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Podgorica, 60 feriti al gay pride

Lassalto al corteo con tanto di sassi e bombe carta ritrae un Paese sostanzialmente incapace di instillare alla sua gente leducazione a tutte le libert finita come tutti temevano, anzi sfatando molte previsioni dalle tinte ben pi scure, dato che non dovrebbero esserci feriti gravi e che la marcia ha proseguito regolarmente il suo corso. Del resto, i cittadini di Podgorica, capitale del Montenegro, avevano messo in conto un assalto totale alla parata dellorgoglio omosessuale, promossa dalla comunit locale Lgbt e andata in scena domenica, martoriata dai lanci di pietre e bombe carta, ma giunta alla sua regolare conclusione grazie allintervento della polizia. Podgorica, come riferisce il sito internet Balkan Insight, domenica mattina appariva come una citt blindata, asserragliata da 2.000 agenti schierati a protezione dei partecipanti - molti sparpagliati sui tetti dotati persino di supporto aereo: un elicottero sorvolava costantemente lintera area della manifestazione. Consci di quanto accadde durante il primo gay pride della storia del Montenegro organizzato a luglio nella splendida citt costiera di Budva (una pioggia di bottiglie e sassi sul corteo scagliati da oltre 200 contestatori che in seguito sono stati bloccati dalle forze dellordine), in questa occasione i vertici della polizia di Podgorica erano ben preparati. Peraltro una nuova misura approvata ad hoc dallamministrazione comunale garantiva maggiormente la salvaguardia della parata, ammettendo nel centro della capitale montenegrina solo i partecipanti al gay pride e coloro che erano in possesso di uno speciale accredito. Ma tutto ci non bastato: facendosi largo a gomitate nella folla, circa 150 contestatori sono riusciti a sfondare il perimetro sorvegliato e a scagliare sassi, petardi e bombe carta sul corteo. Lassalto stato immediatamente sedato dallintervento degli agenti che hanno allontanato dal perimetro gli hooligan ricorrendo ai fumogeni, permettendo dunque al corteo di sfilare regolarmente. Tuttavia i dimostranti non hanno voluto mollare la presa e, al termine della parata, hanno devastato decine di vetrine e di automobili, attaccando persino la sede del quotidiano indipendente Vijesti. Ma lultima insurrezione dei contestatori omofobi stata soffocata facilmente e 70 di loro

sono finiti agli arresti ed evacuati in una localit sicura; tra i 60 feriti, secondo le stime fornite dalla polizia, 20 sono agenti e 40 contestatori. Il Montenegro si rivela, quindi, un Paese ancora sostanzialmente incapace di instillare alla sua gente leducazione a tutte le libert, comprese quelle sessuali e la parata di domenica ha confermato ci che era evidente gi dal primo gay pride svoltosi il 23 luglio a Budva, quanto sia difficile estirpare il seme dellintolleranza e dellomofobia. La comunit Lgbt del Montenegro aveva tentato di organizzare un primo gay pride tre anni fa, ma liniziativa fall quasi subito a causa della totale mancanza di sostegno da parte dellesecutivo: da allora, dietro forti pressioni dellUnione Europea, il governo ha adottato una norma per proteggere la comunit omosessuale, lesbica e trangender e tutelarne i diritti. Il Paese, comunque, resta incardinato su una societ fortemente patriarcale e in base ai sondaggi pi recenti il 70% dei montenegrini considera lomosessualit una malattia, mentre l80% ritiene che non debba mai essere rivelata. ovvio, in un contesto del genere, che le minoranze sessuali siano invisibili fra i 650.000 abitanti del piccolo Paese sullAdriatico dove mancano del tutto bar, ristoranti e alberghi destinati a una clientela omosessuale.

Macedonia, tutti elettori!


Il governo non alcuna intenzione di ripulire la lista dei votanti e lopposizione fa dimettere un suo esponente a capo della relativa commissione parlamentare Riesplode in Macedonia lo scottante bubbone delle liste elettorali sporche, una spinosa e vecchia questione sulla quale lopposizione guidata dai socialdemocratici non ha mai smesso di martellare il governo del premier Nikola Gruevski. Dopotutto lOsce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) da anni sostiene che le liste elettorali macedoni siano insolitamente folte per un Paese da appena due milioni di abitanti. E lopposizione, fiancheggiata anche dalle principali ong nazionali e mondiali, fronteggia spesso la maggioranza governativa su questo punto: la lista elettorale deve essere pulita e vanno dunque falcidiati tutti i nominativi corrispondenti ad elettori mai esistiti o

deceduti. Ma lesecutivo ha sempre cercato di svicolarsi da ogni responsabilit sulla questione, affermando che riscontrare un certo margine di errore inevitabile durante le operazioni elettorali. Qui non si tratta per di un normale margine di errore, come ripetono imperterriti gli esponenti del partito di maggioranza Vmro Dpmne, ma di una situazione alquanto singolare testimoniata del resto dalle cifre sotto gli occhi di tutti: nel 2008 in Macedonia risultavano ben 1.779.000 elettori e, nonostante lattivismo dellOsce e linsistenza dei socialdemocratici, il numero non certo diminuito negli anni successivi, arrivando nel 2012 a 1.835.000. Il problema delle liste elettorali gonfiate dovrebbe essere affrontato e risolto dallorganismo parlamentare incaricato, la commissione elettorale appunto, saldamente in mano al partito di governo che ne detiene la maggioranza dei voti. In base a un accordo siglato tra opposizione e maggioranza ad aprile del 2011, infatti, la presidenza della commissione spetta ai socialdemocratici, ma la quota di voti necessaria a controllare i lavori dellorganismo rimane gelosamente custodita dal Vmro Dpmne. Con queste premesse, era scontata una stasi dei lavori in sede di commissione, vista lintransigenza del presidente socialdemocratico, Boris Kondarko, sulla questione delle liste sporche e le continue manovre dilatorie condotte dalla maggioranza per bloccare ogni iniziativa. A pochi mesi dalle elezioni parlamentari del 2014, non c alcuna presa di coscienza da parte del governo su questo enorme broglio elettorale, ma solo atteggiamenti di spiccata arroganza - ha tuonato gioved il leader socialdemocratico, Zoran Zaev - e per questo, nella situazione attuale, la Commissione assolutamente inutile e Kondarko dovrebbe rassegnare immediatamente le sue dimissioni. cos andata: a quanto riferisce il sito internet Balkan insight, lesponente socialdemocratico ha presentato venerd uninfuocata lettera con la quale, accusando i membri della commissione appartenenti al Vmro Dpmne di non avere alcun senso dello Stato, ha rinunciato ufficialmente alla carica, ribadendo per che il posto deve essere assegnato esclusivamente a un parlamentare dellopposizione.

Zagabria, arrestati due noti imprenditori

In manette due importanti esponenti del settore finanziario croato, Josip Sapunar e Zrinka Peternel In Croazia prosegue la lotta alla corruzione nelle alte sfere della politica e dellimprenditoria, avviata quattro anni fa con un fiume di arresti che hanno portato in carcere ex ministri, sottosegretari, dirigenti di societ pubbliche e private, nonch lex premier Ivo Sanader, gi condannato in primo grado a dieci anni di prigione in uno dei sei processi a suo carico. Questa volta il turno di due esponenti di spicco dellimprenditoria croata: Josip Sapunar, ex manager della societ pubblica per la gestione delle autostrade (Hac) e Zrinka Paternal, dirigente dellassociazione degli imprenditori (Hgk), entrambi accusati di corruzione, appropriazione indebita e abuso dufficio in due diverse inchieste. Secondo il quotidiano Vecernji list, Sapunar, che fino a maggio ha ricoperto il potente incarico di direttore finanziario di Hac, in base alle incriminazioni avrebbe trasferito illegalmente sui propri conti privati una cifra complessiva di circa 5 milioni di euro, mediante anche la creazione di societ fittizie che fungevano da scatole cinesi. Zrinka Peternal, braccio destro del presidente di Hgk, avrebbe invece messo a punto un sistema totalmente illecito di societ prestanome per trasferire il denaro della Hgk sui suoi conti privati grazie allimpiego di fatture fasulle.

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