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Ci sono sostanzialmente due modi per visitare un ambiente naturale, quello dello
spettatore passivo e quello dell'esploratore.
Lo spettatore passivo può essere un utente che vede e conosce documentari, film, libri sul
tema della natura in generale e molto spesso degli animali, che sta a casa comodamente
seduto e vede, ricorda nomi e curiosità.
Poi c'è l'esploratore che trova la natura ovunque, anche senza compiere lunghi viaggi,
anche sotto casa, e persino in casa, a scuola. All'aperto si muove in punta dei piedi, per
non disturbare, la sua curiosità è attratta da tutto ciò che lo circonda, osserva, ascolta,
registra suoni e fotografa, si sofferma e disegna...
Ecco, noi suggeriamo un approccio del genere per programmare, con la classe, un'uscita
in un bosco, in un'oasi naturalistica, in un parco presente nel proprio territorio.
Sarà importante definire insieme ai bambini le modalità con le quali si vorrà esplorare
questo luogo magico riportando a casa e a scuola le emozioni, le scoperte, le foto…
lasciandolo dov'è, in modo che non venga danneggiato e che tanti altri dopo possano
ammirarlo. Gli alunni potranno far emergere in questa fase la loro idea di bosco,
pregiudizi, misconoscenze e aspettative.
Si potrà strutturare così un percorso di scoperta nel quale gli alunni saranno protagonisti,
portando via ricchi bottini di impressioni, osservazioni, annotazioni, disegni e ricordi, e
potranno affinare le loro capacità di osservazione e riflessione. E, forse, questo modo di
"portare a casa" la natura gli offrirà molte più emozioni che il possesso di qualunque
oggetto.
Un piccolo chiarimento, a una domanda che sorge spesso spontanea: "Ma che differenza
c'è tra bosco, foresta e selva?"
In verità sarebbe interessante scoprire da subito cosa ne pensano i bambini: "Perché
raccontando di Cappuccetto rosso e del lupo diciamo bosco, raccontando invece di Robin
Hood e Lady Marian diciamo foresta di Sherwood e citando il sommo poeta Dante diciamo
selva oscura?”
Non è facile distinguere tra foresta, bosco e selva, in genere con foresta intendiamo un
insieme di piante arboree distribuite su una vasta superficie di terreno e conservate in uno
stato primitivo, non soggetto all'azione dell'uomo (come nell'Inghilterra medioevale di
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e nei limiti indicati alla sezione “Termini e Condizioni” di oneplanetschool.wwf.it
Robin Hood); mentre il bosco propriamente detto è di norma meno esteso rappresentato
da alberi d’alto fusto, arbusti ed erbe, sfruttato da parte dell’uomo per ricavarne legname
ed altre risorse (come il bosco di Cappuccetto rosso che andava a raccogliere funghi con il
cestino sotto braccio); infine selva che usiamo come sinonimo letterale di bosco.
Tornando all'organizzazione dell'uscita nel bosco, sarà importante stabilire insieme alla
classe il luogo, l'abbigliamento ed il comportamento consono, anticipando loro che ci
saranno momenti ludici, momenti di attenzione e osservazione in cui fare silenzio,
momenti operativi in cui ognuno svolge il compito che gli è stato assegnato.
In un bosco sono numerosissime le attività che si possono svolgere, se doveste scegliere
un'oasi WWF potrete concordare con gli educatori quale taglio dare alla passeggiata,
altrimenti se scegliete un luogo vicino scuola potrete definire da soli attività da svolgere e
ruoli da assegnare finalizzati a quali dati si vogliono raccogliere su quell'ambiente o quali
esperienze si vogliono far vivere ai propri alunni.
Ecco di seguito alcuni suggerimenti, molte altre attività potrete trovarle nei materiali di
approfondimento scaricabili dal sito.
La rappresentazione che non c’è
Si invitano i bambini a sedersi a terra, a restare in silenzio, in posizione di ascolto, perché
sta per arrivare una misteriosa compagnia di attori per una rappresentazione teatrale.
L’attesa sarà lunga, ogni tanto, durante l’attesa silenziosa, si dirà ai bambini di fare
attenzione e il massimo silenzio perché stanno per arrivare, ma ci vuole attenzione, li
sentiremo arrivare, arriveranno a piedi o a cavallo? Bisogna restare in ascolto. Dopo una
decina di minuti di attesa si svelerà il segreto: in realtà non esiste nessuna compagnia
teatrale, il teatro è la natura stessa: il fruscio delle foglie, il canto degli uccellini, la brezza,
tutti i suoni della natura, ecco la rappresentazione! Si chiederà di descrivere cosa hanno
ascoltato e le emozioni che hanno provato nei momenti di silenzio.
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I suoni della natura
Richiede un po' di abilità tecnologica la raccolta dei suoni della natura. Poiché in un
ambiente naturale ci saranno versi e rumori da ogni direzione, bisognerà concentrarsi su
uno per volta per distinguerlo nettamente dagli altri. Si può cercare di isolare i singoli suoni
con un semplice accorgimento: un registratore a cui sia possibile collegare un microfono
esterno, marrone o verde per renderlo più mimetico, fatto con un cono di cartone aperto
verso l'esterno e fissato con del nastro adesivo o degli elastici in cima a un bastone.
L'allungamento del microfono verso la fonte e il cono di cartone, un po' come i padiglioni
delle nostre orecchie, favoriranno la raccolta dei suoni, così migliorerà la qualità della
registrazione.
Osservare la vegetazione
La prima cosa da dire sui vegetali è che, per la fortuna di chi li osserva, non hanno zampe
e tanto meno ali e che non scappano via quando ci avviciniamo.
Possiamo con tutta calma guardarli da vicino, toccarli e anche annusarli. Il mondo
vegetale è davvero straordinario: si presenta in mille forme dal microscopico al gigantesco
e, nell'ambito della stessa specie, assume aspetti spesso diversissimi in relazione
all'ambiente e soprattutto ai mutamenti stagionali.
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L'età di un albero
Un albero produce nel tronco cerchi annuali di accrescimento. Gli anelli sono costituiti dai
nuovi vasi conduttori dell'acqua che ogni anno si formano appena sotto la corteccia.
Quando in inverno la crescita si arresta per il troppo freddo, c'è una netta separazione tra
gli stretti vasi autunnali (la parte più scura dell'anello) ed i larghi vasi della primavera
seguente (i larghi vasi più chiari). Nelle zone dal clima più mite gli anelli sono invece
decisamente più uniformi. Contando il numero degli anelli su un tronco tagliato si potrà
ottenere l'età dell'albero.
Quando l'albero è integro si usa un altro metodo, alquanto attendibile, anche se un poco
approssimativo. Consiste nel dividere per 2,5 la circonferenza del tronco misurata in
centimetri ad una altezza di 130 cm da terra. Attenzione! Questo sistema può non risultare
valido nel caso di alcuni alberi, come i pioppi che, in situazioni particolari di ombra, suolo
profondo e abbondante disponibilità d'acqua, possono crescere ad un ritmo due/tre ma
anche di alcune decine di volte superiore a quello.
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naturali che finiscono al suolo sono infatti riciclati direttamente e restituiscono sostanze
nutrienti al terreno.
Non è così per i rifiuti abbandonati dall'uomo. Molte delle cose lasciate nei prati, nei
boschi, sulle spiagge, lungo le rive dei fiumi, nei giardini, restano lì a lungo, senza
decomporsi, rovinando la natura e il paesaggio.
Se avete scelto un'oasi protetta come meta della vostra escursione sicuramente non
avrete trovato rifiuti abbandonati, ma è probabile, invece, che in un parco, giardino o altro
potreste trovarli, lattine, cartacce, bottiglie si trovano abbandonate qua e là, a volte
addirittura ammucchiate in vere e proprie discariche contenenti di tutto.
Magari premunendosi di guanti e buste di raccolta si potrebbero portar via e differenziare,
riportando su una tabella i materiali abbandonati raccolti, facendo un vero e proprio
censimento dei rifiuti incontrati, annotandone il tipo e il numero. Sicuramente non sarà la
scoperta più bella, ma servirà a ricordare anche i problemi legati alla disattenzione nei
confronti della natura.
Guarda cosa c'è in giro!
Tipo di Bottiglie di Bottiglie di Sacchetti Sacchetti Lattine Cartacce Mozziconi
rifiuto vetro plastica vuoti pieni
n°
Per ogni escursione si potrà compilare una scheda come questa, mettendo una crocetta
sul tipo e la quantità di rifiuto incontrato. Se ci sono discariche indicando anche il numero.
Ritornando in classe...
Il momento in cui si torna a scuola è fondamentale per recuperare il vissuto
dell’esperienza nel bosco. Quali emozioni, quali ricordi, quali conoscenze, quali certezze
nuove, quali propositi futuri.
Inoltre, l’esperienza “outdoor” aiuta il ragazzo a cogliere la complessità degli ecosistemi e
può essere un momento importante per costruire la percezione e la consapevolezza
dell’importanza di un approccio olistico nei confronti della natura.
Per questo tornati in classe si può completare il modulo formativo con un’attività utilissima
e al tempo stesso piacevole e significativa.
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Per questa attività si chiederà agli alunni di scegliere di rappresentare un componente
biotico o abiotico dell’ecosistema bosco. Si dispone il gruppo classe in cerchio (si potrebbe
scegliere di fare il gioco all’aperto o in palestra, comunque uno spazio ampio), dopodiché
si chiederà ad ogni alunno di presentarsi, raccontando brevemente le proprie
caratteristiche e i bisogni alimentari. Ognuno dovrà comunque tenere attaccato alla maglia
un foglio con il proprio nome e caratteristiche .
Il gioco ha inizio con il primo alunno che avrà il filo di spago e che lancerà al compagno
con il quale pensa di essere correlato (esempio: il coniglio lancerà il filo di spago all’erba,
l’erba al sole, il sole alla lucertola e così via… tenendo conto delle relazioni possibili:
predatore, preda, riparo, sostegno, alimentazione).
Al termine del gioco si sarà venuta a creare una fitta rete di relazioni tra ogni componente.
Si potrà osservare come alcune componenti risultino fondamentali per molte altre (ad es. il
sole è fondamentale per le piante ma lo è anche per i rettili come la lucertola), inoltre
nessuna componente può essere considerata meno importante in quanto tutto è connesso
con tutto e la perdita di un elemento in un ecosistema genera un disastroso effetto a
catena.
Dal momento in cui tutti hanno ricevuto e passato il filo di spago si sarà disegnata la fitta
rete delle connessioni e gli alunni potranno constatare come tutto è compromesso se
viene a mancare anche un solo elemento. Ad esempio: cosa succede se si ammalano tutti
i conigli? E se aumenta troppo la temperatura? Cosa succede se vengono tagliati molti
alberi?
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