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Francesco Lamendola

La teoria della deriva dei continenti era una cosa seria, a differenza dellevoluzionismo
Una teoria scientifica deve ritenersi provvisoriamente dimostrata se, oltre a spiegare uno, o una serie, di fenomeni naturali nella maniera pi esaustiva e convincente, anche in grado di esibire una serie di prove, ossia di evidenze inconfutabili, nonch di fornire una spiegazione accettabile circa le cause dei fenomeno stessi. Non sufficiente, pertanto, che una teoria sia puramente descrittiva; necessario che si tratti di una teoria esplicativa. Abbiamo usato lavverbio provvisoriamente, perch nessuna teoria scientifica pu essere ragionevolmente considerata come definitiva. La teoria corpuscolare della luce stata integrata da quella ondulatoria; la teoria della deriva dei continenti stata integrata e perfezionata dalla teoria della tettonica a zolle, che, a sua volta, si fonda sulla teoria dellespansione dei fondali oceanici. Mano a mano che nuovi elementi di fatto vengono scoperti e che nuove teorie, pi articolate, vengono messe a punto, per spiegare in maniera pi esaustiva e pi globale i fenomeni naturali, le precedenti teorie vengono sottoposte a un processo di revisione. Coloro i quali innalzano o degradano, secondo i punti di vista le loro teorie al ruolo di bandiere sempiterne di una determinata visione scientifica, ignorano il carattere transitorio e perfettibile di tutte le teorie esistenti e trascurano il fatto che il sapere scientifico non perviene mai allo status di verit definitiva e incontrovertibile, a motivo del livello sempre crescente di complessit che lo studio della natura rivela e, quindi, della necessit di aggiornare costantemente le certezze scientifiche e di integrare, talvolta, differenti teorie, che si credevano inconciliabili fra loro, per giungere a una spiegazione pi esauriente di un dato fenomeno (come, appunto, nel caso della natura della luce). Levoluzionismo e il neoevoluzionismo darwiniani, almeno nella versione che ne presentano i loro pi strenui sostenitori, sono il contrario di ci che dovrebbe essere una teoria scientifica: pretendono di porsi al livello dei dogmi, stabiliti e accettati per fede una volta per tutte; e aggrediscono qualunque obiezione tacciandola di anti-scientificit o di pseudo-scientificit. Addirittura, affermano che chiunque osi ancora parlare di anelli mancanti, per sostenere che non sono state trovate le forme intermedie dei vari taxa ad esempio, fra Rettili e Mammiferi adopera un linguaggio non scientifico e che, quindi, non merita alcun credito in un serio dibattito sullargomento: come se bastasse censurare o criminalizzare una espressione per inficiare una argomentazione sgradita, ma oggettiva, che mette a nudo le debolezze di una teoria. Peraltro, il carattere ipotetico e non dimostrato della teoria evoluzionista non dipende solo dalla insufficiente documentazione paleontologica (sebbene lo stesso Darwin avesse riconosciuto che il mancato rinvenimento delle forme fossili di transizione avrebbe dato un colpo mortale alla sua ipotesi), ma anche da altri ordini di ragionamento, tanto che uno scienziato come Antonino Zichichi arriva a negare allevoluzionismo lo statuto di teoria scientifica. D. R. Finley fa notare che i suoi punti deboli, gravissimi, sono tre: primo, il tempo disponibile; secondo, le testimonianze fossili; terzo, la dipendenza dalle parti collegate. Primo: la teoria evoluzionista presuppone un tempo a disposizione di essa che supera enormemente la durata della vita sulla Terra: questultima di 4-5 miliardi di anni, quella ne richiederebbe trilioni e trilioni. Infatti, le istruzioni genetiche relative al processo dellevoluzione, giungendo ai miliardi di nucleotidi che possiedono gli organismi viventi (il DNA umano ne ha 3 miliardi), 1

richiederebbero tempi lunghissimi, diciamo centinaia e centinaia di generazioni, per attuare una modificazione significativa degli organismi stessi. Invece il tempo effettivamente disponibile impone che vi sia stato un tasso medio dincremento di 0,75 nucleotidi allanno: una cosa semplicemente impensabile. Tale difficolt, anzi, tale impossibilit, aggravata ulteriormente dal fatto che le mutazioni genetiche responsabili dellevoluzione sarebbero del tutto casuali; e il caso, com facilmente intuibile, non va daccordo con lestrema velocit dei mutamenti biologici postulati dalla teoria. Punto secondo: la documentazione fossile non solo lacunosa, anche irregolare. La teoria evoluzionista postula una trasformazione lenta e graduale da forme pi semplici a forme sempre pi complesse. Ma quello che i fossili ci mostrano ben diverso: improvvisi e radicali cambiamenti, seguiti da lunghe e documentate fasi di stallo: esattamente il contrario di quel che ci si aspetterebbe, in base alla teoria. Senza contare il mistero rappresentato dai cosiddetti fossili viventi: specie vegetali e animali che sono arrivate fino alla nostra epoca, ma che sono gi documentate in fossili antichi di milioni di anni, e che non mostrano di aver registrato la bench minima modificazione. Punto terzo: la teoria dellevoluzione si basa sullidea-chiave della selezione naturale. Ora, selezionare significa scegliere alcuni elementi di un organismo, alcune funzioni, alcune caratteristiche fisiche, portandoli verso una complessit sempre maggiore. Ma la selezione naturale, per incominciare a selezionare qualcosa, deve poter disporre di funzioni gi sufficientemente complesse, altrimenti non sarebbe in grado di selezionare nulla. In altre parole: chi o che cosa ha creato la complessit degli organismi, affinch questi fossero in grado di incominciare ad essere selezionati, o, se si preferisce, ad attuare la selezione che sarebbe allorigine della loro trasformazione continua e incessante in qualche cosa di sempre pi complesso? Evidentemente, bisogna postulare una complessit originaria, non spiegabile mediante levoluzione stessa. La conclusione che la teoria dellevoluzione mediante la selezione naturale non una teoria seria, perch non regge alle obiezioni scientifiche pi elementari. Non si fa questione, pertanto, di prove che non sono state ancora sufficientemente perfezionate: si tratta di una serie di contraddizioni e di evidenti impossibilit logiche, oltre che scientifiche. Un esempio di teoria scientifica seria quella della deriva dei continenti, che il suo autore, il geologo e meteorologo Alfred Wegener, non ebbe la soddisfazione di vedere riconosciuta, anche se non vero che egli non fosse in grado di addurre delle prove a suo sostegno: le prove cerano, solo che egli non pot fornire una spiegazione soddisfacente del perch. Ebbe, a un certo punto, lintuizione giusta: che, cio, responsabili dello scorrimento dei continenti fossero le correnti convettive del mantello terrestre; ma qui, effettivamente, gli manc il tempo, e gli mancarono anche gli strumenti, per individuare le necessarie evidenze scientifiche. Ecco come Wegener espose le prove della sua teoria nel libro La deriva dei continenti e degli oceani (riassunte da Cristina Pignocchino Feyles nel volume Scienze della Terra (Torino, S.E.I., 2013, p. 116): La teoria di Wegener era supportata da prove geomorfologiche, paleontologiche e paleoclimatiche. PROVE GEOMORFOLOGICHE. Dallesame dellatlante geografico si nota che le sponde dellAfrica e delle regioni meridionali del Sudamerica si potrebbero incastrare come i pezzi di un puzzle. Tale incastro pu essere giustificato, secondo Wegener, solo accettando lipotesi di una passata unione dei due continenti. I suoi oppositori misero in dubbio il valore di questa prova. Innanzitutto lincastro non preciso, come sembra a prima vista, in secondo luogo buona parte dei geologi riteneva assai improbabile che la morfologia delle coste, continuamente esposta allazione erosiva del mare, potesse essere rimasta inalterata per tempi lunghi, conservando la corrispondenza iniziale. Oggi sappiamo che il limite reale tra continenti e oceani non corrisponde alla linea di costa, ma si trova sotto il livello del mare, a circa 900 m. di profondit, cio dove la scarpata separa la piattaforma continentale dai fondali oceanici. Accostando i continenti lungo questo limite, la corrispondenza risulta ancora pi evidente. 2

PROVE PALEONTOLOGICHE.

Confrontando rocce e fossili sulle due sponde dellOceano Atlantico si potuto osservare che, in alcune localit, sono sorprendentemente simili. il caso di certi tipi di rocce e dei resti fossili di felici e di rettili, ritrovati solo in una parte del Sudamerica e nella parte dellAfrica corrispondente. Secondo le teorie sullevoluzione dei viventi, una tale somiglianza tra organismi di continenti diversi implica necessariamente che sia esistita la possibilit di passare con facilit da una zona alaltra. In precedenza, per spiegare la distribuzione della flora e della fauna ai due lati dellAtlantico si ricorreva allipotesi dei ponti continentali, ratti di crosta continentale che in passato avrebbero collegato continenti ora separati. I ponti sarebbero poi sprofondati nei fondali oceanici e flora e fauna avrebbero cominciato da quel momento a diversificarsi. Secondo Wegener, una teoria del genere non ha alcun fondamento: non possibile, infatti, che le rocce granitiche e leggere dei ponti sprofondino nel materiale pi denso che presente nella crosta degli oceani. Inoltre, non sono mai stati trovati sui fondali oceanici i resti della crosta continentale, che avrebbe costituito questi giganteschi ponti. PROVE PALEOCLIMATICHE. Dallo studio e dalla distribuzione dei climi sulla Terra in epoche passate, si potuto dedurre che nei continenti meridionali, in regioni che oggi hanno un clima tropicale, cerano condizioni di clima freddo, documentate dalla presenza di depositi glaciali risalenti a pi di 300 milioni di anni fa. Grandi depositi evaporitici, che si formano solo in ambienti caldi e secchi, e giacimenti di carbone, tipici di un clima tropicale, risalenti allo stesso periodo, testimoniano, invece, lesistenza di climi caldi in diverse regioni settentrionali. Secondo Wegener, lunica spiegazione possibile di questi dati che i continenti fossero allepoca uniti e spostati molto pi verso sud, di quanto non lo siano attualmente. Riassumendo. La teoria della deriva dei continenti, formulata da Wegener nel 1912, era una teoria scientifica seria, perch, pur non potendo dare conto delle cause del fenomeno dello scorrimento, partiva dalla constatazione di una serie di fatti incontrovertibili, che indicavano una forte probabilit in suo favore. Che le coste orientali del Sud America e quelle occidentali dellAfrica coincidano, un fatto (anche se la loro coincidenza appare perfetta solo confrontando la linea delle rispettive piattaforme continentali); cos come un fatto che certe specie viventi, per esempio la flora a Glossopteris (una felce preistorica), o rettili come il Cynognatus e il Mesosaurus, fossero distribuite, come documentano i resti fossili, esattamente nelle zone corrispondenti sulle sponde opposte dellAtlantico meridionale; e lo stesso vale per una serie di formazioni rocciose che proseguono, di qua e di l dalloceano, alla medesima latitudine e con perfetto incastro. un fatto, infine, che in zone, oggi tropicali, poste a sud dellEquatore, esisteva un clima freddo (Patagonia, Africa meridionale, Penisola Indiana, Tasmania), mentre un clima tropicale caratterizzava regioni attualmente nordiche (come le isole Spitzbergen); e che lunica spiegazione convincente e simultanea di questi due fatti che le masse, oggi separate, dei continenti meridionali, fossero un tempo ravvicinate e che tutte le terre emerse, comprese quelle settentrionali, nellinsieme fossero situate molto pi a sud di quanto lo sono attualmente: dunque, che i continenti e gli oceani si muovono lentamente, scorrendo e come galleggiando sulla superficie del mantello. Mancavano ancora parecchi tasselli del mosaico; ma la teoria, nelle sue linee essenziali, reggeva, nel senso che poteva avvalersi di molti indizi a favore, mentre non vi si opponeva alcuna obiezione insormontabile. Cos non per la teoria dellevoluzione mediante la selezione naturale, che si scontra con difficolt insormontabili. La teoria di Wegener difettava di alcuni elementi esplicativi; la teoria di Darwin minata alla base da una serie di circostanze che la rendono non solo fragile (come poteva apparire, anche se non lo era, quella della deriva dei continenti), ma addirittura inverosimile. Evidentemente, una teoria scientifica si deve ritenere contraddittoria quando si pone in conflitto con se stessa: contraddittorio sostenere che la vita sulla Terra si sia evoluta da forme semplicissime, unicellulari, fino agli organismi complessi delle piante e degli animali superiormente organizzati, in un arco di tempo che non si concilia in alcun modo con le stesse leggi biologiche dellevoluzione. Per non parlare dellestrema inverosimiglianza, o meglio della impossibilit, che la vita sia nata per aggregazione spontanea di strutture molecolari di materia inorganica 3

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