Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
di Cornelius Castoriadis
La politica rivoluzionaria
che, un tempo,
consisteva
essenzialmente nella
lotta contro gli strumenti
diretti del dominio
borghese (Stato e partiti
borghesi), si è da molto
tempo complicata con l'apparizione di
un nuovo compito non meno
fondamentale: la lotta contro i propri
partiti che la classe operaia si era creati
per la sua liberazione e che, in un
modo o nell'altro, lo avevano tradito.
Questo processo di putrefazione
permanente dei vertici ha assunto una
tale importanza che è impossibile
elaborare oggi una politica
rivoluzionaria coerente ed efficace
senza possedere una concezione netta
della sua natura e della sua dinamica.
L'esperienza fondamentale su questo
punto si formula così: la
socialdemocrazia, creata in un periodo in cui il proletariato e la borghesia
erano le sole forze di polarizzazione, le sole fonti di potenza autonome
sulla scena politica, non poteva tradire il primo per passare nel campo
dell'altra, che seguendo una politica sempre più apertamente borghese.
Lo stalinismo per contro, per quanto abbia mostruosamente tradito la
rivoluzione proletaria, non seguì non di meno una linea politica
indipendente ed una strategia autonoma ed opposta a quella della
borghesia, non meno che a quella del proletariato. Dove si trova la causa
di questo fenomeno e come potremmo venire a capo degli ostacoli che
crea alla rivoluzione? Dalla giusta soluzione di questo problema dipende
tutto nel momento attuale. Ma questa soluzione è possibile solo se si parte
dall'analisi realista e priva di ogni pregiudizio dottrinario della società in
cui lo stalinismo si è pienamente realizzato e da cui trae la maggior parte
della sua virulenza politica- della società sovietica.
I. La società sovietica
a: L'economia
Evidentemente, come sempre, i limiti tra queste tre categorie non sono
rigide. Questa distinzione è essenzialmente basata su un criterio tecnico;
ma questa base tecnica è necessariamente legata a delle conseguenze
economiche, sociali e politiche. Perché su questa distinzione è fondata in
URSS la soluzione dei due problemi capitali di ogni organizzazione
economica: il problema della direzione della produzione e quello della sua
ripartizione.
La direzione della produzione è
unicamente affidata alla
burocrazia. Né l'aristocrazia
operaia né il proletariato
prendono alcuna parte a questa
direzione. Questa direzione
avviene, anche all'interno della
burocrazia, in maniera
dittatoriale, che non concede al
burocrate medio che dei margini
di iniziativa estremamente
limitati in quanto alla
concretizzazione della parte del
piano che riguarda il suo settore.
Questo in quanto alla forma. In
quanto all'essenza, e cioè in
quanto a sapere quali sono le direzioni che imprime il vertice burocratico
al processo economico e quali sono le considerazioni coscienti, inconsce o
imposte dalle cose che dettano, lo esamineremo dopo.
Le condizioni di validità della legge del valore (principalmente: proprietà
ed appropriazione privata, contabilità separata di ogni impresa, libertà del
mercato, ecc.) difettano nell'economia sovietica. D'altra parte, la
pianificazione, combinata dalla statizzazione ed abbracciante l'insieme
dell'economia, fa sì che l'automatismo economico è sostituito, all'interno di
certi quadri molto generali, dalla direzione umana cosciente dell'economia.
È per questo che possiamo dire
che, nell'economia sovietica,
della legge del valore non resta
che questa formula molto
generale, che il valore
dell'insieme dei prodotti è
eguale alla somma del lavoro
astratto socialmente necessario
alla loro produzione.
A parte ciò, è l'arbitrio
burocratico che regola la
distribuzione, cioè che
determina i salari; quest'arbitrio
non conosce che due limiti
economici obiettivi: per quel che
riguarda il lavoro semplice, il
salario non può essere inferiore
al minimo vitale (limite inoltre
estremamente elastico, come l'esperienza dei due primi piani quinquennali
hanno dimostrato);- per quel che riguarda il lavoro qualificato, il salario si
determina secondo la rarità relativa di questa specie di lavoro, tenendo
conto dei bisogni del consumo o di quelli considerati come tali dal piano.
Al parte ciò, l'arbitrio burocratico regola tutto, legato evidentemente dalle
leggi psicologiche di godimento ottimale da considerazioni di politica
generale. All'interno della burocrazia, la distribuzione si fa seguendo i
rapporti di forza, similmente al modo in cui si effettua la distribuzione del
plusvalore totale tra i gruppi ed i trust imperialisti.
La dinamica di questa economia
è caratterizzata dall'assenza di
crisi organiche, effetto della
pianificazione quasi completa. Il
suo equilibrio, di conseguenza,
non può essere messo in causa
che dall'effetto dei fattori esterni,
il che sembra dovere, se un
giorno essa dovesse giungere a
dominare il pianeta, conferirle
una stabilità interna mai prima
conosciuta nella storia.
Quando vogliamo definire
questa forma economica
diventa evidente che essa non
presenta nessuna analogia con
l'economia capitalista, perché, malgrado la persistenza dello sfruttamento
e la monopolizzazione della direzione della produzione da parte di uno
strato sociale, le leggi economiche vi sono forzatamente differenti; d'altra
parte, dei quattro elementi fondamentali ed indivisibili dell'economia
socialista e cioè:
abolizione della proprietà privata;
pianificazione;
Abolizione dello sfruttamento;
direzione della produzione da parte dei produttori;
essa non presenta (e sotto forti riserve) che i primi due, i meno
importanti; invece di avvicinarsi sempre più alla realizzazione di questi
scopi fondamentali, l'economia sovietica li ha completamente
abbandonati- senza avvicinarsi per ciò al modo di produzione capitalista.
Né capitalista né socialista e nemmeno in marcia verso una di queste due
forme, l'economia sovietica presenta un nuovo tipo storico, il cui nome
poco importa in realtà quando se ne
conosce la sostanza.
b: La politica
In quanto al regime politico, il suo
carattere totalitario è stato molte volte
descritto che è superfluo insistervi
sopra. Bisogna semplicemente
menzionare che questo regime,
accanto alla dittatura poliziesca,
comporta un’ascendente ideologico
sulle masse, una "statizzazione delle
idee", tale che essa autorizza a parlare
di "alterazione della coscienza delle
masse" nella società sovietica nel
momento attuale.
Maximilien Rubel