Sei sulla pagina 1di 1

Manzoni dixit: questo italiano sha da parlare

In un manoscritto autografo ritrovato nella Biblioteca Reale di Torino lautore dei Promessi sposi addita al neonato Regno lItalia il fiorentino di Dante come lingua nazionale
MAURIZIO LUPO TORINO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

llora era parlato per lo pi dalle classi dotte. Non pi del 2-10 per cento della popolazione lo utilizzava, anche se diversi Stati pre-unitari, Piemonte sabaudo compreso, gi da secoli lavevano adottato per affrancare dal latino i testi giuridici e legislativi. Si trattava di farlo diventare lingua universale di tutti i cittadini del Regno dItalia da poco costituito. Il documento sar esposto da gioved prossimo fino al 29 ottobre allArchivio Storico di Torino. Loccasione offerta dalla mostra LItaliano in viaggio, dallUnit a oggi, allestita a cura di Mauro Piccat per celebrare l80 Congresso Internazionale della Societ Dante Alighieri. Il sodalizio, fondato nel 1889 da Giosu Carducci per tutelare e diffondere litaliano nel mondo, opera con 90 comitati in Italia e altri 416 allestero. Questanno ha scelto Torino, prima Capitale dItalia, per convocare 250 delegati, provenienti da 77 paesi. Si riuniranno dal 30 settembre al 2 ottobre al Centro congressi dellUnione Industriale, dove spiegheranno come la lingua italiana si affermata ed mutata negli ultimi 150 anni. Lincontro, organizzato da Alberto Bersani, offrir la migliore
IL PARERE DI DON LISANDER

Alessandro Manzoni, qui nel celebre ritratto di Francesco Hayez, nacque il 7 marzo 1785 a Milano, dove mor il 22 maggio 1873. Nel 1827, in vista della stesura finale dei Promessi sposi (che sarebbe uscito nel 1840), si trasfer a Firenze per impratichirsi nellitaliano fiorentino. In alto il frontespizio dellautografo riemerso alla Biblioteca Reale di Torino, nel fondo Manoscritti Varia. In basso il prezioso cofanetto che conteneva il documento quando venne donato al futuro re Umberto I: nella stessa biblioteca torinese era stato sistemato tra gli oggetti storici

Pietre dure di Firenze. Su una fascia reca incisa in lettere doro la scritta: Alessandro Manzoni. Incuriosisce la studiosa, che apre lurna e la trova vuota. Ma non si rassegna. Bernard avvia unindagine e scopre che il cofanetto fu commissionato dal ministro Broglio, per donarlo con lautografo di Manzoni a Margherita di Savoia e al principe ereditario Umberto I, nel giorno delle loro nozze, celebrate a Torino il 28 aprile 1868. La coppia lo conserver alla Villa Reale di Monza, finch salir al trono nel 1878. Quindi lo affider il 29 agosto 1889 alla Biblioteca Reale. Qui, nel 1972, il direttore dellepoca, Giuseppe Dondi, decider di dividere il cofanetto dallautografo. Lo collocher nel fondo Manoscritti Varia, con il numero 30 di protocollo. Mentre sistemer il cofanetto fra gli oggetti storici. Ricostruita la vicenda, Bernard comunica nel 2000 la scoperta al professor Angelo Stella, uno dei curatori delledizione nazionale dellopera di Manzoni, che ne prende atto. Con discrezione sono poi interpellati esperti per verificare lautenticit dellautografo. Confermano che vero. Confortata dal parere, Bernard nel 2001 espone cofanetto e contenuto nel caveau della Biblioteca, a disposizione di uno scelto pubblico che visita i beni appartenuti alla Regina Margherita. Ma nessuno enfatizza la presenza dei due cimeli. il professor Claudio Marazzini,
IL DOCUMENTO

Venne messo per iscritto nel 1868 su incarico del ministro della Pubblica Istruzione
ribalta internazionale per annunciare il ritrovamento dellautografo manzoniano. Non tornato alla luce in questi giorni. La sua restituzione alla storia frutto di una lunga vicenda, finora custodita con riserbo. Lha ricostruita Giovanna Giacobello Bernard, per 21 anni direttrice della Biblioteca Reale, ora in pensione. Chiamata allincarico nel 1985, trova in Biblioteca, sulla sua scrivania, un cofanetto. nero, debano, guarnito di mascheroni e fregi di bronzo dorato, con il coperchio ornato da mazzi di fiori in alabastro fiorentino. un capolavoro dellOpificio delle

Chiuso in un cofanetto, fu donato a Umberto I. Poi il contenitore e il contenuto vennero separati


linguista presente al convegno, che valuta lestrema importanza del ritrovamento e propone di annunciarne lesistenza in unoccasione speciale, come quella dei 150 anni dunit italiana. Il momento giunto. La Dante Alighieri diffonder la notizia. Apposta ha curato una riproduzione anastatica dellautografo, edita in cento esemplari, che saranno donati alla massime istituzioni. Mentre cinquecento altre copie a stampa saranno affidate ai congressisti giunti a Torino. Diranno al mondo che nel 1868 fu Manzoni a scegliere Dante e Petrarca come maestri di tutti gli italiani.

Potrebbero piacerti anche