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lata 9ttD
In
I bosco stato per secoli una ricchezza per le popolazioni rurali che ne ricavavano il legname necessario per il riscaldamento, la cottura dei cibi, la costruzione di abitazioni, annessi rustici, attrezzi agricoli, mobilio e utensili di vario tipo.
Oggi, dopo mezzo secolo di sostanziale disinteresse, i piccoli e grandi boschi privati
italiani tornano ad essere guardati con rinnovata attenzione. E lo saranno ancor pi
domani. Si pensi allo sviluppo della nuova filiera legno-energia, in cui il legno prodotto da certe specie diviene un competitivo combustibile per l'alimentazione di caldaie di nuova concezione.
Si consideri il crescente fabbisogno di legno di qualit prodotto dalle specie nobili,
assai richiesto dal comparto artigianale e industriale.
Si pensi infine all'importanza di una corretta e lungimirante gestione forestale in
molte situazioni di collina e di montagna che vedono nella valorizzazione esteticoricreativa del bosco una possibilit per incrementare i redditi aziendali. In un'epoca
di crisi dell'agricoltura e della zootecnia montane la coltivazione del bosco pu aiutare a mantenere viva l'economia di queste aree scongiurandone l'abbandono e garantendo l'insostituibile funzione di manutenzione del territorio che solo gli agricoltori possono fornire a vantaggio dell'intera comunit.
VITA IN CAMPAGNA
Mensile di agricoltura pratica e di educazione
ambientale
Direttore Responsabile: Alberto Rizzotti
Vice Direttore: Giorgio Vincenzi
Redazione: Giuseppe Ciprian, Silvio Caltran
Editore: Edizioni L'Informatore Agrario srl Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona
Presidente: Alberto Rizzotti
Vice Presidente: Elena Rizzotti
Amministratori delegati: Elena Rizzotti Pier Giorgio Ruggiero
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Edizioni L'Informatore Agrario srl
Vietata la riproduzione parziale o totale di testi
e illustrazioni - ISSN 1120-3005
FEDERAZIONE ITALIANA
EDITORI GIORNALI
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Questa Guida esce come supplemento del mensile Vita in Campagna n. 4/2001
HE
Comuni 27,6%
Privati 60%
Una piccola azienda agroforestale per sfruttare le risorse offerte dal bosco
coniai
Legenda. I-Bosco ceduo matricinato (ettari 3.75.00). 2-Bosco ceduo composto (ettari 3.10.00). 3-Bosco d'alto fusto (ettari 1.15.00). ^-Arboreto da legno piantato in ex prato. 5-Stagno per la pesca. 6-Centro aziendale. I-Azienda agrituristica confinante. S-Area pic-nic. 9-Percorso naturalistico-didattico-ricreativo
Mappa planimetrica
Legenda
^-^
~N = linee di livello
= confine di propriet
= arboreto da legno
= ceduo matricinato
::
= ceduo composto
.. = strade forestali
Particella
1
2
3
4
5
6
7
8
Superficie
(ettari)
0.70.00
0.85.00
0.90.00
0.65.00
1.30.00
1.35.00
1.10.00
1.15.00
Bosco
ceduo composto
ceduo composto
ceduo composto
ceduo composto
ceduo matricinato
ceduo matricinato
ceduo matricinato
alto fusto
L'assestamento
del bosco
Suddividendo la superficie di bosco
ceduo in diverse particelle
si ottiene una produzione
costante nel tempo
Con la collaborazione di un tecnico
forestale, dopo aver valutato la qualit
dei vari tratti di bosco (composizione,
et, stato sanitario, fertilit del terreno,
pendenza, accessibilit), avete potuto
stimarne la produttivit (cio di quante
tonnellate di legno utilizzabile si accresce annualmente ogni ettaro di superfi-
II ceduo composto
costituito da alberi
a ceppala e da
matricine
di et massima pari a
3-4 volte il
turno del ceduo
II bosco ad alto
fusto (ofustaia)
costituito da alberi
nati da seme e
distribuiti a gruppi di
individui aventi circa
la stessa et
(coetanei)
eie di quel tipo di bosco).
Visto il tasso di accrescimento del
bosco e stabilita quella che la dimensione media ottimale dei polloni del bosco ceduo che volete raccogliere, avete
Conversione di un ceduo in fustaia. La conversione di un ceduo invecchiato infustaia consiste nel diradare progressivamente polloni del ceduo, lasciando via via
quelli meglio conformati appartenenti a specie in grado di fornire infuturo dei tronchi da lavoro di elevata qualit (faggio, rovere, frassino maggiore, acero di monte, ciliegio selvatico, ecc.)
In colore sono evidenziati i fusti che vanno lasciati in piedi ad ogni taglio: sono sempre i meglio conformati, appartenenti a specie in grado di produrre infuturo del buon legname da lavoro. I-Primo intervento. Si lasciano tutte le matricine
[alberi nati da seme) e i polloni meglio conformati: in tutto 600-1.500 fusti per ettaro. 2-Secondo intervento. Dopo 10-20
anni s isolano ulteriormente i soggetti migliori lasciando 400-600 fusti per ettaro. 3-Terzo intervento. Il ceduo ormai
convertito in fustaia; con i diradamenti si cerca di favorire la rinnovazione naturale del bosco.
Durante tutto il periodo di conversione il bosco continua a fornire legna da ardere in abbondanza
terreno in modo definitivo, contemporaneamente al rilievo dei confini della propriet, riportando il tutto su una mappa
in scala (vedi fig. a pag. 8). Avete segnato i confini di ogni particella dipingendo sul tronco degli alberi o su delle
rocce ben visibili dei tratti orizzontali di
colore evidente (vedi figura qui sopra),
riportando anche il numero che stato
assegnato ad ogni particella.
Avete infine previsto di iniziare utilizzando per prime le tre particelle di ceduo
invecchiato di qualit pi scadente che
verr trattato a ceduo matricinato; a seguire utilizzerete le particelle migliori,
partendo da quelle dove il bosco pi
vecchio: nel giro di 21 anni tutta la superficie dei cedui verr utilizzata una
volta.
Il tratto governato ad alto fusto costituir un'unica particella in cui si interverr mediamente ogni 9-12 anni, in
coincidenza con l'utilizzazione di una
delle particelle del ceduo per commercializzare contemporaneamente la legna
da ardere ottenuta durante l'esecuzione
del taglio di curazione (si chiama cos
il complesso modo di utilizzare le fustaie disctanee, i boschi d'alto fusto dove alberi di tutte le et vegetano gli uni
accanto agli altri su ristrette superfici).
10
15 cm 10 cm 15 cm
Canalette per
l'allontanamento
delle acque di pioggia
dalle strade forestali
realizzate con travi
di legno fissate
15cm
e distanziate per
mezzo di staffe
metalliche a omega
mmm
Individuazione
alberi d'avvenire
(vedi pag. 25)
Ripuliture
(vedi pag. 23)
Sfolli e
diradamenti
(vedi pag. 26)
Potatura
(vedi pag. 27)
Esbosco
del legname
(vedi pag. 15)
Azioni di
prevenzione
degli incendi
(vedi pag. 31)
Hi
Sistemazione delle
cassette nido
(vedi pag. 34)
jggggg - periodo dell'anno in cui necessario o preferibile eseguire il lavoro
= periodo dell'anno in cui possibile eseguire il lavoro
11
Bosco ceduo
in fase di
utilizzazione:
polloni vanno
esboscati il pi
possibile lunghi>.
per ridurre
il lavoro di
preparazione
della legna
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Il taglio
del ceduo matricinato
Vi si pu raccogliere ottima legna
da ardere garantendo
la naturale rinnovazione
del bosco
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SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
L'abbattimento
dei polloni va
eseguito con
un unico taglio
obliquo operato
in modo da non
strappare la
corteccia e
da favorire
lo sgrondo
delle acque
13
molte zone occupano il piano dominante (hanno la chioma nello strato alto
della volta del bosco).
Dopo aver percorso attentamente il
bosco ed esservi resi conto della situazione, individuate le matricine da rilasciare dopo il taglio, lasciandone una
ogni 80-100 metri quadrati (distanza
media tra le pi vicine di 9-10 metri).
Gli alberi tra cui scegliere le matricine
devono avere le seguenti caratteristiche:
- essere sani e vigorosi, con chioma
espansa inserita nel piano dominante;
e=eta
Prima
Dopo
Tutti i polloni
vengono tagliati
allo scadere
del turno (t)
a.
Ss
Dopo
Prima
matricine
(e=t)
E
ss
s
9
polloni
(e=t)
polloni
(e=t)
"O
Prima
Dopo
matricina
(e=t)
a.
matricina
(e=2 o 3t)
polloni
(est)
polloni
(e=t)
14
tutti gli arbusti del sottobosco (abbondanti soprattutto nelle zone di margine e
lungo le piste forestali).
Organizzate il cantiere di utilizzazione servendovi della dotazione di macchine ed attrezzature di cui disponete,
acquistata con i fondi del Piano di sviluppo rurale e di propriet in parte - vedi voci contrassegnate qui sotto con una
(C) - del consorzio dei proprietari boschivi della Vallelarga di cui fa parte la
vostra propriet:
- trattore da 55 HP;
- gru a cavo leggera (C);
- canalette da esbosco (C);
- motosega professionale;
- attrezzi vari per il cantiere di abbattimento (cunei, zappini, giratronchi,
ecc);
- carro forestale con ruote motrici (C);
- verricello a tamburo (C).
Abbattete i polloni tagliandoli il pi
possibile vicino alla superficie del terreno, eseguendo dei tagli netti, non slabbrati, leggermente inclinati in modo da
favorire lo sgrondo delle acque.
Direzionate la loro caduta in modo
da facilitare le successive operazioni di
sramatura (eliminazione dei rami e dei
cimali, tenendo solo i tratti di tronco o di
ramo con diametro in punta superiore a
4-5 cm), sezionatura (riduzione del fusto in tronchi elementari), depezzatura
(riduzione finale in tronchetti della misura standard di 1-1,5 metri) ed esbosco
(trasporto dei tronchi dal luogo di taglio
al bordo di una pista forestale) e ponendo attenzione a non danneggiare le ceppaie e le matricine da rilasciare.
Prima di effettuare l'esbosco accatastate le ramaglie rimaste sulla tagliata
(superficie interessata dall'utilizzazione
forestale), come prescritto dalle PMPF,
in modo da favorire le successive operazioni di esbosco, lasciare la superficie
del bosco in ordine, favorire la decomposizione della ramaglia stessa, ridurre
il rischio di incendi, creare particolari
habitat per la fauna selvatica (rifugi, siti
riproduttivi).
Dove possibile asportate interi i
polloni sramati dalla tagliata, in fasci di
peso adeguato alla portata della vostra
gru a cavo, in modo da ridurre il numero delle operazioni necessarie per estrarre il legname dal bosco.
In questo caso la depezzatura avverr
all'imposto, vale a dire lungo la strada forestale o al margine del bosco, in
un luogo a cui potrete successivamente
accedere con il trattore e con il carro o
con un camion per il definitivo trasporto della legna fuori dal bosco.
Nei tratti di bosco pi corti potrete
utilizzare le canalette da esbosco che vi
consentono un veloce e pratico esbosco
su distanze inferiori a 200 m, con pendenze minime del 20% ed ottimali del
25-35%. In questo caso i polloni vanno
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
La sramatura
pu essere
effettuata
con attrezzi
manuali, tipo
la roncola, o
con una
motesega
leggera.
Sramate i
polloni
iniziando
dalla base e
procedendo
verso la cima
sramati, sezionati e depezzati direttamente in bosco in tronchetti di 1 metro
di lunghezza.
All'imposto infine accatastate ordinatamente i tronchetti, realizzando delle
lunghe cataste a bordo strada o sul limitare del bosco e ricopriteli nella parte
Il taglio
del ceduo composto
Fornisce contemporaneamente
legna da ardere e tronchi
da lavoro
Martello forestale: con l'ascia si stacca una piccola placca di corteccia alla base del fusto (nella parte che resta
sul terreno dopo il taglio dell 'albero)
e con il timbro si appone un simbolo
che certifica Vautorizzazione al taglio
16
Il taglio
dell'alto fusto
Dalle specie pregiate si ricava
legname da lavoro
e legna da ardere
Allo stato attuale nella vostra propriet non vi sono vere fustaie di latifoglie. I tratti di bosco ceduo che vegetano nella parte basale di Collebello, con
esposizione est e nord-est e su terreni
decisamente fertili e profondi, ricchi di
specie pregiate (ciliegio selvatico, acero
di monte, castagno, tiglio, olmo campestre), sono stati utilizzati negli ultimi 20
anni in modo irregolare, per soddisfare
piccole domande di legna a livello fami-
Esbosco con l'ausilio del verricello forestale. Nei boschi cedui di montagna, su
versanti ripidi serviti da strade forestali, conviene effettuare l'abbattimento direzionato dei polloni concentrandoli lungo fasce orientate secondo le linee di
massima pendenza del versante. Una volta sramati vengono esboscati lunghi
e depezzati successivamente nel luogo di raccolta della legna, oppure trasportati ancora lunghi fino al cortile di casa
gliare (3-10 tonnellate alla volta).
La rinnovazione naturale da seme
stata abbondante e la vicinanza all'abitazione ed alla strada vicinale di Vallelarga hanno permesso l'esecuzione di
regolari ripuliture (controllo del rovo,
A sinistra. Un operatore aggancia alcuni tronchi abbattuti per formare un fascio che verr esboscato con l'ausilio di un verricello forestale. A destra. Trattore con verricello durante il lavoro di esbosco
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
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1/10
Fasi essenziali dell'abbattimento di un albero ad alto fusto. 1-Preparazione della tacca di direzione: si effettua prima un
taglio obliquo e successivamente un taglio orizzontale; l'angolo della tacca deve essere di 45. 2-Effettuazione del taglio di
abbattimento sul lato opposto del tronco e poco sopra la tacca di direzione (la distanza tra il taglio e il livello della tacca
deve essere pari a circa un decimo del diametro (d) della pianta da abbattere). 'i-Inserimento dei cunei per evitare lo schiacciamento della catena della motosega. 4-Caduta del tronco direzionata dalla cerniera formata sulla tacca di direzione
primi quattro-sei metri di altezza e costituiscono pertanto dei buoni alberi
d'avvenire.
Vista la situazione avete deciso di
convenire questo tratto di bosco ceduo
(ettari 1.15.00) in bosco ad alto fusto,
adottando la tecnica della matricinatura intensiva: essa consiste nel rila-
La dotazione antinfortunistica
e il corretto uso di macchine e attrezzature
Spesso si tende a sottovalutare il tema della sicurezza dei lavori forestali con la
conseguenza che in Italia sono ancor oggi frequenti incidenti gravi o gravissimi. Nei piccoli cantieri di utilizzazione, condotti direttamente dal proprietario
e da suoi coadiuvanti, di fondamentale importanza la dotazione di dispositivi di protezione individuale: casco,
protezioni per la vista e per l'udito,
guanti ed indumenti anti-taglio, scarponi o stivali con suola e puntale di
acciaio.
Oramai presso i rivenditori di motoseghe comune trovare l'intera dotazione necessaria per lavorare nel bosco
in sicurezza. L'uso di macchine sempre
pi efficienti ma nel contempo complesse (trattori, rimorchi a ruote motrici, verricelli, gru a cavo, motoseghe,
paranchi,
ecc.) richiede
inoltre
un 'adeguata preparazione.
Il fai da te per quanto riguarda
l'istruzione oggi possibile, vista la
crescente disponibilit, anche in lingua italiana, di manuali che insegnano
il corretto utilizzo delle macchine e
delle attrezzature forestali; comunque sempre vivamente consigliato partecipare a giornate ed a corsi di formazione e di dimostrazione, durante i
quali si ha la possibilit di incontrare
Attrezzatura antinfortunistica da
personale tecnico qualificato ed in
utilizzare quando si impiega la
grado d trasmettere in modo ordinato motosega. I-Tuta e guanti antitaglio.
le nozioni necessarie per lavorare in
2-Calzature con puntale di acciaio.
sicurezza nel bosco.
3-Casco con visiera e cuffie
18
L'impianto artificiale
di giovani piantine
forestali
Vediamo quali sono i casi in cui
consigliabile ricorrere alla messa a
dimora di piante forestali, la tecnica
d'impianto e le cure da dedicare
alle giovani piantine
I casi pi comuni per i quali si ricorre all'impianto artificiale sono quattro:
1 ) si vuole imboschire ex novo una superficie agricola (imboschimento);
2) la copertura del bosco localmente
rada perch, ad esempio, il bosco si
spontaneamente insediato su un pascolo
abbandonato, oppure la rinnovazione
naturale stenta ad insediarsi; utile allora provvedere a rinfittire la copertura:
l'operazione prende il nome di rinfoltimento;
3) la stazione fertile ma il bosco, a causa di una cattiva gestione passata (tagli
eccessivi, pascolamento, incendio) povero di specie pregiate; nelle zone pi
fertili si pu effettuare un arricchimento, piantando gruppi di giovani piante di
specie pregiate;
4) approfittando delle favorevoli condizioni ecologiche prodotte dalla copertura rada di un vecchio bosco di scarso
pregio ed invecchiato (ad esempio un
bosco di robinia di 50-60 anni) si vogliono introdurre delle specie di maggior pregio o valore: l'intervento prende
il nome di sottopiantagione.
Se la rinnovazione naturale sufficiente, nei primi anni dopo l'insedia-
20
mento delle giovani piantine potrete effettuare delle leggere ripuliture al fine
di limitare la concorrenza esercitata dalle erbe e dalle specie arbustive (vedi pagina 23).
Se invece decidete di ricorrere ad un
imboschimento artificiale, dovete tener
presenti alcune regole fondamentali per
far s che l'intervento abbia successo.
Scelta delle specie. Basatevi se possibile su specie locali, scelte in base alla vostra esperienza, all'osservazione dei boschi circostanti od al consiglio di un
esperto tra quelle che meglio rispondono alle locali condizioni stazionali e che
saranno in grado di fornire un domani
legna da ardere di buona qualit o legname da lavoro oppure tra quelle che
hanno maggior valore naturalistico
(produttrici di frutti ricercati dalla fauna
selvatica); un occhio di particolare riguardo va sempre dedicato alle specie di
interesse apistico, in grado di fornire alle api nettare, polline o melate di buona
qualit.
3t uh?
m8-10
specie a legname
pregiato
Un tratto di bosco da rinfoltire: la copertura rada perch il bosco si insediato spontaneamente su un terreno
agrcolo abbandonato
- assenza di deformazioni dell'apparato
radicale (soprattutto nel caso di piantine
con pane di terra coltivate in contenitore).
Nel caso dei rinfoltimenti vi converr
utilizzare giovani trapianti (piantine
che hanno avuto un trapianto in vivaio)
forti, alti almeno 1-1,5 metri, in modo che sfuggano pi facilmente alla concorrenza del sottobosco.
Tecnica di impianto. Provvedete innanzi tutto ad un'accurata ripulitura della
superficie, ricorrendo a decespugliatori
manuali o portati da un trattore. Nel caso di superfici irregolari e di piccola dimensione le buche di impianto avranno
dimensioni di almeno cm 40x40x40 se
utilizzate piantine a radice nuda; le piantine con pane di terra invece potranno essere messe a dimora con l'ausilio del bastone trapiantatore (vedi foto a pag. 22).
m8-10
= arbusto di accompagnamento
con scopo protettivo
Rinfoltimento. Per il rinfoltimento di una zona rada (chiaria) nel bosco impiegate piantine ben sviluppate (almeno 1-1,5 m di altezza) di specie a legname pregiato, creando dei nuclei di 10-20 individui della stessa specie (impianto a
gruppi) e mantenendo una distanza molto ridotta tra vari individui (m 0,5-1).
Mantenete una distanza di almeno 8-10 metri dal piede degli alberi adulti che
circondano la chiaria, restando fuori dall'area di proiezione delle loro chiome.
Per proteggere le piantine dalla fauna selvatica contornate il gruppo con una fascia di arbusti, scegliendo specie che creano un fitto intrico di rami o specie spinose (prugnolo, biancospino, ecc.)
Nel caso di impianti misti create dei
nuclei monospecifici (della stessa specie) di 10-20 individui (impianto a
gruppi), mantenendo al loro interno
una distanza molto ridotta tra i vari individui (0,5-1 metro); in tal modo i singoli gruppi monospecifici copriranno
una superficie di qualche decina di metri quadrati, l'area che a maturit sar
occupata da un solo individuo. Cos
operando favorirete la rapida copertura
del suolo (le manutenzioni saranno di
conseguenza ridotte) e potrete un domani selezionare progressivamente l'individuo pi vigoroso o meglio conformato (vedi pag. 25).
.-Su/
Nel caso intendiate rimboschire delle estese superfici (ex terreni agricoli),
potrete preparare il terreno in modo andante (omogeneo su tutta la superficie)
con l'utilizzo di normali macchine agricole (vedi riquadro di pag. 20).
21
22
La difesa delle giovani piante dalla selvaggina e dai parassiti. Lepri, conigli
selvatici, istrici, caprioli, daini, cervi,
cinghiali, ma anche pecore, capre, vacche, cavalli, possono provocare danni a
volte gravi ai giovani impianti di piantine forestali, danneggiando i fusti e soprattutto i getti apicali. Un valido sistema per difendere le vostre giovani piante quello di proteggerle con dei particolari manicotti detti shelter che impediscono fisicamente agli animali selvatici di bracare e/o sfregare le cortecce
ed i giovani getti. Ne esistono di vari modelli (chiusi, a rete), dimensioni, materiali (in plastica, rete metallica, policarbonato) e, ovviamente, prezzo.
In numerose Regioni italiane il
costo di acquisto degli shelter viene riconosciuto come spesa rimborsabile nell'ambito dei contributi per l'imboschimento dei terreni agricoli o viene
rimborsato nell'ambito delle azioni di
risarcimento dei danni prodotti dalla
fauna selvatica. Per avere precise informazioni al riguardo rivolgetevi agli
Uffici regionali o provinciali competenti in tema di agricoltura, caccia o difesa
dell'ambiente.
Visto che nelle aree dove verranno
effettuati gli impianti vi una presenza
significativa di animali selvatici (soprattutto capriolo) che potrebbero danneggiare le giovani piante, predisponete le
difese all'atto dell'impianto. Le ditte
che producono o commercializzano
shelter in Italia (vedi pag. 43) vi potranno fornire informazioni precise sui modelli pi adatti alla difesa dalle singole
specie animali.
In alterativa potete contornare le singole piantine o i singoli gruppi di piantine con una fitta barriera di arbusti, scegliendo specie che creano un fitto intrico di rami o specie spinose (prugnolo,
biancospino, ecc). Se la superficie da
difendere grande ed il numero di piantine elevato, varr la pena fare due conti e vedere se non sia pi conveniente
erigere una recinzione temporanea.
Raramente in bosco si costretti ad
effettuare dei trattamenti antiparassitari
per difendere le giovani piante o gli alberi adulti dagli attacchi parassitari: la
corretta scelta delle specie e delle provenienze e la realizzazione di impianti
misti sono in genere una garanzia sufficiente. Nel caso per in cui il vostro bosco venisse attaccato in modo grave da
qualche parassita o mostrasse segni di
diffuso deperimento, prima di prendere
ogni decisione interpellate gli Uffici decentrati dell'amministrazione forestale
regionale o la locale struttura responsabile per la difesa delle piante.
Creare il reticolo di manutenzione.
Dopo che si effettuata un'utilizzazione forestale o che si imboschito un
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
23
Dopo la ripulitura
Controllo della vegetazione di accompagnamento. Le ripuliture si prolungano per un periodo di 3-7 anni dall 'impianto e vanno ripetute tutte le volte che le
piante sono minacciate da una concorrenza troppo forte (da due volte all'anno
ad una volta ogni due anni). In color marrone sono indicate le piante da favorire: a questo scopo si devono eliminare i soggetti di scarso valore eccessivamente sviluppati (a) e si pota la cima dei soggetti che ombreggiano gli alberi di
pregio (b)
24
La selezione
degli alberi candidati
Negli impianti artificiali occorre
riprodurre ci che avviene in natura
lasciando solo gli individui migliori.
Ci si ottiene con interventi
denominati sfolli e diradamenti
Sia la natura che l'uomo quando
piantano un bosco lo fanno abbondando enormemente di individui. In particolare nelle fustaie, destinate alla produzione di legname di pregio, il numero
degli individui dovr essere progressivamente ridotto in modo da lasciare spazio solo ai soggetti migliori - i cosiddetti alberi candidati - che potranno
cos accrescersi in modo armonioso e
sui quali avr senso concentrare le operazioni di potatura e, successivamente,
di sfollo e di diradamento. Vediamo con
quale criterio essi vanno individuati.
Parlando di latifoglie e di boschi coetanei (lo stesso discorso pu essere fatto
anche per i boschi disetanei a gruppi, riferendosi ai singoli nuclei coetanei), a
maturit in un ettaro possono trovare
spazio 50-200 alberi di valore (in media
100). Fin che gli alberi sono molto giovani, nella fase delle ripuliture, conviene tenerne il maggior numero possibile
in modo da garantire una buona copertura del suolo ed il controllo della vegetazione infestante.
Quando V altezza attorno ai 3-4 metri si potr cominciare a selezionare 400
fusti per ettaro (vale a dire un albero
ogni 25 metri quadrati), scelti tra i pi
diritti, vigorosi, sani, mantenendo se
possibile una certa mescolanza tra pi
.ufi.
...,4"
altezza
superiore a
3-4 metri1 ,
--/
7 ni
5m
La selezioni degli alberi di latifoglie (querce, frassini, faggi, castagni, aceri, ecc.) per l'avvenire. A-Quando l'altezza
si aggira intorno ai 3-4 metri, potrete cominciare a selezionare 400 fusti per ettaro (vale a dire un albero ogni 25 metri
quadrati), scelti tra i pi diritti, vigorosi e sani (alberi candidati), mantenendo se possibile una certa mescolanza tra pi
specie d pregio (almeno 2-3) e conservando comunque attorno ad essi una vegetazione di accompagnamento costituita da arbusti e alberi di specie secondarie (per chiarezza non riportate nel disegno). B-Quando l'altezza media supera i
3-4 metri potrete lasciare circa 200 alberi candidati per ettaro.
Al di l dei 6-10 metri di altezza lascerete solo gli alberi d'avvenire. Il loro numero varia a seconda delle specie dominanti
(vedi testo)
25
prima
dopo
La corretta esecuzione degli sfolli. I-Albero candidato, da lasciare. 2-Albero di valore da eliminare perch in competizione con l'albero candidato: la distanza d minore di un terzo dell'altezza H dell'individuo scelto. 3-Albero di nessun
valore, in competizione con l'albero candidato, da eliminare: anche se la distanza d maggiore di un terzo dell' altezza
H dell'indivduo scelto, la sua chioma lo sovrasta e ne limita lo sviluppo. ^-Vegetazione d accompagnamento
avere un valore per l'avvenire, lasciando spazio soprattutto a quelli delle specie pi pregiate e nel contempo meglio
adatte alla stazione;
- ripassate per la stessa superficie in
senso opposto (ritorno) per confermare
o modificare la selezione che stata fatta. A questo punto marcate con un punto di colore tutte le piante che sono state confermate.
Gli sfolli (selezione degli individui nei
giovani popolamenti). Quando la chioma dei polloni e dei giovani individui
nati da seme riesce finalmente a coprire
completamente il suolo ed a controllare
lo sviluppo della vegetazione erbacea ed
arbustiva infestante si entra in una lunga
fase di manutenzione ad intensit ridotta del popolamento forestale. In
questa fase l'obiettivo quello di dare
progressivamente spazio agli individui
migliori, eseguendo delle operazioni di
selezione che nel periodo giovanile
prende il nome di sfollo (intervento senza raccolta di legname) e negli stadi suc-
Ht=altezza totale
Hfg=altezza della chioma (con foglie)
l=albero candidato, da lasciare
2=albero da eliminare
La corretta esecuzione dei diradamenti. La chioma dell'albero 1 filata
(Hfg inferiore alla met di HtJ: necessario togliere tra gli alberi limitrofi
quello (2) che maggiormente compete con l'albero candidato (in questo caso si
elimina quello che comprime lateralmente la sua chioma)
26
compagnamento.
Per eseguire gli sfolli avvaletevi ancora del reticolo dei sentieri di manutenzione. L'operazione va eseguita a cadenza di 2-5 anni.
I diradamenti. All'interno di una stessa superficie di bosco la produzione totale di legno (tonnellate di sostanza secca o metri cubi di legname prodotti annualmente) dipende dalla fertilit del
suolo, dalle specie presenti, dall'et media degli alberi ma indipendente dal
numero di alberi.
Con i diradamenti, proseguendo
l'opera avviata con gli sfolli, nei boschi
coetanei o nei nuclei coetanei dei boschi
disctanei a gruppi, si riduce progressivamente il numero degli alberi candidati in modo da concentrare su di essi l'intera produzione di legno ed ottenere in
minor tempo grossi fusti.
Contrariamente a quanto visto con
gli sfolli, durante i diradamenti si effettua anche una certa raccolta di legna da
ardere che rende economicamente meno
passivo l'intervento.
Anche nell'esecuzione dei diradamenti potete seguire alcune semplici regole che facilitano l'operazione. Tenendo presente quanto detto sulla scelta degli alberi d'avvenire (vedi pag. 25),
comportatevi come segue:
- osservate prima il profilo longitudinale
della chioma dei singoli alberi candidati:
se sono presenti foglie vive per un'altezza inferiore alla met di H (altezza totale), vuoi dire che la chioma comincia ad
essere filata e che le va data luce;
- tra gli alberi che competono lateralmente con l'albero candidato che si deciso di mantenere, agite, come al solito,
su quelli dominanti (alberi le cui chiome occupano lo stesso livello nel piano
della cima), eliminando quelli che comprimono maggiormente la chioma (vedi
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
Le potature
L'obiettivo quello di ottenere fusti
di qualit, diritti e privi di difetti:
si ottiene con pochi interventi
da effettuare nella fase giovanile
delle piante
Scopo della coltivazione a fine produttivo degli alberi d'alto fusto, nei boschi come negli arboreti da legno,
quello di raccogliere del buon legname
da lavoro, in grado di remunerare con il
suo prezzo il lungo lavoro di coltivazione del bosco.
Un fusto, per essere di qualit,
dev'essere diritto, cilindrico e privo di
difetti (carie, nodi, ecc). La natura solo
raramente produce fusti perfetti.
pertanto l'uomo che deve intervenire
per formare un limitato numero di individui, dando loro lo spazio sufficiente
per accrescersi in modo vigoroso ed armonioso e potandone la chioma nelle fasi giovanili.
La potatura degli alberi da legno si
differenzia nettamente da quella degli
alberi da frutto e ornamentali: suo obiettivo infatti quello di ottenere un albero dotato nella parte basale (primi 4-6
m) di un tronco diritto e privo di difetti
(vedi figura in alto).
La potatura degli alberi da legno viene divisa in due fasi:
1 ) tagli di formazione che servono a produrre un tronco diritto;
2) tagli di produzione che servono ad ottenere un tronco privo di difetti.
Normalmente i giovani alberi di gran
parte delle specie interessanti per la produzione di legname da lavoro tendono a
crescere diritti. La perdita della rettilineit pu essere causata dal vento o dalla morte della gemma apicale a causa di
gelate precoci o tardive, attacchi parasSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
Comparazione fra un albero forestale non potato (a sinistra) e uno potato (a destra): il primo potr dare solo legna da ardere; nel secondo il fusto diritto, privo di nodi e malformazioni, e potr dare dell'ottimo legname da lavoro
Corretta tecnica di taglio di un ramo laterale: viene rispettato il cercine che borda
il punto di inserzione del ramo; il piano di taglio perpendicolare all'asse del ramo stesso
27
Interventi di potatura
sulle piante forestali.
A sinistra: eliminazione
dei getti concorrenti
con la cima (1);
taglio dei rami
eccessivamente
vigorosi e con
portamento ascendente
(2); taglio delle
ramificazioni laterali
(al massimo fino ad un
terzo del fusto) (3).
A destra: il risultato
della potatura
sitari, grandine. Con una serie di manipolazioni e di tagli pu essere facilmente ricostituita una chioma sostitutiva,
agendo come illustrato a pag. 27.
Per favorire uno sviluppo vigoroso ed
armonioso del getto apicale si deve inoltre evitare che lungo il fusto si formino
rami troppo vigorosi, in grado di competere con il getto apicale, provocandone
l'allontanamento dalla verticalit.
Questi rami, caratterizzati in genere da
un angolo di inserimento sul fusto molto
stretto, vanno eliminati precocemente.
Assicurata la formazione di un fusto
diritto, si deve fare in modo che il futuro tronco da lavoro sia privo di difetti. I
principali derivano da tardiva e/o cattiva
eliminazione dei rami laterali. Vediamo
di seguito molto sinteticamente quali sono le regole che dovete seguire per potare correttamente la parte basale del fusto
di un albero da legno. Per mandarle pi
facilmente a memoria basta ricordare
che esse hanno sempre a che fare con il
numero 3:
- di regola lasciate tutti i rami laterali
(meno quelli, gi ricordati, che possono
fare concorrenza con il getto apicale) fino a che l'albero abbia raggiunto i 3-4 m
di altezza;
- evitate per che i rami laterali possano
superare, nel punto di inserimento sul
fusto, un diametro di 3-4 cm; se questo
avviene, eliminateli, ovunque essi si trovino lungo il fusto (facendo eccezione,
al limite, con la prima regola);
28
Attrezzi occorrenti per una corretta potatura degli alberi da legno: I-svettatoio; 2-cesoia a manico allungato; 3-seghetto a manico allungato; 4-forbice da
potatura; 5-seghetto a serramanico
iniziate a potare partendo dalla base
del fusto, evitando di spogliare pi di
1/3 del fusto: questo rapporto (2/3 con
rami - 1/3 senza rami) va mantenuto intervento dopo intervento, fino al raggiungimento della lunghezza voluta di
fusto sramato (4-6 m a seconda della
specie, della fertilit della stazione, della modalit di coltivazione);
- in ogni caso non togliete mai, con un solo intervento, pi del 30% delle gemme.
Rispettando queste regole normalmente eviterete di produrre ferite da taglio difficili da rimarginare ed eviterete
di provocare il riscoppio di succhioni
(rami originati da gemme dormienti)
lungo il fusto.
Altro aspetto a cui dovete porre molta attenzione la modalit di taglio dei
rami laterali (vedi foto a pag. 27).
Le potature degli alberi forestali vengono concentrate in due periodi principali: da fine febbraio a fine marzo ed in
giugno-luglio (potatura verde).
Il periodo durante il quale gli alberi di
un popolamento forestale (arboreto da
legno o nucleo coetaneo) vengono potati dura 10-15 anni; complessivamente ad
ogni individuo, a patto che disponiate di
un buon reticolo di sentieri di manutenzione e che eseguiate gli interventi al
momento opportuno, non dedicherete
pi di 10-15 minuti. Il valore del legno
che ritrarrete dal futuro tronco, per merito delle potature, aumenta di 2-5 volte:
come si vede l'operazione di potare i fusti degli alberi delle specie di pregio
tutt'altro che inutile o eccentrica!
Per eseguire la potatura degli alberi
forestali si utilizza una vasta gamma di
strumenti di taglio (vedi foto in alto).
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
La vendita
del legname da lavoro
Se non siete dei veri esperti
rivolgetevi ad un professionista che
conosca il mercato e sia in grado
di spuntare il miglior prezzo
Purtroppo nel caso della vendita di
alberi di pregio il proprietario si trova,
per vari motivi, svantaggiato: chi vende
lo fa sporadicamente e raramente conosce il prezzo di mercato dei diversi assortimenti e delle diverse specie o sa valutare l'incidenza dei difetti dei tronchi;
le partite messe in vendita, poi, sono generalmente piccole, tali da attrarre solo
qualche acquirente locale.
Per vendere bene il legno pare poco
praticabile la strada di diventare degli
esperti del mercato del legno; pi praticabile la strada di affidarsi ad un professionista di fiducia che curi tutte le
complesse fasi che portano alla vendita
del legname, meglio se ponendolo sul
mercato insieme a quello di altri proprietari in lotti omogenei per specie e
per qualit.
La dimensione minima di un lotto di
tronchi da lavoro dovrebbe essere infatti pari a 25-30 metri cubi, vale a dire la
portata di un grosso camion attrezzato
per il trasporto dei tronchi.
Il costo della prestazione professionale del consulente che vi assister nella vendita (pari al 5-10% del valore del
lotto) sar pi che compensato dall'incremento di valore che un capace professionista riuscir a spuntare nel collocare il vostro prodotto sul mercato.
La vendita
del legname
da lavoro pu
costituire una
cospicua fonte
di reddito
La vendita
della legna da ardere
Pu essere venduta in vari modi
e di conseguenza a prezzi
molto variabili
Nel caso della legna da ardere le cose sono pi semplici: il prodotto ha un
prezzo che varia poco da specie a specie; il mercato vivace (frequenti sono
le compravendite) ed il quantitativo che
anche una piccola propriet pu porre in
vendita significativo.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
Per spuntare il miglior prezzo dal legname da lavoro prodotto dal vostro
bosco affidatevi ad un esperto venditore (1), vendete i tronchi allestiti,
presentandoli all'imposto in lotti
omogenei per specie e qualit (2) e
ponete in vendita lotti di almeno 2530 metri cubi alla volta, quanto pu
essere portato da un camion (3)
29
Accatastamento
di tronchi e
formazione di una
catasta regolare
che permette la
vendita della legna
da ardere
a metro stero
30
II vostro podere per ora produce solo poco legname da lavoro. Questo viene venduto in forma aggregata da parte
del consorzio di proprietari boschivi: il
tecnico che fa da consulente al consorzio, infatti, anche esperto di vendita di
legname e riesce pertanto a spuntare
sempre dei prezzi interessanti sulle vendite di lotti omogenei di tronchi di castagno e ciliegio selvatico, le due specie
di pregio attualmente pi abbondanti
nella zona.
La legna da ardere invece viene soprattutto utilizzata per autoconsumo
(circa 15 tonnellate all'anno); con i contributi del Piano di sviluppo rurale potrete realizzare un nuovo impianto centralizzato di riscaldamento dell'abitazione e dei locali tecnici dell'azienda,
dotato di una moderna caldaia a fiamma
inversa a legna in pezzi; il consumo di
legna si ridurr notevolmente (l'efficienza dell'80% del nuovo bruciatore vi
permetter di ottenere lo stesso risultato
con circa la met della legna utilizzata in
precedenza).
Sar cos possibile disporre ogni anno di un surplus di circa 10-15 tonnellate di legna che potr essere venduta a pie
di strada forestale visto che le utilizzazioni vengono eseguite direttamente da
voi e visto che disponete di una dotazione di attrezzature sufficiente a preparare
in modo efficiente la legna del vostro
bosco.
Nel caso che nei dintorni della vostra
propriet siano in funzione grossi impianti per la produzione di calore e/o
energia elettrica (centrali a biomassa,
caldaie collegate a reti di teleriscaldamento), potr essere interessante vendere il legno cippato (vedi pagina 15).
In questo caso dovete ricorrere ad
una ditta di contoterzismo che dispone
di una cippatrice e di carri a sponda alta
adatti al trasporto dei minuzzoli.
Per avere informazioni sull'uso energetico del legno e sulle agevolazioni finanziarie legate al suo utilizzo potrete
rivolgervi alla: Associazione italiana
per l'energia dal legno (Aiel) - Via Mariano Fortuny, 20 - 00196 Roma - Tei.
0632687200 - Fax 063204761 - e-mail:
aiel@cia.it
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
to Italia ogni
anno decine di
migliaia di ettari
di bosco vengono
distrutti dagli
incendi con
danni enormi
per il patrimonio
naturale e con
ingenti perdite
economiche
Prevenite il pericolo
degli incendi
Ecco gli accorgimenti da porre in atto
per cercare di impedire che il fuoco
bruci il vostro bosco
La vostra propriet in parte ad elevato rischio di incendio (versante meridionale di Boscobello). Per cercare di
opporvi al pericolo del fuoco nel bosco,
dovete innanzitutto agire sul fronte della prevenzione.
Vediamo di seguito alcuni accorgimenti che possono abbassare l'indice di
rischio.
* Dove il bosco confina con delle zone
di terreno incolto, tenete libera dalla vegetazione una fascia di larghezza almeno pari all'altezza degli alberi del bosco
in modo di creare una fascia tagliafuoco.
* Tenete pulite le strade di accesso al
bosco, in modo che esse stesse fungano
da fascia tagliafuoco (possono essere efficaci in caso di incendio basso, che
interessa il sottobosco) ed in modo che
sia garantito il passaggio dei mezzi antincendio.
** Evitate di realizzare cumuli di rama-
glie in bosco nelle zone ad elevato rischio di incendio; in questo caso esse
vanno triturate meccanicamente o, meglio, i polloni vanno esboscati lunghi e
con i rami; all'imposto le ramaglie potranno poi essere trasformate in cips.
** Tagliate in modo sistematico i rami
secchi della parte inferiore dei fusti nelle zone prossime a strade ad accesso libero per evitare che incendi di tipo basso possano facilmente alzarsi ed interessare le chiome degli alberi.
*> Dotatevi dell'attrezzatura antincendio di tipo individuale, costituita da attrezzi da taglio (roncola, accetta, motosega, decespugliatore) che permettono
di rimuovere la vegetazione, creando
delle fasce tagliafuoco davanti al fuoco
che avanza, ed attrezzi per smorzare le
fiamme (flabelli, badile e piccone, nebulizzatore a spalla).
** Partecipate a corsi e dimostrazioni su
come si prevengono e si spengono gli incendi e, se vi possibile, aderite al loca-
le gruppo di volontari.
* Informatevi su come organizzato il
locale servizio antincendio in modo da
sapere bene a chi fare riferimento in caso di avvistamento di un incendio; tenete sotto mano i numeri di telefono del
Corpo forestale, dei Vigili del fuoco, del
locale Gruppo volontario antincendi boschivi, di chiunque risulti essere la persona, il gruppo, il servizio di riferimento
in caso di incendio.
Con l'arrivo della grande estate il
pericolo di incendio tocca il suo culmine in tutta l'Italia centro-meridionale e
nelle isole, mentre al nord il periodo pi
critico coincide con il secco inverno.
Nei boschi e nelle loro vicinanze vanno
quindi rigidamente evitate in queste stagioni tutte le attivit che producono
fiamme o che possono comunque innescare degli incendi; in particolare evitate di bruciare le stoppie dei cereali e i cumuli di ramaglie rimaste dopo le utilizzazioni forestali, e di pulire con il fuoco
31
La prevenzione degli incendi. l-Mantenete sfalciate le superfic incolte confinanti con il bosco. 2Mantenete la viabilit forestale sgombra da rami
secchi e sterpaglie: in caso di incendio potr fungere da fascia frangifuoco e faciliter l'intervento dei
Vigili del fuoco. ^-Allontanate o accatastate nelle
radure la ramaglia secca derivata dai precedenti tagli e possibilmente sminuzzatela tramite una cippatrice. ^-Tagliate gli eventuali rami bassi ormai secchi degli alberi, che potrebbero favorire il propagarsi del fuoco alle parti alte della chioma. S-Tenete
sempre a portata di mano i numeri telefonici del Corpo forestale dello Stato (1515), del competente
Ufficio forestale regionale, dei Vigili del fuoco (115)
e dei gruppi di volontari del luogo
i bordi delle strade, dei fossati e delle
scarpate.
Evitate altres di accendere fuochi a
fini ricreativi (cottura di cibi, campeggio) o per eliminare mucchi di immondizie ed altri materiali di risulta dalle attivit agricole nei boschi o nelle loro immediate vicinanze. Infine ponete attenzione anche nello spegnimento dei mozziconi delle sigarette.
Nella futura area pic-nic di Boscopiano preparate dei barbecue in pietra
distanti almeno 50 metri dal bosco, all'aperto e curate in modo particolare lo
sfalcio della vegetazione erbacea in tutta l'area pic-nic, vietando in modo sistematico l'accensione di fuochi al di fuori dei focolari da voi predisposti.
Informazioni precise sui periodi di
massima pericolosit per gli incendi sono diramati con regolarit dalla radio,
32
do la fiamma, coprendo il fuoco con della terra od irrorando la fiamma con sostanze liquide o gassose che impediscono il contatto con l'aria.
Infine, intervenendo dal lato del calore, la temperatura pu essere abbassata irrorando delle sostanze che assorbono molto calore quali l'acqua od altre
sostanze dette ritardanti.
Per fermare un incendio normalmente lo si aggredisce da tutti e tre i lati del
triangolo del fuoco.
Il singolo proprietario, coadiuvato da
poche altre persone, pu eseguire un intervento risolutivo ed in condizioni di sicurezza solo nel caso di incendi di superficie (in cui sono interessati solo
l'erba e lo strato del sottobosco) di modesta estensione e poco intensi (fiamma
pi bassa di 1-1,2 m). In questi casi infatti sufficiente una dotazione di mezzi
antincendio alla portata del singolo proprietario, costituita da un adeguato abbigliamento (tuta ignifuga, casco, stivali a tomaia alta, guanti da lavoro) e da attrezzature meccaniche ed attrezzi di
pronto intervento gi presenti in azienda
od in casa perch utilizzati per altri tipi
di attivit, costituiti da motosega, decespugliatore, badile, flabello battifiamma.
Nel caso di incendi pi intensi ed
estesi, il ruolo del proprietario si dovr
limitare al lancio dell'allarme ed alla
collaborazione, in qualit di volontario,
all'opera prestata da squadre professionalmente preparate e dotate di mezzi di
lotta adeguati (automezzi, pompe, manichette, ecc).
dopo
33
- rispettate gli alberi delle specie pi rare, lasciandoli in piedi come matricine e
cercando di favorirne la rinnovazione;
- arricchite, dopo le utilizzazioni, i margini del bosco e delle radure, e le zone
meno fitte con specie di alberi ed arbusti tipiche del posto ma rare od assenti,
La posa
delle cassette nido
Salvaguardate
il valore naturalistico
del vostro bosco
34
Altri comportamenti volti a favorire la biodiversit. I-Evitate di imboschire le piccole radure. 2-Evitate di imboschire il
margine dei sentieri. 3-Evitate di imboschire le zone prossime ai corsi d'acqua, agli stagni, ai prati umidi. ^-Arricchite la
composizione florstica delle zone di margine con nuclei di alberi e arbusti interessanti per la fioritura e la produzione di
frutti. 5-Create un orlo forestale (fascia di alte erbe ed arbusti al margine del bosco). 6-Nei nuovi impianti utilizzate solo
specie forestali di origine locale: a-popolamento con specie locali; b-vivaio forestale; c-zona da imboschire con le specie locali del vivaio. I-Evitate di ripulire aree limitate invase dal rovo nel caso in cui la densit del bosco sia gi colma. 8Muovetevi con i mezzi meccanici solo lungo le strade forestali e le piste di esbosco per ridurre la costipazione del suolo
uccelli, in particolare da alcune specie
di mustelidi molto diffuse nei boschi del
nostro Paese (donnola, faina) che imparano facilmente ad associare le cassette
alle prede in esse contenute.
Per evitare che una buona azione diventi una causa di danno per gli animali che volete favorire importante rispettare alcune regole pratiche (vedi figura in basso a destra):
- appendete saldamente le cassette ad
un ramo o utilizzate cassette con il frontale sporgente; ci impedisce che i mustelidi ed i gatti possano raggiungere gli
animali al loro interno;
- il foro di entrata deve avere un'ampiezza appena sufficiente a consentire il
passaggio della specie che intendete favorire;
- sistemate le cassette ad una sufficiente altezza da terra ed in luoghi difficilmente osservabili dai punti di passaggio
per impedire che curiosi o malintenzionati le possano facilmente danneggiare;
- il tetto od un lato della cassetta deve
essere apribile per permettere di rimuovere, alla fine del periodo riproduttivo, i
resti dei vecchi nidi e ridurre cos i rischi
di diffusione di pericolose malattie.
Esistono anche cassette nido per i pipistrelli e per altri gruppi di animali selvatici la cui diffusione pu cos essere
artificialmente incrementata con semplici e poco costose azioni di miglioraSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
te controllare e manutenzionare.
Evitate di porre le cassette per cince
lungo i margini del bosco per sfavorire
il loro utilizzo da parte di specie che
possono essere dannose per l'agricoltura (stomo, passera mattugia). In queste
zone invece potrete sistemare qualche
cassetta nido per rapaci notturni (allocco, civetta comune) e per l'upupa.
Predisposizione delle cassette nido. Sistemate le cassette nido per gli uccelli e i
pipistrelli nei tratti di bosco privi di cavit naturali. l-Il corretto ancoraggio al
fusto di un albero s ottiene impiegando dei fili di ferro che vengono progressivamente allentati per assecondare la crescita del tronco. 2-11 tetto della cassetta deve essere apribile per le ispezioni e le pulizie periodiche. 3-H frontale deve essere sporgente per impedire ai predatori di rovistare, ali 'interno della cassetta
35
Gli interventi
per favorire la fruizione
ricreativa del bosco
Per attirare il turismo dotate
il bosco di una rete d sentieri, di aree
a parcheggio e di zone attrezzate
^
per il pc-nic
Che lo si faccia per s o per gli altri,
quando tra gli obiettivi della gestione del
bosco vi anche la ricreazione, tre sono
gli interventi principali da effettuare:
- favorire l'accesso;
- creare strutture di accoglienza;
- diversificare l'ambiente.
Favorire l'accesso al bosco. Un bosco
per essere accogliente deve essere per-
37
Una bella
staccionata in
legno si pu
impiegare per
delimitare strade,
aree pic-nic,
parcheggi, ecc.
In tal modo s
impedisce che
le auto vengano
parcheggiate
nel bosco, nelle
radure, sui prati
A sinistra. Allestite l'area giochi impiegando attrezzature realizzate da ditte specializzate che garantiranno la sicurezza di
chi le utilizza. A destra. Per illustrare il percorso naturalistico
e le altre attrattive offerte dalle localit circostanti potete impiegare eleganti pannelli in legno
38
Le macchine e le attrezzature
per le attivit forestali
La trattrice e gli allestimenti speciali per il lavoro in bosco. In selvicoltura ampiamente utilizzata la comune trattrice agricola, nata per lavorare nei campi, la quale perci, a seconda
dei compiti pi o meno impegnativi che
sar chiamata a svolgere, necessiter di
opportune modifiche per essere adattata
al nuovo ambiente operativo.
Sono adatti al lavoro in bosco sia i
trattori a cingoli che gommati, i primi
ideali per l'esbosco su terreni pendenti,
pi versatili i secondi avendo anche la
possibilit di spostarsi su strade asfaltate. Indispensabile, per, la doppia trazione che garantisce una migliore aderenza
e distribuzione dei pesi sui due assali
(utile allo scopo una zavorra frontale).
sufficiente una potenza di 45-50
kW (60-70 CV) per l'esbosco, il trasporto e l'azionamento di macchine operataci quali seghe, scortecciatrici e spaccalegna. L'impiego di sminuzzatrici professionali invece richiede potenze maggiori, intorno ai 100 kW (135-140 CV).
In generale un motore di 60 kW (80
CV) il miglior compromesso, non ultimo per le dimensioni compatte che
esaltano l'agilit del trattore.
Il motore deve essere particolarmente elastico a causa dei bruschi e frequenti cambiamenti di carico (specie durante
l'esbosco). I motori turbocompressi sono pi indicati per il lavoro in bosco, anche se pi delicati.
Per quanto riguarda il tipo di raffreddamento, la scelta indifferente: se da
un lato il raffreddamento a liquido pi
efficiente, dall'altro il radiatore costituisce un punto che pu essere facilmente
danneggiato da corpi estranei (rami, sassi, ecc.) per cui va protetto con apposite
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
Trattrice
agrcola
compatta
allestita
per l'uso
forestale:
si notino le
protezioni
attorno alla
cabina, al motore
e agli assali,
e la forte
zavorratura
anteriore
39
40
di fuoriuscita;
- coprisilenziatore: costituito da una
rete di metallo o di plastica che impedisce il contatto diretto tra l'operatore e la
marmitta, evitando il pericolo di scottature.
I dispositivi di sicurezza presenti sulla motosega per non bastano da soli ad
evitare gli incidenti. Quando si compra
una motosega bisognerebbe considerare
sempre anche l'acquisto di adeguati dispositivi di sicurezza individuale (come
pantaloni antitaglio, casco con visiera e
cuffie, guanti e stivali antitaglio) e l'uso
di tanto buon senso! Mai azionare la
motosega se non la si impugna saldamente, mai tagliare con la punta della lama guida e inserire sempre il freno-catena durante i piccoli spostamenti. Sono
semplici accorgimenti facilmente acquisibili nella routine di lavoro che possono evitare incidenti anche gravi.
Una motosega leggera l'ideale per abbattere piccole piante
delli professionali. All'atto dell'acquisto perci bisogna verificare che siano
presenti i seguenti dispostivi:
- blocco dell'acceleratore: una sicura
posta sul dorso dell'impugnatura, impedisce l'azionamento dell'acceleratore se
l'impugnatura posteriore non tenuta
saldamente in mano ed evita quindi accelerate accidentali;
- freno-catena: un dispositivo che
blocca il trascinamento della catena in
poche frazioni di secondo. L'azionamento del freno-catena attivato dal paramano anteriore che batte sul dorso
della mano nel caso la motosega rimbalzi verso l'operatore;
- paramano posteriore e anteriore: oltre
ad azionare il freno-catena proteggono
le mani dell'operatore soprattutto nel
caso in cui la catena si rompa o fuoriesca dalla barra di guida;
- nottolino di sicurezza: un perno di
acciaio posto alla base della lama guida
e serve ad intercettare la catena in caso
Verricello
forestale
a doppio
tamburo
Rimorchio
forestale con
doppio assale
motore e gru
idraulica
ripiegabile
41
Una cippatrice
leggera applicata
ad un transporter
consente di
trasformare la
ramaglia e gli
scarti legnosi
in ottimo
combustbile
42
mento il medesimo.
Entrambi i tipi di macchina sono disponibili sia in versione stazionaria che
mobile. Sono proprio questi ultimi tipi
che pi ci interessano in selvicoltura,
potendo lavorare sia in bosco sia in piazzale.
Le sminuzzatrici vengono montate
su un telaio che pu essere portato o trainato a seconda delle dimensioni della
macchina. I modelli portati sono azionati dalla presa di potenza della trattrice,
mentre quelli trainati possono avere un
motore autonomo.
Quest'ultima soluzione viene utilizzata nei due casi estremi: o quando richiesta una notevole potenza o nei piccoli modelli da giardinaggio. Nel secondo caso, ne risultano macchine compatte dal funzionamento autonomo, capaci
di spostarsi velocemente da un cantiere
all'altro agganciate ad un pick-up o ad
un'automobile per mezzo di un normale
gancio traino.
I modelli portati invece sono pi
adatti ad un uso part-time o semiprofessionale, integrando il parco macchine di
un'azienda agricola o di un terzista che
voglia o abbia la necessit di produrre
del cippato.
Generalmente l'alimentazione pu
avvenire sia manualmente sia per mezzo di una gru che introduce il materiale
nella bocca della cippatrice. Successivamente dei rulli di alimentazione mossi da motori idraulici portano il materiale a contatto con gli organi di taglio. I
rulli di alimentazione hanno la possibilit di invertire il moto qualora si verificassero degli inceppamenti.
Qualunque sia il modello scelto,
bene controllare che questo sia dotato
degli organi di sicurezza quali:
- almeno un pulsante di arresto rapido,
situato in posizione strategica, vicino
all'operatore e facilmente azionabile
dallo stesso;
- una barra di sicurezza che corra lungo
gran parte della bocca di alimentazione,
la quale oltre a fungere da appiglio,
blocchi i rulli di alimentazione nel caso
l'operatore ci fosse trascinato contro.
Altro dispositivo di cui occorre verificare la presenza il meccanismo antistress: questo, al calare dei giri di rotazione del cippatore a causa di uno sforzo
eccessivo, ferma i rulli di alimentazione
permettendo di assorbire la richiesta di
potenza, per poi continuare ad introdurre
materiale una volta recuperato il regime
di rotazione ottimale. Di fatto, dosa automaticamente l'alimentazione della cippatrice senza l'intervento dell'operatore.
Da non trascurare il fatto che durante il funzionamento della sminuzzatrice,
si pu verificare il lancio accidentale di
scaglie di legno, per cui sempre bene
indossare le opportune protezioni, nonch delle cuffie antirumore.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001
Indirizzi utili
Vivai forestali
-Agriforest - hoc. Cerreta Camaldoli - 52010
Poppi (Arezzo)_ - Tei. 0575556134;
- Centro vivaistico e per le attivit fuori foresta (Veneto Agricoltura) - Via Bonin
Longare, 4 - 36030 Montecchio Precalcino
(Vicenza) - Tei. 0445864445-0445334475;
- Florsilva Ansaloni - Via Andreoli, 8 - Idice
- 40068 S. Lazzaro di Savena (Bologna) - Tei.
0516255218;
- Vivai Ivano Guagno - Via S. Stefano, 42 35010 S. Giustina in Colle (Padova) - Tei.
0499300635;
- Vivai piante Mazzucchi - Via Caslina, km
61,900 - 03012 Anagni (Frosnone) - Tei.
0775768143;
- Vivai S. Anna - Via S. Anna, 13 - 31041
Cornuda (Trevso) - Tei. 042386410;
- Vivai Toso Orlando - Via Cappuccini, 6 31030 Bessica di Loria (Treviso) - Tei.
0423470345;
- Vivaio C.R.E.A. - Via Chiesa, 13 - 41012
Carpi (Modena) - Tei. 059685725.
Shelter (per la protezione delle singole
piante)
- Faipac - Centro direzionale Milanofiori Palazzo FI - Viale Milanofiori - 20090
Assago (Milano) - Tei. 028254939;
- Ondaplast - Via Crocetta, 3310 - 47020
Longiano (Forl) - Tei. 054756616;
- Stocker - Via Bottai, 12 - 39011 Lana
(Bolzano) - Tei. 0473563277;
- Viscoret - Via Magenta, 29 - 23871 Lomagna
(Lecco) - Tei. 0395300373.
Protezione antinfortunistica
- A+A Monferrato - Via Unit d'Italia, 17/19 -
- Tei. 0332289355;
-Alpina - Viale Venezia, 45 - 31020 S. Vendemiano (Treviso) - Tei. 043821843;
- Bongiorno antinfortunistica - Via Fermi, 10
- 24035 Curno (Bergamo) - Tei. 035462462;
-Dalloz Safety - Via S. Anatalone, 15 - 20147
Milano - Tei. 024125218;
- Fercad - Via Retrone, 49 - 36077 Altavilla
Vicentina (Vicenza) - Tei. 0444220811;
-Forever - Strada dell'Aeroporto, 12 -10148
Torino - Tei. 0112252811;
- Gruber A. Forestal - Zona degli Artigiani
Nord, 21 - 39044 Egna (Bolzano) - Tei.
0471820310;
-Iapir- Via Valdinievole, 36 - 50127Firenze
- Tei. 0554377374;
- Ingroroll - Via Remedi, 104/106 - 53021
Abbadia San Salvatore (Siena) - Tei.
0577779146;
- Oxa - Via Ca ' Ricchi, 14 - 40068 S. Lazzaro
di Savena (Bologna) - Tei. 051451208;
- Sandvik Italia - Via Varesina, 184 - 20156
Milano - Tei. 02307051;
- Sir Safety Sistem:
- Zona industriale - 06088 S. Maria degli
Angeli (Perugia) - Tei. 0758043737;
- Blocco FI Milanofiori - Strada 1 - 20090
Assago (Milano) - Tei. 0257500152;
- Stihl - Via Privata Viserba, 19 - 20126
Milano - Tei. 022552941;
- Treemme - Via Capo di Monte, 1 - 31044
Montebelluna (Treviso) - Tei. 042321874.
Macchine ad attrezzature forestali
- Dal Pozzo Verricelli - Via Fava, 1006 40059 Medicina (Bologna) - Tei. 0516970020;
- De Angeli ing. Andrea - Via Trento, 2/4 39100 Bolzano - Tei. 047197154;
- Greifemberg - Via Longa, 7 - 38027 Terzolas (Trento) - Tei. 0463901259;
- Gruber A. Forestal - Zona degli Artigiani
Nord, 21 - 39044 Egna (Bolzano) - Tei.
0471820310;
- Hidrocom - Via Milano, 2 - 20060 Liscate
(Milano) - Tei. 0295351316;
- Incofil - Via degli Artigiani, 52 - Z. I. Cir
- 38057 Pergine Valsugana (Trento) - Tei.
0461534000;
- Lochmann Erch & Co. - Via Merano, 37
- 39010 Vilpiano (Bolzano)
- Tei.
0471678630;
- Officine Tollot - Z. I. Paludi - 32010 Ponte
nelle Alpi (Belluno) - Tei. 0437989135;
- Palbox Industriale - Via U. Foscolo, 8 20060 Bastano (Milano) - Tei. 0295760221;
- Paoletti I. - Via S. Isodoro, 11/13 - 50020
Monteoriolo (Firenze) - Tei. 055208102;
- Schwarz Klaus - Via Bolzano, 51 - 39010
Frangano (Bolzano) - Tei. 0471633133;
- Seppi M. - Zona Artigianale, 1 - 39052
Caldaro (Bolzano) - Tei 0471963513;
- Terrmacch - Via Corletto, 10/a - 41040
Corlo di Formigine (Modena) - Tei.
059557557.
Attrezzature per aree ricreative
- Legnoluce - Via Napoleonica, 21 - 33030
Cornino di Forgaria (Udine) - Tei.
0427808584;
- Pircher Oberland - Via Rienza, 43 - 39034
Dobbiaco (Bolzano) - Tei, 0474971111;
- Pozza Piergiulio - Va F. Filzi, 4 - 36078 S. Qurico di Valdagno (Vicenza) - Tei.
0445473920.
:
POLISTIROLO
VIVAI PIANTE
MAZZUCCHI s.n.c.
PIANTE IRRIGAZIONE GIARDINAGGIO IDROSEMINE LAVORI
FORESTALI
RECUPERI AMBIENTALI
INTERVENTI
ANTI EROSIONE OPERE IN
VERDE
PRODUZIONE
VITIGNI.
Asso/eRDE
Via Casilina Km. 61,900 - 03012 - ANAGNI (FR) - ITALIA - TEL. 0775.768143 - FAX 0775.768180 - e-mail: vpm.sergio@tin.it
Nelle seguenti schede, che volutamente non si soffermano sulla descrizione botanica, per ciascuna specie sono
state fornite sintetiche informazioni di
inquadramento ecologico e gestionale (a
a partire dall'impianto fino all'utilizzazione del legno), allo scopo di condurre
il lettore verso una valorizzazione del legno quale materia prima rinnovabile ancora spesso trascurata.
te pu accettare un pH inferiore a 5.
Entrambe le specie sopportano il
calcare.
Esigenze idriche: sono necessari
suoli freschi tutto l'anno e l'assenza
di suoli compatti per almeno 60-70
cm di profondit.
Zone climatiche favorevoli: regioni
temperate fresco-umide e montane
sino ai 1.000 metri (frassino maggiore) e 1.500 metri (acero di monte).
I frutti secchi
dei frassini
(samare)
sono dotati
di un 'ala per
diffondersi
con il vento
45
/ caratteristici frutti del carpino nero riuniti in amenti, rassomglianti a quelli del
luppolo
C a s t a g n o (Castanea sativa)
Generalit
Albero molto longevo e produttivo, di antichissima coltivazione e quindi di areale
naturale incerto, importante e caratteristico elemento del paesaggio collinare di
molte parti della Penisola, la cui presenza
ci ricorda l'importanza che possedeva per
l'economia rurale di un tempo.
Governo a ceduo
II notevole e prolungato vigore delle ceppaie fornisce frequente e abbondante legname (tipica produzione la palina). In condizioni di particolare fertilit si raggiungono
eccezionali produzioni di 20 metri cubi per
46
47
Generalit
Quercia sempreverde con portamento variabile, al mutare delle condizioni ambientali, dal cespuglioso all'alto fusto (altezza
anche di 25 m), molto longevo. Tipica specie mediterranea, diffusa dalle coste alle
zone dell'entroterra con un clima mite; in
Italia preferisce il versante tirrenico. I boschi di leccio possono venire governati a
fustaia o a ceduo.
Governo a ceduo
La specie possiede una spiccatissima facolt pollonifera, che perdura mediamente
per due secoli. L'emissione di polloni radicali pure abbondante, specialmente dopo il passaggio del fuoco.
Obiettivi qualitativi a cui tendere: legna
da ardere che si ottiene da bosco ceduo variamente matricinato, puro o misto, con
turni non inferiori ai 10-12 anni.
Et di utilizzazione: in cedui coetanei, variamente matricinati, i turni oscillano tra i
12 e i 25 anni, con circa 2.000-3.000 ceppaie e 150-180 matricine ad ettaro. In alcune zone della Toscana si applica il cosiddetto taglio della formica, in cui il periodo di curazione di 8-12 anni, e vi si tagliano i polloni di 4-8 cm di diametro e le
piante d'alto fusto che hanno superato i 67 periodi.
Valore del legno: 11.000-13.000 lire al quintale.
Tipi di piante raccomandate: comuneLa folta chioma del leccio da una fitta ombra che tende ad escludere altre piante dal
sottobosco
Governo ad alto fusto
Lo scarso pregio dei grossi assortimenti di
legno di leccio tendono a sconsigliarne il
governo ad alto fusto. Tuttavia di grande
interesse la valorizzazione delle leccete
mature a fini ambientali o turistico-ricreativi.
Condizioni ecologiche richieste
Natura del suolo: suolo da fresco ad arido.
pH: 5-8. Specie molto adattabile ai diversi tipi di terreno; idonea anche per quelli
Governo a ceduo
L'ontano nero possiede una notevole facolt pollonifera, tradizio.nalmente sfruttata ceduando le
piante.
11 giovane fogliame dell'ontano nero si caratterizza
Obiettivi qualitativi a cui tendeTipi di piante raccomandate:
per essere lucido ed appiccicoso
re: legna da ardere o paleria da
piante di 1-2 anni, di 20-80 cm di
utilizzarsi ottimamente in amaltezza.
Obiettivi qualitativi a cui tendere: lunbienti umidi; un tempo destinata a lavoraDensit d'impianto: intorno alle 1000
ghezza del fusto dritto, senza nodi e difetzioni al tornio.
piantine per ettaro.
ti: 6-8 metri. Diametro minimo a 1,3 metri
Numero di alberi di qualit da ottenere:
Tagli di formazione e produzione: spesso
di altezza: 30-35 cm. Diametro obiettivo:
600-900 piante per ettaro, a seconda degli
non necessari.
50 cm.
assortimenti (paleria, legna da ardere) che
Numero di alberi di qualit da ottenere:
si vogliono ottenere.
Caratteristiche particolari: media appetidopo 10-20 anni, 400 piante per ettaro ben
bilit per la selvaggina. Legno rossastro al
Et di utilizzazione: turni di 5-12 anni.
ripartite nell'insieme del popolamento, da
taglio, che poi scurisce.
Valore del legno: 15.000-18.000 liportarsi a 150-200 alberi obiettivo per etre al quintale.
taro.
Usi del legno: mobilio (assomiglia al ciEt di utilizzazione: 30-50 anni.
Governo ad alto fusto
liegio e si tinge facilmente), torneria, pali
Valore del legno (fusti dritti, privi
1
Non diffuso in Italia, ma applicabile in didi difetti, con diametro di 50 cm): per fondazioni e paleria (ottima resistenza
verse zone con un sicuro interesse.
in luoghi umidi).
80.000-100.000 lire al metro cubo per mo-
48
Generalit
Albero di modeste dimensioni dell'Europa
meridionale e dell'Asia Minore, molto diffuso in Italia, sia in pianura che sui monti.
Raramente forma boschi puri, spesso invece si associa ad altre specie amanti della
luce e dei terreni asciutti (carpino nero e
roverella al nord, leccio e querce mediterranee nel centro e nel sud Italia).
L'orniello fornisce - in stazioni meridionali con clima mite e costante (specialmente in Sicilia) - una particolarissima ed
oggi redditizia produzione ottenuta
dall'estrazione della linfa, poi rappresa,
chiamata manna, costituita in buona
parte da zuccheri e commercializzata per
le virt officinali.
Governo a ceduo
La specie possiede una notevole facolt
pollonifera, tradizionalmente sfruttata ceduando le piante.
Obiettivi qualitativi a cui tendere: legna
da ardere o paleria da utilizzarsi ottimamente in ambienti umidi; un tempo, destinata a lavorazioni al tornio.
Numero di alberi di qualit da ottenere:
600-900 piante per ettaro, a seconda degli
assortimenti che si vogliono ottenere.
Et di utilizzazione: turni della durata di
5-12 anni.
\ Valore del legno. 15.000-18.000 lire a
l quintale.
In maggio si pu godere della copiosa fioritura bianco crema dell'orniello, dal delicato profumo e visitata da molti insetti
pronubi
Caratteristiche particolari: media appetibilit per la selvaggina. Legno rossastro al
taglio che poi scurisce.
Usi del legno: mobilio (rassomiglia al ciliegio), si tinge facilmente, torneria, pali
per fondazioni e paleria (ottima resistenza
in luoghi umidi).
Nota. La specie si presta anche ad essere
coltivata presso le abitazioni per le modeste dimensioni e il notevole valore ornamentale che possiede.
// /7H7O marittimo forma gli strobili (pigne) pi grandi tra le specie autoctone
italiane
ricoli di incendio bene realizzare fasce
tagliafuoco.
Sensibilit al vento: mo'to attenuata se il
rapporto altezza totale/t metro (a m 1,3)
mantenuto tra 60 e 70 z ci implica diradamenti corretti.
Usi del legno: falegnameria, mobili, carpenteria, pasta da cellulosa.
49
nche nel caso dei boschi, muoversi tra gli Enti, le competenze,
i vincoli, gli incentivi non assolutamente facile. In Italia si occupano
direttamente di boschi lo Stato, le
Regioni, le Comunit montane e, indirettamente, numerosi altri Enti.
Per aiutarvi ad orientarvi in questa
selva, di seguito illustriamo brevemente quali sono i principali soggetti
che operano in Italia attorno ai boschi,
quali sono le loro competenze e quali
servizi ciascuno di essi pu offrire al
proprietario privato di boschi.
I Corpi forestali dello Stato e delle
Regioni e Province Autonome
A livello nazionale opera il Corpo forestale dello Stato, corpo di polizia specificamente dedicato alla protezione dei
boschi e dell'ambiente, sostituito nelle
Regioni a statuto speciale (Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna) e nelle Province autonome di
Trento e di Bolzano da analoghi corpi a
livello locale.
Presente in modo capillare sul territorio con strutture decentrate a livello regionale, provinciale e locale, opera soprattutto nel campo del controllo e della
repressione degli illeciti in campo forestale (applicazione delle Prescrizioni di
massima e di polizia forestale) ed ambientale (lotta al bracconaggio, protezione della flora e della fauna selvatica, controllo del commercio delle specie animali protette, vigilanza in alcuni parchi naturali, lotta contro l'inquinamento, ecc);
in alcune regioni italiane il Corpo forestale dello Stato svolge ancora un ruolo
tecnico-amministrativo, in convenzione
con le Amministrazioni regionali.
In queste regioni ci si rivolge alle stazioni del Corpo forestale dello Stato per
le dichiarazioni e le autorizzazioni di taglio dei boschi.
In tutto il territorio nazionale il Corpo
forestale dello Stato coordina poi, in collaborazione con le Regioni e le Province
autonome, l'attivit antincendio.
ressare le propriet forestali private, quali le misure forestali dei Piani di sviluppo rurale.
Dove la materia non stata delegata al Corpo forestale dello Stato
o non seguita dai Corpi forestali regionali e provinciali, agli uffici della
Regione o delle Province che si chiedono le autorizzazioni al taglio del bosco e
si fa domanda di contributi per migliorare i boschi, piantarne di nuovi, realizzare strade forestali, fasce tagliafuoco,
acquistare macchinari, costituire consorzi tra proprietari, ecc.
In molti casi sono le Regioni che
svolgono studi e ricerche sui boschi e
che pubblicano guide e manuali sulla
materia.
50
Le Comunit montane
In alcune Regioni le Comunit montane svolgono ruoli molto importanti nel
settore forestale (trasferimento di poteri
da parte delle Regioni): gestiscono i boschi demaniali, svolgono molte mansioni burocratiche, quali autorizzazioni di
taglio, controlli, erogazione di contributi. Nella logica del decentramento amministrativo il loro ruolo crescente.
Spesso organizzano anche interessanti
attivit formative e divulgative, elaborano progetti che coinvolgono anche le
singole propriet private, coordinano i
gruppi antincendio a livello locale, producono e forniscono piantine forestali.
I Comuni
Molti Comuni possiedono ingenti
patrimoni boschivi, gestiti direttamente
o in collaborazione con le Comunit
montane o i Servizi forestali regionali e
provinciali.
Dal punto di vista della propriet forestale privata l'interazione con i Comuni molto bassa e riguarda soprattutto
aspetti urbanistici (costruzione di strade, costruzione e ristrutturazione di edifici collegati all'attivit forestale) e il rispetto delle norme di Polizia rurale (accensione di fuochi, taglio degli alberi
lungo le strade pubbliche, ecc).
I Consorzi forestali
Le Province
Salvo rari casi (ad esempio la Lombardia) le Province svolgono un ruolo
Le Regioni
Nelle Regioni, dopo l'avvio del processo di decentramento avvenuto all'inizio degli anni Settanta, sono stati creati
quasi ovunque direzioni e dipartimenti,
spesso con articoiazioni a livello provinciale e locale (Servizi forestali), competenti in materia di foreste. Questi sono
responsabili dell'elaborazione di specifici piani e programmi che possono inte-