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I magistrati

Lavviso di garanzia un
atto dovuto. Non siamo
noi a strumentalizzare.
Servono riforme vere
e non slogan
PRESIDENTE ANM. Rodolfo Sabelli
Scontro con lAnm: da noi nessuna interferenza sulle aziende
Roma. Respingiamo fermamente lidea che la
magistratura intenda interferire nella politica e-
conomica di unazienda. LAssociazione nazio-
nale magistrati non ci sta a farsi "processare" nel-
le aule parlamentari dal premier Matteo Renzi sul-
la vicenda Eni. E cos il presidente del "sindacato"
dei giudici entra subito in campo, con una replica
cortese nei modi ma severa nella sostanza. Il pre-
sidente dellAnm, Rodolfo Sabelli, ricorda che nes-
suno, tanto meno i magistrati, mette in dubbio
che questo tipo di scelte spettino ai dirigenti del-
lazienda stessa.
A Renzi, che aveva parlato dellindagine sullEni,
Sabelli ricorda che linformazione di garanzia e
liscrizione nel registro delle notizie di reato sono
un preciso dovere della procura, atti dovuti per
legge e previsti a garanzia dellindagato. Per cui,
aggiunge, rifiutiamo con decisione lidea che la
responsabilit della strumentalizzazione spetti
alla magistratura. Ma il vertice dellAmn repli-
ca al presidente del Consiglio anche quando que-
stultimo ha affermato che occorre fare la rifor-
ma della Giustizia per chiudere lo scontro ideo-
logico degli ultimi decenni. Lo scontro ideolo-
gico sottolinea Sabelli non ha mai riguarda-
to la magistratura. La magistratura non in scon-
tro con nessuno.
Ultimo sassolino dalla scarpa sul merito della rifor-
ma della giustizia, bocciata senza appello: Quel-
lo che serve sono buone riforme, non slogan n di-
chiarazioni di intenti e di facciata. E purtroppo
quello che abbiamo visto sino ad adesso decisa-
mente deludente, le riforme introdotte nel setto-
re civile sono del tutto insufficienti. E quelle che
si annunciano nel penale, se possibile, appaiono
ancora meno incisive.
Riforme o voto. Ma puntiamo al 2018
Il premier presenta il programma dei Mille giorni: Sono lultima chance
MARCO IASEVOLI
ROMA
e si fannole riforme, lorizzonte del Parlamentodiventa una legi-
slatura piena sino a febbraio 2018, addirittura oltre i mille giorni.
Ma se si frena su lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, fi-
sco, scuola, Italicume Senato, allora la naturale conseguenza sarebbe il
votoanticipato. Ma MatteoRenzi, dinanzi alle Camere, nonha dubbi su
qualesialopzionemigliore: I millegiorni nonsonounadilazione, sono
lultima chance. Se la perdiamocade lItalia, nonil governo.
Nonunappello, quellodel premier. Maunaut-aut chesfidai dissiden-
ti democrat, i malpancisti di Forza Italia e lopposizione M5S. Potrebbe
essere, da un punto di vista utilitaristico, una buona idea andare al voto
anticipato, affonda il premier nel passaggiopicripticodella sua infor-
mativaal Parlamentosul programmadei millegiorni. Nonabbiamopau-
ra n del giudiziodegli italiani n del corpoa corposerrato, minaccia.
la peggiore tra le eventualit. La migliore che ci si metta a marciare
conpassoveloce. Allafinedi questopercorsosonoanchedispostoaper-
dere consenso, basta che non si perda tempo, incalza quasi scrivendo
per s un destino alla Schroeder, il cancel-
liere socialdemocraticoche cambila Ger-
mania e poi fupunitoalle urne.
Renzi dunque nonvuole il voto, ma per ora
lousacomespauracchio. Lofacapireanche
quando annuncia che lItalicum si far in
fretta (ma non con il bulldozer) per dare
unsegnodi serietagli italiani, nonperchiu-
dere prima la legislatura. Lambiguit vo-
lutaecercata. Il puntocheagenziedi stam-
paesiti web, dal suovorticosodiscorso, rie-
sconoaricavaresolounsignificato: Orifor-
meovoto. EalloraRenzi costrettoaundi
pi di chiarimento: Vedo che alla fine di
tutto quello che ho detto la cosa che emer-
gecheandiamoaelezioni. Nonassolutamentecos, dicerisponden-
doai cronisti lasciandoil Senato.
Ineffetti, linformativa del governo moltopicomplessa e si condensa in
unafrase: Leriformeosifannotutteinsiemeononsifannopi. Nonsipu
giocareaselezionare quelle che piacciono di pi. Non si pu dire "pri-
ma leconomia poi le modifiche alla Carta". una strategia che non
regge. E il Pd non pu pensare di fare melina su lavoro e giustizia, i
dossier che lUe e la Bce osservano con unattenzione spasmodica.
Oltre il significato politico della giornata passata tra le due Ca-
mere, c il solito show di Renzi fatto di frasi ad effetto segnate su
post-it gialli e di risposte piccate ai pentastellati. Decrescita feli-
ce? Ditelo alle aziende che chiudono e ai cassintegrati... Certo, fa-
cile dire certe cose quando si prende a modello la Corea, stuzzi-
ca il premier. E poi i consueti attacchi ai professionisti della tar-
tina: a loro, dice, il governo preferisce chi si spacca la schiena.
Meno combattivi del previsto gli accenni allEuropa. Il premier ri-
badisce che il modello non la Spagna (Chi lo dice prende a
schiaffi laria, anche se a dirlo il presidente della Bce Mario Dra-
ghi). EpiuttostoricordachelItaliaincreditosututtalalineaconBruxel-
les, ancheper lebanche: Lenostrepassanogli stress test, quelledegli al-
tri le abbiamosalvatonoi.
Incoda al suointerventoil premier accenna ai "diritti civili" (unioni gay,
per intendersi), messi in una lista di provvedimenti a medio-lungo ter-
minechecomprendeanchelinterventosullaRai, lascuolaelusodei fon-
di Ue. Dopo aver stoppato alcune avventurose iniziative parlamentari e
aver avocatolamateriaal governo, ieri Renzi haaffermato, appunto, che
la legge sui diritti civili arriver al termine dei mille giorni. Lo sposta-
mento del dossier nella parte finale del cronoprogramma dellesecutivo
hasuscitatolareazioneallarmatadi Arcigayeradicali. Mentrediversi par-
lamentari, trai quali Dellai, Gigli e Sberna, hannoribaditoche lapriorit
piuttostoil sostegnoeconomicoalla famiglia.
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S
IN AULA.Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri in Parlamento
LA SVOLTA
Indagini non influenzino
politica e aziende
Se per voi questa una svolta, allora
prendetevi la svolta.... In "renzese" puro
il premier usa il discorso alle Camere sui
mille giorni per spostare ufficialmente il
Pd sulla linea garantista. Sullo sfondo
linchiesta che quasi sconquassava le
primarie in Emilia e quella che ha puntato
lindice contro lad di Eni Claudio De
Scalzi. Combatteremo in tutte le sedi per
lautonomia dei giudici, rispettiamo la
Costituzione quando diciamo s ad arresti
in cui non c il fumus persecutionis. Ma
con la stessa chiarezza e tranquillit
diciamo che quando un magistrato apre
unindagine, arrivare alla sentenza
preventiva una barbarie. Quasi
unovviet, seguita per da un passaggio
molto netto e "politico": In queste ore la
prima azienda italiana, la ventiduesima
nel mondo, stata raggiunta da uno
scoop, da un avviso di garanzia, da
unindagine. Noi aspettiamo le indagini e
rispettiamo le sentenze, ma non
consentiamo a nessun avviso di garanzia,
pi o meno citofonato sui giornali, di
cambiare la politica aziendale di questo
Paese. Dunque la riforma della giustizia
va avanti sia nei capitoli pi contestati, sia
in quelli simbolici come le ferie dei giudici:
Vogliamo cancellare lo scontro
ideologico degli ultimi venti anni.
LECONOMIA
Fermata la caduta
Ma cos non basta
Lanalisi della situazione economica il
terreno pi scivoloso sul quale ha dovuto
camminare il premier ieri. Fino a
qualche mese fa il mondo correva,
lEurozona arrancava e lItalia rotolava.
LItalia ha interrotto la caduta ma del
tutto insufficiente, ha ammesso Renzi
dando ormai per acquisito un Pil in
negativo anche per il 2014 (meno 0,4
secondo lOcse). Sotto processo il
bonus da 80 euro, che il premier difende
come un elemento di giustizia sociale.
Ma anche Palazzo Chigi sa che per
rilanciare la crescita servir qualcosa di
diverso: Nei prossimi mesi torneremo
ad avere il segno pi davanti, ma non
baster la crescita di qualche decimale:
non siamo qui per mettere un segno
diverso davanti al Pil, siamo qui per
lasciare il segno in modo indelebile.
Una frase a effetto per lanciare una legge
di stabilit che prosegua nella riduzione
fiscale. Entro mille giorni ci sar un fisco
meno caro e pi semplice, dice. Ma
ancora da capire se la prossima
manovra avr risorse a sufficienza per
estendere il bonus e allo stesso tempo
aumentare lo sconto Irap. Sul punto, il
premier e Padoan ancora non si
sbilanciano. Imprese, sindacati e
opposizione sono gi con i fucili puntati.
Il lavoro
Ultimatum alle Camere
Pronti al decreto
se la delega ritarda
a minaccia quella di usare
"larmafinale"del decreto. Se
il Parlamento dovesse dila-
zionare i tempi, il governo pronto
a utilizzare lo strumento del decre-
to legge per riformare il mercato del
lavoro. Il presidente del Consiglio
Matteo Renzi lo dice esplicitamen-
te nel discorso alla Camera: Al ter-
mine dei 1.000 giorni il diritto del la-
voro non potr essere quello di og-
gi: non c cosa pi iniqua di un di-
ritto del lavoro che divide i cittadini
tra lavoratori di serie A e di serie B,
ha detto Renzi. Perci, se il Parla-
mento non rispetter i tempi indi-
cati, il governo pronto a interve-
nire anche con misure di urgenza
perchsul temadel lavorononpos-
siamo perdere un secondo di pi.
Una pressione che dovrebbe impri-
merelaccelerazionedecisivaalladi-
scussione in Commissione lavoro
sul Jobs Act. Oggi governo e mag-
gioranza dovrebbero formalizzare
un emendamento allarticolo 4 del-
la legge delega, con un esplicito ri-
ferimento non allabolizione del-
larticolo 18 (che non passerebbe
mai) ma a un pi generico (eppure
egualmentedecisivo)nuovoCodice
semplificato per riscrivere tutta o
quasi la legislazione vigente. Sareb-
bero i decreti delegati del governo,
per, a stabilire esattamente i con-
torni e la portata della riforma, an-
che riguardo ai licenziamenti. Su
questo Renzi stato sibillino, o me-
glio in parte contraddittorio. Da un
lato, infatti, ha detto di non volere
una riforma "alla spagnola" (dove
c solo unindennit monetaria per
i licenziamenti) ma "alla tedesca"
(dove il giudice pu decidere pure il
reintegro). Dallaltro, ha per sotto-
lineato che gi ora il reintegro di-
pendedallaconformazionegeogra-
ficaenondallafattispeciegiuridica,
perch dopo la riforma Fornero
molto dipende dalla sensibilit del
giudice che pu decidere o meno il
reintegro e le decisioni in Italia so-
no a macchia di leopardo.
Cos seil presidentedei senatori Ncd
(e relatore del Jobs Act) Maurizio
Sacconi apprezza il riferimento a un
eventuale decreto per accelerare li-
ter della riforma ribadendo la ne-
cessit di innovare tutto lo Statuto
la stessa ipotesi manda in allarme la
sinistra del Pd con Stefano Fassina
(cos si mandanotutti i lavoratori in
serie C) e con Cesare Damiano che
ribadisce la contrariet ad avere u-
na riscrittura complessiva dello Sta-
tuto e la cancellazione dellarticolo
18. Anche il sindacato gi sul pie-
de di guerra, in particolare la Cgil e
la Fiom che, con Maurizio Landini,
parla di strappo inaccettabile.
Ma che il governo tenti di portare a
termine una svolta decisiva sul la-
voro lo confermano in serata prima
il ministro dellEconomia a "Porta a
Porta": Vogliamo semplificare le
norme, oggi leformecontrattuali so-
no pi di 40, noi vogliamo avere u-
no solo o al massimo due contratti,
retribuzioni legate ai livelli azienda-
li e la revisione degli ammortizzato-
ri. Con una riforma cos larticolo 18
diventa un non problema. E poi il
premier Renzi che parla chiaro an-
che alla direzione del suo partito:
La riforma del lavoro non si sinte-
tizza nella discussione sullart. 18 s
o no, che va fatta una volta per tut-
te, ma dovr avere un primo pac-
chetto sul sistema ammortizzatori.
E per farlo servono soldi. (F.Ricc.)
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L
Italicum subito
per seriet, non per
andare alle urne.
Diritti civili: legge
alla fine dei 3 anni,
come la riforma Rai
Jobs Act
Ncd plaude alla
accelerazione, sinistra
Pd e sindacati sul piede
di guerra. Oggi il
compromesso al Senato?
Renzi: ecco la segreteria. E d laut aut alla sinistra
ROBERTA DANGELO
ROMA
imette la sveglia del Pd allalba, Matteo Renzi.
Perch il 41 per cento non per sempre, un
consenso volubile, se ne va, non credo che pos-
siamo permettercelo. E oggi il 41 per cento si traduce
in un atto di responsabilit verso quei cittadini co-
s diversi tra loro, perch il segretario del Pd certo che
non nasce da una storia condivisa. Insomma, ri-
specchia il parterre del "parlamentino" che ha di fron-
te. Motivo per cui gli uni e gli altri vanno tenuti insie-
me in quel partito plurale che si riflette nella segre-
teria unitaria. lultimo sforzo della lunga giornata del
premier, ed lo sforzo di tenere unito un vertice che
riflette le diverse anime di un Pd sempre troppo divi-
so al suo interno. Pure quando stravince.
Dopo i discorsi alle Camere, il segretario democratico
torna a Largo del Nazareno per ricalibrare i suoi mes-
saggi. Stessi argomenti, ma toni diversi. Questa volta
Renzi va dritto al bersaglio, vale a dire a quanti trama-
no contro di lui e il suo governo, mettendolo in diffi-
R
colt sulle tante riforme avviate o annunciate. E non
un caso che alla sinistra si rivolge subito dopo ricor-
dando il percorso democratico che da quando se-
gretario stato fatto con lingresso nel Pse e il ruolo
dello stesso Pd tra i socialisti europei, con impegni e
incarichi mai avuti in passato.
Messaggi e avvertimenti. Insieme con i 15 nomi della
nuova segreteria, composta da 8 donne e 7 uomini, da
cui resta fuori larea di Civati con Taddei considerato
ormai renziano come Stefania Covello, ex ppi poi con
il segretario. Nella squadra David Ermini, toscano, Er-
nesto Carbone (gi ulivista), Giorgio Tonini (gi vel-
troniano) e ancora Lorenza Bonaccorsi, Alessia Rotta,
Sabrina Capozzolo. Per Area dem, oltre a Chiara Braga
arrivano Francesca Puglisi e Emanuele Fiano. Per Area
riformista (di Speranza) Micaela Campana e Enzo A-
mendola, per Cuperlo c Andrea De Maria e dai Gio-
vani Turchi di Orfini Valentina Paris.
Le deleghe nella segreteria di gioved, dunque. Mentre
la prossima Direzione tra il 29 settembre e il 3 ottobre
prenderunalineacondivisasui temi cruciali dellaleg-
ge di stabilit e del jobs act. Un rimescolamento ci sar
anche nel governo, con Davide Faraone che passa sot-
tosegretario allIstruzione e Alessia Morani che traslo-
ca alla vicepresidenza del gruppo alla Camera. Qual-
che altro spostamento ancora a Montecitorio e al Se-
nato. Mentre qualche nome spunta pure per le pros-
sime amministrative, per le quali un "in bocca al lupo"
speciale Renzi lo fa a Stefano Bonaccini, con un aut
aut: Dobbiamo essere garantisti sempre.
E la linea condivisa appare la preoccupazione mag-
giore del premier, che ha davanti la battaglia sullarti-
colo18esugli ammortizzatori. MaanchesullaPa. Econ
i sindacati. A cominciare da quelli di polizia, accusati
di aver esercitato una pressione indebita: bisogna
chiarire in modo inequivocabile che i sindacalisti del-
le forze dellordine non possono permettersi di evoca-
re forme di protesta contro la legalit. Dopo di che, se
c chiarezza ci mettiamo intorno a un tavolo per par-
lare del blocco stipendi. Messaggi e avvertimenti. In
quello che per lui il momento pi affascinante. Mol-
to dipender dalla coerenza, dalla capacit di sognare
ed entusiasmarsi delle donne e degli uomini del Pd.
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Il nodo scatti per le forze dellordine
Il premier: da loro pressioni indebite
ROMA
o alle pressioni indebite dai
sindacati di polizia. Il premier
Matteo Renzi non ha ancora
smaltito la rabbia per lo sciopero gene-
rale evocato una settimana fa dai rap-
presentanti delle divise che protestano
contro il "tetto" che blocca ormai dal
2010 gli stipendi del comparto. Intanto
i sindacalisti delle forze dellordine con-
tinuano il loro tour di incontri con le for-
ze politiche: ieri stata la volta di M5S e
Popolari per lItalia. Oggi toccher a Sil-
vio Berlusconi. Mentre i ministri di In-
terno e Difesa, Angelino Alfano e Ro-
berta Pinotti, si dicono convinti di riu-
scire a racimolare le risorse necessarie
(circa 800 milioni di euro) per lo sbloc-
codegli stipendi dal 2015, Renzi tornaad
accusare le organizzazioni sindacali ed
i Cocer dei militari. Bisogna chiarire in
modo inequivocabile ha detto il pre-
sidente del Consiglio nel corso della riu-
nione della direzione Pd che i sinda-
calisti delle forze dellordine non pos-
sono permettersi di evocare forme di
protesta contro la legalit. Non con-
sentito a nessuno utilizzare una discus-
sioneveraerealeperesercitareunapres-
sione indebita. Se c chiarezza ci met-
tiamointornoauntavoloperparlaredel
blocco stipendi. Sostegno alle rivendi-
cazioni salariali arrivano dalle forze po-
litiche incontrate ieri. Luigi Di Maio, vi-
cepresidente M5s della Camera, e il pre-
sidente dei Popolari per lItalia, Mario
Mauro. La Consulta sicurezza apprezza
la solidariet arrivata dal Parlamento e
chiede una vera riforma dellapparato
della sicurezza, riducendo sprechi e du-
plicazioni. Restiamo in attesa di essere
ricevuti dal premier Renzi che ad oggi
ancora latitante.
N
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Mercoled
17 Settembre 2014 P R I M O P I A N O
IL DISCORSO
ALLE CAMERE

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