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Se l'anarchismo è
innanzitutto l'affermazione
delle potenzialità individuali
contro la società borghese,
contro lo Stato, contro tutte
le forme di alienazione
collettiva, allora bisogna
cominciare a riconoscere
prima del dadaismo, nella
letteratura tedesca, quanto
ha potuto annunciare
quest'avanguardia che si
associa automaticamente
all'anarchismo.
Dall'anarchismo a Dada
Ci si ricorda anche degli attentati anarchici della fine del XIX secolo
contro personalità ed istituzioni, attentati che ebbero un impatto
importante sull'opinione pubblica ed apportarono all'anarchismo
un'aura particolare. Nel suo Piccolo lessico filosofico dell'anarchismo,
Daniel Colson fa dell'attività terroristica di una parte del movimento
libertario il quadro seguente, senza il quale non si può comprendere
l'attività dadaista: "ampiamente negativo nei suoi effetti (la morte dei
suoi autori e delle sue vittime), il carattere "esplosivo" delle bombe
anarchiche non cesserà più
tuttavia, per un mezzo secolo,
di dare, simbolicamente
questa volta, il senso
dell'azione libertaria e del suo
modo di concepire il mondo.
In effetti, istantanea nei suoi
effetti, incaricata di esprimere
tutte le speranze di un atto
irrimediabile e definitivo, tutti i
timori e tutte le speranze di
una volontà individuale
confrontata alla vita ed alla
morte, la bomba anarchica è
direttamente portatrice nella
sua materialità stessa dell'idea
di "esplosione" dell'ordine del
mondo, di ricomposizione
radicale degli elementi che lo
compongono".
Mühsam, in modo manifesto, anticipa qui Dada, non fosse che per la
sua concezione di una rivoluzione violenta e spontanea (eruzione
vulcanica, esplosione di una bomba o suora che sta denudandosi) che
non consiste in un semplice movimento popolare o in una seria di atti
individuali che dovrebbero essere eseguiti ad un livello collettivo, ma
si caratterizza soprattutto per la sua dimensione spirituale ed
artistica, l'atto rivoluzionario principale essendo la "distruzione di
tutte le tavole (nelle convenzioni e nell'arte)" e la "creazione di
un'opera d'arte".
La bussola pazza
Sul piano politico, i Berlinesi furono senza alcun dubbio i più nichilisti
degli anarchici, cambiando di identità e di ideologia secondo i
contesti, in funzione del grado di sovversione che quest'ultime
potevano rappresentare. Nulla nella "offerta politica" del momento
poteva soddisfarli, come se il carattere gregario di tutti i partiti e di
tutti i movimenti li rivoltassero sistematicamente, qualunque essi
fossero. L'umanità volgare dell'uomo, quella che lo spinge a
raggrupparsi, era da eliminare, in un movimento forzatamente
individuale- per questo aspetto i due riferimenti filosofici principali-
come in Picabia- erano Stirner e Nietzsche. Così Huelsenbeck si
riconobbe nel 1920 nel comunismo più radicale (una scelta ideologica
non potendo essere che radicale), al punto di qualificare dada come
bolscevico", prima di considerare il comunismo come settario (quello
del partito) come troppo "costruttivo", legato com'era alla fondazione
di un paradiso sulla terra a cui non poteva credere, mentre il dadaista
sosteneva un programma distruttivo da compiersi nell'indifferenza
politica.
Laurent Margantin
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