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Il ritorno del Cristo e altre note sulla condivisione

di Andrea Braggio

Quelle che qui vengono condivise non sono parti organizzate di un lavoro sistematico,
ma sono reiterati tentativi, pi o meno sviluppati, di accennare ad alcuni temi dellopera
educativa futura. La frammentariet di questo discorso deriva dalla convinzione che
ogni tentativo di elaborarne un quadro completo non fa che impoverirne o travisarne
linfinita ricchezza. Per diversi mesi ho trascritto dai miei appunti cartacei il materiale
che segue. In queste note sparse non ho aggiunto niente di nuovo a ci che gi sapete,
ho solo cercato di selezionare quei concetti che avranno una particolare importanza
nellopera educativa dei prossimi anni, al fine di promuovere un vivere retto. La crisi
profonda che attraversa oggi lumanit segno che tutti quanti dobbiamo modificare la
nostra visione delle cose: il nostro orientamento, la nostra fede, i nostri rapporti, la
nostra alimentazione e anche il tipo di educazione devono cambiare in parte
radicalmente. Spesso sentiamo dire che il tempo insano delle ideologie finito e che la
misura della buona civilt va cercata nella concretezza e nello sviluppo della
produzione, nellampliamento dei mercati e dei consumi. C per da chiedersi se in
questa prospettiva non si tenda di fatto ad azzerare la ricchezza di nuove sensibilit per
le quali il benessere economico va invece assunto come un mezzo e non come un fine.
In linea con gli Insegnamenti della Gerarchia, le note che seguono riflettono questa
seconda prospettiva e nel loro piccolo sono animate dalla sincera aspirazione di
ristabilire il Dharma (rettitudine) e risollevare luomo che vaga nelle lande desertiche
della materialit.
Badate bene che quelle che qui presento sono idee elementari ma al tempo stesso molto
difficili da mettere in pratica, perch nelleducazione odierna la mente non abituata ad
andare in profondit e rimane solo in superficie, cosa che impedisce di tradurre sul
piano pratico ci che viene studiato o predicato. davvero raro trovare qualcuno che
segua una disciplina con passione e fede, abbia un alto grado di rinuncia interiore e viva
nel mondo secondo una visione divina. Ho preferito comunque richiamare lattenzione
su certi argomenti, ben consapevole del fatto che coloro che vogliono insegnare agli
altri devono prima mettere in pratica ci che insegnano, sperimentarlo e trarne
giovamento. I Maestri che conoscete direbbero che in questo sta la purezza dei tre
strumenti (corpo, mente e parola) che sorreggono la natura umana. Non basta essere
persone colte, orgogliose della propria cultura, se manca lattuazione pratica che deriva
da unindagine personale e da unosservazione critica della propria vita interiore. Una
massima di Confucio afferma: Gli antichi erano molto cauti nel parlare perch si
sarebbero vergognati se le loro azioni non fossero state allaltezza dei discorsi. Ci
che conta davvero dunque la disciplina spirituale e la trasformazione che ne consegue.
Sarebbe gi un grande successo se cercassimo di mettere in pratica almeno uno o due
proponimenti, cos da favorire la preparazione in vista dei grandi cambiamenti cui
lumanit sta per andare incontro. Lo studio sistematico degli Insegnamenti dellAntica
Saggezza e i tentativi genuini di vivere i precetti del Cristo ci diano lequilibrio e
lautorit necessari per promuovere la retta azione e tutto ci che rende la vita preziosa:
fratellanza, giustizia, creativit e condivisione.

In queste note sparse ho tentato di presentare alcune idee in relazione a diverse


tematiche educative, tenendo conto che ci che sembra opportuno a me, non deve
esserlo necessariamente per tutti. Non siamo emersi in questesistenza fisica con
lintenzione di ridurre ogni idea a una manciata di princpi validi su cui ottenere
laccordo di tutti. Siamo emersi per realizzare ununit nella diversit. molto facile
concludere che siano da eliminare tutte quelle idee e tutti quei modi di vita che non
condividiamo o che non reputiamo corretti. Tuttavia spesso non ci rendiamo conto che
non solo le persone il cui comportamento viene osteggiato soffrono, ma ne soffrono
anche coloro che cercano dimporre il proprio modo di vita. Queste note non hanno
dunque la pretesa di voler avere lultima parola sulla correttezza del comportamento.
Suggeriscono invece di cercare lallineamento con la Fonte dentro di noi, inseguendo
pensieri, parole e propositi che ci riempiono di amore e di gioia. Solo cos possiamo
renderci conto che possibile vivere su questo Pianeta in pace con molti altri Esseri,
nonostante abbiano convinzioni e conducano esistenze diverse dalle nostre. Anche se
esprimono preferenze su diverse questioni, queste note non intendono ottenere il
consenso comune su un unico modo giusto di comportarsi.

Febbraio 2014
[1]
Ogni serio tentativo di chiarire la condivisione va incoraggiato perch, anche se siamo
ancora impantanati in una fase di transizione, getta luce su un risveglio planetario che
va ben oltre il rapporto delluomo con i nuovi media, lemergere di tecnologie sempre
pi sofisticate e la caduta delle tradizionali coordinate spazio-temporali che
circoscrivevano lesperienza umana. La condivisione non una moda n pu essere
considerata come la possibile risposta a una temporanea crisi economica che riduce
fortemente la disponibilit finanziaria di molti. Come tanti hanno gi colto, la
condivisione come svolta globale rappresenta per lumanit linevitabile percorso da
imboccare per evitare lautodistruzione e andare oltre un sistema economico destinato a
crollare.
Ci che va mutando rapidamente non sono solo le comunicazioni e leconomia, ma il
modo in cui lumanit percepisce se stessa e gestisce la sua presenza nel mondo. Si fa
sempre pi forte la percezione di poter ricostruire la societ dal basso perch le persone
si mettono insieme e fanno delle cose insieme l dove vivono, generando cos fatti
sociali che diventano fortemente rilevanti per la cultura, per la politica e per le
istituzioni. Leggo tale processo anche come il desiderio di tanti di recuperare una
dimensione valoriale nel bel mezzo di unatmosfera culturale che si fatta sempre pi
incerta e che porta spesso a dubitare della bont dellimpegno educativo di trasmettere
obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita. Alla crisi che letica
attraversa e che mette in discussione la sua stessa plausibilit, fa da contrappunto
uninsistita sollecitazione a recuperarne listanza, a seguito dello stato di disagio
esistenziale in cui versa oggi la condizione umana. La mancanza di solidi riferimenti
etici e culturali ai quali potersi richiamare suscita insicurezza e rende quanto mai ardua
la progettazione di una propria realizzazione umana e spirituale. Limpossibilit di
convergere attorno a valori condivisi impedisce linstaurarsi di forme di convivenza che
favoriscono lemergere e lo sviluppo di comportamenti solidali incentrati sullidea di un
bene comune da ricercare assieme e perseguire. poi di ostacolo al discernimento di
questioni attuali che, per la gravit degli effetti sulla vita della collettivit, richiedono
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con urgenza forme di controllo e regolamentazione. Se pensiamo alla situazione del


cibo nei paesi industrializzati ci rendiamo subito conto che disastrosa. Buona parte di
ci che le famiglie ogni giorno consumano stato lavorato, conservato e impacchettato
fino a essere irriconoscibile. I sapori sono alterati dalluso di aromi chimici, i colori
rafforzati grazie a pigmenti sintetici. Le confezioni di plastica occultano a loro interno
prodotti che stazionano per lungo tempo sugli scaffali e nei banchi frigo, mascherando il
vero aspetto dei cibi e riempiendo lambiente di rifiuti difficili da smaltire. La mancanza
di tempo costringe le famiglie a nutrirsi di cibi dal sapore uniforme, pericolosamente
ricchi di grassi saturi e additivi di sintesi. Ogni loro acquisto di prodotti di origine
animale ha importanti implicazioni etiche e conseguenze di cui sono direttamente
responsabili: sofferenza e uccisione degli animali allevati, trattati come oggetti anzich
come esseri senzienti con una dignit da rispettare; effetti dannosi sulla salute; elevato
impatto ambientale che i prodotti di origine animale comportano; squilibri di cibo e di
risorse che si creano a danno delle popolazioni pi povere e svantaggiate. La riduzione
su larga scala del consumo di carne e laumento del consumo dei prodotti vegetali sar
uno degli obiettivi prioritari necessari per la salute delle persone e pi in generale per la
salute del pianeta. Prima si entra in questa ottica e meglio sar per tutti quanti. Per
ridurre limpatto ambientale bene consumare frutta e verdura di stagione, cibi locali e
naturali, e orientare le proprie scelte verso filiere che sostengono produzioni il pi
possibile etiche sotto tutti i punti di vista.

[2]
Al di l di una drammatica crisi valoriale, ci che appare evidente linsistenza di una
domanda sul senso delle nostre attuali esistenze nel bel mezzo di una crescente
ingiustizia che ha ormai assunto sembianze istituzionali. Mi riferisco in particolar modo
al cieco perseguimento di profitto, crescita e competizione dellideologia economica
dominante, la quale non solo ha distolto luomo dal compito di edificare se stesso nella
comunione con Dio e con gli altri, ma ha anche eretto pericolose barriere che separano
le nazioni tra loro. Viviamo sotto una dittatura economica dove gli stessi governi
obbediscono alle leggi del denaro e del commercio globale, incapaci di vedere la crisi
come opportunit per lauto-organizzarsi delle comunit secondo princpi diversi da
quelli del mercato. Il nostro il tempo delle ideologie invisibili, che trionfano perch
riescono a spacciarsi per la realt. Il liberismo riuscito a fare questo. La parola che
connota questa ideologia rovesciata, nel senso che in realt il sistema oppressivo. La
competizione opprime, non d basi di sicurezza e di vita umana a nessuno, neppure a
quelli che vincono.

[3]
Il nostro ordine economico educa per produrre un certo tipo di essere umano.
Lassimilazione del soggetto a individuo coacervo di impulsi istintuali ha svalutato da
una parte ogni valenza relazionale e sociale e dallaltra la sua stessa possibilit di
percepire lordine morale come qualcosa che ha nel mondo interiore la sua forza
movente e che rappresenta la risposta a un bisogno di realizzazione umana e spirituale.
Spesso leticit stata ridotta a un insieme di regole convenzionali ispirate al criterio del
consenso sociale o della ricerca dellutile. Il solo ricorso alla normativit non esaurisce
per le ragioni delleticit, che necessita di radicarsi in un orizzonte di senso che va
oltre il semplice livello della definizione delle norme. Da questo punto di vista, un
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peccato il fatto che nellodierna visione politica le virt percepite come qualcosa di
astratto e staccato dalla vita siano cos spesso trascurate o fatte oggetto di derisione, e
che manchi ci che fu il programma di attenti pensatori dellantica Grecia: uomini come
Platone condividevano lidea che non si potesse aspirare a una comunit senza curarsi di
formare persone virtuose. I Greci ritenevano che leducazione alla virt fosse una
priorit politica perch solo a partire da persone orientate verso il bene si poteva
concepire una societ felice. Ci si aspettava questa educazione morale dalle leggi e dalla
partecipazione delle persone alla comunit e alla sua cultura.
In linea generale, nellimpero del denaro e degli affari non si vogliono valori
concorrenti, n tantomeno si vuole che abbia peso nel dialogo attuale il tentativo di
lavorare in favore di una communio fraterna che incrina le regole del gioco economico.
Anche se queste regole implicano la subordinazione di ogni aspetto della vita a
considerazioni meramente economiche, impoverendo cos luomo sotto tutti i punti di
vista e sfidandolo nella sua stessa natura. Con limperio del neoliberismo, le regole del
mercato necessitano di operare con la minima interferenza di ogni considerazione etica,
costituendosi come una vera e propria educazione allegoismo e allavidit. Coloro che
appoggiano lideologia economica dominante rovinano luomo e rovinano la famiglia
quale soggetto sociale al servizio del bene comune. La famiglia infatti il primo luogo
di relazione e umanizzazione dove vengono apprese, trasmesse ed esercitate virt sociali
come la gratuit, la solidariet e la condivisione, senza le quali la societ (di cui la
famiglia il nucleo naturale fondamentale) perde la sua forza di coesione, di apertura e
di accoglienza, divenendo sempre pi debole e sfilacciata.

[4]
Loriginalit dellinsegnamento del Maestro consiste nel superamento di una
concezione intimista del rapporto con Dio per mostrare come lamore filiale per il Padre
si manifesta in unetica della prossimit caratterizzata dal prendersi cura degli altri
indipendentemente da qualunque tornaconto. Il principio supremo della condotta
cristiana naturalmente agap, cio amore altruistico che non cerca di possedere ma di
dare; non una virt tra molte altre, ma un impulso totalmente nuovo di ispirazione
divina. Dietro a questo termine vi lintera esperienza cristiana. Nei tempi travagliati
che stiamo vivendo, la questione centrale riguarda per la sua traduzione nella prassi.
Riguarda come tradurre-esplicitare questo amore nella societ affinch la rotta del
cammino venga invertita prima che sia troppo tardi.
Questo pu attuarsi con la condivisione. In una societ dove tutto regolato dal denaro
e dal profitto, la condivisione e la sobriet mettono per seriamente in discussione
lattuale forma di razionalizzazione della vita associata. Nel contesto culturale in cui
viviamo si sono fortemente radicati una mentalit individualistica che mina la scelta del
dono di s a tutti i livelli e un consumismo sciocco che fa del possesso dei beni il
parametro della felicit e della realizzazione personale. Lumanit deve riconoscere di
essersi buttata in un vincolo cieco, perch tutto procede secondo il rendimento e le
conseguenze di ci sono negativit che minano la convivenza: concorrenza,
insensibilit, invidia ed egoismo. La societ di oggi malata perch le nobili qualit del
cuore sono andate incontro a un grave declino. Lthos cristiano muove invece luomo a
reagire alla tentazione di chiudersi in se stesso e lo sollecita a fare propria la logica del
cuore, che logica di amore e gratuit. Da questo punto di vista, la condivisione non
rappresenta solo il fattore indispensabile al buon andamento della comunit, ma ci offre
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la certezza che viviamo nella comunione con Cristo, il quale ne rappresenta il Modello.
Imitare Cristo e vivere in Lui si traduce sul piano operativo nella condivisione, nella
partecipazione delle proprie risorse materiali e spirituali ai fratelli. Questo Modello non
vincola la condotta umana entro rigidi steccati normativi, ma la apre a orizzonti
potenzialmente infiniti. Pur presentandosi con connotati esigenti, unisce alla radicalit
della proposta un orientamento dinamico ed espansivo che guarda al mondo intero come
a ununica famiglia.

[5]
NellEra della condivisione luomo capir la necessit di essere uno con tutti
impegnandosi per il benessere degli altri e comprender limportanza di sviluppare il
nobile sentimento che tutti sono suoi fratelli e sorelle, che i figli degli altri sono anche
suoi figli, e che ci sono tante madri e tanti padri ai quali offrire il suo servizio. La
famiglia il primo luogo di condivisione e recuperare il significato spirituale di questa
dimensione fondamentale dellesperienza umana ci aiuter a valutare e vivere i rapporti
in modo molto diverso. Moglie e marito imparano a condividere ogni cosa e quando
arrivano i figli dividono anche con loro ci che hanno. Quando poi i membri di una
famiglia includono anche quelli che non hanno qualche legame con loro, lesistenza di
tutti si arricchisce ulteriormente. Quando nel volto del prossimo iniziamo a scorgere
quello di nostro padre, di nostra madre, dei nostri fratelli o figli, iniziamo a intuire
quanto sia preziosa la famiglia in quanto luogo storico esistenziale dove vivere
quotidianamente lamore. NellEra della condivisione la societ nel suo complesso e in
prospettiva globale dovr apprendere dalla famiglia a diventare una Comunit che
esprime e promuove la Fratellanza attraverso le sue relazioni di vita. Le strutture che
regolano le diverse dimensioni della vita sociale a livello locale e universale dovranno
essere umanizzate, in modo che lo spirito di servizio e laiuto reciproco raggiungano
quella spontaneit e intensit che al momento solo nella famiglia possiamo respirare.
Luomo potr essere meglio illuminato sulla Direzione (Infinito) da imboccare, sulla
Connessione (Gerarchia) da stabilire e sul Mezzo (Cuore) per arrivarci, solo se si
accorger finalmente degli altri e sar pi attento alla loro vita.
Leducazione odierna ha fallito perch non stata in grado di trasmettere limportanza
di riconoscere chiunque come speciale e unicamente prezioso, proprio come in genere
una madre o un padre considera un figlio a cui tiene. Estendere i sentimenti della cura
oltre i soliti limiti imposti dai pregiudizi libera lamore da attaccamenti
controproducenti. questione di servirsi dei sentimenti damore che ci sono familiari
applicandoli a sfere sempre pi ampie. Tutti parlano del bisogno di unit del mondo, ma
lunit effettiva deve cominciare nella persona e nella famiglia, per poi includere la
felicit della comunit, la felicit della comunit quella della nazione e quella della
nazione la felicit internazionale.
Guardare al mondo intero come a ununica famiglia significa seguire il principio della
Fratellanza dellUomo e della Paternit di Dio. Ma Dio anche Madre e in ogni madre
terrena c un riflesso del Suo Amore. Al mondo non esiste amore pi grande di quello
di una madre, che d ogni sorta di bene tangibile e intangibile al proprio figlio. Tuttavia
sono pochi coloro che rispettosamente, gioiosamente e amorevolmente si prendono cura
di lei, alla quale spetta invece il massimo rispetto della societ intera. molto facile
dimenticare la benevolenza di nostra madre o prenderla per dovuta e ricordare solo i
momenti in cui pensiamo ci abbia danneggiato. Lideale della madre va mantenuto nel
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cuore e restare come modello nella vita quotidiana di ognuno. Per quanto imperfetta, la
madre il primo Maestro.

[6]
Matrimonio e spiritualit: ogni marito dovrebbe vedere nella donna che ha sposato
lespressione o il riflesso di Dio nel Suo aspetto materno, custodirne la vita come un
padre e servirla con dedizione; allo stesso modo, ogni moglie dovrebbe vedere
nelluomo che ha sposato lespressione o il riflesso di Dio nel Suo aspetto paterno,
custodirne la vita come una madre e servirlo con dedizione. Entrambi dovrebbero vivere
gli ideali di Cristo e fare il possibile per sviluppare entrambe le qualit: quella paterna e
quella materna. A un discepolo che aveva appena divorziato dalla moglie dopo diversi
anni di matrimonio, Ramana Maharshi disse che un Padre non lavrebbe fatto. Non
disse un bravo marito, ma un Padre per fargli capire che luomo sposato, il
capofamiglia o grihastha, non solo un compagno di vita, ma rappresenta per lei un
nuovo padre in senso spirituale, allo stesso modo in cui lei per lui una nuova madre in
senso spirituale. Anche solo stare vicino alla moglie nei momenti pi difficili, come pu
avvenire per esempio durante una malattia, richiede al marito la cura e la sollecitudine
di un pap attento e paziente.
Rimanere fedeli a una chiara promessa e a un chiaro impegno, come proprio del
matrimonio, non per tutti, soprattutto per coloro che non ne riconoscono la sacralit e
ai quali repelle lidea di una morale coniugale da rispettare. Al di l di una pubblica
assunzione di reciproca responsabilit insita nel matrimonio, la relazione dei coniugi
non si esaurisce nella semplice convivenza, nellunirsi sessualmente e nel condividere
tanti aspetti della vita quotidiana, ma si radica in una dimensione spirituale molto pi
ampia che incorpora gli elementi precedenti, i quali proprio in virt di tale dimensione,
possono trovare senso, ordine e forza. Questultimo aspetto non deve essere dato per
scontato, perch proprio grazie alla forza che riescono a trarre dalla sacralit della loro
unione che i coniugi possono superare tante difficolt. Occorre infatti abbandonare ogni
visione sciocca e romantica del matrimonio e della famiglia in favore di una visione pi
austera ma non per questo meno bella o ricca di significato. Coloro che non ne sono
pienamente convinti e pronti ad accettarlo, meglio che evitino di sposarsi se non
vogliono che la vita matrimoniale si riveli poi unamara esperienza che lascia il cuore
insoddisfatto. La continua vicinanza dei due sessi produce infatti assuefazione,
ripetitivit e stanchezza. La stessa differenza di genere, se da una parte si presta al gioco
della reciprocit, dallaltra si trasforma in difficolt di comprensione delle rispettive
esigenze. Non occorre essere osservatori particolarmente acuti per constatare come la
vita di molte coppie perda sapore e significato dopo poco tempo. A maggior ragione se
sono troppo attaccate al sesso, si divertono a cambiare partner e vivono i loro istinti
animaleschi e le loro frivolezze sciupando tempo e forze.
Troppi uomini e donne hanno fretta di rincorrere la passione, di vivere forti emozioni, di
arrivare subito a una relazione sessuale, senza darsi alcun tempo di conoscersi bene.
Quasi mai si confrontano con le conseguenze del loro agire e limpegno del matrimonio
viene assunto con troppa leggerezza. Lausterit del matrimonio invece simile
allasprezza di quel vino che adatto a scopo medicinale, ma non affatto buono per
farsi bere. Che il Signore allontani da tanti cuori ingenui o impreparati questo calice
amaro e li preservi da quella che finirebbero per considerare una disgrazia. Non mia
intenzione intristire ancor pi un mondo gi triste suggerendo idee di sfiducia, ma solo
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ricordare che il matrimonio unistituzione sacra e che non sarebbe ben riposta una
morale coniugale che non poggiasse sulle fondazioni di una solida costruzione interiore
e su un forte desiderio di perfezionarsi. La dimensione del piacere non viene negata, ma
deve essere bilanciata dallesigenza di un costante e intelligente coinvolgimento nei
confronti del coniuge e dei figli perch possa esserci armonia. La famiglia una scuola
di sacrificio, di duro lavoro e di infinita pazienza. Proprio in virt di questo, per, essa
permette al coniuge una coltivazione morale e spirituale che si estende allesterno,
anche se in modo non cos ampio da essere inattuabile, dato che per la gran parte delle
persone appare ancora troppo irrealistica la richiesta di amare tutti allo stesso modo.
Spesso siamo noi stessi a creare per il nostro amore quei confini entro i quali ci
rinchiudiamo, mentre tutti coloro che stanno fuori dalla siepe altro non sono che
estranei, se non concorrenti o nemici.

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Nellepoca nuova in cui ci stiamo addentrando, che si tratti di atti personali di ciascuno
o di relazioni sociali, la condivisione diventer il criterio etico per eccellenza in base al
quale lagire umano andr valutato. Non si tratta di prescrivere un dovere, ma di
manifestare dinamicamente e concretamente il proprio essere umani dando un senso
preciso allesistere comunitario, non disgiungibile da quel senso di giustizia che
riconosce il valore inestimabile di ciascuna persona nella sua unicit. Come pu luomo
affermare di seguire Cristo rifiutando la sobriet e la condivisione? Lacquisizione della
consapevolezza circa il nostro intimo rapporto con Lui si raggiunge solo se si riesce a
esprimere e a comunicare con atti concreti. Ci innesca quel circolo virtuoso di
potenziamento tra ci che si vive nel profondo del cuore e lagire visibile e tangibile con
e per gli altri. La sequela di Cristo comprende anche il rapporto con i beni materiali di
cui lecito usare perch dono di Dio, ma verso i quali necessario mantenere sempre
un sano distacco per non diventarne schiavi. Felicit condurre una vita semplice,
vivere in modo da poter lasciare tutto in ogni momento, vedere ogni cosa come un
prestito e riconoscere che sulla terra nulla duraturo. Coltivare il distacco un altro
modo di esprimere quello che diceva lOracolo di Apollo: Nulla in eccesso. Una vita
semplice non comporta necessariamente la povert, ma significa felice libert dagli
attaccamenti e da tanti beni inutili, magari accompagnata dallideale di aiutare il
prossimo rendendolo partecipe della prosperit raggiunta.
Coltivare un saggio distacco, del quale possiamo parlare anche come capacit di
guardare la vita da una certa distanza o da una prospettiva pi ampia, pu aiutarci a
vivere con meno desideri problematici e pi uniti alla nostra natura profonda. Nel
rapporto con i beni materiali e con i generi di consumo la temperanza aiuta a capire che
per essere pi felici non c affatto bisogno di tutta quella marea di sciocchezze che
oggi offre il mercato. In riferimento al cibo questo significher per esempio avere cura e
rispetto della propria persona moderandosi nel mangiare ed evitando gli sprechi,
prediligendo cibi buoni, puliti e giusti (uso qui la nota espressione di Carlo Petrini) e
avendo cura che tutti i residenti di una comunit dispongano di una dieta sicura,
culturalmente accettabile e adeguata sul piano nutrizionale. Potremmo riassumerlo nella
seguente formula: Mangiare meno, mangiare meglio, mangiare tutti.

[8]
Possiamo certamente considerare la pratica della condivisione come espressione di una
vita trasformata sullesempio di Cristo. Lintensa contemplazione del mistero divino,
nel quale il discepolo riconosce anche il proprio volto e destino, determina lesigenza di
conformarsi a esso, lasciandosene attivamente plasmare nei pensieri, nelle parole e nelle
aspirazioni. Mettersi per alla Scuola del Cristo significa comprendere che lopera
educativa incompatibile con lo spirito di possesso, sfugge agli approcci ideologici di
qualunque orientamento, non pone rigide condizioni. Lopera educativa amore
paziente e inclusivo, generosit e umile ricerca. Cristo ispirazione, non coercizione.
La figura di Cristo si riveste di un ruolo educativo di primo piano, gi solo a partire
dalla compassione del tutto incondizionata e pienamente gratuita per lumanit. La Sua
vita di servizio alluomo, per, mina le stesse fondamenta del nostro vivere attuale ed
ci che di peggio il nostro sistema economico in declino possa augurarsi. Colui che
porta avanti un servizio per gli altri sullesempio del Cristo, ama e si prende cura del
prossimo nonostante tutto, non chiede niente in cambio, non chiede di essere pagato n
che gli facciano propaganda o gli siano riconoscenti. Cosa c di peggiore di questa
logica del cuore per i sostenitori della logica del denaro e del profitto? Nella mia
prospettiva, per, nulla promette tanto per una trasformazione della nostra civilt in crisi
quanto una trasformazione delleducazione che rimpiazzi quella odierna, concepita pi
in vista del guadagno e della produzione che allo sviluppo morale e spirituale
delluomo. Una mentalit utilitaristica onnipervasiva assoggetta oramai gran parte della
formazione a un modo di ragionare mercantile che assume lutile come unico criterio di
valore. davvero difficile che vi trovi spazio una pedagogia che intende assumere il
dono e la cura come cardini del suo discorso. Forse importante ricordare che una
persona che ha passato tanti esami e conseguito diplomi non dar mai niente di buono
alla societ quando mancheranno in lei saggezza, virt e responsabilit sociale, quando
la condivisione non trova spazio nel suo orizzonte di pensiero. Laspetto drammatico
che questi elementi non le sono affatto necessari se lobiettivo prioritario
delleducazione che ha ricevuto dentro e fuori la scuola servire la produzione e
lindottrinamento al conformismo nei confronti dellordine stabilito. Ci che molti non
hanno ancora capito che i seguaci della crescita, della competizione e del profitto
umani nellaspetto ma non nel comportamento non hanno alcun bisogno di essere
uomini e donne integri sul piano morale, sani emotivamente e solidali con il prossimo.
Questi stessi fattori mal si conciliano con i modelli e con i comportamenti economicisti
ai quali si ispirano, basati per lo pi su unidea di essere umano libero da ogni vincolo e
che trova la sua piena dignit nel poter fare ci che vuole in un mondo regolato
esclusivamente dal denaro e dalle sue logiche.

[9]
La fede in Cristo una fede che si interroga sui problemi delluomo, cerca la giustizia e
si apre in una generosa gratuit oblativa. Se vero che i cristiani sono sempre anche dei
mistici, anche vero che quella cui tendono non mai una mistica senza volto.
piuttosto una mistica che porta allincontro con il volto degli infelici e degli oppressi,
con coloro che si trovano in una condizione di sofferenza. Vedere per la sofferenza
degli altri fa male, in un certo senso destabilizza e legoismo trasforma spesso questo
vedere in distanza indifferente. C qualcosa di triste e di angosciante nel dolore degli
altri, soprattutto quando ci interpella, se non fosse che lesperienza che sorge in questa
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obbedienza allautorit dei sofferenti si trasforma in gioia perch nella vicinanza terrena
di Cristo: Tutto quello che avete fatto per il pi piccolo dei miei fratelli, lavete fatto a
me (Mt 25, 40). In Cristo scopriamo la radice ultima della nostra comune umanit, che
non solo ci fa vedere in ogni persona un nostro fratello, ma che ci sprona anche a
considerare quanto sia prezioso il tempo che dedichiamo agli altri per ritrovare noi
stessi.
Lirreversibilit temporale, che si nasconde dietro alla constatazione che non si pu
tornare indietro, rivela alla nostra breve permanenza terrena lesistenza di una fine, nel
senso del termine del tempo, e lesistenza di fini, cio di scopi o motivazioni
dellesistere che esigono da ogni uomo una risposta concreta ed esistenziale. Ecco che
apprendere il valore del tempo significa anche esercitare una continua opera di attento
discernimento. In effetti molti vivono come se potessero contare su un tempo di gran
lunga maggiore rispetto a quello che hanno in realt e quasi mai il fatto di riempirlo e
occuparlo in una molteplicit di attivit e interessi sinonimo di ricchezza personale in
termini di tempo vissuto. LInsegnamento del Premavatar di Puttaparthi fortemente
incentrato sullo stare attenti al tempo che abbiamo a disposizione e sul concetto di
kairs, cio che la vita fatta di momenti preziosi che molto spesso giungono e se ne
vanno senza essere colti prontamente.
Nella cultura greca il concetto di kairs rappresenta il momentum o loccasio dei latini e
richiama una condizione di opportunit propizia per lazione delluomo. Il concetto di
kairs un esplicito riferimento alla capacit di saper cogliere le occasioni. Linvito a
vivere il tempo presente a noi noto attraverso il carpe diem di Orazio da intendere non
come godimento senza consapevolezza ma come dovere di vivere il momento presente
cos che tutto il nostro essere possa esprimersi al meglio. il tempo della responsabilit
di agire e di agire al meglio, alla luce del fatto che la vita non si ripeter pi in quella
stessa forma. Il concetto di kairs acquista dunque un significato etico poich pu
rappresentare un compito per ciascun essere umano, intendendo con questo la capacit
di potersi disporre nel miglior modo possibile di fronte allo scorrere degli avvenimenti.
Kairs assume il ruolo di un invito a rendere opportuno il tempo trascorso su questo
Pianeta, a comprendere che c un momento giusto per tutto e a interrogarsi in modo
serio sullatteggiamento da tenere nei confronti degli accadimenti. Da questa
interrogazione personale sul significato del tempo ciascuno costruisce unimmagine di
se stesso e pu capire quanto sia prezioso il servizio sullesempio del Cristo nella
ricerca della propria e altrui felicit.

[10]
Trikrana Shuddhi: unit di pensieri, parole e azioni.
Ogni desiderio come una pesante palla al piede che impedisce il movimento. Il
desiderio oscura lintelligenza, perverte il giudizio, aumenta lappetito dei sensi e fa del
mondo oggettivo unesca ingannevole. Senza lesercizio spirituale, la disciplina, il
distacco e lofferta del proprio cuore al Signore, la vita si rivela un viaggio attraverso
sabbie desertiche. Luomo in balia dei sensi e inconsapevole del danno che si procura
non migliore di un cadavere. Se non usa i sensi con attenzione reverenziale e
discriminazione, il loro uso sconsiderato ricade su di lui con enorme danno. Ridurre i
bisogni, vivere semplicemente, non deviare nei vicoli della falsa gioia: questa la via
per essere sereni. La semplicit di vita un fattore fondamentale per rimanere con il
Signore nel cuore. Luomo giusto ha stima di se stesso e rispetta il prossimo, non
desidera dominarlo, non brama la sua propriet, non invidia la sua prosperit n gioisce
della sua sofferenza. Luomo giusto non agisce secondo limpulso del momento, ma
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riflette se unidea giusta o errata e fa seguire lazione solo dopo che il cuore lha
approvata. In questo triplice processo educativo, la mano mette in atto le idee
provenienti dalla testa quando queste sono state approvate dal cuore.

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Le persone con cui trascorriamo la maggior parte della nostra vita sono le stesse che
possono insegnarci esattamente quel che abbiamo bisogno di imparare, se riconosciamo
questo fatto e permettiamo che lapprendimento abbia inizio. Chi strettamente
associato a noi pu anche rappresentare il nostro maestro pi grande, se con il suo aiuto
possiamo imparare la pazienza, la tolleranza e la costanza nelle relazioni familiari.
prezioso perch ci permette di procurarci quelleducazione spirituale di cui
necessitiamo, quando per esempio chiede che i suoi bisogni vengano soddisfatti e le sue
richieste di aiuto ascoltate. La carit comincia in casa propria un buon vecchio
proverbio che, fin da bambini, tutti quanti dovremmo sempre tenere a mente. Luomo
spesso dimentica questo servizio disinteressato verso i membri della sua famiglia, in
particolare verso colei che ha sposato. Spesso perde di vista che cosa dovrebbe portare
in un rapporto per avere stima di se stesso ed essere felice. Tommaso dAquino (12251274) suggerisce diversi significati del termine matrimonio, che potrebbe derivare sia
da matris munus, ufficio di madre, perch specialmente sulla donna ricade il prezioso e
difficile compito di educare la prole trasmettendole il valore delletica; ma potrebbe
anche derivare da matrem muniens, difesa della madre, perch questa ha nel marito
colui che la difende, la sostiene e si prende cura di lei. In verit la donna la pi grande
forza delluomo e questi dovrebbe sempre tenere presente che egli vive ben lontano dal
cuore quando non vede, non riconosce e non apprezza il faticoso servizio che lei svolge
in famiglia e nel governo della casa.
Se sei un uomo stima, sostieni e proteggi tua moglie, stai pi attento al fatto che lei si
assume la fatica di fare ci che non viene mai notato. Non prendere esempio da coloro
che, dominati dallego, dalla debolezza oppure orientati verso il piacere, trascurano o
smettono di occuparsi della moglie e dei figli. Prega Dio di concederti la grazia di
trovare ideali per i quali impegnarti e che elevino la tua vita. Fai il possibile per
trasmettere ai tuoi figli il valore della gratitudine, soprattutto nei confronti della madre.
Nel suo cammino terreno, luomo inciampa sempre e commette tanti errori, ma un
errore che non deve commettere mai, per nessuna ragione, dimenticare ci che deve a
sua madre. Non saremmo giunti a questo declino, se pi uomini avessero compreso di
esserle debitori e avessero davvero riconosciuto ogni madre come il cuore della societ.

[12]
Dharma: termine sanscrito di difficile resa nelle lingue europee, che racchiude una
pluralit di significati profondi. La radice dhr significa sostenere, mantenere,
rinsaldare.
Questo termine designa ci che sostiene la vera natura delluomo, il quale vi si deve
dedicare con costante impegno se vuole vivere in pace e fare s che il mondo goda la
pace. Il Dharma il fondamento del benessere dellumanit, della morale, della virt e
delletica; lordine legittimo dellUniverso e base di ogni religione. Non riguarda solo
alcune societ o nazioni, ma il mondo intero. Il Dharma la Legge Divina Universale;
la virt; il dovere di conformarsi allOrdine Cosmico-Morale che regge lUniverso e
sostiene il codice di comportamento allinterno della struttura sociale. Dio la
personificazione del Dharma, Colui che lo sostiene e lo consolida.
10

Il concetto di Dharma assomma in s princpi cosmologici, etici, sociali e giuridici che


offrono la base per il concetto di un Universo ordinato. Il significato di Dharma veicola
laspetto della verit e della giustizia del retto vivere che promana dai Veda. Nel
contesto sociale limperativo della rettitudine nella definizione di vita giusta, felice,
bella, armonica. Lo scopo del Dharma far s che luomo abbandoni lattaccamento al
mondo e alle sue illusioni per realizzare Dio e riconoscere che tutti sono ricettacoli del
Divino.
La categoria di Dharma non appartiene esclusivamente allortodossia bramanica, ma
viene anche impiegata da un Avatar per definire lessenza del Suo Insegnamento come
modello di vita per volgersi a Dio. Per salvare, ristabilire e riportare il Dharma alla sua
purezza, lAvatar si assoggetta ad assumere una forma e a camminare in mezzo agli
esseri umani come se fosse uno di loro. Il messaggio che porta allumanit immersa
nellansia, nella paura e nella frustrazione pu essere cos sintetizzato: Ovunque,
sempre e in ogni circostanza, contemplate Dio. Portate a manifestazione il Divino e
diventate divini. Lobiettivo di un Avatar ristabilire, insegnare e diffondere il
Sanathana Dharma (lAntica Saggezza). Il Suo compito non solo lenire o debellare la
miseria delluomo, ma anche e soprattutto ridare vita ai Veda e alle Scritture Sacre,
rendendone partecipi tutti gli uomini. Egli fortifica la fede incondizionata nel Divino
quale segreto del successo spirituale e ricorda che il Dharma pu essere ristabilito
dalluomo se questi uccide i sei nemici che lo trascinano alla rovina: il desiderio (kma),
lira/collera (krodha), lavidit/cupidigia (lobha), lillusione/attaccamento (moha),
lorgoglio/superbia (mada) e linvidia/gelosia (mtsarya).

[13]
Dharmo rakshati rakshitah: chi protegge il Dharma, protetto dal Dharma.
Spesso luomo incolpa Dio quando deve sopportare le sofferenze che conseguono alle
sue cattive azioni. Quanti sono pronti a muoverGli delle critiche non appena qualche
cosa contrasta le loro aspettative? Alluomo stato dato ogni diritto di godere della
creazione di Dio e di poter fare qualunque cosa, ma spesso dimentica che il Signore ha
pure posto la regola secondo cui ognuno deve anche affrontare le conseguenze delle
proprie azioni, siano esse buone o cattive, in armonia o meno con il Dharma. Questa
Legge ricorda alluomo che non possibile raccogliere un frutto differente dal seme che
ha piantato. La sua stessa nascita dipende sempre dalle azioni da lui compiute in una
vita anteriore. Niente dunque casuale e ognuno si trova esattamente nel luogo pi
adatto al proprio sviluppo.

[14]
Laspetto della rinuncia connesso a quello di ri-creazione dellesistenza. Nel Vangelo
la chiamata a seguire Cristo crea subito una nuova situazione che separa il chiamato dal
suo trascorso passato. Per poter seguire il Maestro, il pubblicano rinuncia al passato e
abbandona il suo impiego, invece di essere lasciato nella situazione anteriore alla
chiamata. Al di l dellatto esteriore, incamminarsi realmente con Cristo implica una ricreazione dellesistenza a partire dalla rinuncia non revocabile al passato e
dallabbandono di ci che lega ancora. Nella chiamata del Maestro a seguirLo,
condizione che, la riconosciamo o meno, fa del discepolo un uomo isolato, gi
compiuta la rottura visibile o invisibile con lambiente naturale nel quale luomo vive.
Che sia una rottura esteriore con la propria famiglia e il proprio ambiente o che questa
rottura debba rimanere nascosta, nota solo a lui stesso, mentre resta pronto a compierla
11

in forma visibile in qualunque momento, non fa alcuna differenza. Se esteriormente


nulla appare mutato, egli rompe interiormente con il passato e vive un nuovo inizio. Ma
Colui che determina questa sorta di isolamento al tempo stesso anche causa di una
comunione e di una comprensione assolutamente nuove. Seguire lesempio di Cristo,
infatti, comporta da parte del discepolo sia il riconoscimento che tutte le felicit terrene
sono solo temporanee e che il fluire del tempo pu distruggerle in un momento, sia la
generazione di sentimenti divini da cui poi dipendono tutte le azioni. Essere nel mondo
ma non appartenergli significa diventare come fiori di loto, nati nel fango e cresciuti
sulla superficie dellacqua, ma non toccati dal fango in cui si nati n dallacqua in cui
si galleggia; significa comprendere con il cuore che i desideri mondani devono prima o
poi essere abbandonati e che i sentimenti di amore pieno di dedizione per il Signore
devono presto o tardi essere sviluppati. Questo distacco dal mondo, che al tempo
stesso ri-creazione dellesistenza, non significa necessariamente isolamento fisico,
sedere per esempio da soli in una stanza con la porta e la finestra chiuse, ma essere con
Dio ovunque ci si trovi, anche in mezzo a una folla. il risveglio di una nuova
condizione esistenziale che porta a sentire la vita degli altri dallinterno. Se luomo
esteriore pu apparire separato rispetto alle persone e alle cose, luomo interiore
avverte sempre di pi il senso di unit che soggiace alla manifestazione visibile delle
forme. Da qui limportanza del noto detto Dio lAbitante di tutti gli esseri. Luomo
ordinario considera gli altri differenti da se stesso, ma non ci sono altri: c solamente
Dio. LAmore di Dio risiede in tutti gli esseri, che altro non sono che Sue forme
manifeste: Con mani, piedi, occhi, testa e orecchie che pervadono ogni cosa, Egli
permea lintero Universo. Ogni aspetto dellUniverso una manifestazione divina.
Coloro che sono troppo attaccati allidea di un Dio trascendente perdono di vista il fatto
che non si devono fare distinzioni fra Natura e Dio, che sono invece strettamente
connessi e operano su basi di reciprocit. Non sarebbe motivo di maggiore felicit per
luomo imparare a vedere Dio in tutte le forme della Natura e capire che ogni cosa
degna di venerazione? In verit ogni manifestazione del Creato degna di essere
venerata in quanto Dio ovunque e, nella Sua grandezza, ci contiene tutti. Luomo
potrebbe essere molto pi felice se solo facesse suo questo sentimento religioso.

[15]
Vairgya indica il distacco interiore dai beni del mondo e caratterizza in modo
particolare lultimo degli stadi della vita indicato e raccomandato dai sacri testi del
Santana Dharma, la Norma Eterna su cui si fonda lintera tradizione religiosa
bramanica. A ogni fase o stadio corrisponderebbe un certo grado di saggezza crescente
ma, dato che gli uomini sono molto diversi fra loro quanto al grado evolutivo raggiunto,
let anagrafica anche se importante resta del tutto relativa e giustifica le riforme
introdotte da ankara. Da questo punto di vista, luomo ordinario quasi mai conscio
dellevoluzione spirituale dei suoi simili, n riesce a cogliere la differenza abissale tra
anime giovani e antiche. Le anime di molti bambini possono per esempio essere molto
pi antiche ed evolute rispetto a quelle dei genitori. Esiste comunque una connessione
tra la rinuncia e lo stadio del sannys, tale per cui quando il discepolo ha superato il
cinquantesimo anno dovrebbe aver compreso che le gioie di questo mondo sono
transitorie e che luomo non certo nato per intrappolarsi nella rete di effimeri desideri
e insignificanti miraggi.
In primo luogo questa la fase in cui dovrebbe avere colto bene il senso degli
Insegnamenti che discriminano tra leterno e leffimero ricevuti nelle precedenti fasi
della vita; dovrebbe essergli chiaro che qualunque cosa Dio gli abbia concesso, sar
sempre inferiore a Lui. Amate Lui solo, senza nessun altro desiderio, senza
12

nessunaltra richiesta, recita un prezioso Insegnamento. Vairgya lesito di una


comprensione profonda: tutti i beni, le ricchezze acquisite e le relazioni terrene sono
simili a nuvole passeggere; per quanto luomo possa vivere, alla fine deve lasciare il
mondo a mani vuote. Nessuno ha portato qualcosa nel mondo al momento della nascita
e nessuno avr qualcosa da portare via quando lo dovr lasciare.
In secondo luogo questa la fase in cui gli viene suggerito di adoperarsi nella
condivisione delle conoscenze ottenute con la sua esperienza, di abbandonare sempre
pi lattaccamento allego e di portare avanti un servizio pi intenso, nella
consapevolezza che il bene fatto alluomo un culto offerto a Dio.

[16]
Abituatevi a mangiare vegano.
Etimologicamente il termine uomo (Manava) deriva da mente (Manas). La mente il
compagno pi stretto con cui ci si pu rovinare oppure salvare. Se regolata e
controllata, canalizzata a dovere, essa conduce luomo sulla strada dellordine e della
libert, mentre se capricciosa e lasciata libera, irretisce e incatena velocemente.
meglio allenarla a soffermarsi con moderazione sulle attrazioni esterne, usarla per
purificare i sentimenti, gli atteggiamenti e le tendenze, senza lasciarle raccogliere
sporcizia nel mondo esteriore per poi immagazzinarla in se stessa. E in questa sporcizia
sono inclusi molti alimenti, perch la mente dipende dal genere di cibo assunto; esiste
cio un legame stretto fra lalimentazione e lo stato psichico.
Disarmonie, aggressivit e tendenze animalesche sono cos diffuse perch ancora molte
persone si nutrono in maniera malvagia, senza curarsi minimamente da dove viene il
loro cibo, il modo in cui ottenuto e chi sono coloro che soffrono per la sua
preparazione. Attraverso la carne si fanno carico delle paure e delle sofferenze che gli
animali hanno subto durante lallevamento, il trasporto e labbattimento. Per non
parlare del grosso quantitativo di veleni come antibiotici, ormoni e altre misture
insalubri che vengono loro somministrate. Non siate complici degli allevatori e della
potente industria della carne, i quali non vedono lanima dellanimale, ma solo il suo
corpo-oggetto con il quale vogliono guadagnare denaro. Guardatevi bene dalle persone
che mangiano carne, perch il loro karma legato al karma degli animali e al karma
degli uomini vili che li allevano, trasportano, ammazzano, vendono la loro carne e la
preparano.
Trasformatevi dunque in persone che vivono una vita ideale e che con il loro esempio
offrono degli ideali anche agli altri. Non tanto importante nascere in forma umana,
quanto vivere e sviluppare qualit umane, proponendosi come esempi di cura, di amore
e di protezione. Siate radicati in Ahimsa, la Non Violenza, virt che eleva lo spirito e
nobilita il cuore, e tenetevi saldi in ci che considerate buono, sacro e veritiero.
Ricordate le quattro p di un bravo discepolo: purezza di vita, pazienza, perseveranza e
potere decisionale. Siate dunque persone semplici, ma molto attenti agli alimenti che
assumete, perch dal punto di vista sottile si traducono nella sostanza mentale
delluomo. Fate il possibile per mangiare vegano e solo quanto basta per stare bene.
Non fatevi servire pi cibo di quanto ne abbiate bisogno, per poi buttarlo via. E se vi
capita di averne preparato in sovrappi, saziate un altro stomaco, piuttosto di sprecarlo.

[17]
Sulle cattive compagnie: la buona compagnia rende luomo nobile e divino, quella
cattiva lo fa degenerare al di sotto del livello umano. Frequentare compagnie cattive d
forza alle tendenze malvagie e queste portano ad azioni riprovevoli. Aggregarsi a
13

compagnie poco raccomandabili significa acquisire atteggiamenti egoistici e attitudini


negative. Per avere invece un buon controllo dei desideri, dei sentimenti e della mente
essenziale la buona compagnia. Luomo deve stare molto attento a selezionare con cura
le persone che frequenta. Il discepolo che porta il Signore nel cuore non allaccia
superflue relazioni terrene, perch sa bene che coltivare relazioni con persone di ogni
genere danneggia il progresso sul cammino spirituale.
Se vero che sviluppare una solida fede che il medesimo Dio dimora in tutti gli esseri
purifica il cuore, altrettanto vero che non si dovrebbero mai coltivare sentimenti di
simpatia verso persone che fanno o provocano del male ad altri. Questa unantica
legge di comportamento che aiuta a non perdere lorientamento e a evitare molti guai. In
vari punti del Dhammapada, testo in versi del Canone pli formato da brevi
dichiarazioni riguardanti i punti principali dellinsegnamento del Buddha, il lettore
distolto dallerrore di frequentare cattive compagnie o simpatizzare con coloro che sono
dediti ad azioni malvagie o colmi di propositi non buoni:
Attento fra i distratti,
desto fra i dormienti,
il saggio si stacca dalla massa
come un veloce cavallo da corsa. (Dh)
Se non trovi una guida
o degni compagni di viaggio,
va solo,
piuttosto che in compagnia degli inconsapevoli. (Dh)
Non frequentare cattive compagnie.
Cerca lamicizia di coloro che amano la verit. (Dh)
Se incontri un compagno saggio e virtuoso,
condividi con lui il cammino
nella gioia e nella consapevolezza,
superando ogni ostacolo.
Ma, se non trovi un tale compagno,
piuttosto cammina solo,
come un re che ha rinunciato al suo regno
o come un elefante nella foresta.
meglio vivere soli
che in compagnia degli inconsapevoli.
Cammina solo, puro e senza desideri,
come un elefante nella foresta. (Dh)

[18]
Seminate fiori se non volete raccogliere spine.
Gli uomini sono tutti presi nel chiedersi chi sono gli altri, ma non si preoccupano di
rivolgere a se stessi questa domanda. Eppure tutto ci che c al mondo il riflesso
dello stato interiore di coloro che lo abitano: quello che c allinterno si riflette
allesterno. La stessa critica non altro che leco dei cattivi sentimenti che si
nascondono in noi. Luomo potr ritenersi tale solo quando si sar liberato da questi
sentimenti e pensieri negativi. Lasciate perdere ogni genere di sterile controversia e
ricordate che sprecare il proprio tempo in intenzioni, idee e azioni negative indebolisce
14

la memoria, logora la capacit di comprensione e inibisce il potere dazione. Non


parlate pi del necessario; non guardate in giro pi di quanto vi serva; non soffermatevi
sugli affari degli altri, sui loro errori e difetti, altrimenti finirete per diventare come loro.
Si chiede profumo al fiore, gentilezza alluomo, recita un antico proverbio cinese.
Abituatevi a compiere azioni per il bene degli altri e a posare la mente su ci che d
pace e gioia. Ogni azione porta con s una reazione conseguente e qualunque cosa un
uomo faccia, ne ricever il frutto. Presto o tardi tutto torna indietro e se davanti allo
specchio della vita egli ha posto cose negative, non pu poi lamentarsi se ne trarr
dispiaceri. Per questo sarebbe meglio per lui avere sempre lo sguardo rivolto a cose
positive, tendere lorecchio verso discorsi buoni e sforzarsi di parlare bene oppure
tacere qualora non riuscisse a dire nulla di gradevole. Luomo saggio rispetta i valori
umani, vive in armonia con i suoi simili ed evita di recare danno al prossimo. Tra le
abitudini di vita che troviamo in Yama, la Non violenza nei pensieri, nelle parole e nelle
azioni la pi importante. Nella purezza di questi tre livelli risiede il primo valore
fondamentale, senza il quale luomo si riduce a un rango inferiore a quello delle bestie.

Marzo 2014
[1]
In queste note sparse mi muovo seguendo certe considerazioni sullopera educativa a
partire da un incontro specifico, che quello con Cristo. In questo momento di grave
crisi economica, sociale e culturale, rilanciare questo incontro come elemento di
speranza e di futuro potrebbe sembrare un tema quanto mai provocatorio, dal momento
che in una societ che si considera moderna, pluralista e laica spesso si guarda a Lui
come a una fantasticheria, tradizione superata o intralcio al pieno sviluppo delle
potenzialit individuali. Rimettere al centro Cristo come soggetto portatore di speranza
e dal quale ripartire per costruire il futuro di un Pianeta ammalato, mi sembra invece
una sfida degna di essere colta nella sua complessit. La Sua figura certamente
sottoposta a sfide radicali in una societ postmoderna che non Gli per niente
favorevole, eppure resiste uscendone addirittura rafforzata.
La storia della civilt umana, della filosofia e delle scienze mostra come la tensione tra
ideali dello spirito e realt della corporalit non possano essere risolte se non
recuperando quellumanit e quella semplicit che sono proprie di Cristo. Mai come
oggi tante persone senza un orizzonte di senso e di vita hanno fame di Lui. E questo
nonostante il loro atteggiamento critico rispetto allessere cristiani di tanti gruppi e
organizzazioni, che non riguarda Cristo in s ma la Sua assenza nella vita cristiana. Se
andiamo a vedere bene, il pi delle volte le persone non odiano Cristo, che lamore
stesso in tutta la sua profondit, ma il modo di agire e le false qualit che sono forgiati
nel Suo nome in maniera fanatica, menzognera e ipocrita. Lo scarto tra il dirsi cristiani e
Cristo alla base delle critiche rivolte, proprio perch le parole e le azioni mancano
dello spirito di Cristo e della Sua fragranza (2 Cor 2, 15). In effetti sono tanti coloro che
vogliono un Cristo puramente spirituale, una figura idealizzata, senza carne e senza
croce. E proprio su questo modello adeguano il loro essere cristiani, cio non vogliono
correre alcun rischio di avere a che fare con il volto dellaltro, con la presenza fisica di
chi soffre e con le sue richieste. Nel dilagare di tante nuove forme di povert e di
fragilit, il Signore resta nascosto agli occhi e passano inosservati tanti uomini e tante
15

donne nei quali la fatica di vivere lascia tracce pi sofferte. Oggi le persone cercano pi
che mai la felicit incuranti del benessere altrui.
Indifferenza e ignoranza impediscono di vedere che da bambini e da anziani dipendiamo
dallamore e dalle cure di qualcuno; tra linfanzia e la vecchiaia ci illudiamo di essere
indipendenti, ma non affatto cos. Abbiamo sempre bisogno degli altri, anche se
fatichiamo ad ammetterlo. In qualunque fase della vita dobbiamo riconoscere di essere
interdipendenti per natura e che essendo costretti a vivere insieme dovremmo farlo con
un atteggiamento positivo di aiuto e di interesse reciproco. Perch privarsi della gioia di
aiutare? Il prossimo non un limite o un ostacolo alla nostra realizzazione profonda, ma
la nostra via di accesso alla felicit. Trovare la felicit rendere felici gli altri e la
condivisione aiuta a capirlo.

[2]
Dalla testa al cuore: quattro parole per indicare il passaggio significativo da compiere.
Luomo vive oggi in un mondo piatto, superficiale e privo di gioia; ha perso il senso
della profondit, di una prospettiva aperta allInfinito che passa dal cuore. Nel
linguaggio biblico il cuore indica il centro della persona e comprende sia la vita
intellettivo-affettiva sia quella etico-decisionale. Il cuore evoca la profondit dellessere
umano, la sacra dimora ove hanno origine le sue scelte di ordine morale, di amore o di
odio, di armonia o disarmonia. Il cuore soffuso di conoscenza diretta e nulla lo raffina
quanto la purezza di vita e il dare spirituale.
Per le antiche tradizioni spirituali dellOriente nel cuore che si svolge il lungo
processo di coltivazione di s. Il compito pi importante per i filosofi confuciani era
coltivare e accudire il proprio cuore/mente (xin) per sviluppare al meglio la bont
inerente alla natura umana e promuovere relazioni armoniose in ogni ambito della vita
sociale a partire dalla famiglia. La coltivazione del cuore e la via della virt erano al
servizio della politica, delleducazione, delleconomia e perfino degli affari militari. Il
compito ultimo era sviluppare ed espandere il cuore/mente fino ad abbracciare il mondo
intero. E la pace del cuore rappresentava la condizione indispensabile per la
realizzazione di una comunit etica di impegno reciproco e dotata di un vero senso di
umanit. La speranza di diventare pienamente esseri umani con la coltivazione di s e
del servizio agli altri, persone autentiche che incarnano la virt della benevolenza, aveva
come meta la creazione di un mondo pacifico. A questa dimensione orizzontale della
vita confuciana se ne aggiungeva una verticale che consisteva nel coltivare il proprio
cuore/mente per porsi in sintonia con il Dao o Via del Cielo.
Anche in molti sistemi taoisti la via per coltivare il Gong risiede nel cuore. La
coltivazione della Xinxing determina il livello di energia raggiunto ed prioritaria
rispetto a tutto il resto. Lintera pratica dipende da un cuore benevolo e dalla forza
morale che include la determinazione a proseguire, la rinuncia a desideri e attaccamenti,
la capacit di resistere alle prove e sopportare avversit di ogni tipo. Il cuore sempre
stato considerato dai taoisti come la sede dellamore e della gioia, il crogiolo dove le
energie sviluppate dalla coltivazione delle virt si mescolano e si rafforzano, fino a
essere trasformate in compassione, considerata la principale e pi alta di tutte le virt,
oltre che la forma pi raffinata di energia vitale.
Limmunit e la resistenza attiva hanno sede nel cuore, grazie al quale luomo si pone in
sintonia con linesauribile Amore Universale (Prema). Per le antiche tradizioni spirituali
dellOriente ci implica consapevolezza-conoscenza-comprensione del Dharmakarma,
16

che ordine morale e Legge Divina Universale. Il Dharma ricorda alluomo che il
Cosmo, del quale la Terra parte e nel quale siamo coinvolti, ha un Suo Ordine, una
Sua Bellezza e una Sua Giustizia. Negli Insegnamenti dellAntica Saggezza, il Dharma
rappresenta la via morale, che Luce e Beatitudine. Ogni essere umano pu usare la
libert di cui dispone per vivere o meno nel rispetto del Dharma, in armonia o in
disarmonia con la Norma fondamentale e con la vita intera. Il puro di cuore agisce
secondo il Dharma, il quale a sua volta pu guidarlo e proteggerlo. Non certamente un
caso se la Srivatsa o svastica, simbolo della Scuola Buddhista, posta sul petto del
Buddha, e se molti dipinti cristiani raffigurano il Signore con lindice rivolto al cuore
per indicare la Via da seguire.

[3]
I ritmi frenetici della vita occidentale e la maggiore attenzione accordata ai suoi aspetti
superficiali favoriscono la diffusa tendenza a dimenticare o a perdere il contatto con il
cuore, la cui fiamma deve essere trattata con la massima cautela affinch non si spenga.
Il cuore deve essere custodito come il diamante pi prezioso, protetto e nutrito come
lembrione nel grembo della madre. Proprio come il piccolo si nasconde nella pancia
della mamma, lazione del cuore non spettacolare n ama il sensazionale, non cerca il
riconoscimento del mondo, ma si manifesta con modestia. Umilt, purezza di vita,
sottomissione agli ideali pi elevati, sensibilit e dolcezza di temperamento sono tutte
sfumature della modestia. Lesito di un cuore pacificato felicit silenziosa e tranquilla,
non ha niente da spartire con lirruenza e il baccano della passione, che inganna luomo
portandogli molta delusione. Al contrario dellamore, la brama di sensazioni intense
porta sempre fuori strada generando insoddisfazione e infelicit. Questo
particolarmente vero per il matrimonio, grazie al quale un uomo e una donna
apprendono ad accettarsi reciprocamente, ad avere riguardo luno per laltra, a essere
leali e generosi. Cordialit, comprensione, spirito di sacrificio, disponibilit sono la vera
essenza di questa sacra unione.
Il matrimonio la scuola ideale in cui uomini e donne possono imparare la via del
cuore. Il cuore sa che la fedelt coniugale rappresenta lunica via per la felicit e che
lamore vero necessita di ordine, senza il quale la vita di coppia, come tutto il resto, si
complica enormemente. Senza valori stabili nessun matrimonio pu durare nel tempo.
Per luomo sposato, il cui istinto sessuale rimane comunque molto pi forte di quello
della compagna, non esiste altra via che rimanere fedele alla moglie, se non vuole che la
sua vita e pi in generale quella della sua famiglia cadano immediatamente nel
disordine, nellinsoddisfazione e soprattutto nellinfelicit. Negli Insegnamenti
dellAntica Saggezza, il tradimento a qualunque livello e in special modo nel
matrimonio fa subito decadere il Dharma, che direzione, via e Ordine Morale. La
fedelt nei confronti di Dio, di se stesso e di sua moglie, al di l di ogni sciocco
moralismo, resta lunica e sola via per la felicit in un matrimonio. Esiste un legame
indissolubile tra il cuore e la fedelt, per cui nel venir meno la seconda il primo si
corrompe. Se il cuore si corrompe, la pace persa. E un uomo che ha perso la pace del
cuore ha perso tutto. La pace del cuore la principale protezione contro lira, il dolore,
il disprezzo, il dubbio e la disperazione. Per questo cos importante che i coniugi
preghino e meditino assieme, si pongano in sintonia con il loro cuore per aprirlo, per
capire la giusta linea da seguire e trovare il loro equilibrio. La pace del cuore dona
alluomo la forza indispensabile per affrontare gli inevitabili ostacoli della vita
17

matrimoniale ed grazie a essa che pu sviluppare tutte le sue buone qualit. Solo da un
cuore colmo di energia, nutrito di pensieri elevati e assorto nella pace possono scaturire
quella forza e quella felicit che danno significato alla sua vita, consentendogli di
affrontare serenamente i doveri della famiglia. Un uomo che manca della pace del cuore
vale quanto un cadavere. Anche per la donna cos, ma per un uomo ancora di pi, data
la facilit con cui pu separare la sessualit dal cuore. Per questo il matrimonio per un
uomo la pi grande austerit, gli offre cio le condizioni ideali per evolvere
spiritualmente assieme alla compagna, a patto che usi il forte impulso sessuale che gli
stato dato come stimolo per avvicinarsi di pi a Dio e con Lui essere Luce per il mondo.
E tutto questo assieme alla donna che ha scelto per la vita. Senza un indirizzo spirituale,
senza il costante pensiero del Maestro, la meditazione, la preghiera, lattiva comunione
con Dio e con buone persone, alla maggior parte degli uomini sar praticamente
impossibile comprendere che la sessualit non affatto un passatempo che si pu
esercitare con chiunque e in ogni momento. Pi il cuore si purifica e si apre, pi
comprende che divina e che va trattata con venerazione, dignit, cautela e
responsabilit.

[4]
Scienza non sapienza: oggi la gran parte degli studiosi perde tempo ad accumulare
informazioni libresche e conoscenze superficiali. Un uomo pu trascorrere tutta la vita
sui libri fino a raggiungere i pi alti livelli intellettuali, ma senza aver guadagnato alla
fine di tutto il suo studio il bench minimo progresso morale e spirituale. Questo vale
anche per gli studi cosiddetti religiosi. un grave errore ritenere che un erudito sia
maturo in saggezza spirituale. Spesso si illude di avanzare sempre pi sul Sentiero in
base al numero dei libri che ha visionato e memorizzato. Se per esamina a fondo il
frutto dei suoi studi, nonostante abbia affilato lintelletto, si accorge se ha abbastanza
cuore da arrivarci di non aver acquisito neanche una minima parte di consapevolezza
spirituale. Uno studioso pu essere competente in questioni dottrinali e giungere a
scrivere tante riflessioni e commenti sulle Scritture senza per questo aver migliorato il
carattere e la condotta. interessato allinformazione, non alla trasformazione. Non
muove un dito per mettere in pratica ci che ha letto, non vede la necessit di
confermare le poche verit apprese con lesperienza. Sottovaluta o rifiuta di accettare
che la pratica indispensabile per rinvigorire la saggezza, proprio come la lettura
indispensabile per rinforzare la conoscenza. Mentre si perde dietro tante inutili nozioni,
magari predica ci che non pratica, espone ad altri ideali che lui stesso ignora,
asseconda pregiudizi e fanatismi di cui si serve per gli scopi pi svariati. Cos, dietro la
facciata di una fede, le sue conoscenze sono solo futilit, incapaci di tradursi in azioni
concrete che promuovono il benessere di coloro che perdono tempo a dargli retta.

[5]
La Via movimento e per incontrare il Maestro bisogna mettersi in cammino con
umilt, coraggio e tanta pazienza. Per rimanere sulla Via il discepolo deve percorrerla,
non vi rimane restando fermo, ma deve prendere delle precauzioni ed essere molto
vigile, perch oggi il Sentiero un campo di battaglia che semina vittime e non ammette
leggerezze. Il Sentiero richiede di andare oltre il piano teorico speculativo e di
ricomporre il divario fra la sfera del pensiero, quella della parola e quella dellazione,
perch luomo ordinario pensa una cosa, ne dice unaltra e ne fa una ancora diversa. Il
Sentiero invece comporta la difficile arte di stabilire una corrispondenza tra il pensare, il
18

dire e il fare; richiede di saper applicare ci che si appreso ed tanto pi difficile da


percorrere quanto pi luomo evita di tradurre in azione la conoscenza acquisita. Tutto
questo pu apparire banale, ma nel vissuto quotidiano non lo affatto.
Un discepolo deve essere attento ai dettagli che sfuggono allo sguardo comune e non
dare mai niente per scontato, sia per ci che riguarda se stesso sia per ci che riguarda
gli altri. Ci che soprattutto non deve mai dare per scontato il cuore. Quando capisce
che la Pace solo nel cuore, inizia a prendersene cura, a colmarlo e nutrirlo di amore e
di compassione. Deve fare un lavoro calmo e paziente su se stesso, perch tutto quello
che vede nel prossimo non altro che un riflesso dei suoi sentimenti pi intimi. Se si
ostina a vedere il male negli altri, ci non altro che il riflesso dei suoi cattivi
sentimenti. Colui che pieno di rabbia contro se stesso e contro la propria vita non
scaricher forse la sua aggressivit e la sua frustrazione su chi gli vicino? Negli
insegnamenti buddhisti si d grande risalto alla compassione verso se stessi: la vera
gentilezza amorevole nei confronti del prossimo pu nascere se impariamo a rivolgerla
innanzitutto al nostro essere.
Anche nel matrimonio, molti coniugi dalle aspettative troppo alte vedono
principalmente, se non esclusivamente, i problemi non in loro stessi ma nel partner,
addossandogli tutta la colpa e la responsabilit della loro infelicit. Non lo vedono come
uno specchio nel quale riconoscere i propri errori. Invece di cercare la felicit dentro e
di appoggiarsi a Dio come compagno di viaggio e sostegno sicuro, fanno del loro
partner lunica speranza e sorgente della felicit. Non si accorgono di portare il
matrimonio al fallimento aspettandosi troppo/tutto dal coniuge, n che la gioia dipende
quasi per intero dallo stato interiore pi che dalle circostanze esteriori. Lessere umano
perennemente esposto alla tentazione di investire il suo infinito desiderio nelle
limitatissime realt dellesistenza, che si tratti di beni materiali, della carriera o del
prestigio, o che si tratti di altri esseri umani. Qui risiede la causa determinante che da un
lato getta luce sui motivi per i quali tanta gente si agita e si accalca per razziare i beni di
questo mondo, e dallaltro lato permette di capire perch tante relazioni, amicizie,
convivenze e matrimoni si rompono. Quando qualcuno proietta tutto limmenso
desiderio che lo abita sul suo compagno di vita lo priva del suo diritto fondamentale di
essere limitato e fragile, fa pesare su di lui delle aspettative impossibili e si condanna a
una terribile delusione.

[6]
Un certo accanimento nellaiutare il prossimo, che finisce per opprimerlo o peggio
ancora ferirlo, pu anche facilmente derivare da una mancata accettazione di se stessi o
da un modo molto sottile di dominarlo. Dietro un atteggiamento particolarmente pio,
possono mascherarsi forme occulte di dominio, cos che chi riceve aiuto non amato e
accettato per se stesso, ma per guadagnare qualche plauso effimero o per contabilizzare
una buona azione in un fondo investimenti garantito da Dio. Esiste una logica di
scambio che pesa da sempre sulle relazioni umane e porta il cuore oscurato che
adocchia la ricompensa a domandarsi: Cosa ottengo io in compenso, se faccio questo o
questaltro?. Laiuto offerto e il dono di s trovano invece il loro limite invalicabile
nel rispetto dellautonomia altrui e, se teniamo conto dellesempio offerto dal Cristo,
sono al di l di una logica di calcolo.
Questa logica di calcolo si insinua dappertutto nel pensiero oggi dominante, che
considera ogni cosa in termini di costi e profitti e spinge lessere umano a trarre il
proprio valore unicamente dal suo rendimento e dalla sua capacit economica. Proprio a
causa di questo luomo competitivo divenuto negli ultimi decenni lideale assoluto,
mentre luomo improduttivo stato sempre pi considerato inutile nel vuoto di valori
19

generato dalla societ liberale. La libert diventata il valore fondamentale di questa


societ, ma lautoritarismo di un tempo non stato sostituito da una maggiore unit e
solidariet fra le persone, bens da un diffuso individualismo, un modo di vedere la vita
come opportunit per realizzarsi senza rendere conto a nessuno, rigettando ogni forma
di interdipendenza. Il problema consiste nel fatto che la rivendicazione di libert della
societ liberale sorta e insieme affondata in un contesto di progressiva svalutazione
delluomo, in cui andata persa la capacit di servire il prossimo al di l di ogni
tornaconto e sono andati degradandosi gli stessi valori umani fondamentali, sostituiti
dalla forza del denaro, dal prestigio e dalla prestazione.

[7]
Ogni apparenza rimane fuori dal cuore e non lo tocca. La razza, il sesso o il colore della
pelle vengono meno. Questa innocenza del cuore, capace di entrare in sintonia con il
Divino, qualcosa che possiamo trovare nei bambini pi piccoli, che sono liberi dal
peso dei pregiudizi e dei dogmi, non badano alle differenze di religione o di nazionalit,
alla ricchezza o alla povert: vogliono soltanto giocare insieme. Lamore non impone
nulla, ma consiste semplicemente nello scoprire e riconoscere laltro nella sua alterit
uguale a nessunaltra. Riconoscere la dignit e lalterit di qualcuno significa anche
lasciarsi arricchire e aiutare da lui. Pi il cuore del discepolo colmo di gratitudine e
aperto a ricevere, pi acquista la consapevolezza che aiutare e farsi aiutare in reciprocit
sono due atteggiamenti cos intimamente legati che impossibile dissociarli. Un
esempio significativo lo possiamo trovare nellincontro del Maestro con Zaccheo (Lc
19, 1-10). Zaccheo disprezzato in quanto funzionario equivoco e collaboratore
delloccupante romano. Eppure il Maestro gli si accosta con la richiesta semplice e
naturale di essere accolto da lui, non gli mostra la Sua considerazione dandogli qualcosa
o aiutandolo ma comportandosi come un umile richiedente: Hai un letto per me?
Posso stare questa sera da te?. Il Maestro ha tanto amore da dare e nonostante questo
pronto a ricevere, sa di poter incoraggiare una persona sollecitando la sua capacit di
aiutare, mostrandole che anchessa pu offrirGli qualcosa.

[8]
Decrescere fuori per crescere dentro: per una mente contenta la vita risulta appagante
indipendentemente dalle situazioni, mentre una mente afflitta dal desiderio non conosce
riposo. Attraverso la meditazione e la disciplina che impone a se stesso, il discepolo ha
cura di sviluppare la qualit sattvica dellaccontentarsi (samtosa), che consiste nel
trovare appagamento in ci che ha limitando i propri bisogni allessenziale. Tale qualit
rientra negli elementi del niyama (il secondo anga) che organizzano in modo costruttivo
la vita del sdhaka secondo il sistema codificato da Patajali. Laccontentarsi
dinamico e orienta i talenti umani verso sforzi evolutivi. Colui che si accontenta vive
una vita di interiorit e sviluppa lo spirito di ricerca e il vigore indispensabili per
percorrere il Sentiero. Se vacilla in questa virt, il desiderio e lavidit possono finire
per avere il sopravvento sul suo potere di discriminazione. Il Dharma ricorda che non si
pu esistere senza attivit e che quindi occorre necessariamente agire in ottemperanza a
nobili qualit avendo come obiettivo il benessere del mondo.
Quando gettiamo un sasso in un lago immobile, le prime increspature iniziano a crearsi
intorno al punto in cui caduta la pietra, per poi propagarsi e allargarsi sempre di pi.
Quel punto da cui tutto parte un cuore/mente felice e appagato, che rimane integro di
fronte a lussuria, cupidigia, collera e vanit. la condizione del cuore/mente schiavo di
20

tanti attaccamenti nocivi lorigine della frustrazione e dello stato infelice vissuto da
tanti. Quando il cuore/mente si concentra esclusivamente sullo sviluppo del lato
materiale della vita, proietta tutti i tipi di qualit piacevoli nei suoi oggetti del desiderio
e si relaziona a loro come se realmente possedessero queste qualit, non fa che inseguire
miraggi che alla fine gli procurano solo delusione e insoddisfazione. Ha perso la pace
interiore perch andato a cercarla l dove non pu trovarla.
Oggi molti sono arrivati a un punto in cui gli istinti e gli infiniti desideri legati a essi
hanno preso il sopravvento in modo pericoloso. Pi li vivono e meno sono nella
condizione di pensare fino in fondo le cose, di ordinarle e distinguerle, cos da capire
ci a cui meglio rinunciare per avere una vita pi felice e appagante. Lopera
educativa futura consolider questa ricerca dellessenziale abbinata a un forte interesse
per la purezza della vita interiore e il servizio al prossimo. La prima cosa da fare
dunque formarsi un carattere di grande ricchezza facendo il possibile per andare in cerca
delle opportunit per essere di aiuto agli altri e per ridurre al minimo la propria
dipendenza dal mercato, dalle attivit inutili e dagli sprechi.

[9]
Il matrimonio pi adatto a coloro che sentono ancora un forte richiamo del mondo, ma
questo non significa che sia da sottovalutare, dato che offre lopportunit di fare i conti
con il proprio egoismo e di trovare pi facile pensare agli altri e servirli. una scelta
basata sullassunzione definitiva del proprio impegno nei confronti del partner a partire
dalla risposta a una chiamata di Dio, personale e di coppia. Da questo punto di vista il
matrimonio rappresenta unopportunit di crescita morale e spirituale davvero preziosa,
perch i coniugi possono vivere il loro amore sia come servizio al bene comune della
societ sia come strada di santificazione. Tuttavia superfluo per coloro che hanno fatto
la rinuncia interiore e cercano intensamente Dio nella consapevolezza che la loro
piccola realt terrena immagine di una realt pi vasta. Per costoro il matrimonio non
ha niente di allettante se il Sentiero della realizzazione occupa gi un posto nel loro
cuore o se hanno intuito la natura insoddisfacente della vita delluomo immerso nella
ricerca dellevanescente. Queste persone guardano il mondo con disincanto perch
riconoscono che tutto ci che gli appartiene mutevole ed effimero. pi che naturale
che con il matrimonio e le responsabilit di una famiglia luomo si trascini dietro il
pantano delle cose materiali finendo per dimenticare che tutto suo solo per breve
tempo. La stessa ricerca spirituale facile che venga compromessa. Per questo motivo il
pellegrino sul Sentiero avvertito del fatto che la via di Dio difficile allinizio, ma con
il tempo diventa sempre pi facile, mentre la via del mondo facile allinizio per poi
diventare sempre pi difficile.

[10]
Matrimonio e cultura del provvisorio: un passo della Lettera di Paolo agli Efesini ha
avuto una parte importante per lo sviluppo della teologia e della spiritualit del
matrimonio. Lapostolo invita gli sposi a regolare i loro rapporti sul mistero dellunione
di Cristo con la Chiesa (Ef 5, 21-33). In continuit con la tradizione profetica, questo
testo fa cos della condotta di Cristo larchetipo dellamore del marito per la sua sposa, e
vede nella sottomissione della Chiesa a Cristo il modello della condotta della sposa.
Questo modello non deve trarre in inganno coloro che pensano che la donna viva nel
matrimonio una condizione subalterna rispetto al marito. Pone piuttosto laccento sulla
dedizione reciproca dei coniugi, che fanno della fedelt il fondamento della loro unione.
21

Nella teologia cristiana gli sposi sono definiti ministri del sacramento del matrimonio,
perch battezzati e capaci di scambiarsi il patto che segna linizio del matrimonio, il
quale costituito dallirrevocabile consenso personale, cio dalla decisione e dalla
scelta personale di darsi e riceversi reciprocamente e cos costituire lintima comunione
di vita. Il contenuto del patto lamore coniugale: totale, unico, fedele e fecondo. Il
patto matrimoniale si basa su strutture preesistenti e permanenti che determinano la
diversit tra uomo e donna. Il matrimonio sacramento di una realt che gi esiste
nelleconomia della Creazione. Ci in linea con il Dharma che studiamo, anche se
nellattuale cultura del provvisorio la difesa del matrimonio appare fuori moda.
Oggi moltissime persone sono a favore di convivenze e di relazioni di prova, grazie alle
quali possono certamente essere soddisfatti molti desideri che albergano nel cuore.
Nessuno mette in discussione il fatto che un uomo e una donna possano trovare una loro
armonia in questo modo, ma il matrimonio era, e sar lunica istituzione sacra che fa
della dedizione totale uno dei suoi pilastri fondamentali. Lamore di Dio pura
dedizione. Lamore di Cristo per lumanit pura dedizione. La dedizione totale sia la
forza che forma profondamente la famiglia, dato che ha a che fare con labnegazione e il
sacrificio, sia la forza che permette a entrambi i coniugi di darsi allamore e di
accettarne coscientemente anche la sofferenza fino alla fine del loro percorso terreno.
Un certo romanticismo pastorale tende sempre un po a occultare questa sofferenza per
non scoraggiare la vocazione al matrimonio. Se andiamo a vedere bene, darsi con tutto
il cuore a unaltra persona e promettere di amarsi e di onorarsi per tutta la vita per
luomo un compito divino, che richiede lassistenza e la protezione di Dio, il Quale sa
bene in che spirale pu cadere un rapporto di coppia. La condotta umana non d mai
affidamento finch luomo non ben ancorato nel Divino.
La nostra cultura del provvisorio arriccia il naso di fronte al matrimonio e al sacro
impegno che comporta perch una cultura delleffimero, della leggerezza e soprattutto
della sostituibilit: loggetto damore viene facilmente percepito e vissuto come
scambiabile. La cultura del provvisorio predica che limportante godere il momento,
che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, cio di fare scelte definitive in un
mondo dove tutto sostituibile. La stessa sessualit trattata alla stregua di un
passatempo. La societ di oggi orientata in modo eccessivo verso il sesso e tutti i
mezzi di comunicazione esercitano una forte pressione sessuale sulle persone.
Nonostante labbondanza di anticoncezionali in circolazione, la sessualit ha sempre a
che fare con la possibilit di creare un nuovo corpo ed pi saggio viverla con la
benedizione e la sicurezza del matrimonio. La sessualit unenergia divina molto
potente e tutti vengono spinti a credere di farle onore vivendola liberamente, senza
alcuna morale e senza valori guida. Le persone amano giocare con il fuoco senza
rendersi conto delle molteplici conseguenze negative che creano con comportamenti
irresponsabili. Nel loro generale intorpidimento non immaginano nemmeno che la
sessualit, cos come pu dare la vita, pu benissimo indebolire o degradare chi non la
rispetta.

[11]
Nellepistolario paolino, il termine carit indica un amore nobile scevro di sensualit o
sregolatezza che include e oltrepassa la sensibilit. Niente a che vedere con lers/ern
(amore/amare), cio lamore passionale ed erotico, anche declinabile come sexus nel
livello fisico, dimensione peraltro normale nel vissuto di un giudeo osservante di
indirizzo farisaico com Paolo, destinato a sposarsi allet prevista. Grazie a questo
amore i coniugi possono unirsi in una sola carne (Gen 2, 24) e generare una nuova vita.
Paolo non pu esimersi dal suggerirlo qualora non si riesca a tendere a quella via pi
22

vasta e profonda ma assai pi impegnativa espressa dal termine agap (1 Cor 7). Da
Iniziato e conoscitore dei pericoli del Sentiero, egli consiglia un tipo di condotta
(achara) che favorisce la crescita delluomo nuovo rigenerato nel Cristo (Rm 6, 15)
tenendo conto delle diverse attitudini di ciascuno, allinterno per di un quadro che
privilegia un robusto brahmacharya. Lagap non pu non richiedere la trasformazione
del desiderio in aspirazione e la mobilitazione di tutte le proprie forze in vista del pi
alto obiettivo. inscindibile da vrya, termine sanscrito che combina in se stesso
lenergia, la determinazione, il coraggio e la volont indomabile che si apre a forza la
Via, assieme al rifiuto degli allettamenti ingannevoli della vita mondana e degli effimeri
piaceri dellesistenza.
Un vero brahmachari perfeziona se stesso nellumilt perch riconosce che per grazia
di Dio che in grado di sostenere il Dharma di uomo casto. Un vero brahmachari
riconosce il divino in ogni creatura, al tempo stesso padre e madre per ogni essere, un
porto sicuro per tutti quelli che si rivolgono a lui, lo seguono e prendono a esempio.
Coltivare il brahmacharya significa coltivare nellumilt quel senso di generativit che
rende pienamente umani, cio bisognosi di ricevere il bene da altri e di donarlo a propria
volta. Esseri generativi non significa solo dare alla luce dei figli, ma come prima cosa
essere grembo ospitale per la vita degli altri e custodi responsabili delle relazioni che
facciamo nascere. La generativit ha forti legami con leducare, cio con lavere cura
delluomo affinch il desiderio di infinito nel suo cuore venga risvegliato e fatto
crescere. I discepoli del Cristo avevano abbandonato tutto per seguirLo, avevano messo
la loro vita nelle Sue mani per essere educati e Lui era diventato per loro grembo
ospitale e custode responsabile.
Per molti autori il brahmacharya consiste solo ed esclusivamente nel controllo degli
organi della generazione, nellastensione sessuale e nel celibato. Spesso non tengono
conto dellorigine etimologica di questo termine sacro e dei suoi significati, cos come
non tengono conto dei processi di corretto funzionamento del secondo centro energetico
e di ri-orientamento delle energie coinvolte. molto probabile che alcuni Ordini
religiosi della Chiesa cattolica dispongano di queste conoscenze, perch il sacramento
del matrimonio agisce anche su questo centro eterico, il quale non solo determina il
flusso di energia nella zona del bacino, ma muta a seconda che la condotta sessuale
rispecchi o meno lordine divino. La sua attivit connessa al sottile sistema di
protezione del Pianeta garantito dalla legge divina, la quale contraria a che gli esseri
umani si avvicinino sessualmente senza essere sposati, pena loscurarsi della materia
eterica di questo centro con conseguenze negative per la salute del corpo e della mente.
Questo fatto getta luce sul noto detto secondo cui il Dharma sostiene e protegge colui
che vive in armonia con esso.
In linea generale, un vero brahmachari ha sacrificato la lussuria e la dissolutezza sul
fuoco dello sforzo ardente, facendo della purezza nel pensiero, nelle parole e nelle
azioni lo scudo e la spada con i quali si difende in battaglia. Negli Yoga Stra di
Patajali leggiamo che dalla purezza mentale nasce la purezza del sattva,
latteggiamento lieto e amorevole, la concentrazione, il controllo dei sensi e la capacit
della visione del S. La mancata conoscenza dei pericoli del Sentiero assieme a un
approccio sbrigativo e superficiale porta spesso a dimenticare che un discepolo ha
assoluto bisogno della forte protezione della purezza (auca), cio di moventi dellagire
puri, corpi purificati e aspirazione elevata, conseguibili mediante il dominio di s,
lequilibrio, la giusta continenza, la dieta vegana e la devozione al servizio. Al discepolo
chiesto di diventare bambino nel senso evangelico (Mt 18, 3), per non cadere vittima
di ci che affine alla sua natura inferiore e dei seguaci della mano sinistra, sempre alla
ricerca di incauti che possono essere piegati ai loro fini.
23

[12]
La mia sensazione che compito prioritario delleducazione sia quello di promuovere
una civilt di pace fondata su una duplice armonia oggi profondamente minacciata: tra
la terra e luomo, e tra luomo e se stesso nellunit tra femminile e maschile, tra cuore
e intelletto. Lo scopo delleducazione e sar trasmettere valori forti, per far s che
ciascuno possa mettersi in relazione con il Divino, con ci che vi di buono, di bello e
che porta alla felicit. Questo deve per iniziare in famiglia dallesempio di vita offerto
dai genitori, nei limiti ovviamente delle loro capacit e risorse. Sono loro i primi esempi
di amore che abbiamo. Nessun genitore dovrebbe mai sottovalutare linfluenza che
esercita sui figli e l dove trova delle mancanze in questi sempre bene che chieda a se
stesso se davvero stato per i suoi figli la persona che occorreva loro. Anche i figli
hanno comunque la loro buona parte di responsabilit. Molti problemi del nostro tempo
sono per esempio riconducibili al fatto che i ragazzi (e gli adulti) non rispettano i
genitori dal profondo del cuore, n sono loro riconoscenti. Quando viene meno lonore
verso i propri genitori viene meno il rispetto per linizio della propria incarnazione. I
genitori sono i creatori del corpo che usiamo e gli artefici nel bene come nel male
del nostro destino, dei modelli e programmi inconsci ricevuti. Il figlio che non onora i
genitori non onora nemmeno se stesso e se non onora se stesso non onora neanche il suo
prossimo, chiudendo cos tutte le porte alla felicit e a una vita piena damore. I figli
devono cogliere bene la loro sub-ordinazione ai genitori e non dovrebbero amare il
padre e la madre separatamente da Dio, ma come riflessi del Suo amore di Genitore
Supremo.

[13]
Sul Dharma di un marito ideale.
Il sacrificio di una madre dentro e fuori le mura domestiche fa di lei il pilastro della
famiglia. Nessun figlio potr mai ripagare il debito che ha contratto con i genitori e in
particolare con la madre. Le Sacre Scritture dellIndia ci dicono che una madre vale
mille padri e che il suo ruolo insostituibile. La madre la creatrice del futuro perch
crea attraverso i figli la societ di domani. Dalla madre i figli ricevono il corpo e il
nutrimento fisico e psichico che sar la base per tutta la loro vita. Se il mondo caduto
cos in basso, ci stato possibile perch nessuno ha pi visto n apprezzato il servizio
disinteressato della donna allinterno della famiglia. Oggi bisogna invece combattere
per metterlo in risalto, apprezzarlo ed esprimerlo, affinch i mariti per primi lo
riconoscano e lo lodino. Mariti e figli devono vedere la madre come la luce dei loro
occhi.
Luomo sposato che segue il Sativrata Dharma (codice di giusta azione per un marito
ideale) riconosce il Divino nella moglie e madre dei suoi figli e ritiene senza valore una
vita non contraddistinta dalla dedizione nei suoi confronti. Egli vede nella donna che ha
scelto per la vita tutte le donne: tutte le donne sono in lei, che il riflesso di Dio nel Suo
aspetto femminile. Pertanto il marito ideale si comporta secondo i desideri della moglie,
le fedele, la rispetta e si prende cura di lei mettendoci il massimo impegno. Egli deve
darle protezione e sicurezza, ringraziarla che arricchisce cos tanto la sua vita e ricordare
che essere marito un compito divino, che va eseguito con attenzione e con gioia. Per
lui ogni occasione buona per domandare a se stesso: Che cosa posso fare perch il
mio matrimonio vada bene?. Questa domanda implica il fatto di guardare innanzitutto
dentro di s per capire che cosa sta dando al rapporto. Quando disposto a fare luce sul
suo comportamento e inizia ad apportare i necessari cambiamenti, coloro che gli sono
vicini e che fino a quel momento aveva ritenuto essere difficili, gli appaiono sotto una
luce diversa. Quando ci accade, pu in effetti pensare che siano cambiati, quando in
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realt lui che ha raggiunto una prospettiva pi limpida che gli consente di avere
reazioni pi positive, pazienti e amorevoli nei loro confronti. Lantidoto invertire la
tendenza abituale a ricercare allesterno ci che gli occorre, volgendosi allinterno per
sentire se il cuore aperto o chiuso, se da esso possono fluire o meno pace e amore.
Invece di colpevolizzare la compagna e pi in generale gli altri, la vita o anche Dio dei
suoi problemi, egli si volge allinterno e chiama in appello la sua divinit nascosta, la
sua parte pi intima che sa veramente che cosa sia meglio per lui e per la coppia.
Seguire il Sativrata Dharma significa tenere a mente che solo lego pu essere ferito,
non il Vero S.

[14]
Dobbiamo porre dei limiti chiari per essere felici: non sempre possiamo essere
accondiscendenti con una persona se non ne condividiamo le motivazioni o le credenze
fondamentali o la mancanza di esse. E non dobbiamo neppure fare ci che unaltra
persona vuole, perch ci potrebbe non essere per noi la giusta azione da compiere.
Nonostante questo, anche se non dobbiamo essere sempre pronti a subire con
accondiscendenza le pressioni di qualcuno, occorre che prestiamo attenzione al modo in
cui opporre il nostro rifiuto. sempre meglio parlare e agire cortesemente, cos da non
recare indebita offesa a colui che ci sta assillando. Ancora meglio, per, porre agli altri
dei limiti chiari, perch sono questi che stabiliscono il contatto, anche se richiedono
impegno e coraggio. Luomo deve sapere che suo compito dire chiaramente alla
moglie e ai figli ci che vuole, ci che desidera e dov il suo cuore. Questo lo deve a
loro e lo deve a se stesso e ai suoi ideali. La moglie e madre dei suoi figli ha bisogno di
sicurezza, necessita di sapere bene ci che lui pensa, ci che sente e ci che vuole,
quanto possa fidarsi di lui. Lo stesso discorso vale nei rapporti al di fuori del nucleo
familiare. Se esprime chiaramente e gentilmente quali sono i suoi limiti, mette in chiaro
ci che vuole e gli altri sanno cosa aspettarsi. Porre dei limiti chiari significa rispettare
gli altri e quanto pi luomo rispetta gli altri tanto pi rispetta se stesso.
Non dobbiamo permettere a nessuno di convincerci ad agire in modo contrastante con i
pi nobili Insegnamenti ricevuti. Nessun debole raggiunger Dio, afferma Krishna
nella Bhagavad-gt. Ci sono situazioni che richiedono da parte nostra molta chiarezza,
fermezza e disciplina: vivere per i propri ideali e lottare per essi. Ma vivere ci in cui
crediamo coinvolge il cuore e non semplicemente la testa. Naturalmente dobbiamo
usare la testa per discernere ci che giusto, ma poi deve entrare in gioco il cuore per
equilibrare latteggiamento spesso freddo, critico e calcolatore della testa. La
compassione, la gentilezza e la propensione ad aiutare provengono tutte da un cuore
aperto.

[15]
In riferimento ai benefici di una relazione autentica, basata sullascolto empatico e
laccettazione positiva e incondizionata dellaltro, sarebbe utile uno studio delle opere di
Carl R. Rogers (1902-1987), uno dei maggiori esponenti della psicologia umanistica. La
psicoterapia del dialogo mette in luce limportanza di andare incontro al paziente con
cordialit, partecipazione e rispetto dei suoi sentimenti, sebbene questo atteggiamento,
preso da solo, possa non avere un effetto decisivo per condurre alla guarigione.
Teniamo comunque presente che Carl R. Rogers aveva un geniale intuito per la
soluzione dei problemi dei suoi pazienti, contrariamente a molti che si ispirano al suo
metodo e lo impiegano. Di questo ne era consapevole lo psicologo clinico statunitense
Albert Ellis (1913-2007), che ha sviluppato una prassi terapeutica tra le pi influenti del
25

XX secolo e ha messo a punto un approccio di cura basato sullindividuazione e la


trasformazione di modalit di pensiero distorte e disfunzionali. Questo secondo autore
offriva delle osservazioni interessanti sul modo in cui gli uomini costruiscono poco per
volta la loro identit e personale filosofia di vita a partire da determinate parole, frasi e
proposizioni da loro stessi selezionate e interiorizzate nel tempo. A differenza di Albert
Ellis, molto critico nei confronti della terapia rogersiana incentrata sul paziente, ritengo
che un bravo educatore necessiti di studiare e approfondire entrambe le prospettive
teoriche e le interessanti conclusioni cui sono pervenuti i due psicoterapeuti, valutando
la possibilit di integrarle nel proprio orizzonte di pensiero. Un bravo educatore, infatti,
non pu permettersi di nutrire scarsa considerazione per lascolto empatico e per
leffetto che le parole producono su chi ascolta. Un ingrediente essenziale per una
relazione positiva che ciascuno mantenga aperto allaltro il proprio cuore. Ci
significa ascoltarsi con piena attenzione e sollecitudine, senza che la mente giudicante
entri per forza in gioco. Avere una conversazione cuore a cuore con qualcuno significa
esprimersi per ci che si veramente. Troppo spesso ciascuno interessato solo a
esporre il proprio punto di vista e le conversazioni sono molto frequentemente ridotte a
un viaggio dellego. Chiediamoci sempre se stiamo parlando a qualcuno o con
qualcuno. Quanti bambini e adolescenti raccontano con profonda delusione di non avere
il privilegio di essere realmente ascoltati dai loro genitori e insegnanti? Quante
spiacevoli situazioni si sarebbero potute evitare se ci fosse stato un ascolto pi attento e
amorevole da parte degli adulti?

[16]
Gli altri sono lo specchio nel quale ci riflettiamo.
In un momento storico particolarmente delicato, in cui si va plasmando la complessa
fisionomia di una nuova civilt planetaria, luomo inizia a comprendere sempre di pi
che il suo compito di servire gli altri per essere felice. Il suo cammino si caratterizza
cos per lalternarsi tra introversione ed estroversione, tra contemplazione e azione, tra
la vita soggettiva della preghiera e della meditazione e la vita oggettiva del servizio. Se
nel servizio il soggettivo trova la liberazione, al tempo stesso vero che tale servizio
non sar supportato dalla saggezza a meno che non sia svolto partendo dalla
comprensione acquisita interiormente nella meditazione. Meditazione, preghiera e
osservanza dellOrdine Divino unita al servizio gratuito al prossimo costituiscono la
ricerca di un sottile equilibrio, che stimolo a spostare il centro della propria
autoidentificazione dal senso di separazione a una profonda appartenenza alla Vita.
questo sottile equilibrio che contraddistingue luomo sattvico. Che sia calmo oppure
attivo, egli orientato verso il S-Dio (il Divino in lui), nel quale riconosce la sua
destinazione. Da qui pu cogliere meglio limportanza del rispetto e comprendere che
luomo non sulla terra per addossare ad altri la colpa e la responsabilit dei suoi
problemi, ma per rendersi conto che ha il diritto e il dovere di cambiare una sola
persona: se stesso. La chiave maestra dentro di lui e pi assolve il compito di imparare
il rispetto per se stesso e per gli altri, pi si sviluppa e meglio sta. Un Maestro direbbe
che la regola suona sempre cos: ognuno lartefice della propria felicit. Presto o tardi
il discepolo impara il significato di rispettare tutti, non solo a livello di conoscenza
libresca. La conoscenza infatti una benedizione solo se tradotta in azioni concrete
che promuovono il benessere suo e quello degli altri. Ora, se il discepolo prova rabbia o
addirittura odio verso qualcuno, vuol dire che legato a lui. Se non riesce a rispettare
qualcuno, deve riflettere su che cosa ha da imparare tramite questa persona e pregare
che il Signore lo guidi mentre cerca una spiegazione, finch non avr trovato ci che ha
a che fare con lui e gli impedisce di stimare quella persona. Quasi sempre scoprir di
26

rifiutare in quella persona una parte che in qualche modo lo tocca nellintimo o che lo
riguarda. Il rispetto che un uomo ha per gli altri rispecchia sempre il rispetto che ha per
se stesso. Se non pu perdonare gli altri non pu in verit perdonare se stesso, se duro
di cuore con gli altri non lo meno con se stesso. Tanto pi viva, felice e tollerante la
sua vita intima e aperto il suo cuore, tanto migliore sar il suo contatto con il S e
conseguentemente con il prossimo. Gli altri sono sempre lo specchio nel quale ci
riflettiamo.

[17]
La tendenza a riversare frustrazione e rabbia su persone che appaiono pi deboli e
svantaggiate pi diffusa di quanto si possa immaginare. Quando le persone vengono
trattate male, invece di accettare il karma in questione e imparare quanto sia doloroso
essere trattati in quel modo, invariabilmente riversano lo stesso trattamento sui pi
deboli o indifesi. Questa reazione dovrebbe dare loro un apparente senso di potere,
perso per essere stati a propria volta trattati ingiustamente, ma ottenuto a detrimento
della vittima del momento. Dare via libera a questo genere di ritorsione significa subire
un analogo trattamento da parte di qualcun altro, sia in questa vita come in quella futura.
Siamo sempre destinati a raccogliere il frutto delle nostre azioni al momento opportuno.
I Maestri ci hanno sempre esortato a stare attenti a qualsiasi cosa facciamo agli altri,
siano essi umani o altro, perch al momento opportuno tutto ci ritorner indietro in base
alleffetto positivo o negativo delle nostre azioni. Questo uno dei motivi per cui
nellantico sistema confuciano si stava attenti a rispettare un codice di comportamento
atto a preservare larmonia nelle relazioni tra funzionari e subalterni. Facciamo tesoro
dellinsegnamento di Confucio secondo il quale bisogna trattare i nostri subordinati nel
modo in cui vorremmo essere trattati dai nostri superiori, e bisogna trattare i nostri
superiori proprio come vorremmo essere trattati dai nostri subordinati.

[18]
Una cultura senza la conoscenza della Legge di causa ed effetto e della Legge di
rinascita votata al declino. Colui che non le capisce e non le accetta non pu cogliere
le tante connessioni che regolano la sua vita e quindi impara poco. Veniamo sulla terra
per apprendere e i membri della nostra famiglia sono generalmente proprio coloro che ci
offrono la migliore opportunit di bruciare il nostro karma. Ogni bambino nato in una
famiglia per la propria esigenza di apprendere certi insegnamenti e pertanto estinguere
debiti karmici che devono essere equilibrati o eliminati. Per lui, per, non c dolore pi
grande della temporanea separazione da Dio per ritornare a fare esperienza sulla terra.
Per questo Dio ha posto nel cuore di ogni madre un riflesso del Suo Amore e lha resa
particolarmente responsabile della custodia del Dharma.
Il Dharma il respiro di Dio e ricorda a ogni uomo che la felicit diligenza, cio la
conseguenza di un agire corretto. Esiste una stretta connessione tra la Legge divina e la
donna, la quale con leducazione dei figli crea la societ di domani. Quando la donna si
allontana da un interiore e profondo rapporto con Dio e abbassa la sua soglia etica, il
Dharma declina e la societ nel suo insieme si corrompe. Le forze oscure che lavorano
in opposizione al Dharma escogitano ogni mezzo per colpire la donna e degradarla a
sua insaputa, perch sanno bene che colpire lei significa colpire il cuore della societ
intera. Una madre non deve perdere occasione per ricordare ai suoi figli lamore di Dio
ed esemplificarlo con la sua vita. I figli necessitano di madri etiche e amorevoli,
coscienti della loro responsabilit e che abbiano come ideale immagini positive di Dio.
Se non vivono in armonia con il Dharma e dunque sotto la Sua protezione per i figli
27

non vi alcuna possibilit di sfuggire a spiacevoli conseguenze. I comportamenti adharmici e le opinioni sbagliate che i figli assimilano dalla madre un giorno o laltro li
faranno soccombere.

Aprile 2014
[1]
Lesperienza e la storia dimostrano che spesso un ristretto numero di uomini veramente
nobili, dotati di determinazione e intuito, necessario per formare dei punti focali del
Bene, intorno a cui si raccoglieranno coloro i quali non hanno il coraggio di marciare in
testa ma sono disposti a seguire. Queste persone vivono dispensando con zelo i frutti
delle loro fatiche ed esperienze e soprattutto lottano con coraggio per laffermazione di
ideali solidi e di una nuova visione delle cose che elevi luomo. Il vero interesse di ogni
essere umano non consiste per nel lottare, ma nellamare. Tutti i movimenti che oggi
lottano per la sovranit alimentare e contro la spregiudicatezza delle multinazionali ci
stanno insegnando che la lotta non niente altro che il tentativo di influenzare o di
sbloccare una situazione, in modo che alla fine lamore, la giustizia e il rispetto possano
scorrere di nuovo. La lotta, pertanto, non mai lo scopo finale, ma al massimo un
mezzo per fare un tratto in avanti sulla via verso questa meta. La meta una vita di
amore e di gioia. Anche se non ancora inaugurata, lEra della condivisione gi iniziata
e una delle sue note fondamentali proprio laccento posto sulla gioia come vocazione
delluomo. La gioia per costruita su programmi positivi, sullimpegno e sulla
consapevolezza che ogni miglioramento raggiunto stato faticosamente conquistato con
dedizione, pazienza e perseveranza. Vediamo cos che leducazione vera e propria
comincia quando un uomo si trova di fronte alla responsabilit di farsi carico della
dinamica e del tragitto della sua esistenza pensata come itinerario. Tale responsabilit
gli impone di chiedersi, a partire da luoghi e tempi che possono essere differenti per
ognuno, che cosa significhi essere uomini e quale sia la finalit del tragitto. Queste
domande impegnano per tutta la vita il serio educatore e lo obbligano a portare la
responsabilit delle risposte che arriva a dare a se stesso e al prossimo. Esiste infatti in
ciascuno di noi, non appena ci poniamo il problema del conosci te stesso, questo
rapporto con un altro che ci chiede di entrare nella nostra dimora per fare la sua
conoscenza, quel luogo che vedr comunque nascere una risposta da parte nostra, nella
forma per esempio di un impegno oppure di un disimpegno nei suoi confronti. Per certi
versi lopera educativa incontrare e ogni incontro possibile solo dando vita a uno
spazio di pace e di accoglienza in se stessi. Oggi la maggior parte degli uomini non ha
ideali divini per cui lottare e sottovaluta il potere dellincontro e della dedizione.
Luomo fatica a riconoscere che la vocazione del suo cuore aprirsi senza forzature e
che lunica cosa che deve fare solo smettere di tenerlo chiuso prodigandosi per gli altri
a partire dalla creazione in se stesso di uno spazio di pace e di accoglienza. Perch il suo
cuore si apra da solo, deve solo riscoprire un passo alla volta la bellezza di amarsi e di
rendersi pi disponibile per il prossimo. Invece di immaginare imprese straordinarie,
pu iniziare facendo piccole cose per gli altri mettendoci grande amore. Spesso
prestiamo attenzione a ci che sensazionale, originale o spettacolare, mentre
tralasciamo il semplice e lordinario perch pensiamo che non abbiano nulla di
interessante da insegnarci. E invece proprio da qui che dovremmo ripartire.

28

[2]
Mimesi ed etica: esiste uno stretto legame tra la mimesi e il cuore quale luogo di
trasformazione. Negli Insegnamenti dellAntica Saggezza la mimesi consiste nellusare
limmaginazione quanto pi possibile come strumento di percezione spirituale. Il
discepolo impara per esempio a immaginare come il Maestro giudicherebbe il lavoro
giornaliero portato avanti per lo sviluppo del Piano o come agirebbe in un contesto
specifico se fosse al suo posto. Evocare vividamente lImmagine del Maestro nel cuore
mediante lideazione interiore pone in intima collaborazione con Lui e permette di
avvicinarsi alle sue propriet, dato che il duplicato unito alloriginale da un filo
vivente. Ci spiega il ruolo che la devozione svolge nella vita del discepolo impegnato
nella purificazione dei tre corpi o nella conquista di certi attributi che sono propri della
Guida. In effetti, la pura e invincibile devozione al Maestro lessenza stessa del
Sentiero, che vede lallievo (figlio) legato al Maestro (padre-madre) da un filo
dargento, proprio come il cordone ombelicale unisce il feto alla madre garantendogli il
nutrimento di cui ha bisogno. Questo filo dargento collega il cuore del Maestro al
cuore del discepolo ed per suo tramite che questultimo riceve protezione e ascende
la scala. Dove cercare le qualit che occorrono per la costruzione del carattere se non
nel Maestro che modello, motivo e principio di vita morale? Essendo perfetto quanto
al superamento delle cosiddette passioni umane (vitarga), il Maestro dispone di ci che
occorre al discepolo, se questi fa lo sforzo di accordarsi alle virt che Lui incarna.
Il processo della mimesi qui appena accennato tiene conto di uno dei pi importanti
princpi delleducazione, cio che diveniamo ci che pensiamo e che bene rivolgere il
cuore verso modelli di virt per i quali la felicit impegno e che in riferimento alla
realizzazione delluomo non offrono soluzioni facili e a buon mercato. Un Maestro
direbbe che ognuno ha il proprio dharma, cio ognuno ha il proprio cammino da
percorrere per giungere alla piena realizzazione di se stesso, ognuno deve fare la propria
parte, compiere il proprio lavoro e assumersi la responsabilit dei propri successi come
delle cadute. Tutto dipende dal rispetto delle Leggi Cosmiche, dallavere nobili obiettivi
focalizzati in modo disciplinato, dallimpegno, dalla diligenza, dalla costanza, dalla
pazienza e dalla fiducia con cui portiamo avanti ci che facciamo e dallapprezzare
sempre ci che abbiamo ottenuto. Il costante sguardo rivolto al Maestro ricorda a coloro
che percorrono il Sentiero di sorvegliare bene ogni passo, perch nelle piccole cose
come nelle grandi tutto pu rivelarsi una prova. Invece di deviare le prove, meglio
accettarle e affrontarle con calma, facendo il possibile per trasformare gli ostacoli in
qualcosa di positivo. Il chela sempre messo alla prova, apertamente o in segreto, n
viene risparmiato dallessere messo volutamente in situazioni senza speranza e
osservato nelle sue reazioni per verificarne prontezza e responsabilit. proprio in
queste condizioni di assenza, come se il Maestro non ci fosse, che quel desiderio di
essere come Lui di cui parla Krishnamurti va rinnovato ed espresso con tutto lardore.
in questi momenti che lo sforzo di tendere a Lui va riconfermato con forza invece di
scoraggiarsi.

[3]
Il Cristo proclama lunico modo di fondare una Comunit che sia umanizzante: lamore
gratuito e illimitato come servizio, inteso come convinzione e condotta fondamentale. Il
comandamento dellamore che abbiamo ricevuto esige di prendersi cura, porre dei limiti
e aprire nuovi orizzonti dandone testimonianza con la propria vita. Praticare e assimilare
gli insegnamenti del Maestro: ci rivela quanto amore un discepolo ha per Lui. Ma
vivere secondo il principio che pensiero, parola e opera devono formare una cosa sola
per esseri umani coraggiosi. A maggior ragione se teniamo conto che la purezza di un
29

cuore che ama le proprie convinzioni ha sempre suscitato rifiuto e persecuzioni. Coloro
che temono la Luce sentono istintivamente che questa rappresenta una minaccia per ci
che essi credono sia la loro felicit. Essi non vogliono rinunciare ad alcune o a nessuna
delle proprie cattive abitudini e non sopportano ci che pu rivelare loro che quelle
abitudini sono in disarmonia con il Dharma. Preferiscono chiudere gli occhi, non
guardare come stanno veramente le cose, impegolarsi in my e gettare i semi di future
sofferenze. Molti rifuggono la Luce perch questa rivela loro che stanno conducendo
unesistenza mediocre o peggio ancora che stanno muovendo passi sulla via della mano
sinistra. In verit nulla pi difficile che dare un orientamento migliore alla propria
vita. Anche il viandante incamminato sul Sentiero deve mettere continuamente alla
prova le motivazioni per assicurarsi che le vette raggiunte non diventino la misura della
sua caduta. Per questo bene ricordare che la retta motivazione sempre un volgersi
impersonale della volont verso leliminazione di ogni sofferenza senza eccessiva
attenzione per la propria. lo sforzo di scoprire il Divino in ogni forma di vita e di
andarle incontro con spirito di amore e di rispetto. Nei nostri testi lego stato
paragonato a una pietra pesante legata al piede o a un vento improvviso che spira tra le
montagne e che spesso ha fatto precipitare molti scalatori nel momento in cui si
attendevano la vittoria. Levoluzione procede a spirale verso lalto e di tempo in tempo
luomo raggiunge lo stesso punto su un piano pi elevato. Scopre cos che vizi
dimenticati da tempo reclamano la sua riluttante attenzione. Per questo gli viene
consigliato di non forzare troppo landatura allinizio e di concedersi il giusto tempo per
acclimatarsi a ogni fase dellascesa, prima di salire alla prossima vetta non ancora
conquistata. Ci che viene fatto nella fretta non pu giungere a maturazione completa.
Ogni processo di maturazione ha bisogno del suo tempo.

[4]
La parola scuola deriva dal greco schol, che significa ozio e che Aristotele apprezza
come il tempo della creativit e del ritrovare se stessi, quello in cui il sapiente svolge la
sua attivit teoretica gettando uno sguardo attento allo spettacolo delluniverso nel suo
ordine finalistico. Il termine ozio non va qui inteso nel senso di tempo senza obblighi,
ma come il tempo della ricerca, in cui vengono anche esercitate virt quali la saggezza,
lavvedutezza e la giustizia. nellozio che ci apriamo alle grandi verit e riflettiamo
sul senso delle nostre esistenze. Aristotele insegna che la schol rappresenta lelemento
pi importante per imparare e per giungere a quello che i nostri testi chiamano il lato
soggettivo del nostro essere-esistere secondo unantica concezione per cui tutto il
sapere sarebbe gi presente nella nostra anima. Com noto, per Platone la verit in
ognuno e deve soltanto essere portata alla luce grazie a relazioni costanti tra individui, a
un contatto reciproco che favorisca la generazione di ragionamenti belli e veri e
allallevamento in comune di questi. LAccademia platonica non una conventicola
chiusa e depositaria di un sapere dogmatico, ma un contesto comunitario dove il sapere
acquisibile e disponibile a chiunque attraverso una ricerca comune che si protrae nel
tempo. Qui la ricerca filosofica non chiude luomo in se stesso, ma esige una
concordanza di sforzi, una comunicazione continua tra persone che ne fanno lo scopo
fondamentale della vita. Questo determina un forte legame tra coloro che vi si dedicano.
Aristotele vede per esempio il filosofo ritirarsi nella scuola per acquisire la massima
felicit e il vero piacere grazie allesercizio autonomo delle attivit intellettuali. Ma la
sapienza perfetta alla quale fa riferimento richiede schol, ossia molto tempo da
dedicare alle esercitazioni dialettiche e allinsegnamento del sapere acquisito. Il dotto
aristotelico si muove tra lamicizia e la collaborazione allinterno della scuola e la
solitudine della riflessione teoretica. Aristotele per ben conscio che luomo
30

moralmente buono non necessariamente un teoreta. Diciamo pure che il nozionismo


fine a se stesso una sciagura per luomo immaturo emotivamente e spiritualmente. I
Farisei erano dotti che dissertavano sulle Scritture e su tutti quei passi che riguardavano
il Messia che doveva venire. Nonostante tutte le loro analisi esegetiche al riguardo, non
sono stati capaci di riconoscerLo. E se oggi tale evento si ripetesse, succederebbe la
stessa identica cosa. Questo ci ricorda che lo studio anche questione di cuore ed utile
se siamo persone umili e se ci prendiamo il tempo che occorre per riflettere bene su
quello che abbiamo appreso. Luomo saggio prudente, pondera con cura e riconosce
inoltre che per amare occorre comprendere e che il comprendere implica il rispetto dei
tempi degli altri, il fatto di lasciare a ciascuno il proprio tempo. Nel contesto greco
lAccademia e il Liceo richiedono ai propri allievi un lungo e paziente apprendistato. Da
questo punto di vista, le scuole odierne dovrebbero tornare a essere luoghi di schol,
cio luoghi di calma riflessione, di giustizia e di rispetto o, in senso pi ampio, luoghi di
saggezza nei quali apprendere da una parte la logica del cuore per una buona
formazione del carattere e dallaltra il modo migliore per organizzare la vita cos che
abbia un significato per se stessi e per gli altri. Le scuole devono capire che solo un
buon carattere unito a un sapere profondo garanzia di felicit, ma che tutto questo
richiede tempo, anche se lattuale ideologia dominante ormai in declino insegna che
tutto deve essere rapido (e a buon mercato). Nella scuola-azienda di oggi, dove vigono
parametri di carattere soprattutto quantitativo tendenti a garantire la sostenibilit dei
bilanci pi della crescita umana e intellettuale degli studenti, gran parte della
concentrazione orientata su esami e interrogazioni che distruggono la gioia di
apprendere. Lenfasi posta sui risultati didattici comporta la distruzione di altre forme
di conoscenza, il pensiero originale e critico, la sperimentazione, linnovazione, tutti
fattori che necessitano di schol. La fretta generale da programmi estensivi e scadenze
pressanti distrugge la capacit di introspezione e di scoperta di valori sui quali fondare
le relazioni. La scuola innanzitutto il luogo della relazione e proprio in quanto tale
qualcosa di vivo, che cresce ed evolve. Considerato quindi che il cambiamento la sua
caratteristica pi costante, prioritario imparare a costruirne la stabilit. Se vero che la
scuola attuale insegna tante cose, anche vero che lo fa imponendo uno stress non
necessario e dando molto spesso per scontate le relazioni che si creano al suo interno. Il
messaggio relazionale della scuola competizione e gerarchia: rapporti competitivi tra
gli studenti e rapporti gerarchici con docenti sottovalutati nelle loro funzioni educative e
sottoposti a obiettivi e prescrizioni centralizzate che demotivano la loro curiosit e
immaginazione.

[5]
Il limite definisce dove qualcosa inizia e dove finisce, segna ci che unisce e ci che
separa.
La sessualit ha a che fare con la Divina Forza Creatrice, che si caratterizza interamente
per lamore, la responsabilit e il servizio. Come in piccolo cos in grande, diciamo noi.
La sessualit delluomo riproduce in piccolo linfinito atto della Creazione, che pura
dedizione. LOrdine Divino risiede nella sessualit, senza la quale non vi sarebbe alcuna
vita sul Pianeta. Se luomo la rispetta, questa energia primordiale lo benedice e
protegge. Meglio dunque viverla allinterno di rapporti che sono chiari. Per questo
cos importante la santa istituzione del matrimonio, che segna in modo chiaro i limiti
propri e quelli degli altri: due persone si sono scelte per la vita, hanno creato uno spazio
dove vivono insieme e insieme possono crescere i loro figli.
Quando per la sessualit posta al di sopra dellamore non vi alcun vero posto per la
fedelt, per cui la costante insicurezza nei rapporti o meglio la separazione
31

programmata in anticipo. Ci che si verifica la caduta dellamore, dellimpegno e


della fiducia a favore della passione e dellegoismo. Scopo delleducazione invece far
capire che n il denaro, n laspetto fisico e tanto meno la passione portano a una
felicit durevole, esito di disciplina, decisione, coraggio e fedelt allimpegno preso.
Oggi viviamo in una complessiva mancanza di orientamento, dove tutto permesso e
possibile, grazie anche a una cultura del disimpegno che non definisce bene i confini.
Con la scusa di godersi la vita, luomo inconsapevole la fa diventare lotta, confusione e
caos. Va oltre i confini degli altri cos da rendere infelici se stesso e il prossimo nei
modi pi diversi. Desidera per esempio il sesso, ma teme la responsabilit che il sesso
porta sempre con s. Si sente sollecitato a viverlo in modo non chiaro e con leggerezza,
ma non a dare il benvenuto allonere a esso collegato. Luomo che per non rispetta
lOrdine Divino nella sessualit non solo mette la sua vita in pericolo esponendosi ad
amare e disonorevoli conseguenze, ma crede in realt di non potersi aspettare di pi
dalla vita. Egli confonde la passione con la felicit senza rendersi conto di trovare
sempre, presto o tardi, solamente sofferenza. Nei nostri Insegnamenti viene addirittura
chiarito il fatto che luomo che cerca la passione in realt ancora troppo debole per
sopportare la felicit. Finisce cos per non trovare ci che decisivo per lui, cio il
rispetto per se stesso, quel rispetto che lo invita a vedere il Divino in ognuno. Da qui
prendono lavvio tanti vizi e problemi. Compito delluomo di vedere il mondo nella
sua divina bellezza e al contempo nella sua illusoria caducit. Ma prima ancora deve
capire bene dove e come sono i suoi limiti e quelli degli altri, perch solo dove i confini
sono chiari, i suoi rapporti sono chiari, e dunque felici.

[6]
Non scolae, sed vitae discimus: impariamo non per la scuola, ma per la vita. E senza
valori, ideali e obiettivi positivi quale senso pu avere la vita?
La formazione delluomo esige innanzitutto una scuola felice, cio animata e sostenuta
da insegnanti felici, perch se la gioia viene meno, con il tempo vengono meno anche i
valori etici, poi il buon carattere e infine il senso della vita. Lesistenza non solo un
sistema da capire intellettualmente, ma anche un mistero da vivere nei suoi profondi
significati umani, sociali e spirituali. Oggi la scuola infelice perch drammaticamente
attraversata da una concezione utilitaristica delleducazione finalizzata soprattutto alla
qualificazione, quando invece dovrebbe fondarsi su proposte culturali centrate sulla
valenza propriamente educativa dellistruzione, su valori e orizzonti ricchi di significati.
La societ di oggi comprende se stessa e anche si comporta come una societ neutra per
quanto riguarda le visioni del mondo e della vita (ideologia). Questa per la pi
grande illusione della modernit, per la buona ragione che nessuna societ pu esistere
senza una certa quantit di ideologia e senza una seria ricerca sul significato
dellesistenza. Dichiarandosi ideologicamente neutra, la societ non ha fatto altro che
dissimulare vergognosamente il suo radicamento nella visione del neoliberismo, cos
che oggi leconomia a predominare nellideologia della societ occidentale. Il
successo professionale ed economico, per, non sono traguardi meritevoli di essere
raggiunti quando mancano una buona formazione del carattere e la capacit di vivere in
modo sensato la propria identit, fattori che n il nozionismo n il denaro possono
insegnare.
Nellhomo empaticus lintelligenza non ha i caratteri di una logica fredda e astratta, ma
combinazione armonica di diverse capacit: riconoscimento della centralit dei
legami affettivi, capacit di stabilire rapporti costruttivi, di puntare allunit nella
diversit e sentirsi responsabili nei confronti dei pi deboli e di coloro che hanno
maggiori svantaggi. riflettersi nellaltro secondo il pi alto insegnamento che il Cristo
32

ha lasciato allumanit. importante possedere vasti orizzonti cognitivi, ma anche una


disposizione dellanimo allaccoglienza, al rispetto e alla responsabilit.
La formazione delluomo esige dunque una scuola che non eluda la domanda sul senso
dellesistenza e offra un sapere per la vita, dove accanto alle necessarie conoscenze e
competenze operative siano presenti i riferimenti ideali ai valori che emergono dal
vissuto personale e sociale. La dimensione morale e quella religiosa sono parte
integrante e non eludibile di questo discorso, anche se i teologi delleconomia
preferiscono ignorarle ponendo la forza, il denaro, il prestigio e la prestazione al vertice
della scala dei valori adottata dalla societ attuale.

[7]
In anni relativamente recenti sono state riconosciute tre indispensabili componenti della
professionalit di un insegnante: la competenza culturale, quella pedagogico-didattica e
quella psicologica. La prima competenza consiste nel padroneggiare bene le linee
portanti della disciplina che insegna e nellessere sempre attivamente impegnato in
approfondimenti e integrazioni. Essa include lindividuazione di certi nuclei rilevanti,
collegati fra loro in modo organico, nuclei ai quali ricondurre altre conoscenze di
minore rilievo. Conoscere bene la propria disciplina significa averne acquisito gli
aspetti epistemologici, la dimensione storica ed essere preparati a presentarla nei suoi
aspetti problematici, quando cio per ogni tema stato gi trovato qualche problema
che sia in grado di destare linteresse degli allievi, di coinvolgerli in una discussione e
di suscitare quella curiosit cognitiva che costituisce una condizione indispensabile per
unanalisi approfondita e partecipata del tema. Va rilevata infine la capacit del docente
di stabilire dei collegamenti fra la propria disciplina e diverse altre, di cui si abbia una
qualche conoscenza che non sia solo schematica e sommaria. La seconda competenza
include due aspetti strettamente interconnessi, dal momento che una certa idea
delladulto che il docente vuole contribuire a formare determina la scelta delle strategie
e delle tecniche adottate. Si tratta dunque di promuovere la formazione dei propri allievi
come persone e di guidarli nellacquisizione di conoscenze e abilit specifiche. Pi
articolata delle precedenti, la competenza psicologica comporta infine la conoscenza da
parte del docente della vita razionale-emotiva dei suoi allievi, cio la loro psicologia
considerata nei suoi vari aspetti, compresi quelli evolutivi. In tale competenza, spesso
sottovalutata, rientrano molti fattori rilevanti, riconducibili a tre macroaree: quella delle
conoscenze psicologiche che riguardano i processi mentali intesi in senso lato; quella
delle tecniche psicologiche o a forte componente psicologica; quella costituita dagli
atteggiamenti educativamente rilevanti. Gli atteggiamenti rappresentano un aspetto
fondamentale della competenza psicologica e, fra i diversi che si possono prendere in
esame, latteggiamento democratico, la flessibilit cognitiva, il rispetto e soprattutto
lascolto meritano certamente unattenta considerazione per i benefici che gli allievi
possono averne.
Molti pensano che ci che distingue un buon insegnante sia la preparazione e in parte
questo vero. Ma non sempre un docente che dispone di tante nozioni e che conosce in
modo approfondito la sua materia un buon insegnante. Per esserlo deve saper gestire
la classe che gli viene affidata e suscitare negli allievi la voglia di apprendere. Se non sa
mantenere la disciplina, non sa farsi apprezzare e far apprezzare lo studio nonostante i
sacrifici che questo comporta, tutte le nozioni che ha nella testa sono inutili. Per questo
gli insegnanti sono sempre pi consapevoli dellimportanza del lavoro sulle intelligenze
emotive e sociali dei loro allievi. Proprio come possibile acquisire conoscenze e
tecniche psicologiche, cos possibile fare propri certi atteggiamenti che non siano gi
connaturati se ci si convince della loro utilit.
33

La sottovalutazione degli aspetti emotivi dello sviluppo degli allievi stata a lungo
diffusa non solo a livello di opinione comune, ma anche nella ricerca scientifica. solo
in anni recenti che alcuni studiosi hanno cominciato ad approfondire lo studio dei
fenomeni di tipo emotivo e pi in generale delle interazioni e degli intrecci complessi
esistenti tra sviluppo emotivo, cognitivo e sociale. proprio perch si pensato che
conoscenze ed emozioni fossero indipendenti, oppure che le seconde fossero dei
semplici elementi di disturbo, che molti psicologi hanno sottovalutato lo studio attento
delle emozioni, soprattutto in ambito scolastico. Oggi si comincia invece a riconoscere
che esse hanno un preciso impatto sulle attivit cognitive e su tutto il comportamento
umano. In particolare, non si pensa pi che emozioni e attivit intellettive siano
reciprocamente indipendenti o solo parallelamente connesse, ma al contrario si cerca di
comprendere la loro influenza reciproca e in particolare in che modo le emozioni
imprimono il loro dinamismo al pensiero stesso.

[8]
Lingresso nella scuola primaria e la sua frequentazione, soprattutto nei primi tempi,
comporta un grande dispendio di energie psichiche e quindi la mobilitazione di molte e
intense emozioni. una delle pi tipiche esperienze di cambiamento e di separazione:
se prima il bambino godeva generalmente di una posizione centrale in famiglia e non
era esposto a valutazioni oggettive nella scuola, si trova ora per la prima volta in un
contesto nel quale si rapporta ad adulti che hanno un preciso ruolo di autorit, con
coetanei che rappresentano allinizio un mondo ignoto, con richieste di prestazioni
precise e con regole alle quali viene chiesto di obbedire. Ogni esperienza di separazione
e cambiamento suscita un vissuto emotivo fatto di elementi contradditori, e ci vero
anche per lesperienza scolastica. Le emozioni che entrano in gioco sono da un lato
ansia e preoccupazione, dallaltro eccitazione ed entusiasmo, con la prevalenza delluno
o dellaltro polo, pur essendo entrambi presenti. Queste emozioni riguardano anche i
genitori, e nel determinare lo star bene a scuola, anche la famiglia e pi in generale i
contesti sociali svolgono un ruolo importante. Quando infatti possibile strutturare
unefficace alleanza educativa fra la scuola e la famiglia anche il clima della classe ne
beneficia: la condivisione di aspetti valoriali e normativi risulta essere un fattore di
protezione che influisce sia sugli apprendimenti che sulla condotta degli alunni. Proprio
per questo indispensabile un confronto costruttivo fra insegnanti, educatori e famiglia,
per trovare assieme le migliori soluzioni alle numerose problematiche che affliggono le
famiglie, a partire dal malessere dei figli privati della presenza affettiva del padre.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sulla figura paterna, la cui presenza una
delle pi grandi risorse in quanto a benefici che pu arrecare nella vita dei figli,
nonostante sia al tempo stesso la meno riconosciuta e valorizzata. Attualmente un
grosso problema inoltre rappresentato dallinsufficiente presenza o assenza di
personale docente maschile negli asili e nelle scuole elementari italiane, in cui i bambini
(per otto o pi ore al giorno) non hanno modo di rapportarsi in modo equilibrato anche
con modelli maschili di riferimento, cos da poter andare incontro a un maggiore
arricchimento personale e a uno sviluppo pi armonico. Le diverse scienze umane e
sociali hanno iniziato a comprendere il ruolo cruciale che i padri hanno nelle dinamiche
familiari, nella crescita e nei processi di apprendimento dei figli. In genere i contributi
di queste discipline hanno riguardato le conseguenze negative dellassenza psicologica o
fisica del padre, anche se si stanno attualmente sviluppando nuovi filoni di ricerca
interessati a comprendere le conseguenze positive che una paternit attenta e amorevole
produce nella vita dei figli come nella relazione di coppia.
34

[9]
Molti insegnanti reagiscono male quando ritengono che gli allievi non facciano le cose
in modo appropriato. Credono che la critica sia il modo migliore perch gli allievi (e
non solo loro) imparino qualcosa, quando in realt si tratta di un enorme equivoco che
gli insegnanti dovrebbero riconoscere e correggere. Lessere umano apprende molto pi
rapidamente e durevolmente attraverso il riconoscimento, che la base di ogni amore.
Per i bambini e i ragazzi che hanno avuto molte conferme e hanno un sano rispetto di se
stessi pi facile rispettare i compagni e gli insegnanti, scusarsi, essere cauti e discreti,
trovare modi per farcela sentendosi al posto della causa e non delleffetto. Quando
siamo causa nella nostra vita, stiamo facendo scelte chiare e sane in modo attivo e da
una posizione di buona autostima. Quando siamo effetto ci sentiamo come foglie al
vento spinte senza una meta, con poca o nessuna scelta. Diventa cos molto pi difficile
avere un controllo adeguato della nostra vita. Quando invece siamo causa ci sentiamo
sulla giusta rotta e possiamo correggere pi efficacemente gli errori. Un insegnante forte
non dunque un insegnante arrogante, sgarbato, sgradevole o autoritario, ma una
persona positiva, disciplinata, determinata e ben consapevole degli effetti a lungo
termine che il suo buon esempio ha sugli allievi. Egli attento nellassisterli e nel
guidarli, li stimola a fare del loro meglio e fa il possibile per renderli coscienti del loro
senso della possibilit. Quando insegna con il cuore trasmette una gioia non scindibile
dal sapere e in questo modo motiva. Un bravo insegnante non pu dunque non essere un
bravo educatore, cio un adulto presente sul quale poter contare, che invita alla
consapevolezza e alla presenza di s. Dopo i genitori, linsegnante la persona pi
importante nella vita dei bambini e dei ragazzi e ha un enorme influsso su di loro. Egli
incarna e si fa interprete di una visione delle cose, instaura una relazione formativa che
testimonia un certo modo di vedere e di abitare il mondo che, pur modificandosi nel
corso del tempo, di fatto incide sempre, lascia tracce profonde in coloro con i quali si
trova a operare. Il valore del riconoscimento ha dunque a che fare con un atteggiamento
felice e costruttivo, cio che integra lidea del tempo come un processo che mantiene
aperta la possibilit di recupero e di costruzione, senza escludere una possibile ricerca
sul senso dellesistenza.

[10]
Rivolgetevi al Signore poich non vi alcunaltra strada. Se oggi luomo soffre di ogni
possibile difficolt spirituale perch non ha alcuna coscienza del proprio valore e non
chiede laiuto di Dio, che invece sempre al suo fianco e pu indicare e facilitare la via.
Sul Sentiero bisogna sentire la presenza di Dio e pregare di essere presi per mano ed
essere guidati da Lui oltre ogni scoglio. Il cammino spirituale non privo di pericoli,
Maya-apparenza attende luomo a tutti i gradi del suo sviluppo e Dio la guida pi
sicura.

[11]
Il ritorno del Cristo.
A un livello pi alto del pregare Cristo si trova il pregare con Cristo. Questo secondo
livello anche pi impegnativo in senso morale, perch significa considerarLo non pi
modello astratto e irraggiungibile, impermeabile a tutto quanto umano, ma sentirsi
inseriti personalmente in un cammino di fede in cui Cristo sia modello sia compagno
di strada. Troppe anime si sono smarrite per averLo collocato nei cieli, tanto in alto che
impossibile raggiungerLo. Il nostro tempo richiede una capacit di evoluzione
ulteriore in cui i servitori della Nuova Era non si limitino a parlare del nuovo cielo e
35

della nuova terra, ma li introducano e li realizzino nella vita in quanto vivono


concretamente un sincero rapporto con Cristo e ripongono in Lui tutta la loro forza e
sicurezza. La vita dei discepoli deve servire da esempio e riflettere lamore del Maestro
in tutto ci che viene fatto, detto e pensato. Parlo di un amore senza alcuna aspettativa,
un amore che non chiede nulla in cambio e non dipende dal sentimento o da qualsiasi
tipo di ricompensa o risposta. vedere il meglio di ognuno e servire partendo da questo
livello di coscienza pi elevato. Il ritorno del Cristo anzitutto il ritorno di un modo pi
positivo di concepire la vita, dove finalmente si pensa e si vive per gli altri, e si
disposti ad avventurarsi in qualcosa di nuovo.
LEra della condivisione necessita di cuori accesi damore, dediti al servizio e
determinati a non abbassare la soglia etica quando la rettitudine declina e il male solleva
la testa. Ogni persona che ha il coraggio di accettare qualcosa di nuovo e lo prepara
deve anzitutto essere pronta ad affrontare ostacoli e contrariet, essere disposta ad
andare avanti e non mollare mai. Deve avere la forte convinzione interiore che ci che
sta facendo giusto, nonostante molti lo rifiutino. Le vecchie abitudini non sono facili
da sostituire e se si tratta di cattive abitudini ancora pi difficile. Deve esserci un
profondo desiderio spirituale nellanima perch possa essere pronta e aperta ad accettare
il nuovo che le si presenta in questa delicata fase di transizione. Ci sono persone che
hanno bisogno che i nuovi insegnamenti vengano continuamente presentati loro in
molte forme diverse prima di poterli accettare.

[12]
Siamo ci che pensiamo.
Il Maestro Morya insegna che in certe occasioni gli uomini sono propensi ad ammettere
che il pensiero abbia un suo potere, ma non lo applicano a loro stessi. Vagheggiano di
grandi pensieri e non disciplinano quelli modesti o di poca importanza, il controllo
rigoroso dei quali invece il primo passo da compiere per il risanamento del cuore. I
piccoli pensieri disordinati sono come insetti e parassiti nocivi per la sostanza sottile:
sovente iniettano veleni mortali. Il chiacchiericcio della mente si costituisce spesso di
tanti piccoli pensieri caotici di pessimismo, critica, condanna o giudizio. Certi pensieri
negativi possono poi crescere rapidi come le erbe infestanti che, se lasciate libere,
finiscono per soffocare tutte le piante belle e delicate del nostro giardino interiore. Un
antico insegnamento recita che colui che fedele nelle piccole cose lo anche nelle
grandi. Facciamo dunque in modo che ogni nostro pi piccolo pensiero rifletta bellezza,
armonia, ordine e amore, anche se ci capita spesso di indugiare in stati mentali
sfavorevoli o non otteniamo risultati immediati. Facciamo il possibile per vedere solo il
meglio, rivolgiamo lattenzione al lato buono della vita e lasciamo che la pace ci colmi e
ci avvolga, perch pi emaniamo calma, gioia e amore, pi li attiriamo a noi.

[13]
Elevare lo stato di coscienza e adeguarla al nuovo che arriva.
Quando la coscienza di un uomo negativa, egli attira su di s la negativit come una
calamita attira il ferro e sar quasi inevitabile per lui ritrovarsi in compagnia di anime
simili, pessimiste e ostili al cambiamento, che non riescono a lasciarsi il passato alle
spalle, temono sempre il peggio e la cui mente soggetta a stati mentali sfavorevoli.
Incolpare lambiente circostante del proprio stato interiore, tenere chiuso il cuore agli
altri e stare in disparte limitandosi a giudicare o condannare sono tutti fattori che non
portano niente di buono e ostacolano lavanzata del nuovo. La cosa migliore da fare
riconoscere questi atteggiamenti negativi, prendere atto che ci sono e liberarsene subito.
36

In fondo perch stare male e vivere nellinfelicit quando possiamo scegliere di stare
bene grazie a una coltivazione interiore che alla nostra portata? Perch lasciare che il
nostro potenziale di amore rimanga addormentato quando pu essere portato alla luce e
utilizzato appieno a partire da ora? Lodio, la gelosia, lorgoglio, lintolleranza e cos
via sono come nuvole che oscurano la bellezza del sole. Ognuno di noi un sole dal
quale partono splendenti raggi di luce: non dobbiamo permettere alle nuvole degli stati
mentali sfavorevoli di coprirlo. Assumere un atteggiamento costruttivo nei confronti
della vita, rendere grazie, avanzare ed elevarsi sono tutti fattori irrinunciabili per coloro
che percorrono le vie dello Spirito. Quando la coscienza irradia amore, gioia e
comprensione e il cuore colmo di gratitudine per tutto e tutti, abbiamo pi energia e
attiriamo a noi solo il meglio.

[14]
Non giudicare, ma ama.
quanto racchiuso nelluomo che si riflette allesterno. Ogni uomo tratta e valuta il
prossimo a partire da come tratta e valuta se stesso e tutto il suo mondo interiore viene
riflesso nelle relazioni con gli altri. In verit non c nulla che possa essere nascosto:
che sia insoddisfazione, dispiacere o infelicit, tutto viene riflesso nella vita esteriore e
poi ci reso in forma centuplicata. Tutto torna indietro, riceviamo ci che diamo o,
detto in altri termini, riceviamo ci che siamo. Un discepolo deve stare attento ad
attrarre a s solo il meglio e non permettere alla mente di indugiare sul lato negativo
delle cose.
Non dobbiamo perdere tempo a crogiolarci nellinfelicit o a compiangerci, ma favorire
un cambiamento interiore che nelle nostre possibilit e che possiamo attuare da subito.
Occorre sondare il cuore e metterlo a nudo permettendogli di irradiare liberamente pace
e gioia, come un limpido canale che consente al nuovo di manifestarsi dentro e
attraverso di noi. Se osserviamo la bellezza di un fiore che sboccia al sole, vediamo che
in realt esso si apre con delicatezza, non lotta n fa particolari sforzi.
Possiamo imparare a sbocciare nello stesso modo: smettere di giudicare noi stessi e gli
altri e cominciare finalmente ad amare, senza pi opporre resistenza al cambiamento
che ci apre nuove prospettive, nuove idee e modi di vivere. Amare condividere ci che
abbiamo nel cuore senza il timore di essere messi in ridicolo, perch abbiamo davvero
riconosciuto che laddove c luce il buio scompare. Possiamo sostituire ogni stato
mentale negativo, sfavorevole e disarmonico con pensieri del pi puro amore, di
armonia e di comprensione, cos da elevare la coscienza e aprire la porta a un flusso di
energie positive e creatrici. Non dobbiamo imitare qualcun altro, ma essere
semplicemente noi stessi, con tutto quello che di meraviglioso portiamo dentro e consci
del fatto che siamo a questo mondo per portare il bene e la luce a tutte le anime che ne
hanno bisogno.

[15]
Nel servizio apprendiamo poco per volta a dimenticare noi stessi e tutti quei meschini
incidenti riguardanti i gusti e le ripulse personali che si manifestano continuamente.
Impariamo che nessuno ama essere offeso o trattato come se non contasse nulla.
Nessuno ama essere deriso, ignorato o che gli si faccia capire che non rispettato.
Tuttavia resto dellidea che coloro che aumentano i nostri dubbi e le nostre difficolt
siano dannosi e vadano evitati come il veleno. Percorrere il Sentiero significa rigare
dritto come soldati, non scendere a patti con la negativit di molti, n permettere loro di
rubare il nostro tempo. vero che assai pi meritorio amare coloro che sembrano
37

nostri nemici e che non deve esserci discriminazione alcuna quando si tratta di dare
aiuto. Ma non dimentichiamo che lamore sempre associato alla saggezza e alla cura
con cui scegliamo le persone alle quali dare confidenza o che intendiamo frequentare.
Facciamo il possibile per cercare solo la compagnia di persone positive e virtuose, che
hanno una elevata soglia etica e grazie alle quali siamo stimolati a tirare fuori la parte
migliore di noi. Asteniamoci dalle critiche e dallintolleranza, smettiamola di
evidenziare i difetti, i fallimenti e i torti degli altri. Non permettiamo per che la
negativit e il cattivo agire di molti offuschi la nostra luce e ci renda persone peggiori.
Non fate comunione con coloro che bestemmiano Dio o che non hanno alcuna
considerazione dei Maestri: meglio stare soli piuttosto che in cattiva compagnia.

[16]
NellEra della condivisione assisteremo a una straordinaria spinta in avanti, cos che le
vie dello Spirito cominceranno a diventare una realt vivente per un numero sempre pi
grande di persone. Ognuna di loro realizzer nel proprio cuore limportanza di essere
diversa, di svolgere un proprio compito e di avere un ruolo specifico, senza che per
questo vengano intaccati lamore e la cura per il tutto. Ognuna di loro realizzer che il
Sentiero una via pratica e che tanto pi luomo dona ed grato per avere qualcosa da
dare, tanto pi ci sar posto per attrarre e ricevere altro. Esistono doni e beni a molti
livelli diversi. Un uomo pu non avere doni materiali, ma pu essere certo di averne
altri, qualsiasi essi siano. E di sicuro aspira dentro se stesso a sentirsi necessario per gli
altri, perch quando sente di essere utile, inizia a fiorire e a prosperare e a fare il
possibile per dare il meglio.
Ci che conta che luomo non tenga per s questi beni, ma sia pronto a portarli alla
luce, a rivelarli e a utilizzarli nel modo giusto per il bene del tutto. Utilizzarli nel modo
giusto significa condividerli, avendo sempre cura di tenere alto il livello della coscienza,
senza mai pensare in termini di mancanza o depauperamento, ma solo di abbondanza.
Quando capiremo davvero il valore della condivisione ci renderemo conto che non
siamo qui per essere oppressi dal peso del mondo o per tirare avanti come sempre
giorno dopo giorno, ma per servire nel giusto spirito, di tutto cuore e con il pi puro
amore, per trarre il massimo dallesistenza e goderne ogni istante. Questo significa
apprendere a donare liberamente senza alcuna riserva, senza pensare a quanto questo
possa costare, e ad accogliere positivamente tutto ci che si riceve, senza mai smettere
di ringraziare e di utilizzare ogni cosa ricevuta con saggezza per lespansione e il
miglioramento del tutto.
Il servizio ricorda a tutti che lamore e la comprensione possono trasformare e
trasmutare lamarezza e lodio, e magari dischiudere i cuori rimasti fino ad allora freddi
e sbarrati. Non possiamo indurci ad amare qualcuno, ma scopriremo che se manteniamo
aperto il cuore e permettiamo allamore di fluire in noi e attraverso di noi, giudicheremo
sempre di meno. Non siamo qui per cambiare le altre anime, ma per imparare a vivere in
maniera tale che il prossimo sia stimolato a tirare fuori la parte migliore di s. Essere di
ispirazione per gli altri! Possiamo insegnare molto di pi attraverso lesempio; anzi,
dobbiamo essere i primi a dare il buon esempio, ma non darlo perch sentiamo che
quello che ci si aspetta da noi, ma perch siamo davvero convinti di volerlo fare e
desideriamo dare il meglio di noi.

[17]
Meno desideri, pi pace.
38

Luomo pare troppo occupato a cercare le risposte ai suoi problemi dappertutto tranne
che dentro se stesso. Molto spesso ritiene pi facile ascoltare ci che gli altri dicono e
rinuncia a guardare nel proprio intimo, rendendosi disponibile allascolto del Dio
interiore. Gli Insegnamenti dellAntica Saggezza ci dicono invece che il meglio della
vita ha origine dal di dentro, nel cuore delluomo e aspetta solo di essere riconosciuto,
sviluppato e portato in superficie. Dentro ciascuno contenuto tutto ci che davvero
conta, cio luce, amore, gioia e saggezza. Anche shanti, cio quella calma-serenit della
mente che fa trovare la pace e la stabilit interiori va cercata e coltivata allinterno.
Shanti il pi ricco possesso delluomo, il segno di un carattere virtuoso, della
volont di servire e della forte consapevolezza dellevanescenza della ricchezza
materiale, come di molti altri aspetti della vita nei quali luomo pone la sua sicurezza.
Molti pensano che saranno al sicuro se troveranno il partner perfetto, altri
unoccupazione permanente, altri ancora una certa quantit di denaro che assicurer loro
una vita senza preoccupazioni. Luomo cerca disperatamente di trovare quella
condizione dove si sentir finalmente salvo e sicuro, ponendo cos la sua fede e
sicurezza in tante cose fuorch in Dio. Dalla Divinit che nelluomo deriva tutto, ma
nessuno ha il coraggio di metterLa davvero al primo posto in ogni frangente e di
camminare nella luce. Pochi hanno davvero il coraggio di lasciare che Dio lavori dentro
e attraverso di loro senza unapparente sicurezza esteriore. qualcosa che pu avvenire
rapidamente, senza un particolare sforzo da parte delluomo, ma attraverso una fede,
unaspirazione e una determinazione profonde. Eppure pochi riescono a mettere
fiduciosi la loro mano nella Sua e a compiere i primi passi incerti nel buio, pronti ad
accettare qualunque cosa accada. Luomo terrorizzato dal salto nellignoto che
caratterizza questa via diretta.
Shanti assenza di desideri che legano a questo mondo e con ci a morte e rinascita.
Solo quando luomo non ha nulla ed completamente svuotato pu fare posto al nuovo.
La pace interiore e i desideri sono due fattori inconciliabili, dato che i secondi, volendo
essere esauditi, non fanno che generare inquietudine e favorire ogni sorta di problemi.
Pi desideri significa meno shanti. Ogni tentazione vinta accresce invece la forza e la
stabilit interiori. Questo non implica che ci dovremmo privare di tutte le cose
essenziali che servono alle nostre necessit, pi una questione di valutare attentamente
che non diventiamo cos attaccati a certe cose o a certi piaceri da perdere il controllo,
come fossimo legati mani e piedi in una cella che noi stessi ci siamo creati. Pi desideri
significa pi bagagli di cui ci facciamo carico per il viaggio della vita, e dunque pi
inquietudine, affanni e infelicit. bene riportare la mente su ci che davvero merita la
nostra attenzione e convincersi del fatto che i sensi sono i servitori delluomo, non i suoi
padroni.
Vivere con un bagaglio di desideri ridotto non significa smettere di pensare
positivamente e in grande. Dio desidera per noi solo il meglio e un bravo discepolo non
dovrebbe mai avere il timore di puntare al meglio, n ritenersi indegno di ottenerlo o
meritarlo. Si tratta semplicemente di mettere Dio al primo posto e non lasciare che la
falsa umilt impedisca di accettare ci che ci appartiene di diritto. Dio sa molto bene
quello che a ognuno di noi occorre, ma luomo ribalta questa sacra successione: Dio,
famiglia, professione, denaro. Questa successione significa che prima di ogni cosa
viene Dio; poi vengono il partner e i figli; come terza la professione e come quarto il
reddito. Colui che ribalta questa successione si espone a molti pericoli, perch lassenza
di Dio nel cuore pu trasformare lenergia neutra del denaro in un potente veleno che
divora lentamente lanima.

39

[18]
Essere un flusso ininterrotto di abbondanza.
Un antico suggerimento che ci viene dato per far emergere la pace del cuore e della
mente di dedicare ogni pensiero, parola e azione a Dio, accettando il Suo volere,
lasciando qualsiasi inizio di una attivit al Suo suggerimento, ogni esecuzione alla Sua
direzione e ogni conseguenza ai Suoi piani. Allinizio di ogni giorno, possiamo
ricordarci di chiedere a Dio di sentire e pensare attraverso noi, parlare e agire
attraverso noi, e soprattutto amare attraverso noi per tutta la durata del giorno.
Lobiettivo quello di lasciare che il nostro intero essere diventi un canale aperto e
libero da ogni turbamento, preoccupazione o pensiero di scarsit o restrizione.
Diventare un canale per lazione di Dio significa porsi in uno stato interiore di apertura
e di espansione, dove nulla viene preso a vantaggio del proprio ego, ma si diventa
cooperatori dellazione di Dio. Non si tratta di uno stato passivo di inerzia o di
abbandono, ma di uno stato spirituale di condivisione positivamente dinamico, molto
vigile eppure sereno, il quale non pone alcun limite che potrebbe causare delle
interruzioni nel flusso costante che passa attraverso di noi. Quando ci poniamo dei
limiti, lasciamo aperte le porte alla paura e al ristagno, interrompendo cos questo flusso
continuo di abbondanza che di beneficio per noi e per tutte le persone con cui
entriamo in contatto.
In questo stato interiore privo di tensione e di sforzi, abbandoniamo lidea di possesso,
non ci aggrappiamo a niente, non tratteniamo nulla per noi, ma lasciamo semplicemente
che tutto ci arricchisca e al tempo stesso elargiamo i doni spirituali che riceviamo: un
ricevere e un donare continuo. Siamo come un grande fiume che non smette mai di
essere alimentato perch attinge da una sorgente inesauribile. In questo processo di
distensione lasciamo semplicemente che le porte interiori siano sempre aperte. Ci che
appartiene a Dio nostro, cio giunge a noi, rischiara ogni angolo buio, d luce, forza e
ci rende migliori. A sua volta ci che passa attraverso di noi fluisce e si riversa sugli
altri. Cos facendo, lasciamo venir meno quel senso di separazione da Dio e dal
prossimo che spesso ci fa volare basso e vedere solo gli aspetti negativi della nostra
esistenza e di quella altrui. Quando la coscienza viene elevata, tutto luomo e il suo
modo di vedere la vita vengono elevati, cos che viene impedito quello stato sfavorevole
in cui non riusciamo a vedere la bellezza in ogni cosa e in ogni essere perch il cuore si
chiude, diventa arido e inerte. Quando le porte interiori si chiudono, non riusciamo a
vedere il lato migliore di tutto quello che ci circonda, spesso ci lamentiamo della sorte e
delle nostre apparenti incapacit, ci condanniamo per tanti errori e sbagli commessi o
finiamo per vedere solo difficolt e ostacoli.
La maniera pi rapida per cambiare questo stato infelice scaricare su Dio pesi e
preoccupazioni e iniziare a donare agli altri con tranquillit e fiducia. Possiamo donare a
ogni livello, da quello pi sottile a quello pi materiale. Si tratta di sorridere al proprio
cuore e mantenerlo aperto agli altri mentre percepiamo noi stessi come un flusso
ininterrotto di abbondanza che si aspetta, assorbe, genera e attira solo il meglio. Pace,
armonia e bellezza generano altra pace, altra armonia e altra bellezza. un darsi alla
vita completamente, in modo semplice e aperto, dove solo lamore conta mentre
accompagniamo lo scorrere delle cose e godiamo di ci che stiamo facendo. Siamo il
canale attraverso cui tutto passa e al tempo stesso siamo il libero flusso di amore, luce,
gratitudine, gioia e abbondanza che scorre ininterrotto. Questo flusso divino pacifica,
fortifica, sostiene il cuore e la mente, e grazie a esso ci identifichiamo con lunitariet di
ogni vita. Essere aperti allazione di Dio e percepirsi quale flusso continuo significa per
luomo avere fede in se stesso e nella propria capacit di fare con laiuto di Dio
qualunque cosa. Significa restare in contatto permanente con Dio lasciando che sia Lui a
40

ispirare e a suggerire, mentre noi procediamo positivamente con la stessa naturalezza


con la quale respiriamo.

Maggio 2014
[1]
Quando i desideri aumentano, la gioia diminuisce: ma la maggior parte degli umani
segue la via dellazione senza controllo n limite (karma-bhrashta), non ha cio regole
di condotta precise, n sa discriminare tra il vizio e la virt, tra azioni in armonia e in
disarmonia con il Dharma. A questa categoria appartengono tutti coloro che non hanno
alcun rispetto per le Scritture e aspirano unicamente a una vita materiale inseguendo
solo attivit esteriori e cedendo a ogni genere di cose superflue come fossero il sommo
bene della vita.
Luomo si illude quando si identifica eccessivamente con il corpo e i suoi organi di
senso ed disposto a ogni genere di sforzo pur di fornire loro qualcosa che li appaghi.
La vera gioia che va cercando non appartiene al mondo esteriore, non si trova nei sensi
o negli oggetti materiali, cos come non si trova nelle persone che lo circondano. Il
mondo intero con tutte le sue forme transitorio, in continuo mutamento, non vi nulla
che permanga stabilmente e sul quale poter davvero posare il cuore. dunque da
sciocchi attendersi una felicit duratura dalle cose materiali, dalle persone e da tutto ci
che soggetto a continua trasformazione. La forza fisica e la bellezza di un corpo
durano quanto un fiore che a sera avvizzisce e lo stesso accade alla ricchezza e a
migliaia di altre illusioni cui luomo conferisce grande valore. Come sono arrivate,
anche le parentele che appartengono al mondo se ne vanno. Ricordate che la parentela
pi importante quella eterna stabilita con il Signore, che sempre al vostro fianco e vi
accompagna vita dopo vita. Assumetevi pure degli impegni e portate avanti le vostre
mansioni, ma state molto attenti a non considerare eterne cose che non lo sono.
Ricercare la felicit nel mondo esteriore lascia il cuore inappagato, d solo piccole
soddisfazioni temporanee e molte tribolazioni.
Luomo deve abituarsi a cercare la gioia dentro se stesso affidandosi totalmente a Dio e
far s che il cuore sia pieno di entusiasmo e di ideali. Esaminate con cura il valore della
gratitudine e dellaccontentarsi, perch ci genera serenit danimo. Se luomo senza
pace perch non valuta, non apprezza, non d valore a ci che ha, mentre aspira
continuamente ad avere ci che non ha. Lavidit produce dolore, mentre non c gioia
pi grande del sapersi accontentare. Nessuna ricchezza per quanto grande potr mai
darvi la gioia cui anela il cuore. Troppi desideri non lasciano tregua alluomo, fanno
crescere la sua infelicit, moltiplicano le sue preoccupazioni e tendono ad abbassare il
suo livello. Riducete quindi le esigenze e ridurrete le preoccupazioni. Sappiate
accontentarvi di ci che avete e siatene felici, ricordando che luomo pi ricco quello
pi soddisfatto.

[2]
Prima di tutto, scopri chi sei.
La vita umana quanto di pi sacro ci sia, divina e non va sprecata fondandola su cose
transitorie. Luomo pu avere il pi alto titolo di studio e pu essere molto colto in ogni
campo del sapere, ma se non consapevole dellonnipresenza divina, se non arriva a
sentire che Dio dimora in ogni essere e che tutto il mondo soffuso della Sua Divinit,
la sua erudizione vale ben poco. Pu conseguire titoli di studio prestigiosi, ottenere dei
41

lavori ben remunerati e darsi ai piaceri materiali, ma davvero questo lo scopo per cui
ha ottenuto una nascita cos sacra?
In verit tutta la sua erudizione, la sua cultura e la sua ricchezza non gli serviranno a
niente negli ultimi istanti della vita. Come non ha portato niente quando venuto alla
luce, cos non porter via nulla quando abbandoner il suo involucro fisico.
Da dove vengo? Dove sto andando? Perch sono qui? Queste sono domande esistenziali
che luomo saggio non pu eludere. Prima di tutto, scopri chi sei, suggerisce il
Vednta.
[3]
La preghiera di Tobia.
Tobi chiam il figlio e gli disse: Figlio, quando morir, dovrai darmi una sepoltura
decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per tutti i giorni della sua vita; fa ci
che di suo gradimento e non procurarle nessun motivo di tristezza. Ricordati, figlio,
che ha corso tanti pericoli per te, quando eri nel suo seno. Quando morir, dovrai darle
sepoltura presso di me, in una medesima tomba.
Ogni giorno, o figlio, ricrdati del Signore; non peccare n trasgredire i suoi
comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la
strada dellingiustizia. Perch se agirai con rettitudine, avrai fortuna nelle tue azioni. A
tutti quelli che praticano la giustizia fa elemosina con i tuoi beni e, nel fare elemosina,
il tuo occhio non abbia rimpianti. Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non
distoglier da te il suo. In proporzione a quanto possiedi fa elemosina, secondo le tue
disponibilit; se hai poco, non esitare a fare elemosina secondo quel poco. Cos ti
preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poich lelemosina libera dalla morte
e impedisce di entrare nelle tenebre. Infatti per tutti quelli che la compiono, lelemosina
un dono prezioso davanti allAltissimo. Tobia 4,3-11
Redatto intorno al III secolo a. C., in pieno giudaismo post-esilico, Tobia un racconto
popolare di tonalit didattico-morale che si rivolge agli israeliti della diaspora con
lintento di ricordare loro gli elementi fondamentali della fede ebraica. Per lautore di
Tobia la famiglia tra i principali pilastri che sostengono lorganizzazione storica della
fede del popolo di Israele. In questo contesto il termine ricrdati sintetizza la fedelt
che il giusto dimostra nellosservanza dei precetti: ricrdati nel senso sii fedele al
Signore (Dt 8,19; Sap 15,3). Al termine della preghiera, questa parola segna la fine della
serie dei precetti (Dt 6,6; Pro 3,3; Ger 31,33; 2Cor 3,3).
E ora, figlio, ama i tuoi fratelli; nel tuo cuore non concepire disprezzo per i tuoi
fratelli, e per i figli e le figlie del tuo popolo, e tra loro scegliti la moglie. Lorgoglio
infatti causa di rovina e di grande inquietudine. Nella pigrizia vi povert e miseria,
perch la pigrizia madre della fame. Non trattenere presso di te la paga di chi lavora
per te, ma a lui consegnala subito; se cos avrai servito Dio, ti sar data la ricompensa.
Poni attenzione, o figlio, a tutto ci che fai e sii ben educato in ogni tuo comportamento.
Non fare a nessuno ci che non piace a te. Non bere vino fino allebbrezza e non avere
per compagna del tuo viaggio lubriachezza.
Da del tuo pane a chi ha fame e da parte dei tuoi vestiti agli ignudi. D in elemosina
quanto ti avanza e quando fai elemosina il tuo occhio non abbia rimpianti. Deponi il tuo
pane sulla tomba dei giusti, non darne invece ai peccatori. Chiedi consiglio a ogni
persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. In ogni circostanza
42

benedici il Signore Dio e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i
tuoi desideri giungano a buon fine, poich nessun popolo possiede la saggezza, ma il
Signore che elargisce ogni bene e abbassa chi vuole fino al profondo degli inferi. E ora,
figlio, ricrdati di questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore
[] Non temere, figlio, se siamo diventati poveri. Tu hai una grande ricchezza se avrai
il timore di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ci che piace al Signore, tuo Dio.
Tobia 4,13-21
Con questo discorso esemplare, Tobi confida a Tobia ci che un padre sente il dovere di
trasmettere al figlio: la centralit assoluta di Dio; la fiducia nella Provvidenza Divina;
lurgenza di condurre una vita moralmente retta; il rispetto dei genitori; il distacco
interiore dalle ricchezze; lascolto attento della voce del povero che invoca aiuto; la
condivisione dei propri beni con chi nel bisogno; la lotta per la giustizia; linvito alla
sobriet e alla ricerca di buone compagnie. Per lautore sono queste le fondamenta
etiche che fanno di una famiglia aperta allamore di Dio una realt solida, capace di
affrontare le inevitabili difficolt della vita. Nella spiritualit della famiglia giudaica
ideale, la preghiera stabilisce un fecondo sodalizio con la solidariet e luomo che versa
nella difficolt percepito quale persona concreta meritevole di soccorso in quanto
facente parte della stessa famiglia, quella umana. Tobia un racconto popolare che per
forma e contenuto appartiene al genere sapienziale; un genere attento alla dimensione
dellonore verso i propri genitori e teso a offrire una immagine ideale della famiglia
come vero e proprio centro di resistenza allegoismo e allingiustizia. La preghiera di
Tobia un richiamo alle fondamenta etiche della famiglia, dalla cui integrit deriva la
forza di un intero popolo. Per la sapienza, la felicit diligenza, cio la conseguenza di
un agire corretto, che non pu non prendere lavvio da quel quarto comandamento
spesso misconosciuto o tradito: Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha
imposto sui figli il diritto della madre. Chi rispetta il padre espia i peccati e chi onora la
madre accumula tesori (Sir 3,2-4). Il rispetto e lonore per i genitori rivelano quanto un
figlio cammina alla presenza del Signore, non sono pura forma o semplice adempimento
di obblighi materiali, ma contengono vera gratitudine, convinzione e sentimento. In
questo senso, i padri sono responsabili del rispetto e dellonore che le madri meritano.
Per questo Tobi enfatizza limportanza della madre ed esorta il figlio a onorarla e a non
lasciarla sola per tutti i giorni che le restano da vivere: onora tua madre e non
abbandonarla per tutti i giorni della sua vita; fa ci che di suo gradimento e non
procurarle nessun motivo di tristezza. Ricrdati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te,
quando eri nel suo seno. La preghiera di questo padre ricorda che la grandezza di un
popolo non pu che venire dalla grandezza morale e spirituale della famiglia, dalla
disciplina e dallincoraggiamento di genitori capaci di guidare i figli sulla retta via e di
proporre loro ideali di vita elevati.

[4]
Quando intrattiene una relazione sessuale con una persona che non il suo partner nel
matrimonio, lessere umano disconosce la sacra istituzione che Dio ha dato alluomo e
alla donna. Tale istituzione consiste in unintera vita insieme, non solo pochi mesi o
pochi anni; godere reciprocamente del piacere fisico, emozionale e mentale con la
promessa per la vita di essere responsabili, di aiutarsi nella buona come nella cattiva
sorte, entrambi coraggiosamente impegnati con tutte le risorse disponibili. Come gi
sapete, lunit familiare una casa simbolica: il matrimonio la fondazione; le mura
sono i limiti e le regole; il tetto la sicurezza e la protezione per i figli. NellEra della
43

condivisione, una buona unione matrimoniale verr considerata come la base


indispensabile di una sana capacit educativa.
Oggi lassenza di controllo sessuale porta nel mondo bimbi indesiderati la cui comparsa
spesso lesito di rapporti accidentali dettati dalla passione e non da una vita sessuale
regolata e da una vita di famiglia ordinata, condizioni indispensabili al fine di offrire
esperienza alle anime che stanno per incarnarsi. Un partner, un cuore, una sessualit
invece la formula che meglio corrisponde a un uso responsabile, rispettoso e amorevole
della sessualit, la quale non solo passione e soddisfazione del proprio e altrui
desiderio. Questa formula implica che la sessualit venga vissuta a suo tempo e che sia
legata a unetica e a dei valori, senza i quali luomo pi facilmente portato a
complicare e rovinare la sua vita e quella degli altri. La sessualit una forza profonda
che crea vincoli-legami ed pi saggio viverla allinterno di una cornice affettiva
stabile, che stabilisce anche dei doveri per la coppia. Laumento dellinstabilit
coniugale e le tante sofferenze affettive degli adulti e dei bambini di fronte a rotture
familiari sono spesso lesito di un uso irresponsabile della sessualit e di una eccessiva
importanza accordata alla passione e al desiderio sessuale, i quali andrebbero invece
vissuti con pi prudenza.
Oggi assistiamo a una generale violazione delle leggi dellamore umano, ma questo non
significa che luomo debba ergersi a giudice delle pi svariate situazioni che urtano
contro una morale dei rapporti che gli piacerebbe fosse salvaguardata. La difesa della
propria visione non implica necessariamente il fatto di precipitarsi a trarre conclusioni
affrettate sugli altri e sulle loro motivazioni. Lamore e laspirazione alla felicit sono la
fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano, che merita sempre di essere
rispettato e, per quanto possibile, compreso. Il buon senso e lesempio di Cristo che,
come ha ricordato bene Paolo VI nellEnciclica Humanae Vitae (29), fu certo
intransigente con il male, ma misericordioso verso le persone, impongono sempre una
delicata comprensione per la situazione o il dramma di tanti che hanno smarrito le solide
regole di comportamento e gli alti obiettivi impliciti nella sacralit del matrimonio e
della famiglia. Questo per non significa che ci si debba sbarazzare dellimpegno, della
responsabilit e del dovere che la vita coniugale-familiare esige; di uneducazione ricca
di ideali e al tempo stesso pronta al dono e alla rinuncia. Non possiamo trascurare che
ogni tentazione dellegoismo di un membro familiare un attentato alla vocazione e
allarmonia della famiglia stessa, allunione degli sposi e al legame intimo tra genitori e
figli. Sottoposto a uno stimolo continuo dei sensi, luomo moderno si infatti sempre
pi lasciato sedurre da visioni edonistiche incompatibili con quel retto agire e quello
spirito di servizio che lamore coniugale e leducazione dei figli richiedono.
Nonostante il diffondersi di teorie sorte da qualche tempo in varie nazioni sulla
possibilit di realizzare un matrimonio tra due uomini o tra due donne, con tutte le
negative conseguenze etiche e sociali che questo comporta, resto fermo dellidea che sia
necessario lottare per proteggere la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una
donna e ridare una fisionomia originale e forte allistituto familiare. Invito tutti gli
studiosi dellinsegnamento dei Maestri a non sottovalutare i pericoli che oggi
minacciano la famiglia e a ricordare le parole del Maestro D.K. quando afferma che
paternit e maternit sono in stretto rapporto simbolico con la Gerarchia, poich la
famiglia ne il simbolo terreno, ed mediante i due fatti del rapporto sessuale e della
nascita fisica che la grande Gerarchia delle Anime pu giungere alla manifestazione
fisica e alla perfezione spirituale nei tre mondi dellevoluzione umana. Pur con
modalit diverse, tutte le religioni e le culture riconoscono allunione delluomo e della
donna un grande valore etico, sociale e spirituale. Sanno bene che il destino di questa
unione legato a quello della societ e che chi rovina la famiglia getta nella disgrazia un
intero popolo. Nella difficile fase di transizione in cui ci troviamo, tradizioni religiose
44

diverse possono lavorare insieme per la soluzione di tanti problemi familiari comuni a
tutte le societ e per stabilire unalleanza positiva contro forze distruttive che hanno lo
scopo di minare alle radici la famiglia tradizionale e disconoscere gli autentici valori
umani e familiari. Linterdipendenza del mondo attuale richiede una conoscenza
rinnovata delle prospettive tradizionali delle singole comunit religiose, per dare vita ad
ambienti di pace e di condivisione favorevoli allo sviluppo integrale della famiglia. La
violenza domestica, gli abusi sullinfanzia, loppressione e lo sfruttamento delle donne e
dei bambini, la prostituzione e la promiscuit sessuale, il materialismo, il costante
incitamento al consumismo e allindividualismo sono tutti fattori che minacciano la
stabilit della vita familiare e la fede nel suo valore. Queste piaghe vanno combattute
con tenacia anche grazie a unintelligente cooperazione interreligiosa.

[5]
Luomo diventa quello che pensa di essere.
Luomo di oggi soffre e si ammala cos spesso perch viene educato in modo sbagliato,
male o non viene educato affatto, perch non si preoccupa delle verit profonde ed
eterne della vita, perch non viene reso attento sui nessi sottili grazie a una adeguata
conoscenza del Dharma che studiamo. Egli non ha la pi pallida idea del modo di
utilizzare i pensieri e le emozioni per favorire un corso armonioso di vita. I nostri
pensieri e le nostre emozioni rappresentano il punto di partenza di tutto quello che
diventer tangibile. Nulla gioca un ruolo maggiore nel dare forma alla propria vita in
meglio o in peggio dei pensieri e delle emozioni che scegliamo di formulare e di
esprimere.
Con il nostro pensiero creiamo il nostro carattere, poich un pensiero ripetuto diventa
unabitudine e unabitudine si cristallizza in una qualit permanente. Negli
Insegnamenti segreti si afferma che luomo creato dal pensiero e che tutto ci che
siamo fondato sui nostri pensieri, il risultato di ci che abbiamo pensato e attirato
nella nostra vita. In queste note sparse insisto sulla necessit di nutrire costantemente
pensieri amorevoli, positivi e costruttivi e metto in guardia sul fatto che, a causa del loro
errato modo di pensare, le persone abbassano il livello di energia e si attirano le cose pi
spiacevoli. Luomo che non si guarda dentro, che d sempre la colpa agli altri, che
incline a vedere pi il male che il bene, che vede solo i problemi e non cerca le
soluzioni, si costruisce un mondo perfettamente in linea con queste aspettative infauste.
Luomo che invece conosce la Legge di attrazione e la applica in modo cosciente sta
molto attento ai pensieri che formula e su che cosa si posa la mente. Non permette che i
suoi pensieri siano fonte di critiche e di conflitti, ma fa il possibile per porsi in sintonia
con ogni vita.
LUniverso si adatta a ci che le persone pensano e si aspettano: con il suo pensiero
luomo crea ci che poi vive. Abbiate fiducia assoluta in Dio e nelle Leggi Divine che
regolano lUniverso. Non date mai niente per scontato, poich cos facendo togliereste
alla vita gioia e splendore. Lentusiasmo in tutto ci che fate, dite e pensate, la
motivazione pura e lassenza di egoismo ed egocentrismo siano i vostri punti di forza.
Riversate allesterno amore, armonia e comprensione, cos che tutto vi sia reso
centuplicato. Aspettatevi sempre il meglio, visualizzate voi stessi mentre lo ricevete e
ringraziate eternamente. In questo risiedono il potere e il successo di coloro che 1)
conoscono la Legge di attrazione, 2) la applicano in modo consapevole e 3) in linea con
il Dharma. Ma ricordate: in questo processo, pi luomo riceve, pi deve donare, non
tenere nulla per s e farne un saggio uso per il bene del tutto, in modo da fare spazio
affinch sempre pi cose lo arricchiscano. Tanto pi liberamente e gioiosamente dona,
45

tanto pi si sentir ricolmo di amore e tanto pi posto ci sar per ricevere altro e attirare
a s cose benefiche.

[6]
Fate di Dio la vostra bussola, la vostra guida, ed Egli vi condurr dritto allo scopo che
sentite essere il vostro. Mettete tutto nelle mani di Dio e fate ci che sapete di dover fare
perch vi d vera gioia, perch cos vi stato rivelato dal di dentro. Abbiate totale
fiducia nel sostegno dellUniverso, fate di ogni momento il pi splendido che abbiate
mai vissuto, godendovelo in virt del vostro pensiero positivo e della vostra gratitudine.
Celebrate il mondo che vi circonda e siate convinti che ci che abitualmente ritenete
impossibile diventi possibile. Quando luomo si pone in sintonia con lo Spirito
Universale e confida nel fatto che lUniverso sapr come manifestarsi a lui, allora tutto
diventa possibile: Ogni cosa possibile a chi crede (Marco 9, 23). Cominciate fin da
subito a guardare il lato positivo della vita, a vedere solo il meglio in voi stessi e,
procedendo con costanza, convinzione e piena partecipazione, a ottenerlo. Cominciate
fin da subito a pensare in termini di abbondanza e prosperit, siate sempre pronti e
aperti a ricevere. Non pensate nemmeno per un istante in termini di scarsit o di
povert. Quando pensate in termini di limitazione, create la limitazione e la attirate su di
voi. Prima ancora di rendervene conto, vi accorgerete di aver arrestato il libero flusso
delle Sue illimitate risorse. Il timore che venga a mancarvi qualcosa pu causare un
blocco pi in fretta di ogni altra cosa. Lasciate a Dio ogni vostra paura e
preoccupazione, condividete ogni cosa con Lui e lasciate che vi riempia di energia, di
fede e di forza. Abbiate una fiducia totale nel fatto che Dio a conoscenza di tutti i
vostri bisogni e che ciascuno di essi verr soddisfatto. Credeteci con tutto il vostro
cuore, non permettete ad alcun dubbio di assalirvi.

[7]
Grazie, grazie e ancora grazie. Il potere della gratitudine.
Quando ringraziate Dio per ogni cosa che avete, per ogni singolo evento che accade nel
vostro quotidiano, che lo riteniate armonico o meno, vi aprite alle meravigliose energie
dellUniverso e le attirate a voi. Non importa se sul momento ritenete che quel poco che
avete non sia sufficiente a rendere grazie al Signore. Non importa se levento spiacevole
che vi accaduto vi porta a pensare a tutto meno che a ringraziare Dio. Che abbiate
tanto o poco dal punto di vista materiale o finanziario, che siate felici o gi di corda,
lasciate che il potere della gratitudine entri nella vostra vita e iniziate a trasformarla a
partire da questo primo passo decisivo. La vostra passata mancanza di riconoscenza
lasciatevela alle spalle, non ha importanza: il vostro atteggiamento attuale che conta,
quello che stabilite ora. Ringraziate, sorridete a voi stessi e a tutto ci che avete intorno,
mettete in moto questo atteggiamento da subito, rendetelo parte integrante della vostra
natura.
Tutti coloro che studiano e mettono in pratica il pensiero positivo e creativo, come in
tutti i nostri Insegnamenti, insistono mai abbastanza sul potere della gratitudine, sul suo
straordinario effetto nellaumentare il livello di energia e migliorare significativamente
lo stato di salute fisica e mentale. Ogni mattina presto al risveglio, mentre siete ancora a
letto, cominciate la vostra giornata dicendo: Grazie. Potete affermarlo sussurrandolo
oppure mentalmente, quello che conta davvero farlo con partecipazione, con tutto il
vostro essere. Avete infinite cose per cui ringraziare. Godete della gratitudine che
provate e per tutto il giorno emanate gratitudine per lUniverso. Confidate nel fatto che
le Sue benedizioni si riverseranno senza interruzione su di voi. Quando mostrate
46

riconoscenza e apprezzamento per tutte le cose buone della vita, piccole o grandi che
siano, lamore scorre senza ostacoli in voi e attraverso di voi. Ogni evento di amore,
gioia e bellezza conduce a un altro, fino a che lintera giornata sar fatta di meraviglia,
di amore, gioia e bellezza. Iniziate la giornata con il piede giusto, il cuore ricolmo
damore e di gratitudine, pronto a ricevere sempre e solo il meglio.

[8]
Da Mike Dooley, Larte di far accadere le cose, pp. 107-108.
Quando si formulano pensieri o parole di gratitudine, in realt si formulano pensieri
sullaver gi ricevuto e sullessere gi stati benedetti (o comunque vogliate chiamarlo).
Vi ricordate quello che succede quando pensate, qualsiasi sia il tipo di pensieri che
fate? I pensieri diventano le cose della vostra vita. Questo significa che quando
formulate pensieri sullaver gi ricevuto, detti pensieri fanno di tutto per tornarvi
indietro come esperienza reale (manifestandosi perci nel tempo e nello spazio) e
possono farlo soltanto costruendo le circostanze grazie alle quali fisicamente riceverete
tutto quello per cui avevate ringraziato, cos da poter sperimentare quella gratitudine
che avevate inviato in via preventiva.
Come sempre, la sensazione che conta di pi. Anzi, per sentirsi grati non c neppure
bisogno di esserlo per qualcosa in particolare. LUniverso (il vostro S Superiore, i
vostri pensieri) vi risponder dandovi il motivo di sperimentare la gratitudine che avete
gi messo in atto, fabbricando gli eventi e le sorprese a cui magari voi nemmeno avete
pensato, ma che erano esattamente il tipo di cose che avrebbero creato la sensazione
che avete pensato!
per questo che la gratitudine funziona. Contrariamente a quello che tutti credono,
non perch lUniverso felice di sentirvi grati e quindi vi manda di pi: non esiste un
tale sistema giudicante. Funziona grazie ai pensieri e alle sensazioni che genera, e pu
diventare unesperienza fisica solo materializzandosi negli eventi e nelle cose adatte.
Quella della gratitudine verso ogni cosa una Legge spirituale fondamentale e allinizio
richiede unattenta analisi della propria capacit di provare riconoscenza autentica per
tutto e di riuscire a vedere il lato buono di ogni situazione. Non c affatto da stupirsi se
nel mondo sono relativamente pochi coloro che conoscono bene il potere di questa
Legge e la mettono in pratica, soprattutto quando si trovano a dover affrontare situazioni
che ritengono difficili. Quando si attraversa un brutto periodo o una fase di stallo,
molto facile perdere la fiducia, abbassare i propri standard, scoraggiarsi o indugiare
nellapparente mancanza di progresso che vi sembra di constatare. A volte addirittura
necessario attraversare una fase molto buia prima di vedere finalmente la luce alla fine
del tunnel e compiere un importante salto di qualit. Il mio suggerimento di accogliere
ogni situazione che ritenete spiacevole per quello che e, fintanto che i vostri pensieri e
le vostre emozioni vi rimangono, dare comunque il meglio, rendere grazie alla vita e
alla sua bellezza, come se quello fosse il momento pi prezioso, come se non ci fosse un
domani. Dovete essere disposti a vedere il lato buono della vita e a concentrarvi su di
esso, ignorando quello negativo e distruttivo, cos da sottrarre a questultimo tutta la
forza. Con la pratica costante, vi accorgerete che la Legge della gratitudine modifica
sensibilmente latteggiamento nei confronti di ogni situazione che ritenete spiacevole,
trasformandola sempre in unopportunit per apprendere e trarre il meglio.

47

[9]
Seguite i vostri desideri e i vostri sogni assieme a Dio.
La maggior parte degli esseri umani vagheggia cose che senzaltro non daranno loro la
felicit che credono n contribuiranno a una loro crescita personale. Siate dunque saggi
nella selezione dei vostri desideri, perch non detto che ogni loro manifestazione sul
piano fisico porti necessariamente gioia, pace interiore e realizzazione. Sovente le
persone hanno desideri che non si conciliano o sono in netta opposizione rispetto al
proposito spirituale che alberga in loro. Non capiscono che nel ricevere molto di pi,
devono anche dare agli altri molto di pi. Per questo mi sento di mettervi in guardia
suggerendovi di stare molto attenti, nonostante qualcuno (secondo me incautamente)
sostenga che sia permesso fare qualunque tipo di richiesta che vi passa per la testa senza
incorrere in conseguenze devastanti. Ognuno di voi libero di creare il tipo di vita che
desidera e inseguire tutto ci che ritiene possa renderlo felice. Questo gettarsi a
capofitto senza riflettere rappresenta per molti il sistema migliore, fino poi a
comprendere magari dopo molte sofferenze che una cosa o un evento tanto
desiderati non portano nelle loro vite quellappagamento e quella gioia che credevano.
Sia chiaro, anche questo un modo di apprendere, perch nonostante lesperienza fatta
non sia piacevole, luomo giunge a capire toccando con mano.
Il mio consiglio di offrire a Dio loccasione di aiutarvi quando ogni giorno vi ritagliate
uno o due momenti di silenzio e vi chiedete in quale direzione volete procedere.
Chiedete la Sua Guida, che sia Lui a guidare i vostri passi verso il successo, cos che
quello che desiderate non venga un giorno a nuocervi. In un modo o in un altro, la Sua
risposta arriva sempre. Seguite i vostri desideri e i vostri sogni assieme a Dio, cos da
correggere il tiro, qualora sia da correggere. Se vi suggerisce di modificare in parte o
del tutto certi desideri, solo per evitarvi montagne di guai e di karma negativo. Il
Signore vuole solo la vostra gioia e il meglio per voi: non c amico, confidente,
sostenitore pi fidato e vicino di Lui. E, per vostra grande fortuna, Lui non aspetta altro
che di potervi guidare dritti allo scopo, per quanto difficile possa sembrare il cammino.

[10]
Riporto qui un elenco di punti da tenere a mente: 1) la vita non vi accade, la vita vi
risponde: voi decidete quale sar la vostra vita in base a ci che trasmettete; 2) tutto ci
che simile si aggrega: emozioni e pensieri non solo diventano o aggregano cose, ma
attraggono anche emozioni e pensieri simili; 3) lottimismo conduce alla forza e genera
altro ottimismo: diventate consapevoli del vostro potere di creare una vita nuova e del
fatto che potete da subito dare avvio al cambiamento; 4) lasciatevi alle spalle amarezze,
critiche e negativit e trasformatevi cercando e trovando il legame diretto con Lui; 5)
non biasimate nessuno per come vi sentite: siete responsabili di ci che ogni giorno vi
porter e il fatto di saperlo vi conferisce una responsabilit ancora maggiore rispetto a
coloro che non ne sono consci e che non possono quindi saperlo; 6) se desiderate
davvero cose grandi per voi, soprattutto se queste comportano lingente afflusso di
denaro o di beni materiali, siate il pi inclusivi possibile, fate cio in modo di includere
il miglioramento delle condizioni di vita del maggior numero di esseri, di contribuire
alla felicit e al benessere materiale del massimo numero di persone; 7) mettete per
iscritto obiettivi chiari, positivi, credibili per voi e soprattutto in linea con il Dharma:
tutto lUniverso basato sullordine, sulla chiarezza e sullosservanza delle Leggi
Divine; 8) ordine, accuratezza, organizzazione e disciplina sono fattori indispensabili
per arrivare al successo (primo obiettivo) e allautostima (secondo obiettivo); 9) la
felicit impegno, richiede pazienza ed esercizio costante; 10) aspettatevi sempre e solo
il meglio nella vita, credete di poterlo ottenere, credete di meritarlo; 11) le riserve di Dio
48

traboccano di infinita abbondanza e questa accessibile a tutti, ma la vostra deve essere


una coscienza di abbondanza, libera da ogni pensiero di scarsit e di restrizione; 12)
chiudete gli occhi ogni giorno per qualche minuto e visualizzate di aver gi ottenuto
quello che volete, provate la sensazione di averlo; 13) focalizzatevi su quello che avete
gi e siatene grati, ricordatevi di rendere grazie in eterno: latto stesso di ringraziare
attira verso di voi quanto vi di meglio; 14) non date nulla per scontato, ma riconoscete
la presenza della Sua mano in ogni cosa; 15) siate creatori di pace, di bellezza e di
armonia, spargete semi di gioia, amore, tenerezza e comprensione; 16) ricercate la guida
di Dio e la Sua direzione per sapere come utilizzare nella maniera giusta le Sue risorse
infinite e ricordate sempre che il S vive di gioia e per dare: aiutate gli altri e siate a
disposizione degli altri.

Giugno 2014
[1]
Fare, conoscere ed essere: rappresentano la triplice condizione fondamentale
delluomo, il quale un complesso di corpo, mente e Spirito. Il corpo lo strumento per
lazione (fare); la mente lo strumento per la conoscenza (conoscere); lo Spirito o S o
Atma rappresenta la Realt immutabile ed eterna, laspetto divino delluomo (essere).
Quando corpo, mente e Spirito sono fra loro in unione e armonia luomo si innalza dal
livello umano a quello divino.
Negli Insegnamenti dellAntica Saggezza, la mente, pur essendo fondamentalmente
unica, si manifesta in varie forme secondo il tipo di ruolo che assume. Essa consiste cos
di quattro aspetti fondamentali: manas, buddhi, citta e ahamkra.
Manas rappresenta la mente sensoriale egoica nella sua funzione raziocinante. Nel
significato classico e filosofico va intesa come ratio, come il potere della ragione. a
questo livello che si muovono filosofi e intellettuali in genere. Situata allestremo
superiore della mente, buddhi o intelletto espressione del processo di ricerca e
discernimento intuitivo tra ci che bene, giusto e armonico (dharmico) e ci che
male, sbagliato e disarmonico (a-dharmico). Buddhi va oltre il semplice uso del
raziocinio e non ha solo il potere di decisione e di discernimento, ma possiede il potere
di una visione profonda e di un giudizio imparziale. Buddhi si occupa del sottile regno
dellinteriorit ed anche definita come la Voce interiore che guida nella giusta
destinazione (siamo soliti indicarla con lespressione seguire la propria coscienza).
Buddhi il riflesso dello Spirito di Dio (Atma). Citta invece la mente che funge da
memoria, mentre ahamkra la mente che si identifica con il corpo fisico.
La mente (manas) si trova tra i sensi e lintelletto (buddhi). Se guarda in alto e segue i
dettami dellintelletto preservata dalla sofferenza, se invece guarda in basso e segue
i capricci dei sensi, ne diventa schiava ed vittima di dolore. Manas pura in se stessa
ed nel farsi soggiogare dai sensi che diventa impura. Dare libero corso ai sensi
proprio del sentiero materiale, la via di ci che esteriore (Pravritti marga), mentre
controllare i sensi proprio del sentiero spirituale, la via interiore (Nivritti marga). La
prima via percorsa da coloro che cercano la felicit nel mondo esteriore e vi si
impelagano sempre di pi, dato che compito di Maya-apparenza quello di invischiare.
In questo caso Dio si ritrae paziente in attesa che luomo si rivolga di nuovo a Lui.
Riguardo a questo tema, riporto un riferimento interessante che si pu trovare nei
Memorabili (II 1, 21-33) di Senofonte. Contemporaneo di Socrate, il sofista Prodico
racconta la vicenda di Eracle che, raggiunta let adulta, si trova di fronte a un bivio.
Egli si ritira in solitudine per decidere sulla via che la sua vita futura deve prendere. Gli
49

vanno incontro due immagini soprannaturali di donne. Una Virt (Aret), di


bellaspetto e di natura nobile, il suo volto e il suo sguardo ispirano un senso di purezza,
ha unandatura composta e indossa una veste bianca. Laltra donna dice di avere due
nomi: dagli amici chiamata Felicit (Eudaimona), da chi lha in spregio chiamata
Malvagit (Kaka). Ha un aspetto seducente, il viso truccato e un portamento tale da
sembrare pi eretta del naturale. Lo sguardo per sfacciato e labito trasparente lascia
intravedere le belle forme del suo corpo, come a invitare al piacere dei sensi. Per coloro
che la seguono, cos fa sapere a Eracle, in attesa senza alcuno sforzo ogni
piacevolezza: Se mi farai tua amica, io ti porter per la strada pi dolce e facile, e non
ci sar piacere che tu non gusterai e passerai la vita senza fare esperienza del dolore.
Per prima cosa, infatti, non ti preoccuperai di guerre e di affari, ma passerai il tempo
cercando quale cibo o bevanda possa trovare che siano graditi o che cosa vedendo o
ascoltando ti diletti, o che cosa odorando o toccando ti dia piacere, o stando con quali
amanti soddisfi di pi la tua passione e come possa dormire nel modo pi dolce e come
possa raggiungere tutte queste cose senza sforzo. E se mai ti venisse il sospetto di
trovarti in scarsezza dei mezzi da cui si ottengono queste cose, non avere paura che io ti
conduca a procurartele con fatica e sofferenza del corpo e dellanima; anzi, ti servirai
delle cose che gli altri producono con il loro lavoro, senza privarti di niente da cui sia
possibile guadagnare qualcosa. Da ogni parte, infatti, possono trarre guadagni, coloro
a cui offro la mia compagnia.
Virt, al contrario, ammonisce il giovane ricordandogli che niente di ci che bello e
buono gli di concedono alluomo senza che egli debba conquistarlo con fatica e
impegno. Mentre la via della virt offre dapprima a colui che la osserva un difficile
ingresso e la pace solo dopo molte fatiche, laltra via rovescia a tempo debito coloro che
l vi si trovano dopo averli ingannati sulla piacevolezza del cammino.
Riporto per comodit alcuni versi dal Vivekacdmani di ankara:
373. Solo il discepolo spassionato, profondamente stabilito in Brahman, pu distaccarsi
da tutti gli oggetti esterni dei sensi e dallo stesso io.
374. Comprendi, o saggio discepolo, che la spassionatezza (vairgya) e il discernimento
illuminante sono per lindividuo ci che le due ali sono per luccello. Se anche una di
queste due qualit fa difetto, non si potr raggiungere la pianta della liberazione
arrampicata sulla cima delledificio.
375. Solo laspirante che spassionato (vairgya) pu sperimentare il samdhi, solo chi
ha avuto esperienza del samdhi consegue stabile realizzazione, solo chi ha realizzato la
verit si libera dalla schiavit, e solo chi libero svela linalterabile beatitudine.
376. Per il discepolo che padrone di s non conosco migliore strumento per conseguire
la beatitudine se non vairgya [spassionatezza o distacco]. Se poi vairgya unito alla
pi alta e pura conoscenza delltman si ottiene la completa sovranit che, a sua volta,
porta alla liberazione. Cos, per il tuo bene, sii spassionato, per cose interiori ed
esteriori, e concentra la tua coscienza eternamente sulltman.
419. Il frutto della spassionatezza la conoscenza, quello della conoscenza il distacco
dai piaceri sensoriali, il distacco conduce allo svelamento della beatitudine e questa alla
pace.

[2]
Se vero che lintelletto (buddhi) vicinissimo allo Spirito (Atma) e proprio in virt di
questa posizione favorevole pu ricevere buona parte dellenergia e della luce atmica,
anche vero che il senso dellego o dellio (ahamkra) pi sottile dellintelletto e in
grado di avvilupparlo-velarlo inducendo a una falsa identificazione del corpo fisico con
50

lo Spirito. proprio a causa di ahamkra che luomo viene sviato. Ahamkra lerrata
identificazione di s con il corpo. Identificandosi con il corpo grossolano, il senso
dellio immagina di essere lagente (kart) o lo sperimentatore (bhokt) e unito ai guna
esperisce i tre stati di veglia, sogno e sonno profondo. Nel verso 142 del
Vivekacdmani di ankara leggiamo che come le nuvole generate dai raggi del sole
coprono lo stesso sole, cos lio, riflesso proiettivo delltman, copre lo stesso tman.
E nelle istruzioni agli aspiranti (Sadhanapancakam), sempre ankara insegna: Smetti
di pensare il corpo come il S.
Nel presentare la parentela che intercorre tra Atma, buddhi, ahamkra e vc, il
Premavatar di Puttaparthi non li presenta nellordine Spirito Mente Ego
Parola, ma nellordine Spirito Ego Mente Parola, affermando che lo Spirito o
S rappresenta il padre dellEgo, il nonno della mente e il bisnonno della parola.
Questa sequenza da tenere a mente nella pratica (sdhana) o percorso a ritroso che il
discepolo deve attuare a partire dal livello pi basso (vc).

[3]
Il Divino nel corpo.
Anche se il corpo umano ricco di difetti e ha una durata limitata, va tuttavia tenuto con
molta cura, perch la dimora dellEterno. Lo Spirito Divino lo irradia della Sua Luce.
Il semplice fatto di possedere un corpo fisico non autorizza luomo a servirsene
dimenticando che un tempio da impiegare per finalit nobili ed elevate e che in esso si
raccolgono i frutti dei pensieri e delle azioni, buoni o cattivi che siano. Normalmente in
un tempio entrano solo i fedeli che intendono adorare la divinit di quel luogo santo.
Non certo concepito per far entrare chiunque dalle sue porte. Allo stesso modo, le
porte dei cinque sensi vanno tenute aperte solo per coloro che vi entrano con intenzioni
nobili e sante. meglio mettere dei bravi soldati a guardia di queste cinque porte, cos
da evitare lingresso di personaggi indesiderati, i quali escogitano ogni mezzo per avere
il passaggio libero, entrare e profanare il tempio.
Ci che luomo deve dunque sforzarsi di ottenere una vita virtuosa e la libert dai
sensi, non la libert dei sensi che lo porta alla rovina. Quello che a tanti non chiaro
che i sensi hanno una forza estrema ed molto difficile soggiogarli. Il piacere procurato
dai sensi momentaneo e in definitiva sfocia sempre in sofferenza. I piaceri sensuali
hanno una natura transitoria e ingannevole. Essi fanno deviare e scaraventano luomo in
una serie di problemi senza fine. Senza il controllo dei sensi, tutte le sue acquisizioni
sono prive di valore.
Dal punto di vista yogico, ciascuno dovrebbe fare uso degli organi di senso con il
dovuto riguardo alle funzioni e ai limiti prescritti per ognuno di essi, cos da non violarli
trasgredendo il Dharma e causare danno alla propria salute. Il controllo dei sensi
implica la comprensione dei sottili meccanismi del corpo e soprattutto una devozione
decisa e un abbandono totale a Dio. Abbandonarsi a Dio non significa rinunciare a ogni
attivit pensando che sar solo ed esclusivamente Dio a fare tutto ci che occorre
alluomo. Consiste invece nel fare uso delle proprie facolt ed energie per svolgere il
lavoro che compete, dedicando al Signore tutto quello che si fa senza illudersi di esserne
lautore e senza lingiustificata ansia per il risultato dellazione.
Sempre per quel che riguarda il controllo dei sensi, contano poi la purezza delle
inclinazioni, la sincerit dei propositi, la determinazione nel perseguire il cammino
spirituale e il fatto di tenere occupati i sensi in una giusta attivit. Consideriamo una
scala che procede gradualmente dal grossolano al sottile: prima gli organi di senso, poi
le percezioni sensoriali, la mente (manas), lintelletto (buddhi), fino allAtma. Ognuno
di questi controlla il precedente e dunque lAtma deve avere il dominio su tutti gli altri.
51

Nel verso 369 del Vivekacdmani di Sankara leggiamo: Frena dunque la parola nel
manas, il manas nella buddhi, la buddhi nel Testimone e questo nellinfinito e assoluto
tman. Solo allora otterrai la suprema pace.
La tecnica classica consiste nel fondere o risolvere la facolt della parola (vc) con la
mente (manas), la mente con lintelletto (buddhi) e infine lintelletto con il S o Atma.
Le percezioni sensoriali (udito, tatto, vista, gusto, odorato) sono pi potenti degli organi
di senso. Tra questi il pi importante e il primo da soggiogare la lingua, dominata la
quale possibile esercitare un controllo su tutti gli altri sensi. La lingua ha due
importanti funzioni: una legata al mangiare, laltra al parlare. Buona parte della
preparazione yogica riguarda il controllo del cibo e levitare i quattro errori verso cui
propende la lingua: mentire, diffondere maldicenze, criticare o scandalizzare, parlare
troppo. Colui che vuole usare il corpo fisico nel modo giusto, nutrire buoni pensieri,
compiere buone azioni e ottenere buoni risultati, si trova presto o tardi a dover fare i
conti con una dieta regolata e con il controllo di queste quattro tendenze che tolgono la
pace mentale.

[4]
La famiglia dovrebbe essere la prima scuola a insegnare che la salute fisica, mentale e
spirituale va alimentata con attenta cura e che, secondo lOrdine Divino, colui che pi
evoluto deve aiutare il meno consapevole nel proprio sviluppo. Per questo a-dharmico
che gli animali non siano rispettati, protetti o vengano addirittura abbattuti per il
consumo. Una societ che si comporta cos si allontanata molto da Dio, vive in una
condizione di grave disarmonia. Lanima ignorante causa dolore agli altri esseri:
ignorante perch ignora che tutti gli esseri viventi tutti senza eccezione hanno cara
la propria vita e cercano la felicit. Colui che si attiene al Dharma sta attento e lo
osserva: non opprime, non sfrutta, n toglie agli altri la libert. Leducazione della
Nuova Era non si accontenter di riempire i cervelli di inutilit come lattuale, ma
conceder ampio spazio allo sbocciare concreto di tutte le virt che contraddistinguono
luomo. Linnocuit (ahimsa), in modo particolare, sar uno dei capisaldi dellopera
educativa dei prossimi anni. Essa implica il rifiuto di tre cose: la vista di cose cattive;
lascolto di cose cattive; la consumazione di cibo cattivo.
Il tipo di cibo che luomo ingerisce determina il genere di pensieri che insorgeranno
nella sua mente. I discepoli tendono spesso a sottovalutare il fatto che tanti ostacoli
sottili sono dovuti al consumo di generi alimentari ottenuti in modi ingiusti o
contaminati dalle vibrazioni cattive provenienti da cuochi di dubbia indole. Per questo
motivo al chela indiano le Scritture suggeriscono di offrire il cibo a Dio prima di
consumarlo, cos da eliminarne le impurit sottili (versetto 24, capitolo IV della
Bhagavad Gita). Colui che intende seguire il sentiero della ricerca spirituale deve
possedere una buona salute e a questo scopo il controllo del cibo essenziale. Un
moderato consumo di cibo sattvico (vegano e non contaminato) rende la mente chiara e
limpida e impedisce che il corpo sia esposto a malattie che si possono evitare. Ma per la
rigenerazione spirituale delluomo, il cibo sattvico da solo non sufficiente, perch il
suo effetto salutare annullato se consumato in dosi eccessive e se attraverso gli altri
organi di senso egli assume pessimo cibo incorporeo: se ascolta maldicenze o si
dilunga in conversazioni disdicevoli, se guarda cose sconvenienti o viene a contatto con
cose indecorose. A ogni organo di percezione deve essere fornito lappropriato cibo o
sostentamento spirituale. Anche la compagnia di persone virtuose della massima
importanza in quanto promuove il distacco e lacquisizione di buone abitudini. I
pensieri e gli atteggiamenti vengono fortemente influenzati dalle persone che si
frequentano. La purezza il sentiero per progredire e riguarda le cinque dimensioni del
52

pensare, del vedere, dellascoltare, del parlare e del fare. A queste corrispondono
cinque consigli: non pensare il male, ma pensa ci che buono; non vedere il male, ma
vedi ci che buono; non ascoltare il male, ma ascolta ci che buono; non parlare del
male, ma parla di ci che buono; non fare il male, ma fai ci che buono.

[5]
Quando un uomo ha perduto la volont di sacrificarsi e di agire in funzione del
benessere altrui, del tutto vana la sua istruzione; un destino, questo, che toccher alla
societ finch essa avr di mira solo il profitto economico. Anche se oramai giunta al
termine, leducazione odierna sforna solo una gran quantit di diplomi inutili che
fungono da ciotole dellelemosina sul mercato del lavoro. Non si cura affatto di rendere
la vita ricca di significato attraverso la conoscenza spirituale o di porsi il problema del
fine della vita, ma solo di rilasciare attestati affinch le persone possano sbarcare il
lunario. Orientata verso la ricerca di fugaci piaceri terreni e fondata su interessi
personali, listruzione moderna ha purtroppo favorito un drammatico regresso spirituale
e il moltiplicarsi di desideri che hanno portato soprattutto miseria e infelicit. Per non
parlare dellego che nasce dalla presunzione di sapere molto, il quale rappresenta un
grosso ostacolo sul Sentiero. Vi sono infatti sei nemici interiori che oscurano la mente
delluomo: i desideri, la collera, lattaccamento, lavidit, lorgoglio e linvidia-gelosia.
Ma fra tutti questi il peggiore lorgoglio-superbia, di cui sono distinguibili lorgoglio
del denaro e delle ricchezze, quello del ceto sociale, della bellezza, dellessere giovani,
della posizione o carica che si ricopre, del livello spirituale raggiunto e infine lorgoglio
del sapere. Diversi passi biblici confortano la tesi che nella scienza si cela il pericolo
dellarroganza: Molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il
dolore (Qolet 1, 18). Non tutto per negativo, perch proprio nel sorgere degli
ostacoli quando li si osserva con la lente dingrandimento dellumilt che si pu
cercare di eliminare gli errori. A questo proposito segnalo questo pensiero di Sri
Ramakrishna: Due differenti specie di uomini possono arrivare in questo mondo alla
conoscenza dellio, che una delle strade che conducono al Divino. I primi sono quelli
il cui spirito rimane sciolto da qualunque insegnamento e non influenzato dal
pensiero altrui. I secondi sono quelli che, avendo studiato scienze e religioni, hanno
realizzato, al termine dei loro studi, il nulla del loro sapere.
Quello che voglio dire che non si deve rinunciare allo studio, ma stare attenti al fatto
che scienza non sapienza e che, per colto che sia, un uomo carico di vizi e dal cuore
oscurato non cambier la sua natura semplicemente grazie agli studi. Titoli di studio,
celebrit e reputazione sono cose transitorie ed effimere, passeggeri come nuvole
proprio come il potere e la posizione sociale. NellEra della condivisione ci che
conter davvero sar la capacit di servire il prossimo indipendentemente da ogni
tornaconto o riconoscimento esterno e di santificare il breve arco di tempo che un uomo
ha a disposizione su questa terra assimilando idee sante e ideali di perfezione.

[6]
Una volta a ankara fu chiesto chi fosse ricco e chi invece povero. Lui rispose: Chi
saccontenta ricco, chi invece ha molti desideri povero. Per quanti desideri un
uomo riesca a soddisfare, vorr sempre di pi. Per quanto riceva, non sar mai
pienamente contento. Ogni richiesta conduce a una successiva, con il risultato che si
accumulano solo ansie e preoccupazioni. Il Buddha disse che tutto il mondo
transitorio e in esso non c alcun valore permanente. Lo stesso nome dato allUniverso,
Jagat, significa che va e viene. Nessun uomo ha il diritto di ripetere continuamente
53

Questo mio, quello tuo, perch la creazione non fa che ribadire la lezione che
niente ci appartiene. Nessuno pu dirsi veramente proprietario di qualcosa o di
qualcuno. Una volta vendute, una casa oppure unauto non sono pi nostre. in questi
momenti che realizziamo che basta venderle perch non siano pi nostre e che siamo
proprietari solo ed esclusivamente per il tempo in cui possediamo e facciamo uso di
quelle determinate cose. Il problema risiede nel fatto che il pi delle volte
dimentichiamo che tutti i possedimenti sono provvisori e passeggeri, cos da far nascere
un ingiustificato attaccamento a questi. Lo stesso discorso vale per le persone. Prima di
conoscersi, fidanzarsi e sposarsi, marito e moglie erano due perfetti sconosciuti. Solo
dopo il matrimonio uno pu dire questa mia moglie o questo mio marito.
Moglie, figli e parenti sono tutti in transito, sono come compagni di viaggio che si
uniscono alluomo per poi lasciarlo. Tutte le nostre relazioni sono transitorie, non sono
per sempre e si basano su una falsa identificazione di s con il proprio corpo.
Ovviamente questo non significa che i doveri verso amici e parenti non vadano
compiuti, ma che bisogna stare sempre ben saldi al sentiero spirituale, cos che questo si
armonizzi con la vita secolare. Fino a quando un uomo vive nel mondo, non pu non
conformarsi alle norme e alle leggi che governano la vita secolare. Quello che invece gli
richiesto di non perdere di vista il supremo e ultimo fine della vita, che spirituale.
Come gi sapete, il senso dellio e del mio sono alla radice di ogni problema e di ogni
male che predomina nella societ. Lindagine deve muovere da questi due fattori che
incatenano, cos che la mente venga guidata in uno stato di imperturbabile equanimit e
sia sempre meno attirata dalle illusorie attrazioni del mondo materiale. Nessuno tanto
libero dalla sofferenza e pi felice di colui che ama ma scevro da tanti desideri e
attaccamenti.

[7]
Guru significa colui che dissipa le tenebre dellignoranza. Con laiuto del Maestro
(Guru), la mente pu essere purificata, le macchie e i difetti cancellati. Il termine Guru
deriva il suo significato dalle sillabe che lo compongono: gu, da guna, che designa le tre
qualit della natura (sattva, rajas, tamas) e indica qualcosa che sorpassa la dimensione
naturale; e ru (da rpa, forma) che indica ci che supera laspetto esteriore, la forma.
Il Guru, quindi, deve essere in grado di avere esperienza della creazione, senza essere
influenzato dalle sue qualit e dalle sue forme.
Pu essere che un Maestro parli da diverse angolature, affinch ciascuno possa ricevere
le verit pi adatte ai propri bisogni mentali ed emotivi e il cammino pi confacente per
se stesso. Cos, talvolta parla secondo lottica del dualismo e talvolta secondo lottica
del non-dualismo, che non sono in conflitto luna con laltra, se ben comprese.
Spesso il compito del Maestro rivelare al discepolo la direzione da prendere solo
grazie a qualche suggerimento dato al momento opportuno. In linea generale, il Maestro
esorta ad agire e non vanifica la libert del discepolo, n si sostituisce al chela nelle
tante prove di cui costellato il Sentiero. L dove le condizioni karmiche lo permettono,
laiuto del Maestro non viene mai meno se il discepolo agisce. Il messaggio destinato al
discepolo sempre lo stesso: Non avere paura, cui segue agisci, agisci, agisci.

[8]
Svdhyya e tempo della preparazione.
Svdhyya significa studio e riflessione delle Scritture fondamentali, la quarta delle
cinque osservanze (niyama) del sistema codificato da Patajali.
54

Nella letteratura sacra sono esposte tre lezioni principali da apprendere: la caducit e
temporaneit delle cose, il ruolo delluomo quale servitore e quello di Dio quale
Signore. Fatevi unistruzione con tutta la letteratura sacra, in particolar modo con le
Upanishad, i Brhma Stra e la Bhagavad Gt. Da epoca immemorabile, lIndia ha
sempre insegnato al mondo intero la spiritualit indicando come obiettivo finale la
felicit di tutti. Fornire informazioni sul modo di riformare il carattere lo scopo di
tutta la letteratura spirituale, ma i Maestri ci avvertono che alla lettura deve seguire la
pratica nella vita quotidiana. La sola lettura di un libro non accorda il potere della
discriminazione: necessario cercare i propri errori e le proprie debolezze e sforzarsi di
correggerli. Qualora le forze non fossero ancora abbastanza sviluppate, occorre pregare
Dio di essere aiutati. Mentre un uomo lotta nel campo spirituale, prenda il Signore
stesso come suo protettore.
In preparazione agli eventi di cui sapete, suggerisco di riconsiderare nello specifico il
lavoro prodotto tra il 1875 e il 1890 da Helena Petrovna Blavatsky (discepola del
Maestro Morya); lopera prodotta tra il 1919 e il 1949 da Alice Ann Bailey (discepola
del Maestro K.H.) tramite il Maestro D.K.; il lavoro prodotto tra il 1924 e il 1939 da
Helena Roerich (discepola del Maestro Morya); lopera di Benjamin Creme quale
sintesi dei lavori precedentemente indicati. A partire da ora abbiamo circa dieci anni.
Nellopera di Alice A. Bailey, il Maestro D.K. indica il 2025 come lanno nel quale
verranno date nuove istruzioni che integreranno e amplieranno quelle di cui gi
disponiamo. una data che pongo alla vostra attenzione, se non altro perch i Concili
Generali della Gerarchia Spirituale avvengono nellanno 25 di ogni secolo e il loro
scopo discutere in modo dettagliato come aiutare lumanit ad attuare il Piano
Evolutivo. Il Concilio del 2025 dovr affrontare la delicata questione del ritorno
collettivo dei Maestri (processo a voi noto come Esteriorizzazione della Gerarchia) e il
vasto lavoro di ricostruzione economica e culturale.
In quel periodo lingresso simbolico nella fase del sannys dellIstruttore che conoscete
sar oramai un fatto compiuto. Il sannys al quale faccio riferimento in queste poche
righe ha certamente a che fare con la quarta e ultima tappa (o rama) della vita
spirituale secondo la tradizione vedica, ma nel nostro caso si approfondisce di ulteriori
significati. Su questo punto non mi dilungo oltre e lascio che lo studioso dellopera del
Maestro D.K. in riferimento al discepolato riveda il significato di questa tappa,
soprattutto se raffrontata alla vita e al servizio dellIstruttore in questione. Quella che
qui vi ho suggerito una selezione mirata, che circoscrive il materiale che occorre per
dare un significato agli eventi cui andremo incontro. Come sapete, negli Insegnamenti
contenuti in questi testi, i Maestri hanno lasciato agli studiosi dei giorni nostri diversi
indizi che gettano luce sulla linea dazione adottata dallIstruttore nella Sua emersione
pubblica. Le modalit che ha scelto per presentarsi allumanit sono in perfetta linea con
il Dharma e rappresentano per Lui il modo pi idoneo per riapparire pubblicamente e
portare a compimento il progetto su cui lavora da tempo.

[9]
Pensare Dio, respirare Dio, amare Dio, vivere Dio.
Ogni uomo il creatore del proprio destino e forgia le catene che lo legano quali
conseguenze del suo agire. Sperimenta oggi ci che ha fatto ieri e fa oggi ci che
sperimenter domani. Quando lesito delle sue cattive azioni si abbatte sulla sua
esistenza, lunica possibilit liberatrice e consolatrice che possa trovare la fede
(shraddh), sorgente di vitalit a cui attingere. Nella Taittirya Upanishad, lintelletto
superiore (buddhi) viene descritto sotto forma di un uccello nel quale vengono distinte
55

cinque parti fondamentali, di cui la testa rappresenta la fede (shraddh). Da questo


esempio possibile intuire quanto essa sia importante in virt del suo ruolo di guida.
Il tema della fede chiama in causa il problema di dove luomo ripone la propria
sicurezza. Senza la fede non si pu ottenere nulla, per questo deve essere forte e
incrollabile. Di fatto solo Dio pu essere considerato come lunico vero amico che non
abbandona mai e che non si aspetta niente da nessuno. Qualunque persona del mondo, a
partire dai genitori, vi ama in modo interessato. Solamente lamore di Dio
completamente privo di egoismo e interesse personale. Se luomo intende affidarsi a
Lui, deve prima diventare Suo amico, il che significa rimettere a Lui le tre qualit di
purezza (sattva), attivit/passione (rajas) e inerzia (tamas). Luomo deve cio
desiderare di condurre Dio nella totalit della propria vita e condividere ogni cosa con
Lui. Uno dei princpi fondamentali che la Bhagavad Gt espone contenuto nello
loka: Abbandonati a Me e compi tutte le tue azioni come fossero unofferta a Me. Io
distrugger tutti i tuoi peccati e ti conferir la liberazione. Nulla viene negato alle
anime che Lo servono davvero con tutto loro stesse e che ripongono in Lui una fiducia
assoluta. Eppure sono pochissimi coloro che scelgono di cercarLo e di trovarLo, che
scelgono di riporre ogni cosa nelle Sue mani per poi permetterGli di tenere il timone.
Questo il cammino trasparente, dritto e stretto che conduce direttamente a Dio, ma a
molti sembra troppo semplice e diretto e non riescono ad accettare che possa davvero
portare a Lui. Si tratta di un cammino di totale trasformazione, che allinizio segnato
da piccoli passi, dapprima esitanti e poi via via pi sicuri. Quei pochi coraggiosi, dei
quali ogni bisogno viene misteriosamente soddisfatto, sentono di avere la loro essenza
in Dio: non parlano di fede o damore, ma li esprimono con lazione in quanto strumenti
nelle Sue mani; non vivono secondo leggi umane, ma secondo leggi divine.

[10]
Pensare agli altri e vivere per il tutto.
La situazione illustrata nel racconto del sofista Prodico riportato da Senofonte pu
essere rappresentata simbolicamente con la lettera Y, anche nota come la lettera
pitagorica. Il tratto inferiore indica la nascita e la fanciullezza e rappresenta la prima
parte del cammino delluomo. Allaltezza del bivio, per, egli deve decidere se prendere
la via retta di destra o la cattiva strada di sinistra. Lattuale situazione dellumanitfanciulla analoga a quella del singolo davanti a questa scelta. Qualora scelga la via di
sinistra e dunque perseveri nella direzione gi intrapresa, la sua rovina sarebbe completa
e inevitabile, dato che significherebbe far morire il Pianeta, con tutte le conseguenze
karmiche negative per i suoi abitanti. Se vuole salvarsi ed entrare in una fase nuova
della sua evoluzione, lumanit-fanciulla non ha altra scelta che incamminarsi sulla via
della condivisione, grazie alla quale ci potranno essere finalmente giustizia e pace.
Condivisione significa che non possiamo sperare di diventare parte del tutto se non
offriamo con il cuore e per il bene di tutti quanto di meglio in noi. Condivisione
significa non vivere pi per se stessi, ma lasciare che la propria vita diventi un dono
damore e di servizio per il prossimo. Condivisione vedere lunit di ogni vita e sapere
di farne parte.

[11]
Dio-beatitudine la meta finale.
La scienza e le tecnologie hanno indubbiamente contribuito a un concreto progresso
materiale, ma ai traguardi raggiunti si accompagnato uno svilimento della dignit
propria delluomo. Molte persone sono vittime della falsa idea che il progresso
56

materiale rappresenti il vero scopo della vita. Si consumano cos dietro a tanti desideri e
si buttano a capofitto nelle attivit pi svariate per avere soldi, potere e successi
effimeri. indubbio che la caratteristica propria della mente sia quella di essere
proiettata verso lesterno (pravritti). Luomo spreca per la vita intera inseguendo
giorno e notte cose esteriori, come case, terreni, macchine, ricchezze e altre cosiddette
propriet che in verit non gli sono proprie. Non si tratta ovviamente di evitare di
mangiare e bere, n di ridurre il corpo a uno scheletro o di corteggiare la morte, ma
semplicemente di prendere davvero atto del breve tempo che ci concesso e non
sprecarlo. Vivere una vita spirituale non significa privarsi di tutti i beni materiali dei
quali necessitiamo e che rendono la vita pi facile. vero che luomo necessita di fare
esperienza sul piano fisico, cos come necessita di fare uso con moderazione dei sensi in
quanto strumenti a sua disposizione, ma altrettanto vero e tutti i Maestri lo hanno
sempre confermato che luomo non nato per fare del transitorio il fine della vita. Il
compito principale della sua vita consiste nel realizzare il Divino che in lui. Si tratta
dunque di prendere piena coscienza di Dio, che alberga nel suo cuore e in tutti, e servire
in vista della graduale trasformazione della materia nel suo elemento primordiale, cio
lo Spirito, meta finale verso cui tutto tende in natura. La parola dordine nellEra della
condivisione sar lavorate insieme per il Bene e lo scopo saranno la comprensione e il
perfezionamento delluomo stesso, la cui vera natura Beatitudine. Gli Insegnamenti
dellAntica Saggezza esortano luomo a non cercarla dietro a desideri meschini e
sciocchi piaceri sensuali che appartengono al mondo della materia mutevole, ma a
svelarla, dato che rappresenta lautentica natura delluomo: Sat lEssere, Cit la
Consapevolezza e lunione di Sat e Cit Ananda, cio Beatitudine.

[12]
Generalmente adoperiamo il termine cuore per indicare lorgano fisico e lenergia vitale
da cui dipendono tutte le nostre azioni. Il cuore non va per inteso come qualcosa di
circoscritto in una precisa parte del corpo. Linsieme di tutta la forza vitale che risiede
nelluomo va intesa come cuore. La forza della vita, nel suo complesso, pu essere
chiamata cuore. Con questo termine possiamo indicare anche la Via di coloro che hanno
imparato ad amare perch hanno saputo fare silenzio e rendersi disponibili
allascolto di Colui che guida. Il silenzio che ci consente di ascoltare, custodire e
meditare il mezzo per ricondurci a ci che vale di pi e farci ritrovare il senso del
divino. importante usare vari momenti della giornata nei quali volgersi in silenzio alla
propria Voce interiore e rinsaldare il legame con Dio, soprattutto prima di iniziare la
giornata e prima di concluderla. In questi momenti possiamo affidare il nostro intero
essere a Dio ripetendo mentalmente e meditando la seguente formula:
Ti offro la mia mente cos che Tu possa pensare attraverso di me.
Ti offro i miei occhi cos che Tu possa vedere attraverso di me [e cos per gli altri
quattro sensi: udito, gusto, tatto, odorato].
Ti offro il mio cuore cos che Tu possa amare attraverso di me.
Ti offro la mia lingua cos che Tu possa custodire il mio silenzio e parlare attraverso di
me.
Ti offro le mie mani e i miei piedi cos che Tu possa agire attraverso di me.
Ti offro la mia sessualit cos che Tu possa guidarmi verso una maggiore felicit, il mio
cuore restare sempre aperto, il mio senso di responsabilit e la mia saggezza non venire
mai meno.

57

Non appena sentite di vivere lesperienza di essere sbilanciati da qualcosa che qualcuno
ha detto o fatto, prima di lasciare che ci abbia presa su di voi e intacchi negativamente
il vostro stato interiore, elevate immediatamente la vostra coscienza. Chiamate subito
Dio, la vostra Sorgente infinita ed eterna, e fate in modo che il vostro cuore e la vostra
mente, che tutto il vostro essere si posino su di Lui, cos da avvertire la Sua Divina
Presenza. Chiedete la Sua energia, cos che possa scorrere dentro e attraverso di voi.
Non abbiate timore di chiedere prima di poter ricevere. Poco importa dove siete e cosa
fate, perch Dio sempre con voi, pi vicino del vostro stesso respiro. Quando vi
trovate in una situazione negativa, lasciate aperto il cuore, non permettete che si chiuda,
e orientate subito i pensieri verso di Lui e il Suo Divino Amore. Mettete alla prova
questo suggerimento e abbiate fiducia nella vostra capacit di fare qualsiasi cosa e di
reagire positivamente a ogni influenza negativa perch attingete ogni bene dalla vostra
Sorgente.

[13]
Non fare paragoni fra te e gli altri: la vita diventa pi semplice quando smettiamo di
cercare di essere quello che non siamo, realizziamo di essere unici e diamo il meglio di
noi stessi diventando parte del tutto. Raffrontarci con altri pura follia perch il
Sentiero che ci ha condotto al punto in cui siamo completamente diverso per ognuno
di noi, cos come sono diverse le lezioni che siamo qui per imparare. Lo stress e la
tensione si dissolvono solo quando possiamo essere noi stessi. Ci vuole un po di tutto
per fare un mondo e il Piano necessita che ognuno di noi, portatore delle proprie qualit
ed esperienze, sia diverso e svolga la sua parte con il cuore aperto e rivolto al bene del
tutto. Ognuno badi a se stesso e sia onesto nellesaminare se le azioni riflettono
veramente i pensieri, le parole e ci che sente. Non invidiate nessuno e non pensate che
ci siano persone pi fortunate di voi, perch ogni essere umano su questa Terra, per
quanto felice, dotato o benestante possa apparire, ha problemi che spesso neanche
immaginiamo e di certo ha avuto in questa vita, come in precedenti incarnazioni, una
serie innumerevole di perdite, sconfitte e frustrazioni. Spesso ci fermiamo alla
superficie delle cose e non realizziamo che dietro ogni essere ci sono una lunga storia e
innumerevoli quanto complicate connessioni karmiche. Evitiamo dunque ogni paragone
con gli altri e che ognuno abbia a cuore la divinit che porta dentro e il proprio
cammino.
Non modellatevi secondo gli altri, soprattutto non invidiate le persone che oggi
dispongono di tanto denaro e di tante propriet, perch questi saranno un fardello
nellEra che a breve verr inaugurata. In tutte le aree della vita sono gi in corso
mutamenti radicali basati sulla cooperazione e sulla condivisione, cio sul fatto che
siamo ununica umanit e che quindi il cibo, le risorse, lenergia, la tecnologia,
leducazione e la cultura appartengono a tutti e devono essere condivisi. Il crollo alle
porte ed necessario che sempre pi persone inizino a pensare in termini di
cooperazione e condivisione. Non appena lumanit sentir di aver toccato il fondo e di
non poter compiere nessun altro passo avanti, capir che non esiste migliore occasione
per ricominciare tutto daccapo. Non fatevi cogliere impreparati, siate aperti e ricettivi,
pronti ad andare incontro a un altro modo di concepire lesistenza. Spesso necessario
uno sconvolgimento di grande portata per giungere a un modo di vivere completamente
nuovo, ma le persone si accorgeranno di quanto sia facile abituarsi rapidamente al
cambiamento se consapevoli del fatto che si tratta della soluzione migliore.

58

[14]
Samastha Lokah Sukhino Bhavantu: possano tutti gli esseri dei mondi essere felici.
Nel 2008 il Premavatar di Puttaparthi modifica il Mantra per la Pace Universale,
includendo cos tutti i mondi. Questo un Mah-mantra che racchiude il sentimento
Cosmico dellUnit e il fatto di accogliere nel cuore lidea di Infinito, cos da pensare
sempre in grande scala. Il suo significato potr essere decifrato meglio tra qualche anno,
quando lIstruttore che conoscete parler della bellezza di accogliere lidea dellInfinito
e degli innumerevoli mondi con e senza forma che popolano lUniverso. Samastha
Lokah Sukhino Bhavantu esprime limportanza di essere in comunione e in amicizia con
tutti gli esseri. Esprime la grandezza maestosa di un Cosmo che non conosce ristagno e
accoglie tante forme di vita o stadi quanti sono i livelli della coscienza. Lo spirito
migliore alimenta la propria energia immergendosi nellInfinito, la cui comprensione
non lo separa dalla Terra, ma gli apre sempre nuove possibilit. Il confronto con
lInfinito e lapertura del cuore agli innumerevoli mondi eleva la coscienza e restituisce
reali dimensioni alle nostre pene e ai nostri trionfi. Porsi nella prospettiva dellunit e
della comunione con gli esseri di tutti i mondi significa porsi in sintonia con il bene pi
elevato che dentro di noi.

[15]
Pensare il bene, vedere il bene, sentire il bene, fare il bene.
Colui che si aperto alla luce fa in modo che a lui venga sempre pi luce. Il lavoro da
compiere quello di lasciare crescere la luce che abbiamo dentro e le nostre positivit
collegate a questa giorno per giorno. Occorre far s che diventino sempre pi grandi e
che procurino intorno a noi un nuovo campo energetico, capace di attrarre ci che loro
affine, soprattutto le anime pi aperte, quelle pi avanti sul Sentiero e che portano
ancora pi luce nella nostra vita. Bisogna avere cura di coltivare questa luce e
riconoscere che non solo la portiamo dentro, ma che dappertutto, onnipervadente.
LAvatar ci ha insegnato che vivere in essa significa vivere secondo Prema (amore),
Sathya (verit), Dharma (rettitudine), Shanti (pace) e Ahimsa (non-violenza), stabilendo
cos un collegamento con lOrigine. Il S vive di gioia e per dare, ma la sua ricerca
costa alluomo molte fatiche e forza, richiede tutto il suo impegno. Tale sforzo porta alla
rettitudine, la rettitudine alla verit, la verit alla pace, la pace alla non-violenza, la nonviolenza allamore. Queste cinque virt cardinali costituiscono la guida completa per il
comportamento e grazie a esse luomo pu tendere verso la piena felicit.
Ricordate che non possibile costruirsi una felicit autentica sullinfelicit altrui. Fate
in modo che la vostra aspirazione a una vita pi felice e pi appagante includa sempre
gli altri, vicini o lontani che siano. Colui che intende perseguire la propria realizzazione
a scapito degli altri, per esempio sullo sfruttamento diretto o indiretto degli uomini,
degli animali o dellambiente, non solo mancher lobiettivo, ma dovr anche fare i
conti con molto karma negativo accumulato, dato che le premesse da cui parte non sono
in linea con il Dharma. Trattate dunque ogni essere nello stesso modo in cui vorreste
essere trattati voi e vivete in armonia con la Legge del Dharma. Colui che sfrutta le
proprie particolari capacit e possibilit per accontentare a spese degli altri i propri
interessi e le proprie esigenze sempre destinato a fallire.

[16]
Non ci sono altre vie.
Colui che ritiene che Dio e il Suo Dharma non esistano, attraversa la vita chiudendo gli
occhi cos che presto o tardi non solo si trover a urtare contro ostacoli procurandosi
59

molta sofferenza, ma si far coinvolgere in Maya al punto di non vedere pi alcuna via
duscita. Se invece si decide per Dio e il Suo Dharma, il Signore guider i suoi passi
accorciando il tempo che gli occorre per giungere a Lui. In verit esistono due
possibilit, ma solo una via. Alla fine potete solo decidere di ritardare a imboccarla,
costruendovi quelle catene che ogni uomo si procura a causa della sua ignoranza, catene
con cui si fa poi legare dalle conseguenze del suo agire. di questo che ci si rende
conto mentre si incamminati sul Sentiero. come essere rinchiusi allinterno di un
grande imbuto rovesciato nella cui base, data lampiezza, abbiamo come lillusione che
ci siano tante vie che possiamo seguire. Colui che si intrattiene a questo livello e non
compie alcuno sforzo per risalire valuta tutto secondo una mentalit mondana e finisce
per smarrirsi. Solo colui che si innalza per trovare limbocco per uscire si accorge che
pi sale, pi lo spazio interno si restringe. Ed elevandosi ancora si rende conto che
esiste una sola via duscita: Dio. Questo non significa che dobbiamo voltare le spalle al
mondo, ma vivere in esso dando a Lui il primo posto. La vera sicurezza sapere che nel
mondo non c alcuna sicurezza o permanenza cui aggrapparsi. Dare a Dio e al servizio
al prossimo il primo posto la cosa pi saggia che un uomo possa fare. Non c dubbio
che il denaro serva e non c niente di male nellavere dei desideri, ma tutto questo deve
essere fatto seguendo i princpi del Dharma. Date al denaro la giusta importanza, ma
non mettetelo al primo posto n attribuitegli un eccessivo significato. Il prossimo che
voi potete rendere felice rappresenta la vostra vera ricchezza e nessun bene che fate agli
altri andr mai sprecato.

[17]
Valutare ma non giudicare.
Non proclamate grandi verit senza riflettere o con troppa enfasi, mostrate piuttosto con
il vostro comportamento che attribuite loro valore e che ne siete guidati. Evitate di
commettere gli stessi errori che rimproverate agli altri e non chiedete loro di conseguire
certi livelli che voi stessi siete riluttanti a raggiungere. Parlate poco, poich la maggior
parte dei malintesi sorgono a causa di parole dette incautamente, senza averci riflettuto
bene. Il vincolo della fratellanza si rafforza quando evitate di criticare il prossimo,
parlate meno e siete pi attenti alle parole che usate. La maggior parte delle persone
solita criticare e parlare troppo, predica ci che non pratica e quasi mai rappresenta un
chiaro esempio delle virt che insegna. Criticare gli altri e cercarne gli errori oscura il
cuore, vi carica di negativit e abbassa il vostro livello di energia. Cercate piuttosto i
vostri errori e tenete a mente che i difetti che vedete negli altri sono in realt i vostri
stessi difetti, non sono altro che i riflessi dei tratti della vostra personalit. Valutare ma
non giudicare significa vedere il positivo negli altri senza essere ingenui e frequentare il
prossimo con sapiente e paziente amore, con locchio che sa delle difficolt dello
sviluppo umano e, proprio in virt di questo, riesce ad andare oltre certi lati oscuri o
poco chiari.

[18]
Lamore riconosce lamore.
Uno dei motivi principali per cui le persone non migliorano e non elevano la qualit
della loro energia che si concentrano di pi sui vizi, sulle negativit e sui limiti che
ritengono di vedere nel prossimo (e dunque in se stessi). Se finiscono per non ottenere il
miglioramento che si auspicano perch pensano di pi a quello che non vogliono.
Basterebbe che ascoltassero di pi e con pi attenzione i loro pensieri e le parole che
pronunciano per arrivare a comprenderlo. Si stupiscono quando realizzano davvero che
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la loro vita uno specchio che riflette i loro pensieri prevalenti, i quali rappresentano il
primo strumento per trasformare lesistenza. Lobiettivo di una sana educazione
aiutare luomo a costruirsi unimmagine di se stesso e una linea di azione da perseguire
che lo facciano sentire al pieno delle sue energie, che lo facciano sentire vivo e lo
entusiasmino. Essere felici appartiene allessenza delluomo. Se vi possibile, evitate
dunque di rimuginare sugli errori del passato e di riportare alla memoria fatti spiacevoli
che accrescono solamente la vostra sofferenza. Attingete consolazione e forza da ricordi
piacevoli e dalla costruzione di unimmagine positiva di voi stessi. Visualizzate voi
stessi quando siete al vostro meglio ed esaminate con la mente le vostre migliori qualit,
tutte quelle che emergono quando fate azioni meritevoli. Osservate come vi sentite pi
vivi e pieni di forze quando rendete pi sereni e felici il vostro partner, i vostri figli e il
vostro ambiente. Decidete fin dora di coltivare solo pensieri buoni, sceglieteli
accuratamente e fatelo divertendovi. Esercitatevi a emettere pensieri divini di amore, di
gioia, di bellezza e di abbondanza, cos da attrarre magneticamente tutto ci che si trova
sulla stessa frequenza, cio il meglio che la vita pu offrire. Vivete questo processo di
trasformazione interiore come un libero fluire privo di tensione.

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