Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Luca Belli,
Fedrigoni Vellum white
Rivista quadrimestrale Maria Grazia Berlanda,
Indirizzo
del Servizio Sanitario Mariella Bonzanini,
Provincia Autonoma
Stefania Simonetto,
di Trento
del Trentino
Armando Vadagnini.
Servizio Programmazione
e Ricerca sanitaria
Nuova serie
Grafica e impaginazione Via Gilli, 4
Anno IV/2002
a cura del Servizio 38100 Trento
numero 10
Programmazione e ricerca tel. +39.0461.494037
sanitaria fax +39.0461.494073
Registrazione del Tribunale
e-mail:
di Trento n. 1036
Art Director serv.prog.ric.san@provincia.tn.it
del 6.10.1999
Vittorio Curzel
“Punto Omega” è consultabile
© copyright 2002
Progetto grafico on line sul sito web:
Provincia Autonoma
Giancarlo Stefanati www.provincia.tn.it/sanita
di Trento
nella sezione
Tutti i diritti riservati.
Editing “Centro Documentazione Salute
Riproduzione consentita
Attilio Pedenzini Biblioteca - Pubblicazioni
con citazione obbligatoria
Provincia”
della fonte
Stampa
Tipografia Alcione
Direttore
Trento
Mario Magnani
Direttore responsabile
Alberto Faustini
Coordinamento redazionale
ed editoriale
Vittorio Curzel
Redazione
a cura del Servizio
Programmazione e ricerca
sanitaria
2
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
a società ha vissuto negli anni più in interazione con un ambien
L
recenti una serie di importanti e te chiuso (l’ospedale), ma con un
rapidi cambiamenti, anche per numero pressoché infinito di al
quanto riguarda l’ambito della tre esperienze e competenze.
salute e dell’assistenza sanitaria. L’ospedale, in altre parole, sta
Da una lato ci si trova, per la pri diventando un ambiente informa
ma volta nella storia, di fronte ad tivo che travalica i propri confini
un significativo allungamento murari all’interno del quale gli
della speranza di vita e quindi al operatori sanitari potranno comu
considerevole aumento della po nicare direttamente e velocemen
polazione anziana, nei confronti te, utilizzando, quale prassi quo
della quale, anche a livello sani tidiana, le reti telematiche, la tra
tario, si dovranno adottare moda smissione di immagini digitaliz
lità di assistenza particolarmen zate, di risultati di esami strumen
te impegnative e necessariamen tali e di laboratorio.
te nuove. A questo proposito negli ambienti
Dall’altro lato le persone, dotate scientifici e tecnologici si afferma
di maggiori conoscenze sulle stra che l’integrazione della telemati
tegie e sulle alternative di cura, ca nell’assistenza sanitaria non è
ricercano il benessere oltre all’as più una questione di “se”, ma di
senza di malattia e mostrano un “quando” e “in che modo” la dia
atteggiamento di maggiore fidu gnosi a distanza e le consulenze
cia nei confronti della medicina, sulla gestione dei casi clinici an
richiedendo servizi caratterizzati dranno a ridurre la necessità di
da maggiore personalizzazione, edifici, di servizi, di personale. Gli
qualità e tempestività. specialisti in diagnostica quindi
Oltre a ciò il Servizio Sanitario saranno tendenzialmente concen
può avvalersi del supporto delle trati in un numero minore di luo
tecnologie dell’informazione e ghi e lavoreranno sulle informa
della comunicazione, lasciando zioni che vengono loro trasmes
intravedere per il futuro una con se da personale anche non medi
figurazione dell’assistenza ospe co presso i servizi di comunità.
daliera basata su una rete di pre Gli ospedali hanno sempre rap
sidi, con una forte capacità di in presentato il luogo nel quale ve
terazione con i servizi territoria nivano ospitati le persone in tem
Editoriale
3
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
si e terapia. In tale nuovo conte ci, devono invece essere posti in
sto l’ospedale si trasforma da grado di esprimere il proprio li
grande e indifferenziato luogo di vello di soddisfazione per le cure
degenza e di assistenza, a strut a cui sono stati sottoposti e da
tura di dimensioni medio-piccole cui possano risultare elementi
ad alto contenuto tecnologico e importanti per la valutazione del
scientifico in grado di erogare un la qualità degli interventi.
consistente numero di prestazio Numerosi e complessi sono dun
ni ad elevata complessità, diffe que gli aspetti su cui riflettere,
renziate e concentrate in periodi così come numerosi e complessi
temporali molto limitati. sono gli ambiti del processo de
Il baricentro dell’ospedale tende cisionale a cui sono chiamati
perciò a spostarsi di più sulle at amministratori pubblici, dirigen
tività di trattamento diurno (day ti sanitari e progettisti nel dise
hospital, day-surgery) e ambula gnare l’ospedale del futuro.
toriale con una significativa atti Nell’affrontare tale compito sia
vità di comunicazione con il ter mo consci che, come sostengo
ritorio, finalizzata a garantire la no vari studiosi dei fenomeni so
circolarità e la continuità terapeu ciali, le linee guida per l’ospeda
tica e integrarsi nel ciclo preven le di domani non potranno esse
zione-diagnosi-terapia-riabilita re dedotte dai modelli odierni e
zione-prevenzione. che accanto alle conoscenze ed
All’interno della struttura ospeda esperienze già consolidate saran
liera, inoltre, si impone una mag no richieste nuove aperture e
gior considerazione al malato, prassi sperimentali: ci si dovrà
visto non più come “oggetto” cioè confrontare con una maggio
delle cure, ma come soggetto re diversificazione di forme orga
portatore di diritti, di necessità e nizzative rispetto all’ieri e all’og
bisogni che superano quelli di gi. Siamo tuttavia altrettanto con
mero carattere sanitario (comfort, sapevoli di quanto sia importan
privacy, informazione, ecc.). te conoscere la storia degli uomi
Aspetti di rilevante interesse ed ni e dei luoghi dedicati nella no
importanza infine sono quelli co stra comunità e nel corso dei se
stituiti dalla relazione medico- coli all’accoglienza e alla cura,
paziente: l’evoluzione tecnologi anche per valorizzare le ragioni di
ca in medicina e in sanità porta a una scelta etica, e non solo pro
supporre una progressiva sperso fessionale e tecnologica che sem
nalizzazione del paziente. Tale pre devono essere alle fondamen
aspetto va perciò accuratamente ta della scienza e della prassi
presidiato in modo da evitare che medica e assistenziale.
la tecnologia pregiudichi l’uma Mario Magnani
nizzazione nel trattamento dei Assessore provinciale
malati che, quali destinatari dei alle Politiche sociali
processi diagnostici e terapeuti e alla Salute
4
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
“Il bene e il bello”
I luoghi della cura
5
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
e, se perduta, da recuperare attraverso l’arte della cura”, l’arte che i Greci
chiamavano téchne iotriké e i Romani ars curandi.
II percorso di questo libretto si snoda, attraverso ì secoli, nel “mondo
delle cure”, tra assistenza e ospedali, tra sanità pubblica e volontariato.
Esso si intitola al bene e al bello anche perché il bene fruito dalle persone
bisognose di cure si riverbera nel bello che è intrinseco alle cure prestate
con dedizione da altre persone. Questo rapporto interpersonale, dedicato
e partecipe, ebbe salde radici nell’etica caritativa del Medioevo cristiano.
La “tecnica” propria dell’arte curativa ebbe modo di arricchire il rapporto
interumano tra curati e curanti con la condivisione dell’esperienza del
“patire” da parte degli uni e degli altri: da parte dei primi, infermi, mala
ti, “pazienti” per antonomasia, e da parte dei secondi, infermieri, medici,
altrettanto, pur se diversamente coinvolti e “pazienti”. Si potenziò così,
tra assistiti e assistenti, accanto alla prestazione tecnica del curare (dia
gnosi, terapia, prevenzione) la professione tutta umana dell”’aver cura”,
del “prendere in carico”, del “farsi prossimo”. Oggi, nel tempo in cui gli
aspetti tecnici della medicina sono cresciuti d’importanza, pienamente
legittimati dai progressi della scienza medica e dai successi delle sue
applicazioni, è necessario un pari potenziamento degli aspetti umani,
richiesti dai bisogni e rivendicati dai diritti degli stessi destinatari della
tecnologia applicata alle cure.
“Curante” è soprattutto colui che in ogni luogo - ospedale o ambulato
rio, sala operatoria o corsia, casa protetta o realtà domiciliare - si applica
a ricostruire l’uomo malato intorno ai suoi bisogni, ai suoi diritti, alla sua
personalità, rispondendo ad attese, compensando a mancanze, soccorren
do a sofferenze. Oggi la qualità di una vita migliore e la quantità di una
vita più lunga sono ambedue certamente congiunte al bello di una dia
gnosi esatta, di una terapia precisa, di una prevenzione mirata, tutte
Il bene e il bello
6
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
La città di Trento rezza di controllo sui territori che,
nell’epoca della nascita non essendo ereditari, rimanevano
più facilmente soggetti all’autorità
degli ospedali imperiale. Inoltre il valico del Bren
secoli XII-XIV nero era un punto di collegamento
importante tra Germania e Italia e
quindi per poterlo controllare era
necessario avvalersi di persone di
La situazione politica ed economica. La cui l’imperatore potesse fidarsi. Del
“via dei pellegrini” e gli ospizi alpini. resto gli imperatori avevano creato
Le confraternite e i primi ospedali. realtà politiche simili a quella di
Trento in altre zone di importanza
strategica dell’Europa, come ad
esempio alcuni valichi importanti e
territori di confine.
La situazione politica. Ma al di là di queste ragioni di
I principi vescovi. tipo geopolitico, l’istituzione dei
Nel 1004 l’imperatore Enrico II as due principati vescovili rispondeva
segnò al vescovo di Trento, Udalri anche a una visione della realtà ti
co I, la facoltà di governare il “co pica soprattutto dell’imperatore En
mitato tridentino”, ossia il territo rico II (il Santo) e dell’imperatrice
rio che comprendeva gran parte del Cunegonda (donna sinceramente
Trentino e una vasta zona fino oltre religiosa): si voleva insomma dota
Bolzano. Lo stesso provvedimento re la gerarchia ecclesiastica di quelle
venne preso a favore del vescovo di garanzie materiali che le permettes
Bressanone Alboino, per il territo sero di svolgere la propria missione
rio di competenza. religiosa all’interno del Corpus Chri
Il diploma imperiale del 1004 (la sti Mysticum. Il principato vescovi
copia originale è andata perduta) le, quindi, nasceva anche come for
sanciva, dunque, ufficialmente la ma politica all’interno del vecchio
nascita dei principati vescovili di universalismo cristiano di radice
Trento e di Bressanone, dove i ve medioevale.
scovi erano investiti direttamente Ma contro l’autorità del principe-
dall’imperatore di vasti poteri poli vescovo si verificarono ben presto
tico-amministrativi. Questi poteri episodi di ribellione, sia da parte
vennero confermati in via definiti dei cittadini che intendevano affer
va con un altro diploma dell’impe mare il potere del Comune, sia da
ratore Corrado II il Salico nel 1027. parte dei nobili, preoccupati di
La creazione del principato ve mantenere o di ampliare il proprio
scovile era in linea con la politica patrimonio, sganciandosi dal con
seguita dagli imperatori preceden trollo del vescovo. Per questo moti
ti, che avevano istituito feudi ec vo e anche perché non si addiceva
clesiastici a danno dei feudatari laici alla dignità vescovile esercitare di
per avere maggiore libertà e sicu rettamente il potere militare-ammi
7
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
nistrativo, il principe-vescovo no cati” della Chiesa tridentina. Gli
minò un advocatus ecclesiae arma Asburgo si affrettarono a sottoscri
tus et togatus, ossia un proprio rap vere accordi con il vescovo (le “com
presentante, col potere di difende pattate”), che in pratica limitava
re il principato, di esercitare il po no i poteri di quest’ultimo. In tal
tere giudiziario e di seguire tutte le modo la sovranità del vescovo non
pratiche amministrative. Dopo un veniva negata, ma “offuscata”, come
periodo di transizione, l’ufficio del scrive lo storico Joseph Kögl, e i
l’avvocazìa venne assunto dal con rapporti tra principato vescovile e
te di Castel Tirolo, che però, invece “avvocazìa” si trasformarono in un
di difendere i diritti del vescovo, “patto confederale” tra vescovo e
seguì una politica di affermazione imperatore (nel 1493, infatti, Mas
personale, entrando spesso in con similiano d’Asburgo sarà eletto im
flitto con il principe-vescovo. peratore del Sacro romano impero).
Dopo un periodo di grande flori Da quel momento il principato ve
dezza al tempo del vescovo Federi scovile di Trento verrà a perdere la
co Wanga (1207-1218), il principa propria autonomia, legandosi alla
to vescovile di Trento venne attac sorte non più dell’impero universa
cato da varie parti. Nel 1236, ad le, ma a quella di una delle varie
esempio, l’imperatore Federico II dinastie regnanti in Europa.
Trento nei secoli XII - XIV
arrivò a Trento e abolì il potere tem Nella prima metà del Quattrocento
porale dei due vescovi di Trento e il principato aveva anche dovuto
Bressanone. In pratica si trattò di affrontare la ribellione dei cittadini
una secolarizzazione vera e propria. di Trento, che in varie riprese erano
Qualche decennio dopo, Mainardo insorti per chiedere il riconoscimen
II, conte di Castel Tirolo, riuscì ad to delle libertà comunali. La som
dirittura a farsi cedere il principato mossa più conosciuta è quella ca
vescovile dietro compenso finanzia peggiata da Rodolfo Belenzani
rio. Nel frattempo anche gli organi (1407) che ingenuamente sognava
smi amministrativi della città, i si di fondare un libero comune o una
gnori feudali e le comunità di valle repubblica trentina. Ma questo so
alzarono la testa e tentarono, spes gno svanì di fronte all’astuzia del
so con successo, di acquisire po duca d’Asburgo Federico Tascavuo
teri sempre maggiori. Il particolari ta, che, dichiarandosi alleato del Be
smo feudale, quindi, stava rinascen lenzani, occupò Trento, fece prigio
do, mentre la concezione universa niero il vescovo e sostituì i funzio
listica, da cui era nato il principato nari vescovili con capitani tirolesi
vescovile, andava perdendo di signi e con un luogotenente di sua no
ficato. mina, che aveva il compito di go
Nel 1363 l’ultima contessa del vernare la città. Tradito dall’allea
Tirolo, Margherita Maultasch, cedet to, Belenzani invocò l’aiuto milita
te i suoi possedimenti agli Asbur re di Venezia. Dopo una serie di av
go, duchi d’Austria, che in quel venimenti drammatici, che si tra
modo diventarono anche gli “avvo scinarono per ben due anni, Belen
8
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
zani venne sconfitto e ucciso dalle si affiancarono alle manifatture tes
truppe del duca asburgico. sili e conciarie, stanziate in città
lungo i fossati che scorrevano nei
borghi sud-orientali.
La situazione economica. Nel Trecento, si verificò da un lato
Negli anni intorno al Mille il Trenti una certa vitalità delle attività mer
no aveva recuperato il tradizionale cantili e finanziarie della città, che
ruolo di centro di scambi sulla via divenne un centro d’affari vivace e
di collegamento fra Italia e Germa con intensi rapporti con le altre città
nia, con il riaprirsi delle relazioni italiane, dall’altro si riscontrò una
commerciali, entro le quali Trento crisi sempre più profonda nell’agri
rappresentava l’ultimo importante coltura, cui si accompagnò il crollo
centro dell’Impero ai confini con demografico comune a tutta l’Euro
l’Italia. È di questi anni la fonda pa nel corso di questo secolo. Cala
zione del mercato, voluto dal ve mità naturali, quali carestie ed epi
scovo, e ve-rosimilmente sorto su demie pestilenziali, colpirono la re
suolo di proprietà vescovile, quale gione a più riprese durante tutto il
efficace mezzo “per attirare le gen secolo.
ti” e quindi per rafforzare indiretta
mente il suo potere sul territorio.
Ed è il mercato a segnare la rifon Gli ospizi alpini del Trentino Alto
dazione in Trento di un vero e pro Adige – la via dei pellegrini.
prio organismo urbano, dopo il lun Tra il XII e il XIII secolo in Europa
go periodo di dissesto precedente. si ebbe uno straordinario risveglio
Nella valle intorno a Trento ini dei valori del cristianesimo, cui non
ziò, dopo il Mille, un’opera di rie mancò di dare impulso il fervore re
quilibrio idrogeologico che portò ad ligioso che alimentava le crociate
una rinascita agricola e a ridurre il in Terrasanta.
pericolo di carestie. Gli impulsi prin In questo preciso contesto ven
cipali a quest’opera furono impressi nero eretti, lungo le grandi strade
dagli ordini monastici, che a Trento dirette verso l’Oriente e sui princi
cominciarono a stabilirsi intorno al pali valichi alpini, numerosi ospizi-
secolo XII, e dal vescovo. Sviluppo ospitali, nei quali pellegrini, vian
agricolo, ripresa dei traffici commer danti e poveri d’ogni genere trova
ciali e crescita demografica andaro vano amorosa assistenza e possibi
no di pari passo, caratterizzando la lità di rifocillarsi.1
netta rinascita del Basso Medioe La rete di comunicazione strada
vo. Nel Trentino si registra anche le, soprattutto nell’alto medioevo,
un forte incremento delle attività era infatti alquanto precaria tanto
industriali, minerarie, legate ai gia che mettersi in viaggio comportava
cimenti di ferro, rame e argento. un altissimo rischio.
Queste favorirono lo sviluppo in cit L’attraversamento di foreste e di
tà di fonderie e manifatture (armi, zone impervie, già di per sé perico
coltelli e altri utensili da taglio) e lose, era poco raccomandabile an
9
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
che a causa dell’assalto di bande di Verso il Mille:
ladri, che costituiva un appunta una nuova assistenza.
mento quasi d’obbligo. Si copriva Fino ai secoli VIII-IX l’attività ospe
no lunghe distanze a piedi o a ca daliera era regolata prevalentemen
vallo e la fatica, dopo 25-30 Km te dal vescovo; invece, nel periodo
oltre a sfinire il viandante o il pel successivo (secoli XII-XIII), nac
legrino, li rendeva completamente quero le istituzioni ospedaliere pro
indifesi. Ecco allora che una sosta mosse da laici, sia privati, sia orga
presso questi ricoveri ospitalieri, nizzati in Confraternite. Un segno
dove si poteva trovare rifugio e si di questo cambiamento ci viene for
curezza oltre che protezione dalle nito dal contenuto dei decreti con
intemperie, garantiva la possibilità ciliari in materia ospedaliera, che
di sopravvivere e di proseguire suc dal secolo IX non definirono più le
cessivamente il cammino, rigenera modalità dell’ospitalità vescovile,
ti nel corpo, verso altri centri abi ma stabilirono i poteri e le facoltà
tati o in direzione di qualche san che il vescovo poteva esercitare su
tuario da visitare. gli ospedali diretti da altri. Nelle
Il Trentino - Alto Adige regione costituzioni inglesi emanate dal
di montagna e passaggio obbligato vescovo Richard Poore nel 1217, che
lungo l’asse Germania - Italia, non possono essere utilizzate per veri
Trento nei secoli XII - XIV
10
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
I diversi itinerari
per Roma dalla
periferia
settentrionale
dell’Impero
germanico verso le
Alpi e l’Italia, in
una carta preparata
da Erhard Etzlaub
di Norimberga per
l’anno giubilare
1500. Alcuni dei
più significativi
luoghi di
pellegrinaggio
intermedi sono
indicati da piccole
chiese.
(Bayerische
Staatbibliothek,
Mon aco Rar 287)
11
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
tanti della regione sorsero, per opera poco diffusa, le spese per i medici
di varie Confraternite, numerosi pic nali incidevano minimamente sui
coli ospedali, che costituirono l’in bilanci dell’ospedale mentre il rime
telaiatura assistenziale più impor dio alla malattia era costituito piut
tante della regione durante il basso tosto dalla possibilità di assicurare
medioevo. al ricoverato un’alimentazione ric
Ciò avvenne, come in tutta l’Eu ca e variata. Nell’ospedale medioe
ropa, in un clima religioso dove la vale non c’era in sostanza distin
devozione all’umanità di Cristo e zione tra poveri e malati poiché in
l’impatto sulle masse dei movimen definitiva le due figure venivano a
ti evangelici portarono a vedere Cri coincidere.
sto stesso come una creatura soffe
rente e a considerare i poveri come
i suoi rappresentanti tra gli uomini
e anche come intercessori privile
giati di fronte a Dio.
Tali nuove forme di assistenza,
oltre ad avere chiari riferimenti reli
giosi, si inquadrano in un preciso
contesto sociale: nel basso medio
Trento nei secoli XII - XIV
12
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Nascita dei luoghi di cura L’ospedale di S. Croce era situato
a Trento fuori dalla cinta muraria, sulla stra
da per Verona, che costituiva uno
dei passaggi obbligati per raggiun
gere la città o per uscire da essa.
L’Ospizio di Santa Croce e i primi ospedali La chiusura notturna delle porte cit
tadine, costringeva infatti chi si fos
trentini a partire dal XII secolo.
se trovato in cammino a rivolgersi
a ricoveri esterni.
Chiesa e convento rimasero in
possesso dei Crociferi fino al 1592,
anno in cui la casa di Trento fu sciol
ta dal pontefice Clemente VIII, per
essere venuti meno i Crociferi alla
loro regola. Il cardinale Ludovico
L’Ospizio di Santa Croce. Madruzzo incamerò i beni a profitto
L’esistenza di “luoghi di cura” nella del seminario, che egli aveva isti
città di Trento è documentata a par tuito assecondando le prescrizioni
tire dal XII secolo, quando analo del Concilio di Trento, e nel 1599,
gamente a molte altre città della vi chiamò i Cappuccini, che vi ri
pe-nisola, si trova l’accenno ad un masero fino al 1842.
Ospizio adibito all’asilo dei pelle L’ospizio di Santa Croce si può
grini e alla cura e protezione degli considerare come il primo nucleo
ammalati, fra il 1173 ed il 1183. Si dell’attuale Ospedale di S. Chiara 3.
tratta dell’ospizio di S. Croce, fon
dato dai monaci Crociferi, sotto il L’Ospedale di San Martino.
governo del vescovo Salomone, “il Negli stessi anni esisteva un altro
quale concesse a Lanfranchino, con ospedale, anch’esso fuori le mura
verso dell’ordine suddetto, un pezzo della città, le cui origini sono an
di terra per erigere un ospizio1 , allo cora sconosciute: l’ospedale di S.
scopo precipuo di accogliervi gli in Martino.
fermi poveri e i pellegrini, come in La prima notizia sull’esistenza di
tutti gli ospitali fondati dai Crocife questo ospedale risale al 1191,
ri”2. L’istituto dipendeva dal vesco quando il vescovo Corrado, conse
vo e dai suoi successori, fino al gnò a Filippo, provvisore dell’ospe
punto che (come consentito dalla dale di Widoti, un orto. L’istituto
Regola dell’Ordine) i fratelli erano in questione era quello di San Mar
obbligati a pagare al vescovo an tino. In una testimonianza del 1197,
nualmente una libbra di cera. La ge si menziona un “heremitorio quem
stione dell’istituto, compresa quel Widetus fundaverat” (“eremitorio
la amministrativa rimaneva in mano che aveva fondato Wideto”), posto
ai Crociferi. Per opera dei medesimi accanto alla chiesa di S. Martino.
frati sorse, poco dopo, presso l’ospi L’ospedale era gestito da religiosi,
zio, la Chiesina di S. Croce. forse Benedettini, ma notizie più
13
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Nascita dei luoghi di cura
14
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Particolare to frequentato per la vicinanza del dale venne popolarmente chiamato
della pianta
prospettica del
la Torre Verde, dove si apriva la por Fralimano, perché governato da un
Merian (1640) ta di S. Martino, passaggio obbli frate alemanno. Presso quest’Ente si
riproducente la gato per incamminarsi sulla via di prestavano cure agli infermi, si con
zona suburbana
sud-orientale di Germania, e dove avevano sede il cedeva asilo ai poveri e si avviava
Trento. Si noti dazio e il porto, vivacemente traffi no alcuni ragazzi agli studi.
l’ospizio dei
Cruciferi con cato per la navigazione tra Bolzano Il Fralimano visse, a partire dal
annessa la chiesa e Verona. Cinquecento, alterne vicende sino
di S. Croce e il
monastero
L’attività dell’ospedale non era a scomparire nel 1673. Questo luo
attiguo delle rivolta solo ad ospiti di passaggio, go pare fosse inviso ai cittadini e
monache clarisse, senz’altro numerosi vista la sua col ai pubblici magistrati di Trento per
il quale nel 1811
diverrà l’ospedale
locazione, ma, conformemente alla le immunità e i privilegi di cui go
S. Chiara. pratica degli ospedali dell’epoca, ai deva, riassunti sul frontespizio del
(R. Bocchi poveri e agli infermi. Tale opera vie la porta: “Merito Sacri Ordinis Hie
C. Oradini. Le
città nella stori a ne attestata dal testamento di Pie rusalem, et Imperatorum pietate
d’Italia – Trento tro da Malosco (1228), il quale la Locus immunis” (“Luogo che gode
sciò all’“hospitali Sancti Martini di immunità del Sacro Ordine di
medietatem prati mei ut fructus pau Gerusalemme e grazie alla benevo
peribus debeat dari et non possit lenza dell’Imperatore”). Tali franchi
vendi, alienari nec obligari, sed per gie attiravano persone in lite con
petuo infirmis servire “4 (“all’Ospe la giustizia, che potevano ivi tro
dale di S. Martino la parte centrale vare sicuro rifugio.
del mio prato per darne i frutti ai I disagi provocati alla giustizia
poveri e che non possa essere en dalle frequenti violazioni del dirit
duto né ceduto né ipotecato ma to d’asilo, dalle scarse rendite del
serva per sempre ai poveri”). l’istituzione e dalla negligenza dei
Nel 1620, in seguito ad una per suoi amministratori, convinsero l’Or
muta, l’ospedale di S. Marta fu tra dine a sopprimere la commenda.
sferito nell’edificio di San Martino. L’edificio venne venduto ai Teatini
e nei primi decenni del settecento
Ospedali dell’Ordine alle Madri Orsoline, che vi risiedet
dei Cavalieri Teutonici. tero, accudendo caritatevolmente
Vi sono testimonianze sulla presen delle fanciulle, fino al 1811.
za di un ospedale gestito dall’Ordi
ne dei Cavalieri Teutonici a Trento 5. La Cà di Dio dei Battuti laici
Verso il 1280, il vescovo Enrico II di Trento.
intervenne per porre rimedio alle Le Istituzioni ospedaliere, seppure
precarie condizioni finanziarie di in proporzioni limitate, andarono
una congregazione operante presso moltiplicandosi nella città negli
la Chiesa di Santa Maria Incoronata anni successivi ed è del 1340 la fon
(odierno istituto Sacro Cuore), affi dazione della cosiddetta Casa di
dando tale chiesa all’Ordine dei Ca Dio6 , o casa della Misericordia o
valieri Teutonici. Questi dedicaro della Disciplina o, più tardi, Ospe
no la Chiesa a S. Elisabetta e l’ospe dale Italiano per distinguerlo da
15
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Nascita dei luoghi di cura
16
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Nel particolare della quello Tedesco o Alemanno, che la dato anche a chi non si recava alla
pianta del Merian è
visibile il
Confraternita dei Battuti laici o Fla Cà de Dio perché preferiva nascon
monastero di S. gellanti7 istituì per il soccorso dei dere il proprio stato di “povero ver
Lorenzo sito in riva poveri e la cura degli infermi. gognoso”. Sempre nello statuto del
al fiume Adige ,
appena oltre l’unico A indicare la data di fondazione 1580, similmente a quelli preceden
ponte. Alle sue è l’iscrizione riportata sopra una la ti, molta importanza venne attribu
spalle appare la
geometrica pide, posta sulla chiesa dei Battuti ita all’elemosina e alle modalità
ripartizione dei (ora murata su di una parete nel pa della sua distribuzione8. L’ente fun
campi, dissodati nel
sec. XIII dai
lazzo dell’INPS, in via delle Orfane geva da “istituto dotale” aiutando
Benedettini. In a Trento): “questa è la casa dè Bat povere nubili, si occupava di trova
alto, al di là del tuti laici della città di Trento, li quali telli e soccorreva gli indigenti a
fiume, appare il
borgo di S. Martino.
hora sono, over saranno incomincia domicilio. Per questo ultimo scopo
(R. Bocchi ta et edificata, ad edificata, ad ho venivano eletti, ogni 4 mesi, due
C. Oradini. Le città nore d’Iddio, e della Vergine Maria uomini buoni e discreti della Con
nella storia d’Italia
– Trento – Laterza sotto il venerabile padre signor Bo fraternita, per ogni quartiere, per
Ed. 1983) naverio de Bellenzani in quel tempo visitare i confratelli ammalati, e
ministro delli predetti fratelli nell’an negli statuti successivi anche i bi
no del Signore 1340 gli 23 di gena sognosi che non erano confratelli.
ro”. “Studi approfonditi comprovano
L’ospizio della Cà di Dio era si un buon rapporto, in linea genera
tuato antistante la facciata della le, della Confraternita con i vescovi
chiesa di S. Maria Maggiore, nell’at e anche con il resto del clero. Essi
tuale piazza S. Maria. Il complesso, ricevono indulgenze e privilegi dal
comprendente la chiesa e l’ospeda vescovo, come anche donazioni ed
le dei Battuti, fu abbattuto nel appoggi quando sono coinvolti in
1922, dando luogo ad un allarga contese di carattere economico.”
mento della piazza dinanzi a S. Ma Secondo altre fonti i rapporti tra
ria Maggiore. l’autorità vescovile e chi gestiva l’o
L’opera della Confraternita con spedale non furono sempre distesi.
sisteva nel portare soccorso ai pro Durante la visita, voluta dal Cardi
pri confratelli sia materialmente, nale Bernardo Clesio, del 1537-1538
fornendo cure e denaro, sia spiri sorsero delle difficoltà tra l’ospeda
tualmente, garantendo i sacramen le e i delegati vescovili. A questi
ti ai moribondi e una sepoltura cri ultimi, che esortavano a mostrare i
stiana. Tuttavia l’accoglienza era of conteggi dell’amministrazione, i
ferta anche ad altri poveri malati portavoce della Confraternita “rispo
della città; a queste persone veniva sero per loro convinzione, di non
assicurata accoglienza e vitto per essere tenuti ad assecondare questa
non più di 3 giorni, a meno di richiesta, poiché non ebbero mai vi
espressa deroga del ministro. Con site pastorali, né per tale cosa furo
lo statuto del 1580 l’opera di aiuto no richiesti di presentare i libri dei
si estese anche a coloro che non conti”.
erano della Confraternita. Nel 1580 il Cardinale Lodovico
Aiuto morale e materiale veniva Madruzzo, intenzionato ad applica
17
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
re le norme del Concilio di Trento della moglie, tutti i suoi averi (una
visitò la Domus Dei. In tale occa casa in piazza Pasi e gli altri posse
sione la Confraternita ribadì che le dimenti) andassero per metà alla
ingerenze ecclesiastiche in campo Confraternita e per metà ai “paupe
amministrativo non erano giuridi res Cristi” che essa assisteva. Alle
camente permesse, ma evidente entrate dall’affitto della casa tutta
mente il cardinale Madruzzo poté via lega una “carità” (distribuzio
ottenere una revisione dei libri con ne) di 3 ducati d’oro da farsi an
tabili in qualità di Principe. A se nualmente, nel giorno del suo an
guito della sua visita egli compilò niversario, ai poveri che interver
una serie di norme atte a riordinare ranno alla sua messa di suffragio.
la conduzione del pio luogo, che Nel 1414 il ministro della con
all’inizio furono accolte solo in par fraternita Giovannino Gerardi di
te, ma che vennero riprese nel 1590, Trento, nel suo testamento, dispo
quando si vide indispensabile una ne che al suo funerale siano pre
nuova regolamentazione della vita senti dei poveri ai quali andrà in
nella confraternita e sull’attività premio una “carità” di 2 grossi ca
ospedaliera. rantani per ciascuno, il tutto “per il
Riguardo al rapporto con i vari bene della sua anima e la remissio
ordini religiosi cittadini, il rappor ne dei suoi peccati”. Inoltre lascia
Nascita dei luoghi di cura
to più stretto sembra essere stato all’ospedale dei Battuti l’affitto della
quello con i francescani Osservan sua “Osteria del cappello”, di buon
ti. Questi, ad esempio, nel 1429 si valore, situata in contrada S. Pie
impegnarono a dire la Santa messa tro.
nella Cà di Dio durante tutto l’anno Nel 1431 il canonico Corrado dona
per 12 ducati. Ugualmente nel 1452 alla Confraternita un vigneto.
furono i Battuti laici ad aiutare so Nel 1423 il vicario generale del
stanziosamente i francescani Rifor vescovo Alessandro di Masovia, con
mati a costruire il nuovo convento cede a Tommaso, figlio di Bertoldo
di S. Bernardino. di Venosta, “hospitalierus” della Cà
I testamenti e le donazioni fatte di Dio, licenza e raccomandazione
ai Battuti, ci offrono un esempio di per una questua in tutta la dicesi a
quali fossero le risorse della carità favore della Confraternita e delle sue
con cui le Confraternite operavano. opere caritative. I parroci venivano
Nel 1374 Antonio, “stazonerius“ avvisati di accoglierlo bene e di in
(bottegaio) del fu Bertoldo di vitare il popolo a largheggiare nel-
Mechel, lasciò in eredità alla casa l’elemosina. A quei parroci che aves
dei Battuti 12 ducati d’oro per l’ac sero osteggiato il commissario dei
quisto di tela per le lenzuola, un Battuti, o avessero preteso una tan
letto nuovo, un piumino, altri arre gente sull’incasso era comminata la
di vari e 2.000 coppi per la ristrut scomunica. Vi è documentazione
turazione del tetto della casa dei inoltre di numerose altre piccole
Battuti. Non avendo figli, Antonio donazioni, come vestiti di seta, let
dispose inoltre che, dopo la morte ti, paioli, denari, lenzuola, tovaglie,
18
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
catini, padelle. Il capitale che un quartiere, pur non sottraendosi al
po’ alla volta la Cà di Dio ammassa l’usuale ospitalità verso i viandan
va veniva inve-stito in maniera il ti. L’area di San Pietro doveva esse
più possibile fruttifera. re più popolata rispetto alle altre
L’ospedale fu attivo fino al 1811. zone urbane e l’azione dell’ospeda
le alemanno doveva rivolgersi alla
L’ospedale alemanno. parte est della città, mentre gli
La Confraternita degli Zappatori Ale ospedali dei Teutonici e quello dei
manni di Trento, dedicata a Nostra Battuti si occupavano della zona
Cara Signora (unsere liebe Frau) e a centrale della città.
Santa Barbara che gestì l’ospedale L’azione caritativa della Confra
alemanno, venne istituita nel 12799. ternita era rivolta ai confratelli
L’origine dell’ospedale è preceden ammalati che venivano mantenuti
te alla costituzione della Confrater a spese della compagnia, fino a che
nita e data probabilmente al 1242. non erano in grado di provvedere a
L’ospedale aveva sede in prossimità sè stessi. Inoltre coloro che desi
della Chiesa Parrocchiale dei SS. deravano prendere la comunione, ri
Pietro e Paolo, posta nel quartiere cevevano questo sacramento, ac
di San Pietro, uno dei borghi sorti compagnato da due “doppieri” (can
nei dintorni della zona del merca delabri), in segno di solennità. Inol
to, centro vitale della città. tre veniva accompagnato alla sepol
L’esatta ubicazione dell’edificio è tura qualunque povero morisse en
identificabile con l’attuale casa Ba tro un miglio tedesco. Nel 1481 l’as
gozzi, situata in piazzetta Anfitea sistenza ospedaliera venne estesa ai
tro. pellegrini e agli indigenti.
Una conferma che originariamen Durante un’assemblea del 1676,
te in questa casa vi fosse l’ospedale il consiglio decretò di retribuire il
degli Zappatori, è fornita dagli af medico e il chirurgo con 20 fiorini
freschi che decorano alcune stanze italiani, perché visitassero e curas
di quest’edificio. I temi religiosi raf sero non solo gli infermi dell’ospe
figurati in questi dipinti corrispon dale, ma anche i bisognosi esterni
dono infatti a quelli elencati in un e in particolare quelli segnalati dal
inventario della prima metà del Set massaro.
tecento, dove si descrivono gli ar Il raggio d’azione della Confra
redi artistici della stanza degli uo ternita si andò quindi allargando nel
mini ammalati e di quella delle don tempo e si delineò sempre più chia
ne ammalate. Autore di questo ci ramente la sua funzione sociale di
clo della Passione sarebbe Erasmo ente assistenziale e caritativo pron
Antonio Obermueller, detto il Pisto to a prestare soccorso a chiunque
lese. lo necessitasse.
Si può ipotizzare che, per la sua L’ospedale alemanno operò fino
sede, l’ospedale assolvesse al pre al 1811, quando i suoi arredi ven
cipuo scopo di assistere chi l’aveva nero utilizzati per l’ospedale riuni
istituito, cioè parte dei residenti del to di S. Chiara.
19
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
L’ospedale polacco Fradaja Nova, di Santa Maria della
o di S. Marta. Misericordia. Essa si costituì nel
L’ospedale di S. Marta, chiamato 1436, secondo la volontà dei fon
anche dei Polacchi, permutato con datori, per “impetrare il perdono dé
quello di S. Martino, era retto da loro peccati e per sollievo dé poveri,
laici e dipendeva dal quartiere. Le degli infermi ed altri miserabili, e
informazioni sulla sua origine sono dé pellegrini”. Per realizzare questo
scarse. Secondo la tradizione, esso proposito si dotò di un ospedale.
sarebbe stato fondato nel secolo XV, In seguito l’istituto si dedicò pre
dal vescovo polacco Alessandro di valentemente alla cura degli espo
Mazovia per soccorrere i pellegrini sti (trovatelli), finché nel 1583 la
della sua nazione in viaggio verso casa di S. Maria della Misericordia
la Santa Sede. L’attività di questo si trasformò in orfanotrofio. I tro
ricovero non doveva differenziarsi vatelli ospitati venivano educati,
da quella degli altri luoghi pii cit imparavano a leggere e soprattutto
tadini. Inoltre sia la Confraternita apprendevano un mestiere. I fanciul
dei Garbari (conciapelli), sia quella li venivano affidati a maestri d’arte
dei Calceatori (calzolai), avevano in abitanti in città o nei dintorni, le
questo ospedale un luogo dove ospi fanciulle invece, rimanevano pres
tare i propri confratelli infermi. so l’istituto della Fradaja, dove fi
Nascita dei luoghi di cura
20
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Dislocazione della
Cà di Dio in Piazza
S. Maria.
Una pianta
tracciata nel 1831
dall’architetto
Dalbosco:
1. la chiesa; 2. La
casa del sacrestano;
3. La casa
canonica; 4. La Cà
di Dio; 5. Ambienti
parrocchiali; 6. La
roggia grande che
alimentava i
mulini.
La Cà di Dio in
Piazza S.Maria in
una fotografia del
1922, prima che
l’edificio fosse
abbattuto.
(G. Rizzi.
Passeggiate
trentine. Provincia
Autonoma di
Trento, 1979)
21
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
NOTE
“costruire un ospizio per la gloria di Dio e come riparo dei poveri, secondo la
3 L’annesso convento si cominciò nel 1232, o poco prima, dalle monache Benedet
tine di S. Chiara, le quali ottennero nel 1229 dal vescovo Gerardo, per le esorta
zioni di papa Gregorio IX, il permesso di trasferirsi a S. Croce. Con la bolla del 4
maggio 1238 lo stesso Pontefice mandò loro la regola, quella ch’egli, quando era
ancora cardinale, aveva fatto per S. Chiara e per le sue consorelle dell’ordine di S.
Damiano in Assisi. Perciò queste monache furon dette Clarisse, e perciò forse
l’Alberti scrive essere questo convento “uno dei primi quattro fondati da S. Chiara
stessa. Qui rimasero codeste suore, protette dai Pontefici e dai vescovi tridentini
fino all’anno 1796, in cui dovettero precipitosamente ritirarsi per cedere il convento
all’ordine imperiale, che se ne servì di spedale, come fecer di poi i repubblicani
francesi”. Durante la guerra il monastero fu in parte rovinato; ma nel 1799 le
monache vi poterono ritornare e ripararlo, per lasciarlo di nuovo nel 1804. Si
ritirarono allora nel convento delle Laste fino al 4 ottobre 1810, nel qual giorno
per ordine del Governo, dovettero smettere l’abito religioso, come i Cappuccini, i
Nascita dei luoghi di cura
Riformati e i Carmelitani.
6 Il nome Cà di Dio, maison-Dieu, hotel-Dieu, che per parecchi secoli designa gli
stabilimenti ospitalieri, proviene dalla regola benedettina, che chiama “domus
Dei” gli alloggiamenti riservati ai forestieri: il significato è trasparente. Questa
denominazione era attribuita più particolarmente agli stabilimenti dove si
trattavano “i poveri ammalati”.
22
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Edificio
dell’Ospedale
Alemanno in
Piazzetta
Anfiteatro.
buono stato e dotata di beni per intraprendere un’opera così impegnativa, che
peraltro riuscì.
Confraternite di Battuti laici, spesso con annessa opera ospitaliera, furono presenti
Cles, Sopramonte, Borgo, Pellizzano, Roncone, Rabbi, Riva, Dro, Lomaso, Borzago,
Un altro impegno dei Battuti era quello ascetico verso sé stessi: frenare le passioni,
23
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
caratteristica era la carità e l’esercizio delle opere di misericordia, per lo più nella
Cà di Dio.
8 il capitolo XVII degli statuti latini stabilisce: “…si autem frater aliquis
infirmabitur ad mortem duo fratres per ministrum deputentur eidem qui caritative
sibi debeant deservire ut eis a Xto dicatur Infirmius fui et me paupere fratre visitatis”
(Se un fratello si ammalerà, siano a lui dati per accompagnarlo alla morte, due
frati che lo servano in spirito di carità, affinché Cristo dica loro: “Ero infermo e
mi avete visitato in un povero fratello”). Gli statuti volgari redatti dopo
l’istituzione della Cà de Dio, ordinano “ che se alchun de la nostra fradaja se
amalase, et el fose si pover che non se poese far ben in la malatia” e volesse
entrare nella casa, sia accolto e aiutato. “Et sel no volesso vegnir a star a la casa
nostra nientemeno si sia sovegnu in quel che sia reson”.
9 “qui si dirà dell’inizio e dello statuto della confraternita degli Zappatori della
città di Trento, fondata il giorno dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo nel maggio
del 1279, presso la parrocchia di san Pietro in Trento, da poveri e ricchi cittadini,
da commercianti, da osti e da artigiani. Essa venne nominata alla gloriosa e alla
misericordiosa Vergine Maria, Madre di Dio, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a
Santa Barbara Martire..” (Libro dei massari)
(cfr. Marina Garbellotti, L’Ospedale Alemanno: un esempio di assistenza ospedaliera
nella Trento dei secc. XIV-XVIII), in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, LXXIV,
3, 1995, pp. 259-323)
Nascita dei luoghi di cura
24
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Le epidemie di peste ma: ”…E di certo morirono in Tren
tra il XIV e il XVII secolo to di sei persone cinque, e non fu in
Trento famiglia che non restasse sce
mata, e molte persone perirono af
fatto, e di molti casati non soprav
Il diffondersi del morbo visse persona. Onde assai case e pres
soché tutte erano vuote di abitatori;
e i lazzareti.
anche molti impazzivano.”
Il cardinale Spada così descrive
va le condizioni nel lazzaretto: “qui
vedresti altri lamentarsi, altri urla
re, altri scoprirsi mostrando diverse
parti, altri morire, altri diventar ne
gri e deformi, altri delirando far mil
le pazzie; qui è fetore intollerabile
Nel corso dei secoli vi furono diver non si può fare se non camminare
si episodi di tragedie e drammi col tra morti; qui è horrore continuo di
lettivi, ma quelli che segnarono in morte e un ritratto vero d’inferno
maniera devastante le popolazioni corrente”.
del Trentino si manifestarono a par I rimedi indicati contro la peste
tire dalla metà del XIV secolo. erano molto vari e fantasiosi: erbe,
Nel 1347 dodici navi Genovesi, unguenti, pietre preziose sminuzza
scampate all’assedio di Caffa in Cri te, salassi e clisteri, mentre i chi
mea (base dei traffici genovesi nel rurghi tagliavano i bubboni, o ap
Mar Nero) da parte dei Tartari, en plicavano impiastri; davanti all’inu
trano nello stretto di Messina, cari tilità dei rimedi, i medici stessi rac
che di cadaveri e moribondi. Da qui comandavano “Ogni preservativo è
in pochi mesi la peste si diffonderà ottimo, ogni rimedio lodevole, ma i
a tutto il bacino del Mediterraneo, voti, i digiuni, le 0rationi e l’elemo
provocando la morte di circa un ter sine sono l’adeguato antidoto per la
zo della popolazione. peste”.
A Trento il morbo imperversò per Ci si rivolse al Papa per una be
sei mesi e provocò la morte di circa nedizione particolare e contempo
2000 persone, cioè l’80% della po raneamente i Consoli della città
polazione. I cadaveri furono sepol “considerando la malignità del pre
ti nei cimiteri delle Pievi e poi fuo sente pestifero flagello” decretaro
ri dai territori consacrati, in grandi no di “mitigare l’ira di Dio colle ora
fosse comuni. zioni e colle elemosine, e col far voto
Ci è pervenuta la descrizione del a gloria e lode di Dio, di andar ogni
clima e della situazione drammati anno nel giorno di Santo Rocho in
ca vissuta dalla città da un testi processione con tutto il clero, alla
mone oculare, scampato egli stesso chiesa di Santo Rocho e ivi ascoltar
alla morte, un canonico della Cat la messa”.
tedrale dal nome Giovanni da Par Nel 1524 si era costruito un laz
25
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
zaretto fuori dalle mura della città, la propria vita che era attaccata a
in posizione isolata, tra le mura e il un fil di spada” (dall’archivio Con
fiume (in località Briamasco) che solare). Per seppellire i morti erano
era servito per ripetute pestilenze stati incaricati quattro “pizigamor
(in genere ogni 10-12 anni si aveva ti”, pochi “…ma supliva, chè il pa
recrudescenza della malattia che dre sepeliva il fiollo, il fiollo il padre
colpiva specialmente i bambini, an e cose simili.”
cora indenni dal precedente conta Al primo sentore di peste i citta
gio). La paura del contagio nel 1547 dini benestanti avevano abbando
fece anche allontanare dalla città e nato a precipizio la città per evita
di fatto sospendere per dieci anni il re il contagio, compreso il commis
Concilio di Trento. sario imperiale; i preti rimasti in
Dopo la conclusione del Concilio città si segnalarono per abnegazio
La peste tra il XIV e il XVII secolo
26
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Ex-voto collettivo
per la peste
del 1630.
Trento, vista dalla
zona del
Briamasco, separa
lo spazio sacro da
quello inferiore in
cui è
realisticamente
narrata una scena
di morte nel
lazzaretto. L’Angelo
annunziante,
S. Rocco e S. Vigilio
invocano Grazia.
In ricoveri,
improvvisati in
botti di legno,
stanno gli
ammalati, un prete
benedice un cada
vere, una donna
prega il Crocifisso, i
monatti portano via
un corpo esanime.
Sec XVII. (Olio su
tela. Museo
Diocesan o
Tridentino).
Alla pagina
successiva:
Breguzzo (TN). La
processione.
Tavola votiva della
comunità di
Breguzzo (2 luglio
1630).
(Olio su legno,
presso la chiesa
parrocchiale).
27
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
La peste tra il XIV e il XVII secolo
28
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Avvenimenti storici (1514-1539) fece di Trento una cit
principali tà pienamente rinascimentale, co
struendo l’ala nuova del “Magno Pa
nei secoli XV-XIX lazzo” del Buonconsiglio e arric
chendo la struttura urbanistica con
magnifici palazzi nobiliari. Pur do
vendo affrontare l’insurrezione dei
Bernardo Clesio, il Concilio di Trento, contadini delle valli (“guerra rusti
i Madruzzo, l’invasione francese, ca” del 1525), riuscì a dare al prin
il governo asburgico. cipato un respiro di portata euro
pea, che avrebbe dovuto trovare il
suo punto di forza nel Concilio ecu
menico proposto dal Cles (nel frat
tempo nominato cardinale) per rin
novare la Chiesa, scossa dallo sci
Per il Trentino quello tra Quattro e sma luterano.
Cinquecento fu un periodo di flo Nel 1528 promulgò lo Statuto di
ridezza economica e di rinascita Trento, che valeva per tutto il terri
culturale. Le fiere di Trento e di torio, ma che in particolare fissava
Bolzano si imposero nettamente al norme precise per limitare i poteri
l’attenzione degli operatori commer della nobiltà e delle istituzioni am
ciali. La rete stradale venne miglio ministrative cittadine.
rata e l’industria estrattiva fu sot Fu supremo cancelliere del re Fer
toposta a una ristrutturazione più dinando (che nel 1526 diventerà im
razionale, che favorì uno sfrutta peratore) e apprezzato consigliere
mento più esteso. dell’imperatore Carlo V; fu anche
Influssi della cultura umanistica amico e corrispondente di Erasmo
sono presenti in Trentino soprattut da Rotterdam. Proprio mentre era
to nel periodo del governo del ve impegnato nella realizzazione del
scovo Johannes Hinderbach (1465 suo progetto del Concilio venne col
1486), che favorì l’introduzione del to da morte improvvisa.
le prime stamperie, la raccolta di La lunga “epoca madruzziana”
numerosi testi classici, il restauro (1539-1658) registra il succedersi
del castello del Buonconsiglio a sulla cattedra di S.Vigilio di quat
Trento e di altri castelli del Trenti tro esponenti della famiglia Madruz
no (Tenno, Stenico, Coredo). Come zo: Cristoforo, Ludovico, Carlo Gau
scrive lo storico Antonio Zieger, denzio e Carlo Emanuele. Da ricor
“particolare cura egli dedicò anche dare soprattutto i primi due. Cristo
all’ampliamento ed all’attività degli foro, infatti, fu il grande tessitore
ospedali già esistenti; ma più di tutto del Concilio ecumenico, che si svol
si preoccupò per gli istituti a favore se a Trento in tre fasi dal 1545 al
degli orfani e per gli ospizi dei pelle 1563. In quei decenni Trento diven
grini”. tò una città di importanza interna
Il principe-vescovo Bernardo Cles zionale, frequentata da vescovi,
29
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
principi e cavalieri di ogni Paese eu genti spese legate al tenore di vita
ropeo. Il Concilio fissò anche alcu “spagnolesco” della corte vescovi
ni decreti sugli ospedali, afferman le, sia per la crisi della produzione
do in particolare l’autorità del ve artigianale, mortificata tra l’altro
scovo nel controllo dell’amministra anche da taluni provvedimenti as
zione degli ospedali e di qualsiasi sunti dall’arciduchessa Claudia de
altro “luogo pio”.1 Medici, reggente tirolese per i figli
Ludovico applicò con zelo i de minorenni, che favorì le fiere e i
creti del Concilio, favorendo la fon commerci di Bolzano a danno di
dazione di nuovi ordini religiosi e quelli di Trento.
realizzando a più riprese la visita Il Settecento si apre per il Tren
pastorale della sua diocesi. Si atti tino su uno scenario di guerra. Al
rò la fiducia del pontefice, che gli l’interno della guerra di successio
affidò alcune importanti missioni ne spagnola tra Francia e Austria,
diplomatiche presso le corti euro nel 1703 il generale francese Ven
pee. dôme invase il Trentino e bombar
La cultura di quel periodo regi dò Trento. Ma poi dovette ritirarsi e
stra una vitalità notevole. Cristofo fino alle invasioni napoleoniche di
ro Madruzzo nel 1553 elaborò perfi fine secolo il territorio trentino re
no il progetto di istituire a Trento sterà immune da qualsiasi conse
l’università. Non se ne fece nulla; guenza diretta di avvenimenti bel
Trento nei secoli XV - XIX
30
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
miglioramento della società, 1798), trentina rimasta aperta per quasi
che in pratica dette il via al con otto secoli.
trollo delle nascite, abolendo le sov Con la pace di Presburgo (26 di
venzioni statali per chi non poteva cembre 1805), la Francia toglieva il
dichiarare di essere in grado di man Tirolo (Trentino compreso) all’Au
tenere la famiglia (la “legge sui stria e lo annetteva alla Baviera. Ma
poveri” in Gran Bretagna). contro quel governo “illuminato” e
Di fronte alla fioritura di inizia dispotico nel 1809 vi fu l’insurre
tive culturali nel campo degli studi zione di Andreas Hofer e delle sue
letterari, storici e scientifici, sul milizie valligiane (Schützen), appog
piano politico prevalse il “gioseffi giate dall’Austria, finché col tratta
nismo”, ossia la volontà dell’impe to di Parigi del 28 febbraio 1810
ratore di ridurre il principe vescovo tutto il territorio fino a Bressanone
di Trento da sovrano a suddito e di venne annesso al Regno italico,
intromettersi direttamente anche prendendo il nome di “Dipartimen
nelle questioni che riguardavano la to dell’Alto Adige”.
vita interna della Chiesa, stabilen Con la sconfitta di Napoleone, il
do ad esempio norme precise per le territorio di Trento il 7 aprile 1815
preghiere dei fedeli o per le cele venne staccato dall’ex Regno itali
brazioni liturgiche. Esasperato da co ed aggregato alla Contea princi
questa situazione e angariato da pesca del Tirolo, con sede ad Inn
continue imposizioni di tasse, il sbruck. Per il Trentino iniziava così
vescovo Pietro Vigilio Thunn il 26 una nuova fase della sua storia. Nella
dicembre 1781 si rivolse all’impera nuova struttura politico-amministra
tore offrendogli la sovranità sul prin tiva, il Trentino fu costretto a di
cipato vescovile in cambio di un fendersi dal tentativo dei tirolesi di
assegno vitalizio di 50 mila fiorini eliminare le sue caratteristiche “na
annui. L’offerta venne respinta an zionali”, nella lingua, nella cultu
che perché ritenuta poco vantag ra, nella vita politica e sociale. I
giosa per l’Austria. trentini chiesero invano la separa
Il 4 settembre 1796 le truppe zione da Innsbruck e la creazione
napoleoniche invasero il Trentino e di una provincia autonoma. Il Los
puntarono su Vienna. Ma furono re- von Innsbruck è il leit-motiv che
spinte dall’esercito austriaco. Il percorre tutta la storia politica tren
principe vescovo fu costretto a fug tina dell’Ottocento.
gire da Trento. In quegli anni il Tren Dal punto di vista economico ed
tino venne sottoposto a continue amministrativo però il governo as
invasioni da parte degli eserciti ora burgico dette buona prova di sé,
francesi ora austriaci. favorendo soprattutto le autonomie
Nel febbraio 1803 l’imperatore comunali e l’economia agricola del
d’Austria dichiarò di prendere pos le vallate.
sesso del principato vescovile di L’assistenza pubblica faceva capo
Trento. Si chiudeva in quel modo alla Congregazione di Carità, isti
una pagina importante della storia tuita a Trento nel 1811, nel periodo
31
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
di piena egemonia francese. Contra scopo…a meno che nella loro
riamente a quanto avvenne nel re fondazione o costituzione non sia stato
disposto diversamente, allora il vescovo
sto dell’Italia, essa rimase in piedi avrà cura di far eseguire quanto è stato
anche dopo la sconfitta dei france ordinato o, se non fosse possibile,
si per tutto il secolo, pur perdendo provveda utilmente egli stesso secondo
poco per volta il suo carattere ac le direttive date sopra.
centratore a vantaggio di nuove isti Se quindi, tutti quelli di cui abbiamo
parlato, ed ognuno di essi, di qualsiasi
tuzioni benefiche promosse dai pri ordine o istituto religioso e di qualsiasi
vati. Esempio emblematico in que dignità, anche se quelli che hanno
sto senso è l’Istituto Sordomuti di l’amministrazione dell’ospedale fossero
Trento, fondato nel 1842 dal vesco laici – non soggetti però a religiosi, dove
vo Nepomuceno de Tschiderer, che è in vigore l’osservanza della regola –
ammoniti dall’ordinario, avessero, in
ne difese strenuamente l’autonomia concreto, cessato dall’esercitare con tutti
dal potere politico. mezzi necessari cui sono tenuti, il dovere
Alla Congregazione di Carità fa dell’ospitalità, potranno essere costretti
cevano capo le seguenti fondazio a ciò con le censure ecclesiastiche o con
ni: Ospedale, Orfanotrofio femmini altri mezzi legali. Potranno anche essere
privati per sempre dell’amministrazione
le, Orfanotrofio maschile, Casa di e della cura dello stesso ospedale e
ricovero, Fondi Elemosinieri, Fondi sostituiti con altri. Coloro saranno
dotali. tenuti, in coscienza, alla restituzione dei
frutti che avessero percepito contro lo
Trento nei secoli XV - XIX
32
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Organizzazione funzionalità dell’ospedale, chiama
degli ospedali ti fratres. Sovente un consiglio o
delle personalità dotate di compe
di Trento nei secoli tenze direzionali (gastaldi, rettori,
XVI-XVIII sindaci e priori) lo affiancavano
nell’esercizio delle sue competenze
ed erano incaricati di sorvegliare la
condotta e l’operato del magister.
L’organizzazione del personale, la
struttura degli edifici, la funzione sociale Nell’ospedale alemanno la strut
degli ospedali. tura, che potremmo definire ammi
nistrativa, era schematicamente la
seguente:
33
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
se. La partecipazione al consiglio morte e che, perciò, necessitavano
era obbligatoria e l’assenza ingiu dei sacramenti e dovevano indicare
stificata era multata con una “lira al custode le persone che potevano
di cerra per illuminare il Sacrissimo essere “dimesse” dall’ospedale.
Corpo del Signore Salvatore nostro Anche nell’ospedale alemanno,
Universale”. com’era tradizione nella sanità del
Vigilavano sull’attività del mas tempo, la figura più rilevante era
saro, che non era esente da abusi quella del medico, responsabile del
amministrativi e facili guadagni, controllo del lavoro del chirurgo e
come documentato anche per l’ospe della prescrizione di diete e medi
dale italiano e quello dei Teutonici. cine da somministrare ai malati. I
L’esattore. Incassava le entrate spet loro salari rispecchiavano il diverso
tanti alla Confraternita e, al termi ruolo professionale; infatti il medi
Gli ospedali nei secoli XVI - XVIII
34
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
tare bene la sua professione ospe lo del barbiere, perché radeva la
daliera. barba agli uomini malati, e di ele
Nel 1795 vengono redatti gli “ob mosiniere in quanto, esaminate le
blighi” per l’ospedaliere. Gerarchi patenti dei pellegrini, donava a
camente l’ospedaliere sottostava al ognuno 3 carentani.
cassiere per quanto riguarda l’am Queste poliedriche figure di ospe
bito amministrativo e al medico per daliere s’incontravano negli ospedali
quello sanitario. I compiti dell’ospe di piccola e media grandezza sia
daliere consistevano: nell’inventa perché la disponibilità finanziaria
riare mobili e suppellettili, accoglie di questi istituti precludeva un or
re caritatevolmente tutti gli infer ganico numeroso, sia perché il rap
mi, registrare al loro arrivo i loro porto ospedale-ospiti richiedeva un
averi, presenziare alle visite medi numero esiguo di addetti.
che quotidiane per ricevere le istru
zioni su medicinali, bevande e cibo
(l’ospedaliere era anche cuoco) da La struttura degli edifici
somministrare ai malati. ospedalieri nel XVII-XVIII secolo
L’ospedaliere doveva inoltre oc L’ospedale alemanno, nel 1676 era
cuparsi dell’igiene dell’ospedale, costituito da una stanza riscaldata
quindi pulire i letti, cambiare la (ipocausto) dove si riuniva il Consi
biancheria almeno ogni 3 settima glio, dall’archivio, dalla cappella
ne e risanare letti e lettiere da even dell’ospedale dedicata a S. Barbara,
tuali parassiti. che aveva il suo ingresso sul cimi
Le misure igieniche divennero più tero; ad essa erano adiacenti due
rigide per i malati di tubercolosi, la “cubicula”, ossia stanze, una per gli
biancheria dei quali era pulita con infermi e una per le inferme. Que
più attenzione, distinta con un se ste due camere erano separate in
gno e riutilizzata solo per lo stesso modo tale da permettere ai degenti
tipo di malati. di assistere alla messa celebrata
L’ospedaliere aveva il compito di nella cappella. Nella camera delle
sorvegliare sulle persone al servizio donne c’erano 3 letti, in quella de
degli ammalati e se necessario as gli uomini 7. Nel piano superiore
sumere qualche assistente. Morto un c’era un altro ipocausto con cinque
infermo doveva sottrarlo alla vista letti destinati a religiosi e a perso
degli altri ospiti per non “funestar ne oneste.
ne la vista”. Prima di far seppellire Un inventario del 1738 riferisce
il morto doveva attendere che tra che al piano terra erano collocate
scorresse il tempo prescritto dalle la cappella, la camera dei pellegri
ordinanze della città (24-48 ore). ni con 6 letti, la camera delle pel
Vi erano poi le competenze reli legrine con 5 e la cucina per que
giose che consistevano nell’accen sti. Al piano superiore si trovavano
dere le lampade e le candele all’al la camera degli infermi con 8 letti,
tare della Confraternita e nel servi quella delle inferme con 4 letti e
re la messa. Svolgeva inoltre il ruo due sale del consiglio. Nel 1749,
35
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
durante una visita pastorale, ven temporaneamente un ricovero per i
gono inoltre segnalate due nuove pellegrini, per gli infermi, per i sol
stanze: la farmacia e una camera per dati, un ospedale per gli ammalati
i malati contagiosi e i “frenetici” (i curabili e incurabili, un ospizio per
malati psichiatrici). i vecchi e costituì un punto d’ap
La presenza di questo “reparto poggio per i poveri, per gli orfani,
specializzato” e della farmacia con per le vedove e per i giovani sprov
sentono comunque di affermare che visti di un’arte. Nel Principato ve
l’ospedale alemanno cominciava a scovile di Trento fu forse anche gra
qualificarsi nel settore sanitario. zie alla presenza di queste struttu
Un inventario del 1800 c’informa re se non si arrivò mai a provvedi
di altre stanze collocate nell’ospe menti così radicali, come la reclu
dale e del loro arredamento: a pia sione forzata dei mendicanti, che
Gli ospedali nei secoli XVI - XVIII
36
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
NOTE
1 Nel Seicento si chiese espressamente che il massaro fosse, oltre che idoneo a
ricoprire questa carica, una persona facoltosa, affinché la confraternita non subisse
perdite. Così sarà anche, in seguito, per l’esattore.
2 “che siano di costumi buoni, sempre sobri, e attenti soministrar a poveri malati
gli aiuti temporali, e fare a medesimi soministrare gli aiuti Spirituali, aminirli alla
piacenza, parlar con con essi con mansuetudine, consolarli ne loro dollori, e
pusilaminità, soministrare ad essi le medicine ordinate, come anche il cibo, e le
loro bevande, tenerli con pulizia e nettezza, assistere fedelmente ai morobondi,
come anche ricevere in buona grazzia i poveri pellegrini che si fermano nel pio
luogo la notte, e questi che sono pusilanimi consolare, e consigliarli che siano
umili, e suportino tutto volentieri per amor di Dio, ma i superbi, e i malvaggi
riprendere con parole, e consigliarli l’umiltà“.
37
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
La situazione sanitaria Grave era l’assenza di una sala
nel XIX secolo operatoria e le condizioni dei mala
ti “collocati – secondo un’altra te
stimonianza – in povere corsie su
brande con sacconi di paglia o di folia
LOspedale Santa Chiara di pannocchia, scarseggiavano di
ogni specie di biancheria, tanto che
e la “Congregazione di Carità”.
se un morto non aveva camicia pro
pria, veniva messo nella bara e se
polto nudo”.
La costituzione La Congregazione
dell’Ospedale S. Chiara. di Carità e l’Ospedale
Il 15 febbraio 1811 un decreto re L’amministrazione della Congrega
gio stabilì che “tutti gli ospedali, zione di carità era condotta inizial
orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fon mente da un organo collegiale i cui
di di beneficenza, di qualunque de membri erano: il prefetto, in quali
nominazione essi siano, avranno una tà di presidente, il vescovo, il po
sola e medesima amministrazione destà e non più di sei e non meno
che prenderà il titolo di Congrega di quattro probi e distinti cittadini
zione di Carità”. Si trattava di un di Trento, nominati dal Podestà. La
ufficio comunale, controllato dal funzione di membro era gratuita.
Ministro dell’Interno, che agiva am Le varie fondazioni che conflui
ministrando i patrimoni delle fon rono nel nuovo ente, anche se riu
dazioni assistenziali. nite in una sola amministrazione,
La Cà di Dio, l’ospedale aleman conservavano pur tuttavia distinti
no e quello polacco vennero riuniti patrimoni. Eventuali disavanzi nei
nel convento di S. Chiara, costituen bilanci di alcune di esse potevano
do l’ospedale civile S. Chiara. essere coperti utilizzando gli avan
Il nuovo nosocomio cittadino da zi di gestione di altre, purché fos
un punto di vista sanitario presen sero considerati come prestiti. Ogni
tava molti inconvenienti. Il dott. anno l’amministrazione era tenuta
Francesco Saverio Proch, direttore a presentare un bilancio dettaglia
del S. Chiara, così scriveva nel 1849: to con un’analisi specifica di tutte
“la camera destinata alla medicazio le rendite e di tutte le spese.
ne ed allo spurgo degli scabbiosi… Nel 1813 quando il Tirolo Meri
approfondendosi essa di molto al di dionale ritornò a far parte dell’Im
sotto del piano terra e umida, sudi pero Austriaco, si conservò l’istitu
cia, mal difesa, peggio riparata e per zione delle Congregazioni di carità.
giunta perenne ricetto di molti schi La nuova Amministrazione risultò
fosi topi, con i quali i poveri infermi composta dal Podestà di Trento, in
son posti là dentro a sequestro ed a qualità di presidente, da un vice
cura”. presidente, da sei membri ordinari,
38
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
votati dagli elettori comunali e no missariato di Polizia. La gestione
minati dal Governo, e da un sacer ebbe un inizio travagliato, consi
dote scelto dal Vescovo. derato il periodo caratterizzato da
La Congregazione era tenuta ad guerre continue e pesanti carestie.
informare il Magistrato Politico ed L’Ospedale dovette curare un gran
Economico di tutti i provvedimenti numero di militari senza che per essi
presi, sia di natura strettamente fosse versata la quota stabilita e si
assistenziale, che patrimoniale. Il vide costretto ad alienare una parte
parere espresso da questa autorità del suo patrimonio e a richiedere
non era comunque vincolante per prestiti alle altre fondazioni.
l’Amministrazione che poteva deci Queste difficoltà ebbero gravi ri
dere altrimenti, sotto propria re percussioni sulla situazione finan
sponsabilità. Il controllo, sull’ope ziaria: allo scopo di reperire denaro
rato dell’ente benefico, spettava di liquido non fu sempre possibile sce
diritto al Capitanato Circolare che gliere criteri di realizzo ispirati a
poteva deliberare invece vincolan principi di convenienza economica.
done l’attività. Nel 1817 il governo austriaco e
Delle varie fondazioni ammini alcuni anni dopo anche il governo
strate dalla Congregazione di Carità francese, rimborsarono in parte le
di Trento, l’Ospedale rappresentò spese sostenute per la degenza dei
quella di maggior consistenza pa loro militari. La fine degli anni venti
trimoniale e fu tra le prime fonda e l’inizio degli anni trenta coinci
zioni a farne parte. Si procedette sero perciò con un miglioramento
quindi in questo periodo, come fa delle condizioni finanziarie ed eco
anche notare lo Schwarzenberg per nomiche della Fondazione; fu per
gli altri ambienti italiani, “ad un tanto possibile, da parte dell’Am
accentramento dell’organizzazione ministrazione, l’acquisto di alcuni
ospedaliera sul modello francese, terreni confinanti con l’immobile
quale era scaturito dalle riforme sede dell’Ospedale che permisero
post-rivoluzionarie”. modesti ampliamenti e indispensa
Compito istituzionale era provve bili ristrutturazioni del vecchio sta
dere alla spedalizzazione dei malati bile.
poveri della città di Trento, cui si Intorno al 1835 dalla statistica
aggiunse anche la cura dei militari, delle presenze giornaliere degli am
delle prostitute e dei detenuti. La malati si constata un aumento del
direzione interna fu affidata nei pri 20% circa dei ricoveri. Questo feno
mi anni ad un economo e passò in meno trova la sua spiegazione nella
seguito, ad un medico. chiusura, in questi anni, della Casa
La spesa di degenza, stabilita in di Ricovero e del conseguente tra
una quota fissa giornaliera, doveva sferimento delle persone anziane ed
essere rimborsata, per i poveri, dal inabili nell’Ospedale trentino.
comune di provenienza, per i mili Nel 1845, avendo da reinvestire
tari dal governo d’appartenenza, per capitali provenienti dalla vendita
le prostitute e i detenuti dal Com dello stabile della “Cà di Dio”, l’Am
39
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
ministrazione decise l’acquisto del de”. Proprio in questi anni, assistia
Convento dei Cappuccini, adiacen mo all’impossibilità del patrimonio
te al nosocomio, per alloggiare le ad assicurare un gettito sufficiente
suore della Carità che così suben a coprire questi pesanti oneri.
travano, nel servizio sanitario e do Prendendo in considerazione la
mestico, ad una ventina di inser consistenza complessiva del patri
vienti.1 monio, si constata come questa
Alla fine degli anni ’40, si con ebbe modesti incrementi nel tem
stata un progressivo aumento dei po, mentre notevoli variazioni av
ricoveri verificatosi, in parte per lo vennero nella sua composizione
smembramento della Casa di Rico qualitativa. Nel 1827 gli investimen
vero, col conseguente trasloco di al ti predominanti erano quelli in di
cuni ricoverati, e inoltre, per un fat ritti livellari (circa la metà dell’in
tore determinante agli occhi della tero patrimonio), nel 1850 questi
popolazione: il miglior trattamento si erano contratti alla metà a tutto
dei degenti. vantaggio dell’investimento immo
Con l’acquisto dei nuovi terreni e biliare; nessuna variazione percen
fabbricati si era formata infatti una tuale interessò invece i capitali di
struttura ospedaliera, che per i tem sponibili per l’impiego a prestito.
pi poteva essere considerata discre Appare evidente quindi che l’im
ta: vi era un sufficiente rifornimen pegno maggiore che assorbì l’Am
to idrico per garantire igiene e pu ministrazione di questo specifico
lizia, vi era una capacità ricettiva patrimonio fu quello della creazio
di 240 posti letto e si incomincia ne di una struttura ospedaliera, sa
vano a compiere i primi passi verso crificando a tale scopo anche la
la formazione dei “reparti”. Inoltre possibilità di maggiori redditi futu
l’introduzione delle suore, la cui pre ri.
senza era continua, aveva portato
ulteriori progressi nelle cure prestate
ai degenti.
Ma con questo incremento le pre NOTE
senze avevano raggiunto un livello
1 Il 25 aprile 1843 il Consiglio della
Il XIX secolo
40
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Il XX secolo Nel 1939 l’ospedale, dopo la sua
separazione dalla Congregazione di
carità, ebbe una propria amministra
zione e acquisì la natura giuridica
Il nuovo Santa Chiara, l’Ospedale infantile di Istituzione Pubblica di Assisten
e il San Camillo. za e Beneficenza. Il consiglio di
amministrazione era formato dal
Presidente e da 4 consiglieri nomi
nati nel seguente modo: il Presiden
te e un consigliere, dal Prefetto e
in seguito dal Presidente della Giun
ta Provinciale; 1 consigliere, dalla
Giunta Provinciale; 1 consigliere era
nominato dal Comune di Trento; 1
consigliere, dall’Ente Comunale di
Verranno riportati soltanto gli eventi assistenza di Trento. Il consiglio di
principali riguardanti le strutture amministrazione, nel 1956, durava
ospedaliere: il già presente S. Chia in carica 4 anni.
ra, il nuovo ospedale S. Chiara e L’evoluzione della città, anche
l’istituzione di due nuovi Ospedali come sede amministrativa provin
cittadini, l’Ospedale infantile pro ciale e regionale, condizionò molti
vinciale e l’Ospedale S. Camillo. aspetti, da quello edilizio a quello
“L’Ospedale di Santa Chiara au industriale, ma soprattutto, si veri
mentò il proprio patrimonio per la ficò un notevole incremento demo
sciti e donazioni dei numerosi bene grafico. Dal primo decennio del 1900
fattori che legarono, nel volgere de agli anni cinquanta si registrò un
gli anni, i loro averi a tale Pia Isti incremento del 30% della popola
tuzione. Col progredire della scienza zione e si passò da 60.000 a 80.000
medica aumentarono però continua abitanti.
mente le esigenze e la sede primiti Questo determinò il sovraffola
va si fece sempre più angusta ed in mento del vecchio Ospedale di San
sufficiente. Le varie Amministrazio ta Chiara ed un’insufficienza funzio
ni ospedaliere che si succedettero, nale ed igienica.
al nucleo originario aggiunsero altre
costruzioni ed intrapresero nuove
trasformazioni cercando di rendere Il nuovo S. Chiara
il più importante Istituto sanitario Nel 1952, sulla scorta di precisi dati
cittadino sempre più adeguato ai tecnici e di logiche previsioni sullo
cresciuti bisogni.” sviluppo della città, si cominciò ad
Un aggiornamento di una certa affrontare il problema di un nuovo
entità fu portato all’edificio negli fabbricato ospedaliero.
anni 1933-38, passando da 285 a Il 23 ottobre del 1960 iniziò, in
376 posti letto e ammodernando le zona Bolghera, la costruzione del
strutture. nuovo ospedale S. Chiara, che ven
41
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
42
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Ospedale S.Chiara ne inaugurato il 18 gennaio 1970. soccorso, la radiologia, il labo
vecchio: la sala
operatoria.
Nell’opuscolo stampato in occa ratorio di analisi cliniche, la far
sione dell’inaugurazione si legge: macia, la direzione sanitaria e
“… sul basilare fondamento di gli uffici amministrativi, l’ana
un’operante carità cristiana ed in una tomia patologica, la sala autop
moderna visione del pubblico servi tica, le camere mortuarie, la
zio, è stata realizzata un’opera che chiesa;
è fra i più validi documenti di civiltà - dal corpo degenze: osservazione,
e di progresso della gente trentina”. geriatria, medicina I e II divi
L’Ospedale nuovo rappresentò in sione, neurologia, solventi I e II
fatti un’innovazione nel panorama classe; i reparti operatori: uro
dell’edilizia ospedaliera. Il proget logia, traumatologia, chirurgia I
to dell’A rchitetto Carlo Keller e del e II divisione, ostetricia e gine
l’ingeniere Eugenio Taddei fu consi cologia; le sale operatorie (2 per
derato una fra le più felici fusioni ogni reparto); 2 sale parto; il
tra lo stile e la funzionalità in un centro di rianimazione, con 18
complesso di particolare imponen posti letto; le specialità di ocu
za; la superficie complessiva della listica, TBC chirurgica, derma
zona ospedaliera era di mq. 57.418 tologia, otorino-stomatologia
ed il volume totale degli edifici di con le rispettive sale operato
mc. 210.000, con 1764 locali e 900 rie;
posti letto. - dal padiglione infettivi;
La struttura originaria dell’ospe - dall’alloggio del personale infer
dale era costituita: mieristico e religioso (dove era
- dal corpo stellare che compren no situate anche la scuola-con
deva: l’accettazione ed il pronto vitto per infermiere professionale
Ospedale S. Chiara:
vista aerea.
43
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
e la scuola per infermiere gene L’ospedale infantile provinciale
rico). (“Ospedalino”).
Una nuova attenzione fu data al Fu fondato per iniziativa di “un
malato e non solo alla cura della gruppo di pie donne”: Teresa Canel
malattia, come è testimoniato dal la, Maria Mazzi e Luigia Brugnara
fatto che in ogni reparto furono re che si adoperarono perché i bambi
alizzati una serie di “confort” per ni ammalati potessero essere rico
Il XX secolo
44
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Ospedale Santa le principessa Maria di Savoia” ma l’Ospedale con 20 posti letto.
Chiara. Il progetto
di ristrutturazione
popolarmente detto “Ospedalino”, L’ospedale ebbe presto uno svi
(rendering). si innestò sulla società dell’asilo luppo notevolissimo tanto che la
I lavori sono infantile di S. Marco e, nel dicem vecchia sede si dimostrò assoluta
iniziati nel 2002.
bre del 1920, in alcuni locali atti mente inadeguata.
gui all’asilo infantile di via Ferruc Grazie al contributo generoso di
cio, fu aperto il primo nucleo del Enti e di privati, la Società acqui-
Ospedale infantile
provinciale di
Trento – Veduta
parziale dei
padiglioni
45
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
stò lo stabile in Via della Collina si scolastici all’interno dell’ospeda
dove l’Ospedale fu trasferito nel le.
1925 ed ebbe una capienza di 50 Nel 1966 iniziò la sua attività il
posti letto. nuovo Centro Immaturi.
A quell’epoca la mortalità infan Nel 1967 viene inaugurato il nuo
tile a Trento, nel primo anno di vita, vo Ospedale Infantile denominato
era di 150 bambini ogni 1000 nati. “Angeli Custodi” con 250 posti let
In seguito attorno al primo fab to e comprendente le seguenti Di
bricato, trasformato e ammoderna visioni: Pediatria, Neonatologia,
to, furono costruiti, in epoche suc Chirurgia e Ortopedia pediatrica e i
cessive, il Sanatorio con 60 posti Servizi di Radiologia, Anestesia e
letto e il Tubercolosario o Preven Rianimazione e Laboratorio analisi.
torio con 24 posti letto. Nel 1968 venne istituita la Divi
Nel 1938 la mortalità infantile in sione di Neuropsichiatria infantile
provincia scese sotto il 70 per mil che occupò il posto del preesisten
le. te Centro di recupero per poliomie
Nel 1950 le degenze raggiunsero litici, in cui nei primi anni sessan
i 400 bambini presenti ogni gior ta, fino all’introduzione della vac
no, la durata delle degenze era mol cinazione antipolio, erano ricove
to elevata, per il preventorio anche rati fino a 30 bambini.
di anni, per cui vennero istituiti cor Negli 1968-70 il numero di rico-
Il XX secolo
46
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
veri annui fu di 7500. La mortalità Sulla sua scia alla fine del 1800
infantile è ancora alta rispetto alle nacque la congregazione femminile
regioni vicine, pari al 28,3 per mil dell’ordine.
le. A metà del 1936, su pressante
Nel 1972 l’ospedale infantile ven richiesta di alcune persone trenti
ne assorbito dall’amministrazione ne, arrivarono in città tre suore del
del S. Chiara e si costituirono gli l’ordine di S. Camillo, che presero
“Istituti Ospedalieri di Trento”. Nel alloggio in una villetta di otto stan
1979 fu deciso di bloccare l’espan ze e dopo poco cominciarono ad
sione dell’Ospedalino e si cominciò ospitare persone anziane malate,
ad ipotizzare il suo trasferimento al spesso non autosufficienti. Dopo
S. Chiara. pochi mesi si rese necessario trova
Si assistette ad un calo progres re una casa più grande, di una cin
sivo dei ricoveri che nel 1983 sce quantina di posti letto, sempre in
sero a 4000 e rimasero tali fino al via Giovanelli.
1989, pur calando i giorni di de Dal 1943 fino a quasi la fine del
genza. la guerra, dopo un tragico bombar
Nel 1978 iniziò la terapia inten damento i reparti dell’ospedale S.
siva neonatale con ventilazione as Chiara furono trasferiti a Pergine e
sistita. La mortalità neonatale sce Tione, e in via S. Croce rimasero solo
se sotto il 10 per mille. un’astanteria - pronto soccorso, per
Nel 1986 si decise il trasferimen cui il San Camillo rimase l’unica
to dell’Ospedalino sull’area della struttura ospedaliera in città.
Ospedale Cappella del S. Chiara, che avverrà Dopo la guerra l’Ospedale crebbe
S. Camillo, l’edificio
prima della recente soltanto nel 1991. Dal 1980, fino man mano per poter offrire ai biso
ristrutturazione alla sua attuazione, il trasferimen gnosi un servizio sempre accurato
to fu accompagnato da un dibatti professionalmente e umanamente,
to molto acceso che coinvolse me fino alla ristrutturazione globale
dici, amministratori, politici e nu degli anni ’90, secondo i più mo
merosi cittadini. derni criteri di accoglienza. Attual
mente vi sono 150 posti letto.
L’ospedale San Camillo.
Camillo de Lellis, soldato di ventu
ra con le truppe Veneziane e Spa
gnole, si ritrova nel 1575 a varcare
le soglie di un ospedale per una
brutta ferita alla gamba; dal disa
gio e dalla sofferenza di ritrovarsi
malato tra malati nasce la sua vo
cazione: dedicare la vita a condivi
dere ed alleviare la sofferenza degli
infermi, e poi la decisione di fon
dare un ordine religioso col mede
simo scopo.
47
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE vile per sordi “Giovanni Nepo
muceno de Tschiderer”, Trento
Per la storia generale: 1995 (con bibliografia nelle
note).
[1] A. Zieger, Storia della Regione
Tridentina, Trento, Dolomia, [5] R. Bocchi, C. Oradini: Le città
1981. nella storia d’Italia: Trento. La-
terza Editori, Bari 1983.
[2] J. Kögl, La Sovranità dei vesco
vi di Trento e di Bressanone: di [6] R. Stedile, Ospedali e Sanità a
ritti derivanti al clero diocesa Rovereto nel XVIII secolo. Man
no dalla sua soppressione, Tren frini Editori. Trento 1990.
to, Artigianelli, 1964.
[7] Reich, Notizie e documenti in
Per la storia degli ospedali, assisten torno all’ordine dei Crociferi in
za e carità: Trento. Trento 1882.
48
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
49
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
50
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
S CHEDA
Vittorio Curzel
Le premesse
Nell’ambito della spesa netta convenzionata per i farmaci a carico del Servizio Sanitario
Nazionale, la Provincia Autonoma di Trento presenta la spesa più contenuta (12,5 euro),
con una differenza di circa 9 euro in meno rispetto alle regioni che esprimono la spesa più
elevata. Anche per quanto riguarda il numero di ricette pro-capite la Provincia Autonoma
di Trento è quella con il valore più contenuto (0,48; la regione che ha il valore più elevato
è la Sicilia 0,80)1.
Questi dati, interpretati unitamente agli indici di performance del Servizio sanitario del
Trentino in comparazione con quello delle altre regioni, nonché con gli indici di soddisfa
zione della popolazione nei confronti delle strutture e delle prestazioni sanitarie (indici
che in entrambi i casi vedono la Provincia Autonoma di Trento sempre nelle primissime
posizioni, nel secondo caso addirittura ben al di sopra della media nazionale) 2 , danno la
misura di una situazione complessivamente positiva sul territorio anche per quanto ri
guarda l’utilizzo corretto dei farmaci e di ciò va dato senz’altro atto e merito anche al
livello professionale dei medici e dei farmacisti che operano in Trentino.
51
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
2. Nell’ambito di tale “autoprescrizione” viene usata una vasta tipologia di farmaci,
tradizionali e non tradizionali, anche per malattie gravi (tab. 2);
3. Poco meno di 2/3 dei cittadini conserva appropriatamente i farmaci e il 56,3% li
riconsegna di tanto in tanto in farmacia; mentre il 74,1% legge con attenzione le
avvertenze prima dell’uso (tab. 3).
4. Sembra esserci una buona conoscenza delle diverse tipologie di farmaci (farmaci
preventivi; farmaci sintomatici; farmaci curativi);
5. Il livello di conoscenza di cosa siano effettivamente i farmaci generici è elevato (più
che la media nazionale) ed esiste una buona disponibilità ad utilizzarli, a patto di
conoscerli di più;
6. Emerge un equilibrato giudizio sul ruolo del farmaco che “va preso sotto controllo
medico e quando effettivamente serve”, secondo il 76,6% degli intervistati (tab. 4).
7. I comportamenti e gli atteggiamenti dei cittadini nei confronti del farmaco conduco
no infine ad una robusta domanda di informazione aggiuntiva, a partire dalla consta
tazione che la fonte più importante di informazioni è il medico di famiglia (78,9%),
seguito dal farmacista e dallo specialista (tab. 5). Il ricordo della campagna prece
dentemente promossa in sede locale da Assessorato e Azienda risulta elevato (24,7%
degli intervistati), specie se si tengono presenti le modalità adottate sul piano di
comunicazione (distribuzione dei pieghevoli attraverso le farmacie e non coinvolgi
mento diretto di tutte le famiglie, come invece è avvenuto nella campagna del Mini
stero della Salute sui farmaci generici).
L’attuale livello di informazione sui farmaci viene considerato non adeguato dalla mag
gioranza degli intervistati, mentre i fabbisogni informativi si manifestano su un insieme
di argomenti “a largo spettro” (tab. 6).
In conclusione si è davanti ad una popolazione con una buona maturità nel campo
sanitario e nel campo di utilizzo del farmaco (tab. 7), con la conseguenza che ci si trova
a dover “spostare l’asticella verso l’alto” qualora si affronti il tema attraverso un’apposita
campagna, tenendo conto della “voglia di responsabilità” espressa dai cittadini, solleci
tandola ulteriormente e indirizzandola.
52
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Tab. 1 - Comportamenti degli intervistati con la maggior parte dei farmaci prescritti (val. %)
(a) Ermeneia, Mutualità & Salute, 1999 (per Federazione T rentina delle Cooperative).
(b) Censis, La domanda di salute degli italiani, FrancoAngeli, 1998.
Fonte: Ilesis - Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari di Trento, 2002.
53
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Tab. 2 – Farmaci usati di solito dagli intervistati (val. %)
Malattia Malattia
Risposta
grave leggera
Medicinali che si ottengono solo con ricetta medica 75,1 13,3
Farmaci generici 8,5 10,3
Farmaci da banco 11,9 59,6
Farmaci omeopatici 8,7 13,4
Farmaci a base di erbe 4,8 9,5
Non risponde 5,3 3,1
Altro 0,3
Non usa farmaci 0,2 2,5
v.a. 1.500 1.500
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte.
Fonte: Ilesis - Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari di Trento.
Tab. 3 - Assunzione di informazioni sugli effetti negativi e sulle precauzioni d’uso dei farma
ci (val. %)
Risposta %
S , leggo le avvertenze sempre e con attenzione 74,1
S , leggo le avvertenze qualche volta 5,1
S , leggo le avvertenze solo in caso di malattie serie 1,3
S , chiedo informazioni al medico o al farmacista 7,1
No, mai perchØ mi fido di chi mi prescrive il farmaco 9,0
No, mai perchØ mi fido del farmacista 0,9
Mi fido delle mie conoscenze 2,3
Non so 0,2
Totale 100
v.a. 1.500
54
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Tab. 4 – Gli atteggiamenti alternativi sul ruolo del farmaco nella cura delle malattie
(val. %)
Trentino Italia
Risposta (Ilesis/2002) (Censis/1997)
(a)
I farmaci sono uno strumento essenziale ed
6,3 18,6
indispensabile nella cura delle malattie
I farmaci vanno presi sotto controllo medico e quando
76,6 60,6
effettivamente servono
I farmaci costituiscono il male minore visto che
presentano spesso effetti non voluti, piø o meno
16,8 20,8
dannosi, e quindi Ł consigliabile prenderne il meno
possibile
Non risponde 0,3 -
Totale 100 100
v.a. 1.500 2.000
Risposta %
Il medico di famiglia 78,9
Il farmacista 8,3
Il medico specialista 7,3
La lettura del foglietto istruzioni 1,5
Il personale delle strutture sanitarie (ASL, Ospedali) 1,1
Il consiglio di familiari, parenti, amici e colleghi 0,9
I giornali e le riviste sulla salute 0,3
La consultazione di enciclopedie o simili 0,3
Internet 0,3
Gli articoli che trova sui giornali e sulle riviste 0,2
Campagne informative promosse dalla Provincia o ASL 0,1
Altro 0,8
Totale 100
v.a. 1.500
55
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Tab. 6 – Livello di soddisfazione e contenuti dell’informazione sul farmaco (val. %)
Livello %
Molto soddisfacente 3,8
Abbastanza soddisfacente 35,5
Poco soddisfacente 47,8
Per niente soddisfacente 9,5
Non risponde 3,0
Altro 0,4
Totale 100
v.a. 1.500
Contenuti %
Sugli effetti dei farmaci presi in contemporanea con altri farmaci 32,3
Sugli effetti negativi che potrebbero avere i singoli farmaci 30,5
Sui farmaci omeopatici 28,1
Sui farmaci generici 25,7
Sui nuovi farmaci che via via escono sul mercato e sui relativi effetti 17,3
Sui prodotti a base di erbe 16,5
Sulle specialit farmaceutiche 15,8
Sul fatto che il farmaco sia o meno a carico del Servizio Sanitario 11,1
Sulle procedure di smaltimento dei farmaci 10,6
Sui farmaci da banco 8,9
Sulle procedure di conservazione dei farmaci 7,1
Non risponde 3,5
v.a. 1.500
56
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Tab. 7 – Priorità più importanti da perseguire da parte del soggetto pubblico in tema di
farmaci (%)
Abbastanza
Abbastanza
d accordo
d accordo
d accordo
Molto +
Molto
1. ¨ importante non spendere inutilmente risorse
pubbliche per farmaci che non sono indispensabili 64,7 25,0 89,7
per la salute dei cittadini
2. ¨ importante spiegare al cittadino l uso
"appropriato" dei vari tipi di farmaci, magari
68,1 26,2 94,3
utilizzando le risorse risparmiate per farmaci inutili
o scarsamente utili
3. ¨ importante aumentare l uso dei farmaci generici,
per i quali Ł dimostrata l analoga efficacia 46,8 32,7 79,5
terapeutica rispetto alle specialit
4. ¨ importante far conoscere al cittadino la reale
efficacia curativa e la relativa disponibilit in
58,2 33,9 92,1
tempi certi dei nuovi farmaci, di cui si parla spesso
sui giornali, in Tv, ecc.
5. ¨ importante disporre di un informazione sicura e
certificata sul farmaco, che orienti il cittadino
rispetto alla grande disponibilit odierna di farmaci 63,9 29,9 93,8
di ogni tipo (tradizionali, omeopatici, prodotti
erboristici, ecc.)
6. ¨ importante che le iniziative di informazione e di
educazione al farmaco non siano promosse una-
61,4 31,7 93,1
tantum, ma abbiano carattere di continuit nel
tempo
7. ¨ importante sfruttare la spinta del cittadino ad
interessarsi della propria salute, favorendo la
61,6 32,0 93,6
crescita delle sue conoscenze nel campo dei
farmaci
57
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
La progettazione della Campagna: metodologia, target e contenuti.
I risultati della ricerca hanno rafforzato l’intento dell’Amministrazione provinciale, già
esplicitato in uno degli obiettivi assegnati per il 2002 all’APSS, secondo il quale lAzien-
’
da, nel corso dell’anno, doveva progettare ed attuare - in sinergia con le iniziative di
comunicazione intraprese nel medesimo ambito dalla Provincia - un’iniziativa di educazio
ne sanitaria in ambito farmaceutico che sia destinata a tutta la popolazione e sia mirata
ad aumentare il grado di consapevolezza e capacità in ordine all’utilizzo appropriato dei
farmaci. Tale obiettivo trovava perfetta corrispondenza ed integrazione nel Programma di
gestione del Servizio Programmazione e Ricerca sanitaria dell’Assessorato e in particolare
in uno degli obiettivi assegnati al Direttore con incarico speciale per la comunicazione e
l’informazione, che prevedeva espressamente attività di “Studio e ricerca, nell’ambito del
marketing sociale, di progettazione e di coordinamento per la realizzazione di una campa
gna di comunicazione integrata per il corretto utilizzo dei farmaci”.
Da queste premesse è nata l’attività messa in atto per la realizzazione della “Campagna
per l’utilizzo corretto dei farmaci”, prima del genere nella Provincia Autonoma di Trento e
nella Regione Trentino Alto Adige-Süd Tirol e una fra le prime in Italia, condotta in
perfetta sinergia e continua interazione fra l’Assessorato provinciale alle Politiche sociali
e alla Salute (Servizio Programmazione e ricerca sanitaria) e l’APSS (Servizio Farmaceuti
co, Servizio Educazione alla salute e Servizio Rapporti con il pubblico), basata sulla
compartecipazione alle spese, ma soprattutto sulla formazione di un apposito gruppo di
lavoro multidisciplinare, comprendente anche rappresentanti dei Medici di Medicina ge
nerale e dei farmacisti territoriali, con il convinto appoggio dei rispettivi Ordini professio
nali. Tale gruppo di lavoro ha consentito l’integrazione di professionalità, di esperienze e
di competenze altamente specialistiche nei campi del farmaco e dell’assistenza farmaceu
tica da una parte e della comunicazione pubblica e del marketing sociale dall’altra.
Dopo aver collaborato alla realizzazione e alla valutazione dei risultati dell’indagine
conoscitiva preliminare, il gruppo ha lavorato per l’individuazione dei contenuti della
campagna informativa e per l’identificazione degli strumenti di comunicazione idonei,
fissando il calendario delle iniziative.
Alla progettazione della campagna, alla predisposizione del piano media e alla proget
tazione di tutti i materiali informativi e di comunicazione, alla loro realizzazione e diffu
sione ha provveduto direttamente personale del Servizio Programmazione e Ricerca del
l’Assessorato provinciale alle Politiche sociali.
Il progetto prevede la realizzazione della campagna in due fasi: la prima parte della
campagna è stata attuata a partire da ottobre 2002. Seguirà nel 2003 una prima verifica
degli effetti e l’attuazione di una seconda parte.
La ricerca preliminare ha permesso di individuare due segmenti della popolazione cui
indirizzare prioritariamente la campagna di comunicazione: le donne, in quanto punti di
riferimento nell’ambito della famiglia per l’acquisto, la somministrazione e lo smaltimento
dei farmaci, e gli anziani, come fascia maggiormente esposta ai problemi di salute e come
maggiori consumatori di farmaci.
Al di là delle scelte di carattere generale, operate nel rispetto di una corretta medodo
logia progettuale (svolgimento di un’indagine preliminare per individuare conoscenze,
atteggiamenti, comportamenti pre-esistenti, formazione di un gruppo di lavoro multidi
58
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
sciplinare, effettuazione di pre-test dei messaggi verbali e iconici predisposti per la cam
pagna)4 sono state definite alcune significative scelte di carattere più marcatamente
operativo:
- sviluppare diversi livelli di approfondimento sui diversi supporti mediatici previsti dal
piano media (sfruttando le possibilità di interazione e rinforzo reciproco dei messag
gi);
- lasciare il discorso aperto in previsione della prosecuzione della campagna (temi da
affrontare prossimamente: farmaci generici; affetti avversi e interazione fra farmaci;
smaltimento);
- non solo evidenziare il problema ma dare anche indicazioni di comportamento;
- complementarità dell’azione di comunicazione con l’azione formativa (corsi, incontri
pubblici, trasmissioni radio e tv specifiche).
Per la prima fase della campagna, sulla base dei risultati emersi dalla ricerca preliminare e
delle valutazioni prodotte dal Gruppo di lavoro, si è scelto di puntare l’attenzione dei
cittadini su tre tematiche:
a) la necessità di adottare stili di vita sani. Il benessere fisico va costruito tutti i giorni:
uno stile di vita sano è spesso la miglior medicina. Molti disturbi, infatti, dipendono
da comportamenti sfavorevoli alla salute e, talvolta, è sufficiente modificare le pro
prie abitudini per recuperare il benessere. Alimentarsi in modo vario ed equilibrato,
limitare il consumo di alcolici, non fumare e fare regolare esercizio fisico possono
aiutare il nostro corpo a mantenersi efficiente e in salute. In alcuni casi, e a patto di
usarli correttamente, i farmaci sono utili per prevenire e curare numerose malattie;
b) la necessità di seguire attentamente le prescrizioni terapeutiche e i consigli dei
professionisti della cura (Medico e farmacista), ma nel contempo di sviluppare consa
pevolezza circa la cura prescritta, chiedendo istruzioni su come assumere il farmaco e
per quanto tempo, che cosa fare in presenza di effetti indesiderati, se e quando è
previsto un controllo, le motivazioni della scelta di quel dato farmaco e le eventuali
alternative al suo uso;
c) la necessità di scoraggiare la prassi dell’autocura e dell’autoprescrizione. I farmaci
non sono comuni beni di consumo, per questo normalmente sono prescritti dal medi
co e sono riservati alla vendita in farmacia. Anche per i farmaci di libera vendita, i
cosiddetti “farmaci da banco” o di automedicazione, destinati ad alleviare i sintomi o
a curare disturbi minori, è bene che l’acquisto avvenga su consiglio del farmacista.
Nel contempo è necessario sfatare il luogo comune secondo cui i farmaci derivati
dalle piante sono “naturali” e quindi innocui e quelli “chimici” prodotti in laboratorio
sempre pericolosi. Entrambi lo possono essere, così come le medicine “alternative”
che non offrono, al momento, le stesse garanzie di efficacia dei medicinali “classici”
e richiedono ancora tempo per essere conosciute meglio.
In sede di progettazione dei vari prodotti comunicazionali sono state pertanto elaborate
quattro “headline”:
- un messaggio di carattere generale (sempre presente):
“I farmaci sono utili… solo se li usi correttamente”;
- tre messaggi specifici:
59
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
- per favorire stili di vita sani: “una vita sana è la cura per tutti i giorni”;
- per promuovere compliance ed empowerment: “ascolta il tuo medico e informati
sulla cura” ;
- per scoraggiare l’autocura e l’autoprescrizione: “per i piccoli disturbi, parla con il
farmacista”.
Questi tre messaggi specifici sono stati declinati a vari livelli di approfondimento, in
affissioni murali di vario formato, locandine per esercizi pubblici, pannelli esterni e plan
ce interne per autobus urbani, pullman extraurbani e treni, spot radiofonici, pagine a
pagamento sui quotidiani e periodici locali o in inserti su varie testate dell’Amministra
zione provinciale, nonché nel pieghevole “Guida rapida per la salute n.6 - Farmaci e
salute” (“minifolder”, formato chiuso delle misure di una carta di credito), distribuito in
145.000 copie nelle farmacie e negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei
pediatri di libera scelta.
Per quanto riguarda le immagini sono stati scelti quattro soggetti: due riguardanti i
segmenti di popolazione target: donne e anziani (entrambi con headline “una vita sana è
la cura per tutti i giorni”), e due riguardanti i professionisti della salute di riferimento: i
medici (“ascolta il tuo medico e informati sulla cura”) e i farmacisti (“per i piccoli disturbi,
parla con il farmacista”), più un soggetto conclusivo della campagna, con la riproduzione
della copertina del pieghevole “Guida rapida per la salute n.6 - Farmaci e salute” (“chiedi
alla tua farmacia la guida rapida Farmaci e Salute”).
La campagna: le realizzazioni.
Ideazione, art direction e coordinamento organizzativo: Vittorio Curzel
Fotografie: Nadia Baldo, Adriano Frisanco, DigitalVision, Stockbyte
Consulenza per i testi: Azienda provinciale per i servizi sanitari - Servizio Farmaceutico,
Paola Maccani, Elisabetta De Bastiani; Servizio Educazione alla salute, Enrico Nava
Editing: Attilio Pedenzini
Realizzazione: Provincia Autonoma di Trento, Servizio Programmazione e Ricerca sanitaria
- Progetto Comunicazione per la Salute
Stampa: Nord Studio Trento (per i poster 6x3, i pannelli esterni e le plance interne di
autobus urbani, pullman extraurbani e treni); Nuove Arti Grafiche Artigianelli Trento (per
manifesti e pieghevoli); Effe Erre Trento (per manifesti e locandine); poligrafica San Fau
stino Brescia (per il minifolder “Guida rapida per la salute – Farmaci e salute”)
Registrazione spot radiofonici: Black Point Studio Verona
Diffusione: Tandem Pubblicità Trento - I.C.A. Trento.
60
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Supporto: manifesti cm. 70 x 100
Soggetti: 5
Diffusione: n. 1.500 copie in affissione
pubblica per 56 giorni complessivi
(ottobre, novembre, dicembre) a Trento,
Rovereto e in altri 42 comuni del Trentino.
61
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Supporto: inserzioni a pagina intera
e mezza pagina
Soggetti: 5
Diffusione: quotidiani e periodici locali,
varie testate, fino a 5 uscite in 3 mesi
(ottobre, novembre, dicembre)
62
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
63
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
64
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Supporto: poster cm. 600 x 3.000
Soggetti: 5
Diffusione: 69 copie
in affissione pubblica per 42 giorni
(ottobre e novembre)
a Trento e a Rovereto.
65
Provincia Autonoma di Trento
Punto Omega n. 10
Supporto: pieghevole cm. 297 x 210 - Soggetto: 1
Diffusione: 1.000 copie per i medici di medicina generale, pediatri di libera
scelta, specialisti ambulatoriali, medici ospedalieri.
Soggetti: 1
Diffusione: 930 spot (10 al giorno per 31 giorni complessivi, ottobre e novembre,
su tre emittenti).
Diffusione: 100 copie sui pullman del servizio extraurbano, per tre mesi (ottobre,
novembre, dicembre).
NOTE
2 cfr. Panorama della Sanità n.45/200, citato in AAVV., Relazione sullo stato del Servizio Sanitario
Provinciale, Provincia Autonoma di Trento – Assessorato alle Politiche sociali e alla Salute, Azienda
Provinciale per i Servizi Sanitari, Trento, 2002, pagg. 73 e 75.
4 cfr. Vittorio Curzel, Promozione della salute e marketing sociale, in Punto Omega – Quadrimestra
le del Servizio Sanitario del Trentino, Anno III, numero 5-6, Provincia Autonoma di Trento, 2001,
pagg. 41-56.