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Suvorov attraversa il Ponte del Diavolo

Al contrario dei russi, le truppe di Lecourbe erano altamente specializzate


nella guerra di montagna tanto da "marciare anche dove i cacciatori di
camosci avrebbero rinunciato", "abituati a dormire nella neve e sotto le stelle,
morsi dal vento, sugli stracci che utilizzavano come uniformi" e ad
avventurarsi "senza guide [alpine] su sentieri a picco sui baratri"[35].
Sarebbero state una continua spina nel fianco delle truppe alleate.
Continuando a muoversi a destra lungo la valle della Reuss, Suvorov si
impadron comunque del passo del San Gottardo respingendo il generale
Lecourbe e la sera del 26 settembre le sue truppe raggiunsero Altdorf presso
la parte meridionale del lago di Lucerna[34]. Per il generale russo, il grosso
dello sforzo era compiuto; allegro e ottimista scrisse di suo pugno, su un
dispaccio diretto al generale austriaco Friedrich von Hotze, una nota in rima
in lingua tedesca rimasta famosa:
(DE)
Dann haben wir durch Sbel und Bajonette
Die Schweiz von ihren Untergang gerett't.
(IT)
Quindi abbiamo con la sciabole e le baionette
Salvato la Svizzera dalla loro rovina.
(Suvorov a Hotze[36])
Il generale era per all'oscuro del fatto che in quelle stesse ore il generale
Massena, che aveva concentrato sotto i suoi ordini ben 77 000 uomini, stava
sbaragliando nella seconda battaglia di Zurigo le forze di Korsakov,
infliggendogli pesanti perdite e costringendolo a battere in ritirata verso
Winterthur e oltre fino a Sciaffusa[37], mentre sulla Linth le truppe del
generale Nicolas Soult sconfiggevano le truppe austriache del generale von
Hotze, il quale rimase ucciso all'inizio dello scontro[6].
Il picco del Chinzig
Sul lago di Lucerna, i francesi si attestarono saldamente sulla riva sinistra
della Reuss, presso Seedorf, chiudendo ai russi la possibilit di raggiungere la
citt eponima attraverso il passo Surenen, mentre il lago stesso, pattugliato
da una piccola flottiglia, appariva sotto il pieno controllo francese rendendo
impossibile un attraversamento da parte dei russi[34].
Le truppe di Suvorov erano allo stremo: la marcia sulle rocce aveva usurato le
inadeguate calzature dei soldati, di cui molti erano ormai addirittura privi, le
uniformi erano spesso a brandelli, fucili e baionette si arrugginivano per la

continua umidit e gli uomini soffrivano la fame per la mancanza di adeguati


rifornimenti[10][38]. Suvorov era ancora ignaro della disfatta di Korsakov, ma
in mancanza di notizie prefer non fermarsi ad Altdorf per lasciar riposare il
suo esausto esercito che diresse invece, gi alle prime ore del 27 settembre,
verso il passo del Chinzig, contando di aggirare i francesi raggiungendo Svitto
dal villaggio di Muotathal. Il piano prevedeva di salire, partendo da una quota
di circa 500 m, fino a 2 070 m lungo un sentiero a precipizio scavato nella
roccia e quasi invisibile sotto le prime nevi[34][10][39].
Lecourbe inform immediatamente il generale Massena della deviazione dei
russi e questi, che aveva in precedenza pianificato di attaccare Suvorov nella
valle della Reuss, fu costretto a cambiare strategia: invi perci il generale
Mortier a occupare Muotathal con 9 000 uomini e il generale Gazan a
marciare con circa 10 000 su Weesen e Schnis, per chiudere la valle della
Linth dal nord[40], mentre egli stesso concentrava il grosso delle sue truppe
a Svitto[40].

Il generale Andrea Massena, comandante dell'armata francese in Svizzera


Appena giunti a Muotathal i 18 000 esausti uomini di Suvorov, senza
provviste e munizioni e circondati da montagne invalicabili in un freddo
gelido, si trovarono di fronte un esercito francese molto superiore in numero
ed equipaggiamenti[40]. Il 29 settembre, ancora incerto sul destino di
Korsakov e Hotze[N 4], Suvorov convoc un consiglio di guerra col suo stato
maggiore per decidere il da farsi[42]. Durante il consiglio il comandante russo
si mostr estremamente risoluto a non arrendersi, incolp gli alleati austriaci
di tutte le difficolt che erano costretti a patire[42] e propose quella che gli
appariva come l'unica soluzione possibile:
Tornare indietro disonorevole. Non mi sono mai ritirato. Avanzare verso
Svitto impossibile: Massena comanda pi di 60 000 uomini e le nostre
truppe non arrivano a 20 000. Siamo a corto di provviste, munizioni e
artiglieria... Non possiamo aspettarci aiuto da nessuno. Siamo sull'orlo del
precipizio! Tutto quello che ci rimane fare affidamento su Dio Onnipotente e
sul coraggio e lo spirito di sacrificio delle mie truppe! Siamo russi! Dio con
noi!
(Suvorov al suo stato maggiore, 29 settembre 1799[40])
Dopo gli appassionati discorsi di Suvorov per sollevare il morale dei suoi
subordinati, il consiglio di guerra decise di abbandonare il proposito di
dirigersi a Svitto per muovere invece ancora verso est, oltre il passo di
Muotathal verso il passo del Pragel e quindi per quello del Klntal, per riunirsi
al generale Linken a Glarona[43] e, se possibile, puntare poi su Sargans
costeggiando a sud il lago di Walenstadt[44]. All'avanguardia furono
posizionati Bagration e Auffenberg; alle truppe di Rosenberg, poste in

retroguardia, fu ordinato di proteggere l'armata da attacchi che potessero


arrivare da ovest, da Svitto attraverso il Muotathal, mentre la forza principale
marciava verso est per il passo del Pragel[43].
Da documentazioni originali russe rinvenute in seguito dai francesi a
Muotathal, si conosce la precisa consistenza numerica dell'esercito russo il 30
settembre 1799: si contavano 66 ufficiali di stato maggiore, 493 ufficiali di
truppa, 1 172 sottufficiali, 403 musicanti e 16 584 uomini di truppa; di questi
ultimi, 410 risultavano ammalati, 216 erano claudicanti e 21 agli arresti, solo
85 uomini avevano disertato[45]; in dieci giorni l'armata russa aveva perduto
circa 3 000 soldati[10] e aveva ora razioni di cibo per soli cinque giorni, ma
queste gi scarse provviste avrebbero dovuto essere razionate per durarne
almeno dieci[43].
La marcia verso Glarona[modifica | modifica wikitesto]

Il generale Gabriel Jean Molitor

Ritratto del generale Ptr Ivanovi Bagration


Nonostante le faticosissime marce effettuate e i combattimenti gi sostenuti,
l'armata si mosse immediatamente. Per primi avanzarono gli austriaci di
Auffenberg seguiti dai russi di Bagration. Appena giunti al passo del Pragel, ci
fu uno scontro tra i primi e i francesi di Molitor che impedirono loro di
passare[46]. Arrivando nel pomeriggio, Bagration, che si mostr indignato
nel vedere gli austriaci arretrare davanti a un pugno di uomini[47],
capovolse le sorti della battaglia ricacciando indietro i francesi e offrendo loro
la possibilit di arrendersi. Ignorava che Auffenberg aveva gi inviato un
analogo ultimatum a Molitor e che questi aveva rifiutato rispondendo
sdegnosamente:
Dite al vostro comandante che la sua proposta temeraria. Egli ignora
dunque che il suo appuntamento con Korsakov e Hotze saltato? Ho sconfitto
io stesso Jellachich e Lincken che ora sono bloccati a Glarona. Il maresciallo
Suvorov circondato da tutti i lati. Sar proprio lui quello costretto ad
arrendersi!
(Molitor a Auffenberg e Bagration[48])
Suvorov non ebbe il tempo di realizzare la gravit della notizia che le truppe
di Bagration ripresero l'assalto contro i francesi, i quali, dopo il tramonto,
furono costretti a ritirarsi verso il lago di Klntal, dove molti nella fuga
annegarono ma dove il generale francese ebbe anche modo di riorganizzarsi
e disporre meglio le sue truppe per affrontare gli avversari[49].

Bagration guid i suoi battaglioni in quattro disperati assalti contro l'artiglieria


francese, ben piazzata sulla strada e sulle rocce che la dominavano, e sub
gravissime perdite; nel frattempo il tempo peggior, cominci a cadere del
nevischio, e i russi si ritirarono per la notte, che passarono al gelo essendo
stato loro proibito di accendere fuochi, e ancora una volta patirono la
fame[49]. Bagration, pur sofferente per una ferita alla coscia, riorganizz le
sue truppe col favore delle tenebre e continu a incoraggiarle:
Dobbiamo aspettare e il Signore verr in nostro soccorso; passeremo la
notte a Glarona. Non appena lo ordino, dovete attaccare immediatamente!
(Bagration alle sue truppe[50])
Lo scontro riprese la mattina del 1 ottobre con la carica dei russi di
Bagration. Molitor, dopo un'accanita ma breve resistenza, prefer ritirare le
sue truppe sulle colline vicine per riorganizzarsi lungo il corso della Linth,
approntando una serie di linee di difesa tra Netstal, Nfels e Mollis, nella
parte settentrionale del Canton Glarona, distruggendo il ponte a Netstal e
mantenendo il controllo delle restanti vie di comunicazione tra Nfels e Mollis.
Questo gli consentiva di controllare di fatto entrambe le rive del fiume[51].
Nel primo pomeriggio dello stesso giorno Bagration ricevette rinforzi e lanci
la carica con dodici battaglioni contro le posizioni francesi a Netstal. Tuttavia i
francesi resistettero ancora fortificandosi nel villaggio e riuscirono a
distruggere i ponti sulla Linth poco prima che i russi se ne
impadronissero[52].
Nel frattempo si combatteva anche nella retroguardia, dove Rosenberg, che
comandava 11 000 uomini, venne attaccato da Massena. Suvorov ordin al
generale austriaco di resistere a ogni costo mentre Bagration combatteva per
liberare dai francesi la strada verso est. I francesi erano risoluti a non
permettere ai russi di lasciare la valle: le divisioni di Lecourbe chiusero loro la
strada da dietro lungo la Reuss tagliando le linee di rifornimento; Massena
richiam alcune divisioni di Mortier da Zurigo per posizionarle ad Altdorf e
parte di quelle di Soult a Weesen per bloccare l'uscita della valle della
Linth[52]. Nonostante gli sforzi dei francesi, i russi respinsero tutti gli assalti
contrattaccando anche alla baionetta. La battaglia fu particolarmente cruenta
sul ponte in pietra che attraversava il fiume Muotha, chiamato da allora
Suworow-brcke ("ponte di Suvorov")[53], e dal quale parecchi francesi
precipitarono nelle acque a causa della ressa[54]. La sera del 1 ottobre i
francesi si ritirarono verso Svitto incalzati dai cosacchi[52].
Contemporaneamente Bagration ripristinava un ponte a Netstal e,
organizzate le sue forze in due colonne, marciava lungo entrambe le rive
della Linth verso Nafel, che era tenuta saldamente da Molitor con tre
battaglioni e quattro cannoni e le cui posizioni erano protette sul fianco
destro dai dirupi e a sinistra dal fiume. Anche se Bagration riusc a respingere
i francesi fuori dalla cittadina, l'attacco alle posizioni principali del nemico fall

dando modo ai francesi di ricevere rinforzi dalle milizie svizzere e


contrattaccare per riprendersi la citt con le truppe di stanza a Mollis[54][55].
In questa occasione Molitor arring gli svizzeri ricordando una storica vittoria
da loro ottenuta secoli prima negli stessi luoghi contro l'oppressore austriaco:
Non dimenticate, compagni miei, che il 9 aprile del 1388 i vostri antenati,
animati da anelito di libert, riportarono in questi luoghi una memorabile
vittoria sugli austriaci, che si erano riversati nella valle saccheggiando
Nettstal, Nfels e Mollis (...), uccidendone 2 500, catturando 11 vessilli e
perdendo solo 53 uomini. Compagni miei! Emulate quei prodi! Liberate il
vostro Paese dalle orde straniere!
(Molitor alle milizie svizzere[56])
Tuttavia Bagration torn tenacemente all'assalto del villaggio in pi riprese
trattenuto dapprima dagli svizzeri e quindi definitivamente fermato dall'arrivo
delle truppe di Gazan dopo che Netstal era passata di mano parecchie volte
nella stessa giornata. Alle 21:00, dopo sedici ore di duri combattimenti,
Suvorov ordin a Bagration di disimpegnarsi lasciando i francesi sulle loro
posizioni iniziali. Entrambe le parti gridarono alla vittoria, ma in realt la
giornata si era risolta quasi in un nulla di fatto i russi arrivarono nei pressi
di Glarona ma i francesi chiudevano loro ogni via di accesso verso Zurigo
salvo mostrare l'abilit e il valore di entrambi i comandanti[57].
L'avanguardia di Bagration pass la notte tra il primo e il 2 ottobre attorno a
Glarona, ma solo il 4 ottobre tutta l'armata pot ivi riunirsi[44] e lo stesso
giorno Suvorov convoc un nuovo consiglio di guerra[58].
La ritirata[modifica | modifica wikitesto]
La marcia verso Panix[modifica | modifica wikitesto]
La traversata di Suvorov delle Alpi (mosaico)
La traversata di Suvorov delle Alpi, mosaico del 1904, esposto a San
Pietroburgo
Suvorov avrebbe voluto attenersi al piano originario e quindi sfondare le
posizioni francesi a Nfels, costeggiare il lago di Walenstadt e marciare verso
Weesen per ricongiungersi con le altre truppe austriache in Svizzera. Gli
ufficiali austriaci appoggiavano questa strategia, convinti che fosse il modo
migliore per raggiungere Sargans e i magazzini militari che vi si trovavano in
modo da rifornire l'armata ormai allo stremo delle forze e mancante anche di
munizioni oltre che di provviste. Ma il principe Costantino e gli alti ufficiali
russi si opposero, convinti che l'unico modo di riunirsi agli alleati fosse di
aggirare le forze francesi dirigendosi a sud verso Schwanden, quindi salire
per Elm per poi oltrepassare il passo del Panix e raggiungere e attraversare la
valle del Reno Anteriore fino a Maienfeld, a sud del Liechtenstein[59]. Alla
fine otto dei dieci generali dello stato maggiore approvarono la "proposta

russa"[58]. Optare per una decisione del genere, cio una marcia lungo un
percorso privo di truppe nemiche, non si addiceva al temperamento del
feldmaresciallo russo ma il suo assenso fornisce forse un'idea di quelle che
dovevano essere anche ai suoi occhi le pessime condizioni in cui versavano i
suoi uomini che, nonostante gli estremi sacrifici da lui costantemente
richiesti, erano soliti chiamarlo "piccolo padre"[44][10][60]. Il generale
austriaco Auffenberg, sebbene le sue truppe fossero state impegnate nei
combattimenti molto meno di quelle russe, aveva scritto nel suo rapporto del
1 ottobre che la sua brigata era ormai del tutto priva di munizioni, denaro,
pane e in gran parte senza scarponi[61].
Ritirata: da Muotathal fino ai quartieri d'inverno in Baviera
Percorso seguito dalle truppe di Suvorov da Muotathal fino ai quartieri
d'inverno in Baviera
La notte tra il 4 e il 5 ottobre, sotto una neve mista a una pioggia gelata,
cominci la marcia verso sud in direzione del Panix[10][58]. Stavolta
Bagration fu lasciato in retroguardia con i suoi 1 800 uomini superstiti di cui,
egli stesso ricord in seguito, solo 250 abili al combattimento[62]. Il primo a
muoversi fu il generale Miloradovi, seguito dal generale Otto Wilhelm
Hristoforovich Derfelden e dalle truppe di Rosenberg. Suvorov fu costretto ad
abbandonare ai francesi circa 1 300 tra feriti gravi e malati,
raccomandandone il destino all'umanit del nemico con una lettera lasciata
apposta a Massena affinch se ne prendesse cura[62][63][64]. Le condizioni
della marcia sarebbero state ancora peggiori delle precedenti. La Madre
superiora del convento di Mutten, dove lo stato maggiore di Suvorov aveva
trascorso la notte, testimoni: stato patetico vedere come questa gente
sia stata costretta a marciare in un modo cos duro e a piedi nudi attraverso il
Pragel, sotto una pioggia incredibile, mista a neve. Solo il generale [aiutante]
aveva il suo cavallo, tutti gli altri sono stati abbandonati[65].
Appena si avvidero della ritirata russa, i francesi presero l'iniziativa per
tentare di accerchiare Suvorov e tagliargli la via di fuga: Loison si mosse
verso Schwanden; Mortier da Pragel verso Glarona per bloccare la vallata; il
generale Gazan invi una brigata da Mollis verso Sool (a sud di Glarona) e
altre tre da Netstal all'inseguimento di Bagration[66]. La mattina del 5
ottobre il 10 Reggimento cacciatori di Gazan attacc i cosacchi di Bagration
costringendolo a rallentare la marcia mentre l'arrivo dell'artiglieria francese lo
obblig a fermarsi e a schierarsi lungo la stretta valle e, essendo a corto di
munizioni, a ordinare tre assalti disperati alla baionetta[62][67]. Durante la
giornata la retroguardia di Bagration dovette sostenere una ventina di
attacchi per trattenere il nemico e salvare lintero esercito da una sicura
disfatta[10].
La notte tra il 5 e il 6 l'armata si accamp nei pressi di Elm, al freddo, senza
cibo e sottoposta ai continui attacchi dei francesi. Alle 02:00 del mattino
Suvorov prefer muoversi mentre i francesi continuavano a martellare le

truppe di Bagration che riuscivano a tenerli indietro ma subivano continue


perdite. La marcia notturna al gelo cost la vita a parecchi soldati e circa
duecento furono i dispersi catturati dai francesi[68]. Non appena i russi
presero la via del Panix, i francesi interruppero l'inseguimento. Bagration pot
fare la conta delle perdite che constat ammontare a circa ottocento uomini
presi prigionieri, quattro cannoni, la cassa del tesoro contenente ventimila
franchi, che il comandante francese Lenard distribu in seguito al suo
battaglione[69], e numerosi cavalli e muli; era tuttavia riuscito a proteggere
le spalle dell'armata[70].
L'attraversamento del passo del Panix e l'arrivo a Coira[modifica | modifica
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Suvorov che attraversa il Passo del Panix, dipinto di Alexander Kotzebue


Il 6 ottobre i russi cominciarono la scalata al Panix, a 2 407 m di quota.
Dovette essere abbandonata tutta l'artiglieria e, arrampicandosi con la neve
sopra il ginocchio sugli stretti e tortuosi sentieri a picco sui precipizi, furono
persi anche trecento muli[70]. douard Gachot nella sua Histoire militaire de
Massna: La campagne d'Helvtie (1799) del 1904, estratta dalle memorie di
ufficiali superstiti e da notizie ricavate dall'archivio della guerra russo,
descrive lungamente e con dovizia di particolari gli enormi disagi e il dramma
patito dall'armata russa durante la traversata. L'estenuante marcia fu
eseguita quasi ininterrottamente anche di notte e cost la vita a quanti,
esausti, malati o feriti, non erano pi in grado di reggersi in piedi sullo stretto
sentiero, reso invisibile dalla neve e scivoloso per il ghiaccio. Parecchi uomini
abbandonarono zaini e fucili lungo la via e i pi deboli si lasciarono morire
semplicemente addormentandosi[71].
Secondo le fonti, Suvorov condivise con i suoi uomini tutte le difficolt della
sfiancante marcia e continu a incitarli costantemente, a riprendere chi
abbandonava le armi o solo si lamentava e, pur male abbigliato, per mostrare
la sua resistenza e cercare di estrarre le ultime energie dalle sue truppe
esauste rifiut pi volte il mantello che gli veniva offerto dal suo
attendente[10]. Fece a piedi assieme ai soldati la salita fino in cima al passo
dove, su consiglio del Granduca Costantino, fece utilizzare il legno delle lance
dei cosacchi per accendere il fuoco e preparare il t per la truppa; durante la
discesa, raccont in seguito ammirato il capitano russo Grjasew nel suo
diario: Era seduto su un cavallo cosacco, e lo vidi mentre cercava di liberarsi
dalle mani di due cavalieri al suo fianco che cercavano di sostenerlo durante
la marcia e di condurre il suo cavallo (...) Continuando a dire "Lasciatemi,
lasciatemi, devo andare da solo[72]." Ai generali che lo circondavano disse:
Lo sentite come mi lodano? Questi sono gli stessi uomini che mi lodarono
cos anche in Turchia e in Polonia

(Suvorov[73])

Il maresciallo Suvorov guida la ritirata dei suoi soldati attraverso le Alpi


Appena l'avanguardia arriv sul colmo del passo fu investita da una
violentissima bufera di grandine e neve gelata che imped agli esploratori di
orientarsi facendogli rischiare di cadere nei dirupi e nei precipizi. Prima di
trovare una via agevole per la discesa grazie all'intervento della popolazione
locale, parecchi gruppi si dispersero nella ricerca[74]. Il 7 ottobre i russi
arrivarono ai primi chalet di Panix[75] e dopo un breve bivacco poterono
iniziare la discesa verso Jante e la salvezza[76]. Qui, Suvorov, sentendosi
finalmente non pi braccato, fece riposare i suoi uomini per un'altra notte e il
9 mosse verso il Reno e quindi verso Coira dove arriv il 10 ottobre, portando
con s anche 1 400 prigionieri francesi. Gli restavano 14 000 uomini e di
questi solo 10 000 in grado a stento di marciare e combattere, gli altri erano
divorati dalle febbri o accecati da infiammazioni agli occhi; le sotnje erano
ridotte ad una ventina di cavalieri che si disputavano quattro o cinque cavalli
superstiti e male in arnese; lartiglieria era tutta perduta, un terzo della
truppa aveva perso le armi e quelle che restavano erano arrugginite e
inservibili; le baionette spuntate, le uniformi irriconoscibili[77][10].
Ogni reggimento di fanteria fu riorganizzato in battaglione, i reggimenti di
cavalleria in altrettanti squadroni e, attrezzato un convoglio di cinquecento
bestie da soma, l'armata si diresse per Balzers, Vaduz e Feldkirch sino ad
Altenstadt[10][44]. Il 22 ottobre lo zar Paolo si ritir dalla coalizione e
richiam in patria Suvorov, che ormai accusava pubblicamente gli austriaci di
averlo tradito[78]. Il 25 ottobre le forze di Suvorov, di Korsakov e del principe
di Cond si riunirono a Landau e iniziarono a piccole marce il rientro verso i
quartieri d'inverno in Boemia, dove giunsero nel gennaio del 1800
concludendo definitivamente la campagna svizzera[79][44].
Le ragioni della sconfitta[modifica | modifica wikitesto]
Dopo poco meno di un mese di estenuanti marce e sedici giorni di
combattimenti, Suvorov aveva perso oltre 5 000 uomini, mentre i francesi
controllavano la Svizzera esattamente come facevano prima dell'inizio della
campagna[80][N 5]. Gi il 22 ottobre lo zar Paolo I, nella sua lettera
all'imperatore Francesco II con cui annunciava ufficialmente l'uscita della
Russia dalla coalizione, focalizzava le ragioni principali della sconfitta russa
nell'allontanamento dell'arciduca Carlo dalla Svizzera prima che si fosse
completato il ricongiungimento dell'armata di Suvorov con quella di Korsakov:
A Vostra Maest gi devono essere note le conseguenze che risultarono con
l'allontanamento dalla Svizzera della di lei armata sotto il comando
dell'Arciduca Carlo, il che si fece in opposizione a tutti i motivi per li quali
doveva rimanervi finch si fosse effettuato il congiungimento del feld

maresciallo principe Italysky col tenente generale Rimsky Korsakoff. (...)


(Paolo I a Francesco II, 22 ottobre 1799 [82])
Effettivamente nei primi giorni di agosto, l'arciduca Carlo aveva gi ricevuto
nel suo acquartieramento a Kloten, a nord di Zurigo, la lettera di Francesco II
che lo informava delle nuove strategie della coalizione e gli ordinava di
lasciare la Svizzera. La stessa lettera probabilmente non raggiunse invece
Suvorov prima del 25 o 27 agosto[83], per cui egli era ancora convinto di
dover continuare la sua campagna in Italia quando, con un anticipo di almeno
venti giorni, l'arciduca aveva gi iniziato i preparativi per muoversi[16]. Il 2
settembre, quando decise di obbedire a seguito dell'ordine ricevuto
direttamente dallo zar, Suvorov pensava ancora di poter coordinare la sua
manovra con l'arciduca Carlo. Informato finalmente che questi aveva gi
lasciato il paese, fu profondamente sconcertato dalle disastrose notizie
riguardo la ritirata dell'arciduca Carlo dalla Svizzera[84]. Tra il 15 e il 20
settembre, dopo la vana attesa a Taverne dei muli con i rifornimenti necessari
per la marcia in Svizzera, accus ormai esplicitamente Melas e gli austriaci di
codardia e di avere ordito un tradimento nei suoi confronti[85][86].
Se fu subito chiaro che la campagna in Svizzera era stata basata pi su
calcoli politici e diplomatici degli austriaci che su adeguate valutazioni
strategiche, anzi contro quelle che erano le decisioni militari che Suvorov
aveva gi preso, non si pu non addossare al generale russo quantomeno la
responsabilit di avere sottovalutato le difficolt della campagna
affidatagli[87]. Probabilmente il suo temperamento a volte troppo impulsivo e
impetuoso, nonostante l'et, lo port a una valutazione eccessivamente
ottimistica delle condizioni ambientali, della forza e della capacit delle
truppe avversarie sui valichi alpini e delle possibilit proprie e dei suoi
uomini[88]. Per dare un'idea dello spirito di Suvorov nei giorni
immediatamente precedenti la campagna, basta riportare due episodi
esemplari. Al generale austriaco Weyrother, che gli riassumeva i piani di
attacco sul San Gottardo completi di un'ipotesi di ripiegamento, ordin:
Cancellate la parola ritirata![89]; a un corriere di Korsakov, che gli
domandava quali fossero i nuovi ordini, rispose semplicemente con le parole:
Sconfiggere i francesi![90].

Il generale Aleksandr Korsakov

L'arciduca Carlo d'Asburgo-Teschen


Il 20 settembre Suvurov aveva approvato la proposta operativa del generale
Hotze di raggiungerlo, spostandosi dal San Gottardo con marce forzate su
strette vie di montagna lungo la valle della Reuss, per aggirare Massena da
Svitto e liberare Lucerna. Il successo di questo piano avrebbe sicuramente

avuto enormi conseguenze sulla situazione operativa in Svizzera, ma l'esito


positivo dipendeva dalla contemporanea buona riuscita di tutta una serie di
azioni da svolgersi in coordinamento e dalla correttezza di tutte le valutazioni
iniziali. Era per esempio necessario che l'azione offensiva delle truppe di
Korsakov e Hotze sulla Linth-Limmat avesse luogo contemporaneamente
all'arrivo di Suvorov quantomeno a Svitto. Il fallimento anche di una sola delle
azioni pianificate oppure impreviste variazioni delle condizioni ambientali,
logistiche o tattiche avrebbero potuto provocare il fallimento dell'intera
operazione[88]. E fu quello che puntualmente avvenne e su cui si
concentrarono tutte le successive critiche al vecchio generale: i russi
dovettero attendere per quattro giorni i rifornimenti austriaci, che arrivarono
in ritardo e si rivelarono insufficienti; le condizioni meteorologiche e
ambientali furono quasi sempre sfavorevoli quando non proibitive; la sua
decisione di marciare lungo la Reuss non tenne conto della capacit di
resistenza delle truppe francesi, che da un lato gli contesero duramente ogni
centimetro di territorio costringendolo in pi battute a feroci combattimenti
che lo rallentarono ulteriormente, e dall'altro minacciarono costantemente la
sua linea di rifornimenti, per i quali dipendeva totalmente dagli austriaci,
interrompendola spesso anche con attacchi di forze ridotte; Massena, infine,
si rivel un brillante e capace comandante che sbaragli le truppe di
Korsakov e Hotze a Zurigo quando Suvorov era ancora sul lago di Lucerna,
indeciso sul da farsi, e poi non lasci altra scelta alle truppe della coalizione
che ritirarsi sulle montagne e quindi evacuare la Svizzera.
I suoi maggiori detrattori si rivelarono in seguito proprio l'arciduca Carlo, al
cui prematuro ritiro Suvorov ascriveva la maggior parte del fallimento della
campagna, e il generale Korsakov, la cui immediata sconfitta subita a opera
di Massena vanific comunque qualsiasi velleit di possibile successo.
L'arciduca Carlo critic severamente il piano della campagna dal punto di
vista dei rifornimenti e del sostegno logistico:
...un avvio insufficientemente predisposto di tutta la manovra, partendo da
presupposti incerti, che non davano garanzie nemmeno per il caso di una
ritirata.
(Arciduca Carlo[91])
Nelle sue memorie Korsakov biasim Suvorov per gli esagerati sforzi richiesti
ai suoi uomini e si spinse fino ad addossargli la responsabilit unica del
fallimento della campagna:
...per le truppe del maresciallo Suvorov e del generale Hotze furono
previste tratte giornaliere tali che, anche senza la minima resistenza nemica,
non avrebbero potuto essere percorse.
(memorie di Korsakov[91])
E aggiunse, rincarando la dose, che neppure nel caso Suvorov avesse alla

fine raggiunto Svitto, le sorti dello scontro sarebbero potute cambiare in


quanto non sarebbe stato in grado di rifornirlo, trovandosi egli stesso in una
situazione di grave difficolt[91].
Fu poi probabilmente proprio la testimonianza di Korsakov, che aveva
preceduto l'anziano comandante a San Pietroburgo mettendo subito Suvorov
in cattiva luce presso la corte zarista indicandolo come l'unico responsabile
della sconfitta, a spingere Paolo I ad accoglierlo freddamente e a non
concedere all'appena nominato "generalissimo"[9] e alla sua armata lonore
di una entrata trionfale nella capitale russa come gli aveva precedentemente
promesso[10][92].
Eredit della campagna[modifica | modifica wikitesto]

Monumento a Suvorov che commemora la battaglia alla gola della Schllenen


del 25 Settembre 1799
Nonostante l'evidente fallimento, la campagna svizzera avrebbe comunque
aggiunto, per il suo carattere drammatico ed eroico, nuovo prestigio postumo
a Suvorov, specialmente nella cultura russa dove egli considerato ancora
oggi alla stregua di un Senofonte, di un Annibale o di un Giulio Cesare[10]:
gi nel 1801 lo zar Paolo I ordinava il primo di una lunga serie di monumenti
eretti in suo onore in patria[93]. In Svizzera, dove egli ricordato come il
liberatore dall'occupazione francese, proprio presso il ponte del Diavolo nella
gola della Schllenen sotto Andermatt, si trova dal 1899 un ampio e
suggestivo monumento scavato interamente nella roccia dedicato all'impresa
del generale russo e dei suoi uomini[94].
La campagna svizzera fu tenuta molto in considerazione dai contemporanei e
spesso ricordata dagli storici. Pare che lo stesso Massena, alla notizia della
morte di Suvorov esclam:
(FR)
Je donnerais tous mes campagnes et toutes mes victoires pour la seule
expdition de Souvorov en Italie et en Suisse.
(IT)
Io darei tutte le mie campagne e tutte le mie vittorie per la sola spedizione
di Suvorov in Italia e in Svizzera
(Andrea Massena[95])
Riconoscendo la situazione disperata in cui si era venuta a trovare l'armata di
Suvorov, il famoso generale, scrittore e teorico militare prussiano Carl von
Clausewitz defin pochi anni dopo la riuscita della ritirata un miracolo [96].
Friedrich Engels scrisse nel suo opuscolo "Po und Rhein" ("Po e Reno") del

1859 che il passaggio del Panix durante la campagna condotta sotto la guida
di Alexander Suvorov era stata la pi grande impresa [militare n.d.t.] di
sempre tra quelle impegnate a attraversare i valichi alpini [97]. Il
fallimento di questa campagna scrisse in seguito il militare e statista russo
Dmitry Milyutin avrebbe portato alle truppe russe pi onore della pi
brillante delle vittorie[98].

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