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Zo d'Axa, Aux Electeurs, [Agli elettori], 3 maggio 1898.

AGLI ELETTORI
INEDITO. Zo d'Axa, Aux Electeurs, [Agli elettori], 3 maggio 1898.

AGLI ELETTORI
Una breve introduzione ed un piccolo interrogativo.

Lapin AgileLe ZutLapinAgile


Il candidato di La Feuillel'annulle
Tramonto del sole sull'AdriaticoCoucher de soleil sur l'AdriatiqueLa Feuille
AGLI ELETTORI

ELETTORI,

presentandomi ai vostri suffragi, vi devo alcune


parole. Eccole:
Di vecchia famiglia francese, oso dirlo, sono un
asino di razza, un asino nel buon senso della
parola- quattro zampe e pelo dappertutto.
Mi chiamo Nullo, come lo sono i miei concorrenti
candidati.
Sono bianco, come lo sono molte delle schede
elettorali che cu si ostinava a non contare e che,
ora, torneranno a me.
La mia elezione è assicurata.
Comprenderete che parlo franco.

CITTADINI,

Vi si inganna. Vi si dice che l’ultima Camera


composta da imbecilli e truffatori non
rappresentava la maggioranza degli elettori. È
falso.
Una Camera composta da deputati babbei e da
deputati truccatori rappresenta, al contrario a
meraviglia, gli Elettori che siete. Non protestate:
una nazione ha i delegati che si merita.
Perché li avete nominati?
Non disturbatevi tra di voi, per convenire che più
cambia più è la stessa cosa, che i vostri eletti si
burlano di voi e non pensano che ai loro
interessi, alla vanagloria o al denaro.
Perché dovreste rieleggerli domani?
Sapete molto bene che tutto un blocco di coloro
che invierete a sedere in Parlamento venderanno
i loro voti contro un assegno e faranno
commercio di cariche, funzioni e tabaccherie.
Ma per chi l tabaccherie, i posti, le sinecure se
non per i Comitati di elettori che si pagano in tal
modo?
Gli addestratori dei Comitati sono meno ingenui
della truppa.
La Camera rappresenta l’insieme.
Occorrono degli stupidi e dei furbacchioni,
occorre un Parlamento di imbecilli e di Robert
Macaire per personificare allo stesso tempo tutti
i votaioli professionisti ed i proletari depressi.
E questo, siete voi!
Vi si inganna, buoni elettori, vi si beffa, vi si
adula quando vi si dice che siete belli, che siete
la giustizia, il diritto, la sovranità nazionale, il
popolo-re, degli uomini liberi. Si raccolgono i
vostri Voti ed è tutto. Non siete che dei frutti…
delle Pere.
Vi si inganna ancora. Vi si dice che la Francia è
sempre la Francia. Non è vero.
La Francia perde, giorno dopo giorno, ogni
significato nel mondo- ogni significato liberale.
Non è più il popolo coraggioso, che corre dei
rischi, seminatore di idee, distruttore del culto. È
una Marianna inginocchiata di fronte al trono
degli autocrati. È l’autoritarismo rinascente più
ipocrita che in Germania - una tonsura sotto il
berretto militare.
Vi si inganna, vi si inganna incessantemente. Vi
si parla di fraternità e mai la lotta per il pane è
stata più aspra e mortale.
Vi si parla di patriottismo, di patrimonio sacro- a
voi che non possedete nulla.
Vi si parla di probità; e sono i pirati della stampa,
dei giornalisti pronti a tutto, maestri disonesti o
maestri incantatori, che cantano l’onore
nazionale. I sostenitori della Repubblica, i piccolo
borghesi, i signorotti sono più duri verso i
pezzenti dei padroni degli antichi regimi.
Viviamo sotto il controllo dei caposquadra.
Gli operai debilitati, i produttori che non
consumano, si accontentano di rosicchiare
pazientemente l’osso senza midollo che è stato
loro gettato, l’osso del suffragio universale. Ed è
per delle frottole, per delle discussioni elettorali
che essi muovono ancora la mandibola- la
mandibola che non sa più mordere.
Quando a volte dei figli del popolo scuotono il
loro torpore, essi si trovano, come a Fourmies, di
fronte al nostro vigile esercito… Ed il
ragionamento dei fucili mette loro del piombo in
testa.
La giustizia è eguale per tutti. Gli onorevoli pieni
di mazzette di Panama viaggiano in carrozza e
non conoscono il calesse. Ma le manette
stringono i polsi dei vecchi operai infermi che si
arrestano come vagabondi!
L’ignominia dell’ora presente è tale che nessun
candidato osa difendere questa Società. I politici
imborghesiti, reazionari o allineati, maschere o
nasi finti repubblicani, vi gridano che votando
per essi, le cose andranno meglio, andranno
bene. Coloro che vi hanno già preso tutto vi
chiedono ancora qualcosa:
date i vostri voti, cittadini!
Gli accattoni, i candidati, i ladruncoli, i galoppini
hanno tutti un modo speciale di fare e rifare il
Bene pubblico.
Ascoltate i bravi operai, i medicastri del partito:
vogliono conquistare il potere… allo scopo di
meglio sopprimerli.
Altri invocano la Rivoluzione, e costoro si
ingannano ingannandovi. Non saranno mai degli
elettori che faranno la Rivoluzione. Il suffragio
universale è stato creato appositamente per
impedire l’azione virile. Il buffone si diverte a
votare…
E poi anche se qualche evento facesse
precipitare degli uomini in strada, anche con un
colpo di forza, una minoranza agirebbe, cosa
aspettarsi poi e cosa sperare dalla massa che
vediamo brulicare- la massa vile e senza
pensiero.
Andate! Andate, gente della massa! Andate
elettori! Alle urne… E non lamentatevi più.
Basta. Non cercate di impietosire sul destino che
vi siete costruito. Non insultate,
successivamente, i Padroni che vi siete dati.
Questi padroni ve li meritate, se vi rubano. Essi
valgono indubbiamente di più; valgono
venticinque franchi al giorno, senza contare i
piccoli profitti. E va bene così:
L’Elettore non è che un candidato fallito.
Al popolo dai calzerotti lanosi, piccoli risparmi,
piccole speranza, piccoli commercianti rapaci,
pesante populo addomesticato, ci vuole un
Parlamento mediocre che svende e che
sintetizza tutta la bassezza nazionale.
Votate elettori! Votate! Il Parlamento promana da
voi. Una cosa è in quanto deve esistere, perché
non può essere altrimenti. Fate la Camera a
vostra immagine. Il cane ritorna sul suo vomito-
voi fate ritorno sui vostri deputati…

CARI ELETTORI,

Facciamola finita. Votate per loro. Votate per me.


Sono la Bestia che occorre alla Bella Democrazia.
Votate tutti per l’asino bianco Nullo, i cui calci
sono più francesi dei ragliamenti patrio tardi.
I mattacchioni, i falsi brav’uomini, il giovane
partito della vecchia guardia: Vervoort, Millvoye,
Drumont, Thiébaud, fior fiore di letamaio
elettorale, cresceranno meglio sotto il mio
escremento.
Votate per loro, votate per me!
Il Pubblico Affissatore: Zo d’Axa (3
maggio 1898).
Link al blog dove si trova l’articolo inedito:

http://letteraturagrafica.over-blog.com/article-29250511.html

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