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INTRODUZIONE AI SALMI ENZO BIANCHI Post le 26 septembre 2013 http://www.ora-et-labora.net/bibbia/bianchi.

.html INTRODUZIONE AI SALMI A CURA DI ENZO BIANCHI IL CONTENUTO Il Salterio si presenta suddiviso in cinque libri scanditi da una doss ologia finale; il Quinto libro concluso da una piccola collezione di Salmi (dal 146 al 150), detti alleluyatici perch hanno come titolo lespressione Lodate il Sign ore (halelyah), che fungono da dossologia conclusiva non solo del Quinto libro ma dellintero Salterio (dal greco psaltrion, lo strumento a corde che accompagnava i Salmi). Questa antica suddivisione, risalente almeno al Il secolo a.C. ma probabil mente pi antica, riproduce la suddivisione in cinque libri della Torah (Genesi, E sodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio) e sottolinea lautorevolezza dei Salterio: a nchesso una Torah! La dossologia finale di ciascun libro si accompagna a una beat itudine che troviamo allinterno di ognuno dei Salmi che chiudono i cinque libri: 41,2; 72,17; 89,16; 106,3; 146,5 (allinizio della collezione alleluyatica conclus iva dei Salterio). Il doppio registro della beatitudine delluomo e della lode di Dio scandisce cos ciascuno dei libri dei Salterio. Ma si pu dire di pi: visto che i Sal mi 1 e 2 costituiscono il prologo dellintero Salterio e sono racchiusi dal concetto della beatitudine delluomo (1,1; 2,12), e visto che i Salmi 146-150, che costitu iscono lepilogo laudativo del Salterio, sono interamente pervasi dalla lode di Di o, lintero libro dei Salterio a essere racchiuso secondo un tipico procedimento s tilistico della letteratura ebraica detto inclusione -dal doppio registro della be atitudine delluomo e della lode di Dio. li Salterio cosi un libro delluomo e di Di o, un libro teandrico, che indica alluomo la via della felicit affermando che ques ta si compie nella lode di Dio: nei Salmi 146-150 la radice hll, lodare, ricorre b en 31 volte e il Salmo 145, che di fatto lultimo del corpo del Salterio essendo i Salmi 146-150 lepilogo , come recita la sua soprascritta al versetto 1, una lode, u na tehill. La testimonianza di un popolo che sapeva pregare. Il Salterio forse il libro bib lico pi particolare. Si tratta di una raccolta di 150 componimenti poetico-religi osi, differenti per autore, data di composizione, ambiente di origine, tonalit le tteraria, lunghezza, modalit di composizione. Accanto al brevissimo Salmo 117 con i suoi due soli versetti, vi il maestoso Salmo 119 composto da ben 176 versetti . Vi sono Salmi studiati a tavolino, redatti da capo a fondo con lelaborato ricorso ad artifici letterari raffinati, come il gi ricordato 119; altri, invece, mostra no le tracce e il peso della storia nella stratificazione letteraria di cui sono portatori, come il Salmo 68, costituito da un nucleo originario antichissimo ch e celebrava una vittoria militare allepoca dei giudici, da una successiva rilettur a che lo ha adattato al tempo della monarchia di Giuda, e infine dallintervento co n glosse e ampliamenti di una terza mano nellepoca postesilica. Tutto ci rende impos sibile parlare di una teologia dei Salmi compatta e unitaria. Tuttavia tali compon imenti hanno in comune il fatto di essere preghiere, di essere le parole che han no retto il dialogo fra Israele e il suo Dio. con questa prospettiva particolare che essi si collocano allinterno della struttura teologica centrale con cui Isra ele ha letto il proprio rapporto con Jhwh: lalleanza. I Salmi costituiscono la risp osta di Israele alla parola di Dio, al suo intervento nella storia: essi sono pre ghiere, e la teologia del Salterio, se cosi si pu dire, essenzialmente una teologia della preghiera biblica. Questa preghiera conosce una grande quantit di inflessio ni e modulazioni, parallela allestrema diversit delle situazioni esistenziali e st oriche: il Salterio preghiera nella vita e nella storia, anzi, storia e vita mes se in preghiera. Esso pu dunque essere giustamente considerato la migliore Scuola di preghiera in quanto tende a unificare vita e preghiera, storia e preghiera: es so insegna che la preghiera vivere alla presenza di Dio. Anche in una prospettiva cristiana, la quale ha al suo centro lincarnazione e individua la storia e il mon do come il luogo della risposta a Dio, essi restano la preghiera per eccellenza: la Liturgia delle ore, vale a dire la preghiera ufficiale della chiesa, intessu ta essenzialmente di Salmi e afferma la sostanziale irrinunciabilit dei Salmi per la chiesa. E non sarebbe difficile mostrare come le grandi tematiche che attrav ersano la preghiera salmica (la confessione del nome salvifico di Dio, il ricono

scimento della fraternit che lega i credenti nel Signore, la preghiera per lavvent o dei suo Regno, la confessione di peccato e la richiesta di perdono ecc.) sfoci ano quasi come in un compendio nella preghiera che Ges ha insegnato ai suoi disce poli, il Padre nostro (cf. E. Beaucamp, Isral en prire. Ds Psaumes au Notre Pre, Cer f, Paris 1985). N si deve dimenticare che i Salmi, essendo pregati in tutte le co nfessioni cristiane, sono preghiera ecumenica per eccellenza. I Salmi sono lode di Di o. I Salmi attestano che i due polmoni della preghiera biblica sono la supplica e l a lode. O forse, meglio, la lode e la supplica. Infatti, la lode costituisce loriz zonte inglobante di tutta la preghiera di Israele. La lode non soltanto una forma l etteraria allinterno del Salterio; la lode di Dio risuona in tutti i Salmi ed pronu nciata anche de profundis, dal profondo dellangoscia. Lodare Dio: questa la pecul iarit di Israele, poich nella lode espresso il riconoscimento che il popolo di Dio consapevole di essere semplicemente dipendente dal suo Dio e, al tempo stesso, che deve se stesso e tutto ci che ha ricevuto e riceve alla bont di Dio creatore. La l ode quindi la risposta tipica di Israele (H. J. Kraus, Teologia dei Salmi, Paidei a, Brescia 1989, p. 109). La supplica implica sempre la lode (perch la lode anzit utto confessione di fede nel nome di Dio e questo sempre presente nelle supplich e, anche le pi disperate, come invocazione del volto e dei nome che solo pu salvar e) e la supplica tende sempre alla lode, com ben visibile nei Salmi di supplica ch e terminano con tonalit di lode (cf. le due parti dei Salmo 22, la prima sotto il segno dellangoscia versetti 2-22 e la seconda impregnata di gioia e di esultanza versetti 23-32; si veda anche lespressione ancora lo celebrer! dei levita esiliato che si esprime con tono di lamento in Salmi 42-43). Cos, sebbene le suppliche si ano il genere di preghiera pi presente nel Salterio, si comprende il nome di Lodi ( Tehillm) che la tradizione ebraica ha attribuito allinsieme del libro. Lintersecars i di questi diversi registri di preghiera e di atteggiamenti davanti a Dio (doma nda e ringraziamento, lamento ed esultanza, grido angosciato e fiducia, lacrime e risa) dice lintrinsecit del rapporto fra lode e supplica: Quando ho levato il mi o grido a lui, / la mia bocca gi cantava la sua lode (66,17). I Salmi sono preghiera personale e collettiva. Linterscambio colto a proposito della lode e della suppli ca riguarda anche la dimensione personale e collettiva della preghiera del Salte rio. Spesso queste dimensioni sono compresenti n uno stesso Salmo (cf. 22; 51; 13 0): a volte forse perch lorante il re, dunque una personalit corporativa che abbrac cia in s il destino del popolo, altre volte forse perch un Salmo originariamente i ndividuale stato rimaneggiato in senso collettivo per meglio adattarlo alla preg hiera comunitaria. In ogni caso, al di l delle spiegazioni di dettaglio, va rilev ato che la dimensione teologica dellalleanza implica una intrinsecit fra io e noi. Nei Salmi di ringraziamento lorante invita i presenti al tempio a unirsi alla sua lo de nella piena coscienza che il beneficio che il Signore gli ha procurato gli st ato ottenuto non grazie ai propri meriti, ma alla propria appartenenza al popolo con cui Dio ha stretto alleanza (cf. 34,4); la supplica dellorante che invoca il perdono dei proprio peccato in vista della propria restaurazione personale e de lla propria riammissione alla presenza di Dio seguita dallinvocazione a Dio per l a ricostruzione delle mura di Gerusalemme e la ripresa del culto al tempio (51,3 -19 e 20-21). La stessa utilizzazione comunitaria e liturgica di Salmi composti da un individuo fa s che io del singolo e io di Israele si collochino in situazione di circolarit e non di esclusione. In ogni caso, il fatto che le preghiere conte nute nel Salterio siano destinate a essere cantate e musicate indica che esse tr ovavano nella liturgia il loro luogo di destinazione. La qual cosa non ha impedi to che divenissero testi usati anche nella piet personale. Il Salterio tuttavia l ascia trasparire numerose situazioni liturgiche, rituali e cultuali in cui veniv ano utilizzati i Salmi: processioni (48,13-15; 68,25-26; 118,26-27), pellegrinag gi (84; la collezione dei 15 Canti delle salite, espressione presente nelle sopr ascritte dei Salmi 120-134), sacrifici (50,23; 66,13-15; 116,17 ecc.), liturgie di ingresso al tempio (15; 24), benedizioni sacerdotali (115,14-15; 118,26; 128, 5; 134,3), oracoli (12,6; 60,8-10; 81,7-17). I Salmi sono musica e gestualit. Il rif erimento a numerosi strumenti musicali (cf. 150,3-5) mostra lestrema vivezza di q ueste liturgie: strumenti a corda (arpa, lira, cetra), fiati (flauti, liuti, obo e), corni (sia naturali che artificiali, cio di bronzo o rame o argento), e poi c imbali, tamburi, campanelle Ma lo strumento per eccellenza della preghiera salmic

a, e biblica in genere, il corpo: Il fragile strumento della preghiera, larpa pi se nsibile, il pi esile ostacolo alla malvagit umana, tale il corpo. Sembra che per i l salmista tutto si giochi l, nel corpo. Non che sia indifferente allanima, ma al contrario perch lanima non si esprime e non traspare se non nel corpo. Il Salterio la preghiera del corpo. Anche la meditazione vi si esteriorizza prendendo il no me di mormorio, sussurro. Il corpo il luogo dellanima e dunque la preghiera traver o ci che si produce nel corpo. il corpo stesso che prega: Tutte le mie ossa diranno : Chi come te, Signore? (P. Beauchamp, La prire lcole des Psaumes , in O. Odela uineau, Concordance de la Bible. Les Psaumes, Descle de Brouwer, Paris 1980, P. X VII). Ecco dunque che il corpo si esprime nella preghiera inginocchiandosi (95,6 ), levando in alto le mani (141,2), protendendo in avanti le mani (143,6), sciog liendo le membra in danze (149,3), battendo le mani (47,2), prostrandosi faccia a terra (29,2), alzando gli occhi verso lalto in segno di supplica (123) ecc. cos i che i Salmi strappano la preghiera ai rischi di cerebralit e la presentano come linguaggio globale, di tutto luomo. I Salmi sono poesia. Questa totalit di espressio ne delluomo trova la sua pi adeguata manifestazione nella forma poetica: non bisog na dimenticare che i Salmi sono poesia e che pertanto la musicalit e il ritmo, le assonanze e le allitterazioni, cosi come tutti gli altri elementi stilistici de lla poetica ebraica che compongono la trama dei Salmi, sono essenziali per penet rarli, o meglio, per lasciarsene penetrare. Senza addentrarsi nella grande ricch ezza della poetica ebraica, basti qui ricordare che la regola fondamentale della poesia ebraica si basa sul fatto che la lingua ebraica accentuale, regolata dal laccento tonico distribuito fra pause e cesure. Ogni parola ha un accento su cui cade il tono della voce nel canto o nella recitazione, e il ritmo si adatta al c arattere proprio di ciascun Salmo: i Salmi sapienziali, meditativi, avranno pi fr equentemente un ritmo pacato e disteso di 3+3 accenti (per esempio 1); le suppli che hanno spesso il ritmo detto qin (lamento), un ritmo strozzato di 3+2 accenti ch e riproduce il parlare sincopato di chi preso da singhiozzi e pianto (42-43). Tu ttavia molti Salmi non presentano affatto una regolare struttura ritmica o per l a lunga e stratificata storia letteraria che li ha prodotti, o per le corruzioni e lacune che si possono essere prodotte nel corso della tradizione manoscritta. A ltra regola essenziale della poesia ebraica quella del parallelismo: un concetto r ipetuto una o pi volte con parole diverse, con espressioni variate, per ottenere lo scopo di una adeguata interiorizzazione. I Salmi delle salite (120-134), tutt i databili allepoca postesilica eccetto il Salmo 132, di origine pi antica sono re datti facendo ricorso al procedimento della ripetizione: una stessa parola o espre ssione ripetuta pi volte per aiutare la memorizzazione del testo, tra laltro sempr e molto breve (tranne, ancora, il Salmo 132). Si trattava infatti di componiment i che dovevano essere recitati durante il pellegrinaggio a Sion (detto la salita, poich a Gerusalemme, data la sua collocazione geografica, si sale: cf. Vangelo seco ndo Marco 10,33), e dunque dovevano essere semplici, adatti a tutti i livelli de lla popolazione, e facilmente memorizzabili. Al parallelismo sinonimico (6,2) si aff ianca il parallelismo antitetico, in cui unidea rafforzata dal suo contrario: Gli un i contano sui carri, gli altri sui cavalli; / noi invochiamo il nome di Jhwh nos tro Dio; / quelli si piegano e cadono, / noi restiamo in piedi e siamo saldi (20, 8-9). Il parallelismo sintetico si riferisce a un concetto che, espresso nel primo membro di un versetto, viene completato dal secondo: La volont del Signore lumin osa / d trasparenza allo sguardo (1 9,9cd). Il parallelismo ascendente mostra il cont inuo e progressivo accrescimento dellidea fondamentale espressa: Riconoscete a Jhw h, figli di Dio, / riconoscete a Jhwh gloria e potenza / riconoscete a Jhwh la g loria del suo nome (29,1-2a). Preghiera di tutto luomo, i Salmi rivelano la grande q uantit di linguaggi che pu esprimere la relazione con il Signore. Il sussurro, il brusio sommesso della meditazione (1,2), i singhiozzi e le lacrime del pianto de l supplice (6,7-8; 56,9), la protesta nei confronti di un agire di Dio che non s i riesce a comprendere (Perch, Signore?, 88,15), il silenzio (65,2), il grido e lurl o (22,6; 61,2; 69,4), linvettiva (58; 83,10ss), il lamento (5,2), la riflessione e il dialogo interiore (4,5; 42,6.12; 43,5; 73,16), il riso incontenibile della gioia straripante (126,2). Ogni linguaggio rinvia a una situazione esistenziale e storica che lorante cerca di leggere davanti a Dio. La molteplicit di situazioni e di atteggiamenti espressa nei Salmi si riflette sulla variegata gamma di generi

letterari presenti nel Salterio che di seguito analizzeremo. Occorre per dapprim a premettere che in realt molti Salmi presentano una tale mescolanza di generi al loro interno che risulta quasi impossibile rinchiuderli in una sola griglia. Co s il 36 combina il registro sapienziale con quello della supplica; il 52 contiene elementi sapienziali, ma anche i toni dellinvettiva e della requisitoria, del la mento personale e del ringraziamento; il 75 pu essere annoverato tra i ringraziam enti, bench vi emerga la tematica della regalit di Jhwh e presenta elementi liturg ico-profetici; il 95 e il 115 sembrano tradire unorigine liturgica senza che sia possibile specificare il tipo di liturgia; il 125 unisce il tono della supplica a quello della fiducia; il 126 un Salmo di ringraziamento che diviene lamentazio ne e supplica; il 129 vede coabitare in s i toni della supplica, della fiducia e del ringraziamento E questo, che potrebbe essere verificato su molti altri Salmi, da un lato dice la precariet dellattribuzione di un Salmo a un determinato genere (mentre spesso si tratta piuttosto di giudicare la preponderanza di un tono ris petto a un altro), dallaltro attesta che i Salmi riflettono anzitutto la compless it e la non linearit della vita e della storia pi ancora che la regolarit ingessata di forme e moduli letterari rigidi. N.B.: Questo testo solo una piccola parte dellintroduzione ai Salmi curata da Enzo Bi anchi e riportata nel volume citato pi sopra.

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