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LA SECONDA SEZIONE DELLA MEGA2

VERSO IL COMPLETAMENTO

di

Rolf Hecker*

Dal 1975 escono i volumi della seconda Marx-Engels-Gesamtausgabe


(MEGA2); alla metà del 2001 ne sono apparsi complessivamente 51, ciascuno in due
tomi, uno di testo, l’altro di apparato. L’avvio della MEGA2 fu possibile a suo tempo
grazie ad una lunga fase di preparazione: nel 1965, nei più alti piani delle segreterie
del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e del Partito Socialista Unitario di
Germania [partito al potere nella Repubblica Democratica Tedesca – ndr] fu decisa la
pubblicazione di una Gesamtausgabe, ossia di un’edizione complessiva di opere,
scritti, lettere, estratti e annotazioni dei due “classici” Marx ed Engels; nel 1972
apparve un “Probeband” [volume di prova] che presentò alla comunità scientifica le
linee editoriali e alcuni passi commentati per le previste quattro sezioni. Le linee
editoriali furono orientate agli standard adottati in germanistica e filosofia. I principi
fondamentali di completezza, mantenimento della lingua originale e la presenza di un
commento storico-critico rendono palesi le ambizioni dell’opera.1
Sin dall’inizio fu adottata una soluzione che solo successivamente sarebbe stata
ripresa nella pubblicazione di opere complete di altri autori: l’inserimento di estratti,
*
Professore di economia, coeditore dei Beiträge zur Marx-Engels-Forschung. Neue Folge,
Berlino. Di particolare interesse sono i suoi studi sulla teoria del valore di Marx, su stesura e
ricezione del Capitale e sulla storia della “prima” MEGA. Collabora alla redazione del volume
MEGA2 IV/14 (quaderni marxiani del 1857/58 sulla crisi).
1
Vedi in italiano i testi pubblicati in appendice bibliografica; fra di essi in particolare Bruno
BONGIOVANNI, Leggere Marx dopo il marxismo. Per una storia della Gesamtausgabe, in
“Belfagor”, 5/1995, pp. 579-591, Roberto FINESCHI, Marx dopo l’edizione storico-critica: un
nuovo oggetto di ricerca, in “Marxismo oggi”, n° 1-2, 1999, pp. 199-239 e Rolf HECKER, Un
resoconto bibliografico della ricerca su Marx ed Engels e della pubblicazione delle loro opere
in ambito internazionale, in “Marxismo oggi”, n. 1-2, 1999, pp. 175-198. Vedi anche i contributi
di HUBMANN/MÜNKLER/NEUHAUS e di Roberto FINESCHI (Per la storia della MEGA) in questa
pubblicazione.
libri annotati, marginalia, per i quali fu costituita una quarta sezione. Anche
l’edizione delle lettere supera quella nella Werkausgabe (MEW) in 39 volumi
pubblicati dal 1953 al 1968. Il carteggio viene infatti così ricostruito: accanto alle
circa 5000 lettere che Marx ed Engels si sono scambiati fra loro o hanno inviato a
terzi, vengono incluse anche le circa 10000 a noi pervenute di terzi a Marx ed Engels.
Ciò rende appassionante la lettura dei nove volumi di lettere già usciti nella terza
sezione (1837-1859).
La pubblicazione nella prima sezione di opere, scritti e pubblicistica costituisce
la spina dorsale del progetto. Ovviamente in questa sezione sono meno numerosi gli
inediti, però anche qui emergono interessanti questioni editoriali: stabilire la paternità
di un’opera, la datazione oppure l’ordinamento del testo. Il commento storico-critico
è migliore di quello presente in pubblicazioni tradizionali delle opere di Marx ed
Engels (Werkausgabe o Studienausgabe) ed è di livello universitario. Dalla sezione
delle opere fu escluso Il capitale, indicato come la “opera fondamentale del
marxismo”, e i lavori ad esso preparatori, cioè i manoscritti economici a partire dai
Grundrisse der Kritik der politiche Ökonomie (1857/58); per queste opere fu prevista
la seconda sezione. Per ultimo è apparso nel 1992 il manoscritto marxiano del III
libro del Capitale del 1863-65 che ha provocato accese discussioni sulla versione a
stampa di Engels.2 Questa sezione comprenderà 15 volumi in 23 tomi e sarà la prima
ad essere completata nel primo decennio del 21° secolo.

Volgiamo adesso la nostra attenzione agli ultimi volumi usciti della MEGA2;
essi stanno in un rapporto particolare con la seconda sezione.
Nel 1998 è stato pubblicato il volume IV/3: Karl Marx, Exzerpte und Notizen.
Sommer 1844 bis Anfang 1847 che rende evidente il legame intrinseco che sussiste
fra le diverse sezioni della MEGA2. Una piccola parte degli estratti economici di

2
Cfr. i saggi di Diethard BEHRENS, Carl Eric VOLLGRAF, Jürgen JUNGNICKEL e altri in: Engels
Druckfassung versus Marx’ Manuskripte zum Buch III des “Kapital” (Beiträge zur Marx-
Engels-Forschung. Neue Folge 1995), Berlin-Hamburg, Argument 1995.
questo volume (Charles Babbage e Andrew Ure) erano già noti in quanto pubblicati
nel 1982 da Rainer Winkelmann, insieme ad un pregevole commento, con il titolo
Exzerpte über Arbeitsteilung, Maschinerie und Industrie.3 Un’edizione parziale di
estratti non è del tutto priva problemi, come Rjazanov affermava chiaramente già nel
1929: “Come si vede, il limite fra quaderni puramente di estratti e quaderni che sono
da considerare lavori preparatori non è di facile individuazione dato il metodo di
lavoro marxiano. Nella maggior parte dei quaderni che ci sono pervenuti, anche
quando non contengono praticamente alcun commento proprio di Marx, le citazioni
sono raggruppate così strettamente intorno a problemi determinati che debbono
essere considerate alla stregua di lavori preparatori per ricerche già programmate e
approfondite. In molti quaderni si riscontrano incidentalmente una quantità maggiore
o minore di brevi osservazioni, in altri Marx lascia libero corso al proprio pensiero,
così, nel fare gli estratti, si sviluppano lunghi excursus che per la loro forma appaiono
già come autonomi prodotti dello spirito marxiano”.4 Così si può essere d’accordo
ancora oggi con l’osservazione di Rjasanov secondo la quale per lo studio della
genesi della teoria economica di Marx non si può fare a meno dei quaderni di estratti.
Nella prima MEGA fu imboccata la strada della descrizione degli estratti e della
stampa parziale delle considerazioni di Marx; già allora Rjazanov, consapevole di
come tale principio editoriale fosse inadeguato, formulò questa speranza: “fra non
troppo tempo la ricerca storico-filologica su Marx sarà così progredita che si farà
sentire il bisogno di una stampa completa degli estratti marxiani”.5
I circa 30 quaderni del periodo di Parigi, Manchester e Bruxelles, scritti fra il
1843 ed il 1845 (MEGA2 IV/2-4) e pubblicati ora per la prima volta, testimoniano
l’inizio dello studio sistematico dell’economia da parte di Marx. I suoi primi studi
(Say e Smith), rifluiti nei Manoscritti economico-filosofici del 1844 (MEGA2, I/2),
mostrano come egli si trovasse tuttavia veramente solo agli inizi di un’analisi critica
dell’economia politica classica. Era questa per lui, in primo luogo, una fase di

3
Karl MARX, Exzerpte über Arbeitsteilung, Maschinerie und Industrie. Historisch-kritische
Ausgabe. Transkribiert und herausgegebene von Rainer Winkelmann, Ullstein Materialien
Frankfurt/M. u.a. 1982.
4
Cfr. l’introduzione a: MEGA, Erste Abteilung, Band 1, zweiter Halbband, Berlin 1929, p.
XIX.
5
Ivi, p. XXX.
apprendimento, si trattasse di nozioni di economia politica o della conduzione tecnica
della manifattura. I suoi studi ruotano continuamente intorno alla comprensione della
connessione fra proprietà privata e ricchezza. Rapidamente Marx si scontra con il
problema cardinale dell’economia politica – la determinazione del valore.
Nell’introduzione del volume si constata come egli avesse seguito “con molta
attenzione la discussione sulle dottrine di Smith e Ricardo” (si fa riferimento ad
alcuni passi, cfr. p. 462) senza esporre più dettagliatamente quali aspetti suscitarono
la sua attenzione. Nel successivo capoverso viene citata senza commento mezza
pagina dall’estratto da Boisguillebert sui “diversi aspetti del denaro” (p. 462). Unico
motivo della citazione sembra essere quello di far commentare allo stesso Marx il suo
estratto. Qui viene sprecata la possibilità di capire qualcosa di più sul modo in cui
Marx progressivamente si chiarisce questa problematica e di collegare ciò ai volumi
I/2 (p. 37* ss.) e IV/2 (p. 28* s.). Al contempo, con il commento, si dà l’impressione
che si tratti di lavori preparatori di un’opera economica d’impianto generale che
sarebbe già stata in programma. Ciò viene ulteriormente sottolineato dal fatto che nei
commenti si segnala un ulteriore uso di questi estratti fino al Capitale.
Grazie a questo esempio è chiaro quali nuovi terreni di ricerca possono aprirsi
con la MEGA2: chi, con riconosciuta autorità, ha studiato fino ad oggi la genesi e la
struttura del pensiero di Marx – per es. Ernest Mandel, Walter Tuchscheerer, Vitalij
Vygodskij – non ha potuto tener conto di questi estratti.6

II

Alla fine del 1999 sono usciti altri due volumi della MEGA2 (IV/31 e IV/32) che
hanno qualcosa in comune: documentano il “furore” di Marx nello studio ed il forte
6
Cfr. Ernest MANDEL, La formazione del pensiero economico di Karl Marx: dal 1843 alla
redazione del Capitale: studio genetico, 2. ed., Bari, Laterza, 1970 (tit. orig.: La formation de la
pensée économique de Karl Marx de 1843 jusqu’à la rédaction du „Capital“. Étude génétique,
Paris 1967); Walter TUCHSCHEERER, Prima del “Capitale". La formazione del pensiero economico
di Marx (1843/1858), La Nuova Italia, Firenze 1980 (tit. orig.: Bevor „Das Kapital“ entstand.
Die Herausbildung und Entwicklung der ökonomischen Theorie von Karl Marx in der Zeit von
1843 bis 1858, Berlin 1968); Vitali VYGODSKI, Introduzione ai “Grundrisse" di Marx, Firenze, La
Nuova Italia, 1974 (tit. orig.: Istorija odnogo velikogo otkrytija Karla Marksa, Moskva, Mysl,
1965).
impegno di Engels con la letteratura di diversi ambiti scientifici. Nel caso del primo
volume si tratta dei loro studi di scienze naturali nella seconda metà del
diciannovesimo secolo, soprattutto di chimica, fisica, biologia. Nel caso del secondo
volume il lettore verrà a conoscenza del fatto che Marx ed Engels non si
concentrarono ciascuno su determinati ambiti scientifici, anche se, come Engels disse
una volta, fra di loro esisteva una certa divisione del lavoro.7
Fino ad oggi, nelle edizioni dei loro scritti, gli studi di scienze naturali di Marx
ed Engels hanno riscosso scarsa attenzione. Forse ciò è dipeso dal dogma delle Tre
fonti e tre parti integranti del marxismo (Lenin), forse dal fatto che si credeva che
con la Dialettica della natura di Engels l’essenziale sulla sua concezione del rapporto
fra natura e società fosse stato detto, oppure perché si seguiva il giudizio di alcuni
scienziati (Leo Arons, Albert Einstein) che ne sconsigliarono la pubblicazione perché
lo stato del sapere in questo ambito era ormai progredito molto.8 È merito del gruppo
di studiosi riuniti a suo tempo intorno a Anneliese Griese presso la Humboldt-
Universität di Berlino – esso iniziò la sua attività dopo la pubblicazione della
Dialettica della natura (MEGA2 I/26, apparsa nel 1985) – aver preparato estratti,
annotazioni e marginalia di Marx ed Engels degli anni 1877-1883 per il volume
IV/31 della MEGA2. Essi sono entrati in un campo inesplorato che hanno saputo
coltivare in modo molto fruttuoso.
Il volume IV/31 si divide in due parti, una dedicata a Marx, l’altra ad Engels.
Si tratta da una parte degli estratti di Marx dagli scritti, fra gli altri, del chimico
tedesco e ideatore del sistema periodico Lothar Meyer, del chimico inglese e autore
di manuali di chimica classica Henry Entfield Roscoe, del chimico tedesco Carl
Schorlemmer che dal 1859 visse a Manchester stringendo amicizia con Marx ed
Engels. Gli estratti di Engels riguardano opere fra cui figurano il Treatise on natural
philosophy di William Thomson e Peter Guthrie Tait, Klima und Pflanzenwelt di Carl
7
Su alcuni aspetti generali della MEGA2 dopo la revisione delle linee editoriali cfr. la mia
recensione: Karl Marx: Exzerpte und Notizen 1844-1847 (Rezension zu MEGA² IV/3). In:
„Berliner Debatte. Initial“ 4/5, 1999, pp. 235-241.
8
Cfr. Eduard Bernstein an Marx-Engels-Archiv-Verlagsgesellschaft (MEAV), 12. November
1924. In: Erfolgreiche Kooperation: Das Frankfurter Institut für Sozialforschung und das
Moskauer Marx-Engels-Institut (1924–1928) (Beiträge zur Marx-Engels-Forschung. NF,
Sonderband 2), Berlin-Hamburg 2000, pp. 166s. Cfr. Anneliese GRIESE, Gerd PAWELZIG,
Friedrich Engels’ „Dialektik der Natur“: eine vergleichende Studie zur Editionsgeschichte. In:
„MEGA-Studien“, 1995/1, p. 35.
Fraas, Über die Erhaltung der Kraft di Hermann Helmholtz e Die Lehre vom
Galvanismus und Elektromagnetismus di Gustav Wiedemann per citarne solo alcuni.
L’interesse di Marx per le scienze naturali copriva un largo ventaglio di argomenti e
potrà essere colto nella sua interezza solo dopo la pubblicazione di tutti gli estratti
degli anni ’70; fra gli altri sono da evidenziare i suoi studi di agronomia, geologia e
mineralogia che sono in preparazione per un altro volume della MEGA2 sotto la
responsabilità di Peter Krüger.9
Nell’ultimo terzo del diciannovesimo secolo le forze produttive si svilupparono
in modo rapidissimo; soprattutto la chimica e lo studio dell’elettricità giocarono in
ciò un ruolo decisivo. Sulle nuove conoscenze scientifiche si sviluppò in Germania
un certo dibattito all’interno del movimento organizzato dei lavoratori; Marx come
pensatore universale dovette prendere confidenza col nuovo stato del sapere. Così il
volume della MEGA2 ci mette a conoscenza di quanto egli sapesse di chimica
organica ed inorganica, della determinazione della formula molecolare,
d’elettrochimica, ecc.
Chi conosce la vita di Marx, non può non chiedersi perché dopo la
pubblicazione del primo libro del Capitale nel 1867 e della seconda edizione rivista
del 1872 egli non si sia dedicato al completamento del secondo e del terzo volume
della sua opera, di cui aveva a disposizione già importanti lavori preparatori. Gli
estratti pubblicati in questo volume però non sono né in diretta connessione col
Capitale né con altre opere programmate. Qual è allora il motivo di questo interesse
per le scienze naturali? Questa domanda resta aperta anche per coloro che hanno
lavorato alla preparazione di questo volume, anzi, dalla fine degli anni ’80, in diverse
forme, essi l’hanno portata in dote al dibattito scientifico.10
Nell’introduzione al volume IV/31 gli studiosi che vi hanno lavorato
riassumono così i risultati cui sono giunti: “Marx si è sempre tenuto informato sullo
sviluppo delle scienze naturali in tutti i periodi della sua vita intellettuale, anche se

9
Peter KRÜGER, Innovationen in der Geologie um 1860 und die späten Geologie-Exzerpte von
Karl Marx. Zu einigen möglichen Motiven seiner naturwissenschaftlichen Studien nach 1870. In:
Anneliese Griese, Hans-Jörg Sandkühler (Hrsg.), Karl Marx – zwischen Philosophie und
Naturwissenschaften, Frankfurt/M. u.a. 1997, pp. 151–178.
10
Anneliese GRIESE, Hans-Jörg SANDKÜHLER (Hrsg.), Karl Marx – zwischen Philosophie und
Naturwissenschaften, Frankfurt/M. u.a. 1997.
con diversa intensità e differenti scopi conoscitivi. Nei suoi estratti e annotazioni di
scienze naturali, scritti in periodi diversi, si rispecchia in un certo modo il grande
processo di cambiamento in corso nelle scienze naturali del tempo. Con il suo vasto
ventaglio di studi egli si muove – come Engels – nell’ambito della cosiddetta scienza
naturale classica, che, in conformità al programma del diciannovesimo secolo di
meccanizzazione della fisica, vive il periodo della sua costruzione e del suo
completamento; al contempo iniziano quegli sviluppi che spezzeranno l’ambito
classico e faranno emergere un nuovo fondamento concettuale specialmente nelle
scienze fisiche” (p 639). Essi rinviano poi a quattro autorevoli fonti che furono
decisive per l’interesse di Marx alle scienze naturali: primo, il suo apprezzamento per
il materialismo filosofico dei secoli diciassettesimo e diciottesimo, in particolare
l’influsso di Feuerbach che egli aveva studiato già per la sua dissertazione (p. 635);
secondo, il suo interesse per le concezioni sostenute dai socialisti sul rapporto
uomo/natura e sul ruolo della scienza – due per tutti: Fourier e Saint-Simon (p. 636);
terzo, lo studio di Hegel in diversi periodi della sua vita, ma in misura preponderante
l’influsso della concezione dialettica di Hegel di natura e società (p. 637); quarto, la
concezione scientifica di Marx probabilmente fu influenzata sotto diversi punti di
vista da Aristotele. Ciò si riscontra a partire dalla sua dissertazione fino
all’esposizione della forma di merce e della forma di valore nel Capitale (p. 638).
A queste conclusioni porta una lunga discussione svoltasi all’interno del
gruppo di ricerca. Nel loro saggio Blosse Neugier war es sicher nicht Griese e
Pawelzig prendono le mosse da un “complesso metodo storico di studio” [komplexen
historischen Betrachtungsweise] e mostrano, in riferimento a tutta l’attività
scientifica di Marx, lo studio critico continuo delle nuove conoscenze scientifiche. In
che misura questo processo di apprendimento abbia a che fare con gli studi di scienza
sociale è un argomento da approfondire in future ricerche.11 In una tavola rotonda
tenuta nel 1990 sul tema „Naturwissenschaften bei Marx – mehr als eine Funktion der
Kritik der politischen Ökonomie?“ emersero diverse posizioni: mentre Griese e Hans-
Jörg Sandkühler vedevano le scienze naturali come elementi costituenti del

11
Anneliese GRIESE, Gerd PAWELZIG, Blosse Neugier war es sicher nicht. Die
naturwissenschaftlichen Exzerpte im theoretischen Schaffen von Marx und Engels. In:“ Marx-
Engels-Jahrbuch“ 12, Berlin 1990, pp. 66–91.
materialismo storico, Winfried Schwarz sosteneva che gli studi di Marx “avessero lo
scopo principale di fondare l’economia politica, in particolare Il capitale”.12
Gli studi di scienze naturali sono in relazione con il Capitale, tuttavia questo
per Marx non era il loro scopo principale; in questo si può essere d’accordo con gli
studiosi che hanno lavorato alla preparazione del volume. Carl Eric Vollgraf sostenne
chiaramente in un dibattito successivo che Marx si sarebbe occupato di stabilire
“come processi e forze naturali vengano sfruttati da un punto di vista scientifico
generale, elaborati tecnologicamente e utilizzati industrialmente, e specialmente
quale ruolo giochi il rapporto scientifico con la natura nel processo capitalistico di
valorizzazione”. E Vollgraf rigira in modo provocatorio la domanda sull’uso degli
studi di scienze naturali per Il capitale: si trovava Marx in fuga dal Capitale?13
Una novità è “l’indice delle fonti e della letteratura utilizzate in apparato” (pp.
1045-1047) nel quale, a mio parere, gli studiosi coinvolti nell’elaborazione del
volume segnalano i propri contributi alla discussione con troppa modestia,
rimandando semplicemente alle pubblicazioni che accompagnano la MEGA2.14
Il terzo volume uscito recentemente – IV/32 – è un indice annotato di 1450
titoli, in circa 2100 volumi, provenienti dalla biblioteca di Marx ed Engels che è stato
possibile rintracciare in un lavoro di ricerca e raccolta durato settantacinque anni.15
Difficile valutare adeguatamente l’importanza di questo volume: ora il lettore
interessato alle opere di Marx ed Engels può ottenere importanti informazioni sui
libri da loro utilizzati, sull’esistenza di marginalia e su successivi riferimenti ad essi.
Dal tempo della prima pubblicazione di un indice della biblioteca da parte di Bruno
Kaiser e Inge Werchen Ex libris Karl Marx und Friedrich Engels (Berlino 1967) e di
un catalogo dei libri russi di Boris Rudjak (Mosca 1979) sono stati ritrovati altri 300
esemplari. Il contenuto della biblioteca è oggi disperso in tutto il mondo anche se le
12
Naturwissenschaften und Produktivkräfte bei Marx und Engels. Marx-Engels-Forschung
heute 3 (IMSF Forschung und Diskussion 8), Frankfurt/M. 1991, pp. 56–81.
13
Carl-Erich VOLLGRAF, Marx auf der Flucht vor dem „Kapital“? In: Quellen und Grenzen von
Marx’ Wissenschaftsverständnis (Beiträge zur Marx-Engels-Forschung NF 1994), Berlin-
Hamburg, 1994, pp. 89–93; Jürgen JUNGNICKEL, Einige Bemerkungen zum Zusammenhang von
Naturwissenschaften und Kritik der politischen Ökonomie bei Marx, ivi, pp. 94–100.
14
Martin KOCH, Karl Marx und die Naturwissenschaften. In: GRIESE, SANDKÜHLER, loc. cit., pp..
205–230.
15
Vedi in questo volume il contributo di Malcolm SYLVERS. Cfr. anche Roberto FINESCHI, I ferri
d Marx ed Engels, in „Belfagor“, 5/2001, pp. 607-611.
parti più cospicue sono concentrate in tre sedi: a Berlino (SAPMO), a Mosca (RGA)
e ad Amsterdam (IISG). Circa 300 libri recano tracce di lettura di Marx o Engels; con
questo volume tuttavia esse non sono ancora accessibili e per informazioni sugli
effettivi marginalia ci si deve ancora rivolgere ai rispettivi istituti (sarebbe utile in
questo caso in allegato un CD con la scannerizzazione delle pagine interessate).
È interessante la struttura della biblioteca restataci che emerge nell’appendice
dalla “suddivisione dei titoli secondo ambiti scientifici e di contenuto” (pp. 729-738).
Non essendo questo sommario ordinato alfabeticamente, dopo “opere e scritti di
Marx ed Engels” troviamo in testa “Wirtschaftswissenschaften und ökonomische
Praxis” che dovrebbero essere la trascrizione universitaria in tedesco di “Political
economy” e “Economics”; ma non è questo il tema degli scritti indicati: Smith,
Ricardo, Broudhurst, Marx, ecc. non hanno elaborato una teoria che possa essere
detta “economics”, bensì “Principles of Political Economy” oppure Critica
dell’economia politica. Sarebbe pure da indagare perché i titoli relativi a proprietà
fondiaria, forme di proprietà e storia della proprietà siano stati inseriti nella rubrica
“scienze del diritto e dello stato”, quando nella maggioranza dei casi non si tratta di
proprietà in senso giuridico, ma in senso economico. Naturalmente anche altre
suddivisioni statistiche secondo l’origine linguistica o la quantità degli scritti di un
autore (pp. 78-79) è da prendere con cautela, poiché qui si tratta solo di una parte dei
libri che si trovavano nelle biblioteche di Marx ed Engels il cui contenuto è valutato
in circa 2100 titoli, 3200 volumi (p. 23).
Con il sottotitolo “pubblicazione anticipata” si caratterizza il volume come
risultato parziale: il futuro volume che chiuderà la quarta sezione della MEGA2 deve
infatti contenere, oltre all’indice annotato del contenuto della biblioteca che è stato
possibile ritrovare, anche l’edizione contestuale dei marginalia testuali (dunque testi,
parole, lettere, cifre, ecc.) come la descrizione dei marginalia grafici (segni,
sottolineature, ecc.) (pp. 22-23).16 Tuttavia, per dare al lettore già in questo volume
16
Richard SPERL, Die Marginalien in den Büchern aus den persönlichen Bibliotheken von
Marx und Engels: ihr Stellenwert für biographische und wissenschaftsgeschichtliche
Forschungen – Möglichkeiten und Grenzen ihrer Edition. In: „Editio. Internationales Jahrbuch
für Editionswissenschaft“, 9/1995, pp. 141–168. Cfr. Carl-Erich VOLLGRAF, Ein „Anti-Dühring“
in Marginalien. In: „Marx-Engels-Jahrbuch“ 12, Berlin 1990, pp. 126–157; Roberto FINESCHI,
Rolf HECKER, Carlo Cafieros Interpretation von Marx’ Le Capital. In: Marx-Engels-Edition und
biographische Forschung (Beiträge zur Marx-Engels-Forschung. NF 2000) Berlin-Hamburg
importanti indicazioni sul lavoro di Marx ed Egnels, gli editori hanno deciso di
introdurre le rubriche “titoli da cui sono stati fatti estratti” e “titoli citati”. In questo
modo essi si espongono al pericolo di non indicare tutti i luoghi presenti nelle opere
in quanto, non essendo la MEGA2 ancora conclusa, non è stato possibile consultare
tutte le opere.

III

Una volta rielaborate le linee editoriali (1992) e dopo un esame dello stato
delle cose, si poté stabilire che la seconda sezione sarebbe stata la prima ad essere
completata entro il 2005. Qualche segnale lascia ipotizzare che questo termine non
sarà rispettato, anche se probabilmente non sarà necessario attendere molto di più
affinché la sezione sia conclusa.
I risultati editoriali raggiunti finora sono notevoli. Essi riguardano soprattutto
la trascrizione di migliaia di pagine manoscritte che in parte sono collegate ad un
complicato apparato di varianti. Una parte non insignificante dei manoscritti
economici di Marx viene pubblicata per la prima volta: dal 1975 al 1992 sono apparsi
il manoscritto del 1857/58 (Grundrisse der Kritik der politischen Ökonomie) e per la
prima volta in lingua originale il manoscritto 1861/63 ed i manoscritti del II e del III
libro del 1863/65. Un contributo essenziale per la discussione sull’elaborazione della
forma di valore è stata l’edizione del manoscritto Ergänzungen und Veränderungen
zum ersten Band des ‚Kapitals’ del 1871/72. Abbiamo poi le quattro edizioni
tedesche del primo libro del Capitale, quella francese e l’inglese.
La II sezione si concluderà con la pubblicazione delle versioni date alle stampe
da Engels rispettivamente nel 1885 e nel 1894 del secondo e del terzo libro del
Capitale. Prima tuttavia saranno pubblicati altri significativi lavori preparatori dalla
penna di Marx. Si tratta principalmente dei sette manoscritti ancora inediti del
secondo libro del Capitale e di ulteriori lavori preparatori per il terzo. Infine gli
editori hanno deciso di pubblicare separatamente il manoscritto redatto da Engels in
preparazione della stampa del secondo libro. Concretamente si tratta dei volumi
2000, pp. 114–124.
II/4.3, II/11.1, II/11.2 e II/12-15, sette in totale. La preparazione avviene a Berlino,
Mosca, Tokio e Sendai; ciò richiede un ampio lavoro di coordinamento e accordo
sulle soluzioni editoriali e sul modo di condurre la ricerca scientifica. A questo scopo
sono stati organizzati colloqui a Tokio, a Sendai e a Berlino; i risultati sono stati
pubblicati nei “MEGA-Studien”, nei “Beiträge zur Marx-Engels-Forschung. Neue
Folge” e nella rivista giapponese “Marx-Engels-Marxismus-Forschung”. Vediamo
adesso alcuni punti di questa discussione.

IV

Innanzitutto vediamo i manoscritti del secondo libro del Capitale che ci sono
pervenuti.17 Nella prima metà del 1865 Marx aveva interrotto il lavoro al manoscritto
del terzo libro (vedi MEGA2 II/4.2) e scritto tutti e tre i capitoli del secondo: si tratta
del manoscritto I – cosiddetto in quanto successivamente (1877) Marx aggiunse “I”
sul primo foglio –, che è già stato pubblicato nel volume II/4.1. Quindi tutte e tre le
parti del Capitale erano già state messe per iscritto da Marx prima della
pubblicazione del I libro.18
Dopo aver vergato il manoscritto del terzo libro Marx iniziò la preparazione del
primo volume, di cui nell’aprile del 1867 inviò a Meissner il manoscritto pronto per
la stampa. Quasi contemporaneamente riprese il lavoro al secondo volume. Dal
Marzo 1867 scrisse alcuni frammenti per il secondo e per il terzo libro e raccolse
estratti. Questa raccolta di materiale successivamente (1877) venne numerata da
Marx con “III”. Nell’ottobre 1867 avviò la preparazione della bella copia del secondo
libro, tuttavia dopo sole dodici pagine interruppe il lavoro; per questo motivo tale
scritto viene indicato come “frammento utilizzato per il IV manoscritto”. Così Marx
cominciò ancora una volta da capo ma di nuovo si fermò alla sezione “Concetto della
rotazione”. Questo manoscritto fu contrassegnato più tardi con “IV”.

17
Quanto segue si basa su lavori di Ludmila Vasina (Moskau), Larisa Miskevič (Moskau),
Teinosuke Otani (Tokio), Shinya Shibata (Sendai) e Keizo Hayasaka (Morioka).
18
Cfr. MEGA2, II/4.1, pp. 447-448 e pp. 560-562.
Per caratterizzare il manoscritto III, nel 1885 Engels scrisse nella prefazione al
secondo libro che esso consisteva “in parte di una raccolta di citazioni e di riferimenti
ai quaderni di estratti di Marx – per lo più riferentesi alla prima sezione del II libro –
in parte di elaborazioni di singoli punti, particolarmente della critica dei principi di A.
Smith sul capitale fisso e circolante e sulla fonte del profitto; inoltre di una
esposizione del rapporto fra saggio del plusvalore e saggio del profitto, che
appartiene al III libro”.19 Questi manoscritti, in cui si trovano solo alcune indicazioni
per la ricostruzione della sequenza cronologica in base alla quale vengono editi,
saranno tutti pubblicati nel volume II/4.3. Marx raccolse successivamente questo
materiale in cartelle dal titolo “appartiene al II libro” e “appartiene al III libro”;
nell’edizione tuttavia i testi non vengono resi in quest’ordine, anche se, naturalmente,
tutti i documenti vengono pubblicati e la loro genesi viene descritta esattamente.
Dopo quasi sei mesi, nel dicembre 1868, Marx iniziò nuovamente a lavorare al
secondo libro. Alla metà del 1870 ne aveva scritti i tre capitoli che rimasero come
bozza; essi costituiscono il manoscritto II. Seguì una lunga pausa che si protrasse fino
al 1877, anno in cui Marx si rimise al lavoro. A noi sono pervenuti altri quattro
manoscritti insieme ad alcuni frammenti per il II libro: due frammenti (19 aprile e 20
ottobre 1877) furono scritti rispettivamente prima del manoscritto V (aprile 1877) e
prima del manoscritto VI (successivo all’ottobre 1877); un altro frammento ci è
pervenuto in un quaderno di estratti (maggio-giugno 1878); esso fu collocato da
Engels, nella sua edizione, alla fine del 4° capitolo della prima sezione, dove segnala
che si tratta di “una nota che si trova in un quaderno del 1877 o 1878, tra estratti di
libri”.20
Nella sua prefazione Engels sosteneva: “All’inizio del 1877 egli si sentì
ristabilito in modo da poter ritornare al suo lavoro vero e proprio. Alla fine del marzo
1877 risalgono riferimenti e annotazioni dai quattro suddetti manoscritti che
dovevano essere la base di una nuova elaborazione del II libro, il cui inizio si trova
nel manoscritto V”.21 Si tratta qui dei “riferimenti e annotazioni dai quattro suddetti
manoscritti” e naturalmente dei manoscritti I-IV. Proprio all’inizio Engels chiama lo

19
Cfr. Friedrich ENGELS, Prefazione a Capitale II, p. 11 [in tedesco in: MEW 24, p. 11].
20
Capitale II, p. 119 n. 7 [MEW 24, p. 120].
21
Cfr. Friedrich ENGELS, Prefazione, cit., p. 11 [MEW 24, p. 11].
stesso testo anche “annotazioni per la redazione finale”.22 Questi “riferimenti”
costituirono dapprima il filo conduttore per la redazione del primo capitolo del
secondo libro. Essi costituiscono altrettanto il raccordo fra il lavoro svolto fino al
1870 e quello di questa nuova fase. Nella prima metà delle complessive 15 pagine
Marx mette insieme passaggi significativi dal manoscritto I e li integra di quando in
quando con commenti. Nella trattazione delle forme del processo di circolazione
tiene in considerazione solo il manoscritto I, in quella dei costi di circolazione
sporadicamente anche pagine dei manoscritti II e IV, quindi inserisce due rimandi a
passi del manoscritto III con citazioni. Nella seconda metà abbiamo riferimenti al
manoscritto II; anche qui i commenti riguardano le “forme del processo di
circolazione” e i “costi di circolazione”, sono dunque limitati al primo capitolo. Il
tutto concerne il manoscritto II, ma ci sono anche rimandi al manoscritto IV e al
manoscritto III con citazioni.
Abitualmente questi quattro manoscritti vengono chiamati, seguendo Engels,23
“manoscritto I”, “manoscritto II”, ecc. Nella prima pagina di ogni manoscritto
tuttavia troviamo solo le cifre romane “I”, “II”, “III” e “IV” e Marx, nei suoi rimandi,
chiama i primi due “quaderno I” e “quaderno II”. Probabilmente per Marx il
cosiddetto manoscritto III non costituiva in realtà un manoscritto, bensì un quaderno
contrassegnato come “III”; quindi si dovrebbe pensare che l’ordine indicato da queste
cifre non coincide con quello cronologico. Per i manoscritti V-VIII invece le cose
stanno diversamente: Engels li numerò progressivamente secondo la datazione.
All’inizio della seconda metà del manoscritto III troviamo l’annotazione di
Marx: “quaderno II. [[questa seconda esposizione deve essere usata come base]]”.
Seguendo questa indicazione Engels ha scritto nella sua prefazione: “Le annotazioni
da tener presenti per la redazione definitiva dicono espressamente: ‘La seconda
esposizione deve essere usata come base’”.24 Alla fine dei “riferimenti e annotazioni”
troviamo un testo di quattordici righe intitolalo “avvio” [Eingang].
I testi qui menzionati si lasciano datare con relativa facilità sulla base di diversi
riferimenti per lo più dati dallo stesso Marx. Solamente nel manoscritto VIII non si

22
Ivi.
23
Ivi, pp. 10s. [MEW 24, p. 8].
24
Ivi, p. 11 [p. 11].
hanno simili indicazioni. Engels scrisse a Eduard Bernstein il 29 giugno 1884: “Non
appena arriviamo all’ultima sezione (la circolazione del capitale sociale complessivo)
Eisengarten può trascrivere – con il mio aiuto – il manoscritto del 1878 che ha questo
oggetto [hierfür existierende]”.25 Col menzionato “manoscritto del 1878” non si può
intendere altro che il manoscritto VIII, in quanto dopo il 1877 Marx solo in esso si
occupò della circolazione del capitale sociale complessivo. Evidentemente Engels
riteneva che fosse stato scritto nel 1878 anche se di ciò non fa menzione nella
prefazione. Ulteriori paragoni testuali con lettere degli anni 1880-1881 e con
quaderni di estratti a noi pervenuti (in relazione anche alla rilegatura, al tipo di carta,
ecc.) portano tuttavia alla seguente conclusione: Marx ha iniziato questo lavoro
nell’ultimo quarto del 1880, molto probabilmente verso la fine dell’anno, e lo ha
concluso nella prima metà del 1881.

Il manoscritto II assume particolare importanza nell’elaborazione del secondo


libro. Da ogni confronto – livello di indagine e di esposizione del processo di
circolazione del capitale, elaborazione della struttura del secondo libro, ampiezza –
risulta superiore a tutti gli altri manoscritti; dopo il manoscritto I, esso rappresenta il
secondo tentativo – e, a quanto sembra, anche l’ultimo – di dare un’esposizione
sistematica del processo di circolazione del capitale. Lo stesso Marx considera il
manoscritto II la seconda variante completa del secondo libro, di qui anche la
numerazione romana “II” sia dell’involucro che del seguente foglio: questo
manoscritto doveva costituire il base redazionale per la stampa del secondo libro.26
Nel 1885, nella sua prefazione Engels scrisse che questo manoscritto costituiva
“l’unica elaborazione pressoché compiuta del II libro”.27

25
MEW 36, p. 171.
26
Nei suoi „Referaten zu den Manuskripten I bis IV des 2. Buches“ nel quaderno di estratti IX
Marx annotò alla fine del marzo 1877: “quaderno II [questa seconda esposizione deve essere
utilizzata come base” (Archivio di Stato Russo di storia politica e sociale – RGA, fu RC, – f. 1,
op. 1, d. 2940, p. 14).
27
F. ENGELS, Prefazione, cit., p. 11 [MEW, p. 11].
Il manoscritto II documenta lo sviluppo dell’esposizione marxiana del ciclo del
capitale e, sotto un certo aspetto, quello del processo di circolazione in generale; sono
presenti anche ulteriori indagini su alcuni problemi del processo di circolazione e del
processo di riproduzione del capitale. Questo svolgimento, in cui esposizione e
ricerca si alternano e intrecciano, caratterizza il manoscritto in modo del tutto
originale. Per quanto concerne il livello della ricerca, questo testo si distingue
profondamente dagli altri per la valutazione di nuove fonti; ciò non significa che fra il
manoscritto II e i precedenti manoscritti I, III e IV non sussistano connessioni
genetiche, tuttavia quando Marx iniziò seriamente a lavorare al secondo libro per la
stampa, gli parve evidente che le fonti utilizzate non erano sufficienti, soprattutto se
paragonate con quelle del primo volume appena uscito. Il protrarsi del lavoro al
secondo volume non è quindi da imputare soltanto a motivi di salute, ma piuttosto
all’insoddisfazione di Marx per i manoscritti fin lì elaborati.
Progressivamente il manoscritto II assunse il carattere di un tipico testo di
lavoro. Testimonianza ne sono annotazioni, correzioni, cancellature, ripetizioni o
aggiunte successive, rimandi. Alcuni passi del testo sono poi degli estratti. Secondo
Engels lo stato del manoscritto era il seguente: “il materiale di fatti illustrativi
raccolto ma a malapena raggruppato, non diciamo poi elaborato”, “spesso intere frasi
e anche pagine in inglese”.28 In questo forma il testo non poteva servire come
redazione per la stampa.
Già nel manoscritto I si individuano le tracce della struttura fondamentale del
secondo libro – la divisione del testo in tre capitoli (sezioni nella redazione finale di
Engels). Nei primi due capitoli del manoscritto II, in modo particolare all’inizio di
ogni capitolo, si trovano molti frammenti e passi che provengono dai manoscritti
precedenti. Uno di questi gruppi consiste in citazioni e rimandi bibliografici. Dai
manoscritti I, III e IV per es. furono riprese citazioni provenienti da diversi testi.
Procedendo così Marx ha talvolta ricopiato anche errori e imprecisioni che Engels a
sua volta ha poi ripetuto nel manoscritto redazionale e anche nel testo a stampa del
secondo libro.
A proposito della datazione del manoscritto II si può affermare quanto segue:
primo, come tutti gli altri, non è stato datato da Marx; secondo, abbiamo la versione
28
Ivi, p. 9 [p. 7].
di Engels che indica solo l’ipotetica data in cui il lavoro di Marx si sarebbe concluso:
“completato prob. nel 1870”;29 terzo, nel corso della prima riorganizzazione
sistematica dei manoscritti economici di Marx all’Istituto Marx-Engels-Lenin di
Mosca nel 1936, Pavel Veller, curatore negli anni 1939-41 dell’edizione dei
Grundrisse, suppose che il manoscritto II fosse stato redatto fra l’inizio del dicembre
1868 e la metà del 1870.30 L’argomentazione di Veller, era per quel tempo, ben
fondata; esso fu ripetuto in tutte le indagini successive;31 quarto, in occasione della
prima pubblicazione del manoscritto I questa datazione venne cambiata senza
motivazione: agosto 1867 – Luglio 1870.32 Forse si credette in questa circostanza che
i rimandi concreti al primo libro del Capitale fatti da Marx nel manoscritto potessero
basarsi sulle bozze di stampa del primo libro [la cui prima edizione tedesca uscì nel
settembre del 1867 – ndr]; probabilmente questo fu il motivo per il quale si datò
l’inizio del lavoro nell’agosto del 1867. Infine, in occasione della prima
pubblicazione del primo e del terzo capitolo del manoscritto II nell’edizione russa
delle opere, questo fu datato nel modo seguente: dalla fine del 1868 alla metà del
1870. 33
Evidentemente i tre capitoli del manoscritto II furono redatti in periodi diversi
nell’ambito di un più lungo periodo di lavoro. Ciò è testimoniato anche dall’uso di
diversi tipi di carta in varie parti del testo. Nel corso di questo periodo di lavoro, a
causa delle sue condizioni di salute, Marx dovette interrompersi spesso; egli continuò
tuttavia la raccolta e l’analisi di altre fonti per il secondo libro. A riguardo del primo
capitolo (successivamente sezione) si può affermare che negli anni 1868/69 egli
realizzò una serie di nuovi quaderni di estratti immediatamente collegati col lavoro al
secondo libro, che furono utilizzati per la prima volta in questo manoscritto. In
ciascuno dei tre capitoli del manoscritto II sono contenuti rimandi che consentono

29
IISG, Marx-Engels-Nachlass, A 63, Zweites Umschlagsblatt. Cfr. F. Engels, Prefazione, cit., p.
11 [MEW 24, p. 11].
30
[Pavel VELLER:] Marx. Ökonomische Manuskripte. Chronologisch geordnet [Moskau 1936.
p. 125.]
31
Sočinenija (russ. Marx-Engels-Opere), vol. 49, p. 508.
32
Sočinenija (russ. Marx-Engels-Opere), vol. 49, p. 508.
33
Sočinenija (russ. Marx-Engels-Opere), vol. 50, p. 3.
una datazione abbastanza precisa del periodo in cui sono state scritte singole parti se
non addirittura singole pagine.
Il dato di fatto che negli anni 1868/70 il lavoro al secondo libro fu interrotto
più volte e che i brevi intervalli durante i quali Marx lavorò direttamente al testo del
manoscritto II si alternarono a periodi più lunghi in cui prevalse il processo di ricerca,
determinò in anticipo il carattere ed il grado di maturità di questo testo; in alcuni
passi il processo di ricerca si impone su quello di esposizione. Ciò influenzò l’uso che
Engels fece di questo manoscritto nella preparazione del secondo libro per la stampa.
Nell’edizione russa delle opere, volume 50, non fu pubblicato il secondo
capitolo col motivo che sarebbe stato identico alla seconda sezione del secondo libro.
Un confronto dei testi mostra tuttavia che in molti casi le differenze sono notevoli.
Primo, si può sostenere che Engels nell’edizione del secondo libro abbia utilizzato
solo parzialmente il manoscritto II. Evidentemente egli voleva inizialmente utilizzare
anche il primo capitolo di questo manoscritto; ciò è testimoniato dalle numerose
cancellature fatte a matita rossa, soprattutto delle note, che con ogni probabilità sono
di Engels. Nella versione definitiva del testo del secondo libro sono utilizzati
soprattutto il secondo ed il terzo capitolo. Engels inserì poi in aggiunta altri
frammenti dal primo capitolo, senza rimandare tutte le volte in modo preciso ai
luoghi d’origine. Ci sono passi nel secondo volume che Engels, sbagliando, aveva
indicato provenire dal manoscritto II ma che in realtà provengono da altri manoscritti
di Marx; ci sono passi che, invece, provengono dal manoscritto II senza che ciò sia
indicato.

VI

Nelle Considerazioni supplementari al terzo libro del Capitale, Engels ha scritto che
“un uomo come Marx può pretendere di essere ascoltato per se stesso, di tramandare
alla posterità le sue scoperte scientifiche nella piena integrità della sua propria
esposizione … Nella presente edizione ho cercato innanzitutto di comporre un testo il
più possibile autentico, di presentare, nel limite del possibile, i nuovi risultati
acquisiti da Marx, usando i termini stessi di Marx”.34 Queste parole non si debbono
intendere alla lettera. È chiaro che Marx avrebbe rielaborato i suoi manoscritti per
un’edizione a stampa in modo assai diverso rispetto a quanto poté fare Engels.
D’altra parte nessun manoscritto del secondo libro ne può essere considerata una
versione base pienamente compiuta: il carattere dei manoscritti marxiani implicava
un’ampia attività redazionale e tale fu quella di Engels. Ciò emerge chiaramente se si
analizza il manoscritto redazionale engelsiano del secondo libro: il testo pronto per la
stampa, accompagnato da tutte le varianti scritte a mano, documenta di per sé il
laborioso processo di realizzazione del secondo volume. Nella MEGA2 ciò viene
documentato con la pubblicazione del manoscritto engelsiano nel volume II/12.
Abbiamo quindi a che fare con la preparazione redazionale dei manoscritti del
secondo libro del Capitale lasciati da Marx: Engels si sforzò di mettere insieme
un’opera “finita” dai testi marxiani. In altri termini, Engels non ha compiuto alcuno
studio speciale per il secondo libro del Capitale e non riteneva neppure che questo
fosse il suo compito: egli doveva piuttosto “dettare il secondo libro”, come scrisse a
Kautsky (lettera di Engels a Kautsky del 26 giugno 1884, in MEW 36, p. 168). Nel
far questo egli trovò delle “grosse lacune” e per questo la sua redazione fu “solo
provvisoria”. In quattro settimane un terzo del volume era pronto, almeno secondo le
parole di Engels nella sua lettera a Bernstein (lettera di Engels a Bernstein del 29
giugno 1884, in MEW 36, p. 172); per la terza sezione egli prevedeva che Oskar
Eisengarten – coinvolto come “strumento straordinario” [heroisches Mittel]
specialmente nel lavoro di scrittura (lettera di Engels a Kautsky del 21 giugno 1884,
in MEW 36, p. 164) – potesse “trascrivere il manoscritto del 1878 che esisteva a
questo scopo” (lettera di Engels a Bernstein del 29 giugno 1884, in MEW 36, p. 172).
I lavori si protrassero fin’oltre la pausa estiva del 1884 e quando ripresero la terza
sezione si dimostrò essere “piuttosto ingarbugliata” (lettera di Engels a Bernstein
dell’ 11 novembre 1884, in MEW 36, p. 234), a tal punto che l’ultimo manoscritto,
cioè una trascrizione di Eisengarten del manoscritto redazionale a noi pervenuto,
andò in stampa solo alla fine del febbraio 1885 (lettera di Engels a Schlüter del 22
febbraio 1885, in MEW 36, p. 285).

34
Cfr. Capitale III, p. 29 [MEW 25, p. 897].
Nel manoscritto redazionale le tracce di questo lavoro sono chiaramente
riconoscibili. La calligrafia delle prime 37 pagine e mezzo è di Engels, poi abbiamo
invece quella di Eisengarten. In questa prima fase di lavoro si trattò soprattutto della
trascrizione del testo marxiano. In una seconda fase Engels integrò la suddivisione
del manoscritto in sezioni, capitoli e paragrafi. A questa fase risalgono anche
spostamenti nel testo, come mostrato per esempio dai cambiamenti
nell’impaginazione della terza sezione. Quindi Engels tradusse una certa quantità di
citazioni inglesi (tuttavia non tutte) a margine del testo. Gli interventi stilistici, che
sono relativamente pochi, si individuano facilmente. Engels stesso caratterizzò questo
lavoro come “redazione finale” (per es. nella lettera a Bernstein dell’ 11/ novembre
1884, in MEW 36, p. 234). Alla terza sezione, in particolare ai capitoli 18-20 si
riferisce il periodo di lavoro “ingarbugliato”; vi si riscontrano spostamenti e molte
correzioni da parte di Engels (testimoniano diversi livelli di lavoro gli interventi a
penna, a matita, in rosso). Nella storia del testo dal titolo “origine e tradizione”
presente in ogni volume della MEGA2, queste fasi di lavoro potranno essere esposte
in detaglio.
Naturalmente si pone la questione di quali siano i testi marxiani di cui Engels
ha tenuto conto (qui si presenta un’analogia col primo volume, terza edizione). Come
si può desumere dallo schizzo (cfr. appendice 5), parti del manoscritto marxiano
furono rielaborate in diversi passaggi, talvolta anche in modo piuttosto
“frammentario”. Nella sua prefazione al secondo libro, Engels ha dato notizia del suo
modo di procedere; ecco le sue dichiarazioni fondamentali sul lavoro svolto: “Io mi
sono accontentato di riprodurre i manoscritti il più letteralmente possibile, di
modificare nello stile soltanto ciò che Marx stesso avrebbe modificato e di interpolare
proposizioni e passaggi per di più esplicativi soltanto là dove era assolutamente
necessario e dove, per di più, il senso era del tutto indubbio. Frasi la cui
interpretazione permettesse il sia pur lontano dubbio, sono state, di preferenza,
riportate alla lettera. I rimaneggiamenti e le interpolazioni da me introdotti non
ammontano in tutto a dieci pagine a stampa, e sono soltanto di natura formale”.35
Descrive poi come ha assemblato i singoli manoscritti di Marx in un unico volume e
come ha portato a termine l’incarico datogli da Marx “poco prima della sua morte” di
35
F. ENGELS, Prefazione, cit., p. 9 [MEW 24, p. 7].
“fare qualcosa” con questo materiale.36 In che misura i rimaneggiamenti di Engels
siano di “natura formale” ed in che misura le omissioni lascino possibilità di
interpretazione ce lo diranno i risultati delle future ricerche scientifiche su questi
nuovi materiali. Per quanto riguarda la MEGA2 è indiscusso che, insieme all’analisi
del manoscritto redazionale, sarà realizzato un dettagliato confronto con i manoscritti
marxiani, e che le differenze saranno esposte in un apposito indice.

VII

Vediamo infine alcune questioni relative ai manoscritti marxiani del 1871/78


per il III libro e ai materiali redazionali di Engels; si prevede di pubblicarli entro il
2002/2003 nel volume II/14.37 Si tratta più esattamente dei seguenti manoscritti
marxiani, alcuni di maggiore altri di minore ampiezza, ad oggi inediti: Formule e
calcoli relativi al rapporto fra saggio del plusvalore e saggio del profitto, Saggio del
plusvalore e saggio del profitto trattati da un punto di vista matematico, Rendita
differenziale e rendita come mero interesse del capitale incorporato nel terreno, Sul
saggio del profitto, Saggio del profitto e rotazione del capitale, Interesse.

36
Ivi, p. 12 [p. 12].
37
L’esposizione si basa soprattutto sui seguenti saggi: Carl-Erich VOLLGRAF, Jürgen JUNGNICKEL,
‘Marx in Marx' Worten’? Zu Engels' Edition des Hauptmanuskripts zum dritten Buch des
Kapital, in: „MEGA-Studien“, 1994/2, pp. 3–55; Jürgen JUNGNICKEL, Carl-Erich VOLLGRAF,
Engels' Redaktionsunterlagen zu Marx’ Manuskript von 1864/65, das 1894 als Buch III des
‘Kapitals’ erschien, in: Engels’ Druckfassung versus Marx’ Manuskripte zum III. Buch des
„Kapital“. „Beiträge zur Marx-Engels-Forschung. Neue Folge“ (Hamburg 1995), pp. 27–48;
Vitalij VYGODSKIJ, Was hat Engels in den Jahren 1885 und 1894 eigentlich veröffentlicht? Zu dem
Artikel von Carl-Erich Vollgraf und Jürgen Jungnickel ‚Marx in Marx’ Worten’?, in: „MEGA-
Studien“, 1995/1, pp. 117–120; Wolfgang JAHN, Über Sinn und Unsinn eines Textvergleichs
zwischen der Engelsschen Ausgabe des dritten Bandes des Kapital von 1894 und den Marxschen
Urmanuskripten, in: „MEGA–Studien“, 1996/1, pp. 117–126; Carl-Erich VOLLGRAF,
Kontroversen zum dritten Buch des Kapital: Folgen von und Herausforderungen für Edition, in:
„MEGA-Studien“, 1996/2, pp. 86–108; Akira MIYAKAWA, Japanische Forschungen zu Marx’
drittem Buch des Kapital durch die MEGA im Aufschwung, in: Geschichtserkenntnis und
kritische Ökonomie. „Beiträge zur Marx-Engels-Forschung. Neue Folge“ 1998, pp. 251–262;
Carl-Erich VOLLGRAF, Unsere nicht alltägliche Editionskonstellation bei den Materialien zum
zweiten und dritten Buch des Kapital, manoscritto, Berlin 1999; Rolf HECKER, Engels Editore del
Capitale, in Friedrich Engels cent’anni dopo. Ipotesi per un bilancio critico, Milano, Teti, 1998,
pp. 312-323.
Nel 1992, nel volume II/4.2 della MEGA2 è già stato pubblicato il manoscritto
marxiano del III libro redatto nel periodo 1864/65; si pensi che, da sola, la
riproduzione del complicato sviluppo interno del testo prende nell’apparato ben 259
pagine [cfr. l’indice delle varianti, in II/4.2, pp. 929-1188]. Tuttavia nell’edizione
non si riuscì a rispettare in tutti i dettagli le nuove linee editoriali: per quanto la
Introduzione sia libera da retaggi ideologici, vi si riconoscono ancora vecchi schemi
interpretativi. Anche l’articolazione redazionale del testo fu orientata a quella
dell’edizione a stampa di Engels. D’altra parte non era compito del commento di
questo volume mettere in evidenza le differenze fra manoscritto ed edizione a stampa,
in quanto nella MEGA2 la storia del testo viene esposta criticamente solo fino al
momento della conclusione della sua stesura; quindi sarà compito dei futuri volumi
farlo. Vediamo adesso il modo in cui Engels ha lavorato sui manoscritti di Marx per
la preparazione della versione a stampa.
Nella prefazione al III libro Engels a proposito di tale attività disse: “Il mio
lavoro iniziò con la dettatura dell’intero manoscritto per trarre dall’originale, che
spesso era difficile da decifrare anche per me, una copia leggibile, il che mi portò via
abbastanza tempo. Solo dopo ciò poté cominciare il vero e proprio lavoro di
redazione, che ho limitato all’indispensabile, mantenendo il più possibile il testo del
primo abbozzo ovunque la chiarezza lo permetteva, ed evitando di eliminare singole
ripetizioni ove esse, come di solito in Marx, affrontano la materia da altri lati oppure
la riespongono in forma diversa. Dove i miei mutamenti e aggiunte non sono di
carattere puramente redazionale, oppure dove ho dovuto rielaborare il materiale
documentario fornito da Marx in conclusioni mie, seppure mantenendo il più
possibile lo spirito di Marx, tutto il passo è esposto in parentesi quadre e
contrassegnato con le mie iniziali”.38
Engels tuttavia non si limitò ad una pura attività di ricopiatura: ci sono
pervenuti infatti una serie di materiali redazionali degli anni 1883-1894 che pure
saranno riprodotti nel volume II/14; in essi Engels fa un prospetto del manoscritto
marxiano del 1863/65, si occupa dell’ordinamento del materiale in base al contenuto,
fa delle annotazioni sull’ordinamento e sulla struttura del III libro e, non ultimo, si
confronta con le critiche portate da Loria alla teoria marxiana del valore.
38
Friedrich ENGELS, Prefazione a Capitale III, p. 11 [Vorwort. In: MEW 25, p. 11].
Da un dettagliato confronto testuale della versione a stampa con il manoscritto
marxiano emerge un intero catalogo di interventi di Engels, fra cui: interventi
nell’ordinamento del testo, ricalibratura del “peso” di alcuni passi per es. attraverso la
trasformazione di note in testo normale, aggiunte, storicizzazioni, omissioni,
cancellature e limature, come per es. creazione di capoversi, espressioni retoriche di
passaggio, aggiunte relativizzanti e infine correzioni di tipo contenutistico,
terminologico e stilistico. Questo esame ha mostrato così l’esistenza di un’ampia
serie di modifiche testuali, esse risultano essere molto maggiori di quelle già accertate
in precedenti pubblicazioni.
Sulla base dei risultati editoriali, Vollgraf e Jungnickel posero la questione se,
nel volume II/15 che conterrà il terzo volume pubblicato da Engels nel 1894, al titolo
di Engels non sia da anteporne un altro: “Karl Marx, Manoscritti economici 1864-
1876. Rielaborati ed editi da F. Engels come volume III del Capitale (1894)”. Questa
proposta suscitò una reazione contraria nei responsabili – ora deceduti – della ricerca
e dell’edizione in URSS e nella RDT: V. Vygodskij39 e W. Jahn.40 Essi
controargomentarono che, essendosi “mantenuta” l’edizione di Engels per cento anni,
la richiesta era “antistorica”. Vollgraf corresse la proposta per il motivo che
ristampare l’edizione del 1894 significava anche rinunciare al titolo ipotizzato.
Con l’edizione del volume II/14 Marx/Engels: Manuskripte und
Bearbeitungsmanuskripte zum dritten Buch des ‚Kapital’ (Februar 1869 bis
Frühjahr 1895) – questo il titolo proposto al momento – agli studiosi che vi lavorano
si pone il problema, fra gli altri, di dare una spiegazione del perché Marx stesso non
riuscì a portare a termine il III volume. A questo scopo essi hanno analizzato a fondo
gli studi di Marx sui temi di cui egli si interessò in questo periodo. Il compito è poi
ulteriormente complicato dal fatto che le sue rielaborazioni, con un’eccezione, si
concentrano sul rapporto fra saggio del plusvalore saggio del profitto; inoltre dopo il
1870 egli non si espresse più pubblicamente sullo stato dei lavori al Capitale, così la

39
È di prossima uscita presso La Città del Sole, Napoli un volume su Vygodski a cura di A.
MAZZONE, con saggi, biografia e ricca documentazione bibliografica.
40
Su Wolfang Jahn cfr. in questo volume il contributo di Roberto FINESCHI sul dibattito tedesco.
Cfr. il necrologio di Ernst Theodor MOHL apparso su “Z. Zeitschrift marxistischer Erneuerung”,
46/2001, pp. 157-163, dal titolo „In memoriam: Wolfang Jahn“.
ricostruzione dei suoi studi relativi al III libro può essere effettuata solo sulla base di
lettere, estratti e marginalia nei libri della sua biblioteca che ci sono pervenuti.
La connessione fra saggio del plusvalore e saggio del profitto e la caduta
tendenziale di quest’ultimo costituirono i temi fondamentali della ricerca di Marx.
Come altri economisti egli vide nello sviluppo del saggio del profitto la questione
centrale nel destino del modo di produzione capitalistico; così sempre con rinnovato
interesse si occupò dei fattori che ne influenzano la caduta. Pensò pure di utilizzare
nel calcolo di essa le più recenti conoscenze matematiche; troviamo così
numerosissimi foglietti pieni di conti, formule a margine delle pagine dei libri o sulla
loro copertina. Questi studi lo portarono infine nel 1875 a completare un ampio
studio di 132 pagine che intitolò “Saggio del plusvalore e saggio del profitto trattati
da un punto di vista matematico”. In stretta connessione con questo stava il problema
di come la rotazione del capitale influenzasse il saggio del profitto; per un’analisi
adeguata dell’argomento era assolutamente necessaria l’esposizione “finita” del II
libro, le cui conseguenze per il III volume erano notevoli. Marx si occupò inoltre di
problemi legati alla teoria del denaro e del credito, a questo scopo fece gli estratti di
moltissimi libri e chiese ad amici e conoscenti di fornirgli informazioni sugli ultimi
sviluppi del corso dei cambi. Infine rendita e proprietà fondiaria rimasero per Marx
temi costanti, connessi alle questioni fondamentali della sua teoria. Di questo
interesse egli lasciò varie tracce in libri e quaderni di estratti. Anche in questa
circostanza i suoi studi superano i limiti di un “discorso tecnico da specialisti”. Egli si
procurò analisi e statistiche dettagliate sullo sviluppo agrario non solo della
Germania, ma anche degli Stati Uniti, dell’Irlanda e, sempre più, della Russia.
Proprio perché gli aspetti teorici più interessanti dello sviluppo industriale si
manifestavano non più in Gran Bretagna ma nel continente e, oltreoceano, negli Stati
Uniti, salta agli occhi che negli anni settanta Marx si interessò in modo sempre più
intenso della crescita economica di altri paesi. Egli riconobbe nuovi impulsi nel
processo di globalizzazione del capitalismo in quel periodo, sperando allo stesso
tempo che ciò coincidesse con il rapido acuirsi degli antagonismi sociali. Come già
nel corso della prima crisi economica mondiale del 1857/58, Marx fu attento
osservatore anche negli anni 70 dei periodi congiunturali; da una lettera ad Engels
emerge che egli riteneva possibile determinare matematicamente le leggi principali
della crisi.41 Da tutto ciò risulta che idee e progetti di Marx per l’esposizione della sua
teoria nel III libro furono sottoposti ad un continuo processo di cambiamento,
influenzato anche dallo sviluppo rapidissimo del capitalismo su scala mondiale.
Queste potrebbero essere alcune delle cause per le quali egli stesso ritenne
impossibile completare il II ed il III volume sulla base del progetto della fine degli
anni 50 o dell’inizio degli anni 60.
Con questi problemi si confrontò naturalmente anche Engels nel corso del
lavoro redazionale per la stampa degli annunciati libri del Capitale. Da una parte egli
conservò lo stato di elaborazione cui Marx era giunto nel 1864/65 per il III volume e
nel 1868/70 per il II, dall’altra considerò l’esposizione del Capitale come uno
svolgimento storico del quale egli poteva illustrare nuovi aspetti emersi dagli sviluppi
più recenti. Sullo sfondo di questa concezione egli vide nell’esposizione dell’inizio
del I libro una “produzione mercantile semplice”, mentre il III volume avrebbe
analizzato il modo di produzione capitalistico sviluppato.42

***

Riassumendo si può sostenere che la storia della pubblicazione del lascito


“economico” di Marx dopo la morte di Engels sia caratterizzata dalle seguenti tappe:
primo, l’edizione delle Teorie sul plusvalore di Karl Kautsky; secondo l’edizione dei
Grundrisse come Sonderband della prima MEGA per opera dell’Istituto Marx-
Engels-Lenin di Mosca, curato da Pavel Veller; terzo, la pubblicazione completa dei
Manoscritti 1861-63 nella seconda MEGA per opera degli Istituti per il Marxismo-
Leninsmo di Berlino e Mosca; quarto la prima pubblicazione nella MEGA2 di tutti gli
ulteriori manoscritti e materiali di lavoro al II e III libro del Capitale scritti dopo il
1863, editi dalla Fondazione Internazionale Marx-Engels (IMES). Dai primi sforzi di
Kautsky alla conclusione prevista per questo decennio della II sezione della MEGA2
sono passati 100 anni. Del resto già nel 1929 lo stesso Kautsky aveva espresso il
desiderio che tutti i manoscritti di Marx fossero pubblicati, sostenendo che solo

41
Marx a Engels, 31 maggio 1873. In: MEW 33, p. 82.
42
Cfr. nuovamente il contributo di Roberto FINESCHI sul dibattito tedesco ed il mio saggio:
Engels Editore del Capitale, cit.
“un’istituzione scientifica con importanti mezzi e numerose risorse umane avrebbe
potuto portare a termine questo compito sicuramente di grande significato”43 – le
numerose risorse umane sono di nuovo sparite, ma l’entusiasmo degli studiosi russi,
giapponesi e tedeschi adesso impegnati sotto il tetto della IMES farà sì che questa
desiderio venga esaudito.
Per poter utilizzare l’intero lascito di Marx ai fini della ricerca scientifica c’è
bisogno tuttavia di ulteriori sforzi da parte della comunità scientifica internazionale.
Come è stato mostrato con alcuni esempi la IV sezione di estratti, come anche il
carteggio che sarà stampato interamente nella III sezione, celano molti altri
documenti interessanti e sconosciuti. Ciononostante si può prendere atto che ci
troviamo in una situazione “storica” unica, e che la conclusione della II sezione
susciterà, come a suo tempo avvenne nelle precedenti tappe, una discussione
stimolante, nella quale sarà finalmente possibile tener conto di questi importantissimi
manoscritti marxiani.

(traduzione di R. Fineschi)

43
Karl MARX: Das Kapital, Dritter Band, Volksausgabe. Hrsg. v. Karl und Benedikt Kautsky,
Stuttgart 1929, p. XI.

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