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Lalba a

mezzanotte

di Stefano Massini
stefanomassini@libero.it

NOVEMBRE 2006
SIAE Tutti i diritti riservati

Einterdetto ogni utilizzo di questo testo


Senza il preventivo assenso dellautore

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.


Cesare Pavese, Il mestiere di vivere

LALBA A MEZZANOTTE
di Stefano Massini
*
Personaggi
Il paziente
Il dottor Gustav Olef
Reine Levson, caposala
Lisa Morike, infermiera
Ollie Nyman, infermiera

*
La sera del 7 settembre 1940.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

PRIMO TEMPO

La spaziosa camera di un pi che perfetto ospedale nordico. In realt laspetto generale farebbe pensare pi che altro a
una clinica per benestanti, dove sia orgogliosamente bandita ogni traccia di incuria da sanatorio o di grigiore
proverbiale da corsia. Al contrario, tutto sembra ispirato alla pi nobile purezza e se non fosse per la foggia clinica del
letto, sarebbe tranquillamente possibile crederla una accogliente stanza dalbergo.
Lineari rifiniture lignee decorano senza eccesso tutto il perimetro della stanza, slanciando le sagome squadrate di una
porta sul fondo e di tre notevoli vetrate che occupano per intero il lato sinistro della camera. Immerse nella luce nitida
che si spande dallesterno, si affermano pareti pulitissime di intonaco celeste e bianco, di uno smalto talmente vivo che
si direbbero appena imbiancate. La completa superficie delle vetrate scomposta da una finissima scacchiera di legno
bianco - tipica delle finestre scandinave - che proietta sul pavimento un pacifico disegno di riflessi ed ombre
rettangolari.
Sulle pareti fanno bella mostra numerosi quadri delle pi diverse dimensioni, raffiguranti paesaggi e ritratti fra i pi
disparati. In uno di essi pi grande degli altri salta agli occhi un sentiero di campagna fra gli alberi. Due sedie
sono disposte intorno al letto, mentre una poltrona da convalescenza si lascia inondare dalla piena luce delle vetrate.
Un telefono per comunicazioni interne attaccato alla parete sul fondo.
Oltre una tenda tirata davanti alle finestre - si percepisce la luce colorata di un crepuscolo: le ombre a terra sono
lunghissime e tutto lascia credere che il sole stia per tramontare a momenti.
Un paziente di mezza et giace disteso nel letto, sotto un lenzuolo prudentemente rimboccato.
Su un tavolino quelli che erano forse i suoi abiti, accuratamente ripiegati.
La giovane infermiera Nyman gli sta seduta accanto e con dedizione legge a voce alta da un libro.
INFERMIERA NYMAN

(leggendo) Non sapeva che cosa lo spingesse. Ma qualsiasi cosa fosse gli sembrava del
tutto naturale. Come se l'avesse sempre avuta dentro e da tempo immemorabile. Per questo nonostante fosse solo un bambino - sent chiaramente che il momento era importante.
Raggiunse in punta di piedi la porta socchiusa del salotto. Prese un respiro, chiuse gli occhi
per farsi coraggio, afferr con la piccola mano il pomo freddo della maniglia e la spinse
quanto gli bastava per scivolare dentro di soppiatto. Riapr gli occhi lentamente: era solo
nella grande stanza, in un silenzio insopportabile. E forse perch aveva solo sei anni - o forse
per la penombra che riempiva quel salone tappezzato di tende - egli si chiedeva cosa fosse
quella montagna di legno scuro che pur non avendo mai visto sentiva di aver sempre
conosciuto. Esit un attimo, senza mai togliere gli occhi da quel gigante di mobile scuro che
lo fissava da l, nell'ombra, e - con voce che solo lui sentiva - gli chiedeva, gli ordinava, di
avvicinarsi. Infine, combattuto com'era fra uno strano senso di paura e di curiosit, lasci che

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

la seconda prendesse all'improvviso il sopravvento: attravers la stanza correndo come


faceva il pomeriggio al parco e in un attimo fu l davanti I battiti del cuore li distingueva
pi che fossero tamburi. Pens di osservare un grande animale in letargo, che di l a un
attimo poteva destarsi e sbranarlo... Eppure non trem. Anzi: vide alzarsi la propria mano con un coraggio che non aveva - finch un dito si pos sul catafalco nero, alto contro il muro
pi che un palazzo. E l, sotto quel dito, sent muoversi un tasto poi un altro poi un altro
ancora ed ogni volta un suono inaspettato - sempre nuovo - riecheggiava per la stanza fra i
tappeti e il buio, fra il buio e le tende... Ogni suono un tasto, ogni tasto un suono e lui li
comandava, come un domatore al circo che addomestica i leoni: ogni tasto un suono, ogni
suono un tasto... Fu cos che per la prima volta conobbe il pianoforte....
Entra lInfermiera Morike.
INFERMIERA

MORIKE

Il paziente calmo?

INFERMIERA NYMAN

Certamente.

INFERMIERA MORIKE

La caposala vuole essere avvertita appena si sveglia.

INFERMIERA NYMAN

Lo far.

INFERMIERA MORIKE

(vede il libro) Cosa stai facendo?

INFERMIERA NYMAN

Mi hanno dato questo libro: devo leggerlo a voce alta, per il paziente.

INFERMIERA MORIKE

Chi te lo ha detto?

INFERMIERA NYMAN

Sta scritto sul registro.

INFERMIERA MORIKE

Non ho mai sentito che

Entra la Caposala Reine. Pi anziana delle altre, pi autoritaria: una figura che un ruolo.
REINE

Hai di nuovo qualcosa da contestare, infermiera Morike? E una scelta del dottor Olef.

INFERMIERA MORIKE

Olef? Si occupa lui del paziente?

REINE

E il suo paziente, s. Ogni decisione sulla procedura dipende da lui.

INFERMIERA MORIKE

E assurdo leggergli quel libro: non pu sentire.

REINE

Ogni caso diverso.

INFERMIERA MORIKE

Lo so.

REINE

Tu sei nuova qui: perch non vuoi imparare?

INFERMIERA MORIKE

Ne ho gi visti a decine: so cos giusto

REINE

Ma non lo chiediamo a te. Sai bene che qui dentro i ruoli sono importanti: rispettarli tutto.
Ed ogni paziente viene affidato a qualcuno, rigorosamente. Ti chiaro?

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

INFERMIERA MORIKE

S, caposala.

REINE

C un grammofono nella stanza accanto, con dei dischi. Olef vuole che sia portato qui. Dice
che la musica far bene al paziente: lo aiuter.

INFERMIERA MORIKE

Vado a prenderlo.

Esce linfermiera Morike.


REINE

(allinfermiera Nyman) Ti sei occupata di mettere da parte i suoi vestiti?

INFERMIERA NYMAN

Li ho ripiegati come aveva chiesto, caposala. (mostra gli abiti)

REINE

(guardando gli abiti) Sono molto eleganti. Chiss chi .

INFERMIERA NYMAN

Sembra cos tranquillo.

REINE

Non possiamo dirlo: non sappiamo niente di lui. Desidero essere avvertita se vedi un
cambiamento, il minimo cambiamento.

INFERMIERA NYMAN

La chiamer: immediatamente.

REINE

Mi trovi nella mia stanza.

La caposala Reine fa per uscire.


INFERMIERA NYMAN

Un momento, caposala! Avrei una cosa da dirle Se posso.

REINE

Ti ascolto.

INFERMIERA NYMAN

Ho deciso di insomma

REINE

Avanti.

INFERMIERA NYMAN

Il mese prossimo me ne vado.

Silenzio.
REINE

Te ne vai?

INFERMIERA NYMAN

Torno in Inghilterra: da mia sorella, a Birmingham.

REINE

Non la prima volta che lo dici.

INFERMIERA NYMAN

Per adesso ho deciso. Ho lasciato cos tante cose laggi. Sono molto affezionata a mia
sorella.

REINE

So che le scrivi, spesso.

INFERMIERA NYMAN

Non la stessa cosa. E poi, caposala, sinceramente...

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

REINE

Non ti sei abituata a stare qui, vero?

INFERMIERA NYMAN

Ho voglia di tornare.

REINE

La nostalgia non serve a niente, infermiera Nyman.

INFERMIERA NYMAN

Lo so, ma

REINE

Ognuno di noi desidera essere da unaltra parte. Ma pi importante accettare dove si , che
sognare di essere altrove.

INFERMIERA NYMAN

Comunque ho deciso.

REINE

Che devo dirti? Come vuoi.

INFERMIERA NYMAN

Grazie.

Rientra lInfermiera Morike con un grammofono, che posiziona su un tavolino.


REINE

Sono sicura che il paziente si sveglier, fra poco.

INFERMIERA MORIKE

Credo anchio.

INFERMIERA NYMAN

Ah! Dimenticavo Guardate: ho trovato questo biglietto nella tasca della sua giacca. Forse
importante, non so

Linfermiera Nyman tira fuori un biglietto ripiegato, che mostra alle altre due.
Reine e linfermiera Morike si scambiano uno sguardo molto perplesso.
INFERMIERA MORIKE

Che significa?

REINE

Non ne ho idea, ma Lo tengo io: non fatene parola.

Reine esce dalla porta.


INFERMIERA NYMAN

Pensi che il paziente nasconda qualcosa?

INFERMIERA MORIKE

Tutti nascondiamo qualcosa, Ollie. Nessuno arriva qui senza qualcosa da nascondere.

INFERMIERA NYMAN

Perch dici questo?

INFERMIERA MORIKE

Perch lo penso.

INFERMIERA NYMAN

Credi che dovrei leggere ancora?

INFERMIERA MORIKE

Se Olef lha detto: il paziente suo, lhai sentito.

Durante le ultime parole il sonno del paziente sembra essersi allimprovviso agitato: egli ora respira con affanno,
muove inquieta la testa fra le anse del cuscino, come se fosse preda di un incubo o di una febbre alta.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

IL PAZIENTE

(nel sonno, prima come un mormorio poi pi chiaro) Le fiamme... Le fiamme!...

INFERMIERA NYMAN

Che ha?

INFERMIERA MORIKE

Sta per svegliarsi, forse

INFERMIERA NYMAN

Ha una faccia Prima non era cos: suda

INFERMIERA MORIKE

Asciugagli la fronte

Nyman gli deterge il sudore dalla fronte con una stoffa.


Ma se il suo scopo la quiete del paziente, il rimedio sembra meno che vano
IL PAZIENTE

(dimenandosi, nel sonno) Tiratemi fuori! Sono qua sotto!... Brucia tutto!...

INFERMIERA NYMAN

Dovremmo chiamare la caposala

INFERMIERA MORIKE

No, aspetta

INFERMIERA NYMAN

Ha detto

INFERMIERA MORIKE

Lo so cos ha detto

Il paziente sempre pi agitato...


IL PAZIENTE

(nel sonno, tormentato) Non respiro!... Tiratemi fuori!... Non respiro!

Linfermiera Nyman si stacca dal letto, corre al telefono, solleva il ricevitore ma lo riattacca dopo un attimo come se
non rispondesse nessuno
IL PAZIENTE

(come sopra) Il fuoco! Le fiamme! Brucia tutto!... Brucia tutto!... Le fiamme! Il fuoco! Sono
qui! Sono qui!

INFERMIERA NYMAN

Vado a chiamarla.

Esce di corsa linfermiera Nyman.


IL PAZIENTE

(quasi gridando, stravolto) Crolla tutto!... Sono qui sotto! Crolla tutto, mi crolla addosso!
Crolla! Crolla!

Linfermiera Nyman rientra dal fondo seguita dalla Caposala Reine Levson.
REINE

Da quanto cos?

INFERMIERA MORIKE

Poco.

REINE

Quanto?

INFERMIERA MORIKE

Minuti.

IL PAZIENTE

(senza tregua) Salvatemi! Salvatemi!...

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

REINE

Spalanca le tende!

INFERMIERA MORIKE

Ma da questa parte il sole batte sulle finestre

REINE

Voglio vedere la luce: spalanca le tende.

Linfermiera Nyman apre le tende. Entra la luce fortissima del tramonto.


IL PAZIENTE

(dibattendosi, ancora) Brucia tutto! Sto morendo!

INFERMIERA NYMAN

Ha iniziato allimprovviso

REINE

Non ha importanza.

IL PAZIENTE

(sempre pi forte) Non voglio morire! Non voglio morire!

INFERMIERA MORIKE

Era tranquillo, per niente agitato...

IL PAZIENTE

(contorcendosi come in uno spasmo) Tiratemi fuori! Crolla tutto!...

REINE

Ollie, va di l a prendere il registro: corri.

Linfermiera Nyman esce dalla porta.


REINE

(allinfermiera Morike) E tu: cerca Olef.

Linfermiera Morike esce.


Reine si avvicina al letto, bagna la fronte del paziente con la stoffa.
Con compassione lo fissa contorcersi, e come se lui potesse sentirla gli dice a voce non alta:
REINE

Qualunque cosa sia, sta per passare. Ti sveglierai presto.

Rientra linfermiera Nyman con un registro medico.


INFERMIERA NYMAN

Ecco il registro.

REINE

Scrivi tutto: come ha cominciato a stare cos, a che ora, in che modo, esattamente dicendo
che cosa Devi scrivere tutto: non sappiamo nulla di lui, ogni cosa pu servire a ricostruire.

Linfermiera Nyman scrive sul registro.


IL PAZIENTE

(dibattendosi) Brucia tutto!

INFERMIERA NYMAN

Quanto durer?

REINE

Di solito non molto.

INFERMIERA NYMAN

Lo spero per lui: mi fa pena.

IL PAZIENTE

(quasi un grido) Brucia!...

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

INFERMIERA NYMAN

Non ho mai visto una cosa del genere. Che gli succede?

REINE

Nessuno lo sa, tranne lui.

INFERMIERA NYMAN

Dice cose tremende.

REINE

Nessuno sa cosha passato. E cosa sta passando ora.

INFERMIERA NYMAN

Ma ora qui! Possiamo

REINE

Cosa?

INFERMIERA NYMAN

Svegliarlo noi, dirgli che al sicuro

Rientra linfermiera Morike.


INFERMIERA MORIKE

Olef non ancora arrivato.

IL PAZIENTE

(sempre pi ansimante) Crolla tutto! Tiratemi fuori!

INFERMIERA MORIKE

E una sofferenza inutile: svegliamolo.

REINE

In questi casi pericoloso: il passaggio sarebbe troppo forte.

INFERMIERA NYMAN

Lui vorrebbe che lo svegliassimo, di certo.

REINE

Assolutamente no.

INFERMIERA MORIKE

Perch!

REINE

E nel suo mondo: deve uscirne lui, da solo. Vi dico che si sveglier, fra poco!

Il paziente respira convulsamente, come in una crisi dasma


Linfermiera Morike fa per correre verso il letto.
REINE

(bloccandola) Ferma! Non puoi fare niente.

Il paziente muove tutto il corpo, con tanta forza che il letto si muove
INFERMIERA NYMAN

Sta male!

Il paziente ha degli spasmi al torace


REINE

Si sveglier.

INFERMIERA MORIKE

Quando?

REINE

Aspettiamo!

INFERMIERA MORIKE

Quanto!

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REINE

Che ore sono?

Il paziente sembra perfino soffocare.


INFERMIERA NYMAN

Faccia qualcosa!

REINE

(immobile) Che ore sono?

INFERMIERA NYMAN

Faccia qualcosa!

REINE

Che ore sono?

INFERMIERA MORIKE

Faccia qual

Il paziente lancia un grido tremendo, sul quale si sveglia di soprassalto spalancando gli occhi e drizzando la schiena
sul letto.
Silenzio.
Soltanto lansimare del suo respiro.
Le infermiere lo fissano. Accennano un sorriso, che egli non ricambia.
Per alcuni istanti rimangono cos, fuori dal tempo: immobili a guardarsi, a scrutarsi.
IL PAZIENTE

(con un filo di voce) Dove mi trovo?

REINE

In un luogo sicuro.

Silenzio.
Luomo si guarda attorno, spaesato.
IL PAZIENTE

Era un sogno?

INFERMIERA MORIKE

E tutto finito, signore.

REINE

Si appena svegliato.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Quindi sono vivo... Ne sono uscito

INFERMIERA NYMAN

Non so cosa fosse, ma sembrava tremendo.

IL PAZIENTE

(ancora suggestionato, preso da un vortice di immagini) Ho provato che vuol dire morire: i
miei ultimi istanti, sentirli scorrere senza senza poterli fermare La sensazione di
scendere nel buio Una strada che non ha uscita Come se non ci fosse pi niente, come se
avessi davvero finito

INFERMIERA MORIKE

(sorride) E invece tutto ricomincia!

IL PAZIENTE

Era cos reale

Stefano Massini Lalba a mezzanotte -

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REINE

Lo credo: quando ci si sveglia non sembra mai possibile che tutto sparisca, cos, in un
soffio Eppure adesso i suoi occhi sono aperti, unaltra volta. Ecco, si guardi intorno: di
quello che vedeva non c traccia, no? Non c pi niente che la minaccia.

INFERMIERA NYMAN

Pu respirare in pace, ora. Riposarsi.

REINE

Ha tutto il tempo per riprendere le forze: serenamente.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Voi chi siete?...

REINE

Siamo qui per aiutarla.

IL PAZIENTE

Aiutare me?...

REINE

Deve solo stare calmo. (allinfermiera Morike) Scrivi sul registro che il paziente si
svegliato. (precisando) Che si svegliato spontaneamente.

Linfermiera Morike esegue.


IL PAZIENTE

Cosa mi successo?...

REINE

Sinceramente: non lo sappiamo.

IL PAZIENTE

Come sono venuto qui?

INFERMIERA NYMAN

Lei non lo ricorda?

IL PAZIENTE

Ricordo rumore E buio, molto buio (agitandosi) Ricordo la paura di essere


prigioniero Incastrato, chiuso: odio sentirmi chiuso, non poter fuggire, non poter (si
getta fuori dal letto) Voglio andarmene!

Il paziente cade a terra per debolezza.


Linfermiera Morike e Reine lo aiutano a sedersi sul letto.
REINE

Lei molto debole. Nelle sue condizioni non possibile uscire.

IL PAZIENTE

(frastornato) Le mie condizioni

REINE

Mi dia retta: se non si agiter, far solo il suo bene. Stare qui necessario, inevitabile. Ma
nessuno prigioniero: in fondo questo un posto di passaggio. Ci si resta giusto il tempo per
riprendersi ed uscire. Cos sar anche per lei, vedr. Daccordo?

IL PAZIENTE

Certo, s

INFERMIERA MORIKE

Il nostro compito metterla a suo agio, completamente.

REINE

Tanto per cominciare: forse al nostro paziente piace la musica.

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INFERMIERA NYMAN

Devo accendere il grammofono?

REINE

Abbiamo dischi di valore: Brahms, Chopin, Mozart Quale preferisce?

IL PAZIENTE

Non ne ho idea. Non li conosco.

REINE

Non conosce Mozart?

IL PAZIENTE

S forse Mozart

REINE

Chi non adora Mozart?

IL PAZIENTE

In questo momento non so Ho una tale confusione

REINE

La musica unottima cura per questo. Rimette a posto i pensieri: ricompone il mosaico La
usiamo spesso qui.

Reine cambia il disco sul piatto del grammofono.


Le note mozartiane di Elvira Madigan si spandono per la stanza.
REINE

(allinfermiera) Ed ora il paziente vorr qualcosa per riscaldarsi: nella mia stanza c un
vassoio con il t, gli far bene. Andate a prenderlo: qui non servite pi.

Le infermiere escono dalla porta.


I due restano soli. In compagnia di Mozart.
IL PAZIENTE

Potrei chiederle che giorno oggi?

REINE

Il 7 settembre.

IL PAZIENTE

Non mi dice assolutamente niente.

REINE

Sa almeno di che anno?

IL PAZIENTE

(riflette, poi) Millenovecento e

REINE

E?

IL PAZIENTE

Non lo so.

REINE

Si concentri: provi.

IL PAZIENTE

Tanto vale che me lo dica: tirerei a indovinare.

REINE

E il 7 settembre 1940.

IL PAZIENTE

Vuoto completo.

REINE

Lo riempir.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 13

IL PAZIENTE

Ha mai camminato nella nebbia? Ecco: mi sento cos. E anche i miei occhi: sono talmente
appannati, vedo le cose come sottacqua.

REINE

Nel taschino del suo abito cera una custodia con degli occhiali.

IL PAZIENTE

Quindi porto gli occhiali: una scoperta. Potrei averli?

REINE

Li ho messi da parte.

Reine tira fuori una custodia di pelle e la porge al paziente.


REINE

Eccoli.

IL PAZIENTE

La ringrazio. (mette gli occhiali lasciando la custodia sul letto) Decisamente meglio.

REINE

Per il resto come si sente?

IL PAZIENTE

Molto stanco. Mi fa fatica respirare.

REINE

Passer.

IL PAZIENTE

Mi state curando?

REINE

Le abbiamo dato qualcosa.

IL PAZIENTE

E poi fa molto freddo.

REINE

Effetto del suo stato: anche questo passer.

IL PAZIENTE

Quando?

REINE

Presto. Glielo prometto, si fidi

IL PAZIENTE

(sorride) Mi fider.

Luomo si guarda attorno.


IL PAZIENTE

E un ospedale questo?

REINE

Lei cosa pensa?

IL PAZIENTE

Non so, credo Lei vestita di bianco E la stanza mi sembra Sbaglio?

REINE

No, non sbaglia: io sono Reine Levson, la caposala del reparto, che poi lunico
dellospedale Certo ci vuole fantasia a chiamarlo ospedale: due piani in tutto, medici e
infermieri li conti quasi sulle dita di una mano Daltra parte questa solo unisola.

IL PAZIENTE

Unisola?

REINE

Fjrden, si chiama cos.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 14

IL PAZIENTE

Mai sentita.

REINE

Per un terzo circondata dal mare, per gli altri due dal ghiaccio. Dove la natura pi nemica,
c questisola con tanto di ospedale.

IL PAZIENTE

Siamo sul Mare del Nord?

REINE

SullArtico. Dieci miglia a settentrione delle Svalbard. Sopra di noi ci sono solo gli iceberg.
Ci chiamano isola del non ritorno, ma non si spaventi: solo un modo di dire, da Fjrden si
torna sempre indietro. La verit che - qualunque sia il viaggio - qui si ferma, e prosegue in
altro modo. Anche da quella finestra si vedono i ghiacci, sa? Quando c il sole accecano
(si avvicina alla finestra, guarda) E quelle in fondo sono le case del porto, oltre la scogliera.
Non pu sbagliare: sono rosse coi tetti bianchi, tutte intorno al faro Se fa eccezione per le
volpi e gli orsi, chi abita a Fjrden sta in quelle case l. Anchio.

IL PAZIENTE

Non ha senso Mi chiedo: come ci sono finito?... Come posso esser arrivato quass e non
ricordare niente? Deve esserci un motivo per cui mi trovo

REINE

Allisola del non ritorno?

IL PAZIENTE

Qui, in cima al mondo.

REINE

Speravamo ce lo dicesse lei.

IL PAZIENTE

Non lo so. Davvero: non lo so.

REINE

La sua mente ha chiuso i cassetti. Li chiamano cos: i cassetti della memoria. Accade
abbastanza spesso. Appena il corpo si sente in pericolo - appena perde il controllo - mette al
sicuro le sue parti preziose: per proteggerle. E i ricordi sono la cosa pi ricca che abbiamo: i
ricordi sono tutto Lei deve solo ritrovare la chiave.

IL PAZIENTE

E se non la trovassi?

REINE

La trover.

Silenzio.
IL PAZIENTE

C una luce cos strana.

REINE

Sempre, qui.

IL PAZIENTE

E giorno o notte?

REINE

Il sole appena tramontato. Un attimo fa: mentre lei si svegliava.

IL PAZIENTE

Che ore sono?

REINE

Mezzanotte.

IL PAZIENTE

E il sole tramontato?

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 15

REINE

Glielho detto: mentre lei si svegliava, alle ventitr e quarantasei.

IL PAZIENTE

Le ventitr e quarantasei

REINE

In punto. Annotiamo tutto su quel registro.

IL PAZIENTE

Mi sveglio in un ospedale. Su unisola. Fra i ghiacci. E per giunta il sole tramonta alle
ventitr e quarantasei.

REINE

Non si meravigli: se non fossimo quass sarebbe notte piena. Ma a Fjrden sopra
lottantesimo parallelo la luce non vuole regole: le ventitr e quarantasei sono come le
undici del mattino.

IL PAZIENTE

Che vuol dire?

REINE

Siamo nel mese di settembre: il sole non fa tempo a tramontare che gi rinasce. Alle ventitr
e quarantasei se ne andato? Fra unora al massimo sorger di nuovo. Di continuo, senza
tregua: muore e nasce, rimuore e rinasce Glielho detto: siamo lontani dal mondo qui,
lontani dagli uomini, dalle loro leggi. Perfino il sole se ne infischia. Qui comanda la natura: e
luomo accetta il gioco, non pu fare altro. Cos vale per tutti noi Ed anche per lei,
signor

Silenzio.
REINE

Non ricorda il suo nome?

IL PAZIENTE

(concentrandosi) Come mi chiamo

REINE

Non si agiti.

IL PAZIENTE

Neanche questo! Non ricordo niente! (gridando) Nulla! Zero!

REINE

Ha perso molte forze, normale che stia cos

IL PAZIENTE

No, non normale! Non lo dica! Lei mi tratta come se fosse tutto ovvio! Mi dice di stare
tranquillo, mi fa sentire Mozart! Come se la cosa non fosse incredibile, assurda!

REINE

Non lo . Deve stare calmo.

IL PAZIENTE

Non posso stare calmo! E tolga questa musica!

REINE

Ma

IL PAZIENTE

Voglio che la tolga! Subito! La odio!

Reine stacca il grammofono.


Silenzio.
IL PAZIENTE

Daccordo Con ordine Lei era presente quando sono entrato qui?

REINE

No, mi spiace.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 16

IL PAZIENTE

Non avevo addosso documenti? Non mi avete trovato accanto che ne so un baule, una
cassa, un bagaglio?

REINE

A dire il vero s: c una valigia.

IL PAZIENTE

Ebbene? Che aspetta a darmela?

REINE

Non le servirebbe.

IL PAZIENTE

Voglio vederla: dov?

REINE

E questa... (da sotto il letto tira fuori una valigia scura da viaggio) Se la vuole controllare...

Il paziente apre di corsa la valigia: interamente vuota.


IL PAZIENTE

Non c niente (cercando fra le tasche, le fodere) Neanche un biglietto, un indirizzo, un


pezzo di stoffa: niente.

REINE

Non abbiamo tolto nulla: era gi cos.

IL PAZIENTE

Non vi credo! Qualcuno deve averla svuotata: impossibile! Nessuno viaggia con la valigia
vuota!

Il paziente getta la valigia a terra, Reine la raccoglie e la richiude lasciandola in un angolo.


IL PAZIENTE

Ci dovr pur essere qualcuno che mi cerca!

REINE

Nessuno finora, mi dispiace.

IL PAZIENTE

Diffondete la notizia: che c uno sconosciuto, qui, senza memoria

REINE

Labbiamo fatto, ma

IL PAZIENTE

Cosa?

REINE

Fjrden quasi isolata: deve esserci stata una tempesta di neve al largo, quando capita i
ricevitori non funzionano.

IL PAZIENTE

Avrete un corriere, un collegamento! Tutte le isole ce lhanno!

REINE

Non c anima viva nel raggio di miglia: lisola pi vicina a cinque ore di distanza e il
vento soffia gi a dieci gradi sotto zero. Alla fine siamo sulla terra ma fuori dalla terra.

IL PAZIENTE

Non possibile!

REINE

Parler con il dottor Olef e tutto si chiarir, di certo.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Il dottor?

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 17

REINE

Olef.

IL PAZIENTE

(colpito, come da un presentimento) Uno strano nome

REINE

Lo conosce?

IL PAZIENTE

No: non credo Per

Il paziente sembra cercarsi dentro, chiss dove fra i pensieri


IL PAZIENTE

Olef Gustav Olef Si chiama Gustav Olef?

REINE

Esattamente, s: Gustav Olef! Si chiama cos.

IL PAZIENTE

So il suo nome

REINE

Molto bene.

IL PAZIENTE

Gustav Olef ma non so dargli un viso

REINE

Per sa che si chiama Gustav: deve avere un significato.

IL PAZIENTE

Mi creda: non so assolutamente perch.

REINE

Comunque del suo caso si occupa lui. Anzi, forse gi qui. Ha detto di avvertirlo quando lei
si svegliava. Lo chiamo subito.

Reine si avvicina al tavolo, solleva la cornetta di un telefono.


REINE

(parlando) Il dottor Olef? S, sono Reine, dalla camera diciotto Volevo dirle che il
paziente si svegliato Poco fa, s, alle ventitr e quarantasei E debole, lo vedr E non
ricorda niente, neanche il nome Gli ho detto della valigia No, non ha nessuna
spiegazione Certo, dottore: rimango qui, non mi muovo La aspetto. (riattacca il
ricevitore) Sar qui fra un attimo.

Reine fissa il paziente negli occhi:


REINE

Senta: lo so che difficile. Ma andr tutto a posto.

IL PAZIENTE

Che posso fare? Mi affido a voi.

REINE

Non ci vorr molto, lo sento Ecco:le dico che prima dellalba tutto sar pi chiaro.

Entra linfermiera Morike, con un vassoio da t.


INFERMIERA MORIKE

Il suo t pronto.

REINE

Se vuole alzarsi pu berlo in poltrona.

IL PAZIENTE

Potrei?

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 18

REINE

Naturalmente, la aiuto io. Nel frattempo linfermiera Morike rimetter un po a posto il suo
letto.

INFERMIERA MORIKE

Ne ha bisogno.

IL PAZIENTE

Ho perfino strappato il lenzuolo: non so cosa mi sia preso

INFERMIERA MORIKE

Nessun problema: lo cambiamo.

IL PAZIENTE

Anche il cuscino fradicio di sudore.

INFERMIERA MORIKE

Non si deve preoccupare. Sieda in poltrona e dimentichi tutto.

REINE

(prende dallappendiabiti una giacca da camera) Ecco: metta questa sulle spalle. Forse non
la sua misura, ma tant La teniamo sempre pronta, lavata e stirata, per i nuovi pazienti.

IL PAZIENTE

Per quelli come me, con la valigia vuota

INFERMIERA MORIKE

Nessuno viene a Fjrden con la giacca da camera: il Polo Nord non un posto da vestaglia.

Il paziente indossa la giacca da camera.


INFERMIERA MORIKE

Le sta perfetta.

Il paziente si alza e appoggiandosi a Reine arriva alla poltrona.


Linfermiera Morike gli versa una tazza di t.
IL PAZIENTE

Sento che ho la barba sfatta

INFERMIERA MORIKE

(iniziando a ricomporre il letto) Qui nessuno ci fa caso.

REINE

Non

IL PAZIENTE

Non questo: non ci sono abituato, mi d fastidio Se fosse possibile avere uno specchio:
me la taglio una volta ogni due giorni, con un rasoio bagnato nellacqua (si ferma
perplesso, riflette. Poi) Sono ridicolo, vero? Non ricordo come mi chiamo ma so tutto
della mia barba

INFERMIERA MORIKE

Da qualche parte dovr iniziare!

REINE

Avr rasoio e specchio: ce n uno appeso in fondo al corridoio, lo vado a prendere.

IL PAZIENTE

Lei gentile.

REINE

Perch non esserlo?

ci formalizziamo.

Reine esce dalla porta.


Il paziente inizia a sorseggiare il t dalla tazza bianca, mentre linfermiera cambia il letto.
INFERMIERA MORIKE

Beva il suo t: non lo faccia freddare.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 19

IL PAZIENTE

(guardandosi attorno) Chi ha dipinto questi quadri?

INFERMIERA MORIKE

Le piacciono?

IL PAZIENTE

Non riesco a non guardarli.

INFERMIERA MORIKE

Io li trovo cos tristi.

IL PAZIENTE

Ma c qualcosa di vero, dentro. Qualcosa di forte, di reale. Ho la sicurezza che non siano
inventati (fissando un quadro in particolare) Quel sentiero fra gli alberi, ad esempio:
giurerei che esiste veramente, cos come sta sulla tela.

INFERMIERA MORIKE

A me non dice niente: non mi fa nessun effetto.

IL PAZIENTE

Nessuno di noi uguale.

INFERMIERA MORIKE

Gi. Ma a me non faccia caso.

IL PAZIENTE

Perch?

INFERMIERA MORIKE

Detesto i quadri. Sono roba morta, senza vita: gli manca il tempo, mi spiego? Gli manca
che ne so?... la foglia che cade dopo un attimo e il ramo non pi lo stesso. E poi il rumore,
le voci, le parole, il chiasso: nei quadri non c traccia. Solo silenzio: fisso, immobile Ed io
lo odio, non lo sopporto.

IL PAZIENTE

Ma anche qui da voi c silenzio: molto.

INFERMIERA MORIKE

Infatti. Il silenzio che c sullisola fa uscire di testa: non d scelta. E cos forte che vince, su
tutto.

IL PAZIENTE

Che vuol dire?

INFERMIERA MORIKE

Che il mare sugli scogli farebbe rumore ma qui quasi sempre ghiaccio, lo vedi sempre
bianco, fermo, muto: silenzio. Come dipinto: come morto. Perfino la pioggia - anche lei
farebbe rumore - qui diventa subito neve, e per quanto sia forte nemmeno la senti. Non ci ho
mai fatto labitudine.

IL PAZIENTE

Lei non di qui?

INFERMIERA MORIKE

Nessuno lo . Le sembrer strano ma quass non ci si nasce: ci si arriva e basta Magari per
fuggire, come lei

Silenzio.
IL PAZIENTE

Io? Fuggire?... Perch dice questo? Sa qualcosa?

Entra Reine, con uno specchio e un rasoio da barba.


REINE

Lo specchio che ho trovato abbastanza grande, pu appoggiarlo alla spalliera del letto. Per
la sua barba andr pi che bene: non crede?

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 20

Il paziente scaglia con forza a terra la tazza del t, che va in frantumi.


Silenzio.
REINE

(allinfermiera, subito) Che gli hai detto?

INFERMIERA MORIKE

Niente. Solo

REINE

Non credo che ci interessino le tue storie.

IL PAZIENTE

S invece: voglio che mi racconti.

REINE

Stai affaticando il paziente: deve riposare.

IL PAZIENTE

Glielo chiedo io.

REINE

Parlerete pi tardi.

IL PAZIENTE

Pi tardi!

REINE

Oppure domani. Per il bene del paziente. Ed ora esci.

INFERMIERA MORIKE

Non ha senso.

REINE

Non ne discuto con te: sei nuova e inesperta.

INFERMIERA MORIKE

Conosco benissimo il

REINE

Per oggi hai finito il tuo turno. Puoi andare.

IL PAZIENTE

Ma

REINE

Puoi andare!

Silenzio.
Le due donne si fissano come una sfida.
INFERMIERA MORIKE

Quando glielo direte?

REINE

Non spetta a te.

INFERMIERA MORIKE

Ha diritto di sapere, lo riguarda.

REINE

Esci di qui.

LInfermiera Morike fissa Reine, poi il paziente. Quindi esce sbattendo la porta dietro di s.
Silenzio.
IL PAZIENTE

(a Reine, fissandola) La mia valigia era davvero vuota? Voi di me conoscete qualcosa, io no.
Vorrei sapere.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 21

Silenzio.
IL PAZIENTE

Cosa mi nascondete?

Silenzio.
IL PAZIENTE

Mi risponda!

Reine ne evita lo sguardo.


Il paziente a fatica si alza dalla poltrona e raggiunge la donna dalla parte opposta della stanza.
IL PAZIENTE

Mi ha mentito, vero?

REINE

Si sbaglia.

IL PAZIENTE

Ho perso la memoria ma non la logica: troppe cose non tornano

REINE

Sapr tutto, quando ricorder.

IL PAZIENTE

Subito! Ora! (stringendole con le mani il viso contro il proprio, per fissarne lo sguardo) Mi
guardi, voglio che mi risponda: lei cosa sa di me?

REINE

Niente

IL PAZIENTE

(afferrandola per il colletto) Me lo dica! (gridando, con rabbia) Lei cosa sa di me!

Si spalanca la porta.
Fa il suo ingresso Gustav Olef. Et indefinita, di certo non giovane.
Doppiopetto scuro sotto un camice bianco.
Il paziente fissa lo sguardo negli occhi del dottore, in un silenzio che sembra durare da sempre.
GUSTAV OLEF

Pu uscire, signora Reine. (senza togliere lo sguardo dal paziente) Qui dentro ha gi fatto il
suo lavoro.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Rimango io con il paziente.

La caposala Reine si avvia alluscita.


GUSTAV OLEF

Chiuda pure la porta. (pausa) Nessuno ci disturber.

Reine esce e chiude la porta dietro di s.


I due uomini si fissano ancora.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Silenzio.

Vuole saperlo? Davvero?

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 22

GUSTAV OLEF

Vuole che io le dica, adesso, quello che so di lei? Di solito in questo posto ci mettiamo nei
vostri panni: evitiamo la fretta che sempre una cattiva maestra. Lei di se stesso non sa
niente: neanche il nome. Eppure pretende di sapere cose che mi creda in questo momento
non la aiuterebbero Nel suo interesse credo che sia giusto procedere per passi: uno dopo
laltro. Ed io sono qui per questo. In fin dei conti la carta migliore quella che si scopre al
momento giusto

IL PAZIENTE

E adesso.

GUSTAV OLEF

Perfetto: come vuole. Ma potrebbe anche non piacerle, la avverto.

IL PAZIENTE

Un attimo (fissandolo ancora) Lei Gustav Olef

GUSTAV OLEF

Sono io.

IL PAZIENTE

Anche il suo viso non mi nuovo. Sto per impazzire oppure

GUSTAV OLEF

Oppure?

IL PAZIENTE

Oppure chi lei?

GUSTAV OLEF

Potrei farle la stessa domanda: chi lei, signor Wi.Ar.?...

Silenzio.
IL PAZIENTE

Wi.Ar.?

GUSTAV OLEF

Ha capito bene.

IL PAZIENTE

Sono le mie iniziali?

GUSTAV OLEF

Stanno scritte a mano, come una firma, in fondo a questo foglio (mostra un foglio di carta
ripiegato) Labbiamo trovato nella sua giacca: ci sono scritte poche righe: sembrano versi.
Interessanti Dicono molto di chi li ha scritti, di questo Wi.Ar. E non mi dica che non
lei, perch la sigla sta dappertutto: nella fodera della sua giacca, sul colletto della camicia
E perfino stampata sulla penna che aveva in tasca e sulla custodia di quegli occhiali.
(prende la custodia dal letto, indica un punto) Ecco: la vede? Quattro lettere: Wi.Ar.

Olef passa il foglio al paziente.


GUSTAV OLEF

Vorrei che lo leggesse, a voce alta.

Silenzio.
IL PAZIENTE

(leggendo) Io fuggo. Ancora, sempre. Mi sottraggo. Non accetto di avere un ruolo, e


mentre tutto mi chiede presenza, scelgo lassenza. Mi nascondo dove nessuno mi potr
cercare, dove nessuno mi verr mai a reclamare. Evado, non lascio traccia, escludo di tornare:
salgo a distanze talmente lontane che - per chiunque - sar impossibile da ritrovare

Silenzio.
Il paziente colpito, lascia cadere il foglio a terra.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 23

Si allontana di qualche passo, toglie gli occhiali.


IL PAZIENTE

Ho scritto io quei versi, s: ho memoria di questo.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Allora? Da cosa fugge, signor Wi.Ar.?

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Forse lei a nasconderci qualcosa, non crede?

IL PAZIENTE

Se anche fosse, giuro: non ricordo cosa.

GUSTAV OLEF

Quei versi mi fanno pensare che ho davanti chi? Un fuggiasco?

IL PAZIENTE

Non lo so

GUSTAV OLEF

Un evaso?

IL PAZIENTE

Non lo so!

GUSTAV OLEF

Un ricercato?

IL PAZIENTE

Non lo so! Non lo so!

Silenzio.
GUSTAV OLEF

(lo fissa, poi) Mi scusi. Non era mia intenzione aggredirla.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Vorrei risponderle. Preferirei essere il peggiore degli uomini, ma almeno sapere di esserlo.

GUSTAV OLEF

Io non la giudico, non il mio ruolo: devo aiutarla, per, a ricordare

IL PAZIENTE

Come posso ricordare se non so nemmeno da cosa fuggo? Forse perfino da lei: potrebbe
essere il mio peggiore nemico, eppure sto qui ad ascoltarla.

Olef raccoglie da terra i frantumi della tazza bianca.


GUSTAV OLEF

Vede questi pezzi? Prima di cadere a terra stavano tutti insieme. Ed io o lei - ci prendevamo
un t caldo. Ci pensi, qui ci sono tutti i pezzi di quella tazza: non ne manca nemmeno uno.
Ma siccome non stanno pi insieme, io e lei diciamo che questi pezzi sono allimprovviso
inutili, da buttare.

IL PAZIENTE

E non vero?

GUSTAV OLEF

E vero per questi pezzi, forse Ma non vero per noi stessi, signor Wi.Ar: dentro di noi
nessun frammento inutile, nessun ricordo da buttare. Non c la tazza che serve finch
intatta: la memoria conserva ogni cosa, non getta niente. Alla fine viviamo per questo: per

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 24

ricostruire. Di continuo: ricostruire. E guardi che dimenticare non mai perdere: solo
perdere di vista... Per poi - un giorno - ritrovare.
IL PAZIENTE

Pu aiutarmi?

GUSTAV OLEF

Solo se lei vuole. Scopriremo cos stata la sua vita prima di Fjrden. E perch ci finito.

IL PAZIENTE

Poter essere chiunque: questo dubbio allucinante.

GUSTAV OLEF

Lei non chiunque. Ha unidentit, precisa: ce lha anche adesso, non lha perduta.

IL PAZIENTE

Ma non so quale!

GUSTAV OLEF

Abbia il coraggio di chiederselo.

IL PAZIENTE

Lo sto facendo.

GUSTAV OLEF

Fa parte dellanimo umano, sa? Cerchiamo la risposta senza farci la domanda. E ci danniamo
se la risposta non si trova, se sfugge. A volte farsi una domanda gi darsi una risposta. Lei
dice di non poter ricordare, io le chiedo: sicuro di voler ricordare?

IL PAZIENTE

Pensa che io stia recitando? Che sia tutta una scenata, che

GUSTAV OLEF

Me lo dimostri.

Olef afferra lo specchio portato poco prima da Reine.


GUSTAV OLEF

Ecco: tanto facile guardarsi in uno specchio (si guarda) Sapere che io sono questo
riflesso. E fidarsi delleffetto, che lunico modo per vederci dallesterno Ma se mi
guardasse oltre al di l del viso: dentro allora cosa rifletterebbe lo specchio?

Si avvicina al paziente e gli mette lo specchio davanti al viso.


GUSTAV OLEF

Questo lei, questo Wi.Ar.... La sua faccia, i suoi occhi, il suo sguardo... Si sar visto mille
volte: non le smuove niente? Questo il viso che parla per lei, quello che chiama io, me,
il sottoscritto Si scavi dentro! Non si arrenda! Fissi questa faccia, non le dia piace! La
inchiodi, la perseguiti finch non le dice chi c dietro quelle iniziali! Lei di questo viso
conosce ogni ruga: lha visto cambiare, giorno dopo giorno, da uno specchio allaltro, da un
pensiero allaltro: ininterrottamente. Non abbia paura di sfidarsi: questa faccia non un
estraneo, la vita che c dietro tutta scritta, basta leggerla Le ripeto: guardi quel viso.
Guardi le labbra. Guardi ogni ruga, ogni piega: non sono mute, parlano Quello che la sta
fissando l nel vetro - un uomo che ha deciso di scappare Ma da cosa? Da chi? Glielo
chieda Dalle bombe? Dalle armi? Glielo chieda E il 1940: lEuropa brucia, da anni,
anche se qui a Fjrden non ne arriva neanche il rumore Fugge da questo, lei? Dalla guerra?
Dai nazisti? E un disertore? Un prigioniero politico? Che razza di vita c dietro quegli
occhi?... Glielo chieda!...

Il paziente fissa il proprio viso nello specchio.


Silenzio.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 25

IL PAZIENTE

Vengo dal nulla, dottore. E vuole saperlo? Ho il terrore di scoprire chi questo viso
(pausa, continuando a fissarsi come rapito. Poi quasi ridendo) Mi rendo conto adesso che la
faccia di un uomo come come la copertina di un libro: infinitamente inutile rispetto a
quello che contiene (assente, come arreso) Ed io ho fatto come i libri vecchi, li ha mai
visti? Quando un giorno apparentemente senza ragione perdono allimprovviso la
rilegatura: tutte le pagine centinaia volano via senza pi ordine, n numero Niente e
nessuno le metter pi insieme perch ci che le legava si perso, e solo ci che lega d un
senso Per me cos: il mio libro non ha pi niente. (ritrovando il viso nello specchio) C
rimasta la copertina, stupida: sta qui, guardi: nel suo specchio

GUSTAV OLEF

Non vero.

IL PAZIENTE

Non ho neanche il titolo: soltanto le iniziali.

GUSTAV OLEF

Del suo libro sappiamo altre cose, per rimettere in ordine le pagine.

IL PAZIENTE

S? Allora avanti: me lo dica: cosa sappiamo? Che mi sono svegliato da un incubo tremendo,
certo! In un ospedale del Polo Nord! So anche lora se vuole, sta scritta: le ventitr e
quarantasei!

GUSTAV OLEF

La smetta.

IL PAZIENTE

So che possiedo una valigia, certo. Ma vuota!

GUSTAV OLEF

Fare cos non servir a niente.

IL PAZIENTE

So che il mio nome comincia per Wi, il mio cognome per Ar: allora? Ci saranno centinaia di
persone al mondo!

GUSTAV OLEF

Ma sappiamo anche altro!

IL PAZIENTE

Niente.

GUSTAV OLEF

Piccole cose.

IL PAZIENTE

Inutili.

GUSTAV OLEF

Importanti: almeno per partire. Sappiamo ad esempio che lei non povero: infatti porta le
iniziali ricamate sui vestiti

IL PAZIENTE

Non mi aiuta.

GUSTAV OLEF

E sappiamo che in grado di scrivere versi: forse un artista.

IL PAZIENTE

E ridicolo.

GUSTAV OLEF

O semplicemente un uomo di cultura: forse un insegnante? Magari uno scrittore.

IL PAZIENTE

Perch non un pazzo? Uno che copia i versi altrui e fugge fra i ghiacci con la valigia vuota,
alla ricerca di chiss cosa Wi.Ar.: iniziali di uno scemo che va a caccia di memoria

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 26

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Un metodo c.

IL PAZIENTE

Per cosa.

GUSTAV OLEF

Per andare a caccia di memoria. Stringerla nellangolo. Sorprenderla.

IL PAZIENTE

Che significa.

GUSTAV OLEF

Le dir alcune parole: per ognuna lei ne risponder unaltra, la prima che le viene in mente.

IL PAZIENTE

Pu servire?

GUSTAV OLEF

E un tentativo.

IL PAZIENTE

Non porter nulla.

GUSTAV OLEF

Se non prova non lo sapr.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Daccordo.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Cominciamo con qualcosa di semplice Non ci pensi: mi risponda e basta. (pausa, lo fissa)
Rosso.

IL PAZIENTE

Fuoco.

GUSTAV OLEF

Bianco.

IL PAZIENTE

Latte.

GUSTAV OLEF

Giallo.

IL PAZIENTE

Fieno.

GUSTAV OLEF

Bene cos: andiamo avanti. (pausa) Pane.

IL PAZIENTE

Fame.

GUSTAV OLEF

Forno.

IL PAZIENTE

Fumo.

GUSTAV OLEF

Legno.

IL PAZIENTE

Porta.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 27

GUSTAV OLEF

Casa.

IL PAZIENTE

(subito) Londra.

GUSTAV OLEF

Ha detto Londra? Eimportante, ha collegato casa a Londra Lei viene da Londra?

Silenzio.
IL PAZIENTE

(riflettendo) No (come intuendo la sagoma di qualcosa nellombra) Non proprio


Londra Ma E vero E vicino a Londra: appena fuori, in campagna Sono nato l, mi
ricordo! Vedo la casa C un grande camino La scala che sale in soffitta La cucina con
due finestre: davanti lo steccato, poi il cancello, la strada Questo lo ricordo! Mi ricordo!

GUSTAV OLEF

E un buon segno.

IL PAZIENTE

Voglio continuare la prova: potrei scoprire altro.

GUSTAV OLEF

Va bene: riprendiamo Come prima: a domanda risposta. (pausa) Verde.

IL PAZIENTE

Foglia.

GUSTAV OLEF

Nero.

IL PAZIENTE

Cane.

GUSTAV OLEF

Guerra.

IL PAZIENTE

Fuga.

GUSTAV OLEF

Bombe.

IL PAZIENTE

Morte.

GUSTAV OLEF

Strada.

IL PAZIENTE

Fiume.

GUSTAV OLEF

Pioggia.

IL PAZIENTE

Lampo.

GUSTAV OLEF

Tuono.

IL PAZIENTE

Scoppio.

GUSTAV OLEF

Fulmine.

IL PAZIENTE

Albero!

GUSTAV OLEF

Incendio!

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 28

IL PAZIENTE

Morte... (turbandosi) Fermiamoci

GUSTAV OLEF

Continuiamo Viaggio.

IL PAZIENTE

Ritorno.

GUSTAV OLEF

Giorno.

IL PAZIENTE

Notte.

GUSTAV OLEF

Buio.

IL PAZIENTE

Morte (sempre pi scosso) Vorrei smettere.

GUSTAV OLEF

No! Sole.

IL PAZIENTE

Luce.

GUSTAV OLEF

Caldo.

IL PAZIENTE

Freddo.

GUSTAV OLEF

Ghiaccio.

IL PAZIENTE

Morte Per favore: la prego!

GUSTAV OLEF

Ho detto avanti! Luna.

IL PAZIENTE

Cielo.

GUSTAV OLEF

Terra.

IL PAZIENTE

Morte Mi sento male!

GUSTAV OLEF

Mare.

IL PAZIENTE

Acqua.

GUSTAV OLEF

Fuoco.

IL PAZIENTE

Morte Non respiro!

GUSTAV OLEF

Sogno!

IL PAZIENTE

Morte! Morte!

GUSTAV OLEF

Fiamme!

IL PAZIENTE

Morte! Morte! Morte!

Il paziente cade a terra, ansimante.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 29

Il dottore lo soccorre e lo aiuta a sedersi sulla poltrona.


Silenzio.
GUSTAV OLEF

Cosha a che fare il fuoco con la paura di morire? E i fulmini? Perch ne ha terrore?

Silenzio.
IL PAZIENTE

Non lo chieda a me... Io sono come questa giacca da camera: la porto addosso anche se non
mi appartiene Allora non mi chieda dei miei pensieri perch non mi appartengono: io li
contengo e basta.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

(guardando fuori dalla finestra) Vengo spesso a questa finestra, lo sa? E lunica da cui si
vedono bene i ghiacci, l, in fondo: mi piace guardarli E ho imparato un po a conoscerli,
col tempo: sono molto simili a noi, mi creda. Il ghiaccio allapparenza duro, solido,
compatto: sembra che esista da sempre e che debba esistere per sempre, senza mai crollare.
Non cos: il ghiaccio si muove, dentro. Sembra immobile, ma non sta mai fermo. Anche in
questo momento, mentre io li guardo, so che oltre quel muro bianco c qualcosa che sta
cambiando, che si modifica ora -, che prende forma E anche se tutto mi sembra identico
a ieri, in realt non lo Finch ad un tratto, senza che me lo aspetti, tutto questo lavoro che io non vedo giunge al suo effetto: grandi pezzi di ghiaccio si staccano via,
allimprovviso, precipitano gi nel mare, giganteschi, sollevano onde Solo a quel punto mi
rendo conto che qualcosa, l sotto, si muoveva da tempo. (pausa) I ricordi dentro di noi fanno
cos in fondo: lavorano in silenzio, smuovono blocchi, scorrono, cercano strade, si sommano
e si sottraggono finch

IL PAZIENTE

Finch?

GUSTAV OLEF

Finch il ghiaccio non resiste e crolla in mare: anche i pensieri crollano

IL PAZIENTE

e si chiama paura.

GUSTAV OLEF

Si chiama paura.

IL PAZIENTE

Devessere cos, s.

GUSTAV OLEF

Lo per tutti. Siamo tutti parenti del ghiaccio: tutti.

IL PAZIENTE

I fulmini, le bombe, il fuoco: le mie paure

GUSTAV OLEF

Il suo ghiaccio che si muove.

IL PAZIENTE

Se fuggissi da questo?

GUSTAV OLEF

Prima di svegliarsi, cosa cera nel suo incubo?

IL PAZIENTE

Non ricordo i dettagli Ma cera una grande cupola di vetro, che crollava dallalto Cera
un suono che cambiava: da dolcissimo ad assordante E cerano colori: grigio, nero, il rosso
delle fiamme

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 30

GUSTAV OLEF

Dovrebbe dipingerlo.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Dipingerlo?

GUSTAV OLEF

Come faccio io, da anni. Dipingere ricordi, sensazioni, sogni: quello che ho dentro, quello
che vedo di me stesso. Al di l dello specchio.

Il paziente si gira a guardare i quadri appesi.


IL PAZIENTE

Ha dipinto lei tutto questo?

GUSTAV OLEF

Sono i miei ricordi, s.

IL PAZIENTE

(fissando i quadri, molto attratto da ci che rappresentano) Materia viva: reale Fino da
quando li ho visti sapevo che erano vissuti Non idee, non fantasie, no: carne. (guarda Olef)
Non so dirle perch, ma sono bellissimi.

GUSTAV OLEF

Larte aiuta a conoscersi. Lo lessi una volta su un libro e per me cos.

IL PAZIENTE

Non solo per lei. Questi quadri, non so, mi riguardano. Li sento miei, non solo di chi li ha
fatti. Se li fisso ho come limpressione di di poter ricordare.

GUSTAV OLEF

Ne scelga uno.

IL PAZIENTE

Prego?

GUSTAV OLEF

Ne scelga uno, le dir cos, perch lho dipinto.

Il paziente si guarda attorno, il suo sguardo si ferma sul quadro che riporta un sentiero fra gli alberi.
IL PAZIENTE

(tendendo il dito) Quello. Sicuramente: quello.

Olef stacca il quadro.


GUSTAV OLEF

Perch ha scelto questo?

IL PAZIENTE

Mi familiare. Quel sentiero di sassi quel ponte sul fiume quegli alberi E come se
anchio lavessi visto.

GUSTAV OLEF

Prima ha detto di essere nato fuori Londra, in campagna Questa una strada nel bosco, fra
i campi.

IL PAZIENTE

In Inghilterra?

GUSTAV OLEF

No, in Danimarca. Sono nato l.

IL PAZIENTE

Ma io conosco una strada come questa Ce lho dentro, potrei dipingerla anchio:
leggermente diversa ma si assomigliano, molto Mi parli di questa strada!

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 31

GUSTAV OLEF

E lei della sua! Pu essere importante!

IL PAZIENTE

Se chiudo gli occhi mi sembra di vederla

GUSTAV OLEF

E la strada lunica - che porta dal paese verso casa nostra: passa in mezzo ai campi

IL PAZIENTE

Al massimo mezzora a piedi, col mio passo; se ho fretta e corro posso metterci anche
meno

GUSTAV OLEF

Conosco questa strada in ogni sasso: potrei dire a memoria la mappa di ogni steccato, di
ogni muro...

IL PAZIENTE

Nessuna curva, nessun dosso mi coglie di sorpresa: noterei lassenza di un filo derba, la
comparsa improvvisa di un nido

GUSTAV OLEF

Riconosco labbaiare di ogni cane, e in lontananza la sagoma di tutte le case

IL PAZIENTE

Io so come cambiano - a terra - le ombre dei rami, ad ogni ora di ogni giorno di ogni
stagione! So che in autunno le foglie a terra fanno un tappeto giallo, ma basta un giorno a
cambiargli colore, e diventa talmente scuro che quasi lo confondo con la forma delle
scarpe

Il paziente si lascia trascinare dal ricordo come un fiume in piena.


Olef si trae un passo indietro e lo osserva come fosse uno spettacolo sacro
IL PAZIENTE

So che in estate il sole asciuga la strada. E in certi giorni, con il caldo, la secca fino in
fondo, cos che non sembra pi terra ma sabbia! Come la sabbia si alza somiglia al fumo! fa una polvere che mi entra dentro, negli occhi, e brucia! Brucia!...

GUSTAV OLEF

In primavera?

IL PAZIENTE

In primavera la strada splendida: il fiume che scorre accanto diventa quasi verde col
riflesso degli alberi che come un arco lo coprono di foglie. Mi fermo sulla riva, tutti i giorni:
se respiro laria a pieni polmoni sento un brivido di fresco che mi scorre per la gola, ed
buono! Buono come mettere la mano, infilarla lo faccio spesso dinverno dentro lerba
bassa, di mattina, quando ancora umida per la notte, quasi gelata allombra di un recinto:
gelida, come i cristalli di ghiaccio che il ponte fa a gennaio - appesi al muschio - e con un
colpo secco se vuoi li puoi staccare, giocarci in aria come fossero pugnali, poi guardarli
sciogliere nel caldo dei guanti

GUSTAV OLEF

E quando piove? Che succede su quella strada, quando piove?

IL PAZIENTE

Rumori. Piccoli rumori, uno sullaltro. Forse le gocce, forse il fango, forse lacqua che
gronda dai muri Come la gente ai funerali, che parla senza farsi sentire: e nel silenzio
generale li senti tutti senza distinguere nessuno E cos: quando piove, la strada parla. Solo
quando piove sento che ha una voce, ed io in quella voce ci cammino in mezzo Ci
cammino, s Ci cammino Ecco

Lo sguardo del paziente si offusca, come se percepisse unombra. Ma continua a farsi guidare dal ricordo:

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 32

IL PAZIENTE

So che ho dieci anni. E una sera di ottobre, fa buio presto Io sono solo, chiss perch,
sotto la pioggia: torno verso casa da non so dove anzi, vengo dallemporio dove mia madre
mi manda a comprare filo di lana e toppe di stoffa: lo so, finiranno sui miei pantaloni Col
mantello mi copro la testa, che comunque fradicia Un passo dopo laltro, scansando le
pozze che come laghi Lo so che tardi, che sta facendo buio, che mia madre aspetta:
accelero il passo, adesso quasi corro, salto fra i sassi mentre la pioggia aumenta, aumenta, e
con la pioggia tuoni e fulmini che fanno tremare i muri... corro pi che posso: non manca
molto a casa dalla testa mi scivola il mantello, sento lacqua in viso ma non mi fermo, no:
corro, corro, corro, finch ad un tratto, allimprovviso, poco distante da me Un boato
Assordante, gigantesco Una scossa, uno scoppio, come uno squarcio dal cielo: non so cosa
sia Vedo solo una lama, gigantesca, di luce, una saetta che dallalto si scatena su una
quercia, la incendia, la brucia, la apre in due col fuoco, la spezza, enorme, cos, nel mezzo,
come faccio io giocando con i rami allo stagno!... Sono terrorizzato, non capisco pi niente,
non comando pi le gambe e scivolo a terra, nel fango, con la faccia fra le pozze fra le
pozze fra le pozze (lunga pausa, il suo sguardo si sofferma sullo specchio lasciato sul
letto. Lo avvicina, fissandosi) E il mio viso?... E il mio viso che mi vedo davanti, riflesso come in questo specchio - dentro lacqua di una pozza Un viso di dieci anni, impaurito,
pallido, che sta l - sospeso - e mi fissa tremando Non so quanto tempo rimasi l - sotto la
pioggia - a guardarmi: forse un secolo, dottore. Tutto quello che so che mentre fissavo
quegli occhi e loro fissavano me, ricordo di aver pensato: Siamo io e te, soli. E cos sar
sempre, fino in fondo: qualsiasi cosa accada ci troveremo io e te, soli, William William
Armstrong

Silenzio.
Le ultime parole riecheggiano nellaria.
IL PAZIENTE

(ripetendo, a fil di labbra) William Armstrong

Silenzio.
Il paziente ripete il suo nome, come un bambino che ha scoperto una parola nuova
IL PAZIENTE

Questo il mio nome William Armstrong Mi chiamo cos.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Ora il libro ha un titolo. Sarai contento, William.

IL PAZIENTE

Lo devo a lei, al suo quadro.

GUSTAV OLEF

A questo punto un po di tutti e due, non trovi?

IL PAZIENTE

Tutti e due abbiamo avuto da bambini una strada in campagna, tutti e due ce la ricordiamo
esattamente. E sorprendente.

GUSTAV OLEF

Forse solo un caso. O forse

IL PAZIENTE

Forse?

GUSTAV OLEF

Forse gli uomini alla fine si assomigliano molto pi di quanto sembri. Nascere, crescere,
conoscere, invecchiare: il quadro sempre lo stesso, cambiano solo i colori. I dettagli. O il
tratto del pennello. Tutto qui.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 33

IL PAZIENTE

Adesso che avete un nome sar pi facile capire chi sono.

GUSTAV OLEF

C ancora molto da sapere, non credi William? Le pagine del libro sono ancora disordinate.

IL PAZIENTE

Ma un nome significa molto: un nome vuol dire una casa, un mestiere, una data di nascita!
Senza contare che in qualche modo sar arrivato a Fjrden: un aereo, una nave Baster
chiedere se hanno notizia di uno William Armstrong, e questa storia finir.

GUSTAV OLEF

Ci proveremo, certo.

IL PAZIENTE

Perch non subito?

GUSTAV OLEF

Vuoi che chiami il porto?

IL PAZIENTE

Non lo farebbe?

GUSTAV OLEF

E mezzanotte William

IL PAZIENTE

Certo, vero: questo il paese del sole impazzito.

GUSTAV OLEF

Lo faremo domattina.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Vorrei farmi la barba, le dispiace? Detesto averla lunga.

GUSTAV OLEF

Anchio non lo sopporto.

IL PAZIENTE

Ci assomigliamo anche in questo.

GUSTAV OLEF

Evidentemente.

IL PAZIENTE

(disponendo lo specchio) Credo che alla fine riuscir a ricordare tutto, non pensa?

GUSTAV OLEF

Ne sono certo, William.

IL PAZIENTE

Con il suo aiuto potrei metterci solo qualche giorno.

GUSTAV OLEF

Faremo del nostro meglio.

IL PAZIENTE

E nel frattempo qualcuno dalla terraferma si sar chiesto che fine ho fatto

GUSTAV OLEF

E probabile.

Il paziente si prepara a radersi: toglie la giacca da camera, sbottona la camicia.


Olef intanto tira fuori una tabacchiera.
GUSTAV OLEF

Tu fumi?

IL PAZIENTE

Solo tabacco inglese.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 34

GUSTAV OLEF

Anche io: rigorosamente solo inglese. Vuoi una sigaretta?

IL PAZIENTE

Magari pi tardi.

GUSTAV OLEF

Io adoro la musica, ti dispiace se accendo il grammofono?

IL PAZIENTE

Come vuole.

GUSTAV OLEF

(posiziona il disco) Credo che la musica sia la migliore delle arti, la pi potente. Ci ho anche
scritto un racconto, sai?

IL PAZIENTE

Veramente?

GUSTAV OLEF

Si intitola Diario di un pianista. Confesso: avrei voluto suonare in unorchestra

IL PAZIENTE

(controllando il rasoio) Vorrei leggerlo.

GUSTAV OLEF

Linfermiera te ne ha gi letto alcune pagine, prima che ti svegliassi Ho pensato che poteva
rilassare: ascoltare qualcuno che racconta sempre rilassante, d la sicurezza che c un altro
che si occupa di te. (posiziona ora la puntina del grammofono) Ho sempre avuto una grande
ammirazione per i musicisti, tu no William?

IL PAZIENTE

Come? Mi scusi, ero distratto

GUSTAV OLEF

Non fa niente.

IL PAZIENTE

Stavo pensando che dovrei avere un po dacqua calda: giusto un bicchiere

GUSTAV OLEF

Lo facciamo portare (solleva la cornetta del telefono, attende un attimo ma poi riattacca)
Linfermiera non risponde Te lo porto io: far in un attimo.

Olef esce lasciando la porta aperta.


Il paziente rimane seduto sul letto nel centro della stanza.
Dal grammofono cominciano intanto a diffondersi le note splendide di Schubert.
Ora il paziente si alza, raggiunge la finestra.
Poi lentamente si gira verso il grammofono: il suo sguardo turbato, come se avvertisse allimprovviso qualcosa.
Sembra percepire tutte le note di Schubert, una per una. E ne ha una sensazione mista di gioia e di terrore.
Avanza di alcuni passi: disorientato, sconvolto
Rientra Olef dal fondo, con un bicchiere.
IL PAZIENTE

Che musica questa?

GUSTAV OLEF

Lhai gi sentita, William? Prima dora?

IL PAZIENTE

Mi dica che musica !

GUSTAV OLEF

Franz Schubert. E lIncompiuta di Schubert.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 35

IL PAZIENTE

Dottore, io conosco questa sinfonia! La conosco! So come continua, so come finisce So


tutte le note a memoria: le so! Vedo gli spartiti!

GUSTAV OLEF

Che vuoi dire?

IL PAZIENTE

Io credo

GUSTAV OLEF

Cosa?

IL PAZIENTE

Io

GUSTAV OLEF

Tu?

IL PAZIENTE

Non

GUSTAV OLEF

Dillo, William!

IL PAZIENTE

Io ho suonato lIncompiuta! Lho suonata in pubblico! Dieci! Cento volte!

GUSTAV OLEF

Sei un musicista? William Armstrong un musicista inglese? Suona?

Il paziente sembra neanche ascoltare: rapito dalle note di Schubert


IL PAZIENTE

William Armstrong vive di musica! Da sempre! Da quando nato! Da quando per ore
ascoltava Bach suonato per caso da un violinista per strada! Da quando a ventanni impazziva
per Wagner!

Il paziente si muove come se inseguisse le note rimbalzare per la stanza


IL PAZIENTE

William Armstrong la musica! Perch la musica altrove: lontana dallo schifo degli
uomini!

Il paziente come ubriacato dalla bellezza della musica


IL PAZIENTE

(ridendo, quasi gridando, ma felice) William Armstrong ha scelto la musica, s! Ha scelto il


violino, ha scelto la fuga! Nella musica io fuggo! Ancora, sempre! Mi sottraggo! William
Armstrong non accetta ruoli: sceglie Schubert, sceglie Bach, Mozart! Mentre tutto gli chiede
presenza, sceglie lassenza: si nasconde fra i suoi violini: dove nessuno lo potr cercare, dove
nessuno lo verr mai a reclamare! William Armstrong evade fra le note! S: non lascia traccia,
esclude di tornare: con Schubert! Con Schubert sale a distanze talmente lontane che - per
chiunque - sar impossibile da ritrovare!...

Il paziente si ferma, smette di ridere, intuisce qualcosa


IL PAZIENTE

Stava nel mio sogno Questa musica stava nel mio sogno

GUSTAV OLEF

Nel tuo incubo?

IL PAZIENTE

Stavo suonando. Io, da solo Cera stato un concerto, ma era finito Ora il teatro era
vuoto: spento, deserto Non cera nessuno: io solo sul palco Io da solo con le note di

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 36

Schubert Un miracolo Sto suonando un miracolo Non ci sono che io, qui: in mezzo a
un miracolo
Le note scorrono, il paziente sembra rivivere il sogno
IL PAZIENTE

Landante dellIncompiuta: Sinfonia Otto in Si Minore Quattro incisi che si intrecciano,


imprevedibili, e ti stupiscono di continuo una rincorsa che ne apre unaltra una discesa
che poi si rialza Schubert: un miracolo!... Ed io lo suono!... Una perfezione di tale bellezza
che nientaltro al mondo in questo momento vale N vita n morte Perch per un
miracolo vale la pena di vivere e vale la pena di morire per un miracolo vale la pena di
morire

Le note continuano irrefrenabili verso il finale


IL PAZIENTE

Per un miracolo vale la pena di morire Continuo a ripeterlo, ininterrottamente, mentre


sento che le bombe cadono a grappoli su tutta Londra Ma come se niente esistesse l
fuori: East End brucia ma le mie dita impazziscono sulle corde del violino, inseguendo
Schubert... E nonostante i boati dei siluri, nonostante le esplosioni enormi che lo so, lo
sento stavano devastando Londra, io distinguo una per una tutte le note della sinfonia,
finch, sulla scia magnifica di un Mi Bemolle

La musica finisce.
Silenzio.
IL PAZIENTE

cominci da lontano ad avvertire ed un attimo la nota stonata di un fischio metallico,


prolungato, che - sempre pi vicino stravolge il miracolo di quella melodia

Silenzio.
IL PAZIENTE

allora alzo il viso verso lalto, quanto basta per vedere - in un secondo - lintera cupola di
vetro del teatro che si schianta, gigantesca, in una pioggia di ferro, e vetro, e legno e
piombo

Silenzio.
IL PAZIENTE

fu solo quel boato a interrompere il miracolo.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Poi su di me solo fuoco Polvere... Fumo.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

E a quel punto ti sei svegliato?

IL PAZIENTE

S, credo

GUSTAV OLEF

Alle ventitr e quarantasei.

IL PAZIENTE

(stordito) Io ho vissuto tutto questo: non lho solo sognato.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 37

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Per un miracolo vale la pena di morire, William?

IL PAZIENTE

Per Schubert s.

GUSTAV OLEF

Lo credo anchio.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Che significa?

GUSTAV OLEF

Che sotto le bombe di Londra, il 7 settembre 1940 alle ore 23:46

Silenzio.
GUSTAV OLEF
Buio.
Fine del primo tempo.

tu sei morto, William.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 38

SECONDO TEMPO

Il paziente e Olef immobili come alla fine del primo tempo.


Silenzio.
IL PAZIENTE

Non posso essere morto.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Devi accettarlo, William.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Non possibile.

GUSTAV OLEF

Devi accettarlo.

IL PAZIENTE

Non posso accettarlo! Non ha senso!

GUSTAV OLEF

Ne ha, invece. Ne ha moltissimo: quello che stai vivendo ha pi senso che ogni altra cosa.

IL PAZIENTE

Lei mi sta prendendo in giro.

GUSTAV OLEF

Che motivo avrei?

IL PAZIENTE

Ma mi guardi: io non sono ferito, non ho bruciature, non sento dolore

GUSTAV OLEF

William

IL PAZIENTE

Sono vivo! Mi stringa il braccio: di carne ed ossa! Dov il rasoio? (prende la lametta, la
sfiora sul dorso della mano) Lo vede? Mi scorre addosso il sangue, ancora: ce lho nelle
vene! (afferra lo specchio) Il mio viso non pallido, non bianco: la faccia di un cadavere
questa? Io non sono morto! Non sono

GUSTAV OLEF

Prenderla cos non ti servir.

IL PAZIENTE

Non so che razza di posto questo ma voglio uscirne, il prima possibile.

GUSTAV OLEF

Sei libero di tentare: buona fortuna.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 39

IL PAZIENTE

Prenda quel telefono: dica di venirmi a prendere!

GUSTAV OLEF

Nessuno verr.

Il paziente si scaglia contro il telefono, afferra la cornetta.


GUSTAV OLEF

Stai perdendo tempo.

IL PAZIENTE

Pronto?... Infermiera?... (ascolta) S: sono un paziente (ascolta) Un paziente, s, ha


capito!...

GUSTAV OLEF

E inutile

IL PAZIENTE

(continuando a parlare) Mi chiamo William Armstrong (ascolta) Vengo da Londra: lo


scriva (ascolta) William Armstrong, s: inglese

GUSTAV OLEF

Non puoi uscirne cos.

IL PAZIENTE

(ancora) Vorrei parlare con la guardia costiera: mi passi (ascolta) Ho detto la guardia
costiera, certo: non siamo su unisola?... (ascolta) Va bene, va bene: allora mi passi qualcun
altro, non so chi! Mi aiuti!...

GUSTAV OLEF

Lo vedi?

IL PAZIENTE

Infermiera? (ascolta) Pronto?... Pronto?... Devo tornare! Devo tornare! Pronto!...

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Tornare dove William?

Il paziente si arrende: lascia scivolare il ricevitore.


GUSTAV OLEF

Questisola sulle mappe non segnata. Puoi cercarla: non la troverai. Chi ha provato ad
allontanarsi dice che il mare a cinque miglia diventa una barriera di ghiaccio, impenetrabile.
Hanno tentato di scalfirla: invano. E c un muro di nebbia, William: altissimo, ci separa dal
resto del mondo, dalla terraferma, da insomma, hai capito.

IL PAZIENTE

Non le credo

GUSTAV OLEF

Siamo come in quelle piccole sfere di vetro che rigiri e scende la neve Indipendenti da
tutto quello che ci accade intorno. Non ti rendi conto? C in corso una guerra, tremenda, lo
sai: citt che bruciano, trincee, flotte di navi, bombardieri in cielo. Ma qui continua a cadere
la neve, tranquillamente, dentro la sfera

IL PAZIENTE

Non le credo

GUSTAV OLEF

Nessuno di noi e siamo migliaia ricorda di essere mai sbarcato qui: nessuno ricorda un
viaggio, William. Nessuno ricorda di aver deciso di venire a Fjrden perch nessuno ne ha
mai sentito parlare: questisola e con lei chiss quante altre - esiste senza esistere, senza
essere.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 40

IL PAZIENTE

Non le credo!

GUSTAV OLEF

Ci siamo svegliati tutti, come te: allimprovviso. Nessuna baleniera, nessuna rompighiaccio
attraccher mai qui per caso. Siamo fuori da ogni rotta, William. E da ogni pensiero.

IL PAZIENTE

La smetta! Non voglio ascoltarla! La smetta!

Silenzio.
IL PAZIENTE

E non mi guardi in quel modo!

GUSTAV OLEF

Vuoi che me ne vada?

IL PAZIENTE

Non abbiamo niente da dire.

GUSTAV OLEF

Come vuoi: ti lascio solo, per un po. E credimi: se vuoi davvero ricordare tutto, se vuoi
riprendere per intero la tua memoria Allora lunico modo accettare quello che ti ho detto.
Tutto quello che ti ho detto.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Se hai bisogno di me sono nella stanza accanto.

Esce il dottor Olef.


Il paziente rimane solo. Raggiunge la finestra, la spalanca, respira laria a pieni polmoni.
Guarda fuori la luminosa notte polare..
Intanto si sente bussare alla porta.
Si affaccia linfermiera Nyman.
INFERMIERA NYMAN

Mi scusi E lei che ha fatto quella chiamata, poco fa? Ero di sotto, mi hanno detto di
controllare, sembrava molto agitato.

IL PAZIENTE

Ero io, s.

INFERMIERA NYMAN

Posso fare qualcosa signore? Le occorre aiuto?

IL PAZIENTE

No non credo.

INFERMIERA NYMAN

Allora riferisco che va tutto bene?

IL PAZIENTE

Pi o meno.

Silenzio.
INFERMIERA NYMAN

Posso chiederle Ha detto di chiamarsi Armstrong, vero?

IL PAZIENTE

William Armstrong.

INFERMIERA NYMAN

Ed inglese.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 41

IL PAZIENTE

Cos sembra.

INFERMIERA NYMAN

Mi chiamo Ollie Nyman: anch io sono inglese.

IL PAZIENTE

Vuol dire era.

INFERMIERA NYMAN

Perch?

IL PAZIENTE

Dal momento che sta qui.

INFERMIERA NYMAN

(sorride) Addirittura? Niente definitivo.

IL PAZIENTE

Lo crede davvero?

INFERMIERA NYMAN

Mi dica dellInghilterra! Le dispiace? La mia famiglia aveva una fabbrica nei sobborghi di
Liverpool. Ci sono cresciuta: costruivano giocattoli, sa? Bambole, pupazzi... Mi invidiavano
tutti.

Il paziente non risponde.


INFERMIERA NYMAN

Incredibile come quass ci finisca gente di ogni parte dEuropa. E anche di inglesi ne ho
conosciuti molti. Soprattutto da Birmingham, dove non sono mai stata. Adesso ci abita mia
sorella.

Il paziente non risponde.


INFERMIERA NYMAN

Non la vedo da quando venni via.

IL PAZIENTE

Da quanto tempo qui?

INFERMIERA NYMAN

Da un po. Non poco e non molto.

IL PAZIENTE

Capisco.

INFERMIERE NYMAN

(ride) Quando lasciai la Gran Bretagna non avrei mai creduto di finire quass.

IL PAZIENTE

Neanche io: giuro.

INFERMIERA NYMAN

Certo lInghilterra mi manca.

IL PAZIENTE

Mancher anche a me.

INFERMIERA NYMAN

Quelli che ho lasciato.

IL PAZIENTE

E lo sopporta?

INFERMIERA NYMAN

Non cos duro: pu sempre scrivergli.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Come dice?

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 42

INFERMIERA NYMAN

Scrivere lettere: al porto c un ufficio postale, sta dentro lemporio. Le danno carta,
francobolli Se vuole gliele posso portare anche io in Inghilterra: il mese prossimo torner a
trovare mia sorella, a Birmingham: lho deciso proprio ieri. Domattina comprer il biglietto:
ho gi da parte i soldi.

Il paziente non risponde: allibito.


INFERMIERA NYMAN

La lascio in pace. Non c altro, signore: buonanotte. (fa per uscire)

IL PAZIENTE

Un momento: cosa ha detto?

INFERMIERA NYMAN

Prego?

IL PAZIENTE

Ha parlato di tornare? Da sua sorella? In Inghilterra?

INFERMIERA NYMAN

Certo, s. Ha capito bene. Partir prima che arrivi linverno, prima che ghiacci il mare.

IL PAZIENTE

C una nave? Per la terraferma?

INFERMIERA NYMAN

Non dovrebbe esserci?

Silenzio.
INFERMIERA NYMAN

Ne parte una ogni luned, per sei mesi da aprile a settembre. Costeggia le Svalbard, fino a
Capo Nord.

IL PAZIENTE

Come possibile? Fjrden non isolata?

INFERMIERA NYMAN

Sinceramente, signore: non la seguo. Se fosse isolata non ci sbarcherebbe nessuno. Non
saremmo qui: n io n lei. Sarebbe il regno delle volpi polari.

IL PAZIENTE

Vuole dirmi che lei arrivata qui con un viaggio? Si imbarcata per venire qui?

INFERMIERA NYMAN

Ero al seguito di una spedizione: un grande veliero con scienziati russi, svedesi... Facevano
studi scientifici: flora e fauna della Norvegia.

IL PAZIENTE

Quindi non Non vero! Sono vivo!

INFERMIERA NYMAN

Ne dubitava?

IL PAZIENTE

Sono vivo!

INFERMIERA NYMAN

Come me, certo.

IL PAZIENTE

Le sar grato in eterno! Il medico Olef mi ha detto che il mio incubo era vero che ho
perso la memoria perch qui insomma che tutto era finito! Che ero morto! Capisce? Mi
ha detto questo!

INFERMIERA NYMAN

Credo sia una cura: quando un paziente perde la memoria, lunico modo di fargliela ritrovare
dargli un trauma Sconvolgerlo di nuovo, il pi possibile: la mente cos si difende, corre ai

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 43

ripari e riattiva i ricordi. A volte funziona: si guarisce. Olef le ha mentito, ma lo ha fatto per
lei.
IL PAZIENTE

Pensa che potrei ripartire per lInghilterra insieme a lei, fra un mese?

INFERMIERA NYMAN

Naturalmente. La mia intenzione di arrivare in tempo per Natale.

IL PAZIENTE

Andr benissimo.

INFERMIERA NYMAN

Faremo il viaggio insieme.

IL PAZIENTE

Ne sar lieto.

INFERMIERA NYMAN

Mia sorella ha una grande famiglia: cinque figli

IL PAZIENTE

Mi piacciono le famiglie grandi.

INFERMIERA NYMAN

Peter, Edward, Mary, Sarah e Leonard.

IL PAZIENTE

Sono bei nomi.

INFERMIERA NYMAN

Ma di questi cinque ne conosco solo quattro: lultimo Vediamo: nato poco prima che
partissi, nel 1898.

Silenzio.
IL PAZIENTE

1898?

INFERMIERA NYMAN

Certamente.

IL PAZIENTE

Oggi non il 7 settembre?

INFERMIERA NYMAN

Esatto.

IL PAZIENTE

Del 1940.

INFERMIERA NYMAN

Del 1898.

Rientra il dottor Olef.


GUSTAV OLEF

(al paziente) Scommetto che linfermiera Nyman ti avr detto del suo prossimo viaggio.

INFERMIERA NYMAN

Glielho detto, s.

GUSTAV OLEF

Mi dica: questa volta partir davvero, infermiera? Oppure la sera prima lo rimander, come
tutte le altre volte?

INFERMIERA NYMAN

Ho deciso: andr senzaltro.

GUSTAV OLEF

Non lo metto in dubbio.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 44

INFERMIERA NYMAN

Con permesso: di sotto mi staranno gi cercando.

Linfermiera esce.
Silenzio.
GUSTAV OLEF

Hai avuto un esempio di cosa accade a chi si ostina, William. A chi assolutamente non vuole
accettare lidea. Il tempo qui a Fjrden non esiste: per ognuno di noi un anno diverso,
perch tutto inizia dal momento in cui ci si sveglia. Per te il 1940. Per linfermiera Nyman
fermo al 1898, quando in una notte di bufera la sua nave and a fondo... senza superstiti. Ma
questo di certo non te lo avr detto: preferisce restare nellillusione. E progetta di continuo di
tornare in Inghilterra, da sua sorella. A Birmingham, mi pare Fra la gente che sta qui
accade anche questo. Certo pagano un prezzo: ed la loro memoria, che non ritrovano. La
loro vita non esiste, perch non hanno ricordi: li inventano e basta. Niente di vero, niente di
sicuro.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Ed io? Che cosa ho di sicuro? Me lo dica! Un biglietto con scritti dieci versi e le mie iniziali?
O questa maledetta valigia!

Il paziente tira un calcio alla valigia.


GUSTAV OLEF

Aprila.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Aprire cosa?

GUSTAV OLEF

La tua valigia, William.

Silenzio.
IL PAZIENTE

E vuota.

GUSTAV OLEF

Aprila.

IL PAZIENTE

Mi prende in giro?

GUSTAV OLEF

Aprila.

IL PAZIENTE

Lho guardata in ogni tasca, ho aperto ogni bottone: era vuota.

GUSTAV OLEF

Ecco, appunto: hai detto che era vuota, ti credo. Mi chiedo se lo ancora

Il paziente fissa la valigia, poi Olef.


GUSTAV OLEF

Quando ti sei svegliato la tua memoria era vuota: adesso non lo pi. Che ne dici William?
Pu darsi che anche la tua valigia, nel frattempo

Silenzio.
Il paziente esita un attimo: lo sguardo fisso sulla valigia chiusa a terra.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 45

Poi allimprovviso scatta, corre verso la valigia, la afferra, la alza, apre le cinghie e tenendone i manici la spalanca
verso il basso: una colossale, straordinaria pioggia di fogli precipita a terra ammassandosi come una montagna.
Sono fogli fitti di righe dinchiostro, ma spiccano anche disegni, schizzi, immagini
IL PAZIENTE

Chi ha messo questi

GUSTAV OLEF

Nessuno, William. Lo sai bene: non ti sei mai allontanato da questa stanza, lavresti visto.

IL PAZIENTE

Che roba ? Che c scritto?

GUSTAV OLEF

E la tua memoria. Giorno per giorno, data per data, concerto per concerto. Sta iniziando a
riaffiorare.

Il paziente si avvicina ai fogli. Siede in ginocchio a terra, ne raccoglie alcuni a caso


IL PAZIENTE

Non hanno un filo logico: sono incomprensibili

Olef si inchina a sua volta a sfogliare la massa di fogli:


GUSTAV OLEF

Sono ricordi In fondo la parte pi folle dellanimo umano. Spesso incomprensibili.


Dimentichiamo quello che pensiamo di ricordare e ricordiamo ci che siamo certi di
scordare. La memoria non ci obbedisce: sceglie lei cosa tenere. Particolari, dettagli,
piccolezze Pensaci: di un colloquio non ricordiamo le parole ma il fastidio di una mosca
che volava Di una strada cancelliamo le case, ma risentiamo - fortissimi - gli odori Di
chi ci stato accanto ci si sfugge il viso, ma ricordiamo esattamente il modo strano con cui
storpiava una parola La memoria non conosce la buona educazione, William: ruba e basta,
saccheggia la realt, la deruba pur di fermarla

IL PAZIENTE

(leggendo) 15 marzo 1929 sera, Londra, pioggia, fumo, un bancone di legno, bevo
whisky, una donna sorride, non riesco a non guardarla, labbra fini, un piccolo neo vicino al
naso e un orecchino staccato che sta per cadere prego che cada: correr a raccoglierlo
(alza gli occhi dal foglio) And cos, infatti: le cadde e lo raccolsi Era un orecchino
dargento, tondo, con una perla dentro una stella

GUSTAV OLEF

Come si chiamava la ragazza?

IL PAZIENTE

Non lo ricordo.

Il paziente raccoglie un altro foglio


IL PAZIENTE

(leggendo) 20 novembre 1932 mio primo concerto velluti, violino, un lampadario


doro, ombrelli bagnati, brusio in sala, candelieri accesi, sipario, terrore: se allo spartito
manca una pagina? (alza gli occhi) Era questa la mia paura: contai le pagine dieci volte!...

Olef mostra un foglio:


GUSTAV OLEF

(leggendo) mese di gennaio 1906 camera, lampada, letto, coperta, finestra, notte,
tempesta, vento, fulmini, fuga, fuoco, fulmini, fuga, fuoco (guarda il paziente) Hai
sempre avuto terrore dei fulmini?

IL PAZIENTE

Sempre. Ma non so perch.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 46

Il paziente si sofferma su un foglio


IL PAZIENTE

(lo legge lentamente, molto colpito, quasi rassegnato) 7 settembre 1940 Suonare Franz
Schubert in un teatro vuoto Bombe, boati, siluri, cupola, vetro: scoppiare buio
silenzio buio buio buio buio (alza gli occhi) E interrotto.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Hai avuto la tua prova, William. Adesso mi credi?

Silenzio.
Il paziente si allontana di alcuni passi: il suo sguardo perso, trema Sembra cercare appigli che non trova.
Si ferma dalla parte opposta della stanza, e lancia un grido: lungo, rabbioso, disperato.
GUSTAV OLEF

Anche io feci cos: la tua stessa reazione. Non lo credevo possibile. Pensai che fosse
unallucinazione, che stessi impazzendo E che questo fosse il manicomio: una congrega di
matti scaraventata quass sullArtico, per non recare danno. Eppure lo sapevo che qualcosa
dentro non tornava: sentivo che in fondo il mio incubo perch anchio ne ho avuto uno:
esattamente come te era troppo reale per essere un sogno. Sentivo che la mia memoria
scomparsa cos, allimprovviso non era sparita, ma ero io ad avere il terrore di ricordare.
Perfino intorno a me sentivo che latmosfera laria era cambiata, come se tutto fosse
uguale e al tempo stesso diverso Ma non cedevo: era lorgoglio di volermi credere
ancora, per sempre vivo Qui a Fjrden facciamo tutti i conti con questo, con lillusione di
essere immortali. Capisci? Non sei il solo: nessun uomo accetta lidea. Nessuno. Perch in
fondo - per tutta la vita ci sentiamo destinati a restare: proseguire come se il tempo fosse
infinito, come se niente e nulla ci potessero fermare (pausa) Quindi ti capisco, William: ti
capisco.

Silenzio.
IL PAZIENTE

(senza guardarlo) E dopo? Dopo cosa avvenne?

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Dopo scoprii il resto. Tutto il resto, William. Tutto quello che sta intorno a ci che l, sulla
terraferma, chiamano morte. Pensaci un attimo: lunica cosa di cui tutti parlano senza che
nessuno sappia cos. E come se io e te parlassimo per ore di una casa in cui non siamo mai
entrati. E su quella casa facessimo teorie, discorsi, scrivessimo volumi Quello che c da
dire sta su questisola. Dove ci si sveglia. Come te: alle ventitr e quarantasei. Qui lo
chiamano il passaggio: mentre il tuo cuore dava lultimo battito sotto la cupola di quel
teatro, i tuoi occhi si spalancavano l, su quel letto. Con molte cose da scoprire.

IL PAZIENTE

Adesso so tutto?

GUSTAV OLEF

Quasi tutto.

IL PAZIENTE

Nel senso?

GUSTAV OLEF

Manca qualcosa: qualcosa di importante. Ma quando sar il momento, capirai.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 47

Si sente bussare.
Entra la caposala Reine con un grande vaso di fiori.
REINE

E permesso?

GUSTAV OLEF

Prego, signora Reine.

REINE

Non disturbo?

GUSTAV OLEF

Assolutamente.

REINE

Ho pensato che questi fiori starebbero bene qui. Hanno un colore cos bello.

GUSTAV OLEF

Infatti. (al paziente) Tu non trovi?

IL PAZIENTE

(ancora frastornato) Molto.

REINE

(disponendo i fiori) Li ho colti oggi pomeriggio sopra la scogliera, vicino al vecchio faro;
pieno di gabbiani lass

GUSTAV OLEF

Ti ci porter: quando il mare in tempesta uno spettacolo.

IL PAZIENTE

S.

REINE

(guarda i fiori) Ecco fatto: daranno luce a tutta la stanza.

GUSTAV OLEF

Le presento William Armstrong, musicista di Londra.

La caposala perplessa, fissa Olef con sguardo interrogativo:


REINE

Glielo ha gi detto?

GUSTAV OLEF

Ha ricordato tutto, s. Un attimo fa.

REINE

Compreso il fatto?

GUSTAV OLEF

Compreso il fatto.

REINE

(al paziente) Quand cos, benvenuto signor Armstrong Ora capir: non potevo dirle
niente. Sapevo di quei versi nella sua tasca, certo: li ho trovati io. Ma la procedura vuole che
siate voi a ricordare.

IL PAZIENTE

Non potevo immaginare

REINE

(al paziente) Il suo passaggio stato cos violento: ci eravamo preoccupati signor Armstrong.
Spesso avviene con pi calma: i pazienti si svegliano senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

IL PAZIENTE

Mi scusi per prima, se lho trattata in quel modo: pensavo ancora che

REINE

Non deve spiegarmi niente. Ci sono passata anchio: so come si sentito.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 48

IL PAZIENTE

Da quanto tempo qui?

REINE

Dieci anni.

GUSTAV OLEF

Caro William, un pregio di Fjrden la buona cucina, lo sai?

REINE

Sono venuta per questo: molto tardi ma ho pensato che forse voleva cenare. Ho preparato
per me: ancora caldo.

GUSTAV OLEF

Giustamente. Mi sembra unottima idea.

IL PAZIENTE

Cenare? Nel mio stato?

GUSTAV OLEF

Perch? Non hai fame, William?

IL PAZIENTE

Io Penso che Insomma

GUSTAV OLEF

Spiegati.

IL PAZIENTE

Quando si

GUSTAV OLEF

Quando si morti non si cena?

IL PAZIENTE

Non cos?

GUSTAV OLEF

Che sciocchezza. Te lho detto: fa parte delle sorprese di Fjrden e della tua nuova
condizione! Pu apparecchiare su quel tavolo, signora Reine: la ringrazio.

REINE

Molto bene.

Reine esce dalla porta.


GUSTAV OLEF

E la tua barba? Non vuoi pi tagliarla?

IL PAZIENTE

Lavevo completamente dimenticata.

GUSTAV OLEF

Se vuoi faccio cercare del sapone.

IL PAZIENTE

Forse, non ora.

GUSTAV OLEF

Sei sicuro?

IL PAZIENTE

Magari domattina.

GUSTAV OLEF

(fissandolo, con tenerezza) Puoi perfino sorridere, sai? Fra i morti non vogliamo facce da
funerale.

Entra Reine con un carrello da vivande.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 49

REINE

(disponendo alcune zuppiere fumanti) La cena tipica di Fjrden: semplice ma squisita Ecco
a lei: minestra di pesce, una crema di patate E da bere succo di lampone. Li raccogliamo
destate, ne nascono talmente tanti: il rosso dei lamponi contro il blu del mare!

GUSTAV OLEF

Prego: siediti. E la tua prima cena in questa parte di mondo

Il paziente siede al tavolo.


GUSTAV OLEF

Buon appetito, William.

Il paziente prende il cucchiaio e inizia a sorseggiare la minestra


IL PAZIENTE

E buona.

GUSTAV OLEF

Che ti avevo detto?

IL PAZIENTE

Molto buona.

GUSTAV OLEF

Anche Fjrden ha la sue prelibatezze.

Entra lInfermiera Morike


INFERMIERA MORIKE

E arrivato il resto del bagaglio.

GUSTAV OLEF

Di gi?

INFERMIERA MORIKE

Lo stanno scaricando allingresso. Gli ho detto di lasciarlo per le scale.

REINE

Penseremo noi a portarlo qui.

Escono Reine e linfermiera Morike.


IL PAZIENTE

Di quale bagaglio parla?

GUSTAV OLEF

La memoria di un uomo ingombrante, William. Non pretenderai di chiuderla in una sola


valigia? Tutto quello che hai messo da parte ti segue: non si perde niente.

Entra Reine con due grandi valigie chiuse che lascia in un angolo.
Dietro di lei linfermiera Morike entra con altre due valigie, che vengono messe accanto.
Ma nel frattempo Reine riuscita e rientrata con altre due, a cui si sommano le altre due che porta dentro anche
linfermiera Morike. E ancora due, poi ancora, poi ancora e ancora in un andirivieni continuo che Olef dirige come un
maestro dorchestra mentre la camera va riempiendosi di valigie sovrapposte come torri..
Il paziente osserva esterrefatto.
REINE

(entrando con le ennesime due valigie) E tutto: non ce ne sono altre. (le posa)

Entra linfermiera Morike con un astuccio da violino.


INFERMIERA MORIKE

E avanzato questo: era in fondo a tutto.

Il paziente si alza dal tavolo

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 50

Silenzio.
IL PAZIENTE

E il mio violino

Il paziente apre la custodia, tira fuori lo strumento e larchetto


IL PAZIENTE

Una volta entrai in un mercato: cera chiasso, voci, grida Ma l in fondo, seduto sul bordo
di pietra di una fontana, un mendicante ungherese suonava Bach con un violino Ed era pi
forte del chiasso, pi potente delle voci: si alzava pi in alto delle grida Mentre lo
ascoltavo suonare, pensai che in quella musica cera ben pi che le note, per quanto perfette:
se esisteva qualcosa al di l della vita, di sicuro doveva esserne quello il suono Perch al di
l degli uomini e del tempo, c solo Bach

Il paziente appoggia il violino sulla spalla e inizia a suonare il Preludio della Sonata 3 (in E magg. BWV 1006)...
Gustav Olef si siede ad ascoltarlo. La stessa cosa fanno Reine e lInfermiera Morike, sparse a sedere fra colonne di
valigie. Ed come se il tempo si fermasse.
Scorrono minuti di assoluta armonia, finch il paziente suona lultima nota.
GUSTAV OLEF

Solo per un miracolo vale la pena di vivere. E di morire, William.

REINE

Lei suona benissimo signor Armstrong.

INFERMIERA MORIKE

Ha un grande talento: il suo successore fortunato.

IL PAZIENTE

Il mio successore?

GUSTAV OLEF

E quello che ti manca di sapere.

REINE

Non glielo ha ancora detto?

GUSTAV OLEF

Stavo per farlo.

REINE

Fra poco sar tardi, non crede?

IL PAZIENTE

Tardi per cosa?

GUSTAV OLEF

Per il tuo secondo passaggio.

REINE

Il pi importante, signor Armstrong.

INFERMIERA MORIKE

Fjrden serve a questo: a scoprire che

IL PAZIENTE

Che cosa?

INFERMIERA MORIKE

Non compito mio dirglielo.

IL PAZIENTE

Che significa?

INFERMIERA MORIKE

C solo una persona che le pu svelare il segreto.

GUSTAV OLEF

Quella persona sono io, William.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 51

IL PAZIENTE

Perch?

REINE

Non gli ha detto neanche questo?

INFERMIERA MORIKE

Vi lasciamo soli.

REINE

Avete visto? Il cielo gi pi chiaro: siamo quasi allalba.

INFERMIERA MORIKE

Credo sia davvero venuto il momento, dottor Olef.

GUSTAV OLEF

Lo penso anchio.

Reine e linfermiera Morike escono.


Silenzio.
IL PAZIENTE

Chi lei? Adesso che ci penso, non glielho mai chiesto.

GUSTAV OLEF

E normale, neanche io lo domandai quando tocc a me.

IL PAZIENTE

Non mi ha detto niente di s: so soltanto che dipinge ricordi.

GUSTAV OLEF

E li vedi tutti qui: appesi. Non hai detto che li trovavi veri?

IL PAZIENTE

Incredibilmente.

GUSTAV OLEF

Ti sei chiesto perch?

IL PAZIENTE

Non so forse per caso

GUSTAV OLEF

Niente per caso. Il caso ci che non capiamo E un caso che conoscessi il mio nome?
Perfino il mio viso non ti era nuovo

IL PAZIENTE

Lho detto, s.

GUSTAV OLEF

Niente per caso, William: niente per caso (girando fra i quadri) Ecco, guarda C la mia
strada di campagna fra gli alberi, che ti ricordava cos da vicino la tua

IL PAZIENTE

Potrei sovrapporle

GUSTAV OLEF

C un cavallo che muore per strada C il viso di questuomo

IL PAZIENTE

Lo conosco

GUSTAV OLEF

E mio padre Niente per caso E poi c questo tramonto sullOceano Atlantico (stacca
il quadro) Avevo tredici anni. Una sera di giugno, con un sole rosso da sembrare finto:
guardai le barche dei pescatori che stavano l arenate

IL PAZIENTE

(quasi rivedesse la scena anche lui) arenate fra le reti ad asciugare

GUSTAV OLEF

e pensai che stessero dormendo dopo aver passato tutto il giorno in mare

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 52

IL PAZIENTE

allora per un attimo io sentii chiaramente che anche la vita la mia, di ognuno doveva
avere chiss dove - una spiaggia dove un giorno tirare su i remi e nel sole, dolcemente lasciarsi arenare

GUSTAV OLEF

...ma non feci nemmeno in tempo a fermare il pensiero, che era gi scomparso: come se fosse
troppo grande da ricordare

IL PAZIENTE

e mi sentii come chi guarda per caso dentro una stanza in cui non si pu entrare

GUSTAV OLEF

Ecco, mi dissi, fra milioni di cose che potr scordare

IL PAZIENTE

di questo momento io so che mi dovr ricordare.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Conosci i miei ricordi, William. Perch?

IL PAZIENTE

Non c ragione Vorrei saperlo

GUSTAV OLEF

Io adoro il tabacco inglese

IL PAZIENTE

Come me.

GUSTAV OLEF

Io detesto la barba sfatta.

IL PAZIENTE

Come me.

GUSTAV OLEF

Io ho una passione per la musica

IL PAZIENTE

Come me!

GUSTAV OLEF

La mia casa era isolata: lungo il canale non cera che quella Era una sera indemoniata:
pioveva come mai avevo visto Chiusi la porta, non dovevo riuscire E in piena notte un
fulmine, allimprovviso: bruci tutto, ogni cosa Di me non trovarono niente Cos sono
morto, capisci? Per un fulmine

IL PAZIENTE

Io

GUSTAV OLEF

Niente per caso, William.

IL PAZIENTE

Non capisco

GUSTAV OLEF

Niente per caso, William.

IL PAZIENTE

Vuol dirmi che

GUSTAV OLEF

Che quella notte un fulmine ha ucciso Gustav Olef esattamente unora prima che nascesse
William Armstrong

IL PAZIENTE

Cosa

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 53

GUSTAV OLEF

Dove io ho finito, tu hai cominciato.

IL PAZIENTE

Siamo la stessa persona?

GUSTAV OLEF

Io ero te prima di te. E tu sei me dopo di me, William.

Silenzio.
GUSTAV OLEF

Qui a Fjrden, quella notte, la vita conclusa di Gustav Olef pass in quella nuova di William
Armstrong: quando sei nato avevi gi addosso frammenti di vita, William: la mia. Senza
saperlo portavi dentro immagini, ricordi, sensazioni, paure, cos come io portavo i segni di
chi mi aveva preceduto: il filo non si spezza, mai. Niente si conclude, capisci? Niente finisce.
Tutto continua, tutto riprende. Cambiano i nomi, i luoghi, i corpi. Ma la sostanza rimane,
senza interruzione, William: sempre.

Il paziente non risponde.


GUSTAV OLEF

Tu mi hai continuato. Io e te siamo stati la stessa persona, ma in momenti diversi. Prima di


nascere tu esistevi col mio nome, ed eri me, cos come io ero gi te. Ieri, oggi, domani, vita,
morte, sono tutti legati: uno con laltro, uno dentro laltro. E tutto passa da qui, da Fjorden,
dove tutto arriva e tutto riparte. Ora sai che un tempo ti chiamavi Gustav Olef E domani

IL PAZIENTE

Domani?

GUSTAV OLEF

Con un nuovo nome continueremo, William: ancora.

IL PAZIENTE

Quale nome?

GUSTAV OLEF

Lo saprai fra poco. Prima di ricominciare.

IL PAZIENTE

Ricominciare dove?

GUSTAV OLEF

Altrove.

IL PAZIENTE

Ed questo il secondo passaggio?

GUSTAV OLEF

Memorie, esperienze, gioie, dolori di chi venuto prima di me sono confluite in te. E da te,
ora, in un altro. Quando ti risveglierai, domattina, sarai solo il ricordo di William Armstrong:
non la sua vita. Cos come io sono solo il ricordo di Gustav Olef. Fjrden questo,
linesistenza della fine: da morte vita. Infinitamente.

Silenzio.
IL PAZIENTE

Cedere la mia vita

GUSTAV OLEF

Non esserne geloso, William: non ci appartiene. La vita pi grande di un nome e di un


cognome. Gli alberi mettono le foglie e poi le perdono, nel giro delle stagioni: ma nessuno
cambia nome allalbero ogni volta che rimette i fiori Gustav Olef e William Armstrong
sono solo momenti, fasi. Niente per caso: lunica legge continuare... (si avvicina al
grammofono) Lasciare che una nota segua laltra: come in musica, e tu lo sai bene.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 54

Olef cambia un disco e accende il grammofono.


Si diffondono le note di Brahms.
GUSTAV OLEF

Ascolta: se una sola nota mancasse allappello, Brahms non esisterebbe Noi siamo note,
William: le nostre vite messe insieme danno melodie splendide, ma da soli non valiamo
niente.

Entra Reine.
Scorrono le note.
Da fuori la luce pallida che precede laurora.
REINE

Sta per fare giorno.

Il paziente si appoggia al letto.


IL PAZIENTE

E strano: mi sento molto stanco

GUSTAV OLEF

Infatti lora

IL PAZIENTE

Che significa?

REINE

Che sta per venire il momento, signore

IL PAZIENTE

Quale momento!

GUSTAV OLEF

Il sole sta per nascere, William.

REINE

C gi pi luce.

Il paziente si stende.
Entra lInfermiera Morike.
IL PAZIENTE

Una stanchezza fortissima

GUSTAV OLEF

E naturale.

REINE

Ci siamo passati tutti.

INFERMIERA MORIKE

Ognuno, signor Armstrong.

GUSTAV OLEF

Devi lasciarti cadere nel sonno, William.

IL PAZIENTE

Non voglio dormire!

GUSTAV OLEF

Ma lunico modo.

IL PAZIENTE

Non voglio!

GUSTAV OLEF

Anche se volessimo non potremmo far niente.

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 55

REINE

Il cielo tutto chiaro: ci siamo.

IL PAZIENTE

E come se qualcosa mi premesse, qui, sugli occhi Per chiuderli.

GUSTAV OLEF

Avviene cos.

IL PAZIENTE

Mi sento debole, da morire.

GUSTAV OLEF

Non stai morendo: al contrario.

IL PAZIENTE

Ho paura!

GUSTAV OLEF

Stai per nascere, William.

Il chiarore della luce esterna si fa sempre pi forte.


Scorrono ancora le note di Brahms.
IL PAZIENTE

Non vedo bene Sta finendo tutto

INFERMIERA MORIKE

Sta iniziando tutto. Unaltra volta.

REINE

Si vedono i primi raggi, l, sul mare.

Olef si avvicina al letto.


GUSTAV OLEF

Ora ascoltami, William: dellisola di Fjrden non ricorderai assolutamente niente. N di me


n di quello che ci siamo detti. Nessuno lo ricorda.

Il paziente entra come in uno stato di dormiveglia


GUSTAV OLEF

Fra pochi istanti rinascerai in una piccola stanza dellospedale di Vienna Il tuo nuovo nome
Richard Lukacs Tuo padre un insegnante di Storia, tua madre ha grandi occhi verdi e si
chiama Elizabeth

La luce esterna dipinge a terra i profili delle finestre


GUSTAV OLEF

Questa musica che senti adesso, ti rester addosso: Richard Lukacs si chieder per tutta la
vita perch ama cos tanto Brahms

Si intuisce il sole...
GUSTAV OLEF

Sarai un bambino intelligente. E molti si stupiranno quando allet di cinque anni ti


staccherai dalla mano di madre per avvicinarti a un vecchio pianoforte: e l, senza che
nessuno te lo abbia insegnato, suonerai le prime note

Il paziente come addormentato


GUSTAV OLEF

Avrai sempre, fino da piccolo, il terrore dei fulmini. E camminando, un giorno, sotto la
pioggia, in una strada di campagna, ti verr allimprovviso da piangere vedendo il tuo viso
riflesso in una pozza. Ti domanderai perch e non avrai risposta

Stefano Massini Lalba a mezzanotte - 56

Le note scorrono verso il finale


GUSTAV OLEF

Pi volte, di notte, sognerai un teatro vuoto dove cadono le bombe. E ti chiederai perch
sogni cos spesso un teatro che non hai mai visto: anche a questa domanda non darai
risposta

Reine spalanca la finestra


GUSTAV OLEF

Infine - e anche questo ti sembrer incomprensibile avrai sempre una strana simpatia per gli
inglesi di nome William. E chiss: magari ti fermerai per strada, incantato, a fissare linsegna
di un negozio con su scritto Armstrong.

La musica finita.
Il paziente non si muove pi, immobile: presente ma assente.
Silenzio.
GUSTAV OLEF

Tutto il resto lo scoprirai da solo.

REINE

Il sole appena nato.

INFERMIERA MORIKE

In questo momento.

Dalle finestre entra fortissima la lama di luce dellalba.


Olef fissa il paziente. Sorride.
Silenzio.
GUSTAV OLEF
Buio.

Buona vita, Richard Lukacs.

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