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Mensile del Master di giornalismo dell’Università di Torino-COREP. Direttore responsabile: Vera Schiavazzi. Anno 4. Numero 2. Febbraio 2008.

mero 2. Febbraio 2008. Registrazione Tribunale di Torino numero 5825 del 9/12/2004. E-mail: giornalismo@corep.it

AVVENTURE/1

Inseguendo “In fuga da Kabul


non per noia
ma per vivere
e studiare”

un’altra vita AVVENTURE/2


PAGINA 3

Su in vetta
o nelle grotte:
come perdersi
restando interi
PAGINE 4-5

AVVENTURE/3
In solitudine
e in silenzio,
la sfida
dei nuovi eremiti
PAGINA 12

IN COSTUME
Tutti pazzi
per la Storia
Sean Penn dietro la macchina dai Celti
AVVENTURE&FUGHE: DOSSIER DA PAGINA 2 A PAGINA 15 CON INTERVENTI
da presa durante la lavorazione
del film “Into the Wild” E INTERVISTE DI GIORGIO DAIDOLA, ANDREA GOBETTI E MASSIMO INTROVIGNE
al Settecento
PAGINE 16-17
P o s t e I t a l i a n e . S p e d i z i o n e i n A . p . 7 0 % - D. C . B . To r i n o - n . 1 / a n n o 2 0 0 8

VISTO DA NOI di Francesca Nacini CANTAUTORI


Testa: “Veltroni
Ossigeno nuovo in riva alla Stura non è proprio
Oltre la delinquenza, oltre le tossicodipendenze, care il male attraverso tutte le sfaccettature del innovativa? Nessuno spirito particolare, sembra il mio ideale.
oltre gli sceriffi che vogliono farsi giustizia da so- bello artistico, che nobilita l’animo e attira la suggerire il vivace programma che di mese in
li: al Parco Stura, più famoso come Tossic Park, c’è gente. mese annuncia gli eventi in calendario: solo una Però...”
una tenda che va oltre. È la tenda dello spazio Laddove fino a poco tempo fa regnava incon- grandissima voglia di reimpiantare il seme del- PAGINA 25
aperto “Ossigeno”. trastato il degrado, oggi ci sono gli abitanti del l’ottimismo dove regnava solo il grigiore della
Voluto dal Comune di Torino, in collaborazione quartiere impegnati in lunghe sessioni di ballo violenza e della droga.
con le tre associazioni cittadine Radar, Musica 90 liscio, ci sono i bambini, coinvolti in immaginifi- Nel 2011 il Parco Stura cambierà totalmente
e Spazio 211, “Ossigeno” è un grande contenitore che esperienze di gioco da attenti educatori, e ci identità per farsi primo campo pubblico di golf
di ogni forma artistica, ma anche e soprattutto di sono soprattutto i grandi eventi spesso unici in in Italia, e di “Ossigeno” resterà solo il ricordo. ISRAELE
ogni voglia di riscatto. Materializzato in un’enor- Italia. Sarà il ricordo di una riconversione magica?
me tenda da circo questo “non-luogo” di rinascita Il 4 marzo, per esempio, la tensostruttura treme- «No, non abbiamo certo la bacchetta magica “Perché chiedo
ospita al suo interno, quasi tutti i giorni, musica, rà al ritmo dell’inedita fusione musicale di Mike – frenano gli organizzatori – tuttavia, operando
teatro, cinema e molto altro, ri-ossigenando di Patton & ZU Quartet, per poi lasciarsi avvolgere contemporaneamente con specifici interventi
di non toccare
cultura un’area martoriata, che dovrebbe essere dai suoni di mille e uno gruppi d’avanguardia delle forze dell’ordine e attraverso questo presi- la Fiera dei libri
vissuta in modo positivo dalla cittadinanza. europei. dio fisso di iniziative, stiamo pian piano allonta-
La speranza di chi l’ha voluto è quella di soffo- Ma a quale spirito si ispira un’esperienza tanto nando la criminalità». Dando nuovo ossigeno. e delle idee”
PAGINA 25
2 febbraio ‘08

L’EDITORIALE
Accettare il rischio, non la distruzione
nista di Nelle terre estreme di John
Krakauer, da cui è stato tratto Into the
wild di Sean Penn.
La fuga di McCandless è un ritorno Dossier Fughe & Avventure pag. 3-15
ossessivo alle origini, mosso da un Fuggito da Kabul per vivere pag. 3
idealismo distruttivo, simile a quello
di certi estremismi religiosi. E’ il frut- Perdersi sotto e sopra la Terra pag. 4-5
to di un fanatismo devastante per sè
e per gli altri, senza alcuna speranza
Viaggi e miraggi pag. 6
di migliorare il mondo. Chi fugge in Il camion nel deserto pag. 8
questo modo diventa un
parassita sociale, uno che Il morso della scimmia pag. 9
non si vergogna di so- In cammino, pellegrini pag. 12
pravvivere alle spalle degli
altri, di uccidere animali Vita da roulotte pag. 15
per dimostrare a se stesso In copertina un’immagine dal set di Into the wild
di essere capace di procu-
rarsi il cibo, di utilizzare gli
strumenti tipici della civil-
Scoprire il segreto del tempo p. 16-17
tà che si nega, dalle auto
Sulle tracce del lupo pag. 19

C
i sono opere che in poche pagine nel destino di un’uma- ai treni. Per di più i rischi
dicono “tutto”. Una di queste è sta- nità afflitta da un so- dell’ambiente selvaggio
ta per me Elogio della fuga del bio- vraffollamento spaven- vengono affrontati senza Le donne al tempo della 194 pag. 21
logo francese Henry Laborit. Chi toso. Da 1 a 6,5 miliardi preparazione alcuna , con
ha le idee chiare ed è un uomo di scienza negli ultimi cento anni, la stoltezza e la superfi- La lunga giuris-pazienza pag. 22
come Laborit non ha bisogno di migliaia di + 20% di individui negli cialità di chi arriva da un
pagine. Il libro l’ho scoperto molti anni fa ultimi 10 anni del secolo modo di vivere da salotto “La politica dei quaquaraquà” pag. 23
per caso e l’ho letto in una notte, pur ap- scorso. Un sovraffollamento di tali dimen- borghese e si iscrive ad un corso breve di
partenendo a quella categoria di individui
che sono lentissimi nel leggere. O che non
sioni è la causa prima dell’inquinamento
e dell’effetto serra. L’attenzione dei gover-
survival. Fughe di questo tipo hanno ben
poco a che vedere con l’ascetismo dei sa-
Non sparate sulla Fiera pag. 25
hanno mai terminato di leggere Ulisse di nanti di qualsiasi sponda e di ambientalisti dhu indiani che contemplano il mondo
Joyce (che pure è un’opera esemplare sulla sempre più miopi si concentra invece sullo immobili nella posizione del loto. Il nostro La parola al muto pag. 26
fuga intesa come esilio volontario e come sviluppo della tecnologia e sull’aumento Mc Candless non è un pellegrino errante,
eterno pellegrinare). A proposito di lentez- dei consumi , dimenticando l’insostenibili- erede di una tradizione millenaria. E’ solo Lavatevi le mani di verde pag. 27
za (non solo nel leggere), un altro dei miei tà demografica, una vera bomba destinata un cattivo esempio per tanti giovani d’og-
libri favoriti è La scoperta della lentezza di a cambiare presto le sorti di questo mon- gi, desiderosi di uscire dai ghetti, attirati Donne e immigrazione pag. 28
Sten Nadolny. Il protagonista è nienteme- do sempre più piccolo. Se continuerà così, dal distruggere tutto, compreso se stessi.
no che l’ammiraglio John Franklin, un uo-
mo considerato “lento” fin da piccolo ma
la fuga diventerà pura utopia ed il futuro
sarà paragonabile ad un naufragio collet-
Immolarsi di fronte alla grandiosità della
natura come Mc Candless è senz’altro più
Il break che sa di classico pag. 29
che, proprio grazie alla lentezza unita ad
una intelligenza superiore visse avventure
tivo in un mondo ridotto ad un oceano di
immondizie. Nessuno dei potenti sembra
nobile che farsi scoppiare con un’ auto-
bomba, ma a ben vedere il risultato finale
Appuntamenti e lettere p. 30-31
straordinarie, fino a scoprire il famoso pas- preoccuparsi di questa catastrofe immi- non è molto diverso.
saggio a nord ovest. nente, che non interessa Molto diverso invece è il significato della
Combinando il pensie-
ro di Laborit con quello
di Nadolny, ne risulta il
Se la popolazione
continuerà a
il breve termine, ovvero
le strategie elettorali. Nei
paesi ricchi per rastrellare
fuga implicita nelle imprese dei grandi
esploratori, che spesso pagarono con la
morte la loro scelta.
CHI SIAMO
concetto a me molto voti si arriva addirittura a Anche lo svedese Andrée, che nel 1897
caro di “fuga lenta”, che crescere la fuga distribuire sussidi a chi fa fi- tentò di arrivare per primo al Polo Nord in
non è una moda elitaria gli, come antidoto ai gruppi pallone aerostatico, anche Scott che giun-
ma uno stile di vita che diventerà pura sociali più prolifici dei paesi se al Polo Sud nel 1911, cinque settimane
si contrappone all’at-
teggiamento frenetico
utopia poveri. Di fronte a questa
drammatica situazione,
dopo Amundsen, anche Mallory ed Irvine
che scomparvero sull’Everest nel 1924,
(proiettato allo sviluppo frutto dell’ingordigia e del- anche l’ammiraglio Franklin sono morti
senza fine di ogni cosa) che domina oggi la dilagante stupidità umana, l’alternativa come Mc Candless nella grande natura. Ma
il mondo. La scoperta della “fuga lenta” ha ad una ridicola esistenza da ribelle perden- sono morti nel tentativo di andare oltre i
influenzato profondamente la mia vita, te alla Don Chisciotte è quella di fuggire, limiti del conosciuto. Sono stati sfortunati,
sempre in bilico fra una normalità da pro- alla ricerca degli ultimi spazi liberi. ma hanno accettato fino in fondo il rischio
fessore universitario e una straordinarietà La fuga derivante dalla prima delle tesi-ve- come componente essenziale. Con riferi-
da fuggiasco viaggiatore fra le montagne rità di Laborit non ha neces- mento al suo folle pro-
ed i mari del mondo. La “fuga lenta” è insita sariamente conseguenze getto di arrivare al Polo
nel desiderio mai sazio di scoperta, che poi distruttive e si fonde con la McCandless Nord con un pallone An-
altro non è che una ricerca di libertà e di
beatitudine fra le grandiosità della natura.
voglia di scoprire che si ri-
trova in ogni epoca storica,
non è un vero drée diceva: “Pericoloso?
Forse. Ma che cosa valgo
La “fuga lenta” offre sensazioni uniche, che a prova del fatto che non si eroe, soltanto un io?”. Altri come Shackle-
non si possono descrivere, salvo dire che tratta di una moda. Questa ton con il suo capitano
offrono il sapore di esistere. fuga prevede un “ritorno”, cattivo esempio Worsley ce l’hanno fatta,
Ritornando a Laborit, fra le tante verità due
sono particolarmente importanti.
ricchi di un bagaglio di
esperienze per sé e per gli
per i giovani sono tornati grazie alla
bravura e al coraggio,
Futura è il mensile del Master di Giornalismo dell’Università di Torino.
Testata di proprietà del Corep. Stampa: Sarnub (Cavaglià).
La prima è che l’animale, di fronte al peri- altri. Ogni fuga di questo ma anche grazie ad un Direttore responsabile: Vera Schiavazzi.
colo fugge, e così dovrebbe fare l’uomo, se- tipo è “un privilegio della vita. Chi sa viverlo pizzico, o forse qualcosa di più, di fortuna. Progetto grafico: Claudio Neve.
guendo il suo istinto. L’uomo invece, spinto bene ritorna diverso” scrive il navigatore Tutti, vincitori e vinti, sono veri eroi. Segreteria Redazione: Sabrina Roglio.
dalle ideologie e dalla morale, affronta il Gèrard Janichon nel volume Voyages sans Leggendo i diari di Andrée, di Scott, di Comitato di redazione: Carlo Marletti, Riccardo Caldara, Eva Ferra, Carla Gatti,
pericolo, alla ricerca di un’affermazione o escale. Si tratta di un tipo di fuga utile al si- Shackleton provo profonda ammirazione. Antonio Gugliotta, Sergio Ronchetti, Vera Schiavazzi.
gratificazione della sua “prigione sociale”. stema, una “dissidenza concordata”. La storia di McCandless mi rattrista e basta: Redazione: Sergio Ronchetti, Emmanuela Banfo, Maurizio Tropeano, Battista
Nasce così il mito dell’eroe. Ma il vero eroe La stessa cosa non si può dire per la secon- è una sorta di antipasto della fine probabile Gardoncini, Paolo Piacenza, Silvano Esposito, Carla Piro Mander, Marco Trabucco,
è invece chi fugge come gli altri animali, da verità di Laborit, la fuga dal degrado del della storia di questa umanità. Un’umanità Maurizio Pisani, Andrea Cenni, Rodolfo Bosio, Anna Sartorio, Chiara Canavero, Lu-
misurandosi con mezzi leali con la natura. pianeta. E’ una ricerca disperata dell’uomo che invece continua ad offrirci la straordi- ca Ciambellotti, Gabriella Colarusso, Delia Cosereanu, Antonietta Demurtas, Ma-
La seconda è che quando si mettono trop- primitivo che è in noi, un rifiuto definitivo naria possibilità di fuggire “a tempo” , alla riagiovanna Ferrante, Agnese Gazzera, Ilaria Leccardi, Claudia Luise, Silvia Matta-
pi animali della stessa specie in uno spazio della civiltà industriale con il suo desiderio ricerca di un modo di vivere appassionato, liano, Tiziana Mussano, Francesca Nacini, Stefano Parola, Mauro Ravarino, Carlotta
ristretto essi diventano violenti, aggressivi, ossessivo di “benessere” e di “sicurezza” . sobrio ed intelligente, senza l’assurda pre- Sisti, Alessia Smaniotto, Rosalba Teodosio, Stefania Uberti, Mariassunta Veneziano.
uccidendosi l’un l’altro. Non ci vuole molto Si tratta di una fuga mistica, di un suicidio tesa di eliminare i rischi che, anche oggi, Contatti: futura@corep.it.
a capire che è meglio fuggire da simili ghet- più o meno inconscio, come quello di Chri- ogni vera avventura comporta. Sostengono ‘Futura’: Comune di Torino, Provincia di Torino, Regione Piemonte.
ti. Nè per vederne una chiara applicazione stopher McCandless, il giovane protago- Giorgio Daidola
febbraio ‘08
3 DOSSIER/FUGHE
& AVVENTURE

“Da Kabul sono fuggito


per vivere”
Lo sguardo qui accanto appartiene ad Ahmed, 17 anni, scappato
due volte dall’inferno afghano. Ecco il racconto della sua odissea.
Perché non sempre un ragazzo che viaggia lo fa per divertirsi

D
eath visits everywhere”. La mor- un gruppo di cinque persone per raggiun- bene, c’erano tanti altri stranieri che di-
te ti può far visita dovunque. «È gere un’isola greca. «Abbiamo comprato sturbavano. Allora siamo scappati e con
questo il proverbio inglese che un gommone a remi, ma nessuno di noi un treno siamo arrivati a Roma, dove ab-
mi ha dato coraggio durante i conosceva il mare né sapeva remare, era- biamo dormito un paio di settimane in
miei lunghi viaggi, nei momenti più diffi- vamo terrorizzati. Era notte, faceva freddo, un parco vicino al Colosseo. Infine, dopo
cili, anche quando sono arrivato davanti al le onde erano altissime». esserci divisi, io sono arrivato a Torino. Era
mare e ho dovuto attraversarlo a bordo di Caricati vicino a riva da una nave più gran- l’agosto del 2005».
un piccolo gommone. La paura di tornare Oggi Ahmed è affidato a una famiglia e
indietro era più forte delle grandi onde che
mi aspettavano».
“Mi consolo frequenta il secondo anno di un istitu-
to professionale. Parla correntemente
C’è chi parte per un’avventura per fuggire
da una realtà troppo complessa e asfissian-
con un proverbio: sei lingue, il dari (una lingua afgana), il
pashtun, il persiano, un dialetto indiano,
te. C’è chi lascia casa e famiglia alla ricerca
di un momento di spiritualità. C’è chi sfida
Death visits l’inglese e l’italiano. E intanto studia il
francese e lo spagnolo. In Inghilterra non
pericoli e ignoto per sentire sulla pelle il
brivido del rischio. Quella di Ahmed è una
everywhere è mai arrivato, ma in Italia si trova bene
e ha tanti amici. «In questi anni sono
storia diversa. Ha diciassette anni e viene
dalla città di Ghazni, nel centro dell’Afgha-
La morte cambiato. Quando ero piccolo vedevo la
gente che faceva la guerra e anch’io vo-
nistan. Il suo volto ha tratti orientali e occhi
a mandorla, tipici dell’etnia hazara. La sua è
ti può far visita levo prendere le armi in mano per com-
battere. Oggi non lo farei mai». E quando
una fuga dalla guerra, nata per rincorrere
il sogno di studiare, quando anche l’istru-
dovunque” gli chiediamo che cosa hanno lasciato
nella sua memoria le lunghe traversate,
zione nel suo paese era diventata un diritto Ahmed risponde: «Credo che siano sta-
per pochi. de, Ahmed e compagni sono accolti allo te utili, anche se a tratti si sono rivelate
«Sono scappato dall’Afghanistan due vol- sbarco dalla polizia greca che prende loro un disastro. Quando la gente mi dice
te. La prima a nove anni, quando i talebani le impronte digitali e li porta in un centro che sono un bravo ragazzo mi vengono
al potere avevano chiuso le scuole. Allora i di accoglienza. «Eravamo tanti, non c’era- in mente i miei genitori. Li ringrazio per
miei genitori hanno pensato di mandarmi no servizi igienici. Siamo stati lì tre mesi, aver pensato al mio futuro».
in Pakistan, a vivere da un amico di fami- dopodiché ci hanno dato un foglio di via. Ilaria Leccardi
glia». Ma anche in Pakistan Ahmed non rie- Entro un mese saremmo dovuti tornare
sce a studiare, non ha i documenti regolari in patria». L’unico modo per proseguire
e non può frequentare la scuola. Allora la il viaggio era andare a Patrasso e provare
famiglia sceglie per lui un’altra strada: pro- a imbarcarsi su una nave diretta in Italia SULLA STRADA DELLA LIBERTÀ. A lato:
vare a chiedere asilo politico in Australia. sfruttando la presenza dei camion che tro- una donna afghana con indosso il burqa
Ma in Australia Ahmed non ci arriverà mai. vano posto nelle grandi stive. «Ho provato cammina con accanto il figlioletto.
«Con documenti falsi e insieme a un signo- come fanno in tanti ad attaccarmi sotto Quello che ha percorso Ahmed è un
re che si è finto mio padre sono andato in il camion, ma la polizia mi ha scoperto e tragitto comune a tanti ragazzini che, da
Malesia e poi in Indonesia. Lì però la poli- mi ha anche picchiato. Alla fine, insieme a quel Paese, decidono di venire in Italia.
zia ci ha fermati, ci siamo divisi e io sono Per molti l’unico modo per imbarcarsi è
finito in carcere per sette mesi. Più volte attraversare il Mediterraneo e appendersi a un camion. Mohamed, 18 anni, da qualche mese a
ho chiesto aiuto a organizzazioni interna- “A Kabul Torino, racconta: «C’è un piccolo spazio sotto l’autista, oppure nel box per gli attrezzi, o ancora
zionali come Iom (Organizzazione Inter- sopra le ruote, ma devi stare attento perché se non ti metti su quella giusta rischi di rimanere
nazionale per la Migrazione) e Unhcr (Alto ho visto le case schiacciato. C’è gente che prova anche ottanta volte prima di riuscire a partire, se la polizia ti
Commissariato dell’Onu per i Rifugiati) trova rischi molto». E l’amico Mahmud gli fa eco: «Ho provato a imbarcarmi su una nave un paio
per ottenere asilo, ma è stato inutile». distrutte di volte vestendomi da turista, ma mi hanno scoperto. Allora anch’io ho scelto la strada del ca-
Una volta uscito dal carcere, Ahmed torna mion e sono stato appeso sei ore». A gennaio un ragazzo afghano di 14 anni sbarcato ad Ancona
in patria. Gli mancano gli amici e la fami- dalle bombe era stato trovato morto, appeso con delle corde all’asse di trasmissione di un Tir spagnolo
glia. Quando arriva in Afghanistan scopre
Non ho più
la realtà del conflitto. «A Kabul ho visto le
case distrutte dalle bombe e una volta nel
mio paese non ho più trovato i miei geni- trovato Il kit per chi emigra
tori, erano scappati dalla guerra, in Iran o
i miei genitori”
forse in Pakistan».
È così che inizia la seconda fuga di Ahmed
dall’Afghanistan. «Sono tornato in Pakistan un altro ragazzo afghano, sono riuscito a
è finito nella rete
dall’amico di mio padre, ma neanche lui farmi caricare nel rimorchio di un Tir, pa- Spesso per gli stranieri che arrivano in Italia è difficile Il sito è rivolto principalmente agli immigrati che si tro-
c’era più. Ho dormito qualche giorno in gando l’autista. Ci siamo nascosti sotto un orientarsi, tra carte bollate, uffici, enti pubblici. Ma c’è vano a Roma, ma in realtà fornisce consigli riguardanti
una moschea, poi ho trovato lavoro in un mucchio di cartoni e siamo partiti. Con noi chi ha pensato a uno strumento, una sorta di bussola tutta Italia e notizie sulla legislazione nazionale. E tra
negozio. E il padrone mi dava anche da avevamo solo una bottiglia d’acqua e un virtuale, che aiuti i migranti a trovare la giusta strada. le altre cose propone un vero e proprio “kit di soprav-
dormire. Sono stato lì più di due anni poi pacco di biscotti». È il sito www.immiweb.org (nella foto), pensato alcuni vivenza”, che riassume le principali informazioni utili:
sono ripartito, volevo andare in Inghilterra I ragazzi riescono a scendere dal camion anni fa dalla cooperativa Help e finanziato dalla pro- le prime cose da fare una volta arrivati in Italia, cos’è
per ricominciare a studiare». solo dopo 54 ore di tragitto e non in Ita- vincia di Roma. Un sito multiculturale in diverse lingue importante avere sempre con sé, quali sono i numeri
Ahmed parte per l’Iran, poi va in Turchia lia, bensì in Austria. Fermati dalla polizia (italiano, arabo, francese, inglese, albanese, spagnolo, telefonici utili per le emergenze e cosa si debba fare in
attraversando il confine con una cammi- vengono condotti al di qua del confine, a bosniaco, romeno e ucraino), gestito da una redazione caso di smarrimento o furto dei documenti e ancora in-
nata lunga sei notti. Arriva a Istanbul su un Udine, in un centro di accoglienza. «Siamo composta da mediatori culturali provenienti da diversi dicazioni su sanità, istruzione, casa, lavoro e trasporti.
camion e lì poco per volta si organizza con stati qualche mese. Ma non ci trovavamo paesi europei, africani e mediorientali. i.l.
DOSSIER/FUGHE 4
& AVVENTURE

Perdersi sotto e
Brividi sì
ma in allegria
Le “fughe” di Andrea Gobetti, regista e scrittore.
E anche arrampicatore, speleologo, alpinista...

S
peleologo,alpinista,arrampica- la stessa soddisfazione di berci insieme?».
tore, viaggiatore e un cognome Come giudica chi pratica sport estremi?
che sa di storia (il nonno, Piero, «Il rischio più grosso è di impegnarsi in cose
fu emblema dell’Antifascismo). banali con l’unica motivazione di dire “lo faccio
Andrea Gobetti, regista e scrittore cin- perché è difficile”. Credo che ci siano tante ma-
quantaseienne di origine torinese ma niere migliori di spendere 50 mila euro che an-
trapiantato nel lucchese, è la persona dare sull’Everest solo per dire di essere stati in
giusta con cui parlare di evasione, di punta.Tanto vale fare jogging. Non ho mai fatto
fuga, di tempo perso e guadagnato. spedizioni di questo tipo, ho sempre preferito i
Andrea Gobetti Gobetti, perché si sceglie di evadere, viaggi geografici, in cui si va alla scoperta delle
a volte mettendo a rischio la propria montagne».
sicurezza? Talvolta basta la fantasia per scappare dalla
«Evadere è anche un po’ ritirarsi dentro se stessi, realtà. Qualche consiglio letterario?
non essere spettacolo ma ombra, luogo insicu- «Sono rimasto affascinato da Il paese delle ma-
ro. Nel rischio è insito il concetto di allegria. Se ree di Amitav Ghosh. Parla di luoghi gorghi,
passi una serata con degli assicuratori ti diverti che si spostano con la marea. È il mondo do-
meno che con degli scapicollati. L’evasione è ve sfociano il Gange e il Bramaputra e dove gli
anche andare nell’improbabile». uomini si spostano in grandi migrazioni. È una
Come si fa? bella storia, indescrivibile: delfini, tigri, pulsioni
«Non lo si può fare con regole precise. È una della natura e dell’umanità. È Rainer Maria Rilke
questione di scelta di tempo, è una soluzione recitato in bengali».
che passa di lì per caso. Ormai anche essere di- Stefano Parola
sponibili verso gli altri è un po’ evadere. Oggi la
gente ti impresta mal volentieri il denaro, ma è
ancora peggio se chiedi in prestito del tempo».
I ragazzi scelgono vie di fuga diverse rispet-
to a quelli di un tempo?
«Credo che evadano in altre maniere. Noi era-
vamo figli di Louis Robert Stevenson, di Salgari,
Salvataggio Nella fotografia in alto
Riccardo Dondana,
istruttore del Gruppo
speleologico piemontese
del romanticismo fin-de-siècle. Sognavamo
l’avventura, gli scenari esotici, le spedizioni sul-
l’Himalaya. Nei miei viaggi nelle Indie o nelle
giungle messicane ho realizzato la mia idea di
nel ventre e membro del Soccorso
alpino. A sinistra, il sal-
vataggio dello speleologo
croato rimasto intrappolato
evasione. Ci sono giovani che in Internet eva-
dono e altri che ne restano prigionieri. Di sicuro
sono più pudichi»
Il pericolo, il rischio, sono fattori necessari?
di un monte per quattro giorni nelle
grotte del Marguareis.
Al gruppo di soccorso ha
preso parte
«La ricerca di un qualcosa dentro di te ha un Infilarsi in un buco tra le rocce per scendere in cunicoli e gallerie fino anche Dondana
ché di pericoloso, perché vengono messe alla a centinaia di metri sottoterra per la gente comune è un rischioso
prova delle tue verità interiori. Senza un po’ di sport estremo. Per gli speleologi no: è una passione con scopi scien- Marguareis. È sceso nella grotta dei Grassi Trichechi per cercare un nuovo percorso
rischio non riesci ad essere sincero con te stes- tifici. «I brividi e il rischio non c’entrano nulla, la speleologia non è uno sport e che portasse a Piaggiabella, ma quando il suo gruppo si trovava a 550 metri di
so fino in fondo. Quando impari a fare delle co- tantomeno è uno sport estremo - racconta il torinese Riccardo Dondana - . È una profondità le piogge hanno creato una piena nella grotta.
se che non conosci, un po’ di azzardo è sottin- disciplina in cui si mette alla prova se stessi, perché scendere nelle grotte è molto L’acqua ha cominciato a filtrare in cascate e ha impedito loro sia di avanzare sia
teso. Dobbiamo morire tutti in ospedale? Fosse faticoso, ma la spinta non viene dal desiderio del virtuosismo tecnico. Piuttosto di tornare indietro. Bagnati, senza giacche, senza acetilene per farsi una bevanda
così, la vita sarebbe un po’ noiosa». nasce dall’ansia di scoprire luoghi inesplorati e di aprire percorsi sconosciuti». Ar- calda, hanno trovato uno spiazzo in cui sistemarsi a più di 400 metri sottoterra e
Alcuni scelgono di scappare andando a vi- chitetto specializzato in esplosivi, Riccardo non ha ancora 30 anni e da quando ne hanno cominciato ad aspettare. Sono passate 17 ore prima che il gruppo di soc-
vere da eremiti. Cosa ne pensa? aveva 16 è appassionato di speleologia. Oggi, con anni di esperienza alle spalle, è corso li trovasse. Si appisolavano e venivano svegliati dal battere dei propri denti
«Bene degli eremiti, peggio dei fanatici che istruttore del Gruppo piemontese e fa parte del Soccorso alpino. per il freddo, ma non avevano paura. «In momenti simili non si pensa a se stessi o
rischiano di cadere in qualcosa di peggiore di Il rischio non fa parte della sua concezione di speleologia, perché secondo lui solo alla propria incolumità: ero sicuro che i soccorsi sarebbero arrivati ed ero tranquillo
ciò da cui fuggono. Il fanatismo è sempre al- chi è davvero esperto riesce a spingersi nei cunicoli e nelle gallerie “difficili”. Quel- perché conoscevo bene la grotta e i percorsi lì intorno – racconta Riccardo –. Quel-
l’erta nelle situazioni estreme. Lo stesso accade, lo che conta, per Riccardo, è cercare nuovi percorsi, scoprire gallerie e grotte mai lo che non riuscivo a togliermi dalla testa era la preoccupazione che di certo tor-
per esempio, per chi arrampica e parla solo ed visitate prima, allargare e dettagliare le mappe: «Siamo gli ultimi esploratori: sulla mentava chi era fuori: avrei voluto dire ai miei genitori, agli amici e alla mia ragazza
esclusivamente di quello». superficie tutto è stato scoperto, nello spazio indagano le tecnologie, l’unico luogo di non stare in ansia, che stavo bene. Mi tormentava non poterli tranquillizzare,
Si rischia di passare da una gabbia all’altra? ancora da esplorare è il mondo sotterraneo». Le sue colonne d’Ercole, dunque, so- continuavo a pensare a loro e alla loro angoscia, che dal mio punto di vista era
«Prendiamo le palestre artificiali: vai lì, arram- no i buchi tra le rocce che aprono mondi bui fatti di gallerie, grotte e laghi. immotivata».
pichi, trovi tante persone per bene. Però è pur Nelle tante puntate del suo viaggio al centro della terra, in pochi mesi l’anno scor- In quella situazione, racconta, pensava alle cose concrete da fare: difendersi dal
sempre un ambiente da palestra, chiuso.Vai più so è passato dal ruolo di soccorritore a quello di salvato. Ad agosto è sceso insieme freddo, preparare bevande calde con cui scaldarsi, fare la spola verso i passaggi per
lontano, anzi evadi molto con una bella salita in ad altri speleologi nella grotta di Piaggiabella, nel massiccio cuneese del Margua- farsi notare dai soccorritori, ma anche cogliere l’occasione per fare rilievi e misura-
montagna con una banda di amici e con una reis. Sapevano dell’esistenza di percorsi da scoprire, ma a sette ore dall’ingresso zioni, per non sprecare gli sforzi di una discesa durata ore. A proposito della fatica,
bella bevuta alla fine, come accadeva più spes- un compagno si è infortunato: spalla e caviglia rotte l’hanno imprigionato per 4 dice che proprio per questo gli appassionati sono sempre meno: su circa 3.500
so nell’arrampicata di una volta. Stare in banda giorni. Insieme a soccorritori provenienti da tutta Italia, Riccardo l’ha assistito e poi iscritti ai gruppi italiani, solo il 15% si impegna davvero a scendere per esplorare
è un modo per essere più che se stessi. Comu- fatto uscire in barella, allargando i passaggi troppo stretti con piccole esplosioni. le profondità.
nicare con una persona su Internet chissà se dà Dopo due mesi, i ruoli si sono ribaltati e lui è rimasto a sua volta imprigionato nel Agnese Gazzera
5 febbraio ‘08

sopra la Terra La copertina di “Rubare metri


al cielo” diretto da Enrico Verra,
scritto da Federico Guarini
e prodotto da Pubbliviva/
Cda&Vivalda. Sotto, Marzio
Nardi in azione e le affollate
pareti artificiali del B-side, locale
di riferimento degli arrampicatori
torinesi

In cerca di sassi
da esplorare
In italiano si chiama sassismo, in inglese boulder. Consiste nell’ar-
rampicarsi attorno a un masso creando percorsi inediti, che non si
staccano da terra per più di due o tre metri. Niente corde di sicu-
rezza, ma materassi sul terreno per attutire le cadute. «È una specie
In alto Marabotto. di arrampicata “fast food”, in sintonia con i ritmi della società in cui
A lato, il campo viviamo», spiega Enrico Verra, regista torinese che sul boulder ha
a 7450 metri (foto girato un documentario di 30 minuti intitolato Rubare metri al cielo,
di Svevo Mondino) uscito nel 2007. «La contraddizione che mi ha affascinato - aggiunge
- è che, a differenza dell’arrampicata classica, è uno sport di gruppo,
in cui si creano tribù metropolitane». Stesso look, stessi rituali, stesso
gergo, nel documentario come nella realtà i sassisti si muovono in
branco alla ricerca di nuovi sassi da esplorare: «Nell’ultima parte del film - dice

“Ecco come siamo saliti Verra - racconto proprio ciò che accade quando viene individuato un nuovo masso:
i ragazzi lo ripuliscono dalle sterpaglie e di fronte a loro si apre un numero quasi
illimitato di vie da arrampicare, proprio come succedeva agli alpinisti di inizio
Ottocento davanti a una parete». I protagonisti di Rubare metri al cielo sono alcuni

fin sul tetto del mondo” tra i massimi boulderisti italiani, ma con loro ci sono molti principianti: «In genere
- racconta il regista - nei prati attorno al sasso si creano bivacchi in cui i campioni
scambiano pareri con chi è all’inizio. Un po’ come allenarsi al campetto con la Juve».
s.p.
Himalaya, istruzioni per l’uso nel racconto di due scalatori

Magnesite e libertà
«Almeno una volta nella vita, come un musulmano alla Mec- giorno almeno 1 litro di acqua per ogni 1000 metri d’altezza,
ca, bisogna andare a dare una sbirciata a quei giganti», scrive a cui ci si trova, altrimenti si rischia la disidratazione. Poi non
Erri De Luca nel suo libro Sulla traccia di Nives riferendosi alle si dovrebbe mai dormire al di sopra dei 400 metri di dislivel-
vette dell’Himalaya. Scalare un 8000 è un traguardo e un pun- lo rispetto alla notte precedente, per consentire al fisico di
to di partenza che da sempre affascina. E così è stato anche adattarsi alla quota. Inoltre è opportuno fare attenzione al- Evadere con il climbing. Anche restando in città
per i cuneesi Roberto Marabotto e Svevo Mondino, compa- l’alimentazione.
gni di spedizione sul Cho Oyu, la Dea turchese, il sesto monte «Quando sei in cima non si può improvvisare, devi già cono- Un’evasione non verso il fuori ma verso se stessi. Marzio Nardi in-
per altezza sulla Terra situato al confine tra Tibet e Nepal. Due scere tutti i meccanismi, non hai la forza di prendere decisioni, tende così l’arrampicata: «Sei costretto a scappar via da tutto quello
modi diversi di avvicinarsi alla montagna, ma per entrambi devono essere automatiche», afferma l’alpinista, che ha se- che hai intorno per concentrarti esclusivamente su di te e sui tuoi
gli alpinisti raggiungere quota 8000 è stato un traguardo e guito un percorso di quasi 5 anni prima di arrivare sulla vetta movimenti, per avere il dominio del tuo corpo». Lui è uno dei vol-
«un’emozione unica». dello Cho Oyu e ne ha impiegati 2 per preparare la spedizio- ti storici del climbing torinese, fondatore del B-side, vero e proprio
«Ho provato talmente tante percezioni, che non riesco a de- ne. «Il lavoro che mi piace di più è organizzare l’attrezzatura punto di riferimento cittadino della specialità. «La cosa per me più
scriverle – racconta Roberto Marabotto, 42 anni, insegnante – spiega Svevo -. Sarebbe più facile pagare una guida per gli affascinante – dice – è proprio la gestione del proprio fisico: vedere
di sostegno e libero professionista -. È stato un percorso impossibile e adattarsi come se fossi un animale, senza
il coronamento di un sogno e una grande elementi intermedi tra te e la natura».
sofferenza fisica che però non ha intaccato
la voglia di ritornare».
Per Roberto Marabotto, nella scalata ad un
Tre passi verso il cielo Il B-side di via Ravina 28, il BoulderBar di via Romoli 122, la Sasp di
corso Tazzoli 78 e il Cus Torino di via Braccini 1 sono i luoghi di Torino
in cui ci si può allenare su pareti artificiali e anche approfittarne per
8000 una buona condizione fisica conta so- Tre passi verso il cielo è il titolo della mostra fotografica e del do- fare due chiacchiere: «È la montagna che viene in città e diventa un
lo per il 30% perché lo sforzo è soprattutto cumentario realizzati da Svevo Mondino. Raccontano il percorso luogo di socializzazione e di ritrovo – spiega Marzio –. È un primo
mentale e bisogna essere molto motivati che l’alpinista ha seguito per preparasi alla scalata del Cho Oyu gradino per poi effettuare un percorso più lungo». Il
per superare i propri limiti. «Fin da piccolo, e tracciano un metodo di allenamento per affrontare un 8000 in passo successivo è la falesia, parete di roccia attrezzata
mi ha sempre affascinato il Tibet. Anche la sicurezza. «Il primo passo è la scalata dell’Aconcagua (6962 metri) con degli spit, cioè dei chiodi con un anello al termi-
montagna è sempre stata la mia passione – racconta Mondino -. L’accesso è facile ma c’è il primo approccio ne in cui attaccare i rinvii per far passare la corda di
e per carattere, mi sono sempre sentito at- con la quota». Il secondo passo è la scalata del McKinley in Alaska, sicurezza. E poi c’è l’alpinismo classico, in cui è lo stesso
tratto dalle avventure» racconta Marabotto. una delle montagne più fredde della terra. «È un buon modo per scalatore ad assicurarsi tramite friend e nut da inserire
Sono proprio questi tre elementi che hanno testare l’attrezzatura In questo caso mi sono esercitato a soppor- nelle fessure della roccia.
fatto scaturire in lui la voglia di andare in tare il freddo e a prevedere i fattori che possono portare al con- Ma per restare in città bisogna trovare altre soluzioni.
Himalaya. «Non ho mai creduto di mollare, gelamento», spiega Mondino. Il terzo passo è la scalata del Cho L’arrampicata in palestra, scalando verso l’alto e utiliz-
nemmeno quando sono rimasto per tre Oyu, 8201 metri. Per informazioni su come affrontare al meglio zando la corda, oppure in senso orizzontale e senza
giorni a 7600 metri senza nulla – ricorda Ro- l’alta quota e per conoscere progetti ed esperienze dell’alpinista, corda, cioè facendo il cosiddetto boulder. Marzio Nardi
berto -. Poi sono arrivato a 8050 metri molto si può consultare il sito www.svevomondino.com predilige quest’ultimo: «Ne sono rimasto affascinato
stanco e mancavano solo 150 metri alla vet- – racconta – quando, nel 1985, ho visto alcuni ragaz-
ta. Ho valutato se fare ancora questo sforzo zi che lo praticavano su un sasso vicino a casa mia,
o no, ma non ce l’ho fatta. Non ho rimpianti a Trana, in val Sangone». Già, perché a differenza di
perché so che ero allo stremo delle forze e bastava nulla per aspetti logistici, ma la soddisfazione non è tanto essere arri- quanto credono in molti, il boulder è tornato di moda recentemente, ma esiste da almeno
correre rischi di cui non sarei stato più consapevole». vato in vetta quanto essere riuscito ad organizzare una spe- ottant’anni.
Dei due, Svevo Mondino è stato l’unico ad aver raggiunto dizione che è arrivata in vetta». «Il mio sogno è scalare cinque Oggi ne esiste anche una versione ancora più cittadina, ovvero lo street boulder, l’arrampi-
la vetta. La parola che descrive meglio il suo approccio alla 8000, perché sono cinque le montagne che mi attraggono, cata su strutture urbane. Gli appassionati torinesi organizzano un contest all’anno: «È anche
montagna è “consapevolezza”. Per l’alpinista di Cuneo, infatti, tutte legate alla storia delle prime spedizioni di cui ho sempre un modo per riappropiarsi di certi spazi, per vedere la città con gli occhi dell’arrampicatore».
la motivazione deve nascere da un desiderio che non deve letto molto. L’Everest sarà l’ultimo traguardo», racconta Svevo L’edizione di quest’anno è prevista per la prossima primavera, ma niente pubblicità, perché
essere solo un “pallino”. «Arrivare in vetta è un grande sfor- Mondino. «Il mio legame con le vette himalayane nasce nel l’evento ha un taglio semiclandestino, dato che nessuno richiede autorizzazioni di sorta per
zo per la mente, ma deve essere suffragata dal fisico», spiega 99. Ero al campo base dell’Everest, poi sono arrivato a Gokyo poter scalare le pareti cittadine. Gli organizzatori hanno una lista con i nomi dei partecipanti
Mondino, 35 anni, grafico e istruttore di alpinismo al Cai di Ri da dove si vedono cinque 8000. Lì ho deciso che dovevo e inviano loro un messaggio sul telefonino solamente poche ore prima che l’arrampicata
Cuneo. Infatti ci sono delle regole fondamentali, che andreb- salire in cima. E ci sono riuscito». abbia inizio.
bero sempre rispettate. Per prima cosa bisognerebbe bere a Claudia Luise s.p.
DOSSIER/FUGHE 6 febbraio ‘08
& AVVENTURE

ggii e mira
Viagg
Via iragg
ggii
Andare, ma dove? Non è soltanto una questione di denaro.
Oggi a chi parte manca un ingrediente essenziale: la fantasia

F
uggire, che fatica. L’avventura on denti impegnati con i corsi e gli esami. di tutti, costano troppo – continua Pon- del treno. Chi rimane in Europa,
the road non è più il sogno dei Fare un viaggio di scoperta, con pochi tarollo – per cui gli studenti richiedono, anche d’inverno, non viaggia più
ragazzi. «Il viaggio alla Kerouac soldi e lo zaino in spalla, è molto im- per le vacanze estive, molto il Mediterra- in treno con il vecchio inter rail,
non affascina i giovani torinesi pegnativo. Noi abbiamo proposto, ad neo: la Grecia e le Cicladi, con Mykonos ormai in disuso, ma in aereo gra- Un fotogramma da Viaggio nella Luna (1902), il primo film
– afferma Andrea Pontarollo, responsa- esempio, un coast to coast in Harley in testa, Santorini, Paros, Ios. Ibiza e Palma zie alle compagnie low cost per di fantascienza del cinema, opera del regista Georges Méliès
bile di Cts (centro turistico studentesco) Davidson, che non ha avuto successo. de Maiorca, magari per fare l’alba tutte passare qualche giorno nelle in-
– e i backpackers, i viaggiatori indipen- Probabilmente perchè richiedeva trop- le notti. Un modo per riposarsi e stare tramontabili capitali: Parigi, Amsterdam, guardano lontano e scelgono gli States
denti e solitari degli anni 70 e 80, non po tempo e preparazione». in libertà. Esistono, da due anni a questa Barcellona, Madrid, Berlino». per la vacanza studio. «New York è la
esistono più; oggi i ragazzi sognano an- I giovani fantasticano, quindi, ma all’eva- parte, nuovi obiettivi: India e Cina, per cui La vacanza studio è ancora l’occasione più richiesta, anche se la più cara, se-
cora il viaggio esotico, alla scoperta del sione della mente spesso corrisponde proponiamo itinerari guidati a cifre con- per scoprire un altro Paese e per cre- guita da San Francisco e Miami pur se
mondo e di se stessi, ma lo realizzano una destinazione più tradizionale, anche tenute: 1.650 euro per due settimane in scere. La più “gettonata” rimane Londra, gli Stati Uniti obbligano lo studente a
concretamente in modo diverso. Il so- perché quelle più affascinanti, di solito, India, 1.400 euro per una in Cina. Il viag- dove molti scelgono di studiare l’ingle- stipulare una polizza assicurativa, di cir-
gno viene mediato con la disponibilità sono le più care. «In Europa non esistono gio accompagnato qui è ancora più im- se d’estate, preferendo i residence uni- ca 150 euro, richiesta dalle scuole che
di tempo, dato che si tratta soprattutto posti inesplorati e i pochi luoghi “lontani” portante per la lingua: senza guida diven- versitari (1.000 euro, tutto compreso, li ospitano».
di stu- come Capo Nord, non sono alla portata ta difficile anche acquistare un biglietto per due settimane). Sempre più giovani Tiziana Mussano

Ma l’evasione è solo un déjà-vu


Into the wild? «Un film ideologico, L’evasione? «Non esiste» risponde Giuseppe Culicchia. Per lo scrittore nei depliant. E così quando si arriva a destinazione, ecco la delusione:
che segna l’impossibilità di fug- torinese il viaggio di avventura non è più di questo mondo. Un mon- «Non vediamo Berlino o Londra, ma solo una rappresentazione di ciò
gire». Per Franco La Cecla, antro- do talmente rimpicciolito, che parlare di evasione diventa quasi ana- che abbiamo già visto in foto, alla tv» continua Culicchia. L’evasione
pologo e scrittore (tra i suoli libri cronistico. Utopico. «Quando andiamo in vacanza, mandiamo mms, estrema scompare come un miraggio: «So già che se vado nello Yemen
Perdersi. L’uomo senza ambiente), il scattiamo foto, facciamo vedere a tutti dove siamo. Dov’è il desiderio mi rapiranno, dov’è l’avventura?».
protagonista del film di Sean Penn, di partire senza lasciare tracce?» si chiede Culicchia. La risposta dello Poi, c’è chi non si accontenta del viaggio all’Indiana Jones e chiede la
sebbene arrivi fino in Alaska per scrittore è amara e disincantata: «Siamo condannati a non evadere più. Luna: «Molti pagheranno milioni di euro per andarci, ma una volta lì,
evadere dalla propria realtà, non È un incidente della modernità». Questo è il prezzo da pagare per la rimarranno delusi, perché la Luna l’hanno già vista in tv».
riesce comunque a farlo comple- globalizzazione, «per noi occidentali è quasi impossibile andare in un Tutto è deja vù. E se il problema è la noia, la consolazione dell’evasione
tamente, perché dentro di sé porta sempre un posto e sentirsi stranieri». Anche il lontano Oriente è vicino: «Con le mentale «con qualche euro speso ai Murazzi», spiega solo l’aumento di
carico personale. «Non so in che termini oggi si possa Olimpiadi tutto sarà più occidentale, le scritte dei negozi, il cibo, non ci uso di stupefacenti, non la scomparsa dell’evasione reale.
parlare di evasione delle nuove generazioni. Bisogna sentiremo stranieri neanche a Pechino». Diventa utopia anche la mini- Antonietta Demurtas
capire da cosa i giovani vogliono scappare. Da se evasione da fine settimana: Ir-
stessi? Dalla società?» landa, Berlino, Barcellona. Mete
Una domanda che se per La Cecla non ha ancora sognate, desiderate, ma soprat-
una risposta, per altri deve essere posta altrimenti. tutto viste e riviste su internet,
5 luoghi dove perdersi
Fare la guardia giurata? Costantemente alla ricerca di se stessi,
vogliosi di fuggire verso luoghi sconosciuti
e mistici dove perdersi per scoprire il senso
del proprio viaggio. Fino a pochi anni fa,

Non sarà un’avventura mete come Goa (India) e Kathmandu (Nepal)


erano il regno di tutti coloro che volevano
ritrovare uno scopo e una libertà perdu-
Pistola, porto d’armi, una divisa e l’idea di diventare paladino dell’ordi- ta. Oggi sono state accantonate, in parte
ne pubblico: la professione della guardia giurata si presenta agli occhi perché oramai troppo turistiche, in parte
della gente con il sex appeal del cavaliere senza macchia e senza paura perché i miti cambiano e posti leggendari
che sfida il crimine per proteggere un camion porta valori, i clienti in possono perdere parte del proprio fascino. stalgici si ritrovano a Pokara (Nepal), la città
coda alla filiare di una banca o le famiglie intente a fare la spesa al super- ai piedi dell’Annapurna che è ancora la capi-
mercato. Ma non è tutt’oro quello che luccica. GOA tale dello stile e dell’abbigliamento hippy.
Chi ha voglia di cimentarsi nell’impresa non deve aver riportato condanne Esempio illuminante sono proprio le spiag- I più coraggiosi e solitari, invece, sognano
penali né presentare handicap fisici o mentali. Il candidato ideale, con la ge di Goa, la famosa regione indiana meta spesso regioni sconosciute come Jumla e il
licenza media, deve aver assolto il servizio di leva. Ma non è un obbligo. preferita dagli hippy negli anni 70, trasfor- Mugu, o il trek che in circa 14 giorni di cam-
«Tutta immagine – osserva Gianluca De Rosa, rappresentante della Cgil mate in un itinerario di lusso per un turismo mino conduce al santuario dell’Annapurna.
– Il servizio delle guardie giurate è regolato ancora da una legge del 1937 d’èlite.
che ci classifica come agenti del commercio. Anche se prestiamo un giura- PATAGONIA
mento di fedeltà uguale a quello delle forze dell’ordine e dell’esercito, non BALI Intramontabili e universalmente condivise
facciamo alcun corso di formazione o di aggiornamento e chi non ha fatto il Ecco che l’Indonesia surclassa nei sogni dei sono la Patagonia (nella foto in alto) e la Terra
militare ottiene un attestato di abilità all’utilizzo della pistola esercitandosi tre ragazzi la vecchia colonia inglese. Un viag- del Fuoco. Un panorama scarno ed essenzia-
giorni e sparando 150 colpi» gio nel tempo che parte da Goa e arriva a le, distanze sterminate ideali per perdersi
Il fascino dell’arma da fuoco non abita qui. L’istinto robinhoodiano di proteggere i Bali, seguendo i sentieri della musica trance. nel senso letterale del termine e, in qualche
deboli è annullato dai vincoli di chi ha una pistola ma non può usarla, ha un distin- L’isola è diventata casa di giovani artisti misura, purificarsi.
tivo che non serve a niente e davanti alla porta di una banca come fuori al centro visionari come Luke Brown, che riscoprono
commerciale può solo avvisare i carabinieri se c’è in giro qualcosa di sospetto. questo paradiso naturale e ne occupano ALASKA
Solo a Torino sono 1100 le guardie giurate. In maggioranza si tratta di giovani con gli angoli più selvaggi, lontani da hotel e Per gli americani, la terra selvaggia dove
meno di 30 anni alla loro prima esperienza lavorativa, che si avvicinano alla profes- turismo. rifugiarsi resta sempre l’Alaska: un modo
sione con l’idea di facili guadagni. «Infatti - suggerisce De Rosa - lavorando 14 ore per fuggire restando a casa propria (lo Stato
al giorno, sei giorni su sette, si guadagnano anche 1.500 euro al mese. Ma un terzo NEPAL appartiene politicamente agli Usa), nono-
dei nuovi assunti scappa dopo la prima settimana. Chi resiste soffre di paranoia, stati Mete di fuga particolarmente desiderate stante l’assoluta diversità di paesaggi e po-
depressivi e stress. Davvero una bella avventura!». tra gli italiani restano comunque il Nepal polazione, come racconta drammaticamente
Mariagiovanna Ferrante e il Tibet, nonostante il tramonto delle due l’ultimo film di Sean Penn Into the Wild.
capitali, Kathmandu e Lhasa. I più no- Claudia Luise
febbraio ‘08
7 DOSSIER/FUGHE
& AVVENTURE

Come farsi l’oceano


in autostop Viaggiare gratis sulle barche: all’estero si usa. E ora lo facciamo noi

I
Giovani barcastoppisti scoprono l vento nei capelli, le onde che s’infrangono sulla prua, mi- più richieste sono un forte spirito di adattamento (sopportando
il mondo. Zaino in spalla e forte steriose terre da esplorare. Chi non ha mai pensato di ab- anche turni notturni), capacità di vivere in barca per lunghi pe-
capacità di adattamento sono bandonare tutto per partire verso mete sconosciute? Per chi riodi e saper fare lavoro di squadra con il resto dell’equipaggio.
tutto ciò di cui hanno bisogno non ha soldi, non possiede una barca, ma non vuole comun- Ci sono diversi porti al mondo dov’è facile trovare un passaggio
que rinunciare all’avventura, una soluzione esiste. gratis, cinque in particolare: Las Palmas alle Canarie, Panama,
È il “barcastoppismo”, versione nautica dell’autostop: ci s’imbar- Margarita ai Caraibi, Papete a Bora Bora e Phuket, in Thailandia.

Pedalando
ca su uno yatch (un barcone quando le cose vanno male!) e ci Nei bar al molo, s’incontrano i comandanti, nelle bacheche e su
si adatta a fare piccoli lavori a bordo, fino al porto successivo, internet trovi le loro richieste.
quando si alza nuovamente il pollice lungo la banchina. In que- Il lungo viaggio di Di Stefano si è concluso a La Spezia, dopo
sto modo molti giovani attraversano i mari di mezzo mondo. «In esser passato per Algeri, Canarie, Antille, Galapagos, Polinesia,
Italia il barca stop non è ancora molto diffuso – spiega Alberto Fiji, Australia, Sri Lanka, Corno d’Africa, Suez e Malta. Attraverso

coast to coast
Cinquemila chilometri per vedere Spielberg
di Stefano, autore del libro Il giro del mondo in barca stop – men-
tre gli australiani e i neozelandesi, ad esempio, lo fanno già da
anni». Lui in mare ci è stato per un anno, partendo dal porto di
Fiumicino e nel suo libro raccoglie consigli pratici e racconti di
viaggio. Alberto scrive: “Avevo letto un annuncio sul giornale
di vela Bolina che proponeva di presentarsi a Fiumicino per far
gli oceani a bordo di barche con equipaggi internazionali con
abitudini sociali, alimentari ed economiche diverse dalle sue,
ma tutti accomunati dalla stessa grande passione per il mare
e la vela.
Il barcastoppista ama il viaggio come esperienza in sé: per que-
sto una barca va scelta non per la sua bellezza ma per la com-
parte dell’equipaggio di Okianos, pagnia (importante perciò considerare il carattere del coman-
Una pedalata lunga un mese. Ufficial- no momenti indimenticabili, una goletta di 21 metri che stava dante). Sul sito di Alberto di Stefano venticinquemilamiglia.it,
mente, il viaggio comincia a New York tutti riportati nel suo diario di per salpare per i Caraibi”. alcuni siti dove andare a caccia di un imbarco come 7knots.com
il 19 luglio 2006. In realtà si parte già viaggio in rete, che aggiorna- Ci s’imbarca in cambio di normali e findacrew.net . Inoltre, immagini di viaggio, letture ‘propedeu-
un anno prima. «L’idea mi è venuta va costantemente nelle soste mansioni di bordo, non è necessa- tiche’ e un forum dove
guardando il film Thelma e Louise, mi agli internet point. rio essere dei provetti lupi di mare: scambiarsi pareri, idee
ha colpito la scena del ciclista nel Grand Qui descrive, ad esempio, il le barche sono spesso piccole, con e contatti.
Canyon. Odiavo la bici, ma subito dopo passaggio per le Montagne poco personale a bordo. Le doti Chiara Canavero
ne ho comprata una». Così racconta Rocciose. «È stato fantasti-
l’inizio della sua avventura Renato Gau- co - scrive -, nonostante la
dino, classe ’76, autista aziendale per stanchezza e i dolori. Giunto A sinistra e sotto: Renato Gaudino durante l’avventura statunitense
dovere e tante altre cose per passione: in cima ho pensato che la A destra: Marco Banchelli pedala sulle acque dell’Arno
regista, pittore, sportivo. Partito dalla discesa sarebbe stata un mo-
campagna biellese per «evadere dal mento di relax, invece avevo
quotidiano», ma non solo. L’obiettivo problemi a frenare, le mie
era incontrare il suo regista preferito, mani erano quasi paralizzate.
Steven Spielberg. E non per strappargli Vedendo che davanti avevo
un autografo, ma per proporgli il sog- altre montagne, ho deciso di
getto di un suo film sull’ambiente, The deviare a sud, anche se avrei
green war. Un’audacia che ha immedia- allungato un po’. Quando so-
tamente lasciato perplessi i suoi fami- no arrivato alla Monument
liari. «All’inizio hanno cercato di dissua- Valley... Non ho parole per
dermi, poi hanno capito che non sareb- descrivere l’emozione». Emo-
bero riusciti a fermarmi», commenta.
È stato soprattutto l’amore per la causa
ambientale a spingere Gaudino a peda-
lare per 5200 Km, «per sensibilizzare la
zioni che però, al ritorno, hanno pre-
sentato il conto. «Ho avuto uno shock
fisico - ricorda -. Sono stato male per tre
mesi, sia per lo sforzo sia per la cattiva
Il mondo su una bicicletta
gente», dice. Così, dopo il comodo viag- alimentazione. Per tutto il tempo in cui «La bicicletta è una filosofia. Partire per Banchelli è stato in Australia, Cina, India, mont, venticinquenne scozzese che il
gio in aereo fino alla Grande Mela, con sono stato negli Stati Uniti, infatti, ho un’impresa è più un viaggio interiore America Latina, Kenya, Thailandia, ma 15 febbraio ha concluso a Parigi il giro
un carico di 20 chili e una bandierina mangiato male, nei fast food, sempre che una ricerca del rischio». A raccon- l’esperienza che più l’ha segnato, sia del mondo sui pedali. Ha impiegato 195
italiana montata sulla bici, è cominciato vicino alla bicicletta per controllare che tarlo è Marco Banchelli, toscano, 51 anni, fisicamente che umanamente, è stata giorni per percorrere 29.611 chilometri
il coast-to-coast statunitense. Racconta: non mi rubassero nulla». che in bici ha macinato chilometri dal- quella in Nepal, affrontata per la prima attraverso 20 paesi, stabilendo un nuovo
«Mi ero fatto una tabella di marcia, do- Poi, finalmente, Gaudino ha messo il l’Himalaya all’Australia. Ha fatto delle sue volta nel 1985. «Tutto mi sembra più primato che ha cancellato quello di Ste-
vevo stare sui mille km alla settimana. cavalletto. A Los Angeles, dove la pri- avventure un modo per testimoniare piccolo se confrontato a quella terra. Le ve Strange al quale, tre anni fa, sono stati
Non sempre, però, riuscivo a rispettarla. ma cosa che ha fatto è stata cercare un l’impegno per la pace e la solidarietà. È mie avventure precedenti sono servite necessari 276 giornate per compiere la
Temporali improvvisi, ad esempio, mi ostello e dormire per quasi due gior- stato rappresentante dell’Unicef durante per avvicinarmi all’Himalaya. È stato co- stessa impresa.
impedivano di raggiungere gli ostelli o i ni, alzandosi solo per i pasti. «È stata i suoi viaggi e, dal luglio 1998, è porta- me studiare per conseguire una laurea». Quella dello scozzese è solo la più recen-
campeggi per la notte, allora dovevo ar- un’esperienza che mi ha dato molto sul bandiera dell’Unione Europea. Proprio in Nepal, nel 1998, il biker tosca- te pedalata attorno al globo. E, per ora, la
rangiarmi a dormire dove capitava». Per piano personale. Mi ha insegnato che «La bicicletta è un contenitore. Se pe- no ha realizzato anche la sua impresa più veloce. Prima di lui, quest’avventura
strada, spesso in luoghi completamen- nulla è impossibile. Quando vuoi fare dalare può anche essere utile fa molto più grande: pedalare lungo il lago più è stata portata a temine anche dall’ar-
te isolati, dove non passava neanche una cosa non ci devi pensare su, ma far- piacere» spiega Banchelli. In realtà il suo alto del mondo, a 5300 metri. Una volta gentino Mariano Lorefice e dall’inglese
un’auto. «C’era emozione e paura nello la e basta. Io mi sono buttato: non co- amore per le due ruote è nato alcuni an- raggiunto lo ha battezzato Sanu Pokhari, Alistair Humphreys. Il primo ha realizza-
stesso tempo». Come a Tierra Amarilla, noscevo bene l’inglese e non sapevo se ni fa, quasi per caso. «Il motto “hai voluto ossia Lago dei bambini. to due giri attorno al mondo sulle due
in New Mexico, quando, ritrovatosi con avrei resistito fisicamente. Però, se non la bicicletta, adesso pedala” fa proprio Oggi però la sua passione per la biciclet- ruote: 130 mila chilometri e 60 paesi
le pile scariche, ha percorso 30 km al l’avessi fatto, mi sarebbe rimasto il chio- per me. Non ho mai avuto moto né mo- ta sta diventando un vero lavoro. «Faccio visitati, attraversando anche deserti con
buio in mezzo alla foresta. O a Walsen- do fisso. E poi ora mi sento più forte, do- torino e la bici è stata semplicemente un da guida per gruppi e presto farò una temperature superiori ai 55 gradi e aree
burg, in Colorado, quando si è risveglia- po aver dormito nella foresta da solo al mezzo per non andare a piedi. All’inizio puntata radiofonica con Ciclisti per caso. estremamente fredde come l’Alaska e il
to di notte per le molestie dell’uomo buio non ho più paura di niente». era una necessità poi si è trasformata in Non è una professione facile, ci vuole un circolo polare artico. Humphreys , inve-
che lo ospitava. E poi la fatica, il sole E Spielberg? «Non mi ha ricevuto, ma una vera passione. L’importante per me po’ di fantasia». E al giro del mondo non ce, nel 2001, appena finiti gli studi, ha
forte, le temperature desertiche. «Dopo non mi arrendo». Vuol dire che potreb- era trovare una dimensione personale ha mai pensato? «È una cosa che mi atti- inforcato la bicicletta e iniziato un giro
cinque giorni mi sono detto: chi me lo be ripetere l’esperienza? «Sì, ma solo in e sociale che non fosse solo dettata dai ra, ma non lo vedrei come una gara. Pen- del mondo in solitaria a scopo benefico
fa fare?». La voglia d’avventura però, alla compagnia di qualcuno». soldi e la bicicletta in questo senso mi ha so che ci metterei almeno un anno». durato quattro anni.
fine ha prevalso e ha regalato a Gaudi- Mariassunta Veneziano aiutato molto». A pensarla diversamente è Mark Beau- Claudia Luise
DOSSIER/FUGHE 8 febbraio ‘08
& AVVENTURE

sarà l’Africa ma va bene». Della competizione parla


la Trucco: «La Dakar è più una gara di resistenza. La
vera sfida è con te stesso, con le ore alla guida, con
la mancanza di sonno. Resistenza fisica e del mezzo.
Tolti i primi, quello che conta è arrivare in fondo. È
una delle poche gare dove se arrivi alla fine, a vede-
re il Lago Rosa ancora in gara, sei felice, felice di aver
attraversato il deserto».
Alcuni piloti, nonostante il rischio attentati, avreb-
bero voluto correre lo stesso. «Chi aveva alcuni anni
di Dakar alle spalle, me compreso - dichiara Pattono
L’Iveco Cargo dell’Italdesign - era assolutamente per partire. Situazioni simili ci
di Giugiaro alle prese con una duna sono sempre state: campi minati, banditi. Un anno
nel deserto del Sahara sono stato anche sequestrato. Un po’ di panico, il
(Lisbona- Dakar edizione 2006). danno per quello che ci hanno rubato e niente più».
A destra, Luisa Trucco I due piloti piemontesi non
e Corrado Pattono, si atteggiano a temerari,
nel cortile dell’officina di Azeglio. parlano di situazioni che
I due piloti stanno decidendo conoscono bene: «Nessuno
se affrontare ha voglia di farsi sparare ma
il rally di Ungheria ad aprile erano tutti abituati a situa-
zioni di rischio. Tra i parte-

In camion nel deserto


cipanti girava voce di una
ritorsione della Francia alla
Mauritania per l’omicidio
dei quattro turisti francesi
a fine dicembre. Perché la
Dakar significa soldi per chi
ospita la gara». Molti rischi
Un team piemontese racconta la fine di un mito: addio alla Lisbona-Dakar nel tempo sono diminuiti,
le norme di sicurezza au-
mentate e con i Gps non ci

A
zeglio, a pochi chilometri da Ivrea: in una no francese, ha convinto l’organizzazione a sospende- - dice Pattono - parteciperemo al Ral- si perde più. «Ti perdi anco-
stretta stradina del centro c’è un piccolo re tutto. «Un disastro, sia morale che economico - dice ly di Tunisia, o faremo questa gara in ra ma perdi la rotta ideale»,
concessionario di moto. È la base del team Pattono - morale perché dopo tanto lavoro tutto sva- Ungheria, ma non si capisce bene quale sarà il terreno precisa Pattono. «Prima ti poteva capitare di non sa-
Dakar del camion Iveco disegnato dall’Ital- nisce in un attimo. Economico perché queste gare so- più adatto ai camion. Gli spazi africani ti consentono di pere veramente più dov’eri. Ci si allontanava di più
design di Giugiaro. Il team si forma nel 2004, con no costosissime e si fanno solo grazie agli sponsor. Per gestire un mezzo del genere, ma nei boschi lo distrug- dalle vie principali, si passava da luoghi dove non
l’arrivo alla guida di Luisa Trucco, torinese di 34 an- la preparazione del camion abbiamo anticipato molti gi. Aver speso tutti i soldi per prepararsi alla Dakar, non si va più. I rischi sono per chi va molte forte, come
ni: «Il team siamo io e Corrado Pattono, suo fratello soldi, ma gli sponsor finanziano i piccoli team perché correre e rovinare il camion in una gara meno impor- in qualsiasi altra gara». Secondo loro a rischiare non
Germano, è un’aggiunta». Quella del 2008 sarebbe è la Dakar. Se salta l’evento, salta lo sponsor. I nostri per tante e con poco seguito diventa impegnativo». sono tanto le persone quanto i mezzi: «Se ti si rompe
stata per Trucco la quarta Dakar, mentre Pattono è fortuna ci sono venuti incontro, quindi cercheremo di La Dakar è il rally del deserto per definizione. Alla do- il camion tra le dune e non trovi nessuno che te lo
un veterano alla 18esima edizione. Dei due, lui, il na- fare qualche altra gara». manda se la vera sfida è tra i concorrenti o con il terre- recuperi, se ti prende fuoco e non riesci a spenger-
vigatore, è il più taciturno, ma risponde per primo La Aso, l’ente organizzatore, non ha perso tempo e no di gara, i due piloti rispondono sicuri. «Il deserto è lo». Entrambi soffrono già del «mal d’Africa» mentre
quando gli viene chiesta la reazione dei piloti all’an- già si parla di una Dakar Series in Argentina il pros- ciò che cercano tutti quelli che fanno la Dakar. Il deser- mostrano il camion nel cortile. C’è ancora la sabbia
nullamento del rally il giorno prima della partenza. simo anno, ma è stato anticipato ad aprile un raid in to, la sabbia, gli spazi africani - afferma Pattono -. Sem- delle prove attaccata agli enormi pneumatici.
Il rischio di attentati terroristici segnalato dal gover- programma per il 2009 in Ungheria. «Probabilmente bra che in Argentina ci siano le stesse condizioni, non Luca Ciambellotti

Centauro verso Nord


in cerca di me stesso
Un viaggio di 9400 Km di cui 650 sotto la pioggia, a raggiungere la meta. «Mi
8 Paesi attraversati in 15 giorni, 51 pieni di benzina, chiedevo se ce l’avrei fatta. C’è
temperature comprese tra i 38 e i 7 gradi centigra- stato un sacco di tempo in cui

Muoversi all’estero?
di. È la scommessa vinta di Alain De Carolis, che ha sono rimasto in silenzio e da
viaggiato in sella alla sua moto, una Kawasaki ER-5, solo. Non mi era mai capitato
dall’Abruzzo a Capo Nord. Andata e ritorno in soli- e credo non capiterà più. Sono
tario verso il circolo polare artico. esperienze impossibili da rac-
Sapeva che correva dei rischi, «se consideri che il contare. Bisogna viverle».
viaggio più lungo che avevo fatto fino ad allora in
moto era stato di 60 km, tre settimane prima, per
andare a prendere la patente». Una follia. Ma per-
Lui ce l’ha fatta, anche se il suo
fisico non era preparato ad
un’avventura del genere. «La
Aiutatevi col Mobigiò
ché farlo? Per Alain era un modo per sentirsi indi- concentrazione è sempre mol- La prossima settimana aprirà a Torino MobiGiò, un Schede orientative del centro InformaGiovani e or-
pendente: dalle regole sociali che gli sono sempre to alta e la fatica fisica si fa sentire da subito. Dopo punto informativo dedicato al turismo e alla mobi- ganizzare, con l’aiuto di persone competenti e in-
state strette, da paure sull’inutilità della sua esi- un’ora di guida iniziano i dolori, ma dopo un’ora e lità giovanile nato dalla collaborazione tra Informa- formate, vacanze a tema e soggiorni studio. Da oggi,
stenza e da un amore tormentato. Persino lei era mezza sembra di stare seduti sui chiodi. Bisogna Giovani e Centro Turistico Studentesco (Cts). Mobi- quindi, non sarà più un problema reperire indirizzi
passata in secondo piano. Il viaggio era l’unica cosa fermarsi spesso per sgranchirsi le ossa». giò vuole essere un punto di riferimento per tutti i utili sulle famiglie che offrono ospitalità o sui giovani
che contava. Non sapeva se sarebbe arrivato a de- Per il ritorno Alain ha scelto, su consiglio di veterani giovani torinesi alla ricerca di opportunità per viag- che propongono lo scambio dell’alloggio.
stinazione. L’importante era partire. dei viaggi estremi in moto, le strette curve della E6 giare e muoversi all’insegna del divertimento, dello Mobigiò è anche uno strumento per tutti coloro che
Armato di tenda e sacco a pelo, una tuta imper- norvegese. «Avevo solo voglia di tornare a casa per studio, ma anche del volontariato. cercano opportunità di tirocini e stage in Europa e
meabile e la sua determinazione, Alain ha iniziato il incassare la vittoria dinanzi a coloro che mi aveva- Lo sportello, quindi, offre informazioni sulle iniziative vogliono partecipare ai principali programmi per la
suo viaggio in un giorno d’aprile. «Cadute, inciden- no dato per spacciato. Molti scommettevano che proposte dalla Città di Torino sul tema della mobi- mobilità studentesca all’interno dell’Unione Euro-
ti, pioggia forte, guasti meccanici, malattie. Non mi sarei arrivato in Germania. I più stronzi pronostica- lità giovanile: scambi internazionali, servizio volon- pea. Oltre a questo, sarà possibile usufruire di tutti
spaventava tutto questo. Quello che mi terrorizza- vano un viaggio lungo qualche chilometro». L’ul- tario europeo, agevolazioni per viaggiare in Italia e i vantaggi e i servizi destinati ai soci Cts.
va era la solitudine estrema. L’isolamento. La com- timo giorno, ha guidato per 3300 km. «Ce l’avevo all’estero. Ma anche notizie utili sui documenti ne- Il punto Mobigiò si trova in corso San Maurizio 6 ed è
pagnia di me stesso. La noia». Ma l’avventura non fatta. Forse quel viaggio segnava per me la fine di cessari, sui trasporti, sulle strutture ricettive a basso aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 e il saba-
gli ha permesso di annoiarsi. All’andata, attraver- qualcosa. O l’inizio di qualcos’altro. Sta di fatto che costo e sulle vaccinazioni per viaggiare in sicurezza to dalle 10 alle 14. È anche reperibile all’indirizzo web
sando l’Austria, la Germania, la Svezia, la Finlandia non me lo scorderò mai». in tutti i paesi del mondo. www.comune.torino.it/infogio.
e arrivando in Norvegia a Capo Nord, pensava solo Delia Cosereanu Inoltre sarà possibile consultare la Banca dati e le Claudia Luise
febbraio ‘08
9 DOSSIER/FUGHE
& AVVENTURE

Il morso della scimmia


Un viaggio tra Thailandia e Laos dove superficialità e distrazione possono essere fatali

In basso a sinistra, Rossella con alcuni


bambini di strada di Fundeporte,
suoi allievi di italiano.
Qui a fianco, da destra, Luca Cagnasso,
la capanna dove è stato ospitato,
al confine tra Laos e Thailandia
e la scimmia che lo ha morso

C
i sono luoghi, al confine tra Laos e scito ad afferrarla e a scagliarla lontano. Così

Mettere radici Thailandia, dove, a contaminare la


natura selvaggia, trovi solo una ca-
panna di pietre e fango. Luoghi che
facendo devo averla irritata ancora di più,
perché è tornata all’attacco altre due volte,
mordendomi prima la testa, poi la gamba. un solo caso, quello di una ragazza thailande-

in Ecuador non compaiono sugli itinerari turistici, in cui


si imbatte chi esce dalle solite rotte e cerca
l’avventura. In luoghi del genere può, però,
Non mi sono preoccupato, se non del fatto
che non avessi nemmeno del disinfettante
con cui pulire i tagli, profondi quanto i denti
se, finito con la guarigione del malato. Tutti
gli altri hanno portato alla morte entro 5-7
giorni. Il primo mese Luca l’ha vissuto nel pa-
Da Torino a Quito sud, capitale dell’Ecuador, « una metropoli accadere l’imprevisto, come è successo a Lu- dell’animale. A mettermi in allarme è stata la nico, «soprattutto mentre ero da solo in quei
caotica come Roma, spaccata in due da un muro invisibile che ca, 26enne, viaggiatore solitario, a zonzo tra Lonely Planet: lì mi sono ricordato della rab- piccoli paesi lungo il fiume Mekong, dove i
separa benessere da povertà, piena di contraddizioni». Così Australia, Thailandia e Laos. bia. C’era scritto che non esistono cure per la medici mi somministravano siringhe di vac-
Rossella, 26enne torinese, descrive quella che per tre anni è Era il giugno 2006 quando Luca si allontanò rabbia, una volta contratta. Si consigliava di cini e antibiotici, ogni volta diversi. La sera era
stata la sua città e che lei, nonostante i difetti, ama moltissimo. dai luoghi popolati, per addentrarsi nella fare comunque il vaccino, entro pochi minu- il momento peggiore: mi sembrava di avere
Dopo la laurea triennale Rossella ha deciso di partecipare jungla. «Ero appena ripartito - ricorda - dalla ti dal morso, ma erano passati già tre giorni tutti i sintomi della malattia, dalle vertigini al-
a uno dei progetti della Focsiv (Federazione città di Pai, in Thailan- dal mio “incontro” con la scimmia». Da quel l’idrofobia (ricordo che non riuscivo nemme-
Organismi Cristiani di Servizio Internazionale dia, e mi stavo spingen- momento in poi Luca ha girato per tre diversi no a infilare la punta del piede sotto l’acqua),
Volontario) e partire, da sola, dopo un breve do sempre più a nord, ospedali, tra la Thailandia e il Laos, «uno più dalla febbre ai dolori muscolari».
corso di formazione «del tutto inutile, perché quando mi sono ferma- fatiscente dell’altro e dove i medici non par- Oggi quei dodici mesi sono alle spalle, e Luca
l’ho fatto sul Myanmar , ma lo Tsunami ha bloc- to lungo un fiume, in lavano neppure l’inglese. Al terzo tentativo è certo di star bene: «Questa storia è solo un
cato le partenze». una casetta, abitata da ho incontrato, a Chiang Rai, un dottore con aneddoto “avventuroso” della mia vita, che
Dirottata in Sud America Rossella racconta di indigeni. Lì è accaduto cui riuscivo a capirmi, e che mi ha confermato non fa più paura, ma che mi ha insegnato
un «inizio “scomodo”: eravamo in 20, quasi tutti l’incidente: una scim- quanto avevo letto sulla Lonely. Non solo: mi tanto. Il morso di quella scimmia è stato una
volontari, più qualche tesista, di diverse età e mietta mi ha attacca- ha anche spiegato che la rabbia può rimane- lezione per me come per tutti quelli che si
provenienze. Vivevamo in una grande casa su to, affondando i denti re in incubazione fino a un anno. In sostanza, buttano in luoghi selvaggi senza la dovuta
due piani, messa a disposizione da un prete di aguzzi nel mio braccio. solo dopo un anno avrei avuto la certezza di conoscenza e preparazione. Superficialità e
Quito, che non abitava con noi, ma tutte le sere Mi stava aggrappata al- non essere stato contagiato». Le stime mon- distrazione possono punirti senza pietà».
passava a trovarci. Per un anno, cioè per tutto la schiena, ma sono riu- diali sui casi di contagio da rabbia parlano di Carlotta Sisti
il periodo di volontariato, mi sono adattata
a questo sovraffollamento, poi, dato che mi
sono fidanzata con un ragazzo dell’Ecuador, ho
preso casa insieme a lui ». Rossella, concluso
il progetto di volontariato, non è tornata in
Italia, ma ha abbracciato quello stile di vita
latino americano che, all’inizio, l’aveva lasciata
Quando i figli se ne vanno
perplessa: «L’Ecuador, potrà sembrare strano, ma è un paese Sono storie incrociate, simili e diverse, raccontate a quattro voci. Laura confessa: «Elisa mi manca, ma l’Italia è
con una forte ossessione per la formalità e per l’apparenza. Sono le testimonianze di due coppie di genitori che raccontano, in un paese colmo di delinquenza e svuotato di
Per due anni ho insegnato italiano in un liceo e per due anni modo opposto, una scelta difficile da accettare. opportunità per i giovani».
mi sono sentita rimproverare perché mi vestivo sportiva, con Il viaggio di Elisa era stato pianificato, il volo prenotato, la data del- Copione simile per la storia di Federica, 24
le scarpe da ginnastica invece dei tacchi alti e non mi truccavo la partenza fissata. Destinazione Sidney, Australia: l’altro capo del anni, migrata da un mese a Sidney, in questo
pesantemente come le donne ecuadoriane. Un’altra stranezza mondo. Elisa voleva andarsene dall’Italia, subito dopo la maturità, caso con la benedizione dei genitori. «Mia fi-
erano le tantissime ore di lavoro, parallele alle tantissime per- per un’urgenza di cambiamento, per il desiderio di avere cose nuove glia - racconta la madre Daniela - non riusci-
dite di tempo dedicate alle feste di compleanno o anche solo sotto gli occhi. Un progetto che poteva realizzare a condizione di te- va a riprendersi da una delusione amorosa.
alla pausa pranzo». Rossella è rimasta in contatto con alcuni nerne all’oscuro i genitori, informati solo una settimana prima della Da due anni la vedevamo stare male, sempre
ex colleghi volontari, tutti ancora in giro per il mondo: «C’è chi partenza. «Elisa - racconta la madre Laura- è stata furba: sapeva che, triste, senza stimoli». Chiudere con il passato,
si è sposato in Ecuador, chi è partito per il Brasile per aiutare se ce l’avesse detto con più anticipo, le avremmo impedito in tutti con il luogo che lo rappresenta: anche que-
i bambini di strada, chi ha iniziato un nuovo progetto in Sri i modi di partire. Così ci ha messi di fronte al fatto compiuto: men- sta può essere la ragione di una partenza.
Lanka». E il suo futuro, è a Torino? «Tra qualche mese arriverà tre ancora ne parlavamo, aveva già il biglietto aereo in una mano e Lo sanno bene i genitori di Federica: «Il suo Federica, 24 anni, da un mese a Sidney
in Italia il mio fidanzato. Forse cercheremo entrambi lavoro l’itinerario nell’altra. Purtroppo per me si è innamorata dell’Australia modo di reagire era andarsene il più lontano
qui. Però ci sarebbe anche quel pensierino sull’Australia…» e non è più voluta tornare in Italia. Si è creata la sua vita laggiù, con- possibile. Eravamo certi che fosse la cosa migliore». Quando le ferite
c.s. vive con un ragazzo, sta tentando di essere ammessa alla facoltà di si saranno rimarginate, solo allora, Federica ha promesso che tornerà
Medicina». Dopo lo shock, l’accettazione: tanto che oggi la signora a casa. c.s.
DOSSIER/FUGHE 10 febbraio ‘08
& AVVENTURE

Con l’Africa nel cuore


Che cosa spinge un Bisogno di cambiamento,
giovane a partire? voglia di fare del bene,
conoscenze tecniche non
bastano. Ci vuole anche una
F
ederica ha lo sguardo dolce, ma parla con un riceve mille curricula all’an-
tono fermo, a tratti severo. Biologa, si occupa no. Di questi il 10-15% non
di ricerca sulla malaria. Cinque anni fa il suo sono idonei (percentuale in solida integrità psichica, per
primo viaggio in Burkina Faso, uno dei paesi aumento negli ultimi anni).
del Sahel, la fascia sub sahariana, dove la malattia è Un 50% è idoneo e può ac- accettare e superare difficoltà
costante. «Per fare questo lavoro devi avere una for- cedere a percorsi di selezio-
ma mentis adatta. Lavorare in Africa non ha nulla a ne diretta, il restante 35% e frustrazioni
che vedere con la dimensione edulcorata europea. viene avviato a percorsi di
Spesso ti rendi conto di fare cose che, nella realtà, formazione e orientamento.
si vedranno tra molti anni. Studiare un progetto di Le figure più ricercate sono
ricerca non significa avere applicazione diretta di un quelle trasversali, che abbiano capacità
vaccino efficace, e i bambini con cui lavoriamo ma- gestionali». Come fare a valutarle? «Ol- cui la relazione, il feeling che si instaura
gari avranno in cambio solo medicine». Una scelta tre al professionismo, che pur sempre determina i risultati. Non cerchiamo dei
di vita, la sua, a volte frustrante e difficile da portare rappresenta un alto valore, è necessaria supereroi – continua Romagnoli – ma
avanti. «Per me è una scelta estrema – spiega Fede- un’”alta motivazione”; indispensabili le persone umanamente integre, prepa-
rica –, che ho voluto e che voglio. Mi sono messa in competenze, ma soprattutto la solidità rate e capaci di accettare i propri limiti
gioco. Le delusioni ci sono e si superano con l’onestà psichica: valutiamo se una persona “sa e le insoddisfazioni, che vogliano fare
intellettuale: io porto avanti il mio lavoro credendo- stare in piedi”.Ciò che spinge è il deside- bene il bene. Per capire tutto questo si
ci, pensando che può essere la strada giusta per ar- rio di fuga. Una fuga benigna, una ten- possono fare anche 100 colloqui e 150
rivare al vaccino. Anche economicamente è difficile, sione al nuovo che porta ad interrogarti mila incontri di gruppo, ma sarà solo la
a nessuna azienda interessa finanziare la ricerca nei sulla tua vita, sugli ultimi, e non mali- prova sul campo a dare la risposta».
paesi poveri, dove non ci sarà mercato. Ora sto per ri- gna, che scaturisce Di solito il primo approccio è il servizio
partire, il mio viaggio non è pagato e dovrò cercarmi da qualche aspetto civile, che può rimanere un’esperien-
dei finanziamenti. Ma sono felice». che ti soffoca. Il con- za intensa o aprire la strada ad anni di
Fatica, dedizione, sacrifici. Che cos’è che spinge un testo del Sud del lavoro da cooperante nei posti dove le
giovane a scegliere di partire? Risponde Paolo Ro- mondo non risolve persone fanno ancora fatica a sopravvi-
magnoli, responsabile di selezione e formazione del i problemi perso- Servizio civile, volontariato, lavoro, viaggio vere. Quando si torna, cosa rimane? «Il
personale per la rete IRIS, in particolare per le Ong nali, ma li amplifica. solidale: sono tanti i modi per partire mal d’Africa è uno stereotipo. Chi rientra
CeLIM di Milano, che opera in Africa e nei Balcani, Inoltre, si lavora in e andare nelle terre dove le popolazioni di solito prende strade di lavoro etico e
e Cisv di Torino, impegnata in Africa e sud America. gruppo e in conte- fanno ancora fatica a sopravvivere. Per fare affronta il “dopo” con grande serenità».
«Iris non promuove molto la sua immagine, perché sti interculturali per un’esperienza di vita dura, ma autentica Tiziana Mussano

Emergency dream Niente frontiere,


Marina Castellano, infermiera, è una dei volontari partiti con Emergency.
Un anno e mezzo in Afghanistan: sei mesi tra Kabul, Panshir e LasKargah;
un anno, tutto il 2006, a Helmand, nel sud. «Abbiamo lavorato molto sulla
formazione del personale locale – spiega –, io ero responsabile dell’ospedale.Il nostro
tanta passione
obiettivo era rendere autonoma la popolazione, ma in Afghanistan il percorso è ancora
lungo». Marina Castellano, sposata e con una bambina di sette anni, ricorda con emozione “Senza frontiere” non è un supereroe. Per diventare un medico senza frontiere
tutto della sua esperienza, fin dalla decisione di partire. «Quando ho presentato la mia solo il gusto del non con- occorrono competenze. Non soltanto mediche. Franco
candidatura lavoravo da poco. Una sera, per caso, ho sentito la storia di una volontaria al venzionale: appartenere Muzio è laureato in economia, e si è formato studiando
Maurizio Costanzo Show. Mi sono detta: un giorno partirò anch’io. Ho cominciato a prepa- a uno staff che valica le le organizzazioni no profit.
rarmi, sia a livello professionale che umano. Poi ho incontrato Emergency, che rispecchia- frontiere statali, cultura- «Noi arriviamo in un luogo di crisi – dice Muzio –, cu-
va in pieno tutto quello in cui io credevo». li, religiose ed etniche in riamo le persone ma impariamo anche a gestire le
Nata a Milano per portare aiuto alle vittime civili di guerra, Emergency è spesso la scelta nome del valore della vita emozioni perchè non è facile vedere la gente morire.
di chi alla parola avventura associa anche il significato di solidarietà. Dal 1994 a oggi, significa essere pronti a Difficile spiegare in poche parole cosa si prova quando
Emergency è intervenuta in 13 Paesi, costruendo 7 ospedali, 4 centri di riabilitazione, uno partire dopo poche ore da si lavora con le vite umane, che a volte si riesce a salvare
di maternità, uno di cardiochirurgia, 55 tra posti di primo soccorso e centri sanitari. Mi- un’emergenza, come solo ma altre volte no».
gliaia i volontari e i sostenitori dell’associazione. A partire è soprattutto personale sanitario: un’Ong sovrastatale, ben organizzata e finanziata come «Milioni di persone donano soldi per dare un aiuto alle
chirurghi, ortopedici, ginecologi, pediatri, cardiologi, anestesisti, ma anche infermieri, perso- Medici senza Frontiere può permettersi. persone in difficoltà. Io ho scelto di non demandare agli
nale di corsia, ostetriche, fisioterapisti, tecnici di laboratorio, radiologi. Le tappe della selezio- Franco Muzio, 39 anni, torinese, dal 1997 ha “scelto” di altri - spiega -. Ho acquisito una formazione specifica
ne sono diverse, «perchè chi partirà dovrà essere pronto ad affrontare l’esperienza su tutti i appartenere a Msf: l’ultima volta lo scorso dicembre in perchè in situazioni di emergenza non c’è il tempo di
piani – spiega Federica Zappalaglio, associata di Emergency –. Innanzitutto analizziamo i tan- Uganda, ai confini col Congo, per arrestare l’epidemia imparare: bisogna sapersi rendere utili». Serve tanta
tissimi curricula che ci arrivano. Dopo una prima valutazione, somministriamo ai profili scelti di ebola che causa una mortalità del 90% degli infetti, si passione per andare avanti nonostante il rischio e le
un questionario specifico di approfondimento. Alcuni vengono portati avanti, altri scartati. propaga per contatto e non ha un vaccino. «Non esiste difficoltà. «Io - prosegue Muzio - appena posso salgo su
C’è poi la fase della selezione vera e propria: una o due giornate a Milano durante le quali vie- Natale o Capodanno – ricorda Muzio pensando a co- un aereo e parto dove c’è bisogno di me. Non capita a
ne presentata l’associazione, vengono proposte prove pratiche, fatti colloqui personali. Oltre me ha trascorso le ultime festività –. Dove mi trovavo, tutti di essere pagati per un lavoro che piace, soddisfa e
agli addetti alle risorse umane – continua Zappalaglio –, a selezionare sono gli specialisti: gli in Uganda, è appena terminata la guerra civile. Con i 27 a volte diverte anche. Finchè posso vado avanti».
analisti per gli analisti, gli infermieri per gli infermieri, e così via». L’avventura comincia, ma esperti di Msf mi sono trovato a fronteggiare la paura Oggi Muzio è Msf soltanto per 3 mesi all’anno, ma non
anche l’avventura però, ha i suoi momenti bui. Come vive il distacco chi decide di lasciare tut- della gente per una malattia che non guarda al colore si tira indietro davanti a nessuna sfida. «Per questo
to e partire? «Io sono stata fortunata – dice Marina Castellano –, ho sempre avuto l’appoggio della pelle, al sesso o alla nazionalità delle vittime. Ci ho scelto di non avere famiglia. Non vivo stabilmente
di mio marito. Durante quell’anno e mezzo ci sono stati spesso momenti difficili,mia figlia lavavamo di continuo con la clorina e lavoravamo 15 in un luogo. Ma la mia decisione non accomuna tutti
era piccola e alcune volte (a giugno 2006 a Helmand sono cominciati gli scontri, ndr) la mia ore al giorno, ma siamo riusciti in sole tre settimane ad i membri dello staff Msf: alcuni fanno i volontari solo
famiglia è stata molto in pena. A volte è più difficile restarsene qua: se sei un volontario non arginare un’epidemia. Il più grande regalo è stato arri- per pochi anni, altri portano con sè la famiglia dove è
puoi tirarti indietro di fronte alla paura, alle difficoltà, alle situazioni drammatiche. Impari ad vare al successo della missione». possibile. Non pretendiamo di essere cow boy, ma dedi-
affrontarle prima che ti terrorizzino, e spesso le vinci. Voglio tornare. Aspetterò che mia figlia Tra Kosovo, Sierra Leone, Guinea, Uganda e Angola, per chiamo un pezzo della nostra vita agli altri per dare loro
cresca, anche se sto pensando di partire quest’estate, almeno per tre mesi». otto anni Franco Muzio ha dato ininterrottamente il una possibilità in più».
Rosalba Teodosio proprio contributo per cambiare le cose senza essere Mariagiovanna Ferrante
febbraio ‘08
11 DOSSIER/FUGHE
& AVVENTURE

Rifugio spirituale
Sempre più giovani trovano
la loro strada nei nuovi culti.
Come racconta Introvigne

C
omunità, movimen- nità o organizzazioni religio-
ti religiosi, piccole e In alto a sinistra, Massimo Introvigne, accanto l’ingresso a Damanhur se minoritarie appartiene a
grandi chiese, vecchi classi sociali marginali, povere.
e nuovi culti. Da Da- al suo sviluppo, nelle organizzazioni che Guardiamo a Damanhur o a Scientology, due realtà
manhur al Soka Gakkai passan- nascono alla periferia del religioso, l’im- completamente diverse tra loro: in entrambi i casi i
do per i pentecostali e Sciento- pegno è totale». membri dell’organizzazione sono mediamente per-
logy, anche in Piemonte decine Che capacità di attrazione hanno sui sone ricche o comunque benestanti».
di giovani decidono ogni anno giovani? Quale è il rapporto tra la Chiesa Cattolica e que-
di abbracciare nuove forme di «Non molta. Generalmente queste or- ste organizzazioni?
religiosità e diverse filosofie ganizzazioni restano piccole, di nicchia, «Quello che la Chiesa Cattolica cerca di evitare è
di vita, in cerca di un rapporto perchè danno alti benefici, come il vive- la confusione. Per questo dialoga meglio con chi
più spirituale con l’esistente. re in una comunità calda, con relazioni distingue nettamente il proprio credo e la propria
Bisogno del sacro o desiderio corte tra le persone, ma implicano anche impostazione teologica e filosofica».
di evasione dalla realtà difficile alti costi per chi entra a farne parte, in Quali sono in Piemonte le realtà religiose che at-
dirlo, ma una cosa è certa: nella maggior parte dei tuali e alle nuove organizzazioni religiose? termini di impegno e di stigmatizzazione da parte traggono di più i giovani?
casi si tratta di scelte di vita totalizzanti, che spesso «Più che di evasione io parlerei di ricerca di esperien- dell’opinione pubblica. E i consumatori religiosi gio- «Sicuramente il Soka Gakkai, un movimento bud-
segnano una cesura netta con la vita condotta in ze alternative. Si tratta nella maggior parte dei casi vani disposti a pagare alti costi per alti benefici sono dista fondato da Nichiren Daishonin, che è partico-
precedenza. Massimo Introvigne è uno dei massimi di comunità molto coinvolgenti alle quali bisogna pochi». larmente radicato in Piemonte. Sono 4000 in tutta
esperti italiani di nuove religioni, fondatore nel 1988 dedicare tempo e tante energie. Diversamente dalla I ragazzi che ricercano nuove forme di religiosità la regione e 2000 solo a Torino. Hanno dovuto co-
del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni). Chiesa Cattolica nella quale è possibile trovare un hanno un profilo sociale definito? stituire dei gruppi di soli giovani perché ce n’erano
Professor Introvigne, c’è un bisogno di evasione free rider, ovvero qualcuno che beneficia dei servizi «No. Ormai è definitivamente tramontato il modello veramente tanti».
nei giovani che si avvicinano alle comunità spiri- offerti da quella comunità senza contribuire molto economicistico per cui chi entra a far parte di comu- Gabriella Colarusso

Lui si chiama Zebù, lei dei rapporti umani


Arianna. Lui è nato a nella nostra comu-
Bevendo uno strano the Palermo, lei in Valchiu-
sella. Sette anni fa Zebù
Il regno di Damanhur nità è enorme ed è
quello che cercavo».
si è trasferito a Baldisse- Zebù ora ha 29 anni,
L’ayuhuaska è un the composto da stabilito la sentenza, non sussisteva. ro canavese, nella Capi- vive a Lugnacco in
due erbe che crescono in Amaz- «In Italia- racconta Diego, che da tale di Damanhur, la comunità eco-spirituale fondata nel 1975 una casa «realizzata secondo i criteri della eco-sostenibilità»
zonia. Da centinaia di anni gli giugno dello scorso anno partecipa da Oberto Airaudi. Arianna, invece, è nata lì e a 20 anni, dopo e fa l’imprenditore in una cooperativa della Federazione che
sciamani, che abitano quelle zone alla condivisione dell’ayuhuaska- è un viaggio di sei mesi in Cile, ha deciso di ritornare. Solidarietà, si occupa di energie alternative. «Ho scelto Damanhur perché
del Sudamerica, assumono la “ be- difficile far arrivare le erbe, e, per i responsabilità individuale, rispetto per la natura. Damanhur è era quello che cercavo fin da piccolo, quando già meditavo su
vanda enteogena sacramentale”, che problemi con le autorità, è comples- si una filosofia, ma è anche una piccola “città- Stato”, con tanto concetti come la vita, l’energia». Arianna invece a Damanhur
avrebbe il potere di riconnettere so anche rispettare il calendario di moneta (il credito) e Costituzione, cooperative, imprese, c’è nata. «Ho avuto un momento in cui non volevo più vivere
l’individuo con il Cosmo, la natura, degli incontri. La vicenda, inoltre, associazioni culturali, scuole, e un movimento politico, “Con a Damanhur. Ho fatto un viaggio in Cile, volevo conoscere al-
la propria essenza, spogliata dalle del 2005 ha traumatizzato alcune te per il Paese” che ha fatto eleggere ventuno consiglieri in tre realtà. Poi però ho deciso di ritornare nella Comunità per
sovrastrutture in cui si trova ingab- persone». Diego si è avvicinato diversi comuni della Valchiusella e il sindaco di Vidracco. Cor- restarci. Ci sono dei valori a Damanhur che fuori non ho ritro-
biata. Definirla un allucinogeno all’ayuhuaska per tentare di uscire vo, Gufo, Sirena, Ariete: i Damanhur usano nomi di animali e vato: la ricerca di un mondo più pulito, la possibilità di creare
sarebbe, secondo Walter Menozzi da una decennale dipendenza vegetali in segno di simbiosi con la natura. «Ho conosciuto una società nuova mentre fuori tutto è già predefinito, statico
(studioso di antropologia, etno- dall’eroina: «fu un’amica, che grazie Damanhur nel 2001 a Palermo, in una conferenza sulla prano- ». Arianna ora vive a Vidracco, studia medicina ma ha abbando-
botanica e storia delle religioni) all’ayuhuaska era uscita dagli stessi terapia», racconta Zebù, al secolo Davide Alaimo. «A 22 anni nato il nome di animale: «.Mi sembrava infantile».
un errore: l’ayuhuasca infatti non problemi, a iniziarmi al rituale. La ho sentito il bisogno di venire a vivere a Damanhur. L’intensità g.c.
produrrebbe immagini fantasiose mia prima volta è stata molto dura,
e sconclusionate, bensì autentiche soprattutto a livello fisico. Non ave-
rivelazioni, legate a problemi irrisol- vo seguito né la dieta né le regole di
ti della vita dell’individuo. La voce
razionale, in sostanza, dell’uomo
deve essere messa a tacere: a par-
lare sarà una coscienza superiore,
disintossicazione che dovrebbero
precedere l’incontro, perciò il mio
organismo, intossicato,
ha reagito violentemente,
Scientology sale in cattedra
con un messaggio salvifico. Il rituale con vomito, dolori ecc. Il Il simbolo di Scientology è il Ponte verso la liber- Un anno fa, da Bologna si è trasferita a Torino e nella chiesa
legato all’ayuhuaska, dal Brasile, si giorno dopo ho fatto la tà totale e rappresenta l’idea del cammino che di via Bersezio lavora a tempo pieno: «mi occupo della parte
è esteso nel mondo, coinvolgendo seconda sessione, quella porta dalla non conoscenza alla rivelazione. La amministrativa: controllo le classi di studio, faccio incontrare
sempre più persone che, in giorni rivelatrice: ho bevuto liberazione spirituale, lo stato di clear, è graduale, i parrocchiani con gli auditor». Poi, svolte le mansioni per le
prestabiliti da un calendario diffuso il the, ho avuto visioni si raggiunge con l’addestramento e con l’aiuto di quali riceve un piccolo stipendio, Federica studia: 12 ore e
con il passa parola, si ritrovano a simboliche che mi hanno un auditor: basta iscriversi ai corsi a pagamento mezzo alla settimana per capire come funziona l’organizza-
bere il the dell’illuminazione inte- fatto, come dicono gli o lavorare per Scientology. Chi vuole conoscere zione della chiesa. Insieme a lei c’è Vita, 24 anni, marocchina.
riore. Legata alla dottrina del Santo sciamani, “arrendere alla il movimento religioso più noto e criticato del Arrivata in Italia sei anni fa,cerca lavoro e, quando chiama per
Daime (un culto che, semplificando, verità”, la mia verità». Il momento, deve percorrere questo ponte, e per un’offerta trovata su un giornale, a risponderle è Scientology:
ha le sue radici nel cristianesimo, termine chiave, nella farlo deve leggere i libri di Ron Hubbard, scrittore «Mi hanno aiutato a imparare l’italiano, ho seguito i corsi gra-
ma sfocia nello sciamanesimo), dottrina del Santo di Dianetics e fondatore di Scientology. Centinaia tuiti per stranieri promossi dall’associazione Terra di libertà,
con due sedi in Italia, una ad Assisi Daime e nella pratica di libri e oltre tre mila conferenze registrate da che insegna l’italiano con le tecniche di studio di Hubbard».
e una in provincia di Alessandria, dell’ayuhuaska, è accettazione: fare ascoltare, capire. Una mole di materiale che non basterebbe E così Scientology da lavoro diventa fede: «Una domenica ho
l’ayuhuaska è stata trattata come pace con i propri limiti, e rendersi una vita per studiare, ma i fedeli non se ne preoccupano dato visto alcuni scientologist al Valentino, distribuivano volantini
sostanza illegale in diversi paesi conto che non tutti i problemi pos- che “l’uomo è un essere spirituale immortale”. Giuseppe Cico- contro la droga, perché scopo di ogni religione è aiutare gli
dell’Unione Europea, dalla Ger- sono essere risolti con la razionalità. gna è portavoce della chiesa di Torino, che oggi conta circa altri, e Scientology è una filosofia religiosa applicata». Daniele,
mania, all’Olanda, alla Germania. Ma che a volte serve qualcos’altro. 300 osservanti e mille “simpatizzanti”, così sono considerate 24 anni, ha invece conosciuto Scientology al liceo «non anda-
Anche da noi, nel 2005, ci sono stati Autosuggestione, placebo o be- le persone che almeno una volta sono entrate in contatto vo bene a scuola e a mio padre proposero un corso di studio
diversi arresti all’interno del Daime, vanda “miracolosa”, sta di fatto che con il movimento. Una filosofia applicata che Federica, Vita e per migliorare i miei voti, ho così capito che non ero stupido
proprio per il possesso e l’uso della Diego, grazie all’ayuhuasca, dice di Daniele hanno deciso di studiare. Federica, 21 anni, ne ave- ma sbagliavo metodo, e quando mi hanno chiesto di collabo-
bevanda sudamericana, ma oggi la essere arrivato alla pace più difficile va 17 quando incuriosita dai libri e dai racconti dei genitori rare con la loro chiesa ho accettato». Nel 2006 Daniele diventa
vicenda si è conclusa con l’archivia- da conquistare: quella con se stesso. scientologist, ha scelto di entrare a far parte di questo mondo. auditor. «Ora studio per diventare clear». a.d.
zione del caso perché il reato, ha Carlotta Sisti
DOSSIER/FUGHE 12 febbraio ‘08
& AVVENTURE

In cammino, pellegrini
Verso Santiago frotte di devoti e di sportivi
percorrono a piedi anche mille chilometri

Dentro
N
on è difficile trovare qualcuno che voglia di San Jacopo di Compostela ed è autorizzato per il
parlare del Cammino di Santiago. Il vis- Piemonte e la Valle d’Aosta a fornire di Credenziale
suto è così intenso che non si perde mai
l’occasione. Nilo Marocchino, farmacista
di Saluzzo, ha 67 anni e non ricorda quante volte ha
chi diventa pellegrino verso Santiago. Basta chia-
mare la confraternita o il centro studi, entrambi con
sede a Perugia (www.confraternitadisanjacopo.it).
lo zaino
raggiunto Compostela: «La prima volta in bicicletta, Credenziale in tasca, resta da scegliere quale dei Lo zaino è il primo
ma non andavo a fare qualcosa di spirituale: sono cammini intraprendere. Ogni tragitto ha la sua compagno di viaggio del
un viaggiatore, tutto mi incuriosisce. Poi, quando particolarità, la sua lunghezza e la sua storia. C’è il pellegrino. Il suo peso non
sono arrivato, ho capito che il Cammino di Santia- cammino classico, o camino francés, da Saint Jean deve superare un decimo
go era cosa diversa. Mi aveva insegnato a dare una Pied de Port: 800 chilometri prima di trovarsi difron- del proprio, e non vale
diversa impostazione alla vita: a darle il tempo giu- te la massiccia cattedrale che conserva le spoglie di ingrassare per riempirlo di
sto, a vedere ogni giorno come una sorpresa che ti San Giacomo e dove ogni anno giungono milioni più. D’estate: tre magliette,
arricchisce senza che tu lo chieda». di pellegrini. Poi ci sono il camino del norte (detto due pantaloni, tre paia di
Certo, il Cammino può essere anche puro trekking, anche camino de la costa o camino primitivo, perché calzini, tre mutande, una
ma la connotazione di “pellegrinaggio” lo collo- il primo a essere praticato), lungo la costa atlantica; tuta per il freddo serale.
ca in ambito devozionale o di ricerca spirituale. A la ruta de la plata, che parte da Siviglia; il camino por- Gli indumenti sportivi
Compostela si va a piedi, in bicicletta, a cavallo. L’im- tugues e il camino aragones, uno dei più corti (162 di ultima generazione
portante è avere con sé la Credenziale, che lì è più chilometri). aiutano: sono leggeri e si asciugano in mezz’ora. attaccandoli allo zaino), ago e filo, che (oppor-
importante della carta d’identità: attesta lo stato di Oggi non è più necessario fare testamento prima di Non possono mancare un k-way o un grande tunamente sterilizzati ) servono a curare le
pellegrino, permette di avere pasti garantiti (tra i 3 partire, ma il Cammino resta un’avventura. Né man- poncho che copra anche lo zaino, una banda- vesciche. E ancora: bustine di zucchero per i cali
e i 10 euro) e di dormire negli hospitaleros (parroc- ca un’insidia che non tutti sono in grado di affronta- na per proteggere la gola dalla polvere e un di pressione, sacchetti di plastica per conservare
chiali, comunali o privati) al di sotto dei 10 euro. re: scoprire se stessi. cappello contro il sole, scarponi da escursione, alimenti e indumenti Poi una pila, tappi per le
Nilo Marocchino è uno dei priori della Confraternita Alessia Smaniotto sandali, un asciugamano e il sacco a pelo. Da orecchie se si ha il sonno leggero, stringhe di
non dimenticare: coltellino svizzero, pinzetta, ricambio, cerotti, farmaci base (mal di testa, an-

Un milione di passi
sapone di Marsiglia per lavare se stessi e i panni, tinfiammatori), ammoniaca per le punture degli
crema solare e qualche molletta (la Spagna è insetti e, soprattutto, un rotolo di carta igienica:
un paese ventoso, si possono asciugare i vestiti si percorrono decine di chilometri nel nulla.

Alberto, Giacomo e Carmela sono partiti nell’agosto del desiderio di avventura. Volevo capire se, spogliata delle tutti quanti si salutano, si aiutano, nessuno è indifferen- ne della messa. Oggi è un simbolo.
2006 per percorrere il cammino classico, quello che pas- comodità a cui sono abituata, sarei stata in grado di ar- te»: è uno dei ricordi più belli di Carmela. E dopo Santiago c’è Finisterre (dal latino, fine delle ter-
sa per Roncisvalle. Un milione e cinquecentomila passi, rangiarmi con il minimo indispensabile». Lo spirito di adattamento, la voglia di scoprire se stessi re, il punto più occidentale della Spagna), dove al faro,
28 giorni, una media quotidiana di trenta chilometri tra Lungo il percorso Carmela ha scoperto che, delle sue senza temere di essere deboli, stanchi, di avere dei di- circondati dall’oceano, ci si gode il tramonto. Qui i pelle-
le cinque e trenta del mattino e le due del pomeriggio, tre magliette, ne bastavano due («l’importante era che fetti, è la chiave per arrivare: «Molti fanno resistenza, ma grini di un tempo compivano il bagno di purificazione,
momento di ristoro e pulizia. fossero pulite!»). E Giacomo, dopo quattro giorni, ha la fatica così è doppia», spiega Giacomo. bruciavano un indumento indossato durante il cammi-
Giacomo, 26 anni, che fa parte della onlus Nuovi Oriz- rispedito a casa un po’ dei chili in eccesso. Come loro, Arrivati sotto la cattedrale, le lacrime scenderanno no e raccoglievano una delle conchiglie sulla spiaggia.
zonti di Piglio (Frosinone), è stato il motore del gruppo. molti cercano l’avventura. Ma per tutti il Cammino si spontanee: «Non importa chi hai vicino», ricorda Car- Il cammino non è finito, per molti ricomincia, e da San-
Cercava compagni. Hanno risposto Alberto, 25 anni, trasforma diventando metafora della vita: non sempre mela. Poi, il tempo dei rituali: la colonna all’ingresso tiago si riportano immagini, come quella impressa nel-
che si occupa di formazione del personale alla L’Oréal è controllabile e ogni meta è un nuovo inizio. della navata è stata toccata da così tante mani da por- la mente di Alberto: «Una mattina, partiti alle cinque, la
di Milano, e Carmela, 26, studentessa in ingegneria am- «Per me è il cammino dei segni – racconta Alberto - tarne il calco; la statua di San Giacomo da abbracciare; marcia è iniziata in un bosco, dove faceva più buio del
bientale a Padova. Alberto e Carmela non sono partiti sono partito senza una meta, ma l’ho trovata lungo il la cripta dove un banco attende chi vuole affidare una solito. Davanti a noi c’era un padre che teneva per ma-
per motivi religiosi o sportivi, ma spinti dal desiderio percorso». Un percorso fatto anche di incontri. I tre pel- preghiera. Il botafumeiro, invece, un enorme incensiere no il figlio, avrà avuto otto anni. Quando il bosco è finito
di sfidare se stessi. «Non sapevo nemmeno fosse un legrini hanno visto il loro gruppo aumentare, cambiare alto circa 10 metri, ricorda i tempi in cui i pellegrini puz- e la luce si è alzata, il bimbo ha lasciato la mano del pa-
cammino religioso – racconta Carmela - ma era forte il e riformarsi lungo il tragitto. «Andando verso Santiago zavano così tanto da rendere impossibile la celebrazio- dre, riprendendo il cammino, sicuro». a.s.

“Io, solitaria ma non troppo”


In un angolo della stanza c’è un telefono che in alcuni giorni squilla di continuo.
Sorpresa, torna l’eremita
Il tavolino accanto al letto è rivestito di una tovaglia coloratissima, come colora- Tornano gli eremiti. Certo i dati parlano di numeri irri- campagna o montagna; ma non solo: se ne trovano an-
tissimo è il resto della casa: il cenacolo fatto con le sue mani, le federe del letto, sori, eppure il fenomeno sembra riemergere in punta di che in appartamenti di città, in case cedute da benefat-
la maglia che indossa. Suor Francesca è un’eremita anomala, così ama definirsi. piedi, non solo tra i monti, nelle grotte, ma anche nelle tori o da congregazioni, o a custodia di santuari».
Da nove anni vive a stretto contatto con la natura di Indiritto, nella Val San- periferie delle città con gli eremiti “metropolitani”. Una Chi sono? Uomini e donne? Che età hanno?
gone, in una solitudine e un isolamento che vengono interrotti solo quando vita votata al silenzio, all’isolamento, al raccoglimento e «Quando iniziano la vita eremitica sono in genere nel-
qualcuno la cerca. E sono in tanti a farlo.“Un eremo non può essere un guscio in alla preghiera. Decisamente in controtendenza rispet- l’età matura, fra i 40 e i 50 anni. Qualcuno – ma sono
cui rinchiudersi, sarebbe una scelta egoistica. Se qualcuno bussa alla mia porta, to alla fretta, al rumore, alla frenesia dei nostri tempi. rari – inizia a 35 o verso i 60. Nel mio campione di 37
apro. Sarebbe disumano non farlo, il Signore me lo chiede”.Suor Shumi o Heidi, Isacco Turina, docente e ricercatore presso l’Università intervistati, vi erano 21 donne e 16 uomini. Penso che il
così la chiamano i suoi amici, vive tra preghiera e dedizione verso il prossimo. di Bologna, ha dedicato un libro all’argomento, “I nuovi nuovo eremitismo riguardi più o meno in uguale misu-
Due cose che coincidono a suo modo di vedere. Accompagna all’ospedale chi eremiti. La fuga mundi nell’Italia di oggi” (Milano, Me- ra uomini e donne».
ne ha bisogno, veste, pulisce, lava, pascola le capre, ha una parola di conforto dusa 2007). Qual è il loro livello di istruzione?
per tutti. Per i suoi lavori non percepisce nulla, tira avanti grazie alla Provvidenza, ai doni delle L’eremitaggio ha conosciuto un ritorno negli ultimi «Il livello d’istruzione è in genere elevato: laurea o di-
persone che le vogliono bene e che non le fanno mai mancare nulla, neanche una macchina anni, perché secondo lei? ploma. In molti casi, l’istruzione superiore è stata acqui-
rossa, parcheggiata nel cortiletto antistante la Chiesa: «Ci sono periodi in cui mangio solo «La mia interpretazione, di tipo sociologico, vede nel- sita presso istituti cattolici ».
pomodori, ma va bene così, se è Dio che lo vuole», racconta sorridendo. Dio. Per suor France- l’eremitismo un modo di vivere la vocazione monastica Essere eremiti significa tagliare i ponti con tutti?
sca è sempre lui a decidere e scandire ogni momento della sua giornata. Lui che le permette che risulta conforme ad alcuni cambiamenti avvenuti «No, piuttosto, i contatti vengono fortemente diminuiti,
di accettare. Proprio quel Dio che all’età di otto anni le ha portato via la sorellina più grande nel frattempo nella società secolare, e in particolare: regolati con attenzione e inseriti in un progetto com-
e dal quale si è allontanata per dieci anni. Le avevano detto di pregare per salvarla. Ma Lore- l’uguaglianza tra uomini e donne, l’aumento dei nuclei plessivo di vita spirituale tutta orientata all’intimità con
dana è morta il giorno del suo compleanno. Per colmare il vuoto aveva cominciato a suonare il familiari composti da una sola persona, la pretesa degli Dio. Le persone che in poche settimane cambiano com-
violino ed era diventata una concertista conosciuta. Scherzando ricorda: «In quel periodo dire individui a una sempre maggiore autodeterminazione pletamente il loro stile di vita, abbandonano il mondo e
che ero atea è poco. Avrei dato fuoco a qualunque prete». Ad Assisi il colpo di fulmine. Scappa nelle proprie scelte di vita». si ritirano a pregare senza più incontrare nessuno rap-
di casa ed entra in convento. Dopo 15 anni decide di diventare eremita, ma senza far decadere Dove vivono gli eremiti? presentano un’eccezione, non certo la regola».
i suoi voti ed ottiene l’approvazione di Papa Giovanni Paolo II. E’ felice, serena. «Se mai dovessi «Vivono spesso in pievi o canoniche abbandonate, in Silvia Mattaliano
aver paura sarebbe segno che questo non è più il mio posto». s.m.
febbraio ‘08
13 DOSSIER/FUGHE
& AVVENTURE

Renzo e Franco Pellazza negli anni ‘80


si lasciarono alle spalle Ormea e una vita
di sofferenze. Si rifugiarono tra gli alberi,
vivendo di caccia e frutti della natura. Nel
‘93 la madre volle di nuovo incontrarli e
si riavvicinarono alla “civiltà”. Dal 2004
vivono ad Armo, a sinistra la loro modesta
dimora (Foto di Costanza Bono)

Nascosti nei boschi


In montagna, lontani dal mondo crudele. La storia dei fratelli cinghiali di Ormea

E
così fuggirono nei boschi. Dalla civiltà, dalla parlarono prima i giornali locali ed è proprio da quelle
«Valutiamo sempre - sottolinea Valen- madre, dalle botte del padrone. Erano i pri- pagine che ne venimmo a conoscenza» spiega Vitto-
tini - se è opportuno trattare o no una mi anni ‘80 quando Renzo Pellazza, all’epoca ria Polato, giornalista di “Chi l’ha visto”, la trasmissone
vicenda. Interveniamo in genere quando trent’anni, e il fratello minore Franco, abbando- di Raitre che si è occupata più volte del caso. In tutto
sono coinvolti soggetti a rischio. Se, per narono Ormea, un borgo di duemila anime sulle Alpi il territorio di Ormea furono disseminati volantini con
esempio, uno fugge dai creditori la storia Liguri (provincia di Cuneo), per rifugiarsi in montagna. i volti dei “cinghiali”, pure il Comune si impegnò nella

Le ragioni
ovviamente non compete a noi. Nell’affrontare Al riparo da quel mondo crudele, che li aveva emargi- ricerca: «Preparammo l’appello:“Renzo, Franco, vostra
le varie vicende collaboriamo con i nati. I“fratelli cinghiali”,così chiamati in paese per il loro madre non sta bene, vuole vedervi. Nessuno vi farà
parenti, le forze dell’ordine e aspetto “selvatico”,si diedero alla macchia. del male”» ricorda Ferraris. “Chi l’ha visto” affittò un
gli psicologi». Non ne potevano più della gente che li scherniva, del- piccolo aereo con appeso uno striscione. A novem-

dell’oblio
Lavoro o studi, soldi o sentimenti. Sono
Le ragioni di chi scompare, oltre
che a mancate realizzazioni nel
lavoro o a crisi di coppia, sono le-
gate frequentemente all’universi-
la madre che li ignorava e del capo che li picchiava.
Uno lavorava nei campi, l’altro in ferrovia, decisero di
vendere la cascina e di scomparire. Vivranno come
“uomini primitivi” nella boscaglia, tra casolari e grotte,
bre i fratelli ricomparvero. Ormai sospettosi del ge-
nere umano, non si sarebbero fatti più vedere se non
fossero entrati in contatto con una persona di fiducia.
Arrivarono al ricovero, pian piano come giganti buoni,
questi i motivi più ricorrenti delle scom- tà: tesi di laurea solo raccontate e nutrendosi dei frutti della natura, della caccia o gra- e incontrarono finalmente la mamma.
parse dei giovani tra i 20 e i 30 anni. mai scritte, esami dati ma solo per zie a piccoli furti. «Ma danni non ne hanno mai fatti», Dopo poco tempo, tornarono in montagna, ma que-
Complessivamente nella provincia di i familiari. «È il caso di Luca Spoto precisa Giorgio Ferraris, per quasi vent’anni sindaco di sta volta senza perdere di vista né i paesi, né la mam-
Torino, secondo la Questura, sono 220 i ragazzi di cui non sappiamo nulla dall’aprile Ormea e ora consigliere regionale del Pd, che raccon- ma, che morì nel 2004. Da quel giorno non sono più
fino ai 30 anni, che nel 2007 hanno fatto perdere del 2004» aggiunge Valentini. E poi, ci sono ta: «Renzo e Franco hanno deciso di vivere senza un scomparsi. Anziani (58 e 55 anni) si sono riavvicinati a
le loro tracce (il 50% è poi tornato a casa). Di loro storie come quelle di Johnny Roberts, inglese, domicilio fisso. Muovendosi tra le montagne: d’inver- quella che chiamiamo civiltà e ora vivono in un con-
spesso si occupa “Chi l’ha visto”, format Rai giun- che nel ‘99 intraprese un viaggio ai limiti della no sul versante ligure e d’estate in Piemonte a più alte tainer abbandonato nel comune di Armo. Lavorano
to quest’anno alla ventesima edizione. «Se per gli follia, in compagnia di due pony, un asino, un quote, dormendo nelle borgate abbandonate». nei campi aiutando i contadini, sono meno diffidenti
adolescenti i problemi scatenanti la fuga sono i cane e un puledrino. Obiettivo? Ripercorrere la La loro è una storia quasi dell’800: inesistenti per l’ana- di una volta ma non del tutto. Sono pur sempre i fra-
conflitti con i genitori o le questioni di cuore, per storia del Signore degli anelli. Partito dall’Inghil- grafe ma non per i boschi dove si aggiravano con telli cinghiali, i briganti d’Ormea, quelli che hanno vis-
i giovani i fattori sono più articolati: è una fase terra, voleva raggiungere l’Europa meridionale. barbe lunghe e occhio furtivo. È una vicenda che si suto come nomadi, senza un tetto, e che i misteri della
di crescita e di bilanci delicata», spiega Renata Sul Monte Bianco si persero le sue tracce. E’ stato presta alla leggenda e, in parte, così è stato. Nel 1993 natura sicuramente conoscono più di noi.
Valentini, curatrice del programma. trovato 7 anni dopo a Istanbul. m.r. la mamma Ida che viveva in una casa di riposo a Pieve Mauro Ravarino
di Teco in Liguria si ammalò e chiese di rivederli. «Ne

Sogni di volo e di utopie tra le nuvole


Mille metri…novecento …ottocento… Stai volando, lezza di poter fare qualcosa per gli altri. L’adrenalina ar- dell’ex armata sovietica, decollando dalla base milita-
ma sai che dovresti tirare la maniglia per aprire il para- riva quando tutto è finito. È una droga, ma non è quello re Zhukovsky dove i russi addestravano i cosmonauti
cadute. La sensazione è quella di volare. Mai quella di che ti tiene legato alla tua passione. Ciò che crea il vero durante gli anni della guerra fredda. Una gita fatta con
cadere. Sai che tutto dipende solo da te, dalla tua con- rapporto di dipendenza dal volo «è la certezza che in l’associazione cuneese Incredible Adventures, specia-
centrazione e dalla tua abilità di fare la scelta giusta. quelle situazioni dai il meglio di te stesso. Efficienza al lizzata nell’organizzazione di vacanze estreme.
«Se hai la passione per il volo, come me, sai che rischi la 100%. Sei talmente concentrato che sei astratto dalla «Stare in aria significa imparare a muoverti in un am-
vita solo se sbagli tu», spiega Roberto Testi, direttore di realtà. Pensi e fai solo quello che devi». biente diverso. Sono sensazioni indescrivibili». Non ha
Medicina Legale Asl 3 Torino e perito in noti casi giudi- Chi ha questa passione non è, dunque, un esaltato che mai pensato di smettere, neanche nei momenti più
ziari come quello della Franzoni. rincorre il rischio. Anzi. «Certo – ammette Testi – c’è tragici della sua esperienza. Precipitato con un aereo,
Paracadute, deltaplano, ultraleggeri, elicotteri, caccia sempre la voglia di sfidare se stessi o il desiderio di su- la schiena rotta e in coma per 36 ore. Niente di tutto
militari, parapendio: Testi li ha provati tutti. Ha iniziato perare i limiti per fare qualcosa che giustifichi la vita, ciò paragonabile al dolore provato davanti alla morte
a 20 anni e non ha più smesso. Se potesse scegliere ma ciò che più alimenta questa passione è la presun- di alcuni compagni di passione. In quel momento, la
di rivivere certe sensazioni, sarebbero quelle provate zione di avere fatto bene una cosa». concentrazione e l’impegno non contano più nulla. «Ti
durante l’esperienza di soccorso alpino a bordo degli Le sensazioni forti ci sono e «sono quelle che nien- senti impotente, ma non pensi di smettere. Nessuno lo
elicotteri dei carabinieri di Volpiano. Un misto di impre- t’altro ti può dare». Lo sa bene Testi, che nel ’95 ha pensa, perché se muori volando non muori mai».
visto, elemento principale dell’avventura, e consapevo- addirittura compiuto un volo con un MiG 29, il caccia Delia Cosereanu
DOSSIER/FUGHE 14 febbraio ‘08
& AVVENTURE

Street art in mostra al circolo Amantes.


Da sinistra: El Euro e i suoi ninja,
i nudi femminili di Paolo,
gli “incubi visionari” di Ufo5,
Br1 e le donne afghane col burqa

L’arte di stare in strada


L’avventura urbana dei giovani writer. Tra passione, paura e tanta adrenalina

P
azienza, passione e una buona dose di ri- è più forte. Tu sei lì che ti dedichi alla tua opera, ma di tutti. «L’arte è condivisione – afferma
schio. Un writer l’avventura non deve an- devi continuamente guardarti alle spalle». A dirlo Ufo5 –. Le mostre sono belle, ma per
dare a cercarsela in capo al mondo. La sua è El Euro, 25 anni, che fa l’allevatore in provincia di strada c’è uno scambio più immediato
avventura è la città. Da solo o in gruppo, di Vercelli. con la gente». Lui ha 26 anni ed è di No-
giorno o di notte, quando è più facile confondersi Br1 invece è di Biella, ha 23 anni e studia giurispru- vara, a metà strada tra le due città in cui
con le ombre. Muri, tram e treni come enormi tele su denza a Torino. «Preferisco essere più un illustratore si svolge la sua vita. Studia Design al Po-
cui rivendicare la propria libertà, il possesso di spazi che un pittore di quadri da vendere. La vera soddi- litecnico di Milano, ma preferisce Torino.
urbani colonizzati dalla pubblicità. Opere precarie, sfazione non sono i soldi, ma quando attacchi gli «A Milano qualsiasi cosa abbia successo
soggette alla mano distruttrice del tempo o delle sticker: un’adrenalina unica. L’emozione la provi poi diventa moda – spiega -. Anche la street
amministrazioni municipali. Il disegno per amore, la ogni volta che ripassi e vedi quello che hai fatto. Sai art. Ormai viene spesso utilizzata per
fuga per necessità. E se non è abbastanza veloce si quando nei libri o nei film dicono che i criminali tor- scopi commerciali, attraverso la vendita
becca la multa, quando non va peggio. Ma pazienza, nano sempre sulla scena del delitto? Tu torni conti- di gadget, magliette e cappellini
il rischio è il suo mestiere, anzi, la sua arte. nuamente lì solo per contemplare la tua opera». ispirati a essa. Ma così perde tutto
El Euro, Paolo, Br1 e Ufo5 si dedicano alla street art Non c’è solo la voglia di marcare un territorio, ma il suo senso». Rischio e adrenalina,
da anni. Vengono da quattro province piemonte- anche quella di rendersi visibili in un luogo pubblico va bene. E la gratificazione? Ufo5
si diverse, come diversi sono i loro percorsi di vita, attraverso qualcosa che appartiene solo a loro. Co- risponde raccontando un episodio:
ma quando gli chiedi perché disegnano per strada me spiega Paolo, cuneese, 23 anni, studente all’Ac- «Di solito indosso un costume, una
la parola che usano è la stessa: adrenalina. In questi cademia di Belle Arti. Il colpo di fulmine l’ha avuto tuta blu con una maschera di car-
giorni alcune loro opere compaiono nell’esposizio- in stazione, dove andava a prendere il treno che tone sul viso. È un personaggio che
ne “Street Art… O almeno 4 giovani esempi”, fino lo portava alla scuola di grafica pubblicitaria, dove riproduco spesso nei miei disegni,
al 29 febbraio al circolo culturale Amantes di via si è diplomato. «Vedevo i vagoni con i graffiti e ne in una posa caratteristica. Una volta
Principe Amedeo 38. «Una mostra ti dà molte soddi- ero affascinato – racconta –, soprattutto pensando l’ho usato per decorare una parete
sfazioni, ma per strada è tutta un’altra cosa. Hai una al lavoro che c’era dietro e al rischio che correva ad Arezzo. Dopo un po’ che avevo
visibilità maggiore e poi è più divertente, l’emozione chi li faceva. Mi sentivo attratto da questa dimen- finito è arrivata una bambina con
sione, così mi sono informato e ho sco- il padre. Si è fermata e si è messa
perto qualcosa che mi appaga davvero, a imitare il mio omino. Questa è la
che sento veramente mio». Qualcosa di gratificazione».
molto personale, ma allo stesso tempo Mariassunta Veneziano

... e quella di cercare mondi lontani


Luci nella notte, ba- «Questa città – spiega Edoardo Russo dendo il giudizio». Nella casistica rientra dedica con convinzione alla ricerca di
gliori boreali, incontri del Cisu – ha un ruolo di primo piano anche chi racconta incontri ravvicinati intelligenze diverse dalla nostra.
ravvicinati: Torino non sin da quando Gianni Settimo fondò nel del IV tipo con extraterrestri, i cosiddetti Nei libri che l’associazione vende al
è solo una città magi- 1949 il suo Centro studi spaziali, di cui “rapimenti alieni”: «Noi siamo scettici in pubblico nel suo negozio, non a caso
ca, vertice di triangoli oggi noi conserviamo l’archivio. Questo merito – puntualizza però l’esperto del posizionato in piazza Statuto, da sem-
esoterici, ma anche, non significa, però, che qui ci siano più Centro italiano studi ufologici – e non pre al centro degli enigmi cittadini,
per gli appassionati casi da studiare che in altri posti: le se- volendo interferire in campi non nostri, hanno spazio racconti di avvistamenti
del genere, una “città aliena”. gnalazioni sono proporzionali alla po- come quello psicologico, abdichiamo in piemontesi.
Da oltre quarant’anni, infatti, nel capo- polazione, come nel resto d’Italia, e ten- favore di altri professionisti». Uno che ne ricorda parecchi è Giuliano
luogo piemontese e nella sua provincia, dono a concentrarsi intorno agli esperti Convinti, invece, che tali fenomeni va- Dolfini, cronista e corrispondente de La
s’incrociano eventi misteriosi e studiosi di ufologia solo per il cosiddetto “effetto dano sempre studiati sono tutti coloro Stampa dalla Val Susa. «A leggere i gior-
in cerca di verità su mondi diversi dal sperimentatore”». che, attraverso il Laboratorio musicale nali dal 1970 al 1973 c’è un’ampia cro-
nostro. Torinese fu la prima rivista italia- Dei mille avvistamenti annui raccolti dal di sonorità celtiche del Graal o passan- naca provinciale di avvistamenti con te-
na di ufologia, Clypeus, fondata nel 1964, Cisu in tutta la Penisola, circa il 10% av- do per le fascinazioni indiane dell’Eco- stimonianze dirette e relative fotografie
torinese fu il primo convegno nazionale viene in Piemonte e in misura del 90% spirituality Foundation, ruotano intorno – racconta –. Non mi dimenticherò mai,
di ufologia nel 1965, e a Torino hanno risulta spiegabile: «Non è detto che quel a Giancarlo Barbadoro e alla sua asso- per esempio, quando su segnalazione
sede sia il Centro italiano studi ufolo- che sembra strano a un osservatore, ciazione Grotta di Merlino. Impegnato di un cittadino, corsi ad Almese e vidi
gici che il Centro ufologico nazionale, spesso anche pesantemente influenza- in incontri periodici al Cinema Empire un sigaro luminoso arrivare dalle Valli di
impegnati da decenni, con approccio to dal mito e dagli stereotipi sugli Ufo, lo di piazza Vittorio Veneto, il gruppo dà Lanzo. Quella stessa sera anche i radar
razionale, nell’analisi e classificazione di sia davvero – chiarisce Russo – solo die- spesso voce a chi, incrociando storie di dell’aeroporto di Caselle segnalarono
Cerchi nel grano (foto in alto) o extraterrestri (foto tutte le segnalazioni italiane inerenti a ci volte su cento noi esperti non trovia- Ufo a cerchi nel grano o fenomeni di qualcosa di anomalo».
in basso)? Gli ufologi di Torino si interrogano oggetti non identificati. mo una spiegazione razionale, sospen- combustione come quelli di Caronia, si Francesca Nacini
febbraio ‘08
15 DOSSIER/FUGHE
& AVVENTURE

Vita da roulotte
Trenta famiglie nel campo nomadi di corso Unione Sovietica.
Un’identità in bilico: ecco chi sono e come vivono i Sinti
fidarsi di te.
Non ama-
no chi va a imporre la propria maniera di vivere,
allontanano subito che cerca di trasformarli in
“gente normale”. Libertà è la parola d’ordine. Lo
sottolineano le roulotte posteggiate accanto alle
case. Case grandi, che tuttavia rappresentano una
sorta di gabbia. Ecco allora che, quando arriva la
sera, abbandonano quelle quattro mura e dormo-
no nelle roulotte. Più piccole, eppure metafora del
movimento. «La mia casa è grande, ma non riesco
a dormirci, è più forte di me, di sera io, mia mo-

L
’identità dei Sinti piemontesi nasce glie, i miei bambini, andiamo nelle nostre roulot-
dal’incontro della cultura nomade ro- te», racconta un trentenne. E poi mi accompagna
manì con quella piemontese contadi- qualche metro più in là. Ci fermiamo davanti a un
na. Nomadi quindi, e piemontesi. cancello e indica la chiesetta in legno che hanno
Discendenti della comunità sinta segnalata costruito i Sinti del campo. «Ogni domenica chi
in Germania meridionale e in Svizzera tra il può va a messa. Tra noi vive un pastore evangelico
1417 e il 1419, i Sinti in Piemonte sono quasi che è riuscito a coinvolgerci senza mai obbligarci
tremila. A Torino vivono tra due campi no- a far nulla. L’abbiamo accolto con gioia», dice.
madi, coi loro bambini, la loro cultura, i fur- Roulotte, furgoni e uno dei diversi camion da paninaro. A sinistra, la chiesa evangelica in legno che i Sinti hanno costruito all’interno del campo Le macchine intanto entrano ed escono dal cam-
goni e le roulotte. Metà case, metà lavoro. po. Ragazze, ragazzi, donne, bambini, anziani. Una
Campo di Corso Unione Sovietica: la prima cosa un gusto tutto occidentale, tende bellissime, tv al te per risolvere i problemi di consanguineità tra gli normalità che abita a Torino e che si confonde coi
che colpisce è l’ordine degli spazi perfettamente plasma. Al centro, la grande stufa a legna. I bambi- animali. Oggi, ci sono circa una decina di partite ritmi della città. Un’avventura quotidiana, a metà
divisi tra le circa trenta famiglie che lo abitano. Un ni, anche piccolissimi, parlano il piemontese: è un Iva, alcuni Sinti fanno i paninari mantenendo la tra nomadismo e integrazione. Sinti ma non Rom,
piccolo “villaggio” poco distante dal centro, spazi dialetto intatto il loro. «Qualche anno fa – dicono loro natura girovaga, altri si adattano. Nel campo Sinti e neanche torinesi. Alcuni di loro hanno in-
verdi, un cortile davanti a ogni porta. Uno scenario – sono venuti da noi dei puristi della lingua». Il pie- di corso Unione Sovietica, tre ragazzi sono diven- tenzione di trasferirsi in una casa vera e propria,
molto diverso da quello dei campi rom, con un’at- montese fa parte della loro cultura, che i Sinti cer- tati calciatori: di serie A, B e C, e uno ha aperto una lontana dal campo. Ma sanno già che oltre alle va-
tenzione quasi maniacale alla pulizia. Mi fanno cano di mantenere intatta. Erano commercianti, scuola di calcio. Eppure, le famiglie non amano lige porteranno con sè le loro roulotte. Simbolo di
accomodare. Il pavimento è uno specchio, ma si abili artigiani, circensi, giostrai, addirittura girava- parlarne. Sono riservati i Sinti, gente di poche pa- appartenenza a un mondo difficile da raccontare.
scusano per il disordine. Le case sono arredate con no coi loro cavalli tra le fattorie isolate del Piemon- role. Ti osservano e cercano di capire se possono Rosalba Teodosio
ATTUALITÀ 16 17 febbraio ‘08
RIEVOCAZIONI
Un costume per scoprire il segreto del tempo
Pagine a cura di Sabrina Roglio
DA 34 ANNI SI RIEVOCA L’EROISMO DI PIETRO MICCA
E ADESSO ARRIVANO GLI SBANDIERATORI Nel 1974 nasce il Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino, con lo scopo di ricostruire
Cosa spinge oltre 50 giovani a ritrovarsi una volta alla settimana in palestra ad allenarsi storicamente ed in modo dinamico la realtà di alcuni Corpi militari del Ducato di Savoia, durante
per provare coreografie, trascorrere i fine settimana a fare spettacoli con ogni condizio- l’assedio francese del maggio - settembre 1706. La ricostruzione, racconta Luciano Astegiano
ne atmosferica, vestiti con una calzamaglia e una casacca? L’abbiamo chiesto a Maurizio presidente dell’associazione, è minuziosa. Le divise riproducono fedelmente quelle dell’epoca e
Procaccini, responsabile delle pubbliche relazioni dell’ Associazione Sbandieratori e sono cucite da sarti accreditati, le armi dai cannoni ai fucili sono perfette copie funzionanti (a salve)
musici della città di Avigliana. «Sicuramente da noi il palio è molto sentito. Siamo nati di quelle d’epoca, per non parlare delle bandiere, delle parrucche o dei movimenti delle truppe che
nel 1987 come gruppo coreografico di figuranti del “Borgo Vecchio”, all’interno della rispettano rigorosamente quelli descritti sugli antichi manuali d’addestramento.
manifestazione del Palio Storico e ci siamo poi trasformati in associazione autonoma Il gruppo storico è composto da 80-90 elementi, molti giovani, che si ritrovano quasi tutte le
nel 2001. Ma anche perchè ci si diverte molto, è un modo per stare insieme e fare qual- settimane nella palestra della caserma Cernaia per l’addestramento. L’atmosfera è militare e di
cosa di utile per la città, per sentirsi linfa vitale della tradizione». conseguenza lo è anche la goliardia.
Il gruppo si divide in sbandieratori e musici. I costumi, confezionati in proprio, sono ri- La passione, condivisa da tutti, per la storia di Torino insieme all’orgoglio di far parte di un gruppo
produzioni di abiti della fine del XIV secolo. È un’attività molto impegnativa soprattutto prestigioso induce i partecipanti a rievocare nel modo più fedele possibile le sensazioni e gli usi di
dal carnevale in poi quando le uscite si intensificano. Gli sbandieratori, che usano aste quel tempo. Vengono quindi eseguiti esercizi militari con comandi in antica lingua francese, la stes-
in fibra di carbonio del peso circa di 850 gr, provano una volta alla settimana i volteggi sa che le truppe parlavano nel ‘700, dal caricamento dei fucili a pietra focaia e la scarica di fucileria
e le coreografie da loro stessi inventati , e così fanno anche i musici: durante le parate è al passo di carica, dal lancio delle granate a mano al fuoco di artiglieria. Per partecipare contattare
prevista, infatti, una serie di movimenti coordinati con la musica. gli organizzatori su www.associazione-amici-pietro-micca-1706.it. (foto di Aldo Bonino)
Per poter far parte dell’associazione basta contattare i responsabili attraverso il sito
www.sbandieratorimusiciavigliana.net. Dopo un periodo di addestramento si può
cominciare ad esibirsi.
LA VITA DEI CELTI AI GIORNI NOSTRI
« Se ricordassimo 80 nomi dei nostri antenati saremo nell’età del ferro». Così Riccardo Graziano,
presidente dell’associazione Terra Taurina, spiega quanto siano vicini a noi i Celti. Salvaguar-
dare e divulgare il patrimonio storico, archeologico, linguistico, tradizionale e artistico del
AD ALPIGNANO SI CORRE CON LE ZUCCHE territorio piemontese e valdostano a partire dalle sue radici, anche grazie alle rievocazioni
storiche, è uno degli obiettivi dell’associazione. Attraverso uno studio coordinato con la so-
Correre con due bastoni sulle spalle a cui sono legate otto zucche piene di acqua cercando di vraintendenza archeologica del Piemonte, il gruppo ricostruisce fedelmente gli usi e i costumi
arrivare prima, facendo attenzione a non perderne troppa. Accade ad Alpignano a luglio du- di questo popolo. Druidi, guerrieri, bardi, guaritori, arcieri e artigiani imparano a fabbricare
rante il Palio dei Cusot, cioè degli zucchini. Da 9 anni per rievocare gli scontri armati, che nel archi, spade, elmi e scudi. Durante le manifestazioni costruiscono campi, preparano il fuoco,
1678 opposero qui l’esercito di Luigi XIV di Francia alle truppe sabaude ed alleate, le quattro dormono nelle capanne, insegnano ai più giovani a riconoscere le piante. La sede operativa
borgate in cui è diviso il comune tornano indietro nel tempo e si trasformano. Ogni borgo per l’incontro settimanale è in via Grassi 12, gli allenamenti per i combattimenti si svolgono in
affida a sarte esperte la confezione vestiti che riproducono i costumi dell’epoca. Gianni Bri- palestra. « È divertente perchè si combatte davvero. I Celti non erano dei militari ma dei guer-
gnolo, Abbà del borgo Vecchio, spiega che la vita associativa dura tutto l’anno. Si organizzano rieri, far parte di un evento bellico fa capire quanto fosse facile a quel tempo morire». La vita
il capodanno, il carnevale, la festa a maggio, i mercatini di natale. Non mancano la goliardia associativa è dunque intensa, si organizzano conferenze, si festeggiano le ricorrenze celtiche
e lo spirito di convivialità nelle lunghe tavolate in mezzo alla strada dove si può mangiare e si celebrano persino i matrimoni (vedi foto centrale) che sono di sette tipi diversi. Entrare a far
pane e salame, o nei cortili a pigiare l’uva. Info: www.comune.alpignano.to.it parte del gruppo non è difficile: è previsto un periodo di osservazione e di prova di un anno
alla fine del quale attraverso una vera e propria cerimonia il futuro guerriero, bardo o artigia-
no, riceverà il suo nome celtico scelto dal Druido e dal Re. Info: www.terrataurina.it.
TUTTE LE DATE PER VIAGGIARE NEL TEMPO
Nasce l’albo dei gruppi storici
Adesso si chiamano Reenactor, ma non tutti lo sanno. Sono i grup- appartenenza. Si chiama Viaggio nel Tempo il circuito di 14 rievoca- 29 giugno 14 settembre
pi e le associazioni che prendono parte alle rievocazioni storiche Per poter essere iscritti all’albo è necessario possedere alcuni zioni che ripercorrono gli usi e i costumi e le tradi- Storie d’Amore - Piossasco C’era una volta un Re -
(re-enacting è il termine inglese che indica la ricostruzione storica). requisiti come la residenza in Torino o nella provincia, rievocare zioni del Piemonte dall’XI al XIX secolo. Rivoli
Questo fenomeno in Piemonte è così radicato e variegato che da episodi accaduti sul territorio provinciale o essere un gruppo 12 luglio
diversi anni l’Assessorato al Turismo e Sport della Provincia di attivo da almeno un anno. Esiste poi una commissione tecnica di 1-3-4-9-10 maggio Rievocazione del Beato Bernardo di Baden - 21 settembre
Torino ha creato un vero e proprio albo dei gruppi storici. «Il nostro esperti in storia, comunicazione, allestimenti scenografici e teatra- Calendimaggio - Oglianico Moncalieri Palio di Semna-sal - Pianezza
– spiega Marisa Agirò dell’ufficio Turismo – è l’unico in Italia. È nato li, usi, costumi e usanze del territorio, selezionata dalla Provincia
per dare valore e visibilità ai numerosi gruppi presenti sul territo- per valutare ogni nuova richiesta di inserimento. 24-25 maggio 11-12-13 luglio 20-21 settembre
rio che coinvolgono migliaia di volontari coordinati dalle pro loco Da aprile sarà inoltre disponibile il nuovo opuscolo Viaggio nel Nella Rocca di Landolfo - Chieri XIV Rievocazione storica di Re Arduino - Rievocazione Fructuariense -
e dalle associazioni». I gruppi censiti finora sono 100 e l’elenco Tempo (nella foto a sinistra l’edizione 2007), un vero e proprio circuito Sparone San Benigno Canavese
completo è consultabile sul sito della provincia all’indirizzo www. di 14 rievocazioni che ricostruisce tradizioni e vicende locali con 31 maggio/1-2-6-7-8 giugno
provincia.torino.it/turismo/gruppi_storici. Suddiviso per epoche grande accuratezza e fedeltà storica. Il viaggio inizierà a maggio Ferie Medioevali - Pavone Canavese 18-20 luglio 27-28 settembre
dalle origini fino al 1800, comprende gruppi di rievocazioni teatra- con Calendimaggio ad Oglianico per terminare a ottobre con La Palio dij Cossot - Alpignano Battaglia della Marsaglia -Volvera
li, di antichi mestieri, le accademie di combattimento, i musicanti, maschera di ferro a Pinerolo. 31 maggio/8-15 giugno
i giocolieri, gli sbandieratori e altri. Per ognuno è infine possibile Per ulteriori informazioni: Ufficio Turismo tel 011/8612639, e-mail Palio Storico alla Corte del Conte Rosso - 26 - 27 luglio 4-5 ottobre
visualizzare il numero dei componenti, i contatti e la categoria di turismo@provincia.torino.it. Avigliana Torneo storico dei borghi di Susa - Susa La Maschera di ferro -Pinerolo
febbraio ‘08
19 ATTUALITÀ
UOMINI&ANIMALI

Da sinistra: due esemplari di cane da pastore marem-


mano-abruzzese, un branco di lupi, un maschio.
In basso: diffusione dei lupi in Piemonte nel 2006-07

Sulle tracce del lupo


Naturale Capanne
di Mercarolo, affer-
ma che la presenza
di una coppia di lupi
dal 2002-03, un ma-
schio e una femmina
geneticamente diversi
Un progetto per difendere i pastori da un predatore-mito. Senza fucili né trappole e divenuti forse ormai
stanziali, «Rappresenta
un fatto sorprendente
I lupi tornano a popolare i boschi ma con anni ’70, e le analisi genetiche sulle feci per la natura circoscritta
gli avvistamenti aumenta anche il numero e i tessuti raccolti sul territorio regionale ne hanno del Parco».
degli attacchi ai capi di bestiame. Servono dato conferma. Ma sono soprattutto le analisi ge-
soluzioni per salvaguardare tanto il patri- La diffusione dei lupi, detta «dispersione» naturale, netiche sulle feci dei lupi a fornire indicazioni preziose
monio naturalistico quanto le attività eco- interessa aree anche molto estese, che in Piemonte sulla dieta e la provenienza degli esemplari, oltre alle
nomiche legate alla pastorizia. coprono distanze variabili tra i 20,5 e i 225 km. Un ca- tracce lasciate sul manto nevoso nei mesi invernali.
Dati e iniziative sono disponibili per l’arco so esemplare è quello del lupo Ezechiele, un maschio L’analisi dell’ecologia alimentare dei lupi rileva come
alpino piemontese delle Province di Cu- proveniente dalle montagne abruzzesi, radiocollarato circa il 90% della dieta sia costituita da animali selvati-
neo, Torino, Alessandria e Verbania grazie nell’appennino parmense nel 2004 dopo essere stato ci, in prevalenza caprioli, camosci e, a seconda dei luo-
al progetto regionale di ricerca: «Il lupo in investito, e ritrovato morto in Val Pesio nel 2005. ghi, cervi, cinghiali e daini. Gli animali domestici, per la
Piemonte», avviato in collaborazione con la Gabriele Panizza, responsabile faunistico del Parco quasi totalità dei casi ovini e caprini, rappresentano
Francia nel periodo 1994-1999. solo una minima parte.
Dal 2005 il Progetto è stato affidato all’En- «Il Progetto lupo» ha portato avanti dal 1999
te di gestione del Parco naturale delle Alpi una dettagliata attività di monitoraggio dei
Marittime, coordinato da Francesca Maruc-
co attraverso un gruppo di studio costituito Branco per branco danni provocati dai predatori al bestiame
domestico, il cosiddetto patrimonio «zootec-
da ricercatori e veterinari in collaborazione nico». Occorre dire però che è spesso difficile
con le province interessate, il Corpo Fore- I branchi di lupi dell’arco alpino piemontese sono stabilire con precisione se gli attacchi siano di
stale dello Stato, università, associazioni di cresciuti dal 1999 al 2007 da 3 a 8. Si parla di branco lupi o di cani vaganti, ma il lupo risveglia da
categoria (cacciatori, allevatori e conserva- per più di due individui, o quando ne è documentata sempre paure ataviche che continuano a far-
zionisti), Asl regionali e comunità montane. la riproduzione. Nel cuneese si stimano 5 branchi ne una vittima del bracconaggio.
E dal 2006 è stato istituito presso la stessa stabili, altri 2 nell’area di confine con la Francia del Tra i casi di attacchi al bestiame campionati,
sede dell’Ente, il «Centro per la Gestione e Sabbione-Roya e del Mollieres-Gesso, il cui monito- 469 nel periodo 1999-2006, il 75% sono stati
la Conservazione dei grandi carnivori». raggio avviene in collaborazione con la Francia. In attribuiti a lupi, il 10% a cani, mentre per il 15%
L’iniziativa non intende solo monitorare la Provincia di Torino sono 3 i branchi stabili: quello del non è stato possibile esprimere un giudizio. I
presenza del lupo sul territorio regionale, Gran Bosco di Salbertrand, quello di Bardonecchia e pascoli di ovini negli alpeggi di montagna so-
ma proporre soluzioni, anche legislative, quello della Val Chisone-Val Germanasca. In Provin- no quelli più esposti, in molti casi per l’assenza
alla coesistenza e alla gestione sostenibile della specie cia di Alessandria le tracce sono attribuite sia a individui provenienti dall’Appennino che dalle Alpi, di misure difensive adeguate.
con le attività economiche, soprattutto pastorali. sia a un branco stabile di almeno quattro lupi nel territorio della Val Borbera-Curone-Spinti e in pro- Tuttavia l’aumento della popolazione di lupi
I danni provocati dai predatori al bestiame domesti- vincia di Genova. Servirà del tempo per stabilire se i segni di almeno due lupi nel Parco Naturale delle in Piemonte non ha fatto registrare un incre-
co sono un fenomeno antico quanto la pastorizia, e Capanne di Marcarolo appartengano a individui del branco della Val Borbera, a un altro nucleo o a mento degli attacchi, segno che le misure an-
la principale causa della caccia sistematica che aveva individui di passaggio. Quest’area rappresenta il “corridoio ecologico” di passaggio dei lupi tra le Alpi tilupo fornite dal Progetto agli allevatori, co-
cancellato la presenza del lupo dalle alpi fino ai primi e l’Appennino. Nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dall’inverno 2002-03, è stata monitorata la me le recinzioni elettrificate e i cani da difesa,
avvistamenti in Valle Pesio e Valle Stura sul finire degli presenza di una lupa nelle Valli Bognanco e Antrona. Mentre l’inverno scorso, nella stessa provincia, tra tutti il famoso cane da pastore maremma-
anni ‘80. La ricolonizzazione è cominciata lentamente sono stati rilevati segni di lupo unicamente nel territorio delle Valli Bognanco e Antrona. L’ipotesi è no-abruzzese (vedi foto), oltre alla ricerca sulle
lungo l’arco appen- che si tratti sempre della stessa lupa, ma saranno le analisi delle feci a chiarirne la provenienza. opportune modalità di gestione degli alpeggi,
ninico a partire dal hanno dato gli effetti sperati.
basso Lazio negli Luca Ciambellotti

Che mondo sarebbe senza le api?


irrazionale della nostra società: le vorremmo
sane e numerose, sappiamo che una causa
della loro riduzione è la mancanza di spazi
in cui possano vivere in libertà, eppure non
possiamo smettere di continuare a sfruttar-
Se le api scomparissero dalla superficie terre- progressiva scomparsa degli insetti, descri- l’uomo guarda all’ambiente». le in cattività – continua la giornalista –. Così
stre gli uomini si estinguerebbero in soli 4 an- vendo la situazione, ma soprattutto cercando Secondo la giornalista, alla base c’è la contrad- come facciamo con altri animali come i pesci,
ni. Sembra che lo abbia detto Albert Einstein. di individuarne e analizzarne le cause. In Italia dizione tra la razionalità della ricerca scientifi- che diminuiscono sempre più ma per cui non
Senza calarsi in scenari così apocalittici, i dati gli alveari persi nel corso del 2007 sono stati ca e l’irrazionalità delle scelte. Nonostante la si riesce a decidere di diminuire o almeno re-
degli ultimi tempi destano preoccupazione. circa 200mila, in Europa la loro diminuzione è continua crescita delle conoscenze, la società golamentare la pesca».
Nel 2007 il numero delle api negli Stati Uniti stimata tra il 30 e il 50% mentre negli Usa ha è incapace di prendere decisioni che non sia- Secondo la Coyaud la risonanza che la notizia
e in Europa si è dimezzato e le ripercussioni raggiunto punte fino al 70%. «Il fenomeno – no dettate da utilità, desideri o interessi. Come della scomparsa delle api ha avuto sui me-
sono state immediate sull’agricoltura e sul- dice Coyaud – ha ripercussioni ben più ampie per le onde elettromagnetiche, il cosiddetto dia è però la spia che tra la gente qualcosa è
l’ecosistema. Ma c’è di più, perché il caso delle della semplice crisi del settore dell’apicoltura. elettrosmog, provocate dei telefoni cellulari: cambiato e che la sensibilità verso le temati-
api ha messo in luce altri interrogativi sul rap- Mette infatti in serio pericolo l’agricoltura e sono state dimenticate di fronte alla comodità che ambientali e scientifiche è cresciuta. Ci si
porto tra uomo e ambiente. più in generale l’equilibrio dei cicli naturali». della telefonia portatile. O nel caso della pro- accorge finalmente dei pericoli in cui versano
Per Mondadori uscirà prossimamente il libro L’impollinazione di molte piante, come mele, duzione di biocombustibili, con la contrad- specie poco visibili, che non suscitano fascino
“La scomparsa delle api. Indagine sullo stato pere, agrumi, albicocche e pomodori, dipende dizione palese per cui cereali normalmente o tenerezza come fanno invece tigri, panda e
di salute del pianeta Terra” di Sylvie Coyaud, completamente dagli insetti. «La scomparsa destinati all’alimentazione animale vengono delfini bianchi. «L’attenzione resta sempre an-
giornalista che si occupa di divulgazione delle api – continua – è un segnale di crisi per- trasformati in energia, mentre sarebbe possi- tropocentrica, perché animali che non servono
scientifica, collaboratrice di vari giornali e ché evidenzia problemi di più ampia e può bile utilizzare scarti organici. all’uomo, che non lo affascinano o non diven-
Nel 2007 in Europa il numero di api è conduttrice di programmi radiofonici dedica- essere guardato anche da un punto di vista «Le api – dice l’autrice – sono il simbolo pro- tano simboli si estinguono nell’indifferenza».
dimezzato, con rischi per l’ecosistema ti alla scienza. Il libro affronta il problema della meno concreto: mette in luce il modo con cui prio di questo modello di comportamento Agnese Gazzera
febbraio ‘08
21 ATTUALITÀ
LEZIONI&PAGINE

I nostri maestri irregolari


Filippo La Porta presenta i grandi del Novecento, da Pasolini a Orwell. Sempre fuori dagli schemi

C
on le tue acque irrighiamo il nostro prato”, essere equivoco: i marxisti detti “eretici” erano quelli
è la frase che Petrarca dedicò al suo più ortodossi. I miei maestri hanno, tra le tante cose in
maestro, Cicerone. Quando pensia- comune, l’idea di un individuo che non è isolato, la mo-
mo ai nostri, di maestri, li vediamo nade, ma sa dire “no”, anche al capoufficio. L’individuo è
allo stesso modo? È uno dei tanti interrogativi legato alla rivolta. Ma, scrive Arendt, il problema è saper
nati alla presentazione, martedì 19 febbraio al pensare da soli, e tutti i miei maestri mi hanno aiutato a
Circolo dei lettori, di Maestri irregolari di Filippo distinguere ciò che è reale da ciò che è irreale».
La Porta, con Alfonso Berardinelli, Giorgio Ficara, Cita anche Rāmakrsna: un maestro deve avere espe-
Giancarlo Gaeta e Marcello Cini, “cattivo maestro” rienza di ciò che insegna e deve mostrare il limite.
suo malgrado, così chiamato per aver inviato la let- Oggi mancano entrambe le cose?
tera di dissenso per l’invito fatto al Papa all’inaugu- «Al contrario di tutte le civiltà umane che ci sono state
razione dell’anno accademico alla Sapienza . finora, la cultura contemporanea nega il limite. I mae-
Il saggio di La Porta fa riflettere sul valore del pensie- stri, invece, mi hanno insegnato a capire quando una
ro scomodo e sull’importanza di sviluppare un’ottica cosa, superato un certo limite, diventa sbagliata. Fare
critica tenendo conto, come ha detto Berardinelli, che Da sinistra, in senso orario: la rivoluzione è un bisogno giusto, ma si deve sapere
studiare non è un fine, ma un mezzo per capire. la copertina del saggio di comprendere dove sta il punto oltrepassato il quale la
L’introduzione al suo saggio si intitola Dalla caverna Filippo La Porta, Maestri rivoluzione diventa mitologia, o un narcotico».
si esce uno alla volta, in che senso? irregolari. Una lezione per Lei scrive che l’idea di maestro è incompatibile con
«La dimensione del “noi” in cui ha creduto la mia ge- il nostro presente, edito da la democrazia di massa.
nerazione, quella del ’68, per la quale “o si salva tutti o Bollati Borighieri; Simone «Il maestro è qualcuno che io scelgo, quasi tutti i veri
nessuno”, era in realtà alienante: uno si salva da solo, ma Weil; Pier Paolo Pasolini; maestri sono stati involontari. Uno degli effetti perversi
questo non è un elogio dell’individualismo egoista. Ca- Ignazio Silone; Hanna della democrazia è l’incompatibilità implicita di uno dei
mus diceva “mi ribello dunque siamo”.Ci si ribella contro Arendt. Sono cinque suoi principi, “siamo tutti uguali”, con l’ammirazione. Al
una situazione comune a tutti: il potere, l’oppressione». (insieme a George Orwell giorno d’oggi l’ammirazione è un sentimento obsoleto,
La prima citazione parla del concetto di eresia di De nella foto di copertina) ci si sente sminuiti nel pensare che qualcuno è migliore
Maistre. degli undici intellettuali di noi. E allora lo invidiamo».
«“È eretico chi ha idee personali”. Il termine “eretico” può scelti dall’autore Alessia Smaniotto

Cirsde,una stagione A sinistra uno degli

di studi sulle donne otto gazebo montati a


Porta Palazzo, davanti al
mercato del pesce, per
ospitare il corso di lingua
romena tenuto da Da-
Sapevano cosa volevano diventare: un punto di riferimento per gli niela Lupascu. A fianco
studi delle e sulle donne. E’ partito da qui un gruppo di ricercatrici la locandina del progetto
In Piazza s’impara che
e docenti dell’Università di Torino per muovere i primi passi verso organizza, fino al 6 aprile,
la realizzazione del Cirsde, il Centro Interdisciplinare di Ricerche e anche lezioni di arabo,
Studi delle Donne. Un progetto a tante voci, oggi solido e struttu- cinese, portoghese e
italiano per gli stranieri.
rato, ma che, in dieci anni di vita, ha dovuto superare numerose
difficoltà burocratiche. Solo nel 2002, infatti, il senato Accademico
ha approvato la trasformazione del Cirsde da Centro Interdiparti-
mentale, a Centro di Interesse Generale d’Ateneo, consentendogli
un radicamento effettivo nell’organizzazione dell’Ateneo.
Seminari, convegni, corsi on line: queste le principali attività del
Cirsde promosse per animare il dibattito e la riflessione sul tema
Da oggi l’italiano si impara al Balon
della differenza di genere e le sue varie implicazioni nel mondo Porta Palazzo: ogni domenica mattina, fino al viceversa. Attorno al gruppo di persone alle disegna gli ideogrammi sulla lavagna.
del lavoro. Un nodo problematico, ma anche una risorsa, fatta di 6 aprile, una delle piazze più presidiate dalle prime armi che provano a disegnare le let- «Ci sono vari motivi per cui le persone si av-
ramificazioni storiche, sociologiche e filosofiche che arricchiscono forze dell’ordine, subisce una metamorfosi. tere arabe e a pronunciare sonorità per loro vicinano alla lingua cinese. Innanzitutto la
il quadro di riferimento del Centro torinese. Quel giorno non dobbiamo stare attenti ai sconosciute, c’è una trentina di marocchini e curiosità per una cultura lontana e il fascino
Tre i progetti attualmente in corso: Alfieri, portafogli, non acqui- tunisini che suggerisce le risposte corrette e della scrittura. Ci sono poi quelli che hanno
SFIDE!!! e Universidonna. Il primo è uno stu- stiamo frutta e ver- controlla che lo stesso insegnante, anche se programmato una vacanza in Cina e hanno
dio delle dinamiche di accesso e di realiz-
zazione professionale nel settore creativo.
Come cambia il clima dura da persone il cui
Paese non sapremmo
di madre lingua non dica inesattezze. E come
potrebbe? È Mohammed Lamsuni, autore
bisogno di imparare qualche frase per un
uso immediato o quelli che hanno attività
Filo conduttore di SFIDE!!! è, invece, il mon- Il professor David King dell’università neanche indicare sulla del libro Porta Palazzo Mon Amour, che sot- commerciali e vogliono attirare i clienti cinesi
do dell’impresa e il suo rapporto con le di Cambridge sarà a Torino, venerdì 22 mappa, ma, da 3 setti- tolinea l’importanza della cultura araba laica. usando la loro lingua. Infine, ed è la sorpresa
pari opportunità. Un’attenzione particola- febbraio, in occasione della conferenza mane, si rinnova l’ap- «Molte famiglie di immigrati– spiega – man- di queste domeniche, la voglia dei figli di im-
re è posta sulla delineazione del profilo del stampa di presentazione della mostra puntamento di In Piaz- dano i bambini al Centro islamico, dove im- migrati di imparare a scrivere una lingua che
Gender Team, una “squadra” composta da “I tempi stanno cambiando. Come varia il za s’impara, l’iniziativa parano la lingua sul Corano. Se la loro visione sanno solo parlare perchè la usano in casa,
quattro professionisti impegnati nella va- clima: conoscenze attuali e scenari futuri”. che regala la cultura. fosse più allargata, se studiassero la lingua con i familiari».
lorizzazione della parità e delle differenze. Fatto di filmati, immagini, suoni e confe- Davanti al mercato del e la cultura araba come facciamo qui, non La classe di romeno non è numerosa come le
Il terzo progetto è incentrato sull’universi- renze, l’evento, di respiro internazionale, pesce, dalle 10.30 alle sarebbero più ghettizzati». È felice Lamsuni altre. «Chi frequenta – spiega Daniela Lupa-
tà, per dare valore, al suo interno, al ruolo si terrà al Museo di Scienze Naturali di 12, decine di persone si di essere uno dei protagonisti del posto in scu che ha insegnato l’italiano ad immigrati
e al contributo delle donne, siano esse Torino. radunano per imparare queste domeniche: «Porta Palazzo – afferma romeni nei locali dell’associazione culturale
studentesse, docenti o parte del personale italiano, arabo, cinese, – non è più un posto losco, ma si trasforma in Fratia – sono soprattutto i datori di lavoro». «È
tecnico-amministrativo. portoghese e romeno. un’università popolare». una lingua molto simile all’italiano e, volendo,
Il 18 marzo partirà il prossimo seminario del Cirsde, tenuto da Na- Non conta da dove arrivi, né quanti anni hai. Un secondo luogo dove gli italiani si avvicina- ci si può capire anche se non si frequentano
dia Ventuirni e intitolato ”Il ruolo attivo delle donne nel movimento afro- In quel momento sei lì per imparare e inse- no ad una lingua non latina è il gazebo dove le lezioni», scherza Ilaria Conti, del progetto
americano per i diritti civili” mentre il 15 di aprile Elena Gentili, Franca gnare contemporaneamente. Vittorio Patrucco insegna il cinese. Laureato The Gate Porta Palazzo, promotore dell’ini-
Balsamo, Diana Carminati, Elisabetta Donini parleranno di E così, uno dei posti più problematici della in Lingue a Torino, fa il mediatore culturale e ziativa. E così, ogni domenica, nella piazza in
“Violenza di genere in contesti difficili. Palestina, Israele e Torino”. città, si trasforma nel luogo dell’incontro e insegnante di cinese in scuole pubbliche, al cui di solito si leggono solo i prezzi e il peso
Carlotta Sisti dello scambio. Sì, perché non sono solo gli Politecnico e all’Iveco. Dialoga con i curiosi della merce, i ruoli si invertono e tutti hanno
stranieri ad imparare dagli italiani, come dagli occhi a mandorla in “putonghua”, la lin- qualcosa da imparare dagli altri.
spesso succede, ma anche (e soprattutto) gua standard basata sul mandarino, mentre Delia Cosereanu
ATTUALITÀ 22 febbraio ‘08
DOPO LA LAUREA

La lunga giuris-pazienza
Percorsi e difficoltà di chi vuole entrare in magistratura: dal concorso all’uditorato giudiziario

P
erseveranza, passione, coraggio, vo, e può anche (ma presto diventerà que- profondimento utile degli argomenti già lo è il periodo migliore – ricorda un giova-
equilibrio psicologico, capacità di sta la strada maestra) essere effettuata in svolti all’Università, anche se, salvo borse di ne giudice al momento in servizio in una
rapportarsi con gli altri, grande vo- una delle tante scuole di specializzazione studio, costa molto». piccola città della regione – dopo la gran
lontà di aggiornamento continuo per le professioni legali sparse sul territorio Una volta superato lo scoglio enorme del fatica del concorso, venire a contatto con
e consapevolezza di vivere con umiltà un nazionale. concorso per i giovani futuri magistra- la professione è stupendo. Tutto a un tratto
servizio che ha di per sé una forte carica si comincia ad avere uno stipendio e lavo-
di potere: è sufficiente possedere tutte rare a fianco dei vari magistrati. È davvero
queste caratteristiche per diventare un stimolante, anche se soprattutto all’inizio si
buon magistrato? No, a sentire i giovani assiste solo».
piemontesi che hanno superato o stanno «Ricordo quell’esperienza come molto
ancora affrontando il concorso nazionale interessante – gli fa eco un giovane magi-
per uditore giudiziario, per entrare nella strato in servizio a Torino – avere a dispo-
professione. sizione per molto tempo la capacità e le
«Se ce la fai vuol dire che lo avevi scritto conoscenze dei colleghi più anziani, non
nel destino – dice Manuela Accurso, 26 solo è un’occasione eccezionale ma è an-
anni, già avvocato, che da sempre sogna che molto utile per il futuro. Spesso lo si
di entrare in magistratura – il concorso è Diventare magistrato capisce solo a posteriori quando ci si trova
durissimo, ci vogliono anni a prepararlo e è uno dei sogni più diffusi da soli dinnanzi al primo processo».
come ogni selezione pubblica cui parte- tra gli studenti di Legge: Le dolenti note arrivano quando, dopo i
cipano migliaia di persone è molto condi- ma delle migliaia di giovani primi 13 mesi, arriva il tempo del cosiddet-
zionato dalla fortuna». che provano a superare to “tirocinio mirato” e bisogna scegliere, o
Per diventare magistrati, infatti, la strada il concorso nazionale subire la scelta, di sede e funzioni: chi non è
è tutta in salita: il concorsone nazionale solo 15-20 piemontesi in cima alla graduatoria, infatti, viene quasi
viene bandito circa ogni due anni sulla ogni 24 mesi varcano sempre mandato lontano da casa, magari
Gazzetta Ufficiale ed è aperto, salvo alcune le porte del Tribunale di Torino al Sud, dove c’è più bisogno. Ma non fa un
eccezioni, a chi abbia meno di 40 anni, una come uditori giudiziari po’ paura questa possibilità? «No, la si mette
laurea in Giurisprudenza o l’avvocatura in in conto – ammette sorridendo l’ispettrice
tasca. I tempi di selezione e svolgimento Quella di Torino, in via delle Rosine, è la ti, inizia l’avvicinamento al lavoro vero e al superamento delle prove, si chiama udi- del lavoro – il problema maggiore, piuttosto,
delle prove, tre scritti e un orale, sono sem- più grande d’Italia e ogni anno mette a proprio: «A differenza di altre professioni torato giudiziario». è diventare magistrati. Se si viene mandati a
pre lunghi e spesso ci vogliono molti mesi disposizione dei laureati in Giurisprudenza – chiarisce un’ ispettrice del lavoro , di 31 Ad ogni concorso sono circa 15-20 i nuovi chilometri di distanza si può sempre chiede-
per completare il tortuoso iter. La prepara- circa 180 posti e diploma un’ottantina di anni,attualmente in attesa di sapere se ha uditori giudiziari che arrivano da tutto il re il trasferimento. Ci vuole tempo ma prima
zione richiesta, inoltre, è ampia, comprende studenti. «Io che l’ho frequentata – spiega passato gli scritti dell’ultimo concorso – per Piemonte al Tribunale di Torino per 18 mesi o poi tutti tornano a casa».
tutto il diritto penale, civile e amministrati- Accurso – posso dire che fornisce un ap- la magistratura il praticantato è posteriore di esperienza un po’ in tutti i settori. «Quel- Francesca Nacini
febbraio ‘08
23 ATTUALITÀ
E POLITICA

V
incenzina hai guardato la fabbrica,
come se non c’è altro che fabbri-
ca”. Per una volta questi versi non
sono stati cantati da Enzo Jannac-
ci ma da Gianmaria Testa, al Teatro Regio lo
scorso 28 gennaio, in memoria dei morti
nell’incendio dell’accaieria Thyssen. «Credo
che, oltre a intrattenere, – dice il quasi cin-
quantenne cantautore cuneese – le perso-
ne che vanno in giro e hanno un pubblico
devono anche evitare che la gente dimen-
tichi certe tragedie».
Quindi non disdegna l’etichetta di musi-
cista impegnato?
«Non so bene quali siano i contorni di que-
sta definizione. Io sono me stesso, con le
mie felicità e le mie indignazioni. Però cre- A fianco, Gianmaria Testa in uno
do che quel minimo di visibilità in più che scatto di Gianni Ansaldi. Attualmente
deriva da avere qualche articolo sul gior- il cantautore cuneese è impegnato
nale o qualche passaggio in radio richieda in una tournée europea che prevede
una responsabilità maggiore». otto date in Olanda, una in Belgio
Allora ne approfitto. Come vede l’attua- e 14 in Francia (di cui l’ultima a
le situazione politica? Parigi). Per tutto febbraio e marzo,
«Sempre più confusa. Non è nemmeno più l’unico spettacolo in Italia sarà al
un problema di conflitto di interessi, ma è Teatro Giacosa di Ivrea il 1° marzo.

“La politica
un tentativo continuo di mantenere i pro- Nella foto piccola in basso,
pri interessi. Come tutti, anche io allibisco la copertina del libro di Antonella
di fronte a uno che viene condannato a Antonelli “Salim el Katami
cinque anni di carcere e fa fatica a capire e altre fiabe berbere”
che deve dimettersi (il riferimento è al
governatore della Sicilia Salvatore Cuffa-

dei quaquaraquà”
ro, ndr). Qualche sera fa in televisione ho mercati, dei problemi della Confindustria,
visto Mastella che pontificava: ho cambia- di competitività».
to canale. Prima non avevo mai capito chi Lei viene da Cuneo, una provincia sto-
sceglieva di non andare a votare. Adesso, ricamente devota alla Democrazia Cri-
invece, lo capisco». stiana. Che differenza c’è rispetto a una
I giovani hanno perso la fiducia nelle volta?
istituzioni? «Le cose sono cambiate in peggio. Ci è
«Io vengo da anni veramente diversi, in
cui c’erano ideali e ideologie. Venendo a
Idee e speranze di Gianmaria Testa, cantautore (volutamente) impegnato capitato almeno una volta nella vita di
pensare che Andreotti sia una persona
mancare queste ultime, mi sembra si sia intelligente, con un certo stile. Perchè gli
creato un grande buco. Sciascia divideva avuto pazienza. Ha cercato di fare quello è diventato un insulto, come lo era “fasci- quello. Per inseguire questi argomenti si esponenti di questa nuova Dc, che nel frat-
le persone in uomini, mezzuomini, omi- che poteva, ma era difficile mettere d’ac- sta”, un termine che adesso adesso suona dimenticano cose più importanti come la tempo si è ramificata in vari partiti, sono
nicchi, pigliainculo e cordo le istanze di molto meno offensivo. gente che non arri- Casini, Mastella. Personaggi che hanno un
quaquaraquà. Oggi “Troppo spesso persone che espri- In questi tempi in cui “Una volta la Dc va a fine mese o gli senso dello Stato molto più vago dei loro
di quaquaraquà ce mevano concetti tutto è estremamente immigrati che sono predecessori. Siamo arrivati a una porno-
ne sono tantissimi e la Sinistra si e voglie diverse. confuso, la sinistra vive aveva almeno un trattati alla stregua politica. Spesso mi capita di essere all’este-
per un giovane la si- Invece il governo è di questa confusione e di appestati». ro per lavoro: vedere da lì come va il nostro
tuazione è disperata. è trovata a caduto per una cosa in qualche caso ha rin- certo stile. Ora c’è Il Partito demo- paese è veramente disarmante».
Comunque è inutile veramente assurda, corso i temi proposti cratico è la rispo- Insomma, ci attende un futuro grigio?
delegare le respon- rincorrere i temi più per un pretesto dalla destra». poco senso dello sta giusta? «Credo che con questi personaggi le spe-
sabilità agli altri, bi- che per altro». In quale circostanza? «Ben venga una ranze siano poche. Sto aspettando che
sogna rimboccarsi le della Destra” Come ne è uscita la «Penso alla sicurezza, Stato” forza così, se riesce arrivi una ventata nuova, ma non so come
maniche e darsi da sinistra? che certamente non almeno a stare nel- possa succedere visto che la gente norma-
fare». «Molto frammentata. Ha subìto questa con- è un tema centrale. Invece sembra ci sia l’ambito del riformismo. Anche se non ne le è troppo impegnata a sopravvivere per
Romano Prodi ha fatto il possibile? trorivoluzione rappresentata dalla caduta un’emergenza nazionale e vengono co- sono entusiasta, ho un’idea vecchia di giu- poter affrontare un impegno politico».
«Non sono un suo fan, ma certamente ha del muro. Al punto in cui siamo “comunista” struite campagne politiche incentrate su stizia sociale, non riesco a interessarmi dei Stefano Parola

ACQUA E CULTURE IN DIALOGO


L’acqua (e in particola-
Il Mediterraneo raccontato dalle donne
È giunto alla terza edizione il ciclo Testimoni del Mediterraneo ro e spesso romanzato che traspare dalla scrittura della Manzin.
re quella del bacino del organizzato da Paralleli (istituto euromediterraneo del nord Mercoledì 26 marzo è la volta di Antonella Antonelli con Salim el Katami e
Mediterraneo) al centro del ovest). Gli incontri, che per il secondo anno consecutivo ven- altre fiabe berbere, anche questo un viaggio nel passato. Appassionata di
dialogo interculturale. È il gono ospitati dalla libreria La Torre di Abele di Torino, via Pie- cultura berbera la Antonelli decide di intraprendere un percorso di avvici-
forum Water&Cultures in tro Micca 22, cercano di sondare lo spazio del “mare nostrum” namento a questo mondo e lo fa attraverso la raccolta delle storie e delle
Dialogue, in programma a ponendosi da una prospettiva femminile. leggende che hanno caratterizzato la travagliata vita di popolo berbero. Una
Torino dal 20 al 25 maggio Come le donne vedono e vivono la realtà mediterranea, attra- raccolta di fiabe che solo uno sguardo al femminile poteva rendere così at-
2008 (promosso dall´Istituto verso quali strumenti la analizzano e come la percepiscono. tuale. Il risultato è un libro leggero e magico da cui traspare, tuttavia, un’accu-
Paralleli e dalla Fondazione Il nuovo ciclo mette insieme una serie di testi di scrittrici che, ratezza per i particolari e per la ricerca (testimoniato anche dalla decisione di
Anna Lindh per il dialogo tra partendo dal proprio vissuto, raccontano la loro visione. Si trat- stampare il testo arabo a fronte di quello italiano). Il libro si conclude con una
le culture). L’iniziativa coin- ta di romanzi ma anche di saggi e di fiabe, dove l’elemento breve sezione di approfondimento sulle tradizioni della cultura berbera.
volgerà i ragazzi provenienti femminile si lega allo sviluppo delle culture in cui queste Continuano inoltre gli incontri sulla Turchia. Il 17 marzo, nella Sala dei Map-
da 37 paesi del partenariato donne si muovono, siano queste culture di partenza o di pamondi, in via Accademia delle Scienze 6, il tema sarà “La Turchia tra pas-
Euro-Mediterraneo1. Una arrivo. I prossimi incontri primaverili si aprono il 12 marzo sato e presente: realtà e prospettive”. La giornata, organizzata da Paralleli in
giuria selezionerà le propo- alle 18 con “Tempo di lupi”, il libro di Eleonora Manzin. Si collaborazione con l’Icts (Italian center for turkish studies), si apre alle 10
ste (due per ogni Paese) più parla dell’esodo istriano e di come questo è stato vissuto del mattino con una tavola rotonda su “Le trasformazioni storiche, sociali e
interessanti che verranno dall’autrice durante la sua giovinezza. Ricordi vividi ed culturali della Turchia contemporanea”: presiede Maria Antonia Di Casola
pubblicate sul sito ufficiale esperienze appena accennate in un’Italia che si stenta dell’Icts, intervengono Fulya Atacan dell’università di Istambul (sul tema “I
dell’evento. a riconoscere. Un tentativo di non dimenticare una processi di secolarizzazione: l’islamismo e le donne”) e Yasemin Taskin, giorna-
Il bando, rivolto a giovani di vicenda che i giovani non conoscono e che gli adul- lista corrispondente di Sabah (su “Media e democrazia in Turchia”). Dopo la
età compresa tra i 20 e i 35 ti tendono a relegare in un passato troppo lontano. pausa pranzo alle 15 si riprende con “La Turchia al bivio: quali prospettive?”:
anni, è scaricabile all’indirizzo torinoyouthforum.org Tempo di lupi parte dal Mediterraneo e finisce con il presiede Toni Ferigo di Paralleli e intervengono Yucel Top, sindacalista (su “I
(scadenza primo marzo). Per ulteriori informazioni Mediterraneo; un simbolo per identificare con chiarezza diritti sociali e politici delle minoranze”) e Soli Ozel dell’università di Bilgi che
visitate il sito www.paralleli.org. le proprie radici e per sottolineare che la sponda istriana è parte integran- parlerà de “La Turchia nell’eurasia islamica”.
te di questo bacino. Un libro profondo e sincero, a dispetto dello stile legge- Chiara Canavero
febbraio ‘08
25 GALLERY
LIBRI

“Non sparate sulla Fiera”


Tullio Levi, presidente della Comunità ebraica di Torino spiega l’assurdità del boicottaggio

L
e polemiche che accompagnano la confronti delle espressioni della Israele addossandogli tutte le colpe dell’at-
partecipazione di Israele alla pros- società civile. Non si potrebbero tuale situazione, analogamente a come, un
sima edizione della Fiera del Libro altrimenti spiegare le ricorrenti tempo, si criminalizzavano gli ebrei ritenuti
mi spingono ad alcune considera- proposte di boicottaggio tra cui responsabili di tutti i mali del mondo; ad
zioni: devo dire innanzitutto che la più che quelle odierne. Israele si negano diritti che non si neghereb-
condivisibile solidarietà nei confronti del Numerosi paesi compiono crimini bero ad alcun altro Stato; l’idea che lo Stato
martoriato popolo palestinese, il sostegno e perseguono al loro interno poli- di Israele possa essere eliminato è analoga
alla sua causa o la critica anche severa alle tiche repressive e discriminatorie: all’idea che fossero gli ebrei a dover essere
politiche del governo israeliano, non pos- la Cina coi tibetani, la Russia con i eliminati e sappiamo come è andata a finire.
sano minimamente giustificare le manife- ceceni, la Turchia con i curdi e con Ma vi è ancora un ulteriore aspetto di questa
stazioni di pregiudizio e di intolleranza cui gli armeni; eppure l’atteggiamen- contestazione che, indipendentemente dal
abbiamo dovuto assistere in questa occa- to nei confronti di fatto che riguardi Israele, non può non allar-
sione. quei drammi non mare: si è anche sentito dire che i più noti
E’ per contro da rilevare come moltissime è certo comparabi- scrittori israeliani, che generalmente sono
voci di grande autorevolezza si siano pronta- le a quello assunto assai critici nei confronti delle politiche del
mente levate per condannare quelle prese di nei confronti dei proprio governo, in realtà farebbero parte
posizioni: tutte indistintamente le Pubbliche palestinesi. del gioco ed il loro, neanche tanto recondito
Istituzioni, l’intero mondo politico ed asso- Si tratta di mani- fine, sarebbe quello di offrire copertura ad un
ciativo e i rappresentanti delle più rilevanti festazioni di “stra- inesistente pluralismo della società israelia-
entità operanti sul territorio, si sono espressi Banchetto e cartelli contro la presenza di Israele in Fiera a Palazzo Nuovo. Il 21 febbraio alcuni docenti bismo” che sono na; sullo stesso piano vengono posti coloro
all’unisono in favore della partecipazione di hanno protestato contro questa iniziativa con le bandiere dello Stato di Gerusalemme. A fianco: Tullio Levi emerse in tutta che operano in favore del dialogo israelo-pa-
Israele; il suggello a questo chiaro e genera- evidenza nel corso lestinese: si tratta soltanto di “fiancheggiato-
lizzato orientamento della società civile è in- no ad essere lanciati i missili o che Israele sia soltanto di Israele. di queste settimane. Per la sensibilità di co- ri” di un regime che va comunque abbattuto.
fine giunto dallo stesso Capo dello Stato che stato costretto ad erigere una barriera difen- E ancora. Soltanto nel caso di Israele i piani loro che hanno dovuto fare i conti nel corso Sono concetti che abbiamo già sentito negli
ha deciso di presenziare all’inaugurazione siva per fermare le stragi dei kamikaze che del governo e della società si confondono della loro storia con le conseguenze del pre- “anni di piombo” che hanno segnato la storia
della Fiera. hanno provocato centinaia di morti e reso con quello dello stato: la condanna per le giudizio, preoccupa cogliere nei confronti di recente del nostro paese: l’obbiettivo è mu-
Ho avuto occasione nei giorni scorsi di parte- il paese invivibile; che i palestinesi abbiano azioni del governo israeliano diventa auto- Israele atteggiamenti per certi versi analoghi tato ma un certo tipo di approccio e di visio-
cipare ad una pubblica riunione in cui si sono purtroppo avuto una classe dirigente in cui maticamente condanna di Israele e l’intolle- a quelli che sono stati, nel corso dei secoli, ne del mondo, ahimé, è sempre lo stesso.
confrontate le posizioni dei rappresentanti è dilagata la corruzione. Le colpe sono tutte e ranza verso Israele diventa intolleranza nei assunti nei propri confronti: si criminalizza Tullio Levi
delle numerose associazioni islamiche ope-
ranti in città, dei vertici della Fiera, dei respon-
sabili delle amministrazioni locali e di alcuni
contestatori provenienti dai centri sociali, dal-
l’università e dai vari gruppi di filopalestinesi
nostrani. Da quell’incontro è emerso chiara-
Viaggiare tra le righe Lingue perdute (e parole ri-
trovate) di Anna Piovesan
edito da Sovera racconti
mente che, mentre gli esponenti del mondo è una dichiarazione di
mussulmano, pur nell’ampio ventaglio delle Grecia, solo ritorno di Infi- Nelle terre estreme di Jon Krakauer appartenenza alle valli e
opinioni espresse, anche di estrema durezza, nito Edizioni è il libro del edito da Corbaccio racconta la ai monti dove sono nate
hanno dimostrano tolleranza e disponibilità musicista bresciano Alan storia di Christopher McCandless, le comunità valdesi.
al dialogo, gli oppositori hanno dato prova di Zamboni. Contiene il che a 24 anni si laurea e decide di L’autrice si immagina
essere impermeabili a qualunque ragiona- romanzo breve Fabulae graecae seguire il richiamo della foresta nei panni di una can-
mento, se non anche faziosi. E a nulla è valso e i due raffinati racconti La strada per Grikòs e Il che fin da piccolo sente, grazie tastorie per caso, che
chiarire per l’ennesima volta che la Fiera non bacio di Eco. Sullo sfondo di Nissiros, Tilos, Simi e alle sue letture appassionate, tra scopre e raccoglie piccoli frammenti di
ha inteso festeggiare alcunché ma si è limi- Patmos si snodano le vicende di personaggi al con- cui London, Tolstoj, Pasternak e vita quotidiana che fanno sorridere.
tata ad invitare Israele quale paese ospite e a fine tra favola e realtà, verità e leggenda. Viaggia- Thoreau. Spinto ad abbandonare Nella prefazione di Domenico Maselli
dare spazio alla sua letteratura. tori spesso solitari percorrono strade mai scontate, la sua vita e la sua famiglia ipocrita viene definito “Frammenti di un dialo-
Si rimane innanzitutto esterrefatti di fronte dove cadono certezze e si rimane sostenuti solo e un po’ troppo bugiarda parte go tra due anime”. Tanti bozzetti che
ad una visione manichea ed astorica di un dall’immaginazione, immersi nel fascino del viag- on the road attraverso l’America. Il suo obiettivo vanno dal ricordo di viaggi nel lontano
conflitto così complesso quale quello che gio. I tre scritti legano l’Hellas classica, quella del è l’Alaska, bellezza e solitudine, in cui ritrovare se Oriente e nella vicina Linguadoca agli
vede contrapposti israeliani e palestinesi, secondo dopoguerra e la Grecia contemporanea. stesso, la verità e la libertà assoluta. Eroe romantico incontri avvenuti nel passato tra Buratti
secondo la quale Israele è il solo responsa- Le storie si svolgono nel Dodecaneso, sfiorando e ribelle vero, è un eremita con straordinarie capaci- e personaggi come Pier Paolo Pasolini.
bile della situazione in cui si trovano oggi i continuamente il mare, la terra e il mito. tà di socializzazione. s.u.
palestinesi ed in particolare gli abitanti della
striscia di Gaza.
E’ irrilevante che nel 1947 una risoluzione
delle Nazioni Unite abbia decretato la spar-
tizione del territorio e che tale spartizione sia
stata accettata da Israele e rifiutata dal mon-
do arabo; che, in nome di quel rifiuto, i paesi
arabi abbiano ripetutamente mosso guerra
Il Circolo dei Lettori di Torino
(nella foto accanto la presen-
Un anno ben sfogliato
ad Israele e siano stati sconfitti; è irrilevante tazione a Roma) è ospitato a Una media di 450 visitatori al giorno Dare una casa ai lettori di qualsiasi età, metterli in con-
che, fin dal 1948, i paesi arabi, prospettando Palazzo Graneri della Roccia (90mila in tutto, dall’inaugurazione a tatto, per creare occasioni di confronto e di scambio,
il miraggio del rientro nelle proprie case, in Via Bogino 9. È aperto dal oggi), quasi 1500 eventi organizzati, più incontrare scrittori e intellettuali: con questi scopi è
abbiano esercitato pressioni sui palestinesi lunedì al sabato dalle 9.30 di ottomila iscritti e 400 contatti quoti- nato il Circolo dei Lettori di Torino, un’esperienza uni-
affinché rimanessero nei campi profughi; alle 22.30. Dispone di un diani al sito web. Sono questi i numeri ca nel suo genere che può diventare però un modello
che i paesi arabi abbiano sempre sfrutta- grande salone di ricevimento che fotografano il primo anno di vita del da esportare e un esempio da imitare.
to la questione palestinese per i propri fini ispirato al salone di Diana Circolo dei Lettori di Torino, nato nell’ot- La Regione Piemonte investe un milione di euro l’an-
ed abbiano a più riprese compiuto orrendi della Reggia di Venaria, tobre 2006 su iniziativa della Regione no in questo progetto, ulteriore prova del ruolo che la
massacri (Giordania, Libano, Siria); che la un salotto per conferenze Piemonte. città riveste a livello nazionale e non solo come capi-
Giordania abbia rifiutato di continuare ad e video proiezioni da 60 Quale modo migliore per festeggiare il tale del libro e della cultura.
occuparsi della Cisgiordania e che l’Egitto posti, un salotto di lettura primo compleanno se non una presen- Mercedes Bresso e Giovanna Melandri hanno fatto
abbia rifiutato di occuparsi della striscia di da 40 posti, una sala adibita tazione in grande stile ? Lo scorso 14 riferimento alle polemiche suscitate dalla scelta di
Gaza, costringendo Israele a farsene carico; a fitnessbook con sei amache in giunco, un febbraio il progetto del Circolo è stato illustrato a Ro- invitare Israele come Paese ospite d’onore alla XXI
è irrilevante che la storia abbia dimostrato bar, una sala biliardo e un ristorante al piano ma dalla direttrice Antonella Parigi. All’incontro sono edizione della Fiera del libro in programma a Torino
che trattative seriamente condotte da en- ammezzato. intervenuti anche Mercedes Bresso, presidente della nel prossimo mese di maggio. La prima ha parlato di
trambe le parti (Egitto e Giordania) abbiano Ogni giorno vengono organizzati quattro ap- Regione Piemonte, Gianni Oliva, assessore alla Cultu- “incredibili polemiche”, mentre la seconda ha bollato
portato alla pace; per venire ai nostri giorni, puntamenti, generalmente a ingresso gratuito, ra, e Laura Emanuelli della Casa Teatro Ragazzi. Ospite l’ipotesi del boicottaggio come “un’idiozia inaccetta-
è irrilevante che Israele abbia deciso il ritiro oltre a eventi speciali e cene a tema. d’onore Giovanna Melandri, ministro per le politiche bile”.
unilaterale da Gaza ma che da Gaza continui- giovanili del governo Prodi. Stefania Uberti
26
GALLERY febbraio ‘08

CINEMA
In occasione della festa della don- no storie di ragazzine cinesi sfruttate
na, l’8 marzo torna a Torino Flores
(accanto la locandina), la rassegna di
Lo schermo si tinge di rosa dalle aziende e di bambini nei bordelli
di Calcutta, di immigrati asiatici che
documentari sulle donne organiz- aiutano altri ragazzi in difficoltà e delle
zata dall’ong Mais e dall’associazione Puntodoc. Alla sua terza edizione, battaglie quotidiane delle donne senegalesi, delle donne Mapuce e
Flores ha scelto quest’anno come tema “Donne e minori dal mondo”, per delle italiane di oggi. Sarà anche presentato il documentario prodotto
raccontare la vita e il lavoro femminile e minorile nel Sud e nel Nord del da alcuni studenti del Master in giornalismo, di cui un’anteprima sarà
mondo. Le proiezioni si terranno tra il 5 marzo e il 19 aprile nei cinema proiettata all’Università l’8 marzo. Info: www.mais.to.it
Baretti e Massimo a Torino e a Collegno, con ingresso libero. Racconta- a.gaz.

La parola al muto
A Torino rivivono vecchi film di celluloide. Grazie a nuovi restauri

A
l buio, a stretto contatto con i materiali. Altro che cinema in sala, in fonti d’epoca diverse e complementari: dalla sceneg-
poltrona. Quando si tratta di restauro cinematografico il rapporto si giatura all’indicazione dei colori originari fino ai fogli di
fa stretto. Ma la mente deve sempre spaziare. È una storia di passioni, montaggio. Ricerchiamo i testi delle didascalie italiane,
talvolta infiammabili. Quella per il nitrato innanzitutto, con cui veni- risaliamo allo stile della cornice e ai caratteri delle lette-
vano costruite un tempo le pellicole: «C’è il fascino del proibito, è un mito per re, individuiamo lacune ed errori di montaggio». Ecco
gli archivisti; essendo un materiale delicato a cui pochi hanno accesso», rac- alcune delle “magie” rese possibili da una ricerca ap-
conta Stella Dagna, ricercatrice del Museo Nazionale del cinema di Torino. profondita sulle fonti. «Il punto di riferimento è ovvia-
Nell’ultimo decennio il Museo, che vanta una cineteca di oltre 16 mila copie, mente, quando possibile, la copia del film presentata
ha rilanciato l’attività di restauro.Ventiquattro opere recuperate, da Cabiria alla al pubblico per la prima volta sul mercato nazionale.
serie Maciste, che si inseriscono in un più ampio progetto di valorizzazione del Questo metodo di lavoro ci ha permesso di costruire
cinema muto, in particolare torinese. E poi la sperimentazione di un nuovo una prassi che potrà essere d’aiuto in futuro», aggiun-
modo di comunicare, attraverso festival, progetti didattici, proiezioni in spazi ge Gianetto. Tutto questo non sarebbe possibile senza Maciste (qui nel film omonimo del 1915), eroe forte e buono di una lunga saga cinematografica, compare la prima volta in Cabiria
storici della città e sonorizzazioni dal vivo, anche eterodosse, per esempio con una stretta collaborazione con cineteche italiane e
gruppi indie rock. E le sale sembrano riempirsi. straniere e con laboratori come “L’immagine ritrovata” di Bologna. te dei sedici titoli proposti l’anno scorso, sono state presentate al Festival del
Alla base c’è un nuovo approccio teorico che «propone l’attenzione filologica I primi restauri del Museo si sono concentrati sui titoli dell’Itala, che insieme Cinema Ritrovato di Bologna, che insieme alle Giornate del cinema muto di
degli interventi come garanzia e incentivo per una maggiore fruibilità e un all’Ambrosio era la casa di produzione più importante. Nella scelta dei titoli si è Pordenone, rappresenta il massimo evento del settore in Italia. «Accanto ai
piacere della visione», sottolinea Claudia Gianetto responsabile dei progetti cercato di rappresentare generi diversi: il comico con La paura degli aeromobili progetti sul cinema muto torinese, c’è un interesse per il cinema a tutto tondo,
di restauro cinematografici. L’ultimo lavoro Jone del 1913 verrà presentato in nemici (1915) e il film storico con La caduta di Troia (1911). Nel 2006 il Museo a breve dovrebbero partire anche nuovi progetti per il restauro di film sonori»,
anteprima il 16 aprile al 64° convegno internazionale della Fiaf (Federazione ha portato a compimento il suo più grande progetto: Cabiria il kolossal di Gio- sottolinea Claudia Gianetto «con un’attenzione particolare alle opere realiz-
internazionale degli archivi di film) di Parigi. vanni Pastrone, sia nella versione muta del zate negli anni Settanta da grandi autori del cinema italiano come Francesco
In via Sospello, dove ha sede la Cineteca, la pratica del restauro è carat- 1915 sia in quella sonora del 1931. Subito Rosi e Marco Ferreri».
terizzata da un complesso lavoro di ricerca e preparazione svolto prima dopo è partito un progetto pluriennale per Il buon restauratore deve sapere un po’ di tutto: dalla storia al cinema e alla
della stampa della copia. Il fondo del Museo, uno degli archivi cartacei il restauro dei film interpretati dall’attore chimica. «Deve studiare il costume, la politica e la mentalità di un’epoca. E poi
e fotografici più importanti d’Italia, è una miniera preziosa in questa fa- Bartolomeo Pagano nei panni di Maciste. avere una buona vista, il lavoro è infatti certosino», conclude Dagna.
se. «Lavoriamo sui materiali extrafilmici – spiega Dagna -, analizzando Molte opere, per esempio una buona par- Mauro Ravarino

L’Oscar si fa corto Un festival da pensare


Immersione nel cinema del Piemonte. Dall’ 1 al 15 Al settimo personaggi del mondo del cinema, della cultura e avanzata rivolto a sceneggiatori e story editor pro-
marzo, organizzato dall’omonima Associazione, anno di della scienza. Tra gli ospiti: Carlo Mazzacurati, Paolo venienti da tutta Europa. Circus è un corso itinerante
spazio a “Piemonte Movie 2008 - Un anno di cinema Lo sceneggiatore Paul Haggis sarà ad Alba età l’Alba Mereghetti, Ruggiero Pierantoni, Giacomo Poretti e per l’Italia, o meglio un percorso di avvicinamento ai
sotto la Mole”, il festival che esalta la cinematografia Internatio- Silver. Carta bianca quest’anno è stata offerta a Paul mestieri del cinema organizzato dalla Scuola Holden
regionale passando dalle opere girate sul territorio nal Film Festival allarga il suo orizzonte. Dal 7 al 12 Haggis, sceneggiatore di Million Dollar Baby e regi- (da quest’anno entra nella direzione artistica del fe-
a quelle realizzate da cineasti piemontesi in altri marzo nella capitale delle Langhe non ci sarà solo il sta di Crash – contatto fisico e Nella Valle di Elah, che stival) e dalla casa di produzione Fandango. Senza
scenari. La grande novità di questa ottava edizione cinema, ma un confronto diretto tra la settima arte proporrà un percorso tra otto film scelti da lui: si va dimenticare le masterclass, quattro lezioni con Paul
è il concorso Spazio Piemonte, erede della positiva e la musica, la televisione, la filosofia, la religione e la da La finestra sul cortile di Hitchcock a Fino all’ultimo Haggis, Carlo Mazzacurati, Agostino Ferrente e Ales-
esperienza di “Anteprima Spazio Torino” . Il concorso, scienza. Nato nel 2001 con il nome di Infinity, il festi- respiro di Godard fino Salvador di Stone. Andar per sandro Baricco.
organizzato in stretta collaborazione con il Torino val quest’anno si presenta con un programma fitto: film è invece il concorso che presenta dieci titoli (sia Infine, gli eventi del festival, che si svolgeranno tutti
Film Festival, la Film Commission Torino Piemonte e due rassegne e un concorso, workshop, seminari, fiction sia documentari) diretti da un regista alla sua l’8 marzo. Alle 16, il filosofo Umberto Galimberti in-
il Museo Nazionale del Cinema, si presenta come il incontri e un concerto. Ospite d’eccezione sarà Paul opera prima o seconda. trodurrà il concerto dell’orchestra Esagramma, en-
nuovo “Oscar” del cortometraggio piemontese e ha Haggis, due volte premio Oscar. Dal 7 al 9 ci sarà Fictionscape: tre giorni dedicati semble sinfonica composta da musicisti disabili. La
l’obiettivo di premiare i migliori lavori realizzati nella Nel segno della novità anche la nuova alleanza tra alla televisione studiata, analizzata e criticata nelle sera sarà, invece, dedicata ad una maratona notturna
regione nel corso del 2007.Oltre all’attenzione per la rassegna e il Corto Bra festival, che insieme danno sue varie espressioni come mezzo di comunicazio- di telefilm al femminile. Per informazioni: www.alba-
i prodotti regionali, Piemonte Movie 2008 offre un vita a un’unica manifestazione che parte il 7 ad Alba ne di massa, ma anche di espressione intellettuale filmfestival.com. m.r.
ricco programma articolato in diverse sezioni sulle e il 12 consegna il testimone a Bra, per concludersi e artistica. L’attenzione sarà rivolta soprattut-
opere e i personaggi che hanno contribuito a definire il 16. Guardare, ascoltare e riflettere rimangono le to alla fiction; oltre agli incontri si svolgerà un
il Piemonte “terra di cinema”. Oltre al concorso, infatti, parole chiave del festival, sempre nel segno della workshop per giovani autori. E proprio a propo-
diverse sono le sezioni non competitive di questa edi- ricerca spirituale. Tre sezioni: eXistenZe, Carta Bianca sito di formazione, è ampio lo spazio dedicatole
zione: Panoramica, SpazioDoc, Anteprime (di registi e Andar per Film. La prima raccoglie dieci film, uniti dal festival. Parte ad Alba il primo appuntamen-
subalpini come “Cuba Libre” di Liborio Labbate, “Nel dal tema “solo Ridere”,introdotti da conversazioni tra to di Script&Pitch, un corso di sceneggiatura
nome di Maria” di Franco Diaferia, “MEDUSA – storie
di uomini sul fondo”, documentario di Fredo Valla),

Piccoli blog (ri)crescono


Fuori Zona - Piemontesi Altrove (dedicato a lungome-
traggi e documentari realizzati da registi o produttori
piemontesi ma girati fuori dal Piemonte), Omaggi (a
Giuliano Montaldo e a Guido Boccaccini), Piemonte
Movie Off (presentazione di libri, tavole rotonde, Una rivista e un blog che parlano il ne è però aperta a tutti. Attraverso il no e dintorni, nelle
spettacoli teatrali). Ci sarà, inoltre, una serata in onore linguaggio dei giovani, anzi i linguag- blog www.direfarebaciare.it, chiunque università e, natu-
della trasmissione “Non Stop”, che Enzo Trapani ideò gi: da quello scritto a quello visivo. Il può proporre contenuti sotto forma di ralmente, nei centri
e diresse dagli studi della RAI di Torino. “Piemonte progetto, ideato da quattro centri del- testi, immagini, musica, che potranno To&Tu. In questi, inoltre, ci si potrà in- creatività e allo stesso tempo far cono-
Movie 2008 - Un anno di cinema sotto la Mole” sarà la rete To&Tu (Bellarte, El Barrio, Teatro poi essere selezionati dalla redazione contrare per fare amicizia, discutere e scere i nuovi linguaggi che si muovo-
ospitato dal Cinema Massimo, dal Cinema Empire, dal Orfeo, Cpg Strada delle Cacce), si chia- per la pubblicazione sul giornale car- lavorare insieme. no in città.
Cinema Romano, dall’Unione Culturale Franco Antoni- ma “Dire fare baciare”. Stesso titolo per taceo. L’obiettivo del progetto è innanzitutto I centri intanto stanno già mettendo
celli, dall’Ugc Ciné Cité. il giornale, una free press che raccoglie La rivista “Dire fare baciare” verrà distri- quello di offrire ai giovani uno “spazio su diverse iniziative collegate al pro-
Rosalba Teodosio i contributi dei ragazzi che collabora- buita attraverso il circuito Free Cards trivalente” (un luogo fisico, un blog, un getto, workshop, laboratori, serate e
no con i centri To&Tu. La partecipazio- nella maggior parte dei locali di Tori- giornale) su cui esprimere la propria spettacoli. m.v.
febbraio ‘08
27 GALLERY
ARTE

Lavatevi le mani di verde


Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo una mostra sull’ambientalismo a scopo di lucro

G
reenwashing vuol dire “lavarsi Fiona Tan, il giovane Cyprian Gaillard, Cor- curatori della mostra hanno voluto eviden-
con il verde”, incollarsi addosso nelia Parker e le sue installazioni a-gravi- ziare: la diffidenza che deriva dall’inganno
una patina di ambientalismo. A tazionali, lo spagnolo Jorge Peris, Santiago continuo sull’ambiente e dall’incapacità
forza e in maniera ingannevole. Serra. del pubblico di controllare. «Volevamo
Negli anni 90 negli Stati Uniti venivano Nessuno di loro, porre l’accento sulla strumentalizzazione
chiamate così le aziende che si pre- nei lavori in mo- dell’ambientalismo che mette in crisi le
sentavano al pubblico con stra, propone persone: – dice la curatrice Ilaria Bonacos-
comportamenti soluzioni e sa – le campagne che raccontano scenari
attenti all’ambiente risposte, ma apocalittici finiscono per rendere scettici.
che di autentico ave- visioni della Le persone sono sommerse da tante pa-
vano solo il desiderio questione role, allarmismo e pubblicità ma vedono
di dare un’immagine ambientale. Si pochi fatti concreti: come il messaggio che
positiva. Con qualche spazia dalle trasformazioni siamo invasi dai rifiuti tanto da non sapere
decennio di ritardo, il energetiche alla confusione tra natura e più dove nasconderli, accompagnato dalla
greenwashing è arrivato anche prodotti umani, all’imitazione dell’ambien- raccolta differenziata insufficiente, dal di-
in Italia e la Fondazione Sandretto Re Re- te per scopi quotidiani, fino all’accumulo di sinteresse di governi e aziende a ridurre gli
baudengo ha deciso di farne il tema di una scarti e rifiuti. Così, nelle grandi sale bian- imballaggi e così via». Per scelta, Bonacossa
mostra. Inaugura il 1° marzo, si concluderà il che della fondazione di borgo San Paolo e i curatori Max Andrews e Mariana Cánepa
18 maggio ed è l’ultima dell’anno dedicato si incontrano le lucciole-led di Chu Yun, A sinistra l’opera di Ettore Favini ‘m ‘m green; in alto Allegra sin gravedad en el Atlántico di Jorge Peris. Luna non hanno selezionato “artisti verdi”:
all’ambiente. A rappresentare i lati d’ombra i bidoni per la spazzatura trasparenti del «Abbiamo voluto artisti che dessero voce
dell’ambientalismo sono stati chiamati 25 danese Tue Greenfort, i barili di petrolio di re Favini, artista trentatreenne di Cremo- sempre scopro che dietro l’immagine ‘ver- al post-ambientalismo, con i suoi aspetti
artisti internazionali: tra loro ci sono Ettore Wilfredo Prieto che, coperti di acqua, si tra- na, per Greenwashing ha realizzato ‘m ‘m de’ c’è una multinazionale – spiega Favini politici e sociali. L’arte può salvare il mondo
Favini, Allora & Calzadilla, la video artista sformano in un paesaggio idilliaco. green, banconota da un dollaro sbiancata –. Nel mio lavoro ho descritto la realtà in facendo riflettere le persone, spingendole
Non ci sono vie da seguire e buoni pro- e segnata da una grande scritta: “Green is modo realistico e pessimistico: il denaro ad analizzare i problemi più a fondo, pur
positi nelle opere, ma la descrizione e la the color of money”. «Nella vita quotidiana prevale, l’importante è che l’azienda conti- restando un’esperienza estetica», conclu-
presa di coscienza dei pro- controllo le aziende da cui compro, perché nui a guadagnare». de Bonacossa.
blemi. Etto- cerco prodotti davvero bio e naturali; quasi Favini rimarca anche un altro aspetto che i Agnese Gazzera
TA
I POLEN
FET TA D GLI INSOLITI LUOGHI
Un altro pezzo della storia di Torino si rinnova. Da aprile la Fino al 4 maggio il Palafuksas in
Fetta di polenta sarà la nuova sede della galleria Franco piazza della Repubblica ospita la
Noero. Il sottile edificio che Antonelli costruì tra via Giulia mostra multimediale “Rossa - Im-
di Barolo e corso San Maurizio, alto 27 metri e con due magine e comunicazione del lavoro:
facciate larghe una 5 metri e l’altra 70 centimetri, è stato 1848/2006”.
acquistato dal gallerista torinese quasi per caso in un’asta L’esposizione, a ingresso gratuito,

ARIO
pubblica. impiega tecnologie interattive per

PL ANET
A inaugurare lo spazio sarà nientemeno che Simon Star- guidare il visitatore in un vero e
ling, giovane artista inglese di difficile etichettatura che nel proprio viaggio nel tempo e nelle
2005 ha vinto il Turner Prize. Chissà se le opere saranno fabbriche, attraverso 160 anni di sto-
esposte anche ai piani alti, visto che l’unico passaggio è ria. 1400 metri quadri di audiovisivi A Pino Torinese, nella cupola del planetario passato di
una scala a chiocciola: già Antonelli per portare i mobili e video-installazioni alla scoperta recente sotto la direzione di Piero Bianucci, va in scena
fino al sesto piano dovette issarli con una carrucola fissata della comunicazione prodotta dal lo spettacolo Meraviglie dell’Universo, viaggio virtuale nel
S
al balcone dell’ultimo piano e introdurli dalle finestre.
F U K SA movimento dei lavoratori. cosmo dal Big-Bang a oggi. È inoltre visitabile il museo.

PAL A

La Triennale torna in città Tutti gli incubi di New York


Si chiama “T2” ed è la seconda edizione della rasse- poste più innovative dell’arte contemporanea e il “d’artista” disincantata e fredda, che dipinge in gelidi
gna triennale d’arte contemporanea internazionale, lavoro di artisti che hanno raggiunto una maturità di scatti il suo modo di vedere il mondo.
organizzata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Con- linguaggio e un riconoscimento internazionale, ma In mostra ci sono sette artisti che hanno in comune
temporanea, dalla Fondazione Sandretto Re Rebau- anche quello di sviluppare ulteriormente lo scambio la vita a New York, ma che non vi sono nati. Per la cu-
dengo e dalla Fondazione Torino Musei. culturale tra Torino, il Piemonte e il mondo d’oggi. ratrice Ombretta Agrò «è una coincidenza più che
La mostra, che si terrà dal 6 novembre 2008 al 18 Gli spazi espositivi saranno concentrati in tre sedi, una scelta: sono artisti interessanti, tutti focalizzati
gennaio 2009, si intitola “50 lune Castello di Rivoli Museo d’Arte sull’esigenza di raccontare i loro incubi, le ansie e le
di Saturno” ed è curata da Daniel Contemporanea, Fondazione angosce. Li accomuna la fascinazione dell’occulto e
Birnbaum, critico d’arte e curatore Sandretto Re Rebaudengo e Pro- del dark, riflettono il sentire della società odierna».
indipendente, attualmente Retto- motrice delle Belle Arti, per age- La scelta, spiega la curatrice, non è stata dettata tanto
re della Städelschule Art Academy volare il percorso e la fruizione del dall’esigenza di mostrare come gli artisti newyorche-
e della Portikus Gallery di Fran- pubblico. Una delle opere in mostra alla Galleria Alberto Peola di Torino si vivano e rappresentino la realtà, quanto piuttosto
coforte. Il tema, ispirato all’astro «Partecipare alla Triennale è stata quali siano le angosce che da essa derivano.
della malinconia, crea una nuova un’esperienza molto stimolante Funghi atomici, personaggi luciferini, mondi che van- In mostra ci sono gli acquerelli con gli elfi dondolanti
geografia del mondo contempo- per la visibilità e l’attenzione circa no in fumo, sagome fatte di mosche e donne mani- da enormi piante di Jeffrey Beebe, le donne in pose
raneo attraverso una costellazione i tempi, gli spazi e i finanziamenti chino sono solo alcuni dei personaggi che popolano impassibili davanti a scenari apocalittici di John Gran-
di artisti che lavorano nel segno necessari per la cura del lavoro» i quadri dei sette artisti newyorkesi in mostra alla de, gli inquietanti paesaggi di Johnatan Podwil, gli
dall’ambivalenza. è il commento di Walter Visentin galleria Alberto Peola. Li ha portati a Torino Ombret- amplessi di uomini fatti di fuoco e di mosche dipinti
“T2” è articolata in due parti: la prima coinvolge cin- che ha partecipato alla prima edizione della rassegna ta Agrò Andruff, piemontese che vive da anni nella da Ana Garcés Kiley, le sagome di Dasha Shishkin. In-
quanta giovani da tutto il mondo che presentano con il suo progetto Gazeabout. «Emergere non è par- Grande Mela, per la mostra Nightmares and Dream- fine, ci sono le due figure diaboliche e coloratissime
opere inedite e sperimentali, mentre la seconda ren- ticolarmente difficile, né in Italia né all’estero - dice - e scapes. dipinte da Zachary Clement: le ha realizzate a Torino,
de omaggio a due artisti già affermati. La personale le possibilità negli ultimi anni stanno aumentando. Fino al 29 marzo, la collettiva di via della Rocca mette ispirato dalla suggestione della città come uno dei
di Olafur Eliasson verrà ospitata al Castello di Rivoli, La difficoltà è proseguire nella propria ricerca ponen- in mostra la visione che gli artisti statunitensi hanno vertici del triangolo della magia nera. La mostra sarà
quella del cino-americano Paul Chan sarà alla Fonda- dosi nuove mete, senza mai accontentarsi o sentirsi oggi della realtà. Un insieme di incubi e paesaggi de- visitabile sino al 29 marzo, dalle 15.30 alle 19.30 dal
zione Sandretto Re Rebaudengo. arrivati da qualche parte». liranti, popolati da mostri e personaggi al limite del lunedì al sabato.
L’obiettivo è quello di creare un dialogo fra le pro- Stefania Uberti grottesco. Ne viene fuori lo spaccato di una visione a.gaz.
GALLERY 28 febbraio ‘08
TEATRO&DANZA

Palcoscenico senza confini


Un laboratorio di recitazione per donne di ogni nazionalità, organizzato da Zona Castalia

S
ul palco ci sono rumene, marocchi- do per capire le problematiche delle don-
ne, albanesi, colombiane, senegale- ne » spiega Cantone.
si, italiane. Tutti i martedì pomerig- Tra le allieve che in questi due anni hanno
gio per due ore, nel salone del Cen- frequentato il laboratorio, alcune non era-
tro culturale italo- arabo Dar al Hikma di via no mai andate a teatro, altre non potevano
Fiocchetto la recitazione va in scena. Sotto esibirsi in pubblico, o andavano di nascosto
la Mole il teatro non ha confini geografici, dai loro mariti, altre non parlavano neanche
diventa internazionale e si trasforma in l’italiano. Come Aisha, 28 anni, marocchina.
un’occasione per conoscersi, comunicare, Nel suo paese è laureata in giurisprudenza,
divertirsi. ma qui, una volta scaduto il permesso di
A orchestrare tutto è la compagnia tea- soggiorno, ha dovuto fare i lavori più umili e
trale “Il mutamento zona castalia” che per faticosi. «Non parlavo bene, mi vergognavo,
il secondo anno organizza il laboratorio e così alla prima lezione mi sedetti in fondo
“L’ascolto e l’incontro”. Un percorso teatra- alla sala, non volevo farmi vedere, era co-
le didattico rivolto alle donne immigrate e me se qualcuno volesse farmi entrare in un
autoctone, nel quale subito hanno creduto Qui sopra, allieve del laboratorio “L’ascolto e l’incontro” mondo per il quale non ero pronta». Dopo
il Comune, la circoscrizione 7 e la Regione. durante una rappresentazione teatrale qualche lezione, paura e timidezza lasciano
L’idea è quella di fare incontrare le donne: In basso a sinistra, due capoeristi in un’acrobazia spazio alla solidarietà femminile, «a teatro
quelle che sono appena arrivate a Torino e A destra: un gruppo di ballerine di danza orientale durante ho imparato l’italiano - racconta Aisha - ho
non conoscono nessuno, quelle che ci vi- un’esibizione con il velo. cantato in arabo, tradotto una poesia del
vono da anni ma non sono riuscite a inte- mio paese, ma soprattutto ho capito che
grarsi, quelle italiane che spesso tra lavoro posso conservare le mie tradizioni senza
e famiglia non hanno tempo da dedicare tarsi, ma riesce a farlo solo dietro una ma- tacolo che andrà in scena a giugno» spiega la psicologa Anna Laura Comba. Attraverso per questo rinunciare a conoscere quelle
a se stesse. schera teatrale, attraverso le storie di per- entusiasta la maestra Cantone. le tecniche della psicoterapia yunghiana, di questo paese. Con le altre ragazze siamo
«Attraverso il teatro riusciamo a creare un sonaggi lontani. «Quest’anno lavoriamo sui All’interno del laboratorio c’è anche spazio le donne analizzano quale parte del per- diventate una famiglia, mi hanno fatto sen-
ponte di ascolto sincero, una sinergia tra testi di Jean Claude Carrière, con storie trat- per il psicodramma, sono infatti previsti sonaggio interpretato sentono più vicina, tire che non sono sola».
tutte le donne che hanno bisogno di crea- te dal Circolo dei cantastorie. Ognuna porta alcuni incontri individuali e di gruppo con «l’interpretazione teatrale diventa un mo- Antonietta Demurtas
re una rete sociale» racconta Eliana Amato sul palco la sua esperienza, e a partire da ciò
Cantone, attrice e insegnante del laborato- che della propria cultura più le rappresenta
rio, che ogni settimana, insieme al regista riusciamo a creare uno scambio. Insieme
Giordano Vincenzo Amato, apre le porte del apprendiamo le tecniche d’improvvisazio-
salone Al Azisa a chi ha bisogno di raccon- ne, l’uso della voce, e prepariamo uno spet-

Capriole in salsa brasiliana


Torna a Torino il Festival internazionale di capoeira, l’arte
popolare brasiliana nata dalle battaglie degli schiavi per
la libertà, capace di fondere armonicamente lotta, mu-
sica e canto. L’evento porterà in città decine di maestri
dal Brasile e dall’Europa, e centinaia di allievi da tanti
Paesi. Si terrà dal 6 al 9 marzo alla palestra Sebastopoli,
al numero 260 dell’omonimo corso, e sarà dedicato non
solo agli appassionati ma anche a chi vuole avvicinarsi per la prima volta alla
disciplina brasiliana. Per i semplici curiosi che non vogliono cimentarsi ma
soltanto guardare le acrobazie altrui, è in programma lo spettacolo di sabato
8 alle 17. Dopo le dimostrazioni di maestri e allievi, che nell’occasione saran-
no introdotti ufficialmente alla capoeira, andrà in scena la rappresentazione
di un’antica manifestazione popolare. Si chiama “Puxada di rede” e rievoca il
tradizionale rito propiziatorio della pesca, che per secoli si è svolto sulle rive
dell’oceano tra danze, canti
ed evocazione delle divinità
brasiliane orixà.
Questo è l’ombelico d’Oriente
Chi invece non si acconten- Al via il festival internazionale di danza del ventre organizzato dal centro Aziza
ta di guardare ma non si è
mai cimentato nella capoei- Fino a vent’anni fa era considerata poco più di un fenomeno eso- rino da un maestro egiziano. All’epoca lavoravo in Rai come storica
ra, potrà mettersi alla prova tico. Oggi, sarà per l’aumento degli incontri tra popoli dovuto alle del costume. Conclusa l’esperienza televisiva ho deciso di provare
nelle lezioni di base. Vasto migrazioni, sarà per il carattere sempre più multiculturale della a vedere se quella della danza orientale poteva essere la strada
e articolato il program- nostra società, ma la danza del ventre, o più correttamente danza giusta per me».
ma per coloro che hanno orientale, è diventata una forma di espressione artistica che rac- Così Aziza parte per New York, per chiedere un’audizione al mae-
scelto l’arte brasiliana come coglie un numero elevatissimo di appassionati. E Torino è uno dei stro libanese Ibrahim Farrah, vera icona della disciplina, fondatore
passione. Saranno infatti cardini di questa diffusione in Italia, grazie soprattutto a una scuo- di Arabesque, la prima rivista di danza orientale al mondo. «Era
tantissimi i corsi tenuti dai la, il Centro Studi Danza Musica e Cultura Orientale Aziza (corso il 1990. L’audizione è andata bene e dopo due giorni di attesa il
maestri arrivati dal Brasile: Regina Margherita 236), nata quasi vent’anni fa. maestro mi ha mandato una lettera in cui mi definiva “diamante
di capoeira, della danza È proprio il Centro Aziza a organizzare dal 6 al 9 marzo la settima grezzo” e mi diceva che sarei stata una star degna di danzare per
con i bastoni Maculelè, edizione di Stelle d’Oriente, il primo festival internazionale italiano i re». E con il passare degli anni Aziza è veramente diventata una
della storia della lotta e dei di danza e musica orientale. Quattro giorni di seminari e spetta- star internazionale conosciuta in tutto il mondo. Ha ballato a Ca-
grandi maestri del passato, ma anche di musica e strumenti tradizionali come coli al teatro L’Espace di via Mantova 38 arricchiti da un Gran Galà sablanca per l’entourage del re del Marocco e da tre anni insegna
il berimbau, per finire con il samba e altri balli popolari. internazionale l’8 marzo al Teatro Nuovo, in corso Massimo D’Aze- come coreografa al Festival internazionale del Cairo, il più impor-
Il festival è alla quarta edizione ma radunerà per la prima volta in città oltre glio 17, con la presenza di maestri internazionali del calibro di Amir tante al mondo. Il festival di marzo offrirà un panorama completo
venti maestri brasiliani e centinaia di allievi da tutta l’Europa. È organizzato Thaleb. Il 7 marzo, sempre all’interno della rassegna, è prevista an- delle specialità e offrirà un’opportunità di conoscenza anche dal
dal gruppo Senzala, tra i gruppi di capoeira più grandi e affermati nel mon- che Maratona d’Oriente, uno spettacolo-competizione riservato a punto di vista culturale. «L’intenzione della scuola – spiega anco-
do, rappresentato a Torino dal Contramestre Luis Claudio che insegna in città ballerine che vogliono sfidarsi davanti a una giuria internazionale. ra Aziza – non è semplicemente insegnare uno stile di danza, ma
da otto anni (www.assosenzala.it). Tra i tanti maestri del gruppo Senzala che Il Centro Aziza prende il nome dalla sua fondatrice, Aziza Abdul Ri- trasmettere una conoscenza più approfondita del mondo in cui
arriveranno dal Brasile ci saranno anche due fondatori, Peixinho e Gato, due dha, al secolo Silvia Fiore, torinese doc che, alla fine degli anni 80 si nasce questa disciplina. Durante l’anno il nostro centro organizza
pilastri della lunga storia della lotta creata dagli schiavi africani per difender- avvicinò più per curiosità che per convinzione alla danza orientale. anche incontri culturali e credo che il Festival rappresenti un im-
si e rivendicare la propria libertà. a.gaz. «Ho una formazione di danza classica e contemporanea e nell’89 portante momento di scambio e crescita per tutta la città».
ho partecipato a un seminario di danza orientale organizzato a To- Ilaria Leccardi
febbraio ‘08
29 GALLERY
MUSICA
A.A.A. musica elettronica cercansi. Se sei
un artista, un musicista, un dj, un’azien-
da della musica techno, minimal, house,
Il groove sta cercando te personaggi legati al mondo dei nuovi suoni
elettronici da esperienze professionali, cul-
turali e comunicative. Chi sarà scelto dovrà
drum’n’bass, breaks o elettronica, allora “Piemonte Groove ti sta cercando”. È questo il fornire annualmente almeno un brano per il sito dell’associazione, dove sarà trasmesso
nome della campagna per il 2008 promossa da Piemonte Groove, il progetto nato nel 2002 in streaming. Attualmente fanno parte del progetto 30 aziende e 50 artisti, alcuni dei
dal sodalizio tra la Regione Piemonte e l’associazione culturale Situazione Xplosiva, con lo quali emergenti, altri protagonisti della scena musicale con milioni di dischi venduti nel
scopo di promuovere la scena musicale dance/elettronica piemontese a livello nazionale mondo. I loro stili abbracciano diversi generi dalla house al drum’n’bass, dall’elettronica
e internazionale. Requisito territoriale per gli artisti: essere nati e/o residenti-domiciliati in sperimentale al techno pop. Sono state finora realizzate due compilation promozionali, la
Piemonte. più recente delle quali, composta di tre cd, è stata presentata all’edizione 2006 del Sonar
Per partecipare al bando è necessario inviare un cd con la musica e la scheda artistica entro Festival di Barcellona. Non sono mancate presenze ad alcuni tra i più significativi eventi
il 15 marzo (per tutte le informazioni www.piemontegroove.com). A selezionare gli artisti internaonali. PiemonteGroove ha preso parte alla Street Parade di Zurigo, il Midem di Sotto, l’Orchestra Sinfonica
e le aziende sarà l’Osservatorio di Piemonte Groove, composto da giornalisti, dj, scrittori, Cannes, Popkomm a Berlino, Amsterdam Dance Event. s.m. dell’Università che ha fondato
l’associazione musicale

Q
uindici appuntamenti in programma per la
stagione 2007-2008, nove dei quali ancora
in cartellone, ogni due settimane, da lunedì
25 febbraio fino a lunedì 23 giugno. Anche
quest’anno il ciclo d’incontri con la musica da camera,
“Accademica”, è ripartito.
Un’offerta eterogenea che va da “Le forme classiche
nella musica del Novecento” a “Il grande panismo ro-
mantico tedesco”, da “Attorno a La Bohéme: Puccini,
Karajan e Pavarotti” alle “Contaminazioni e deconta-
minazioni”, dove musica da camera e jazz si fondono
vicendevolmente in un crossover tra due mondi mu-
sicali apparentemente distanti.
I primi incontri dell’anno non hanno raccolto gran-
de partecipazione da parte del pubblico. Complici

Il break che sa di classico


la scarsa pubblicità e qualche mancanza sul piano
organizzativo, sono state poche decine le persone
presenti nell’Aula Magna del Rettorato. Molte meno
di quanto non ci si aspettasse, tra loro tanti anziani.
«Quello che colpisce è la scarsa recettività da parte
dei giovani - spiega il maestro Ugo Piovano - L’inizia-
tiva è pensata per avvicinare proprio loro al mondo
della musica».
“Accademica”,giunta alla sua seconda edizione, si svol- Torna la musica da camera di Accademica, la rassegna che fa salire sul palco i giovani talenti
ge in un orario inconsueto per dei concerti, dalle 14
alle 15, con l’intento di richiamare spettatori durante to, più breve delle classiche esibizioni, anticipato da strare che anche a livello dilettantistico, con la dovu- ha come fine la promozione di attività o iniziative che
la pausa pranzo. Un break-concerto, così viene defini- momenti di lezione tenute da professori dell’Ateneo. ta preparazione, è possibile dar vita a esibizioni più diffondano la cultura musicale in ambito universita-
«Vorremmo capire – prosegue Piovano che dignitose. I musicisti sono giovani promesse di- rio, nonché la crescita e l’educazione musicale degli
– quanto effettivamente una scelta così plomate al Conservatorio o studenti universitari che studenti, dei docenti e del personale. Attualmente è
anomala possa aver influito sull’affluenza riescono a coniugare le fatiche accademiche con la articolata in cinque sezioni: Orchestra sinfonica, Co-
di pubblico. Gradiremmo avere un feed- passione per la musica. ro dell’Università, Corale Universitaria, Gruppo Jazz e
back da parte degli universitari, pareri, sug- La sezione della Musica da Camera, che conta una Musica da Camera.
gerimenti, che è possibile inviare alla mail decina di iscritti, fa parte dell’Associazione per le atti- Periodicamente sono aperti dei bandi per raccogliere
dell’associazione (sabrina.doria@unito.it, vità musicali degli studenti universitari del Piemonte. nuovi iscritti, che sono consultabili sul sito www.uni-
ndr)». L’Associazione, nata nel 1999 per l’iniziativa dell’Uni- to.it/ass_attivita_musicali.htm.
L’obiettivo della rassegna è quello di dimo- versità e dell’Ente regionale per il diritto allo studio, Silvia Mattaliano

Tra Rivoli e Ivrea a ritmo di jazz


Un invito ad esplorare l’universo del jazz, la sua re le sale di Settimo Vittone, Bollengo e Banchette Jazz Swing.
delicatezza e la sua forza, interpretato da grandi d’Ivrea. Nella giornata conclusiva della kermesse, l’antica
nomi internazionali e da nuovi talenti. Incursioni Il festival, appuntamento di respiro internazionale sinagoga di Ivrea ospiterà alle 17 la presentazio-
nella musica afroamericana, recital, jam session e e prestigiosa ribalta, verrà inaugurato martedì 4 ne del libro Piero Pollone. La poesia della chitarra.
presentazioni di libri. È l’EuroJazz Festival di Ivrea, marzo a Settimo Vittone dai Patti Wicks Trio, gruppo Dialoghi in Jazz, seguita dal recital del chitarrista
arrivato alla sua 28esima edizione, che ci porterà, di una delle migliori cantanti e pianiste jazz ameri- bebop piemontese, Piero Pollone e del pianista
dal 4 all’8 marzo, in viaggio con le contaminazio- cane, considerata dalla critica tra le dieci jazziste Paolo Maggiora, un originale connubio di swing
ni jazzistiche in alcune località canavesane. Negli più brave in circolazione. Dotata di e romanticismo. Doppio appun-
stessi giorni, dal 3 al 5 marzo, un’altra iniziativa che altissima ispirazione ed espressione tamento d’eccellenza per la serata
ha come protagonista il jazz: The New Face of Jazz, poetica e musicale, Patti Wicks si conclusiva, al Giacosa: l’anticonfor-
il laboratorio di arrangia- esibirà insieme al contrabbassista mista vocalist jazz Anne Ducros,
mento e improvvisazione Giovanni Sanguineti e al batterista accompagnata da Olivier Hutman
Il sassofoni- rivolto a strumentisti e Giovanni Gullino. al pianoforte e tastiera, Luigi Trus-
sta inglese vocalist, che si terrà nello Tra i più significativi appuntamenti, sardi al contrabbasso e Laurent
Soweto Kinch splendido Auditorium del- il concerto di un maestro della chi- Robin alla batteria. Gran finale in
la Maison Musique a Rivoli. tarra, Ralph Towner, vincitore di tre omaggio a Chet Baker ricordato
Il cartellone del primo Grammy Awards, due per la miglio- e interpretato da quattro maestri

E intanto all’Hiroshima...
C’è fermento in via Bossoli. All’Hiro- Hall, ore 22.00, 15 euro.
evento, con i concerti e nu-
merosi happening collate-
rali, ha le sembianze di un
tour variegato che porta in
re incisione jazz, nel ’76 e nell’88, e
uno nel 2001 per il suo brano The
Themplars come migliore compo-
sizione. Sul palcoscenico giovedì 6
che con lui hanno condiviso il pal-
coscenico: il trombettista Enrico
Rava, il batterista Aldo Romano, il
chitarrista Philippe Catherine e il
shima Mon Amour il calendario di 15 marzo: Asa (new album), ore scena le diverse anime del marzo a Banchette d’Ivrea. contrabbassista Riccardo Del Fra.
marzo è ricco di appuntamenti. 22.00, 13 euro. jazz, dalle contaminazioni Da venerdì 7 marzo la kermesse si Per il The New Face of Jazz, sono
1 marzo: Zen Circus & Brian Richie, 21 marzo: Linea 77 (new album) e etniche alla musica brasi- sposterà nella sala ottocentesca del Teatro Gia- previsti laboratori che hanno l’obiettivo di creare
ore 22.00, 10 euro. Dufresne, ore 22.00, 12 euro.- liana, dai suoni elettronici cosa, con uno spettacolo di musica e danza di momenti di contaminazione tra le diverse scuole
4 marzo: Marlene Kuntz al teatro 28 marzo: Persiana Jones e Slide alle note blu del jazz tradi- Odwalla&Voci Insieme e a seguire l’esibizione della jazzistiche europee. I docenti saranno il trombet-
Colosseo, ore 21.00, 22 e 18 euro. Tba. zionale. Dai grandi palco- cantante canadese Terez Montcalm, la Janis Joplin tista Byron Wallen, il vocalist Cleveland Watkiss
7 marzo: Baustelle (new album), ore 29 marzo: Offlaga Discopax (new scenici del Teatro Giacosa del jazz. e il sassofonista Soweto Kinch, tra i più acclamati
22.00, 13 euro. album) e Tba. di Ivrea, i ritmi aleggeran- Da non perdere le jam session di venerdì e sabato musicisti nel Regno Unito. Il 5 marzo alle 21.30, alla
8 marzo: Carovanalinguamano, ore Per i Tokio Hotel, il 23 marzo all’Hi- no nei bar e nelle enoteche notte dalle 23.30 nel Bar di Re Arduino e nell’Eno- Maison Musique, un’imperdibile jam session aper-
22.00, ingresso gratuito. sozaki, nulla da fare. È sold out! durante aperitivi musicali e teca Vino&Dintorni di Ivrea dei Marco Luongo ta al pubblico.
14 marzo: Autechre, Snd (live), Rob t.m. jam session, per poi riempi- Quintetto, i Duo Singers, i Troika Quartet e del Duo Delia Cosereanu
30 febbraio ‘08

SAVE THE DATE


pagine a cura di Sabrina Roglio
visti per l’a.a. 2008/2009. I candidati po-
YOGA LAKSHMI POLITICHE GIOVANILI muore” di Eugène Ionesco, nella tradu-
zione di Edoardo Sanguineti e con la
IN GROTTA tranno partecipare con più progetti per
ogni area e ritirare il regolamento e le
Seminario ad Alpignano La condizione giovanile regia di Pietro Carriglio. Lo spettacolo è Corso di speleologia cartoline di partecipazione presso la se-
L’associazione Yoga Lakshmi organizza L’Osservatorio del mondo giovanile interpretato da Nello Mascia (Bérenger 5 lezioni, 4 uscite in grotta e uno stage de dell’Istituto o scaricarli direttamente
sabato 8 marzo, presso la Cascina Go- del settore Politiche Giovanili presenta, I, il Re), Alvia Reale. Biglietto: 19 euro, bi- in giro per l’Italia per scoprire il mondo dal sito. Le domande di partecipazione
mercoledì 12 marzo alle 9.30 presso il glietteria Salone delle Guardie - Caval- sotterraneo dovranno essere consegnate entro il 23
Circolo dei Lettori, via Bogino 9, il rap- lerizza Reale, via Verdi 9, 011/5176246. con il Gruppo maggio 2008 per gli studenti italiani ed
porto sulla condizione giovanile, “L’età Vendita telefonica 011/5637079 (dal speleologico entro il 30 aprile 2008 per gli stranieri.
delle esplorazioni necessarie”: una foto- martedì al sabato, orario 12,00 - 18,00), piemontese. Il Per info e regolamento del concorso:
grafia dell’attuale situazione dei giovani on-line www.teatrostabiletorino.it. corso,giunto 011/541111, info@torino.ied.it, www.
alla 51° edizio- ied.it, www.borsedistudio.com.
ne, inizierà ve-
PALAZZO BRICHERASIO
S.O.S. pendolari
nerdì 7 marzo
e si conclude-
rà domenica Canaletto e Bellotto
4 maggio. Le A palazzo Bricherasio, via Lagrange 20,
lezioni si ter- dal 13 marzo al 15 giugno si terrà la mo-
Prendete ogni giorno il treno e Pendolari”. ranno alle ore stra Canaletto e Bellotto “Due vedutisti
vean di via Marconi 44/b ad Alpignano, come migliaia di altri viaggiatori Nella sede di corso Vittorio Ema- 21.30 presso veneziani a confronto” curata da Bozena
un seminario di una giornata dal titolo siete esasperati da sporcizia, ritardi nuele II n.162, dal lunedì al giovedì, la sede del CAI-Uget in Galleria Su- Anna Kowalczyk e organizzata grazie al
“Il cerchio delle dee, una giornata di e disavventure varie? dalle 15.30 alle 18.30, gli avvocati balpina 30. Il costo è di 120 euro. Per contributo della Fondazione Crt. Per la
yoga al femminile”. L’incontro è rivolto Avete una voglia matta di cono- Simona Lonterni e Simona Lonetti, informazioni www.gsptorino.it; tel. prima volta le opere di Canaletto e di
alle donne di tutte le età (non è neces- scere i vostri diritti di utenti di sono a disposizione per offrire 011/537983. Bellotto verranno esposte le une accan-
sario avere già esperienza di yoga) e Trenitalia o di manifestare il vostro assistenza a chiunque ritenga di to alle altre, permettendo un immedia-
ha l’obiettivo di far scoprire attraverso
le pratiche yoga la forza del principio
malcontento di pendolari, magari
ottenendo anche un rimborso?
non aver ricevuto, a fronte del pa-
gamento del biglietto, un servizio
TEATRO REGIO TORINO to confronto delle peculiarità e dei loro
raggiungimenti stilistici, tecnici e com-
femminile che “guida, nutre, intuisce e si Da metà febbraio il Movimento ferroviario adeguato. Appuntamenti di marzo positivi.
apre alla vita”. È necessaria la preiscrizio- Difesa del Cittadino, associazione di Per maggiori informazioni chiama- Proseguono fino al 9 la recite della Salo-
ne. Info e iscrizioni: 335/8452060, www. consumatori presente in tutta Italia, re il numero 011/4474694. me di Richard Strauss, nell’allestimento
yogalakshmi.it. ha aperto per voi lo “Sportello f.n. firmato dal regista Robert Carsen. Gia-
nandrea Noseda dirige l’Orchestra del
AD OCCHI APERTI in cui l’incertezza per il futuro li condu-
Teatro Regio, tranne l’8 e 9 in cui sarà so-
stituito da Roberto Rorés Veses. Lunedì
Dedicato alla Yourcenar ce ad esplorare possibili percorsi di vita. CORTO IN VOLTA 3 marzo al Teatro Regio la Filarmonica
“Ad occhi aperti” è il titolo del doppio ‘900 eseguirà musiche di Bach, Strauss,
appuntamento dedicato alla scrittrice INFORMAGIOVANI Concorso per cortometraggi Schönberg e Respighi. Domenica 16
Marguerite Yourcenar del 28 febbraio: Il 22 e il 24 febbraio e il 1 marzo si tie- alle 11 secondo appuntamento con i
prima al Circolo degli Artisti di via Lavoro estivo ne la prima edizione del concorso per Concerti aperitivo. Il gruppo da camera
Bogino 9, alle 16, e poi alle 21 in Sala Dal 4 marzo fino al 19 aprile in via del- cortometraggi “Corto in volta” promos- del Regio presenta “Le canzoni dell’E.
conferenze della Regione in corso Sta-
ti Uniti 23. Titolo della giornata “Ad oc-
le Orfane 20, il centro Informagiovani
mette a disposizione uno spazio di
so dall’associazione culturale “Chiave
di Volta”. Il concorso nasce da un’idea
I.A.R.” un repertorio di celebri canzoni
degli anni 40 e 50. Info: www.teatrore-
MASTER DOCUMENTARISMO
chi aperti”. L’evento sarà costituito da supporto e accompagnamento dedi- dei suoi organizzatori, il Presidente An- gio.torino.it. Iscrizioni fino al 25 febbraio
un caffé letterario al pomeriggio e da cato al lavoro estivo, in particolare nel Il documentarista. Una figura profes-
un dibattito serale. Info: 011/5660618, settore turistico. Informazioni: n. verde sionale sempre più richiesta. Da que-
info@culturaeterritorio.it. 800/166670, www.comune.torino.it/in- st’anno diventare esperti comunicatori

COLLEGIO CARLO ALBERTO


L’oligopolio dei giornali
fogio, centro.informagiovani@comune.
torino.it.

TEATRO STABILE TORINO


MicroMix al King Kong per immagine sarà possibile passando
dai banchi di scuola. È stato infatti at-
tivato un master universitario di primo
livello in documentarismo in grado di
Nuovo appuntamento del ciclo “Col- Cosa hanno in comune il cioccolato, braio, dalle 20 aperitivo esotico con fornire competenze integrate, per for-
legio aperto” su “L’autunno dei quoti- Debuttano due spettacoli un dj-set e Ascanio Celestini? In sonorizzazione di immagini dalla mare un nuovo soggetto che riassuma
Lunedì 25 febbraio, alle 20.45, al Teatro apparenza nulla se non lo stesso saga del Pianeta delle scimmie a cu- quattro figure professionali: educatore,
Gobetti in via Rossini 8, andrà in scena contenitore, che in questo caso si ra dei dj’s di Xplosiva Crew. Sabato giornalista, tele-cineoperatore e regi-
il monologo scritto nel 1993 da Giorgio chiama King Kong Microplex. La 23, alle 18, ci sarà l’inaugurazione di sta. Millecinquecento ore distribuite tra
Gaber e Sandro Luporini “Il dio bambi- sala più antica di Torino (anno di “Cioccolatò” con degustazioni in sa- febbraio e dicembre 2008, suddivise tra
no”. La regia è affidata a Giorgio Gallione nascita 1907) si è risvegliata, dopo la; dalle 11 alle 20,30 verrà proietta- formazione teorica e pratica: factory,
e l’interpretazione a Eugenio Allegri. anni di silenzio, ormai un mese fa in to Parole Sante film documentario stage, conferenze. Per iscriversi al Ma-
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro del- una veste completamente rimoder- sul precariato di Ascanio Celestini. ster restano pochi giorni. È necessario
l’Archivolto in collaborazione con la nata e sperimentale. Non solo cine- Proiezione ripetuta domenica 24 compilare il modulo di iscrizione diret-
Fondazione Giorgio Gaber, sarà repli- ma (in particolare documentario), febbraio alle 20,30 e alle 22. Il King tamente dal sito internet http://rebau-
cato fino al 1° marzo. Dal 27 febbraio al ma anche ristorante e caffetteria. Kong è aperto sette giorni su sette,
9 marzo alle 20.45, invece, alle Limone Ecco il programma all’insegna del dalle 7,30 fino a notte inoltrata.
Fonderie Teatrali di Moncalieri, in via mix più variegato. Venerdì 22 feb- m.r.
Pastrengo 88, verrà presentato “Il re
diani? L’oligopolio dei giornali nell’era
di internet”. Si terrà il 6 marzo alle 18 al na Aimone e il Segretario Andrea Pici,
collegio Carlo Alberto, via Real Colle-
gio, 30 a Moncalieri. Ne parla Wolfgang
di promuovere l’arte cinematografica
all’interno del panorama torinese, e
ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN
Münchau (associate editor del Financial non solo, con e per i giovani filmaker. In palio 72 borse di studio
Times e direttore di Eurointelligence. Al concorso hanno partecipato 20 gio- L’Istituto Europeo di Design di Torino
com), introduce Tito Boeri (professo- vani filmaker, provenienti soprattutto mette in palio, in collaborazione con
re di Economia politica all’Università dal nord e dal centro d’Italia, oltre che Barilla, 72 borse di studio di durata dengo.it entro e non oltre il 25 febbraio.
Bocconi e coordinatore de Lavoce.info). dalla Spagna e dall’Inghilterra. Info triennale (di cui 12 a copertura totale I candidati sono tenuti al versamento di
Info: 011/6705289, collegioaperto@carl sul programma della manifestazione e 60 a copertura parziale) per un va- 500 euro, non rimborsabili, quale quota
oalberto.org. aperta a tutti: www.chiavedivolta.to.it, lore complessivo di 601.200 euro per i di preiscrizione ed ammissione al collo-
info@chiavedivolta.to.it. dodici corsi triennali post-diploma pre- quio di selezione.
31 febbraio ‘08

SAVE THE DATE


no blu il concerto per corni (Bruno Sch- le opere del pittore franco-catalano De-
FORUM DEL VOLONTARIATO LINGOTTO MUSICA neider, Corrado Saglietti, Marco Panella,
Marco Tosello) diretto da Paul Mann su
ASSOCIAZIONE LAIKA nis Riba, per la prima volta in personale
in Italia. L’esposizione, a ingresso libero,
Progetto girovagando Vivaldi in concerto musiche di Elgar, Schumann, Mozart e Conferenza sull’Iran curata da Sara Merlino è organizzata
Il Forum del volontariato Piemonte e L’associazione Lingotto Musica pre- Janácek. Tugan Sokhiev dirigerà invece L’Associazione studentesca Laika dall’associazione culturale “E’ Arte” e
Valle d’Aosta ricerca giovani tra i 20 senta il 10 marzo alle e il Comitato per la de- dall’Assessorato alla cultura della città
e i 30 anni a cui piaccia viaggiare per 20.30 presso l’Audito- mocrazia e i diritti civili
creare un gruppo di viaggiatori-pro- rium Giovanni Agnelli, in Iran organizzano il
fessionisti che includa ragazzi con
gravi disabilità fisiche. Il progetto Gi-
rovagando prevede due giornate di
formazione e un soggiorno in una città
via Nizza 280, il con-
certo dell’Ensemble
dell’Orchestra Barocca
di Venezia con Paola
Cigna, soprano, e Ro-
Pagan Reading
Il 22 marzo ne) sul
4 marzo alle 17 presso
l’aula Magna del Ret-
torato dell’Università
degli Studi di Torino,
via Po 17/via Verdi 8, la
mina Basso, mezzoso- a Torino si tema e conferenza “Iran: l’ul-
prano. In programma svolgerà leggerla tima teocrazia”. Sarà
il Concerto in sol mi- il secondo insieme proiettato un filmato
nore per archi e basso Pagan agli altri che documenta atti di
continuo, la sonata in Reading creando repressione, violenze di Cherasco. Denis Riba, nato a Perpi-
re minore per 2 violini italiano un clima ed esecuzioni capita- gnan nel 1954, oggi vive e dipinge in
e basso continuo, La sul tema di condi- li. Le immagini sono Costa Azzurra, con frequenti viaggi in
Follia di Vivaldi, arie “Naturalmente F.A.T.A-Fuo- visione di idee e di emozioni state riprese clande- tutto il mondo. Info: www.evvivanoe.it,
di Haendel, Vivaldi e coAriaTerraAcqua”. Si tratta scaturite dalla parola scritta. stinamente da opposi- 0172/489508.
Giacomelli. Bigliette- di una lettura pubblica in un L’evento è patrocinato da tori del regime in Iran.

europea, interamente finanziati dalla


ria: via Nizza 280/41,
011/6313721, aperta
parco cittadino.
La partecipazione è libera e
Torino Poesia. Appuntamen-
to a Torino alle 15 in corso
All’incontro interver-
ranno Andrea Carapel-
STUDIOMARS
Regione Piemonte, sezione Pari op- il 7, 8, 10 marzo dal- ognuno può portare un libro o San Maurizio angolo Via dei lucci, presidente Laika, Corso di fotografia
portunità. La formazione di 10 ore si le 14.30 alle 19. Info: una poesia (magari composta Partigiani. Info: 329/9631467, Madjid Bazeli e Joosef Studiomars, di via Tiziano 35, propone
svolgerà nella prima metà di marzo. Il info@lingottomusica. appositamente per l’occasio- 349/1790205. Saheli Lesani del Co- un corso di fotografia con Simone Mar-
viaggio, della durata di 4-5 giorni si ter- it, www.lingottomusi- mitato. Info: www.asso- tinetto. Il corso si terrà l’1, 2, 8 e 9 marzo
rà entro il mese di maggio. Per parte- ca.it. ciazionelaika.org. dalle 15 alle 19 per un totale di 16 ore
cipare è necessario scrivere una mail a il 27 per il turno rosso e il 28 per il blu, presso Studiomars. Il workshop, aperto
info@forumvolontariato.org con i pro-
pri dati personali: nome, cognome e
ORCHESTRA SINFONICA RAI il Concerto n. 3 in do maggiore op. 26
per pianoforte e orchestra di Prokof’ev
EVVIVANOÈ ESPOSIZIONI a principianti ed esperti, presenterà le
basi della fotografia per poi procedere
numero di cellulare. Lo staff contatterà Cartellone di marzo e di Cajkovskij la sinfonia n. 4 in fa mi- Mostra di Riba a Cherasco con esempi pratici e uscite. Il costo è di
personalmente la persona interessata. A marzo la stagione dell’Orchestra sin- nore op. 36. Biglietteria: 011/8104653, Dall’8 marzo al 6 aprile la galleria Ev- 140 euro e verrà attivato con minimo
Info: n. verde 800/590006, www.foru- fonica della Rai presenta il 13 alle 20.30 011/8104961, biglietteria.osn@rai.it. In- vivanoè esposizioni d’arte, via Vittorio 5 persone e max 10. Info 347/8759286,
mvolontariato.org. per il turno rosso e il 14 alle 21 per il tur- fo: www.orchestrasinfonica.rai.it. Emanuele 56, Cherasco (CN), presenta www.studiomars.org.

LETTERE
Scrivi a futura@corep.it

meno dogmatica e da un punto di vista scientifico indimostrabile. La lette-


Scrivere su Futura Associazioni universitarie cercansi ratura scientifica in merito è abbondante. A mo’ di esempio le invio un arti-
Gentile redazione, Cara redazione, colo, per farla riflettere sul fatto che quello che ha scritto è una opinione, la
sono uno studente di Scienze della comunicazione, iscritto al primo an- sono una lettrice della vostra colorata rivista e, sebbene abbia perso sua e di tante altre persone magari autorevoli, ma pur sempre di parte.
no del corso specialistico in Comunicazione multimediale e di massa a qualche numero, mi sembra che non diate molto spazio alle associazio- Distinti saluti
Torino. Dopo la laurea vorrei intraprendere la professione giornalistica ni universitarie. Ve lo faccio notare da studentessa, perchè vorrei sapere (continua con la lettera dei genitori di una ragazza morta cinque anni fa
e già ora collaboro saltuariamente con alcune riviste locali, per cui mi quali gruppi sono attivi nelle aule che frequento ogni giorno, nel mio ca- negli Usa a seguito di un aborto farmacologico)
occupo di recensioni di cinema e musica. Vi scrivo per sapere se è pos- so il Politecnico. Sarebbe bello se poteste dare loro voce, per permettere Piero Maglioli
sibile collaborare con Futura. Mi piacerebbe molto, infatti, poter scrivere agli studenti di conoscerle e, eventualmente, di partecipare. Grazie.
su un mensile distribuito nelle università e nei luoghi frequentati dagli Elisabetta Gentile lettore,
studenti. A chi posso inviare il mio curriculum per propormi? la lettera che lei riporta, sfogo legittimo di chi ha perso una figlia, non è
Colgo l’occasione per farvi i complimenti, Gentile Elisabetta, un articolo scientifico. Si trova invece ampia documentazione sul manca-
cordiali saluti. siamo d’accordo con te: le associazioni universitarie dovrebbero avere to riscontro di legame tra l’infezione mortale e l’assunzione del farmaco
Adriano maggiore visibilità. Purtroppo anche per noi è difficile conoscerle tutte RU486. Per quanto riguarda la frase che lei contesta, non la riteniamo un
e anche quelle con cui siamo in contatto non sempre ci comunicano le parere di parte perchè è l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) a
Caro Adriano, proprie iniziative. considerare l’aborto farmacologico “da privilegiare” rispetto al chirurgico:
spesso ci capita di ricevere richieste simili alla tua e proposte di colla- Prendiamo quindi spunto dalla tua richiesta per invitare chi fa parte di meno rischioso perchè evita l’anestesia e le sue complicanze, meno trau-
borazione da parte di studenti universitari. Purtroppo siamo costretti a associazioni universitarie a entrare in contatto con noi. Saremo felici di de- matico a livello psicologico perchè avviene nelle prime settimane della
rifiutare. Futura, come puoi leggere in prima pagina, è il mensile del Ma- dicare loro un po’ del nostro spazio. gravidanza e fisico perchè evita interventi invasivi (www.who.int).
ster in giornalismo dell’Università di Torino e del Corep. La redazione è (red. fut.) Inoltre, ricordiamo che una procedura a base di somministrazione di pro-
composta esclusivamente dagli allievi del corso biennale e non è aperta staglandine è praticata in Italia da oltre un decennio nei casi del cosiddet-
a collaborazioni esterne. Possiamo tuttavia suggerirti, se ti interessa il RU486: cosa dire, come dirlo to aborto terapeutico, come nei casi di morte intrauterina.
mezzo radiofonico, di verificare la possibilità di collaborare con la radio Gentile Agnese Gazzera, Con questo, precisiamo che non intendiamo prendere posizione, ma solo
universitaria 110, dove è possibile anche svolgere le “150 ore”. non sono un lettore della vostra rivista ma mi è capitato di leggere l’arti- rimarcare il diritto delle donne a essere correttamente informate e, di con-
Cordiali saluti e buona fortuna! colo “Le donne al tempo della 194” sul numero di gennaio. La sua afferma- seguenza, libere di scegliere.
(red. fut.) zione: la RU486 “è meno rischiosa e traumatica della chirurgia” è quanto (red. fut.)

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