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COLLANA CARTA ELETTRICA

Antonello Mangano - Luigi Sturniolo

La politica dei disastri


Ponte sullo Stretto e frane

Edizione 1.0 terrelibere.org

Ringraziamo Manuele Bonaccorsi, Ivan Cicconi, Enrico Di Giacomo, Manuela Modica.

Copyright Questo testo stampato su licenza Creative Commons 2.5 Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia (creativecommons.org/licenses/by-ncnd/2.5/it/)

Immagini di copertina Giorgio de Chirico, Mobili in una stanza, 1927. Quarta di copertina. Enrico di Giacomo (www.enricodigiacomo.it), alluvione di Giampilieri, 2009.

Dedicato a tutti coloro che con lo studio, lemigrazione, il lavoro, la politica stanno costruendo il proprio destino da persone libere e non da sudditi.

Antonello Mangano ha pubblicato ricerche e inchieste sui temi delle migrazioni, dellantimafia, della telematica. Si occupa di formazione, software libero e di forme alternative di comunicazione e distribuzione delle informazioni. Luigi Sturniolo da sempre attivista nei movimenti sociali. Negli ultimi anni stato impegnato nelle lotte del movimento contro il Ponte. Ha curato per Terrelibere.org la pubblicazione di Ponte sullo Stretto e mucche da mungere. Lavora come bibliotecario presso la Biblioteca Regionale di Messina. Terrelibere.org una rivista elettronica che produce dal 1999 inchieste e ricerche sui rapporti tra Nord e Sud del Mondo, la mafia, le migrazioni, leconomia e la disuguaglianza. Tutti i materiali sono diffusi liberamente su licenza Creative Commons. Dal 2009 diventa casa editrice.

Le grandi catastrofi sgretolano il tessuto sociale, non solo le case Naomi Klein, Shock Economy

Sommario Premessa 10 Introduzione. rovescia 13 Cicconi: Keynes alla

Resistere allemergenza 17 La politica dei disastri 23 BARBAROSSA 28 IL MODELLO LAQUILA 34 AUGUSTUS 40 Le crepe comunicative dellesecutivo 44 Per Ciucci limportante continuare 54 Compensazione del disastro. Un modello dallAfrica allo Stretto 61 LE PICCOLE OPERE 67 LA POLITICA COL CAPPELLO IN MANO 71 Potere assoluto 74

SHOCK ECONOMY A LAQUILA 79 Lo show del Palacultura 82 I CONTI LI FACCIAMO DOPO 86 La cura dei luoghi 88 LA FORMA DI UN SERPENTE 94 Bibliografia 98

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Premessa
Giampilieri un tranquillo villaggio della periferia messinese. Gli abitanti pi anziani non si sentono parte della citt il centro dista circa 15 chilometri e continuano a dire (come si sempre detto nei borghi fuori dal centro urbano) andiamo a Messina, scendiamo a Messina, come fossero in partenza per unaltra localit. Pur essendo collocato a brevissima distanza dal mare, rimane un paese di montagna: ci sono sempre stati pi contadini che pescatori; e il lungomare stato costruito poche settimane fa e subito invaso dai detriti dellalluvione. E un luogo tranquillo, e isolato. Solo la spaventosa ondata di fango del primo ottobre lo ha portato al centro del circo mediatico. Il caso Giampilieri diventato cos uno dei tanti brevi show che tv e giornali italiani sfornano a ritmo frenetico, per poi dimenticare tutto con rapidit. Siete abusivi? Cosa avete provato quando la vostra casa venuta gi?. Semplificazioni abituali e la fretta di ottenere prima dei colleghi ovvie risposte di circostanza. Sempre di corsa, perch tra poche ore il circo sar sicuramente da unaltra parte, col suo corteo di carrozzoni dotati di parabola e mixer per il montaggio.

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Grazie alla Protezione Civile per il suo intervento, dissero tutti dopo la tragedia. Ci si appassion ai dibattiti televisivi sulla tragedia annunciata e sulle responsabilit dellabusivismo. Molti si offesero perch i calciatori di serie A non osservarono il tradizionale e inutile minuto di silenzio sui campi di gioco. Furono pochi i fondi raccolti nazionalmente col sistema degli sms. Un classico copione da Truman Show, in cui non ci sarebbe stato mai spazio per unanalisi appena pi approfondita su shock economy e grandi opere. Sui modelli ormai rodati che mescolavano prassi nate oltreoceano (le sperimentazioni su New Orleans devastata da Katrina) e la corruzione da basso impero tipica del nostro Paese. Non ci sarebbe stato mai spazio per la richiesta e in alcune circostanze il grido rabbioso di chi ha chiesto di stornare i fondi del Ponte sullo Stretto alla sicurezza idrogeologica del territorio. Un progetto non ideologico, perch nelle settimane successive si sarebbero moltiplicate le frane e gli abitanti delle zone a rischio avrebbero guardato alle nuvole in cielo con la preoccupazione di chi teme una nuova sciagura. Guardare ogni giorno se piove o c il sole, per saper se domani si vive o si muore, cantava Luigi Tenco a proposito dei contadini pronti a diventare emigranti, diversi decenni fa.

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Molti oggi guardano il bollettino meteo con timore perch da quello deriveranno le ansie quotidiane. Molti, nella riviera jonica colpita dalle frane, guardano le previsioni del tempo per sapere se, dopo il lavoro, riusciranno a rientrare agevolmente a casa oppure no. La costruzione del Ponte non solo lattraversamento tra le rive ma tutto il contorno di azioni collaterali si configura come unulteriore ferita al territorio, con opere viarie nate per lo smaltimento del traffico creato dai cantieri, materiali di risulta che finiranno in luoghi sbagliati, persino due nuovi svincoli previsti nella zona di Giampilieri, una beffa oltre che lennesima prova di un percorso suicida, consapevole e determinato verso le prossime tragedie. Il risultato di una politica nazionale che vede i territori come luoghi da depredare e da usare per operazioni speculative. Il risultato di una politica locale perennemente col cappello in mano, incapace di progettare alcunch per il futuro, prona agli interessi altrui pur di poter ricavare qualcosa. Risparmiateci almeno, i prossimi show a base di sciagure annunciate. Tutti, adesso, sanno. La strada che porta al Ponte e ai disastri - un percorso consapevole.

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Introduzione. Cicconi: Keynes alla rovescia


Politiche keynesiane alla rovescia. In precedenza si prendeva la ricchezza prodotta per redistribuirla, oggi si danno soldi a chi gi ricco. Sono costi che pagheremo per diversi decenni. Lo spiega Ivan Cicconi, uno dei maggiori esperti di infrastrutture e lavori pubblici, a proposito dalla prima pietra del Ponte sullo Stretto: La varianti come quella di Cannitello sono ad hoc per il Ponte, si tratta di opere funzionali al progetto. Cicconi, ha denunciato gi molti anni fa le storture dellAlta velocit. Profitti privati, costi per tutta la collettivit, cantieri lumaca. Oggi ravvisa nel Ponte lo stesso modello. Il keynesimo alla rovescia, Robin Hood al contrario: la ricchezza sociale che finisce nella tasche dei soliti noti: i grandi contractors, con Impregilo in testa. Esattamente quanto sostenuto nel libro Ponte sullo Stretto e mucche da mungere1: leconomia

Sturniolo, Luigi (a cura di). Ponte sullo Stretto e mucche da mungere. Terrelibere.org. Catania-Messina 2009.
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basata sulle partnership tra pubblico e privato che mungono attivit senza rischio. Al primo soggetto spettano i costi, al secondo i benefici. E leconomia delle infrastrutture inutili, addirittura non volute ed imposte al territorio. E leconomia dei disastri e delle guerre. Diventa dunque sterile disquisire di particolari tecnici, problemi ingegneristici, balle mediatiche o bluff elettorali. La mucca da mungere un modello che esiste di per s, oltre che il cuore del problema. Il Ponte non realizzabile? Unottima occasione per nuovi studi e revisioni di progetto. Le opere collaterali vanno fatte prima? Intanto si muove la solita economia para-mafiosa fatta di movimento terra, sub-appalti, cantieri eterni, lavoratori ricattati ed umiliati. Lesperienza dellA3 ci racconta di continue revisioni dei conti, infiltrati mafiosi in pianta stabile, operai coinvolti loro malgrado in scene da Far West oppure morti in incidenti sul lavoro che non meritano neppure poche righe in cronaca. Lo schema proposto per il Ponte identico a quello del Tav. Si tratta di un metodo datato 1991, durante lultimo nefasto governo Andreotti. Spiega ancora Cicconi, questa volta in una intervista del 2002: Il sistema fu inventato dal fantasioso ministro Paolo Cirino

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Pomicino. Si crea una societ dalla costola delle ferrovie, il Tav, che assegna i lavori alle solite grandi imprese. Il secondo passo e il project financing, che consente di attivare finanziamenti privati. Che sono i prestiti per Tav Spa, garantiti dallo Stato. Sostituendo al TAV la Stretto di Messina il risultato non cambia A proposito del Tav, daltronde, c una storia illuminante. Negli anni 96-97, il conflitto tra i piccoli imprenditori e i grandi che lavorano per i cantieri dellAlta velocit era al culmine. Lassociazione delle imprese medio-piccole produsse un documento bomba dove si diceva che, rifacendo quei contratti, e pur pagando le penali, lo Stato avrebbe comunque risparmiato circa 5 mila miliardi di vecchie lire. Dopo lunghissima riflessione, arriviamo al 2000: il ministro Bersani annulla i contratti. Il governo successivo li ha ripristinati. Tali e quali. Qual il movente di questo modo di operare? Intanto reperire fondi che non ci sono e poter avviare i cantieri promessi. Secondo: spostare su una societ privata un rilevante deficit pubblico che allUnione Europea non risulter e ci consentir di non sforare sugli impegni comunitari.

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Il ministro Matteoli ha indicato che nel tempo record di sei anni Sicilia e Calabria saranno collegate. Perch non ci crede nessuno? Il general contractor tende a far durare i lavori pi a lungo possibile e a farli costare di pi, dice ancora Cicconi. Perch questo il suo interesse dimpresa e senza rischio di gestione viene meno la volont di ridurre tempi e costi.

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Resistere allemergenza
Le frane, le indagini sulla Protezione Civile e lavanzamento del progetto del Ponte sono parti di una narrazione che va colta nella sua dimensione unitaria. La politica dei disastri e delle grandi opere una risposta delle lite politiche ed economiche alla crisi e si configura come modalit attraverso la quale risorse pubbliche diventano fonte darricchimento per pochi piuttosto che occasione di redistribuzione della ricchezza. Il dissesto idrogeologico del territorio, linchiesta di Firenze sulle emergenze e la presentazione del Ponte sullo Stretto di Messina svoltasi il 12 febbraio a Messina2 sono

Nel febbraio 2010. la Procura di Firenze avviava una indagine sulla Protezione Civile, evidenziando tra le altre cose la gestione privatistica e fuori controllo dei grandi eventi e delle opere pubbliche emergenziali. Negli stessi giorni, una spaventosa serie di frane in Sicilia e Calabria dimostravano la necessit di interventi rapidi. I fenomeni franosi pi gravi si registravano nei paesi di San Fratello (Messina) e Maierato (Vibo Valentia), ma anche in zone limitrofe ai futuri cantieri del Ponte, come Papardo (Messina) e Santa Trada (Villa San Giovanni). A Messina, intanto, la Stretto di Messina S.p.a. presentava non gi il progetto del Ponte sullo Stretto (che di fatto
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parti di una narrazione che va colta nella sua dimensione unitaria. La politica dei disastri e delle grandi opere sono una risposta delle elite politiche ed economiche alla crisi e si configurano come modalit attraverso la quale risorse pubbliche diventano fonte darricchimento per pochi piuttosto che occasione di redistribuzione della ricchezza. Laccaduto o il progetto, dentro questa prospettiva, non hanno niente a che vedere con i bisogni della societ. Sono solo occasione per far guadagni. Dentro una dimensione da

non esiste nella sua forma definitiva ed esecutiva), ma la squadra (cos la definisce Ciucci) che si candida a costruire la megainfrastruttura: il General Contractor (Eurolink S.C.p.A., costituito da Impregilo S.p.A. (45%), Sacyr S.A. (18.70%), Societ Italiana per Condotte dAcqua S.p.A. (15%), Cooperativa Muratori&Cementisti (13%), Ishikawajima Harima Heavy Industries CO Ltd (6.3%), Consorzio Stabile A.C.I. S.C.p.A.), la societ incaricata della progettazione (Cowi A/S (Danimarca)), il Project Management Consultant (Parsons Transportation Group), il Monitore Ambientale (Fenice S.p.A., Eurisko NOPWorld S.r.l., Agriconsulting S.p.A., Theolab S.r.l, Nautilus Societ Cooperativa).

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basso impero, corruzione e crisi economica finiscono per camminare insieme. Non , quindi, forse, un caso se la Corte dei Conti ha, allinizio del 2010, relazionato su tre criticit: gli aspetti finanziari del progetto del Ponte sullo Stretto3, la cartolarizzazione dei debiti sanitari4, la corruzione5. Si tratta di tre

Corte dei Conti. Esiti dei finanziamenti per il ponte sullo Stretto di Messina, 15.12.2009. http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Attid/Controllo-/Documenti/Sezione-ce1/Anno2009/SecondoCo/Deliberazione_Stretto_di_Messina.doc_cvt.htm
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Corte dei Conti. Gestione delle risorse statali destinate alla riduzione strutturale del disavanzo del servizio sanitario nazionale, 18.01.2010. http://www.corteconti.it/Ricercae-1/Gli-Atti-d/Controllo-/Documenti/Sezionece1/Anno-2009/Adunanza-c/Delibera-n.22.09.G.doc_cvt.htm
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Ristuccia, Mario. Cerimonia dinaugurazione dellanno giudiziario 2010, 17.02.2010. http://www.corteconti.it/Procura-Ge/Attivit-d/Relazione-del-Procuratore-Generale-Ristuccia.pdf


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casi nei quali il piano economico viene giocato per intero a carico della societ nel suo insieme aumentando la dimensione debitoria di tutti, mentre i vantaggi finiscono nelle mani di pochi contractors, di qualche amministratore corrotto e dei circuiti finanziari. Quando la Rete No Ponte ha ripreso liniziativa in risposta agli annunci di Berlusconi di voler rimettere lopera al centro del proprio programma politico-mediatico, stata posta la questione della messa in sicurezza sismica ed idrogeologica del territorio, insieme al rilancio del trasporto pubblico, come punti principali di una strategia vertenziale territoriale. Contro il Ponte e per la tutela dei territori recitava lappello per il corteo nazionale dellotto agosto. I soldi del Ponte per la sicurezza dei territori diventato lo slogan dal il primo ottobre in poi, dal giorno delle frane e dei morti. Ed proprio dal primo ottobre 2009 giorno della strage di Giampilieri - e dai giorni ad esso successivi che si evidenziata nel territorio

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peloritano la natura della politica delle emergenze. In quei giorni abbiamo assistito sul campo alla strategia comunicativa e alle modalit di gestione di una pratica amministrativa che ha fatto dello straordinario lordinario e dellordinario lo straordinario. Insomma, il Ponte sullo Stretto parte di una strategia che comprende grandi opere, eventi ed emergenze che seguono procedure di verticalizzazione delle scelte, di concentramento delle risorse, di drenaggio di risorse pubbliche, di coinvolgimento di parti pubbliche e private, di limitazione dellinformazione e dellagibilit democratica. Un modello permeabile a vere e proprie politiche spartitorie. La strategia del movimento No Ponte nei mesi successivi al primo ottobre stata molto segnata dal nesso intercorrente tra la politica dei disastri e quella delle grandi opere. E questo il motivo per cui a chi accusava la Rete No Ponte di voler politicizzare il movimento opponendo, in alternativa, una dimensione trasversalista (indifferente, cio, alla natura profonda del problema), veniva risposto che la discriminante non la natura

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partitica dellenunciato ma i contenuti che vengono espressi e che lopposizione alla grande opera risulta ingestibile fuori da una contestualizzazione della stessa. Non si tratta pi, in altre parole, di disputare sullutilit o meno di unopera. Si tratta di battersi per affermare unaltra idea di rapporto con il territorio e unaltra idea di utilizzo delle risorse pubbliche. La questione del Ponte non pi una tra le tante da affrontare. Contro il Ponte va costruito conflitto. Consenso e conflitto, come si diceva una volta. Il Ponte, infatti, che venga costruito o meno, segna il futuro dellarea dello Stretto e la politica dei disastri e delle grandi opere speculative rivela una strategia governativa. Non ci si pu limitare alla partecipazione alle manifestazioni o alladesione formale. Non si sarebbe compresa la posta in gioco. Davvero non pare ci siano molte cose molto pi importanti da fare. Resistere allemergenza equivale, in questa prospettiva, a difendere la democrazia.

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La politica dei disastri


Il sistema economico basato sul cemento porta ai disastri naturali, che nella shock economy possono essere una straordinaria opportunit per realizzare profitti fuori dai controlli ordinari e creare consenso intorno alla figura del premier che risolve i problemi. Un modello realizzato in Campania, replicato in Abruzzo e riproposto, senza pudore, anche a Messina. Il primo ottobre 2009, dopo ore di pioggia incessante (oltre 200 millimetri di acqua), sulla zona sud di Messina, una serie di frane causano inondazioni e fiumi di fango che colpiscono i paesi di Giampilieri, Scaletta Zanclea, Molino, Altolia, Guidomandri, Itala causando 37 morti, centinaia di feriti e migliaia di sfollati. Si tratta di una tragedia annunciata. Due anni prima, infatti, Scaletta e Giampilieri erano gi stati colpiti da frane e, da allora, niente era stato fatto per prevenire ulteriori tragedie, nonostante le proteste e le paure espresse a pi riprese dagli abitanti di quei luoghi. Nellottobre 2007 fu gi registrato un evento simile che determin seri impatti sulla superficie quali colate rapide di fango e detriti che invasero le aree abitate e le infrastrutture.

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Ci nonostante nellarea non era stato attivato un necessario monitoraggio delle precipitazioni in tempo reale n erano stati predisposti e testati piani locali di protezione civile al fine di limitare i danni ai cittadini. E quanto sostiene in una approfondita relazione su quanto accaduto a Giampilieri e Scaletta Zanclea il prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dellUniversit di Napoli Federico II.6 Pochi giorni prima del disastro, in seguito alle prime piogge autunnali, una frana aveva colpito il paese di Letojanni, causando macerie e feriti, ma non morti. Tra le altre cose, le frane avevano danneggiato lautostrada MessinaCatania che, per questo motivo, era stata chiusa al traffico. La Rete No Ponte, in quelloccasione aveva lanciato lallarme

Ortolani, Franco. Alluvione di Messina del 1 ottobre 2009. Le colate rapide di fango e detriti hanno devastato il territorio, le fiumare hanno retto, 10 ottobre 2009. http://altocasertano.wordpress.com/2009/10/11/messi na-cause-scientifiche-dell-alluvione/
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attraverso un documento dal titolo La pioggia, il fuoco, il vento che era stato inviato agli organi di stampa: Non si pu continuare a pensare che non possa piovere pi e che bastino muri di contenimento per fermare il dissesto idrogeologico, cos come non pensabile continuare a pianificare in modo illogico la citt, costruendo ovunque, e costringendo i cittadini a vivere in una trappola mortale, per evitare la quale si immaginano ulteriori nuovi scempi che aggraverebbero ulteriormente la situazione gi oggi drammatica Non sottraendo per sempre suolo ancora naturale costruendoci sopra, non realizzando siti di deposito di materiale, nuove cave, strade, nuove corsie autostradali che questa citt e i suoi cittadini potranno acquisire sicurezza e benessere, ma attraverso la ricostruzione della qualit ambientale ed edile che si potr realmente porre fine ai disastri che giungono immancabili, ad ogni pioggia e che potrebbero essere incalcolabili in caso di sisma.7

Rete No Ponte. La pioggia, il fuoco, il vento, Messina, settembre 2009. http://noalponte.splinder.com/post/21388883/La+pio ggia%2C+il+fuoco+e+il+vent
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Queste parole rimasero, naturalmente, inascoltate, ma riemersero nei giorni successivi al disastro facendo capolino sugli organi di stampa nazionali. Il documento , inoltre, dopo aver denunciato come folle lidea di progettare nuove discariche in aree dimpluvio nelle colline sovrastanti Messina dove collocare il materiale di scavo delle opere connesse al Ponte sullo Stretto, segnalava lintervento dellingegnere capo del Genio Civile Gaetano Sciacca sui rischi cui andava incontro la citt a causa del dissesto idrogeologico. Sciacca, che aveva inviato alla Protezione civile i risultati degli studi e dei sopralluoghi svolti dai funzionari del Genio Civile dopo le inondazioni del 2007, dichiarer: Nonostante abbia scritto alla Prefettura, abbia sollecitato la Regione, abbia insistito presso ogni ente possibile, dai Comuni alla provincia di Messina, fino allAnas, al Genio civile non mai stato assegnato un finanziamento per mettere mano a quelle opere di consolidamento che avrebbero potuto evitare la tragedia. La

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Protezione civile ha responsabilit gravissime in questa tragedia.8 In una relazione alla Protezione civile, Sciacca scrive: questufficio ha trasmesso alla prefettura di Messina in data 14 dicembre 2007 una dettagliata relazione che, oltre a descrivere lo stato dei luoghi sconvolti da nubifragio del 25 ottobre 2007, che ha interessato la parte meridionale del territorio di Messina e unampia fascia del versante ionico della provincia, riportava le priorit degli interventi da eseguire con le relative somme da stanziare. Seguono limporto complessivo delle opere da eseguire, 57 milioni e 270 mila euro, e i paesi a della riviera jonica di Messina a rischio: Scaletta, Itala, Al, Al Terme, Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Roccalumera, Furci Siculo, Pagliara, Castelmola, Antillo, Gallodoro, Giardini Naxos, Letojanni, Savoca, Forza

Bonaccorsi, Manuele. Potere assoluto, la Protezione civile al tempo di Bertolaso, Roma, Edizioni Alegre, 2009.
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dAgr, Mandanici, Mongiuffi Melia, Graniti, Roccafiorita, Gaggi, Limina, Taormina.9 E lo stesso Dipartimento della Protezione civile della Regione Siciliana, nella sua relazione a supporto della richiesta di risorse economiche per lemergenza al Fondo di Solidariet dellUnione Europea, a descrivere, pi che una tragedia annunciata, quasi un appuntamento con la morte. Nei grafici delle piogge relative al mese di settembre 2009 si nota chiaramente una escalation dellintensit delle precipitazioni nelle zone in questione, con punte di criticit il 16 ed il 23-24 e con quantitativi di acqua caduta fino a 5,5 volte superiore alla media storica.10

Barbarossa
Alla fine ci saranno almeno 50 morti. Silvio Berlusconi ha appena assistito alla prima

Bonaccorsi, Manuele. Cit.

Regione Siciliana. Dipartimento della Protezione civile. Emergenza colate di fango nel territorio della provincia di Messina, Italia. 1 ottobre 2009, 27.11.2009.
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assoluta di Barbarossa, il film che celebra lepopea padana, fortemente voluto da Bossi, paradossalmente girato in Romania per risparmiare sui costi e raccomandato a Rai Fiction dal premier in persona. E la sera del 3 ottobre. La politica comincia a comprendere le dimensioni della tragedia, lItalia rimane colpita dalle immagini della periferia sud di Messina invasa da un mare di fango. La dichiarazione diversa dalle solite frasi ottimiste. In quel momento i morti accertati erano una appena una ventina.11 Come in un copione ben congegnato Berlusconi arrivato sul luogo del disastro solo due giorni dopo, il 4 ottobre, preceduto dalle bordate della ministra dellAmbiente Prestigiacomo nei confronti dellincapacit da parte della politica regionale di spendere le risorse economiche a disposizione per la messa in sicurezza del territorio (Questa tragedia poteva essere evitata. I finanziamenti del

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http://www.tg3.rai.it/dl/tg3/focus/articoli/ContentIte m-ecf212b1-6d47-410f-a5b2-86ea947acf20.html

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governo non sono stati bene impiegati. C' stato uno scarso coordinamento con il piano regionale. Si tratta adesso di porre fine a questo malgoverno)12 e dagli strali del capo della Protezione Civile Bertolaso contro labusivismo edilizio (Lacqua fa il suo corso e se le case sono costruite dove non si dovrebbe)13 e le sue coperture politiche. La visita era stata annunciata, poi smentita (sarei

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http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/m altempo-previsioni/morti-messina/morti-messina.html

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http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=92231 . Lesternalizzazione di Bertolaso rimbalzer ripetutamente nei giorni successivi e diventer modello interpretativo per buona parte dei media italiani. Agli occhi inesperti di giornalisti poco preparati, superficiali e in parte anche razzisti ledificio in mezzo ai detriti ha dato limpressione falsa di rappresentare una struttura edificata in mezzo allalveo torrentizio. Cos si esprime Ortolani nel citato documento riferendosi a Scaletta Zanclea.

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solo dintralcio, dice Berlusconi), poi confermata. Sul campo la strada stata aperta dagli specialisti del disaster management ai quali in queste occasioni viene delegata la gestione del territorio al di sopra di qualsiasi altra autorit locale. Servono meno fiere e propaganda e pi finanziamenti per la sicurezza del territorio. Meno sagre della salsiccia, aveva dichiarato Bertolaso a Scaletta Zanclea subito dopo il disastro. Ma proprio Bertolaso era stato nominato commissario in base allordinanza 3668 del 14 aprile 2008 che recita: Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare gli eventi calamitosi in ordine agli eccezionali eventi atmosferici verificatisi nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2007 nei comuni della fascia jonica della provincia di Messina. Commissario delegato era stato nominato Salvatore Cocina, capo della Protezione civile siciliana. Cocina poteva avvalersi di collaborazioni tecniche senza limiti, di 3 milioni di euro regionali e di altri 4 sottratti ai fondi Cipe. Certo, si tratta di un centesimo di quanto la Protezione civile ha speso per il G8 della Maddalena, di un ventesimo rispetto al budget di Guido Bertolaso come commissario alla regata velica di Trapani, una cifra equivalente al denaro stanziato, nel solo

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2007, per i consulenti del suo Dipartimento. La stessa somma era stata impegnata per il grande evento del Congresso eucaristico nazionale svoltosi a Bari nel 2005. Lapparizione del premier carica delle speranze di chi stato colpito dalla crudelt della natura e la gestione del rapporto diretta: tra leader e popolo nessun elemento intermedio. Prima lincontro diretto con gli sfollati, poi neanche il contraddittorio con i giornalisti: solo un punto informazione, non una conferenza stampa.14 Pi tardi, il presidente del Consiglio va in Prefettura, preferendo lingresso dallentrata laterale per evitare i contestatori: non devono esserci registrazioni che associno nella stessa inquadratura manifestanti e premier, meno che mai devono andare in onda. Molto significativo il video registrato dagli attivisti accorsi a contestare, che discutono animatamente con la troupe del Tg2 che spegne le telecamere per

Il comportamento del premier fu molto criticato in quella circostanza dai giornalisti locali che si sentirono limitati nel proprio diritto di cronaca. In realt, pare essere prassi consolidata nei rapporti tra Berlusconi e la stampa.
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non riprendere la protesta. La notizia, ben nascosta da quasi tutti i media, passer brevemente su alcuni giornali e sar affidata al circuito alternativo di YouTube.15 Fischi e contestazioni Berlusconi ricever anche ai funerali ufficiali delle vittime dellalluvione. In quella giornata, altri episodi di intolleranza nei confronti della libera informazione daranno il segno del rapporto tra potere e media nellambito della gestione delle emergenze. Una foto di Enrico Di Giacomo raffigura, infatti, un imponente cordone di polizia che blocca laccesso in piazza Duomo ai reporter. Uninviata de La 7 viene, invece, spinta a terra mentre rivolge una domanda impertinente al ministro della Giustizia Alfano (Il Ponte sullo Stretto ancora una priorit dopo quanto accaduto?).16

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http://www.youtube.com/watch?v=opQVGg68yj8

http://www.terrelibere.org/terrediconfine/messinacronache-dal-laboratorio-della-shock-economy
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Il modello LAquila
Nessuna strategia della prevenzione del rischio (semmai il contrario), presa di possesso del territorio dopo il disastro, esautoramento di ogni filtro democratico, rapporto diretto con la gente, nessun contraddittorio, gestione personale ed emergenziale delle risorse per la ricostruzione. Questa la politica della shock economy. Il modello quello avviato in Campania nella vicenda dei rifiuti e a LAquila nel dopo terremoto. Cos il modello LAquila? Ce lo dice il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, intervistato da Il Mattino: quello gi sperimentato con successo sia per risolvere lemergenza rifiuti a Napoli sia per fare fronte al dramma del terremoto in Abruzzo. In entrambi i casi c stata una verticalizzazione delle decisioni su Berlusconi, il coinvolgimento dellintero governo, unagenzia operativa diretta da Bertolaso e la

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messa in campo di tutte le risorse e gli strumenti necessari per realizzare il piano.17 La verticalizzazione delle scelte si , quindi, risolta in un sistema di gestione che ha consentito di operare senza alcun controllo, come ha dimostrato linchiesta della Procura di Firenze sugli appalti relativi al G8 previsto alla Maddalena e ad altri eventi, come i Campionati mondiali di nuoto (rientrati anche questi tra le emergenze), per i quali sono stati incriminati alti dirigenti del Ministero delle infrastrutture come Angelo Balducci, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e indagato lo stesso capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Insomma, un rivolgimento nella gestione della cosa pubblica. Il modello LAquila uccide la democrazia. Il modello LAquila spiana i territori. La ricostruzione dei luoghi, con i loro

Troise, Antonio. Brunetta: Modello LAquila per il piano Mezzogiorno in Il Mattino, 14 agosto 2009. http://www.napolionline.org/new/brunetta-modellolaquila-per-il-piano-mezzogiorno
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sistemi di relazione, vita, economia, affetti, passa in secondo piano. Lobiettivo sono le New Town (o No town come pi coerentemente qualcuno inizia a chiamarle) fatte di abitazioni di tre soli piani con giardini, piante e fiori, totalmente attrezzate, tanto da poterci stare una settimana solo con quello che ci si trova dentro, a detta del premier. Il sito? Dove c spazio. In Abruzzo prevalsa la visione edilizia, immobiliarista, del presidente Berlusconi, attuata militarmente dalla Protezione Civile. E quanto ha sostenuto molto presto il Comitatus Aquilanus, un gruppo di architetti, urbanisti e tecnici del settore che riscontra la sparizione, dopo quella di ricostruzione, della parola pianificazione, mettendo in discussione quel luogo comune mediatico che dava dellintervento del Governo a LAquila una rappresentazione di efficienza priva di ombre.18 Insomma, rimangono solo le

Emiliani, Vittorio. Cemento e deportati: il modello immobiliarista che condanna LAquila, 24.09.2009. http://www.eddyburg.it/article/articleview/13860/1/3 59
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casette. Per tutti? No, solo per una parte dei 60.000 sfollati, a quanto pare. Per Antonello Ciccozzi (docente di antropologia culturale presso lUniversit degli Studi dell`Aquila) il progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) si configura come una vera e propria operazione da shock economy. Lemergenza viene, cio, sfruttata per attivare dei meccanismi economici finalizzati a favorire le aziende legate al Governo. Il progetto C.A.S.E non tiene conto della variet degli habitat culturali in cui si vuole calare (porter in molti tra i venti siti scelti per lallocazione una tipologia abitativa condominiale in contesti rurali) e, comunque, non baster a dare una casa a tutti gli sfollati.19 Il sito www.laquilanuova.org descrive sin da subito il progetto C.A.S.E. come totalmente fallimentare. I nuovi insediamenti sono costituiti da appartamenti del valore di

Ciccozzi, Antonello. Il piano C.a.s.e. e la citt dell'Aquila in Carta, 19.06.2009. http://www.carta.org/campagne/beni+comuni/17822


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2600/3000 euro al metro quadrato che hanno le dimensioni di 33 metri per le coppie, 41 per le famiglie composte da 3 persone e 55/84 per le pi numerose e, nel loro complesso, si configurano come quartieri dormitorio senza alcuna ricettivit.20 Secondo il Comitato Aquilanus, per ricostruire il centro storico de LAquila occorrerebbero 380 milioni di euro, dato ricavato aggiornando il costo della ricostruzione in Umbria e Marche. Nella complessiva valutazione del costo della ricostruzione post terremoto, secondo il disegno governativo, ai 490 milioni di euro del Progetto C.A.S.E. per il fabbisogno residenziale dei soli abitanti del centro storico va aggiunto, quindi, il costo di riedificazione della zona rossa calcolato, come si detto, in 380 milioni di euro, per un totale di 870 milioni

L'Aquila scrive a Tempostretto: Non tutto oro quel che luccica. http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=20815
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di euro. A conti fatti, il Progetto C.A.S.E. sembra quindi richiedere un costo fortemente maggiore rispetto alla ricostruzione 21 tradizionalmente intesa. Il progetto New Town, peraltro, si traduce nellabbandono di qualsiasi intervento sul centro storico de LAquila che viene totalmente abbandonato. Il 14 febbraio 2010 gli aquilani forzano la zona rossa ed entrano nel centro storico della loro citt rilevandone lo stato dabbandono.22 Il 28 febbraio si armano di guanti, tute, attrezzature e carriole e vanno a rimuovere in prima persona le macerie dal centro storico.23

Comitatus Aquilanus. LAquila. Non si uccide cos anche una citt?, settembre 2009. http://www.scribd.com/doc/21872747/ComitatusAquilanus-L-Aquila-Non-si-uccide-cosi-anche-una-citta%C2%A0-2009
21 22http://www.youtube.com/watch?v=7yfBYNfWn6o&f

eature=player_embedded
23http://www.youtube.com/watch?v=psRRX5jI_Yo&fe

ature=player_embedded

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La cosa andr avanti cos per ogni domenica finch il 28 marzo la Digos procede al sequestro di 5 carriole e allidentificazione di una decina di persone con la motivazione che loperazione di ripulitura si configura come manifestazione e questo non consentito in giornate dedicate ad elezioni. Naturalmente, ci non ha fermato il lavoro dei cittadini aquilani autorganizzati.24

Augustus
La politica dei disastri si era manifestata in precedenza nella vicenda dei rifiuti in Campania. Un film-documentario, Una montagna di balle, con la regia di Nicola Angrisano e la voce narrante di Ascanio Celestini, frutto delle lotte contro le discariche e gli inceneritori, descrive, storicizzandolo, il meccanismo da shock economy che regge tutta la gestione dei rifiuti in Campania. Dal film appare evidente la scelta di alimentare il disagio causato dalla monnezza fino ad arrivare a situazioni di estrema emergenza, utili a determinare scelte che favoriscono solo alcuni

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http://www.youtube.com/watch?v=C60psKEeY2M

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gruppi imprenditoriali (lImpregilo da una parte, la camorra dallaltra).25 Si tratta, insomma, di schemi collaudati che vengono applicati in situazioni differenti ma che si basano su direttive ben articolate. Il Metodo Augustus e le sue integrazioni successive, ad esempio, definiscono le linee guida del funzionamento della macchina della Protezione Civile e impartiscono anche gli insegnamenti utili ai fini del governo del territorio e della popolazione in tempo di crisi. La popolazione comunque sempre coinvolta nelle situazioni di crisi, sia emotivamente (teme di essere toccata dagli eventi, partecipa ai problemi di chi coinvolto), sia fisicamente (se non ha subito danni, comunque costretta a sopportare disagi) Se la controparte istituzionale sar sufficientemente autorevole e determinata, la maggior parte dei cittadini sar disponibile ad abdicare alle proprie autonomie decisionali, a sottoporsi a privazioni e limitazioni, ad

Angrisano, Nicola. Una montagna di balle, Insu Tv 2009. http://www.youtube.com/watch?v=c6hRWkU2An8


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ubbidire alle direttive impartite... Un chiaro piano di comunicazione [...] permetter una pi agevole accettazione delle misure adottate. Non solo: qualora il precipitare degli eventi lo rendesse necessario, sar pi facile imporre una disciplina pi ferrea e chiedere sacrifici pi duri... E inutile perdersi in dettagli poco importanti, per esempio parlare della reazione incontrollata di una piccola parte della popolazione, quando la comunit si comportata, in generale, in maniera corretta.26 Il ruolo dei media quindi fondamentale. Il giornalismo diventa embedded, come quello delle zone di guerra: il giornalista, perfettamente integrato e guidato, nel suo lavoro, dallistituzione che gestisce lemergenza, si deve affidare allUfficio Stampa del Dipartimento di Comando e Controllo della Protezione Civile, deve chiedere autorizzazioni, registrarsi in pool, partecipare a eventi per poter documentare. Tutti gli altri devono essere isolati. La costruzione mediatica deve mostrare una situazione di positivit e successo

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http://www.protezionecivileonline.it/public/index.php? option=com_content&view=article&id=48&Itemid=55

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nellintervento. Per questo, le contestazioni di Onna e di Messina, hanno trovato poco spazio sugli schermi delle tv27. Per questo, ai funerali delle vittime dellalluvione di Messina, un imponente cordone di polizia in tenuta antisommossa come appunto testimoniato dalla fotografie di Enrico Di Giacomo separava cameraman e giornalisti dai partecipanti. Un muro di divise per proteggere lo show. E gli affari.

Il 16 settembre 2009 gli abitanti della cittadina abruzzese di Onna contestavano Berlusconi, venuto a consegnare le prime abitazioni. Quasi tutti i media oscuravano le proteste, cos come avvenuto alla Prefettura di Messina quando un gruppo di contestatori accoglieva il presidente del Consiglio arrivato pochi giorni dopo lalluvione.
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Le crepe dellesecutivo

comunicative

La politica dei disastri anche strategia comunicativa attraverso la quale vengono veicolati modelli preconfezionati. Sono le contro-strategie dei movimenti a svelare le bugie. Il giorno dopo lalluvione, la ministra per lAmbiente Prestigiacomo e il capo della Protezione Civile Bertolaso aggiungevano ulteriore disperazione e rabbia nei paesi colpiti dalle frane sostenendo che la causa di quanto successo andava addebitata allabusivismo. Il 3 ottobre il premier Berlusconi, dopo aver sorvolato per pochi minuti le aree colpite dal disastro, esponeva la propria ricetta, preconfezionata visto che non aveva a supporto nessuno studio o indagine scientifica: i paesi colpiti non potevano essere messi in sicurezza, bisognava costruire delle new town. Modello LAquila era lespressione pi

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gettonata, un miliardo di euro la cifra garantita durante il punto stampa. 28 Pochi giorni dopo lalluvione il ministro Matteoli dichiarava che il crono programma della costruzione del Ponte sullo Stretto era confermato. La presa di posizione sarebbe stata poi ulteriormente rinforzata da autorevoli pronunciamenti, tra i quali quelli del premier, fino allannuncio della posa della prima pietra per il 23 dicembre a Villa San Giovanni.29 Se non fosse stato evidente il segnale politico, una tale tempistica sarebbe stata definita quantomeno frettolosa. Ed, in effetti, in molti considerarono quelle dichiarazioni offensive,

Messina, Berlusconi: Bloccheremo tassi e mutui. http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2 009/10/messima-alluvione-berlusconi.shtml


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Ponte sullo Stretto, Matteoli d le date I lavori inizieranno il 23 dicembre. http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_15/matteoli -ponte-stretto_bb36912c-b998-11de-880c00144f02aabc.shtml
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visto il momento e il bisogno di risorse per lemergenza che si avvertiva. Evidentemente era necessario lanciare un messaggio rassicurante e quel messaggio venne lanciato. Il Ministro per le Infrastrutture si spinse allora anche pi in l e arditamente dichiar che con il Ponte i danni subiti a causa dellalluvione sarebbero stati di molto ridotti,30 aggiungendo ancora unaltra (tra le tante) affermazione ad effetto priva di qualsiasi supporto esplicativo. Dello stesso segno, peraltro, era stato il comportamento del governatore della Sicilia Lombardo che da una parte annunciava limpegno di 20 milioni per lemergenza

Matteoli: Con lalluvione di Messina il Ponte sullo Stretto non centra nulla
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http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/6 6414/alluvione-mesisnese-matteoli-ponte-sullo-strettotutto-sraebbe-verificato.htm

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alluvione31 e dallaltro chiariva che la Regione Siciliana avrebbe partecipato alla ricapitalizzazione della Stretto di Messina Spa per 100 milioni di euro.32 Un gioco delle parti orrendo. Il dolore delle persone colpite dai fiumi di fango venuti gi dalle colline rendeva in quei momenti difficile parlare, per il timore di insultare quel dolore con lesercizio della ragione. Ma lo spettacolo

Alluvione Messina. Sale il numero delle vittime, Lombardo: Subito 20 milioni. http://www.98cento.it/cronaca/2933-alluvionemessina-ancora-35-i-dispersi-si-continua-scavareberlusconi-atteso-per-oggi.html
31

Aumento di capitale per la societ Stretto di Messina. Domani via ai lavori del ponte, 22.12.2009. http://www.siciliainformazioni.com/giornale/economia /75347/aumento-capitale-societ-stretto-messina.htm
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offerto dalla politica faceva talmente orrore da rendere complice il non denunciare. La strategia che i padroni della gestione della cosa pubblica offrirono fu tanto cinica quanto abile. La cronaca di una tragedia annunciata, come si sentiva dire in quei giorni, con una formula che ripetuta allinfinito passata dalla descrizione della verit allenunciato banale, logoro, avrebbe dovuto portare alla messa in critica totale delloperato di coloro che hanno amministrato quei territori e di coloro che ne sono stati i loro padrini. Sarebbe stato normale, in un posto normale, lassunzione di responsabilit da parte degli amministratori, dei sindaci, del governo, di tutti coloro che hanno il compito di gestire, controllare, programmare. Ci che invece avvenuto stato un ribaltamento delle colpe con labusivismo diffuso al primo posto tra gli imputati. Quello che, per, viene taciuto dellabusivismo che intorno ad esso si giocano, oltre che interessi economici, uno scambio politico che comporta la raccolta del consenso e la costruzione delle clientele. Certo, in quei giorni si consumato un gioco a rimpiattino tra chi (gli amministratori locali)

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lamentava la mancanza di fondi e di risposte e chi (il governo centrale) scaricava sulle amministrazioni locali la responsabilit della mancata gestione del territorio. E alla fine tutto stato risolto con la nomina a Commissario del Presidente della Regione Lombardo e a Vice-Commissario del Sindaco di Messina Buzzanca. In questo gioco di rimandi, nellassenza di unalternativa credibile, non rimasto alle persone che affidarsi allattesa messianica dellarrivo del Presidente del Consiglio. Nellillusione generalizzata che solo da l potesse venire la salvezza, perch le risorse sarebbero arrivate solo se a Berlusconi fosse stato concesso di fare di Messina una sua vetrina (cos come a Napoli e a LAquila). E cos, prima la Protezione Civile prese possesso del territorio, esautorando tutte le autorit locali, e poi Berlusconi fece la sua apparizione (che tale per molti sar) promettendo dinteressarsi personalmente del problema. Come se il puntare sulle politiche della cementificazione, come se la riduzione degli strumenti di prevenzione e tutela (ad esempio la riduzione degli organici dei Vigili del Fuoco), come se la politica dei condoni, come se lattacco alla dimensione pubblica e

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lesaltazione delliniziativa privata finalmente liberata da lacci e lacciuoli non fossero tratti della strategia berlusconiana (e delle politiche neoliberiste in generale). Nonostante tutto, il premier divenne la Speranza. Eppure sarebbe gi un grande passo in avanti dirottare sulla messa in sicurezza del territorio le risorse previste per il Ponte sullo Stretto, come chiesto dal Movimento con la manifestazione dell8 agosto.33 Eppure sarebbe stato quello il momento di liberarsi di una classe politica incapace e dedita solo alla propria continua riproduzione. Eppure sarebbe stato quello il momento per pensare ad una nuova sfera pubblica nella quale la partecipazione ed il controllo dei cittadini possano assumere carattere paradigmatico. A quella richiesta, alla richiesta di utilizzare i soldi previsti per il Ponte per la tutela del

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Rete No Ponte. Contro il ponte e per la tutela dei territori, aprile 2009. http://noalponte.splinder.com/post/20322963/Contro +il+Ponte+e+per+la+tutel

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territorio, pi di una volta stato risposto che sarebbe stato impossibile in quanto fondi europei, lasciando in sospeso lequivoco che fossero fondi stanziati dallEuropa per il Ponte. In realt, si tratta di fondi Fas (Fondi europei per le aree meno sviluppate) che i Governi possono utilizzare per quelle iniziative che servano a riattivare meccanismi economici virtuosi.34 A parte il fatto che i fondi Fas sono stati utilizzati per sanare i conti disastrati del Comune di Catania e per la Cassa Integrazione, va segnalato che il miliardo messo in finanziaria per il Ministero per lAmbiente e finalizzato al piano per la difesa del suolo (un miliardo per tutta Italia evidentemente una cifra assolutamente non adeguata alle necessit) stato ricavato dal Fas, a dimostrazione del fatto che non risponde a vero il fatto che i

Corte dei Conti. Esiti dei finanziamenti per il ponte sullo Stretto di Messina, 15.12.2009. http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Attid/Controllo-/Documenti/Sezione-ce1/Anno2009/SecondoCo/Deliberazione_Stretto_di_Messina.doc_cvt.htm
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fondi destinati al Ponte sullo Stretto (che hanno appunto stessa natura) non possano essere riconvertiti per la messa in sicurezza del territorio.35 A rendere ancora pi evidente la bugia ci ha pensato il Governatore della Sicilia Lombardo dichiarando di recente di voler utilizzare i fondi Fas per contrastare i danni subiti a causa delle frane che stanno colpendo ormai innumerevoli comuni della provincia di Messina.36 Per denunciare quella bugia, la Rete No Ponte indisse una manifestazione per il primo

Cottone, Nicoletta. Finanziaria 2010: tutte le novit dalla A alla Z in Il Sole24ore, 22.12.2009. http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme %20e%20Tributi/2009/12/finanziaria-2010-modifichemaxiemendamento-approvazione_7.shtml
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Nebrodi: in arrivo dallEuropa i fondi necessari per gli interventi. Parola di Lombardo in Tempostretto, 27.02.2010. http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=25240
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dicembre 2009, a due mesi dalla tragedia. Nonostante i temporali e la grandine che colpirono Messina fino ad unora prima del corteo, oltre mille persone sfilarono per le strade di Torre Faro. Tra i tanti interventi di coloro che si avvicendarono al microfono alla fine delliniziativa il pi toccante fu senzaltro quello di una rappresentante della comunit di Scaletta Zanclea, paese colpito dallalluvione.37

Rete No Ponte. I soldi del Ponte per la sicurezza dei territori. Oltre mille in corteo a Torre Faro, 01.12.2009. http://www.terrelibere.org/terrediconfine/soldi-delponte-per-la-sicurezza-del-territorio-oltre-mille-incorteo-a-torre-faro
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Per Ciucci continuare

limportante

Lincongruenza dei dati economici, una stima disinvolta dei traffici nello Stretto, lazzardo ingegneristico, il devastante impatto ambientale. Il giudizio della Corte dei Conti rispecchia le posizioni del movimento No Ponte. Negli stessi giorni, gli abitanti di Giampieri protestano: non stata neppure avviata la messa in sicurezza del proprio territorio. La relazione della Corte dei Conti del 15 gennaio 2009 dal titolo Esiti dei finanziamenti per il Ponte sullo Stretto esprime un parere complessivamente negativo sul progetto di realizzazione della grande infrastruttura. In essa trovano conferma alcuni tra gli argomenti che hanno mosso il movimento No Ponte in questi anni: lincongruenza dei dati economici, una stima disinvolta dei traffici nello Stretto che dovrebbero giustificare loperazione del project finance, lazzardo ingegneristico che penserebbe ad una campata unica di quasi il 40% pi lunga della maggiore mai realizzata, il devastante impatto ambientale. In un suo articolo di commento al pronunciamento della Corte dei Conti, Guido

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Signorino (docente di Economia Applicata presso lUniversit di Messina) sottolinea come dopo la conclusione della gara per il general contractor, Stretto di Messina spa ha rielaborato le stime dei flussi di traffico del ponte al 2017, riducendole del 5 per cento per le auto e del 10 per cento per i camion In realt, il progetto preliminare considera solo due scenari di crescita: alta (+3,8 per cento lanno) e bassa (+1,8 per cento); il rimando a un inesplorato scenario intermedio occulta il fatto che levoluzione delleconomia meridionale risultata inferiore perfino allo scenario pessimistico. Nel periodo 2002-07 (precedente la crisi), il tasso medio di crescita stato al Sud l1,1 per cento, inferiore di ben il 40 per cento allipotesi minimale formulata nel progetto. Con tali premesse, la limatura nelle stime appare eccessivamente contenuta e destinata a essere smentita dai fatti.38

Signorino, Guido. Il Ponte tra garanzie private e pubblici rischi, 22.02.2010. http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?artico lo=7403
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Inoltre, Signorino segnala che laggiornamento del piano finanziario riconosce a Eurolink una maggiorazione di 1.090.000.000 euro: il consorzio si riprende, raddoppiandolo, lintero ribasso di mezzo miliardo che aveva offerto nella gara.39 Per giustificare tale aumento stato tenuto in conto, tra le altre cose, laumento del costo dellacciaio, ma il valore dellacciaio si dimezzato tra il 2007 e il 2009, tornando quasi ai livelli del 1997, straordinariamente inferiori ai picchi del 2004.40 Insomma, una stroncatura su tanti fronti che meriterebbe una seria messa in discussione di tutta loperazione Ponte. Non , invece, mancata limmediata dichiarazione dellAD della Stretto di Messina Ciucci che, di maniera, risponde: desidero confermare alla Corte, cos come risulta dalla ulteriore documentazione trasmessa, il pieno impegno ad effettuare una costante valutazione di tutti i principali aspetti tecnico-operativi del progetto

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Signorino, Guido. Cit. Signorino, Guido. Cit.

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del Ponte, con particolare riferimento alla fattibilit tecnica, compatibilit ambientale nonch allaggiornamento delle stime di traffico.41 Tutto questo avviene mentre gli sfollati di Giampilieri scendono in piazza per protestare perch non daccordo a rientrare nelle proprie abitazioni senza garanzie sulla messa in sicurezza del paese. Sembrano ormai lontane nel tempo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Berlusconi sulla necessit di pensare a delle new town (peraltro molto avversate dagli stessi abitanti, indisponibili ad essere sradicati dal proprio paese) per le quali il Governo

Ponte Messina: Ciucci, bene Corte Conti, impegnati in costante valutazione, 15.01.2010. http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=3.0.42045 28353
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sarebbe intervenuto con finanziamenti per un miliardo. Dichiarazioni azzardate, puro spettacolo, se a distanza di mesi dalle frane si spingono gli abitanti a tornare nelle loro abitazioni sulla base di una suddivisione cromatica delle aree criticata da molti e senza interventi strutturali per la messa in sicurezza della montagna. 42 Il Sole 24 Ore offre una chiave di lettura: in periodo di crisi e di risorse scarse, si scelgono le priorit su cui intervenire. In un breve articolo del 13 gennaio viene segnalato come il Governo abbia nel 2009 scelto di concentrare tutte le risorse a disposizione su 6-7 grandi

Il 10 marzo 2010 altre frane e smottamenti colpiscono le frazioni di S. Stefano Briga, Pezzolo, Mili S. Pietro, Santa Margherita, Tremestieri, causando disagi sulla A/18 e sulla A/20 nonch linterruzione del traffico sulla SS. 114. A Giampilieri una nuova colata di fango giunge a lambire la zona verde (quella considerata sicura e, quindi, nuovamente abitabile). http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=25544
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opere.43 In sostanza, vengono premiate quelle operazioni che favoriscono solo pochi grandi contractor e sulle quali possibile costruire grande attrattiva mediatica piuttosto che investire in opere ad alta utilit sociale ed economia diffusa come, appunto, la messa in sicurezza idrogeologica del territorio. Secondo unn articolo pubblicato da Daniele Martini su Il fatto quotidiano il 4 marzo 201044, sono solo dodici i supergruppi (per un totale di 45 ditte) a fare il pieno dei grandi appalti: Astaldi, Baldassini-Tognozzi-Pontello (che si messa in mostra anche come esponente di

Il calo delle infrastrutture / Un cantiere che non avanza in Il Sole24ore, 13.01.2010. http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier /Italia/2009/commenti-sole-24-ore/13-gennaio2010/infrastrutture-cantiere-non-avanza.shtml
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Martini, Daniele. Quelli che vincono sempre. Ecco il gruppo di imprese che riesce ad aggiudicarsi tutti i lavori pubblici pi importanti in Il fatto quotidiano, 4 marzo 2010
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spicco del Cupolino della Protezione civile), Condotte, Fincosit, Impregilo, Impresa, Itinera, Maltauro, Pizzarotti, Todini-Salini, Torno, Vianini. Su tutte, ruolo preminente ce lha Impregilo. Da notare lassoluta sovrapponibilit del mercato delle emergenze con quello delle grandi infrastrutture. Larticolo riprende uno studio dellIGI (Istituto Grandi Infrastrutture), presieduto da Giuseppe Zamberletti (presidente anche della Stretto di Messina S.p.a.) nel quale viene evidenziato come nel 2009 solo 1,3 miliardi di euro siano stati appaltati per opere tra gli 8 e i 40 milioni. Il risultato stato che nel settore, su cui insistono 34 mila imprese, sono stati persi 100 mila posti di lavoro in un anno. La presentazione della squadra interessata alla costruzione del Ponte sullo Stretto svoltasi il 12 febbraio a Messina conferma questa scelta strategica. I soldi pubblici a disposizione verranno riversati nella ri-progettazione del Ponte e nelle opere collaterali (propedeutiche e compensative) della grande opera. Tanto per loro limportante non finire. Limportante continuare.

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Compensazione del disastro. Un modello dallAfrica allo Stretto


Il modello delle opere compensative nasce con gli interventi in Africa delle grandi multinazionali. Siamo consapevoli di provocare gravi danni, per li risarciamo. E stato pi volte applicato in Italia: nel disastro campano dei rifiuti, con i danni prodotti dal Tav, nelle aree interessate dai poli petrolchimici e dalle installazioni militari. Ora nello Stretto: nuovo dissesto idrogeologico e tante opere inutili. Ma chi accetta la compensazione non pu rifiutare il danno. Duecento chilometri di strade, migliaia di ettari di terra arabile invasi dalla acque, crepe aperte nelle case dagli esplosivi, lerosione dei terreni ed il conseguente trasferimento forzato di migliaia di persone, ovvero lintero popolo dei Basotho deportato dal progetto della megadiga nota come Lesotho Highlands Water Project. Avviato nel 1986, dovrebbe concludersi nel 2027. La seconda pi grande opera al mondo nel suo genere, gestita anche da Impregilo, pensata allepoca dellapartheid per trasferire risorse idriche dagli altipiani del Lesotho al ricco distretto industriale di Johannesburg e segnato da casi di corruzione di risonanza mondiale. Il Lesotho un paese povero, vive

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di agricoltura ed allevamento e dipende in gran parte dagli aiuti finanziari del vicino Sudafrica, dove molti dei suoi abitanti emigrano per lavorare nelle miniere. La risorsa principale lacqua. Ma la vicenda anche un ottimo esempio del modello delle opere compensative: ai 30 mila Basotho, infatti, era stato proposto un ricco programma di reinsediamento, con risarcimenti e compensazioni varie. Purtroppo la conseguenza immediata fu il dilagare di Aids, alcolismo e prostituzione. E facile imporre il ricatto delle opere compensative nel Terzo Mondo, dove si pensa di trovare povert diffusa e debolezza della societ civile. Purtroppo questo modello diffuso anche in Italia. E stato applicato nei paesi dove vengono installate le discariche dei rifiuti solidi urbani (in Campania, e non solo a Chiaiano), nei territori devastati dai cantieri del Tav (sia in Val di Susa che nel tratto Bologna-Firenze), nelle zone dove esistono grandi complessi petrolchimici (ad esempio larea di Priolo-Melilli interessata dal nuovo rigassificatore). Stessa cosa per le installazioni militari. Afferma il sindaco di Niscemi, Di Martino: Le misure compensative proposte confermano il grave rischio rappresentato dalle radiazioni dellantenna. Ci sono valori che non si possono

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contrattare, ci sono diritti, come quello alla salute che non pu essere messo in discussione, per nessun prezzo45. Il riferimento allantenna satellitare nota come MUOS da utilizzare per comunicazioni militari intercontinentali - che la marina USA vorrebbe installare nel piccolo centro siciliano, osteggiata dalla popolazione e dagli enti locali per i gravi rischi alla saluta che comporta. La logica semplice: siamo consapevoli di apportare un danno al territorio, ma vedremo di compensarlo. Vivrete in un territorio devastato e ad alto rischio idrogeologico, vi ammalerete di tumore, sarete infestati dalla spazzatura (a seconda dei casi citati) ma un po pi ricchi degli altri.

Il commissario Ciucci
Dopo aver trascorso lestate 2009 in qualit di Commissario Straordinario per riavvio delle attivit, con il compito specifico di

Comunicato dellUfficio stampa del Comune di Niscemi, 26 marzo 2010


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rimuovere gli ostacoli al Ponte, l11 novembre dello stesso anno Ciucci stato nominato Commissario per le opere collegate del Ponte sullo Stretto. Durante un intervento al consiglio comunale di Messina, ha promesso 130 milioni di euro, evidenziato i vantaggi che il territorio avr dalle nuove infrastrutture, smentito una per una le perplessit dei contrari. Lambiente? Il monitoraggio riguarder unarea dieci volte pi ampia di quella dei cantieri. Il problema dei cetacei distratti dallombra del Ponte? Le conclusioni del Dipartimento di biologia dellUniversit sono tranquillizzanti. La mafia? E stato fondato il comitato di alta sorveglianza. Ma il giorno di Ciucci il 12 febbraio 2010. In un Palacultura non ancora agibile, lamministratore delegato della Stretto di Messina S.p.a. presenta la squadra, cos stata definita, candidata a costruire il Ponte sullo Stretto. Lannuncio arriva direttamente durante il convegno Il progetto - Lorganizzazione - I lavori. Ma il progetto ancora quello provvisorio, invece lunica certezza sono le opere collaterali, che inizieranno a breve. Lapertura al traffico stata annunciata per il primo gennaio 2017. Sarebbe un record, considerando che la location dellincontro il Palacultura Antonello da Messina, appena

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inaugurato, ma frutto di un iter trentennale: il progetto del 75. Proviamo a dirlo in romanesco: si sono allargati, ammette Ciucci, a proposito del lungo elenco delle opere compensative presentato dal Comune di Messina, molte di pi rispetto alla previsione iniziale. Al sindaco Giuseppe Buzzanca non piace la definizione opere compensative. Sono opere collegate, proclama. Noi non vogliamo essere ricompensati di nulla. Ma come pu essere connesso al Ponte il nuovo svincolo di Giampilieri? Si trova a 34 chilometri dal futuro pilone ma a poca distanza da una ulteriore uscita prevista, quella di Santo Stefano. Nuovi interventi, dunque, proprio nella zona teatro della terribile alluvione del primo ottobre 2009. E la messa in sicurezza del territorio, richiesta a gran voce dalla Rete No Ponte e a parole promessa da tutti? I fondi o servono per la costruzione del Ponte o non verranno, nessun privato investir per la messa in sicurezza del territorio, dice Buzzanca, giocando per lennesima volta con lequivoco del finanziamento privato dellinfrastruttura.

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In realt, oggi i milioni sul tavolo sono interamente statali. E lAnas il soggetto che gestisce e controlla tutto. Quando ero ministro allAmbiente, feci fare una valutazione, dir il ministro delle Infrastrutture Matteoli al convegno del giorno dopo, stesso titolo ma citt diversa, Villa San Giovanni. Per mettere in sicurezza il nostro territorio ci volevano circa 70 mila miliardi delle vecchie lire. Ci rendiamo conto, di fronte a queste cifre, che impossibile poterle reperire. Dobbiamo lavorare piano piano per cercare di rendere pi sicuro il nostro territorio, ma un lavoro improbo, lungo e molto costoso. Dunque, intanto asfalto e cemento. Altro che messa in sicurezza del territorio. Negli stessi giorni, la vicenda di San Fratello paese sui Nebrodi evacuato in fretta per un movimento franoso lungo un chilometro riproponeva lurgenza del riassetto idrogeologico. La lunghissima lista dei lavori previsti per la citt dello Stretto perlopi inutili aggraver il dissesto, non solo nella zona nord, in cui previsto il cantiere principale, ma anche nel cuore della citt con le opere ferroviarie e persino nella parte meridionale - quella che ancora piange i trentasette morti dellalluvione - dove

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prevista la realizzazione di due nuovi svincoli autostradali.

Le piccole opere
Un delirio di strade accompagner il progetto principale: si inizia col raddoppio della tangenziale (da Tremestieri allAnnunziata, fino a Ganzirri, dove sorger lultimo casello prima del Ponte). Poi una serie di opere stradali (raccordo e nuova Panoramica) proprio alla punta della Sicilia, che incidentalmente anche unarea naturalistica di interesse europeo. Curiosamente, nellelenco stato inserito anche lo svincolo di Giostra (lavori avviati nel 1997, fine prevista nel 2011, costo 77 milioni): come se lavvio di unopera straordinaria debba servire a realizzare lordinario. A questo si aggiunge tutta una serie di varianti e la via del mare, la strada da 65 milioni che dovrebbe trasformare un maxi-imbarcadero in una citt con vista sul mare, lormai famigerato waterfront. Le nuove strade saranno costruite per i mezzi di cantiere e non per laumento del traffico che non ci sar. Traffico, polvere, rumore, vibrazioni: questo che da il maggiore impatto ambientale, ammette il responsabile di Impregilo a proposito dello smaltimento di 21

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milioni di metri cubi di materiale di risulta. E stato pure previsto un sistema parallelo di chiatte per lo spostamento via mare, o di vagoni ferroviari. Ma i problemi reali non trovano posto nelle relazioni: tutto un delirio di orgoglio sicilianista (Non pi isolaniisolati,Ce la sapremo cavare da soli), ardite incursioni storiche (la battaglia di Lepanto, Napoleone, la scoperta dellAmerica), evocazioni strampalate (A challenge and a dream, il Pontefice, la fratellanza tra i popoli, persino un riferimento al logo della Cisco System). Alcune opere sono collegate, altre mitigatrici, ma almeno una alternativa: la metropolitana del mare tra le due sponde, con relative fermate, pontili ed opere a terra. Una volta entrata in funzione, render ancora meno attraente per i pendolari il lunghissimo percorso che dal centro di Messina porta allestremit nord e quindi ridiscende verso Reggio Calabria. Poi la nuova stazione ferroviaria, prevista nella zona di Gazzi. E una contorta nota di ottimismo: La realizzazione di tutte le opere ferroviarie connesse in modo tale da consentire il passaggio dei treni ad alta velocit.

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Il completamento della copertura del torrente Papardo - 15 milioni di euro - apre la lunga lista delle opere compensative. Seguono la pianificazione dellArea Integrata dello Stretto (5 milioni di euro), il Piano Particolareggiato Porto-Tremestieri (32,5 milioni di euro), Aree attrezzate di Protezione Civile (2,5 milioni di euro). Si chiude con le iniziative che strizzano locchio agli ambientalisti: interventi di salvaguardia ambientale e sanitaria della Riserva di Capo Peloro e opere finalizzate alla valorizzazione turistica del territorio e dei flussi migratori (80,7 milioni di euro). Ma allo stesso tempo nuove strade, cantieri e materiali di risulta impatteranno soprattutto questa zona. La soluzione? La rinaturalizzazione e ripascimento dei litorali attraverso il riutilizzo dei materiali di scavo, previa caratterizzazione degli stessi. Per un costo di 11,8 milioni. Persino la delibera del Consiglio comunale avverte: Appare opportuno inserire tra gli oneri a carico del contraente la verifica di idoneit geotecnica ed ambientale dei materiali di scavo da utilizzarsi per le suddette opere. Si dovr dare inizio ai corsi di formazione professionale per consentire che le maestranze locali possano essere impegnate alla

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realizzazione del Ponte e delle opere ad esso connesse, chiede infine la delibera del Consiglio comunale. Lavoreranno 40 mila unit annue, annuncia Ciucci. La slide elenca tra le altre queste categorie: vetrai, edilizia, lavorazione del legno, segnaletica, divertimento. Se parlano di un picco di 8 mila per anno, come si arriva a 40 mila?, chiedono in sala gli attivisti della Rete No Ponte. I conti li facciamo dopo, ribatte serafico Ciucci. Tra le poche certezze, al solito, ci sono le richieste del Comune di Messina. Assunzione di nuovi vigili urbani e pompieri. Il restauro di monumenti ed edifici storici, il restyling di vie e passeggiate cittadine, lammodernamento delle strutture alberghiere esistenti e la costruzione di nuove strutture ricettive. Adesso dobbiamo genufletterci per avere quello che ci spetta, come fosse una prebenda, si lamenta Buzzanca chiudendo il suo intervento. Potremo camminare con le nostre gambe. In futuro, forse. Oggi sono tutti col cappello in mano. Anche a costo di rischiare ancora una volta di essere sommersi dal fango.

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La politica col cappello in mano


La sensazione che il Ponte non sia linfrastruttura di attraversamento dello Stretto ma un sistema complesso di gestione di flussi economici e di raccolta del consenso. Il rilancio del Governo sul miliardo e 300 milioni destinati alle opere preliminari ha risvegliato gli appetiti di tutti, trasformando come prevedibile una battaglia di idealit in uno scontro di interessi. Le reiterate dichiarazioni di Berlusconi, Matteoli, Ciucci degli ultimi tempi hanno piano piano bucato il velo di scetticismo che copre tutta la vicenda della megainfrastruttura (tanto non lo faranno mai) e hanno lasciato prendere il sopravvento allansia di infilarsi nel nuovo affare. Non stiamo parlando del Ponte. Per quello saranno necessari i soldi dei privati (cio il sistema banche-mutui-debito noto come finanza di progetto). Parliamo di cose pi serie, di soldi pubblici. Non chiaro ancora quanti saranno, in che tempi arriveranno, ma comincia a diventare credibile che arrivino. Un flusso di denaro come ce ne sono stati tanti in passato. Oggi c questo: quello del Ponte. Bisogna che ci si infili dentro. Bisogna sgomitare per far passare lopera preliminare di riferimento. Questo sar adesso loggetto del

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contendere: lordine delle priorit delle opere da infilare tra le preliminari e, naturalmente, gli incarichi, le consulenze, i commissari, gli appalti, i gettoni. Il Ponte sparisce, rimane l sullo sfondo. Non importa neanche pi se si pro o contro. Anzi, con la furbizia tipica della classe politica locale, comincia a farsi strada la tesi che tanto il Ponte non lo faranno mai, dunque prendiamoci queste opere targate Ponte perch altrimenti questi soldi svaniranno. Cos il Ponte entra anche nel No Ponte. Un ragionamento di questo tipo prescinde dal bene della comunit e si basa sulla politica accattona. Avremo pessimo lavoro, quegli interventi che producono disastri annunciati, politiche dei disastri e lacrime di coccodrillo. Avremo infiltrati in pianta stabile, cio mafiosi che lucrano sul denaro pubblico, terrorizzano i lavoratori, impongono il loro dominio basato sulla violenza cos come accade da anni nei cantieri della Salerno-Reggio Calabria, dove i protagonisti sono gli stessi (Anas, governo Berlusconi, Impregilo) che gestiscono laffare Ponte. Potremmo chiedere infrastrutture di prossimit (per esempio si prospetta per Messina una tangenziale da grande metropoli, mentre il

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traghettamento pubblico di fatto smantellato) ed un programma di messa in sicurezza che assicuri lavoro di qualit e stabile ed un territorio riqualificato. Ma queste sono cose che fanno i cittadini, non i sudditi col cappello in mano.

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Potere assoluto
Dopo linchiesta di Firenze sul G8 de La Maddalena, dopo larresto di Balducci e soci, dopo le intercettazioni di Bertolaso, dopo aver sentito gli allegri imprenditori che ridevano mentre gli aquilani morivano sotto le macerie in molti si sono svegliati e hanno messo in discussione il meccanismo di funzionamento della Protezione Civile e del suo capo incontrastato. Manuele Bonaccorsi, redattore del settimanale Left, il libro Potere assoluto, la Protezione civile al tempo di Bertolaso lha scritto nel 2009, quando sembrava ci fosse un consenso unanime sulloperato dei professionisti del disaster management. Bonaccorsi descrive un sistema dellemergenza che si applica oltre che ai disastri, ai grandi eventi sportivi, politici, culturali, alle infrastrutture, retto dallasse Berlusconi-Bertolaso. In otto anni e mezzo, questo sistema, che agisce in deroga alle norme vigenti in tema di appalti, sicurezza, lavoro viene praticato attraverso oltre 500 ordinanze per una spesa complessiva di oltre 10 miliardi di euro. Peraltro, la carriera di Bertolaso abbastanza bipartisan. Viene chiamato da Francesco

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Rutelli a gestire il Giubileo del 2000 e rimane in carica anche con Prodi presidente del Consiglio sebbene, va detto, in quel periodo il numero di ordinanze si riduca drasticamente. Alcune ordinanze sono quasi comiche. Per lesposizione delle reliquie di San Giuseppe da Copertino, ad esempio, viene emanata lordinanza 3356/2004 che concede i poteri speciali al sindaco del paese di nascita del mistico pugliese. Stesso trattamento per il pellegrinaggio a Loreto denominato Agor dei giovani italiani e naturalmente per tutti gli spostamenti del Papa. Unemergenza viene considerato leccessivo afflusso turistico alle Isole Eolie. Altre si riferiscono, invece, a questioni che riguardano fortemente le condizioni di vivibilit delle citt. Poteri speciali, ad esempio, vengono dati al sindaco di Messina per le nocivit causate dal transito dei Tir in pieno centro cittadino. Tutte quante insieme, le ordinanze, per, tendono a descrivere un sistema che garantisce ai sindaci di gestire risorse pubbliche senza troppi controlli. E evidente labbandono, da parte della Protezione civile, delle funzioni di prevenzione e studio e la scelta di privilegiare la gestione degli appalti e i grandi eventi. Meglio

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intervenire dopo, quando il danno gi fatto. E cominciano gli appalti. Ricchi e sciolti da ogni controllo Sulle ordinanze, infatti, i due organismi di controllo dello Stato la Corte dei Conti e la Corte Costituzionale non possono intervenire. A proposito dei campionati mondiali di nuoto, al centro delle attuali inchieste della magistratura, Bonaccorsi scrive: Costo totale della competizione, tra ristrutturazione del Foro Italico, allestimento degli spalti e del percorso delle gare in mare a Ostia e preparativi vari, circa 50 milioni di euro. Soldi spesi per impianti e strutture che non sono serviti alla competizione, in tutta la Regione Lazio, oltre 400 milioni di euro consegnati direttamente da Guido Bertolaso ai commissari straordinari di Roma 2009 nominati su suo consiglio: Angelo Balducci in epoca veltroniana, Claudio Rinaldi dal momento dellelezione di Gianni Alemanno a sindaco di Roma. C anche lormai famoso club che Bertolaso frequentava per ricevere dei massaggi che lo liberassero dallo stress. Angelo (Balducci) pu dare una mano agli affari del figlio Filippo, fondatore del Salaria Sport Village, uno dei tanti impianti che, grazie ai permessi di Roma 2009, ha potuto usufruire di fondi pubblici per ampliarsi. Il tutto nonostante il rischio di

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esondazione del Tevere, che scorre proprio intorno al circolo sportivo. In merito al G8 della Maddalena il libro descrive le innumerevoli violazioni contrattuali nei rapporti di lavoro e la violazione delle norme sulla sicurezza. A questi va aggiunto il regalo fatto a Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. ledificio che avrebbe dovuto ospitare il summit stato recentemente assegnato alla Mita Resort, gruppo della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, al modico prezzo di 41 milioni di una tantum, e 600mila euro di affitto annuale. Se il ricorso al Tar presentato da due imprenditori contro lassegnazione non dovesse andare a buon fine, Emma Marcegaglia potrebbe godere del possesso dello stabile fino al 2049. Quarantanni, al prezzo di 1,6 milioni lanno, per 155mila metri quadri: circa 10 euro al metro quadro. E qui ritornano i personaggi che abbiamo imparato a conoscere tramite linchiesta della Procura di Firenze. lArsenale Scarl controllata per il 35 per cento dalla Redim 2002, di cui proprietaria, al 50 per cento, Vanessa Pascucci. A sua volta Pascucci possiede una quota della Erretifilm, il cui amministratore Rosanna Thau, moglie di un

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certo Angelo Balducci. Ossia di colui che ha gestito, in qualit di soggetto attuatore, gli appalti del G8, dal 22 dicembre 2006 al 13 giugno 2008. Prima di approdare alla presidenza del Consiglio superiore dei lavori pubblici, chiamato dal ministro delle infrastrutture Altero Matteoli. La societ cinematografica della moglie di Balducci ha sede sempre a Grottaferrata nellhinterland di Roma, la stessa citt in cui ha sede lArsenale Scarl. Lo stesso paese e lo stesso indirizzo, Via IV novembre 32, della Impresa Anemone Costruzioni. Che ha vinto, per i cantieri del G8, un appalto da 177 milioni di euro. Non solo, la Anemone ha lavorato anche nella speculazione immobiliare del Salaria Sport Village. E chi va a sostituire Balducci come soggetto attuatore in Sardegna? Gian Michele Calvi, direttore del progetto C.A.S.E. a LAquila. Insomma, una specie di staffetta. Lesplicitazione del ruolo militare e di presa di possesso del territorio Bertolaso la rende esplicita nella vicenda dei rifiuti della Campania. I siti individuati per le discariche vengono definiti di interesse strategico nazionale. Tutte le manifestazioni di contestazione delloperato del sottosegretario vengono vietate. Pene pesanti vengono

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previste per chi disobbedir. Viene utilizzato lesercito. Vengono scavati i buchi di Chiaiano (Davanti allingresso della discarica, dai primi di agosto del 2009, posteggiato un autocompattatore giallo al cui interno sono stati individuati rifiuti radioattivi), Savignano Irpino (I comitati territoriali denunciano che, quando piove, le vasche utili a raccogliere il percolato si riempiono e inondano i terreni intorno) e Terzigno (La stessa cava per la quale Bertolaso e Di Gennaro cercavano uno stratagemma per aggirare il Decreto del governo [sulla frazione organica stabilizzata], come confermato dalle intercettazioni). Per linceneritore di Acerra finiranno poi sotto inchiesta lex Commissario Bassolino e Impregilo. Il combustibile secco derivato dalla lavorazione dei rifiuti si sarebbe rivelato tal quale. Le indagini, tra laltro, colpiscono anche Claudio De Biasio, attuatore con funzioni vicarie del G8 della Maddalena.

Shock economy a LAquila


Shock economy a LAquila

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I comitati autorganizzati dei cittadini aquilani hanno richiesto fin dai primi giorni successivi al sisma la requisizione delle abitazioni sfitte. Si tratta, naturalmente, quello della requisizione, di un provvedimento molto forte e che mette in discussione, a vari livelli, i poteri economici di un territorio. E questo il motivo per cui raramente sindaci e prefetti, figure autorizzate ad effettuare, in caso di calamit naturale, la requisizione, fanno uso di tale istituto. Il comune di LAquila il 21 settembre 2009 decide di procedere alla requisizione di alloggi, ma il Commissario delegato autorizzato ad avvalersi del fornitore di servizi incaricato dalla Societ di gestione del risparmio (Sgr) del Fondo immobiliare costituito per il reperimento di nuove costruzioni da destinare alla locazione, recita lordinanza. In pratica, Europa risorse, una societ di gestione del risparmio di investitori istituzionali, acquister dai costruttori 500 nuovi appartamenti a 100 milioni e li affitter alla Protezione civile per darli agli aventi diritto del progetto C.A.S.E. 40 milioni verranno versati dal Fondo immobiliare, mentre i restanti 60 verranno da un mutuo a 0,4 % dinteressi. In questo modo, gli investitori acquisteranno appartamenti a tassi inferiori anche allinflazione.

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Il Fondo acquister le case a un prezzo sensibilmente pi basso di quello di mercato, tra il 15 e il 20 per cento in meno, secondo i costruttori dellAnce. E potr rivendere gli immobili fra 5 anni. A prezzo pieno, ovviamente. Una speculazione in piena regola, sorta sulle macerie del sisma. In pi, per i prossimi 5 anni, il Fondo incasser gli affitti pagati dallo Stato. Alloperazione partecipa la Cassa di Risparmio aquilana, il cui direttore Rinaldo Tordera, indicato come candidato del centrosinistra allelezione alla carica di sindaco di LAquila, e Fintecna. Fintecna anche la societ cui il decreto Abruzzo consente di acquisire case e terreni colpiti dal sisma. Il titolare di un mutuo di una casa resa inagibile dal sisma pu, infatti, cedere il proprio debito alla societ per azioni a capitale pubblico che controlla la Patrimonio dello Stato Spa, che nelle intenzioni del Ministro Tremonti dovrebbe diventare la grande immobiliare pubblica incaricata di alienare, appunto, gli immobili pubblici. Infine, ad affiancare Bertolaso nella requisizione degli appartamenti sar proprio Europa risorse, che avr poco interesse allutilizzo di tale istituto in quanto questo ridurrebbe il valore della rendita immobiliare. Infatti, al momento, molto poche sono state le requisizioni di immobili.

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Lo show del Palacultura


Il progetto del Ponte atteso con ansia in tutto il mondo. Dai politici, dagli ambientalisti, dagli ingegneri dellintero pianeta. L11 gennaio 2010 viene finalmente annunciata la prima presentazione pubblica, che curiosamente si svolge a Varapodio, duemila anime ai piedi dellAspromonte. Il merito di Guglielmo Rositani, militante del Movimento sociale e poi deputato per quattro volte con AN, sindaco settantunenne del piccolo paese grazie alla vittoria ottenuta nella lista Asso di coppe. I contenuti espressi a Varapodio sono identici a quelli dellincontro di Villa San Giovanni 13 febbraio e a quello, tenuto il giorno precedente, a Messina, al Palacultura. Allingresso, c subito un pannello dellAnas sullo svincolo di Giostra (tangenziale di Messina), i cui lavori iniziarono nel novembre 1997. Ma nel cartello si ricordano semplicemente limpegno di spesa da 77 milioni di euro e la fine prevista nel 2011. Altri pannelli evidenziano limpegno dello Stato per la citt dello Stretto. Il Comune di Messina, con lUfficio Programmi Complessi, presenta il Programma Porti e Stazioni

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(Messina 2020) (piaumessina.it). Poi il PIT Messina Eolie. Urban Italia. Il Piano particolareggiato di Capo Peloro. Il programma triennale delle opere pubbliche. Il Prusst. La metroferrovia. Ecco come si compra un territorio promettendo una pioggia di denaro. Il Ponte quasi in secondo piano: viene mostrato ancora il modellino del 2002. Lunica planimetria definitiva in mostra quella relativa allo spostamento del binario di Cannitello, nei pressi di Villa San Giovanni. Si inizia. Il presentatore annuncia: Una grandissima iniziativa. Un grande progetto. Il primo a intervenire Nino Calarco, ex senatore, direttore da tempo immemorabile del quotidiano locale, presidente onorario della Stretto di Messina. Inizia citando Cicerone: Messina civitas maxima. Quindi ardite disquisizioni storiche (Lepanto, la scoperta dellAmerica, il Mediterraneo che diventa un lago) ed economiche (la Sicilia come piattaforma alla quale guardano la Cina e lIndia). Mi dicono di un progetto per raddoppiare Suez, conclude Calarco. Napoleone disse: guai allEuropa se si risvegliano Cina e India. Si sono risvegliate. Ora possiamo accogliere le navi dallestremo oriente. Cosa centrano col Ponte le nazioni asiatiche? Intanto, in conferenza stampa,

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manca una risposta definitiva allobiezione di un giornalista, secondo cui molte navi da crociera non potranno transitare pi dallo Stretto, essendo pi alte del Ponte. Dallaltra parte palese limbarazzo. Si nega.

Per il sindaco Buzzanca, il Ponte ci fa sognare. Le generazioni che altrimenti sarebbero costrette a partire potranno restare qui. Ci dar molto, potremo camminare con le nostre gambe, oggi invece dobbiamo genufletterci per quello che ci spetta, come fosse una prebenda. Per il presidente della Provincia, Ricevuto, il no peloso quello di chi avrebbe voluto i fondi al Nord. E una grande opportunit per il nostro territorio. Un sistema urbano da Catania arriva a Villa San Giovanni e Gioia Tauro. Messina non pi un vaso di coccio tra Palermo e Messina. Dallaltra parte i concetti sono identici: Reggio soffre dellasse tra Cosenza e Catanzaro. Non pi isolani isolati, dice il presidente della Regione, Lombardo, che arriva a ipotizzare il corridoio Berlino Pozzallo. E

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conclude con le solide rivendicazioni: Ce la sappiamo cavare da soli. Devono essere i siciliani e i calabresi a costruire il Ponte. Riconquisteremo primati che abbiamo temporaneamente perduti. Le slide sullo schermo alle spalle dei relatori sono generiche e retoriche: A challenge and a dream. Tra i riferimenti, il pi curioso al logo della multinazionale Cisco. Per il resto, ponte istinto vitale, fratellanza tra i popoli. Energia, intraprendenza, ricchezza. Lunica ammissione di eventuali problemi arriva dai tecnici di Impregilo: Ci saranno ventuno milioni di metri cubi di materiale di risulta. Quindi un aumento del traffico, polvere, rumore, vibrazioni. Sar questo a produrre il maggiore impatto ambientale. Occorrer smaltire il materiale in siti abbandonati vicino al cantiere. Tenteremo il recupero del materiale scavato per il calcestruzzo, oppure lo depositeremo in cave abbandonate. Per quanto riguarda gli espropri, si stimano un milione e 300 mila metri quadri, gli asservimenti saranno 1 milione e 200 mila mq.

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La sala piena di giovani rampanti che attorniano vecchi politici. Per loro il Ponte non certo uno strumento per arrivare prima in Calabria. Semplicemente, pu essere una rivincita: un mare di soldi da tramutare in voti. Sono politicanti di scuola democristiana, piazzisti in stile berlusconiano, venditori di fumo, sicilianisti che lanciano frecciate contro il Nord e provano a solleticare lorgoglio isolano. Nemmeno una parola sugli scandali (Protezione Civile, Abruzzo, Salerno Reggio Calabria, TAV), i ritardi dei cantieri, le perenni infiltrazioni delle organizzazioni mafiose. Intanto, il sito ufficiale della Stretto di Messina (www.strettodimessina.it) ancora in aggiornamento. In unepoca in cui quasi ogni ragazzino capace di mettere su un blog in pochi minuti, la societ mantiene da anni una pagina blu in manutenzione, come si faceva negli anni 90 in attesa del webmaster.

I conti li facciamo dopo


La questione economica, il famoso finanziamento privato dellopera, non stata mai affrontata seriamente. legittimo pensare che il Ponte sia uno spreco di denaro e che le previsioni elaborate dalla societ dello Stretto

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per il rientro dei capitali investiti (il 40% dallo stato e il 60 dai privati, a dire il vero finora piuttosto timidi) siano troppo ottimistiche, ammette sul Sole 24 Ore nientemeno che Giuseppe Cruciani, autore del libro Questo Ponte sha da fare. C chi sostiene, dati alla mano, che alla fine sar un flop economico e un salasso per le casse statali. Pu darsi. E i famosi investimenti privati? Prestiti e obbligazioni, aveva ammesso Ciucci durante la trasmissione Exit de La 7. Una settimana prima della manifestazione No Ponte del 19 dicembre 2009, la societ Gfk Eurisko avviava un sondaggio telefonico sul territorio di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, chiedendo lopinione dei cittadini sulla realizzazione del Ponte. Uno spreco di denaro pubblico che si aggiunge ai decenni di progettazione inconcludente, ai due info point aperti e poi chiusi negli anni passati, al numero verde avviato e poi abbandonato, agli studi di impatto ambientale come quello sul fastidio che le ombre del Ponte possono arrecare ai capodogli.

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La cura dei luoghi


Nel corso del Consiglio Comunale del 19 marzo, il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, cos si esprime sul dissesto idrogeologico: Abbiamo presentato diversi progetti, ma nel passaggio dal Lombardo bis al Lombardo ter qualcosa si inceppato. Erano pronti finanziamenti per alcune decine di milioni di euro, tant che con il nuovo assessore Di Mauro siamo stati piuttosto chiari cos come lui stato chiaro con noi: di fronte a progetti concreti non si tirer indietro, e il ministro Prestigiacomo far altrettanto.46 Sono parole simili a quelle pronunciate il 12 febbraio durante la presentazione di Eurolink. Una esplicita richiesta dimpegno che non ha ancora avuto, evidentemente, alcun tipo di risposta.

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http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=25864

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Il giorno dopo, un documento della Regione Siciliana cos recita: Che la situazione geostrutturale di Giampilieri non sia ottimale un fatto noto a tutti, cos come il fatto che il problema non pu essere risolto con interventi immediati. Occorrono interventi complessi i cui tempi di realizzazione sono pi lunghi e che in parte sono gi iniziati e in parte sono in fase di progettazione definitiva. Nessuno ha mai detto che si tratta di un percorso di celere realizzazione. I tecnici della Protezione civile conclude la nota - sono sempre a disposizione per fornire dati scientifici sui fenomeni naturali in corso e ogni indicazione sugli interventi realizzati o in fase di studio. Proseguendo, il documento ammette: Meno di una settimana fa unaltra precipitazione con caratteristiche eccezionali ha provocato larrivo all'interno del paese di altre colate di fango, che comunque non hanno provocato alcun danno grave e che sono state rimosse nelle 24 ore successive.47

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http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=25891

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Nello stesso documento si prende posizione contro chi alza il tono della critica riguardo ai ritardi negli interventi di messa in sicurezza dei luoghi colpiti dalle frane. Nel documenti si invitano, addirittura, tutti gli operatori della comunicazione, per evitare di turbare l'ordine e la sicurezza pubblica, a valutare con attenzione il tenore delle notizie e a verificarle prima della diffusione. Intanto, i sindaci dei Nebrodi lamentano lassenza di interventi finalizzati ad unazione di tipo strutturale sul rischio idrogeologico48 e i comitati degli abitanti delle localit della jonica colpite dalle frane denunciano ulteriormente le promesse non mantenute.49

http://www.98cento.it/cronaca/6335-il-dissesto-deinebrodi-di-nuovo-in-qvetrinaq-la-denuncia-dei-sindaciqnoi-snobbati-da-tuttiq.html
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http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=25888

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Passano pochi giorni e viene annunciata dal dirigente regionale della Protezione civile Pietro Lo Monaco una nuova ordinanza. Dovrebbe essere di 45 milioni euro (30 per Giampilieri, 15 per i Nebrodi).50 Forse il timore del crescere del malcontento spinge il sindaco di Messina Buzzanca ad annunciare ripetutamente elenchi di interventi gi attuati o da attuare. A ben guardare sembra che il numero enormi degli interventi nasconda la scarsa sostanza.51 E evidente, cio, come non sia previsto un piano strutturale di messa in sicurezza delle aree a rischio.

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http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=26035

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http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=artic olo&id_articolo=26060

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Sembra ormai chiaro, quindi, come da queste parti linteresse rivolto al Ponte sullo Stretto e non c spazio per un altro capitolo di spesa. Linvestimento nella sicurezza dei territori non rientra nei piani del Governo centrale e regionale. Tutte chiacchiere e distintivo, recitava il protagonista di un famoso film di qualche anno fa. E cos appaiono coloro che gestiscono la cosa pubblica di fronte ad una questione della quale ne va della vita dei cittadini. Non cambia, per, lindirizzo comunicativo di parte governativa. Nonostante tutto, la Protezione civile non criticabile. Ogni dubbio sollevato dai cronisti rischia di essere trattato come problema di ordine pubblico, piuttosto che come espressione della libert despressione. Non c, allora, da aspettarsi nulla di buono dagli amministratori. Solo dagli abitanti dei territori, dal basso, sar possibile aprire, attraverso la mobilitazione, possibilit di riappropriazione di risorse ed imporre politiche di rispetto e cura dei luoghi. Ce lo stanno insegnando i cittadini de LAquila che hanno deciso, anche sfidando le restrizioni imposte dalle zone rosse della Protezione civile, di riprendersi il centro storico, cominciando con il liberarlo dai detriti e provando a ri-pensare la

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citt a partire dalla propria appartenenza ad essa. non si pu ri-costruire senza re-inventare la citt: il suo significato dopo il trauma, la sua cultura e il suo posto nel mondo. Non si pu ri-costruire senza prima e insieme reimmaginare la proiezione della citt nel suo futuro: il suo modo di produrre, di consumare, di spostarsi, di comunicare, di divertirsi e socializzare, insomma di essere. Non si pu essere allaltezza di queste responsabilit e opportunit senza avere il coraggio di reinventare anche i modi e le forme della partecipazione scrivono, prima di articolare una piattaforma basata sulla messa in critica delle strategie fin qui seguite, sul recupero o auto-recupero degli edifici ancora utilizzabili, sul censimento delle aree pubbliche, sulla riconsiderazione delle licenze edilizie rilasciate prima del sisma, sullavvio di un processo di nuova territorializzazione che riavvicini al centro storico.52

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http://www.3e32.com/

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Spinoza d corpo ad una strategia di affermazione amorosa della moltitudine nel suo processo reale di organizzazione assoluta e di consapevole e responsabile reciprocit con la Natura. Alla presunzione che poter essere liberi coincida con lessere svincolati da ogni cosa per realizzare ogni nostra individualistica voglia e ogni nostro egoistico capriccio, e per dominare tutto ci che ci circonda, leretico olandese contrappone lidea che la soggettivit data nella misura in cui si scopre funzione di una rete complessa di legami che ci fa vivere nellottica dellinterdipendenza, nella consapevolezza del limite e nella potenzialit di unesistenza condivisa.53

La forma di un serpente54
Per chi ha la memoria corta. Il primo ottobre 2009, una terribile alluvione nel versante jonico

Di Benedetto, Giovanni. Lecologia della mente nellEtica di Spinosa, Milano, Mimesis, 2009.
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Adattamento dellarticolo A Messina un inverno dinferno, di Manuela Modica, pubblicato su Left del 2 aprile 2010.
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del messinese provoca 37 morti. Colpite le zone di Giampilieri, Scaletta Zanclea, Altolia, Molino, Briga, Pezzolo. Il 14 febbraio 2010, le strade di San Fratello, sui Nebrodi versante tirrenico esplodono. Una frana in profondit emerge spaccando il paese. Duemila persone sfollate. Il primo marzo frana unintera vallata a Caronia, la scuola media resta in bilico sul vuoto. Le case cadono come birilli. Nove giorni pi tardi, lintensa pioggia provoca frane a Santa Margherita, nei pressi di Giampilieri. Si rompono i tubi degli acquedotti. Messina resta senzacqua per sette giorni. Si allaga il nuovo polo materno del Papardo, una parte del controsoffitto crolla. Allagata anche una parte degli uffici della Procura della Repubblica. Nella notte si stacca un costone a Mili, frazione messinese, il fango invade le abitazioni. Danni anche a Santo Stefano Medio e Mili Marina, sulla costa jonica. Lautostrada Messina-Catania viene chiusa al traffico ben cinque volte in quattro mesi a causa delle frane. Sono pi di 4 mila gli sfollati nella provincia di Messina da ottobre 2009 in poi. A San Fratello la frana del 14 febbraio ha laspetto di un serpente, striscia fra le strade del paese, le spacca, le apre. Viene da sotto, come

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fosse un vulcano. Il serpente si insinua nella quotidianit degli abitanti nebroidei, sconvolgendo la loro vita. Caronia, San Fratello, ma anche SantAngelo di Brolo, Sinagra, Ficarra, San Salvatore di Fitalia, Raccuja, Castroreale, Tortorici. Lelenco dei paesi dei Nebrodi colpiti dalle frane fin troppo lungo. Una situazione al collasso che scivola pure sulla costa fino a Capo dOrlando. A Giampilieri, rimarr indelebile il ricordo dei giorni in cui si scavava e si estraevano corpi. La visione straziante dei bimbi Lonia trovati morti dopo molti giorni. Quella dei fratelli Maugeri, di 23 e 22 anni, morti nel fango abbracciati: Non riuscivano a staccarli da quellabbraccio, dopo, ricorda commosso un testimone. Le ferite di questo paese sono troppe. Nonostante il sole che annuncia la primavera, i muri delle case ancora sporchi di fango gridano ancora quellorrore. Cinque mesi dopo la tragedia del 2 ottobre, la domenica mattina, per, si prova ad essere normali. Un terzo della popolazione evacuata (1200 persone) tornata in paese. Ma non c pi la rosticceria, il parrucchiere, il bar, il tabacchi. Si arrangia Angelo Rizzo, gestore di uno dei due bar, con un gazebo in piazza, e una macchinetta per il caff. Pur di continuare

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a lavorare ha rinunciato al sussidio di mille euro al mese. Gli abitanti sono scontenti: Tornare in un posto in queste condizioni crea molta frustrazione. Le piogge e le frane non risparmiano la citt. successo al nuovo reparto dellospedale Papardo, il polo materno-infantile. Dopo solo cinque giorni dallinaugurazione, infatti, la pioggia del 10 marzo crea notevoli danni: una parte del controsoffitto crolla e il resto si allaga. Eppure, lo scorso luglio proprio delle infiltrazioni dacqua nella struttura avevano fatto rinviare lapertura del nuovo reparto. I ricoverati erano stati trasferiti nelle altre strutture ospedaliere della zona, tra cui lospedale Piemonte, che per era stato dichiarato a rischio sismico. Un paradossale ping pong.

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Bibliografia
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www.tempostretto.it

Si invita a seguire levolversi del movimento No Ponte sui siti: noalponte.splinder.com sciami.blogspot.com territoriot.noblogs.com www.csoacartella.org www.noponte.it www.retenoponte.it www.terrelibere.org www.facebook.com/?sk=messages&tid=3767 67587440#!/group.php?gid=15253392829&re f=ts

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www.terrelibere.org

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