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Alla corte di re Carlo

Carlo il Brutto
LA STORIA DEL MIO REGNO
(apocrifo)
Sebbene come unit di misura il chilometro quadrato non sia ancora in uso, il mio regno si estende per circa 450
chilometri quadrati. Ma questo non lo sa nessuno. Nemmeno Grosman. Non ho mai vagheggiato grandi regni. La
grandezza di un regno non aggiunge niente alla grandezza del re. Al contrario. I grandi regni raccolgono gentaglia
d'ogni specie e il sovrano ha tutti i vizi dei suoi sudditi. Alla fin fine io il mio regno non l'ho ereditato. L'ho creato io
stesso, a mani nude e con enorme fatica. Ci ho speso tutti i miei risparmi. Con l'aiuto di Grosman, il mio
maggiordomo, mi sono perfino fabbricato il trono con del buon legno di faggio. Sul retro dello schienale del trono ci
abbiamo piantato chiodi di ferro fatti a croce, e il trono l'abbiamo poi legato al soffitto con delle corde resistenti,
come fosse un'altalena. Niente stato lasciato al caso, tutto pullula di simboli. Quando sono seduto sul trono i
chiodi mi si conficcano nella schiena e cos mi crocifiggo; il dolore non mi permette di rilassarmi. Penso alle
sofferenze del nostro Redentore e ci mi induce a essere giusto e a perdonare. Il dondolio del trono sta invece a
indicare l'instabilit della Fortuna, della vita umana in generale. Dunque, io ho cominciato come un qualsiasi
giovanotto di campagna. Mio padre non si sapeva chi fosse. Forse neanche mia madre. Secondo l'interpretazione
che verr data da Sigmund Freud tra trecentocinquanta anni, quando egli comparir nel mondo dei vivi, avevo
tutti i requisiti per non superare mai il complesso di Edipo, di cui Grosman non imma gina neppure l'esistenza. Lui
ritiene che Freud sia una creazione della mia fantasia. E non sospetta nemmeno di essere lui, il maggiordomo, il
frutto di un'immaginazione tanto forte che lo rende tangibile. Ma anche se lo sapesse, sarebbe lo stesso. Adulatore
com', verrebbe subito di corsa, con la coda tra le gambe, e si metterebbe a gridare: Sire, che importante profezia!
Che grande profezia! Figuriamoci poi se gli parlassi dei quark e dei quanti! Lasciamo perdere! Il complesso di Edipo
l'ho superato con molta facilit, forse perch allora non sapevo della sua esistenza. Io sono un uomo semplice e ho
fatto questa riflessione: non ho padre, nemmeno io sar padre. Punto e basta. Fu proprio allora che conobbi
Grosman. Lo avevano appena cacciato dall'universit di Uppsala dove studiava teologia. A quanto si racconta, per
un patto col diavolo. L'accordo era questo: il diavolo il dottorato a Grosman, Grosman l'anima al diavolo. Era
onesto, ma contrario alle vigenti regole. Siccome a quel tempo non avevamo di che vivere, ma ne avevamo
l'intenzione, trovammo lavoro nell'osteria "Ai quattro corni di cervo". Lavavamo le stoviglie, accendevamo il fuoco,
portavamo l'acqua e cuocevamo i bufali col pepe e le spezie. Grosman aveva l'abitudine di ingannare il tempo
ponendomi enigmi teologici. Quanti angeli, per esempio, possono stare sulla punta di un ago? Oppure, habet
mulier animami Li poneva nel momento di massimo lavoro, avvolto, come se si trovasse all'inferno, dalla densa
nube di vapore sulfureo emanata dalle corna di bufalo. Allora il padrone interrompeva la nostra disputa con una
valanga di insulti e la teologia doveva aspettare che i maggiorenti si fossero abbuffati. E si abbuffavano. Li sento
ancora ingurgitare minestra, biascicare e rosicchiare ossi, in un rimbombo che riecheggia attraverso i secoli. Stavo
quasi per dimenticarmene, io allora mi chiamavo Ladislav, ma non ci facevo molto caso. Se qualcuno per sbaglio mi
chiamava, poniamo, Ivan, 10 ero Ivan. Ivan, Ladislav, Grosman, che differenza c'era? A quel tempo una differenza
davvero trascurabile. Ed proprio per questo che sono diventato re. Per sollevarmi dalla media. E tuttavia sono
rimasto un mediocre. Questa la conditio humana. Una volta che i maggiorenti si erano abbuffati, rispondevo
sussurrando a Grosman: "No, non ce l'ha, non ce l'ha la donna l'anima. Ne sono sicuro. Le donne hanno solo la
fica. La fica il centro, il sole del loro sistema planetario intorno al quale, e a causa del quale, girano e operano
tutti gli altri organi. E siccome la vagina un niente, un buco qualsiasi, una mancanza, un vuoto, non solo la
donna non ha l'anima, ma pi in generale non esiste". " Sbagli" mi gridava di rimando Grosman dalla nube della
sua puzzolente anima. Povero Grosman. Era un buon conoscitore del greco e del latino, ma un cattivo conoscitore
delle donne. Lui, come le sue lingue, era morto. Per capirsi: lo conoscevano solo in pochi, era difficile intendersela
con lui, eppure era utile. E' Grosman che mi ha insegnato a scrivere. Il primo tornaconto che ho avuto da
Grosman. Non mi interessava l'arte di tracciare le linee oblique sottili e spesse quelle diritte, ma di scrivere questo
libro s. E' per questo che con le mie mani nodose copiavo faticosamente le prime lettere. Per non parlare poi della
mancanza di materiale scrittorio. Problema che nel XIX secolo sar ormai superato per qualsiasi maestro di
campagna.
In segno di gratitudine, quando sono diventato re, ho eretto un bel sepolcro a Grosman e ho fatto incidere
sulla pietra GROSSMAN, con due SS, il che appaga eccezionalmente la sua vanit. A volte lui ci si chiude dentro e

si esercita a fare il morto. Coscienzioso com', non abbandona niente al caso. Non mi piacciono le persone cos.
Forse, per fargli dispetto, in quel sepolcro ci seppellir qualcun altro. Ed ecco informazioni pi significative di
quella sulla penuria di materiale scrittorio. Che qualche futuro imbrattacarte possa trame delle conclusioni e
addottorarsi. Primo: in questo tempo si attribuisce molta importanza alle tombe a causa dell'ossessione per la
morte e i gran signori ancora in vita erigono le proprie dimore eterne. Secondo: essi sono eccezionalmente superbi,
morbosi, propensi a occuparsi di sciocchezze. Ma guarda! nemmeno io lascio niente al caso e non dovrebbe
stupirmi se anch'io sar sepolto in una tomba da poco.

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