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0 vs Copyright: inizia la disintermedizione delle Major


Scritto da MarioEs
giovedì 10 maggio 2007

Il File Sharing di Bit Torrent - Fonte : Wikipedia

Come ogni giovedì ho sfogliato con attenzione Nova (il supplemento del Sole 24Ore dedicato a ricerca, innovazione e creatività) e, dato che da un pò (è un
eufemismo...) mi "frulla" in testa il tema del copyright e del diritto d'autore sul Web (che ricordo non sono la stessa cosa e ne parleremo meglio in un post a
ciò dedicato), ho letto con estremo piacere un articolo di Alessandro Longo dal titolo "La community cambia musica" in cui si evidenzia come stanno
nascendo nuovi modelli di business per il download di musica on line, che tenderanno a "scardinare" il notevole potere acquisito delle grandi major
internazionali, costringendole ad innovare ed a rinnovarsi "per non perdere il treno".

Innanzittutto, dall'articolo emergono una serie di dati statistici importanti tratti da una ricerca di Jupiter Research :

1. gli utenti europei che non vogliono pagare i download passeranno dai 41 milioni del 2005 ai 57,7 milioni del 2011;

2. gli utenti europei che acquisteranno passeranno da 8,6 milioni a 36,1 milioni (dato molto positivo e quindi contro ogni previsione "catastrofica");

3. la fascia d'età under 25 è quella che catalizza la maggior parte di coloro che vogliono "scaricare gratis";

4. il mercato della musica on line passerà da 1,1 miliardi di euro del 2006 ai 6,6 del 2011;

5. nel 2011 la quota di musica venduta on line rappresenterà il 26% del totale (contro il 6% attuale).

Intanto, in base ai dati di Strategy Analytics , le vendite di cd in Europa calano ad un ritmo più che notevole (-25% negli ultimi 6 mesi) mentre in base ai dati
FIMI il download legale è cresciuto del 103%.

Se ragioniamo in termini economici e non in termini di protezionismo dei modelli di business consolidati nell'ambito dell'editoria musicale, la conclusione è
che bisogna innovare i sistemi di distribuzione della musicasfruttando tutte le potenzialità offerte dal web 2.0 e, quindi, ricorrendo massicciamente ai social
networks.

I modelli di business innovativi e quelli che, già consolidati, si evolveranno ulteriormente saranno di diversa natura e li riassumo di seguito:

a. iTunes comincerà a fornire abbonamenti a "forfait" e cercherà di ridurre il ricorso ai sistemi di DRM (digital rights management);

b. utilizzo di social network sulla falsa riga delle "recensioni alla Amazon.com", che stimoleranno ed orienteranno gli acquisti o di Pandora, che offre anche la
possibilità di condivisione dei file musicali;

c. siti che venderanno musica senza DRM con il sistema prevalente dell'abbonamento;

d. Web radio personalizzate e personalizzabili come Last.fm e Yahoo Launchcast (che offre anche servizi premium in abbonamento) il cui modello di business è
sostenuto dalla pubblicità;

e. veri e propri "juke box" on line (sempre a pagamento), come FineTunes ;

e. siti che offrono ed offriranno download gratis a fronte di "pubblicità inclusa nel file musicale", come We7.com (in cui, dice l'autore dell'articolo, c'è anche Peter
Gabriel tra i finanziatori);

f. nuovi sistemi di peer to peer, come Playble di Pirate Bay (circuito Bit Torrent ), che in cambio di un abbonamento offrirà all'utente il download illimitato dei
brani di quegli autori che avranno deciso di aderire a questa iniziativa imprenditoriale. Playble, ovviamente, pagherà gli autori in questione delle tariffe concordate e,
cosa interessantissima, disintermediando totalmente le case discografiche.

Inoltre, aggiungo io, che dovremo aspettarci anche innovazioni nel mobile-internet con lo sviluppo di una reale banda larga via etere e di nuovi modelli di
business sulla falsa riga di quelli citati (uscendo dalla attuale e stantiasindrome del walled garden).

In definitiva, IPRED2 a parte (la nuova direttiva sul diritto d'autore che la UE sta per emanare ), il web sta già trovando il modo di far vincere la libertà
contro il potere di pochi.

Se questo non è un esempio che la democrazia economica comincia ad essere attuata e potenziata grazie alla tecnologia web, cosa è?

Il futuro è, come sempre, nelle nostre mani: basta impegnarsi attivamente.

E la tecnologia aiuta, eccome!

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