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IDENTIFICAZIONE PERSONALE

INTRODUZIONE

Il significato del termine identificare rendere uguale. Nel linguaggio medico-giuridico in genere e medico-legale in particolare significa, invece, accertare l'identit di un soggetto mediante un confronto tra i caratteri individuali conosciuti di una determinata persona e quelli che possono essere rilevati nella persona vivente o deceduta oggetto dell'indagine. Pi comunemente, tuttavia, come "identificazione" sintende quel capitolo della Medicina Legale che si occupa del riconoscimento della persona, sia direttamente sulla persona stessa sia su tracce di materiale biologico (sangue, sperma, urina, saliva, formazioni pilifere, frammenti di tessuti), impronte, scritti, ecc., che da questa sono state lasciate. Pertanto, distinguiamo unidentificazione della persona, vivente o cadavere che sia, e unidentificazione di frammenti della persona, di frammenti di tessuti organici, di macchie di sangue, sperma, escreti e secreti vari, di peli o di tracce (Chiodi). Si tratta di un accertamento dellidentit, cio il riconoscimento e la dimostrazione dei caratteri individuali che differenziano un individuo da qualsiasi altro. L'identificazione della persona, vivente o deceduta, rappresenta una condizione essenziale per l'applicazione in concreto della legge. E' intuitivo che l'identificazione della persona rappresenta, nell'ambito medico-

forense, una esigenza fondamentale: ancorch uno sconosciuto colpevole di un reato possa venire condannato, oppure si possa punire una persona nota per violenze lesive a danno di uno sconosciuto, l'ordine giuridico potr ritenersi pienamente reintegrato soltanto mediante lesatta individuazione delle persone. Ci necessario, non solo perch la conoscenza delle persone consente di apprezzare in migliore misura l'elemento soggettivo del reato ma anche perch l'occultamento o la falsificazione della propria identit mezzo usatissimo da chi delinque per sottrarsi alla condanna ed alla conseguente pena. Non meno importante l'accertamento dellidentit della persona nell'ambito del diritto civile: baster pensare ai casi di sostituzione dinfante, a quelli di persone fattesi passare per assenti, dispersi o ritenuti morti e al rinvenimento di cadaveri di sconosciuti la

cui morte coincida con modificazioni dello stato civile (vedovanza del coniuge) o dia luogo a diritti (successione) o ad obbligazioni (assicurazioni). Ancora sono da ricordare le eventuali sostituzioni di persona intese a lucrare indebite prestazioni assicurative, sia nell'am bito delle assicurazioni sociali, sia nell'ambito delle assicurazioni private. La legge penale prevede il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) e quella di falsa dichiarazione ad un pubblico ufficiale sullidentit propria od altrui (art. 495 c.p.). L'esigenza dellidentificazione personale si impone anche nel la pratica quotidiana, com dimostrato dalla istituzione di tessere di riconoscimento, carte didentit e dalle norme stabilite per la compilazione dei passaporti. Gli elementi della identificazione sono rappresentati dai caratteri, cio dai peculiari modi di essere della persona nel suo complesso e nelle sue parti. Ogni carattere, anche se raro, considerato in s non costituisce elemento sicuro di identificazione, la quale pu essere raggiunta soltanto quando si considerino pi caratteri, cio a dire una combinazioni degli stessi (Cazzaniga). L'identificazione di persona vivente pu rendersi necessaria nel caso che questa non sia in grado, ovvero non intenda, dare esatta notizia di s e si distingue in una identificazione generica ed in una identificazione specifica od individuale: si tratta solo eccezionalmente di attivit medico-legale essendo, almeno di norma, operazione di polizia scientifica volta, in particolare, al riconoscimento dei recidivi. L'identificazione generica attiene alla determinazione della razza, del sesso, dell'et, della statura, dello sviluppo corporeo ed eventualmente anche del gruppo familiare; mentre l'identificazione specifica, od individuale, attiene a tuttoci che pu valere a stabilire l'identit dell'individuo, vale a dire chi so es realmente sia e, quindi, attiene non solo a quei dati che sono propri e caratteristici, eventualmente, della razza, del sesso, dell'et, ecc., ma anche a quei caratteri somati ci, normali ovvero anche abnormi, che meglio possono valere a differenziare un individuo, pur "genericamente" identico (per razza, sesso, et ecc.) ad altri, da questi appunto (Chiodi).

L'identificazione del cadavere nel caso di persistente buona conserv azione di consueto agevole anche se la fisionomia pu mutare cospicuamente subito dopo la morte sia per il rilassamento muscolare, sia per le modificazioni cui va incontro l'occhio nel quale cambiano la direzione degli assi visuali e la lucentezza della cornea. Con il tempo sopravvengono quindi ulteriori e sempre pi marcate modificazioni: la mandibola cade in basso e la bocca si fa conseguentemente beante, gli occhi (aperti, sbarrati ovvero anche semichiusi se non chiusi del tutto) si approfondano nelle cavit orbitarie, il colore dell'iride diviene malcerto e comunque difficilmente riconoscibile, mentre la mucosa labiale si essicca e le labbra si arrovesciano alquanto all'esterno in corri spondenza del loro margine libero. La pelle assume colorito cereo nelle regioni elevate, mentre in quelle declivi fanno la loro progressiva comparsa le ipostasi. Con il progredire dei fenomeni putrefattivi ed il mutare del colorito cutaneo ed il distendersi ed il tendersi dei tessuti molli per l'enfisema gassoso, i connotati subiscono profonde modificazioni s che l'individuo fini sce per diventare irriconoscibile: ovviamente ancor pi quando siano ormai intervenuti i fenomeni colliquativi e di scheletrizzazione. In queste condizioni il riconoscimento empirico diviene praticamente impossibile al pari di quello fotografico, mentre quello antropometrico si riduce a ben poca cosa. Ma se i connotati, stante le profonde modificazioni cui sono andati incontro, finiscono per restare privi di importanza pratica, i contrassegni, per contro, ben possono ancora valere per un sicuro riconoscimento. Specialmente le cicatrici ed i tatuaggi, e in particolare questi ultimi, posto che l'esame microscopico di quei di stretti cutanei dove si dubitava potesse esistere un tatuaggio, consente in ogni caso di rilevare la presenza di granuli colorati nello spessore del derma. La prova della preesistenza di un tatuaggio potr essere comunque raggiunta esaminando i linfonodi regionali nei quali potranno essere infatti riscontrati i granuli della sostanza colorante trasporttivi dalla corrente linfatica e rimasti inclusi nelle maglie del reticolo linfonodale (Chiodi).

CAPITOLO I IMPRONTE DIGITALI

Sulla faccia palmare delle dita della mani sono presenti numerosissimi solchi regolarmente disposti e separati da esili rilievi cutanei denominati creste o linee papillari. A livello del polpastrello terminale di tutte le dita, le creste papillari hanno

disposizione tale da formare dei disegni del tutto particolari (dermatoglifi). L'importanza delle impronte digitali a fine di identificazione, tanto del cadavere che del soggetto vivente, consegue ai seguenti dati di fatto: il disegno delle impronte digitali presenta un'infinita variet di figure: il Galton, infatti, calcol che in via teorica si potrebbero trovare due impronte digitali identiche soltanto ogni sessantaquattro miliardi di individui; in ogni soggetto le impronte digitali compaiono nella vita intrauterina e si mantengono immutate per tutta la vita; gli insulti traumatici e chimici superficiali dei polpastrelli comportano, di norma, solo un'alterazione temporanea delle creste cutanee e, quindi, delle impronte, poich esse si riformano in esatta corrispondenza delle creste dermiche, e solo eventuali irreversibili danni di queste si rifletteranno poi in alterazioni localizzate del disegno papillare; alterazioni trofiche o senili non comportano in genere un'apprezzabile danno del disegno delle impronte e soltanto non comuni malattie possono provocare pi che una modificazione nella forma, uno "sbiadimento" del disegno papillare. Talora, ma solo eccezionalmente, le impronte digitali possono essere congenitamente assenti. La classificazione delle impronte digitali adottata dalla polizia italiana quella del Gasti. Questa suddivide le impronte digitali in 10 classi, ciascuna di esse indicata con una cifra che va da 0 a 9. I criteri classificativi adottati sono: - forma (arco semplice, triangolare, a delta); -numero delle linee papillari tra il delta e il centro dell'impronta; -rapporto in cui si trovano tra di loro i due delta.
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Categorie di impronte: 0 - Impronta indecifrabile; 1 - Figura ad arco (a delta); 2 - Figura ad ansa radiale; 3 - Figura ad ansa ulnare con non pi di 10 linee tra cuore e delta; 4 - Figura ad ansa ulnare con 11-15 linee tra cuore e delta; 5 - Figura ad ansa ulnare con pi di 15 linee tra cuore e delta; 6 - Figura chiusa (bidelta), la cui linea inferiore del delta di sinistra va a terminare oltre due linee al di sopra del delta di destra; 7 - Figura chiusa (bidelta), la cui linea inferiore del delta di sinistra si incontra con la linea inferiore del delta di destra oppure termina una o due linee al di sopra o al di sotto del delta stesso; 8 - Figura chiusa (bidelta), la cui linea inferiore del delta di sinistra termina oltre due linee al di sotto del delta di destra; 9 - Figura composta, con due centri di figura e due delta.

Nel sistema di Gasti le cifre corrispondenti a ciascuna impronta delle dita vengono composte in un codice di dieci cifre che a sua volta viene suddiviso in serie, sezione e numero. La serie data dalla cifra attribuita nellordine a indice, pollice ed anulare della mano sinistra; la sezione a indice, pollice ed anulare della mano destra e il numero a medio e mignolo della mano sinistra e medio e mignolo della mano destra. Esempio di formula di identificazione: serie 456 4567655342 numero 5342

sezione 765

Per stabilire se una impronta digitale ritrovata su un oggetto appartenga oppure no ad un determinato individuo sospettato si procede alla comparazione fra l'impronta repertata e la corrispondente impronta prelevata dalla polizia al soggetto. Il confronto viene eseguito fra le particolarit del disegno dell'impronta nota e di quella ignota tenendo conto, non solo della disposizione delle figure papillari delle diverse dita e del numero e dell'inclinazione delle diverse creste, ma anche dei molteplici cosiddetti "punti caratteristici" del disegno papillare e cio: interruzioni, terminazioni, convergenze,

sdoppiamenti, tratti di linee, linee punteggiate, punteggiature, serie di punteggiature, isolotti, rugosit, cicatrici e deformit.

Figura 1 Punti caratteristici di unimpronta digitale: 1) nucleo; 2) biforcazione; 3) biforcazione; 4)

cicatrice; 5) incrocio; 6) delta destro; 7) biforcazione; 8) biforcazione; 9) terninazione di cresta; 10) terninazione di cresta; 11) biforcazione; 12) biforcazione; 13) terninazione di cresta; 14) terninazione di cresta; 15) cicatrice; 16) biforcazione; 17) biforcazione; 18) delta sinistro; 19) incrocio; 20) cicatrice; 21) biforcazione; 22) terninazione di cresta; 23) biforcazione; 24) biforcazione; 25) terninazione di cresta; 26) terninazione di cresta; 27) terninazione di cresta; 28) terninazione di cresta; 29) biforcazione (da L. Macchiarelli e altri, Compendio di Medicina Legale Edizione Minerva Medica).

In impronte dello stesso tipo esiste la possibilit di incontrare due ed anche tre punti caratteristici del tutto simili, ma il numero delle probabilit di un'esatta concordanza di
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punti si va facendo sempre pi basso con l'aumentare dei punti di confronto, e si calcolato che ritrovando 17 punti caratteristici corrispondenti in due impronte, si ha la certezza che si tratti dello stesso dito. Pu accadere che dita imbrattate di sangue, di inchiostro, di grasso o di altri materiali colorati lascino impronte su svariati oggetti; baster in tal caso fotografarle sotto una buona luce e poi procedere ad ingrandimenti che permettono minute ricerche. Particolare attenzione va prestata alle cosiddette impronte latenti cio quelle scarsamente visibili o non evidenziabili ad occhio nudo e che si ritrovano sulla superficie degli oggetti grazie al fatto che i polpastrelli delle dita, producendo sudore e sostanze grasse trattengono granuli di polvere. Per rendere visibili questi particolari tipi di impronte vengono utilizzati svariati metodi: il pi idoneo di questi consiste nel tentare di esaltarle cospargendo sulla superficie, con un pennello a peli molto morbidi, dei reattivi che

facciano contrasto con il substrato. Da sottolineare che questo tipo di esame si pu condurre sulle superfici cosiddette idonee ossia quelle lisce (il vetro ad esempio), mentre sulle superfici ruvide tale esame non risulta possibile. Tra i reattivi pi usati per il

rilevamento delle impronte latenti ricordiamo il nitrato d'argento e l'inchiostro. Recentemente stato messo a punto un nuovo metodo di rilevamento per questo tipo di impronte, che consiste nell'indurre dietro stimolazione laser l'intrinseca luminescenza dell'i mpronta. Tale luminescenza dipende da varie sostanze naturali secrete e spesso viene potenziata con l'aggiunta di polveri di sostanze fluorescenti.

CAPITOLO II VARIABILIT MOLECOLARE E noto come ogni individuo appartenente alla nostra specie, ad eccezione dei gemelli monoovulari, sia assolutamente irripetibile in riferimento al proprio genotipo e fenotipo. E esperienza comune distinguere gli individui in base al fenotipo (ad esempio la forma del naso, degli occhi, della bocca, il colore dell'iride, della cute, dei peli etc). La ratio di questa irripetibilit di ciascun individuo la variabilit (polimorfismo) a livello del genoma (DNA) e delle molecole (proteine). Si distimguono quindi polimorfismi del DNA e polimorfismi proteici.

Mentre i caratteri somatici di un soggetto si apprezzano a prima vista, le differenze a livello molecolare richiedono esami di laboratorio a partire da materiale facilmente reperibile come il sangue o altri tessuti o liquidi biologici.

Quando si vuole identificare un soggetto, che in un evento criminoso ha lasciato tracce di materiale biologico (sangue, saliva, sperma, capelli, ecc.), sono tipizzati alcuni tratti del DNA, appartenenti a regioni polimorfiche, denominati marcatori genetici. Si definisce
MARCATORE GENETICO

un determinato tratto di DNA che in una

popolazione di riferimento presente in almeno due modi differenti, cio questo tratto di DNA ha almeno due sequenze di basi che differiscono tra loro. Si conoscono marcatori genetici presenti in 5-6 sequenze di basi differenti (alleli). In un recente passato, soprattutto in tema di disconoscimento di paternit, erano studiate quelle proteine polimorfiche presenti nel sangue che sono definite marcatori genetici tradizionali, per distinguerli da quelli del DNA. Le proteine sono composte da subunit chiamate aminoacidi che si susseguono lungo la molecola. A volte questa sequenza differisce, per la sostituzione di uno o pi
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aminoacidi, da individuo a individuo dando luogo a forme differenti di una stessa proteina (polimorfismi proteici). II.1.CENNI DI BIOLOGIA GENERALE

La nostra specie caratterizzata da un corredo cromosomico costituito da 46 cromosomi, distinti in 22 coppie di autosomi ed in una di eterocromosomi o cromosomi sessuali, quest'ultimi nell a donna vengono denominati XX mentre nell'uomo XY. Ogni individuo deriva dallo zigote, cellula che prende origine dalla fusione di un gamete maschile (spermatozoo) con uno femminile (cellula uovo). I gameti presentano un corredo di 23 cromosomi (corredo aploide), dimezzato rispetto a quello di tutte le altre cellule dell'organismo, in modo tale che all'atto della loro fusione (fecondazione) si ricostituisce il corredo cromosomico tipico della specie (corredo diploide). Ciascun individuo presenter, quindi, un corredo cromosomico per met di origine paterna e per met di origine materna ( Figg. 2 e 3).

Figura 2 Schema semplificativo della meiosi e formazione dei gameti (da Scienze Ed. De Agostini).
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Figura 3 Schema semplificativo della fecondazione e primi stadi della divisione dello zigote (da Scienze Ed. De Agostini).

I cromosomi sono costituiti essenzialmente dal DNA (acido deossiribonucleico), la cui struttura data da una sequenza di nucleotidi formati ognuno da una base azotata (adenina, timina, citosina e guanina), da uno zucchero, pentoso (desossiribosio) e da un gruppo fosforico.
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A seconda della base azotata presente possibile la formazione di quattro nucleotidi differenti che si susseguono secondo varie combinazioni lungo il filamento del ((Figg. 4, 5 e 6). DNA

Figura 4 Basi e filamento di nucleotidi (da I Sistemi Viventi Ed. Einaudi).

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Figura 5 Rappresentazione schematica del DNA (da Scienze Ed. De Agostini).

Figura 6 Rappresentazione schematica del DNA (da Le Scienze Quaderni La Nuova Italia Ed. S.p.A.

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Il DNA il depositario dell'informazione genetica e come precedentemente ricordato organizzato in 23 coppie di cromosomi (Fig. 7).

Figura 7 Mappa cromosomica. Rappresentazione schematica delle regioni dei cromosomi umani (a sinistra). Cariotipo dopo trattamento con tripsina per evidenziare il pattern di bande per ogni coppia di cromosomi. (da V. Scali e altri. Lineamenti di Biologia Generale Monduzzi Ed.)

E noto che linformazione immagazinata nel DNA in tratti denominati geni. Ogni organismo caratterizzato da una particolare combinazione di geni. In che modo la cellula utilizza queste informazioni? Ogni gene contiene linformazione per sintetizzare una proteina; tutto il DNA contiene le informazioni per sintetizzare tutte le proteine. Pertanto linformazione contenuta nel DNA deve essere tradotta in sintesi di
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determinate proteine. Infatti la maggior parte delle molecole di cui costituita una cellula sono proteine oppure molecole sintetizzate grazie allintervento di proteine enzimatiche. La sequenza degli aminoacidi di una proteina specificata o codificata dalla sequenza dei nucleotidi nel DNA. Il tratto di DNA che codifica per una catena proteica completa chiamato gene. Tutte le cellule del corpo possiedono la stessa serie completa di geni che viene detta genotipo (o patrimonio ereditario).

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Il patrimonio ereditario presente in ogni cellula in doppia copia (corredo diploide), ad eccezione dei gameti, e viene trasmesso da una generazione all'altra seguendo le leggi dell'ereditariet mendeliana.

Figura 9 Sintesi Proteica (da Scienze Ed. De Agostini).

La posizione occupata da ciascun gene sul cromosoma denominata locus. In un organismo diploide, quindi, esiste una doppia serie di loci corrispondenti. Talvolta un gene pu subire modificazioni nella sequenza delle basi nucleotidiche (mutazioni) per effetto dell'azione di agenti fisici
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o chimici, cosicch esso risulter

modificato (allele) e potr dare origine ad una proteina modificata nella sequenza dei suoi aminoacidi. Quando in loci corrispondenti di cromosomi omologhi si trovano geni identici, l'individuo che li possiede detto omozigote per quella coppia di geni. Viceversa, quando in loci corrispondenti di cromosomi omologhi si trovano geni differenti (alleli), l'individuo detto eterozigote per quella coppia di alleli. Sulla base di queste propriet stato possibile distinguere, nell'ambito della popolazione umana, differenti gruppi di individui aventi ognuno caratteristiche genetiche in comune. La tipizzazione dei marcatori genetici di un individuo pu essere eseguita analizzando la sequenza delle basi di alcuni tratti del DNA (marcatori biomolecolari) oppure analizzando le proteine polimorfiche (marcatori genetici tradizionali). In entrambi i casi materiale di elezione il sangue.

Il

SANGUE

un particolare tessuto costituito da una parte fluida (plasma) e da cellule

(elementi figurati): globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il sangue rappresenta nell'uomo adulto ic rca l'8 % del peso corporeo: un individuo di 70 kg contiene circa 5-6 litri di sangue. Il plasma un fluido omogeneo, di colore giallognolo. La sua composizione chimica estremamente eterogenea; formato per il 90% di acqua e per il 10% di sostanze solide. Le sostanze solide comprendono, tra le altre, proteine semplici (albumine e globuline) proteine coniugate (lipoproteine e glicoproteine), e altre proteine tra cui i fattori della coagulazione. Quando il sangue esposto all'aria, o quando i vasi sonolesi avviene il fenomeno della coagulazione, e una delle globuline del sangue, il fibrinogeno, precipita sotto forma di una rete di filamenti di fibrina che ingloba tra le sue maglie gli elementi figurati ed in tal modo si separa un liquido di colore giallognolo, il siero. Quest'ultimo dunque, non altro che plasma privo di fibrinogeno.

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ELEMENTI FIGURATI I globuli rossi o eritrociti sono elementi specializzati nella funzione di trasporto dell'ossigeno. In tutti i Mammiferi gli eritrociti sono privi di nuc leo, negli altri Vertebrati invece lo conservano. Hanno la forma di dischi biconcavi che assicura la massima efficienza di trasportare ossigeno. Il numero medio di globuli rossi nell'individuo adulto di 4.500.000-5.000.000 per millimetro cubo di sangue. I globuli bianchi o leucociti sono cellule complete e provviste di nucleo; sono molto meno numerosi degli eritrociti e ammontano in media nell'uomo adulto in condizioni normali a 5.000-9.000 per millimetro cubo di sangue. Sulla base delle caratteristiche del nucleo e presenza o meno di granuli nel citoplasma, i leucociti possono essere suddivisi in linfociti, granulociti e monociti. I linfociti intervengono nei fenomeni immunitari mediante la produzione di anticorpi e l'immunit mediata da cellule. I granulociti e i monociti svolgono un ruolo fondamentale nei processi infiammatori. Le piastrine sono elementi privi di nucleo, di forma rotondeggiante o ovale, e sono contenute nel sangue umano nella proporzione di 200.000-300.000 per millimetro cubico di sangue. Nei vasi sanguigni le piastrine partecipano, insieme ad altri fattori, all'emostasi, cio all'arresto del sanguinamento che si verifica quando un vaso leso.

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CAPITOLO III MARCATORI GENETICI Come accennato in precedenza possiamo distinguere marcatori genetici del DNA e
DI

marcatori genetici tradizionali. Questultimi sono ulteriormente suddivisi in: SISTEMI

ANTIGENI ERITROCITARI, SISTEMI DI ENZIMI ERITROCITARI, SISTEMI DELLE PROTEINE PLASMATICHE E

SISTEMA ANTIGENE LINFOCITARIO (HLA).

- SISTEMI DI ANTIGENI ERITROCITARI Tali sistemi sono dati dai vari antigeni (agglutinogeni) presenti sulla superficie dei globuli rossi, ai quali conferiscono la capacit di lasciarsi agglutinare quando vengono messi in contatto con sieri che contengono i corrispondenti anticorpi (agglutinine). Nel sangue dello stesso individuo non possono trovarsi l'agglutinogeno e l'aggluitinina corrispondente perch ci provocherebbe l'agglutinazione del sangue circolante, fenomeno incompatibile con la vita. Tale fatto importante sotto il profilo trasfusionale, infatti chiaro che non possono trasfondersi agglutinogeni di un dato gruppo in soggetti che sono portatori della corrispondente agglutinina. I pi noti tra i sistemi eritrocitari sono l'AB0 e l'RH, ma ne esistono div ersi altri quali l'MNSs, il Kell, il Duffy, il Kidd ed il Lutheran. Nell'ambito del sistema AB0 si riscontrano quattro gruppi sanguigni differenti: GRUPPO A - sui globuli rossi presente l'agglutinogeno A, ed il siero contiene

l'agglutinina anti -B. Gli individui che appartengono a tale gruppo possiedono genotipo AA oppure A0; GRUPPO B - sui globuli rossi presente l'agglutinogeno B e nel siero presente l'agglutinina anti -A. Il genotipo degli individui di tale gruppo pu essere BB oppure B0; GRUPPO AB - sui globuli rossi sono presenti gli agglutinogeni A e B mentre il siero privo di agglutinine. Gli individui appartenenti a tale gruppo possiedono genotipo AB;

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GRUPPO 0 - sui globuli rossi non sono presenti agglutinogeni mentre il siero contiene entrambe le agglutinine. Gli individui di tale gruppo possiedono genotipo 00. I soggetti di gruppo 0 sono detti donatori universali, in quanto per l'assenza di agglutinogeni, possono donare il sangue agli individui di tutti i gruppi. I soggetti di gruppo AB possono invece ricevere il sangue da qualsiasi gruppo perch mancano di agglutinine.

- SISTEMI DI ENZIMI ERITROCITARI Gli enzimi eritrocitari sono sostanze contenute all'interno dei globuli rossi, la cui mancanza pu determinare l'insorgere di alcune malat tie, tra cui le anemie. Tra i principali polimorfismi enzimatici troviamo quelli della fosfatasi acida, della 6fosfocluconatodeidrogenasi (6-PGD), della fosfoglucomutasi, dell'adenilato -kinasi,

dell'adenosin -deaminasi e della transaminasi-glutammico-piruvico (GPT).

- SISTEMI DELLE PROTEINE PLASMATICHE Appartengono a tali sistemi le Aptoglobine, i gruppi Gm, Gc, i sistemi Ag, Lp (lipoproteine) ed il sistema delle transferrine.

- SISTEMA ANTIGENE LINFOCITARIO (HLA)

Il sistema HLA (Human Leukocyte Antigen) sicuramente il maggiore sistema di istocompatibilit umana. Esso assume grande importanza in caso di trapianto di organi. Si ritiene che i geni per gli antigeni linfocitari siano localizzati su di uno stesso cromosoma, dove occupano una serie di loci.

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CAPITOLO IV IDENTIFICAZIONE PERSONALE DA TRACCE DI SANGUE O DA ALTRO MATERIALE BIOLOGICO

Durante le indagini di sopralluogo frequente rinvenire tracce di varia natura, utili per la ricostruzione dell'evento criminoso. Qualora si abbia il sospetto che trattasi di macchia di sangue, occorre tener presente come un tale riconoscimento non pu essere fatto solo in base ai dati desumibili dall'esame dei caratteri organolettici perch questi possono indurre in errore. E noto come l'esame del co lore pu dare utili indicazioni riguardo la diagnosi cronologica della macchia di sangue, infatti esso cambia a causa delle modificazioni chimiche dellemoglobina del sangue. Il sangue fresco o le macchie non del tutto disseccate si presentano di un tipico color rosso vivo. Il successivo disseccamento provoca graduali alterazioni cromatiche dovute in un primo momento a trasformazioni in metaemoglobina, di colore rosso brunastro, ed infine in ematina di colore bruno-caffeico, alcune volte assai simile a macchie di ruggine. L'indagine morfologica delle tracce di sangue assume una certa importanza, in quanto pu consentire di accertare alcuni particolari utili alla ricostruzione dell'evento criminoso. Ad esempio, una macchia a spruzzo indica una fuoriuscita violenta di sangue, come si pu avere in seguito a recisione di un'arteria. La morfologia consente ancora di accertare, entro certi limiti, l'altezza dalla quale la macchia caduta. Infatti, essa si presenta rotondeggiante per altezze sino ad un metro, e con spruzzi secondari per altezze superiori; inoltre, se la gocciolatura proviene da persona in movimento, la macchia si presenta a forma di clava con la punta che indica la direzione del movimento (Fig.3).

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MORFOLOGIA DELLE MACCHIE DI SANGUE Aspetto delle gocce di sangue a seconda dell'altezza di caduta: 1= fino a 50 cm.; 2= 50-100 cm; 3=100-150 cm.; 4 = > 150 cm.. 5=macchia a forma di clava, con un'estremit sottile, che indica la direzione del movimento.

IV.1. Identificazione personale su macchie. Quando si vuole procedere allidentificazione personale da tracce di materiale biologico, quale macchie di sangue, necessario: Accertare se una data macchia di sangue o di altra natura (diagnosi generica). Accertare se una macchia di sangue, gi identificata come tale, di sangue umano o di altro animale (diagnosi specifica) Stabilire le propriet gruppo-specifiche, se trattasi di sangue umano (diagnosi individuale).
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DIAGNOSI GENERICA I metodi per pervenire ad una diagnosi generica di sangue vengono classificati in metodi di orientamento o chimico-cromatici e metodi di certezza che comprendono i metodi cristallografici e spettroscopici.

- Metodi di orientamento o chimico-cromatici


Si basano sulla propriet di certe sostanze incolori (leucobasi) di assumere una colorazione intensa in seguito a processi di ossidazione, che avvengono in presenza di certi enzimi contenuti nel sangue (perossidasi). Detta reazione estremamente sensibile e pertanto bastano tracce infinitesimali per avere risultati positivi. Tale positivit si ha anche con macchie molto vecchie, risalenti addirittura a migliaia di anni fa (mummie egiziane). Nell'esecuzio ne del metodo chimico-cromatico possibile incorrere in falsi positivi, in quanto le perossidasi non si trovano esclusivamente nel sangue, ma sono presenti in molti altri liquidi e tessuti organici e in molte sostanze vegetali (ad es. succhi di frutta). Il metodo mantiene comunque una piena validit in quanto le perossidasi di origine diversa dal sangue sono cronolabili e termolabili, non resistono cio all'invecchiamento e alle alte temperature. Una prova chimica molto sensibile quella di Adler-Ascarelli con la benzidina. Il reattivo va preparato sciogliendo una punta di coltello di benzidina in 5-10 cc di alcool assoluto, si mescola poi in parti uguali acqua ossigenata e si aggiunge infine qualche goccia di acido acetico. Saggiando la macchia in esame con tale reattivo, si avr un'intensa colorazione azzurra nel ca so si tratti di sangue. Un'altra prova chimica d i semplice e pratica esecuzione quella alla fenolftaleina del Meyer, la quale in caso di positivit d una vivace colorazione rossa.

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Metodi cristallografici La ricerca cristallografica si basa sulla dimostrazione dei cristalli di cloridrato di ematina (Test di Teichmann) e dei cristalli di emocromogeno, che l'emoglobina e i suoi derivati possono formare.

Metodi spettroscopici Sono basati sulle propriet che hanno l'emoglobina e i suoi de rivati di dare spettri caratteristici di assorbimento le cui bande occupano una sede determinata e costante, riferibile ai colori fondamentali dello spettro della luce bianca.

DIAGNOSI SPECIFICA

Dopo aver accertato la natura ematica di una macchia, si prospetta quasi sempre la necessit di dover stabilire da quale specie animale proviene il sangue in questione. Tale accertamento viene ordinariamente richiesto allo scopo di stabilire se trattasi o meno di sangue umano. La diagnosi specifica pu essere effettuata mediante: a) Metodo morfologico Questa indagine basata sull'accertamento mediante osservazio ne microscopica, delle differenze esistenti nei globuli rossi delle varie specie animali. Nei mammiferi, infatti, i globuli rossi si presentano anucleati e rotondi, mentre negli uccelli, rettili e anfibi sono nucleati ed ellittici e di solito di maggiori dimensioni. Tale osservazione pu fornire risultati assai dubbi quando si tratta di stimare minime differenze di dimensioni, e di esaminare globuli rossi che non versino pi nelle condizioni di freschezza. Per tali motivi il metodo morfologico stato da tempo abbandonato e sostituito dai metodi immunologici basati su reazioni antigene-anticorpo per lo pi precipitanti.

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b) Metodo immunologico Esso sfrutta le propriet immunologiche che ha un animale, cui venga inoculato il siero di un animale di altra specie, di produrre anticorpi che precipitano le proteine provenienti appunto dalla specie eterologa. Queste proteine eterologhe fungono quindi da antigeni, in quanto hanno la capacit di provocare nell'animale in cui sono state iniettate la formazione di anticorpi (gammaglobuline). Per tale metodo si utilizza siero precipitante anti-uomo. Questo metodo presenta le seguenti caratteristiche: E' spiccatamente sensibile, per cui pu essere effet tuato anche su sangue molto diluito. D risultati positivi anche con macchie molto vecchie. E' specifico per le proteine di una data specie animale: la reazione non si ha quindi solo con il sangue, ma con tutte le proteine dell'animale, per la cui spe cie il siero attivo (per es. un siero precipitante per il sangue umano reagisce con tutte le altre proteine umane contenute nella saliva, nello sperma, nei resti dei vari organi).

La diagnosi di specie viene eseguita ponendo in una provetta il siero precipitante sul quale si stratifica un po' di macerato del la macchia ( si scioglie la macchia in soluzione fisiologica fino ad ottenere una tinta giallina). La reazione positiva quando gli antigeni della macchia reagiscono con gli anticorpi corrispondenti. Si ottiene una precipitazione zonale, si forma cio un anello d'intorbidamento nel punto di contatto tra i due liquidi; in caso contrario essi rimarranno perfettamente limpidi. Affinch i risultati siano attendibili necessario per controllare che il siero impiegato non abbia perduto la sua attivit e la sua specificit ( cio non dia risultati positivi anche con proteine eterologhe), e non produca intorbidamento per proprio conto. La reazione, inoltre, deve apparire entro 10-20 minuti, in quanto tempi maggiori sono spesso indice di precipitazione non specifica. Alcune difficolt si possono incontrare nella differenziazione di specie affini (es. uomo-scimmia), e ci perch le proteine delle specie affini sono molto simili e quindi
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producono degli anticorpi capaci di precipitare, sia pure in maniera incompleta, le proteine (antigeni) dell'una e dell'altra specie. Tali inconvenienti, tuttavia, possono essere eliminati utilizzando anticorpi precipitanti rigorosamente selettivi, che si ottengono mediante la c.d. "immunizzazione crociata". Questa si esegue immunizzando ad. es. il coniglio con sangue di lepre e viceversa; si ottengono cos anticorpi strettamente specifici.

c) Analisi del DNA Questo metodo basato sulla possibilit di amplificare, mediante tecnica PCR, un tratto del DNA che riteniamo essere presente nella specie umano e non in altre affini. Per far ci dobbiamo utilizzare un primer che consenta alla DNA-polimerasi di amplificare quel particolare tratto di DNA migliaia di volte. Successivamente mediante elettroforesi si rivela se lamplificazione avvenuta (sangue umano) oppure non avvenuta (sangue di altra specie.

DIAGNOSI INDIVIDUALE

La diagnosi individuale su macchia consiste nella tipizzazione dei vari marcatori genetici del DNA mediante lutilizzazione di primer che selettivamente agganciando la DNA-polimerasi selezionano il tratto di DNA da duplicare; quindi analisi elettroforetica dei tratti amplificati. In un recente passato, invece, essa consisteva nella diagnosi di "gruppo sanguigno", cio la tipizzazione del sistema ABO. Se il materiale di partenza era sangue fresco, invece potevano essere tipizzati i marcatori genetici descritti in precedenza. Qualora la diagnosi debba essere effettuata su macchie essiccate, si pu ricorrere a tre differenti metodi: assorbimento-inibizione, agglutinazione mista, assorbimentoeluizione .
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Elettroforesi di campioni di DNA (da Jornal Forensic Sciences, vol. 41, 1996).

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