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GEORGE SIMMEL
I PROBLEMI DELLA FILOSOFIA DELLA STORIA
Capitolo 1 Le condizioni interne della ricerca storica:
Gli oggetti della teoria della conoscenza storica sono anime, ossia il
rappresentare, il volere e il sentire di personalit. I fatti storici scaturiscono
da movimenti dellanima e suscitano movimenti dellanima. La storia storia
di processi psichici, e tutti gli eventi esterni da lei descritti non sono altro che
i ponti conducenti dagli impulsi agli atti volitivi, e i riflessi affettivi suscitati
da quegli eventi esterni.
La storia ha a che fare con lindividuale, con personalit assolutamente
uniche e irripetibili. Ogni anima potrebbe possedere una qualit originaria
(che non una modificazione secondo leggi date di un dato pi primitivo);
solo in base a questo presupposto le leggi universali, valide ugualmente per
ogni anima, potrebbero produrre i fenomeni psichici empirici; tali fenomeni,
evidentemente diversi per ogni individuo, farebbero di ogni individuo
qualcosa di analogo allintero mondo fisico (stesse associazioni e riproduzioni
di idee, suggestionabilit, formazione di volont in Nerone e Budda, etc.). Ma
queste leggi richiedono, quasi come un apriori reale, una materia
preesistente, ed la natura di questa materia a decidere la formazione che
ne risulta. Il materiale per molteplice, cos da dare luogo a realt
individuali irriducibili.
Prima di analizzare ulteriormente la fattualit psicologica come sostanza
della storia, occorre definire provvisoriamente il rapporto metodico
intercorrente fra psicologia e storia. E innegabile la natura psichica di tutti i
processi che ci interessano sotto il profilo storico.
La verit storica non una mera copia, bens unattivit spirituale che
trasforma la sua materia data attraverso una riproduzione interiore in
qualcosa che essa in s non ancora, portando alla luce significati che
conferiscono a questo passato unimmagine che fa apparire per noi
giustificata la sua descrizione.
Lo sviluppo dei contenuti della vita a partire da un centro produttivo
riservato allesperienza vissuta; la sintesi di tali elementi in base al loro
contenuto oggettivo e al significato di questo contenuto, di cui il soggetto
vivente solo il portatore, resta la via necessaria della conoscenza storica
(principio di selezione e organizzazione).
Ogni scienza storica ha un suo particolare concetto di verit: non vi mai un
conoscere generale, ma una pluralit di tanti punti di vista differenziati che la
storia non fa che mettere in risalto i pi significativi secondo il ns. senso di
valore. Quindi la verit storica non pu mai essere intesa come un
rispecchiamento della realt storica. A decidere di quelle elaborazioni sono le
ns. categorie operanti a priori. Non esiste oggettivit nel raccontare la storia,
perch ognuno la vive in maniera diversa.
Si stabilisce il punto di vista a partire dal quale i presupposti psicologici della
storiografia si inquadrano nella generale analisi gnoseologica della
storiografia stessa.
Di contro alla consueta assunzione della storia come copia di ci che
internamente o esternamente realmente stato, questa spiegazione
accresce tanto la sua distanza quanto il suo avvicinarsi alloggetto; essa
richiede una riproduzione degli atti psichici delle persone storiche, provocata
dal materiale dato e resa psicologicamente possibile da una qualche forma di
uguaglianza; ma la semplice uguaglianza di contenuto psichico tra il modello
e la raffigurazione non sufficiente: occorre assumere questa raffigurazione
nella particolare categoria della conoscenza storica, che si presenta come
trasformazione di quel contenuto in una personalit unica e irripetibile,
individualizzata dalla sua collocazione nello spazio, nel tempo e nelle
circostanze. E con ci questo presupposto psicologico della storiografia si
inquadra nel generale riconoscimento che la scienza storica non pu essere
affatto una copia degli eventi come sono realmente stati, bens una
riorganizzazione della realt vissuta, dipendente dai fini costruttivi del
conoscere e dalle categorie a priori. Solo attraverso quelle considerazioni
psicologiche si pu portare a compimento il rifiuto del realismo storico, in
quanto esse soltanto mostrano che anche nel punto in cui sembrava essere
data dalla nostra esigenza ricostruttiva una completa congruenza tra il
conoscere e il conosciuto, solo la rielaborazione che produce la conoscenza
storica.
Un problema della filosofia della storia in quanto teoria della conoscenza
storica quello di stabilire i principi a priori in virt dei quali lesperienza
vissuta si trasforma in scienza storica, quali i concetti da predisporre
logicamente e psicologicamente per arrivare ai metodi della storiografia
esistente. Questo il pi importante: la riproduzione interiore dellaccadere
psichico come interpretazione di ci che storicamente percepibile.
Mentre Ranke esprime il desiderio di cancellare il proprio io per vedere le
cose come sono state in se stesse, proprio la realizzazione di questo
desiderio annullerebbe lesito immaginato; una volta cancellato lio, infatti,
simmerge nella realt empirica del soggetto (come se plasmasse una statua
di cera) ma nellIDEA del suo oggetto, nel suo contenuto, che vive nella
forma dello spirito. NON RIPETE LA REALTA DELLEVENTO PSICHICO, BENSI
NE CONDIVIDE IL SIGNIFICATO UNIVERSALMENTE INTELLEGIBILE, IL SUO
CONTENUTO.
Problema centrale per la filosofia della storia (centro: psicologia guidata da
norme metodiche): da dove lambito intermedio in cui ha luogo la
riproduzione delle rappresentazioni altrui senza il modello di una propria
esperienza, di unanaloga situazione psichica?
Il genio sembra creare da s stesso quelle conoscenze che luomo non
geniale pu acquisire solo con lesperienza. Ma anche gli uomini comuni
mostrano abbastanza spesso spunti occasionali di riproduzione geniale di
processi psichici a loro normalmente estranei.
Possibile influenza dellereditariet latente: sono infatti depositati nei loro
spiriti processi psichici quali reminiscenze del passato, che funzionano
occasionalmente ancora in modo efficiente, cos come il corpo umano
racchiude in s le acquisizioni di uno sviluppo plurimillenario.
Ma si constata come riesce pi facilmente la riproduzione interiore delle
individualit dai contorni pi netti, poich ad essa corrisponde una
personalit dove tutti gli elementi si illuminano a vicenda, rispetto per
esempio a un italiano medio prerinascimentale, legato invece a una
determinata situazione storica di cui sono i rappresentanti. Lunit dellanima
conoscente offre lo schema per la forma unitaria del conosciuto. Come per
Kant, rispetto alle scienze della natura, noi conosciamo loggetto quando
abbiamo portato unit nel molteplice della sua intuizione (dove lunit
delloggetto lunit della appercezione, dove la molteplicit delle
impressioni sensibili confluisce per trovare un ordine), anche in senso storico:
lunit della personalit storica oggettiva lunit della coscienza dellio
conoscente. Quanto pi decisamente i dati delluomo storico conservano,
dalla loro origine nellio, la qualit della potenziale unit, con tanto maggiore
sicurezza pu entrare in azione lunit appercettiva del soggetto conoscente.
Lunit connettiva non pu mai esser data dalloggetto, ma solo prodotta dal
soggetto.
Il rapporto del conoscere con il contenuto storico?
La ricostruzione psicologica del contenuto storico ordinario procede con
sicurezza quando si tratta di movimenti di interi gruppi, poich gli interessi
collettivi sono sempre pi semplici e univoci dei rapporti individuali; si
trovano infatti uniti molti uomini.
Legame tra materialismo storico e la visione socialista del mondo:
Il primo coglie luniversale come linteresse ugualmente insito in ogni
individuo, mentre per il secondo luniversale significa ununit che sta al di
sopra degli individui, a cui tutti in generale partecipano e che non per
contenuta nei singoli. Comune ad entrambi la tendenza metodica a
pervenire alla riproduzione interiore dellaccadere, riconducendolo a ci che
comune alle persone, ed perci lelemento pi semplice, il minimum
psichico dellaccadere storico, la semplicit delluniversale, che tanto pi
comprensibile quanto pi i suoi contenuti sono primitivi e fondamentali
GEORGE SIMMEL
I PROBLEMI DELLA FILOSOFIA DELLA STORIA
Capitolo 2 Le leggi storiche:
Ci che preme a Simmel la comprensione dei contenuti storici obiettivi:
garantire alla conoscenza quel grado di oggettivit che non pu essere
dellarte. Per quanto alla base di ogni ricerca vi sia la sensibilit personale
dellinterprete, la scienza storica si articola al suo interno in categorie
obiettive, norme di legge, specifici apriori metodologici; sebbene Simmel
contesti alle leggi storiche (per es. a quella secondo cui ogni epoca sarebbe
assoggettata allo stesso processo evolutivo dellorganismo: infanzia,
giovinezza, maturit, vecchiaia) verificabilit empirica e grado assoluto di
certezza, egli riconosce loro un certo valore come primo livello
approssimativo di ogni ricerca. Idee e principi generali, se non sono
incondizionatamente veri, rappresentano un punto di vista euristico, e con
ci rinvengono una propria giustificazione nel movimento costruttivo della
conoscenza. La risoluzione di ogni singolo elemento cognitivo nella totalit
dinamica del sapere e ci che Simmel chiama RELATIVISMO. Le leggi storiche
diventano false quando si pongono come realt assolute.
Poich nessuno dei casi ipotizzabili per una determinata legge coincide con
gli altri casi in TUTTI i suoi fattori, ecco che la legge, ricavata dalla
osservazione di UNA situazione e delle sue conseguenze, non vale in realt
se non appunto per questa situazione stessa, non per per tutte le altre
situazioni in cui il nesso di causa-effetto si presenta identico solo grazie alla
rimozione delle differenze.
Perch spetta alla filosofia indagare le leggi della storia?
Non significa che la storia sia diventata di competenza della filosofia, bens
che sono esigenze e categorie universali della conoscenza, esprimenti i ns.
tipici rapporti con lesistenza, quelle che producono nei 2 ambiti
organizzazioni corrispondenti del loro materiale. Le categorie astratte e
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I PROBLEMI DELLA FILOSOFIA DELLA STORIA
Capitolo 3 Il senso della storia:
Nessuna scienza una copia precisa della realt intatta nel suo oggetto,
bens una proiezione di questo su un piano nuovo, sa un lato pi analitico e
da un lato pi sintetico.
Scorgiamo un senso dellesistenza storica da un lato nel fatto che le sue
manifestazioni fenomeniche non corrispondono a qualit medie, ma tendono
sempre verso i limiti estremi; e dallaltro lato nel fatto che esse non si
presentano come imparagonabili le une alle altre, ma possiedono una
correlazione ideale che fa di singole persone, azioni o situazioni i
rappresentanti di un intero gruppo affine. Da questi 2 fatti una metafisica
della storia pu costruire delle significativit al di fuori di quellimmagine
meramente esatta fornita dalla storiografia, nella quale si producono sia i
fenomeni estremi che medi, sia quelli tipici che quelli individuali. Che tali fatti
esercitino questa funzione di aiutare la storia ad andare al di l del
meramente fattuale con le loro articolazioni e approfondimenti, ci
espressione delle reazioni affettive che conferiscono allimmagine teorica
una coloritura che propria non di quellimmagine ma di quelle reazioni.
(sia il tipico che lestremo sono pi qualcosa di oggettivo che non una
proiezione dei ns. sentimenti, come lo sono ci che ha valore, il significativo
e semplicemente linteressante;
Valutazioni= riflessioni sulla storia che non ne alterano limmagine, ma solo
certi interessi affettivi o valutativi riferiti a tale immagine;
Valore= concetto che spetta alla cosa solo in s per s
Significativo= rilievo che la cosa ha agendo su altri fenomeni, confrontandosi
con le altre esistenze storiche; significa qualcosa per qualcuno;
Estremo= quantit estrema di una qualit secondo una scala qualitativa;
Tipico= quantit di persone o eventi che sono rappresentati in un singolo
fenomeno).
La filosofia della storia integra e aggrega secondo certi principi quei
presupposti spesso inconsci, non confutabili n dimostrabili, e quelle energie
che sono gi operanti quando il materiale dellaccadere viene organizzato
nella forma della storia come scienza esatta.