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Come

finanziare
una startup
Guida alle fonti di
finanziamento e alle migliori
risorse per trovare l’investitore
giusto per la tua startup.
 

Lista dei contenuti 


Lista dei contenuti 2 

Introduzione 3 

Metodi di finanziamento per una startup 4 

Bootstrapping (autofinanziamento) 5 

Love capital: family, friends and fools (3F) 7 

Incubatori 9 

Acceleratori 10 

Business Angel 11 

Finanziamenti bancari 14 

Premi e competizioni 16 

Bandi 17 

Crowdfunding 18 

Venture Capital 20 

Corporate Venture Capital 23 

La fase di Exit 25 

Ogni fase ha il suo finanziatore: trova quello giusto 26 

Uno step cruciale per raccogliere fondi: il pitch 28 

Conclusione 29 

Ringraziamenti 30 

Teniamoci in contatto! 30 

Startup Geeks 31 


 

Come finanziare una startup 


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Introduzione 

Come  finanziare  la  propria  ​startup  è  uno  dei  crucci  più  importanti  che 
affliggono founder e co-founder di tutto il mondo.  

La  bella  notizia  che  voglio  dare,  citando  quello  che  spesso  sento  dire  ai 
Business  Angel  è  che:  “​oggi  come  oggi  non  mancano  soldi,  ma  mancano  le 
startup  valide  su  cui  investire​”.  Partiamo  quindi  dal  primo  punto:  i  soldi  ci 
sono. 

La  brutta  notizia  è  che,  facendo  caso  ai  titoli  di  giornale  che  parlano  delle 
startup  alle  quali  arrivano  milioni  (soprattutto  di  dollari)  di  finanziamenti,  si 
potrebbe  credere  che  il  processo  di  fund-raising  sia  cosa  facile  e  veloce.  Così 
non è.  

Finanziare  la  propria  startup  è  un  processo  “lungo  e  tortuoso”  da  valutare  e 
affrontare  con  attenzione  e  con  questo  ebook  cerchiamo  di  darti  una 
panoramica  completa  e  molti  link  a  risorse  di  approfondimento  che  ti 
agevoleranno  e  faranno  risparmiare  tempo  prezioso  durante  il  processo  di 
raccolta fondi per la tua startup. 

Buona lettura! 

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Metodi di finanziamento per una startup  

Per  finanziare  una  startup  esistono  numerose  strade,  tutte  con  peculiarità, 
prerogative,  pro  e  contro  che  è  bene  conoscere  e  correlare  con  lo  stadio  e  la 
fase di vita della startup​ o del progetto imprenditoriale.  

Questo  è  un  primo  aspetto  molto  importante  da  tenere  a  mente:  un 
finanziamento  sbagliato  potrebbe  portare  alla  fine  della  tua  startup.  Il 
tempismo  nella  gestione  del  finanziamento  è  fondamentale.  Per  dirla  alla 
Tony  D’Amato  in  ogni  maledetta  domenica  “Mezzo  passo  fatto  un  po’  in 
anticipo o in ritardo e voi non ce la fate”.  

Se  interpelli  un  investitore  troppo  presto  potrebbe,  per  esempio, farsi un’idea 


sbagliata  di  te,  del  tuo  team  e  del  tuo  prodotto/servizio  (e  una  prima 
impressione sbagliata sappiamo tutti che non è auspicabile).  

Anche la crescita troppo veloce potrebbe portarti al game over.  

Vediamo  quindi  quali  sono  le  principali  forme  di  finanziamento  per  una 
startup. 

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Bootstrapping (autofinanziamento) 

All’inizio  della  tua  fantastica  avventura  in  pochi  crederanno  in  te.  Non  ti 
spaventare,  in  fondo  è  sempre  così.  La  tua  idea  geniale,  che  cambierà  per 
sempre il mondo, non può ancora trovare degli investitori esterni. 

In  questa  fase  i  finanziamenti  arrivano  dalle  tue  tasche  (bootstrapping),  da 
quelle  di  amici  e  parenti  e  da  quella  di  investitori  un  po’  folli  (e 
particolarmente amanti del rischio).  

Fare  bootstrapping  significa  quindi  finanziare  la  startup  con  i propri risparmi. 


Questa  è  la  prima  forza  di  finanziamento,  la  “più  semplice”  e  quella  che, 
almeno  in  fase  iniziale,  ti  costringe  ad  essere  oculato  mantenendo  il  focus 
sull’obiettivo: VALIDARE L’IDEA E IL MERCATO.  

Il  bootstrapping  ti  spaventa?  Ricorda  che  in  questa  fase  stai  utilizzando i tuoi 
soldi  per  validare  il  mercato  e  non  per  creare  un  prodotto.  Spendi  poco  (non 
servono  100.000  euro  qui),  fallo  in  tempi  brevissimi  e  cerca  di  capire  se  la  tua 
idea funziona. Punto.  

Il  bootstrapping  fa  spesso  rima  con  credibilità:  non  vorrai  fare  impresa  con  i 
soldi degli altri. 

Talvolta  il  bootstrapping  prosegue  anche  dopo  la  fase  di  validazione,  fino  ad 
arrivare  a  quando  la  startup  è  sul  mercato.  In  questo  caso  alle  finanze 

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personali  si  aggiungono  i  flussi  di  cassa  derivanti  dalla  vendita  del  proprio 
prodotto o servizio. 

Vantaggi dell’autofinanziamento: 

- I fondi vengono spesi in modo più efficiente. Sono i tuoi soldi! 


- I  clienti  ti  fanno  sopravvivere:  ti  assicurerai  di  stare  a  loro  stretto 
contatto  e  farai  in  modo  di  comprenderne  al  meglio  i  bisogni  e  le  loro 
necessità al fine di migliorare il tuo prodotto o servizio 
- Se  l’autofinanziamento  si  protrae  fino  alla  presenza  sul  mercato,  si  avrà 
una  maggior  forza  negoziale  quando  si  tratterà  con  investitori 
interessati ad entrare nel capitale 

Gli svantaggi dell’autofinanziamento: 

- Le risorse sono limitate e possono precludere una crescita rapida 


- Rischio  di  essere  sorpassati  da  competitors  che  hanno  ricevuto 
finanziamenti esterni 

Risorse per approfondire la tematica bootstrapping: 

- The Bootstrapper’s Bible - Seth Godin 


- The definitive guide on how to bootstrap your startup - Neil Patel 
- Simple  Startups  -  Discover  the  secrets  to  bootstrapping  success  - 
Dominick Barbato 
- Brave bootstrapping: how to grow a global tech business without VCs 

   

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Love capital: family, friends and fools (3F) 

Il  ricorso  a  zie  particolarmente  facoltose,  ad  amici  pronti  ad  aiutarti  nel 
momento  del  bisogno,  oppure  a  persone  particolarmente  avvezze  al  rischio 
(punto  tutto  su  un  outsider  sperando  che  si  vada  a  piazzare  nella  prossima 
corsa) ha i suoi vantaggi:  

- riduce  i  tempi  di  ottenimento  (azzerando  il  tempo  necessario  per  la 
ricerca di finanziatori terzi);  

- garantisce il mantenimento della proprietà, anche decisionale;  

- garantisce quella flessibilità che inizialmente è cosa buona e giusta;  

- è  ottenibile  senza  particolari  garanzie  (non  è  detto,  ma  la  zia  di  cui 
sopra potrebbe finanziarti senza chiederti un business plan a 32 mesi).  

Sia  che  si  tratti  di  family,  di  friends  o  di  fools  il  consiglio  è  quello  di  prendere 
accordi  chiari  e  in  forma  scritta  (che  poi  non  guasta  mai…).  Ci  sono  infatti 
almeno  considerazioni  da  tenere  a  mente  per  cercare  di evitare possibili litigi 
in  futuri.  La  prima  è  che  queste  persone  spesso  investono  su  base  fiduciaria, 
non  razionale.  Si  fidano  di  te,  punto.  La  seconda  è  che  solitamente  non  sono 
investitori  professionali  e quindi non sono pienamente consapevoli del rischio 
dell’investimento 

Queste  forme  di  finanziamento  servono  per  validare  il  mercato  e  per 
giocarsela  nella  cosiddetta  “​valle  della  morte​”,  ovvero  quel  periodo  in  cui  la 
 

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tua  startup  non  riesce  ancora  a  generare  entrate  tali  da  poter  coprire  i  costi 
(cash flow is king …. ricordatevelo sempre).   

  

Gli  “spiccioli”  che  ricevi  da  Family,  Friends  and  Fools  usali  per  dimostrare  che 
hai  le  potenzialità  di  crescita.  Hai  già  (parzialmente)  validato  il  mercato,  crea 
un MVP e lavora in maniera iterativa. 

Spendi i soldi solo per cose essenziali.  

Risorse per approfondire la raccolta fondi tramite Friends, Family and Fools: 

- 8  Best  Practices  to  Seek  Funding  From  Friends,  Family  and  Fools  - 
Martin Zwilling 

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- How  to  raise  and  spend  "friends  &  family"  money  most  efficiently  for 
your startup - Will Little 

Incubatori   

Se  da  un  lato  abbiamo  gli  acceleratori,  che  investono direttamente in startup 


partecipando  al  capitale,  dall’altro  abbiamo  gli  incubatori,  che  normalmente 
non  investono  direttamente  ma  supportano  la  startup  nel  “plasmare”  il 
proprio modello di business affinché lo stesso diventi replicabile e scalabile.  

Gli  incubatori,  normalmente  sovvenzionati  pubblicamente  o  da  parte  di 


università  pubbliche,  lavorano  principalmente  sull’idea,  cercando  di  costruire 
il  modello  di  business  della  startup  (per  tal  motivo  il  programma  di 
incubazione  ha  tempi  superiori  rispetto  ad  un  programma  di  accelerazione). 
Talvolta  danno  accesso  a  delle  forme  di  finanziamento  e  supportano  le 
startup dal punto di vista del marketing. 

Vi  sono  incubatori  che dispongono di un proprio fondo, destinato alle startup, 


mentre  più  solitamente  facilitano  l’accesso  a  forme  di  finanziamento  esterne 
(Business Angel, VC, supporto nelle competitions ecc…).   

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Per approfondire: 

Lista di incubatori e acceleratori 

Dall’idea all’impresa: il ruolo degli incubatori - Anna Gervasoni 

 
Acceleratori 

Partecipare  ad  un  programma  di  accelerazione  potrebbe  essere  la  via  per 
ottenere  supporto  finanziario  e  tecnico  (in  particolare  in  fase  seed  della  tua 
startup).  

I  programmi  di  accelerazione  sono  programmi  di  durata  limitata 


(normalmente  dai  tre  ai  sei  mesi),  nei  quali  le  startup  ricevono finanziamenti, 
supporto  tecnico  e  network  (con  l’obiettivo  di  accelerare  il  processo  di 
maturazione della startup).  

Normalmente  questo  avviene  con  la  messa  a  disposizione,  da  parte  degli 
acceleratori,  delle  figure  dei  ​mentor  e  finanziando  le  startup  con  un  capitale 
di micro-seed (normalmente di natura molto ridotta). 

Anche  gli  acceleratori  non fanno niente per niente e normalmente, in cambio 


del  capitale,  chiedono  una  percentuale  di equity (normalmente compresa tra 
il 5% ed il 15%). 

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Non  tutti  i  programmi  di  accelerazione  sono  uguali:  bisogna  valutare  le 
performance ed i risultati ottenuti da altre startup che hanno partecipato. 

Per approfondire: 

Lista di incubatori e acceleratori 

Business Angel 

Gli  Angel  Investor,  o  Business  Angels,  sono  persone  che  dispongono  di  un 
capitale  da  investire  in  progetti  di  startup  che  ritengono  interessanti. 
Solitamente  investono  seguendo  un  approccio  “hands-on”  ovvero 
prediligendo  realtà  imprenditoriali  in  ambiti  prossimi  a  quelli  di  propria 
pertinenza .  

Con  loro  potrebbe  arrivare  il  primo,  vero,  finanziamento  esterno  per  la  tua 
startup.  Gli  Angel  compaiono,  solitamente,  nella  ​fase  seed  del  progetto  e 
richiedono  una  solidità  del progetto imprenditoriale già strutturata (non sono 
amici, parenti o folli, ma uomini di business).  

Gli aspetti positivi dell’intervento di un Angel investor sono diversi:  

- tempistiche di ottenimento di un finanziamento molto buone;  

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- solitamente  non  mettono  solo  a  disposizione  i  soldi  ma  anche  network 


e  skills  e  per  questo  motivo  preferiscono  una  prossimità  geografica 
della  startup  rispetto  alla  propria  attività  professionale  o 
imprenditoriale;  

- mettendoci  soldi  sono  i  primi  mentori  e  i  primi  supporters  del  tuo 


business = non sei più solo.  

Per  contro  gli  Angel  garantiscono  (normalmente)  investimenti  limitati,  che 


avvengono spesso in un contesto di “debolezza della startup” (quindi le regole 
del  gioco  solitamente  le dettano loro …). Solitamente infatti investono somme 
di  denaro  che  possono  andare  da  poche  migliaia  di  euro  fino  a  circa  100.000 
€. 

Normalmente  gli  Angel  investor  finanziano  più  startup 


contemporaneamente  (sapendo  che  il  90%  delle  stesse  non  garantirà  un 
ritorno  devono  fare  in  modo  di  bilanciare  i  9  fallimenti  con  la  decima  startup 
che  gli  consentirà  di  recuperare  il  capitale  investito  e  guadagnarci  anche 
qualcosa).  

Cosa valutano questi investitori esterni? Ricordati la regola delle tre T: 

- Team; 

- Traction; 

- Technology. 

L’idea  di  per  sé  vale  poco.  Il  ​team  vale  molto.  Anzi  moltissimo.  Un’idea 
mediocre  in  mano  ad  un  buon  team  ha  più  probabilità  di  successo  che 
un’ottima  idea  in  mano  ad  un  team  mediocre.  Questo  gli  investitori  lo  sanno 
bene. Il tuo team è tale da infondere fiducia in un investitore?  

La  seconda  T  è  la  ​traction​,  ovvero  la  prova  provata  che  esiste  qualcuno 
potenzialmente  disposto  a  pagare  per  il  tuo  prodotto/servizio. Devi ingolosire 
l’investitore,  fargli  capire  che  il  mercato  c’è  e  che  tu  hai  validato  l’idea  (ecco 
per far questo dovevi spendere i tuoi soldi iniziali).  

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La  terza T è la tecnologia. Hai sviluppato una tecnologia altamente innovativa, 
che  ti  da  un  vantaggio  competitivo  enorme  rispetto  al mercato attuale? Beh, 
sicuramente non passerà inosservata agli occhi di un investor.  

La  strategia  di  exit  degli  angel  investor  segue  quella  della  startup  stessa  (es. 
acquisizione,  IPO),  ma  talvolta  possono  anche  uscire  dall’investimento 
all’entrata  di  un  investitore  istituzionale  (come  ad  esempio  un  fondo  di 
venture  capital)  disposto  a  rilevare  le  quote  dell’angel  per  aumentare  le 
proprie. 

Per  valutare  un  angel  investor  è  importante  capire  se  colui  può  “replicare” 
l’investimento  in  un  round  successivo.  Questo  viene  visto  come  un 
importante segno di fiducia per altri investitori istituzionali. 

Ultimamente  gli  angel  investors  si  organizzano  sempre  più  in  gruppi, 
cosiddetti  “business  angel  networks”:  questo  gli  consente  di  condividere  la 
ricerca  di  nuove  opportunità  di  investimento,  aumentare  la  quantità  di  fondi 
disponibili  per  investire  e  aumentare  il  livello  di  competenze  e  network  che 
viene  destinato  alle  startup  nelle  quali  decidono  di  investire.  Alcuni  di  questi 
network  sono  ​Italian  Angels  For  Growth​,  ​Club  degli  Investitori  e  ​Angels  for 
Innovation​. 

Risorse utili per trovare i business angels più adatti a te: 

- Italian Angels for Growth 


- Club degli Investitori 
- Angels for Innovation 
- Italian Business Angels Network Association 
- European  Trade  Association  for  Business  Angels,  Seed  Funds, and early 
stage market players 
- BAN Bologna (network di business angels di Bologna) 
- Waba Capital 
- Angels 4 Women 
- Business Angels Network Firenze 

Se  cerchi  network  di  business  angels  nella  tua  città,  se  sono  presenti  è 
relativamente  facile  trovarli  su  Google  inserendo  “business  angels  +  nome 
città”. 

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Per  capire  meglio  come  ragionano  gli  angel  investors  e  come  valutano  gli 
investimenti,  ti  consigliamo  un  libro  dedicato a loro: ​Angel Investing: the gust 
guide to making money and having fun investing in startups​. 

Finanziamenti bancari  

Quando  si  parla  di  finanziamenti  non  si  può non pensare alle banche. Questo 


è  vero  quasi  per  tutto,  un  po’  meno  per  le  startup.  Ottenere finanziamenti da 
una  banca  (anche  con  bilanci  consolidati  e  qualche  anno  di  attività  sulle 
spalle) non è una cosa semplice.  

Vale  la  pena  citare  il  mondo  delle  banche  associandolo  per  lo  più  alla 
possibilità  di  ottenere  prestiti  personali, utili in seed o early stage, ma in realtà 
benzina utile per il motore in qualsiasi fase.  

Oltre  alla  difficoltà  di  ricorrere  a  questa  linea  di  credito  bisogna  anche tenere 
conto  dei  tassi  di  interesse  (guardiamolo  questo  TAEG)  e  alle  garanzie 
richieste  dalla  banca  stessa  (che  spesso  fanno  rima  con  ipoteche, fidejussioni 
e garanzie di terzi).  

Uno  strumento  utile  che  val  la  pena  citare  è  il  fondo  di  garanzia  (ex  Legge 
221/2012),  accessibile  alle  startup  innovative  e  fornente  una  garanzia pubblica 
pari all’80% dei prestiti bancari richiesti.  

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Ti  mostriamo  alcuni  dati  poiché  i  finanziamenti  bancari  sono  maggiori  di 
quanto si possa immaginare:  

Secondo  dati  MISE  (primo  finanziamento  Startup  Innovative  a  settembre 


2013, ultimo rilevamento dicembre 2018) ad oggi: 

-  Sono  stati  concessi  complessivamente  4.650  finanziamenti  a  2.688  startup 


innovative (su un totale di c.a. 10.000 startup innovative in Italia) 

-  826  operazioni  totalmente  rimborsate,  3.585  in  ammortamento,  239  in 


sofferenza (4,6% dell’erogato, contro un 3% dello standard) 

-  L’ammontare  complessivo  dei  prestiti  a  startup  innovative  a  valere  sul 


Fondo di Garanzia ad oggi è pari a € 945 milioni 

-  L’ammontare  medio  per  ciascun  finanziamento  è  di  circa  €  203.000  con 


durata media di 54 mesi 

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Oggigiorno  (e  la  tendenza  è  in  crescita)  molte  banche  hanno  un  proprio 
programma  di  accelerazione  che  permette  l’erogazione  di  capitoli 
(soprattutto  micro-seed)  non  assoggettati  da  quelle  garanzie  che spesso non 
permettono  alle  startup  di  attivare  queste  linee  di  credito  (tra  i  più  famosi 
programmi  troviamo  ​Intesa  Startup  IniNaNve  in  Intesa  Sanpaolo,  ​StartLab in 
Unicredit e ​Le Village by Credit Agricole​). 

Premi e competizioni  

Le  competition  sono  un  ottimo  modo  per  “testare”  il  valore  della  propria 
startup,  crearsi  un  network  (quale  migliore  occasione  per  farsi  notare  da 
Business Angels, potenziali mentor o da possibili collaboratori?).  

Il  buon  piazzamento o la vittoria ad una competition permette inoltre, spesso, 


di foraggiare di capitale la propria startup.  

Centinaia  sono  le  ​call  for  startup  attive  sul  territorio  nazionale,  europeo  ed 
internazionale.  Non  solo  promosse  da  enti  pubblici,  grazie  alla  diffusione 
dell’open  Innovation  vi  sono  sempre  più  multinazionali  e  grandi  imprese  che 
lanciano le proprie competitions.   

   

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Bandi 

Enti  governativi  (Unione  Europea,  Stato,  Regioni),  fondazioni  e  aziende 


pubblicano  spesso  ​bandi  per  startup  che  forniscono  finanziamenti  a  fondo 
perduto o a tasso agevolato. 

Per  scoprire  i  bandi  attivi,  puoi  fare  riferimento  alla  ​sezione  dedicata  del 
nostro sito cliccando qu​i. 

Altri link utili: 

- Sportello Agevolazioni 
- Trovabando  (i  membri  di  ​Startup  Geeks  Premium  hanno  un  grosso 
sconto sui servizi di Trovabando, oltre a molti altri) 

   

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Crowdfunding  

Il  ​crowdfunding  non  è  altro  che  il  finanziamento  collettivo  della  tua  startup. 
Un  gruppo  di  persone  investe  il  proprio  denaro  per  sostenere  il  tuo  sforzo 
imprenditoriale.  È  un  buon  metodo  di  finanziamento  sia  nella  fase  seed  che 
nella  growth.  Inoltre  ti  permette  di  far  conoscere  il  tuo  prodotto/servizio 
(acquisendo clienti e visibilità).  

I  contro  riguardano  sicuramente  i  costi  di  lancio  di  una  campagna  di 
crowdfunding  nonché  il  ritorno  che  bisogna  garantire  agli  investitori  (quote 
in  caso  di  ​equity  crowdfunding  oppure  prodotti/servizi  in  caso  di  ​reward 
Crowdfunding​. Insomma: nessuno fa niente per niente). 

Raccolta  delle  principali  piattaforme  di  crowdfunding  italiane  (fonte: 


www.crowdfundingbuzz.it​ ): 

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Se vuoi approfondire il mondo del crowdfunding leggi: 

Guida al Crowdfunding e principali piattaforme in Italia - Startup Geeks 

The Crowdfunding Bible - Scott Steinberg 

Il manuale del crowdfunding - Alessandro Brunello 

Crowdfunding: la via collaborativa all’imprenditorialità 

   

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Venture Capital 

Ecco  i  primi  veri  “steroidi”  della  crescita.  I  Venture capitalist investono ingenti 


somme  in  progetti  ad  alto  rischio,  sono  solitamente  società  finanziarie 
(solitamente  SGR)  specializzate  nell’investimento  in  capitale  di  rischio.  Il 
ricorso  al  Venture  Capital  da  parte  di  una  startup  garantisce  network  estesi 
(spesso  internazionali),  conoscenze  e  (ovviamente)  soldi.  Sia  i  Venture 
Capitalist  che  i  business  Angel colmano, spesso, lacune operative riscontrabili 
nelle  startup  (mancanza  di  un  network,  mancanza  di  esperienza  di  business, 
mancanza  di  un  supporto  fiscale  e  legale).  Questo,  unito  alle  competenze 
verticali  degli  startupper,  crea  un  substrato  ottimo  per  la  crescita  della 
startup.  

Ma allora quali sono gli aspetti negativi? Uno in particolare: 

Maggiore  è  l’iniezione  di  denaro  e  di  competenze  maggiore  è  la  perdita  di 
controllo  sulla  tua  startup.  Senza  grandi  giri  di  parole  rischiate  di  non  essere 
più i padroni dell’azienda che avete creato.  

Ottenere  un  finanziamento  da  un  VC  non  è  una  cosa  facile  (meno  del  5%  dei 
business  plan  ottiene  un  finanziamento).  Normalmente  il  processo  di 
approccio e verifica adottato dai VC è il seguente: 

1) Analisi  dei  business  plan  (prima  review)  con  eliminazione  dei  deal 
lacunosi/non  promettenti/non  sviluppati/non  ottemperanti  ai  criteri  di 

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valutazione  interni  (il  livello dei Business Plan scartati è molto elevato in 


questa fase); 
2) Analisi  approfondita  dei  business  plan  (seconda  review)  con  verifica 
delle  assunzioni  più  citriche  e  della  maturità  di  sviluppo  del  business 
plan.  Richiesta  di  documentazione  integrativa  a  sostegno  delle  ipotesi 
fatte  (il  livello  dei  Business  Plan  scartati  è  inferiore  rispetto  alla  prima 
fase); 
3) Due  diligen​ce ​   con  chiusura  dell’affare  (ingresso  quale  partner 
finanziario ecc…). 

Per approfondire il processo di finanziamento di un Venture Capital: 

Fonte immagine: N
​ uvolab 

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I  metodi  con  i  quali  una  startup  viene  valutata  dai  VC (analisi del valore) sono 


diversi.  Tra  i  più  in  voga  vi  sono  il  metodo  dei  multipli  e  l’analisi  dei  flussi  di 
cassa.  Il  valore  post  analisi  ottenuto  è  il  valore  negoziale  con  il  quale  i  VC 
determinano  l’equity  da  richiedere  in  cambio  del  capitale  messo  a 
disposizione. 

Cosa  si  aspetta  una  società  di  Venture  Capital  dal  proprio  portfolio?  (Fonte: 
Nuvolab​) 

- Il 60% delle startup fallirà o non si svilupperà 


- Il 30% delle startup in portafoglio renderà 2-4x in 4-7 anni 
- Il 10% sarà un grande successo (con ritorni superiori a 10x) 

Qualche link utile per trovare e conoscere i venture capital: 

https://www.ventureup.it/venture/venture-capital/ 

www.crunchbase.com 

Libri: 

Startup  e  Venture  Capital:  guida  ai  segreti  di  un  rapporto  ad  alto potenziale - 
Brad Feld 

Raising Venture Capital for the serious entrepreneur - Dermot Berkery 

Venture Capital for Dummies - Nicole Garavagna 

   

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Corporate Venture Capital 

Un  Corporate  Venture  Capital  (CVC)  è  una  struttura,  interna  o  indipendente 


ad  una  azienda,  che  gestisce  almeno  un  fondo  di  Venture  Capital  con  le 
seguenti caratteristiche: 

- Un  soggetto  corporate  come  investitore  principale  o  unico nel fondo di 


Venture Capital; 
- Un  approccio  di  fondo  di  Venture  Capital  (orizzonte  d'investimento  di 
medio-lungo periodo finalizzato alla “exit”) 
- Il  fondo  di  Venture  Capital  investe  principalmente  in  startup 
interessanti per l’investitore Corporate 

La  struttura  di  corporate  venture  capital  utilizza  in  modo  intensivo 
l’esperienza,  le  tecnologie  e  relazioni  del  proprio  investitore  corporate,  per 
valorizzare al meglio le startup. 

Esempi di Corporate Venture Capital (fonte: ​Nuvolab​) 

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Fonte immagine: ​Nuvolab 

Per approfondire il tema Corporate Venture Capital: 

Intervista  ad  Alberto  Baccari,  CEO  di  Namu  (startup  che  ha  raccolto  400.000 
€ tramite Corporate Venture Capital) 

Corporate  Venture  Capital:  imprese  e  capitali  per  l’innovazione.  Storie  di 


successo e di fallimento - Andrew Romans 

Masters  of  Corporate  Venture  Capital:  Collective  Wisdom  from  50  VCs  Best 
Practices for Corporate Venturing How to Access Startup Innovation & How to 
Get Funded - Andrew Romans   

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La fase di Exit 

Nel  mondo  delle  startup  l’​Exit  (ad  esempio  tramite  IPO,  ovvero  quotazione in 
borsa)  è  cosa  buona  e  giusta.  La  Exit  è  il  momento  in  cui  tutta  la  catena 
legata alla startup riceve valore.  

L’exit  è  l’obiettivo  principale  di  chi  investe  in  startup  ma  è  anche  il  fine  degli 
imprenditori (seriali e non).  

Per  approfondire  le  modalità  di  exit,  ​leggi  la  nostra  guida  sulla  exit  cliccando 
qui​. 

   

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Ogni  fase  ha  il  suo  finanziatore:  trova  quello 


giusto 

La  tipologia  di  finanziatore  varia  durante  le  fasi  del ​ciclo di vita di una startup​. 


Per  avere  successo  nella  raccolta  fondi  è  cruciale  andare  dal  finanziatore 
giusto nel momento giusto.  

Ecco  uno  schema  per  capire  quale  finanziatore  è  adatto  nella  tua  fase 
(prossima pagina). 

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Uno  step  cruciale  per  raccogliere  fondi:  il 


pitch 

Quando  si  parla  di  pitch  in  ambito  startup,  si  fa  riferimento  ad  una  breve 
presentazione,  che  ha  l’obiettivo  di  convincere  un  gruppo  di  investitori  a 
finanziare  un’idea  imprenditoriale.  È  cruciale  sapere  come  presentare  nel 
modo  giusto:  puoi  avere  anche  l’idea  migliore  del  mondo  ma  se  non  sai 
presentarla  in  modo  efficace,  mostrando  il  potenziale  dell’idea  (e  di  ritorno 
sull’investimento da parte dei finanziatori) avrai una vita difficile. 

Non  è  questo  il  luogo adatto per approfondire, ma abbiamo creato una ​guida 


sul pitch, puoi leggerla cliccando qui. 

Se  vuoi  pitchare  agli  investitori,  puoi  farlo  anche  online  da  remoto  grazie  a 
Startup Geeks Premium​. 

   

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Conclusione 

I  soldi  sono  la  benzina  necessaria  alla  performance  della  tua  startup,  ma 
ricorda  che  non  esistono  soluzioni  di  finanziamento  migliori  o  peggiori  e 
soprattutto  che  ogni  soluzione  è  da  correlare  con  il  business  che  stai 
sviluppando  (prodotto  o  servizio?  Che  tipo  di  prodotto  o  servizio?)  e  con  la 
situazione  personale  dei  founders  (se  ti  chiami  Elon  e  dopo  che  hai  venduto 
Zip2  per  300  milioni  ti  viene  in  mente  di  reinvestirne  un  milioncino  nella  tua 
nuova  startup  PayPal  …  beh  direi  che  possiamo  saltare  tutta  la  parte  su 
Friends, Family, Fools, Business Angel e compagnia cantante).  

Oltre  a  ciò  pondera  sempre  gli  aspetti  negativi  e  positivi  di  ogni  possibile 
fonte  di  finanziamento  (non  solo  in termini di apporto di denaro, ma anche di 
apporto di competenze, network, supporto tecnico ecc…).   

L’ultimo  consiglio,  come  sempre  il  più  importante:  sii  pronto  per  ricevere  il 
finanziamento  che  stai  richiedendo.  Non  andare  da  un  VC  o  da  un  Angel 
investor  senza  un  business  model  consolidato  e  senza  le  tre  T  (team, traction 
e technology).  

Adesso è il tuo turno, buon Fundraising! 

   

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Ringraziamenti 
Per la stesura di questo ebook ringraziamo: 

Fabio De Martino F
​ rancesco Inguscio 

Startup Mentor  CEO & Rainmaker @ N


​ uvolab  

Teniamoci in contatto! 

     

Alessio Boceda   ​ ​Giulia D’Amato 

Co-founder Startup Geeks ​Co-founder Startup Geeks 

a
​ lessio@startupgeeks.it g
​ iulia@startupgeeks.it   

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Startup Geeks 
Startup  Geeks  vuole  rendere  il  mondo  delle  startup  italiane  ​conosciuto​, 
attrattivo​ e ​connesso​. 

Per fare questo ci focalizziamo sulle seguenti attività: 

- Interviste  ai  fondatori  di  startup  italiane  in  fase  avanzata:  ci  piace 
scoprire  cosa  c’è  dietro  la  “facciata”  di  una  startup  per  comprendere 
meglio  l’esperienza  imprenditoriale  e  trasmettere  la  conoscenza  di  un 
fondatore  esperto  a  tutti  coloro  che  sono  in  fase  di  partenza  con  il 
proprio  progetto  imprenditoriale.  Ad  ora  abbiamo  intervistato  oltre  100 
fondatori; 
- Pubblicazione  di  ebook  in  cui  raccontiamo  le  startup  italiane  di  un 
determinato settore​. Gli ebook sono il nostro contributo per raccontare 
le  startup  che  stanno  innovando  in  un  settore specifico e fino ad ora ne 
abbiamo pubblicati 5: 
- Le startup più interessanti dove lavorare in ambito digital e tech​; 
- Le top 30 startup italiane della salute​; 
- Il Fintech in Italia e le startup più interessanti​; 
- L’Agrifood Tech in Italia e le startup più interessanti​; 
- Le startup per viaggiare e muoversi in città​. 
- Scrittura  di  articoli  divulgativi​:  collaboriamo  con  esperti  del  settore 
che  scrivono  per  il  nostro  blog  articoli  che  puntano  a  formare  la  nuova 
generazione  di  imprenditori  italiani:  guide,  esempi,  definizioni, 
insomma  cerchiamo  di  creare  i  contenuti  più  ricchi  e  autorevoli  che  si 
possono trovare sul web. 
- Startup  Geeks  Premium​:  è  la  più  grande  community  di  fondatori  di 
startup  in  Italia.  All’interno  del  servizio  Premium  i fondatori di startup si 
confrontano  sulle  tematiche  più  sensibili e delicate, dandosi feedback a 
vicenda  e  ricevendo  feedback  da  esperti  del  settore  che  abbiamo 
accuratamente  selezionato  e  incluso  nella  community,  che  viene 
gestita su Slack. 

I  membri  di  Startup  Geeks  Premium  hanno  anche  accesso  a  webinar 


formativi,  ​sconti  di  oltre  2.000€  sui  migliori  software  e  servizi  per 
startup e varie opportunità di visibilità, tra cui la possibilità di presentare 
 

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online  la  propria  startup  a  degli  investitori  (​puoi  vedere  un  esempio 
cliccando qui​). 

L’accesso  alla  community  è  su selezione, se pensi che possa fare al caso 


tuo puoi candidarti c
​ liccando qui​. 

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