mezzanotte
di Stefano Massini
stefanomassini@libero.it
NOVEMBRE 2006
SIAE Tutti i diritti riservati
LALBA A MEZZANOTTE
di Stefano Massini
*
Personaggi
Il paziente
Il dottor Gustav Olef
Reine Levson, caposala
Lisa Morike, infermiera
Ollie Nyman, infermiera
*
La sera del 7 settembre 1940.
PRIMO TEMPO
La spaziosa camera di un pi che perfetto ospedale nordico. In realt laspetto generale farebbe pensare pi che altro a
una clinica per benestanti, dove sia orgogliosamente bandita ogni traccia di incuria da sanatorio o di grigiore
proverbiale da corsia. Al contrario, tutto sembra ispirato alla pi nobile purezza e se non fosse per la foggia clinica del
letto, sarebbe tranquillamente possibile crederla una accogliente stanza dalbergo.
Lineari rifiniture lignee decorano senza eccesso tutto il perimetro della stanza, slanciando le sagome squadrate di una
porta sul fondo e di tre notevoli vetrate che occupano per intero il lato sinistro della camera. Immerse nella luce nitida
che si spande dallesterno, si affermano pareti pulitissime di intonaco celeste e bianco, di uno smalto talmente vivo che
si direbbero appena imbiancate. La completa superficie delle vetrate scomposta da una finissima scacchiera di legno
bianco - tipica delle finestre scandinave - che proietta sul pavimento un pacifico disegno di riflessi ed ombre
rettangolari.
Sulle pareti fanno bella mostra numerosi quadri delle pi diverse dimensioni, raffiguranti paesaggi e ritratti fra i pi
disparati. In uno di essi pi grande degli altri salta agli occhi un sentiero di campagna fra gli alberi. Due sedie
sono disposte intorno al letto, mentre una poltrona da convalescenza si lascia inondare dalla piena luce delle vetrate.
Un telefono per comunicazioni interne attaccato alla parete sul fondo.
Oltre una tenda tirata davanti alle finestre - si percepisce la luce colorata di un crepuscolo: le ombre a terra sono
lunghissime e tutto lascia credere che il sole stia per tramontare a momenti.
Un paziente di mezza et giace disteso nel letto, sotto un lenzuolo prudentemente rimboccato.
Su un tavolino quelli che erano forse i suoi abiti, accuratamente ripiegati.
La giovane infermiera Nyman gli sta seduta accanto e con dedizione legge a voce alta da un libro.
INFERMIERA NYMAN
(leggendo) Non sapeva che cosa lo spingesse. Ma qualsiasi cosa fosse gli sembrava del
tutto naturale. Come se l'avesse sempre avuta dentro e da tempo immemorabile. Per questo nonostante fosse solo un bambino - sent chiaramente che il momento era importante.
Raggiunse in punta di piedi la porta socchiusa del salotto. Prese un respiro, chiuse gli occhi
per farsi coraggio, afferr con la piccola mano il pomo freddo della maniglia e la spinse
quanto gli bastava per scivolare dentro di soppiatto. Riapr gli occhi lentamente: era solo
nella grande stanza, in un silenzio insopportabile. E forse perch aveva solo sei anni - o forse
per la penombra che riempiva quel salone tappezzato di tende - egli si chiedeva cosa fosse
quella montagna di legno scuro che pur non avendo mai visto sentiva di aver sempre
conosciuto. Esit un attimo, senza mai togliere gli occhi da quel gigante di mobile scuro che
lo fissava da l, nell'ombra, e - con voce che solo lui sentiva - gli chiedeva, gli ordinava, di
avvicinarsi. Infine, combattuto com'era fra uno strano senso di paura e di curiosit, lasci che
MORIKE
Il paziente calmo?
INFERMIERA NYMAN
Certamente.
INFERMIERA MORIKE
INFERMIERA NYMAN
Lo far.
INFERMIERA MORIKE
INFERMIERA NYMAN
Mi hanno dato questo libro: devo leggerlo a voce alta, per il paziente.
INFERMIERA MORIKE
Chi te lo ha detto?
INFERMIERA NYMAN
INFERMIERA MORIKE
Entra la Caposala Reine. Pi anziana delle altre, pi autoritaria: una figura che un ruolo.
REINE
Hai di nuovo qualcosa da contestare, infermiera Morike? E una scelta del dottor Olef.
INFERMIERA MORIKE
REINE
INFERMIERA MORIKE
REINE
INFERMIERA MORIKE
Lo so.
REINE
INFERMIERA MORIKE
REINE
Ma non lo chiediamo a te. Sai bene che qui dentro i ruoli sono importanti: rispettarli tutto.
Ed ogni paziente viene affidato a qualcuno, rigorosamente. Ti chiaro?
INFERMIERA MORIKE
S, caposala.
REINE
C un grammofono nella stanza accanto, con dei dischi. Olef vuole che sia portato qui. Dice
che la musica far bene al paziente: lo aiuter.
INFERMIERA MORIKE
Vado a prenderlo.
INFERMIERA NYMAN
REINE
INFERMIERA NYMAN
REINE
Non possiamo dirlo: non sappiamo niente di lui. Desidero essere avvertita se vedi un
cambiamento, il minimo cambiamento.
INFERMIERA NYMAN
La chiamer: immediatamente.
REINE
REINE
Ti ascolto.
INFERMIERA NYMAN
Ho deciso di insomma
REINE
Avanti.
INFERMIERA NYMAN
Silenzio.
REINE
Te ne vai?
INFERMIERA NYMAN
REINE
INFERMIERA NYMAN
Per adesso ho deciso. Ho lasciato cos tante cose laggi. Sono molto affezionata a mia
sorella.
REINE
INFERMIERA NYMAN
REINE
INFERMIERA NYMAN
Ho voglia di tornare.
REINE
INFERMIERA NYMAN
Lo so, ma
REINE
Ognuno di noi desidera essere da unaltra parte. Ma pi importante accettare dove si , che
sognare di essere altrove.
INFERMIERA NYMAN
Comunque ho deciso.
REINE
INFERMIERA NYMAN
Grazie.
INFERMIERA MORIKE
Credo anchio.
INFERMIERA NYMAN
Ah! Dimenticavo Guardate: ho trovato questo biglietto nella tasca della sua giacca. Forse
importante, non so
Linfermiera Nyman tira fuori un biglietto ripiegato, che mostra alle altre due.
Reine e linfermiera Morike si scambiano uno sguardo molto perplesso.
INFERMIERA MORIKE
Che significa?
REINE
INFERMIERA MORIKE
Tutti nascondiamo qualcosa, Ollie. Nessuno arriva qui senza qualcosa da nascondere.
INFERMIERA NYMAN
INFERMIERA MORIKE
Perch lo penso.
INFERMIERA NYMAN
INFERMIERA MORIKE
Durante le ultime parole il sonno del paziente sembra essersi allimprovviso agitato: egli ora respira con affanno,
muove inquieta la testa fra le anse del cuscino, come se fosse preda di un incubo o di una febbre alta.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Che ha?
INFERMIERA MORIKE
INFERMIERA NYMAN
INFERMIERA MORIKE
Asciugagli la fronte
(dimenandosi, nel sonno) Tiratemi fuori! Sono qua sotto!... Brucia tutto!...
INFERMIERA NYMAN
INFERMIERA MORIKE
No, aspetta
INFERMIERA NYMAN
Ha detto
INFERMIERA MORIKE
Lo so cos ha detto
Linfermiera Nyman si stacca dal letto, corre al telefono, solleva il ricevitore ma lo riattacca dopo un attimo come se
non rispondesse nessuno
IL PAZIENTE
(come sopra) Il fuoco! Le fiamme! Brucia tutto!... Brucia tutto!... Le fiamme! Il fuoco! Sono
qui! Sono qui!
INFERMIERA NYMAN
Vado a chiamarla.
(quasi gridando, stravolto) Crolla tutto!... Sono qui sotto! Crolla tutto, mi crolla addosso!
Crolla! Crolla!
Linfermiera Nyman rientra dal fondo seguita dalla Caposala Reine Levson.
REINE
Da quanto cos?
INFERMIERA MORIKE
Poco.
REINE
Quanto?
INFERMIERA MORIKE
Minuti.
IL PAZIENTE
REINE
Spalanca le tende!
INFERMIERA MORIKE
REINE
INFERMIERA NYMAN
Ha iniziato allimprovviso
REINE
Non ha importanza.
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
REINE
Ecco il registro.
REINE
Scrivi tutto: come ha cominciato a stare cos, a che ora, in che modo, esattamente dicendo
che cosa Devi scrivere tutto: non sappiamo nulla di lui, ogni cosa pu servire a ricostruire.
INFERMIERA NYMAN
Quanto durer?
REINE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Non ho mai visto una cosa del genere. Che gli succede?
REINE
INFERMIERA NYMAN
REINE
INFERMIERA NYMAN
REINE
Cosa?
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
REINE
INFERMIERA NYMAN
REINE
Assolutamente no.
INFERMIERA MORIKE
Perch!
REINE
E nel suo mondo: deve uscirne lui, da solo. Vi dico che si sveglier, fra poco!
Il paziente muove tutto il corpo, con tanta forza che il letto si muove
INFERMIERA NYMAN
Sta male!
Si sveglier.
INFERMIERA MORIKE
Quando?
REINE
Aspettiamo!
INFERMIERA MORIKE
Quanto!
REINE
Faccia qualcosa!
REINE
INFERMIERA NYMAN
Faccia qualcosa!
REINE
INFERMIERA MORIKE
Faccia qual
Il paziente lancia un grido tremendo, sul quale si sveglia di soprassalto spalancando gli occhi e drizzando la schiena
sul letto.
Silenzio.
Soltanto lansimare del suo respiro.
Le infermiere lo fissano. Accennano un sorriso, che egli non ricambia.
Per alcuni istanti rimangono cos, fuori dal tempo: immobili a guardarsi, a scrutarsi.
IL PAZIENTE
REINE
In un luogo sicuro.
Silenzio.
Luomo si guarda attorno, spaesato.
IL PAZIENTE
Era un sogno?
INFERMIERA MORIKE
REINE
Si appena svegliato.
Silenzio.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
(ancora suggestionato, preso da un vortice di immagini) Ho provato che vuol dire morire: i
miei ultimi istanti, sentirli scorrere senza senza poterli fermare La sensazione di
scendere nel buio Una strada che non ha uscita Come se non ci fosse pi niente, come se
avessi davvero finito
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
11
REINE
Lo credo: quando ci si sveglia non sembra mai possibile che tutto sparisca, cos, in un
soffio Eppure adesso i suoi occhi sono aperti, unaltra volta. Ecco, si guardi intorno: di
quello che vedeva non c traccia, no? Non c pi niente che la minaccia.
INFERMIERA NYMAN
REINE
Silenzio.
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
Aiutare me?...
REINE
Deve solo stare calmo. (allinfermiera Morike) Scrivi sul registro che il paziente si
svegliato. (precisando) Che si svegliato spontaneamente.
Cosa mi successo?...
REINE
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
IL PAZIENTE
REINE
Mi dia retta: se non si agiter, far solo il suo bene. Stare qui necessario, inevitabile. Ma
nessuno prigioniero: in fondo questo un posto di passaggio. Ci si resta giusto il tempo per
riprendersi ed uscire. Cos sar anche per lei, vedr. Daccordo?
IL PAZIENTE
Certo, s
INFERMIERA MORIKE
REINE
INFERMIERA NYMAN
REINE
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
S forse Mozart
REINE
IL PAZIENTE
REINE
La musica unottima cura per questo. Rimette a posto i pensieri: ricompone il mosaico La
usiamo spesso qui.
(allinfermiera) Ed ora il paziente vorr qualcosa per riscaldarsi: nella mia stanza c un
vassoio con il t, gli far bene. Andate a prenderlo: qui non servite pi.
REINE
Il 7 settembre.
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
REINE
E?
IL PAZIENTE
Non lo so.
REINE
Si concentri: provi.
IL PAZIENTE
REINE
E il 7 settembre 1940.
IL PAZIENTE
Vuoto completo.
REINE
Lo riempir.
IL PAZIENTE
Ha mai camminato nella nebbia? Ecco: mi sento cos. E anche i miei occhi: sono talmente
appannati, vedo le cose come sottacqua.
REINE
Nel taschino del suo abito cera una custodia con degli occhiali.
IL PAZIENTE
REINE
Li ho messi da parte.
Eccoli.
IL PAZIENTE
La ringrazio. (mette gli occhiali lasciando la custodia sul letto) Decisamente meglio.
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Passer.
IL PAZIENTE
Mi state curando?
REINE
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
Quando?
REINE
IL PAZIENTE
(sorride) Mi fider.
E un ospedale questo?
REINE
IL PAZIENTE
REINE
No, non sbaglia: io sono Reine Levson, la caposala del reparto, che poi lunico
dellospedale Certo ci vuole fantasia a chiamarlo ospedale: due piani in tutto, medici e
infermieri li conti quasi sulle dita di una mano Daltra parte questa solo unisola.
IL PAZIENTE
Unisola?
REINE
IL PAZIENTE
Mai sentita.
REINE
Per un terzo circondata dal mare, per gli altri due dal ghiaccio. Dove la natura pi nemica,
c questisola con tanto di ospedale.
IL PAZIENTE
REINE
SullArtico. Dieci miglia a settentrione delle Svalbard. Sopra di noi ci sono solo gli iceberg.
Ci chiamano isola del non ritorno, ma non si spaventi: solo un modo di dire, da Fjrden si
torna sempre indietro. La verit che - qualunque sia il viaggio - qui si ferma, e prosegue in
altro modo. Anche da quella finestra si vedono i ghiacci, sa? Quando c il sole accecano
(si avvicina alla finestra, guarda) E quelle in fondo sono le case del porto, oltre la scogliera.
Non pu sbagliare: sono rosse coi tetti bianchi, tutte intorno al faro Se fa eccezione per le
volpi e gli orsi, chi abita a Fjrden sta in quelle case l. Anchio.
IL PAZIENTE
Non ha senso Mi chiedo: come ci sono finito?... Come posso esser arrivato quass e non
ricordare niente? Deve esserci un motivo per cui mi trovo
REINE
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
REINE
La sua mente ha chiuso i cassetti. Li chiamano cos: i cassetti della memoria. Accade
abbastanza spesso. Appena il corpo si sente in pericolo - appena perde il controllo - mette al
sicuro le sue parti preziose: per proteggerle. E i ricordi sono la cosa pi ricca che abbiamo: i
ricordi sono tutto Lei deve solo ritrovare la chiave.
IL PAZIENTE
E se non la trovassi?
REINE
La trover.
Silenzio.
IL PAZIENTE
REINE
Sempre, qui.
IL PAZIENTE
E giorno o notte?
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Mezzanotte.
IL PAZIENTE
E il sole tramontato?
REINE
IL PAZIENTE
Le ventitr e quarantasei
REINE
IL PAZIENTE
Mi sveglio in un ospedale. Su unisola. Fra i ghiacci. E per giunta il sole tramonta alle
ventitr e quarantasei.
REINE
Non si meravigli: se non fossimo quass sarebbe notte piena. Ma a Fjrden sopra
lottantesimo parallelo la luce non vuole regole: le ventitr e quarantasei sono come le
undici del mattino.
IL PAZIENTE
REINE
Siamo nel mese di settembre: il sole non fa tempo a tramontare che gi rinasce. Alle ventitr
e quarantasei se ne andato? Fra unora al massimo sorger di nuovo. Di continuo, senza
tregua: muore e nasce, rimuore e rinasce Glielho detto: siamo lontani dal mondo qui,
lontani dagli uomini, dalle loro leggi. Perfino il sole se ne infischia. Qui comanda la natura: e
luomo accetta il gioco, non pu fare altro. Cos vale per tutti noi Ed anche per lei,
signor
Silenzio.
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Non si agiti.
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
No, non normale! Non lo dica! Lei mi tratta come se fosse tutto ovvio! Mi dice di stare
tranquillo, mi fa sentire Mozart! Come se la cosa non fosse incredibile, assurda!
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Ma
IL PAZIENTE
Daccordo Con ordine Lei era presente quando sono entrato qui?
REINE
No, mi spiace.
IL PAZIENTE
Non avevo addosso documenti? Non mi avete trovato accanto che ne so un baule, una
cassa, un bagaglio?
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Non le servirebbe.
IL PAZIENTE
REINE
E questa... (da sotto il letto tira fuori una valigia scura da viaggio) Se la vuole controllare...
REINE
IL PAZIENTE
Non vi credo! Qualcuno deve averla svuotata: impossibile! Nessuno viaggia con la valigia
vuota!
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Labbiamo fatto, ma
IL PAZIENTE
Cosa?
REINE
Fjrden quasi isolata: deve esserci stata una tempesta di neve al largo, quando capita i
ricevitori non funzionano.
IL PAZIENTE
REINE
Non c anima viva nel raggio di miglia: lisola pi vicina a cinque ore di distanza e il
vento soffia gi a dieci gradi sotto zero. Alla fine siamo sulla terra ma fuori dalla terra.
IL PAZIENTE
Non possibile!
REINE
Silenzio.
IL PAZIENTE
Il dottor?
REINE
Olef.
IL PAZIENTE
REINE
Lo conosce?
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
So il suo nome
REINE
Molto bene.
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Comunque del suo caso si occupa lui. Anzi, forse gi qui. Ha detto di avvertirlo quando lei
si svegliava. Lo chiamo subito.
(parlando) Il dottor Olef? S, sono Reine, dalla camera diciotto Volevo dirle che il
paziente si svegliato Poco fa, s, alle ventitr e quarantasei E debole, lo vedr E non
ricorda niente, neanche il nome Gli ho detto della valigia No, non ha nessuna
spiegazione Certo, dottore: rimango qui, non mi muovo La aspetto. (riattacca il
ricevitore) Sar qui fra un attimo.
IL PAZIENTE
REINE
Non ci vorr molto, lo sento Ecco:le dico che prima dellalba tutto sar pi chiaro.
Il suo t pronto.
REINE
IL PAZIENTE
Potrei?
REINE
Naturalmente, la aiuto io. Nel frattempo linfermiera Morike rimetter un po a posto il suo
letto.
INFERMIERA MORIKE
Ne ha bisogno.
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
REINE
(prende dallappendiabiti una giacca da camera) Ecco: metta questa sulle spalle. Forse non
la sua misura, ma tant La teniamo sempre pronta, lavata e stirata, per i nuovi pazienti.
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
Nessuno viene a Fjrden con la giacca da camera: il Polo Nord non un posto da vestaglia.
Le sta perfetta.
INFERMIERA MORIKE
REINE
Non
IL PAZIENTE
Non questo: non ci sono abituato, mi d fastidio Se fosse possibile avere uno specchio:
me la taglio una volta ogni due giorni, con un rasoio bagnato nellacqua (si ferma
perplesso, riflette. Poi) Sono ridicolo, vero? Non ricordo come mi chiamo ma so tutto
della mia barba
INFERMIERA MORIKE
REINE
IL PAZIENTE
Lei gentile.
REINE
ci formalizziamo.
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
Le piacciono?
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
Ma c qualcosa di vero, dentro. Qualcosa di forte, di reale. Ho la sicurezza che non siano
inventati (fissando un quadro in particolare) Quel sentiero fra gli alberi, ad esempio:
giurerei che esiste veramente, cos come sta sulla tela.
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
Perch?
INFERMIERA MORIKE
Detesto i quadri. Sono roba morta, senza vita: gli manca il tempo, mi spiego? Gli manca
che ne so?... la foglia che cade dopo un attimo e il ramo non pi lo stesso. E poi il rumore,
le voci, le parole, il chiasso: nei quadri non c traccia. Solo silenzio: fisso, immobile Ed io
lo odio, non lo sopporto.
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
Infatti. Il silenzio che c sullisola fa uscire di testa: non d scelta. E cos forte che vince, su
tutto.
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
Che il mare sugli scogli farebbe rumore ma qui quasi sempre ghiaccio, lo vedi sempre
bianco, fermo, muto: silenzio. Come dipinto: come morto. Perfino la pioggia - anche lei
farebbe rumore - qui diventa subito neve, e per quanto sia forte nemmeno la senti. Non ci ho
mai fatto labitudine.
IL PAZIENTE
INFERMIERA MORIKE
Nessuno lo . Le sembrer strano ma quass non ci si nasce: ci si arriva e basta Magari per
fuggire, come lei
Silenzio.
IL PAZIENTE
Lo specchio che ho trovato abbastanza grande, pu appoggiarlo alla spalliera del letto. Per
la sua barba andr pi che bene: non crede?
INFERMIERA MORIKE
Niente. Solo
REINE
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Parlerete pi tardi.
IL PAZIENTE
Pi tardi!
REINE
INFERMIERA MORIKE
Non ha senso.
REINE
INFERMIERA MORIKE
Conosco benissimo il
REINE
IL PAZIENTE
Ma
REINE
Puoi andare!
Silenzio.
Le due donne si fissano come una sfida.
INFERMIERA MORIKE
REINE
INFERMIERA MORIKE
REINE
Esci di qui.
LInfermiera Morike fissa Reine, poi il paziente. Quindi esce sbattendo la porta dietro di s.
Silenzio.
IL PAZIENTE
(a Reine, fissandola) La mia valigia era davvero vuota? Voi di me conoscete qualcosa, io no.
Vorrei sapere.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Cosa mi nascondete?
Silenzio.
IL PAZIENTE
Mi risponda!
Mi ha mentito, vero?
REINE
Si sbaglia.
IL PAZIENTE
REINE
IL PAZIENTE
Subito! Ora! (stringendole con le mani il viso contro il proprio, per fissarne lo sguardo) Mi
guardi, voglio che mi risponda: lei cosa sa di me?
REINE
Niente
IL PAZIENTE
(afferrandola per il colletto) Me lo dica! (gridando, con rabbia) Lei cosa sa di me!
Si spalanca la porta.
Fa il suo ingresso Gustav Olef. Et indefinita, di certo non giovane.
Doppiopetto scuro sotto un camice bianco.
Il paziente fissa lo sguardo negli occhi del dottore, in un silenzio che sembra durare da sempre.
GUSTAV OLEF
Pu uscire, signora Reine. (senza togliere lo sguardo dal paziente) Qui dentro ha gi fatto il
suo lavoro.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
GUSTAV OLEF
Vuole che io le dica, adesso, quello che so di lei? Di solito in questo posto ci mettiamo nei
vostri panni: evitiamo la fretta che sempre una cattiva maestra. Lei di se stesso non sa
niente: neanche il nome. Eppure pretende di sapere cose che mi creda in questo momento
non la aiuterebbero Nel suo interesse credo che sia giusto procedere per passi: uno dopo
laltro. Ed io sono qui per questo. In fin dei conti la carta migliore quella che si scopre al
momento giusto
IL PAZIENTE
E adesso.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Sono io.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Oppure?
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Silenzio.
IL PAZIENTE
Wi.Ar.?
GUSTAV OLEF
Ha capito bene.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Stanno scritte a mano, come una firma, in fondo a questo foglio (mostra un foglio di carta
ripiegato) Labbiamo trovato nella sua giacca: ci sono scritte poche righe: sembrano versi.
Interessanti Dicono molto di chi li ha scritti, di questo Wi.Ar. E non mi dica che non
lei, perch la sigla sta dappertutto: nella fodera della sua giacca, sul colletto della camicia
E perfino stampata sulla penna che aveva in tasca e sulla custodia di quegli occhiali.
(prende la custodia dal letto, indica un punto) Ecco: la vede? Quattro lettere: Wi.Ar.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Silenzio.
Il paziente colpito, lascia cadere il foglio a terra.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Silenzio.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Non lo so
GUSTAV OLEF
Un evaso?
IL PAZIENTE
Non lo so!
GUSTAV OLEF
Un ricercato?
IL PAZIENTE
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Silenzio.
IL PAZIENTE
Vorrei risponderle. Preferirei essere il peggiore degli uomini, ma almeno sapere di esserlo.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Come posso ricordare se non so nemmeno da cosa fuggo? Forse perfino da lei: potrebbe
essere il mio peggiore nemico, eppure sto qui ad ascoltarla.
Vede questi pezzi? Prima di cadere a terra stavano tutti insieme. Ed io o lei - ci prendevamo
un t caldo. Ci pensi, qui ci sono tutti i pezzi di quella tazza: non ne manca nemmeno uno.
Ma siccome non stanno pi insieme, io e lei diciamo che questi pezzi sono allimprovviso
inutili, da buttare.
IL PAZIENTE
E non vero?
GUSTAV OLEF
E vero per questi pezzi, forse Ma non vero per noi stessi, signor Wi.Ar: dentro di noi
nessun frammento inutile, nessun ricordo da buttare. Non c la tazza che serve finch
intatta: la memoria conserva ogni cosa, non getta niente. Alla fine viviamo per questo: per
ricostruire. Di continuo: ricostruire. E guardi che dimenticare non mai perdere: solo
perdere di vista... Per poi - un giorno - ritrovare.
IL PAZIENTE
Pu aiutarmi?
GUSTAV OLEF
Solo se lei vuole. Scopriremo cos stata la sua vita prima di Fjrden. E perch ci finito.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Lei non chiunque. Ha unidentit, precisa: ce lha anche adesso, non lha perduta.
IL PAZIENTE
Ma non so quale!
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Lo sto facendo.
GUSTAV OLEF
Fa parte dellanimo umano, sa? Cerchiamo la risposta senza farci la domanda. E ci danniamo
se la risposta non si trova, se sfugge. A volte farsi una domanda gi darsi una risposta. Lei
dice di non poter ricordare, io le chiedo: sicuro di voler ricordare?
IL PAZIENTE
Pensa che io stia recitando? Che sia tutta una scenata, che
GUSTAV OLEF
Me lo dimostri.
Ecco: tanto facile guardarsi in uno specchio (si guarda) Sapere che io sono questo
riflesso. E fidarsi delleffetto, che lunico modo per vederci dallesterno Ma se mi
guardasse oltre al di l del viso: dentro allora cosa rifletterebbe lo specchio?
Questo lei, questo Wi.Ar.... La sua faccia, i suoi occhi, il suo sguardo... Si sar visto mille
volte: non le smuove niente? Questo il viso che parla per lei, quello che chiama io, me,
il sottoscritto Si scavi dentro! Non si arrenda! Fissi questa faccia, non le dia piace! La
inchiodi, la perseguiti finch non le dice chi c dietro quelle iniziali! Lei di questo viso
conosce ogni ruga: lha visto cambiare, giorno dopo giorno, da uno specchio allaltro, da un
pensiero allaltro: ininterrottamente. Non abbia paura di sfidarsi: questa faccia non un
estraneo, la vita che c dietro tutta scritta, basta leggerla Le ripeto: guardi quel viso.
Guardi le labbra. Guardi ogni ruga, ogni piega: non sono mute, parlano Quello che la sta
fissando l nel vetro - un uomo che ha deciso di scappare Ma da cosa? Da chi? Glielo
chieda Dalle bombe? Dalle armi? Glielo chieda E il 1940: lEuropa brucia, da anni,
anche se qui a Fjrden non ne arriva neanche il rumore Fugge da questo, lei? Dalla guerra?
Dai nazisti? E un disertore? Un prigioniero politico? Che razza di vita c dietro quegli
occhi?... Glielo chieda!...
IL PAZIENTE
Vengo dal nulla, dottore. E vuole saperlo? Ho il terrore di scoprire chi questo viso
(pausa, continuando a fissarsi come rapito. Poi quasi ridendo) Mi rendo conto adesso che la
faccia di un uomo come come la copertina di un libro: infinitamente inutile rispetto a
quello che contiene (assente, come arreso) Ed io ho fatto come i libri vecchi, li ha mai
visti? Quando un giorno apparentemente senza ragione perdono allimprovviso la
rilegatura: tutte le pagine centinaia volano via senza pi ordine, n numero Niente e
nessuno le metter pi insieme perch ci che le legava si perso, e solo ci che lega d un
senso Per me cos: il mio libro non ha pi niente. (ritrovando il viso nello specchio) C
rimasta la copertina, stupida: sta qui, guardi: nel suo specchio
GUSTAV OLEF
Non vero.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Del suo libro sappiamo altre cose, per rimettere in ordine le pagine.
IL PAZIENTE
S? Allora avanti: me lo dica: cosa sappiamo? Che mi sono svegliato da un incubo tremendo,
certo! In un ospedale del Polo Nord! So anche lora se vuole, sta scritta: le ventitr e
quarantasei!
GUSTAV OLEF
La smetta.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
So che il mio nome comincia per Wi, il mio cognome per Ar: allora? Ci saranno centinaia di
persone al mondo!
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Niente.
GUSTAV OLEF
Piccole cose.
IL PAZIENTE
Inutili.
GUSTAV OLEF
Importanti: almeno per partire. Sappiamo ad esempio che lei non povero: infatti porta le
iniziali ricamate sui vestiti
IL PAZIENTE
Non mi aiuta.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
E ridicolo.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Perch non un pazzo? Uno che copia i versi altrui e fugge fra i ghiacci con la valigia vuota,
alla ricerca di chiss cosa Wi.Ar.: iniziali di uno scemo che va a caccia di memoria
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Un metodo c.
IL PAZIENTE
Per cosa.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Che significa.
GUSTAV OLEF
Le dir alcune parole: per ognuna lei ne risponder unaltra, la prima che le viene in mente.
IL PAZIENTE
Pu servire?
GUSTAV OLEF
E un tentativo.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Silenzio.
IL PAZIENTE
Daccordo.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Cominciamo con qualcosa di semplice Non ci pensi: mi risponda e basta. (pausa, lo fissa)
Rosso.
IL PAZIENTE
Fuoco.
GUSTAV OLEF
Bianco.
IL PAZIENTE
Latte.
GUSTAV OLEF
Giallo.
IL PAZIENTE
Fieno.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Fame.
GUSTAV OLEF
Forno.
IL PAZIENTE
Fumo.
GUSTAV OLEF
Legno.
IL PAZIENTE
Porta.
GUSTAV OLEF
Casa.
IL PAZIENTE
(subito) Londra.
GUSTAV OLEF
Silenzio.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
E un buon segno.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Foglia.
GUSTAV OLEF
Nero.
IL PAZIENTE
Cane.
GUSTAV OLEF
Guerra.
IL PAZIENTE
Fuga.
GUSTAV OLEF
Bombe.
IL PAZIENTE
Morte.
GUSTAV OLEF
Strada.
IL PAZIENTE
Fiume.
GUSTAV OLEF
Pioggia.
IL PAZIENTE
Lampo.
GUSTAV OLEF
Tuono.
IL PAZIENTE
Scoppio.
GUSTAV OLEF
Fulmine.
IL PAZIENTE
Albero!
GUSTAV OLEF
Incendio!
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Continuiamo Viaggio.
IL PAZIENTE
Ritorno.
GUSTAV OLEF
Giorno.
IL PAZIENTE
Notte.
GUSTAV OLEF
Buio.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
No! Sole.
IL PAZIENTE
Luce.
GUSTAV OLEF
Caldo.
IL PAZIENTE
Freddo.
GUSTAV OLEF
Ghiaccio.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Cielo.
GUSTAV OLEF
Terra.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Mare.
IL PAZIENTE
Acqua.
GUSTAV OLEF
Fuoco.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Sogno!
IL PAZIENTE
Morte! Morte!
GUSTAV OLEF
Fiamme!
IL PAZIENTE
Cosha a che fare il fuoco con la paura di morire? E i fulmini? Perch ne ha terrore?
Silenzio.
IL PAZIENTE
Non lo chieda a me... Io sono come questa giacca da camera: la porto addosso anche se non
mi appartiene Allora non mi chieda dei miei pensieri perch non mi appartengono: io li
contengo e basta.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
(guardando fuori dalla finestra) Vengo spesso a questa finestra, lo sa? E lunica da cui si
vedono bene i ghiacci, l, in fondo: mi piace guardarli E ho imparato un po a conoscerli,
col tempo: sono molto simili a noi, mi creda. Il ghiaccio allapparenza duro, solido,
compatto: sembra che esista da sempre e che debba esistere per sempre, senza mai crollare.
Non cos: il ghiaccio si muove, dentro. Sembra immobile, ma non sta mai fermo. Anche in
questo momento, mentre io li guardo, so che oltre quel muro bianco c qualcosa che sta
cambiando, che si modifica ora -, che prende forma E anche se tutto mi sembra identico
a ieri, in realt non lo Finch ad un tratto, senza che me lo aspetti, tutto questo lavoro che io non vedo giunge al suo effetto: grandi pezzi di ghiaccio si staccano via,
allimprovviso, precipitano gi nel mare, giganteschi, sollevano onde Solo a quel punto mi
rendo conto che qualcosa, l sotto, si muoveva da tempo. (pausa) I ricordi dentro di noi fanno
cos in fondo: lavorano in silenzio, smuovono blocchi, scorrono, cercano strade, si sommano
e si sottraggono finch
IL PAZIENTE
Finch?
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
e si chiama paura.
GUSTAV OLEF
Si chiama paura.
IL PAZIENTE
Devessere cos, s.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Se fuggissi da questo?
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Non ricordo i dettagli Ma cera una grande cupola di vetro, che crollava dallalto Cera
un suono che cambiava: da dolcissimo ad assordante E cerano colori: grigio, nero, il rosso
delle fiamme
GUSTAV OLEF
Dovrebbe dipingerlo.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Dipingerlo?
GUSTAV OLEF
Come faccio io, da anni. Dipingere ricordi, sensazioni, sogni: quello che ho dentro, quello
che vedo di me stesso. Al di l dello specchio.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
(fissando i quadri, molto attratto da ci che rappresentano) Materia viva: reale Fino da
quando li ho visti sapevo che erano vissuti Non idee, non fantasie, no: carne. (guarda Olef)
Non so dirle perch, ma sono bellissimi.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Non solo per lei. Questi quadri, non so, mi riguardano. Li sento miei, non solo di chi li ha
fatti. Se li fisso ho come limpressione di di poter ricordare.
GUSTAV OLEF
Ne scelga uno.
IL PAZIENTE
Prego?
GUSTAV OLEF
Il paziente si guarda attorno, il suo sguardo si ferma sul quadro che riporta un sentiero fra gli alberi.
IL PAZIENTE
IL PAZIENTE
Mi familiare. Quel sentiero di sassi quel ponte sul fiume quegli alberi E come se
anchio lavessi visto.
GUSTAV OLEF
Prima ha detto di essere nato fuori Londra, in campagna Questa una strada nel bosco, fra
i campi.
IL PAZIENTE
In Inghilterra?
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Ma io conosco una strada come questa Ce lho dentro, potrei dipingerla anchio:
leggermente diversa ma si assomigliano, molto Mi parli di questa strada!
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
E la strada lunica - che porta dal paese verso casa nostra: passa in mezzo ai campi
IL PAZIENTE
Al massimo mezzora a piedi, col mio passo; se ho fretta e corro posso metterci anche
meno
GUSTAV OLEF
Conosco questa strada in ogni sasso: potrei dire a memoria la mappa di ogni steccato, di
ogni muro...
IL PAZIENTE
Nessuna curva, nessun dosso mi coglie di sorpresa: noterei lassenza di un filo derba, la
comparsa improvvisa di un nido
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Io so come cambiano - a terra - le ombre dei rami, ad ogni ora di ogni giorno di ogni
stagione! So che in autunno le foglie a terra fanno un tappeto giallo, ma basta un giorno a
cambiargli colore, e diventa talmente scuro che quasi lo confondo con la forma delle
scarpe
So che in estate il sole asciuga la strada. E in certi giorni, con il caldo, la secca fino in
fondo, cos che non sembra pi terra ma sabbia! Come la sabbia si alza somiglia al fumo! fa una polvere che mi entra dentro, negli occhi, e brucia! Brucia!...
GUSTAV OLEF
In primavera?
IL PAZIENTE
In primavera la strada splendida: il fiume che scorre accanto diventa quasi verde col
riflesso degli alberi che come un arco lo coprono di foglie. Mi fermo sulla riva, tutti i giorni:
se respiro laria a pieni polmoni sento un brivido di fresco che mi scorre per la gola, ed
buono! Buono come mettere la mano, infilarla lo faccio spesso dinverno dentro lerba
bassa, di mattina, quando ancora umida per la notte, quasi gelata allombra di un recinto:
gelida, come i cristalli di ghiaccio che il ponte fa a gennaio - appesi al muschio - e con un
colpo secco se vuoi li puoi staccare, giocarci in aria come fossero pugnali, poi guardarli
sciogliere nel caldo dei guanti
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Rumori. Piccoli rumori, uno sullaltro. Forse le gocce, forse il fango, forse lacqua che
gronda dai muri Come la gente ai funerali, che parla senza farsi sentire: e nel silenzio
generale li senti tutti senza distinguere nessuno E cos: quando piove, la strada parla. Solo
quando piove sento che ha una voce, ed io in quella voce ci cammino in mezzo Ci
cammino, s Ci cammino Ecco
Lo sguardo del paziente si offusca, come se percepisse unombra. Ma continua a farsi guidare dal ricordo:
IL PAZIENTE
So che ho dieci anni. E una sera di ottobre, fa buio presto Io sono solo, chiss perch,
sotto la pioggia: torno verso casa da non so dove anzi, vengo dallemporio dove mia madre
mi manda a comprare filo di lana e toppe di stoffa: lo so, finiranno sui miei pantaloni Col
mantello mi copro la testa, che comunque fradicia Un passo dopo laltro, scansando le
pozze che come laghi Lo so che tardi, che sta facendo buio, che mia madre aspetta:
accelero il passo, adesso quasi corro, salto fra i sassi mentre la pioggia aumenta, aumenta, e
con la pioggia tuoni e fulmini che fanno tremare i muri... corro pi che posso: non manca
molto a casa dalla testa mi scivola il mantello, sento lacqua in viso ma non mi fermo, no:
corro, corro, corro, finch ad un tratto, allimprovviso, poco distante da me Un boato
Assordante, gigantesco Una scossa, uno scoppio, come uno squarcio dal cielo: non so cosa
sia Vedo solo una lama, gigantesca, di luce, una saetta che dallalto si scatena su una
quercia, la incendia, la brucia, la apre in due col fuoco, la spezza, enorme, cos, nel mezzo,
come faccio io giocando con i rami allo stagno!... Sono terrorizzato, non capisco pi niente,
non comando pi le gambe e scivolo a terra, nel fango, con la faccia fra le pozze fra le
pozze fra le pozze (lunga pausa, il suo sguardo si sofferma sullo specchio lasciato sul
letto. Lo avvicina, fissandosi) E il mio viso?... E il mio viso che mi vedo davanti, riflesso come in questo specchio - dentro lacqua di una pozza Un viso di dieci anni, impaurito,
pallido, che sta l - sospeso - e mi fissa tremando Non so quanto tempo rimasi l - sotto la
pioggia - a guardarmi: forse un secolo, dottore. Tutto quello che so che mentre fissavo
quegli occhi e loro fissavano me, ricordo di aver pensato: Siamo io e te, soli. E cos sar
sempre, fino in fondo: qualsiasi cosa accada ci troveremo io e te, soli, William William
Armstrong
Silenzio.
Le ultime parole riecheggiano nellaria.
IL PAZIENTE
Silenzio.
Il paziente ripete il suo nome, come un bambino che ha scoperto una parola nuova
IL PAZIENTE
Silenzio.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Tutti e due abbiamo avuto da bambini una strada in campagna, tutti e due ce la ricordiamo
esattamente. E sorprendente.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Forse?
GUSTAV OLEF
Forse gli uomini alla fine si assomigliano molto pi di quanto sembri. Nascere, crescere,
conoscere, invecchiare: il quadro sempre lo stesso, cambiano solo i colori. I dettagli. O il
tratto del pennello. Tutto qui.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
C ancora molto da sapere, non credi William? Le pagine del libro sono ancora disordinate.
IL PAZIENTE
Ma un nome significa molto: un nome vuol dire una casa, un mestiere, una data di nascita!
Senza contare che in qualche modo sar arrivato a Fjrden: un aereo, una nave Baster
chiedere se hanno notizia di uno William Armstrong, e questa storia finir.
GUSTAV OLEF
Ci proveremo, certo.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Non lo farebbe?
GUSTAV OLEF
E mezzanotte William
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Lo faremo domattina.
Silenzio.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Evidentemente.
IL PAZIENTE
(disponendo lo specchio) Credo che alla fine riuscir a ricordare tutto, non pensa?
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
E nel frattempo qualcuno dalla terraferma si sar chiesto che fine ho fatto
GUSTAV OLEF
E probabile.
Tu fumi?
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Magari pi tardi.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Come vuole.
GUSTAV OLEF
(posiziona il disco) Credo che la musica sia la migliore delle arti, la pi potente. Ci ho anche
scritto un racconto, sai?
IL PAZIENTE
Veramente?
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Linfermiera te ne ha gi letto alcune pagine, prima che ti svegliassi Ho pensato che poteva
rilassare: ascoltare qualcuno che racconta sempre rilassante, d la sicurezza che c un altro
che si occupa di te. (posiziona ora la puntina del grammofono) Ho sempre avuto una grande
ammirazione per i musicisti, tu no William?
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Non fa niente.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Lo facciamo portare (solleva la cornetta del telefono, attende un attimo ma poi riattacca)
Linfermiera non risponde Te lo porto io: far in un attimo.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Io credo
GUSTAV OLEF
Cosa?
IL PAZIENTE
Io
GUSTAV OLEF
Tu?
IL PAZIENTE
Non
GUSTAV OLEF
Dillo, William!
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
William Armstrong vive di musica! Da sempre! Da quando nato! Da quando per ore
ascoltava Bach suonato per caso da un violinista per strada! Da quando a ventanni impazziva
per Wagner!
William Armstrong la musica! Perch la musica altrove: lontana dallo schifo degli
uomini!
Stava nel mio sogno Questa musica stava nel mio sogno
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Stavo suonando. Io, da solo Cera stato un concerto, ma era finito Ora il teatro era
vuoto: spento, deserto Non cera nessuno: io solo sul palco Io da solo con le note di
Schubert Un miracolo Sto suonando un miracolo Non ci sono che io, qui: in mezzo a
un miracolo
Le note scorrono, il paziente sembra rivivere il sogno
IL PAZIENTE
La musica finisce.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Silenzio.
IL PAZIENTE
allora alzo il viso verso lalto, quanto basta per vedere - in un secondo - lintera cupola di
vetro del teatro che si schianta, gigantesca, in una pioggia di ferro, e vetro, e legno e
piombo
Silenzio.
IL PAZIENTE
Silenzio.
IL PAZIENTE
Silenzio.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
S, credo
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Silenzio.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Per Schubert s.
GUSTAV OLEF
Lo credo anchio.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Che significa?
GUSTAV OLEF
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Buio.
Fine del primo tempo.
SECONDO TEMPO
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Silenzio.
IL PAZIENTE
Non possibile.
GUSTAV OLEF
Devi accettarlo.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Ne ha, invece. Ne ha moltissimo: quello che stai vivendo ha pi senso che ogni altra cosa.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
William
IL PAZIENTE
Sono vivo! Mi stringa il braccio: di carne ed ossa! Dov il rasoio? (prende la lametta, la
sfiora sul dorso della mano) Lo vede? Mi scorre addosso il sangue, ancora: ce lho nelle
vene! (afferra lo specchio) Il mio viso non pallido, non bianco: la faccia di un cadavere
questa? Io non sono morto! Non sono
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Nessuno verr.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
E inutile
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
(ancora) Vorrei parlare con la guardia costiera: mi passi (ascolta) Ho detto la guardia
costiera, certo: non siamo su unisola?... (ascolta) Va bene, va bene: allora mi passi qualcun
altro, non so chi! Mi aiuti!...
GUSTAV OLEF
Lo vedi?
IL PAZIENTE
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Questisola sulle mappe non segnata. Puoi cercarla: non la troverai. Chi ha provato ad
allontanarsi dice che il mare a cinque miglia diventa una barriera di ghiaccio, impenetrabile.
Hanno tentato di scalfirla: invano. E c un muro di nebbia, William: altissimo, ci separa dal
resto del mondo, dalla terraferma, da insomma, hai capito.
IL PAZIENTE
Non le credo
GUSTAV OLEF
Siamo come in quelle piccole sfere di vetro che rigiri e scende la neve Indipendenti da
tutto quello che ci accade intorno. Non ti rendi conto? C in corso una guerra, tremenda, lo
sai: citt che bruciano, trincee, flotte di navi, bombardieri in cielo. Ma qui continua a cadere
la neve, tranquillamente, dentro la sfera
IL PAZIENTE
Non le credo
GUSTAV OLEF
Nessuno di noi e siamo migliaia ricorda di essere mai sbarcato qui: nessuno ricorda un
viaggio, William. Nessuno ricorda di aver deciso di venire a Fjrden perch nessuno ne ha
mai sentito parlare: questisola e con lei chiss quante altre - esiste senza esistere, senza
essere.
IL PAZIENTE
Non le credo!
GUSTAV OLEF
Ci siamo svegliati tutti, come te: allimprovviso. Nessuna baleniera, nessuna rompighiaccio
attraccher mai qui per caso. Siamo fuori da ogni rotta, William. E da ogni pensiero.
IL PAZIENTE
Silenzio.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Come vuoi: ti lascio solo, per un po. E credimi: se vuoi davvero ricordare tutto, se vuoi
riprendere per intero la tua memoria Allora lunico modo accettare quello che ti ho detto.
Tutto quello che ti ho detto.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Mi scusi E lei che ha fatto quella chiamata, poco fa? Ero di sotto, mi hanno detto di
controllare, sembrava molto agitato.
IL PAZIENTE
Ero io, s.
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
No non credo.
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
Pi o meno.
Silenzio.
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
William Armstrong.
INFERMIERA NYMAN
Ed inglese.
IL PAZIENTE
Cos sembra.
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Perch?
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
Lo crede davvero?
INFERMIERA NYMAN
Mi dica dellInghilterra! Le dispiace? La mia famiglia aveva una fabbrica nei sobborghi di
Liverpool. Ci sono cresciuta: costruivano giocattoli, sa? Bambole, pupazzi... Mi invidiavano
tutti.
Incredibile come quass ci finisca gente di ogni parte dEuropa. E anche di inglesi ne ho
conosciuti molti. Soprattutto da Birmingham, dove non sono mai stata. Adesso ci abita mia
sorella.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
Capisco.
INFERMIERE NYMAN
(ride) Quando lasciai la Gran Bretagna non avrei mai creduto di finire quass.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
E lo sopporta?
INFERMIERA NYMAN
Silenzio.
IL PAZIENTE
Come dice?
INFERMIERA NYMAN
Scrivere lettere: al porto c un ufficio postale, sta dentro lemporio. Le danno carta,
francobolli Se vuole gliele posso portare anche io in Inghilterra: il mese prossimo torner a
trovare mia sorella, a Birmingham: lho deciso proprio ieri. Domattina comprer il biglietto:
ho gi da parte i soldi.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Prego?
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Certo, s. Ha capito bene. Partir prima che arrivi linverno, prima che ghiacci il mare.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Silenzio.
INFERMIERA NYMAN
Ne parte una ogni luned, per sei mesi da aprile a settembre. Costeggia le Svalbard, fino a
Capo Nord.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Sinceramente, signore: non la seguo. Se fosse isolata non ci sbarcherebbe nessuno. Non
saremmo qui: n io n lei. Sarebbe il regno delle volpi polari.
IL PAZIENTE
Vuole dirmi che lei arrivata qui con un viaggio? Si imbarcata per venire qui?
INFERMIERA NYMAN
Ero al seguito di una spedizione: un grande veliero con scienziati russi, svedesi... Facevano
studi scientifici: flora e fauna della Norvegia.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Ne dubitava?
IL PAZIENTE
Sono vivo!
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
Le sar grato in eterno! Il medico Olef mi ha detto che il mio incubo era vero che ho
perso la memoria perch qui insomma che tutto era finito! Che ero morto! Capisce? Mi
ha detto questo!
INFERMIERA NYMAN
Credo sia una cura: quando un paziente perde la memoria, lunico modo di fargliela ritrovare
dargli un trauma Sconvolgerlo di nuovo, il pi possibile: la mente cos si difende, corre ai
ripari e riattiva i ricordi. A volte funziona: si guarisce. Olef le ha mentito, ma lo ha fatto per
lei.
IL PAZIENTE
Pensa che potrei ripartire per lInghilterra insieme a lei, fra un mese?
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
Andr benissimo.
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
Ne sar lieto.
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Ma di questi cinque ne conosco solo quattro: lultimo Vediamo: nato poco prima che
partissi, nel 1898.
Silenzio.
IL PAZIENTE
1898?
INFERMIERA NYMAN
Certamente.
IL PAZIENTE
INFERMIERA NYMAN
Esatto.
IL PAZIENTE
Del 1940.
INFERMIERA NYMAN
Del 1898.
(al paziente) Scommetto che linfermiera Nyman ti avr detto del suo prossimo viaggio.
INFERMIERA NYMAN
Glielho detto, s.
GUSTAV OLEF
Mi dica: questa volta partir davvero, infermiera? Oppure la sera prima lo rimander, come
tutte le altre volte?
INFERMIERA NYMAN
GUSTAV OLEF
INFERMIERA NYMAN
Linfermiera esce.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Hai avuto un esempio di cosa accade a chi si ostina, William. A chi assolutamente non vuole
accettare lidea. Il tempo qui a Fjrden non esiste: per ognuno di noi un anno diverso,
perch tutto inizia dal momento in cui ci si sveglia. Per te il 1940. Per linfermiera Nyman
fermo al 1898, quando in una notte di bufera la sua nave and a fondo... senza superstiti. Ma
questo di certo non te lo avr detto: preferisce restare nellillusione. E progetta di continuo di
tornare in Inghilterra, da sua sorella. A Birmingham, mi pare Fra la gente che sta qui
accade anche questo. Certo pagano un prezzo: ed la loro memoria, che non ritrovano. La
loro vita non esiste, perch non hanno ricordi: li inventano e basta. Niente di vero, niente di
sicuro.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Ed io? Che cosa ho di sicuro? Me lo dica! Un biglietto con scritti dieci versi e le mie iniziali?
O questa maledetta valigia!
Aprila.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Aprire cosa?
GUSTAV OLEF
Silenzio.
IL PAZIENTE
E vuota.
GUSTAV OLEF
Aprila.
IL PAZIENTE
Mi prende in giro?
GUSTAV OLEF
Aprila.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Ecco, appunto: hai detto che era vuota, ti credo. Mi chiedo se lo ancora
Quando ti sei svegliato la tua memoria era vuota: adesso non lo pi. Che ne dici William?
Pu darsi che anche la tua valigia, nel frattempo
Silenzio.
Il paziente esita un attimo: lo sguardo fisso sulla valigia chiusa a terra.
Poi allimprovviso scatta, corre verso la valigia, la afferra, la alza, apre le cinghie e tenendone i manici la spalanca
verso il basso: una colossale, straordinaria pioggia di fogli precipita a terra ammassandosi come una montagna.
Sono fogli fitti di righe dinchiostro, ma spiccano anche disegni, schizzi, immagini
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Nessuno, William. Lo sai bene: non ti sei mai allontanato da questa stanza, lavresti visto.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
E la tua memoria. Giorno per giorno, data per data, concerto per concerto. Sta iniziando a
riaffiorare.
IL PAZIENTE
(leggendo) 15 marzo 1929 sera, Londra, pioggia, fumo, un bancone di legno, bevo
whisky, una donna sorride, non riesco a non guardarla, labbra fini, un piccolo neo vicino al
naso e un orecchino staccato che sta per cadere prego che cada: correr a raccoglierlo
(alza gli occhi dal foglio) And cos, infatti: le cadde e lo raccolsi Era un orecchino
dargento, tondo, con una perla dentro una stella
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Non lo ricordo.
(leggendo) mese di gennaio 1906 camera, lampada, letto, coperta, finestra, notte,
tempesta, vento, fulmini, fuga, fuoco, fulmini, fuga, fuoco (guarda il paziente) Hai
sempre avuto terrore dei fulmini?
IL PAZIENTE
(lo legge lentamente, molto colpito, quasi rassegnato) 7 settembre 1940 Suonare Franz
Schubert in un teatro vuoto Bombe, boati, siluri, cupola, vetro: scoppiare buio
silenzio buio buio buio buio (alza gli occhi) E interrotto.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Silenzio.
Il paziente si allontana di alcuni passi: il suo sguardo perso, trema Sembra cercare appigli che non trova.
Si ferma dalla parte opposta della stanza, e lancia un grido: lungo, rabbioso, disperato.
GUSTAV OLEF
Anche io feci cos: la tua stessa reazione. Non lo credevo possibile. Pensai che fosse
unallucinazione, che stessi impazzendo E che questo fosse il manicomio: una congrega di
matti scaraventata quass sullArtico, per non recare danno. Eppure lo sapevo che qualcosa
dentro non tornava: sentivo che in fondo il mio incubo perch anchio ne ho avuto uno:
esattamente come te era troppo reale per essere un sogno. Sentivo che la mia memoria
scomparsa cos, allimprovviso non era sparita, ma ero io ad avere il terrore di ricordare.
Perfino intorno a me sentivo che latmosfera laria era cambiata, come se tutto fosse
uguale e al tempo stesso diverso Ma non cedevo: era lorgoglio di volermi credere
ancora, per sempre vivo Qui a Fjrden facciamo tutti i conti con questo, con lillusione di
essere immortali. Capisci? Non sei il solo: nessun uomo accetta lidea. Nessuno. Perch in
fondo - per tutta la vita ci sentiamo destinati a restare: proseguire come se il tempo fosse
infinito, come se niente e nulla ci potessero fermare (pausa) Quindi ti capisco, William: ti
capisco.
Silenzio.
IL PAZIENTE
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Dopo scoprii il resto. Tutto il resto, William. Tutto quello che sta intorno a ci che l, sulla
terraferma, chiamano morte. Pensaci un attimo: lunica cosa di cui tutti parlano senza che
nessuno sappia cos. E come se io e te parlassimo per ore di una casa in cui non siamo mai
entrati. E su quella casa facessimo teorie, discorsi, scrivessimo volumi Quello che c da
dire sta su questisola. Dove ci si sveglia. Come te: alle ventitr e quarantasei. Qui lo
chiamano il passaggio: mentre il tuo cuore dava lultimo battito sotto la cupola di quel
teatro, i tuoi occhi si spalancavano l, su quel letto. Con molte cose da scoprire.
IL PAZIENTE
Adesso so tutto?
GUSTAV OLEF
Quasi tutto.
IL PAZIENTE
Nel senso?
GUSTAV OLEF
Si sente bussare.
Entra la caposala Reine con un grande vaso di fiori.
REINE
E permesso?
GUSTAV OLEF
REINE
Non disturbo?
GUSTAV OLEF
Assolutamente.
REINE
Ho pensato che questi fiori starebbero bene qui. Hanno un colore cos bello.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
REINE
(disponendo i fiori) Li ho colti oggi pomeriggio sopra la scogliera, vicino al vecchio faro;
pieno di gabbiani lass
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
S.
REINE
GUSTAV OLEF
Glielo ha gi detto?
GUSTAV OLEF
REINE
Compreso il fatto?
GUSTAV OLEF
Compreso il fatto.
REINE
(al paziente) Quand cos, benvenuto signor Armstrong Ora capir: non potevo dirle
niente. Sapevo di quei versi nella sua tasca, certo: li ho trovati io. Ma la procedura vuole che
siate voi a ricordare.
IL PAZIENTE
REINE
(al paziente) Il suo passaggio stato cos violento: ci eravamo preoccupati signor Armstrong.
Spesso avviene con pi calma: i pazienti si svegliano senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
IL PAZIENTE
Mi scusi per prima, se lho trattata in quel modo: pensavo ancora che
REINE
IL PAZIENTE
REINE
Dieci anni.
GUSTAV OLEF
REINE
Sono venuta per questo: molto tardi ma ho pensato che forse voleva cenare. Ho preparato
per me: ancora caldo.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Spiegati.
IL PAZIENTE
Quando si
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Non cos?
GUSTAV OLEF
Che sciocchezza. Te lho detto: fa parte delle sorprese di Fjrden e della tua nuova
condizione! Pu apparecchiare su quel tavolo, signora Reine: la ringrazio.
REINE
Molto bene.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Sei sicuro?
IL PAZIENTE
Magari domattina.
GUSTAV OLEF
(fissandolo, con tenerezza) Puoi perfino sorridere, sai? Fra i morti non vogliamo facce da
funerale.
REINE
(disponendo alcune zuppiere fumanti) La cena tipica di Fjrden: semplice ma squisita Ecco
a lei: minestra di pesce, una crema di patate E da bere succo di lampone. Li raccogliamo
destate, ne nascono talmente tanti: il rosso dei lamponi contro il blu del mare!
GUSTAV OLEF
E buona.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Molto buona.
GUSTAV OLEF
GUSTAV OLEF
Di gi?
INFERMIERA MORIKE
REINE
GUSTAV OLEF
Entra Reine con due grandi valigie chiuse che lascia in un angolo.
Dietro di lei linfermiera Morike entra con altre due valigie, che vengono messe accanto.
Ma nel frattempo Reine riuscita e rientrata con altre due, a cui si sommano le altre due che porta dentro anche
linfermiera Morike. E ancora due, poi ancora, poi ancora e ancora in un andirivieni continuo che Olef dirige come un
maestro dorchestra mentre la camera va riempiendosi di valigie sovrapposte come torri..
Il paziente osserva esterrefatto.
REINE
(entrando con le ennesime due valigie) E tutto: non ce ne sono altre. (le posa)
Silenzio.
IL PAZIENTE
E il mio violino
Una volta entrai in un mercato: cera chiasso, voci, grida Ma l in fondo, seduto sul bordo
di pietra di una fontana, un mendicante ungherese suonava Bach con un violino Ed era pi
forte del chiasso, pi potente delle voci: si alzava pi in alto delle grida Mentre lo
ascoltavo suonare, pensai che in quella musica cera ben pi che le note, per quanto perfette:
se esisteva qualcosa al di l della vita, di sicuro doveva esserne quello il suono Perch al di
l degli uomini e del tempo, c solo Bach
Il paziente appoggia il violino sulla spalla e inizia a suonare il Preludio della Sonata 3 (in E magg. BWV 1006)...
Gustav Olef si siede ad ascoltarlo. La stessa cosa fanno Reine e lInfermiera Morike, sparse a sedere fra colonne di
valigie. Ed come se il tempo si fermasse.
Scorrono minuti di assoluta armonia, finch il paziente suona lultima nota.
GUSTAV OLEF
REINE
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
Il mio successore?
GUSTAV OLEF
REINE
GUSTAV OLEF
REINE
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
REINE
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
Che cosa?
INFERMIERA MORIKE
IL PAZIENTE
Che significa?
INFERMIERA MORIKE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Perch?
REINE
INFERMIERA MORIKE
Vi lasciamo soli.
REINE
INFERMIERA MORIKE
GUSTAV OLEF
Lo penso anchio.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
E li vedi tutti qui: appesi. Non hai detto che li trovavi veri?
IL PAZIENTE
Incredibilmente.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Niente per caso. Il caso ci che non capiamo E un caso che conoscessi il mio nome?
Perfino il mio viso non ti era nuovo
IL PAZIENTE
Lho detto, s.
GUSTAV OLEF
Niente per caso, William: niente per caso (girando fra i quadri) Ecco, guarda C la mia
strada di campagna fra gli alberi, che ti ricordava cos da vicino la tua
IL PAZIENTE
Potrei sovrapporle
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Lo conosco
GUSTAV OLEF
E mio padre Niente per caso E poi c questo tramonto sullOceano Atlantico (stacca
il quadro) Avevo tredici anni. Una sera di giugno, con un sole rosso da sembrare finto:
guardai le barche dei pescatori che stavano l arenate
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
e pensai che stessero dormendo dopo aver passato tutto il giorno in mare
IL PAZIENTE
allora per un attimo io sentii chiaramente che anche la vita la mia, di ognuno doveva
avere chiss dove - una spiaggia dove un giorno tirare su i remi e nel sole, dolcemente lasciarsi arenare
GUSTAV OLEF
...ma non feci nemmeno in tempo a fermare il pensiero, che era gi scomparso: come se fosse
troppo grande da ricordare
IL PAZIENTE
e mi sentii come chi guarda per caso dentro una stanza in cui non si pu entrare
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Silenzio.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Come me.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Come me.
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Come me!
GUSTAV OLEF
La mia casa era isolata: lungo il canale non cera che quella Era una sera indemoniata:
pioveva come mai avevo visto Chiusi la porta, non dovevo riuscire E in piena notte un
fulmine, allimprovviso: bruci tutto, ogni cosa Di me non trovarono niente Cos sono
morto, capisci? Per un fulmine
IL PAZIENTE
Io
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Non capisco
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Che quella notte un fulmine ha ucciso Gustav Olef esattamente unora prima che nascesse
William Armstrong
IL PAZIENTE
Cosa
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Qui a Fjrden, quella notte, la vita conclusa di Gustav Olef pass in quella nuova di William
Armstrong: quando sei nato avevi gi addosso frammenti di vita, William: la mia. Senza
saperlo portavi dentro immagini, ricordi, sensazioni, paure, cos come io portavo i segni di
chi mi aveva preceduto: il filo non si spezza, mai. Niente si conclude, capisci? Niente finisce.
Tutto continua, tutto riprende. Cambiano i nomi, i luoghi, i corpi. Ma la sostanza rimane,
senza interruzione, William: sempre.
IL PAZIENTE
Domani?
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Quale nome?
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Ricominciare dove?
GUSTAV OLEF
Altrove.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Memorie, esperienze, gioie, dolori di chi venuto prima di me sono confluite in te. E da te,
ora, in un altro. Quando ti risveglierai, domattina, sarai solo il ricordo di William Armstrong:
non la sua vita. Cos come io sono solo il ricordo di Gustav Olef. Fjrden questo,
linesistenza della fine: da morte vita. Infinitamente.
Silenzio.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Ascolta: se una sola nota mancasse allappello, Brahms non esisterebbe Noi siamo note,
William: le nostre vite messe insieme danno melodie splendide, ma da soli non valiamo
niente.
Entra Reine.
Scorrono le note.
Da fuori la luce pallida che precede laurora.
REINE
GUSTAV OLEF
Infatti lora
IL PAZIENTE
Che significa?
REINE
IL PAZIENTE
Quale momento!
GUSTAV OLEF
REINE
C gi pi luce.
Il paziente si stende.
Entra lInfermiera Morike.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
E naturale.
REINE
INFERMIERA MORIKE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Ma lunico modo.
IL PAZIENTE
Non voglio!
GUSTAV OLEF
REINE
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
Avviene cos.
IL PAZIENTE
GUSTAV OLEF
IL PAZIENTE
Ho paura!
GUSTAV OLEF
INFERMIERA MORIKE
REINE
Fra pochi istanti rinascerai in una piccola stanza dellospedale di Vienna Il tuo nuovo nome
Richard Lukacs Tuo padre un insegnante di Storia, tua madre ha grandi occhi verdi e si
chiama Elizabeth
Questa musica che senti adesso, ti rester addosso: Richard Lukacs si chieder per tutta la
vita perch ama cos tanto Brahms
Si intuisce il sole...
GUSTAV OLEF
Avrai sempre, fino da piccolo, il terrore dei fulmini. E camminando, un giorno, sotto la
pioggia, in una strada di campagna, ti verr allimprovviso da piangere vedendo il tuo viso
riflesso in una pozza. Ti domanderai perch e non avrai risposta
Pi volte, di notte, sognerai un teatro vuoto dove cadono le bombe. E ti chiederai perch
sogni cos spesso un teatro che non hai mai visto: anche a questa domanda non darai
risposta
Infine - e anche questo ti sembrer incomprensibile avrai sempre una strana simpatia per gli
inglesi di nome William. E chiss: magari ti fermerai per strada, incantato, a fissare linsegna
di un negozio con su scritto Armstrong.
La musica finita.
Il paziente non si muove pi, immobile: presente ma assente.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
REINE
INFERMIERA MORIKE
In questo momento.