e la sua attivit spesso si trasforma da passione a vero e proprio
mestiere ben retribuito. Un vero business a tutti gli effetti.
Pensa alla famosa blogger Chiara Ferragni, che con il suo fashion blog The
Blonde Salad riuscita a creare una startup che fattura circa 8 milioni di euro
lanno.
noto infatti che esistano diversi blogger influenti la cui attivit produce
utenti.
4.2. Comment Marketing
Per Comment Marketing si intende quellattivit volta alla pubblicazione di
commenti autorevoli e di qualit agli articoli scritti dai blog pi influenti
facenti parte dellarea tematica nella quale la nostra azienda inserita.
Possiamo decidere di commentare gli articoli di un blog senza lo scopo
intenzionale di promuovere il nostro brand; molti utenti, infatti, associano al
commento il proprio nickname senza aggiungere il link al proprio sito web,
anche se ne data la possibilit dal webmaster. Abbiamo visto quanto
importante possa essere aprire e avviare un blog aziendale e adesso fai
attenzione a quanto sto per dirti: il Comment Marketing fatto bene serve
proprio a promuovere, prima di tutto, lo stesso blog aziendale. Non finisce
qui per, perch i benefici del Comment Marketing di qualit sono molteplici.
Innanzitutto pu permetterti di DIMOSTRARE DI ESSERE UNA PERSONA
AUTOREVOLE NEL SETTORE. Lazienda dovrebbe commentare per nome
degli autori degli articoli del corporate blog, pi che col nome dellazienda
stessa. Ricordo infatti che meglio evitare di mettere in primo piano la marca
e lasciare al lettore la possibilit di approfondire lidentikit di quella persona
che ha scritto un commento molto utile. sempre meglio quindi firmare il
commento con nome e cognome, eventualmente e solo se realmente utile,
inserire un link ad un articolo correlato scritto sul blog aziendale e inserire il
link alla homepage del corporate blog in firma al commento.
Questo far in modo che quando il lettore del blog o lo stesso blogger
cliccheranno sul nome dellautore del commento potranno avere accesso al
link che rimanda al blog aziendale e da l decidere di averne gli aggiornamenti
seguendo lazienda nei social o abbonandosi ai feed RSS o alla newsletter.
Il testo e limmagine del commento devono essere curati. Relativamente
allavatar, anche qui, evitiamo di inserire il logo dellazienda ma di dare un
volto umano alla persona autore del commento e magari anche autore degli
articoli del blog, inserendo una sua fotografia chiara e nitida. Puoi utilizzare
un servizio gratuito come Gravatar che ti permette di impostare un profilo
autore con fotografia (cerca di utilizzare ununica fotografia con la quale farti
riconoscere in tutti gli altri social media), nome e cognome, link al sito web e
indirizzo email.
Il comment marketing fatto bene permette di ATTIRARE LATTENZIONE DEL
BLOGGER; ricorda che siamo nello step in cui, dopo aver costruito la nostra
Per metriche SEO intendo il classico numerino del Page Rank visibile nella
barretta verde, il Domain Authority e Moz Trust di Moz e il Citation Flow e
Trust Flow di Majestic. Questi possono darti unindicazione di massima
dellautorit di un blog, ma vanno presi con le pinze e il perch lo vedremo
nel prossimo punto.
QUANTIT E QUALIT DEI COMMENTI AI POST
Non detto che un blog che ti mostra 5 di Page Rank nella barretta di Google
sia autorevole. Il Page Rank possibile manometterlo se ad esempio quel blog
collegato mediante network ad altri siti e resta comunque una metrica ormai
inaffidabile in quanto non sar pi aggiornato da Google.
Potrebbe essere anche soggetto a una penalizzazione algoritmica come
Penguin o a manuale e in questo caso produrr cos poco traffico
dallorganico che sar difficile che larticolo che verr redatto potr godere in
seguito un ottimo posizionamento.
Un blog NON-influente lo riconoscerai subito anche dallASSENZA DI
COMMENTI AI POST! La domanda che ogni manager e consulente dovrebbe
farsi questa: cosa me ne faccio di un articolo che non ha generato pareri,
positivi, negativi o neutrali?.
Ci sono ad esempio mercati, come quello del travel, del food o del fashion
che pur non generando molto traffico organico, arrivano a produrre fino a
centinaia di commenti quando parlano di una sfilata di moda, di una ricetta o
di un consiglio di viaggio. Quando ad esempio in un travel blog i
Altra cosa a cui guardare la presenza sociale. Un blog affermato cura anche
la sua presenza sociale, perch in grado di riconoscerne i benefici del
veicolare traffico al blog e fare da cassa di risonanza ai propri articoli.
Solitamente scanso quasi subito quei blog che mostrano account facebook o
twitter con migliaia di fan e follower e nessuna interazione ai post condivisi.
indice del fatto che c qualcosa che non quadra. Ti accorgerai che, spesso, i
blog privi di commenti ai post saranno anche privi di interazioni ai link dei
post condivisi nei loro account sociali.
PRESENZA DI ECCESSIVA PUBBLICIT SUL BLOG
Ci non toglie che al team editoriale e creativo del brand non debba
interessare sviluppare anche il personal brand. Unazienda pu disporre di un
team che si occupa di scrivere gli articoli del corporate blog e di un team che
gestisce la presenza nei social media. Ognuna di queste persone dovrebbe
sviluppare la propria personale autorevolezza, perch i benefici possono
essere notevoli sia da un punto di vista personale che per la stessa azienda.
Pi in generale, potremmo affermare che ogni collaboratore, interno o esterno
dellazienda, farebbe bene a sviluppare la sua visibilit personale.
Sviluppare il brand personale utile allautore di contenuti per entrare in
contatto pi facilmente con un blogger influente e coinvolgerlo,
successivamente, in iniziative aziendali o anche per farsi accettare una
richiesta di pubblicazione di un guest post. Ci non avverrebbe qualora ci
presentassimo come azienda X. Un volto umano e riconosciuto utile anche
ai lettori del blog, che sanno cos di poter interagire con una persona che ha
un nome e un cognome.
5. Content Ideation
determina anche la diffusione del brand tra utenti accomunati dagli stessi
interessi. Sono infatti tanti i casi di status update, foto e link postati
pubblicamente da utenti o pagine Facebook divenuti poi virali. Stessa cosa
accaduta su Twitter e su YouTube.
La connessione tra contenuti e social media non finisce per qui! Quante
volte hai visto un contenuto pubblicato su qualche blog o sito web diventare
virale su Facebook? Ti posso assicurare che se riesci a creare un contenuto
virale che parte da una pagina web esterna ai social media, il 99% delle volte
questo ti garantir migliaia di accessi al sito web, acquisizione di link in
entrata dovuti al fatto che il contenuto viene ripubblicato in altri siti o blog a
tema e diffusione della brand awareness.
Il tutto dar vita a un graduale miglioramento e aumento delle vendite. Ti
racconter pi avanti un caso di successo di marketing virale con i contenuti
al quale ho lavorato.
4. POSIZIONAMENTO DI MERCATO
Se lidea del tuo contenuto suscita uno stato danimo, stupisce, informa e, pi
in generale, diventa facile da ricordare per lutente, allora avr maggiori
possibilit di essere condivisa nei social media, consigliata ad altre persone o
essere ripresa in altri blog.
IN GRADO DI RACCONTARE UNA STORIA
Gianluca Fiorelli
AUDIENCE TARGETING: SIGNIFICATO E BENEFICI
Con audience targeting si intendono tutte quelle azioni il cui scopo prendere di
mira lutenza, ovvero quel segmento della popolazione che unazienda considera
come potenziale consumatore dei suoi prodotti o servizi, ed la prima e
fondamentale fase di ogni azione di marketing, non solo del web marketing.
Infatti, se unazienda non in grado di individuare la propria utenza e targetizzarla
con prodotti, comunicazione e quantaltro, tutte le azioni di marketing, e, direi, anche
il suo stesso business plan, sono destinate al fallimento.
A livello di marketing, la fase di individuazione dellutenza si definisce come
audience analysis, e il risultato finale la profilazione delle differenti sfaccettature
che compongono laudience globale di unazienda. Queste sfaccettature si
definiscono Personas (anglicismo dal latino Personae).
Le personas sono dei veri e propri identikit, che presentano le caratteristiche sociodemografiche, culturali ed economiche di un segmento dellutenza globale.
Per esempio, unazienda che vende strumenti musicali pu avere queste Personas
come target:
1. musicisti professionisti, attenti alla qualit degli strumenti musicali, che sanno
distinguere i pregi e difetti di un prodotto
2. musicisti non professionisti, che non hanno fatto della musica la loro professione,
e che dal suonare un pianoforte o una chitarra cercano solamente piacere
3. i genitori che vogliono offrire ai propri figli uneducazione musicale.
Come vediamo, tre differenti sfaccettature di unutenza pi ampia (persone amanti
della musica), che hanno interessi propri e distinti, tanto che sarebbe miope
targetizzare queste tre personas con lo stesso messaggio.
Questo significa che quanto pi mirato il targeting tanto pi efficace la
comunicazione che unazienda ha verso la sua utenza.
Lazienda che vende strumenti musicali, quindi, dovr creare contenuti o addirittura
linee di prodotto ad hoc per ogni persona che ha individuato durante laudience
analysis.
Le personas di cui abbiamo parlato finora si definiscono come buyers personas,
ovvero persone che nel loro insieme rappresentano lintero spettro dei potenziali
clienti di unazienda.
Esiste, per, anche un secondo tipo di persona: laudience persona.
Laudience persona composta da tutte quelle persone (intese qui in senso letterale),
che pur non necessariamente interessate ai prodotti/servizi che unazienda vende,
hanno il potere di influenzare le buyers personas. Per esempio, laudience personas
della nostra azienda di strumenti musicali potrebbero essere:
1) musicisti/concertisti famosi, direttori dorchestra, critici musicali ecc.
2) professori di musica, pedagoghi, psicologi infantili.
meglio targetizzare i contenuti per i propri utenti/clienti o per i blogger
influencer settoriali?
Secondo me si dovrebbe targetizzare il contenuto verso entrambi, o comunque essere
capaci di targetizzare entrambi allo stesso tempo, anche se non necessariamente con
lo stesso contenuto.
Ricorda che contenuto non solamente quello che normalmente si prende in
considerazione quando, per esempio, parliamo di Content Marketing (post, guide,
infografiche, video ecc.), ma tutto quello che compone un sito e lidentit
online/offline di unazienda. Tutto contenuto, anche i prodotti!
Facciamo unesempio pratico: un portale di Luxury Travel.
Un portale di quel tipo se si concentrasse solo nel targetizzare esclusivamente
blogger e influencer, sicuramente avrebbe il vantaggio che quel tipo di endorsement
pu offrire, per se allo stesso tempo non cura con la stessa attenzione i contenuti
indirizzati direttamente verso chi alla fine genera conversioni, allora per trust e
traffico che gli influencer e i blogger possono apportare gli obiettivi di business
non saranno necessariamente raggiunti.
Al contrario, se ci si concentra esclusivamente nel targetizzare le buyers personas,
allora il raggiungimento degli obiettivi sar possibile, ma solo in tempi
medio/lunghi, tali da non poter essere considerati sopportabili dal punto di vista di
puro business aziendale.
Per questi due motivi chiedere di scegliere sbagliato. Non si deve scegliere luna o
laltra cosa, ma fare entrambe.
Fonte: Klout.com
Google Zeitgeist mette a disposizione inoltre quelle che sono state le ricerche
pi effettuate sul proprio motore nel corso dellultimo anno.
Fonte: google.it/trends/2014
Fonte: Mention.com
Fonte: it.semrush.com
Un esempio di backlink esterno da parte di un fashion blog che cita uno dei contenuti
realizzati da Zalando
Fonte: Wikimindmap.org
Nellesempio in figura trovi una ricerca restituita per la parola chiave Poker.
S, un argomento sensibile e un settore tra i pi competitivi nel web, anche
per la definizione di idee di contenuto. Per anche soltanto utilizzando
WikiMindMap ci vengono forniti degli argomenti correlati sui quali si
potrebbero sviluppare contenuti e che coinvolgono aree di argomenti verticali
e correlati.
Come utilizzare le informazioni di WikiMindMap?
Rimanendo sempre nellesempio del poker, se hai un sito affiliato nel settore
del poker online alta competizione ma anche alto rendimento se ti posizioni
al top su Google e intendi realizzare un contenuto informativo per blogger e
giocatori di poker, potresti puntare sullo sviluppo di contenuti come
uninfografica sulla storia del poker o, ancora, una su tutte le varianti del
poker oppure sui tornei legati al mondo del poker.
Ti lascio infine una serie di link a risorse utili che potrai consultare per trovare
idee di argomenti da sviluppare:
The United Kingdoms Open Data Project: data.gov.uk
Dati provenienti dal governo statunitense: data.gov, census.gov e bls.gov/cex
Come hai visto prima, puoi produrre diverse tipologie di contenuto a seconda
degli obiettivi che la tua azienda intende raggiungere. Ti propongo anche
questa matrice dei contenuti realizzata da Distilled, che divide i contenuti in
funzione sia degli obiettivi aziendali sia della tipologia di impatto che hanno
sul pubblico. Nelle pagine seguenti analizzeremo alcune delle principali
tipologie di contenuti presenti anche in questa matrice.
Fonte: Distilled.net
Pensa a dei video che spieghino come utilizzare il prodotto e tutti gli usi,
anche i pi creativi, che permetter di effettuare. Aggiungi anche pagine web
che forniscano consigli utili su come sfruttare i prodotti.
Come ho detto, il Content Marketing, anche quello creativo, parte proprio dal
tuo sito web.
Un esempio di contenuto creativo (il video) che mostra le diverse utilit del prodotto
(fonte: Bellroy.com)
beneficiarne il rapporto con i tuoi potenziali clienti, quelli che finora seguono
la tua azienda solo nei social, perch troverebbero contenuti di valore,
informativi o coinvolgenti con cui riesci a posizionarti nelle loro mappe
mentali e a porti come valida alternativa di scelta nella matrice dei competitor
presenti nella tua nicchia. Potresti anche essere citato, ripreso da qualche blog
tematico perch gestisci egregiamente i social media della tua azienda o hai
sviluppato una newsletter creativa. Questo potrebbe valerti anche
lacquisizione di backlink in entrata.
Al mio team capitato di realizzare dei meme divertenti e sempre
contestualizzati alle nostre tematiche. Uno di questi stato poi ripreso da un
importante sito a tema che ha citato la fonte linkando il nostro blog, con un
ottimo link dofollow7.
Fonte: Webnews.it
IL 20% DEL TUO TEMPO dovrai investirlo nella pianificazione di contenuti
Fonte: Visual.ly
Non finisce qui per. Se hai tempo da investire, potresti anche pensare di
realizzare tanti micro-contenuti differenti per promuovere il macro-contenuto
nelle varie piattaforme sociali. Se, ad esempio, vuoi dare visibilit a
uninfografica anche su social media visuali come Instagram o Vine potrai
Fonte: Visaul.ly
Fonte: Facebook.com
Gli articoli di news hanno lobiettivo di informare i lettori del blog (e non
soltanto loro) su una notizia che riguarda il settore di riferimento. Nel campo
del web marketing potrebbe ad esempio esserci una news che riguarda
lultimo cambiamento algoritmico alla visibilit dei post delle pagine
Facebook; nel settore turistico, il blog aziendale di un hotel potrebbe
condividere in anteprima i dati sullandamento delle presenze di turisti nella
regione; il blog aziendale di una compagnia assicurativa potrebbe scrivere un
articolo che riporta le ultime novit sulle clausole assicurative.
Questa tipologia di articoli, pur rivolgendosi a target di utenti appartenenti a
settori dinteresse diversi, caratterizzata dalla VELOCIT NELLA
CONDIVISIONE DELLA NOTIZIA e dal fatto che spesso il blog che la
condivide tra le prime fonti a farlo nel suo settore.
Questa tipologia di articoli pu portare il tuo blog a riscuotere molto successo
perch, a partire dal tuo articolo, possono generarsi centinaia se non migliaia
di condivisioni nei social network e conversazioni tra gli utenti proprio per
essere stato la prima fonte dinformazione nel settore.
Un po come avviene, se ci pensiamo, per le notizie di cronaca o di interesse
generale nelle grandi testate online: la prima fonte che rende pubblica, online,
la notizia potr godere di una spinta di visibilit in pi che le permetter di
accaparrarsi gran parte dellattenzione del pubblico e, quindi, del traffico web.
Le fonti web che pubblicheranno successivamente avranno s la loro
Intervistare gli esperti e gli influenti del tuo settore pu permettere al tuo
articolo di ricevere unalta esposizione e ai tuoi lettori di avere un contenuto
informativo utile che gli far apprendere esperienze reali da chi magari opera
nel settore da tempo ed considerato persona autorevole.
Puoi sfruttare lopportunit di interazione con linfluencer gi avviata nei
social e dal Comment Marketing, visti prima, e proseguirla attraverso una sua
intervista. Potrai scrivergli una mail con la quale lo inviti a rispondere ad
alcune domande relative alle sue specializzazioni, al modo in cui opera e a
farti raccontare alcune curiosit legate allo sviluppo della sua attivit e su
come sia riuscito a diventare una personalit autorevole nel proprio settore.
Solitamente lesperto sar ben contento di essere intervistato, i lettori saranno
felici di leggere lintervista e lo stesso blog aziendale potr godere di una pi
Hai presente quegli articoli che leggi che affrontano un argomento le cui verit
sono assodate e che conosciamo solo in quel determinato modo e lo fanno
dandone una versione o un punto di vista totalmente differente andando del
tutto controcorrente?
La statistica ci dice che spesso questi articoli hanno avuto successo, anche se
scritti da blogger poco autorevoli. Alla base del successo ci deve per essere
la capacit dellautore di argomentare e motivare per bene il suo punto di vista
differente in modo da risultare credibile. Altrimenti si rischia leffetto
opposto, ovvero quello di allontanare il lettore dallarticolo e dallo stesso blog
intaccando la sua reputazione.
4. LE LISTE DEI MIGLIORI
Fonte: Keywordtool.io
Certo, ci saranno sicuramente altre mini guide on line scritte per altri blog tuoi
competitor, ma non demordere. Se una guida ben dettagliata, ricca di
informazioni e soprattutto aggiornata, verr apprezzata dal pubblico e potr
anche godere di un miglior posizionamento nei motori di ricerca.
6.3.3. I guest post
I guest post (o guest article) sono gli articoli scritti da un autore o da
unazienda e ospitati e pubblicati non sul blog aziendale o personale, ma su
altri blog a tema.
Il guest post nacque proprio come forma primaria di promozione di un blog
appena nato, che permetteva di ottenere visibilit su spazi web pi autorevoli
senza investire in altre forme di advertising a pagamento.
In passato erano molti i blogger che aprivano sezioni dedicate ad ospitare dei
guest post per dare la possibilit ad altri autori di farsi conoscere e a loro
stessi di respirare un attimo, permettendo al proprio blog di essere aggiornato
Negli ultimi tempi il guest post stato utilizzato principalmente per acquisire
link in entrata. C da dire che, come per tutte le strategie SEO operate su
larga scala, si cercato di automatizzare anche il processo di acquisizione link
dai guest post e ci ha portato molti blog a essere sommersi da richieste di
pubblicazione di articoli, al punto che molti di questi hanno iniziato a
richiedere un compenso economico per la pubblicazione.
In casi come questi per il guest post diventa un pubbliredazionale con scarso
valore informativo e molta promozione allazienda e viene perso il senso
originario dello strumento, ovvero quello di farsi notare, in modo
meritocratico, per la fornitura di un contenuto di alta qualit per i lettori.
6.4. Contenuti premium
Nella categoria di contenuti premium faccio rientrare solitamente quegli infoprodotti che, a fronte di un investimento economico pi importante e uno
sviluppo pi complesso, permettono di generare il miglior ritorno
dellinvestimento in termini di risultati.
Sono quei contenuti ai quali lazienda, allinterno della sua Content Marketing
Machine, dovrebbe dedicare il 10-20% dei suoi sforzi.
Vediamo quali sono i contenuti premium.
6.4.1. Data Visualization
La Data Visualization fonde la statistica e la comunicazione grafica e
rappresenta una forma moderna di comunicazione visuale.
In parole semplici, ci troviamo di fronte a rappresentazioni visuali di
informazioni, prevalentemente numeriche, estratte da ricerche effettuate e
arricchite da grafici e tabelle che aiutano il lettore ad analizzare e a ragionare
sul significato dei dati e delle evidenze che emergono.
Mediante la data visualization, dati e informazioni complessi e disponibili in
modo grezzo diventano pi accessibili e comprensibili a tutti gli utenti.
Solitamente, lobiettivo di chi crea contenuti di data visualization quello di
far comprendere allutente determinati paragoni e far emergere principi di
casualit raffrontando dati differenti; mentre lutente impegnato in questo
processo di elaborazione mentale, i grafici lo seguono durante tutto il
percorso, facilitandogli la comprensione nonch la fruizione di tutto il
contenuto.
Non tutti infatti possono avere un background di funzionalit analitiche
approfondite, ma tutti possono capire i dati se resi graficamente accattivanti,
Negli ultimi anni si fatto un utilizzo massiccio delle infografiche che presto
sfociato in abuso: vengono infatti ormai realizzate cos tante infografiche,
soprattutto di tipo statico ovvero solo sotto forma di immagine che il
pubblico delle varie nicchie di mercato stanco. Le classiche infografiche
stanno quindi ormai saturando il mercato, specie in America. Labuso ha
riguardato soprattutto lutilizzo del prodotto come nuova forma di link
building nella SEO. Uninfografica pu anche infatti essere condivisa, a
partire dal sito del brand che la realizza, attraverso un cosiddetto embed code,
da altri blog a tema, copiando e incollando il codice messo a disposizione in
un box a ridosso dellinfografica. In questo modo il sito che ripubblica
linfografica linker il sito principale, grazie anche al link presente nellembed
code8.
Il fatto che linfografica stia saturando il mercato non deve per trarci in
inganno e farci credere che sia un contenuto da abbandonare, tuttaltro! la
scarsa qualit di realizzazione del contenuto il cosiddetto contenitore e la
non originalit dellidea in essa rappresentata il vero contenuto che sono
causa dellinsuccesso di uninfografica.
Il terzo fattore di insuccesso di uninfografica spesso legato anche alle errate
strategie di distribuzione e promozione della stessa, strategie che
approfondiremo meglio nel capitolo seguente.
Tuttavia, se si riesce a sviluppare info-prodotti dallidea geniale e realizzati
perfettamente, dal punto di vista grafico e, eventualmente, della
programmazione, il successo assicurato.
Ci sono infatti infografiche che non avranno neanche bisogno di strategie di
distribuzione o di campagne di advertising per essere promosse, perch
saranno cos geniali da innestare la condivisione di massa degli utenti nei
social network diventando delle vere e proprie bombe virali.
Quando parliamo di infografiche non dobbiamo per limitare la nostra
creativit e realizzare prodotti che siano delle immagini con statistiche e
grafici. Esistono infatti differenti tipologie di infografiche.
INFOGRAFICA STATICA
Lascio ora la parola alla mia socia Maria Pia, che ha studiato in modo
approfondito la nascita, la crescita/evoluzione e la diffusione delle
infografiche, potentissimo strumento di marketing, studio che le ha permesso
di imparare a raccontare storie in modo efficace e diretto.
Queste figure lavorano come una catena di montaggio collaborando insieme e ognuna
ha un ruolo importantissimo nel costruire il successo dellinfografica. Sulla base di
quanto ho appreso nel corso degli anni realizzando infografiche, posso elencare tutte
le fasi del processo che permettono di trasformare unidea studiata in un prodotto di
sicuro appeal per lutente. Ogni fase pu esser vista come un check-up che permette
di controllare che tutto il processo stia seguendo la strada giusta.
1. Scelta dellidea
La prima fase consiste nella scelta dellargomento da trattare. Sicuramente questa
una fase cruciale del progetto in quanto rappresenta il tema che avr modo di
interessare il pubblico di lettori e i loro seguaci. Lidea vincente non nasce mai per
caso, ma il frutto di unanalisi dellattivit svolta sui canali sociali e sui siti. Sono
proprio i canali di interazione tra azienda e utente che possono diventare veri e
propri campi dove raccogliere ispirazione sulla base degli argomenti che hanno
riscosso pi successo.
Importante, dunque, diventa interrogare gli utenti, anche indirettamente con contenuti
studiati, per carpire cosa interessa di pi nel settore di riferimento: lanciare dei
feedback qualche settimana prima per capire cosa maggiormente attira lutente del
prodotto promosso pu ad esempio essere una strada giusta. Inoltre per indirizzare la
scelta necessario estrapolare gli argomenti che ruotano intorno alle tematiche di
blog e profili social e associare a questo una buona analisi sulle query di ricerca
verso il sito e i trend del momento che emergono dalla rete.
2. Ricerca di contenuti di qualit
Una volta individuato largomento da trattare diventa indispensabile individuare
quelle risorse che ne parlano in modo dettagliato e autorevole. Solitamente le
ricerche condotte internamente, con il supporto magari di aziende specializzate nella
creazione e distribuzione di indagini, raccolta dati e creazione dei cluster, sono
quelle che funzionano di pi perch raccolgono elementi interessanti e non noti,
quindi caratterizzati anche dallelemento novit.
Esistono per altri modi per raccogliere dati come ricercare blog o siti autorevoli
che hanno parlato di quellargomento, scelta strategica anche finalizzata a eventuali
azioni di seeding per la pubblicazione, ma fonti interessanti sono anche documenti
accademici e white paper. Con tutti questi materiali, linfografica si sposa benissimo
perch consente a dati anche complessi e difficili da interpretare di esser
rappresentati con ununica, semplice, leggibile grafica.
3. Organizzazione del flusso del racconto
I dati a disposizione adesso sono utili per la successiva fase: lorganizzazione dei
contenuti. Tutte le informazioni raccolte durante la precedente fase sono
destrutturati; sono solo parole o numeri organizzati sotto forma testuale.
In questa fase diventa importante dunque estrapolare da ogni testo le informazioni
pi salienti da rappresentare, principalmente dati numerici o date e percentuali, e
ovviamente dar loro una struttura coerente al fine di creare un flusso di informazioni
leggibili e che somiglino molto ad un racconto. Creare un flusso di informazioni che
abbia un incipit, uno svolgimento e una conclusione assolutamente importante. Il
consiglio di focalizzare lattenzione su quei dati che si prestano ad essere
raffigurati attraverso dei grafici (torta o a barre) che sono di sicuro appeal per
lutente.
4. Lavorare sulla qualit della grafica
Qui si entra nella fase vera e propria di realizzazione. Di solito si parte gi da una
bozza cartacea che rappresenta in modo essenziale come andranno rappresentati i
dati a disposizione che, insieme al documento che raccoglie le informazioni del
racconto, divengono gli elementi necessari a iniziare il lavoro grafico. In questa fase
entrano in gioco non solo la bravura e la creativit del grafico, ma anche la qualit
delle risorse che verranno utilizzate. Si pu scegliere di realizzare tutto da zero,
quindi anche i pi piccoli dettagli dellinfografica e i singoli elementi ed questa
a mio avviso la scelta migliore da intraprendere per garantire originalit al
contenuto ma si pu anche ricorrere a risorse disponibili in rete accordando
sempre preferenza a quei contenuti premium che solitamente sono molto ben
progettati.
5. Check sulla qualit degli strumenti utilizzati
Anche gli strumenti che si utilizzano per creare il prodotto infografico sono
fondamentali. Certamente esistono infiniti programmi di grafica che ne permettono la
realizzazione, paradossalmente anche il Paint lo , ma la qualit di quello che viene
creato fondamentale. Suggerisco dunque luso di strumenti che permettano di
elaborare la grafica in modo vettoriale per garantire una qualit alta del prodotto
anche a grandi dimensioni, se non altro nelleventualit in cui se ne voglia avere una
copia stampata.
Terminato il processo di creazione e osservato il ciclo di vita dellinfografica
potrebbe esser interessante, qualora abbia riscosso molto successo, riusare
linfografica anche tempo dopo la pubblicazione. Quando il contenuto scelto
intelligente, ovvero studiato, potrebbe avere una seconda vita. Nonostante i dati
possano risultare obsoleti nel corso del tempo, il valore dellinfografica resta, per
questo prevedere un aggiornamento solo delle informazioni, a distanza di qualche
anno, unottima scelta per rilanciare il lavoro, come se fosse nuovo. Un esempio
linfografica sugli algoritmi di Google realizzata nel 2013 e aggiornata questanno al
2015.
Gli EBOOK nel web italiano non mancano. Ne ho visti molti nel settore web
marketing, dove lavoro, ma se ne trovano di ben fatti anche nel travel, nel
food, nel design, ecc. La motivazione del loro successo? Il valore e la
distribuzione gratuita. Solitamente un ebook non presenta meno di 30 pagine
di contenuti, ma ce ne sono altri che superano le 100 pagine e non hanno
nulla da invidiare a veri e propri libri.
Se a questo aggiungiamo che lutente pu fruirne scaricandone una copia
senza dover pagare, possiamo allora comprendere quanto valore e utilit
possano avere.
Un ebook contenuto premium sia per il valore in esso presente sia per il
costo e il tempo di sviluppo richiesto. Realizzare un ebook richiede da un lato
la possibilit di disporre di informazioni di qualit, che possono essere
prodotte anche in partnership con dei blogger del settore, dallaltro capacit
grafiche, in quanto lebook ha solitamente uno stile e una formattazione
vivace, che si discosta dal classico libro, al fine di risultare dappeal per il
lettore.
Lebook, tranne in alcuni casi, non ha un costo economico per il lettore che,
per scaricarne una copia, dovr rilasciare le proprie informazioni personali e
un indirizzo di posta elettronica.
I WHITE PAPER sono invece delle vere e proprie ricerche ufficiali prodotte
solitamente da enti pubblici o organizzazioni governative, oppure in ambito
B2B sotto forma di studi settoriali.
Hanno lo scopo di riportare fotografie sullo stato del settore di riferimento, o
recenti scoperte o nuovi prodotti e tecnologie che potrebbero contribuire al
miglioramento del settore. Spesso, data la corposit del documento, i risultati
dello studio vengono sintetizzati attraverso le infografiche, distribuite poi a siti
e blog del settore, che si occuperanno della loro diffusione. In questo caso il
costo di sviluppo ancora pi alto in quanto verranno coinvolti, con molta
probabilit, anche studi di ricerca specializzati nel reperimento delle
informazioni.
Il successo dei white paper quasi sempre assicurato in quanto forniscono un
quadro del settore aggiornato con informazioni preziosissime a chi opera nello
stesso settore.
Sono utili per conoscere ad esempio nuovi trend del mercato, big player
presenti, aggiornamenti sulla legislazione in materia vigente, nuove strategie di
sviluppo, ecc.
Non raro che i white paper, contrariamente agli ebook, possono richiedere
un compenso economico per essere fruiti ed essere quindi venduti come veri
e propri beni digitali.
I VIDEO VIRALI costituiscono unaltra tipologia di quei contenuti dal
fortissimo impatto in termini di immagine per il brand, di traffico generabile,
di backlink e di copertura mediatica.
C soltanto un problema che interessa da vicino i marketer e i progettisti:
realmente difficile sviluppare un video virale.
Questo perch praticamente impossibile prevedere, sin dalla pianificazione
del video, se questi avr successo o meno e soprattutto quantificare il kpi di
un successo. Entro quale range di visualizzazioni raggiunte vogliamo ritenere
che il video abbia avuto successo ed entro quale range che sia diventato un
video virale?
Secondo Andrea Febbraio, autore del libro Viral Video, i segreti del successo
di un video virale sono da individuarsi in alcune variabili:
1. una storia avvincente
2. la capacit di catturare lattenzione nei primi 5 secondi
3. il possesso di storytelling emozionale
4. la distribuzione del video (seeding) agli influencer
5. capacit di sorprendere e di non scioccare
6. capacit di raggiungere la massa critica nelle prime 48 ore
7. capacit di generare pi condivisioni che visualizzazioni.
La realt non poi cos semplice come appare, in quanto gi impegnativo
sviluppare un buon video aziendale che abbia un discreto successo, ma molto
pi difficile farne uno che si diffonda in modo virale. Non per niente,
spesso i video virali nascono per puro caso e sono video amatoriali realizzati
piuttosto artigianalmente da ragazzini e caricati su YouTube senza la minima
consapevolezza del potenziale di viralit in esso contenuto.
Ci sono per dei casi di aziende che sono riuscite a creare dei video diventati
virali.
Una di queste Volvo che, con una serie di mini-video chiamata Volvo
Trucks, ha coinvolto lattore Jean-Claude Van Damme in unacrobazia ai limiti
delle possibilit fisiche. Il video The Epic Split feat. Van Damme, diventando
virale, ha poi generato tutta una serie di parodie amatoriali che hanno avuto a
loro volta un discreto successo. Il video, ad oggi, conta pi di 77 milioni di
visualizzazioni.
Fonte: Youtube.com
prodotto culinario facente parte del Presidio Slow Food) o un servizio (come i
treni di Ferrovie dello Stato, blog tour che stato realmente realizzato ma con
esiti disastrosi).
Del valore generato dai contenuti ne beneficeranno le due tipologie di soggetti
coinvolti nel blog tour: gli organizzatori dellevento e gli stessi utenti e
partecipanti allevento.
Questi ultimi potranno usufruire di tutto il materiale online che verr prodotto
(e per questo servono i blogger pi o meno influenti), mentre gli organizzatori
potranno godere dellinfluenza positiva che i contenuti avranno sui lettori di
blog e fruitori dei social network, trasformandoli da potenziali lettori
interessati ad acquirenti finali.
Per capirci e restringendo il tutto al settore turistico, il blog tour genera un
ritorno dellinvestimento nel momento in cui un utente che ha letto un
articolo-racconto di un blogger presente allevento decide di acquistare un
viaggio verso la destinazione promossa, o di acquistare il prodotto o il
servizio oggetto del tour.
Anche se in questo caso difficile stabilire se e quando avverr latto di
conversione dellutente, possiamo star certi che i contenuti prodotti durante e
dopo il blog tour avranno avuto un ruolo determinante nelle decisioni
dacquisto dellutente.
Tra le tipologie di contenuti prodotti in un blog tour troveremo:
le conversazioni nei social media, da cui potr essere analizzato il sentiment
per valutarne anche leventuale impatto post blog tour
gli articoli prodotti dai blogger partecipanti
press release della stampa locale prima e dopo levento
eventuali video girati e diffusi dagli stessi blogger o realizzati da operatori
professionisti.
Riassumendo, il blog tour unazione strategica di content marketing i cui
effetti positivi potremo misurarli in termini di miglioramento della brand
identity e della sentiment analysis, ma anche con lacquisizione di link al sito
di presentazione del blog tour. Lazienda, il consorzio di aziende o lente
pubblico che organizzer il blog tour, pur non essendo al centro dellazione di
marketing, godr dei benefici economici e di visibilit derivanti dai contenuti
che saranno prodotti e condivisi.
Questa attivit riguarda lattribuzione del punteggio alla pagina web secondo
una serie di algoritmi di propriet del motore di ricerca. Il posizionamento lo
attribuisce il motore di ricerca, come fase ultima del processo di archiviazione,
ma pu essere migliorato dal SEO o dal webmaster.
Quelle di seguito sono le basi dellottimizzazione SEO on site che non
dovrebbero mancare in nessun sito web che voglia avere la possibilit di
godere di buoni posizionamenti in Google.
PROGETTAZIONE DELLA STRUTTURA E ALBERATURA DEL SITO
In molti ritengono che il miglior fattore di ranking on site sia il title tag; per
me sicuramente importante ma non la cosa prioritaria da ottimizzare e ora
ti spiego il motivo. Lottimizzazione SEO di un sito parte dalla progettazione
del sito stesso. Quanto pi il sito strutturato in modo pi fluido, seguendo
una tematica principale che, a partire dalla homepage che la risorsa
solitamente pi importante , si trasferisce fino alla pagina prodotto, tanto
pi facile garantire al bot la scansione e la comprensione del tema e allo stesso
SEO di sviluppare degli ottimi posizionamenti.
Si parla di solito di struttura a silos o ad albero. Pensa alla struttura SEO del
tuo sito come a quella di un albero. Ogni albero ha un tronco, che ne
rappresenta la homepage, a cui seguono dei rami, che sono le categorie del
sito. Ogni ramo pu sviluppare altre ramificazioni, come le sottocategorie, che
possono produrre infine un insieme di foglie. Queste ultime rappresentano le
pagine prodotto di un sito.
Immagina questa struttura anche per capire la complessit strutturale di siti o
shop online giganteschi come Amazon, per esempio.
Per intenderci, ogni sito web sviluppato da un web designer e un web
developer dovrebbe prevedere il supporto di un SEO che ne contribuisca a
sviluppare la struttura in funzione degli obiettivi di vendita.
Ogni ramificazione della struttura ad albero deve approfondire ed espandere
la tematica principale del sito e ogni categoria, sottocategoria e pagina
prodotto devono essere ben linkate dallalto al basso seguendo la struttura
gerarchica progettata.
Fonte: Kissmetrics.com
IL TAG TITLE
LE DESCRIZIONI
Ogni pagina deve avere una descrizione univoca che fornisce un piccolo
riassunto del contenuto. A livello di tag di markup corrisponde alla meta
description che, solitamente, ma non necessariamente, viene usato da Google
come snippet testuale sotto il titolo dei risultati di ricerca che ci vengono
restituiti in seguito ad una query.9
La meta description non incide sul ranking ma pu contribuire ad aumentare
il tasso di click sui nostri risultati ed il tag da utilizzare per convincere
lutente a cliccare sul nostro risultato.
LINK INTERNI E MENU DI NAVIGAZIONE
Ogni pagina del sito deve poter comunicare con tutte le altre e per farlo
servono i link interni nei testi delle pagine, nei prodotti correlati e nei menu di
navigazione. Questi ultimi devono essere sempre in formato html, leggibile
dai bot, e devono permettere di mantenere una certa pertinenza tematica con le
categorie di prodotti del brand (ricorda la strutturazione schematica vista
precedentemente).
LE INTESTAZIONI
Gli elementi di ottimizzazione SEO delle immagini risiedono nel nome del file,
che consiglio di rinominare in funzione della parola chiave di interesse e
dellattributo alt.
LE URL
Presta molta attenzione anche alla struttura delle url delle pagine. Per quanto si
dica che la loro influenza nel posizionamento sia calata nel tempo, noto
ancora una certa importanza in termini di ranking nei progetti a cui lavoro
che, a parit di ottimizzazione degli altri fattori on site, permette di fare la
differenza. Utilizza url brevi, evita, se possibile, di avere la categoria nella url
(per il mantenimento del tema dalla home fino alla pagina prodotto utilizza i
breadcrumbs, le briciole di pane) e, se non utili, evita le stop words.10
Spesso sfrutto le parole chiave nelle url per rafforzare la chiave principale.
IL TESTO
Il testo deve essere scritto principalmente per gli utenti, senza per tralasciare
il ripetere un paio di volte la frase chiave di interesse magari sviluppando,
nelle altre varianti, associazioni semantiche che possano poi andare ad
intercettare quelle query di tipo long tail effettuate dagli utenti.
Consiglio: non fossilizzarti sulla targetizzazione di una parola chiave
competitiva per pagina web. Parti da quella parola chiave, espandine le query
utilizzando Google Suggest o il gi citato Keywordtool.io e crea testi molto
densi che presentino molte di queste varianti che andranno a rafforzare il rank
della parola chiave principale, ma al tempo stesso permetteranno di
posizionarti anche per le ricerche della coda lunga.
6.6.2. Il cambio di paradigma: da link building a link earning
Sicuramente hai sentito gi parlare di link building o di link popularity.
Identifica lattivit di costruzione di link al proprio sito web. La link building
si differenzia invece dal concetto pi moderno di link earning, che identifica
lacquisizione o il guadagno di link al sito. Con la link building siamo noi
marketer o SEO a far puntare dei link alle nostre pagine, mentre attraverso la
link earning sono soggetti esterni e non influenzati da noi a linkare
spontaneamente una nostra pagina web.
Come ho anticipato prima, il link esterno a una nostra pagina che utilizza la
parola chiave di nostro interesse come anchor text11 il pi forte segnale di
ranking ad oggi utilizzato dai motori di ricerca. Meglio se il sito linkante
autorevole, gode di fiducia da parte di Google (trust) e possiede una certa
storicit di dominio e molto traffico allattivo.
Per comodit parler di Google e non di motori di ricerca in genere, dato che
dalle ultime rilevazioni viene fuori una quota di mercato di Google in Italia
pari al 98% e un restante 2% che va a ripartirsi tra Bing, Yahoo e gli altri
motori di ricerca minori.
Un link esterno pu contenere la parola chiave esatta (exact anchor text) o
sue varianti parziali (partial match anchor text), o presentare soltanto la url
della pagina o sito web (naked url) o il nome del brand (brand anchor text).
Tra tutte queste, limpatto migliore in termini di posizionamento lo trasferisce
il link esterno con exact anchor text, soprattutto se la pagina che andr a
linkare sar stata ottimizzata a dovere per la stessa parola chiave.
Fonte: Seo.com
Non voglio dilungarmi sulla struttura dei link e sul funzionamento del
PageRank di Google, anche perch ultimamente stato annunciato che non
verr pi aggiornato il numero della barretta verde che andava da 1 a 10. Ti
basti sapere che ogni link tra due siti web equivale a un VOTO EDITORIALE e
ogni link trasferisce una porzione del valore della pagina a quella linkata.
Tanti link esterni da siti di qualit e a tema con il nostro permettono al sito di
diventare a sua volta un sito autorevole e di accrescere il proprio punteggio
(rank) in riferimento al topic e alle parole chiave di interesse. Il valore
acquisito dai link esterni viene ripartito, per mezzo di quelli interni, tra tutte le
pagine del sito, permettendo di migliorare i posizionamenti delle parole chiave
che targetizzano.
A partire dai primi anni 2000, i SEO hanno capito che era possibile migliorare
il posizionamento dei propri siti web facendo puntare dei link da siti esterni a
quelli che gestivano. Crebbero di diffusione le directory dove era possibile
segnalare aziende, catalogate per settore, fino ad arrivare allo scambio link,
una delle tecniche di link building pi diffuse e che alcuni praticano ancora
oggi.
Successivamente si svilupparono tecniche di compra-vendita di link (le
cosiddette link farm) che diedero vita a dei veri e propri traffici monetari tra
acquirente e venditore. Nacquero vere e proprie aziende specializzate nella
vendita settoriale di backlink.
Questo circo ha funzionato per un po di anni, fino a quando Google si reso
conto che i risultati che forniva agli utenti erano relativi a pagine web
eccessivamente manipolate dai SEO.
Se, infatti, allinizio (primi anni 2000) Google ha cercato di arginare il
problema attribuendo reale valore al link non soltanto in funzione della
quantit indifferenziata di link che puntano a un sito, ma anche della tematica
e della qualit di questi ultimi, in poco tempo la situazione sfuggita di mano.
I SEO hanno imparato bene a scambiarsi o vendersi i link anche tra siti a
tema e di qualit (si valutava un sito di qualit in funzione del suo PageRank:
tanto pi alto questo fosse, tanto pi valeva la pena acquisire un link).
In alcuni blog sono ancora visibili oggi le pagine siti amici o scambio
link.
Dalla qualit dei risultati restituiti alle ricerche degli utenti dipende lattuale
successo planetario di Google, che ne hanno fatto il miglior motore di ricerca
al mondo, ed proprio per questa ragione che, a partire da alcuni anni, sono
stati inaspriti i controlli sulla qualit e modalit di concessione dei link, con
lobiettivo di identificare siti che acquistano e vendono link e penalizzarli.
La diffusione della link building si estesa su larga scala e un controllo
umano di tutta lattivit diventato presto impossibile.
La vera batosta per allo spam link lha data Penguin, un algoritmo progettato
da Google per contrastare lo spam che a partire dallaprile del 2012 ha iniziato
a cambiare radicalmente il modo di concepire la link building.
Cosa fa Penguin? Identifica quei siti che abusano di tecniche di
sovraottimizzazione dei loro profili link.
Se, ad esempio, un hotel di Rimini ha costruito nel corso del tempo una serie
di link con anchor text esatta (il tipo di link esterno che, come abbiamo detto,
funziona meglio) che gli hanno permesso di conseguire il primo posto su
Google per la competitiva chiave hotel rimini e di giovare del traffico
organico e se questi link rappresentano unalta percentuale dellintero profilo,
ecco che lhotel di Rimini avr una buona probabilit di essere colpito dal
Penguin.
Tra le altre cose, Penguin prende in esame anche la tipologia di siti linkanti e il
posizionamento, allinterno della pagina web, del link esterno. Google vuole
che il link editoriale sia posizionato allinterno del corpo del testo, che la
zona di una pagina realmente utile allutente e non in zone come footer,
sidebar o header.
Un link posizionato in quellarea spesso sitewide, ovvero si replica in tutte le
pagine che compongono il tema di un sito. Se questi link, artificiali, sono stati
costruiti sfruttando parole chiave commerciali nellanchor text in quasi tutti i
siti, avremo un insieme vastissimo di link provenienti da un numero pi
ridotto di domini unici.12
Se poi aggiungiamo che questi link sono stati costruiti nel corso degli anni
sfruttando solo siti e tecniche di bassa qualit come directory, comunicati
stampa e article marketing, senza cio creare differenziazione del profilo,
staremo lanciando dei chiari segnali a Google per dirgli dove siamo. Al
contrario per del segnale di Batman, SAR GOOGLE A VENIRE DA NOI!
stato cos quindi che, a partire dallaprile del 2012, molti siti che abusavano
della link building sono letteralmente crollati. Molte aziende sono fallite. Basti
pensare a diversi portali turistici in Italia, il cui fatturato dipendeva per il 90%
dal traffico organico su Google, garantito dalla costruzione, perpetrata per
anni, di link artificiali e sovraottimizzati.
Anche i SEO, colti impreparati dalla mossa algoritmica di Google, hanno
capito che un aggiornamento delle strategie si rendeva necessario e bench
alcuni di loro continuino oggi a portare avanti pratiche di link building che
richiamano il Penguin, altri hanno imparato a guardare oltre e a puntare allo
sviluppo di strategie che permettono di acquisire link realmente validi come
voti di fiducia. Link acquisiti in modo spontaneo e non pi costruiti in modo
artificiale.
Dai unocchiata ai trend di ricerca su Google. Nota quello che viene fuori
confrontando i termini link building, link earning e content marketinge
nota come, dopo il lancio del primo update di Penguin, nellaprile 2012, nella
comunit SEO e web marketing si inizi a parlare di link earning, calano le
ricerche per link building e crescono, vertiginosamente, quelle per content
marketing.
Fonte: google.it/trends
Davide Pozzi
LO STATO DI EVOLUZIONE DELLA SEO E I TREND EMERGENTI
Personalmente mi trovo molto in sintonia da sempre, a dire il vero con il
Circa la tipologia dei contenuti, tieni docchio i video: ci sono settori (uno su tutti,
quello delle ricette) dove i video sono ormai obbligatori per posizionarsi e ottenere
grossi volumi di traffico.
Se invece parliamo di trend pi tecnici, sicuramente va considerato che oggi
lutilizzo del web ormai a 3 livelli: desktop, tablet e mobile, a seconda delle ore
della giornata.
Consiglio di aprire Google Analytics e di guardare come sono cambiati gli accessi
del tuo sito da 5 anni a questa parte: in certi settori, volenti o nolenti, ormai
assolutamente necessario avere un sito responsive, o comunque fruibile in modo
piacevole su schermi medio-piccoli.
Francesco Margherita
LA SEO DELLE RELAZIONI E DELLE INTERAZIONI
Ti voglio parlare di una tendenza che credo avr sempre maggiore peso nel computo
dei segnali che Google ritiene importanti ai fini dellattribuzione di ranking.
Questospitata mi consente una volta per tutte di dire qualcosa in pi sui segnali
sociali che ho gi definito in quanto testo che sviluppa unattribuzione di rilevanza
rispetto a una chiave di brand, mettendola in relazione a un contesto preciso
pertinente con gli ambiti di ricerca oggetto della campagna SEO.
Una cosa importante da capire rispetto ai segnali sociali che sono tanto pi utili
per il posizionamento, quanto pi spesso provengono da fonti ben inserite nelle due
interazioni degli utenti con i singoli post, un altro qualitativo, che si riferisce invece
al potere di influenza o se preferisci alla rilevanza del singolo utente che interagisce
con il post, rispetto allargomento che questo tratta. Sei forte nellengagement se i
tuoi vagiti social ottengono tante interazioni come commenti e condivisioni e se fra
tutte queste interazioni ce ne sono un buon numero autorevoli, vale a dire
provenienti da utenti percepiti come influencer nello stesso ambito di cui ti occupi.
... E torniamo a parlare di influencer.
evidente come i due grafi descritti siano collegati tra loro, anche se a certe
condizioni sprigionano il loro potere anche indipendentemente luno dallaltro. In
sostanza possibile fare SEO sfruttando il fatto che Google investe tantissime delle
sue risorse nel tentativo di profilarci, allo scopo neanche troppo nascosto di
proporci (venderci) contenuti sempre pi vicini alle nostre esigenze e ai nostri gusti.
questo il suo modello di business: Google deve conoscerci quanto pi possibile
per quello di cui ci occupiamo. Questo vitale. Quello che ho scoperto che cos
come gli utenti si lasciano influenzare da chi ritengono autorevole, allo stesso modo
i motori di ricerca tengono in considerazione i contenuti prodotti da autori che
occupano posizioni rilevanti nei network di relazioni e che allo stesso tempo
ottengono per i loro post una interazione consistente sulla base di quanto detto
finora.
S, in sostanza sto parlando di author rank, un concetto a cui tanti SEO non credono,
soprattutto da quando non esiste pi lauthorship di Google. Ma quella era solo la
punta delliceberg...
Conclusioni
Alla fine di questo ragionamento, possiamo dire che un certo modo di condurre le
pubbliche relazioni influenza i risultati proposti da Google nelle sue serp? Non in
modo esclusivo, nel senso che social ed engagement sono solo due dei quattro grafi
da tener presenti rispetto allattribuzione di ranking: ce ne sono altri due, cio il
knowledge graph e il link graph, di cui non parlo in questa sede e che sono
parimenti importanti.
Linvito che ti faccio approcciare la SEO sotto pi punti di vista, cercando di
produrre valore da trasmettere sia rispetto alla qualit dei contenuti che produci, sia
nel rapporto e nello scambio con altri utenti del web, interagendo con essi, creando
legami autentici, basati sullintenzione reale e sincera di crescere insieme.
Tutto qui. Lavresti mai detto che era cos semplice?
ancora molto diffusa in Italia. Le nostre strategie per permettere alle aziende di
acquisire link di qualit prevedono soltanto lideazione e lo sviluppo di
contenuti di qualit.
Questi possono essere articoli mini-guida che intercettano traffico di ricerca
organico, guest post di qualit, infografiche di ogni formato e tipologia o
anche lideazione di iniziative non convenzionali che, pur avendo come
obiettivo primario lacquisizione di link in entrata, riescono a produrre
benefici anche a livello di social media, di buzz marketing e di branding.
Perch sempre meglio optare per la link earning piuttosto che per la link
building?
Ti elenco alcuni valide ragioni:
1. la link earning permette quasi sempre di acquisire link editoriali presenti
nel contenuto testuale della pagina. Sono i link che pi piacciono a Google
2. maggiore qualit dei link. Se sviluppi contenuti eccezionali hai buone
possibilit di arrivare a essere citato e linkato anche da siti molto popolari e
autorevoli, come quelli dei grossi quotidiani nazionali online
3. i link editoriali presenti nel contenuto della pagina invieranno traffico
referral, soprattutto se il tuo contenuto viene condiviso e linkato su blog
molto popolari. Il link costruito non sar invece in grado di veicolare
traffico referral, proprio perch, spesso, questi siti producono volumi
molto bassi di traffico. Questo sar un segnale che Google utilizzer per
comprendere la reale attivit che c dietro lacquisizione di link
4. i benefici della link earning non li vedrai soltanto da un punto di vista
SEO, ma saranno visibili anche sul rafforzamento dellidentit di marca
dellazienda
5. un link pu tirare laltro. Questo perch, ad esempio, dalla pubblicazione
di uninfografica su siti che producono molto traffico globale ne potranno
seguire altre con altrettanti link acquisiti
6. rischierai certamente meno di essere penalizzato in futuro. Essendo i link
editoriali e senza forzature dellanchor text proprio perch inseriti
spontaneamente dal blogger saranno link del tutto naturali e che
permetteranno di costruire un profilo a prova di penalizzazioni algoritmiche
e manuali.
Di seguito ti illustro tre eccezionali case history di successo di Content
Marketing per la SEO e, nello specifico, per lacquisizione di link di qualit,
ma di cui poi ha beneficiato lintero brand. I primi due ho avuto modo di
sesso nelle posizioni pi note, sia per luomo che per la donna, e il loro
equivalente calorico in termini di cibo.
Abbiamo quindi concentrato la nostra attenzione su alcuni fattori critici di
successo:
garantire divertimento (humour) e informazione (ricerca sugli studi di
consumo calorico delle posizioni sessuali)
uscire fuori dagli schemi, osando! Infatti, sullargomento sesso ci sono
molti studi e articoli pi o meno attendibili, ma poche infografiche. Quelle
presenti mostrano pi che altro omini stilizzati e poco espressivi. In accordo
col cliente, che ha appoggiato liniziativa, abbiamo deciso proprio di
disegnare i nostri due omini alla prese con le principali posizioni sessuali, in
chiave comica. Questo elemento era ancora originale nel mercato italiano e,
in generale, in tutto quello delle infografiche
chiudere linfografica strappando un sorriso. La vignetta finale, che mostra
il consumo calorico per la donna adultera colta in flagrante dal marito e
fornisce come apporto calorico equivalente non pi un cibo ma due mesi di
ricovero in ospedale, lascia nellosservatore un senso di positivit e di
divertimento tale da invogliarlo ad una condivisione nei social media, per
segnalare il contenuto ai propri amici.
Sesso e cibo: istruzioni per luso [Infografica]. Calorie bruciate con il sesso,
questo il titolo dellinfografica.
Risultati
Linfografica divenuta virale in poche ore dalla sua pubblicazione.
Facebook diventata la vera piattaforma di rimbalzo dellinfografica, le cui
condivisioni aumentavano esponenzialmente ad ogni refresh della pagina.
Merito anche dellanteprima visibile su Facebook, che mostrava proprio una
delle vignette ironiche e che faceva da click-bait13 per tutti gli amici Facebook
della persona che la vedeva sul sito e la condivideva cliccando su mi piace.
Nelle prime ore dalla sua pubblicazione aveva ricevuto oltre 20.000
visualizzazioni e il giorno successivo aveva superato le 80.000. Linfografica
circolata molto anche negli altri social, finendo nei temi caldi di Google+.
Fonte: Betclic.it
KPI: Key Performance Indicators. Sono gli indicatori di successo nel raggiungimento di
determinati obiettivi aziendali
Il link dofollow il link che trasferisce valore dalla pagina linkante a quella linkata. Un
vero e proprio voto editoriale riconosciuto dai motori di ricerca
Embed code: un codice in formato html che permette di ripubblicare unimmagine in una
pagina web senza doverla caricare fisicamente sul proprio server web
Query: interrogazione del motore di ricerca
Stop Words: sono parole come articoli e congiunzioni spesso filtrate nei processi di
elaborazione del linguaggio naturale (NLP) tra uomo e macchina (il computer)
6
10
13
14
15
7. Content Delivery
Distribuire contenuti a siti e blog dinteresse
web la cui url presenta le parole cucina e blog e avrai cos gi una prima
lista di siti da esplorare e sarai certo che si tratter dei blog di cucina o dei
siti che parlano di altri blog di cucina. Questa ricerca per ti restituir tutti i
risultati di Google Search che rispondono a quel comando di ricerca, quindi
anche quelli in lingua inglese. Se vuoi filtrare i risultati perch sei
interessato soltanto a quelli in lingua italiana puoi cliccare su Strumenti di
Esistono diversi siti che aggregano i blog per area tematica in funzione di una
sorta di ranking, spesso molto blando e a volte inaffidabile per operazioni di
outreach. Meno efficace come strategia della ricerca manuale, pu essere
comunque un buon punto di partenza per approfondire le analisi in fase
successiva. I migliori aggregatori di blog in Italia sono Teads, BlogBabel di
Liquida e Blogitalia.
3. UTILIZZANDO TOOL E STRUMENTI ESTERNI
Ci sono ancora siti e blog che si scambiano link contestuali o che hanno
sezioni in cui consigliano siti di qualit; anche in spazi come questi che devi
andare a cercare perch le informazioni che troverai spesso non ti
deluderanno.
Domain Authority e Trust Rank (di Moz), Citation e Trust Flow (di Majestic)
e anzianit del dominio. Le metriche Domain Authority e Citation Flow
rappresentano un punteggio di popolarit del sito, che va da 0 a 100, mentre
Trust Rank e Trust Flow sono punteggi pi legati alla fiducia del motore di
ricerca rispetto al sito, in base alla vicinanza di questultimo rispetto a siti
Non detto che un sito che presenta buone metriche SEO abbia un traffico
interessante. Per avere una stima pi o meno attendibile del traffico
complessivo e conoscere anche la ripartizione percentuale del traffico di un
sito, puoi utilizzare uno strumento come SimilarWeb. Se invece ti interessa pi
che altro avere una stima del traffico organico di un sito, ti consiglio di
utilizzare SemRush (nella versione free permette comunque di avere una
buona stima attendibile del traffico organico del sito).
Un articolo poco condiviso sui social, ma con molti commenti nel blog,
molto pi utile di uno con diverse condivisioni sociali ma che presenta poche
conversazioni allinterno dei commenti. I commenti negli articoli sono infatti
segno di apprezzamento e seguito da parte dei lettori, che sono abbonati ai
feed RSS o iscritti alla newsletter del blog.
Ti do un consiglio: al di l di quanto visto finora, presta molta attenzione al
fatto che il sito sia gestito e curato da una redazione vera, composta da autori
di qualit che siano anche coinvolti nella condivisioni degli stessi articoli nei
loro account sociali.
7.2. Blog seeding: la distribuzione di contenuti ai blog
Dopo aver trovato i blog di tuo interesse e averli analizzati per scartare quelli
non utili ai tuoi obiettivi di mercato, lo step successivo la distribuzione dei
contenuti. Anche questa attivit viene suddivisa in due passaggi: il
reperimento delle informazioni di contatto e il processo di distribuzione vero e
proprio.
7.2.1. Reperire le informazioni di contatto
Questo forse lo step pi critico e impegnativo di tutta lattivit di Digital PR.
Se commetti un errore in questo step, manderai in aria tutto il lavoro fatto
finora. essenziale, dunque, prima reperire le informazioni di contatto del
blogger e poi iniziare a studiare il processo per contattarli.
Potrai trovare tali informazioni manualmente, impiegando decine di ore del
tuo tempo, oppure avvalerti dei migliori tool in circolazione.
Molti dei tool in circolazione sono a pagamento, ma se sei arrivato ad
occuparti di Digital PR avrai anche un budget a disposizione per queste
attivit.
Pianifica quindi di dedicarne una parte allacquisto delle licenze dei tool.
Generalmente i blogger con un minimo di influenza rendono pubbliche le loro
informazioni di contatto, in quanto spesso vogliono essere loro stessi a
rendersi visibili per partecipare a programmi di brand ambassador.16
Solitamente servir individuare lindirizzo mail. Alcune volte sar possibile
trovarlo direttamente nellheader o nel footer di un sito. Altre volte ci sar un
form di contatto al quale inviare una mail. Altre volte ancora non troverai
alcun contatto utile.
Come fare in questi casi?
Puoi sempre provare ad utilizzare il servizio Whois, che fornisce informazioni
sullintestatario del dominio, anno di creazione e, se sei fortunato, potresti
anche trovarci un indirizzo email attraverso il quale contattare il webmaster.
Qualora non riuscissi in nessun modo a reperire un indirizzo email o un form
di contatto sul sito, puoi contattare direttamente qualcuno dei redattori/editori
del blog. Solitamente, infatti, troverai i loro account Twitter, Facebook o
Google+.
Arrivato a questo punto avrai raccolto una mole di informazioni tali con cui
avrai arricchito il tuo file Excel. Avrai aggiornato la tua lista di siti e blog
prospect, scartando quelli che non presentavano buone metriche di influenza
e quelli di cui ti stato impossibile trovare delle informazioni di contatto, e ti
ritroverai una lista di siti altamente targetizzata, pronta ad essere utilizzata per
diffondere i tuoi contenuti.
7.2.2. Il processo di distribuzione
Ti suggerisco di iniziare scrivendo delle mail con lobiettivo di sensibilizzare il
destinatario, di ottenere la sua attenzione e possibilmente una sua risposta,
meglio ancora se positiva. infatti qui che potremo misurare la vera e propria
conversione, non di tutta la pi ampia attivit di Digital PR, ma almeno di
quella di blogger outreach.
Obiettivo del processo di distribuzione quindi quello di portare il nostro
contenuto allattenzione del webmaster o blogger che potrebbe essere
interessato sia a fruirne sia a parlarne nel suo blog, sapendo che i suoi lettori
apprezzerebbero.
Ti do un ulteriore consiglio: cerca di individuare quei siti che in passato
hanno gi trattato largomento in linea col contenuto che vuoi diffondere. Ci
saranno sicuramente maggiori possibilit di ottenere delle pubblicazioni.
Prima di procedere oltre, necessaria una premessa.
Non tutte le mail di sensibilizzazione avranno successo, anzi solo una piccola
parte di queste permetter di raggiungere dei KPI, come lottenimento di una
pubblicazione con un link in entrata o la promozione di un nuovo prodotto da
testare o di un evento che verr organizzato.
Tutto questo naturale. I blogger e i webmaster pi influenti sono sempre pi
bombardati da email contenenti principalmente comunicati stampa del tutto
inutili e privi di interesse per loro, che vengono inviati da antiquati uffici
stampa a una mole di indirizzi email indistinta.
Di conseguenza il blogger tende sempre pi facilmente a non fidarsi delle mail
che riceve e a cliccare sul tasto spam.
Bisogna evitare di commettere errori grossolani.
Tra le buone pratiche per contattare i blogger c sicuramente quella di
personalizzare la mail. Le mail massive non hanno mai funzionato molto, basti
pensare che quelle che mi arrivano contenenti un generico gentile editore,
gentile redazione, gentile azienda ecc. suscitano in me limmediato impulso
di unazione di click sul tasto spam.
Ci sono due modi per presentarti. Puoi farlo come singola persona, e quindi
evidenziandolo gi dal mittente e poi nella parte di presentazione della mail e
nella firma, oppure come azienda. Se ti presenti come azienda nel mittente
della mail potr anche darsi che nel corpo farai riferimento al fatto di essere
un dipendente di quellazienda, quindi ti firmerai con nome e cognome.
Fin qui nulla di strano, se non fosse che un blogger influente ricever
moltissime email al giorno e la sua scelta di leggerle dipender dal mittente e
dalloggetto di queste. Questi due elementi devono destare curiosit.
3. PERSONALIZZA LE EMAIL
Ricorda sempre di personalizzare le email col nome del blogger se gli autori
hanno un nome e cognome visibile direttamente nel sito. Non partire con il
classico gentile redazione, che va bene per i giornali digitali, ma non per dei
blog curati da ununica persona.
Cerca sempre indirizzi email degli autori del blog piuttosto che il generico
info@. Sarai pi sicuro di avere un tasso di apertura maggiore rispetto a
quelle caselle email generiche di contatto di un blog.
5. ATTENZIONE AL MESSAGGIO
6. ATTENZIONE AL MESSAGGIO
che, anche se ben scritte e con una certa personalizzazione, vanno dritto
allobiettivo del PR manager: ottenere una pubblicazione o un link (per i
SEO).
Il processo classico di seeding quindi piuttosto standardizzato e variarlo
potrebbe introdurre un elemento di novit, anche agli occhi di chi ricever la
mail, che potrebbe aumentare il ritorno dellinvestimento.
Il processo di seeding alternativo che suggerisco parte col pitch iniziale,
quindi con linvio della prima mail, ma a differenza del classico pitch, con
questa email non portiamo il nostro contenuto (o loggetto della nostra
richiesta) subito allattenzione del blogger, mediante il link. Con questa prima
mail ci limitiamo a descrivere il contenuto al blogger e a chiedergli se
interessato ad approfondire il contenuto.
Soltanto in caso di risposta, chiedendo maggiori approfondimenti, gli
risponderemo inviandogli il link al contenuto e, sempre nella nostra risposta,
potremo proporgli linvio di un breve testo introduttivo originale e unico a
corredo del nostro contenuto, che potr utilizzare per la pubblicazione.
Perch il testo introduttivo? Considera che per ogni richiesta che il blogger
riceve dovrebbe poi scrivere un articolo. Sono convinto che molte mail di
seeding non hanno successo per via anche del fatto che il blogger non abbia
voglia di impegnarsi ulteriormente a scrivere un articolo per ogni azienda che
gli chiede di farlo, anche se i contenuti sono meritevoli di passaparola.
Soprattutto se deve farlo gratuitamente. Proporgli quindi linvio di un testo
introduttivo (almeno 200 parole), unico e originale, permette di ridurgli al
minimo limpegno e di avere un contenuto gi pronto per essere schedulato
nel calendario editoriale del suo blog, pronto per la pubblicazione.
Fonte: Webinfermento
Considera anche di fare un follow up, sia in fase di pitch iniziale sia in fase di
interesse gi mostrato, per quei blogger che non hanno pi dato risposta.
Attendi per almeno 7-10 giorni prima di inviare una nuova email.
8. Le metriche da misurare
anche del fatto che il pubblico tende a fidarsi dei suoi messaggi.
LAmplification Rate quindi misurabile con il numero medio di Retweet per
post, il numero di condivisioni dei post su Facebook, dei video YouTube, ecc.
3. APPLAUSE RATE
Fonte: Kaushik.net
Fonte: Kaushik.net
4. REFERRAL TRAFFIC
Questa metrica utile per tutti quei contenuti che vengono condivisi a partire
dal sito o blog dellazienda che li produce, ma che vengono anche ripubblicati
su altri blog tematici. Pensa ad esempio a uninfografica ripubblicata su altri
blog attraverso un embed code. Tutti gli utenti che cliccheranno
sullinfografica verranno reindirizzati sul blog dellazienda che lha prodotta e
questo sar un segnale di apprezzamento del contenuto e di curiosit nel
conoscere lazienda che sta dietro alliniziativa.
5. AZIONI A PARTIRE DALLA PAGINA
9. Conclusioni
Dario Cirac
Autore del blog Webinfermento e fondatore dellomonima digital marketing agency.
Laureato in Economia e Marketing allUniversit di Urbino, specializzato nello
sviluppo di strategie di Web Marketing volte a creare visibilit alle aziende nei
Social Media, nella SEO e nel Content Marketing. Si occupa di web marketing dal
2009 e ha contribuito a trasformare il blog Webinfermento in una delle pi
autorevoli fonti di informazione sul settore in Italia.
Ha lavorato per diverse aziende in settori anche molto differenti, tra i quali: turismo,
benessere, arredo, congressuale, luxury, eCommerce, gioco online, B2B, Pubblica
Amministrazione.
Tra i suoi clienti: Bwin, Betclic.it, Gazzabet (Gazzetta dello Sport - RCS), Targus,
Rodiola.it, Comune di Ceglie Messapica, Achab, Pizzicato Eco B&B.
Docente in diversi corsi di formazione e master, spesso chiamato come relatore
alle pi importanti conferenze nazionali sul web marketing.
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