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La cassa piange per i festival bosniaci

Il pubblico vuole nuove manifestazioni culturali e artistiche di qualit, ma secondo gli organizzatori i finanziamenti bastano a malapena per le rassegne attuali. I grandi eventi culturali e artistici di qualit in Bosnia non sono molti, ma alcuni godono di un enorme prestigio incassando un acclarato successo di pubblico e critica. Questanno, infatti, le quattro rassegne pi note hanno registrato il tutto esaurito. Pienone ovunque: alla Mostra del Cinema di Sarajevo ad agosto, al Festival del Balletto a settembre, alla Rassegna Teatrale di Sarajevo a ottobre e al Festival Jazz a novembre. Dal successo raggiunto chiaro lalto interesse prestato dai bosniaci per queste iniziative culturali, non solo dagli appassionati, per le casse statali e locali piangono e non riescono a coprire le spese per altri eventi del genere. Il pubblico chiede un ventaglio di offerte pi ampio ma, secondo gli organizzatori delle rassegne attuali, non pu essere accontentato: unulteriore spartizione dei finanziamenti gi esistenti - e abbastanza risicati - limiterebbe le risorse di tutti gli altri festival. Del resto le quattro grandi rassegne nel 2012 hanno ottenuto risultati strabilianti anche con tagli costanti dei fondi a disposizione. Da Jeremy Irons ad Angelina Jolie, da Edward Clug, celebre coreografo rumeno, a Husnu Senlendirici, promessa turca del clarinetto: fioccano le personalit che questanno sono passati da Sarajevo. Ovviamente il successo stato raggiunto soprattutto grazie a programmi nuovi e idee non scontate: frutto del gran lavoro degli organizzatori che hanno dovuto contare su un budget ancora pi povero dellanno scorso. La Rassegna Teatrale di Sarajevo, per esempio, ha visto i propri fondi ridursi sensibilmente rispetto agli anni scorsi, potendo contare solo su 350.000 euro mentre nel 2011 aveva a disposizione 375.000 e nel 2010 ben 450.000. A dispetto del trend finanziario negativo la manifestazione ha aumentato il numero degli spettacoli e degli ospiti: rispettivamente da 30 a 35 e da 500 a 600. Anche gli altri eventi puntano a migliorare la qualit degli spettacoli e a coinvolgere il maggior numero di ospiti. La Mostra del Cinema di Sarajevo, potendo per contare sempre sullo stesso budget (1.250.000 euro), ha presentato 210 film provenienti

da 57 Paesi: certamente lannata pi ricca, anche di pubblico e botteghino, per il festival alla sua 18esima edizione. Alla luce del rinnovato interesse da parte dei bosniaci, molti esponenti dellambiente artistico e culturale chiedono pi fondi per lanciare nuove rassegne indipendenti ma devono fare i conti con una situazione politica ed economica fragilissima che attualmente non permette aumenti ai bilanci locali e centrali. Senza considerare il fatto che i finanziamenti agli altri eventi verrebbero, quasi sicuramente, tagliati per far fronte alle nuove spese. Per questo Edina Papo, direttrice del Festival del Balletto, sostiene che non ancora il momento per nuove rassegne: Si, vero, Sarajevo ha troppi pochi festival - ammette al sito internet Balkan Insight la Papo - ma gi il nostro budget ridotto allosso e con meno soldi ancora non so davvero come potremo fare a mantenere questi standard qualitativi. Concorda con la direttrice uno degli organizzatori della Mostra del Cinema, Jovan Marjanovic: La crisi economica rende tutto pi difficile, non scordiamolo. Sarajevo ha bisogno di pi festival ma i fondi per la cultura sono gi scarsissimi spiega Marjanovic - e tutte le istituzioni pi prestigiose stanno cadendo una dopo laltra. Tutte le rassegne stanno soffrendo e noi vorremmo avere pi fondi dati i risultati che otteniamo ogni anno. Ma non possibile. Direi che si pu parlare di una precisa strategia volta a ridurre alla fame le risorse per la cultura bosniaca. Un solo festival in pi nel panorama attuale sconvolgerebbe lintera situazione, confida, serafica, la giovane direttrice artistica della Rassegna Teatrale, Selma Spahic.

Sarajevo, premier federale vuole il rimpasto


Nermin Niksic, capo del governo della Federazione di BosniaErzegovina, si recato ieri dal presidente Budimir per chiedere la rimozione di 7 ministri. Il premier della Federazione di Bosnia-Erzegovina (l'entit musulmano-croata della Bosnia), Nermin Niksic, ha presentato marted al presidente federale, Zivko Budimir, una richiesta ufficiale per la sostituzione di alcuni ministri all'interno dell'esecutivo federale. Come aveva annunciato il leader del Partito

socialdemocratico, Zlatko Lagumdzija, si tratta di ministri che fanno parte del Partito d'azione democratica (Sda), del Partito croato dei diritti (Hsp) e del Partito popolare lavoro per il benessere. Secondo il quotidiano di Sarajevo Dnevni Avaz, la mossa rappresenta un'intensificazione degli sforzi della nuova maggioranza parlamentare per un rimpasto di governo. Il presidente Budimir, che a sua volta proviene dall'Hsp, ha affermato che dopo aver esaminato la richiesta prender una decisione in base alle competenze costituzionali". Niksic ha precisato che la richiesta riguarda Adil Osmanovic, ministro dei Profughi, Salmir Kaplan, ministro della Cultura e dello Sport, Erdal Trhulj, ministro dell'Energia, Sanjin Halimovic, ministro dell'Imprenditoria, Ante Krajina, ministro delle Finanze, Vjekoslav Camber, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e Jerko Ivankovic Lijanovic, ministro dell'Agricoltura. L'ennesima spaccatura tra l'Sdp e l'Sda, certificata dalla richiesta di Niksic di ieri, si concretizzata con il boicottaggio dei lavori dellesecutivo da parte dei ministri dell'Sda. La mossa del Partito dAzione democratica ha costretto il premier Niksic a presentare al Parlamento la bozza senza il via libera del resto dell'esecutivo che non si potuto mai riunire a causa della mancanza del quorum. La finanziaria federale quindi passata senza il voto dei deputati dell'Sda, dell'Hsp e del Partito popolare del lavoro per il benessere. Lagumdzija, annunciando la richiesta di sostituire i ministri, ha accusato questi partiti di "ostruzionismo". La risposta dellSda non si fatta attendere. La dirigenza del partito ha fatto sapere che l'assenza dei loro ministri dalle sedute dell'esecutivo non dovuta a questioni legate al bilancio, ma all'insistenza di Niksic di nominare un membro dell'Sdp a direttore della Banca federale per lo sviluppo. Secondo Lagumdzija, se la richiesta della revoca dei mandati dei ministri della maggioranza precedente dovesse venire accolta, i nuovi ministri proverranno dai nuovi alleati dell'Sdp: l'Unione democratica croata (Hdz), l'Unione democratica croata 1990 (Hdz 1990) e l'alleanza per un futuro migliore (Sbbih), e un incarico ministeriale verrebbe assegnato probabilmente anche all'Alleanza dei social-democratici indipendenti (Snsd), il principale partito della Repubblica Srpska, l'entit serba della Bosnia. Secondo l'opinionista del quotidiano vicino all'Hdz "Vecernji list", Dejan Jazvic, l'argomentazione di Niksic comporta per Budimir "uno

spazio di manovra inferiore per respingere la richiesta". Jazvic ha ricordato che il presidente federale deve accogliere la richiesta di revoca di mandati "nel caso in cui i ministri in questione infrangano la legge o non adempiano ai loro obblighi ministeriali". Budimir pu anche respingere la richiesta ma "in quel caso si dovr assumere tutte le responsabilit per eventuali irregolarit del lavoro dell'esecutivo". Secondo fonti interne alla maggioranza, i vertici dell'Sdp ritengono che "Budimir non desidera compromettersi ulteriormente oppure aumentare la non legittimit del governo attuale". Anche dalla comunit internazionale e dall'alto rappresentante internazionale, Valentin Inzko, sono arrivate nei giorni scorsi richieste di superare l'attuale blocco nel lavoro dell'esecutivo federale". Un'opinione diversa da quella di Jazvic si legge in "Dnevni list": un articolo pubblicato ieri per annunciare la richiesta di Niksic di oggi sottolinea infatti che "il premier federale fino a non molto tempo fa ha cercato di convincere l'opinione pubblica che i ministri (di cui chiede le dimissioni, ndr) sono ottime persone e validi collaboratori, ma ora il soldato del partito di Lagumdzija dovr presentare alla stessa opinione pubblica locale e alla comunit internazionale prove che esistono motivi per le dimissioni di questi ministri". Il quotidiano ha definito la mossa di Niksic come "un detonatore" e ha sottolineato che "la principale assurdit il fatto che Ante Krajina, secondo tutti i giudizi di rilievo, un ministro delle Finanze ottimo, disciplinato, corretto, convincente ed eloquente"

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