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Eppure li aveva descritti con pi ironica commiserazione che con odio quelli caduti nellinganno. Che,
per fame, per frustrazione, per paura, per convenienza, dalla parte sbagliata si erano schierati:
i vitelli in gioiosa marcia verso il mattatoio. Pochi hanno saputo descrivere lascesa del fascismo, il
suo seguito popolare, lopportunismo tacito che lo ha tollerato o blandito, come ha saputo fare Brecht: Non sono ingiusto, ma nemmeno prode,/ questoggi il loro mondo mi han mostrato, / e quando
ho visto il sangue sopra il dito, / ho detto, s, lo trovo di mio gusto. la prima strofa della Ballata
sullapprovazione del mondo, nella quale possiamo leggere uno straordinario catalogo dei motivi di
complicit con il fascismo, di meschina, inconsapevole cattiveria, di servile accondiscendenza verso
il potere di turno. Catalogo al quale converrebbe prestare orecchio in un tempo in cui xenofobia
e nazionalismo, politiche identitarie e nuove pulsioni autoritarie tornano a marciare in tutta Europa,
anche se non indossano pi la camicia bruna, ma quella verde o il doppiopetto.
In una delle poesie pi belle e famose di Brecht, Del povero B.B., vi un verso di sconfinata amarezza: Sappiamo di essere effimeri / e dopo di noi verr: nulla degno di nota. Potrebbe sembrare il
testamento di un nichilista assoluto, la dichiarazione perentoria che ogni sforzo vano, ogni prospettiva illusoria e, certamente, questo rispecchiava lumore alquanto tetro del giovane poeta. Ma, se
pensiamo allintera umanit, quel cupo epitaffio potrebbe anche essere letto come una messa in
guardia dallautodistruzione, come consapevolezza del limite. Tanto pi che in unaltra stagione,
esule in Danimarca mentre Hitler preparava la guerra, Brecht si sarebbe rivolto, invece, direttamente alla posterit, chiedendo indulgenza per i tempi davvero oscuri in cui aveva vissuto,
quando discorrere dalberi quasi un delitto, / perch su troppe stragi comporta il silenzio! questo il componimento, rivolto al futuro, che chiude lantologia, descrivendo quel mondo feroce nel
quale per riconquistare umanit anche i migliori con poca umanit erano stati costretti ad agire,
quando anche lira per lingiustizia / fa roca la voce.
Ma se decisamente oscuri furono quei tempi, dei nostri non pu dirsi che siano poi tanto luminosi.
A meno di voler marciare chiassosamente nel terzo millennio con lillusione che il Male sia rimasto
per sempre racchiuso nel secolo breve e il migliore dei mondi possibili si riveli senza alternative al
nostro sguardo. La menzogna scrive Asor Rosa ha sostituito dalle nostre parti la violenza (dalle
nostre parti, sintende, perch altrove) ed diventata la nostra, usuale, quotidiana, forma di violenza. E allora il povero B.B. e i suoi compagni meriterebbero qualcosa di pi che la semplice indulgenza. Meritano attento ascolto. Del Pensiero nelle opere dei classici, scriveva il poeta militante: Se
si fa avanti imperioso cos, / pure dimostra che senza chi ascolti esso nulla / n sarebbe venuto n
saprebbe / dove andare o restare / se non laccogliessero. In questi precisi termini, sottraendolo
a quella venerazione disincarnata che aborrisce qualunque presa di posizione, possiamo senzaltro
annoverare Bertholt Brecht tra i grandi classici.
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