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La pretura
Molto discusso tra gli storici il problema dellistituzione
dei pretori.
Stando alletimologia del termine (praetor da prae-itor,
cio colui che va innanzi), in origine nellantica Roma i
pretori sarebbero stati i due magistrati supremi che ave-
vano il comando dellesercito e avrebbero assunto il
nome di consules solo nel 367 a.C., quando la denomi-
nazione di praetor
1
rimase riservata a un magistrato
inferiore, il praetor urbanus, il cui compito fu lam mini-
strazione della giustizia a Roma. Il pretore, inoltre, so-
stituiva i consoli in caso di loro assenza dalla citt.
Il pretore era dotato di imperium, ma aveva solo sei lit-
tori (a indicare che il suo potere era inferiore a quello dei
cosolin
In origine la carica era accessibile solo ai patrizi e vi fu-
rono ammessi i plebei a partire dal 337 a.C.
Con lespansione dellimpero e il contatto con popoli
11 lorganizzazione politica a roma
5 Istituzione del consolato (B)
L. Taquinius Superbus regnavit annos quinque et viginti. Regnatum Romae ab condita Urbe ad libera-
tam annos ducentos quadraginta quattuor. Duo consules inde comitiis centuriatis a praefecto urbis ex
commentariis Ser. Tulli creati sunt: Lucius Iunius Brutus et Lucius Tarquinius Collatinus.
Livio, Ab Urbe condita 1, 60
6 Istituzione del consolato (C)
Libertatis autem originem inde magis quia annuum imperium consulare factum est quam quod demi-
nutum quicquam sit ex regia potestate numeres. Omnia iura, omnia insignia (insegne dei re) primi con-
sules tenure; id modo cautum est ne, si ambo fasces haberent, duplicatus terror videretur. Brutus prior,
concedente collega, fasces habuit; qui non acrior vindex libertatis furat quam deinde custos fuit. Omnium
primum (= Soprattutto) avidum novae libertatis populum, ne postmdum ecti precibus aut donis re-
giis posset, iure iurando adgit
1
neminem Romae passuros regnare.
Livio, Ab Urbe condita 2, 1
1. iure iurando adgit: iure iurando adigere signica costringere qualcuno a giurare. Costruisci: iure iurando adgit populum,
avidum novae libertatis, ne postmdum posset ecti precibus aut donis regiis, passuros (= passurum esse) neminem regnare
Romae (osserva che passuros riferito al collettivo populum).
D. CHILLEMI, M. CHIARELLO, Lingua communis 2011 SEI Societ Editrice Internazionale
CHE COSA RIPASSARE
a. numerali
b. determinazioni di tempo
CHE COSA RIPASSARE
a. comparativi
b. congiuntivo indipendente
c. ablativo assoluto
Il pretore era dotato di imperium, ma aveva solo sei lit-
tori (a indicare che il suo potere era inferiore a quello dei
consoli).
1. Il termine ricorre per la prima volta in Livio, Ab Urbe condita 3, 55.
Rilievo rafgurante i littori: muniti di scuri
e fasci di verghe, costituivano una scorta
armata che precedeva dapprima i re,
quindi i magistrati maggiori.
12 Lorganizzazione politica a roma
D. CHILLEMI, M. CHIARELLO, Lingua communis 2011 SEI Societ Editrice Internazionale
CHE COSA RIPASSARE
a. ablativo assoluto
b. valori del participio
c. valori di cum
LEGGIAMO I TESTI
7 Ruolo del pretore Caio Anicio
nella seconda guerra macedonica
Philippo, rege Macedoniae, mortuo, qui et adversum Romanos bellum gessrat et postea Romanis contra
Antiochum auxilium tulrat, lius eius Perseus in Macedonia rebellavit ingentibus copiis ad bellum pa-
ratis. Nam adiutores habebat Cotyn, Traciae regem, et regem Illyrici, Gentium nomine. Romanis autem
in auxilio erant Eumnes, Asiae rex, Ariaratus Cappadociae, Antiochus Syriae, Ptolomaeus Aegypti, Ma-
sinissa Numidiae. Prusias autem Bithyniae, quamquam sororem Persei uxorem habret, utrisque se ae-
quum praebuit. Dux Romanorum P. Licinius consul contra eum missus est et a rege gravi proelio victus.
Neque tamen Romani, quamquam superati, regi petenti pacem praestare voluerunt, nisi his condicioni-
bus: ut se et suos senatui et populo Romano dedret. Mox missus contra eum L. Aemilius Paulus consul
et in Illyricum C. Anicius praetor contra Gentium. Sed Gentius, facile uno proelio victus, mox se deddit.
Mater eius et uxor et duo lii, frater quoque simul in potestatem Romanorum venerunt. Ita bello intra
XXX dies perfecto ante cognitum est Gentium victum, quam coeptum bellum nuntiaretur. Cum Perseo
autem Aemilius Paulus consul III Nonas Septembres dimicavit vicitque eum, viginti milibus peditum eius
occisis. [] Ipse rex, cum deserertur ab amicis, venit in Pauli potestatem.
Eutropio, Breviarium4, 6
Lavoriamo sul testo
1. eius: perch eius e non suus? 2. adiutores: indicane
il valore logico-sintattico. 3. ut dedret: di che tipo
di proposizione si tratta? 4. Trascrivi il paradigma e il
signicato dei seguenti verbi.
gero, -is, .........................................................................
mitto, -is, .........................................................................
vinco, -is, .........................................................................
peto, -is, .........................................................................
stranieri, accanto al praetor urbanus venne aancato, nel 242 a.C., il praetor pe-
regrinus; il primo si occupava di amministrazione della giustizia tra cittadini ro-
mani, il secondo delle controversie fra cittadini romani e stranieri o fra stranieri.
Con la creazione delle province della Sicilia e della Sardegna, il numero dei pre-
tori fu portato a quattro e due di essi vennero inviati come governatori di quelle
province, dove, in quanto magistrati cum imperio, ebbero anche il comando di un
esercito. Il numero dei pretori crebbe poi a otto al tempo della dittatura di Silla
(82-79 a.C.), il quale ad loro lincarico di presiedere le questiones perpetuae, tri-
bunali permanenti con giurisdizione in materia criminale, composti da senatori
o cavalieri. Con Cesare il numero dei pretori crebbe no a sedici.
I pretori erano eletti dai comizi centuriati con mandato annuale, alla scadenza
del quale, in qualit di propraetores, potevano governare una provincia dellim-
pero che veniva assegnata o dal senato o per sorteggio.
Allinizio del suo mandato annuale, il praetor urbanus emanava un editto, detto
edictum perpetuum, che conteneva i criteri secondo cui intendeva esercitare
il suo mandato; la serie degli edicta perpetua costituisce di fatto la base del diritto
romano.
Ricostruzione
di fascio littorio
con verghe e scure.
La dittatura
Secondo la tradizione, Roma introdusse la dittatura agli
inizi del V secolo a.C., al tempo della guerra contro i La-
tini (498-493 a.C.). La dittatura era una carica straordi-
naria, conferita a un ex console da un console in carica
o dal senato in caso di grave pericolo per lo stato.
Il mandato durava per un periodo limitato, al massimo
sei mesi, alla ne dei quali il dittatore ritornava alle sue
consuete occupazioni. La brevit della durata di tale
mandato aveva il preciso intento di evitare che la ditta-
tura degenerasse a poco a poco in monarchia. Dopo la
cacciata dei re, infatti, i Romani, convocati in assemblea
dal console Giunio Bruto, si impegnarono con giura-
mento a non tollerare che nessuno in Roma fosse re e po-
tesse mettere a rischio la libert conquistata.
Il dittatore assumeva gli stessi poteri dei consoli, che per
tutto quel periodo deponevano il loro mandato. Essendo
dotato di imperium, era preceduto da ventiquattro lit-
tori che portavano i fasci e le scuri, emblema del potere
di vita e di morte. Altri suoi attributi erano la toga prae-
texta e la sella curulis.
Le sue sentenze di morte erano inappellabili; le sue deci-
sioni non richiedevano lapprovazione n del senato n delle assemblee popolari.
Una volta eletto, il dittatore sceglieva, come suo aiutante, il comandante della cavalleria (magister equi-
tum), che aveva le stesse prerogative del dittatore (imperium, toga praetexta, sella curulis, littori anche
se solo sei) e una certa indipendenza, anche se era subordinato a
questo. Il mandato del magister equitum scadeva insieme a quello
del dittatore.
I Romani ricorsero in rare occasioni alla nomina di un dittatore. La
tradizione ne ricorda soprattutto tre: Lucio Quinzio Cincinnato, che
nel 458 a.C. con unazione fulminea sbaragli gli Equi che tenevano
assediato lesercito Romano sul monte Algido; Marco Furio Camillo,
che con un esercito di ventimila uomini nel 390 a.C. salv Roma dal-
linvasione dei Galli; Quinto Fabio Massimo, detto il Temporeggia-
tore, che, dopo la grave scontta dei Romani presso il lago Trasimeno
(217 a.C.), con la tattica della guerriglia inisse gravi perdite alleser-
cito di Annibale, impedendogli di porre in stato di assedio la citt di
Roma.
Dopo lesperienza della dittatura di Silla (82-79 a.C.), caratterizzata da
vendette e massacri, nel 44 a.C., dopo la morte di Cesare, su propo-
sta di Marco Antonio questa magistratura venne abolita.
13 lorganizzazione politica a roma
D. CHILLEMI, M. CHIARELLO, Lingua communis 2011 SEI Societ Editrice Internazionale
Statua che ritrae il dittatore
Lucio Quinzio Cincinnato.
Statua del dittatore
Quinto Fabio Massimo.
14 Lorganizzazione politica a roma
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CHE COSA RIPASSARE
a. cum narrativo
b. proposizioni relative
CHE COSA RIPASSARE
a. cum narrativo
b. ablativo assoluto
c. proposizioni interrogative indirette
LEGGIAMO I TESTI
8 Istituzione della dittatura (A)
Nono anno
1
post reges exactos, cum gener Tarquinii ad iniuriam soceri vindicandam ingentem collegis-
set exercitum, nova Romae dignitas est creata, quae dictatura appellatur, maior quam consulatus. Eodem
anno etiam magister equitum factus est, qui dictatori obsequeretur (mettersi agli ordini di). [] Dicta-
tor Romae primus fuit T. Larcius, magister equitum primus Sp. Cassius
Eutropio, Breviarium1, 12
1. Nono anno: secondo Eutropio, listituzione della dittatura sarebbe da collocare nel 501 a.C.
9 Istituzione della dittatura (B)
Eo anno, cum per ludos ab Sabinorum iuventute per lasciviam scorta raperentur, concursu hominum
rixa ac prope proelium fuit, parvaque ex re ad rebellionem (ripresa delle armi) spectare videbatur. Super
belli Sabini metum, id quoque accessrat, quod triginta iam coniurasse populos concitante Octavio
Mamilio satis constabat. In hac tantarum exspectatione rerum sollicita (turbata) civitate, dictatoris pri-
mum creandi mentio orta. Sed nec quibus consulibus quia ex factione Tarquiniana essent id quoque
enim traditur parum creditum sit nec quis primum dictator creatus sit satis constat. Apud veterrmos
tamen auctores T. Largium dictatorem primum, Sp. Cassium magistrum equitum creatos invenio. Con-
sulares legre, ita lex iubebat de dictatore creando lata. [] Creato dictatore primum Romae, postquam
praeferri secres viderunt
1
, magnus plebem metus incessit, ut intentiores essent ad dicto parendum; neque
enim, ut in consulibus, qui pari potestate essent, alterus auxilium, neque provocatio erat, neque ullum
usquam nisi in cura parendi auxilium. Sabinis etiam creatus Romae dictator, eo magis quod propter se
creatum credidrant, metum incussit. Itque legatos de pace mittunt.
Livio, Ab Urbe condita 2, 18
1. viderunt: soggetto sottitnteso plebs, nome collettivo.
Lavoriamo sul testo
1. id quoque accessrat: che valore ha id? 2. Individua
e sottolinea le proposizioni innitive. 3. ad paren-
dum: di che costrutto si tratta e che valore ha?
4. dicto: che caso e come lo giustichi? 5. quod
credidrant: che tipo di proposizione ? 6. Trascrivi il
paradigma e il signicato dei seguenti verbi.
accedo, -is, .....................................................................
trado, -is, .........................................................................
pareo, -es, .........................................................................
incutio, -is, .....................................................................
15 lorganizzazione politica a roma
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Le magistrature minori
La questura
Questa magistratura, che costituiva il primo grado del cursus honorumed era priva di imperium(come
tutte le magistrature minori), risale allinizio della repubblica, allorch i consoli elessero direttamente
due coadiutori perch si occupassero della sicurezza pubblica con compiti di giurisdizione in materia pe-
nale (quaerre = inquisire).
In seguito, a partire dalla met del V secolo a.C., i questori furono eletti annualmente dai comizi tributi
e, dal 409 a.C., potevano essere scelti anche fra i plebei.
Dal tempo di Silla, i questori furono ammessi a far parte del senato.
Inizialmente, dunque, i questori erano due, poi passarono a quattro e il loro numero aument progres-
sivamente, no a raggiungere i venti al tempo di Silla. Cesare li port a quaranta, ma Augusto li ridusse
nuovamente a venti.
Ai due quaestores urbani, con compiti di polizia e di carattere amministrativo e nanziario (spettava a
loro la sovrintendenza dellaerarium populi Romani, compreso il controllo dei publicani, gli esattori delle
tasse), si rese necessario aggiungere numerosi quaestores provinciales, che seguivano i governatori delle
province con lincarico di riscuotere le tasse, dare la paga ai soldati, vendere il bottino o assumere anche
funzioni di governo in qualit di propretori.
I quaestores classici provvedevano alla otta, al controllo delle coste e al commercio delle derrate ali-
mentari che servivano ad approvvigionare Roma (annona).
I quaestores militares, inne, accompagnavano i consoli in guerra, provvedevano ai viveri per le truppe
e al pagamento dei soldati.
Nel periodo dellimpero le loro funzioni furono ridotte allorganizzazione dei giochi pubblici.
Ledilit
Gli edili, come sembra suggerire letimologia del termine stesso (aedes = tempio), in origine (intorno al
493 a.C.) dovevano essere magistrati a cui era adato il compito di sorveglianza del tempio di Cerere,
sede dellarchivio e del tesoro della plebe.
Eletti in numero di due come assistenti dei tribuni della plebe, gli edili inizialmente furono scelti soltanto
tra i plebei (aediles plebis), eletti nei concilia plebis. Nel 367 a.C., conseguita la parit di diritti tra patrizi
e plebei, ai due edili plebei furono aancati due aediles curules (cio con diritto alla sella curulis) patrizi,
eletti dai comizi tributi, che potessero gestire compiti sem-
pre pi vasti e urgenti in una societ con esigenze nuove
di ordine pubblico.
Agli edili fu adato il compito di polizia urbana e di ma-
nutenzione di strade, acquedotti, fognature e bagni pub-
blici; avevano inoltre compiti di sorveglianza nei mercati,
sui pesi e sulle misure. Inoltre fu dato loro lincarico di oc-
cuparsi della cura dei templi, del vettovagliamento della
citt, del controllo delle costruzioni di opere pubbliche,
dellorganizzazione dei giochi e degli spettacoli pubblici
(cura ludorum sollemnium).
Gli edili avevano il compito di organizzare i giochi,
compresi quelli che si tenevano nel Colosseo.
16 Lorganizzazione politica a roma
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Ledilit non costituiva una tappa necessaria nel cursus honorum; tuttavia questa magistratura, appunto
perch era connessa con la gestione degli spettacoli pubblici, rappresentava una carica molto ambita.
Ledile, infatti, in quanto edtor (o, come diremmo noi, sponsor) degli spettacoli, oltre al riconoscimento
del senato, si procurava fama e popolarit, di cui si sarebbe poi servito ai ni della carriera politica.
Durante il periodo imperiale ledilit decadde progressivamente: molti suoi compiti vennero trasferiti ai
pretori, ai questori o a speciali prefetture istituite da Augusto. Al tempo di Diocleziano
(284-305 d.C.) scomparve denitivamente.
Il tribunato della plebe
Il tribunato della plebe costituisce una tappa fondamentale nella
lunga e dura lotta dei plebei per il conseguimento della parit dei di-
ritti con i patrizi. I plebei erano cittadini romani, prestavano servizio
militare, ma non potevano accedere a nessuna magistratura, non
avevano diritto alla spartizione del bottino di guerra e dellager pu-
blicus, non potevano commerciare o contrarre matrimonio con per-
sone del patriziato. Loccasione per una clamorosa protesta si
present nel 494 a.C., al tempo della guerra contro i Volsci, quando
i plebei, oppressi dai debiti e stanchi per la prepotenza dei patrizi,
riutarono di arruolarsi e, decisi a mettere in crisi ogni settore della
vita pubblica, si ritirarono sul Monte sacro
1
, a circa 10 chilometri a
nord-est di Roma. Il ritorno in citt e alle loro mansioni si ebbe solo quando il senato riconobbe le loro
richieste formulate nelle leges sacratae, dette cos perch le disposizioni in esse contenute si fondavano
su un giuramento solenne e la loro violazione avrebbe comportato sacrilegio contro gli dei. Le leggi con-
templavano, oltre alla cancellazione dei debiti e alla liberazione dalla schiavit per insolvenza, anche
listituzione di due magistrati plebei
2
, che presero il nome di tribuni della plebe.
A partire dal 457 a. C. i tribuni della plebe furono dieci e questo numero rest praticamente invariato
nel tempo. Requisito fondamentale per diventare tribuno era lappartenenza alla plebe; se un patrizio
aspirava a tale carica, doveva preventivamente rinunciare al suo ordine di nascita.
Le leges sacratae riconoscevano ai tribuni della plebe i seguenti diritti:
ius auxilii, diritto di proteggere la loro classe contro eventuali abusi di leggi o magistrati;
ius intercessionis, diritto di veto su iniziative e leggi che potessero ledere i diritti dei plebei (gli unici
magistrati non soggetti allintercessio erano il dittatore e linterrex
3
);
ius coercitionis, diritto di agire in sede penale nei confronti di chi avesse attentato alle leges sacratae.
I tribuni della plebe erano sacrosancti, cio inviolabili: quanti avessero tentato di impedire lesercizio
delle loro funzioni o di trascinarli in giudizio per i loro atti pubblici sarebbero stati puniti con la morte.
Eletti in un primo tempo dai comizi centuriati e, dopo il 470 a.C., dai comizi tributi con elezioni annuali,
i tribuni della plebe convocavano e presiedevano le assemblee della plebe (concilia plebis) e i comizi tri-
buti (comitia tributa).
Il tribunato garantiva laccesso al senato; Augusto lo inser nel cursus honorum allo stesso livello del-
ledilit.
1. Secondo altri storici, i plebei si sarebbero ritirati sullAventino.
2. In seguito i tribuni della plebe divennero cinque e dopo il 457 a.C. crebbero no a dieci.
3. Linterrex era un magistrato provvisorio nominato dal senato, dotato di imperium, che veniva eletto al posto di un magistrato
superiore in caso di morte o malattia di questultimo; la sua carica durava solo cinque giorni.
Denario recante limmagine
di Gaio Celio Caldo, che fu
tribuno della plebe nel 107 a.C.
17 lorganizzazione politica a roma
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CHE COSA RIPASSARE
a. determinazioni di tempo
b. proposizioni relative
LEGGIAMO I TESTI
10 Istituzione del tribunato della plebe (A)
Sexto decimo anno post reges exactos seditionem populus Romae fecit, tamquam a senatu atque consu-
libus premeretur. Tum et ipse sibi tribunos plebis quasi proprios iudices et defensores creavit, per quos
contra senatum et consules tutus esse posset.
Eutropio, Breviarium1, 13
11 Istituzione del tribunato della plebe (B)
Agi deinde de concordia coeptum (est), concessumque in condiciones ut plebi sui magistratus essent sa-
crosancti, quibus auxilii latio (= diritto dintervento) adversus consules esset, neve cui patrum (patrizio)
capre (occupare) eum magistratum licret. Ita tribuni plebei creati duo, C. Licinius et L. Albinus. Hi tres
collegas sibi creaverunt. In his Sicinium fuisse, seditionis auctorem; de duobus, qui furint minus convnit.
Sunt qui duos tantum in Sacro monte creatos tribunos esse dicant, ibique sacratam legem latam.
Livio, Ab Urbe condita 2, 33
12 Misera condizione dei plebei
Sed et bellum Volscum imminebat, et civitas, secum ipsa discors, intestino inter patres plebemque agra-
bat odio, maxime propter nexos ob aes alienum. Fremebant se, foris pro libertate et imperio dimicantes,
domi a civibus captos et oppressos esse, tutioremque in bello quam in pace et inter hostes quam inter cives
libertatem plebis esse; invidiamque (malumore) eam sua sponte gliscentem (diondersi) insignis (par-
ticolarmente dolorosa) unus calamtas accendit. Magno natu quidam cum omnium malorum suorum
insignibus (segno visibile) se in forum proicit. Obsta erat squalore vestis, foedior corpo ris habtus pal-
lore ac macie perempti; ad hoc promissa barba et capilli eeravrant speciem oris. Noscitabatur (essere
riconoscibile) tamen in tanta deformitate, et ordines (eum) duxisse
1
aiebant, aliaque militiae decra
vulgo miserantes eum iactabant (celebrare); ipse testes honestarum (= combattute con onore) alquot
locis pugnarum cicatrices adverso pectore ostentabat. Sciscitantibus unde ille habtus, unde deformtas,
cum circumfusa turba esset prope in contionis modum, Sabino bello ait se militantem, quia propter po-
pulationes agri non fructu modo carurit, sed villa incensa furit, direpta omnia, pecra abacta, tributum
iniquo suo tempore imperatum, aes alienum fecisse (contrarre). Id
2
, cumulatum usuris, primo se agro
paterno avitoque exuisse, deinde fortunis aliis, postremo velut tabem pervenisse ad corpus; ductum se ab
creditore non in servitium, sed in ergastulum et carnicinam esse. Inde ostentare (= ostentabat) tergum
foedum recentibus vestigiis verbrum. Ad haec visa auditaque clamor ingens ortur. Non iam foro se tu-
multus tenet sed passim totam urbem pervadit.
Livio, Ab Urbe condita 2, 23
1. ordinem (ordines) ducre: comandare una centuria (essere centurione).
2. Id: riferito a aes alienum.
Lavoriamo sul testo
CHE COSA RIPASSARE
a. proposizioni completive
b. proposizioni infinitive
CHE COSA RIPASSARE
a. determinazioni di luogo
b. proposizioni interrogative indirette
c. discorso indiretto
1. ipsa: quale valore ha questo pronome? 2. Fremebant:
che tipo di proposizione regge? Quale ne il verbo e
quale il soggetto? 3. Sciscitantibus: quale valore ha
questo participio? 4. cum circumfusa turba esset: che
valore ha il cum in questo costrutto? 5. Individua gli
ablativi assoluti.