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INTRODUZIONE
pag.
pag.
10
CAPITOLO PRIMO
LIMPORTANZA DELLA CONOSCENZA
1.1
pag.
10
1.2
pag.
13
1.3
pag.
18
pag.
19
pag.
20
pag.
23
pag.
25
1.4
1.5
pag.
28
1.6
pag.
38
pag.
40
pag.
43
CAPITOLO SECONDO
LIMPORTANZA DI UNECONOMIA DELLA CONOSCENZA
2.1
La premessa al fenomeno
pag.
43
2.2
pag.
43
2.3
pag.
47
2.4
pag.
48
2.5
Lapprofondimento al fenomeno
pag.
50
2.6
pag.
52
2.7
Il capitalismo cognitivo
pag.
53
CAPITOLO TERZO
IL KNOWLEDGE MANAGEMENT
pag.
55
3.1
pag.
55
3.2
Le origini in breve
pag.
57
3.3
pag.
58
3.4
Lapprofondimento al fenomeno
pag.
60
3.5
pag.
61
3.6
pag.
63
3.7
pag.
64
pag.
65
pag.
66
pag.
79
3.8
3.9
CAPITOLO QUARTO
KNOWLEDGE MANAGEMENT E RELATIVI VANTAGGI
4.1
pag.
79
4.2
pag.
83
4.3
pag.
84
4.4
pag.
87
4.5
pag.
88
4.6
pag.
90
4.7
pag.
91
4.8
Knowledge workers
pag.
93
CAPITOLO QUINTO
GESTIRE LA CONOSCENZA NEL CAMPO DELLHSE: IL CASO DI UNA
SOCIETA COOPERATIVA
pag.
98
5.1
pag.
98
5.2
pag.
99
pag.
101
5.3
5.4
pag.
104
5.5
pag.
106
CONCLUSIONI
pag.
120
BIBLIOGRAFIA
pag.
124
SITOGRAFIA
pag.
127
INTRODUZIONE
Eco U., Il nome della rosa, Milano,Bompiani/RCS Libri, 1980/2012 Prima edizione digitale 2011 da prima edizione riveduta e
corretta gennaio 2012.
2
Mokyr I., I doni di Atena Le origini storiche delleconomia della conoscenza, Bologna il Mulino, 2004, pp.5-10 l'autore : La
conoscenza uno degli elementi peculiari della storia, che informatici, economisti, hanno affrontato senza pervenire a risultati
accolti da tutti.
3
Penrose E.T, La teoria dellimpresa, Milano, Franco Angelli, 1973,pp 20-24 l'autore:E sempre stato chiaro il ruolo dominante
della conoscenza nei processi economici, tuttavia nella maggior parte dei casi hanno ritenuto che il tema fosse troppo scivoloso
per essere affrontato e non sono giunti pertanto a risposte significative ed univoche.
4
Innocenti A., Leconomia cognitiva (vol 341 di Le Bussole) , Roma, Carrocci Editore, 2009,p 24 l'autore: Una scienza
relativamente recente, che studia i comportamenti economici basandosi su un approccio interdisciplinare utilizzando gli strumenti
elaborati dalle scienze cognitive. Il suo principale obiettivo quello di comprendere e analizzare i processi mentali attraverso i
quali gli individui raccolgono, elaborano e utilizzano le informazioni per formare le preferenze e prendere decisioni economiche.
Rullani E., Economia della conoscenza, Creativit e valore nel capitalismo delle reti, Roma,Carrocci Editore, 2004, p.13
l'autore : Le forze tradizionali quindi, non sono pi il motore della crescita economica e delle attivit che generano valore.
6
Battana V, Marr G, Introdurre il Knowledge Management in azienda: la metodologia it Consult, It consult (2011) pp 1-16
lautore: I tre quarti degli aumenti di produttivit delle imprese saranno realizzati grazie al knowledge management e grazie ad
altri miglioramenti nel lavoro basato sulla conoscenza 10 maggio 2011.
7
Sarge C., Conferenza 10TH KNOWLEDGE MANAGEMENT FORUM Siena (Italy), 24 - 25 novembre 2005 l'autore:Una nuova
e particolare panoramica sul mondo esistente, che ci consente di leggere con occhi inediti e critici la realt che si sta delineando,
si assiste,
una realt nuova, allinterno della quale le regole di riferimento sono costituite dalla globalizzazione, dallinformation technology
e dalla smaterializzazione del valore dimpresa.
8
Rullani E., Economia della conoscenza. Creativit e valore nel capitalismo delle reti, Roma, Carrocci Editore, 2004,pp.1316 l'autore: La fabbrica dellimmateriale dove, a ci che viene definito concreto, reale, tangibile, si depone l intangibile, dove
lattenzione al concetto di costo si affiancato quello di conoscenza e informazione. La fabbrica dellimmateriale ha le sue
lavorazioni ovviamente immateriali che trasformano la materia prima (la conoscenza di origine) in un semilavorato (la
conoscenza connettiva), che pu propagarsi fino a diversi luoghi e momenti delluso.
9
Azzariti F. Mazzon P., Il valore della conoscenza. Teoria e Pratica del knowledge management prossimo e venturo, Milano, Etas,
2005 p.193.
10
Rullani E, Economia della conoscenza. Creativit e valore nel capitalismo delle reti, Roma,Carrocci Editore, 2004,pp.8283 l'autore: LEra della Conoscenza non cominciata da qualche anno, ma molto prima. L'uso produttivo della conoscenza
diventato rilevante e sistematico a partire dalla rivoluzione industriale, caratterizzando tutta la modernit. Dunque, l'economia
moderna sempre stata un'economia basata sulla conoscenza.
informazioni su quello che lo sviluppo storico della stessa e dei relativi aspetti teorici
nonch le caratteristiche fondanti del fenomeno. Si completa, con lanalisi dei fattori
che permettono la nascita di un sistema di knowledge management. Il secondo capitolo
quindi cerca di dare valore a codeste tematiche, sedimentando i capi saldi del fenomeno,
da non intendere una mera moda di passaggio .
Il terzo capitolo dedicato al knowledge management: si divulga una definizione
della questione, analizzando le teorie pi importanti, con particolare attenzione ai
modelli di
d'apprendimento
di marketing
l' esigenze supplementari e/o complementari dettate dal mercato in cui svolge
attivit limpresa.
Un metodo, quindi, che definisce una sinergia tra sapere-informazione e che non mette
in discussione i principi del knowledge management ma che li migliora di contenuti ed
aspetti. Le conclusioni del lavoro vengono dedicate al decretamento di un punto
darrivo del percorso che si compiuto e che sempre in continua evoluzione.
Conoscenza e sapere sono valori su cui il Manger e quindi l' impresa del XXI devono
tassativamente fondarsi per lottenimento del successo.
CAPITOLO PRIMO
1. LIMPORTANZA DELLA CONOSCENZA
Del Giudice F., Dizionario di economia aziendale e Gestione aziendale, Napoli, Edizioni Giuridiche Simone, 2007,p.112
lautore: Il complesso delle attivit direzionali di gestione e organizzazione in aziende pubbliche e private SIN amministrazione
2 estens. La direzione generale.
12
Ibidem,p.120
13
RDM - The Results-Driven Manager , Gestire la Conoscenza per Spingere la Crescita , Traduzione N. Gaiarin.N , Tinunin .G,
Milano, Etas, 2007,pp. 99-110 gli autori: I manager sono responsabili di trasformare le conoscenze e le abilit dei propri
collaboratori in risultati di business misurabili[ ] Creare comunit di conoscenze, un obbiettivo fondamentale [ ]
incoraggiare la condivisione delle best practices, gestire la conoscenza attraverso le tecnologie basate sul web, creare strategie ad
hoc per la condivisione delle informazioni, diffondere iniziative di knowledge management, offrire facile accesso alle informazioni,
sono requisiti essenziali per creare una comunit di conoscenze.
14
Davenport T. H. , Prusak L., Traduzione Negro G. Il sapere al lavoro, Collana: Organizzazione e risorse umane, Milano, Etas,
2000 gli autori pp.88: [ ] Internet ottimizza, su scala mondiale e con minimo dispendio di risorse, la raccolta delle
conoscenze rilevanti per acquisti e investimenti.
10
Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledge-creating company Creare le dinamiche dell'innovazione,Milano, Guerini e
Associati, 2005, pp.15 Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka affermano: a dynamic human process of justifying personal belief
toward the truth
Ibidem, Ivi,the capability of a company as a whole to create new knowledge, disseminate it throughout the organization and
embody it in products, services, and systems.
16
17
Genova M. Riberti A. Intranet e knowledge management : un progetto di organizzazione, gestione e diffusione delle conoscenze in
azienda, Milano, F. Angeli, 2005,pp. 20-38 lautore (studio di Davenport e Prusak) la conoscenza un mix mutevole di esperienze
strutturate, di valori, di informazioni contestuali e di intuizioni basate sullesperienza, che forniscono un modello per valutare ed
incorporare nuove esperienze e informazioni. Ha origine ed applicata nella mente di chi conosce (knowers). Nelle organizzazioni
spesso contenuta non solo nei documenti o nei repositories ma anche nelle routine, nei processi, nelle prassi e nelle norme
organizzative. Concetti chiave della conoscenza sono esperienza, verit, giudizio e regole di [ ] [ ]linformazione pu essere
trasformata in conoscenza attraverso gli strumenti della comparazione, delle conseguenze, delle connessioni e della conversazione.
Essi inoltre ritengono, che le attivit che creano conoscenza avvengono allinterno degli esseri umani e che bisogna considerare la
conoscenza come uno dei pi importanti patrimoni aziendali [ ].
Profili S., Il knowledge management. Approcci teorici e strumenti gestionali,Milano,Franco Angelli,2004, pp. 83,90,110 lautore:
[ ] il knower una delle figure distintive di questo sistema: le persone, intese come discenti, non sono viste solo come utenti del
sistema ma come soggetti che producono, accedono e utilizzano informazioni profilate e catalogate [ ] [ ] Peter Drucker
definisce ci come un modo al fine di descrivere il professionista manageriale intelligente, caratterizzato da un elevato grado di
formazione che valorizza i propri meriti e contribuisce al successo dell'organizzazione) modifica radicalmente la natura del lavoro
del management. I manager sono i custodi, proteggono le risorse aziendali e se ne prendono cura. Se le risorse sono intellettuali, il
lavoro del manager cambia [ ].
18
Stewart T, Il capitale intellettuale. La nuova ricchezza,Milano, Ponte alle grazie, 1999, l'autore pp 37-38: La conoscenza
diventata il fattore pi importante della vita economica"[ ]. "Essa la principale componente di tutto ci che comperiamo e
vendiamo, la materia prima con la quale lavoriamo.
19
11
settoriale,
diventa
una
risorsa
fondamentale
da
gestire
in
ogni
punto
dellorganizzazione. Tale studio per cui tende definire la conoscenza, come uninsieme
di valori che possono trasformarsi in costrutti fondamentali per lorganizzazione o
lindividuo, attraverso le metodologie di confronto e scambio, eleggendo in primis
luomo come fulcro fondamentale per la creazione e divulgazione della stessa:
linnovazione quindi nella conoscenza e come conseguenza, necessario diventa
produrre strumenti organizzativi per parlare di ella.
Ricapitolando la conoscenza, pu essere definita come:
-
bene spurio presente nelle idee, consuetudini, immagazzinata nella ragione dell
individuo, nei processi e nei beni materiali;
Ed proprio su questo enunciato, cio conoscenza come capitale intellettuale che molti
studiosi hanno steso le proprie teorie.
La conoscenza rappresenta quello che in management si definisce capitale intellettuale,
costituito dalle attivit intangibili coordinate alla struttura esterna, cio quel valore
relativo alla clientela e riguarda il riconoscimento del potenziale di quelle relazioni tra
il cliente e fornitore, la struttura interna, ovvero la conoscenza trattenuta allinterno di
unorganizzazione e trasferita attraverso i processi, le politiche organizzative e i sistemi;
il capitale umano cio le conoscenze implicite dellindividuo presente in
unorganizzazione. E capacit intellettuale della moltitudine e del collettivo21.
Da quanto emerso, la conoscenza basata su quel gruppo dindividui, che utilizzano
linsieme didee e conoscenze in possesso per compiere azioni allo scopo di raggiungere
peculiari obiettivi univoci e in questo senso la conoscenza specifica dellindividuo o
dellorganizzazione che la crea. Sintetizzando quindi la conoscenza il risultato di
unattivit dinterpretazione e di astrazione, basata essenzialmente su paradigmi logici
Ibidem,pp.116-117E' il capitale intellettuale, non le risorse naturali, i macchinari o anche il capitale finanziario, a costituire
l'unica risorsa indispensabile delle imprese: la conoscenza ".
21
Ibidem Ivi l'autore: "Il capitale intellettuale", rappresenta il materiale mentale, conoscenze, informazioni, propriet intellettuale,
esperienza, di cui ci si pu servire per creare ricchezza. E' capacit intellettuale collettiva".
20
12
mondo
che
non
avvertibile
22
Giuda G., Berini G., Ingegneria della conoscenza, Milano, Egea, 2000 p 17.
Davenport T. H. , Prusak L., Traduzione Negro G. Il sapere al lavoro, Collana: Organizzazione e risorse umane, Milano, Etas,
1998, p.24.
23
13
attraverso essi24.
Figura 1: struttura dato informazione e conoscenza tratta dal sito web http://www.freewayskyline.it, link di origine
http://www.freewayskyline.it/main/Blog/tabid/108/EntryId/19/Il-monitoraggio-preciso-e-costante-sullo-stato-di-avanzamentodelle-commesse.aspx, consultazione, 24 dicembre 2012.
I dati sono una descrizione elementare di un fatto che pu essere codificato, conservato
e classificato in diversi modi. Sono lo zoccolo di base per lo sviluppo della conoscenza,
costituiti dalla rappresentazione di simboli (testi, disegni) e segnali fisici (suoni,
immagini, video) accaduti in unorganizzazione, non organizzati e classificati al fine di
essere compresi e relativamente utilizzati. Sono simboli convenzionali quindi, che
considerati autonomamente non hanno un significato univoco. Ma soprattutto possono
essere elaborati ed interpretati per definire un informazione. Lattivit di raccolta in tal
contesto il fulcro della cultura dei dati e la gestione di tali elementi risulta essenziale
per lorganizzazione. Ma una semplice raccolta dati non genera il secondo step della
struttura a blocchi cio linformazione: la conoscenza utilizzabile. Dunque se alla base
ci sono i dati, materiale grezzo, su un gradino pi alto c linformazione, cio i dati
selezionati e organizzati per essere comunicati.
I dati diventano informazioni quando acquisiscono un significato. Il significato viene
acquisito quando i dati sono coinvolti in un processo di :
-
24
Ibidem,Ivi
14
quantificazione ;
-
Schiannini D.,Il nuovo dizionario Garzanti,Milano, Redazione Garzanti, prima edizione 1984, ristampa1987,p.115.
15
essere massima.
-
Davenport T. H. , Prusak L., Traduzione Negro G. Il sapere al lavoro, Collana: Organizzazione e risorse umane, Milano, op.
cit., pp. 28-29.
Schiannini D.,Il nuovo dizionario Garzanti,Milano, Redazione Garzanti, prima edizione 1984, ristampa1987, lautore [ ]"Dal
sostantivo latino experientia, a sua volta derivato da experiens, participio presente del verbo experiri, cio provare, sperimentare. Il
termine, come avviene spesso per gli adattamenti dotti, non ha mutato sostanzialmente il suo significato da quello della
corrispondente forma latina: indica infatti lo sperimentare o il conoscere direttamente un aspetto della realt. Nella tradizione
filosofica il termine ha avuto un significato molto specifico, ristretto alla conoscenza ottenuta dal solo mondo fisico, intesa come
separata dalla ragione e dall'idea: indica cio quel tipo di conoscenza che parte dellattivit dei sensi cio l'esperienza. Nel
linguaggio comune, la parola ha per usi pi vari e indica in modo generico la conoscenza del mondo ottenuta attraverso la vita
quotidiana, il rapporto con le cose, gli altri e le esperienze."
27
16
contesti differenti;
-
1.
2.
3.
di facile trasferibilit.
1.
2.
3.
1.
difficile da strutturare;
2.
difficile da riprodurre;
3.
finalit
Quello della conoscenza dunque un ciclo che pu portare alla produzione di nuova
conoscenza solo tramite la condivisione e l'elaborazione dinformazioni. Va comunque
affermato che definire la differenza tra dati, informazioni e conoscenza una situazione
molto complessa in quanto pu seguire un processo inverso, rievocando uno sviluppo
differente da ci che stato valutato e dove la presenza umana diventa variabile
imponente e decisiva. Come definito da alcuni studi della scuola nipponica,la
conoscenza, diversamente dallinformazione, concerne le credenze e il coinvolgimento.
17
E cio funzione del punto di vista, della prospettiva o dellintenzione del singolo28.In
tale studio si avvalora la convinzione tale per cui la conoscenza intesa come principio
legittimato che coopera in particolari situazioni nonch assieme a convinzioni personali
persuase da un particolare sistema di valori posti in una determinata organizzazione o
individuo. In un sistema di conoscenze, gli individui non sono semplici utenti, ma parte
integrante di un sistema. Il ruolo del comunicatore fondamentale a livello
dell'informazione, perch se questa non viene comunicata in maniera efficace non c'
condivisione e quindi conoscenza.
1.3 La conoscenza: una distinzione fondamentale
Come appurato, un dato una semplice descrizione di un evento, codificato,
classificato, ed elaborato per portare linformazione. Se alla base della struttura ci sono i
dati, su un gradino pi alto vi linformazione, dati selezionati e organizzati al fine di
una comunicazione efficiente e successivamente la conoscenza, informazione elaborata
nuovamente ed applicata alla pratica. Quello della conoscenza quindi, un ciclo che pu
portare alla produzione di nuova conoscenza solo mediante la condivisione e
l'elaborazione dinformazioni. Prendendo in considerazione unindividuo, la maggior
parte della sua conoscenza tacita, cio una forma di conoscenza propria, implicita al
suo essere e difficile da esplicare. Ma la conoscenza non sempre detta queste condizioni
arbitrarie: infatti non tutta esplicitabile, e quando lo , non detto che lo possa essere
completamente. La conoscenza esplicita invece, quella conoscenza che pu essere
organizzata e trasferita da un individuo ad un altro, tramite supporto fisico, o
direttamente. Quindi da questo breve postulato si sedimenta la teoria tale per cui in un
modello sistematico della conoscenza, lindividuo singolo o un gruppo dindividui, non
sono solo semplici utenti o fruitori, ma sono una parte integrante e considerevole del
sistema. Il ruolo di colui che comunica fondamentale a livello dell'informazione,
perch se ci non viene comunicato efficacemente non vi pu essere condivisione,
quindi conoscenza.
28
Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledge-creating company Creare le dinamiche dell'innovazione,op. cit. enunciato
elargito dallo studio di Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka, p 20 .
18
ai livelli
individuale;
di gruppo;
organizzativa;
interorganizzativa.
29
Inumaru K.,La dimensione della conoscenza nella gestione dei processi, in il governo dei processi, Milano, Guerrini e Associati
2001, p.33, l'autore afferma: la conoscenza pu suddividersi in ci che individuale, soggettivo ed empirico e ci che sociale,
oggettivo e teorico ".
19
Lepistemologia nella teoria generale della conoscenza riguarda invece il rapporto tra
ricercatore e la realt studiata cio fra il chi ed il che cosa. Sul piano epistemologico si
evidenzia quell'importante distinzione che si presenta nell'ambito della conoscenza,
ovvero, conoscenza tacita ed esplicita, che a grandi linee indicano la differenza tra
quella conoscenza tacita o personale, che si trova nell'intelletto di ogni individuo
coinvolto, difficile da comunicare ed formalizzare se non tramite un approccio diretto,
caratterizzata da tutti quei valori informali di carattere intrinseco, come le esperienze le
credenze e quella che viene definita come la conoscenza esplicita, codificata, di facile
trasmissione, anche in modo informale, manifestata sotto forma di parole, numeri,
parole, grafici.
20
quanto possiamo effettivamente dire30; nel senso che la dimensione della conoscenza si
fonda su una dimensione tacita interiorizzata antecedentemente. La conoscenza tacita
di grande importanza, in quanto fornisce un contesto agli individui, ai luoghi, alle idee.
Studiosi facente parte della scuola nipponica, riprendendo questi postulati ed
affermano:il riconoscimento della dimensione tacita e della sua rilevanza ha numerose
implicazioni di importanza decisiva. Innanzitutto da origine a una visione
completamente diversa dellorganizzazione, che cessa di essere considerata come una
macchina deputata allelaborazione di informazioni e diventa un organismo vivente. In
questo contesto, condividere una visione del significato dellorganizzazione, della
direzione verso cui si muove, del tipo di mondo in cui vuole operare, e delle modalit
per realizzare questa visione del mondo, di gran lunga pi importante di quanto non
sia lelaborazione delle informazioni oggettive31. La seconda implicazione una
conseguenza naturale della prima. Una volta riconosciuta limportanza della
conoscenza tacita, si comincia a pensare allinnovazione in tuttaltra prospettiva. Non
si tratta semplicemente
di
32
Ibidem, Ivi
21
Figura 2: modelli di conoscenza tratta dal sito web http://gestione-della-conoscenza.blogspot.it/2010/05/3-un-modello-diconoscenza-ikujiro.html, link di origine http://4.bp.blogspot.com/_QeoNag0vCaA/SipEhhTwkI/AAAAAAAAAFk/c_3owWZAVW8/s1600/modelli+conosc.jpg, data consultazione, 24 dicembre 2012
22
23
Il modello top down permette un controllo della conoscenza esplicita ma non consente
lo sviluppo della conoscenza implicita; al contrario il modello bottom up permette di
sviluppare solo una conoscenza implicita. Lapproccio top down dunque un rischio in
una organizzazione di carattere imprenditoriale, per quelli che sono i piani definiti dalla
direzione, in quanto non vengono tradotti tempestivamente in particolari processi
dazione e direzione; nella strategia bottom up invece, vi il rischio che gli individui
alla base della struttura piramidale possano disperdere tempo e forze per produrre quel
24
dellorganizzazione, che traduce in decisioni ed azioni ci che viene definito dal vertice
(ad esempio la direzione, in un ambito imprenditoriale), trasferendo ci alla base della
stessa. Parliamo del middle manager, figura che ha la peculiarit fondamentale di
assimilare le strategie dellorganizzazione e che sidentifica nei manager di livello
intermedio come i responsabili di reparto o produzione, prendendo sempre come
riferimento di carattere esemplificativo un organizzazione di tipo imprenditoriale.
25
26
27
creazione
di
una
rete
di
conoscenze
allinterno
allesterno
dellorganizzazione;
-
fonte tratta da: Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledge-creating company Creare le dinamiche
dell'innovazione,Milano, Guerini e Associati, 2005, Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka
Gli argomenti tratti sino ad ora hanno permesso di comprendere quanto la conoscenza
sia un valore dinamico, ed importante allinterno di unorganizzazione. La conoscenza
come appurato, pu essere trasformata in altra conoscenza oppure passare da una
conoscenza tacita ad una conoscenza esplicita o viceversa. Nonaka e Takeuchi indicano
tale interazione con il concetto di conversione della conoscenza39, espletando
39
Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledge-creating company Creare le dinamiche dell'innovazione, op. cit, pp. 40-4142, Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka gli autori: La chiave per acquisire conoscenza tacita lesperienza. Senza una
qualche forma di esperienza condivisa, estremamente difficile che una persona riesca a proiettare se stessa nel processo di
28
lenunciato tale per cui cos la conoscenza umana si crea e si diffonde tramite
uninterazione sociale nella fattispecie fra conoscenza tacita ed esplicita. Per capire tale
processo utile sembra presentare quel modello realizzato negli anni 90 dai due studiosi
e ampiamente tratto nelle loro opere. Nonaka e Takeuchi, osservano che:
-
S ocializzazione (socialization);
E sternalizzazione (externalization);
C ombinazione, (combination);
I nternalizzazione (internalization).
Figura 5: Modello S.E.C.I , immagine tratta dal sito http://www.12manage.com, link di origine
http://www.12manage.com/images/picture_nonaka_seci_model.gif, data consultazione 24 dicembre 2012
pensiero di unaltra. Il semplice trasferimento di informazione tender ad avere poco senso, se slegato dalle emozioni che vi si
associano e dai contesti definiti nei quali le esperienze condivise si radicano.
29
trattasi per cui di momenti che vedono, come confermato prima, il continuo processo di
conversione tra la conoscenza tacita e la conoscenza esplicita.
metafora;
analogia;
modello o ipotesi.
40
Tale enunciato proposto viene affermato anche dallo studio pubblicato in Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledgecreating company Creare le dinamiche dell'innovazione, op. cit., pp. 47,48 Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka gli autori affermano:
La chiave per acquisire conoscenza tacita lesperienza. Senza una qualche forma di esperienza condivisa, estremamente
difficile che una persona riesca a proiettare se stessa nel processo di pensiero di unaltra. Il semplice trasferimento di informazione
tender ad avere poco senso, se slegato dalle emozioni che vi si associano e dai contesti definiti nei quali le esperienze condivise si
radicano.
41
Ibidem, pp.50-51-52: La modalit di conversione di conoscenza dellesteriorizzazione, che pu essere osservata in forma
tipica nel processo di creazione dei concetti di prodotto, innescata da dialoghi e riflessioni collettive.
30
31
43
Castagna M.,Role playing, autocasi ed esercitazioni psicosociali. Come insegnare comportamenti interpersonali, Milano, Franco
Angeli, 2002.p. 17
44
Tale enunciato proposto viene affermato anche dallo studio pubblicato in Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledgecreating company Creare le dinamiche dell'innovazione,op. cit, pp. 60-61-62, Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka gli autori
affermano Si tratta di un concetto strettamente collegato a quello di apprendimento attraverso lazione. Quando vengono
interiorizzate le basi di conoscenza tacita dellindividuo in forma di modelli mentali condivisi o di know-how tecnico, le esperienze
maturate attraverso le modalit di socializzazione, esternalizzazione, combinazione divengono beni utili.
32
45
33
modelli mentali
abilit condivise
Conoscenza concettuale
output dellesteriorizzazione
metafore
analogie
Conoscenza sistemica
Conoscenza operativa
output dellinteriorizzazione
34
Intenzionalit:
Le organizzazione si prefiggono la necessit di raggiungere degli obbiettivi mediante
strategie che permettono di acquisire intenzionalit. Le strategie permettono lo sviluppo
della capacit da parte dellorganizzazione di sviluppare e utilizzare quella che la
conoscenza. Lintenzionalit il valore pi importante per carpire la validit della
conoscenza: la sua assenza non permette di definire limportanza dellinformazione o di
quella che una conoscenza acquisita. In unorganizzazione lintenzionalit
corrisponde a quelli che sono gli standard che permettono di validare la conoscenza
creata : ci costrutto ricco di molteplici valori.
35
Autonomia:
Lindividuo deve manifestare autonomia allinterno di unorganizzazione a prescindere
da quella che la sua posizione gerarchica allinterno della stessa: ci permette di
creare opportunit inattese nonch nuova conoscenza . Lautonomia deve essere una
condizione disponibile in unorganizzazione, sebbene gli obiettivi non sono sempre
esplicitati; ampia libert lasciata all individuo. Qui, risulta importante il recepimento
degli obiettivi e delle strategie al fine di definire sinergie che permettono di evitare
reazioni contradittorie nei confronti degli obbiettivi organizzativi raggiungendo quindi
lintenzionalit dellorganizzazione stessa. Le idee originali nascono da individui
autonomi, si diffondono nel gruppo e divengono infine concetti organizzativi. Da questo
punto di vista, lindividuo capace di auto-organizzarsi assume nellorganizzazione una
posizione analoga a quella della bambolina pi interna di una matrioska46.
46
Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledge-creating company Creare le dinamiche dell'innovazione, op. cit, pp. 67-68
Ibidem, Ivi, Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka gli autori affermano Quando ci confrontiamo con eventi di questo tipo, abbiamo
la possibilit di riconsiderare il nostro pensiero e il nostro punto di vista abituale. In altri termini, possiamo mettere in dubbio la
validit dei nostri atteggiamenti nei confronti del mondo. Il verificarsi di una frattura richiede di prestare attenzione al dialogo in
quanto strumento di interazione sociale, e ci aiuta perci a creare nuovi concetti. Qualcuno ha proposito di definire questo
fenomeno creazione di ordine a partire dal rumore o di ordine a partire dal caos.
48
Tale enunciato proposto viene affermato anche dallo studio pubblicato in Frigelli U., Kazuo I, Alessandria G, The knowledgecreating company Creare le dinamiche dell'innovazione, op. cit, pp. 70-71-72, Nonaka Ikujiro, Takeuchi Hirotaka gli autori []In
breve la ridondanza di informazioni determina una sorta di apprendimento per intrusione nella sfera di percezione di ciascun
individuo.
47
36
Ibidem Ivi,Quando linformazione posseduta allinterno dellorganizzazione variabile, i membri non possono
interagire fra loro su basi paritetiche, e la ricerca di interpretazioni alternative delle nuove informazioni ne intralciata.
49
37
un contesto
La filosofia giapponese definisce tale spazio con il concetto di Ba. Tale concetto fu
originariamente introdotto dal filosofo e scienziato Nishida K., ed successivamente
rielaborato nei modelli di creazione della conoscenza degli scienziati nipponici Nonaka
38
I.
e Konno N50. Ba una parola della cultura nipponica che indica uno spazio
Nella filosofia di Nishida, Ba uno spazio nel quale lindividuo e loggetto coesistono
contemporaneamente come costrutti di carattere relazionale in cui si concretizza la
conoscenza sottoforma di esperienza pura. Il concetto di Ba evidenzia il fatto tale per
cui gli individui sono la forza fondamentale, della creazione della conoscenza52. Il Ba
necessita di un fenomeno dinterazione per poter creare detto valore; uninterazione che
pu concretizzarsi nel rapporto :
50
Nonaka I., Konno N, The concept of Ba : Building a foundation for knowledge creation,California management review, Vol. 40,
no. 3,1998.
Kanji: ideogrammi di origine cinese; rappresentano la radice dei verbi, degli aggettivi o, integralmente, una buona parte dei
sostantivi della lingua giapponese.
52
Tale postulato viene confermato da Bugliolo D., Il ba, articolo tratto da AIDA informazioni - anno 21, numero 4, ottobredicembre 2003; p. 4 lautore afferma: L ideogramma in caratteri Kanji ne mostra la composizione in una parte destra, che
significa ci che rende possibile e rinvia al concetto yin-yang (la trasformazione permanente), e in una di sinistra, assimilabile alla
terra, allacqua bollente o a tutto ci che si solleva o sollevabile:un potenziale contro un motore, o ci che imprime una
direzione. Nella concezione di Kitaro Nishida, il ba lo spazio nel quale soggetto e oggetto esistono contemporaneamente come
aspetti relazionali di una medesima realt de-sostanzializzata, e nel quale si realizza la conoscenza sotto forma di esperienza pura.
Per il nostro tema, il ba assimilabile al luogo di spazio-tempo dove gli individui (il potenziale), che si autocoinvolgono (il
motore) tra di loro, sperimentano unevoluzione qualitativa.
51
39
- individuo-individuo;
- individuo-contesto.
Nonaka e Konno negli anni 90 teorizzano che la conoscenza intangibile risiede nello
spazio condiviso e se viene separata dal Ba si trasforma in semplice informazione
tangibile. Nel processo di creazione della conoscenza il contesto non pu essere escluso:
importante per lindividuo in quanto fornisce le basi per interpretare informazioni e
creare significato.
Il concetto Ba il luogo in cui linformazione viene interpretata alla scopo di divenire
conoscenza; quindi si acuisce la condizione tale per cui questo concetto non solo un
spazio fisico ma un tempo ed un luogo specifico che unifica uno spazio fisico, mentale,
virtuale: linterazione il concetto chiave. Come denotato sino ad ora la creazione di
conoscenza un evento dinamico che coinvolge individui e contesti .
Nonaka individua diverse tipologie di BA a supporto di una diversa fase del S.E.C.I:
Ba Cyber;
Originating BA
La conversione di conoscenza tacita in tacita, quindi la socializzazione, che avviene
attraverso linterazione tra individui. Linterazione si genera in un contesto ove
possibile condividere esperienze o modelli mentali. Per questa tipologia di BA la
conoscenza deve circolare liberamente mediante il supporto delle tecnologie
dellinformazione che supportano le condizioni per implementare lo scambio della
conoscenza tacita.
Interacting BA
La conversione di conoscenza tacita in esplicita, quindi lesteriorizzazione, avviene
grazie a un contesto destinato allinterazione attraverso il quale nascono nuovi concetti.
40
Cyber BA
La conversione di conoscenza esplicita in esplicita, quindi la combinazione, sviluppata
dallevoluzione delle tecnologie che forniscono supporti efficienti per il trattamento
della conoscenza esplicita codificata. Questo permette allindividuo di essere coinvolto
nel processo di sistemazione e creazione della conoscenza.
Exercizing BA
La conversione della conoscenza esplicita in tacita, quindi linteriorizzazione, avviene
tramite una formazione sul lavoro, in gergo training on the job. Anche in questo caso la
tecnologia, soprattutto quella dellinformazione supporta la conversione della
conoscenza assistendo lapprendimento da parte dellindividuo. Si riassuma il tutto con
questa schematizzazione grafica :
Figura 9: le quattro caratteristiche del concetto Ba rapportate al modello S.E.C.I, fonte tratta da :
Il ba di Domenico Bugliolo, articolo tratto da AIDA informazioni, anno 21, numero 4, ottobre-dicembre 2003
Il concetto di Ba, alla radice di un processo dinamico che grazie alla relazione con
laltro consente di superare i limiti dellindividuo. Si crea cosi un sapere prodotto in
quello spazio comune e generato da una comunanza dintenti in cui le tecnologie
ampliano i segnali deboli ed estendono quello spazio condiviso; tale concetto ha il
merito e il vantaggio di indicare le condizioni organizzative e relazionali che
41
Casey, E.S., The fate of place: A philosophical history, Berkeley, CA: University of California Press,1997 ,p 22, l autore afferma:
There is no creation without place.
53
42
CAPITOLO SECONDO
2. LIMPORTANZA DI UN ECONOMIA DELLA CONOSCENZA
Esimi studiosi della materia disquisirono nei loro studi come la conoscenza fosse il
carburante dell'innovazione, elemento da sfruttare per creare valore. Quello che si
valorizza dunque, una visione della conoscenza intesa come unentit atta a produrre
un cambiamento duraturo sia nella societ che nelle organizzazioni. Si assiste quindi ad
un fenomeno rivoluzionario che altera quelli che sono gli equilibri stabiliti sin ad ora ,
in cui il valore di carattere fondante appunto la conoscenza. Si parla delleconomia
della conoscenza che indica una transizione dai beni materiali ad quelli immateriali.
Parlare delleconomia della conoscenza permette di acquisire in maniera esaustiva
limportanza di codesto valore trattato, volano fondamentale nellepoca moderna,
nonch paradigma di base per la societ e lorganizzazione ventura.
conoscenza
come
fulcro
fondamentale
dellinnovazione54:
luniverso
54
Tale postulato viene confermato dallo studio di Romer P M, Endogenous Technological Change , Chicago, Journal of Political
Economy , University of Chicago Press, vol. 98,1990,p.27 lautore afferma: Linnovazione basata sulla conoscenza pu fornire
potenzialit praticamente illimitate per il successo e la crescita economica.
43
capitale intellettuale
Schiannini D.,Il nuovo dizionario Garzanti,Milano, Redazione Garzanti, prima edizione 1984, ristampa1987, p 87 . Tutte quelle
risorse, tangibili ed intangibili che sono essenziali affinch l'azienda possa "operare". Nel passato erano pi importanti quelli
tangibili (edifici, forza lavoro, impianti di produzione, etc.) oggi lo sono pi quelli intangibili (conoscenza, creativit, innovazione,
ecc.)
57
Ci viene confermato da, Stewart T, Il capitale intellettuale. La nuova ricchezza, op. cit. , p. 32 lautore afferma: Lintelligenza
56
44
che
diventa un capitale quando da un brainpower libero si ricava un certo ordine utile, vale a dire quando a esso viene data una forma
coerente (una mailing list, un database, la scaletta di una riunione, la descrizione di un processo); quando esso viene incapsulato
in modo tale da consentire di descriverlo, comunicarlo ad altri sfruttarlo; e quando pu essere applicato per fare qualche cosa che
non si potrebbe fare se rimanesse sparpagliato come tante monetine in un rigagnolo. Il capitale intellettuale sapere
utile confezionato.
58
Tale postulato viene confermato anche da Sullivan P.H. , Profiting from intellectual capital, Wiley, 1998, lautore afferma:
Intellectual capital may be though of simply as knowledge that can be converted into profits.
59
Stewart T, Il capitale intellettuale. La nuova ricchezza, Milano, op. cit, p.82.
45
Figura 10: Il capitale dellorganizzazione; ispirata al modello di Sveby fonte : De Toni A. F, Fornasier Andrea, Guida knowledge
management, Milano, Il Sole 24 Ore,2012
60
61
46
Miles, I., Kastrinos, N. and Flanagan, K.: Knowledge-Intensive Business Services: Users, Carriers and Sources of Innovation,
European Innovation Monitoring System (EIMS) Pubblications, Luxembourg, Vol. 15,1995, pp. 99,100,101, lautore afferma :Il
termine Knowledge Intensive Business Service (KIBS) stato introdotto per la prima volta da Miles e colleghi nel 1995 per
indicare societ private che svolgono attivit di raccolta, analisi, generazione e\o distribuzione di conoscenza, al ne di fornire
prodotti o servizi che i clienti (altre imprese o organizzazioni) non sono in grado o non intendono sviluppare in proprio. Miles
individua tre caratteristiche principali per riconoscere i KIBS:
I) sono profondamente legati alla conoscenza specica,
II) sono loro stessi fonte dinformazione e conoscenza e la usano per fornire servizi
intermedi per il processo produttivo dei loro clienti,
III) sono dimportanza competitiva per i loro clienti e vengono principalmente utilizzati da altre imprese.
47
patrimonio di conoscenze e
competenze cui
unorganizzazione pu usufruire.
63
KEVIN K, New Rules for a New Economy, London UK, Fourth Estate Ltd, 1999.
48
64
Romeno L., Rullani E., Il postfordismo. Idee per il capitalismo prossimo venturo,Milano, Etas Libri, 1998, p.14.
Rullani
16/09/2005,
(documento
on-line)
49
non sono compatibili con la concezione classica delle merci. La conoscenza rispetto ai
beni classici, quelli materiali non ha una capacit fissa in termini di produzione e di
unit addizionale di bene, ed sostanzialmente non esiste nemmeno un processo di
produzione che possa determinare gli effetti di ununit di conoscenza sulleconomia.
Il futuro quindi, sar sempre pi segnato dalla conoscenza: ogni processo produttivo
sar acquisito come processo di produzione e circolazione di conoscenza. Nella nuova
economia della conoscenza, fondamentale sar la capacit di utilizzare le basi di questo
valore al fine di creare competenze distintive, in grado di solidificare i processi di
formazione della stessa nonch della formazione globale del valore. Da qui la necessit
di una grande attenzione ai processi di divulgazione formativa, nonch ai risvolti
cognitivi delle attivit. Quando si parla di detto fenomeno, il dato che oggi appare con
pi evidenza quello della diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione. La
produzione di valori utili per lindividuo e per lorganizzazione fruiscono della
conoscenza come una risorsa fondamentale che sfrutta le attitudini intrinseche. La
conoscenza una risorsa che non affievolisce il suo potenziale con luso, anzi una
risorsa che accresce pi viene rievocata: una volta che una conoscenza disponibile,
con gli eguali dispendi si pu ottenere un ampio volume di nuova conoscenza. Quello
che si carpisce quindi, sono situazioni in cui i beni materiali sono i leader indiscussi, per
ottenere ampi risultati e le organizzazioni devono: allocare razionalmente i mezzi, in
funzione dei loro effetti sul risultato e contemporaneamente aumentare lefficienza
tecnica nel rapporto con i mezzi ed il fine. Nelleconomia della conoscenza, invece il
massimo valore si ottiene attraverso: lutilizzo reiterato della stessa conoscenza che
genera valore, nonch la trasformazione dei fini. Quello che sintuisce per cui una
situazione tale per cui la conoscenza :
- moltiplicabile non scarsa: non si tratta di allocarla in modo ottimale, ma di
propagarne luso in una modalit pi ampia e durevole possibile;
- condivisibile: la sua propagazione richiede la costruzione di convenzioni
condivise;
50
Ci viene confermato anche in Rullani E., Economia della conoscenza: creativit e valore nel capitalismo delle reti,
Milano, Carocci, 2004., p 26, lautore afferma che : i valori utili per lindividuo vengono prodotti attraverso la conoscenza.
51
produttiva trainante, anche se negli ultimi anni si avviata una grande transizione; che
va da un processo di accumulazione a quello di propagazione. La vera forza produttiva
la conoscenza che si propaga: linnovazione solo un momento del processo.
2.6 Analisi del fenomeno
Gli
ultimi
decenni
sono
caratterizzati
dalla
trasformazione
delle
funzioni
dellorganizzazioni e dei loro contenuti impliciti, manifestando situazioni tale per cui
le risorse dellindividuo non trasformano ci che tangibile, ma generano conoscenza
che sar usata per trasformare la materia in utilit. In tal costrutto si fa sempre pi
spazio ci che sono i knowledge workers68, individui che all'interno di un determinato
contesto, operano e comunicano in modo prevalente con la conoscenza. I knowledge
workers rappresentano, il bene principale di unorganizzazione, per la precisione sono i
mezzi che implementano la produttivit; postulati di eccellenti studiosi affermano che:
la conoscenza immagazzinata nelle loro teste e possono quindi portarla con s,
ovunque vadano69.Quello che pi si sedimenta per cui, la nascita di un fenomeno,
destinato a rendere visibile e analizzabile i processi dove le conoscenze generano valore
passando attraverso la trasformazione della concezione materiale e nella consapevolezza
che solo il patrimonio intangibile costituisce fonte di successo per detto valore.
Laspetto citato dunque, coglie limportanza elargita dalla nascita di nuovi strumenti in
ambito comunicativo e di metodi di elaborazione delle informazioni e della conoscenza.
Essi hanno innescato una forte crescita delle organizzazione nonch della capacit
dellindividuo. Si denoti tale grafico per comprendere limportanza del fenomeno
seppur esposto secondo un paradigma di carattere economico:
De Michelis G., Manager on line, Milano, Il Sole 24 ORE,2001, 37, lautore afferma : Martin Feregrino nel 1959 us il termine
per la prima volta per indicare un individuo che lavora primariamente con l'informazione o che sviluppa e usa la conoscenza nel
suo posto di lavoro.
69
Drucker P. F., Il grande cambiamento,Milano, Sperlin & Kupper, 1995.
68
52
Figura 11: fonte Kendrick J.W.,Total capital and the economy growth, Atlantic Economic Journal,1994
Mentre nella met del diciannovesimo secolo la crescita del capitale fisico ha
contribuito per i due terzi allaumento della produttivit del lavoro a livello mondiale,
tale contributo nel ventunesimo secolo sceso ad un valore tra un quarto e un
quinto della crescita della produttivit. Questa leconomia della conoscenza. La
produzione di conoscenza un fatto che si attiene al sistema culturale che sta a monte
dellorganizzazione o del singolo settore: non esiste, quindi, una sola modalit di
produzione della conoscenza, ma anche una seconda modalit ai fini produttivi, dove
tale propagazione di conoscenza consente di portare ad elevati standard il ciclo di
vita e produzione della stessa, attraverso la ricombinazione della conoscenza. Il
miglior uso della conoscenza dunque, il suo impiego come stimolo per acquisire
nuovo sapere.
2.7 Il capitalismo cognitivo
Leconomia della conoscenza si identifica col capitalismo cognitivo, che come elargito,
rispetto al capitalismo industriale creato dalla rivoluzione delle macchine, non genera
valore trasformando le condizioni materiali dellesistenza, ma trasformando ed
utilizzando pensiero emozioni, identit70. La conoscenza, come affermato un fattore
produttivo in quanto genera valore attraverso vie molto diverse da quelle tipiche dei
fattori produttivi delleconomia tradizionale. Una sua comprensione un passo che ha
richiesto del tempo. Una seconda ragione rilevante, risiede nei cambiamenti che si sono
succeduti nel mondo economico: questi possono essere sintetizzati in tre fattori
principali che hanno di fatto confermato la necessit di leggere il mondo economico e
organizzativo in chiave cognitiva. Dunque si fa riferimento a:
70
Romeno L., Rullani E., Il postfordismo. Idee per il capitalismo prossimo venturo,Milano, Etas Libri, 199, p 17.
53
54
CAPITOLO TERZO
3. IL KNOWLEDGE MANAGEMENT
Del rapporto conoscenza e organizzazione si scritto molto. Esimi studiosi che sono
alla base di codesto fenomeno affermano che colui che ha la possibilit di possedere
una grande quantit dinformazioni organizzate e quellindividuo che nella societ e
specularmente nella vita di tutti i giorni, ha maggior successo; verit empirica che
enuncia limportanza della disciplina e della sua evoluzione71.La gestione della
conoscenza e del sapere, attualmente, sono immersi in una condizione di ricerca
prettamente dibattuta, soggetti a molteplici linee di esplorazione ed evoluzione,
supportate da peculiari requisiti come linnovazione tecnologica nonch da quei
cambiamenti economico-sociali che imperversano nella societ. La conoscenza e
lapprendimento hanno guidato l'uomo nell'evoluzione della sua specie: la storia, sino ai
giorni nostri, ha fornito una miriade dinformazioni che definiscono la conoscenza come
unessenza fondamentale delluniverso reale, fattore primordiale per comprendere che
cosa sia realmente. In principio la conoscenza e il sapere si basavano sul mero
osservare: preoccupazione del mastro artigiano nellantichit, era proteggere quella che
era la sua arte, quindi le sue conoscenze, e allo stesso tempo divulgarla a quelli che
erano i suoi apprendisti, in genere i suoi figli, al fine di permettere la sopravvivenza
della sua arte, delle sue conoscenze e quindi del lavoro per s e per le successive
generazioni. Questo scambio dinformazioni, conoscenze e saperi dellattivit, avveniva
in maniera frontale, tra il mastro e l'apprendista e non tramite strumenti come ci che
poteva essere un documento cartaceo o dati grezzi privi di strutturazione: in questo
modo, oltre alle conoscenze e al sapere dellattivit, veniva trasmessa una metodologia
di lavoro, che grazie allevoluzione scientifica e tecnologica, l'apprendista, avrebbe
migliorato progressivamente nel tempo. Nascono le corporazioni dei mestieri, Gilde,
associazioni artigiane del XII secolo, presenti in citt importanti dellEuropa
occidentale, generate per tutelare e regolare le attivit di uneguale categoria
71
De Toni A.F, Fornasier A, La guida del sole 24 ore al Knowledge management, Milano, Gruppo 24 ore,2012,p 45, tale postulato
viene enunciato da Disraeli B. politico e scrittore britannico che afferma: "di regola, l'uomo che ha pi successo nella vita colui
che ha pi informazioni.
55
professionale; con esse dunque, inizia a definirsi limportanza della conoscenza e del
sapere, fondamenti del knowledge management. Lavvento della rivoluzione industriale
nel XVIII secolo, modific ulteriormente lo scenario presentato e nonostante lavvento
dellindustria e la crescente specializzazione, il modello mastro - apprendista, basato sul
principio del knowledge management sopravvive, adattandosi al mercato. La crescente
evoluzione tecnologica poi, rese la figura umana precetto di categoria latente, spostando
conseguentemente le sue competenze a mere attivit di tipo intellettuale e convincendo
molti che, la conoscenza bene fondante dellodierna organizzazione sociale e
imprenditoriale. John Archibald Wheeler afferma che :luniverso in parte plasmato
dalle domande che formuliamo su di esso e dalle informazioni, dai saperi e dalle
conoscenze che riceviamo in risposta. Lidea che il mondo materiale sia
completamente o in parte costituito di informazioni72.Quello che si denota pertanto,
che l'interesse per il knowledge management sempre pi crescente: leconomia
odierna caratterizzata da un dominio della conoscenza e dalla necessaria salvaguardia
e codificazione operativa della stessa. La disciplina del knowledge management una
dottrina
mutevole
dinamica
che
copre
trasversalmente
gli
aspetti
di
72
Baeyer H C. Informazione. Il nuovo linguaggio della scienza, titolo originale : Information: the nel language of science ,
traduzione di Stefano Biamchi , Bari , Dedalo Srl, 2005.pp 20-21.
73
Turati C., Cataldo D.,Organizzare il Knowledge Management, Milano, La Feltrinelli,2002.p 56.
56
Il senso moderno del knowledge management ha inizio nel 1986 quando Karl Wiig,
Presidente del Knowledge Research Institute, durante la conferenza allestita
dallOrganizzazione Internazionale dei Lavoratori delle Nazioni Unite, divulg i
fondamenti del knowledge management, termine da lui coniato e riportato poi in
successive pubblicazioni74: "Il knowledge management la sistematica, esplicita e
deliberata costruzione, applicazione e rinnovamento della conoscenza per massimizzare
l'efficacia della base conoscitiva di un'azienda ed i relativi benefici75.
Largomento inizia ad interessare importanti multinazionali leader a livello mondiale.
Nel 1989 dalla Price Waterhouse azienda leader nel professional service di revisione
bilanci, consulenza legale-fiscale e advisory, ora PricewaterhouseCoopers, si ha una
primordiale diffusione ed integrazione del knowledge management allinterno delle
strategie di mercato organizzativo. Agli inizi degli anni 90 lHarvard Business Review,
rivista di management, stila un trattato rivolto al modello knowledge management di
Nonaka e Takeuchi e poco dopo Wiig redige Knowledge management Foundations:
Thinking about Thinking How People and Organizations Create, Represent, and Use
Knowledge.
Nel 1994 vi la prima conferenza dedicata: "Knowledge management network e nel
1995 fu pubblicato il libro di Nonaka e Takeuchi The Knowledge Creating Company,
fondamento della disciplina. Insomma il knowledge management acquisisce
uninteresse sempre pi vasto da parte del mondo aziendale, tanto da venire considerato
indispensabile ai fini organizzativi e gestionali.
Molte imprese negli anni a venire investiranno ingenti capitali per la realizzazione di
un modello integrato di knowledge management, da non intendersi una semplice moda
imprenditoriale di passaggio, visto il duraturo e progressivo successo che tale fenomeno
attraversa.
74
Liebowitz,1999.
Pica A, Organizzazione aziendale e cultura dellinformazione: opportunit di crescita, PMI 5/2006 definizione orginale :
knowledge management is the systematic, explicit and deliberate building, renewal and application of knowledge to maximise an
enterprises knowledge relatedeffectiveness and returns from its knowledge assets.
75
57
alcune
76
58
unazienda risiede nelle menti delle persone che vi lavorano, il 26% su carta, il 20%
su documenti digitali e soltanto il 12% su supporti elettronici condivisibili da
tutti)77.Ulteriori studi invece lo definiscono come: un approccio sistemico e
sistematico alla gestione dei processi di innovazione e di diffusione dellinnovazione
che reso possibile da una serie di iniziative gi in svolgimento o da pianificare e
realizzare con obiettivi comuni, e tutto ci coordinato da un quadro di riferimento
unico e coerente che pu sviluppare proprie componenti organizzative e tecnologiche
come realizzato dallintegrazione di approcci, metodi e tools78.Una delle definizioni
pi appropriate per il knowledge management quella che definisce codesto fenomeno
come: la costruzione il rinnovamento e lapplicazione della conoscenza finalizzata in
modo sistematico ed esplicito a massimizzare lefficacia dellorganizzazione derivante
dalla conoscenza stessa e dagli altri asset del capitale intellettuale. Include l'analisi, la
sintesi, la verifica e l'implementazione dei cambiamenti correlati ai flussi di conoscenza
coerentemente con gli obiettivi dell'organizzazione. Comprende tutte quelle attivit
necessarie per facilitare il lavoro direttamente collegato con la conoscenza e non pu
prescindere dall'acquisizione di una mentalit della gestione degli asset legati alla
conoscenza, richiesta per creare, mantenere e utilizzare un capitale intangibile
apropriato79. Enunciati questi, che seppur implicitamente, definiscono un fattore
fondamentale del knowledge management, il capitale intellettuale: ovvero come acuito
tutti quei beni intellettuali che sono formalizzati e catturati, sui quali le organizzazioni e
gli individui fanno leva per generare valore assieme ad altri tipi di conoscenza. Il
knowledge management dunque, l'insieme delle metodologie e degli strumenti
tecnologici che consentono:
di raccogliere la conoscenza esplicita ed implicita presente in una
organizzazione, consentendone la creazione, e distribuzione;
di implementare una funzione di sviluppo e gestione dei valori relativi alle
conoscenze tangibili, come le attivit di ricerca ed intangibili, come le
esperienze interne ad un organizzazione.
77
79
Enunciato di Karl Wiig ripreso da : La Bella A.,Battistoni E, Economia e organizzazione aziendale ,Collana idea strumenti ,
Milano, Apogeo Education ,2008.
59
Tra le correnti di studio che si sono occupate maggiormente di come rendere efficace il
processo di knowledge management, spicca la dottrina nipponica. Da codesti studi si
sottolinea il legame tra tecnologia e capacit dellindividuo al fine dimplementare
un'efficace gestione della conoscenza; "il knowledge management risolve le questioni
critiche dell'adattamento, della sopravvivenza e delle competenze delle organizzazioni,
di fronte a cambiamenti sempre pi discontinui80; riguarda quei processi organizzativi
che uniscono la capacit di combinare i dati ed elaborare le informazioni. Nel processo
di creazione del valore, "la conoscenza diventata una parola chiave per il
management81. In passato i fondamenti di un'organizzazione erano le risorse umane,
economiche e terrene. Oggi la risorsa pi importante, la conoscenza; una risorsa che
coordina le altre tre, donando quell insieme di valori, utili per la concretizzazione degli
obbiettivi organizzativi definiti a priori. Questo modo di ottenere nuovi valori, consiste
nell'integrazione e condivisione delle conoscenze possedute, con quelle fruite
dallorganizzazione. Quindi, con ci si sedimenta il postulato ascritto antecedentemente,
ovvero il knowledge management la metodologia di gestione della conoscenza: lo
scopo consiste nell'incrementare la competitivit attraverso una gestione controllata,
costruendo valori che possano essere condivi. La conoscenza inoltre, pu suddividersi
in ci che individuale cio esperienziale e ci che sociale, oggettivo e teorico;
riprendendo quanto trattato la conoscenza pu essere esplicita o tacita. Per la scuola
nipponica, culla fondamentale di tale processo, rappresentata in modo proficuo dalle
teorie di Nonaka e Takeuchi, la conoscenza deriva principalmente dallindividuo ed
difficile da formalizzare ed allo stesso tempo da condividere con altri individui e
organizzazioni82. Tale distinzione, per, non impedisce ad entrambe le tipologie di
conoscenza di interagire tra loro, cosicch "la conoscenza, seguendo questo processo
80
Malhotra M, Knowledge Management for the New World of Business, Journal for Quality and Participation,1998, p 81
Inumaru K.,La dimensione della conoscenza nella gestione dei processi in il governo dei processi, Milano, Guerrini e Associati
2001.p.67
82
Nonaka I e Takeuchi H. "The Knowledge Creating Company",op.cit., p. 23: "highly personal and hard to formalize, making it
difficult to communicate or to share with others.
81
60
83
Ibidem,Ivi
61
62
programmano in modo indipendente i loro obiettivi, con il fine di perseguire gli stessi
secondo canoni comuni. Da codesti postulati quindi, si acquisiscono ulteriori principi
fondamentali che definiscono il knowledge management non solo un processo articolato
di selezione, pianificazione, verifica e presentazione di valori atti a mediare la
conoscenza, come le informazioni, ma anche una disciplina che permette la
comprensione di queglindividui che costituiscono una specifica area organizzativa.
Lobiettivo principale del knowledge management supportare lorganizzazione nella
soluzione di problemi e nella pianificazione strategica delle decisioni. Esso inoltre tutela
lasset intellettuale, implementando valori come la capacit e la flessibilit
organizzativa e gestionale.
3.6 Knowledge management: fattori promotori e relativi ostacoli
Coordinare la conoscenza, richiede condizioni organizzative a supporto. Un fattore
promotore la tecnologia, necessaria per fornire lerogazione dellinformazione
nonch, supportare la condivisione della conoscenza tacita, nel campo della
comunicazione. Ma codeste tecnologie, linformation technology, cio tecnologie di
carattere prettamente digitale che supportano lelaborazione e relativa fruizione delle
informazioni, sono uno dei molteplici fattori in evidenza. La capacit organizzativa, la
leadership e il measurement84 sono fattori fondamentali da tenere in considerazione,
poich i valori necessari per questo fenomeno, sono frequentemente in conflitto con
quelli gi esistenti nelle organizzazioni: lessenziale cambiare la loro cultura di
pianificazione. Se la conoscenza tacita raggiungibile nel momento in cui lindividuo
pronto a distribuirla con oculatezza, necessario diventa una cultura pianificatrice,
interna allorganizzazione, che stimoli la condivisione dinformazioni con una
modalit che si basi su principi come la stima. Il processo di leadership quindi,
pianifica decisioni del top management al fine di promuovere una modalit di carattere
competitivo. Gestire la conoscenza, richiede una continua rilettura dei valori e quindi il
top management deve verificare e quantificare i risultati ottenuti. Prendendo in
considerazione peculiari parametri economici, un modo per misurare tali esiti
confrontare questultimi con i valori economici generati e con gli indici di
84
letteralmente:misurazione in tal campo viene indicata la valutazione e le performance dei dati presi in considerazione ai fini della
gestione della conoscenza,consultazione tratta da sito (http://www.providersedge.com/docs/km_articles/measuring_km.pdf),data
consultazione 22 aprile 2013.
63
del
knowledge
management,
come
evidenziato,
la
sua
64
sono attivamente coinvolti nella formazione di reti della conoscenza, dallalto al basso:
tali reti infatti, dovrebbero fornire un legame interagente con ogni costrutto di
conoscenza presentato. Ma mentre le reti di conoscenza si formano facilmente, la
gestione delle stesse essenziale per raggiungere gli scopi prefissati: facile carpire
dunque, che in queste condizioni si pu espletare un sovraccarico di conoscenza.
Apparentemente la conoscenza illimitata, ma gestirla ha delle limitazioni: si diffonde
per cui lavvento di ci che la decentralizzazione. Ma ci, non deve diventare
disorganizzazione e per questo le organizzazioni, necessitano di una leadership del
vertice e allo stesso tempo, esigono di definire quellentit idonea alla gestione della
conoscenza: le risorse umane. Ci sono costrutti necessari per definire il knowledge
management. Si rammenta, che la maggior parte della conoscenza essenza tacita,
intrinseca degli individui; una soluzione a questa prima situazione, potrebbe essere la
formazione di una rete, composta da individui dotati di capacit nellambito
comunicativo, che forniscono una soluzione al problema, mostrando il concreto
proposito della rete di conoscenza: linformation technology ad esempio, il mezzo
fondamentale per qualificare le reti di conoscenza. Una volta formate le reti umane,
lapplicazione delle tecnologie digitali possono aver successo perch fondate su una
comunit della conoscenza basata sulla distribuzione. Il potere della conoscenza quindi,
sar amplificata e definita come una risorsa preziosa del mondo virtuale, costrutto
evolutivo della societ odierna.
65
da
blocchi
interconnessi
che
incentivano
la
collaborazione
conoscenza interne ;
scarsa innovativit;
sovraccarichi informativi;
tempi di decisione lunghi ed incapacit di trovare adeguate referenzialit
per un dato progetto;
non condivisione di best practice.
66
Definito questo enunciato, si definiscono quelle pratiche che vengono a supporto per la
concretizzazione e gestione della conoscenza: si parla dell'evoluzione tecnologica,
valore che facilita l'applicazione di codesti valori. Parlando di evoluzione tecnologica, la
struttura software ha la capacit di raggiungere questi obiettivi, fornendo l'infrastruttura
e determinando in fasi successive, il grado di utilit dei sistemi.
Quando si parla di strumenti che favoriscono il knowledge management, si fa
riferimento al concetto di Business Intelligence: termine el argi t o dal gruppo
Gartner, colosso dellassistenza direzionale e ricerche di mercato, che definisce ci,un
sistema per il reperimento di qualsiasi informazione di importanza potenzialmente
strategica
per
unazienda.
Essenzialmente
anni
80
si
parlava
di
Data
Management, un
processo
di
Quagnini L, Business intelligence e knowledge management, Gestioni delle informazioni e delle performances nellera
digitale,Milano, Franco Angeli, 2004. p 47.
67
86
Biondi B., Sviluppo della conoscenza ,Il ruolo del Knowledge Management, 2010, pp 77-78.
68
office
Figura 12 tratta da : Genova M, Riberti A, Intranet e knowledge management. Un progetto di organizzazione, gestione e diffusione
delle conoscenze in azienda,collana Azienda Moderna,Milano,Angeli,2005
I modi in cui le aziende gestiscono e creano conoscenza sono molteplici, tra cui :
database: creare un database rappresenta una maniera di gestire e incrementare
la conoscenza. Si prenda in considerazione unorganizzazione che decida di
ampliare e dettagliare il database dei propri clienti.
Attivit di benchmarking: compararsi con la concorrenza, definire la propria
posizione rispetto a quella dei competitors, capire cosa si fa di diverso rispetto
agli altri, intendere i punti di forza e debolezza delle concorrenza e rispetto alla
concorrenza, un altro metodo di gestione della conoscenza.
Introduzione di nuova tecnologia: applicare un nuovo software per migliorare
la gestione degli ordini o per monitorare la merce in entrata e in uscita, un
emblematico caso di knowledge management. Oppure, unorganizzazione che
controlla le proprie strutture attraverso luso di software specifici,
unorganizzazione che gestisce la propria conoscenza.
69
Creazione di nuovi ruoli aziendali: una struttura che gestisce le risorse umane
e che delinea con esattezza le attivit delle diverse figure allinterno
dellorganizzazione, come unimpresa di carattere imprenditoriale e un modello
efficiente di gestione che aiuta lorganizzazione a coordinare meglio la propria
conoscenza.
Conoscenza umana: knowledge management allinterno di unorganizzazione
sinonimo di :
- sviluppo di competenze e capacit degli individui;
- valorizzazione dei loro punti di forza;
- sviluppo di una cultura dell apprendimento.
Memoria aziendale: serve a non disperdere le informazioni fondamentali per
lorganizzazione. Questo concetto di gestione della conoscenza attiguo a
quello della creazione di un database: come se lorganizzazione avesse
acquisito una miriade dinformazioni sul passato, magari sui vecchi clienti, sulle
procedure e sullorganizzazione interna. La memoria aziendale include
informazioni dissimili ed un esempio di knowledge management.
Gestione delle relazioni: gestire le relazioni tra individui interni ed esterni
allorganizzazione, ossia quel tessuto di relazione che si manifesta tra pi
organizzazioni, rappresenta un ulteriore modo di gestire la conoscenza.
Unorganizzazione che richiede alla propria dirigenza di incontrarsi con
regolarit, di fare meeting per scambiarsi informazioni, concretizza del
knowledge management, cio gestisce la propria conoscenza mediante
unadeguata organizzazione delle relazioni tra gli individui. Un concetto
fondamentale sono gli individui che possiedono la conoscenza: gestire le loro
relazioni significa, conseguentemente gestire la conoscenza.
Da questi postulati emergono tre categorie di soluzioni tecnologiche per il
knowledge management:
70
facilitando il trasferimento e
71
Figura 13 tratta da : Genova M, Riberti A, Intranet e knowledge management. Un progetto di organizzazione, gestione e diffusione
delle conoscenze in azienda,collana Azienda Moderna,Milano,Angeli,2005
di
risorse,
sono
supportati
da
unarchitettura
database
87
distribuita .
87
72
Figura 14: esempio di struttura Groupware tratta da: http://2.bp.blogspot.com/-CyqzY6Ia_4/Ts1KdC1A_aI/AAAAAAAAAAM/wtA4jo_sSKI/s1600/47.gif, data consultazione 22 aprile 2013
Figura 15 : esempio di Intellectual asset management:,tratta da http://cip-ps.com/, (link di origine: http://cip-ps.com/wpcontent/uploads/2012/06/IAM2-470x335.png), data consultazione 02 aprile 2013
88
Gibbs A, Essential of ptents, John Wiley & Sons, 2003, un esempio e il servizio fornito dalla multinazionale farmaceutica Aurigin
che fornisce un servizio denominato IPAM (Intellectual Property Asset Management System) che permette all'impresa di
organizzare, analizzare e gestire il patrimonio intellettuale di un'azienda utilizzando Intranet.
89
Gibbs A, Essential of ptents, John Wiley & Sons, 2003, Global Recall un pacchetto software pensato per integrare le funzioni e
le capacit del knowledge management all'interno dell'attuale struttura delle aziende. Il pacchetto diviso in 7 aree funzionali. MSWord Integration integra le funzioni del Global Recall e accede ad un knowledge repository attraverso l'esistente interfaccia grafica
dell'utente MS-Word. Global Managed Web Publisher Summary fornisce utilities che permette all'utente di accedere a documenti in
numerosi formati attraverso un'interfaccia HTML. Il Global Procurement Manager Summary e il Global Bid Manager forniscono
utilities per aiutare la gestione di fornitori e clienti.Altri fornitori di questo genere di software sono KnowledgeX, Strategy Software
Inc e Primus.
73
Figura 16 tratta da: Genova M, Riberti A, Intranet e knowledge management. Un progetto di organizzazione, gestione e diffusione
delle conoscenze in azienda,collana Azienda Moderna,Milano,Angeli,2005
supportando
la
condivisione
della
conoscenza;
contiene:
Figura 17 tratta da: http://cyber-international.com/Services_DM_DW.aspx,(link di origine http://cyberinternational.com/images/data_warehouse_1.gif) data consultazione 02 aprile 2013
74
Figura 18 : esempio di Workflow management tratta da: http://www.tonex.it/web/content/42-assistenzaremota&id_category=36, (link di origine http://www.tonex.it/web/upload/useruploads/images/workflow_full.png) data
consultazione 02 aprile 2013
90
75
19.1
19.2
Figura 19.1 e 19.2: esempio di Cased Based Reasoning Applications tratto da http://www.sciencedirect.com, (link di origine
per 7.1, http://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S1875510011000837-gr1.jpg
per 7.2http://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0957417406000789-gr1.jpg)
data consultazione 02 aprile 2013
76
DE ANGELIS R. Creazione di conoscenza e processi aziendali, relazione sul knowledge management per la societ
ItConsult, 2002, pp 17-18.
92
77
78
CAPITOLO QUARTO
KNOWLEDGE MANAGEMENT E RELATIVI VANTAGGI
79
grafici della storia dellera informatica, svilupp dei sistemi dinterazione, che
permettessero il reperimento di feedback ed altre funzioni, in tempi celeri93.
RSS (acronimo di RDF Site Summary, spesso riportato come Really Simple
Syndication o Rich Site Summary) uno dei pi popolari formati per la
distribuzione di contenuti Web; basato su XML, da cui ha ereditato la
semplicit, l'estensibilit e la flessibilit. L'applicazione principale per cui
noto sono i flussi RSS che permettono di essere aggiornati su nuovi articoli o
commenti pubblicati nei siti di interesse senza doverli visitare manualmente uno
a uno. RSS definisce una struttura adatta a contenere un insieme di notizie,
ciascuna delle quali sar composta da vari campi. Quando si pubblicano delle
notizie in formato RSS, la struttura viene aggiornata con i nuovi dati; fu subito
un grande successo: in breve, centinaia di fornitori di contenuti aderirono
all'iniziativa e il portale My Netscape pot beneficiare di una vasta raccolta di
notizie a disposizione dei propri utenti registrati), definendo allo stesso tempo
unefficiente funzione feed-back. Attualmente RSS lo standard di fatto per
l'esportazione di contenuti Web. I principali siti dinformazione, i quotidiani
online, i fornitori di contenuti, i blog pi popolari: tutti sembrano aver adottato
il formato RSS.94.
Avvalorare il patrimonio di conoscenze individuali:
il knowledge
94
vantaggi
nella
capacit
produttiva
dellorganizzazione
Tratto dal sito web: http://it.wikipedia.org , link di origine: http://it.wikipedia.org/wiki/Netscape_Navigator, data consultazione 04
aprile 2013.
Tratto dal sito web: http://it.wikipedia.org, link di origine: http://it.wikipedia.org/wiki/RSS,data consultazione 04 aprile 2013.
80
shareholder, cio coloro che sono correlati alle decisioni interne della stessa, il
pragmatico valore dellorganizzazione. Unesempio che permette di acquisire
limportanza del fenomeno quello di Skandia, compagnia di assicurazioni
che fa parte della divisione del Gruppo Old Mutual, denominata Long Term
Savings, specializzata nella gestione del risparmio a lungo termine; annovera
una tradizione secolare ed leader mondiale nel segmento delle polizze
assicurative di carattere finanziario, tecnicamente definite come unit linked 95.
Punto focale della societ quel sistema di valorizzazione del capitale
intellettuale basato su indicatori di carattere non monetario, che enfatizzato
periodicamente nei report annuali dellorganizzazione.
Figura 21: Home page del sito Skandia tratta da http://www.skandia.it/ data consultazione 04 aprile 2013.
Skandia Navigator
gestisce i
investimenti oculati;
95
81
Immagini tratte Bonani P.G: La sfida del capitale intellettuale. Principi e strumenti di knowledge management per organizzazioni
intelligenti,Milano F. Angeli,2002
risorsa umana viene richiesta per attivit nella quale la sua conoscenza non
sufficiente.
-
82
Crescita
possibilit
di
apprendimento:
per
essere
competitiva
Da questi enunciati si rileva una necessit che focalizza la gestione della conoscenza
come un processo atto ad incrementare la consapevolezza nelle organizzazioni al fine di
valorizzare i saperi organizzativi espliciti e impliciti attraverso
metodologie
strumentazioni adeguate.
83
knowledge
management
se
gli
individui
facente
parte
Enunciato elargito dagli studiosi Cook e Yanow It is the act of acquiring knowledge,tratto da GABRIELLI.G., Conoscenza,
apprendimento, cambiamento. La gestione dei programmi di knowledge e change management, Franco Angeli, Milano, 2006.pp
14-15-19-20.
96
84
focalizzato
85
altri. Ognuno viene inserito in un circolo virtuoso, viene cio messo nelle condizioni di
prendere delle decisioni e di partecipare alla risoluzione dei problemi relativi al
processo cui partecipa. Questo significa, di conseguenza, eliminare le rigidit del
passato create da quegli stili di leadership e quindi, assegnare un ruolo partecipativo ai
lavori di gruppo, che sono strettamente connessi con i criteri di flessibilit, qualit ed
apprendimento continuo. Cooperazione ed apprendimento continuo costituiscono le due
variabili principali attraverso le quali si pu snellire la struttura e le attivit da esse
previste97. Da questo postulato, implicitamente, si carpisce che lo sviluppo delle
odierne tecnologie, favorisce lacquisizione di contenuti e conoscenze al fine del
soddisfacimento degli obiettivi dellorganizzazione nonch di quelle che sono le
esigenze di apprendimento; ed proprio in questo focus che le tecnologie permettono
una maggior acquisizione di saperi e conoscenze favorendo il regolare apprendimento.
Una delle pratiche che evidenzia il processo di apprendimento basto sulla condivisione e
collaborazione tra le risorse facenti parte dellorganizzazione sono le mappe mentali,
schemi in cui i saperi vengono rappresentati graficamente per esortare la condivisione
di informazione al fine di generare nuova conoscenza o integrarla; tecnicamente
vengono definite come: strumento per la generazione e la rappresentazione delle idee
e del pensiero mediante associazioni98.
Figura 23: esempio di mappa mentale, tratta dal sito web: http://mappementaliblog.blogspot.it/2012/04/mappe-mentalialluniversita%20la-storia.html(link di origine: http://3.bp.blogspot.com/yV2nKl_5OH8/T4MiHDOR7QI/AAAAAAAAFbM/LsCKafpuHRg/s1600/mappe%2Bmentali_esercitazione_30marzo_sapienza.jp
g) data consultazione 04 aprile 2013.
Cuppini G., DallOlio V., Pirotti C., Una modalit di applicazione della learning organizzation: le aree di lavoro
integrate,articolo tratto dall approfondimento presso il sito web http://www.cuboconsulenza.com/pages/areelavint.html,ultima
consultazione 04 aprile 2013.
97
98
86
100
87
88
fine di produrre risultati conformi alle esigenze del mercato e congrue alla missione
della stessa. Pertanto vi unadeguata gestione della conoscenza quando codesta
strategia viene metabolizzata completamente dai processi operativi dellorganizzazione.
Ci introduce anche un altro fattore fondamentale riguardo alla strategia di knowledge
management e di tutte quei processi ad esso connesso; ovvero limportanza dello stesso
a supportare i processi dinnovazione e creazione, divenuti essenze fondamentali per la
vitalit della stessa organizzazione. Tale disciplina quindi, consente anche un approccio
basato sullinnovazione organizzativa e tecnologica, supportata da quel valore
fondamentale per qualsiasi organizzazione: la conoscenza, che permette di produrre
nuovi saperi.
Tale fenomeno tra laltro, grazie alla continua intersecazione delle varie conoscenze
presenti, permette di sviluppare un altro valore fondamentale: la creativit. La
creativit la principale leva dell'innovazione; l'innovazione; l'arma pi efficace
che abbiamo per rispondere a molte necessit del presente, prima tra tutte la crisi
economica101.
La gestione dellorganizzazione, che usufruisce di un sistema di knowledge
management integrato, supportato dalla partecipazione attiva delle proprie risorse
umane, che successivamente, permette di ottenere un elevato rendimento della
conoscenza e della creativit di tutte quelle risorse coinvolte, dirigendosi poi, verso ci
che la novit .
Pertanto un sistema di gestione della conoscenza che influenza i processi innovativi e
creativi, orienta lorganizzazione allottenimento di codesti vantaggi102, tra cui:
101
Longo G., relazione nel workshop Liberamente, tenutosi a Civitanova Marche, il 18.11.2007.
102
BARONE N., Progetto mezzogiorno. Un grande laboratorio di eccellenza per lo sviluppo territoriale basato sulleconomia
89
La tecnologia, nella fattispecie, i sistemi di knowledge management, apportano
innovazione nellorganizzazione, arricchendo lesperienza e le conoscenze della stessa,
nonch di coloro che ne fanno parte, instaurando situazioni di crescita, innovazione e
creativit.
Linnovazione e la creativit sono elementi importanti, su cui i processi di gestione
della conoscenza devono appellarsi per levoluzione duratura dellorganizzazione, delle
risorse umane, e di tutte quelle situazioni ad esso complementari.
90
Come evidenziato sino ad ora, la societ e tutte quelle situazioni ad essa correlate, sono
fondante su ci che linformazione; per utilizzare un eufenismo servito da importanti
studiosi si parla di societ informazionale, ovvero una societ dove linformazione e
fondamentale per lerogazione e comunicazione della conoscenza, elemento basilare
per la produzione di risultati congrui alle esigenze espletate dal contesto di
origine104. Oggi le organizzazioni producono sulla base di quelle conoscenze presenti
103
Enuciato tratto dal convengno : Innovation Days 2 Knowledge Management di impresa, Imola, 09.04.2013, tenuto da Bolisani
E.,Zauli B.,Tarozzi G.,Liverani M.
Locandina
104
Castells M., La nascita della societ in rete, Universit Bocconi Collana Paperback,Milano,2008,pp. 47-48-50, lautore distingue
tra societa' dell' informazione dove si da importanza alla informazione come comunicazione del sapere che e' importante in
ogni momento storico, e societa' informazionale, dove questo termine indica una specifica forma di organizzazione sociale in
cui lo sviluppo , l'elaborazione e la trasmissione delle informazioni diventano fonti basilari di produttivita' e soprattutto di
91
negliter produttivi, immesse dalla presenza costante della tecnologia stessa. Pertanto si
parla di una situazione in cui si immersi in una societa' in cui cio' che si muove e si
condivide e si scambia sono le informazioni, flussi di informazioni, flussi di immagini,
flussi di tecnologia: lo spazio dei flussi105. Le odierne tecnologie informatiche per la
ricerca dinformazioni sono generate con lobiettivo di cercare dati sulla base di un
particolare linguaggio di programmazione che non sempre da risultati congrui agli
obiettivi desiderati. Da poco tempo a questa parte gli studiosi hanno introdotto una
nuova disciplina che prende il nome di web semantico. Con il termine web semantico,
termine coniato dal suo ideatore, Tim Berners-Lee, si intende la trasformazione
del World Wide Web in un ambiente dove i documenti pubblicati sono associati ad
informazioni e dati che ne specificano il contesto semantico in un formato adatto
all'interrogazione e l'interpretazione, tramite motori di ricerca e pi in generale,
all'elaborazione automatica106.
Figura 24: Struttura base del Web Semantico, tratta dal sito http://www.websemantico.org, link di origine
http://www.websemantico.org/articoli/approcciwebsemantico.php, data consultazione 09 aprile 2013
Con l'interpretazione del contenuto dei documenti che il web semantico impone,
saranno possibili ricerche molto pi evolute delle attuali, basate sulla presenza nel
documento di parole chiave, e altre operazioni specialistiche come la costruzione di reti
di relazioni e connessioni tra documenti secondo logiche pi elaborate107.
Obiettivo del web semantico quindi, generare delle situazioni dinamiche in cui le
tecnologie abbiano la capacit di acuire i valori delineati dai documenti, in modo da
potere.Cos e' informazionale la "nuova economia" perche' la produttivita' e la competitivita' dipendono in modo sostanziale
dalla propria capacita' di generare, elaborare a applicare con efficienza informazione basata sulla conoscenza.
105
Castells M., La nascita della societ in rete, Universit Bocconi Collana Paperback,Milano,2008.
106
Tratto dal sito web: http://it.wikipedia.org, link di origine http://it.wikipedia.org/wiki/Web_semantico,data consultazione 09 aprile
2013.
107
Tratto dal sito web: http://www.websemantico.org, link di origine http://www.websemantico.org/websemantico/index.php,data
consultazione 09 aprile 2013.
92
Figura 25: Cleverbot , applicazione Web di Intelligenza Artificiale tratta dal sito http://www.cleverbot.com/, data consultazione 09
aprile 2011
93
valori utili per un peculiare contesto. Come evidenziato sino adesso, la conoscenza in
possesso ad una organizzazione valore interiorizzato nella mente dellindividuo e ci
conduce obbligatoriamente,
109
94
Figura 26: piramide dellorganizzazione intelligente di Choo Chun Wei tratta da sito web: http://www.aib.it , link di origine
http://www.aib.it/aib/contr/bottin1.htm,data consultazione 09 aprile 2013
M i l a n o , Etas,2005.p 69.
95
112
Tratto dal sito web http://www.aib.it, link di origine: http://www.aib.it/aib/contr/bottin1.htm, ultima consultazione: 09 aprile
2013.
113
Azzariti F. Mazzon P., Il valore della conoscenza.Teoria e pratica del knowledge management prossimo e venturo, o p .
cit,p.67.
96
della
conoscenza,
che
tende
spingere
lorganizzazione
114
97
CAPITOLO QUINTO
GESTIRE LA CONOSCENZA NEL CAMPO DELL HSE: IL CASO DI UNA
SOCIETA COOPERATIVA.
Il solo trattamento teorico del knowledge management non basta per disquisire
limportanza basilare del fenomeno nei contesti organizzativi moderni e soprattutto in
un sistema complesso, come quello delle societ cooperative che, come oggetto sociale
manifestano la mutualit prevalente, ovvero: la capacit di fornire ai soci beni, servizi
o occasioni di lavoro a condizioni pi vantaggiose rispetto a quelle di mercato,
ottenendo quindi un vantaggio economico diretto115. Per comprendere la vera essenza
di un sistema di gestione della conoscenza e mettere in atto le teorie trattate, bisogna
essere nellorganizzazione: solo cosi si pu comprendere la sua necessit empirica.
Questa parte dellelaborato propone lanalisi di un caso studio che valorizza gli aspetti
trattati sino ad ora. Ci che verr descritto la realizzazione di un sistema di gestione
della conoscenza, un progetto nato da poco tempo e tuttora in fase di evoluzione .
Chiaramente non si tratta del perfectum automatism, cio di quellautomatismo
assoluto, in grado di dare qualsiasi soluzione ai problemi che si sono incontrati o che
verranno incontrati nella gestione delle conoscenze, ma di un metodo, canalizzato in un
modello gestionale e originato da una fondamentale concezione logica, che ha permesso
un reale vantaggio negliter organizzativi, concretizzando contemporaneamente,
lottenimento di adeguati benefici, soprattutto nel campo della sicurezza, tema molto
delicato e di ricorrenza attuale nei sistemi imprenditoriali moderni. Come evidenziato
nellantecedente capitolo, la corretta espletazione del knowledge management non deve
sviluppare immensi cambiamenti per essere introdotto; quello che si necessita
eliminare quelle barriere della cultura organizzativa, che impediscono lerogazione
continua delle conoscenze, essenziali per la crescita dellorganizzazione. In questo
modo, si definiscono importanti cambiamenti, che sviluppano le principali funzionalit
del sistema di knowledge management, coinvolgendo le conoscenze organizzative e
115
Tratto dal sito web: http://it.wikipedia.org, link di origine: http://it.wikipedia.org/wiki/Mutualit%C3%A0, data consultazione 15
aprile 2013.
98
L'elemento distintivo e unificante di ogni tipo di cooperativa - a prescindere da ogni altra distinzione settoriale - si riassume nel
fatto che, mentre il fine ultimo delle societ di capitali diverse dalle coop la realizzazione del lucro e si concretizza nel riparto
degli utili patrimoniali, le cooperative hanno invece uno scopo mutualistico, che consiste a seconda del tipo di cooperativa
nell'assicurare ai soci il lavoro, o beni di consumo, o servizi, a condizioni migliori di quelle che otterrebbero dal libero mercato.
Definizione tratta dal sito web: http://it.wikipedia.org, link di origine: http://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_cooperativa, data
consultazione 13 aprile 2013
117
118
Per un maggior approfondimento sulle disposizione generali delle imprese cooperative si consulti il sito web:
http://www.studiocelentano.it/codici/cc/lVtVI.htm, data consultazione 13 aprile 2013.
119
Per un maggior approfondimento sulle disposizione generali delle imprese cooperative si consulti il sito web:
http://www.universocoop.it/codice/art_2519.html, data consultazione 13 aprile 2013.
120
Definizione tratta dal sito web: http://it.wikipedia.org, link di origine: http://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_cooperativa,
data consultazione 13 aprile 2013
121
Definizione tratta dal sito web: http://it.wikipedia.org, link di origine: http://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_cooperativa,
data consultazione 13 aprile 2013
99
alledilizia122.
Rafar Multiservice Soc. Coop. un impresa multiservizi, che opera con esperienza
pluriennale:
nel settore del facchinaggio;
nella movimentazione manuale e meccanizzata di merci;
nei servizi di magazzinaggio e logistica integrata;
nellinsacco di prodotti
nelle attivit di trasloco,deposito e custodia beni;
nella manutenzione di aree verdi;
nelle pulizie manuali di ambienti di lavoro e di macchine,
disponendo in tal senso della necessaria capacit organizzativa, tecnica e operativa
nonch del necessario know how, cio di unadeguata esperienza nel settore. Con il
passare degli anni, Rafar Multiservice si sviluppa e cresce in base alle richieste del
mercato, adeguando la propria struttura con risorse formate ed acquisite attraverso un
mirato quanto continuativo aggiornamento delle proprie strutture organizzative ed
operative, nonch della necessaria professionalit, iniziando ad offrire una serie di
servizi sempre pi complessi e specializzati per prestigiose aziende di spessore
nazionale ed internazionale, grazie alla sua sempre pi efficiente strutturazione. Il
valore di Rafar Multiservice, sta proprio nell'essere in grado di cooperare assieme ai
clienti nelleseguire le attivit richieste, rispettando perentorie etiche di servizio e
garantendo un ottimo andamento di tutte le attivit implicite ed esplicite, secondi i
canoni definiti daglobblighi legislativi in materia di sicurezza. Rafar Multiservice, in
grado di occuparsi di ogni attivit in modo proficuo, lo confermano gli oltre trecento
operatori, in grado di alternarsi nelle varie operazioni, garantendo la continuit dei
servizi richiesti. Il conseguimento della certificazione ISO, in eccellenza agli schemi
normativi 9001:2008 agli inizi dellanno 2010 e le successive riconferme negli anni
122
100
2011, 2012, 2013, dimostra che la struttura gestionale ed organizzativa dei processi
aziendali di Rafar Multiservice,
specularmente, evidenzia gli eccellenti livelli raggiunti dalla societ, sul piano della
qualit e dell'efficienza in termini gestionali organizzativi e della sicurezza,
confermando quindi, una struttura estremamente elastica e flessibile, al fine di adeguarsi
e soddisfare le varie esigenze proposte dal mercato in cui opera assiduamente. Questi i
tratti salienti di una splendida realt locale che ha fatto del multiservice uno scopo di
vita, nella convinzione che unampia referenzialit supportata da un adeguato sistema di
gestione delle risorse in termini organizzativi e della sicurezza, possano svolgere un
ruolo di grande importanza nellambito della societ odierna. Questo, in poche parole
ci che Rafar Multiservice Soc. Coop. cerca di realizzare: eccellenza dei servizi fruiti,
grazie ad una adeguata gestione delle conoscenze aziendali.
5.3 La necessit di gestire la conoscenza nel campo dell HSE (Health, Safety,
Environment)
101
102
italiana, il tema sicurezza stenta ancora ad affermarsi nel tessuto produttivo, a diventare
consuetudine e fondamento di qualsiasi attivit lavorativa, a partire dal settore primario
per poi giungere a quello dei servizi. Le motivazioni del ritardo sono molteplici, tra cui:
politiche aziendali basate sul risparmio;
etiche aziendali che considerano ci costi inaccettabili per lorganizzazione;
inadeguate politiche di prevenzione e formazione;
assenza di professionisti qualificati del settore;
disinteresse da parte dei poteri forti dellorganizzazione nellincentivare lo
sviluppo e la fruizione della disciplina;
inadeguata divulgazione della materia in modo interno;
assenza di un corpus tecnologico che permetta la corretta divulgazione della
disciplina.
Quello che bisogna superare sono quei risvolti della cultura interna allorganizzazione,
che contemplano il rischio come variabile accettabile nelle proprie politiche interne e
di gestione, definendo il tema della sicurezza un valore da sobbarcarsi. Tale concetto
ereditato dalla cultura organizzativa dimpresa oramai, un mal costume diffuso a tutti i
livelli ed in tutte le organizzazioni di qualunque dimensione; una situazione dunque, che
non incentiva gli investimenti nella sicurezza e di riverbero nella diffusione di un
comportamento metabolizzato nelle risorse umane, che sia finalizzato ad eliminare il
pericolo a sostegno della sicurezza. Pertanto, la strada che le organizzazioni dovrebbero
seguire si annovera in un indirizzamento delle stesse verso la concezione del rischio
zero, incentivando quindi la prevenzione, magari supportata da adeguati iter gestionali e
organizzativi interni, nonch da adeguate strutture tecnologiche. Tale politica
organizzativa, se applicata concretamente potrebbe apportare ampi vantaggi, tra cui:
diminuzione di quei costi che vengono espletati dallinadeguato o dallassente
applicazione dei sistemi di prevenzione e sicurezza; il sostegno in termini
economici di questi ultimi permette la riduzione dei primi sino allazzeramento
totale, in alcuni casi;
adeguata divulgazione della materia in modo interno e adeguata formazione ed
informazione delle risorse umane;
adeguata politica prevenzionistica;
rispetto facilitato degli obblighi di legge senza costi aggiuntivi, nonch costi
103
104
elemento
fondamentale
la
partecipazione
attiva
alle
scelte
105
106
degli
individui
che
formano
le
parti
organizzative
settoriali
Art. 33, D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, compiti del servizio di prevenzione e protezione: il servizio di prevenzione e protezione dai
rischi professionali provvede:
a) allindividuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e allindividuazione delle misure per la sicurezza e la salubrit
degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica conoscenza dellorganizzazione aziendale;
b)ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive
c)ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attivit aziendali;
d)a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
e)a partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonch alla riunione periodica;
f)a fornire ai lavoratori le informazioni di cui allarticolo 36.
I componenti del servizio di prevenzione e protezione sono tenuti al segreto in ordine ai processi lavorativi di cui vengono a
conoscenza nellesercizio delle funzioni di cui al presente Decreto Legislativo. Il servizio di prevenzione e protezione utilizzato dal
datore di lavoro.
127
107
108
109
parametri Fo D);
- data di assunzione e/o dimissioni ;
- patenti.
codesto
sistema
sui
principi
definiti
dalle
giorni);
-
110
111
cognome e nome;
112
128
; linterfaccia
Art.41, D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81,sorveglianza sanitaria, la sorveglianza sanitaria effettuata dal medico competente:
a) nei casi previsti dalla normativa vigente, dalle indicazioni fornite dalla Commissione consultiva; b) qualora il lavoratore ne
faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi.
La sorveglianza sanitaria comprende:
a) visita medica preventiva intesa a constatare lassenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore
destinato al fine di valutare la sua idoneit alla mansione specifica;
b)visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneit alla
mansione specifica. La periodicit di tali accertamenti, qualora non prevista dalla relativa normativa, viene stabilita, di norma, in
una volta lanno. Tale periodicit pu assumere cadenza diversa, stabilita dal medico competente in funzione della valutazione del
rischio. Lorgano di vigilanza, con provvedimento motivato, pu disporre contenuti e periodicit della sorveglianza sanitaria
differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente;
c) visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle sue
condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa dellattivit lavorativa svolta, al fine di esprimere il giudizio di idoneit
alla mansione specifica;
d)visita medica in occasione del cambio della mansione onde verificare lidoneit alla mansione specifica;
e)visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente. e-bis) visita medica preventiva in
fase preassuntiva; e-ter) visita medica precedente alla ripresa del lavoro, a seguito di assenza per motivi di salute di durata
superiore ai sessanta giorni continuativi, al fine di verificare lidoneit alla mansione. 2-bis. Le visite mediche preventive possono
essere svolte in fase preassuntiva, su scelta del datore di lavoro, dal medico competente o dai dipartimenti di prevenzione delle ASL.
4. Le visite mediche a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al
128
113
114
cognome e nome;
dallultimo
giorno
di
validit
con
la
data
di
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117
118
119
CONCLUSIONI
120
Tale analisi successivamente, ha portato alla luce la presenza di una grande quantit
dinformazioni, dati ed esperienze inutilizzate, da far emergere, in quanto non si sapeva
dellesistenza o meglio non si sapeva come e dove effettuare la loro ricerca.
Linsediamento di una struttura tecnologica di gestione, coordinamento, monitoraggio
ed indicizzazione stata di fondamentale importanza in questa situazionale
imprenditoriale, anche se come evidenziato antecedentemente un adeguata
121
122
Committenze;
diminuzione dei costi sulla sicurezza concretizzando il fenomeno rischio
zero.
efficiente
funzionamento.Il
Knowledge
management
quindi
presenza
123
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