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"L'Accademia platonica in età ellenistica. Il problema gnoseologico (Seconda parte)", articolo di Andrea Braggio pubblicato nella Rivista Italiana di Teosofia, anno LXXII, n. 4, aprile 2016, pp. 18-20.
Titolo originale
L'Accademia platonica in età ellenistica. Il problema gnoseologico. (Seconda parte)
"L'Accademia platonica in età ellenistica. Il problema gnoseologico (Seconda parte)", articolo di Andrea Braggio pubblicato nella Rivista Italiana di Teosofia, anno LXXII, n. 4, aprile 2016, pp. 18-20.
"L'Accademia platonica in età ellenistica. Il problema gnoseologico (Seconda parte)", articolo di Andrea Braggio pubblicato nella Rivista Italiana di Teosofia, anno LXXII, n. 4, aprile 2016, pp. 18-20.
Rivista Italiana
di Teosofia
ANNO LXXILN. 4, APRILE 2016L’Accademia platonica in eta ellenistica
Il problema gnoseologico
seconda parte
ANDREA BRAGGIO
Scetticismo e visioni della non-dualita
fon
nti
i argomenti tradizionali scettici, fon:
dati su illusioni sensoriali prov
dalla confusione di due realta appa-
rentemente identiche o sull'esistenza di sit
zioni in cui Cuomo crede di percepire cid che
non esiste, sono largamente usati dagli Accade-
ici. Essi adducono esempi di oggeiti partico-
larmente difficli da distinguere ~ due gemelli o
ue uova identiche —argomentando che, in casi
di
non confondere I'uno con altro. I primi filoso-
del genere, non possiamo mai essere sicu
fi stoici rispondono abbinando la rivendicacione
nvtajisica, per cui i singoli oggetti non possono
mai essere completamente identi, alla rivendi-
cazione epistemologica, per cu fficili
casi addotti, un osservatore ben prepa a
anche ne
in grado di distinguere le differenze: una ma-
dre sara, per es
Tuno e quale sia V'altro dei suoi fighi gemelli un
smpio, in grado di dire quale sia
in grado di dist
Te nova delle sue galline. Da una parte, 6 equi-
vale a sostenere che, persino in eixcostanze cost
Aiffcii,& possibile ave
lubicabili, dallaltra, che se tutto cid che la
rappresentazione catalettica ci rivela @ confor
c impressioni cognitive
me all'oggetto € ne attesta la real, non per
questo essa ne esaurisce tutti gli aspeti, Lévy
riporta Pesempio tratto dall’opera Lsuculladi Ce
cerone in cui Vesperto di pittura, che osser
con ena tin quadro, riesce a individuare molti
pit particolari di un occhio inesperto!. Per gti
Sto
j la rappresentazione catalettica costituisce
‘normalita” della conoscenza sensibile, anche
se, per giungere a essa, pud essere richiesta una
sorta di “costruzione” che ha Veffetto di mod
ficare la rappresentazione stessa, proprio come
awiene quando, davanti a un q)
a fuoco particolari che sfuggono
La dotrina stoic ritiene cos di appellarsi al
inche se ammette che nel sogno
stati alterati di coscienza il soggetto scam-
Virveale per reale, questi casi restano pu
sempre delle eecezioni, che non rientrano nek
le forme di rappresentarione eatalettica
tolgono credibilta alle vere ¢ proprie rappre-
sentazioni catalettiche. Per questo insorgono
contro gli Aecademiei che, nel privilegiare tal
stati, finiscono per trarne conclus
aller possa
dire con certezza che la rappresentazione dal
soggetto unimmagine esatta della real
Iriferimento a questi esempi da parte degli
Aceacl
altri
buon senso ¢,
nici potrebbe derivare dalla conascen-
za di insegnamenti rekaii allo stato di veglia,
sogno e sonno profondo di correnti filosofiche
indiane non