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Anno 3 - N. 46 (#105) Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art.

1, c1, DCB Milano - Supplemento culturale del Corriere della Sera del 24 novembre 2013, non pu essere distribuito separatamente

Enzo Cucchi
Gi la piazza nessuno
Domenica 24 novembre 2013

per il Corriere della Sera

#105

2 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

Sommario

SSS corriere.it/lalettura
4
Il dibattito delle idee Berlinguer non ti voglio bene
di PIERLUIGI BATTISTA

Il dibattito delle idee

L'inserto continua online con il Club della Lettura: una community esclusiva per condividere idee e opinioni

5 Il bacio in pubblico,
di GUIDO VITIELLO

arma di confusione di massa

Orizzonti
Innovazione Un manifesto per i Big Data
di SERENA DANNA

7 Scenari

Il futuro lera dei dati collegati

8 Scienze umane 9 Visual Data

di DAVID WEINBERGER

Tradire conviene al traditore, collaborare conviene a tutti


di ANNA MELDOLESI

Scrittori, buona la prima. E poi?


di EMANUELE TREVI

Equit La lotta alla diseguaglianza, il rischio del paternalismo

10 Generi 12

Caratteri
La narrativa argentina oltre i muri di cinta
di GABRIELLA SABA

Recensioni/1 Raffaele Nigro: Federico II, Pasolini e altri testimoni


di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI

13 Recensioni/2 14
di CINZIA FIORI

Natsume Soseki: una porta sulla modernit egoista Classifiche dei libri La pagella
di ANTONIO DORRICO

Redditipigiusti: minimoemassimo
di MAURIZIO FERRERA

16 Lincontro: Giulio Paolini


Scusate, lartista non c

Sguardi

17 Omaggi

di STEFANO BUCCI

Cos Gabriele Basilico si svel ad Amos Gitai

18 Le mostre

di VINCENZO TRIONE

Man Ray prese Kiki. Di scatto

19 Da Parigi a New York


Joel Arthur Rosenthal lalchimista dei gioielli
di GIOVANNA POLETTI

di SEBASTIANO GRASSO

20 21 22

Percorsi
Bilanci Checco Zalone che liberazione!
di LUCA MASTRANTONIO

Lintervento Basta bullismo linguistico ridere una cosa seria


di ANNA MARCHESINI

Controcopertina La musica sega le sbarre Il progetto CO2 in carcere


di FRANCO MUSSIDA con un intervento di GINO PAOLI

ellopera Strade per la libert, pubblicata nel 1918, Bertrand Russell fu tra i primi intellettuali a proporre quello che oggi chiamiamo reddito di cittadinanza (o di base, in inglese Basic Income). Scriveva infatti il filosofo inglese: Una certa somma di reddito, sufficiente per coprire le prime necessit, dovrebbe essere assicurata a tutti, sia a chi lavora sia a chi non lavora; chi poi disposto a impegnarsi per una qualche attivit utile alla collettivit dovrebbe ricevere una somma pi consistente. Nel corso del Novecento, lidea di Russell stata oggetto di un dibattito sempre pi acceso. Il Basic Income diventato il cavallo di battaglia di Philippe Van Parijs, esponente di primo piano del cosiddetto egualitarismo liberale: nel libro Real Freedom for All (Vera libert per tutti, 1995) il filosofo belga ha proposto una articolata giustificazione filosofica del reddito di base come strumento capace di conciliare capitalismo di mercato e giustizia distributiva. La desiderabilit di un reddito universale garantito (anche se sotto la forma meno esigente dellimposta negativa: cfr. il glossario) stata appoggiata anche da molti pensatori liberisti, primi fra tutti Hayek e Friedman. Dal 1986 attivo un network di riflessione e pressione politica a favore del Basic Income, prima solo europeo e poi, dal 2004, mondiale (Bien: Basic Income Earth Network). Ed attualmente in corso una petizione (tecnicamente: uniniziativa di cittadini europei) per chiedere alla Commissione Ue di inserire il reddito di base nella propria agenda sociale. Se passiamo dal mondo delle idee e delle proposte a quello delle istituzioni e delle politiche concrete, come si presenta la situazione? Diciamo subito che il reddito di cittadinanza o di base non esiste da nessuna parte (eccettuato un modesto schema introdotto in Alaska e finanziato dalle entrate petrolifere). In tutti i Paesi anglosassoni e in quelli europei occidentali (Ue a 15), escluse Italia e Grecia, esistono per forme pi o meno articolate e generose di reddito minimo garantito. Nella tabella della pagina a fianco vengono elencate le denominazioni che questa prestazione assume nei vari contesti nazionali e gli importi previsti per una persona completamente priva di risorse, senza familiari. Le somme sono puramente indicative: in alcuni casi il reddito minimo tassato, in altri no; il livello di aiuto cambia di molto a seconda della composizione della famiglia; spesso sono previste aggiunte e integrazioni anche consistenti. Inoltre nella maggior parte dei Paesi Ue vi sono assegni universali per i figli, che si aggiungono al reddito minimo. dunque difficile (an-

i
Glossario Reddito di cittadinanza o reddito di base Assegno periodico perpetuo erogato senza condizioni, in forma automatica e non rimborsabile Reddito di partecipazione Assegno periodico a tutti coloro che partecipano al mercato del lavoro o che svolgono lavoro di cura a favore di familiari, oppure che sono impegnati in attivit formative Reddito minimo garantito Assegno periodico a chi si trova in una situazione economica disagiata, al di sotto di soglie minime di reddito/patrimonio predefinite. condizionato alla disponibilit al lavoro o a percorsi di integrazione Imposta negativa sul reddito o credito dimposta Sussidio monetario erogato a tutti gli incapienti, ossia coloro che hanno un reddito inferiore al reddito soglia, oltre il quale si tenuti a versare limposta personale sul reddito Salario minimo Soglia minima di retribuzione, fissata per legge, che tutti i datori di lavoro sono tenuti a garantire per qualunque tipo di contratto

che se non impossibile) fare dei raffronti precisi tra Paesi. Un fatto va tuttavia ribadito. Insieme alla Grecia, il nostro Paese rimane, incredibilmente, privo di questo fondamentale tassello del welfare: quello che impedisce la caduta libera nella povert e nellesclusione sociale di membri a pieno titolo della collettivit. Rispetto al reddito di cittadinanza, il reddito minimo garantito presenta due importanti differenze: erogato solo alle persone povere ed accompagnato da un programma di attivazione. Il beneficiario simpegna infatti a seguire un percorso di integrazione lavorativa e/o sociale, ad esempio frequentando un corso di formazione. Il sussidio un vero e proprio diritto soggettivo, nel senso che, se il richiedente soddisfa i requisiti, lo Stato tenuto a concederlo. Siamo cio lontani dalla assistenza sociale del passato (anche se in alcuni Paesi questa espressione ancora utilizzata nel nome dello schema), la quale aveva unimpostazione discrezionale e spesso arbitraria, senza vere e proprie garanzie di tutela in caso di bisogno.

Rispetto ad altri diritti sociali (come la pensione), il reddito minimo per un diritto sui generis: gli studiosi lo definiscono un diritto individualizzato condizionale. Limporto della prestazione legato infatti a caratteristiche molto specifiche del richiedente (et, stato familiare e occupazionale, situazione economica ecc.). La fruizione dipende a sua volta da comportamenti definiti da un patto spesso scritto e formalizzato con lo Stato: se il patto non rispettato dal beneficiario, il diritto cessa, la prestazione revocata. Lenfasi crescente posta sullattivazione fa s che il reddito minimo configuri una forma inedita di welfare pubblico: un welfare di natura contrattuale, una piccola rivoluzione nella storia ormai pi che secolare dello Stato sociale europeo. Lo scopo principale della condizionalit abbastanza ovvio: si vogliono evitare comportamenti opportunistici e pasti gratis. La stipula del patto intende incentivare comportamenti responsabili e virtuosi da parte dei beneficiari, tali cio da condurli nel minor tempo possibile al recupero dellautosufficienza. Da un punto di vista economico, il ragionamento non fa una piega: le prestazioni sociali non devono incoraggiare il cosiddetto azzardo morale, ossia (in questo caso) approfittare del sostegno esterno per non lavorare. Ma dal punto di vista della teoria politica liberale lecito chiedersi: un controllo cos ravvicinato del comportamento individuale non rischia di essere troppo paternalista, di

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 3

Sopra le righe
di Giuseppe Remuzzi

Tutti a nanna per ripulire il cervello


Da quando comparso per la prima volta sulla terra, luomo tutte le sere se ne va a dormire invece che divertirsi o fare qualcosa di utile. Nessuno ha mai capito perch. La risposta in un articolo appena pubblicato su Science: durante il sonno il cervello si pulisce. C un sistema (che funziona soltanto di notte) per eliminare le sostanze tossiche che accumuliamo di giorno. E quelli che di notte lavorano?

ILLUSTRAZIONE DI BEPPE GIACOBBE

Il sistema delle tutele in Europa


Importo minimo in euro (indicativo)

C.D.S.

Portogallo

Reddito di inserimento sociale

189
Regno Unito
Sostegno del reddito

360
Germania
Assistenza per le spese di sussistenza

alla retribuzione pi bassa, allinterno della stessa impresa, pubblica o privata. La Svizzera (non la Scandinavia socialdemocratica, non la Cina comunista) potrebbe essere il primo Paese al mondo a dotarsi di una banda reddituale vincolante, sia verso lalto (salario equo, la formula 1:12), sia verso il basso. Nei prossimi mesi infatti previsto un ulteriore referendum sullintroduzione di un vero e proprio reddito di cittadinanza, nel senso pieno del termine. Quali indicazioni fornisce la teoria liberale riguardo ad eventuali tetti massimi sui redditi? Le posizioni sono diverse: Robert Nozick ad esempio sarebbe inorridito al solo pensiero, mentre John Rawls, al contrario, avrebbe detto: le differenze di retribuzione sono giustificate se aumentano il reddito complessivo di una societ e se i frutti di questo aumento tornano a vantaggio dei pi sfavoriti. Nessun tetto, dunque: ma uno scrutinio rigoroso sulla corrispondenza fra alte retribuzioni, alto merito individuale, alta performance. Quanti stipendi di manager pubblici e privati in giro per lEuropa supererebbero questo test?

382
Svezia
Contributo di assistenza sociale

450
Francia
Reddito di solidariet attiva

483
Finlandia

LoStatosociale varivoluzionato: unsalario peripoveri euntetto aisuperstipendi


imporre vincoli eccessivi alla libert personale? La critica pu essere rivolta a tutte le politiche di workfare, quelle che collegano il godimento di una prestazione alla immediata disponibilit al lavoro (spesso qualsiasi lavoro). Una nota rassegna delle esperienze di workfare degli anni Novanta significativamente intitolata Unofferta che non puoi rifiutare: unespressione usata dal Padrino (quello di Mario Puzo) per evocare metodi di convinzione non proprio ortodossi e certo non rispettosi delle preferenze dellinterlocutore. Il rischio di paternalismo in effetti c, ma esistono anche i possibili antidoti, gi sperimentati da alcuni Paesi. Innanzitutto il patto deve essere negoziato fra le parti e tener conto, appunto, degli obiettivi, desideri e vincoli del richiedente. Ma c di pi: il patto deve vincolare anche lamministrazione pubblica a fornire opportunit concrete di entrare in contat-

to con possibili datori di lavoro, percorsi che davvero promettono reinserimento e inclusione. La teoria economica tende a preoccuparsi troppo di azzardo morale e troppo poco di asimmetrie di potere, abusi paternalistici e, soprattutto, inettitudine burocratica. Sempre ragionando ai confini fra efficienza ed equit, occorre poi tener conto di un altro problema. Anche se accompagnato da forme di attivazione (non oppressive), il reddito minimo interviene pur sempre ex post: rimedia a un bisogno acuto gi emerso. Ma perch le persone cadono vittime della povert? Per un complesso di fattori, molti (anche se non tutti!) al di l del controllo individuale, e spesso connessi a una iniqua distribuzione delle opportunit. Se questo vero, il modo migliore per combattere la povert agire ex ante, cercando di neutralizzare il pi possibile la trasmissione intergenerazionale dello svantaggio. Il discorso porterebbe lontano. Mi limito qui a dire che per raggiungere questo obiettivo servono due strategie. La prima accrescere i cosiddetti investimenti sociali, in particolare per listruzione e la formazione, sin dallinfanzia. Disporre di un adeguato capitale umano la chiave per imboccare corsi di vita che consentano di migliorare la propria posizione di partenza e di restare sicuri dal punto di vista economico e sociale. La seconda strategia quella di incidere direttamente sulla distribuzione gi esistente delle opportunit, e in particolare dei redditi. Luigi Einaudi raccomandava, nelle sue Lezioni di politica sociale, sia un innalzamento dal basso dei pi sfavoriti, tramite servizi e sussidi, sia un abbassamento delle punte dei pi favoriti, tramite limposizione progressiva e le tasse di successione. Potremmo tuttavia interrogarci su unopzione ancor pi radicale: istituire, oltre a un reddito minimo garantito, anche un reddito massimo consentito. Lidea molto meno peregrina di quanto sembri. Nel marzo scorso, gli svizzeri hanno votato lintroduzione di regole molto restrittive per la definizione degli stipendi dei manager. E proprio oggi 24 novembre nella Confederazione elvetica si tiene un nuovo referendum sui salari equi. Secondo la proposta messa ai voti dai giovani socialisti, nessuna retribuzione dovrebbe superare il multiplo di 12 rispetto

Contributo di assistenza sociale

524
Spagna
Reddito di inserimento attivo

532
Paesi Bassi
Sussidio generale

660
Austria
Assegno di sicurezza minima orientata ai bisogni

794
Belgio
Reddito dintegrazione

801
Irlanda
Assegno sociale

806
Danimarca
Contributo di assistenza sociale

930
Lussemburgo
Reddito minimo garantito

1.315
Fonte: UE, Mutual Information System on Social Protection (MISSOC), 2013

Ma veniamo allItalia. Come mai non abbiamo un reddito minimo garantito n, tantomeno, una strategia di investimenti sociali e di lotta alla povert? Perch il nostro welfare si sviluppato solo verso lalto (inventando le pensioni baby e quelle doro) e non ha mai costruito robuste fondamenta in basso. Come stupirci se un simile edificio diventato un vero e proprio campionario di iniquit? Come potevamo sperare che senza fondamenta la casa potesse stare in piedi, reggere i venti della globalizzazione, i vincoli delleuro, lo tsunami della crisi? E infatti la casa non sta reggendo: n sotto il profilo finanziario n sotto quello sociale. Nonostante le riforme, le pensioni ancora consumano il 15 per cento circa del Pil e siamo il Paese Ue con la pi alta percentuale di trattamenti sopra i 3.000 euro al mese. Sul versante opposto, l8 per cento della popolazione vive in condizioni di povert assoluta. Negli ultimi mesi qualcosa finalmente si mosso. Da un lato si cominciato a parlare di tetti alle prestazioni pi generose e alle retribuzioni pi elevate, soprattutto nel settore pubblico. Molti si sono scandalizzati per lattacco ai diritti acquisiti. Ma in un sistema pensionistico a ripartizione come quello italiano, i diritti acquisiti tendono a trasformarsi in oneri scaricati sulle giovani generazioni. Per quanto riguarda le retribuzioni, ricordiamo poi che quelle dei nostri burocrati sono fra le pi alte del mondo. Dallaltro lato, sono state recentemente formulate proposte concrete per introdurre anche da noi il tassello mancante. Il Movimento 5 Stelle vorrebbe il reddito di cittadinanza per tutti coloro che hanno redditi sotto la soglia di povert relativa. A parte lo svarione terminologico (si tratta in realt di uno schema di reddito minimo), la proposta fuori linea rispetto alle migliori esperienze straniere e costerebbe uno sproposito. Molto pi serie e praticabili le altre due proposte sul tappeto. La prima quella, molto dettagliata, del Reddito di inclusione sociale (Reis), formulata mesi fa dalle Acli. La seconda quella, pi generale, del Sostegno dinclusione attiva (Sia), elaborata da un gruppo di lavoro nominato dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Anche lIstituto per la ricerca sociale (Irs) ha fatto una sua proposta, che ha il merito di indicare le possibili fonti di finanziamento: una incisiva razionalizzazione delle prestazioni assistenziali gi esistenti, che a volte trasferiscono risorse a famiglie che certo povere non sono. Con un po di coraggio politico e seriet istituzionale, ci sono oggi le condizioni per ribilanciare la struttura sbilenca del nostro stato sociale e costringerlo a svolgere quella che dovrebbe essere la sua prima funzione: aiutare i pi deboli. Certo, ci sono i problemi della burocrazia, dellevasione, delleconomia nera e persino della mafia. Ma qual lalternativa? Tenerci cinque milioni di poveri, fra cui un milione di bambini? E difendere al tempo stesso grotteschi privilegi solo perch ci sono? Non occorre scomodare la filosofia n leconomia per capire che lo status quo non in alcun modo sostenibile e che le riforme non possono pi aspettare.
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Ti va di fare un gioco?
Il nuovo libro di Chiara Gamberale
feltrinellieditore.it
#Perdieciminuti

4 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

Il dibattito delle idee


Passione eideologia Ildesiderio diesserecome tuttibello manarraunaverit cospersonale datrasformarsi inunabbaglio Memorie aconfronto suglianni70e80

Post it
di Stefano Righi

La casualit di 101 incontri straordinari


Sugli incroci della vita il film Sliding doors ha costruito la propria fortuna. In One on One di Craig Brown (Edizioni Clichy), c molto di pi della casualit generata da una porta che si chiude in metropolitana. Ci sono 101 incontri reali che hanno cambiato o avrebbero potuto cambiare il mondo, come quando John Scott-Ellis, il 22 agosto 1931, invest a Berlino Adolf Hitler. Ma andava piano, Scott-Ellis, a bordo della sua Fiat

SSS

L'incursione
di MARCO CUBEDDU

CARI AMICI SCRITTORI, IMPEGNATEVI SUI ROMANZI INVECE DI TWITTARE

Arthur Benda, La danza con i dischi doro, 1931, al Mambo (Bologna) in La Grande Magia. Opere Scelte dalla Collezione UniCredit fino al 16 febbraio

S
Il libro di Francesco Piccolo esalta la Buona Causa Ma ricordo che dalla parte giusta stava Craxi, non il Pci
me e lui corrono nove anni di differenza, a mio sfavore). Il suo libro racconta meravigliosamente landirivieni contraddittorio di emozioni e sentimenti tra la storia molto personale di un ragazzo borghese nato a Caserta nel 64 e la storia grande e terribile, per dirla con Kipling, che lo scaraventa fuori del cortile di casa, e gli fa sentire la morsa di un destino comune condiviso con il resto dellumanit. Con Il desiderio di essere come tutti Piccolo si conferma lo strepitoso scrittore che conoscevamo. Basterebbero le pagine sul colera e sul terremoto per dimostrarlo, o quelle sul primo amore che muore nel giorno di San Valentino, per colpa del militantismo ideologico e di un orribile pacchetto in rosa che una commessa sdolcinata aveva confezionato per il regalo damore (rifiutato). Per nel libro si parla di Berlinguer, di Craxi, di Moro, del compromesso storico, del berlusconismo, dellantiberlusconismo come altrettanti momenti della maturazione politica di uno scrittore che sa guardarsi dentro con il dono raro dellironia. E dunque non infondato rileggere questo romanzo anche dal punto di vista politico. vero: Piccolo sostiene una posizione molto coraggiosamente minoritaria. Berlingueriano per scelta, non ignora la debolezza di una sinistra in cui ogni sconfitta politica, dalla Prima alla Seconda Repubblica, diventa un rafforzativo delle proprie idee. Una conferma che il mondo corrotto e che il progresso malato. Una conferma che le persone giuste e i pensieri giusti sono minoranza, fanno parte di un mondo altro, che non comunica pi con il Paese, perch il resto del Paese, impuro e corrotto, si perduto. vero, Piccolo addirittura accosta, parlando della sinistra, due aggettivi che, affiancati, suonano come una bestemmia per i sacerdoti della superiorit antropologica della sinistra: puri e reazionari. vero, le corrucciate e arcigne vestali dei pensieri giusti hanno gi provveduto a bacchettare il reprobo Piccolo, come accaduto sulle colonne del Fatto Quotidiano. Per, forse proprio sbagliato dare per scontato che la parte giusta sia stata quella cantata e sferzata al contempo da Piccolo. Piccolo pi volte dice di sentirsi affine al Robert Redford che in Come eravamo, incontrando Barbra Streisand ancora impegnata dopo tanti anni a testimoniare qualche Buona Causa, le dice con ammirazione affettuosa: Tu non molli mai, eh. La citazione significa due cose. Che Piccolo-Redford si sente un po in colpa. E che la militante Streisand, pur prigioniera di una purezza politicamente inconcludente, migliore di chi si rassegna, di chi molla, di chi non allaltezza della sua integrit: Tu non molli mai. Ecco, forse questo implicito presupposto di Piccolo che innerva tutte le pagine del romanzo, non poi cos scontato. Scrive che nei funerali di Berlinguer si riconobbero tutti. Non vero: i comunisti erano un terzo degli italiani, gli altri due terzi si commossero per la morte di Berlinguer, ma non per questo sentivano di ammettere la superiorit etica del partito di Berlinguer. Dalla parte giusta sulla scala mobile, poi, era Craxi, non Berlinguer. Dalla parte giusta sulla trattativa per salvare la vita di Moro cera Craxi, non Berlinguer. Dalla parte giusta del riformismo moderno era Craxi, non il partito berlingueriano in cui riformista e socialdemocratico erano parolacce e al massimo, pudicamente e ipocritamente, si poteva dire riformatore. Sulle riforme istituzionali dalla parte giusta era Craxi, con un po di anticipo, e non chi gridava al golpe anticostituzionale. E sul finanziamento illecito non cerano partiti puri e partiti impuri, malgrado le unilateralit e gli strabismi delle narrazioni successive. O almeno, cos ricordo, anche se alla memoria, come al cuore, non si comanda. Al massimo la si pu restituire nei suoi aspetti pi vividi, compito nel quale Il desiderio di essere come tutti di Piccolo riesce magnificamente.
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Berlinguer non ti voglio bene


di PIERLUIGI BATTISTA

gnuno di noi conserva il ricordo della partita del cuore, la partita della svolta in cui la passione sportiva si mescolata e fusa con quella esistenziale della politica. La mia stata la sfida di hockey sul ghiaccio tra Unione Sovietica e Cecoslovacchia del 21 marzo 1969. Il giovane Jan Palach si era appena bruciato nella Praga occupata dai carri armati del Patto di Varsavia, e sentire dagli spalti del pubblico di Stoccolma il grido rabbioso e commovente Dubcek Dubcek strazi il cuore del giovane e sconsiderato estremista che ero. E lo rese per sempre anticomunista. La svolta politica di Francesco Piccolo invece, lo racconta nel suo bellissimo Il desiderio di essere come tutti (Einaudi), coincide con il settantottesimo minuto della partita di calcio Germania Ovest contro Germania Est nei Mondiali del 74, quando il piccolo Piccolo, accanto e contro il padre di destra che tifava per i tedeschi occidentali, esult quando Jrgen Sparwasser della Ddr segn il gol che riscattava i poveri ragazzi infagottati nelle modeste maglie azzurre con lo scollo a V bianco. Avevano vinto i deboli, erano stati sconfitti i forti e ricchi prepotenti dellOvest. Fu allora che Francesco Piccolo consum il suo parricidio simbolico. Fu allora che Francesco Piccolo divent davvero comunista. Esattamente lopposto di quanto era accaduto a me. Per me la Ddr incarnava un regime mostruoso, una caserma oppressiva che aveva spinto fino alla perfezione la sua vocazione poliziesca, il cui simbolo erano i VoPos che dallalto delle torrette sparavano senza piet a chi scappava nei modi pi avventurosi da quello Stato-prigione, come ancora documentato nel museo situato a Berlino a pochi passi dal Checkpoint Charlie. Per questo mi commossero di pi tutti quei giovani entusiasti e ancora increduli che un po di anni dopo avrebbero buttato gi a picconate il Muro, mentre Mstislav Rostropovic celebrava con il suo sublime violoncello la fine dellarroganza totalitaria che lo aveva tirato su. Questo per dire a Piccolo che i ricordi che formano il tessuto di unesperienza umana ed emotiva destinata a intrecciarsi con le vicende della politica sono vari e spesso contrastanti tra loro, e non solo nel senso pi banalmente anagrafico-generazionale (tra

ul rapporto tra lautore e la sua opera riecheggia ancora la frase di Gustave Flaubert: Lartista deve far credere ai posteri di non avere mai vissuto. Perfino listrionico Oscar Wilde, sulla carta, la pensava allo stesso modo: Rivelare larte e celare lartista la meta dellarte. Se anche a queste riflessioni si volesse attribuire un pizzico di ipocrisia narcisista, innegabile che un certo fascino enigmatico, dalla figura di Omero a Thomas Pynchon, passando per Shakespeare e J. D. Salinger, si sia dimostrato vincente. Che il vengo, non vengo morettiano sia latente in ogni scrittore, per natura dedalo di contraddizioni, fuor di dubbio. Non sarebbe illecito pensare che lo stesso Salinger, famoso impallinatore di importuni, sia giunto allisolamento in seguito a una radicale risposta alla domanda: Come mi si nota di pi?. Ma una cosa lautofiction o la trovata pubblicitaria estremizzata nellesibizionismo performativo alla Simenon, ipoteticamente disposto a scrivere in una casa di vetro, unaltra sono gli stati su Facebook e i cinguettii su Twitter, che danno vita a un corpus di frammenti non editi e non inediti da cui oggi quasi nessuno scrittore pu dirsi esente. C chi, come Teresa Ciabatti, d vita a veri e propri personaggi e a narrazioni semiautobiografiche; chi commenta con sagacia le partite di calcio come Michele Dalai; chi trasforma la sua bacheca in un circolo femminista, come Loredana Lipperini, che attacca Striscia la notizia per difendere Laura Boldrini: Allepoca, si chiamava manganello. Oggi si chiama Tapiro; chi, come Roberto Saviano, non si concede il lusso dellironia nemmeno su Twitter: Lultima volta a Pordenone fu da uomo libero. Domani torno dopo sette anni a Pordenonelegge;

SSS
Elaborazioni digitali La conquista dei mi piace su Facebook, richiede impegno e tempo per elaborare il contenuto, scegliere lora in cui pubblicarlo, dare struttura e coerenza al post
chi, come Giuseppe Genna, sponsorizza iniziative sportive: assolutamente necessario che i milanesi di qualunque et stiano bene. Quindi devono fare questo corso di yoga allArci Bellezza... siamo tutti l; e chi, come Christian Raimo, nella pausa della divertente narrazione delle sue vicende scolastiche, approfitta per sollevare una questione filosofica: Quella delle scarpe maschili estive. Ci pu essere una terza via blairiana tra scarpa chiusa con fantasmino e questo? con allegata foto di infradito. Il fast thinking, e soprattutto il fast sharing, oltre a incentivare laforisticismo, di fatto molto simile allarteriosclerosi, rendono surreali anche alcune conversazioni, quando uno degli interlocutori si blocca, prende un appunto mentale e verbalizza il processo con la frase potrei metterlo su Facebook. Oltretutto la conquista dei mi piace richiede tempo e concentrazione per elaborare il contenuto, scegliere lora in cui pubblicarlo, dargli una struttura narrativa e una coerenza etica ed estetica con il resto dei post. Se invece di socializzare con i lettori cercando di vendere la nostra immagine a suon di like, impiegassimo un decimo di tutta questa energia nello scrivere romanzi, forse non staremmo sempre qui a lamentarci che nessuno compra i nostri libri, spesso meno brillanti dei nostri tweet. E forse, tra isolamento e casa di vetro, il giusto mezzo sta nella massima di Vladimir Nabokov, gi ripresa da Alessandro Piperno, che raccomanda agli scrittori la vituperatissima torre davorio, purch ovviamente fornita di telefono e di ascensore. Una riflessione che condivido al punto che quasi quasi la condivido su Facebook. @cubamsc
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De Waal, Dio e la morale

Le due specie di dogmatici


di ANTONIO CARIOTI

SSS
La partita del cuore La vittoria della Ddr contro la Germania Ovest ai Mondiali del 74 emozion il protagonista-autore che vi scorse il riscatto dei deboli

resciuto in una famiglia cattolica olandese, il primatologo Frans de Waal ha abbandonato ogni credenza religiosa da ragazzo. E nel libro Il bonobo e lateo (Raffaello Cortina, pp. 322, 28) esprime una visione naturalistica. Lo studio delle scimmie lo ha convinto che la morale va dal basso allalto: non ha unorigine trascendente, ma frutto di una sensibilit innata, tipica di tutti i mammiferi. Nel contempo per de Waal rifiuta lidea che la biologia possa spiegarci il significato della vita e critica chi pretende che ogni comportamento umano abbia base genetica. Per lui la fede non una piaga da sradicare e neppure un errore da correggere, ma una parte della nostra natura, il cui ruolo stato vitale in passato e potrebbe restarlo nel prossimo futuro. Certi campioni dellateismo, tipo Richard Dawkins e Sam Harris, lo infastidiscono quanto i credenti bigotti: I dogmatici battono con tanta forza i loro tamburi scrive che non riescono a sentirsi lun laltro. De Waal probabilmente non conosce certi cattolici integralisti italiani, n polemisti atei come Piergiorgio Odifreddi e Paolo Flores dArcais. Ma sembra proprio che parli di loro.
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MARCO CUBEDDU Nato a Genova nel 1987, scrittore. Collabora con Nuovi Argomenti e scrive su diversi giornali e riviste tra cui Panorama e Il Secolo XIX. Il suo primo romanzo C.U.B.A.M.S.C. Con una bomba a mano sul cuore (Mondadori).

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA

Il dibattito delle idee

Va pensiero
di Armando Torno

Il Tommaso dAquino dOriente


Zhu Xi (1130-1200), filosofo del Fujian, figura tra i sommi del neoconfucianesimo; fu autore di opere speculative, in particolare i commentari ai Quattro libri. considerato il Tommaso dAquino dOriente. Ora nella prestigiosa Biblioteca cinese delle Belles Lettres esce, con testo a fronte, Memoria sigillata sulla situazione dellimpero (pp. 252, e 27). Una forte requisitoria contro la corruzione e i vizi della politica (ancora utile).

Gesti Artisti e pubblicitari hanno messo a frutto lambiguit dellazione pi intima che si possa fare e fotografare in pubblico
Icone di unepoca
A sinistra: il bacio fotografato da Alfred Eisenstaedt a Times Square, New York, nel 1945: simbolo della fine della guerra negli Usa. Al centro: il celebre bacio alla sovietica del 1979, tra Erich Honecker, segretario generale della Sed tedesco-orientale, e Leonid Brenev, segretario del Pcus: icona della guerra fredda. A destra: la manifestante No Tav che durante il corteo in Val di Susa, lo scorso 16 novembre, bacia la visiera di un poliziotto in tenuta anti-sommossa (foto Afp)

Il bacio, arma di confusione di massa


di GUIDO VITIELLO

Da Giuda a Giulio Andreotti, dalla Russia alla Val di Susa Storie di atti fraintesi o inventati: con fini mediatici e politici
Il malinteso russo si ripresentato lestate scorsa quando le staffettiste Tatyana Firova e Kseniya Ryzhova hanno festeggiato con un bel bacio in bocca la medaglia doro vinta ai Mondiali di atletica di Mosca: il gesto di esultanza, che fece scalpore ovunque fuorch in Russia, venne scambiato per una sfida alle leggi omofobe di Putin. Altre volte ancora lambiguit attizzata ad arte, come nella campagna Unhate di Benetton del 2011, che invitava a dis-odiare tramite fotomontaggi che rimettevano in scena il bacio Brenev-Honecker con protagonisti aggiornati: la Merkel baciava Sarkozy, Obama lallora presidente cinese Hu Jintao, e soprattutto cera Ratzinger bocca a bocca con limam del Cairo (nessuno dei due grad la tresca). Ma tra tutti i baci travisati, simulati ed enigmatici del mondo, il pi bello, si pu dire, cosa nostra: il fantomatico bacio tra Andreotti e Riina, un bacio-trattativa nato dallestro letterario del pentito Balduccio Di Maggio (si pu essere gangster e bravi drammaturghi, ci ha insegnato il Woody Allen di Pallottole su Broadway). La scena, gi cos potente, ha oltretutto un magnifico sequel: Giulio, non ti bacio solo perch so che non ti piace, disse Nicola Mancino il giorno dellottantesimo compleanno del senatore. Questo teatro! Resta da capire il perch di questo continuo cortocircuito erotico-politico, e il racconto della militante in Val di Susa alle prese con lagente offre un buon punto di partenza: Avevo una scelta: sputargli o baciarlo. Possibile che le due cose, a qualche livello, siano intercambiabili? Certo che lamore e la guerra parlano due dialetti di una lingua comune, come insegna il Medioevo cavalleresco; anzi, vero fin dalla preistoria, se non altro la preistoria da fumetto. In una striscia di B.C. di Johnny Hart che apparve nel 1969, tra liberazione sessuale e contestazione della guerra in Vietnam, due cavernicoli si azzuffano sotto gli occhi di una donna primitiva bella e civettuola. Arriva un terzo a dividerli: Piantatela! Fate lamore, non la guerra!. E quelli: E per cosa credi che ci stiamo pestando, stupido?.
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eccato che le citazioni false siano false, perch spesso offrono imbeccate a cui doloroso rinunciare. Come questa, attribuita a Henri Cartier-Bresson: Una fotografia un bacio oppure uno sparo. La frase originale ben diversa (il fotografo disse che la sua Leica era come un caldo bacio, come un colpo di pistola e come il lettino dello psicoanalista), ma teniamoci stretta la versione apocrifa: la didascalia ideale per la foto della manifestante No Tav immortalata mentre bacia sulla visiera un poliziotto in tenuta antisommossa, lo scorso 16 novembre in Val di Susa, salvo rivelare di l a poco che si trattava di un gesto di disprezzo, di una provocazione. La ragazza, una ventenne di nome Nina De Chiffre, ha dissipato lequivoco in meno di quarantottore, a differenza di Caroline de Bendern la Marianna del maggio parigino fotografata mentre svettava sulla folla sventolando una bandiera vietnamita che aspett la bellezza di trentanni prima di confessare che: primo, era salita sulle spalle di un amico perch non ne poteva pi di camminare (ma in cambio le avevano appioppato la bandiera); secondo, aveva messo su quella faccia ispirata e solenne perch, da mannequin qual era, si era accorta di stare sotto locchio dei fotografi. Lunga la storia del bacio politico dal bacio-manifesto al bacio-sparo, passando per il bacio che suggella unalleanza lunga almeno quanto la storia dei fraintendimenti a cui si prestato, dei generosi abbagli che ha suscitato. Cosa di pi romantico, per esempio, del marinaio americano che bacia linfermiera in mezzo a Times Square pochi minuti dopo lannuncio della resa del Giappone, nellagosto del 1945? Eppure, a quanto racconta il fotografo Alfred Eisenstaedt, autore del leggendario scatto pubblicato su Life, quel marinaretto correva per le strade come un satiro impazzito, agguantando qualunque donna capitasse a tiro, che fosse una nonnetta, tarchiata, magra, vecchia, non faceva differenza. Purch porti la gonnella, voi sapete quel che fa. Si deve ipotizzare che, pi che un languido abbandono, quello dellinfermiera fosse un indietreggiamento tattico o una resa al-

SSS
Galleria critica Lawrence Verria e George Galdorisi hanno raccolto teorie e contraddizioni sul tema in un libro dal titolo The Kissing Sailor

linvasore (in un modo o nellaltro, sempre di guerra si tratta). Ma solo una delle tante versioni: decine di marinai e di infermiere si sono fatti avanti, nel corso dei decenni, per sostenere che erano proprio loro quelli della foto, un guazzabuglio di teorie contraddittorie in cui hanno cercato di mettere ordine Lawrence Verria e George Galdorisi in un libro dal titolo The Kissing Sailor. E che dire della foto del bacio di Vancouver, scattata nel 2011 da Richard Lam in mezzo alla rivolta dei tifosi dopo una partita di hockey? Due ragazzi distesi sullasfalto, divinamente noncuranti dellinferno di fumogeni intorno, dietro la sagoma scura di un agente con il manganello. Che magnifica allegoria vivente! Peccato che prima un video su YouTube, poi la stessa giovane coppia, abbiano rimesso tutto in prosa: lei era finita a terra in una

carica della polizia e se ne stava l in preda allo shock, lui era andato a cercare di calmarla. Cosa sempre romantica, beninteso, ma meno Paolo e Francesca di quanto si fosse immaginato. Spesso a generare equivoci lambiguit dei codici culturali, che fanno incorrere in errori di traduzione. Leonid Brenev ed Erich Honecker avvinti nel bacio alla sovietica della celebre foto del 1979 sembrano oggi un manifesto dellorgoglio gay, ed erano promiscui quanto basta fisicamente e politicamente da consentire allartista russo Dmitri Vrubel, che nel 1990 ne fece un murales sul muro di Berlino, di aggiungere la didascalia: Dio mio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale; ma quando, in una foto di dieci anni dopo, tocc a Gorbaciov baciare il leader della Ddr, a pi di un osservatore venne in mente Giuda.

Ferdinando Botero (Medelln, Colombia, 1932), Il bacio di Giuda (2011, olio su tela, 55 x 63 centimetri, particolare), dal ciclo Via Crucis. La passione di Cristo, New York, Marlborough Gallery

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Idiomi del corpo Lamore e la guerra parlano due dialetti di una lingua comune, come insegna il Medioevo cavalleresco e cortese

6 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

ETICA DIGITALE
di FEDERICO GUERRINI

Lattivismo da divano rinasce con la pubblicit

SSS
Su Adtruism si sceglie una non profit da sostenere e il logo comparir sul proprio sito o blog

acile promuovere una causa online, a colpi di clic: fa sentire in pace con la coscienza senza doversi sforzare troppo. I risultati per sovente non sono granch, tanto che in inglese stato coniato un termine vagamente dispregiativo: slacktivism (attivista fannullone). A rivalutare lattivismo da divano ci pensa una startup irlandese, Adtruism, che sembra aver trovato il modo di coniugare beneficenza reale e dolce far niente. Eravamo stanchi di vedere cos tanti vuoti gesti di sostegno alle buone cause online dice il fondatore Brian Mc Cormick, che con sei studenti delle universit di Dublino e Belfast (alcuni nella foto) ha lanciato in estate liniziativa perci abbiamo trovato una maniera per fare qualcosa di davvero utile, con un minimo di impegno.

Funziona cos: ci si reca su Adtruism.com, e si sceglie una non profit da supportare; ce ne sono una ventina, fra cui lUnicef e Medici senza frontiere. Si inserisce poi il codice fornito sul proprio sito o blog, dove apparir un annuncio pubblicitario promosso da uno dei network partner di Adtruism. A ogni clic sullannuncio, il 100% del ricavato andr allorganizzazione selezionata. E Adtruism, cosa ci guadagna? Nulla: si sostiene grazie al finanziamento di due fondazioni benefiche, la Healy Foundation e Social Entrepreneurs Ireland, e grazie al supporto gratuito di simpatizzanti e aziende che ne condividono la filosofia di fondo. La bont, a volte, pu essere contagiosa. @fede_guerrini
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Orizzonti
Nuovi linguaggi, scienze, religioni, filosofie
dal nostro inviato a Boston SERENA DANNA

Solchi
di Matteo Cruccu

Un dizionario vecchio stile


Da Claudio Villa ai Lumineers, dalla Carr ai Mumford & Sons: non manca quasi nessuno nel Dizionario del Pop-Rock 2014 (Zanichelli) tomo monumentale di Enzo Gentile e Alberto Tonti. Operazione desueta unenciclopedia di carta ai tempi di Wikipedia? Sembra di no: vi uninterfaccia digitale e il dizionario critico, con stellette e giudizi. E sfogliarselo, pure a caso, d ancora un certo gusto.

Societ Luniversit americana ha organizzato un incontro per scrivere il futuro del rapporto tra navigazione online, sorveglianza e libert

uccede ancora che il mondo accademico si assuma la responsabilit di mediare tra la societ e il futuro, di accogliere i cambiamenti dellindustria e di provare a indirizzarli in una direzione sostenibile. Se lUniversit di Stanford in California si caratterizza da sempre per unadesione totale alle ragioni (commerciali) della vicina Silicon Valley, allestremit opposta degli Stati Uniti, il Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston polo orientale per linnovazione e la tecnologia made in Usa sta tentando un approccio pi critico e propositivo alla rivoluzione in corso.

Con questo spirito, il 17 novembre, il SENSEable City Lab, il laboratorio di ricerca urbanistica delluniversit americana diretto da Carlo Ratti, ha organizzato Engaging Data 2013, una giornata di studio sul tema dei Big Data, invitando docenti, ricercatori, tecnici e giornalisti allelaborazione di un manifesto. Lincontro, al quale ha partecipato anche la Lettura, stato aperto da una discussione tra il linguista Noam Chomsky e il premio Pulitzer Barton Gellman sullo spionaggio di massa a opera della National Security Agency, rivelato dallex dipendente della Cia Edward Snowden. Obiettivo del Mit: lindividuazione di pilastri tematici per delineare i confini etici ed economici dellutilizzo dei dati

Un manifesto per i Big Data


I pilastri del Mit per un uso sostenibile delle informazioni personali
ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCA CAPELLINI personali degli utenti da parte di aziende e governi. Ogni sistema di potere ha affermato un battagliero Chomsky che sia lo Stato, Amazon o Google, sta cercando di utilizzare la migliore tecnologia disponibile per controllare, dominare e massimizzare il proprio potere. Il paradosso che, ha sottolineato Gellman (al lavoro su un libro dedicato alla sorveglianza industriale di Stato), tutte le persone addette alla sorveglianza, sia nel pubblico sia nel privato, sono convinte di proteggere i cittadini, o almeno cos dichiarano. Dopo il dialogo tra lo studioso e il giornalista (che insieme a Glenn Greenwald e Laura Poitras sta curando il rilascio di documenti sulla Nsa da parte di Snowden) e un intervento delleconomista e sociologa Saskia Sassen, nel pomeriggio i partecipanti di Engaging Data 2013 si sono riuniti in workshop a tema guidati, tra gli altri, da Simon Gilles di Accenture, David Weinberger dellHarvard Berkman Center e Michael Rappa della North Carolina State University per la stesura del manifesto. Il punto di partenza, evidenziato da molti degli studiosi intervenuti, il far west legislativo in cui avviene il tracciamento degli utenti sulla rete, dimensione che, come ha sottolineato Ben Wizner della American Civil Liberties Union,

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CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA

SSS

delle organizzazioni che le estrapolano e lavorano. Per selezione si intende, invece, la necessit di individuare quali sono i problemi e le opportunit che possono davvero provenire dai Big Data. Uno degli esempi dellambiguit di scopi legata al loro utilizzo arriva proprio dal caso Snowden: gli Stati Uniti hanno sempre affermato che il controllo e lo spionaggio di cittadini stranieri a opera della National Security Agency servisse solo per ragioni di sicurezza, in particolare per prevenire eventuali azioni terroristiche. Tuttavia, i pi importanti esperti di algoritmi e analisi predittive dal docente di Internet governance di Oxford Viktor Mayer-Schnberger allo statistico-blogger Nate Silver hanno dimostrato che proprio gli attentati terroristici come le catastrofi naturali in quanto eventi unici nel tempo e nello spazio sono impossibili da prevedere attraverso luso di Big Data, al contrario delle abitudini di consumo, le quali, basandosi su prodotti e numeri, sono pi facilmente decifrabili. In un settore al momento dominato dalla tecnica necessario riabilitare concetti come umanesimo ed etica : due obiettivi emersi dai workshop organiz-

Presupposti Il punto di partenza il far west in cui avviene il tracciamento online degli utenti. Bisogna individuare regole e regolatori
sfugge a ogni controllo e verifica da parte di cittadini e organismi di tutela. Eppure, il problema, oltre che nellindividuazione di regole, sta anche nella scelta dei regolatori. A chi affidare il contratto di utilizzo dei dati?, si chiesto Marco Bressan del Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, denunciando una situazione in cui, da un lato, la societ si rivela incapace di gestire le proprie informazioni, dallaltro, aziende e governi sono alleate nellinteresse di portare avanti lanarchia in materia. E se vero che una maggiore responsabilit e consapevolezza dei cittadini la premessa per un utilizzo pi giusto dei dati, tutti gli studiosi intervenuti a cominciare da Noam Chomsky hanno auspicato un ruolo attivo da parte di media, accademia e organizzazioni civili per informare i cittadini su diritti e doveri della navigazione online. Come ha ribadito Saskia Sassen, non esistono dati buoni o cattivi: Tutti i dati sono potenzialmente utili o nocivi ha dichiarato la sociologa , una questione di utilizzo e contesto. La domanda da porsi : come far funzionare in maniera corretta e responsabile Big Data?. Proprio contesto emersa come una delle parole-chiave del manifesto del Mit. Termine che ritorna anche nelle teorie pi attuali legate alla tutela della privacy dei cittadini (quella della filosofa Helen Nissenbaum per esempio): lidea che non esista una legge, teoria o idea universale, ma che diverse situazioni economiche, culturali, sociali e politiche richiedano approcci filosofici e normativi diversi. La trasparenza si delinea come un requisito imprescindibile per una corretta gestione dei dati personali: nel futuro gli utenti dovranno essere informati sulla tipologia delle informazioni raccolte e sul loro utilizzo da parte delle aziende e

Scenari Oltre gli algoritmi, arrivano i Linked Data

Accesso condiviso dalla rete per discutere, verificare, inventare


di DAVID WEINBERGER

Dallalto in basso: leconomista e sociologa Saskia Sassen; il linguista e filosofo Noam Chomsky; il manifesto della conferenza del Mit; il giornalista premio Pulitzer Barton Gellman

Big Data hanno avuto origine nellera dellinformazione. Entrando nellera della rete, le loro caratteristiche e il modo in cui sono sfruttati cambiano. Quando sono concepiti nel quadro dellera dellinformazione, consistono di unenorme quantit di dati e di sofisticati algoritmi in grado di trarne un valore. Quando sono pensati nellera della rete, alcuni dei loro valori cambiano. Un elemento caratterizzante di Internet la sua ampiezza, ma per aumentare la scala dei Big Data bisogna essere disposti a tollerare un grado maggiore di imprecisione: meglio ottenere rapidamente dei dati un po imprecisi piuttosto che non ottenere mai dei dati perfettamente accurati. Per fortuna le inesattezze possono essere ridotte mettendo a punto algoritmi di correzione. Per questo motivo, alcune raccolte di Big Data hanno rinunciato a nascere con un schema standard unificato. Cos si introduce disordine, ma si consente che i dati siano inviati velocemente. Su data.gov, il sito federale statunitense di Big Data, i dati sono accettati in molte forme diverse, anche se nel tempo possono cambiare. Possiamo cominciare a vedere un futuro in cui laccesso ai Big Data dalla rete diventi una cosa normale. Lobiettivo costruire una sorta di spazio comune in cui un gran numero di idee possano essere discusse e verificate. Questo spazio comune amplificherebbe notevolmente il progresso della conoscenza e trarrebbe dai Big Data un valore assai maggiore. A differenza di alcune visioni precedenti, secondo le quali i computer potrebbero aiutarci a modellare il mondo, uno spazio comune in rete avr suc-

cesso se consentir un dibattito continuo e vivace, sostenuto da prove fornite da vari gruppi di Big Data. Un modo per arrivare a questo risultato potrebbe essere quello di trasformare i Big Data in Linked Data, ovvero dati collegati. I Linked Data sono uno standard del web semantico che consente di esplorare pi facilmente dei silos di informazioni per trovare relazioni tra i loro dati. I Linked Data rendono anche molto pi facile inserire nuove relazioni nella serie di dati in s, in modo che i dati acquistino tanto pi valore quanto pi sono utilizzati. I Linked Data non sono particolarmente facili da realizzare, ma la tecnologia necessaria si sta consolidando, ed in questa forma che le organizzazioni che perseguono fini di pubblica utilit tendono a rendere disponibili i loro Big Data. Che si usino o meno i Linked Data, questa prospettiva rappresenta il pi grande cambiamento che i dati subiranno nella nostra nuova era. Nellera dellinformazione i dati venivano raccolti e organizzati con uno scopo specifico: si costruiva un database di risorse umane per sostenere le applicazioni dedicate alle risorse umane. Lera della rete vede invece i Big Data come una piattaforma che, quando liberamente disponibile, in grado di sostenere applicazioni ancora da inventare. Perch questo si verifichi, per, i Big Data devono essere pi accurati e devono fondamentalmente condividere i valori di Internet: lapertura, lampiezza, la tolleranza per una certa dose di disordine, e la soddisfazione di vedere il proprio lavoro utilizzato e condiviso da altri. (Traduzione di Maria Sepa)
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zati dal Mit riguardano, infatti, limportanza del fattore umano nel processo tecnologico. Nel caso di Big Data significa dare allinterpretazione dei dati pari o maggiore dignit delle altre fasi (estrazione, correlazione, archiviazione) e fare in modo che lefficacia non diventi lunico parametro per giudicare la qualit di un processo. Secondo gli studiosi, la citt a differenza di nazioni o continenti si presenta come il laboratorio perfetto, per scala e significato, per sperimentare accordi e valutazioni sul tema. Quando i cittadini vengono messi a conoscenza del funzionamento della metropoli, di cosa determina cosa, possono attuare cambiamenti sul loro comportamento civico, ha dichiarato Ludwig Siegele dellEconomist. Il riferimento alle opportunit offerte dalle nuove tecnologie mobili per misurare e quantificare tutte le attivit legate ai cittadini e alla citt, argomento di studio privilegiato dal SENSAble City Lab delluniversit. Pi che auspicare interventi di autorit centrali, i firmatari del manifesto del Mit credono che sia auspicabile la costruzione di un ponte diretto tra i governi locali e le corporation che si occupano di tecnologia. emersa poi la necessit di avere dei parametri di riferimento comuni per lanalisi dei dati, griglie condivise a livello internazionale per poter costituire punti di riferimento dagli Stati Uniti a Roma fino al Kenya. Infine, urge un ripensamento dellidea stessa del rapporto tra gli utenti e la rete. Se fino a oggi valsa lidea che la moneta di scambio per Internet gratis fosse accettare di essere noi stessi prodotti commerciali, il futuro vede la centralit di un utente attivo che sceglie di fornire i propri dati in cambio di offerte, denaro o servizi. Un sano libero arbitrio commerciale sintetizzato in una semplice frase da Geoff Hollingworth di Ericsson: La condivisione di dati dovrebbe essere organizzata come una transazione di affari: vuoi usare i miei dati? Paga. @serena_danna
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8 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

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Orizzonti Scienze umane


Teoria dei giochi

Tarli
di Severino Colombo

Le favole formato tweet di Tolstoj


Apri a caso e trovi: leggende, descrizioni, racconti veri e inventati, considerazioni scientifiche (perch soffia il vento, perch si appannano le finestre) e perfino storie cos piccole che potrebbero stare in un tweet. il prezioso abbecedario scritto da Lev Tolstoj con i suoi scolari bambini, I quattro libri di lettura (Isbn, 25) con introduzione di Ermanno Olmi (pure preziosa). Dedicato a tutti i fanciulli perch ne traggano le loro prime impressioni poetiche.

Il dilemma del prigioniero fa elaborare la scelta pi razionale tra lessere fedeli al gruppo o pensare soltanto a se stessi

Definizioni geopolitiche

Il soft power come sushi caldo: inverosimile


di MARCO DEL CORONA

U
Tradire conviene al traditore ma collaborare conviene a tutti
di ANNA MELDOLESI

ue traghetti stanno evacuando Gotham City. Il primo trasporta detenuti, il secondo comuni cittadini. Ogni equipaggio scopre di avere un detonatore per far esplodere laltra barca. Il perfido Joker detta le regole. Numero uno: i passeggeri dellimbarcazione che per prima decider di premere il pulsante condanneranno gli altri alla morte, ma avranno salva la vita. Numero due: se entro mezzanotte nessuno si sar deciso, salteranno tutti in aria. Le cose sono complicate dal fatto che tra i civili c chi non ha scrupoli, mentre tra i galeotti (e sulla imbarcazione ci sono anche secondini e poliziotti) c chi ha dubbi sul da farsi. La scena tratta da Il cavaliere oscuro, penultimo episodio della saga di Batman. I cinefili ricordano questo film soprattutto per la tragica morte dellattore che interpretava Joker. I nerd per la trasposizione cinematografica di un grande classico della teoria dei giochi: il dilemma del prigioniero. Nella versione di base ogni giocatore costretto a compiere una difficile scelta, senza sapere cosa far laltro. Nel migliore dei mondi possibili i due si fidano abbastanza per collaborare (nel film questo equivale a non premere il pulsante, sperando nellarrivo di Batman). Ma la voglia di cooperare deve fare i conti con la paura di essere traditi: la barca con i passeggeri buoni potrebbe essere distrutta da quella dei passeggeri egoisti. Se legoismo prevale, ci perdono tutti. Se prevale laltruismo, ci guadagnano tutti (non nei piani di Joker...). Il fascino della teoria dei giochi che cerca di spiegare come dovrebbero comportarsi dei soggetti razionali per fare il proprio interesse nella variegata casistica delle interazioni umane, dalle simulazioni di guerra alle trattative commerciali. Per questo la branca di studi fondata da John von Neumann e sviluppata da John Nash appassiona psicologi, economisti e studiosi di scienze politiche oltre ai matematici. Il dilemma del prigioniero, in particolare, ha sessantanni di vita, ma continua a occupare le pagine delle riviste scientifiche. Pu sembrare assurdo, ma solo recentemente qualcuno ha pensato di studiare le strategie di gioco dei carcerati (i veri prigionieri). Ecco le regole usate: scegliendo entrambi di collaborare i giocatori ottengono 7 punti ciascu-

no, chi tradisce un avversario collaborativo prende 9 punti, chi collabora mentre laltro tradisce si ferma a 1, se entrambi tradiscono hanno 3 punti a testa. La logica suggerisce il ragionamento seguente: Se il mio avversario sceglie di collaborare mi conviene tradirlo. Se mi tradisce, mi conviene tradirlo lo stesso. Le detenute arruolate per lo studio pubblicato sul Journal of Economic Behavior & Organization in agosto, per, hanno sorpreso tutti scegliendo di collaborare nella maggioranza dei casi e pi spesso delle studentesse che sono servite da paragone. Lesiguit del campione non consente facili generalizzazioni, ma la tentazione c. Forse in carcere i tradimenti vengono puniti pi duramente che in un campus universitario. Lo schema ricalca quello degli interrogatori. Due sospettati vengono portati in stanze separate e il poliziotto li incalza: Se parli per primo avrai uno sconto di pena. Il tuo complice sta gi crollando. Che fare? Soluzione: se uno dei due confessa evita il peggio e mette nei guai laltro. Se tutti e due confessano finiscono in carcere entrambi. Se nessuno dei due confessa, possono sperare di farla franca.

i
Biblio-filmografia La teoria dei giochi compare nel film sulla vita di John Nash, A Beautiful Mind, del 2001, diretto da Ron Howard, con Russell Crowe. In Italia, da Zanichelli, nel 2004 uscita la raccolta Giochi non cooperativi e altri scritti di Nash (nella foto). Tra i film ispirati al dilemma del prigioniero ci sono Formula per un delitto, con Sandra Bullock, e Il tempo di decidere, diretto da Joseph Ruben. Questi e altri esempi sono trattati nel libro Mathematics in Popular Culture (2012) a cura di Jessica ed Elizabeth Sklar. Il lavoro scientifico pi importante degli ultimi anni Iterated Prisoners Dilemma contains strategies that dominate any evolutionary opponent, W. Press e F. Dyson, Pnas, 2012. La rassegna pi aggiornata New Dilemmas for the Prisoner, B. Hayes, American Scientist, 2013. Lillustrazione in alto di PIERLUIGI LONGO

in crash. Ha scoperto cos che una delle premesse generalmente accettate era sbagliata e, con laiuto del poliedrico Freeman Dyson, nel 2012 ha pubblicato su Pnas le equazioni per una nuova classe di strategie. Con la strategia del ricattatore la simmetria di gioco si rompe e il dilemma si trasforma in un ultimatum. In sostanza il ricattato deve accontentarsi di poco o perdere tutto pur di punire il prepotente avversario. Se lemozione non prende il sopravvento sulla razionalit, lintelligenza e lingiustizia trionfano ha commentato William Poundstone, autore del libro Prisoners Dilemma. Il messaggio consegnato da Press meno nero: Fidati, ma verifica sempre. Ovvero, se ti accorgi che il tuo avversario gioca pesante fallo anche tu. Se entrambi i soggetti usano una strategia estorsiva, possono arrivare a un compromesso in cui ciascuno assesta il punteggio finale dellaltro su una quota cooperativa. La diplomazia pu vincere sul conflitto. Vi ricordate la guerra fredda?

n sospetto ha sempre accompagnato il concetto di soft power, elaborato da Joseph Nye per contrapporlo a un hard power rappresentato dalla forza o dalla minaccia della stessa. Il sospetto, cio, che si tratti di una definizione sopravvalutata, magari solo il travestimento della pi banale propaganda. Addirittura, indulgere sulle diverse manifestazioni del soft power induce errori di prospettiva, quasi sbandamenti cognitivi. La studiosa americana Nancy Snow (della California State University, Fullerton, autrice fra laltro del Routledge Handbook of Public Diplomacy) convinta che si tratti di vino vecchio in bottiglie nuove e che il termine vada impiegato con pi accuratezza. Una volta definito, il soft power spiega a la Lettura da Tokyo pu essere elemento costitutivo della propaganda. Tuttavia il soft power non rivolto allopinione pubblica. Direi cos: che il soft power come la bellezza, sta negli occhi di chi guarda. La capacit di seduzione della Cool Britannia blairiana, della Korean Wave o della eleganza italiana dipende dallindividuo, da me, non da quei Paesi. E dal momento che la propaganda pensa prima ai propri interessi e poi alla prospettiva del pubblico, alla fine il giochino non funziona. Snow, di cui a febbraio uscir Propaganda and American Democracy (il suo nono libro, Louisiana State University Press), osserva come oggi certi sedicenti esperti di soft power vadano in giro a convincere i Paesi a promuoversi attraverso lindustria. Ma non esiste correla-

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Propaganda La studiosa americana Nancy Snow: Lefficacia del concetto sta in chi osserva. E quel che conta il vero potere
zione, per dire, tra le vendite allestero dei prodotti Hello Kitty e il sostegno alle politiche del Giappone. In altre parole, aggiunge Snow, vorrei che ci si concentrasse sul power pi che sul soft, o almeno che lattenzione vi fosse rivolta in parti uguali. Il soft power non meno strategico delle proiezioni dellhard power, ovvero della forza. Ma quello che pu apparire ad alcuni come soft power, ad altri sembra la decadenza di una cultura. Di nuovo il Giappone come esempio: La musica J-Pop, la moda... Ma che s oft power questo in confronto alla copertina di Time con il fondatore della Sony, Akio Morita, pubblicata nel maggio 1971? Quelli erano anni in cui il Giappone era un modello di efficienza produttiva. Potere dellindustria. Potere vero. Ecco il dubbio: che soft power sia una non-definizione. Power sta per capacit di agire, fare, trasformare, controllare. Soft rimanda a passivit, inesperienza. un po conclude Snow come dire sushi caldo. Piuttosto, allora, dobbiamo scegliere come definire il soft power in funzione di quanto ci aspettiamo: migliorare le relazioni culturali per il bene di tutti? Rappresentare una diplomazia culturale per gli interessi di un Paese? Servire scopi diplomatici attraverso relazioni intergovernative e scambi di studenti? Ottenere pi sostenitori per gli interessi nazionali di un Paese? Beh, se questo il fine del soft power, tanti auguri.... leviedellasia.corriere.it @marcodelcorona
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Quando nel 1950 Merril Flood e Melvin Dresher della Rand Corporation hanno inventato il gioco, osservando molti match in rapida successione, c stata mutua cooperazione sessanta volte su cento. Negli anni Ottanta Robert Axelrod, delluniversit del Michigan, ha sostituito le persone con dei programmi per computer, svelando lefficacia della strategia del colpo su colpo. Consiste nel cooperare alla prima mano e poi proseguire copiando sempre lultima mossa dellavversario. Se lui collabora, trover collaborazione. Se tradisce sar ripagato con la stessa moneta. La morale : mai tradire per primi, vendicarsi sempre, non prolungare la rappresaglia oltre il dovuto. Non sembra la strategia ottimale ma funziona bene: matemagica. Unaltra sorpresa arrivata da William Press, dellUniversit del Texas, che stava macinando il dilemma del prigioniero al computer quando ha iniziato ad andare

Se il gioco si sposta nel campo della biologia evoluzionistica, infine, i prepotenti possono diventare vittime del loro successo. La vittoria infatti consiste nel vedere le proprie caratteristiche diffondersi nella popolazione, con il risultato che i ricattatori si troveranno a competere con altri ricattatori. Paradossalmente pu affermarsi anche una strategia generosa, che consiste nellaccettare meno di quel che ci spetta. Commentando la variante darwiniana del dilemma sul numero di American Scientist di novembre, Brian Hayes ricava lultimo insegnamento: La misericordia pi grande della giustizia. Le persone per non sono algoritmi, forse meglio non farsi illusioni. Prendiamo il caso esaminato sullInternational Journal of Astrobiology. Il dilemma del prigioniero viene usato per stabilire se a noi terrestri convenga cercare attivamente gli alieni, correndo il rischio che si rivelino ostili, oppure aspettare che siano loro a trovarci. Voi che fareste? @annameldolesi
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CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA

Orizzonti Visual data Classifiche

Classicamente
di Nuccio Ordine

Essere o non essere (utili)


Questo si richiede a un uomo, che sia utile agli uomini, se possibile, a molti, se no, a pochi, se no, ai pi vicini, se no, a se stesso. Infatti, quando si rende utile agli altri, svolge un compito che riguarda tutti. Come chi si rende peggiore, non solo a se stesso nuoce, ma anche a tutti quelli cui, resosi migliore, sarebbe stato in grado di essere utile: Seneca, nel suo Della vita appartata, ci invita a essere migliori

La Modern Library ha classificato i cento migliori romanzi in lingua inglese. Quasi un quarto degli autori ha raggiunto il successo allesordio. Ma questa non fortuna

Scrittori, buona la prima. E poi?


La visualizzazione esplora gli autori dei cento migliori romanzi in lingua inglese colore: numero: del Novecento, secondo la classica stilata Asia, America del Nord, posizione dei romanzi Nome Autore dalla Modern Library. in classica 85 - Citt natale Europa, America del Sud L'ordine degli autori indica quanti anni sono trascorsi tra l'et al momento del romanzo 100 anni nascita di esordio e l'et al momento del capolavoro inserito in classica (per i primi 22 circonferenza = morte il romanzo d'esordio coincide durata della vita con il capolavoro inserito in classica). Per gli autori che hanno pi di un capolavoro in classica si considera il primo in ordine temporale. Per ogni autore sono inoltre et al romanzo desordio restituite la posizione in classica et al momento precocit: distanza del romanzo, la citt natale, della morte tra esordio e 1capolavoro il continente di appartenenza, l'et et al et al 1capolavoro al momento del romanzo di esordio, l'et 4capolavoro et al 2capolavoro al momento della pubblicazione del romanzo inserito in classica. et al 3capolavoro
Fonti: biography.com, britannica.com, modernlibrary.com romanzo pubblicato 82 postumo autore ancora in vita

Come si legge?

Carson McCullers
17 - Columbus

Norman Mailer
51 - Long Branch 84

Ernest Hemingway
45, 74 - Oak Park

John OHara
22 - Princeton

Theodore Dreiser
33, 16 - Terre Haute

23

25 62

27 30 65

29

74 54

29

50

James Baldwin
39 - New York

Richard Hughes
71 - Weybridge

James P. Donleavy
99 - New York 87 *

James Jones
62 - Robinson

Richard Wright
20 - Roxie

76 29 63

29

29 56

30 52

32

Jerome D. Salinger
64 - New York 91

3, 1, 77 - Dublino 80

James Joyce

Iris Murdoch
95 - Dublino

Joseph Heller
7 - New York

19 - Oklahoma City 80

Ralph Ellison

*
41 - Newquay

= primo capolavoro coincide con lesordio

76 35 38

32 59 57 40

34

38

Max Beerbohm
59 - Londra 84

Paul Bowles
97 - New York 89

James M. Cain
98 - Annapolis 85

William Golding
82

60 - Birmingham

Walker Percy

John Cheever
63 - Quincy

James Dickey
42 - Atlanta

Thornton Wilder
37 - Madison

Arthur Koestler
8 - Budapest

56 - Saint Mary's County

Dashiell Hammett

74 39 39 42 43 45

70 45

74 47 6, 35, 54 - New Albany

78

29 30

78 34 35 67 35 36

David H. Lawrence
9, 48, 49 - Eastwood

93 - Leigh-on-sea 79 37 39

John Fowles

88 - San Francisco

Jack London

Edward M. Forster
79, 38, 25 - Londra 91

Erskine Caldwell
91 - Coweta County 84 26 29

James T. Farrell
29 - Chicago

William Faulkner Sherwood Anderson


24 - Camden

69, 58 - New York

Edith Wharton

Vidiadhar S. Naipaul
72, 83 - Chaguanas

45

26 28 30 35

24 27 40 45

81 75 28 31 29 32 35 33 75 65 43 40 58 43 40

26 29 31

*
47

25 29

65

Muriel Spark
76 - Edimburgo 88

Francis S. Fitzgerald
2, 28 - Saint Paul

85, 67, 47, 46 - Berdychiv

Joseph Conrad

34, 75, 80 - Londra

Evelyn Waugh

Salman Rushdie
90 - Bombay

Sinclair Lewis
68 - Sauk Centre

Anthony Burgess
65 - Manchester

44, 5 - Godalming

Aldous Huxley

Jack Kerouac
55 - Lowell

Robert P. Warren
36 - Guthrie 84

24 29 43 39 44 38

67

43 50 45 47

38

63

25 31 35 42

66

*
Philip Roth
52 - Newark

28 34 66

29 35

76 69 45 39 38

27 34 47

28 35 34 41

Henry Miller
50 - New York 89

Nathanael West
73 - New York

81, 21 - Lachine 90

Saul Bellow

Robert Graves
14 - Londra 90 80

Rudyard Kipling
78 - Bombay

John Steinbeck
10 - Salinas

Arnold Bennett
87 - Hanley

Elizabeth Bowen
84 - Dublino

George Orwell
31, 13 - Motihari

28 43 36 36 37 44

29 38 39

30

26 36

71

26 36 66 37

27 64 41

31

74 39

28 47 46 42

31

Virginia Woolf
15 - Londra

Malcom Lowry
11 - Birkenhead

William Kennedy
92 - Albany 85

Edgar L. Doctorow
86 - New York 82

Willa Cather
61 - Gore

John Dos Passos


23 - Chicago

Kurt Vonnegut
18 - Indianapolis 85

William S. Maugham
66 - Parigi 91

89 - Tewkesbury 21 68

Henry Green

Graham Greene
40 - Berkhamsted 87

24 33 59 45 48 38

*
55 41

*
29 44

74 54 39

74 40

24 30 47 41

23 40

25

44

Booth Tarkington
100 - Indianapolis

Ford M. Ford
30, 57 - Merton 19

Lawrence Durrell
70 - Jalandhar

96 - Newport News 81

William Styron

26, 27, 32 - New York

Henry James

4, 53 - San Pietroburgo 78

Vladimir Nabokov

12 - Langar Rectory

Samuel Butler

Wallace Stegner
82 - Lake Mills 84 89 28 76

94 - Roseau

Jean Rhys

Anthony Powell
43 - Londra 95

77

77 30 66 49 42

78

23

26 73 54 61 60 59

32

27 63 56

68 67

37

48

62

38

70

26

di EMANUELE TREVI

alla classifica dei cento migliori romanzi in lingua inglese stilata dalla casa editrice americana Modern Library, si pu desumere un fatto abbastanza sorprendente: una notevole percentuale di scrittrici e scrittori che hanno fatto centro al primo colpo. Servirebbe a ben poco evocare la classica fortuna del principiante. Non meno di quello del talento o dellispirazione, anche quello del libro desordio un ingombrante mito psi-

cologico, pi ambivalente di quello che si pu pensare. Prendiamo il caso di Carson McCullers, che pubblica nel 1940, a soli ventitr anni, quello strabiliante capolavoro che Il cuore un cacciatore solitario. Il rischio non andare oltre: come se dalla perfezione toccata in sorte alla prima manche non si potesse che retrocedere, mentre il primo libro assume la fisionomia di un Eden da cui si viene scacciati da un terribile angelo con la spada fiammeggiante. Il fatto che ogni atto espressivo, tanto pi se iniziale, implica una rinuncia a vivere

indefinitamente nellutero delle possibilit quel luogo mentale che addirittura pi forte del tempo e della morte, poich l deve tutto ancora accadere, e i fatti brillano della luce delle promesse. Sar per questo che il mondo pieno di persone che non sono disposte a scambiare il possibile per una banale bibliografia, e il primo libro (beati loro!) non lo pubblicheranno mai. Lunica terapia buona sembra consistere, come al solito, nella capacit di sdrammatizzare. Come fece Thomas Pynchon nel 1984, allapice della sua gloria, quando ormai Larco-

baleno della gravit era universalmente considerato un classico del Novecento e in tutto il mondo lattesa di Vineland si faceva spasmodica. Ebbene, Pynchon raccolse in volume tutti i Gli autori La visualizzazione a cura di Accurat (www.accurat.it) societ di information design che analizza dati e produce visualizzazioni statiche e dinamiche. Accurat diretta da Giorgia Lupi, Simone Quadri, Gabriele Rossi: ha sede a Milano e a New York.

suoi primi esperimenti, intitolandoli Un lento apprendistato. La lentezza un buon compromesso emotivo, unottima imbarcazione per attraversare le acque tempestose che separano il Tutto dal Niente. Non c niente di tragico, osserva Pynchon rievocando il suo slow learning: si tratta solo di passare dal rango di apprendista a quello di operaio specializzato. gi tanto, ma esistono ancora quei margini di miglioramento che per tutti gli uomini, che scrivano o meno, sono la pi preziosa delle fonti di energia.
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10 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

LINEDITO
Un romanzo di cento parole

Io ballo da sola
A Rosetta sarebbe tanto piaciuto ballare, ma non sognava n tanghi n mazurche. Lei voleva imparare i balli di gruppo. Cos aveva iniziato a frequentare un corso, dove aveva conosciuto Luis, e Luis le aveva fatto scoprire lAlma Latina, in cui organizzava le serate e le offriva coca e rum. In poco tempo, era diventata la regina della macarena. Lei per aspettava solo fine serata per stare un po con Luis, sperando che la riaccompagnasse alla macchina. Non succedeva mai. Una sera Rosetta sinfil i tacchi e inizi a prendere lezioni di tango. Ma continu a tornare a casa da sola.
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SSS

di LUCA BIANCHINI

Luca Bianchini (Torino, 1970) ha appena pubblicato La cena di Natale (Mondadori), ideale sequel di Io che amo solo te (130 mila copie).

Caratteri

Ciak, si legge
di Cecilia Bressanelli

Narrativa italiana, straniera, saggistica, classifiche

Walter White, cio Walt Whitman


Lamore di Vince Gilligan, autore di Breaking Bad, per Walt Whitman non un segreto. La serie tv zeppa di rimandi alle sue opere, dai titoli degli episodi (Gilding Over All) alle citazioni (When I Heard the Learnd Astronomer). Un gioco continuo sulla doppia W che accomuna il protagonista Walter White e il poeta conduce alla svolta narrativa finale affidata a una copia di Leaves of Grass (Foglie derba, Bur ed Einaudi).

Generi Claudia Pieiro e Maristella Svampa, Carla Castelo e Ral Argem: scrittori e registi esplorano il fenomeno dei barrio cerrado

di GABRIELLA SABA

el suo romanzo pi famoso, Betib (Feltrinelli, 2012), la scrittrice argentina Claudia Pieiro racconta lindagine sulla morte di un uomo il cui cadavere viene trovato dalla domestica nella sua bella casa, sgozzato e accanto a una bottiglia di whisky vuota. Stessa fine era toccata alla moglie, per la cui morte era stato processato e assolto qualche anno prima, ed infatti intorno alla somiglianza tra i due delitti che si snoda la storia. Ambientato in un country-club dal fantasioso nome La Maravillosa, il libro ricostruisce le caratteristiche di quei mondi rarefatti e autosufficienti che sono i veri country (conosciuti oggi anche come barrio cerrado): i settecento complessi esclusivi in cui abitano 288 mila argentini di classe alta, proliferati in tutto il Paese sotto il governo di Carlos Menem e costruiti in genere allesterno delle grandi citt. Micromondi con una decisa vocazione allisolamento e corredati di quanto serve per garantire unautarchia dorata: ville firmate (a volte raffinate e a volte kitsch), strutture sportive, scuole e centri commerciali e in qualche caso perfino le chiese. Sofisticati sistemi di controllo garantiscono la sicurezza, muri alti vari metri proteggono dai pericoli e, in generale, dal mondo fuori. Da quando, alla fine del 2002, Mara Marta Garca Belsunce venne ammazzata nella sua casa nel barrio cerrado del Carmel, i country sono diventati un soggetto interessante, oltre che per i sociologi, anche per gli scrittori, a partire da Claudia Pieiro che, dallosservatorio del country in cui abita, descrive con ironia un mondo che si muove tra campi di golf e polo, prati costellati di laghetti e rego-

Letteratura oltre i muri di cinta


Delitti, orge, disagio: storie dai quartieri blindati dellArgentina
Street art Sopra, da sinistra: due immagini del graffito realizzato dallo street artist italiano Blu durante il suo soggiorno in Argentina (2007-2008): lumanit finisce sulla graticola del rogo provocato dalla speculazione finanziaria. Le sue opere sono state esposte, tra laltro, al Pac di Milano e alla Tate Modern di Londra le interne tra il surreale e il paranoico. E lo racconta non solo con lo sguardo di chi ci vive ma anche di chi quei luoghi li guarda da una postazione meno privilegiata: guardiani e domestiche, giardinieri e operai. Tanto che la prima scena di Betib proprio la ricostruzione della trafila a cui i lavoratori dei country devono sottoporsi prima di entrare nei complessi, compreso il fatto di mostrare il contenuto delle borse che viene registrato e ricontrollato alluscita. Mentre in Le vedove del gioved, ambientato in un barrio cerrado durante la pesantissima crisi economica del 2001, la storia narrata da Claudia Pieiro parte dallabitudine di quattro uomini di ritrovarsi il gioved sera senza mogli n figli. Su questo filo conduttore si innestano gli omicidi che danno allautrice il destro non solo per sviluppare un noir trascinante, ma anche per tratteggiare vezzi e manie di una societ competitiva ed escludente che incassa gli effetti della crisi (alcuni degli uomini perderanno il lavoro) senza capire in realt quello che succede. Bestseller in Argentina e pubblicato in Italia dal Saggiatore nel 2008, il romanzo stato riadattato in film, diretto da Marcelo Pieyro con grande successo di pubblico. Un altro film sul tema quello della quarantenne Celina Murga, Una semana solos (Una settimana da soli, 2009), realizzato sotto la supervisione di Martin Scorsese: un gruppo di ragazzini viene affidato per una settimana alle cure di una domestica mentre i genitori sono in vacanza, ma eludono i controlli e vanno in giro a rubacchiare per il

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 11

Parole e opere Libri come Belle per sempre e Shantaram narrano universi marginali. Come una mostra alla Triennale di Milano fa con Nairobi

Nelle immagini: un martello di ferro, una scatola-contenitore per oggetti e indumenti preziosi costruita con lamierino di alluminio piegato e rivettato, due scatole di lamiera di varie dimensioni usate come salvadanai: sono esposti alla Triennale di Milano per Made in Slums. Mathare Narobi, la mostra curata da Fulvio Irace, ideazione e coordinamento generale Liveinslums NGO, catalogo Corraini, fino all8 dicembre (Info Tel 02 72 43 41, www.triennale.it)

Letteratura degli slum (e oggetti come racconti)


di PAOLO FOSCHINI
country. Sono viziati, belli e arroganti, e non fanno alcun caso ai rimproveri della mucama (la domestica). Quando il fratellino di questa, che scuro e povero, si unisce a loro, lo sfottono per i suoi modi poco fini. E un trattamento simile toccher alla guardia che accorrer alla fine per metterli in riga: una delle ragazze lo riprende sprezzante perch ha sbagliato un verbo, e basta questo per togliere sicurezza alluomo che si ritira umiliato. Giudizi morali a parte, i barrio cerrado sono un tema socio-antropologico molto ghiotto su cui sono stati versati fiumi di inchiostro. Lindagine della giornalista e scrittrice Carla Castelo cominci il giorno in cui conobbe un anziano politico decaduto che, privo di introiti, ricorreva a qualunque espediente pur di non lasciare la sua casa in un famoso country. La Castelo non aveva mai frequentato country prima, ma da quellincontro le venne lidea di descriverne dallinterno gli abitanti e riusc nellimpresa non facile di ottenere entrature in una ventina. Il risultato Vidas perfectas (Vite perfette, 2007): ritratti di adulti e adolescenti che la giornalista racconta senza pregiudizi, anche se per me che frequentavo ambienti bohmienne quello era un mondo totalmente alieno. E infatti il quadro che emerge non precisamente esemplare, ma non manca, in alcuni casi, di simpatia. La cosa pi evidente lo scollamento dalla realt della maggior parte di queste persone, soprattutto delle donne. Se infatti gli uomini devono uscire dal country per andare a lavorare, la maggior parte delle mogli passa la vita chiusa l dentro a parlare di chirurgia estetica e vestiti firmati e non ha idea di quello che succede fuori. Molte hanno ammesso di annoiarsi a morte, mentre altre dichiarano senza ipocrisia che non saprebbero vivere in altro modo. Tuttaltro approccio quello della sociologa Maristella Svampa, che ha dedicato al tema decine di libri ed considerata la maggiore esperta al riguardo. Per la Svampa, la ghettizzazione dei country la conseguenza (enfatizzata dai governi liberisti) della divisione tra vincenti e perdenti, separati in questo caso da un muro non solo fisico. proprio leggendo i libri della Svampa che a Celina Murga venuta lidea del film. Mentre lo scrittore Ral Argem si ispirato anche lui, per il romanzo Retrato de familia con muerta (Ritratto di famiglia con morta, 2008), allomicidio della Belsunce: quello che avrebbe, secondo molti, segnato la fine dellinnocenza dei country, simboli fino ad allora di sicurezza e serenit. Per Argem, per, quel mito non mai esistito, e infatti sul contrasto tra lapparenza idilliaca dei barrio cerrado e il comportamento spregiudicato di alcuni abitanti che si fonda Retrato: romanzo a met tra il sociale e il noir il cui protagonista un giudice-detective che indaga sulla uccisione di una donna fino a scoprire che allorigine del crimine c un giro di denaro sporco proveniente dal traffico di droga. Morale della favola: da una parte la famiglia unita in cui si cerca protezione finisce per tradire e dallaltra la societ si sfascia quando decide di mettere al primo posto il denaro, da ottenere con qualunque mezzo. Da qualche tempo, la vulnerabilit dei country daltronde una realt con cui convivere. Il numero di assalti e furti si moltiplicato, e hanno fatto scalpore quelli subiti da molti personaggi famosi del country Nordelta, lesempio pi eclatante della nuova generazione dei barrio cerrado: microcitt di 13 mila persone nel delta del fiume Paran, che ospita naturalmente anche scuole e cinema. Nel Villa Golf della citt di Ro Cuarto stata invece strangolata qualche tempo fa Nora Dalmasso, probabilmente durante unorgia che ha aperto scorci morbosi sulla vita dei country. Nei mondi piccoli e chiusi, gli stimoli sono pochi, ha dichiarato a la Lettura una psichiatra che vive in uno di quei complessi e che chiede di non essere nominata. Le passioni sono enfatizzate e si eccede nei comportamenti che smentiscono la teoria benpensante e conservatrice di questi luoghi. Non tanto conservatrice, ultimamente, dato che molti ragazzini si vergognano di dire allesterno che vivono in un country, mentre altri vanno in citt di nascosto per vedere un po di mondo. Di certo non aiuta la pessima stampa di cui godono i country nel Paese, salvo che per chi ci abita. Il famoso architetto Clorindo Testa, morto qualche mese fa, li aveva addirittura assimilati a un ritorno al Medioevo, per in versione malata.
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I
SSS

ricchi combattono per cose stupide, perch i poveri non dovrebbero fare lo stesso?. la constatazione in s ovvia e proprio per questo banalmente vera con cui una donna di Annawadi il piccolo slum adiacente allaeroporto di Mumbay: di l dal muro lassalto alloasi dei dutyfree, di qua tremila disperati a contendersi un pezzo di lamiera chiosa un passaggio di Belle per sempre: romanzo-reportage del gi premio Pulitzer Katherine Boo, alla quale valso il Book Awards della critica americana, tradotto lanno scorso in Italia da Piemme. Una storia e una scrittura calate tra uomini e topi , entrambe potenti come solo la verit della miseria sa essere, hanno detto. Il punto che, tirandola un po ma nemmeno poi tanto, il fenomeno sempre meno isolato e c gi chi ha messo in giro una battuta specifica: dopo le famose tre S garanzia di forza per qualsiasi soggetto narrativo soldi, sangue, sesso forse da un po di tempo ne sta ar-

Metamorfosi Il fondo delle auto da safari diventa una pentola, i copertoni si trasformano in sandali Una produzione seriale per quanti vivono a Mathare: mezzo milione
rivando una quarta. Slum, appunto. Che la povert estrema rappresenti un materiale letterario e artistico di prepotente efficacia non naturalmente una scoperta di oggi, Charles Dickens e le fogne dei Miserabili sono nati molto prima di quelle che oggi chiamiamo favelas, bidonville, baraccopoli, township e sinonimi vari: e da un punto di vista iconografico, in fondo, persino lInferno dantesco talmente assimilabile a uno slum che dovendo riassumere in una parola la quotidianit di questultimo non c termine probabilmente pi calzante di bolgia. La novit forse, sottile ma non del tutto irrilevante, unaltra. E forse riguarda anche la letteratura, come si detto: il successo di Shantaram dellaustraliano Gregory David Roberts, odissea in cui la sopravvivenza tra lumanit pi misera dellIndia rappresenta una delle parti fondamentali dellavventura, risale ormai a qualche anno fa e il libro continua a mietere lettori. Ma per provare a spiegarla, quella novit sottile, pu venire meglio in aiuto una mostra attualmente in corso alla Triennale di Milano.

Si intitola Made in Slums. E lo slum in questione quello di Mathare, uno dei 199 di Nairobi. E il pi grande del Kenya. Per avere unidea: se a chi ha letto Belle per sempre hanno fatto impressione i tremila dannati di Annawadi, qui stiamo parlando di mezzo milione di persone schiacciate in poco pi di un chilometro quadrato. La mostra, curata da Fulvio Irace, raccoglie una serie di oggetti di uso quotidiano realizzati dagli abitanti di quel posto con quel che hanno a disposizione. Un fornello ricavato da una bombola di gas, sandali intagliati in pezzi di copertone, pentole derivate dal fondo in alluminio delle auto da safari, lampade a olio che prima erano bombole di insetticida, trappole per topi che prima erano pezzi di rete in ferro. Ma anche strumenti musicali, vestiti e manichini per esporli, attrezzi per desquamare il pesce, giocattoli per bambini fatti fondendo plastica raccolta tra i rifiuti. Cose fatte con quel che si ha, ma comunque in una logica sottolinea il curatore di produzione seriale di volta in volta reinventata: espressione di una economia interna nata per soddisfare i bisogni di persone che non hanno accesso a beni di consumo proposti dal mercato e tuttavia emblema appunto di una piccola, minuscola economia di mercato a sua volta. Piccola fino a un certo punto, in verit, visto che riguarda mezzo milione di individui. La particolarit che linteresse della mostra non di tipo socio-antropologico. O meglio, quella forse una conseguenza. La particolarit sta nel fatto di essere stata allestita non in un centro missionario, ma in un contesto quale la Triennale. Una faccenda di arte, dove loggetto di uso quotidiano finisce per assumere forma e significato autonomi e proprio per questo pi forti a causa del contesto in cui viene collocato: qualcosa come la Fontana di Duchamp, orinatoio sradicato dal suo posto e dilatato in qualcosa di altro, una volta divenuto oggetto di esposizione. un altro linguaggio. Ma il risultato che fa ridiventare (o almeno ci prova) interessante, sorprendente, straniante, una realt talmente riproposta ai nostri occhi di oggi da rischiare di essere altrimenti sempre pi invisibile. Design dello scarto e dellaffollamento, il sottotitolo della mostra. Oggi scrive Silvana Annicchiarico nellintroduzione lirruenza della globalizzazione ci obbliga a fare i conti con un design che diventa professione di massa non solo nei Paesi occidentali ricchi. Cento reportage giornalistici potranno e dovranno ancora raccontare, come gi fanno da molto tempo, quanta parte di pianeta vive accalcata tra le lamiere delle bidonville. Ma larte e la letteratura, in questo modo specifico, hanno appena cominciato a farlo. Ed una strada che pu portare lontano.
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12 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

Caratteri Narrativa
Amarcord

Soglie
di Franco Manzoni

Dagli anni Ottanta a oggi, in versi


Poesia civile che confronta frammenti di storia dalla met degli anni Ottanta fino a oggi. Una visione desolante attende le nuove generazioni, prive di fermenti e ideali, nella silloge Immutati giorni di Antonio Maria Pecchini (Nomos, pp. 88, 14). Lautore, nato a Busto Arsizio nel 1947, compone un quadro di un dolente tempo in crisi, ove la salvezza sta solo nella speranza, quel dissacrante istinto di credere ancora.

Il nuovo libro di Raffaele Nigro ricapitola con nostalgia le vicende italiane per un nonno e il nipote. Con colpo di scena finale

Formazione Il ritorno di Nicola Gardini

Federico II, Pasolini e altri testimoni Il passato un museo delle cere


di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI

Note stonate in casa di melomani


di MATTEO GIANCOTTI

suggestivo ascoltare le antiche e meno antiche storie dItalia raccontate da uno scrittore che le conosce particolarmente bene, per averle, nei suoi libri, visitate e rivisitate soprattutto quelle del Meridione , come Raffele Nigro. I re e le regine, le dame e i cavalieri, i monaci e i soldati, gli amori e le guerre, ma anche i poeti e gli scrittori egli ci narra nel suo nuovo singolare e ironico e romanzo Il custode del museo delle cere. Pretesto per rievocare personaggi e avvenimenti del nostro passato la visita di un ragazzo al museo delle cere in compagnia di un nonno abbastanza speciale, coltissimo, prepotente e spiritoso, che ha praticamente imposto lescursione al nipote, il quale, per parte sua, ha fatto il possibile per sottrarsi alla spedizione, avendo in programma un decisivo appuntamento con una bella ritrosa che da tempo corteggia vanamente. Entrano dunque i due nel museo barese di Palazzo Carafa, polveroso e poco visitato come lo sono spesso i musei delle cere, e si potrebbe pensare di riconoscere nel nonno certi tratti dellautore, non soltanto perch lesperto di storia , per lappunto, il vecchio signore, ma anche perch i suoi racconti risuonano dellesperienza diretta dello scrittore, dei tanti amici e colleghi, poeti e letterati che ha incontrato in giro per il mondo, dei luoghi visitati insieme a loro, delle conversazioni tenute, delle vicende ascoltate. Altrove, si ha, per contro, limpressione che sia piuttosto il nipote il vero alter ego dellautore e che la visita con il nonno sia un suo ricordo dinfanzia molto reale. Ma sappiamo bene che chi narra somiglia al camaleonte, facilmente pu mimetizzarsi a piacere, diventare ora questo ora quello, maschio o femmina, re o mendicante, giovane oppure vecchio. Prova ne , in questo caso, per esempio, il codice linguistico del ragazzo, riprodotto in maniera davvero esemplare; n da meno quello dellanziano, pedante al punto giusto, leggermente antiquato, corretto. Insomma, madame Bovary cest moi, come cest moi ora il nonno e ora, invece, il nipote. Comunque sia, nel museo i due incontrano le statue di personaggi come re Federico II, la sua amante e moglie per qualche giorno, Bianca Lancia, il loro figlio Manfredi, Gottfried, il falconiere incaricato da Papa Onorio II di spiare il re svevo, il monaco Cassiodoro, il soldato longobardo Erchemperto, il poeta turco Nazim Hikmet, il brigante Giuseppe Schiavone,

i
RAFFAELE NIGRO Il custode del museo delle cere RIZZOLI Pagine 281, e 17,50

Gottfried Helnwein Epiphany I (Adoration of the Magi), 1996, tecnica mista, Denver Art Museum, Kent Logan Collection

ma anche Pier Paolo Pasolini, Carmelo Bene e Leonardo Sciascia. Prendono vita, le statue di cera, una dopo laltra, parlano e parlano, conducendo nonno e nipote lungo un viaggio avventuroso attraverso epoche e contrade: sono principi, generali, regine, monaci, poeti, soldati e gente comune i cui racconti portano a scoprire i nessi sotterranei che sembrano legare fra loro tutte le storie. Al di l dellinvenzione letteraria delle statue di cera che allimprovviso si muovono e parlano, lautore riuscito a dare vera vita ai personaggi che raffigurano, pur chiusi come sono in quella struggente melanconia e nostalgia di chi da tempo ormai appartiene a un altro mondo. Fanno pensare alla Commedia certi incontri nei quali dal profondo del materiale cera si sente respirare la vivissima umanit: e perci dolore, speranza, forza, determinazione, delusione, rabbia ancora accesa o, anche, rammarico infinito. Apprendono i due visitatori e assieme a loro i lettori soprattutto le vicende minori delle redivive figure storiche, vicende in gran parte sconosciute, dimenticate o rimaste nascoste dietro a quelle importanti studiate sui libri: e non sono dettagli e neppure cascami curiosi, bens, piuttosto, laltra facciata di una pa-

gina famosa dove non cera pi spazio per ulteriori annotazioni. Sono, insomma, delle prosecuzioni, dei seguiti che gettano luce l dove si era per lo pi lasciata regnare la penombra, e che aiutano a meglio comprendere i grandi eventi lontani, come, per esempio, la fine dellimpero romano, la discesa in Italia di re Carlo VIII oppure lUnit dItalia. Non manca, ovviamente, il colpo di scena, come in tutti i romanzi che si rispettano; un colpo di scena melodrammatico, perfettamente in linea con lambiente, il teatro dei pupi che sono i musei delle cere: a maggior ragione, se, come qui, le statue prendono vita, si fanno intorno al visitatore per raccontare quelle loro vicende in buona parte dimenticate, e poi, di nuovo, tornano silenziose al loro posto. Pi che silenziose, si vorrebbe dire, visto che il colpo di scena viene scatenato da un impianto di aria condizionata che in pieno agosto barese non vuole proprio funzionare.
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Stile Storia Copertina

UUUUU UUUUU UUUUU

ome nel precedente Le parole perdute di Amelia Lynd, Nicola Gardini inquadra di nuovo con Fauci il tema, per lui cruciale, della pedagogia. Leducazione, che i personaggi dei suoi romanzi ricevono fuori dalle istituzioni, anche una forma di iniziazione che ne trasforma il carattere e la capacit di leggere il mondo. Il protagonista di Fauci Sergio, laureando in lettere, provinciale e di famiglia umile, digiuno di cultura operistica; lincontro, durante il servizio militare, col coetaneo Marcello, melomane, cosmopolita e ricco nipote di un celebre tenore, non solo colmer le sue lacune musicali, ma lo cambier nel profondo. Siamo nel 1985, tra Albenga e Milano. Marcello introduce Sergio alla pasNicola Gardini sione per lopera e Fauci a frequentazioni FELTRINELLI sociali elevate che Pagine 190,e 16 includono i componenti nevrotici ed egoisti della sua famiglia, nonch il cane Titus, sul quale la zia e la cugina di Marcello hanno la cattiva abitudine di sfogare i propri scompensi umorali. Il divario sociale tra Sergio e la famiglia di Marcello, solo in parte colmato dalla comunanza degli interessi musicali, si trasforma a questo punto in un grande divario morale: Sergio non tollera che Titus venga maltrattato e cerca di metterlo in salvo. Avendo scelto la strada del romanzo musicale in cinque parti, punteggiato di riferimenti impliciti ed espliciti alla tradizione operistica, Gardini deve spesso adeguare il proprio stile a un fraseggiare breve, ritmato, veloce, costruito talvolta su misure di versi cantabili nascosti nella prosa. Ci anche in conseguenza dellopzione, dichiarata, per un romanzo divertente, veloce. Ma se per apprezzare meglio gli interessanti aspetti morali e sociali del racconto si sarebbero preferiti trama e caratteri pi approfonditi, a dare senso pieno a questo stile cantabile dovrebbe forse intervenire proprio la musica; e non da escludere che Gardini intenda completare questo lavoro trasformandolo in performance.
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Psicologie Unopera delicata e ricca di pathos di Luisa Brancaccio

La cognizione del dolore: una cattedrale


di IDA BOZZI

on sono molti gli scrittori capaci di raccontare il dolore e il male senza patetismi, ma con pietas, e almeno un paio di loro sono ex cannibali. Una ora anche quella Luisa Brancaccio che era apparsa quale coautrice con Ammaniti del racconto Seratina nella storica raccolta Giovent cannibale del 96. Da allora non ne abbiamo saputo molto, editorialmente parlando, se si esclude una breve intervista a la Lettura in cui lautrice annunciava un romanzo. Ora quel romanzo arrivato. Sebbene abbia un titolo respingente e un po incongruo, cio Stanno tutti bene tranne me, il

libro ha il raro dono di costruire la scrittura del dolore non con le parole del pathos ma con i meccanismi dellethos, lantica teoria del vivere. In breve, ecco la trama (in cui finalmente fabula e intreccio sono diversi luno dallaltro): emersi allimprovviso, come da una finestra aperta nella casa a fianco, alcuni personaggi, vicini di casa, giovani, vecchi, coppie, famiglie, i loro cani, sono raccontati a mano a mano che nei piccoli margini del caso le loro vite si intrecciano le une alle altre. Margherita, la protagonista, moglie e madre in una famiglia di maschi atletici, lei cos depressa e inane. Il suo psi-

coanalista un anziano signore per il quale la vita, che ha amato, ormai passata. Chiara e il marito sono una giovane coppia cui appena morto il figlio neonato e che cerca un senso di vita tra la citt e la campagna. Mentre Margherita scopre che la famiglia di cui ai margini nasconde un orrendo segreto, lamore tra Chiara e il marito tramonta con ritmi naturali, e inoltre in un giardino quasi paradisiaco, tra fanciulle e cucciolotti di cane, il vecchio psicoanalista capisce che la vita ha un senso di continuit suo proprio, lancinante: e alla fine il disegno della natura acquista un senso. Il quasi roman-

Luisa Brancaccio Stanno tutti bene tranne me EINAUDI Pagine 144, e 15,50

zo si fa da s, emergendo dagli intrecci che le diverse storie (racconti in sostanza indipendenti gli uni dagli altri) costruiscono tra loro: eppure sono legami flebili, come in una cattedrale alla Carver, e flebili sono mantenuti, senza mai spingere troppo, senza che laffinit tra vicini di casa sbocchi in esplicito amore, ad esempio, o senza che la naturalezza, anzi la Natura (simboleggiata dai molti cani che sinfilano gli uni nelle case degli altri) sia mai forzata. Efficace il modo di raccontare il dolore: mai direttamente, bens sempre attraverso azioni e ambienti: istantaneo, o sordo, o incombente che sia. La morte per suicidio di un figlio di Margherita che acquista senso attraverso una illuminazione tremenda, eppure liberatoria. Il vecchio psicoanalista che chiacchiera in giardino con la giovane

vicina di casa, lui 82 anni, lei 21, e ripensa alla vecchissima sorella ormai morta, ricordandola ancora ventenne (se la ricorda, sua sorella a ventun anni, gli portava in soggiorno una coppetta di gelato di soia allamarena e gli dava un bacio sulla testa) quando dava lezioni damore (che non avrebbe avuto) al fratello sedicenne, che ora sa e laccarezza con un pensiero tenero. Anche se tardi. Questo il modo in cui lo strazio e la felicit si mostrano, senza dire, e toccano il cuore, commoventi, tanto che ci si ritrova con gli occhi lucidi. E questa unautrice da tenere docchio.
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DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 13

Caratteri Narrativa
Oriente

Tributi
di Matteo Persivale

Un tempio della musica a Los Angeles


La Walt Disney Hall di Los Angeles, la sala da concerto avvolta da lamine dacciaio scintillante nella luce della California del Sud, non esisterebbe se non fosse per una signora dai modi cordiali e dalla volont ferrea che si spenta marted scorso a 77 anni. Diane Disney Miller, figlia di Walt, scelse molti anni fa di costruire una grande istituzione culturale dove la Los Angeles Philharmonic potesse suonare, un tempio della musica dedicato a suo padre.

Il romanzo conclude una trilogia di Natsume Soseki scritta fra il 1908 e il 1910 Attraverso lamore di una coppia isolata mostra gli choc dellepoca Meiji

La porta aperta sulla modernit egoista che il Giappone impar dallOccidente


di CINZIA FIORI

La nostra storia
di Dino Messina

LESEMPIO DI LEONE GINZBURG


n questo novembre 2013 non si ricordano soltanto gli 80 anni della casa editrice Einaudi, nata a Torino nel 1933, ma ricorre anche il settantesimo dellarresto, a Roma, del personaggio cui si deve lidea di un editore indipendente nellItalia fascista. Lo studioso, che mor nel febbraio 1944 per i maltrattamenti subiti in carcere, si chiamava Leone Ginzburg (1909-1944). A questo intellettuale di famiglia ebraica, approdato da Odessa al liceo dAzeglio di Torino, dedica un ritratto appassionato Florence Mauro, giornalista e saggista francese che ha tradotto in racconto per leditore Donzelli un suo film documentario. Vita di Leone Ginzburg. Intransigenza e passione civile (pp. 150, e 18,50) uninchiesta sulla breve parabola di un intellettuale che ha influenzato un bel tratto di cultura del Novecento. Lautrice ritrae la famiglia di Leone: la madre Vera, i fratelli maggiori Nicola e Mariussa, laffettuosissimo padre Teodoro (Fjodor in russo) che volle riconoscere lultimogenito, nato da una relazione della moglie con litaliano Renzo Segr. Forse anche per questo che una delle prime preoccupazioni del giovane Leone fu di ottenere la cittadinanza italiana, che gli venne riconosciuta, ma poi negata in seguito alle leggi razziali. Le lascio immaginare scriveva il 1 agosto 1943 a Benedetto Croce dal confino di Pizzoli, in Abruzzo il senso di malinconia e di rabbia che mi d il continuare a essere considerato uno straniero nel mio Paese. Pi tardi Croce riusc a far riavere la cittadinanza al giovane amico. Il racconto di Florence Mauro concentrato sui venti anni dal 1923, quando i Ginzburg si stabiliscono a Torino in pianta stabile, al 1943. I maestri riconoscono le qualit eccezionali di Leone (Fu mio scolaro perch fu mio maestro, scriver Augusto Monti) , che traduce Puskin, Tolstoj, studia Leopardi e Manzoni, ottiene la docenza alluniversit, ma vi rinuncia perch non giura fedelt al fascismo. Anzi, la nascita dellEinaudi passa attraverso una precisa scelta politica, non priva di rischi: Leone finisce in carcere nel 1934, nel 1940 al confino. Ci non gli impedisce di lavorare (dirige collane, traduce Guerra e pace) e di sposare una donna straordinaria, Natalia Levi, anche lei scrittrice, da cui avr tre figli: Carlo, storico; Andrea, economista; Alessandra, psicoanalista.
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I i

NATSUME SOSEKI La porta Traduzione di Antonietta Pastore NERI POZZA Pagine 237, e 16

Steve McCurry, Geisha in subway, 2007, Il fotografo espone al museo di Santa Maria della Scala a Siena fino al 6 gennaio

a porta di Natsume Soseki (18671916) un romanzo sulla difficolt di trovare in se stessi le risorse per far fronte a un periodo di trasformazione rapida e radicale. Si tratta dellultimo titolo di una trilogia, composta tra il 1908 e il 1910, che di fatto unindagine sui costi umani dellera Meiji (1868-1912). I suoi protagonisti sono tre inetti, come li chiameremmo pensando alla letteratura del nostro Novecento: un giovane studente (in Sanshiro), un intellettuale trentenne (in E poi) e un uomo maturo in La porta. La rivoluzione che Soseki e i suoi contemporanei vivono totale. In poco pi di un quarantennio, il Giappone passa dallorganizzazione feudale alla centralizzazione imperiale. Per la prima volta il Paese si apre al mondo generando una modernizzazione accelerata su modello dellOccidente. Lo tsunami partito dallEuropa, per descriverlo con le parole del protagonista di E poi, anche uno tsunami culturale. Per esempio, saltano i legami che associavano gli uomini, abituati a riferirsi al clan, al gruppo, alla famiglia allargata. Dun tratto, ciascuno solo davanti al suo destino. il prezzo dellindividualismo, scriver Soseki ne Il cuore delle cose (1914). Ma lindividualismo dimportazione richiede un difficile aggiustamento di mentalit, incide sulletica generando inediti egoismi di guadagno, e smarrimento nellanimo dei cittadini, che si ritrovano a coniugare i propri valori con una realt aliena. questo il contesto che lautore narra, lambito in cui matura la (diversa) passivit dei personaggi chiave della trilogia e, in particolare, lindolenza di Sosuke, il protagonista de La porta.

come una punizione per i propri atti. Iniziando La porta, il lettore entra in uno scenario che capisce soltanto in parte. Dapprincipio, Sosuke appare semplicemente come un uomo avvilito dalla propria condizione di impiegato-massa, afflitto dalla disumanizzazione nelle relazioni sociali. Ma lautore, nel corso della narrazione, torna sul suo passato misterioso illuminandolo progressivamente. Riesce cos a creare un meccanismo di suspense, mentre narra la Tokyo del 1909 in un romanzo mosso da pochi personaggi, eppure molto permeabile al mondo, tan-

to da offrire lo spaccato di unepoca. Le sue sono pagine di grande armonia compositiva, che torniscono i protagonisti attraverso la relazione con lambiente e danno senso alle azioni con le loro risonanze psicologiche. Un peso importante ha il rapporto con la natura, quasi unestensione della coscienza individuale, ma anche lindiretta testimonianza di una soggettivit poco differenziata dal suo habitat. Il romanzo si presenta come la storia di un amore, laffiatamento fuori dal comune tra Sosuke e Onyone raccontato nel

volgere di tre stagioni: autunno, inverno, primavera. Dallesterno, la monotonia delle giornate degli sposi e la loro reciproca pacatezza fanno pensare allesito di un matrimonio combinato. Invece, la risposta della coppia alla societ che lha esclusa per via dellantica macchia. E se il rimorso abita i recessi della loro anima, quando sono insieme dimenticano il mondo in un rapporto di profondo affetto, delicato e rispettoso. Ciascuno evita in tutti i modi di turbare laltro, dando luogo a ununione di conforto e protezione dalle avversit.

False memorie Un testo del 1975 dello scrittore-artista

Attore per Chaplin, in lite con Hitler Tutte le vite immaginarie di Topor
di ALESSANDRO BERETTA

Luomo un impiegato pubblico dignitosamente povero, che vive proteggendo la propria fragile emotivit dai problemi dellesistenza. Neppure il fratello, che gli chiede sostegno per gli studi, disposto a perdonargli lapatia. Ai suoi occhi colpevole di egoismo. In realt, una persona sopraffatta da qualcosa che accaduto tanti anni prima e dalle pesanti, dolorose conseguenze che nel tempo sono derivate. Spartisce con la moglie un enorme senso di colpa per latto di slealt che ha dato origine alla loro unione e la rassegnazione di chi accetta il destino avverso

accontare la propria vita un gesto in bilico tra sincerit, omissione e menzogna, ma quando a scrivere un artista eclettico come il francese Roland Topor, la tradizione esplode in un viaggio surreale. Cos, aprendo Memorie di un vecchio cialtrone, apparso nel 1975 e ora disponibile per la cura di Carlo Mazza Galanti, lautore svela immediatamente la sua inclinazione per le arti plastiche: A tre anni tracciavo con la forchetta nella purea dei Klee che lasciavano a bocca aperta la mia famiglia. La modestia non una qualit di Topor, ma lo sono la fantasia e lumorismo, perch presto chiaro che tutto quanto racconter inventato: fin dal luogo di partenza della storia, il Lussemburgo, quando il disegnatore, scrittore, attore, regista, fotografo, scenografo per dire alcune delle arti che pratic nacque e mor parigino (19381997). Lartista crea una vita che ha sognato e lo fa con ritmo e gioia infantile travolgenti: Sarah Bernhardt posa nuda per lui, recita per George Mlis e Chaplin, Jean Cocteau gli trova lo studio, litiga con Hitler, per sbaglio uccide Lev Trotsky e si pizzica varie volte con Pablo Picasso, reo di avergli rubato il cubismo che lui ha fondato per ben quattro volte. Topor, di origine ebreo-polacca, si finge protagonista invisibile e duttile del XX secolo: non cambia tratti somatici come Zelig

di Woody Allen, ma viaggia dovunque, rivoluzionando larte e incontrando i protagonisti del tempo. D consigli a tanti, come a Proust per la madeleine o a Orwell per 1984, ma nessuno lo ringrazia: Sono sempre stato in anticipo sullavanguardia. Allora mi dovevo fermare e aspettare il resto della brigata, e ogni volta quelli poi mi superavano. per questo che mi dimenticano dappertutto. Una conclusione in parte reale: oggi Topor non molto noto in Italia, nonostante il fascino nero ed erotico della sua opera grafica e Roland Topor narrativa portata tra i Memorie di un Sessanta e i Settanta vecchio cialtrone da Giovanni Gandini Trad. e cura di Carlo Mazza Galanti su Linus e apprezzata da Federico FelliVOLAND ni che lo coinvolse nel Pagine 160, 14 Casanova, n allestero, dove Roman Polanski dal suo enigmatico Linquilino del terzo piano trasse un film. Se lautobiografia finta, in controluce le passioni che la animano sono vere: per larte, le donne, lalcol, per lessere giovani sempre. Un godibilissimo falso dautore.
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Junichiro Tanizaki dir che la maggiore acquisizione dai testi stranieri per la nascente narrativa giapponese fu lamore. Tradizionalmente gli scrittori giapponesi trattavano lerotismo, al massimo si occupavano dellinnamoramento come fosse una sorta di malattia. Non diversamente qui Soseki sembra affrontare linfatuazione della coppia. In uno stile accurato, preciso nella scelta dei vocaboli, quasi privo di locuzioni figurate, improvvisamente irrompe un prosare metaforico e allusivo, che nel giro di poche frasi risolve linnamoramento tra i due e le sue immediate implicazioni. Ne risulta una sorta di stordimento imbarazzato, che d conto dello stato danimo della coppia al tempo dei fatti. Ma lo scopo di Natsume Soseki giungere al cuore dei problemi di Nonaka Sosuke, il protagonista che, sin dallassonanza con il nome dellautore, rivela una sua centralit, nascondendo in s, forse, il nodo tematico dellintera trilogia. Sosuke busser alla porta della propria interiorit e la trover chiusa. Non era facile, tutta un tratto, imparare a far riferimento a se stessi. Se nella letteratura del Novecento europeo assistiamo allo smarrimento di una soggettivit forte che non si orienta pi nella societ in cambiamento, quella narrata da Soseki parimenti una crisi legata alla mutazione sociale, ma la crisi di unindividualit che deve formarsi quasi dal nulla.
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14 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

Caratteri Le classifiche dei libri

Legenda

(2) posizione precedente

1 in salita 5 in discesa

S R N

stabile rientro novit

100 titolo pi venduto (gli altri in proporzione)

La vetta parla italiano, poi spagnolo con regine e lumache Il longseller di Agassi torna in gioco, Dan Brown cambia pelle
La pagella
Robert Galbraith (J. K. Rowling) Il richiamo del cuculo Salani

di Antonio DOrrico
voto

Top 10
(5)

ebook

di Alessia Rastelli

Narrativa italiana

8,5 1
1
100

Michele Serra Gli sdraiati Feltrinelli, 12 Fabio Volo La strada verso casa Mondadori, 18 Gianrico Carofiglio Il bordo vertiginoso delle cose Rizzoli, 18,50 Ildefonso Falcones La regina scalza
34

La magia nera della quotidianit

2
(1)

ormoran Strike ha trentacinque anni, era un detective della polizia militare ma ha perso una gamba in Afghanistan ed tornato a Londra dove ha aperto unagenzia ma il suo oroscopo infausto, gli affari vanno male, i sentimenti peggio. Una lunga, tempestosa storia damore si conclusa (velenosamente). Cormoran a un passo dal precipizio. Dorme in ufficio su una brandina da campo, mangia spaghetti disidratati, si lava di contrabbando alla casa dello studente. E non pu pi permettersi una segretaria proprio adesso che ne ha trovato una bravissima che si chiama Robin, ha venticinque anni, carina e, soprattutto, discreta (virt fondamentale per lombroso detective, figlio di una groupie, finita tragicamente, e di una rock star). Poi una mattina lombra di un potenziale cliente si profila dietro la porta a vetri dellagenzia. il fratello di un vecchio compagno di scuola di Cormoran, un ragazzino che mor in un incidente in bicicletta. Luomo avvocato in uno studio J. K. Rowling nata legale assai prestigioso a Yate nel 1965 (come se ne trovano solo a Londra) e non crede che sua sorella, la famosa modella Lula Landry, sia morta suicida buttandosi dal balcone di casa. Cormoran accetta lingaggio anche se dubita che dietro la morte della bellissima Lula ci sia qualcosa di losco. Lindagine lo porter nellalta societ londinese e nel luccicante mondo della moda. Ma c poco da luccicare... J. K. Rowling per non dare adito a chiacchiere stupide ha firmato questo romanzo con uno pseudonimo e, cos come era successo con Il seggio vacante, il suo primo libro dopo la serie di Harry Potter, si conferma scrittrice di gran classe capace di padroneggiare generi diversi (dalla commedia nera al giallo tradizionale anglosassone) che sono per sempre al servizio della sua idea di fondo: non c magia pi nera di quella che si annida nella vita di tutti i giorni.
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97

Il film rilancia il saggio su Steve Jobs


Lo sconto torna a dominare la classifica digitale. Tutti in promozione, a un prezzo tra 0,99 e 1,99 euro, gli ebook nella Top Five di Bookrepublic. Al primo posto il romanzo La legge del deserto di Wilbur Smith. Secondo il saggio di Evgeny Morozov Contro Steve Jobs. In questo caso, a differenza degli altri titoli, in sconto per un giorno, lofferta durata dal 14 al 17 novembre, lanciata in occasione delluscita del film Jobs, con Ashton Kutcher. Al terzo e quarto posto, due gialli: Stanza numero 10 di ke Edwardson e La misteriosa morte della compagna Guan di Qiu Xiaolong. Quinta, infine, la raccolta di articoli di Gianni Mura, Non gioco pi, me ne vado. Sul fronte di Bookrepublic, il gruppo lancia il progetto Lagenzia e arricchisce lofferta della sua casa editrice digitale 40k Unofficial con le firme del magazine dei blogger Paper Project. Lagenzia uniniziativa di content marketing, cio un progetto rivolto alle aziende per aiutarle a dialogare con i clienti spiega Marco Ghezzi, cofondatore di Bookrepublic . Il metodo la creazione di storie, da diffondere sia sul sito della ditta sia sui social network.

Staffetta italiana in top ten: Volo passa il titolo di pi venduto della settimana a Serra. Nella classifica di categoria il thriller medievale di Simoni scala nove posizioni ed entra nella cinquina di testa. Unica novit la raccolta di delitti di Natale edita da Sellerio, con racconti di Manzini, Gimnez-Bartlett e de Giovanni.

1 1 1
Varia

(4)1100

Michele Serra Gli sdraiati Feltrinelli, 12

(1)597 2 Fabio Volo


La strada verso casa

Mondadori, 18
(2)536 3 Gianrico Carofiglio
Il bordo vertiginoso delle cose Rizzoli, 18,50

3
(2)

36

Narrativa straniera
(-)N34

4
(-)

Ildefonso Falcones La regina scalza Longanesi, 19,90

(1)527 2 Khaled Hosseini


E leco rispose Piemme, 19,90

Longanesi, 19,90 Luis Seplveda Storia di una lumaca che scopr... Guanda, 10 Andrea Camilleri La banda Sacco

5
(-)

30

6
(3)

Lavvocato-scrittore Falcones conquista la vetta negli Stranieri e il quarto posto assoluto con un romanzo ambientato nella Spagna del Settecento con protagoniste una gitana e una ex schiava. Inferno di Dan Brown, uscito ora con copertina diversa e prezzo pi contenuto, torna ad affacciarsi ai piani alti della classifica.

(2)525 3 Robert Galbraith


Il richiamo del cuculo Salani, 16,90

28

Sellerio, 13 Khaled Hosseini E leco rispose

Saggistica
(9) 123

7
(4)

Bruno Vespa Sale, zucchero e caff Mondadori, 19

(6)116 2 C. Augias, M. Vannini


Inchiesta su Maria Rizzoli, 19

27

Piemme, 19,90 Robert Galbraith Il richiamo del cuculo Salani, 16,90 Andre Agassi Open. La mia storia

8
(6)

25

9
(-)

Al primo posto sale Vespa che, ispirato dai ricordi di nonna Aida, racconta fatti e personaggi. Tra le novit: linchiesta su Chiesa e ndrangheta di GratteriNicaso; sempre bene lutilit dellinutile di Ordine. Titoli da top ten nella Varia il longseller di Agassi (uscito nel 2011 e arrivato a 350 mila copie) e nei Ragazzi: la favola di Seplveda, elogio della lentezza.

(1)115 3 Federico Rampini


Banchieri Mondadori, 16,50

23

Einaudi, 20 Paolo Fox Loroscopo 2014

10
(-)

23

Cairo, 10
di Elisa Nicole Picozzi 28 anni, aspirante scrittrice Busto Arsizio (Varese)

@al_rastelli ehibook.corriere.it
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Lincipit dei lettori

La classifica
Wilbur Smith 1 100 La legge del deserto Longanesi, 6,99 ePub con Adobe DRM 2 95 Evgeny Morozov Contro Steve Jobs Codice, 2,99 ePub con Social DRM

1 1
1 John Grisham

(3)123

Andre Agassi Open. La mia storia Einaudi, 20

(4)123 2 Paolo Fox


Loroscopo 2014 Cairo, 10

Ragazzi
(-)N30

Gli occhi di Edward

dward aveva appena terminato di tagliare il prato intorno alla morente pianta di melograno e, asciugandosi le gocce di sudore con un fazzoletto di cotone vermiglio, si ferm a osservarla con occhi indagatori. Poco distante, la passiflora si teneva lontana dal tronco del fragile albero, attorcigliandosi alla recinzione

del giardino nella direzione opposta. Il castagno del vicino non aveva fatto frutti dal lato in cui si avvicinava alla pianta.
Invia il tuo incipit
corriere.it/lettura
Insieme allincipit che deve essere inedito inviate un indirizzo email corretto e controllato con regolarit in modo da poter essere contattati dalla redazione in caso di scelta e pubblicazione. Verranno privilegiati gli incipit brevi (massimo 100 parole).

3 92

ke Edwardson Stanza numero 10 Baldini & Castoldi, 5,99 ePub con Social DRM

Luis Seplveda Storia di una lumaca che scopr... Guanda, 10

(-)N19 2 Rick Riordan


Il figlio di Nettuno. Eroi dellOlimpo Mondadori, 17

Qiu Xiaolong 4 88 La misteriosa morte della compagna Guan Marsilio, 7,99 ePub con Adobe DRM 5 85 Gianni Mura Non gioco pi, me ne vado il Saggiatore, 7,99 ePub con Social DRM

Stati Uniti 2 3 C. Cussler with J. Du Brul Donna Tartt


Mirage Putnam, $ 28,95 The goldfinch Little, Brown, $ 30 Sycamore row Doubleday, $ 28,95

(11-17 novembre 2013)

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013


Ivana Bruno (Palermo, 1968), ricercatrice, insegna Museologia e Comunicazione museale allUniversit di Cassino e del Lazio meridionale. Tra i suoi lavori La Camera picta (Sciascia Editore). Coordina il progetto scientifico-didattico Museo facile realizzato con il ministero dei Beni e delle Attivit culturali e del Turismo.

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 15

Il podio del critico


di Ivana Bruno

1 Mario Andaloro
La pittura medievale a Roma 312-1431 Jaca Book, 165

2 3 M. V. Marini Clarelli Francesco Antinucci


Il museo nel mondo contemporaneo Carocci, 20 Comunicare nel museo. Con Dvd Laterza, 28

Fantasia al potere tra le righe (e gli acronimi) del fisco


Il numero
di Giuliano Vigini
Fra tasse, imposte e tributi anche il 2013 ha visto la pubblicazione di 80 titoli sul Fisco (studi, commenti, guide, sussidi). Giusto per farci capire qualcosa. Ma in questo ambito, specialmente in Italia che, fra le tante virt, non vanta certo il record della semplificazione e della chiarezza , la strada sempre in salita. Prendiamo ad esempio gli acronimi del settore, che negli ultimi mesi hanno invaso il campo della lingua italiana come le cavallette nellottava piaga dEgitto. Ormai ci vorrebbe un dizionario ad hoc. Qualche anno fa, era il 22 luglio 2007, avevamo ipotizzato che in sostituzione dei Pacs, dei Dico e dei Cus bussassero alle porte della politica, piuttosto insistentemente, i Tuc Tuc (Tutela conviventi). Oggi veniamo a sapere che sta per arrivare un nuovo Tuc, il Tributo unico comunale. Unaltra fantasia al potere!

(Elaborazione a cura di GfK. Dati relativi alla settimana dall11 al 17 novembre 2013)

(3)528 4 Andrea Camilleri


La banda Sacco Sellerio, 13

(6)S19 6 Marco Malvaldi


Argento vivo Sellerio, 14

(5)514 (9)513 (10)511 8 10 12 Santo Piazzese Francesco Piccolo Simonetta Agnello


Il desiderio di essere come tutti Einaudi, 18 Hornby Via XX Settembre Feltrinelli, 18 Blues di mezzautunno Sellerio, 12

(11) 5 10 (12)58 14 16 Erri De Luca Elena Ferrante


Storia di Irene Feltrinelli, 9 Storia di chi fugge e di chi resta e/o, 19,50

(15)57 18 20 (-)R5 Valerio M. Manfredi Alessandro DAvenia


Il mio nome Nessuno. Il ritorno Mondadori, 19 Bianca come il latte, rossa come il sangue Mondadori, 13

(14)121 5 Marcello Simoni


II labirinto ai confini del mondo Newton Compton, 9,90

(7)S16 7 Sveva Casati


Modignani Palazzo Sogliano Sperling & Kupfer, 19,90

(8)513 9 Andrea Vitali


Di Ilde ce n una sola Garzanti, 14,90

(19)111 11 Cassandra Rocca


Tutta colpa di New York Newton Compton, 9,90

(-)N11 13 AA.VV.
Regalo di Natale Sellerio, 14

(13)59 15 Silvia Avallone


Marina Bellezza Rizzoli, 18,50

(17)S8 17 19 (16)56 Massimo Gramellini Licia Troisi


Fai bei sogni Longanesi, 14,90 Il sacrificio. I regni di Nashira Mondadori, 19

(3)521 4 Glenn Cooper


Il calice della vita Nord, 19,60

(4)516 6 Milan Kundera


La festa dellinsignificanza Adelphi, 16

(8)S15 8 E. L. James
Cinquanta sfumature di nero Mondadori, 5

(6)513 10 Jol Dicker


La verit sul caso Harry Quebert Bompiani, 19,50

(16)110 12 Jonas Jonasson


Lanalfabeta che sapeva contare Bompiani, 19

(10)510 14 Jamie McGuire


Il mio disastro sei tu Garzanti, 16,40

(13)57 16 Jeffery Deaver


Luomo del sole Rizzoli, 19

(15)57 18 Alice Munro


Nemico, amico, amante... Einaudi, 12

(14)57 20 Alice Munro


Danza delle ombre felici Einaudi, 19,50

(-)N16 5 Dan Brown


Inferno Mondadori, 17

(5)516 7 E. L. James
Cinquanta sfumature di grigio Mondadori, 5

(7)514 9 E. L. James
Cinquanta sfumature di rosso Mondadori, 5

(-)N11 (9)510 11 13 Lauren Weisberger Nicolas Barreau


La vendetta veste Prada Piemme, 19,50 Una sera a Parigi Feltrinelli, 15

(12)58 15 Henning Mankell


La mano Marsilio, 12

(11)57 (-)R7 17 19 George R. R. Martin Vanessa Diffenbaugh


La danza dei draghi Mondadori, 10 Il linguaggio segreto dei fiori Garzanti, 9,90

(2)514 4 Eugenio Scalfari


Lamore, la sfida, il destino Einaudi, 17,50

(5)58 6 Papa Francesco


E. Scalfari Dialogo tra credenti e non credenti Einaudi, 8,90

(12)18 8 E. Schloss
K. Bartlett Sopravvissuta ad Auschwitz Newton Compton, 9,90

(11)17 10 Nuccio Ordine


Lutilit dellinutile. Manifesto Bompiani, 9

(13)16 12 Thomas Harding


Il comandante di Auschwitz Newton Compton, 9,90

(10)56 14 Umberto Eco


Storia delle terre e dei luoghi leggendari Bompiani, 35

(-)N6 16 18 (-)N5 N. Gratteri, A. Nicaso Vittorio Sgarbi


Acqua santissima Mondadori, 17,50 Il tesoro dItalia Bompiani, 22

(20)S5 20 A. Borsellino, S. Palazzolo


Ti racconter tutte le storie che potr Feltrinelli, 18

(3)510 5 Malala Yousafzai


(con C. Lamb) Io sono Malala Garzanti, 12,90

(4)58 7 Aldo Cazzullo


Basta piangere! Storie di unItalia... Mondadori, 14,90

(14)17 9 11 (16)17 13 (8)56 15 (-)N6 Jorge Mario Bergoglio V. Feltri, G. Sangiuliano Cristina De Stefano E. Berthoud
lamore che apre gli occhi Rizzoli, 15 Una Repubblica senza patria Mondadori, 19 Oriana. Una donna Rizzoli, 19 S. Elderkin Curarsi con i libri Sellerio, 18

(7)56 17 Dacia Maraini


Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza Rizzoli, 17,50

(-)N5 19 Benedetta Tobagi


Una stella incoronata di buio Einaudi, 20

(1)520 (2)514 3 4 Benedetta Parodi Javier Zanetti


pronto! Salva la cena... Rizzoli, 17,90 (con G. Riotta) Giocare da uomo Mondadori, 17,50

(9)17 5 Loretta Goggi


Io nascer Piemme, 16

(8)17 6 Raffaele Morelli


Il segreto dellamore felice Mondadori, 17,50

(5)56 7 Ferzan Ozpetek


Rosso Istanbul Mondadori, 16,50

(-) R 6 8 Carlotta Ferlito


Cosa penso mentre volo Fabbri, 14,90

(7) 5 6 9 Jovanotti
Gratitude Einaudi, 14,50

(6) 5 6 10 O. Farinetti
S. Hayashi Storie di coraggio Mondadori Electa, 16,90

(1)519 3 AA.VV.
Beauty book. Violetta Walt Disney, 12,90

(2)515 4 Geronimo Stilton


Grande ritorno nel Regno della Fantasia Piemme, 34,50

(8)113 5 Silvia DAchille


Il Natale di Peppa Pig Giunti Kids, 9,90

(5)513 6 AA.VV.
Le canzoncine di Peppa Pig. Con cd audio Giunti Kids, 9,90

(4)512 7 AA.VV.
Fashion book. Violetta Walt Disney, 14,90

(7)511 8 Silvia DAchille


Io coloro Peppa Giunti Kids, 3,90

(9)S10 9 Silvia DAchille


Ciao, io sono Peppa! Giunti Kids, 9,90

(3)510 10 Silvia DAchille


La macchina nuova Giunti Kids, 7,90

Inghilterra 1 Jeff Kinney


Diary of a Wimpy Kid: Hard Luck Puffin, 12,99

Francia 3 AA.VV.
Guinness World Records 2014 G. W. R. Limited, 20

Germania 1 Khaled Hosseini


Traumsammler S. Fischer, 19,99

2 Alex Ferguson
My autobiography Hodder & Stoughton, 25

1 2 3 J.-Y. Ferri, D. Conrad Stphane De Groodt Pierre Lemaitre


Astrix chez les Pictes Albert Rene, 9,90 Voyages en absurdie Plon, 15,90 Au revoir l-haut Albin Michel, 22,50

2 3 Jussi Adler-Olsen Henning Mankell


Erwartung Dtv, 19,90 Mord im Herbst Zsolnay, 15,90

16 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

VALORI
di PAOLO MANAZZA

New York strapazza Milano. Sul contemporaneo

SSS
Perch un Castellani viene battuto a 300 mila dollari negli Stati Uniti e rischia di fermarsi a 250 mila in Italia? I segnali di un declino

ilano-New York. La differenza tra queste due citt, sotto il profilo del business sullarte contemporanea, abissale. Inutile dilungarsi sulle molteplici cause. Le norme, la burocrazia, le gabelle e le italiche restrizioni da una parte. Lassoluta libert e, soprattutto, la valorizzazione dei soldi spesi in arte e cultura dallaltra. La dicotomia ancestrale. La distanza ormai cristallizzata in deficienze abnormi. In qualsiasi comparto la distribuzione fondamentale. Vale per il cinema con il controllo delle sale come per i supermercati nellalimentare. Esistono grandi gallerie italiane che ricoprano questo ruolo? Grandi musei dellarte contemporanea attivi a livello internazionale nel segmento degli scambi? Purtroppo no. Il miliardo e duecento milioni di dollari spesi nelle aste newyorchesi di Christies e Sothebys parlano da soli.

Marted prossimo la sede milanese di Sothebys offre un catalogo di 200 opere (stima complessiva tra 6 e 8 milioni di euro). Per paradosso la clientela straniera guarda con attenzione a queste, marginali, vendite italiane. Al contrario di quel che dovrebbe essere, i nostri maestri valgono meno di quel che accade allestero. Un esempio? Nella Day Auction Sothebys del 14 novembre un Enrico Castellani (Superficie bianca) del 2003 stato acquistato a quasi 300 mila dollari, mentre dopodomani a Milano un altro Castellani (a sinistra), stesse misure, ma del 1981, parte in asta da 120 mila euro ed stimato sino a 180 mila (meno di 250 mila dollari). In teoria dovrebbe valere di pi. Ma il circo massimo dellarte sembra ancora voler fuggire dal Belpaese. Non un peccato, una vergogna.
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Sguardi

Incisioni
di Renzo Matta

Pittura, scultura, fotografia, design, mercato

Tommy vince ancora a flipper


Tommy un ragazzo. Tommy cieco e sordo e muto per colpa di uno choc e delle violenze subite. Tommy un campione del flipper, perch non gli serve vedere n sentire n tantomeno parlare. Lui gioca con lolfatto, fino a sconfiggere per sempre gli handicap. Tommy unopera rock ambiziosa e visionaria, bandita nel 1969 dalla Bbc per laudacia dei testi, nati dalla penna del chitarrista Pete Townshend. Il cd degli Who torna in versione deluxe. E Tommy vince ancora.

Lincontro Parla uno dei grandi esponenti del Concettuale, alla vigilia dellantologia che gli dedica il Macro di Roma

Scusate, lartista non c


Giulio Paolini: evviva Bach e le orecchiette, abbasso il cioccolato e il Maxxi
dal nostro inviato a Torino STEFANO BUCCI

hiedo scusa, lartista non c. Anzi, non c mai stato. Daltra parte per Giulio Paolini, definito tra i principali esponenti dellarte (concettuale e no) del nostro tempo, lartista non esiste, ma piuttosto esiste un testimone oculare di un flusso creativo universale. O, in alternativa, si pu trattare di un semplice spettatore che non ha niente da dichiarare n da mettere al mondo, che attende lalzata del sipario, linizio o la fine della rappresentazione. Lo ribadisce, quasi con laria di voler chiedere scusa, anche a la Lettura, alla vigilia della mostra curata da Bartolomeo Pietromarchi che si inaugura al Macro di Roma gioved prossimo (28 novembre): quattordici opere (tredici realizzate tra il 1987 e il 2013 pi un inedito site-specific pensato per il museo romano), tutte giocate sul tema della presenza-assenza dellartista (dallautoritratto Delfo IV a Big Bang, da Immacolata concezione a Contemplator enim, da Photofinish a Black out), che dal Macro la mostra chiude il 9 marzo 2014 passeranno poi, nel luglio 2014, alla Whitechapel Gallery di Londra. Giulio Paolini. Essere o non essere , tanto per ribadire, il titolo della mostra (Unantologia, non unantologica chiarisce immediatamente Paolini) e, Lautore che credeva di esistere (sipario: buio in sala), quello dellinedito ispirato al libro che Paolini aveva pubblicato nel 2012 per Johan & Levi Editore. Nel suo studio torinese di via Po (Un magazzino, non un loft come si dice adesso), in una giornata grigia e mentre fuori sfilano i lavoratori in corteo, Giulio Paolini sceglie di raccontarsi, dopo qualche tentativo di negarsi (Cosa mi racconta? chiede allintervistatore). Sembrerebbe dunque una battaglia persa, ma poi questo signore dai capelli bianchi e lo sguardo acuto (nascosto dietro un paio di occhiali rotondi), le mani curate e solo un filo di barba lunga, tutto vestito con i toni dellautunno comincia a parlare. Senza tanti schermi (e lo far ancora di pi davanti a un piatto di orecchiette con le cime di rape e un bicchiere di vino rosso nella piccola trattoria pugliese a fianco dello studio anche se purtroppo non ama il cioccolato). Si parte dalla scelta del Macro piuttosto che del Maxxi. Non amo lespressivit esagerata di Zaha Hadid come non amo quella di Gehry dice Paolini e mi riesce difficile varcare anche fisicamente la soglia del Maxxi, unarchitettura proibitiva, impraticabile, presuntuosa, inaccettabile per un artista. Eppure ho un buon rapporto con Anna Mattirolo, direttrice del museo darte. Ma questi contenitori cos spettacolari finiscono per soffocare il contenuto. Insomma, unarchitettura che si mette inutilmente in competizione. Meglio allora... Il Macro perch c analogia, o direi piuttosto simpatia, con larte contemporanea. O meglio lArsenale della Biennale, con i

i
Lappuntamento Giulio Paolini. Essere o non essere, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Roma, Macro, dal 29 novembre al 9 marzo 2014 (inaugurazione gioved 28 novembre, ore 19); da luglio alla Whitechapel Gallery di Londra. Catalogo edito da Macro, Whitechapel Gallery di Londra, Quodlibet (Info Tel 06 67 10 70 400, www.museomacro.org) Le opere In mostra quattordici opere di Paolini: tredici realizzate tra il 1987 e il 2013 pi una Lautore che credeva di esistere (sipario: buio in sala), site-specific per il Macro Lautore Giulio Paolini (foto sopra) nato a Genova nel 1940. Vive e lavora a Torino. considerato uno dei pi importanti esponenti dellarte contemporanea. Si dedicato, in particolare, allindagine in chiave concettuale sullautore e sul suo ruolo. presente nel Padiglione Italia della Biennale darte di Venezia, che chiude oggi, 24 novembre Le immagini Qui sopra e a destra: Tempus Tacendi (2012) e un angolo dello studio torinese di Paolini. Nella pagina accanto, dallalto: la luminaria Palomar progettata da Paolini e ispirata a Calvino; Camera con vista (2012) e altri quattro scorci dello studio. (Il servizio fotografico di Alessandro Falzone/Lapresse)

suoi spazi tutti da scoprire. O il Castello di Rivoli, un contenitore che, con grande modestia, si mette alla pari con le opere. Ci sar pure qualche architetto che ama di pi: Potrei salvare Jean Nouvel, ma per ragioni affettive. A (quasi) cinquantanni dalla sua prima personale (a Roma, nel 1964), racconta i suoi esordi: Da giovane sono sempre stato un visitatore attento e devoto di mostre e musei. E poi, a Torino negli anni Sessanta cera davvero unofferta incredibile. Mi ricordo ancora una bellissima mostra sullarte moderna tra Francia e Italia e una su Osvaldo Licini. Ma ho avuto anche la fortuna di essere stato un grande frequentatore dellEinaudi, quella di Giulio Einaudi che faceva disegnare le copertine dei libri a Bruno Munari. Eppure, aggiunge Paolini (nato a Genova nel 1940, ma praticamente da sempre torinese) se la mia famiglia non mi avesse spinto a studiare grafica (mio padre era rappresentante di inchiostri), sarei ancora qui a dipingere dal vero (quel divano e quelle sue due poltrone che hanno fatto da sfondo a tanti suoi lavori arrivano proprio dalla sua famiglia). Nessun rimpianto? No, tuttaltro. Quella formazione mi ha dato pi stimoli. E oggi? Ci sono troppe mostre, che senso ha esporre se oramai possono farlo tutti e dappertutto? La mia prima

mostra ho dovuto sudarmela. Questa volta non si parla tanto delle sue opere: collages dentro teche di plexiglas, installazioni con un tavolo da lavoro e una quadreria oppure con un paio di scarpe, incisioni, disegni a matita e tante, tantissime fotografie pi o meno ritoccate. E nemmeno poi tanto della sua idea di (non) artista. Ma, in qualche modo, del privato, un privato molto piccolo: il tragitto quotidiano casa-studiocasa, un tragitto molto breve (da via Po alla contigua piazza Vittorio); un universo familiare molto ristretto (Paolini e la moglie Anna); senza assistenti in studio, due grandi tavoli moderni su cui si progettano le installazioni (Non riesco a fare due progetti contemporaneamente sullo stesso tavolo, devo tenerli lontani), una scrivania da ufficio degli anni Trenta con il piano ingombro di matite, una musica in sottofondo. Cosa ama ascoltare? Soprattutto Bach e Mozart, non tanto gli sproloqui di Berlioz (ma per Paolini bellissima stata anche lesperienza di mise en scne delle Walchirie e di Parsifal al San Carlo di Napoli, il pi bel teatro del mondo, credo). Paolini il grande concettuale, lartista che rinnega larte, dichiara di amare Raffaello con la sua perfezione quasi rileccata, Las Meninas di Diego Velzquez (un quadro uni-

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 17

Omaggi al fotografo

Mostre a Modena e a Roma, con un film del regista israeliano

Cos Basilico si svel a Gitai Le citt, la mia famiglia


di VINCENZO TRIONE

L
co), certe Madonne del Bellini dove il Bambino tiene i piedi poggiati sulla balaustra (un modo per annullare le distanze tra artista e spettatore), lImbarco per Citera di Watteau (un bel quadro, ma soprattutto mi piace lidea di questi vacanzieri in partenza per il Paradiso). E soprattutto Duchamp e de Chirico (Il suo vero capolavoro stata la sua vita), che ha voluto ritrarre anche lui vicino al divano di famiglia, Tempus Tacendi (2012). Nessuno, invece, tra i viventi. Scusi, Hirst e le altre superstar delle aste? Vittime del sistema. E com stata lesperienza del Padiglione italiano di questultima Biennale di Venezia, dove il curatore, ancora una volta Pietromarchi, lha messa idealmente a confronto con Marco Tirelli? Unesperienza riuscita. Ma Giulio Paolini anche luomo delle parole (per definire certe esperienze artistiche ormai tramontate usa, ad esempio, la parola catacombale). E degli scrittori. Con de Chirico, sul solito divano, ha collocato tra gli altri i suoi grandi amori, da Borges a Calvino: Lho conosciuto, era un uomo silenzioso, che per ha anche amato il mio lavoro, scrivendo per me pagine bellissime. Dove Calvino citava e lodava la grande ambizione e la grande modestia del pittore, Paolini appunto, che aveva esposto una riproduzione fotografica dun ritratto di Lorenzo Lotto, intitolandola Giovane che guarda Lorenzo Lotto e trasformando gli spettatori in altrettanti Lotto, a loro volta fissati dalle pupille della fotografia, del quadro, del fantasma, del giovane. Non a caso, come per un omaggio a Calvino, si intitola Palomar la luminaria natalizia pensata per via Po, che Paolini ha voluto regalare a Torino e allo scrittore e che da qualche giorno tornata in attivit. A questo punto per, la malinconia di Paolini, quella stessa che segna sempre il suo sguardo, sembra allimprovviso farsi pi evidente: La moglie e la figlia di Calvino mi avevano chiesto di progettare la sua tomba nel cimitero di Castiglione della Pescaia, ma poi, allepoca, mi sono fatto prendere da tanti altri inutili impegni e ho consegnato i disegni troppo tardi. Sono rimasti solo quelli. Ma se davvero lartista non esiste (Chi firma un quadro o unopera un abusivo), cosa ne fa Paolini dei suoi lavori? Li tengo tutti nel magazzino di Gondrand dice tornando a sorridere , perch alloccasione certamente pi facile ritrovarli.
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a visivit, ha scritto Daniele Del Giudice, lunico punto fisso di cui possiamo essere certi. Solo nel dialogo con questa dimensione si definiscono e vengono alla luce la nostra interiorit e la tecnica di cui ci serviremo. Occorre adottare sofisticate strategie di compenetrazione con lesteriorit. Che si d come spazio in attesa di essere reinventato in forme nuove. Potremmo muovere da queste parole per cogliere il senso della ricerca di Gabriele Basilico, cui, a pochi mesi dalla scomparsa, il Maxxi di Roma dedica un ricco omaggio (a cura di Giovanna Calvenzi e Francesca Fabiani, dal 28 novembre). Una mostra che si tiene in concomitanza con lesposizione promossa dalla Galleria civica di Modena (Gabriele Basilico nella collezione della Galleria civica, fino al 26 gennaio). Litinerario proposto, oltre 70 fotografie provenienti dagli archivi del Maxxi, presenta anche un film-documentario inedito del regista israeliano Amos Gitai. Si tratta di un film girato il 1 settembre 2012 a Venezia, durante la Biennale di Architettura. Vi si coglie subito la profonda consuetudine che ha legato Basilico e Gitai. I due si erano conosciuti nel 1991. Il cineasta era rimasto colpito dal lavoro su Beirut del fotografo italiano (esposto al Palais de Tokyo di Parigi). Perci lo aveva invitato a fare un reportage sulle architetture di suo padre, Munio Gitai Weinraub. Dai primi anni Novanta, inizia uno stimolante confronto intorno ai temi del documentare, del dire il presente, dellinterrogarsi sui mali della storia. Epilogo di questamicizia il nuovo film, che ha il valore di una struggente confessione di poetica. Un dialogo sullarte del fotografare, in cui lunghi primi piani vengono intervallati da materiali di repertorio. Quasi uninvolontaria autobiografia. Sollecitato da Gitai, Basilico, con il suo inconfondibile tono riflessivo, parla della sua filosofia dellimmagine. Gli esordi. Le perlustrazioni della periferia milanese, segnate dalla lezione di Bernd&Hilla Becher. E, poi, il reportage su Beirut. Le fascinazioni di Piranesi. I ritratti di Roma. Soggetti diversi, affidati sempre alla stessa metodologia, che si fonda su un processo di adesione e di distanziamento dalla visivit. Ladesione, innanzitutto. Decisivo, per Basilico, lincontro con il reale. Allorigine di ogni sua avventura, vi lempatia. Indispensabile il gesto del camminare tra strade e piazze. Basilico ha un atteggiamento quasi servile: si mette al servizio dei centri storici e delle periferie. Per lui, la fotografia strumento di verit. Dispositivo per comprendere la complessit dello spazio abitato. Linguaggio fatto di poche cose, che esige la concentrazione del corpo. Non occorrono effetti speciali. Basilico si limita a far vibrare la luce dei mondi che percorre. Lobiettivo, secondo lui, come il bisturi per il chirurgo. Si pone in ascolto delle citt, che gli appaiono come anatomie la cui bellezza turbata da malattie. Le tratta come corpi che, tagliati, emozionano. Le attraversa. Prova a conoscerle, con rispetto e con modestia. Le considera come territori dellinsicurezza. Ne visita tante, ma ovunque porta un po delle sue origini. Dice: Interessante riuscire a ricostruire, nello spazio dove vai a lavorare, un po di ambiente familiare. Per pronunciare Milano, Beirut, Parigi o Mosca, Basilico sceglie di distanziarsi dai suoi soggetti. Predilige lartificio della frontalit, che indica pause, stasi, indugi. Osserva da lontano, per disciplinare ci che ha dinanzi a s. Nei suoi ritratti di metropoli, colleziona sezioni di palazzi, sfruttando le simmetrie ortogonali. Insegue il rigore dellimpaginazione. Tende a ricondurre lesteriorit in griglie ferme. Trasforma le citt in testi governati da una grammatica chiara. Le sue sono rappresentazioni ordinate, semplificate. Che suggeriscono basse soglie dintensit. E si basano sullastrazione del bianco e nero, che permette di rallentare lo sguardo e avvicina alla struttura delle cose. Basilico spiega: Non

c una mia foto a colori che mi piaccia come le mie foto in bianco e nero, che mi coinvolga, ma non vedo perch devo limitarmi a usare per sempre il bianco e nero come se fosse la difesa di una bandiera o di unideologia. Si pensi alla serie su Beirut (del 1991). Una citt ferita a morte. Come uno scheletro senza pelle, con i muscoli fuori. Desolate, le architetture sono mostrate in maniera discreta. Ogni dettaglio scrutato con esattezza, secondo la lezione di Walker Evans. Tra rovine e macerie, si modula unarcheologia della contemporaneit. Si accede a un set da cui sono stati espulsi tutti gli attori. Ecco ci che rimane di una citt, dopo un crollo. Evidenti le analogie con i labirinti di Piranesi. In filigrana, richiami a de Chirico e a Sironi. Basilico indugia su frammenti che attestano la fine di un mondo e, insieme, rendono incombenti momenti di quello stesso mondo. Locchio si posa su ruderi che, alla Manganelli, posseggono un La retrospettiva eloquio indiretto, instaGabriele Basilico. bile, aggrovigliato, allusiFotografie dalle collezioni vo Come emerge da quedel Maxxi, Roma, Museo Maxxi, dal 28 novembre sto ciclo, Basilico tende a al 30 marzo 2014. La mostra iscrivere il disordine me arricchita dal film tropolitano in un equilidocumentario di Amos Gitai brio. Attento alla compo(qui sopra a sinistra: lui e sizione che proBasilico ritratti da Gianni spettiva, punto di vista Nigro nel 2011; sotto: loro , salvaguarda sempre la stessi in un provino del 2006 centralit delle riprese. in Israele). Basilico, nato a Non mira a restituire la Milano il 12 agosto 1944, totalit di un determinato morto il 13 febbraio scorso scenario. Sospende nel Le immagini vuoto le sue citt. Le deSopra, da sinistra: Milano, contestualizza. Le conge1980; Beirut, 1991 la. Le rende ignote a se stesse. Spegne ogni suono. Resta un silenzio agghiacciante. Il traffico si dirada, la folla svanisce. Trionfa il silenzio. Si arresta il tapisroulant che scorre sotto la realt. Si offrono visioni senza tempo. Infine, le metropoli si fanno metafisiche. Mai contaminate da presenze umane. Eppure, confessa Basilico ad Amos Gitai, io fotografo il paesaggio urbano senza persone, ma penso che la mia fotografia sia profondamente dedicata allumanit del luogo che stato costruito da persone che non si vedono.

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18 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

Sguardi Le mostre

Due parole in croce


di Luigi Accattoli

Capelli e pantaloni
indecente che una donna vesta come un uomo dicono gli imam di Raqq a Suad Nofal che in Siria protesta contro il regime di Assad indossando velo e pantaloni. Non ti lecito portare brache e tagliare i capelli come un uomo era una delle accuse dei domenicani di Rouen a Giovanna dArco che anche per questo fin sul rogo nel 1431. Quando sono forti, le religioni danno importanza ai capelli e ai pantaloni.

Classici moderni Alla Fondazione Marconi di Milano 83 fotografie. Spazio alla modella-amante prediletta

Man Ray prese Kiki. Di scatto


Prima lincontro fortuito tra lartista e la cantante e ballerina nella Parigi del 1921 poi un sodalizio che dur sei anni e si concretizz in immagini divenute memorabili
di SEBASTIANO GRASSO

ormidabile questa mostra milanese alla Fondazione Marconi, Modelle, di Man Ray (1890-1976): 83 fotografie scattate fra il 1920 e il 1940, raccolte dallo stesso artista in un album, ristampato in facsimile per loccasione, accompagnato da un volumetto con testi a firma di Janus. Formidabile, si diceva, non solo per le immagini in s, ma anche per le vicende che evocano. Dai primi nudi americani (nel 1911, Man Ray frequenta a New York i corsi serali, in un centro sociale con sede nei quartieri alti della citt, ricorder egli stesso) alle modelle delle Antille francesi (come Ady, la mulatta proveniente dalla Guadalupa) che si esibiscono nei locali di Montparnasse. E ancora: dalle danzatrici esotiche a quelle cui egli dissacratore e irriverente d nomi di vegetali: Cavolo, Porro, Lattuga, Barbabietola, Peperoncino, Cipolla, Ravanello, Carciofo (Assomigliano a un organismo vegetale non farinoso, perfettamente assimilabile alla carne, dice Man Ray); dalle pose di Kiki (Regina di Montparnasse) alle silhouette della pittrice tedesca Meret Oppenheim; dallassistente russa Natasha a corpi senza nome, simili ad anfore; da Lee Miller, vista come una statua, con le braccia mozze, allalsaziana Nusch, moglie di Paul luard. Per finire alla ricerca delle fanciulle in fiore, attraverso il corpo di unanonima bellezza ritratta tre volte. Io cerco loro del tempo, proclama Andr Breton. Man Ray lo aveva gi trovato esplorando il corpo femminile (C sempre una donna nuda nel suo destino, scrive Janus). E questo album, intriso di ricordi di un ventennio dallarrivo a Parigi nel 1921, al rientro in Usa nel 1940, allo scoppio della guerra (ritorner a Parigi solo nel 51) ne sparge il profumo. Ai corpi reali, Man Ray applica la propria fantasia. Vestiti con copricapo orientali e costumi tradizionali, paiono assumere anche il ruolo di sacerdotesse. Differenze con quelle reali? Il seno a nudo. Di moda nei locali notturni di Parigi, ma non certo in Cambogia. Le foto, spesso pubblicate su Minotaure, fanno discutere i surrealisti e suscitano la loro ammirazione. Gertrude Stein compresa, anche se Man Ray con lei non lega perch la scrittrice non vuole mai pagarlo. Degli 83 scatti, cinque sono dedicati a Meret Oppenheim diciannovenne (Una

i
Lesposizione Man Ray. Models, Fondazione Marconi, Milano, fino all11 gennaio (Info Tel 02. 29 41 92 32; www.fondazionemarconi.org). In mostra 83 fotografie originali, scattate fra il 1920 e il 1940, poi raccolte nel volume Models, ristampato per loccasione (Fondazione Marconi / Cambi). Cofanetto con libro (pp. 124) e album (pp. 32), 500

gres, una foto straordinaria non inclusa in questalbum. Qui, piuttosto, c la Kiki domestica. Che nulla ha a che fare con la ragazzina conosciuta da Gualtieri di San Lazzaro, costretta nei primi tempi a lasciarsi palpare il seno, per qualche franco, dai ricchi satiri che si aggirano la sera per le viuzze oscure, oppure a quella superbe che con la sua bellezza quasi intimidisce Breton, il quale, seduto al tavolo dun bar, si alza per farle il baciamano. Cantante e ballerina, si esibisce al Jockey, un locale notturno dove talvolta gira fra gli astanti, esponendo, su un vassoio, senza veli, i suoi seni generosi. Ma anche attrice di un paio di film, scrittrice di Souvenirs, autobiografia uscita nel 1929 con prefazione di Ernest Hemingway. Modella di Man Ray, ma anche di Soutine, Picabia, Kisling, Foujita, Calder, Lger, Picasso, Derain. Nella Montparnasse anni Venti si aggirano tre Kiki: Kiki Kisling, Kiki van Dongen e Kiki Kiki.

I ritratti Dallalto: Man Ray (Emmanuel Radnitzky, Filadelfia, 1890 - Parigi, 1976) in una fotografia del 1934 di Carl Van Vecthen, e Kiki (Alice Ernestine Prin, 1901-1953) fotografata da Man Ray. A destra: unaltra delle modelle parigine dellartista

sequenza cinematografica, le definisce Janus); altrettante a Kiki. Due donne che non potevano essere pi diverse. La prima unartista di grande valore; la seconda, una selvaggia capace di trascinarsi dietro folle di ammiratori e di ubriacarli con la sua sensualit e innocenza. Ballerina, cantante nei bistrot, modella e amante di Man Ray e di tanti altri, Kiki si chiama Alice Ernestine Prin ed nata nel 1901. Man Ray la immortala nel Violon dIn-

SSS
Fantasia Meret Oppenheim, Lee Miller, la moglie di Paul luard: vestiva i corpi reali con copricapi orientali e costumi

Kiki la prima modella-amante di Man Ray. Lartista che in realt si chiama Emmanuel Radnitzky, nato a Filadelfia da padre ucraino e madre bielorussa, e che, verso il 1914, adotta lo pseudonimo (che vuol dire Luomo della Luce) la incontra in un bar, pochi giorni dopo avere messo piede a Parigi. Luglio 1921. La ragazza con unamica e sta litigando con un cameriere che non vuole servirla perch lei senza cappello. Dun tratto, Kiki si toglie le scarpe e allunga una gamba sulla sedia e laltra sul tavolo. Quando le rimette gi, qualcuno commenta ad alta voce: Niente cappello, niente scarpe e niente mutande. Man Ray invita le due ragazze a sedersi con lui e cos la querelle finisce. Fanno sera. Man Ray invita Kiki per lindomani: vuole fotografarla. Cos, la mattina seguente lei lo raggiunge in albergo. Per saperne di pi, basta leggere Montmartre & Montparnasse di Dan Franck (Garzanti, 2000): Sale nella sua camera e si spoglia: lui vuole fotografarla nuda. Man Ray scatta qualche foto, poi scendono al caff. Le chiede di tornare il giorno dopo per una nuova seduta di pose. E anche per vedere la prima serie di fotografie. Kiki ritorna. Insieme guardano il lavoro della vigilia. Poi Kiki si spoglia mentre Man Ray prepara gli apparecchi. seduto sul letto, Kiki gli va vicino, nuda; lui le prende la mano, lei lo bacia. Non si lasceranno pi per sei anni.
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Allestimento Rigore scientifico Catalogo

UUUUU UUUUU UUUUU

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CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 19

Sguardi Le mostre

Origami
di Francesco Longo

Scontro di civilt per la generazione sui sof


Sode a destra un romanzo che accusa chi vive steso, a sinistra risponde un saggio che elogia chi sdraiato. in uscita il libro di Bernd Brunner, Larte di stare sdraiati. Manuale di vita orizzontale (Raffaello Cortina editore). La tesi che la posizione orizzontale sia perfetta per la contemplazione: pensare, sognare e amare. Pare la replica a Michele Serra che, con Sdraiati (Feltrinelli), ha lanciato unironica etichetta alla generazione-sui-sof. Sdraiamoci e leggiamoli.

Joel Arthur Rosenthal a Parigi seleziona i suoi clienti. E al Met espone 360 capolavori

Calendario

Lalchimista dei gioielli


MILANO
La realt un enigma La pi grande e completa antologica di Tino Stefanoni (Lecco, 1937) con oltre cento opere, realizzate dal 1965 a oggi, che raccontano un percorso creativo che una sintesi tra la Pop Art e la Metafisica. Protagonisti delle sue opere elementi semplici, che divengono misteriosi (sopra: Senza titolo, 2009). Gall. Credito Valtellinese Fino all11 gennaio Tel 02 48 00 80 15

MANTOVA
La casa degli dei, atto II Bill Viola (New York, 1951), uno dei maggiori video artisti al mondo, firma il secondo evento del ciclo di Palazzo Te dopo linstallazione di Fabrizio Plessi. Nelle sale napoleoniche sar proiettato il video The Raft che sembra una metafora della lotta delluomo contro le avversit (sopra: una scena). Palazzo Te Fino al 20 febbraio Tel 0376 32 32 66

da New York GIOVANNA POLETTI

Jar crea pochissimi pezzi e si nasconde Ora New York lo esalta come il pi grande

on bastano le leggende per creare un mito. Se il Metropolitan Museum di New York ha appena dedicato a Joel Arthur Rosenthal, in arte Jar, la prima mostra mai dedicata a un gioielliere vivente, una ragione deve esserci. La risposta non viene dallenorme aspettativa internazionale creata attorno a questevento, n tantomeno dallalone di riservatezza che da sempre avvolge il misterioso personaggio. Che, nonostante non abbia mai fatto una riga di pubblicit e non ami concedere n foto n interviste, comunque considerato il gioielliere pi celebre al mondo. La ragione semplice, i 360 pezzi del Metropolitan, presentati nelle vetrine di unalcova di velluto cremisi, pi simile allocculto acquario di una Wunderkammer che alla sala di un museo, parlano da soli. Oltre ad essere inarrivabili, per esecuzione e prezzo, le opere create da Jar in 35 anni di attivit vanno oltre la normale asserzione del termine gioiello, sono straordinarie sculture naturali, indimenticabili creature ibride che splendono di luce propria e paiono curiosamente appartenere al mondo vegetale e animale, allarte e alla storia, alla vita e alla morte. E non solo. I suoi gioielli, dai pi semplici ai pi maestosi, sono realizzati con una tecnica rinascimentale cos esasperata e ossessiva, che li rende unici e, quindi, inimitabili. Composti da un infinito numero di pietre multicolori, preziose e meno preziose, antiche e moderne, i suoi pezzi sfoggiano diamanti di ogni misura, rubini scurissimi, ametiste, tormaline, zaffiri, topazi, zirconi, opali e granati, pazientemente montati in oro, argento, bronzo, alluminio e titanio, da artigiani che seguono alla lettera le esigenze del maestro. Jar non disegna le sue opere, semplicemente le crea. Avvalendosi di schizzi, modelli o sapienti gesti, che trasmette ed elabora con chi lavora per lui. In questo modo, nella pi assoluta libert di tempi e di modi, in ogni opera riesce a infondere la sua arte, la passione per i materiali, per la natura e soprattutto per il bello. Incurante delle regole, pu montare diamanti al contrario, ossidare il platino, nascondere pietre o sublimi lavorazioni dietro la clip di un orecchino o una spilla per farle godere solo a chi le possiede.

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Lappuntamento Jewels by JAR, New York, Metropolitan Museum of Art, dal 20 novembre al 9 marzo 2014 (Info Tel +1 212 57 03 951; www.metmuseum.org), Catalogo Met/ University Press, pp. 120, 25 Le immagini In alto, nella foto grande: Butterfly Brooch (1994, zaffiri, opali, rubini, ametiste, diamanti, argento, oro). Nelle foto piccole: il campanello a forma di camelia dellatelier parigino di Rosenthal e uno dei rari ritratti del gioielliere nato a New York nel 1943

I suoi famosi pav, detti tweed settings per lincredibile morbidezza e variet di tinte, sono composti da decine di migliaia di pietre colorate che creano effetti di luce singolari, simili a quelli delle tele di Seurat o Segantini. Ne fu conquistata anche Liz Taylor che riusc, finalmente, a indossare orecchini luminosi e cangianti come i suoi occhi. Utilizzando smalti, coralli, perle, conchiglie, legno o persino luttuosi nastri grosgrain nero, Jar ha creato pezzi diversissimi tra loro eppure inconfondibili. I suoi celebri fiori, colti nellattimo fuggente della fioritura, di un colpo di vento primaverile o di un raggio di sole autunnale, sfuggono dallalgido splendore delle gemme per acquistare una nuova seducente vita. I boccioli di rosa o di albicocco sono minuscoli capolavori di minerale bellezza; i delicatissimi fiori di salice, resi da centinaia di minimi zaffiri gialli, aggrappati a un ramo di bronzo patinato e sospesi nel vento, sono un inno alla poesia del Sol Levante; la decadenza di un immenso tulipano striato, in pav di rubini, diamanti e zaffiri rosa, elegantemente scomposto nella sua sfioritura, ricorda i dettagli di una tavola fiamminga; mentre due semplici petali di rosa, di ceruleo aspetto, sono

Lasta di Ginevra

Una camelia di diamanti vale 4 milioni di dollari


Diciotto pezzi unici e la pi grande collezione di gioielli firmati da Jar mai andata allasta, oltretutto per beneficenza: successo il 14 maggio a Ginevra dove Christies ha battuto per 11,5 milioni di dollari i diciotto gioielli creati da Jar per Lily Safra (nata in Brasile, sposata a un ricchissimo banchiere, a capo di una ventina di charities), diciotto sui settanta che in totale hanno raggiunto 37,9 milioni di dollari. Jar li aveva creati solo per Mrs Safra (a sinistra, dallalto: la spilla a forma di camelia (diamanti e rubini, 1982) venduta per 4.319.591 dollari e quella a forma di papavero (diamanti e tormaline, 2003) battuta per 1.272. 245 dollari.

una coppia di orecchini in calcedonio di imbarazzante naturalezza; cos come la grande camelia, dai petali screziati di madreperla rosa, talmente turgida e materica da parer di carne. Oltre ai fiori, Jar ha creato animali dalle origini antiche: elegantissime pecore dalle chiome di perle, inquietanti serpenti che si snodano tempestati di diamanti e rubini, elefanti e zebre di agata dai pennacchi brillanti, sciami di variopinte farfalle dalle ali cangianti e un minuscolo coniglio di micromosaico antico, posato su una croccante foglia di lattuga in pav di granati verdi. per impossibile scrivere dei suoi gioielli senza accennare a lui: genio amato o odiato, considerato arrogante da chi non lo conosce e timido da chi lo frequenta, scaltro stratega della sua immagine dai concorrenti o strenuo difensore della sua privacy dagli amici, Joel Rosenthal comunque un uomo che da sempre ha scelto di far parlare di s. La sua certezza nello stabilire senza piet, e a giusto titolo, chi degno di acquistare e indossare i suoi gioielli, gli ha portato dei nemici, ma ha anche nutrito la sua fama di artista esclusivo. Il suo negozio, aperto nel 1978 con il socio e compagno Pierre Jeannet in un passaggio di Place Vendme a Parigi, senza porte n vetrine, ha solo al centro una minuscola teca di velluto rosa, sempre vuota, dove al massimo esposto un fiore o un oggetto darte, e mai un gioiello. I passanti o persino i potenziali clienti, cui negato lingresso senza valida presentazione, possono accontentarsi di osservare con cupidigia il campanello, unincantevole camelia dai pistilli dorati, fiorita come per caso sullo stipite di una vetrina. Chi, come la maggior parte dei mortali, non ha avuto la fortuna di osservare dal vero le sue opere, potr accedere al suo magico mondo visitando la mostra di New York o sfogliando i due enormi volumi che raccolgono le poche centinaia di pezzi unici realizzati finora. Con una sola certezza, quella di non dimenticarseli pi.
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AGRIGENTO
1939-1945, arte in guerra Gli anni attraversati dal secondo conflitto mondiale segnano unimportante tappa per laspra creativit di Fausto Pirandello (1899-1975). In mostra trenta dipinti e numerose opere su carta, pastelli, sanguigne, acquerelli (sopra: Tetti di Roma, 1944). Fabbriche Chiaramontane Fino al 23 febbraio Tel 0922 27 729

LONDRA
Capolavori sotto attacco La prima mostra che racconta gli attacchi subiti dallarte in Gran Bretagna dal XVI secolo fino ad oggi. Una tendenza iconoclasta che distrusse simboli e monumenti per motivi religiosi, politici oppure estetici (sopra: Anon, Christ before Pilate, circa 1400-25). Tate Britain Fino al 5 gennaio Tel +44 20 78 87 88 88

Allestimento Rigore scientifico Catalogo

UUUUU UUUUU UUUUU

a cura di Chiara Pagani

20 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013 Ildefonso Falcones il #twitterguest


Avvocato e scrittore, Ildefonso Falcones (1959, sposato, padre di quattro figli), vive a Barcellona. Ha esordito con il bestseller La cattedrale del mare. Il suo nuovo romanzo La regina scalza, appena pubblicato da Longanesi, narra lamicizia di due donne sullo sfondo della Spagna del Settecento e della persecuzione dei gitani. Da oggi su Twitter consiglia un libro al giorno sullaccount @la_Lettura

Percorsi

Storie, date, biografie, reportage, inchieste

Bilanci

Rompe la cappa del politicamente corretto Politici e comici in Italia si scambiano posto e il bipolarismo tra risate di pancia e di testa Satira e giornalismo si contaminano a fondo

di LUCA MASTRANTONIO

Checco Zalone, che liberazione!

l film Sole a catinelle di Gennaro Nunziante e Checco Zalone, oltre a superare ogni record al botteghino, sta mettendo insieme fette di pubblico e di critica lontanissime tra loro. Ha incassato lapprezzamento, controvoglia, anche di Michele Serra; incarnazione di quella radical-sciccheria che il comico pugliese ha corroso nellacido esilarante del film: unopera anticonformista, ha scritto sullEspresso Serra, arrivando a una conclusione che neanche una retrospettiva su Alberto Sordi curata da Nanni Moretti avrebbe potuto produrre: Se nel 2013 lidentit tra ricchi e comunisti data per assodata e funziona come continuo innesco comico, qualcosa di piuttosto clamoroso accaduto, negli ultimi anni della nostra vita sociale. Laccadimento piuttosto clamoroso potrebbe essere la bocciatura che la maggioranza degli italiani ha dato a chi, dopo la caduta del Muro, ha continuato a dirsi di sinistra o, per nostalgia o provocazione, comunista, godendo di posizioni di rendita. Un accadimento, anche filmico, non sfuggito a Renato Brunetta, che in Zalone riconosce la

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In alto, a sinistra, Beppe Grillo (Luca Zennaro/Ansa). Al centro, nei riquadri, in alto a sinistra e poi in senso orario: Corrado Guzzanti in Fascisti su Marte, Sabina Guzzanti in Le ragioni dellaragosta, Maurizio Crozza truccato da Crozza nel paese delle meraviglie e Marco Travaglio che fa limitazione di Franco Battiato. Nella foto grande, al centro. Checco Zalone che imita Nichi Vendola. A destra: Anna Marchesini (1953, un lungo sodalizio con Tullio Solenghi e Massimo Lopez) fotografata da Gianmarco Chieregato

filosofia anticomunista di Berlusconi: Siamo prudenti nel dirlo perch non vorremmo iniziasse un boicottaggio, ha scritto sul Mattinale della rinata Forza Italia. Miracolo numero uno: Serra fa autocritica attraverso un film di destra. Miracolo numero due: Brunetta si inibisce. Poi ci si chiede com che Zalone sta salvando la stagione di una buona parte delle sale cinematografiche.

Bipolarismo comico
Torniamo alla domanda di Serra, applicandola alla comicit. Cos accaduto negli ultimi anni? Il grande pubblico (o popolo) non si rispecchia pi nei grandi racconti comici. La comicit s scissa, come il Paese, sul piano politico e sociale. Semplifichiamo. A destra, le risate grasse, bonarie o volgari, di pancia, al cinema e in tv, con il Bagaglino e Zelig, i Cinepanettoni e i Soliti idioti. Dallaltra, a sinistra, le risatine magre, di testa, cattive e corrosive, complici, spesso cupe: a volte sottili, e brillanti, con Nanni Moretti, a volte tristi e isteriche, con Sabina Guzzanti e Daniele Luttazzi.

In mezzo, ovvio, c tutto un mondo, dai toscani Paolo Virz, Giovanni Veronesi, Leonardo Pieraccioni, ai romani come Carlo Verdone, fino ai milanesizzati Aldo, Giovanni e Giacomo, e la comicit non ancora arresa di Maurizio Crozza in tv. Ma i poli attrattivi restano opposti: da una parte il disimpegno, dallaltra la militanza, di l lautoassoluzione, il condono, di qua la condanna, senza redenzione. Con Zalone queste due linee sono tornate a incontrarsi o, quantomeno, sono entrate in contatto, sfiorandosi e costringendosi a dialogare, a guardarsi. Lo testimonia la pre-

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Crepapelle Senza assolvere o condannare racconta con acida ilarit litaliano medio nellItalia dove il ceto medio decresciuto

senza importante e consapevole (e imbarazzante per gli snob) di Marco Paolini, noto per narrazioni teatrali-televisive di grande impegno civile, che nel film interpreta un imprenditore senza scrupoli (viene punito). Zalone come se avesse tolto un doppio tappo: un blocco intestinale alla pancia degli italiani, che a Natale hanno mangiato troppi cinepanettoni, e un blocco mentale, alla testa, di chi, per reazione alla trivializzazione della politica, si convinto che la buona politica sia il politicamente corretto (fonte inesauribile di inneschi comici). Non una rivoluzione, ma neanche una involuzione. Forse, semplicemente, una liberazione, un esorcismo, una lavanda gastrica per un popolo intossicato da ideologie trasformatesi in antropologia.

Lavanspettacolo politico
In questi anni la comicit, dilagando, diventata aliena a se stessa. Se tutto diventato comicit, satira, nulla lo : dalla politica da barzelletta al giornalismo spettacolare; mentre i comici hanno iniziato a fare controinformazione, persino politica.

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 21

Lintervento

Lomaggio a Luigi Pirandello e Tino Buazzelli

Basta bullismo linguistico perch ridere una cosa seria


di ANNA MARCHESINI

l settimo giorno Dio ripos. E rise, tanto, rise per tutto quello che aveva combinato traendo dal caos un mondo cos perfettino che per forza a qualcuno sarebbe venuta la tentazione di sfasciarlo. Diavolo e acqua santa insieme, una miscela irresistibile. Infatti egli rise, rise e ride ancora. Era facile ridere, una volta. Da piccola ridevo quando guardavo in tv gli spettacoli teatrali con Gilberto Govi, non sempre capivo ma ridevo, cos ridevo con i De Filippo, con Rina Morelli, Sara Ferrati e Ave Ninchi nelle Sorelle Materassi; ho riso quando la tv era in bianco e nero e non conoscevo il teatro; anche il babbo rideva, rideva cos tanto e cos forte che insorgevamo tutte: io e mia sorella e la mamma per intimargli uno shhh! non volevamo perdere il filo di quei racconti, neanche un gesto di quel ricamo prodigioso, di quella costruzione magistrale di una trama in cui un semplice accidente o un equivoco si trasformava in un guaio paradossale, innescava una serie compulsiva di incidenti, inciampi, sottintesi, malintesi, sorprese, colpi di scena, strategie riparatorie, intonate, urlate e poi soffocate in quella miriade di squittii-ciarle-botte-e-riposte, pause tenute ad arte e poi sbuffi lasciati andare dentro quella musica di bassi e alti, di battere e levare, di sussurri e urla dentro quella esagitata iperrealt pi vera della realt, perch quei comici possedevano larte il dono di dire la verit, su di noi.

ta, spadroneggia e lo umilia; a rincarare la dose la vecchia madre di Mattia ridotta in miseria sola e malata va a vivere con loro, terrorizzata dal dare disturbo rimane ferma tutto il giorno rincantucciata vicino al fuoco. Dunque la situazione al culmine, la suocera vedova Pescatore sta impastando il pane, si spalanca la porta, entra Zia Scolastica venuta a riprendersi la vecchia sorella, armata di un piglio che innesca la miccia: La scena che ne segue dice lautore merita di essere rappresentata.

Re e giullari si sono cambiati di posto. Battute e barzellette sono state per Silvio Berlusconi strumenti di controllo del consenso e diversivi mediatici nei momenti difficili (analizzata ne Il Re che ride di Simone Barillari, Marsilio, 2010), ben oltre il gusto dellaforisma fulminante di Giulio Andreotti, gli epiteti di Francesco Cossiga, le stilettate di Massimo DAlema. Stessa strada, nel senso opposto, lha presa Beppe Grillo, i cui spettacoli teatrali da comico sono stati il prologo della salita sul palco dellavanspettacolo politico. La reversibilit comicit-politica ben rappresentata da Roberto Benigni: nel 1984 prendeva in braccio Enrico Berlinguer, leader Pci e profeta della questione morale; nel 2007, si faceva prendere in braccio dal postdemocristiano Clemente Mastella (remake, sequel o parodia?). Benigni che, dopo la Vita bella (1997), ha lasciato il caldo e miasmatico inferno della sua comicit pi ruspante, poeticamente volgare, dellInno del corpo sciolto, per ritrovarsi nei Paradisi di marzapane dellamore, impegnato a cantare la bellezza della Costituzione. Eugenio Scalfari, pochi giorni fa, ha ricordato di vedere benissimo Benigni come successore di Giorgio Napolitano. Sul Colle pi alto, dove Grillo voleva, invece, Dario Fo, il giullare da Nobel. Questa Italia della comicit impegnata sembra una Repubblica di Platone re-interpretata da Aristofane.

berlusconiani come Emilio Fede ai giustizialisti come Marco Travaglio, fino allanarchico Giuseppe Cruciani, che con la Zanzara ha trasformato scherzi telefonici in controversi scoop dai pesanti effetti politici. Fede e Travaglio eccellono nellarte praticata anche da Grillo (e stigmatizzata da Francesco Merlo su Repubblica) di storpiare i nomi. Corrado Guzzanti li chiama comicronisti. La parabola di Travaglio, che nel 2007 ha ritirato il premio di Satira Forte dei Marmi, significativa. mediaticamente nato presentando Lodore dei soldi nel 2001 in tv, a Satyricon, dove Daniele Luttazzi impallidiva nel vederlo ridere compiaciuto mentre parlava di legami tra Berlusconi e le stragi di mafia. Poi, alla vigilia delle elezioni del 2013, durante Servizio Pubblico di Michele Santoro, si esibito in un siparietto con Silvio Berlusconi, che ha spolverato la sedia condivisa con il suo inquisitore. Un colpo di fazzoletto che ha rivelato lessenza del canovaccio comico.

Umorismo liberatorio
La comicit di Nunziante e Zalone, piaccia o meno, gi fuori dalle ideologie antropologiche di questo ventennio, perch le ha destrutturate tutte o quasi, come ha analizzato Christian Raimo sul blog minima&moralia, attingendo al meglio della tradizione alta e bassa della recente comicit italiana. Assomiglia allumorismo di cui parlava un secolo fa Luigi Pirandello, incarnato alla perfezione da Paolo Villaggio con Fantozzi (del 1968): lumorismo il sentimento del contrario, vedere che le cose e le persone sono lopposto di quello che dovrebbero, vorrebbero essere; ma empatizzare, non limitarsi a condannare con ipocrisia somma (al comico vero non pu essere alieno niente di umano). Siamo dalle parti di certe commedie cattive di Alberto Sordi, di Cetto Laqualunque di Antonio Albanese e, in maniera embrionale, di certi lavori di Maccio Capatonda. Zalone incarna oggi litaliano medio dopo la fine del ceto medio, un italiano incattivito sul piano morale e decresciuto sul piano economico. In un Paese dove a destra c chi vuole ancora vendere lillusione del benessere per tutti, mentre a sinistra qualcuno parla della felicit della decrescita. Le risate innescate da Nunziante-Zalone smascherano entrambe le bugie. criticalmastra
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Linfo-satira dei comicronisti


Nella guerriglia mediatica e politica di questi venti anni, in particolare nella seconda met, i comici con pi senso del dovere, il dover far ridere in maniera originale, hanno centellinato le loro presenze (Corrado Guzzanti); altri sono stati costretti al silenzio prima dagli editti bulgari e poi dal web che ne ha stanato i prestiti non dichiarati (Daniele Luttazzi); altri ancora, meno ispirati, sono diventati profeti dellinsulto, documentaristi cupi (Sabina Guzzanti), quasi a svolgere un ruolo di supplenza informativa (un po come i magistrati che sono scesi in politica). Anche perch il comico, rispetto al giornalista, fa pi rumore se viene censurato, tacitato. Perch la libert di espressione considerata pi importante di quella dinformazione. A confondere ulteriormente le cose, il registro comico-grottesco stato praticato da molti giornalisti, di sinistra e di destra dai

C una data a cui risale il mio primo incontro carnale con il comico. Allieva dellaccademia, fui scelta per una piccola parte nello spettacolo Il borghese gentiluomo allestito nellanfiteatro di Pompei e interpretato da Tino Buazzelli. E qui ci starebbe un non ci sono parole; invece io voglio trovarle le parole, per descrivere la forza la potenza espressiva la grandezza il talento che ho visto sprigionare da quel corpone sedentario e in affanno durante il giorno, eppure cos forte, cos efficace, cos feroce in palcoscenico. Ogni sera restavo dietro le quinte non per guardarlo, ma perch non potevo fare a meno di farlo. Interpretava un borghese grossolano cafone cialtrone sgrammaticato e borioso che si mette in testa di diventare un aristocratico dai modi eleganti, conoscitore di musica e danza. Usava il suo corpo mettendo in scena un insignificante ammasso di grasso flaccido dallaspetto bovino, sonnolento e lamentoso, una specie di mobilio ingombrante, un bradipo cui lui stesso si atteggiava; alla fine delle lezioni di raffineria, ballo, canto, portamento e dizione, veniva sottoposto a una sfilata. Attraversava il palcoscenico tutto parato a festa con la giacca infiocchettata e piena di nastri, la camicia con le rouches, un parruccone bianco in testa pieno di boccoli, due codazzi di cannoli che sventagliavano schiaffeggiandolo, i calzettoni bianchi e le scarpe con i tacchi; sbuffava con goffa e inadeguata disinvoltura, si guardava attorno feroce e presuntuoso sbruffone e gabellato, zimbello lui di se stesso; sembrava una fiera ambulante, il camion dei giocattoli e casalinghi, sembrava un bue sui tacchi; anzi non sembrava, era proprio quello che voleva diventare. Si trascinava un corpo carico di significati, era lui stesso la fiera delle vanit. Dentro, dentro la parte, ogni sera raccontava con tutto il corpo, sudava, la sua voce tuonava nellanfiteatro. Quello che mi incantava era che mentre raccontava la storia, lui diventava la storia, lanima, il motore, la locomotiva; mostrava a noi (parti piccole e senza battute) la Terra dei Giganti e io mi rendevo conto di quanto in alto si potesse arrivare. Una sera in una scena in cui litigava con la moglie durante la cena, lo scontro cresceva insieme agli insulti; al culmine dellesasperazione lei gli urla in faccia: bifolco! e poi esce di scena. Fu tutt uno, Buazzelli si guard intorno e poi le lanci dietro una bistecca di plastica e la becc pure in testa. Il personaggio agiva per lui. Bello, carnale , riusciva a far raccontare la sua furia pure alle narici, pure con le mascelle che faceva traballare agitandosi; sembrava un toro che caricasse e contemporaneamente i suoi occhi erano quelli di un uomo malinconico e perdente. Era un vero paesaggio. Un talento comico privo di narcisismo. Del resto il talento il contrario del narcisismo, che autoreferenziale. Il talento il prodotto di una sorta di intelligenza morale che spinge a fare bene le cose per se stesse. Ecco, a questo penso quando penso al comico, penso alla scrittura di alcuni testi di Pirandello, penso alle Cosmicomiche di Calvino, a Palazzeschi. Nutro particolare ammirazione per Pirandello, autore di sottosuolo che racconta lindicibile, squarcia la retorica; come scriveva egli stesso, lumorismo un modo di vedere le cose attraverso chiss quale occhio che vede il corpo e la sua ombra, la realt e il suo doppio. La retorica si veste al guardaroba della convenzione, lumorismo svela, scopre, affonda lispirazione nel profondo delle storie, delle vite di tutti noi, acchiappa il senso invisibile e ingiudicabile; il viaggio di un intronauta solo, e poi lo riporta a galla e scopre e rivela il ridicolo del tragico e il tragico del ridicolo. Altro che superficiale. Altro che facile, il Comico. Ho in mente tante pagine dellirresistibile Il fu Mattia Pascal. La situazione in cui ci immergiamo quella di un giovane uomo, Mattia, infognato in una vita che non avrebbe voluto orfano di padre, derubato delleredit, senza lavoro, costretto a vivere con la suocera, madre della ragazza che ha messo incinta per procura di un amico che non aveva il coraggio di corteggiarla. La suocera non lo soppor-

Ecco allincirca come and. Subito, via, vstiti! Verrai con me. Parlava a scatti. Il naso adunco, fiero, nella faccia bruna, itterica, le fremeva, gli occhi sfavillavano. La vedova Pescatore, zitta. Finito di abburattare, intrisa la farina e coagulatala in pasta, ora essa la brandiva alta e la sbatteva forte apposta, sulla madia: rispondeva cos a quel che diceva la zia. Questa, allora, rincar la dose. E quella, sbattendo pi forte: Ma s! Ma certo! Ma come no? Ma sicuramente!. Poi, come se non bastasse, and a prendere il matterello e se lo pose l accanto come per dire: ci ho anche questo. Non lavesse mai fatto! Zia Scolastica si tolse furiosamente lo scialletto e lo lanci a mia madre: Via subito!. E and a piantarsi di faccia alla vedova Pescatore. Questa si tir indietro minacciosa come volesse brandire il matterello; e allora Zia Scolastica, preso a due mani il grosso batuffolo della pasta, glielappiastr sul capo, glielo tir gi su la faccia e, a pugni chiusi, l l l, sul naso sugli occhi in bocca dove coglieva coglieva. Quindi afferr per un braccio mia madre e se la trascin via. Quel che segu fu per me solo. La vedova Pescatore, ruggendo dalla rabbia si strapp la pasta dalla faccia, dai capelli tutti appiastricciati e venne a buttarla in faccia a me che ridevo, ridevo in una specie di convulsione; mafferr la barba, mi sgraffi tutto poi come impazzita, si butt per terra e cominci a strapparsi le vesti addosso, a rotolarsi, a rotolarsi, frenetica, sul pavimento; ANNA MARCHESINI mia moglie intanto receva Moscerine di l, tra acutissime strida, RIZZOLI mentrio: Le gambe! Le Pagine 252, e 17 gambe! gridavo alla vedova Pescatore per terra. Non mi mostrate le gambe per carit!. Posso dire che da allora ho fatto il gusto a ridere di tutte le mie sciagure e dogni mio tormento. Mi vidi, in quellistante, attore duna tragedia che pi buffa non si sarebbe potuta immaginare: mia madre, scappata via, cos, con quella matta; mia moglie, di l , che... lasciamola stare! Marianna Pescatore l per terra e io, io che non avevo pi pane, quel che si dice pane, per il giorno appresso, io con la barba tutta impastocchiata, il viso graffiato, grondante non sapevo ancora se di sangue o di lagrime, per il troppo ridere. Andai ad accertarmene allo specchio. Erano lagrime; ma ero anche sgraffiato bene. Ah quel mio occhio (strabico), in quel momento, quanto mi piacque! Per disperato, mi sera messo a guardare pi che mai altrove, altrove per conto suo.

Eccolo, eccolo il senso profondo della natura del Comico! Niente a che vedere con il ridicolo, il buffo, lintrattenimento spiritoso, la barzelletta, lo sberleffo e la parolaccia, linvettiva contro i falsi padroni, lo sfott, i vaffa e gli ammiccamenti volgari: esempi moderni di bullismo linguistico ispirati da una osservazione superficiale prt--porter. Che meraviglia! Lautore affonda dentro un dramma, ne afferra il contenuto e lo trasforma, gli fa fare una capriola, un salto mortale carpiato fino a riuscire a restituirgli il senso comico del tragico: quello che sta sotto, sotto, sotto la gonna! Che spessore ciccioso! Mi rendo conto che ho parlato con la testa voltata allindietro, ho parlato al passato. Forse i giganti sono scomparsi e tutto quello che per me stella polare si estinto; ma io non mi arrendo, continuo a tenere la mia fiaccola accesa, anche se intorno molte luci si sono spente; io non mi rassegno e continuo a leggere, a scrivere a studiare a raccontare le mie storie in teatro, perch la Vita mi vive dentro cos intensamente come fossi sempre gravida (caruccia!). E io non posso fare a meno di rischiare di sporgermi oltre il bordo che affaccia sullabisso. Mi sento plurale e pi penso e pi sento e pi sento e pi ogni cosa dentro di me diventa un paesaggio. Tengo la fiaccola accesa.
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22 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

Percorsi Controcopertina Dei diritti e delle pene


Il progetto CO2 Il chitarrista e didatta Franco Mussida lancia un esperimento che parte da brani selezionati da artisti a disposizione dei detenuti: un percorso di tre anni che comprende Prokofiev e Morricone, Piovani e Rota, Wagner, Mahler e David Gilmour

La musica sega le sbarre


di FRANCO MUSSIDA

Porto in carcere quattro stazioni per educare allascolto e dare sollievo


Lanidride carbonica dellanima

on sparate sul pianista: la scritta campeggiava nei saloon western del cinema muto mentre imperversava la guerriglia tra bande di pistoleri. Ceffoni, pistole nascoste sotto gli impermeabili, risse e sberloni erano di casa anche nei night milanesi e torinesi dei primi anni Sessanta, dove i Turatello e i Sacc gestivano bische, spaccio e prostituzione. Non cera pi il cartello, ma chi stava nel mezzo, tra il padrone della fabbrichetta brianzola e i cosiddetti balordi, erano i musicisti. Come i medici, noi abbiamo una sorta di passaporto per due mondi: facciamo un mestiere che ci lega allintimit delle persone, a prescindere. Gino Paoli uomo navigato, queste cose le sa. Ci incontrammo nel 93 nel carcere di Poggioreale, lui senatore e io educatore con la chitarra. Appena eletto presidente della Siae mi ha chiesto di immaginare unattivit che coinvolgesse le carceri. Pensavo di non ritornarci pi. Molto tempo fa avevo frequentato per quasi 15 anni San Vittore, Opera e le comunit di recupero. Vi avevo rivisto alcuni di quei ragazzi che mi chiedevano Gimme Some Lovin. Ma eravamo ormai su sponde opposte. Non portavo la chitarra

Da Opera a Secondigliano tre anni di note e formazione


Il progetto CO2 (Studio degli effetti di ascolto guidato ed educato alla musica sulla sfera emozionale della persona), ideato da Franco Mussida e organizzato dal Cpm Music Institute, finanziato dalla Siae, di cui presidente Gino Paoli. CO2- Controllare lodio nasce da una metafora: Luomo emette di giorno, come le piante di notte, un suo invisibile veleno, unanidride carbonica (CO2) fatta dei peggiori umori e sentimenti spesso repressi, spiega Mussida. Ha una durata triennale a partire da questo mese e prevede gruppi di lavoro in quattro carceri: Monza, Opera (Milano) e Secondigliano (Napoli), reparti media sicurezza, e la sezione femminile di Rebibbia (Roma). Dieci detenuti effettuano la sperimentazione, mentre sono previsti unaudioteca per la consultazione libera a tutti, corsi di formazione per luso autonomo del software e corsi di ascolto educato alla musica con un musicista (due ore a settimana). Sono coinvolti 25 musicisti, il programmatore che ha messo a punto hardware e software, alcuni psicologi, educatori.

per suonare Black Is Black o Turn! Turn! Turn! dei Byrds, ma per aiutare i tossici a riappropriarsi dei loro sentimenti. Loro avevano ventanni da scontare, e i loro sentimenti stavano rinchiusi chiss dove. La proposta giunta ora mi parsa un segno. La fine del mio libro La musica ignorata (Skira, 2013) tratta degli effetti della musica e termina con la descrizione di una sperimentazione sul potere oggettivo di alcuni intervalli. Ho immaginato che il finale del libro potesse essere un nuovo inizio, cos ho steso CO2. Si tratta di un progetto sperimentale che vuole comprovare lutilit della musica per il sistema emozionale delle persone. Un progetto che, grazie allorganizzazione curata dal Cpm Music Institute, porta in

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Il programma Ogni impianto avr dieci postazioni. Le composizioni proposte cercheranno di intercettare lo stato danimo di chi passa lesistenza in cella

quattro carceri italiane tre maschili e uno femminile quattro Stazioni per lascolto educato della musica. Dieci postazioni dotate di un software elaborato con laiuto di psicologi e musicisti, attraverso cui avviare un dialogo privato, che aiuti a definire lumore del momento per collegarlo alla musica pi giusta per rappresentarlo. Brani selezionati da musicisti e da fini ascoltatori che disporranno di una griglia per catalogarli in base a difficolt di ascolto, poteri emozionali ed evocativi prevalenti. Cos organizzati, i brani costituiranno uno strumento per rispecchiarsi intimamente. Alla ricerca di sentimenti che si vorrebbero provare (ma sono sepolti) o per allontanarsi da angosce che mordono il cuore. Lo scopo di questo progetto non solo quello di offrire un sollievo immediato, ma un percorso di educazione ai suoni svolto ogni settimana che coinvolger decine di musicisti. Avranno il compito di presentare brani e strumenti come fonti demozione, legare lascolto della musica allascolto di se stessi, guardando in faccia anche le proprie antipatie, partendo da quelle provocate da generi non affini alla propria cultura. Un percorso di confronto e conoscenza in cui i musicisti condurranno a composizioni dai contenuti emozionali identici pur con forme diverse. La malinconia evocata da una ballad dei Me-

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CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 23

Scatti flessibili
di Fabrizio Villa

Chappell: foto elettriche, non fotoelettriche


The Metaflora Portfolio: un viaggio alla scoperta dellaura la mostra di Walter Chappell (19252000) allex ospedale SantAgostino di Modena fino al 2 febbraio. Ventitr immagini create in camera oscura sperimentando lelettrofotografia: alta tensione elettrica applicata a soggetti botanici collocati sulla pellicola. Lui la spiegava cos: Non c bisogno di una macchina fotografica: sufficiente la fine sensibilit della mente umana.

ILLUSTRAZIONE DI ANTONELLO SILVERINI A sinistra: Franco Mussida (foto Stefano Mazzeo). Sotto: Gino Paoli. Il logo opera di Mimmo Paladino

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Una copertina un artista

La cosmogonia di Cucchi
Gi la piazza nessuno: parole poetiche che evocano unimmagine metafisica, uno sguardo lontano, eppure dentro le cose del mondo. Anzi, in condivisione con i destini di tante esistenze. Proprio con queste parole visionarie Enzo Cucchi accompagna il Trittico della nostra copertina, unopera che riassume sia la sua personale cosmogonia (che lui intende, in contrasto con il significato etimologico di origine del cosmo, come un ironico gioco di parole che mette insieme cosmo e agonia) sia il mistero della realt personificato dai tre gatti (animali ricchi di simbologie esoteriche) presenti alle estremit dellopera. Enzo Cucchi (Morro dAlba, 1949), protagonista della grande stagione della Transavanguardia, uno degli artisti italiani pi affermati nel panorama internazionale. La sua una pittura densa di materia, che evoca la grande tradizione e che rilegge il tema del mito ancorandolo al nostro presente, in una dimensione in cui il tempo resta sempre sospeso. Proprio come in quella piazza lontana, laggi, abitata solo dal mistero del nostro vivere. (gianluigi colin)

tallica esattamente quella che vive una signora che ascolta un Notturno di Chopin, o che esce dalle corde di tanti assoli di David Gilmour o Mark Knopfler, e da tutto il mondo del blues. Quella che vive anche nei portamenti espressivi jazzistici delle note della tromba di Chet Baker, o nei toni pi delicati e struggenti dellAdagetto di Mahler; nelle musiche di Morricone per Cera una volta in America, in quelle di Piovani e di Rota. Ma non c solo la malinconia, c tutta la gamma dei nostri sentimenti: immensi territori da frequentare con cui confrontarsi. C da fare un pieno di energie senza bisogno di allenarsi correndo per chilometri, ascoltando Hendrix, Weather Report o il Giulietta e Romeo di Prokofiev, Wagner. C da confrontarsi con le proprie diverse inquietudini facendosi guidare dalla delicatezza di Monk, o ascoltando la colonna sonora che Piersanti ha scritto per il Commissario Montalbano. O rilassarsi, consolarsi con la musica di tante etnie, magari dallIndia. Si partir con unanalisi dei temperamenti musicali prevalenti delle quaranta persone impegnate nella sperimentazione e dai loro gusti. Ci aspettiamo tanto pop, neomelodici, tutto ci che nazionalpopolare. Ciascuno dei detenuti avr compiti settimanali da fare; ascoltare musica strumentale provando a descriverne il contenuto. Si terr traccia del singolo percorso di ascolto, di aree e generi pi frequentati, di variazioni del gusto; una sperimentazione che durer tre anni. Per tanti che stanno l dentro, allinterno di strutture con decine di porte di ferro che separano fisicamente dal naturale fluire della vita, c

Il presidente della Siae

Vorrei offrire emozioni libere


di GINO PAOLI

SSS
Repertorio Non ci saranno confini di generi, perch la malinconia che a uno pu trasmettere una ballata dei Metallica, per un altro si trova in Chopin

accio il comandante di questo Ente importante per autori ed editori da pochi mesi. Le eredit sono quelle che sono. Lorientamento ora dipende da chi ha responsabilit e ruoli. I primi cento giorni di un governo segnano la sua identit. Le nostre intenzioni dichiarate, le azioni dei primi mesi vogliono fare la stessa cosa. Stiamo immaginando una Siae pi utile, aperta e onesta; che non difenda, ma promuova la tutela dellopera dingegno, sappia porsi obiettivi con peso specifico culturale pi alti, portare valori forti in questo scoppiettante mondo digitale in cui difficile tutelare gli autori. Occuparci del riconoscimento della figura e dellautore del musicista; favorire momenti e spazi di promozione per una maggiore diffusione della Musica dal vivo. Una delle prime azioni punta sulla trasversalit della musica, sulla sua capacit di unire, di far star meglio la gente. Ho chiesto a Franco Mussida persona che stimo per ci che ha fatto e fa per i giovani attraverso il Cpm Music Institute, una vera eccellenza, e per la sua lunga esperienza vissuta nelle carceri Italiane di presentarci un progetto che coinvolgesse i luoghi di reclusione. Ne ha presentato uno che ci stimola e ci coinvolge pienamente anche con il cuore. Unir musicisti, editori, autori e soprattutto ascoltatori. Donne e uomini che in questo momento non sono liberi fisicamente, ma potranno esserlo almeno emozionalmente, grazie a un uso ancora pi consapevole della musica.
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una cosa che chi sta fuori ha sempre meno: il tempo. L dentro impossibile respirare laria dei boschi, dei giardini, farsi bagnare la faccia dalla pioggia, ritemprarsi fiduciosi al sole; l dentro si respira solo lalito del compagno, del vicino, carico dei suoi odori e dei suoi dolori. L dentro si coltiva una sorta di CO2 emotivo fatto di risentimento e di odio. Lesperienza mi fa dire che il ravvedimento non passa solo attraverso un processo di elaborazione intellettuale. Lintelletto grande orientatore e organizzatore di pensieri pu fare poco contro la forza delle emozioni e dei sentimenti, contro le tempeste emotive che l si soffocano, che represse formano una grandine emozionale che devasta linteriorit delle persone, uccidendo i germogli di positivit che dirigenti, operatori, volontari cercano di far loro coltivare. La meteorologia dellanima nelle celle sovraffollate una scienza necessaria. I meteorologi possono solo avvisare dei fenomeni senza poterli controllare; non siamo in grado di prevenire siccit e devastazioni agendo sui flussi di calore che interessano acqua e aria. Chi fa musica in grado, anche se spesso lo fa in modo inconsapevole, di orientare flussi di calore e di freddezza, di generare simpatia o antipatia utilizzando larte dei suoni. Riflettere il proprio stato danimo abbinandolo perfettamente a una musica, significa far vivere i sentimenti guardandoli in faccia, farli uscire, volare oltre linvisibile gabbia antidolore che in cella ciascuno si costruisce, di nascosto luno dallaltro. Significa poter godere di un sole possibile, del calore che pu dare una musica consolatoria. Il vero lavoro del musicista non solo quello di far divertire il pubblico, ma di orientarne lo stato danimo. Il suo vero lavoro quello del meteorologo dellumore. Per creare queste correnti si affida ai poteri del mondo vibrante, che lui vive interiormente come li vive lascoltatore. La musica sa quello che deve fare. Siamo noi che ormai non glielo facciamo pi fare. La musica continua a essere un ethos come lo era nella Grecia antica: suono organizzato in grado di educare il nostro sentire, renderci percepibile ci che sta intorno alla nostra individualit, invisibile essere emozionale. Ma per educarci, per consolarci davvero, ha bisogno di tempo: ci richiede tempo. E noi raramente siamo in grado di darglielo. Possiamo offrirle un tempo a mezzo servizio, multitasking, lasciandola lavorare di sponda mentre si fa altro. Lascolto attivo della musica registrata che si lega al ricordo, prevede il non pensare, labbandonarsi al suono. Cos essa pu entrare, e lavorando finemente attraverso i poteri di un mondo che vibra in grado, senza bisogno di parole o immagini, di compiere il miracolo di farci cambiare di stato. Chiederemo a tanti musicisti, anche ad alcuni di quelli che ho citato, di collaborare alla creazione dellaudioteca interna alle Stazioni, che in ogni caso rimarr disponibile per tutti come una normale biblioteca. Ogni composizione selezionata, si porter quindi dietro oltre a titolo e compositore, anche il nome del musicista o di chi lha segnalata. Un modo per legare il fuori e il dentro; sensibilit libere e sensibilit rinchiuse a quel mondo che ci lega tutti, limmenso comune oceano emozionale che costituisce il cuore vero della nostra esistenza, quello che d senso alla parola Umanit. Verranno ricavati dati che ci auguriamo possano configurare un uso diverso della musica come strumento da lasciare in custodia al ministero della Giustizia. Una musica che smette di essere solo intrattenimento ed esibizione, che si riprende la sua identit. Se poeticamente ci si pu azzardare a dire che anche luomo ha le sue ali, e che queste sono fatte di musica, quelli sono davvero i luoghi pi adatti per fare addestramento al volo.
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Supplemento culturale del Corriere della Sera del 24 novembre - Anno 3 - N. 46 (#105) Direttore responsabile Condirettore Vicedirettori Ferruccio de Bortoli Luciano Fontana Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli Antonio Troiano Pierenrico Ratto Stefano Bucci Antonio Carioti Serena Danna Marco Del Corona Dario Fertilio Cinzia Fiori Luca Mastrantonio Pierluigi Panza Cristina Taglietti Gianluigi Colin

Supplemento a cura della Redazione cultura

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24 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

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