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ALBERT I.

MOSSÉRI

MANGIATE SECONDO LE LEGGI


DELLA NATURA

AFFIDATE LA VOSTRA SALUTE


ALLA NATURA
Parte I

I PIACERI DELLA FAME

1
Capitolo 1

I PIACERI DELLA FAME

1.1 Le cause principali


Non affronteremo tutte le cause della malattia – compito impossibile per vastità –
ma unicamente le principali, quelle che ci coinvolgono tutti, e cioè:

1. La maggioranza della gente mangia senza avere veramente fame, ma solo


perchè è l’ora di mangiare. I bambini che, al pari degli animali, hanno istinti
più naturali degli adulti, mangiano per lo più soltanto quando hanno fame.
Alludiamo ai piaceri della fame quando si mangia e non quando la si pro-
lunga!

2. La maggioranza della gente mangia cibi non specifici per la specie umana,
ossia alimenti non destinati dalla Natura all’uomo (carni, cereali).

Ciò spiega perchè la maggioranza della gente non appena sveglia al mattino
mangia o beve qualcosa. Al risveglio non si può avere veramente fame. La bocca
è sovente impastata, cattiva, secca, amara, la mente non chiara. Allora ci si sente
indotti a far cessare tutti questi sintomi di eliminazione con una bevanda calda
contenente veleni: caffè, thè, cioccolata, tisane. Per taluni è la sigaretta o la doc-
cia fredda ad interrompere l’eliminazione notturna (catabolismo). Poi si mangia
senza fame sovraccaricando l’organismo nel momento in cui le forze vive sono
concentrate nel portare a termine l’eliminazione della notte. In soggetti denutriti
(malgrado la loro abbondante alimentazione) la fame potrebbe manifestarsi una o
due ore dopo il risveglio. Ma per i più la vera fame non si rivela che parecchie ore
dopo il risveglio.

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di Albert I. Mosséri

Ogni qualvolta tratto questo argomento nel corso delle mie conversazioni quo-
tidiane con i digiunatori mi si ribatte che di buon mattino si avverte la fame. A
questo punto chiedo di distinguere tra falsa fame e vera fame.

1.2 La fame autentica


Â≪La fame autentica – scrive Shelton – è una richiesta fisiologica di nutrimento.
Sopraggiunge quando il corpo necessita di essere nutrito. È la ‘voce della natura’
che ci informa di questo bisogno. La vera fame ci obbliga alla ricerca del cibo e
non si soddisfa che mangiandoÂ≫.
Queste ultime parole racchiudono la chiave del problema. La falsa fame scom-
pare in poco tempo, ricompare ancora, poi di nuovo sparisce. Al contrario la vera
fame persiste. Di conseguenza, per poterla distinguere, sarà sufficiente attendere
un’ora o poco più. In questo modo non sussisteranno dubbi.
Secondo Shelton, la vera fame assomiglia alla sete nel senso che la si avverte
in bocca, in gola, non altrove. Riteniamo tuttavia che in taluni soggetti essa in-
cominci nello stomaco con una sensazione di vuoto mentre in altri può apparire
come una sensazione diffusa in tutto l’addome. Quando la fame è troppo acuta
per carenza di nutrimento il soggetto si sente ‘partire’ e non gli riesce più di lavo-
rare nè fare alcunchè prima di essere nutrito. La denutrizione è allora profonda in
questi casi e non deve essere ignorata.
La vera fame non si accompagna a sintomi allarmanti come la maggior parte
delle persone si immagina. Si tratta di una sensazione molto gradevole e tale da
procurare una profonda soddisfazione fisica, e psicologica al tempo stesso.
Â≪L’appetito è una contraffazione della fame. Non è l’espressione di un biso-
gno, ma un’abitudine o voglia immaginaria. L’appetito è una creatura dell’abitu-
dine e della routine e può essere suscitato da differenti circostanze quali l’ora del
pranzo, la vista, il gusto e l’odore dei cibi, perfino l’idea di mangiare può provo-
care l’appetito. Anche i condimenti e le salse posso nodestare l’appetitoÂ≫. Ma
non è vera fame. L’appetito è falsa fame.

1.3 La bulimia
I grandi mangiatori che si ingozzano per il solo piacere sono capaci di divorare
considerevoli quantità di cibo non per fame, ma per voglia mentale. In ogni caso

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non riescono mai a soddisfare il loro piacere. Il vero piacere si soddisfa quando
si ha veramente fame. È il soddisfacimento di un’autentica domanda. I grandi
mangiatori non pervengono mai al vero piacere del cibo ed è la ragione per la
quale lo ricercano nell’ingozzamento e nella sazietà. Ma né l’ingozzamento nè la
sazietà procurano un reale appagamento.
Shelton paragona l’appetito alla voglia di nicotina, alcool, thè, caffè, ecc.
Â≪Nessuno può mai avere fame di queste sostanze avvelenantiÂ≫ egli scrive.
Â≪Infatti esse non servono ad alcun bisogno fisiologico e, di conseguenza, sono
sempre nocive. Nessuna richiesta fisiologica per queste sostanze può determinarsi
casualmenteÂ≫.
Â≪Capita talvolta – continua Shelton – che l’appetito si accompagni con varie
sensazioni di malessere e perfino di dolore, sensazioni di debolezza, di esaurimen-
to nervoso, di rodimenti dello stomaco, gorgoglii intestinali, nausee, emicranie ed
altre sensazioni morboseÂ≫. Tra le sensazioni di falsa fame Shelton cita inoltre
quella di sentirsi ‘partire’, che noi preferiamo considerare piuttosto come un sinto-
mo acuto di denutrizione ed autentica fame. In compenso la debolezza non è un
sintomo di fame, ma di avvelenamento il quale reclama non la tazza di caffè,
la sigaretta o cibo, secondo l’opinione corrente della maggioranza della gente, ma
il riposo a letto. Taluni mi ribattono che non sempre nel corso di una normale
giornata quando ci si sente stanchi si ha il tempo per sdraiarsi e che una sigaretta
o una tazza di caffè hanno l’effetto di ‘svegliare’ e permettono di proseguire l’at-
tività. Invariantemente rispondo che ciò avviene a scapito della vostra salute e che
prima o poi ne subirete le conseguenze. Ci sarà sempre un conto da pagare.
Torniamo alla sensazione di ‘sentirsi partire’. Non bisogna prenderla alla leg-
gera. In quel momento è necessario mangiare: è il corpo che reclama di essere
nutrito. Dopo alcune settimane questo tipo di fame scompare ed è sostituito,
non appena le riserve sono ricuperate, da una fame meno urgente.
Â≪I sintomi morbosi della falsa fame – prosegue Shelton – sono identici a
quelli che provano i drogati privati della loro droga abitualeÂ≫. Certo i sintomi
dell’assuefazione sono di solito più forti, ma l’assuefazione alimentare, l’esalta-
zione alimentare e la ghiottoneria producono i loro propri sintomi, a torto scam-
biati per fame. Temporaneamente questi sintomi vengono calmati dal cibo allo
stesso modo del caffè che in via provvisoria calma il mal di testa provocato dalla
precedente tazza di caffè. È questa la ragione per la quale ci si immagina di aver
bisogno di mangiare. Gli ulcerosi ed i malati di stomaco mangiano sovente per
calmare i loro dolori ed affondano sempre più in un circolo vizioso senza fine.
Eppure questi sintomi cessano sol che ci si astenga dal mangiare per qualche
tempo e si attenda la vera fame. Questa vera fame non si accompagna ad alcun

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sintomo. Non si avverte nè mal di testa nè alcun malessere. Le idee sono
chiare, la mente lucida, si è ottimisti, felici, tranquilli, sereni. La vera fame non
viene necessariamente all’ora di pranzo come nel caso della falsa fame. Essa può
presentarsi spontaneamente in ogni istante della giornata, ma non in piena notte.
Di notte infatti i muscoli sono rilassati ed anche lo stomaco che è un muscolo si
rilassa. Durante il riposo notturno non è pronto per impastare il cibo.

1.4 I condimenti
La vera fame non può essere causata dall’idea, dall’odore e neppure dal gusto di un
cibo. La vera fame non è stimolata dai condimenti, dalle salse e dal sale. Queste
sostanze sono dei veleni. La saliva riversata sul sale non contiene succhi digestivi,
bensı̀ acqua per diluire il veleno e renderlo meno corrosivo. Quando si prova la
vera fame ci si soddisfa con un cibo semplice, scondito, non preparato, allo
stato naturale. La fame è la migliore delle salse. Ma nella falsa fame l’appetito
e la voglia diventano difficili ed esigenti. Si rifiutano gli alimenti semplici. Si
desiderano preparazioni sofisticate, cibi salati, zuccherati o profumati . . . Si dice
che la fame vien mangiando, ma è l’appetito o la voglia che vengono mangiando
e non la vera fame. Quando si ha veramente fame si mangerebbero i sassi!
Quando si ha veramente fame ci si soddisfa con poco. Con la falsa fame
e l’appetito invece ci si soddisfa nella sazietà ‘pa tologica’ oppure nell’appaga-
mento della ‘stimolazione’ desiderata. L’appetito e la falsa fame possono essere
eccitati dalla varietà. Come quando si è sazi di un cibo è possibile eccitare
l’appetito mangiandone uno di qualità diversa. Ecco perchè la varietà induce
alla ghiottoneria e val meglio limitarsi ad una sola quali tà di cibo per pasto.
Â≪Quanta gente è ancora affamata al momento del dessert? – chiede Shelton – E
tuttavia sono in pochi a rifiutarloÂ≫.
Secondo il Dr. Claunch è possibile distinguere tra fame ed appetito nel se-
guente modo: Â≪È vera fame quando avete fame e vi sentite a vostro agio, vi-
ceversa è falsa fame quando avete la cosiddetta ‘fame’ e vi sentite a disagioÂ≫.
Tuttavia faremo eccezione a questa regola per la persona che si sente ‘partire’.
Infatti, all’inizio del cambiamento di regime, la digestione è molto debole, le
cellule piangono miseria e la fame è molto frequente ed irresistibile. Ci si
sente ‘partire’ ed in quel momento bisogna affrettarsi a mangiare. Ma poi con il
miglioramento del potere digestivo, le riserve sono più sostanziose, la fame si fa
meno frequente ed è piacevole sopportarla. Con il vecchio regime di cibi cotti e
denaturati non si digerisce che il 20%, il resto all’indomani passa nelle feci. Al
contrario, con il nuovo regime di alimenti vivi si digerisce il 90%, le feci sono

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poco abbondanti, modellate ed inodori. Questo è il motivo per cui, nell’attesa che
aumenti il potere di digestione, il passaggio da una tappa all’altra provoca un’in-
sistente richiesta di cibo. Ecco perchè è sempre conveniente incominciare con un
digiuno di PREPARAZIONE al cambiamento di regime. In questo caso la fame è
un sintomo di denutrizione che occorre subito soddisfare.
Â≪Quando una persona malata salta un pasto abituale si indebolisce prima di
avere fame. Ma quando a saltarlo è una persona in buona salute essa ha fame
prima di indebolirsiÂ≫.
Questa conclusione del Dr. Claunch ignora i fatti che abbiamo passato in
rassegna. Infatti riteniamo che qualora ci si senta ‘partire’ sia assolutamente
necessario mangiare e non digiunare, grassi o magri che si sia. Sono sovente i
più corpulenti ad avere minori riserve essenziali necessarie all’eliminazione.
Occorre, beninteso, distinguere tra la sensazione di debolezza e quella di ‘sen-
tirsi partire’. Nella sensazione di debolezza ci si sente deboli, incapaci di concen-
trazione, di compiere uno sforzo muscolare. Tale debolezza è causata dalla tos-
siemia, il fegato ostruito si accaparra tutto il sangue e l’energia. Allora i mu-
scoli e il cervello dispongono di scarsa energia. In quell’istante occorre astenersi
dal mangiare e le forze torneranno rapidamente insieme all’intera lucidità menta-
le. Viceversa, quando ci si sente partire si avverte un vuoto all’interno, una fame
diffusa che parte dallo stomaco e sale verso la gola e la bocca. In quell’istante
occorre mangiare.
Â≪Se si segue la regola di mangiare soltanto quando si ha fame, le persone
che credono di aver fame, ma che sono stanche, deboli ed a disagio, dovrebbero
digiunare fino al ritorno del proprio benessere e delle proprie forze. In questo
senso il digiuno diventerebbe una delle pratiche più ricorrenti nella vita finchè
non si fosse imparato a vivere e mangiare senza bisogno di digiunare”. Siamo
perfettamente d’accordo con Shelton. Nella vita quotidiana non sempre si riesce
a dominare le circostanze. Allorchè ci si sente senza forza, indeboliti, indolenti,
incapaci di concentrazione, con idee pessimiste e poco chiare, il morale basso e
privo di slancio per ritrovare il buonumore, l’ottimismo, la mente chiara e lucida,
le forze muscolari disponibili, basterà attendere la vera fame.
Â≪Fino a quando la quantità, la qualità e la frequenza dei pasti saranno rego-
lati dall’etichetta, dalle regole della buona educazione, dalla consuetudine e dalle
teorie ufficiali della provetta e del laboratorio si avrà sovente bisogno di digiuna-
re. E finchè le sensazioni di malessere saranno scambiate per vera fame, le infelici
vittime dell’alimentazione sbagliata e della vita squilibrata non saranno in grado
di riconoscere l’invito all’astinenza. Pochissime persone infatti sanno interpretare
il linguaggio dei loro sensi. Tutti sono indotti dalla “scienza ufficiale” ad igno-

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rare la “voce della natura” ed a “mangiare grande quantità di cibi nutrienti” per
conservare le forzeÂ≫.
Mi si chiede sovente quanti pasti consumare ogni giorno. Rispondo invarian-
temente che ciò dipende dalla fame e che non esiste un numero sacrosanto.
La fame è un principio sacro nella nostra vita che bisogna rispettare in ogni
circostanza. L’errore più comune e grave è di riempire il proprio stomaco
perchè è l’ora di pranzo per prescrizione medica, passatempo sociale o per
compiacere ospiti e commensali. Mangiare in assenza di una domanda naturale
significa non trarre profitto da ciò che si mangia. Esattamente come colui che
pratica la respirazione artificiale senza necessità o come colui che beve senza sete.
Â≪Questo modo di mangiare trasforma il corpo in una fabbrica di concimiÂ≫.

1.5 La domanda naturale


La vera fame rappresenta la domanda naturale di mangiare e segnala che il cibo
sarà effettivamente elaborato dal corpo. Infatti gli organi della digestione in quel
momento sono pronti a ricevere il cibo e digerirlo. La fame indica che le cellule
sono disposte a ricevere il cibo ed assimilarlo. Quando si mangia in questa si-
tuazione si può essere certi che il corpo verrà nutrito e non avvelenato dai cibi
consumati.
Secondo l’opinione medica e popolare la fame è una sensazione dolorosa e
penosa. Si parla della sofferenza da fame: Â≪ho sofferto la fameÂ≫, si sente
dire. La fame invece è una manifestazione del normale funzionamento del corpo
e tutte le normali funzioni del corpo procurano piacere. L’urinare, l’evacuare, il
guardare, il dormire, ecc., sono tutte funzioni gradevoli.
Nel suo libro Bodily Changes in Pain, Hunger, Pear and Rage (I cambiamenti
organici nel dolore, la fame, la paura e la rabbia) il Dr. Walter Cannon scrive
quanto segue:
Â≪La sensazione della fame è difficile da descrivere con precisione, ma tutti,
a partire dall’infanzia, hanno provato questo sordo dolore che rode l’epigastrio ed
esercita un’imperiosa sorveglianza sull’individuo. Come ha rilevato Sternberg, la
fame può diventare a tal punto persistente da costringere l’individuo a riempirsi
di cibi tanto sgradevoli da non eccitare non soltanto l’appetito, ma addirittura
nausea. Allora si inghiotte tutto ciò che capita a tiro. I piaceri dell’appetito non
appartengono a questo individuo dal momento che vuole la quantità anzicchè la
qualità, e la pretende subitoÂ≫.

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Â≪Si può descrivere la fame come un fulcro dal quale si irradiano vari raggi
secondari. Solitamente un sordo dolore nell’epigastrio costituisce la prima ri-
chiesta di nutrimento. Quando poi non dovesse essere soddisfatta, la sensazione
potrebbe evolvere in rodimenti sgradevoli meno localizzati nel loro progressivo
intensificarsi. Queste sono le principali caratteristiche della fame. A questi sor-
di dolori si può aggiungere un senso di spossatezza, di stordimento, svenimento,
violento mal di testa, irritabilità ed agitazione tale da rendere il prosieguo dell’at-
tività nelle faccende quotidiane sempre più problematico. Questi condizionamenti
differiscono da individuo ad individuo: c’è chi soffre di mal di testa, chi di sveni-
menti, ecc. Tutto ciò sta ad indicare come non costituiscano il fattore essenziale
quanto piuttosto delle manifestazioni secondarie non costanti. La sensazione stes-
sa di vuoto, menzionata come elemento costante di questa esperienza, più che un
dato distinto della coscienza appare come una conseguenza e perciò può essere
tranquillamente espunta dalle nostre considerazioni. A costituire la caratteristica
costante, il fatto centrale da esaminare in dettaglio rimane dunque la sensazione
sorda ed insistenteÂ≫.
Da questa descrizione del Dr. Cannon risultano piuttosto i sintomi della falsa
fame quali sono avvertiti da parte delle persone malnutrite o da coloro che pratica-
no abusi quotidiani. Tutti i sintomi morbosi descritti dal Dr. Cannon sono specifici
della falsa fame: spossatezza, mal di testa, svenimento, sgradevoli rodimenti, ecc.

1.6 Una sensazione piacevole


Al contrario, la fame autentica è sempre piacevole e gradevole per insistente che
sia. Un vuoto allo stomaco accompagnato da contrazioni ritmiche, una sensazio-
ne di rilassamento che dallo stomaco sale verso la gola attraverso l’esofago: tutti
questi sintomi sono gradevoli e piacevoli. Nei casi di denutrizione e mancanza di
riserve, il soggetto può avvertire una fame diffusa, un’incapacità al lavoro ed alla
concentrazione, si sente ‘partire’. Ma queste sensazioni scompaiono rapidamente
in poche settimane man mano si ricostituiscono le riserve. Allora la fame diventa
meno frequente. Con la fame il soggetto diventa vivace, la sua mente pronta e
lucida, di umore ottimista e sereno. Vede tutto rosa. ‘ Tutti i sintomi morbosi
descritti nella falsa fame somigliano sorprendentemente ai sintomi del fumatore
e del consumatore di caffè e thè analogamente a quelli del drogato quando cessa
di drogarsi. Questi sintomi sono quelli della falsa fame, sono sintomi di elimi-
nazione. La falsa fame è un sintomo di eliminazione dei residui del pasto
precedente. Tali sintomi di disintossicazione sono ben conosciuti dai drogati, dai
fumatori e bevitori di caffè e thè. Tuttavia i mangiatori li ignorano.

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È evidente che se un drogato o un fumatore in totale disintossicazione riprende


il suo veleno, gli sgradevoli sintomi della disintossicazione cessano subito.
Â≪Per comprendere la fame – scrive Shelton con un procedimento logico an-
titetico –, prima di cercare di capire che cosa sia, consideriamo ciò che non n è. Il
mal di testa non è fame, il dolore addominale non è fame, i rodimenti di stomaco
non sono fame, non è fame nè la spossatezza nè la vertigine nè l’irritabilità nè
la debolezza nè lo svenimento nè la sensazione di vuoto nè l’agitazioneÂ≫ (la
sensazione di vuoto, a parer nostro, potrebbe essere fame).
Pensate alla sete. Si tratta forse di un dolore, di una vertigine, di uno sveni-
mento? Niente affatto. La sete è avvertita in bocca e in gola, si prova un desiderio
cosciente di bere acqua. Non si scambia mai il mal di testa con la sete dal momen-
to che si conosce molto bene la sete. Lo stesso può dirsi per la fame autentica. Si
avverte un desiderio autentico di mangiare, ci si sente a proprio agio, senza soffe-
renze nè malesseri. La saliva scorre abbondante in bocca e sovente si desidera un
alimento particolare.

1.7 Gli alimenti semplici


A parer nostro, qualunque alimento semplice è in grado di soddisfare la vera fame.
Shelton ritiene che la vera fame sia una sensazione localizzata, ma non nello sto-
maco. Noi pensiamo che essa incominci nello stomaco per poi salire nell’esofago
e in gola che, anzichè restare contratti come nella falsa fame, si dilatano.
Taluni digiunatori avvertono dei dolori allo stomaco. Non è la fame. Ad av-
vertirli sono i dispeptici, i nervosi, gli ansiosi, gli ulcerosi, coloro che soffrono di
gastrite, ecc. Sono da attribuirsi a contrazioni spasmodiche dello stomaco e degli
intestini originati da disturbi psichici o emotivi del sistema simpatico addominale
che controlla questa regione del corpo.
La teoria ufficiale si basa sulle ‘contrazioni stomacali da fame’, teoria patro-
cinata dai ricercatori americani Cannon e Carlson. Ma Shelton la rifiuta in questi
termini: Â≪Di frequente nel campo della scienza è capitato che conclusioni af-
frettate desunte da dati incompleti siano state accettate. Con il risultato di aver
generato una serie di errori e confusioni che si sono a lungo prolungate fino a
quando si è dimostrato il loro contrario. Non neghiamo l’esistenza di queste con-
trazioni, ma contestiamo il significato che si vuole loro attribuire. Nessuno dubita
che Carlson abbia effettuato digiuni di corta durata ed abbia anche studiato qual-
che caso, ma ciò non costituisce affatto una documentazione sufficiente e non
autorizza a trarre le conclusioni cui è pervenutoÂ≫.

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Â≪Secondo me – prosegue Shelton – i soli in grado di riconoscere i sintomi


della fame autentica sono coloro che hanno guidato e studiato parecchi digiuni di
lunga durata e non coloro che ne hanno studiato alcuni brevi, catalogato risposte
a questionari di uomini e donne che probabilmente non avevano mai digiunato o
avevano avuto esperienze infantili con sonde in condizioni psicologiche avverse
(sonde introdotte nello stomaco). I sintomi della fame autentica possono essere
osservati dopo un digiuno prolungato, raramente dopo un digiuno cortoÂ≫.
A parer nostro, la fame autentica può essere provata dopo un digiuno corto e
perfino ritardando semplicemente un pasto. Ma ciò dipende dallo stato di salute
del soggetto, dalle circostanze, ecc. Se un corpo non ha urgente bisogno di elimi-
nazione, la fame si scatena poco tempo dopo aver saltato il pasto. Ma se si perse-
vera nel digiunare allora le energie disponibili si indirizzano verso l’eliminazione.
Del resto, in caso di stanchezza e preoccupazione, la fame scompare. La fame non
può manifestarsi che in condizioni favorevoli di digestione e rilassamento psichico
e mentale totali.
Per il senso comune, la fame rappresenta una privazione, una sofferenza, un
dolore, quasi una tortura. Sovente si parla di ‘sofferenza da fame’. Si tratta di
un mito. La vera fame non si accompagna ad alcuna sofferenza, ad alcun dolore.
Come tutte le funzioni normali dell’organismo, la vera fame è piacevole. Perchè
dunque parlare di sofferenze? Indubbiamente sofferenze e dolori esistono e sono
effettivamente avvertiti dagli individui. Ma queste sofferenze sono esclusivamente
sintomi di eliminazione e disintossicazione allo scopo di far scomparire i postumi
irritanti dei precedenti pasti malsani. Chi smette di fumare e bere caffè prova le
medesime sofferenze e gli stessi dolori di disintossicazione. Questi dolori non
hanno nulla a che vedere con 1a fame nè con il bisogno di fumare o bere caffè.
Ho avuto sotto sorveglianza migliaia di digiunatori. Prima del digiuno tutti
si immaginano di dover attraversare periodi di sofferenze a causa della fame.
Ma fin dai primi giorni di digiuno si stupiscono di non soffrire la fame e non
avere la minima voglia di mangiare. Certo, se la fame fosse presente per l’intero
periodo di digiuno pochissimi sarebbero stati in grado di digiunare. Ma fin dai
primi giorni la fame scompare e per lungo tempo. I digiunatori non avvertono
affatto quelle cosiddette ‘sofferenze da fame’ che tutti sono soliti immaginarsi.
Percepiscono piuttosto nausea e ripulsa per qualsiasi cibo. Ripetendoci, di-
ciamo che le sofferenze talvolta accusate non sono quelle della fame, ma della
disintossicazione. Quando la fame arriva, non esiste alcuna sofferenza.
Nel suo libro Perfect Health (La salute perfetta), Haskell afferma di Â≪aver
domandato a parecchie migliaia di persone, medici compresi, di descrivere la sen-
sazione della fame naturale: svenimento, sensazione di vuoto nello stomaco, un
buco, rodimenti, ecc. Ebbene, queste sensazioni sono quelle dell’appetito e non

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della fame e derivano da un cattivo modo di alimentazioneÂ≫.


Secondo Carrington, le persone scambiano per fame talune sensazioni che non
hanno nulla a che vedere con la vera fame. In effetti, Â≪le voglie morbose causate
da uno stato anormale del corpo, stimolazione, congestione, irritazione, ecc. non
sono i sintomi della vera fame. La vera fame non si manifesta mai nello stomaco,
ma sempre, analogamente alla sete, nelle ghiandole della gola e della boccaÂ≫. A
parer nostro, la fame inizia nello stomaco, in seguito sale nell’esofago e nella gola
che si dilatano.
Secondo Fletcher, per distinguere la vera fame dalla falsa si osservi come nel-
la vera fame “l’acqua coli in bocca”. Secondo noi, per distinguerle basterebbe
attendere da mezz’ora ad un’ora: la vera fame persiste mentre la falsa scompare
con tutti i suoi sintomi morbosi ed ingannatori.
Secondo il Dr. Dodds, la sensazione del ‘partirr̀’, in taluni casi, non si riferi-
sce ad una carenza di cibo bensı̀ alla mancanza dell’abituale stimolante. Ciò non
corrisponde affatto alla nostra opinione. Questa sensazione infatti non va ignorata
nè presa alla leggera. Il soggetto soffre di denutrizione grave poichè digerisce
appena il 10% di ciò che mangia. A rischio di morire, questa situazione non
deve essere protratta. Occorre opportunamente nutrire il soggetto con piccole
quantità in condizioni di riposo favorevoli sia prima che dopo il pasto ed in
totale assenza di turbamenti psicologici, emotivi, ecc. Coloro i quali per essersi
lasciati sfuggire un pasto si sentono ‘partire’ devono essere obbligatoriamente nu-
triti. Ci sono capitati parecchi casi che, per aver volontariamente ignorato questa
sensazione di fame ed essersi ostinati a non mangiare, sono caduti in uno stato di
bulimia incontrollabile e sono morti di denutrizione.
Quando si ha fame, quando ci si sente ‘partire’, bisogna nutrirsi, ma un pa-
sto abbondante non sarebbe digerito, passerebbe nelle feci e la denutrizione
si aggraverebbe a tal punto da determinare la morte per inanizione. In queste
condizioni occorrono 5-7 pasti modesti al giorno sotto il controllo di un sor-
vegliante energico che impedisca al soggetto sia di ingozzarsi che mangiare a
sazietà.
Mentre la maggioranza degli igienisti professionisti nelle manifestazioni della
fame attribuisce il ruolo attivo principale alle ghiandole della gola ed a quelle della
bocca, Shelton lo attribuisce ai nervi. Quanto a noi, ci riconosciamo perfettamente
in Shelton in quanto sono proprio i nervi a trasmettere questa sensazione di vuoto
e dilatazione che sale verso l’esofago e la gola. Questa è la ragione per la quale il
corpo sottoposto a fatica, preoccupazioni, apprensioni, emozioni negative, collera,
odio, ecc., anche se gli necessita del cibo, non lo richiede e non manifesta i sintomi
della fame. I nervi si incaricheranno di mantenere gola ed esofago contratti.

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Capitolo 2

CONSIGLI PRATICI PER I


PRINCIPIANTI

Quando si desidera mantenere o ristabilire la salute, occorre rifiutare tutto ciò che
non è naturale, che non sia cioè come la Natura lo presenta, a cominciare dai
prodotti dell’industria alimentare o farmaceutica.
Tuttavia tutto ciò che è naturale non necessariamente è buono per l’organismo
umano dal momento che l’uomo non è l’unico animale sulla terra. È necessario
che il naturale sia in un rapporto normale con l’essere umano.
Cosı̀, ad esempio, tra le migliaia di piante naturali che si trovano sulla terra,
le commestibili sono appena qualche decina. Le rimanenti sono tutte velenose.
In compenso, la belladonna, che per noi è velenosa, si addice perfettamente ai
conigli. Al pari della foglia del thè e del cioccolato, il tabacco è naturale, ma
il suo gusto amaro ce ne segnala la velenosità. L’argilla è naturale, ma sotto il
profilo alimentare non assolve alla condizione essenziale che è di essere gradevole
al gusto. Quanto poi alla qualità di rimedio naturale abbiamo spiegato in Jeuner
pour revivre (Digiunare per rivivere) che i rimedi non esistono. Il solo rimedio
è la soppressione della causa. Il potere di guarigione è prerogativa unica del
vivente. Orbene, l’argilla non è vivente.
Chi cerca la salute dovrebbe anzitutto eliminare tutti i seguenti veleni:

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 13
di Albert I. Mosséri

2.1 I farmaci
La Natura non produce farmaci. Tutto ciò che si presume i farmaci siano in grado
di fare, la Natura lo fa meglio, se le si obbedisce. I farmaci corrodono l’organismo,
prostrano gli organi vitali, avvelenano i tessuti e mascherano i sintomi. Se uno
avesse due malattie, con i farmaci ne piglierebbe una terza. Anche l’aspirina ed i
lassativi devono essere abbandonati. A che serve combattere i sintomi? Occorre
combattere le cause. I prodotti chimici non sono fatti per essere introdotti nel
corpo. Il corpo li espelle con grandi spese. Ma dal momento che le cause non
sono state soppresse, i medesimi fastidi si ripresenteranno nello stesso o in altro
punto del corpo.
(Più avanti si esamineranno due eccezioni che necessitano di particolari far-
maci: 1. alcune malattie parassitarie, 2. casi di distruzione o ablazione di organi
endocrini).

2.2 Le operazioni
In genere, salvo rare eccezioni dovute ad incidenti stradali e, in taluni casi, asso-
lutamente infrequenti come la cataratta, gli ascessi interni, le occlusioni, ecc. è
necessario rifiutare le operazioni. Nell’evenienza consultare un igienista anzicchè
un medico. Generalmente le operazioni non sopprimono le cause delle malattie.
Rifiutate l’operazione per l’ernia, le fistole, le emorroidi, la ulcere, i tumori, il
cancro, i calcoli, l’appendicite, la sinusite, tonsille gonfie, cancrena, reni, cuore,
polipi, gangli, papillomi, vescica, intestini, stomaco, glaucoma, tiroide, o vaie,
artrosi, ecc.

2.3 L’alcool e il tabacco


L’alcool deriva da alimenti naturali, quali le uve, senonchè queste uve sono fer-
mentate per dare un prodotto che non ha nulla dell’alimento nè della bevanda.
Anche la foglia di tabacco è naturale, ma se mangiassimo una insalata di fo-
glie di tabacco saremmo tosto avvelenati. Mi direte che il tabacco lo si fuma.
Senonchè i polmoni sono predisposti a ricevere aria pura e non fumo di tabacco e
di fabbrica.

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Penso non sia necessario raccomandare la soppressione di questi due veleni


dal momento che tutti concordano su questa evidenza.
Allo stesso titolo diciamo semplicemente che sono nocivi la birra e il vino.
Infatti favoriscono la fermentazione di tutto il bolo alimentare che transita
nell’organismo senza profitto. Le feci diventano nauseabonde anzicchè essere
inodori e ben modellate.
Come smettere di fumare senza troppa difficoltà? Sono stati lanciati tanti me-
todi più o meno efficaci. Ma l’unico metodo garantito consiste in un corto
digiuno. Infatti, nel giro di soli tre giorni la voglia di fumare passa. Il corpo
elimina tutti i veleni, nicotina compresa. In bocca il gusto diventa amaro e cattivo.
Occorre bere acqua a volontà. Il metodo è radicale. In caso di mal di testa
è necessario bere maggiormente ed aspettare che passi. Quando i veleni ven-
gono scaricati nel sangue, prima di essere eliminati tramite l’urina, provocano dei
mal di testa. L’urina diventa molto scura in quanto contiene tutti i veleni eliminati.
Questo metodo del digiuno per smettere di fumare non necessita che un minimo
di volontà.

2.4 Caffè e thè


Allo stato naturale, il caffè e il thè sono amari. Ebbene, tutto ciò che è amaro o
insipido contiene del veleno.
Vero è che tutti gli alimenti contengono dei veleni, ma le quantità sono tal-
mente esigue da essere irrilevanti. Ad esempio, la lattuga contiene del laudano in
quantità tanto insignificanti da non poter ledere la salute. Al contrario, una sola
goccia di laudano è sufficiente ad uccidere.
Il fatto che un prodotto sia naturale non deve indurre ad assunerlo ad occhi
chiusi.
Queste bevande contengono dei veleni che aggrediscono i nervi ed i reni, poi
lo stomaco, il sangue, ecc. Sono stimolanti, il che significa che arrestano l’eli-
minazione naturale dell’organismo e quindi provocano un’euforia artificiosa. Il
corpo si mobilità per espellerli. Qualsiasi stimolazione sembra dar forza, ma in
realtà logora le energie. I nervi finiscono per essere scossi e ciò provoca insonnia,
affaticamento nervoso, snervamento, instabilità nervosa di fronte alle contrarietà,
vulnerabilità dell’intero sistema nervoso che presiede meno bene alle altre funzio-
ni organiche. Quando si prende a frustate un cavallo affaticato non bisogna credere
che questi colpi di frusta gli abbiano ridato forza. L’energia infatti si manifesta

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nel suo consumo, mai nella sua accumulazione.


D’altronde il caffè non contiene soltanto la caffeina, ma almeno una tren-
tina di veleni. I reni, incaricati di eliminare tutti questi veleni finiscono col tempo
per logorarsi. Ora, quando i reni degenerano non è possibile alcuna rigenerazio-
ne. I casi di nefrite sono molto gravi e finiscono con l’uccidere l’ammalato. Ho
conosciuto un seguace del digiuno e della vita sana che non aveva mai smesso
con il caffè. Ne beveva una o due tazze al giorno. All’età di 65 anni il suo ven-
tre incominciò a gonfiarsi sempre più perchè i reni non riuscivano a filtrare
tutta l’urina che si accumulava nel ventre. I chirurghi lo sottoposero ad una,
due paracentesi. Ciò nonostante finı̀ con l’avvelenarsi e morı̀ poco dopo. Senza
caffè, con i reni sani, avrebbe potuto vivere ancora vent’anni. Il piacere che si trae
dal caffè non merita tutte le sofferenze infernali che provoca ai reni e soprattutto
ai nervi.
Coloro che al mattino per svegliarsi prendono il caffè potranno farne a meno
quando non avranno più lo stomaco carico di cibi artificiali. Con una cattiva
alimentazione artificiale, l’eliminazione notturna si protrae parte del mattino. La
si arresta con il caffè, ma col tempo i veleni si accumulano pericolosamente.
Per smettere il caffè si può consumare del decaffeinato o meglio ancora un
succedaneo a base di cereali tostati. Questo prodotto ha un sapore pressochè
analogo a quello del caffè senza contenerne i veleni.
Nei negozi dietetici esiste anche del thè detheinato.

2.5 Il cioccolato
Allo stato naturale il cacao è amaro, cioè contiene dei veleni. Tutto ciò che è
amaro è velenoso per l’uomo. Il sapore ci avverte di tutto ciò che è buono e no.
Questo veleno è neutralizzato dal fegato che finisce coll’alterarsi. Lo zucchero
è utilizzato per mascherare l’amaro di questo veleno. Non si tratta dunque di
alimento allo stato naturale.
Esiste del cioccolato bianco a base di latte in polvere e quasi privo di cacao,
non altrettanto nocivo del cioccolato nero.

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2.6 Aceto, mostarda, pepe, sale


L’aceto, come l’alcool, è il prodotto della fermentazione, cioè della putrefazione
di alimenti del tutto naturali. Non è una ragione sufficiente per prenderne. Non
contiene più alcun nutrimento.
L’olio di mostarda, il pepe ed il sale sono dei veleni ancorchè completamente
naturali. Il fulmine di Dio è anch’esso naturale, ma è consigliabile evitarlo!
Tutti questi ingredienti sono troppo forti ed affaticano lo stomaco. Il corpo
li rigetta con il bolo che non viene digerito. Le feci, anzicchè essere modellate,
diventano molli. Il bolo alimentare transita troppo velocemente per essere assimi-
lato. Anzichè di piccole quantità, diventa voluminoso. Sono consentiti gli aromi
dolci: cerfoglio, timo, erba cipollina, lauro, cumino, basilico, prezzemolo, ecc.

2.7 La cottura
La cottura non è naturale dal momento che la Natura non ha creato nè fornelli nè
cucine. Nessun animale cuoce i propri alimenti. Tuttavia, poichè il ritorno ad una
alimentazione interamente cruda presenta per noi civilizzati una grande difficoltà,
in questo ambito, siamo obbligati a fare alcune concessioni.
La cottura deve essere fatta sempre con acqua, mai con olio o burro. Cotti,
tutti i corpi grassi diventano veleni. Infatti durante la cottura vengono disin-
tegrati e degradati liberando pericolosi acidi grassi. Inoltre rivestono cosı̀ bene
gli alimenti da impedire che vengano attaccati dai succhi digestivi. Ecco spiega-
ta l’indigestione provocata dalle fritture. Le fritture sono molto nocive per il
fegato.
Sui cibi cotti o sull’insalata è consentito invece l’aggiunta di olio o burro a
freddo. Preferibilmente olio extravergine. Dal momento che la cottura distrugge la
maggior parte delle vitamine occorre cuocere il meno possibile. I legumi devono
essere sodi e non flaccidi. Per 1 kg. di legumi basteranno 10 minuti con un
bicchier d’acqua. L’acqua di cottura può essere bevuta ad inizio pasto.
Se il fuoco è debole saranno necessari 15 minuti di cottura.

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2.8 Le pentole
Le pentole a pressione non sono valide perchè distruggono le vitamine. L’al-
luminio pare sia nocivo a causa dei sali di allume che deposita sulle pareti. Si
utilizzeranno pentole in ghisa non smaltata, in terracotta o altro che non libe-
ri alcun prodotto chimico. Le pentole in vetro speciale probabilmente sono
valide. Attenzione allo smalto perchè si scaglia e libera nocivi sali di piombo
utilizzati per incollarlo.
Si metta a fuoco pieno. Si utilizzi un contaminuti in vendita presso gli orolo-
giai. Si metta acqua fredda sui legumi. Si conterà a partire dal momento in cui
si accende il fuoco.
Le casseruole di cottura a vapore non sono valide perché richiedono troppo
tempo, inoltre l’acqua dei legumi ricade in quella di cottura che ne viene colorata
e persa.
Si dispongano i legumi più duri sul fondo della casseruola. Tagliare le patate
grandi in due o tre fette. Non tagliare le patate piccole nè i legumi minuti. Tagliare
a fette il cavolfiore, il cavolo, il sedano-rapa. È inutile tagliare a piccoli pezzi,
sminuzzare, fatta eccezione per le rare minestre.

2.9 Le leguminose
Le leguminose allo stato naturale e crudo non possono essere mangiate. Vero è
che si tratta di prodotti naturali, ma la Natura li ha destinati alla propagazione e
non al consumo. Sono delle semenze.
Questi alimenti comprendono i fagioli bianchi, i piselli secchi, le lenticchie,
i ceci, le fave secche, la soia. Sono alimenti impossibili a digerire che pro-
vocano gas e gonfiore di ventre. Bisogna eliminarli totalmente. Non sono
alimenti che possono essere mangiati crudi e richiedono troppa cottura. Conten-
gono troppo proteine e troppi farinacei. L’apparato digerente umano non è
assolutamente in grado di digerire una simile combinazione. Le proteine in-
fatti devono essere elaborate in un ambiente stomacale acido mentre i farinacei
richiedono un ambiente intestinale alcalino. I farinacei attendono dunque nello
stomaco la fine della digestione stomacale e di conseguenza fermentano. Secondo
Shelton, la digestione simultanea non sembra essere possibile. Ad ogni modo in
questi alimenti gli elementi proteici e farinacei sono strettamente legati perché lo
stomaco possa rapidamente separarli. In caso contrario i farinacei passerebbero

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nell’intestino lasciando i protidi nello stomaco. Oppure, nell’attesa che i protidi


vengano elaborati, lo stomaco incisterebbe i farinacei in una sacca gastrica.

2.10 Il bianco d’uovo


Il bianco d’uovo contiene troppa albumina. Occorre evitarlo sotto qualsiasi forma.
È molto nocivo. Accettabile invece il giallo crudo, bazzotto o cotto.

2.11 I formaggi
La Natura non produce formaggi. I formaggi sono il prodotto della fermentazione
del latte. Orbene chi dice fermentazione dice putrefazione e degradazione.
I formaggi fermentati sono gli alimenti più avvelenanti che possiamo co-
noscere. La più piccola dose provoca un effetto catastrofico sull’organismo. Con-
siste nel permettere la fermentazione dell’intero bolo alimentare che, all’indoma-
ni, senza digestione passa nelle feci. Il corpo non trarrà alcun beneficio dagli
alimenti. Evitare perciò come veleno il camembert, il roquefort, il brie, i caprini1 ,
il gorgonzola e tutti i formaggi invecchiati, anche se cotti. In compenso, tra i
formaggi cotti, si possono consumare i più dolci e meno salati quali il groviera,
l’olandese, il pirenei, lo stracchino, il formaggio di montagna.
Il formaggio fuso è valido, tuttavia esso contiene disgraziatamente dei conser-
vanti chimici.
Il formaggio bianco senza zucchero è eccellente. Preferibile allo yogurt a
causa dell’acido lattico. Si può lasciare cagliare il latte crudo o pastorizzato sul
termosifone, quindi scolarlo avvalendosi di un tessuto posto in un colino. Al
limite gli si può aggiungere dell’uva secca al posto dello zucchero che è nocivo.
I formaggi crudi da consumare sono: mozzarella, casatella, robiola, peco-
rino fresco, asiago, taleggio, fontina o simile,
1
solo quelli francesi perchè i caprini freschi che troviamo in Italia non sono fermentati

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2.12 Lo zucchero
Dal momento che proviene dall’industria, bianco o scuro, lo zucchero non è un
alimento naturale. Al giorno d’oggi si mette zucchero dappertutto: caffè, biscotti,
torte, tisane, melone, fragole, ecc.
Lo zucchero artificiale è un alimento pericoloso perchè agisce come uno sti-
molante e non come un alimento. Ora chi dice stimolante dice depressione. Si
veda la legge di Lindlahr sulla Dualità degli Effetti.
Lo zucchero entra rapidamente nel sangue in quanto, per cosı̀ dire, purifica-
to, decolorato, quasi che allo stato naturale sia sporco o impuro. Cos’è dunque
successo? Gli sono stati tolti i preziosi sali minerali e le vitamine e lo si è sbian-
cato chimicamente. Spogliato dei suoi elementi vitali, lo zucchero penetra molto
rapidamente nel sangue e lo altera. La reazione che ne deriva è una depressione.
Al contrario lo zucchero contenuto negli alimenti naturali è carico di sali
minerali e vitamine che gli impediscono di entrare rapidamente nel sangue.
Vi entra goccia a goccia e nutre a lungo il corpo senza provocare alcuno shock e
conseguente depressione. Lo zucchero può provocare febbre ed influenza, sensa-
zione di freddo, mal di testa, mente fiacca in quanto fortemente acidificante. Il Dr.
Carton lo definiva alimento omicida.
I naturopati preferiscono lo zucchero rosso perchè meno adulterato. Tuttavia
questo zucchero non è simile a quello prodotto dalla Natura.
La Natura non produce zollette di zucchero, nè rosso nè bianco.
Il principale difetto dello zucchero sta nel fatto di essere una sostanza concen-
trata. L’essere umano non può vivere senza zucchero naturale quale si trova in
forma diluita nella frutta e nei legumi, ossia nei cibi acquosi.
Nessuna sostanza concentrata si addice all’essere umano. Essa causa soui-
librio nella composizione del sangue. È questo l’argomento principale a sfavore
dello zucchero.
Altri argomenti meno importanti vengono talvolta avanzati dagli autori igieni-
sti o naturopatici:

• Lo zucchero inibisce la digestione di tutti i cibi in cui è associato. Per


una trattazione dettagliata si veda il mio libro La nourriture ideale et les
combinaisons simlifiées.
• Lo zucchero provoca carie dentarie perchè il corpo trae il calcio dai denti
per neutralizzare l’acidità dei sottoprodotti della digestione. In seguito, i

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sali di calcio cosı̀ formati costituiscono il presupposto di tutte le malattie


reumatiche in cui questi sali si depositano sulle articolazioni, ecc.

2.13 La carne
La carne è naturale per i cani e le tigri. Non per noi. Quando si ha fame nessuno
si sogna di sgranocchiare la coscia di una mucca.
Coloro che amano la carne possono riservarla al solo fine settimana. Ma coloro
cui non piace dovrebbero sopprimerla del tutto. Mai cuocerla con burro o olio.
Unicamente alla griglia. L’essere umano non è fatto per mangiare carne.

2.14 Funghi e ostriche


I funghi e le ostriche sono naturali, ma poco attraenti senza forti condimenti.
Sono cibi molto nocivi. Ogni anno capita di leggere sui giornali casi frequenti
di avvelenamento a seguito del loro consumo. Contengono proteine indigeste
che avvelenano il sangue. La putrefazione delle proteine è ben più grave della
fermentazione dei farinacei. La prima produce veleni virulenti mentre le seconda
produce alcool ed acido acetico.

2.15 Pane e pasta


Questi cibi a base di cereali sono destinati dalla Natura ai granivori, cioè agli
uccelli e alle galline. Non agli esseri umani. La loro difficile digestione lascia
delle scorie acidificanti che a lungo andare producono la prima serie di malattie:

• raffreddore

• sinusite

• asma

• gastrite

• bronchite

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• polmonite

• infezione

• pus

• ascessi

• cancro

• febbri

• malattie della pelle (eczema, psoriasi, foruncoli, ecc.)

La prima serie rappresenta le malattie catarrali, la seconda le malattie infet-


tive.
La soppressione dei cereali, tra cui il pane, porta una volta per sempre all’eli-
minazione dei raffreddori.
La soppressione dei cibi proteici concentrati (oltre il 2% di proteine) fa evitare
tutte le malattie infettive.

2.16 La frutta
Si può mangiare la frutta mescolata a formaggio bianco o cotto o con avocado.

• Mele

• Pere

• Uva

• Pesche

• Albicocche

• Fichi

• Arance, pompelmi

• Mango

• Fragole

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• Lamponi

• Melone, cocomero

• Ananas

Evitare prugne, mirabelle, prugnoli perchè contengono degli acidi che il fegato
non riesce a neutralizzare. Infatti, a riprova della loro indigeribilità, le prugne
secche sono leggermente lassative.
Non bisogna mai mescolare frutta con farinacei, quali patate e pane.
Quanto alle banane, ne proibiamo il consumo perchè contengono un veleno
che colpisce i reni e la vescica. Ad attestarne l’indigeribilità, esse provocano
gonfiamento di ventre e feci voluminose. In Africa gli indigeni le mangiano
cotte. I grandi primati (gorilla, orangutan, scimpanzè), al contrario delle
cento varie tà di altre scimmie esistenti, non ne mangiano. Orbene, l’uomo è
un grande primate che assomiglia a quelli sopra citati. Quando i gorilla devastano
una piantagione di banane non ne mangiano che i verdi germogli.
È stata consigliata agli obesi la cura delle banane. Il di magrimento dimostra
che queste banane non sono digeribili.
Gli studenti sanno che, grattando il dorso della buccia di banana, è possibile
preparare una sostanza che, seccata, fumano come una droga.
Il Dr. Valnet consiglia di pelare le banane due volte. Noi preferiamo farle
seccare sul termosifone dopo averle pelate e tagliate in due nel senso della
lunghezza.
Si possono anche cuocere a fuoco lento per la durata di 15 minuti in un
cucchiaio da minestra d’acqua. In questo modo sono più dolci che in poltiglia.
Le banane al forno sono eccellenti con l’aggiunta di panna fresca sterilizzata.

2.17 Datteri
Si possono prendere 5-10 datteri un quarto d’ora dopo il pasto. Con l’abusarne,
si otterranno gonfiamenti di ventre e gas sgradevoli. Allo stesso modo, a fine
pranzo, è possibile consumare 5-10 fichi o albicocche secche o uva secca. Non
prugne per la ragione che abbiamo detto.
A condizione di non aver consumato formaggi cotti si può terminare qua-
lunque pasto con un dessert del genere. Infatti, essi non si combinano con

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lo zucchero che necessita di una digestione intestinale mentre le proteine (for-


maggi) richiedono un ambiente stomacale acido. La mescolanza dei due provoca
difficoltà nella digestione e feci dal cattivo odore.

2.18 Verdure crude


Bisogna mangiare un’intera insalatiera di foglie verdi ogni giorno: lattuga,
scarola, indivia riccia, cicoria, radicchio, ecc. (200-500 gr., secondo l’indivi-
duo, l’età, il potere digestivo, l’attività).
Si consumeranno inoltre carote, finocchio, sedano, sedano-rapa, rape, pe-
peroni rossi o verdi, cetrioli, fave verdi con baccello, ecc. Il tutto crudo o
grattugiato. Chi non ha denti utilizzerà una centrifuga per il succo, badando
di ricuperare la polpa aggiungendola al succo.
Saranno evitati i cibi forti: rafano, cipolla, aglio.

2.19 I condimenti
Nessun animale condisce i propri cibi naturali. Sebbene i condimenti siano pro-
dotti naturali, essi non possiedono il sapore gradevole quando li si mangia da soli.
Sono troppo forti. In questa sede, siamo disposti ad una concessione, peraltro non
grave, riguardo ai condimenti dolci: cerfoglio, cipollina, prezzemolo, ecc.
Si potrà utilizzare olio d’oliva, groviera grattugiata, olive nere, yogurt o
maionese.
La maionese sarà fatta con olio, giallo d’uovo, limone, olive tagliate, un piz-
zico di cipolla. Niente sale nè mostarda, né aceto.
Sui datteri si può aggiungere della crema fresca sterilizzata.

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2.20 Verdure
Tutte le verdure che non si possono mangiare crude saranno cotte:
zucchini fave verdi con baccello
cavolo bianco, verde o rosso melanzane
cavolfiore rape
sedano rapa rutabaga
peperoni cipolle, aglio
carciofi patate
fagioli topinambur
Sono da evitarsi gli spinaci per il troppo acido ossalico. Lo stesso dicasi per
il rabarbaro e l’acetosella a causa della loro acidità. I piselli verdi e teneri sono
validi. Non i secchi.
Per uno studio approfondito si vedano i miei libri sul cibo La santé par la
nourriture e La nourriture idéale et les combinaisons simplifiées.

2.21 Gli altri fattori


La buona dieta non rappresenta il solo fattore di salute, quantunque sia il più im-
portante. Le preoccupazioni, la tristezza, le contrarietà, la paura, l’angoscia, l’o-
dio, il risentimento, la gelosia, l’inquietudine, la fretta, la precipitazione possono
intaccare e distruggere la salute.
Anche lo strapazzo, la mancanza di sonno, le serate tirate in lungo, le sovraec-
citazioni troppo frequenti, gli abusi sessuali possono frenare tutti i progressi verso
la salute. Occorrono dalle 8 alle 10 ore di sonno al giorno, secondo gli individui.
Quando possibile, la siesta è eccellente.
Per godere di una buona salute lo sport è un fattore illusorio. A torto ci si im-
magina che lo sforzo fisico aiuti l’eliminazione. Avviene il contrario. Infatti du-
rante lo sforzo fisico le energie si indirizzano verso i muscoli e si rallenta l’elimi-
nazione essendole venuto a mancare l’influsso nervoso necessario al suo oompi-
mento. Per funzionare gli organi di eliminazione e le cellule, allo stesso modo dei
muscoli, hanno bisogno di energia nervosa. Ora il corpo non possiede uno stock
inesauribile di energie. Il suo dispendio non può avvenire contemporaneamente
in tutte le direzioni.
Questa ragione spiega perchè non è possibile concentrarsi mentalmente duran-

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te una corsa a piedi nè lavorare quando lo stomaco è pieno. Il lavoro di digestione
richiede un’energia uguale a quella di due ore di improba fatica.
Ciò spiega la morte dei nuotatori che entrano in acqua a stomaco pieno. La
loro digestione si blocca perchè il sangue viene deviato verso i muscoli e, per
resistere al freddo, verso la pelle. Lo sfinimento è fatale.

2.22 I cibi naturali


Bisogna mangiare i cibi allo stato naturale quali ci vengono offerti dalla Natura.
Mai in conserva nè in composta. Crudi, se possibile.
I cibi artificiali o industriale sono inaccettabili.

2.23 La contrarietà
Quando si hanno delle contrarietà, delle gravi preoccupazioni, un grande dispia-
cere, quando si è costretti ad essere precipitosi, a correre, in preda ad una qualche
ossessione, ebbene bisogna saltare il pasto perchè lo stomaco, in questi difficili
periodi della vita, non è in grado di digerire alcunchè. Le ghiandole digesti-
ve sono paralizzate e non secernono più nulla. Tutto ciò che si mangia durante
questi periodi non verrà utilizzato dal corpo, anzi, al contrario, non sarà digeri-
to ed avvelenerà l’organismo. Infatti tutto ciò che non viene digerito fermenta o
imputridisce.
A volte, per ritrovare la tranquillità di spirito e la ponderazione sarà necessario
digiunare per 24 ore. Le peggiori difficoltà della vita sono attenuate quando
lo stomaco è vuoto. Ritorna la calma, la pace si installa, lo scoraggiamento
scompare, rinasce l’entusiasmo, la speranza ricomincia. Fate questa esperien-
za e ne sarete convinti. Allora tutte le miserie appariranno meno gravi di quanto
erano sembrate all’inizio.
Per finire, qualora ci si trovi obbligati a guidare l’automobile per molte ore,
gioverà non mangiare nè prima nè durante il viaggio. Basteranno di tanto in
tanto una o due mele. Un pranzo abbondante devia le energie verso lo stomaco
per la digestione e ciò priverà il sistema nervoso ed i riflessi dell’energia necessaria
ad evitare incidenti.

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2.24 Classificazione dei cibi


Le proteine (cibi azotati o protidi): La carne, i pesci, il pollame.
Le leguminose: ceci, lenticchie, fave secche, fagioli, piselli secchi.
Le uova
Le noci diverse: noci, mandorle, arachidi, noccioline, pistacchi, semi, ecc.
I latticini: formaggi, latte.
I funghi.
Il pane completo e il riso completo

Le proteine contengono dal 10 al 15% di materie azotate. La frutta non ne


contiene che lo 0.5% e l’insalata l’1%.
I farinacei: pane e cereali (riso, avena, eco.). Patate, topinambur, rutabaga.
I corpi grassi: Olio, burro, grassi, avocado.
Orario dei pasti: si mangi quando si ha fame. Gli orari non sono indispensa-
bili.
Quantità dei pasti: gli obesi, i vecchi ed i malati gravi si accontenteranno di
1-2 kg. al giorno. Gli altri mangeranno 3 kg. al giorno. Per gli addetti ai lavori
pesanti occorreranno 4 kg.
La quantità dei pasti può variare da 2 a 6 piccoli pasti al giorno. I piccoli
pasti sono preferibili ai grandi che richiedono una siesta. Gli animali carnivori
mangiano grandi pasti e sovente, come nel caso del leone, aspettano 2-3 giorni
prima di ricominciare. Il cane si accontenta di un solo pasto al giorno. Le scimmie
invece sgranocchiano per quasi tutto il giorno. Cosı̀ pure gli uccelli.
Gli orari di lavoro sembrano ostacolare il rispetto delle regole della nostra
natura, tuttavia ci si può arrangiare con l’addentare una mela o mangiando
qualche dattero in ufficio mentre gli altri fumano o prendono il caffè.

2.25 Il sonno
Il sonno è un fattore di salute molto importante. Nulla è più distruttivo per la salute
della mancanza di sonno o lo strapazzo. Soprattutto i magri devono dormire o

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straiarsi perlomeno 9 ore al giorno. Altrimenti, quale che sia il regime, non
possono aspettarsi un aumento di peso.
Una signora spagnola pesa 44 kg. pur mangiando ogni giorno 3 kg. di cibo
igienista, cioè prevalentemente frutta e verdura.
Malgrado le consigliassi di mantenere in via provvisoria 50 gr. di riso bian-
co cotto al giorno non riuscı̀ ad aumentare che di 2, massimo 3 kg. E tuttavia
non soffre di alcuna malattia e la sua digestione è buona. Non aveva neanche
abusato di farmaci, ciò che avrebbe potuto spiegare la mancanza di assimilazione.
Mi fu dunque impossibile trovare la causa della sua magrezza. Tanti casi analoghi
mi si erano presentati nel corso degli anni senza che riuscissi a trovare la causa.
Bisogna essere un Maigret o uno Sherlock Holmes per giungere a snidare la causa
nascosta. Bisogna interrogare il soggetto in lungo e in largo senza nulla trascurare
delle sue abitudini di vita. Per farla breve, questo problema si risolse il giorno
in cui questa signora venne a trascorrere da noi, in due riprese, una settimana.
Senza cambiamento di regime, ma con molto sonno e riposo ella acquistò al-
legramente 2 kg. per volta. Pare che gli Spagnoli non vadano a dormire prima
di mezzanotte. È certo molto piacevole, ma non per la salute. La notte è fatta per
dormire, anche per gli Spagnoli. Non si possono violare impunemente le leggi
della Natura. La fatica del mattino non può essere abolita che sopprimendone
la causa. Non esistono rimedi per naturali che siano. La soppressione della causa
è la ragion sufficiente. Perciò, niente caffè niente thè niente di tutto ciò.

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Capitolo 3

EVOLUZIONE DELLA
MALATTIA

3.1 Le principali cause della malattia


1. Gli alimenti non specifici alla specie umana (pane, cereali, carni, ostriche,
ecc.).

2. I veleni (farmaci, droghe, alcool, caffè, thè, tabacco, cioccolato, prodotti


chimici, condimenti forti, ecc.).

3. I formaggi fermentati (gorgonzola, caprini).

4. Il surmenage fisico o mentale.

5. Le tensioni nervose causate da forti emozioni quali la paura, l’ansia, il


risentimento, la segretezza, l’odio, la gelosia, la collera, ecc.).

6. La fretta e la precipitazione.

7. Le carenze affettive.

8. Gli abusi sessuali causati soprattutto dagli alimenti azotati (afrodisiaci).

9. Gli eccessi di sole, di vento, di bagni, di freddo, di caldo, di sensazioni.

10. La carenza di riposo e di sonno.

28
Capitolo 4

IL REGIME IDEALE PRIMITIVO


Conforme alle leggi della Natura

GIORNO: Attendere una fame acuta, quindi calmarla con qualche frutto, a più
riprese. Facoltativo: dessert, insalata, mezzo avocado.

SERA: Scegliere tra uno dei seguenti tre pasti:

1. Patate (200-800 gr.). Groviera grattugiata.


Contorno d’insalata verde.
Dessert.
2. Verdure cotte in varietà (300-1200 gr.)
Un’ora dopo dessert.
3. Insalata verde, crudità varie, condimento.
Dessert.

Dessert: Datteri, fichi, albicocche secche, banane cotte.


Condimenti: Olio extravergine, burro a freddo, limone, olive nere, maionese
senza mostarda nè aceto, un pizzico di cipolla, crema liquida sterilizzata.
Cottura delle banane: Fare bollire un mezzo bicchere d’acqua. Immergervi
da 1 a 4 grosse banane arcimature. Abbassare la fiamma al minimo. Cuocere 10
minuti. La schiuma sale.

29
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 30
di Albert I. Mosséri

4.1 LA MEZZA COTTURA


Utilizzare una casseruola in ghisa nera non smaltata o altro. Lavare i legumi
senza pelarli. Tagliare a fette.
Versare all’incirca un bicchere d’acqua. Fiamma alta da 7 a 10 minuti secondo
le quantità. Una cottura prolungata distrugge le vitamine.
(Per maggiori dettagli sui cibi si vedano gli altri miei libri).

4.2 I CONDIMENTI
Condimenti tollerati: Olio extravergine, limone, olive nere, maionese (olio, gial-
lo d’uovo, limone e cipolla, senza aceto nè mostarda nè sale).
Groviera grattugiata, aromi dolci.

Condimenti proibiti: Aceto, mostarda, sale, pepe, aromi forti, rafano, salse.

LE PERSONE TROPPO MAGRE manterranno in via provvisoria 50 gr. di


riso bianco cotto al giorno.
GLI OBESI seguiranno preferibilmente il regime ideale primitivo articolato in
5-6 minipasti al giorno.
QUANTITÀ dei pasti per giorno: 1 kg. per gli obesi. 2-4 kg. per gli altri.

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Parte II

LE LEGGI DELLA NATURA


VIVENTE

31
Capitolo 5

PRINCIPIO FONDAMENTALE

ASSIOMI
a. Siamo consapevoli della nostra esistenza. Secondo Cartesio, Â≪Penso, dunque
sonoÂ≫.

b. Tutto ciò che i nostri sensi percepiscono esiste, senza escludere ciò che non
possiamo percepire.

c. Riconosciamo il tipo di forza dalla qualità del lavoro compiuto. Sempre in


natura si produce lavoro.

ENUNCIATO
Conosciamo tre principali divisioni dell’esistenza:
– chimica, fisica, vitale.
La chimica é governata da forze e leggi chimiche.
La fisica da forze e leggi fisiche.
La vitale da forze e leggi vitali.
Queste tre divisioni sono legate tra loro secondo un ordine particolare.

32
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 33
di Albert I. Mosséri

ESEMPI
1. L’esplosione della dinamite è governata principalmente dalle leggi della
chimica, indipendentemente dalle leggi della fisica o da quelle di Mendel
sull’ereditarietà.

2. La ‘mela di Newton’ è governata principalmente dalla legge di gravità in-


dipendentemente dalle leggi di Lavoisier sulla chimica o da quelle della
vita.

3. La riproduzione è governata principalmente dalle leggi della vita, indipen-


dentemente da quelle della chimica e della fisica.

Allo stesso modo tutte le azioni (malattie) che il corpo manifesta quando si
prendono dei prodotti chimici (farmaci), tutte queste azioni (diarrea, vomiti, torpo-
re, rilassatezza, sonnolenza, anestesia, diminuzione della temperatura, ecc.) sono
governate dalle leggi vitali e non da quelle della chimica.

RAGIONAMENTO PER ASSURDO


Se le leggi della chimica non esistessero, come spiegare la ruggine del ferro e
l’aumento di peso? Non si dirà che il ferro si riproduce.
Se le leggi della fisica non esistessero, un oggetto potrebbe cadere in qualsiasi
direzione.
Se le leggi della vita non esistessero, saremo capaci di fabbricare vitamine o
ormoni naturali, uova capaci di procreare pulcini. Non bisogna spiegare le azioni
del corpo con le leggi della chimica quando si introducono nell’organismo dei
prodotti chimici (farmaci).

IL PRINCIPIO NEWTONIANO DI INERZIA


Â≪Ogni corpo mantiene uno stato di riposo o moto rettilineo uniforme finchè
una forza esterna non lo obbliga a modificare il suo statoÂ≫

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 34
di Albert I. Mosséri

Tale principio significa che un corpo allo stato di quiete non può porsi in moto
da sé medesimo ed inversamente che un corpo in moto non può fermarsi da sé
medesimo.
A questo enunciato occorre dare due spiegazioni:

1. Il termine ‘corpo’ avrebbe dovuto essere sostituito dal termine ‘oggetto’.


Infatti non sarebbe possibile applicare questo principio agli esseri viventi.
L’uomo può camminare, superare ostacoli, andare in fretta, adagio oppure
fermarsi. Non dipende da alcuna forza esterna per muoversi. Cammina a
suo piacimento. Al contrario, un oggetto inanimato che cade o prosegue la
sua corsa attorno ad un astro non può deviare dalla sua traiettoria.

2. Il termine ‘rettilineo’ dovrebbe essere sostituito dal termine ‘uniforme’ per-


chè gli astronomi hanno dimostrato che il percorso più breve tra due punti
non è necessariamente la linea retta. La Luna ruota attorno alla Terra con
una traiettoria non rettilinea. Entrambe, la Luna e la Terra, sono inerti.

È da notare infine che il termine ‘inerte’ non significa ‘immobile’ perchè


in natura nulla è immobile. Occorre tener ben presente questa fondamentale
osservazione.

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Capitolo 6

DEFINIZIONI

LA VITA
La vita è lo stato di ciò che è vivente. Esistono almeno quattro condizioni:

1. Il vivente deve potersi riprodurre (gli animali, le piante).

2. Deve potersi muovere a suo piacimento.

3. Il vivente deve potersi cicatrizzare in caso di ferita.

4. Deve potersi ristabilire in caso di malattia.

Quindi una pietra non è vivente perché non si riproduce e non può cicatrizzarsi
in caso di rottura.

LA VITALITÀ (forza vitale)


La vitalità è la somma di tutte le energie fisiche e chimiche che operano congiun-
tamente nelle funzioni del corpo vivente.

35
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 36
di Albert I. Mosséri

L’ENERGIA NERVOSA
L’energia nervosa è generata apparentemente nel cervello, nel midollo spinale e
nei plessi e, tramite i nervi, trasmessa agli organi del corpo. Rappresenta l’energia
del controllo organico.

LA FORZA BIOTICA
La forza biotica è la forza primaria della vita.

SCOLIO
La parte preponderante dell’organismo non è vivente. Infatti non è vivente quanto
segue:

• i depositi di grasso nel corpo.

• i depositi di glicogeno nel fegato.

• la bile, l’urina, il chilo, il latte, le unghia, i capelli, l’epidermide.

• la linfa, il plasma sanguigno, ecc.

Soltanto le unità istologiche di un organismo, parti delle os sa, dei denti, ecc.
sono viventi.

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Capitolo 7

LEGGE N◦ 1
LEGGE ORTOBIONOMICA

ENUNCIATO
Ogni cellula del corpo continua ad adempiere durante l’intero suo ciclo vitale le
funzioni per le quali è stata creata a condizione che il suo ambiente si mantenga
favorevole.

SVILUPPO
Infatti le cellule nervose non svolgono la stessa funzione delle cellule del fegato, di
quelle dei reni, dell’intestino tenue, del crasso, dell’epidermide, dei muscoli, ecc.
La funzione di ciascun genere di cellula è iscritta dalla Natura in modo indelebile
nei suoi geni e nei suoi cromosomi.
1
La Bionomia è la scienza che tratta del corretto adattamento dell’organismo al proprio am-
biente. Il termine “ortobionomico” è stato inventato dal Dr. Shelton nel 1934 ad indicare il cor-
retto adattamento all’ambiente esterno. L’adattamento “malbionomico” invece è un adattamento
alle influenze nocive che si conclude con una degenerazione quale l’indurimento dei tessuti, la
cancerizzazione, l’infiammazione, ecc. DELLA CELLULA

37
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 38
di Albert I. Mosséri

SCOLII
1. L’ambiente esterno: La vita dipende dai seguenti fattori esterni che costitui-
scono l’ambiente favorevole al suo funzionamento, sviluppo e riproduzione:
• Cibo specifico.
• Acqua.
• Ossigeno.
• Temperatura appropriata.
• Assenza di qualsiasi avvelenamento.
• Assenza di qualsiasi incidente.
• Fattori psicologici: la fede, l’ottimismo, ecc.
• Sole.
• Numerosi fattori sconosciuti.
L’organismo si adatta correttamente a questi fattori.
L’ambiente interno Presso gli animali superiori ed inferiori questo ambiente in-
terno è costituito dal sangue e dalla linfa.
Nell’organismo animale le cellule sono immerse in un ambiente la cui fun-
zione è quella di fornire le sostanze nutritive e l’ossigeno e liberarle dai loro
rifiuti, biossido di carbonio compreso.

Per l’organismo animale complesso la vita dipende dai seguenti fattori:

a. La nutrizione: La nutrizione include la digestione, l’assorbimento e l’assimi-


lazione degli alimenti, dell’acqua e dell’ossigeno. La nutrizione comprende
l’insieme dei processi che mantengono una condizione cellulare normale,
implica inoltre la crescita e la riparazione.
b. Il drenaggio: Il drenaggio è il processo per cui i rifiuti e le materie tossiche
sono trasportate fuori dalle cellule e dai tessuti tramite il sangue e la linfa
verso gli organi escretori, denominati anche emuntori, al fine di eliminarli.
L’eliminazione è fatta dalle cellule. Gli emuntori (reni, polmoni) si limitano
ad eliminare quanto è già stato eliminato dalle cellule. Di per sè gli emuntori
non eliminano alcunchè.
Inoltre il drenaggio comprende i processi di disintossicazione che neutraliz-
zano le tossine nel fegato, i processi di escrezione tramite gli emuntori e le
azioni di spurgo.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 39
di Albert I. Mosséri

c. L’innervazione: L’innervazione è la distribuzione costante e regolare dell’e


nergia nervosa agli organi e ai tessuti del corpo.

SCOLII SUPPLEMENTARI
1. La nutrizione e il drenaggio sono più importanti dell’innervazione dal mo-
mento che un organo, in mancanza di questi primi due fattori, muore seduta
stante.
Al contrario, se l’energia nervosa manca ad un organo esso perde in sensi-
bilità e movimento e talvolta di atrofizza, ma non sempre muore. In questo
campo sono stati compiuti esperimenti di laboratorio.

2. La nutrizione e il drenaggio sono essenziali alle strutture nervose per nutrir-


le e mantenerle in una condizione di buon funzionamento.

3. Il corpo umano è ben munito di organi specializzati le cui funzioni sono


di fornire continuamente alle cellule nutrimento, acqua, ossigeno e liberar-
le dai rifiuti e dai veleni che si formano al loro interno (endogeni) o che
si introducono dall’esterno (esogeni). In questo modo gli organi creano
l’ambiente nel quale vivono le cellule.

Inoltre il corpo è capace di regolare la sua temperatura al livello desiderato e,


secondo le circostanze, variabile. Cosı̀ quando ha bisogno di alzare la temperatura
per bruciare più presto i rifiuti provoca una febbre La febbre, anche se molto
elevata, non è mai pericolosa perchè il corpo la regola con precisione. Quando
non gli serve più, automaticamente l’abbassa. Non occorre inquietarsene. Al
contrario, quando si ostacola il corpo nel suo funzionamento e si vuole abbassare
la febbre con medicine sorge il rischio dello sfinimento. La febbre esige riposo,
digiungi, acqua, ecc.

LA VITA ETERNA
Il Dr. Alexis Carrel è riuscito a mantenere in vita per lungo tempo dei tessuti
viventi nutrendoli e liberandoli regolamente dei loro rifiuti.
In laboratorio si può eseguire il seguente esperimento. Prendere dei frammenti
di tessuti di origine animale che verranno puliti, lavati e quotidianamente liberati

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 40
di Albert I. Mosséri

dei loro rifiuti e delle loro tossine, quindi collocarli in un ambiente nutritivo fresco
ed in condizioni di luce a calore appropriati.
Questi frammenti possono vivere indefinitamente. Crescono, si riproducono e
le cellule vecchie si rigenerano. Non sembrano affatto invecchiare nel senso di un
indebolimento della vitalità.
In tal modo si suppone che l’ameba possieda una vita eterna e non muo-
ia mai, salvo incidente, avvelenamento o inanizione. La si suppone capace di
moltiplicarsi di continuo.
Quanto a noi; non potendo vivere erternamente, ci accontenteremo per il mo-
mento di vivere 900 anni come il nostro antenato Matusalemme.

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Capitolo 8

LEGGE N◦ 2
LEGGE DEL MINIMO

ENUNCIATO
La salute di un essere vivente è funzione dei fattori necessari di cui è provvisto.

SVILUPPO
I fattori necessari alla salute sono:

• Il cibo specifico per la specie.

• Il riposo.

• L’equilibrio nervoso, le emozioni positive.

• L’ereditarietà, eco.

Supponiamo che una persona abbia soddisfatto tutte queste funzioni tranne
una, la sua salute non sarà perfetta che nella misura in cui questo unico fattore
sarà soddisfatto, cioè proporzionalmente al vantaggio che procura.

41
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 42
di Albert I. Mosséri

ESEMPI
Consideriamo una persona che si nutre correttamente, che gode di un equilibrio
emotivo favorevole, che vive in modo equilibrato, ma si sovraccarica di attività.
La sua salute sarà proporzionale allo scarso riposo che si procura.
Un’altra persona mangia correttamente, fa dell’esercizio, non manca d’aria
pura nè di sole nè di riposo, ma subisce tensioni mentali durante il lavoro o
in casa. In questo caso la salute sarà proporzionale alla sua tranquillità e al suo
rilassamneto mentale.

SCOLII
1. Tutti i fattori di salute sopra citati sono legati tra loro.
La carenza di uno solo lede tutti gli altri ed impedisce la loro utilizzazione.
Pertanto la mancanza di sonno altera la digestione, blocca lo sviluppo
muscolare, rovina i nervi, ecc.
Una alimentazione azotata sovreccita i nervi, provoca tensione nervosa e
muscolare ed impedisce il sonno e la distensione.
Le forti emozioni quali la paura, l’odio, la gelosia, una grande gioia causano
indigestione, provocano insonnia e rovinano l’intera salute.

2. È dunque vano voler migliorare la propria salute limitandosi ad un solo


fattore quale il cibo, l’esercizio o il rilassamento.
È indispensabile l’insieme dei fattori di salute.

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Capitolo 9

LEGGE N◦ 3
LEGGE DI WALTER
SULL’ISTINTO DI
CONSERVAZIONE

POSTULATO
L’istinto di conservazione è un impulso vitale attivato da una forza altrettanto
vitale che non è né chimica né fisica.

ENUNCIATO
Ogni cellula vivente di un corpo organizzato è dotata di un istinto di conserva-
zione mantenuto da una forza inerente all’organismo cui viene dato genericamen-
te il nome di ‘forza vitale’ o ‘vita’ ed il cui successo di lavoro è direttamente
proporzionale alla grandezza di questa forza ed inversamente alla sua attività.

SVILUPPO
La forza biotica tende sempre a preservare e mantenere l’organismo nello stato il
più perfetto possibile.

43
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 44
di Albert I. Mosséri

La reazione di ogni essere vivente nei confronti di qualsiasi condizione o


circostanza avversa è sempre stata calcolata per salvaguardare la propria integrità.
Cosı̀ sempre, ad esempio, quando ci si ferisce, il corpo compie ogni sforzo per
cicatrizzarsi. Il ristabilimento è continuo. Non si interrompe mai.
Quando il corpo è debilitato a seguito di qualcosa di nocivo, esso compie ogni
genere di sforzi per ristabilirsi.
Gli sforzi del corpo vanno sempre nella buona direzione. Questi vigorosi ed
universali sforzi sono inerenti:

1. All’unità di esistenza organica la più microscopica.

2. Alle cellule associate in una comunità.

3. Alle cellule organizzate che formano organi distinti.

4. Agli organismi interi.

Eccezione
L’istinto di conservazione della razza è una rara eccezione all’istinto di conserva-
zione dell’io. In tal caso, l’individuo si sacrifica per proteggere la prole o il clan.
Una madre salverà i suoi piccoli a costo di gettarsi nell’acqua o nel fuoco.

IL SUCCESSO O L’INSUCCESSO DELL’ISTINTO


DI CONSERVAZIONE
È evidente che il risultato del lavoro della forza vitale dipende proporzionalmente
dalla sua grandezza. Più forti si è meglio si sopravvive.
Viceversa il risultato del lavoro della forza vitale è inversamente proporzionale
alla sua attività. Più ci si stanca. meno si sopravvive.
L’attività è perciò un consumo che esaurisce mentre la passività recupera e
preserva le forze. Il grande processo di recupero e di salute è rappresentato dal-
l’inattività dal sonno e non dall’eccitazione nè dalla stimolazione nè dalla forza
spesa. L’accrescimento dell’attività vitale va di pari passo con la diminuzione
della forza vitale e non con il suo aumento.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 45
di Albert I. Mosséri

Questa ragione spiega perchè una respirazione rapida, un polso accelerato,


dei nervi sensibili, un cervello attivo e sovreccitato, l’agitazione generalizzata
del sistema sono esempi di indebolimento e non di rafforzamento.
L’atleta sano ha un polso lento, respirazione lenta, nervi d’acciaio calmis-
simi, nessuna inutile agitazione. Spende poco e ricupera presto.
Ne deriva che le cure agli ammalati devono essere simili al sonno nel senso che
essi devono ridurre l’attività ed aumentare la forza anzicchè accrescere l’attività e
diminuire le forze con il dispendio come praticato in medicina. Ogni stimolazione
deve essere esclusa.
Â≪L’inattività del sonno ricupera la forza vitale mentre l’attività e la fati-
ca l’esaurisconoÂ≫ (Dr. Walter). Il Dr. Robert Walter aveva scoperto questa
importante legge verso la metà del secolo scorso e l’aveva formulata in termini
approssimativi.

RAGIONAMENTO PER ASSURDO


Se la forza vitale fosse fabbricata dagli alimenti, dall’aria, dall’acqua oppure dagli
esercizi o dagli stimolanti, se la forza vitale fosse il prodotto dell’attività ne conse-
guirebbe l’ assurda conclusione che l’aumento dell’attività è il mezzo migliore per
aumentare questa forza mentre l’inattività del sonno non sarebbe che una perdita
di tempo.
Dal che si desume il motivo per cui la pratica medica di stimolare le funzioni
riducendo l’efficacia del sistema nervoso esaurisce le forze vitali.

ESEMPI DELL’ISTINTO DI CONSERVAZIONE

Facoltà di protezione:

Stando all’esperimento del Dr. Lloyd Arnold dell’Università dell’Illinois (1933-


35), allorchè si dispongono migliaia di batteri di generi differenti sulla pelle sana
di un individuo per la durata di 10 minuti il 98% di questi batteri vengono an-
nientati. Batteri pericolosi come quelli della febbre tifoide, della dissenteria, ecc.,
scompaiono altrettanto rapidamente che i più benigni.
D’altronde uno stomaco sano distrugge rapidamente tutti i batteri, tutti i
microbi e tutte le amebe che si trovano negli alimenti.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 46
di Albert I. Mosséri

Quando la luce è troppo forte, l’iride si chiude automaticamente e non lascia


filtrare che poca luce. Se un oggetto è proiettato verso l’occhio, le palpebre si
chiudono da sole.
Quando si inghiotte del sale o un veleno corrosivo il corpo trattiene l’acqua
per diluirlo e, cosı̀ facendo, proteggere i tessuti.
Quando le tossine minacciano l’organismo, questo reagisce con la febbre allo
scopo di bruciarle.
Possono darsi mille esempi ricavati dalla fisiologia.

Facoltà di adattamento:

L’istinto di conservazione appare evidente durante il digiuno. Qui dapprima vanno


persi i tessuti non vitali quali il grasso, le tossine, le scorie, il pus, i tumori che
vengono digeriti, ossidati.
Questo processo è regolato in modo preciso. Infatti gli organi e le parti vitali
del corpo non vengono digeriti che da ultimo. Il corpo non sacrifica che le parti
inutili.
Lo stesso vale per il girino mentre si trasforma in rana. Quando viveva nel-
l’acqua, la coda gli serviva per nuotare. Ma sulla terra non gli serve più. Digiuna.
La coda è digerita e scompare completaaente. Avviene l’autolisi della coda.
In Physiology di Yeo si possono ricavare le seguenti cifre relative alle perdite
subite dall’organismo in seguito a privazione di cibo conclusosi con la morte:
grasso 97%, milza 63%, fegato 56%, muscoli 30%, sangue 17%, centri nervosi
0%.
Si noterà che il grasso inutile è digerito per primo mentre i centri nervosi che
sono di fondamentale importanza permangono intatti.
Avvincenti esempi della facoltà di adattamento si riscontrano nella malattia
cronica.
Infatti per conservare le proprie forze il corpo sfinito dagli sforzi ripetuti (ma-
lattia acuta) finisce per instaurare una resistenza passiva con le malattie croniche.

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Capitolo 10

LEGGE N◦ 4
LEGGE DELLA DISTRIBUZIONE
VITALE

ENUNCIATO
Le forze del corpo, qualunque sia la loro grandezza, sono di stribuite ai vari organi
e tessuti proporzionalmente alla loro importanza e ai loro bisogni.

SPIEGAZIONE
La somma complessiva delle forze dell’organismo può essere considerata come un
serbatoio di forze capaci di affrontare qualsiasi richiesta, in qualsiasi direzione.
Lo stesso vale per la somma complessiva delle riserve nutritive del corpo (tes-
suti e fluidi compresi) che possono essere considerate come un serbatoio alimen-
tare in grado di soddisfare ogni richiesta, ovunque, secondo necessità.
Nella distribuzione delle forze e risorse nutritive ogni parte del corpo che le
richiede riceve il suo fabbisogno in ragione del contenuto del serbatoio.
Ma, quando la riserva è piccola, la distribuzione viene ripartita in modo da
soddisfare principalmente la domanda delle strutture più vitali rispetto a quella,
delle altre meno importanti.

47
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 48
di Albert I. Mosséri

In caso di indisponibilità o altra circostanza imprevista, le forze si ritraggono


da alcuni organi per concentrarsi in altri, nell’interesse dell’intero organismo.
Questo lavoro della Natura non può essere imitato né dall’uomo né dalla
medicina.

ESEMPI
1. Quando il corpo ha bisogno di calcio e la dieta ne è carente, esso lo sottrae
ai denti che si cariano, ed anche dalle ossa.

2. Quando gli intestini contengono troppi rifiuti in putrefazione, le forze del-


l’organismo entro certi limiti si ritraggono dagli altri organi per concentrarsi
negli intestini ed aiutarli ad espellere i rifiuti tramite una diarrea. Motivo
per cui durante la diarrea e soprattutto la dissenteria si avverte una certa
stanchezza.

3. La prostrazione che si accompagna alla febbre vuol dire riduzione delle


forze muscolari e loro concentrazione negli organi la cui funzione è quella
di elevare la temperatura corporea nell’interesse ultimo del paziente.

4. Durante la digestione, le forze si concentrano nell’addome e si ritraggono


dai muscoli. Questo spiega perchè in quel momento si avverte una certa
stanchezza.

5. Quando si digiuna, se la tossiemia è profonda, le forze si ritraggono dai


muscoli, dallo stomaco per concentrarsi nell’eliminazione. Di qui la fatica
apparente e l’inappetenza.

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Capitolo 11

LEGGE N◦ 5
LEGGE DI GRAHAM SUL FINE
COSTITUZIONALE APPLICATO
ALLA NUTRIZIONE E ALLA
SESSUALITÀ

EUNCIATO
L’essere vivente non può fare del godimento di alcuno dei suoi sensi una sorgente
di piacere al di là della realizzazione del fine costituzionale per il quale sono stati
creati senza compromettere gli interessi della sua natura.

SVILUPPO

Nutrimento:

Il nutrimento ci procura un piacere che non è né fine né oggetto: è un puro fatto
incidentale.
Perciò se per diletto si dà libero sfogo all’appetito senza tener conto dei bisogni
nutritivi dell’ organismo si finisce per approdare ad un triplice disastro organico:

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 50
di Albert I. Mosséri

• Perdita della fame.

• Perdita della salute.

• Perdita, da ultimo, della vita.

I veri bisogni del corpo si manifestano con la fame.


IL FRENO NATURALE:
Con la legge n◦ 28, “Legge della Limitazione”, vedremo come, in caso di abusi
nutritivi, il corpo ponga un freno. Perciò la fame scompare, il gusto scompare e il
piacere scompare.

Sessualità:

Il piacere che accompagna l’atto sessuale non è un fine: è una pura coincidenza.
La ricerca della felicità mediante una sessualità sfrenata conduce alla tristezza,
alla malinconia, alla malattia.
L’atto sessuale è il piano naturale che ha per scopo il petuarsi della razza. Non
sarebbe lecito attribuire alla sessualità uno scopo diverso dalla procreazione.
IL FRENO NATURALE
Nella legge n◦ 28, “Legge della Limitazione”, vedremo come il corpo ponga
un freno naturale in caso di abusi sessuali. È la ragione per cui il piacere si attenua
nel tempo. Il liquido genitale (sperma) si diluisce via via fino a pervenire alla
sterilità. Talvolta è l’impotenza a frenare le perdite vitali.
IL MARGINE DI DI SICUREZZA
Questo margine dipende dall’ereditarietà e varia da individuo ad individuo.
D’altra parte la sublimazione sessuale non sembra possibile. Donde la nostra
tolleranza in limiti minimi.

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Capitolo 12

LEGGE N◦ 6
LEGGE GENERALE DELLO
SVILUPPO

ENUNCIATO
Lo sviluppo di ogni parte del corpo è direttamente proporzionale alle correnti
vitali (nervose e nutritive) che, mediante l’esercizio della propria funzione, sono
dirette su questa parte.

SCOLIO
L’enunciato di questa legge spiega chiaramente l’assoluta necessità per lo sviluppo
del corpo di influssi nervosi favorevoli, di una alimentazione sana, di riposo ed
infine dell’esercizio della propria funzione, a ciascun organo la propria funzione.
NOTA : Pertanto, ogni organo ha una funzione sua propria che lo contrattistin-
gue dagli altri.

ESEMPI
1. La funzione dello stomaco è digestiva. Non è con il digiuno che si svilup-
perà questa funzione, ma con il mangiare.

51
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 52
di Albert I. Mosséri

2. La funzione dei reni è di filtrare il sangue. Non è muscolare. L’esercizio


muscolare non deve dunque rivolgersi ad organi diversi la cui funzione non
è muscolare. L’esercizio muscolare degli organi è perciò un errore.

3. I massaggi non possono essere assimilati ad alcuna funzione. Donde la loro


limitata utilità.

4. Se si rimane a letto per uno o due anni i muscoli si atrofizzano.

5. Se si vive nella totale oscurità per un anno la vista si atrofizza.

Un brutto enunciato:
In maniera troppo sbrigativa si è detto che LA FUNZIONE CREA L’ORGA-
NO. La parola ‘crea’ avrebbe dovuto essere cambiata.

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Capitolo 13

LEGGE N◦ 7
LEGGE SPECIALE DELLO
SVILUPPO MUSCOLARE

ENUNCIATO
L’esercizio intensivo produce un grande sviluppo, l’esercizio moderato uno svi-
luppo moderato, limitati esercizi uno sviluppo debole, assenza di esercizi l’atrofia.

SCOLIO
. Questa legge è il corollario della legge precedente.

1. L’esercizio intensivo ha un limite variabile secondo gli individui, la loro ere-


ditarietà, il loro potere di assimilazione degli elementi nutritivi (la logistica
nutritiva), il riposo necessario, l’età, lo stato generale della salute, ecc.

2. Non si può superare questo limite senza conseguenze nefaste.

53
Capitolo 14

LEGGE N◦ 7-BIS
LEGGE DELL’ATROFIA

ENUNCIATO
Ogni organo o funzione in regime assistenziale finisce per atrofizzarsi.

ESEMPI
1. Quando si assume regolarmente dell’insulina il pancreas finisce per non
secernerne più. È il caso dei diabetici da oltre due anni.

2. Quando per camminare ci si appoggia alle stampelle i muscoli delle membra


inferiori si indeboliscono.

3. Quando si porta un braccio al collo i suoi mescoli finiscono per deperire.

4. Quando per aiutare la digestione si assumono farmaci contenenti pepsina


le secrezioni dello stomaoo diminuiscono.

5. Quando si assume cortisone le capsule surrenali finiscono per non secernere


più nulla ed in capo a due anni si atrofizzano.

6. Quando durante le infezioni si aiuta troppo sovente il corpo ad uccidere mi-


crobi e virus servendosi di antibiotici, le difese naturali del corpo (globuli
bianchi) finiscono per crollare: è il caso dell’AIDS.

54
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 55
di Albert I. Mosséri

7. Le trasfusioni sanguigne indeboliscono i gangli che produoono il sangue e


di conseguenza rallentano la produzione sanguigna.

8. Nella sua flora intestinale il corpo fabbrica i protidi di cui necessita per la
sintesi degli aminoacidi. Quando si mangiano alimenti azotati concentra-
ti (carne, noci diverse, formaggi, leguminose) la flora intestinale cessa di
compiere questa sintesi azotata.

9. Quando si utilizzano dentifrici (contengono antisettici) sempre meno sali-


va secerne l’antisettico naturale.

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Capitolo 15

LEGGE N◦ 8
LEGGE DELL’ECONOMIA
SPECIALE

ENUNCIATO
In condizioni favorevoli l’organismo vivente accumula ogni eccesso del fondo
vitale eccedente i consumi in corso al fine di costituire un fondo di riserve che
potrà in seguito tornare utile quando il bisogno si renderà manifesto.

SVILUPPO
Ritmo e periodicità sono eccellenti attributi della vita. Esempio: l’alternanza di
attività e riposo.
Durante il riposo e il sonno, il corpo immagazzina forze. Poi, durante l’attività,
le spende.
In generale il corpo immagazzina più di quanto spende.
L’intelligenza somatica del corpo è lungimirante. Prevede delle riserve in caso
di urgenza.

56
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 57
di Albert I. Mosséri

ESEMPI
1. La Natura immagazzina nel fegato del bambino considerevoli quantità di
ferro per i suoi bisogni pluriennali.
Infatti, nel periodo dell’allattamento che può protrarsi per la durata di un
biennio, il bambino non assume che latte. Ora il latte è sprovvisto di ferro.
È risaputo che il fegato di vitello contiene molto ferro al contrario del fegato
della mucca.

2. Il corpo immagazzina un po’ dappertutto sostanze nutritive, vitamine, or-


moni, enzimi, sali minerali nel fegato, reni, ossa, ecc.
In caso di penuria alimentare, o di digiuno volontario, il corpo dispone di
sufficienti riserve per sopravvivere settimane e perfino mesi.

3. Abbondanti riserve nutritive sono preziose nel corso della vecchiaia se deve
prolungarsi fino a 120 anni ed oltre. Coloro che durante la gioventù le hanno
sperperate, ad esempio con farmaci, in seguito se ne troveranno privi.

4. Tutti gli organi del corpo possiedono un grande margine di funzionalità. In


questo senso il fegato può funzionare anche se distrutto nei suoi due terzi,
come avviene nelle cirrosi. All’organismo basta il terzo.
È possibile vivere con un solo rene.

NOTA:
Il punto di questa legge sta nelle riserve ‘essenziali’, non nelle scorie né nel
grasso né nei veleni con la loro acqua di ritenzione.
È infatti possibile pesare 85 kg. e non possedere che minuscole riserva
insufficienti in caso di bisogno (digiuno lungo, ecc.)
Come regola generale coloro che quotidianamente assumono farmaci non pos-
siedono che pochissime riserve essenziali. Non sono in grado di sopravvivere ad
un digiuno di 10-12 giorni.
I farmaci assunti ogni giorno esauriscono rapidamente tutte le riserve essenzia-
li dell’organismo il quale cerca di eliminare questi farmaci con grande dispendio
di energie.

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Capitolo 16

LEGGE N◦ 8-BIS
LEGGE DI MOSSÉRI
SULL’INSUFFICIENZA DELLE
RISERVE PER UNA
ELIMINAZIONE CELLULARE
PROFONDA

ENUNCIATO
L’eliminazione costante dell’organismo prosegue in modo con tinuo di giorno e
soprattutto di notte senza tuttavia riuscire a rivelare i numerosi veleni chimici, i
vaccini, gli effetti in so speso e dall’esito ritardato che ininterrottamente si accu-
mulano stante l’insufficienza delle riserve essenziali dell’organismo a compiere
questo lavoro di eliminazione cellulare profonda durante il digiuno.

LE RISERVE
Il fegato immagazzina glicogeno che si trasforma in zucchero secondo i bisogni.
Queste riserve possono durare 3 giorni soltanto nei soggetti magri e 3 mesi in
quelli obesi.

58
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 59
di Albert I. Mosséri

D’altronde, alcune riserve dette ‘essenziali’, quali le vitamine, i minerali e gli


enzimÃ, non vengono immagazzinate che in quantità limitate. Cosı̀ si spiega per-
chè la vitamina B12 può essere immagazzinata nel corpo in caso di eccedenza
per la durata di 3-5 anni, la vitamina A da 1-2 anni, l’acido folico per parec-
chi mesi, le vitamine C, B2 e B6 per parecchie settimane mentre la vitamina B1
soltanto pochi giorni.
Le durate massime si riferiscono a persone in perfetta salute, le minime a
persone malate.
Ne consegue che chi digiuna da 30 a 40 giorni avrà sicuramente delle carenze.
Siccome l’eliminazione richiede delle vitamine, il corpo mantiene quelle che gli
rimangono per il suo solo funzionamento, cioè per sopravvivere. L’eliminazione
si rallenta ed a questo punto il digiuno diventa inutile.
Occorre notare che lo stock di vitamine immagazzinate non è uguale in tut-
ti gli individui. Una persona può possedere vitamine B1 per 10 giorni mentre
un’altra, debole, non ne possiede che per 3. La stessa vitamina C, che può essere
immagazzinata per parecchie settimane, in quel momento non avrà il valore di una
vitamina fresca. Sarà consumata vecchia e di scarso valore.
Durante il digiuno, i sintomi che rivelano l’esaurimento delle riserve essenziali
sono i seguenti:

1. Il peso ristagna e per 34 giorni non diminuisce

2. Il cattivo gusto in bocca scompare o diminuisce. La lingua bianca si scarica.

3. Il digiunatore non dorme più durante la notte a causa della carenza della
vitamina B6 che per l’appunto è la vitamina dei nervi.

A questo stadio del digiuno è necessario rilanciare l’eliminazione fornendo al


corpo le vitamine essenziali di cui è carente. Cosı̀ facendo si passerà al regime di
eliminazione e ci si meraviglierà di vedere come essa si intensifichi con i seguenti
sorprendenti risultati: in capo a 17 giorni (7 giorni per i corpulenti) la lingua si
colora, a seconda del colore dei vecchi farmaci ‘incrostati’ che vengono eli-
minati (nero per i tranquillanti, giallo per lo zolfo, ecc.), sull’intera superficie
o a strisce: nera, marrone, gialla, mostarda, verde.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 60
di Albert I. Mosséri

FASI DI ELIMINAZIONE
1. Fase superficiale. Leggera di giorni, più forte di notte. Questa fase interes-
sa il sangue, la linfa. La lingua è leggermente carica di muco bianco.

2. Fase mediana in cui la lingua si carica fortemente di muco bianco. Questa


fase si raggiunge con l’economia energetica (riposo a letto e digiuno). Il
terreno è reso sgombro in vista di una eliminazione più profonda).

3. Fase cellulare profonda. È possibile ottenere questa fase proseguendo l’e-


conomia energetica (riposo e digiuno) ed apportando sostanze vitali essen-
ziali che, in questo stadio, vengono a mancare. Nel corso di questa intensa
eliminazione la lingua si colora secondo quanto sopra indicato.

Se si procurano al corpo che incominciano a mancargli, in capo a 7-25 giorni,


secondo i casi, esso riserva le scarse riser ve residue alla sopravvivenza e non al-
l’eliminazione. Ciò spiega perchè il peso ristagna ed il cattivo gusto della bocca
diminuisce o scompare. Questa fase può essere evitata fornendo al corpo un mini-
mo vitaminico con un menù atto a rilanciare l’eliminazione. Altrimenti si compie
l’ultima fase dell’inanizione e, con 1’esaurimento di ogni riserva, della morte.
Cosı̀, quando le riserve vitaminiche sono esaurite da un digiuno più o meno
lungo, il regime di eliminazione diventa prevalente rispetto al digiuno.
All’opposto, quando si superano le soglie minime del regime di eliminazione,
si deviano troppe energie verso la digestione e l’eliminazione è ritardata.
Il regime di eliminazione consiste nel prendere, secondo la statura, 300-
500 gr. di frutta + 300-500 gr. di crudità e verdure al giorno.
L’intensa eliminazione cellulare, scatenata da un regime di eliminazione post-
digiuno, consente di eliminare i vaccini ed i veleni chimici assorbiti fin dall’in-
fanzia.
La scoperta nel 1986 di questa modalità pratica nel campo della salute è la
più prodigiosa dopo quella del digiuno all’alba dell’umanità. Essa consentirà un
maggior ottimismo riguardo ai mediocri pronostici ottenuti nei casi difficili ed ab-
brevierà la durata del ristabilimento limitando o sopprimendo il bisogno di parec-
chi digiuni consecutivi. Ricorrendo ad una sonda televisiva, i ricercatori potranno
osservare l’uguale colore sull’intera lunghezza del tubo digerente (10 m. circa).
Da notare infine che i digiuni prolungati non hanno mai potuto produrre un’e-
liminazione profonda ed una lingua colorata. D’altronde se un regime di elimi-
nazione, non preceduto da digiuno, di per sè può produrre una lingua colorata,

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 61
di Albert I. Mosséri

a ‘tutt’oggi l’esperimento non è stato provato ed indubbiamente dovrà avere una


durata di parecchi mesi. Il Dr. Lovewisdom che l’aveva tentato una volta per una
durata di 6 mesi e un’altra di 7 ha però dimenticato di osservare la propria lingua!

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Capitolo 17

LEGGE N 9
LEGGE DELLA
COMPENSAZIONE
FISIOLOGICA

ENUNCIATO
Gli organi non esistono di per sè, ma appartengono ad un insieme fisiologico la cui
efficacia dipende dai fattori sintetici di simbiosi: cooperazione, subordinazione e
compensazione.

SVILUPPO
Il corpo è un’unità organica, le cui parti si completano integralmente dal punto di
vista strutturale e funzionale.
Tutto ciò che colpisce un organo colpisce necessariamente l’organismo intero
grazie ad un particolare meccanismo di reciprocità.
Cosı̀ la perdita o l’alterazione di un organo è compensata dall’accrescimento
del volume e dell’attività degli altri organi.

62
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 63
di Albert I. Mosséri

ESEMPI
1. La distruzione di alcune cellule dei reni è compensata dalla formazione di
nuove cellule.

2. Quando un rene viene amputato chirurgicamente l’altro rene si ipertrofiz-


za per adempiere ad un doppio lavoro. Ciò spiega il cosiddetto successo
dell’ablazione di un rene.

3. La perdita di un occhio comporta il miglioramento della vista dell’altro.

4. La perdita dei due occhi induce al miglioramento degli altri sensi.

5. L’eliminazione vicariante è un modo di compensazione fisiologica. Esem-


pio: quando i reni sono sovraccarichi, la pelle si incarica di sostituirli
con una eliminazione effettuata in forma di brufoli, foruncoli, eczemi,
psoriasi.

6. Quando un organo è distrutto o amputato (pancreas, ghiandola tiroidea,


ecc.), a rischio della vita, occorre rifornire il corpo della secrezione carente
(insulina, estratto di tiroide, ecc.)

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Capitolo 18

LEGGE N◦ 10
LEGGE DELL’ADATTAMENTO
MALBIOTICO 0 TOLLERANZA
PATOLOGICA

POSTULATO
La tolleranza si applica unicamente ai processi patologici, non ai processi fisiolo-
gici.

ENUNCIATO
Il comportamento dell’organismo vitale verso lo stimolo esterno è un comporta-
mento istintivo motivato dall’istinto di conservazione e si adatta a tutte le influenze
che non può distruggere, controllare o evitare.

SVILUPPO
Quando dei prodotti chimici penetrano nel corpo, esso lotta violentemente per
liberarsene.

64
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 65
di Albert I. Mosséri

Poi si stanca e preferisce economizzare le proprie forze vitali rinviando la lotta


al momento in cui sarà più forte. La sua lotta diventa passiva.
Ciò spiega perchè a lungo andare le medicine non hanno più effetto, o
meglio perchè alla lunga il corpo non reagisce più violentemente contro di
esse.
Lo stesso vale per il tabacco. All’inizio il corpo reagisce con violenza, poi
subentra la tolleranza. Il fumatore incallito assorbe una dose di nicotina che
ucciderebbe un principiante.
Questa tolleranza è un mezzo naturale di conservazione in quanto il fumatore
incallito se dovesse usare la sua energia per espellere tutta la nicotina assorbita
d’un sol colpo si troverebbe fatalmente stremato.

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Capitolo 19

LEGGE N◦ 11
LEGGE SUI MEZZI
DELL’ADATTAMENTO
MALBIOTICO O TOLLERANZA
PATOLOGICA

ENUNCIATO
L’adattamento ad ogni influenza nociva è un adattamento malsano che sempre si
compie nel corpo mediante cambiamenti tali da allontanarlo dall’ideale e condurlo
alla degenerazione.

SVILUPPO
Col tempo il corpo ha la capacità di adeguarsi alle condizioni antinaturali o anti-
vitali.
Tuttavia, ogni ‘violazione’ alle Leggi della Natura comporta una punizio-
ne che è la differenza tra ciò che l’uomo è e ciò che dovrebbe essere. Questo
adeguamento è un adattamento patologico.

66
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 67
di Albert I. Mosséri

ESEMPI
1. Quando si beve regolarmente del thé, 1o stomaco finisce per indurirsi come
cuoio allo scopo di proteggersi ed impedire il più possibile l’assorbimento
del tannino.

2. Quando si cammina a piedi nudi per evitare la continua irritazione alla


pianta dei piedi il corpo provvede con delle callosità.

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Capitolo 20

LEGGE N◦ 12
LEGGE DI TRALL
SULL’UNITÀ DEI PROCESSI
DELLA SALUTE E DELLA
MALATTIA

ENUNCIATO
L’organiamo utilizza i medesimi materiali ed i medesimi processi sia nello stato
di salute (sviluppi fisiologici) che in quello di malattia.1

SVILUPPO
Per riparare una casa malandata il muratore utilizza i medesimi materiali, i mede-
simi strumenti ed i medesimi metodi che sono serviti a oostruirla.
Nessuno, ad esempio, si sogna di riparare una casa in legno come una villetta
di montagna utilizzando mattoni e malta. I processi di riparazione sono dunque
i medesimi di quelli di costruzione
1
Questa legge è stata scoperta dal Dr. R.T. Trall, e non da Louis Kuhne, naturopata, che su di
essa parecchi anni dopo ha ba sato il suo libro.

68
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 69
di Albert I. Mosséri

In medicina si va contro il buon senso. Si sostituiscono gli alimenti con far-


maci, il riposo con stimolazione, la pulizia con antisettici e la sterilizzazione, le
vitamine naturali con vitamine sintetiche, i raggi del sole con raggi elettrici di
ogni tipo. Si respinge l’acqua pura per somministrare caffé, thé o acque minerali
a volte nauseanti.
Nessuno crede che una casa possa essere riparata istantaneamente, eppu-
re si pretendono sempre guarigioni immediate.
È risaputo che la lenta crescita della quercia produce un organismo vegetale
più solido dei funghi o dell’insalata belga, la cui crescita è rapida. E tuttavia si
pensa che una guarigione rapida possa essere forzata e produrrà perfino solide
strutture!

ESEMPI
1. Per la salute il corpo ha bisogno di calcio, ferro, ecc. biologici e viventi
quali si trovano nei cibi naturali e crudi. Lo a tesso vale nella malattia.
Ciononostante il ruolo dell’Igienista è di DOSARE i cibi secondo il ridotto,
o addirittura per un certo tempo nullo, potere digestivo del malato. In quel
momento subentra la necessità del digiuno.

2. Nella salute il corpo ha bisogno di riposo, di esercizi, ecc.


Lo stesso vale nella malattia. Tuttavia, il ruolo dell’Igienista è di DOSA-
RE questi fattori secondo i bisogni del malato, cioè riposo o sospensione
momentanea degli esercizi.

3. Nella salute come nella malattia i processi e le funzioni sono i medesimi


tranne che nella malattia dove, secondo il bisogno, sono enfatizzati o ridotti.
Cosı̀ nella malattia:

• la respirazione diventa tosse.


• una temperatura normale diventa febbre.
• un’evacuazione intestinale diventa diarrea o stitichezza.
• una tensione normale diventa ipertensione o ipotensione.
• il sonno normale diventa insonnia, ecc.

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Capitolo 21

LEGGE N◦ 13
LEGGE DI TRALL SULLE
RELAZIONI VITALI

ENUNCIATO
Ogni qualvolta nell’organismo vivente si compie un’azione che risulti da un’in-
fluenza esterna, l’azione deve essere attribuita alla cosa vivente che ha un potere
di azione e non alla cosa inanimata la cui caratteristica principale è l’inerzia. 1

TERMINOLOGIA
1. Il termina AZIONE verrà utilizzato unicamente in rapporto agli esseri vi-
venti.

2. Il termine UNIONE chimica verrà utilizzato per la chimica in sostituzione


del termine REAZIONE chimica che è erroneo.

3. Il termine MOVIMENTO verrà riservato alla sfera fisica.


1
La scoperta di questa legge, che è ritenuta la più importante della scienza igienista, è dovuta
al Dr. Russel Thacker Trall M.D 1891 USA

70
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 71
di Albert I. Mosséri

DIMOSTRAZIONE
Sappiamo che quando due fatti sono uniti da una correlazione di causa ed effetto
(Spinoza):

a. la relazione è invariabile, ossia l’effetto esiste finchè esiste la causa.

b. La scomparsa della causa fa scomparire l’effetto.

c. L’effetto varia proporzionalmente alla causa.

Ora, poichè:

a. l’azione vitale esiste invariabilmente finchè l’organismo è in vita.

b. L’azione scompare con la morte.

c. L’effetto è proporzionale al potenziale vitale.

. . . ne deriva che l’azione è dovuta all’organismo vivente e non alla sostanza


inerte.

SCOLII
1. In medicina, in fisiologia e in biologia si attribuisce l’azione a sostanze
inerti, ad oggetti inanimati, poi si dice che il corpo reagisce. È il più grande
errore immaginabile.
Si dice, ad esempio, che la purga ‘agisce’ sugli intestini che ‘reagiscono’ di
conseguenza. In questo modo si suppone che gli oggetti inanimati possano
avere un’azione vitale.
Ora la verità è che il solo capace di azione vitale è l’organismo vivente.
La purgazione non è la ‘reazione’ degli intestini alla purga, bensı̀ la loro
azione per liberarsene.
La pelle non ‘reagisce’ a contatto dell’acqua fredda poichè l’acqua fredda
non produce un’azione. È la pelle che agisce contraendosi.
I farmaci non agiscono sull’organismo umano, è l’organismo umano che
agisce su di loro allo scopo di espellerli in quanto veleni inutilizzabili.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 72
di Albert I. Mosséri

2. Si dice “un riflesso nervoso” come si direbbe una reazione nervosa. L’idea
trasmessa da questo termine è erronea. Infatti i nervi non reagiscono, essi
agiscono a contatto di uno stimolo esterno inerte.

3. La digestione è un’unione chimica che non si compie nell’organismo pro-


priamente detto. L’intero canale alimentare si trova all’esterno del cor-
po. Immaginate un dattero dal quale venga tolto il nocciolo.

ESPERIMENTI
1. È possibile osservare un’ameba sotto microscopio. Essa si muove in dire-
zione di una particella di cibo, emette pseudopodi, crea una sacca, ingloba
la particella e la digerisce. La particella alimentare non si muove verso
l’ameba.
Da parte sua l’ameba si allontana dai veleni. I veleni non si allontanano da
lei.

2. Nell’Ospedale Navale di Leningrado è stato effettuato un esperimento su


due gruppi di gatti.
Uno solo fu anestetizzato.
Ai due gruppi di gatti vennero somministrati dosi mortali di cianuro di
potassio. Risultato: i gatti non anestetizzati morirono all’istante.

3. Si effettuò un altro esperimento consimile. Due gruppi di cavie vennero


introdotti in un frigorifero. Soltanto il primo gruppo fu anestetizzato.
Qualche tempo dopo furono fatti uscire. Il gruppo di cavie non anestetizzate
era morto. Quello anestetizzato si riscaldò e sopravvisse.
L’azione vitale del corpo per resistere al cianuro o al freddo conduce
alla morte per sfinimento.
Ma se questa azione vitale è troppo debole l’animale non la consuma e
sopravvive.
Se il cianuro o il freddo avessero agito avrebbero dovuto uccidere allo stesso
modo entrambi i gruppi. Ciò che non è avvenuto.

4. Gli alcoolisti non si avvelenano facilmente al contrario degli astemi che,


avvelenati, muoiono seduta stante.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 73
di Albert I. Mosséri

5. Quando si gode di una buona salute ed un corpo sano ci si comporta


verso i veleni con una violenza maggiore di quanto non avviene in uno
stato di intossicazione. I bambini e le persone sane dotate di maggiore
vitalità reagiscono con febbri acute mentre ne sono incapaci i vecchi ed i
debilitati.

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Capitolo 22

COROLLARIO ALLA
LEGGE N◦ 13
LEGGE DELLA FORZA E DELLA
QUALITA’

POSTULATO
I processi dell’organismo vivente sono diretti da una forza vitale e non da una
forza meccanica o chimica.

ENUNCIATO
La forza utilizzata e consumata in tutta l’azione vitale è una forza vitale, una forza
interna e non esterna.

74
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 75
di Albert I. Mosséri

DIMOSTRAZIONE
Dato che è proprio l’organismo stesso ad agire ne consegue che è proprio la forza
intrinseca all’organismo ad essere consumata durante questa azione.

ESPERIMENTO
Quando si somministra una purga o altro farmaco ad un morto, esso non reagisce
perchè non ha più forza vitale.
Senza forza vitale, nessuna azione.

SCOLII
1. La forza di funzionamento (lavoro) è sempre la stessa sia nella salute che
nella malattia.
La forza della malattia, la forza della febbre è la forza della salute.
I risultati non differiscono che in base alle differenti condizioni.

2. La causa della malattia è anche la causa della salute.

ESEMPI
La forza di vomitare è una forza vitale.
La forza della diarrea è una forza vitale.
La forza della febbre e dell’influenza sono forze vitali dell’organismo vivente.

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Capitolo 23

LEGGE N◦ 14
LEGGE DI LINDLAHR
SULLA DUALITÀ DEGLI
EFFETTI

POSTULATO
Tutto ciò ohe viene introdotto nel corpo o entra con esso in contatto, o è utilizzato
o è espulso secondo che sia profÃttevole o nocivo, cibo o veleno.1

ENUNCIATO
Tutto ciò che viene introdotto nel corpo o entra con esso in contatto occasiona col
tempo un’azione doppia e contraria: la seconda azione, reattiva, è opposta alla
prima, attiva.

DIMOSTRAZIONE
La stimolazione è un consumo di energia che diminuisce le forze.
1
La scoperta di questa importante legge è dovuta al Dr. Henry Lindlahr, M.D., medico e
naturopata americano. La presente formulazione è del Dr. H. Shelton.

76
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 77
di Albert I. Mosséri

Dato che il riposo consente al corpo di accumulare energia, quest’ultima au-


menta.
Ne deriva che ad ogni effetto primario ne segue uno secondario che gli è
contrario ed opposto.

ESEMPI
1. La purgazione ha per risultato ultimo la stitichezza.

2. I tossici ‘fortificano’, ma in seguito indeboliscono.

3. I tranquillanti ‘calmano’, ma poi accentuano la nervosità.

4. L’alcool ‘stimola’ per poi deprimere. A tutta prima sembra riscaldare, ma


poi raffredda.

SCOLIO
Questa legge spiega l’ASSUEFAZIONE o, come suol dirsi, LA FORZA DI
ABITUDINE.

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Capitolo 24

COROLLARIO ALLA LEGGE N◦


14

ENUNCIATO
Il grado di ogni stimolazione determina il grado della conseguente depressione.

SCOLII
1. Tutto ciò che momentaneamente fortifica, a lungo andare in debolisce.

2. Se l’intensità della stimolazione è grande o il potenziale vitale è basso al-


lora il periodo di stimolazione è talmente breve in rapporto al consumo
straordinario di energia nervosa da prodursi all’istante una depressione.

78
Capitolo 25

LEGGE N◦ 15
LEGGE DELL’ALTERNANZA

ENUNCIATO
È proprio della natura degli organismi vitali alternare sempre il riposo all’attività.

ESEMPI
1. Le ovaie hanno un particolare ritmo di attività e riposo.

2. I bambini per un certo periodo crescono molto, poi quasi niente in un se-
condo tempo.

3. Tutti gli organi hanno un particolare ritmo di attività e riposo: cervello,


stomaco, occhi, ghiandole, muscoli, ecc.

4. Durante il digiuno l’eliminazione non procede in modo uguale ed uni-


forme. Talvolta è forte, talaltra debole. Come regola generale è forte nel
corso della notte ed a volte si protrae nel mattino.

5. Nella vita abituale, l’eliminazione è più forte di notte. Capita che prosegua
durante il mattino. Ciò spiega perchè al risveglio la mente è fiacca e si cerca
di arrestare questa eliminazione incompiuta con caffè, tabacco, una doccia
fredda.

79
Capitolo 26

PRINCIPIO DI WALTER
SULL’EVIDENZIAZIONE
DELL’ENERGIA

ENUNCIATO
In qualunque circostanza e quale che sia la sua natura, la vitalità o energia è da
noi invariabilmente evidenziata e percepita come energia consumata, mai come
accumulazione.

ESEMPI
1. Possiamo farci un’idea della forza di un atleta durante il sonno analogamen-
te a quanto è possibile conoscere della forza esplosiva del grisù prima che
esploda.

2. Si percepisce l’energia di una batteria allorchè produce lavoro, non allo stato
di riposo.

3. Ogni stimolante produce dispendio di energia ed è pertanto da con-


dannarsi. Esempi: i ricostituenti chimici, l’acqua fredda, l’acqua calda,
l’elettricità, le forti emozioni, il caffè, i tonici, ecc.

80
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 81
di Albert I. Mosséri

SCOLII
L’uso continuato di stimolanti porta al seguente risultato:

1. Il periodo di eccitazione diminuisce via via.

2. La depressione che ne consegue aumenta sempre più e diventa sempre


meno tollerabile.

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Capitolo 27

LEGGE N◦ 16
LEGGE DELLA STIMOLAZIONE

DEFINIZIONI
Conosciamo tre varietà di stimolanti:

1. I rinvigorenti: Sono le sostanze, le forze ed i fattori che forniscono al corpo


i materiali di ricambio e lo abilitano ad una accresciuta attività. Esempi: il
cibo, la luce solare, l’aria, il sonno, ecc.
2. I tonici: Sono le influenze favorevoli che inducono all’azione consentendo di
mobilitare, organizzare e dirigere le forze del corpo. Esempi: il caldo tem-
perato, la frescura, 1e buone cause, la gioia, l’entusiasmo, l’ambizione, la
perseveranza, la volontà, l’emulazione, l’incoraggiamento, il desiderio, la
curiosità, il rendare servizio, lottare per i propri figli, aiutare il prossimo,
ecc.
3. Gli irritanti Sono le sostanze, le forze e le influenze che provocano una azio-
ne difensiva dell’organismo ed alla lunga lo esauriscono. Esempi: un caldo
eccessivo, un freddo intenso, l’elettricità, i veleni, la violenza, la sovrecci-
tazione fisica o mentale, tutti gli stimolanti energici sia alimentari (alimenti
azotati, zuccheri industriali, ecc.) che farmaceutici o altro (caffè, ecc.).

Queste tre varietà possono essere suddivise in:

a. Gli stimolanti compensati, meglio conosciuti come rinvigorenti e tonici.

82
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 83
di Albert I. Mosséri

b. Gli stimolanti non compensati che comprendono soprattutto gli irritanti e gli
stimolanti veri e propri.

ENUNCIATO
Ogniqualvolta un agente, un’influenza tossica o irritante agisce sull’organismo
vivente si occasiona una resistenza vitale ed un’eccitazione rese evidenti da un’a-
zione accresciuta e perturbata la quale riduce sempre le forze proporzionalmente
al grado di accelerazione di questa azione. L’accrescimento dell’azione è causato
dal consumo straordinario delle forze vitali e non dal processo. Ne deriva dunque
che le riserve di forza sono diminuite.

SCOLII
1. I rinvigorenti ed i tonici producono naturalmente una certa distruzione in
larga parte compensata sia dai loro apporti che dalla riparazione indotta. In
tal senso essi danno più di quanto non sottraggano e compensano le perdite.

2. Gli irritanti o veri stimolanti non danno nulla e sottraggono molto. Non
compensano le perdite provocate.

3. Laddove gli stimolanti sembrano fare il più gran bene, essi fanno il più
gran male. La loro nocività è infatti proporzionale all’energia che fanno
consumare.

4. La stimolazione non compensata è eccitazione dell’irritazione. Non è rin-


vigorimento della nutrizione.

5. Secondo la Legge sulla Dualità degli Effetti, ogni irritazione produce un


effetto secondario di depressione ove la funzione si indebolisce. Infatti l’or-
gano stimolato è sovraccaricato ed affaticato, invoca riposo per rifarsi forte
e ricuperare energie e sostanza.

È precisamente in questo periodo di debolezza, di inattività e prostrazione che


l’organismo si ristabilisce.
Al contrario del periodo di eccetazione, di attività, di esaltazione funzionale
che lo precede in cui l’organismo si estenuava.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 84
di Albert I. Mosséri

DEFINIZIONE
Cibo e veleno: in natura, per l’organismo umano tutto è cibo o veleno. Infatti,
tutto ciò che è incapace di utilizzare deve essere rigettato. È cibo ciò che è
suscettibile di essere trasformato nel corpo vivente in tessuto o in fluidi.

SCOLII
La Natura ci permette di dintinguere un veleno stimolante da una sostanza
nutritiva nel modo seguente:

1. Il sapore di tutti i veleni, la prima volta, è amaro, repulsivo o insipi-


do. Generalmente il grado di repulsione è proporzionale alla virulenza del
veleno.
In seguito se, malgrado tutto, si persevera, l’abitudine ad un veleno si instal-
la a scapito di energiche, benchè decrescenti, proteste dell’istinto organico.
Esempi di veleni: morfina, hascisc, cioccolato, cacao, thé, caffé, aloool, bir-
ra, vino, tabacco, ecc. cui vanno aggiunti rafano, crescione, funghi velenosi
e non, ecc.
Notiamo che i veleni, per mascherare il sapore, sono sovente mescola-
ti a zucchero come nel cioccolato, il caffè, alcuni lassativi ricoperti con
cioccolato.

2. L’uso continuato di un veleno ne trasforma la ripugnanza in voglia specifica.


È la ‘assuefazione’ o ‘tolleranza’ susseguente la sospensione delle proteste
organiche.
A forza di resistere a questi veleni, il corpo è sfinito e si organizza con una
resistenza passiva meno costosa. Segue il passaggio della malattia acuta
alla malattia cronica con i cambiamenti anormali che accompagnano ogni
‘adattamento’, ‘assuefazione’, ‘tolleranza’.

3. La forza della voglia antinaturale di un veleno è proporzionale sia alla sua


virulenza che alla ripugnanza provata la prima volta in cui lo si è ingerito.

4. L’eccitazione più o meno gradevole indotta dal soddisfacimento di que-


sta voglia è sempre seguita da una reazione di depressione. Non è questo
il caso degli alimenti.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 85
di Albert I. Mosséri

I vizi tendono a progredire ed aggravarsi. L’uso di un veleno provoca infatti


una depressione che induce al ritorno verso lo stimolante. Ora, la prostrazione
dell’organismo spinge il drogato a cercare la stimolazione in due modi:

a. Aumentado la dose o la sua concentrazione. Si incomincia cosı̀ con una so-


la tazza di caffè leggero e si finisce con parecchie tazze di caffè nero. Si
incomincia con una sola sigaretta al giorno e si finisce per fumarne due
pacchetti. Si incomincia a bere vino o birra moderatamente e si finisce per
vuotare la bottiglia alla prima contrarietà, al primo dispiacere, alla prima
delusione.

b. Cambiando droga. Si incomincia con un certo tranquillante e poi ogni tanto


lo si cambia.

La follia:
Quando, alla fin fine, il corpo è talmente sfinito da non ‘reagire’ più ad
alcun veleno, ci si trova in un bel pasticcio. È la degenerazione, se non l’inizio
della follia e delle altre malattie mentali.

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Capitolo 28

LEGGE N◦ 17
LEGGE DEL RIPOSO DEL
DR. SHELTON

DEFINIZIONE
Il riposo comprende:

1. Il riposo mentale che consiste nell’evitare ogni causa di disturbo o snerva-


mento, rumore, chiacchiere prolungate, pausa, ansietà, preoccupazione, ecc.

2. Il riposo fisico che consiste nel rimanere a letto.

3. Il riposo fisiologico che consiste nel riposare lo stomaco, gli intestini, il fe-
gato, il cuore, ecc. astenendosi totalmente dal cibo dal momento che con la
digestione si affaticano. Per un certo tempo si vive sulle proprie riserve.

ENUNCIATO
Ogni volta che in un organismo animale l’azione ha consumato l’energia e la
sostanza di riserva è necessario un riposo per ri cuperare le forze e colmare il
deficit di sostanza.

86
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 87
di Albert I. Mosséri

SCOLII
1. Il riposo è necessariamente triplice: fisico, fisiologico e mentale.

2. La persona ammalata o stanca deve necessariamente attraversare un


periodo di debolezza prima di fortificarsi.

3. I periodi di riposo sono proporzionali alla stanchezza.

4. In tutta la natura lavoro e riposo sono sempre alternati. Entrambi sono


indispensabili.

5. Il lavoro compiuto dal fegato, dai polmoni, dai reni, dal cuore, dallo sto-
maco, dalle ghiandole, ecc. dipende principalmente dalla quantità e dalla
concentrazione del cibo.

6. Il lavoro compiuto da tutti questi organi dipende, in secondo luogo, dallo


sforzo muscolare, dai dispendi sessuali, dalle snervamento causato dal-
le preoccupazioni, dal dispiacere, dalla segretezza, dall’odio, dalla gelo-
sia, dal rancore, dal risentimento, dalla collera, dalla persecuzione, dallo
scoraggiamento, ecc.

7. La temporanea astensione da ogni cibo frutta agli organi vitali un apprez-


zabile riposo e permette un più agevole riposo fisico. Cosı̀ si rimane a
letto più facilmente quando si digiuna. È quasi impossibile restare a letto
a lungo quando si mangia se non per costrizione.

8. Contrariamente al riposo che accumula le forze, la doccia fredda le stimola


ed esaurisce.

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Capitolo 29

LEGGE N◦ 18
LA CAUSA PRIMARIA DELLA
MALATTIA

ENUNCIATO
La forza vitale scatena la malattia.

SPIEGAZIONE
La malattia é una eliminazione (biogonia) che richiede una forza vitale posseduta
da tutti gli esseri viventi.
In un morto non può prodursi alcuna malattia.

CONCLUSIONE
È dunque proprio la forza vitale la causa primaria della malattia in un essere
vivente.

88
Capitolo 30

LEGGE N◦ 19
LA SNERVAZIONE

ASSIOMA
1. Ogni azione disperde energia.

2. L’energia è ricuperata durante i periodi di rilassamento e riposo.

DEFINIZIONE DELLA SNERVAZIONE


La snervazione rappresenta la diminuzione dell’energia nervosa causata da tutti i
consumi normali o anormali quando superano le riserve.

POSTULATO
Il termine VITA è sinonimo di FORZA VITALE e di ENERGIA NERVOSA o
MOVIMENTO ARMONICO secondo la definizione del filosofo Herbert Spencer.

89
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 90
di Albert I. Mosséri

ENUNCIATO
Ogni funzione, ogni processo vitale e soprattutto ogni azione o abitudine malsa-
na determinano un dispendio di energia nervosa che conduce alla snervazÃone
quando questo dispendio supera la quantità di energia nervosa di riserva.

SCOLII
Le cause della snervazÃone:

1. Tutte le funzioni dell’organismo umano, siano esse volontarie o involonta-


rie, determinano un dispendio di energia nervosa. Esempi: la respirazione,
la digestione, la crescita, la circolazione, l’eliminazione cellulare, la filtra-
zione e il rigetto dei veleni tramite i reni, la neutralizzazione dei veleni
tramite il fegato, ecc.

2. Le azioni e le abitudini malsane determinano un grande di spendio di


energia nervosa che esaurisce rapidamente le riserve se non abbondano.
Esempi: GLI ALIMENTI NON SPECIFICI ALLA SPECIE UMANA (pane,
cereali, carne, noci diverse, latte per gli adulti, leguminose). Questi alimen-
ti sono molte difficili da digerire ed ‘incrostano’ enormemente in quanto
non destinati alla nostra specie.

3. L’abitudine ai veleni: caffé, alcool, thé, cioccolato, tabacco, bevande ghiac-


ciate, farmaci di ogni genere.

4. Il surmenage fisico o mentale, l’assenza di rilassamento e riposo.

5. Gli eccessi sensuali: rumore, abuso di televisione, di sensualità, di ses-


sualità, le cattive letture, la fretta, una grande gioia, un grande amore, il
vento.

6. Le cause mentali ed emozionali: la paura, l’apprensione, la preoccupazione,


l’odio, la malizia, la voglia, la gelosia, l’egoismo, gli intrighi, la dissimu-
lazione, la segretezza, la menzogna, la disonestà, il furto, la cupidigia, la
crudeltà, la diffamazione, la collera, il rancore, l’insoddisfazione prolun-
gata, la rivalità, le perdite di denaro, le delusioni, le accuse ingiuste, le
persecuzioni politiche, religiose, mediche, i processi, la speranza delusa,
le dispute familiari, le angherie, i tormenti, i giochi d’azzardo e talvolta i
timori traumatizzanti (inferno eterno, angosce religiose, rimorsi).

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 91
di Albert I. Mosséri

Tutte queste cause sono meno gravi di un’alimentazione malsana perchè,


contrariamente ai cibi cattivi che ritornano tutti i giorni dell’anno, per la
maggior parte sono passeggere.

7. Gli ascessi e il pus non drenati.

8. I trattamenti: massaggi, idroterapia; elettricità, ecc.

9. Il freddo, il caldo, l’umidità, l’eccesso di sole, ecc.

10. La miseria, la promiscuità, l’incompatibilità di umore tra congiunti, tra


vicini, tra compagni di lavoro o con il padrone.

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Capitolo 31

LEGGE N◦ 20
L’INDEBOLIMENTO
FUNZIONALE

ENUNCIATO
La snervazione, sinonimo di esaurimento delle enrgie nervose, conduce all’in-
debolimento delle funzioni vitali dell’organismo riducendo le secrezioni, l’eli-
minazione, la digestione, l’assorbimento, l’assimilazione, l’escrezione tramite
gli emuntori, la peristalsi intestinale e tutte le funzioni organiche.

SVILUPPO
Il sistema nervoso presiede a tutte le funzioni organiche. La snervazione, di-
minuendo l’energia, indebolisce tutte le funzioni organiche quali la digestione,
la funzione intestinale, renale, respiratoria, muscolare, mentale, sensoriale, ecc.
Senza forza nervosa ogni funzione é impossibile.
Quando la forza nervosa dimunuisce la funzione si indebolisce.

92
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 93
di Albert I. Mosséri

SCOLIO
Calorimetria alimentare:
Si pretende che i cibi assorbiti si trasformino automaticamente in un certo nu-
mero di calorie determinate secondo la categoria del cibo. Si sono perfino costruite
erronee tabelle.
Infatti l’indebolimento dell’efficacia funzionale degli organi digestivi e altri
può indurre ad una digestione parziale o addirittura ad una indigestione.

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Capitolo 32

LEGGE N◦ 20 BIS
DISTRIBUZIONE DELLE
ENERGIE

ENUNCIATO
Quando le energie del corpo sono concentrate in una parte vengono ritirate dare
altre.

ESEMPI
1. Quando il corpo provoca una febbre le energie sono ritirate da ogni parte e
si avverte stanchezza.

2. Lo stesso vale per una crisi di fegato o altro. Si avverte una debolezza e
un’incapacità di concentrazione mentale.

94
Capitolo 33

LEGGE N◦ 21
LEGGE DI TILDEN SULLA
TOSSIEMIA

DEFINIZIONE DELLA TOSSIEMIA


La tossiemia è la presenza nel sangue, nella linfa, nei fluidi del corpo, negli organi,
nei tessuti e nelle cellule di una qualunque sostanza incompatibile con la salute.
La tossiemia è una COSTANTE endogena nel sangue, cioè un prodotto na-
turale del corpo. Diventa tossica quando il suo accumulo supera il livello di
tolleranza.

ENUNCIATO
La diminuzione dell’eliminazione e delle secrezioni produce la tossiemia, causa
fondamentale di tutte le malattie (biogonie) e di tutti gli stati patologici.

SVILUPPO
I nostri milioni di cellule eliminano costantemente rifiuti tossici nel sangue. L’ar-
resto di questa eliminazione significa la morte istantanea. Ma una semplice di-

95
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 96
di Albert I. Mosséri

minuzione di questa eliminazione alza il livello dei rifiuti che diventano troppo
tossici ed intollerabili.

SCOLII
Si può suddividere la tossiemia in diverse categorie:

1. La tossiemia naturale dei rifiuti cellulari, tossiemia endogena.

2. La tossiemia intestinale (autointossicazione) derivante dalla decomposi-


zione dei cibi non digeriti. È una tossiemia esogena.

3. La tossiemia organica. Esempio: il pus, gli ascessi non drenati. Occorre


drenare e lavare frequentemente le ferite.

4. La tossiemia chimica (esogena) da farmaci, vaccini, sieri, prodotti chimici,


coloranti, insetticidi, ecc.

5. Queste ultime quattro tossiemie inducono a loro volta una tossiemia cellu-
lare endogena. Senza questa tossiemia cellulare naturale è poco probabile
che le altre tossiemie possano di per sè causare la malattia.

SCOLII SUPPLEMENTARI
1. L’ereditarietà:
a. In quanto eliminazione, nessun genere di malattia (biogonia) può essere
ereditaria.
b. Al contrario, è possibile ereditare una predisposizione, una diatesi, degli
organi piccoli, un torace stretto o largo, ecc.
c. In caso di tossiemia ci si ammala della malattia per la quale siamo
predisposti e non di un’altra. Cosı̀ se i nostri genitori sono tubercolotici,
all’occorrenza ci ammaleremo di tubercolosi.
d. Senza un’elevata tossiemia non subiremo mai alcuna malattia, quale che
sia la nostra ereditarietà.

2. I microbi non causano la malattia. Aiutano ad eliminarla trasformando


i rifiuti. Lo stesso vale per le amebe.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 97
di Albert I. Mosséri

3. Infezione significa tossiemia derivata da cibi azotati: pus, febbre, infiam-


mazione, cancro.

4. Il contagio non esiste perchè la tossiemia non può essere trasmessa da una
persona all’altra. Eccezione: taluni parassiti (scabbia, ecc.).

5. Le epidemie sono causate dalle condizioni malsane che colpiscono tutti gli
abitanti di una regione: panico durante le guerre, umidità eccessiva, freddo
o caldo eccessivi, orgie di Natale, ecc.

6. I parassiti. Esempi: scabbia, filarie, bilharzia, verme solitario, ecc. Questi


parassiti sono talvolta mortali. Occorre ucciderli servendosi di pomate a
base di zolfo o raggi ultravio letto o altro modo. I semi di zucca cacciano il
verme solitario. Ignoro quale prodotto chimico possa uccidere o cacciare i
parassiti della bilharzia senza nuocere all’ammalato.

7. L’immunità non esiste. È un mito. A meno di indebolire la resistenza ed


uccidere l’individuo, le medesime cause produrranno sempre i medesimi
effetti.

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Capitolo 34

LEGGE N◦ 22
LEGGE DI SHELTON SUGLI
STATI EMOTIVI

ENUNCIATO
Le preoccupazioni, la paura, gli shock nervosi, il dispiacere, ecc. raramente, per
non dire mai, producono la malattia in un individuo veramente sano perchè è
capace di liberarsi di questi stati emotivi prima che abbiano avuto il tempo di
generare turbe serie.

SVILUPPO
Tutti hanno avuto durante nella vita momenti di collera, eccitazione mentale,
preoccupazioni ed ansietà.
Ma nessuno è mai caduto ammalato. L’uomo sano infatti si libera rapidamente
di queste emozioni PRIMA che abbiamo avuto il tempo di danneggiarlo.
I lavori del Dr. P.E. Morhardt di Parigi (1928) confermano la teoria del Dr.
Shelton. Questi lavori hanno provato che gli shock emotivi quali le emozioni
provocate dalla perdita di una persona cara, di una fortuna, di una situazione, ecc.
generano malattie PERCHÈ il corpo si trova in uno stato tossiemico al momento
dell’emozione.

98
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 99
di Albert I. Mosséri

Disturbi gravi possono essere generati in individui la cui salute è già in


cattivo stato.

ESEMPIO
Il diabete è un esempio stupefacente. Lo squilibrio nutritivo conduce ad una con-
dizione del sistema nervoso tale da non poter sopportare uno shock o una tensione.
Infatti le emozioni violente possono causare il diabete in persone tossiemiche.
Lo shock derivante da una ferita o da una operazione può fare insorgere dello
zucchero nelle urine. Lo stesso vale per la paura, la preoccupazione, la collera,
ecc.
Evidentemente questo diabete è passeggero dato che le emozioni violente sono
passeggere. Non si tratta del vero diabete causato dall’insulina ed altri farmaci
che provocano l’atrofia del pancreas.
Un’alimentazione non specifica alla nostra specie produce effetti nefasti sul
sistema nervoso, cervello e nervi, reso suscettibile al minimo shock.

CONCLUSIONE
1. Gli stati emotivi sono sempre cause secondarie della malattia. La cau-
sa principale è sempre una COSTANTE, cioè la tossiemia causata da una
alimentazione non specifica alla nostra specie.

2. Per curare le malattie mentali occorre sempre correggere alla base lo


stato fondamentale, vale a dire eliminare anzitutto la tossiemia. Nella
maggioranza dei casi ciò è sufficiente a ristabilire nel contempo corpo e
mente. Un’alimentazione specifica ne consoliderà i risultati.

3. Curare lo stato mentale secondo i procedimenti psicanalitici è dunque un


tentativo votato all’insuccesso.

4. Gli errori peggiori sembrano essere i tranquillanti ed i cibi azotati non


specifici alla nostra specie: carne, noci diverse, cereali completi, legumi-
nose.

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Capitolo 35

LEGGE N◦ 23
LEGGE DELL’ATTIVITÀ VITALE
ANORMALE

ENUNCIATO
La malattia è un’azione vitale anormale del corpo (biogonia).

DIMOSTRAZIONE
Dal momento che ogni azione compiuta nell’organismo è dovuta a quest’ultimo
(Legge di Trall), e poichè la malattia non concerne che i corpi viventi, ne consegue
che la malattia è l’azione vitale del corpo.

SVILUPPO
Risulta evidente che questa azione è anormale.
In questa legge si tratta delle malattie e non degli stati patologici quali la
paralisi, la cataratta, ecc. Questi stati non comportano azione alcuna.

100
Capitolo 36

LEGGE N◦ 24

ENUNCIATO
La malattia (biogonia) è un’eliminazione “vicariante”.

SVILUPPO
1. Scopo della malattia è l’eliminazione della tossiemia che ‘incrosta’ il corpo.
Prova ne sia l’aumento della eliminazione durante la malattia: urine più
cariche, alito fetido, febbre, foruncoli, diarrea, vomito, sudore fetido, ecc.
2. Poichè la normale funzione degli organi sovraccarichi di tossine duran-
te la malattia è di espellerli, altri organi vengono ‘requisiti’ allo scopo di
sostituirli ed aiutarli. Questo è il senso del termine “vicariante”.

ESEMPI
1. La pelle aiuta sovente i reni ad eliminare provocando foruncoli, macchie
rosse, pustole, ecc.
2. I polmoni aiutano sovente con la tosse ad espellere i catarri che le mucose
nasali non riescono ad espellere tramite il naso.
3. La febbre aiuta sovente l’intero corpo quando è ‘incrostato’ e gli emuntori
non sono sufficienti a purificarlo.

101
Capitolo 37

LEGGE N◦ 25
LEGGE DELL’ELIMINAZIONE
SELETTIVA

ENUNCIATO
Tutte le sostanze nocive in qualunque maniera introdotte all’interno della sfera
vitale vengono combattute, neutralizzate ed eliminate nei modi e per le vie che
producono nel corpo la minore usura.

SVILUPPO
Quando si prende un farmaco (veleno) il corpo sceglie il modo e il percorso più
economici per espellerlo.
Cosı̀ per certi farmaci che vengono eliminati tramite gli intestini (purghe), per
altri tramite i reni (diuretici), per altri tramite la pelle (diaforetici) ed altri ancora
tramite lo stomaco (emetici), ecc.
Prima di venire eliminati certi farmaci sfibrano il sistema nervoso (tran-
quillanti, sonniferi, calmanti).

102
Capitolo 38

LEGGE N◦ 26
LEGGE DI THONSON

ENUNCIATO
L’organo ammalato (biogonia) è l’organo più forte nella malattia acuta. Diven-
ta il più debole nella malattia cronica.

SPIEGAZIONE
Quando il corpo diventa troppo tossiemico e gli emuntori sovraccarichi non ce la
fanno ad assolvere il proprio compito normale, l’intelligenza somatica dell’orga-
nismo sceglie l’organo più forte per sostituirli.
Qui si tratta di malattia acuta e non cronica.
È evidente che nella malattia cronica tocchi all’organo più debole.

SCOLII
1. L’organo più forte o più debole non è il medesimo per tutte le persone,
dipende dall’ereditarietà.
Ciò spiega la diversità ed il numero di malattie e di sintomi.

103
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 104
di Albert I. Mosséri

2. Solitamente la medicina si accanisce contro l’organo ammalato più for-


te ad impedirgli di compiere il proprio lavoro di eliminazione. In tal
modo si esaurisce ed indebolisce. Un altro organo, il secondo in ordine
di forza, lo sostituisce e prosegue “il lavoro di eliminazione interrot-
to”. Questo secondo organo differisce dal primo sia come struttura che
funzione. Produce altri sintomi e malattie.
Ecco in che modo la medicina “guarisce una malattia provocandone
un’altra”.

3. Come si può verificare, il corpo compie una sola formidabile malattia. Non
ne fa due insieme.
Cosı̀ coloro che si ammalano di tubercolosi non si ammalano di cancro.
Coloro che si ammalano di una malattia mentale raramente sono cardiaci.

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Capitolo 39

LEGGE N◦ 27

ENUNCIATO
La malattia è una resistenza vitale alla tossiemia.

SVILUPPO
Nel limite delle proprie forze il nostro organismo elimina tutto ciò di cui non ha
bisogno o gli è nocivo. La malattia è l’azione del corpo per eliminare le sostanze
tossiche.

105
Capitolo 40

LEGGE N◦ 28
LEGGE DELLA LIMITAZIONE

ENUNCIATO
Quando il dispendio delle forze vitali, ovunque si produca, raggiunge il limite di
un imminente fatale esaurimento, la Natura pone un freno a questo inutile dispen-
dio e l’organismo si ribella al continuo impiego dell’abituale stimolante o alla
cattiva abitudine.

ESEMPI
1. Si sa che gli sperperi sessuali esauriscono il sangue e che ogni goccia di
sperma equivale a 40 gocce di sangue. Quando si abusa della sessualità, la
Natura pone un freno ad evitare le perdite vitali diluendo lo sperma. L’uomo
finisce per diventare sterile ed anche impotente.
L’uso di tranquillanti esaurisce a tal punto i nervi che la Natura pone un fre-
no agli altri dispendi nervosi come nella sfera sessuale dove l’uomo diventa
impotente.

2. Sovente si è osservato nei malati mentali una repulsione verso i farmaci. Le


infermiere li forzano perchè li prendano. Ad un certo momento, quando il
drogato viene a trovarsi sull’orlo della rovina, nell’imminenza di una cata-
strofe, la voglia di tabacco, alcool, oppio, farmaco abituale scompare ed il
malato finisce per averne orrore.

106
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 107
di Albert I. Mosséri

3. Durante la febbre, il corpo non supera mai il limite pericoloso a condizione


di non contrariare la Natura con farmaci, freddo, stanchezza.

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Capitolo 41

LEGGE N◦ 29
LEGGE DI JENNINGS
SULL’ORTOPATIA

ENUNCIATO
Il fine della malattia (biogonia) è di ristabilire l’ organismo. 1

SVILUPPO
Ne deriva che, essendo la malattia una eliminazione, il fine della malattia è la di-
sintossicazione del corpo per purificarlo e ristabilire l’integrità delle sue funzioni.

SCOLIO
La malattia non è un mezzo radicale dato che, tornato al livello di tolleranza tos-
siemica, l’organismo interrompe la sua azione, cioè cessa di essere ammalato.
Tuttavia permane ancora assai tossiemico.
1
Dal greco Orthós = ‘diritto’ e Pathos = ‘affetto’. L’espressione ‘Ortopatia’ – inventata dal
Dr. Isaac Jennings (USA) – significa che la malattia è un’azione utile, corretta, benefica. Fu
il primo a dimostrare questa verità.

108
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 109
di Albert I. Mosséri

ESEMPI
1. Il vomito ristabilisce il corpo e lo libera di quanto indesiderabile.

2. La diarrea pulisce gli intestini.

3. I foruncoli purificano il sangue.

4. Lo svenimento conferisce al corpo una posizione orizzontale necessaria ad


una migliore circolazione sanguigna in caso di necessità.

5. Il diabete è un’affezione in cui lo zucchero inutilizzato viene eliminato


nel sangue e nelle urine.

SCOLIO:
La malattia non è un mezzo radicale per purificare da cima a fondo l’organi-
smo. Infatti, quando il livello di tolleranza tossiemica è ritrovato, il corpo cessa la
sua azione, cioè cessa di essere ‘ammalato’.

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Capitolo 42

LEGGE N◦ 30
LA MALATTIA ACUTA

ENUNCIATO
La malattia Prende la forma acuta quando il potenziale vitale è elevato.

DIMOSTRAZIONE
Dal momento che la potenza della malattia è proporzionale al potenziale vita-
le, una persona vigorosa, se ne ha bisogno, avrà una malattia acuta. Più questa
persona è vigorosa più forte sarà la malattia.

ESEMPI
I bambini, solitamente provvisti di vitalità, quando si ammalano, manifestano
sintomi molto violenti.
Viceversa, i vecchi le cui capacità sono limitate ad una febbre ridotta e a
malattie croniche.

110
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 111
di Albert I. Mosséri

SCOLIO
Quanto più la malattia è acuta tanto più rapido il ristabilimento.

COROLLARI
1. Quando si è morti o prossimi alla morte il potenziale vitale è nullo o troppo
debole. La malattia diventa nulla o quasi.

2. È proprio della vita generare la malattia in caso di necessità.

3. La prognosi è più favorevole in presenza di sintomi acuti piuttosto che


deboli.

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Capitolo 43

LEGGE N◦ 31
LA MALATTIA CRONICA

ENUNCIATO
La malattia (biogonia1 ) prende la forma cronica quando il potenziale vitale è
debole.

SPIEGAZIONE
Dal momento che la potenza della malattia è proporzionale al potenziale vitale
consegue che la malattia prende forma cronica soltanto quando questo potenziale
è basso.

CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE


1. La malattia acuta (biogonia dinamica o attiva): Questa forma acuta si ma-
nifesta con violenti sintomi di eliminazione. Si produce con l’enfasi o
l’iperattività di talune funzioni allo scopo di disintossicare il corpo.
1
Il termine “biogonia” è stato coniato dal Dr. Shelton nel 1939. Dal greco Bios = ‘vita’, Agon
= ‘lotta’, significa dunque lotta per la vita. Il termine ‘biogonia’ non si applica che alle malattie
acute o croniche e non agli stati patologici dove i tessuti vengono distrutti.

112
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 113
di Albert I. Mosséri

Esempi: la febbre, il polso rapido, il dolore, le infiammazioni, la respirazio-


ne rapida, la tosse, la diarrea, i vomiti, l’eliminazione di calcoli accompa-
gnati da violenti dolori, ecc

2. La malattia cronica (biogonia adinamica o passiva): Questa forma cronica


si manifesta con sintomi deboli che economizzano l’energia. Si produce
con una diminuzione di talune funzioni. L’energia in tal modo economizzata
potrà pertanto essere utilizzata, in seguito, nel lavoro di eliminazione.
Esempi: l’inappetenza, l’assenza di secrezioni, stitichezza, stanchezza, men-
te fiacca, dolori deboli, ecc.

3. Gli stati patologici: Non sono sintomi di eliminazione, ma sintomi di dege-


nerazione ed alterazione dei tessuti e dei fluidi. Sono distruzioni dovute a
veleni, tossine, rifiuti, bruciature, parassiti, ecc.
Esempi: la paralisi, la cirrosi epatica, la vera tubercolosi, il vero cancro,
ecc. Questi stati sono irriversibili.

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Capitolo 44

LEGGE N◦ 32
EVOLUZIONE DELLA
MALATTIA

ENUNCIATO
Quando la tossiemia non viene eliminata la malattia evolve dallo stato acuto allo
stato cronico ed infine allo stato patologico irriversibile.

ESEMPI
1. I sintomi acuti dell’artrite e del reumatismo si evolvono in artrosi, infine le
ossa si saldano, deformano e deteriorano.

2. Il raffreddore si evolve in sinusite, bronchite, polmonite, dilatazione dei


bronchi, tubercolosi.

3. Ripetute crisi epatiche evolvono e degenerano in cirrosi irreversibile.

4. Una semplice depressione nervosa ed una leggera insonnia, all’inizio pas-


seggere, evolvono in gravi malattie nervose o in turbe mentali.

5. Un tumore benigno evolve in tumore maligno, sebbene richieda molto tem-


po.

114
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 115
di Albert I. Mosséri

LA DIAGNOSI
Quando un malato si presenta con la diagnosi medica di una malattia grave oc-
corre sempre fare delle ricerche sulle malattie ed i sintomi meno gravi che
necessariamente devono aver preceduto, nel corso di molti anni, questa grave
malattia.
Se il passato non rivela nulla di particolare si può affermare che lo stato del-
l’individuo non è cosı̀ grave come si pretende. La diagnosi è dunque erronea ed
allarmista.
Tutte le malattie gravi hanno avuto i loro antecedenti benigni come i mal
di testa, inappetenza, ripetuti raffreddori, numerose influenze, ecc.

SCOLII
1. Le differenti affezioni che si possono avere non sono in dipendenti l’una
dall’altra, ma partecipano ad un processo globale dello stato patologico.

2. L’Unità e la Continuità dei processi patologici fondati sulla tossiemia: ecco


delle ipotesi logiche rispetto all’assurdità della medicina secondo la quale
una malattia può causarne un’altra.
Esempio: un’influenza non può causare una bronchite e neppure una pol-
monite. Tutte queste affezioni hanno una causa comune che è la tossiemia.
Esse evolvono dal semplice al complesso secondo il livello tossiemico.
Non esistono sintomi isolati ed indipendenti l’uno dall’altro. Hanno tutti
la medesima causa. È dunque assurdo dare un nome distinto ad ogni tappa
della malattia come vuole la medicina.

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Capitolo 45

COROLLARIO ALLA
LEGGE N◦ 32
LE TAPPE DEL
RISTABILIMENTO

ENUNCIATO
Dal momento che, nell’aggravarsi, la malattia deve passare dallo stato acuto allo
stato cronico ne deriva che l’individuo in via di ristabilimento deve passare
dallo stato cronico allo stato acuto, cioè dal cammino inverso.

SPIEGAZIONE
Con la soppressione delle abitudini avvelenanti ed il riposo fisiologico il corpo
economizza molta energia, ciò che gli consente di compiere un’azione di elimina-
zione (malattia acuta) più energica.

ESEMPIO
Quando un malato cronico digiuna, ha talvolta violente crisi di eliminazione sotto
forma di febbre, mal di testa, diarrea, vomiti, palpitazioni, polso rapido, dolori

116
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 117
di Albert I. Mosséri

reumatici violenti, crisi epatiche, convulsioni, ecc.


Queste crisi violente rappresentano un miglioramento in rapporto ai sintomi
cronici moderati.
Il reumatismo cronico in via di scomparsa si manifesta sovente con violente
crisi di dolori reumatici.
La medicina ha capito il ruolo benefico della febbre. Ciononostante tenta di
provocarla artificialmente. Allo stesso modo con cui ha tentato di provocare una
eliminazione di pus tramite ascessi di derivazione.

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Capitolo 46

LEGGE N◦ 33
LEGGE DEL POTERE
RICUPERATORE

ENUNCIATO
Il potere ricuperatore è inerente alla materia vivente.

SVILUPPO
I processi vitali sembrano essere animati da una intelligenza somatica che li guida
verso un fine determinato per il più grande benessere dell’essere vivente.
Lo stesso adeguamento dei mezzi disponibili verso un fine gioioso si riscontra
– ciò che è degno di nota – nelle condizioni anormali che possono accadere nel
corso della vita. Allora il corpo, per correggere una situazione difficile, si ammala.
Gli organi improvvisano sempre dei mezzi adeguati a fronteggiare ogni nuova
situazione.

118
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 119
di Albert I. Mosséri

ESEMPI
1. In caso di ferita, il corpo, per riparare i tessuti distrutti, si adatta a questa
nuova situazione con una serie di misure immediate o differite. Ad evitare
effusione di sangue forma un grumo, per indirizzare verso la sede della fe-
rita sangue in abbondanza provoca un’infiammazione, invia sostanze nutri-
tive allo scopo di riparare le lacerazioni, elimina rifiuti, fabbrica un tessuto
cicatriziale provvisorio a protezione della ferita, ecc.

2. Quando una scheggia penetra nella pelle, il corpo la avvolge in una ciste, le
riversa fluidi, poi con questi fluidi e del pus la elimina.

3. I tessuti viventi animali e vegetali possiedono la capacità di ‘reintegrazione’


conseguente alla loro disintegrazione. In tal modo si realizzano i processi
di riparazione a seguito della eterna usura dei tessuti viventi.

4. L’organismo vivente ha il potere di riprodurre immediatamente una parte


perduta. Questo potere è più grande nei gradini bassi della scala evolutiva.
Esempio: tagliate la coda ad una lucertola e gliene rispunta un’altra.

5. L’organismo vivente ha il potere innato di rigettare ed eliminare ogni rifiuto


ed ogni sostanza inutile o nociva. Per liberarsi delle tossine l’organismo
utilizza sovente mezzi speciali quali la formazione di ascessi.

6. L’organismo vivente ha la facoltà di ordinare e sistemare le sue funzioni ed


i suoi processi in modo da consentirgli di resistere alle influenze patogene
con il minimo di usura quando sono troppe diffuse.
Questa ragione spiega perchè le prime sigarette fumate provocano una vio-
lenta reazione del corpo. Ma se tali reazioni dovessero prolungarsi ci si
troverebbe presto sfiniti. Perciò, in un momento successivo, il corpo resiste
passivamente nei limiti del proprio tornaconto.

7. Il corpo isola nelle cisti pus e altre materie nocive allo scopo di renderle
inoffensive.

8. L’energia non può essere consumata contemporaneamente con la stessa in-


tensità in tutte le direzioni. Perciò la stanchezza conserva le forze. È una
misura di saggezza del corpo.

9. La Natura favorisce sempre gli organi più vitali quali gli occhi, i nervi.
Durante il digiuno il corpo perde il grasso mentre i nervi restano intatti.

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MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 120
di Albert I. Mosséri

NOTA :
Nessun farmaco, nessuna tisana, nessuna radiazione, nessuna sostanza pos-
siede un potere guaritore. Questo potere è insito nella natura vivente. Non è
trasferibile da una persona all’altra.

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Capitolo 47

LEGGE N◦ 34
LE CONDIZIONI DEL
RISTABILIMENTO

ENUNCIATO
Il ristabilimento è possibile alle seguenti quattro condizioni:

1. Soppressione del motivo.

2. Apporto di elementi e condizioni necessari alla salute.

3. Ricupero delle forze vitali.

4. Dare il tempo necessario ai processi riparatori.

SCOLII
1. La soppressione del motivo comporta la correzione di ogni abitudine nociva,
di ogni cibo non specifico alla specie umana, di ogni influenza malsana e
l’astensione da ogni veleno.

2. Gli elementi e le condizioni necessarie alla salute sono i cibi specifici alla
specie umana, la serenità mentale, un clima sopportabile, ecc.

121
MANGIATE SECONDO LE LEGGI DELLA NATURA 122
di Albert I. Mosséri

3. Il ricupero della forza vitale si compie con il riposo fisico, mentale, senso-
riale e fisiologico (digiuno).

4. Il tempo necessario può variare secondo il caso da qualche ora a qualche


giorno a qualche mese.

CONCLUSIONE
Nel combattere i sintomi, la medicina aggrava il caso, crea compli-
cazioni e ricadute, trasforma il caso acuto in caso cronico, distrugge
i tessuti in modo irreversibile, reprime i veleni aggiungendovene di
nuovi in forma di prodotti chimici.
I metodi utilizzati dalla medicina sovente uccidono il malato.

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Indice

COPERTINA 1

I I PIACERI DELLA FAME 1


1 I PIACERI DELLA FAME 2
1.1 Le cause principali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.2 La fame autentica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.3 La bulimia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.4 I condimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.5 La domanda naturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.6 Una sensazione piacevole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.7 Gli alimenti semplici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

2 CONSIGLI PRATICI PER I PRINCIPIANTI 12


2.1 I farmaci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
2.2 Le operazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
2.3 L’alcool e il tabacco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
2.4 Caffè e thè . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.5 Il cioccolato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.6 Aceto, mostarda, pepe, sale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.7 La cottura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.8 Le pentole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.9 Le leguminose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.10 Il bianco d’uovo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
2.11 I formaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
2.12 Lo zucchero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
2.13 La carne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
2.14 Funghi e ostriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
2.15 Pane e pasta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
2.16 La frutta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
2.17 Datteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

123
2.18 Verdure crude . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
2.19 I condimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
2.20 Verdure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
2.21 Gli altri fattori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
2.22 I cibi naturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
2.23 La contrarietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
2.24 Classificazione dei cibi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
2.25 Il sonno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

3 EVOLUZIONE DELLA MALATTIA 28


3.1 Le principali cause della malattia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

4 IL REGIME IDEALE PRIMITIVO


Conforme alle leggi della Natura 29
4.1 LA MEZZA COTTURA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
4.2 I CONDIMENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

II LE LEGGI DELLA NATURA VIVENTE 31


5 PRINCIPIO FONDAMENTALE 32

6 DEFINIZIONI 35

7 LEGGE N◦ 1
LEGGE ORTOBIONOMICA 37

8 LEGGE N◦ 2
LEGGE DEL MINIMO 41

9 LEGGE N◦ 3
LEGGE DI WALTER
SULL’ISTINTO DI CONSERVAZIONE 43

10 LEGGE N◦ 4
LEGGE DELLA DISTRIBUZIONE VITALE 47

11 LEGGE N◦ 5
LEGGE DI GRAHAM SUL FINE COSTITUZIONALE APPLICA-
TO ALLA NUTRIZIONE E ALLA SESSUALITÀ 49
12 LEGGE N◦ 6
LEGGE GENERALE DELLO SVILUPPO 51

13 LEGGE N◦ 7
LEGGE SPECIALE DELLO SVILUPPO MUSCOLARE 53

14 LEGGE N◦ 7-BIS
LEGGE DELL’ATROFIA 54

15 LEGGE N◦ 8
LEGGE DELL’ECONOMIA SPECIALE 56

16 LEGGE N◦ 8-BIS
LEGGE DI MOSSÉRI SULL’INSUFFICIENZA DELLE RISERVE
PER UNA ELIMINAZIONE CELLULARE PROFONDA 58

17 LEGGE N 9
LEGGE DELLA COMPENSAZIONE FISIOLOGICA 62

18 LEGGE N◦ 10
LEGGE DELL’ADATTAMENTO MALBIOTICO 0 TOLLERANZA
PATOLOGICA 64

19 LEGGE N◦ 11
LEGGE SUI MEZZI DELL’ADATTAMENTO MALBIOTICO O TOL-
LERANZA PATOLOGICA 66

20 LEGGE N◦ 12
LEGGE DI TRALL
SULL’UNITÀ DEI PROCESSI DELLA SALUTE E DELLA MALAT-
TIA 68

21 LEGGE N◦ 13
LEGGE DI TRALL SULLE RELAZIONI VITALI 70

22 COROLLARIO ALLA
LEGGE N◦ 13
LEGGE DELLA FORZA E DELLA QUALITA’ 74

23 LEGGE N◦ 14
LEGGE DI LINDLAHR
SULLA DUALITÀ DEGLI EFFETTI 76
24 COROLLARIO ALLA LEGGE N◦ 14 78

25 LEGGE N◦ 15
LEGGE DELL’ALTERNANZA 79

26 PRINCIPIO DI WALTER
SULL’EVIDENZIAZIONE DELL’ENERGIA 80

27 LEGGE N◦ 16
LEGGE DELLA STIMOLAZIONE 82

28 LEGGE N◦ 17
LEGGE DEL RIPOSO DEL
DR. SHELTON 86

29 LEGGE N◦ 18
LA CAUSA PRIMARIA DELLA MALATTIA 88

30 LEGGE N◦ 19
LA SNERVAZIONE 89

31 LEGGE N◦ 20
L’INDEBOLIMENTO FUNZIONALE 92

32 LEGGE N◦ 20 BIS DISTRIBUZIONE DELLE ENERGIE 94

33 LEGGE N◦ 21
LEGGE DI TILDEN SULLA TOSSIEMIA 95

34 LEGGE N◦ 22
LEGGE DI SHELTON SUGLI STATI EMOTIVI 98

35 LEGGE N◦ 23
LEGGE DELL’ATTIVITÀ VITALE ANORMALE 100

36 LEGGE N◦ 24 101

37 LEGGE N◦ 25
LEGGE DELL’ELIMINAZIONE SELETTIVA 102

38 LEGGE N◦ 26
LEGGE DI THONSON 103
39 LEGGE N◦ 27 105

40 LEGGE N◦ 28
LEGGE DELLA LIMITAZIONE 106

41 LEGGE N◦ 29
LEGGE DI JENNINGS SULL’ORTOPATIA 108

42 LEGGE N◦ 30
LA MALATTIA ACUTA 110

43 LEGGE N◦ 31
LA MALATTIA CRONICA 112

44 LEGGE N◦ 32
EVOLUZIONE DELLA MALATTIA 114

45 COROLLARIO ALLA
LEGGE N◦ 32
LE TAPPE DEL RISTABILIMENTO 116

46 LEGGE N◦ 33
LEGGE DEL POTERE RICUPERATORE 118

47 LEGGE N◦ 34
LE CONDIZIONI DEL RISTABILIMENTO 121

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