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Karl Marx e la democrazia moderna

di Emiliano Alessandroni
1. Riduttivit e inefficacia della democrazia giuridico-politica.
Le idee della classe dominante sono in ogni epoca
le idee dominanti; cio la classe che la potenza
materiale dominante della societ in pari tempo
la sua potenza spirituale dominante. La classe che
dispone dei mezzi della produzione materiale dispone
con ci, in pari tempo, dei mezzi della produzione
intellettuale, cosicch ad essa in complesso sono
assoggettate le idee di coloro ai quali mancano
i mezzi della produzione intellettuale.
Karl Marx, L'Ideologia Tedesca

Una delle formulazioni pi autorevoli relative al concetto di democrazia moderna stata


espressa dall'economista austriaco Joseph Schumpeter che sul suo libro Capitalismo,
socialismo e democrazia definisce il metodo democratico come quell'assetto
istituzionale per arrivare a decisioni politiche nel quale alcune persone acquistano il
potere di decidere mediante una lotta competitiva per il voto popolare 1. Si tratta di un
giudizio sintetico, estensivo, che a tutt'oggi continua a suscitare approvazione. Secondo
Gianfranco Pasquino, allievo di Norberto Bobbio, le teorie di Kelsen e di Schumpeter
sono quelle che costituiscono tuttora i punti pi elevati della visione democratica e
come tali risultano immuni ai cambiamenti storici, ovvero dotate di persistente validit.
La discriminante della democrazia risulta la competizione elettorale: le elezioni sono un
gioco interattivo che si ripete nel tempo con periodicit prevedibile spesso chiaramente
sancita, altrimenti non saremmo in democrazia. Quest'ultima costituisce, dal canto suo,
un organismo mobile in cui l'elemento dinamico rappresentato dalle preferenze degli
elettori2. un tema quello della facolt decisionale elettiva che stava gi molto a cuore a
Marx il quale considerava la lotta per il suffragio universale un importante passo
emancipatorio e democratico e denunciava quelle forze che tentavano di opporvisi
mediante l'introduzione di restrizioni censitarie e clausole di esclusione che colpivano gli
strati sociali meno abbienti3. La lotta per il suffragio rientrava dunque per Marx a pieno
titolo all'interno della lotta per la democrazia. Cionondimeno, quantunque la conquista
del suffragio universale determinasse, specie in rapporto ai tempi, una sorta di
democrazia giuridico-politica, quest'ultima non costituiva agli occhi di Marx una
democrazia compiuta, espressione istituzionale di un'emancipazione compiuta, ma
soltanto una rifrazione dell'emancipazione politica la quale costituiva certamente un
grande passo in avanti e tuttavia non la forma ultima dell'emancipazione umana: essa
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J. Schumpeter, Capitalismo, socialismo e democrazia, 1955, Edizioni di Comunit, p. 252.


Gianfranco Pasquino, Nuove teorie della democrazia? In Ibid. (a cura di), Strumenti della democrazia,
Il Mulino, 2007, p. 154.
Cfr. su ci Marx, Le lotte di classe in Francia, Editori Riuniti 1970.

era invero soltanto l'ultima forma di emancipazione umana entro l'ordine mondiale
attuale4. Eretta sul fondamento del sistema di produzione capitalistico, la democrazia
politica poteva svilupparsi solo l dove le sfere private [avevano] acquistato un'esistenza
indipendente5, determinando una separazione tra Stato e societ civile, in cui i conflitti
politici non rispecchiavano l'interezza dei conflitti sociali, l'uguaglianza nei confronti
della sfera giuridica era revocata dall'iniziativa autonoma delle forze economiche private,
le quali incoraggiavano a loro volta la pi pesante ineguaglianza nella sfera sociale, e
l'individuo, anzich in un modo reale, finiva per emanciparsi in un modo astratto e
limitato, in un modo parziale6, l'unico possibile sul presupposto di quel sistema
produttivo. Ma a ben vedere la democrazia giuridico-politica, nella sua sopravvivenza
separata e indipendente da ogni forma di democrazia economico-sociale, oltre che
riduttiva finisce per rivelarsi altres inefficace. Marx sa bene che quello che Pasquino
chiamer elettore e che costituir a suo giudizio l'elemento dinamico della democrazia
in realt un'entit astratta, inerente all'empireo della sfera politica. Nella societ civile gli
elettori sono sociologicamente diversi fra loro, dispongono di strumenti materiali
sproporzionati per la diffusione delle proprie idee e occupano posti non-equipollenti nella
vita del paese. Tale disparit e stratificazione sociale a monte fa s che nessun voto
elettorale sia mai realmente uguale ad un altro e che mai le singole preferenze abbiano tra
loro lo stesso peso. una questione di cui, sulla scia di Marx, tratter Gramsci in carcere,
sottolineando come la razionalit storicistica del consenso numerico, nelle societ a
base capitalistica, venga sistematicamente falsificata dall'influsso della ricchezza 7. Il
filosofo di Treviri sapeva d'altronde benissimo che il suffragio non cancellava il dislivello
sociale e che, gi a suo tempo, la borghesia poteva regolare il diritto di voto in modo
che esso [avesse] a volere ci che ragionevole, cio il suo dominio. Cos configurata la
presenza o meno della democrazia giuridico-politica, non eliminava mai l'essenza
dittatoriale della struttura sistemica reggente nonch la supremazia del gruppo sociale
dominante, potendo unicamente stabilire se tale dittatura dovesse essere consolidata
in forza della volont popolare o contro la volont popolare 8. La questione della
democrazia assumeva dunque gi in Marx i tratti di quella che diventer in Gramsci la
questione dell'egemonia.
2. Democrazia e questione nazionale.
La storia di tutta la societ si svolta sinora
attraverso antagonismi di classe, che nelle
diverse epoche hanno assunto forme diverse.
K. Marx- F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista

Se Marx ed Engels parlano fin dalla prima pagina del Manifesto delle differenti
configurazioni che la lotta di classe e il conflitto fra oppressori e oppressi assume nella
storia, nel 1920 dopo un'attenta analisi sulla situazione geopolitica formatasi in seguito
alla comparsa dei monopoli e allo sviluppo del capitale finanziario, Lenin traccia i nuovi
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Marx, La questione ebraica, Editori Riuniti, 1954, p. 59.


Karl Marx, Opere filosofiche giovanili, Editori Riuniti, 1950, p. 43.
Marx, La questione ebraica, cit., p. 56.
Gramsci, Quaderni del carcere, Einaudi, 2001, p. 1625, ma cfr. tutto il paragrafo, Il numero e la qualit
nei regimi rappresentativi, p. 1624-1626.
Marx, Le lotte di classe in Francia, cit. p. 276.

contorni del conflitto sociale affermando la necessit di operare una distinzione...netta


tra le nazioni oppresse, soggette, private dei loro diritti e le nazioni sovrane che ne
sfruttano e ne opprimono altre9. Diversamente dalla prospettiva liberale per la quale la
riduzione in condizioni di semi-schiavit o il completo assoggettamento di una nazione
debole da parte di una nazione forte non costituisce alcun elemento che possa incidere sul
livello di democrazia della nazione forte, secondo lo statista russo instaurare la completa
democrazia significa realizzare l'assoluta eguaglianza dei diritti delle nazioni nonch
riconoscere il diritto di autodecisione delle nazioni oppresse10. Egli non si stanca di
sottolineare come gi a suo tempo la teoria di Marx fosse lontana come il cielo dalla
terra, dall'ignorare i movimenti nazionali11, ricordando il sostegno del filosofo tedesco
alle lotte di liberazione dell'Irlanda e della Polonia. D'altronde fin dal Manifesto si
preannuncia l'orientamento inter-nazionale che la conflittualit inerente al nuovo sistema
produttivo destinata ad assumere:
Il bisogno di sbocchi sempre pi estesi per i suoi prodotti spinge la borghesia su tutto il globo terrestre. Ovunque essa
deve insediarsi, ovunque stabilirsi, ovunque allacciare collegamenti [] All'antica autosufficienza e all'antico
isolamento locali e nazionali subentra un commercio universale, una interdipendenza universale tra le nazioni 12.

Si tratta di una tendenza aggressiva ed espansiva, quella del nuovo gruppo sociale in
ascesa, che il Manifesto sottolinea con insistenza:
I rapporti borghesi sono diventati troppo angusti per poter contenere la ricchezza creata dalle forze produttive. Con
quale mezzo la borghesia supera le crisi? Per un verso imponendo la distruzione di una grande quantit di forze
produttive; per un altro verso, conquistando nuovi mercati e conquistando pi intensamente quelli gi disponibili 13.

Nei successivi decenni, fino ai giorni nostri, la conquista di nuovi mercati si esprimer
nel concreto con la conquista di nuove aree geografiche, la sottomissione dei paesi
recalcitranti, e la violazione delle sovranit nazionali. Operazioni di cui Marx scorge la
protagonista nell'Inghilterra del proprio tempo. Se infatti la massima opera del filosofo
denunciava come il vecchio continente inviasse nelle colonie capitale ansioso di
sfruttamento nonch la fabbricazione di salariati nelle colonie14 scrivendo sulla
stampa
tedesca,
Marx
polemizza
continuamente
contro
il
cosiddetto
15
umanitarismo...d'esportazione inglese, ovvero contro quella grande disumanit
dell'Inghilterra nascosta sotto una fraseologia filantropica. 16 E allorch l'esercito
francese di Napoleone III, col sostegno delle forze inglesi e spagnole, si appresta
all'invasione del Messico, in quell'impresa che diverr nota come l'Affare Massimiliano,
sul New York Daily Tribune del 23 Novembre 1861, Marx esprime in questi termini il
proprio giudizio a riguardo: L'intervento in Messico preparato dall'Inghilterra, la Francia
e la Spagna , per me, una delle imprese pi mostruose che gli annali della storia

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Lenin, Primo abbozzo di tesi sulle questioni nazionale e coloniale, in Ibid., Opere scelte, Editori
Riuniti, 1975, Vol. VI, p. 85.
Ivi, vol. II, p. 439.
Ivi., p. 261.
K.Marx, F.Engels, Il Manifesto del Partito Comunista, Laterza, 1999, pp. 10-11.
Ivi., p. 14.
K. Marx, Il Capitale, NewtonCompton, 2006, pp. 550-552.
Marx-Engels, La guerra civile negli Stati Uniti, Del Bosco 1973, p. 147.
Ivi., p. 141.

internazionale abbiano mai registrato17. D'altro canto allo scoppio della Guerra di
Secessione, nel sostegno economico che l'Inghilterra garantisce al Sud separatista, Marx
individua un elemento fortemente antidemocratico, non soltanto in ragione della schiavit
razziale che si sarebbe continuata a perpetrare nel caso di vittoria degli Stati Confederati,
ma in ragione altres del dominio che l'Inghilterra si proponeva di esercitare per tale via
sugli Stati Uniti, della violazione cio della sovranit nazionale americana che tale atto
designava. evidente che, come poi avverr in maniera pi manifesta in Lenin, la
violazione delle sovranit nazionali costituisce gi in Marx un parametro misuratore del
grado di democrazia di una data nazione.
Oggi, ad assetti geopolitici radicalmente mutati, se col parametro riduttivo della
democrazia giuridico-politica Pasquino designa la democrazia inglese e la
democrazia americana come gli esempi pi concreti di democrazia competitiva la
Schumpeter18, con l'apporto delle categorie di democrazia sociale e democrazia internazionale desumibili dall'analisi di Marx, proprio quelle nazioni indicate da Pasquino si
rivelerebbero agli occhi del filosofo tedesco come gli esempi pi manifesti di imponenti
dittature. Nel complesso, d'altronde, il compimento della democrazia ad avviso di Marx
incompatibile con il sistema di produzione capitalistico: le due strutture costituiscono
istanze ossimoriche che ci impongono a tutt'oggi di riconsiderare il loro giudizio: la
realizzazione della prima non concerne il nostro presente storico, ma deve esser
necessariamente rimandata a tempi futuri in cui potr apparire pi realistico e
indispensabile, l'abbandono della seconda: il processo deve ancora hegelianamente farsi
essoterico.

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18

Ivi., p. 115.
Pasquino, cit.

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