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JAZZ
EDIZIONI NOBILI
PESARO 2006
Duecento copie
Edizioni fuori commercio
Stamperia Annesio Nobili
in Pesaro dal 1823
Finito di stampare
nel mese di aprile 2006
A Walter Ottaviani.
La musica jazz, fedele e fantastica
compagna della tua vita terrena,
ti sia vicina anche l dove ora ti trovi.
Indice
Introduzione ...........................................................................
Parte prima:
La poetica delle Arti moderne ............................................
Miles Davis .........................................................................
Modern Jazz Quartet ..........................................................
Thelonious Monk.................................................................
Charles Mingus ...................................................................
Charlie Parker .....................................................................
Steve Lacy ............................................................................
John Coltrane.......................................................................
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Parte seconda:
Storia sociale del jazz ...........................................................
Il jazz dalle origini al crollo di Wall Street .........................
Lera dello swing .................................................................
Il jazz del dopoguerra ..........................................................
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Parte terza:
Musica jazz e musica leggera:
opera darte ed opera di intrattenimento ......................... 103
Conclusioni ............................................................................. 113
Bibliografia ............................................................................. 119
Discografia .............................................................................. 121
Introduzione
ritmico, ma contenenti alcune suggestioni in grado di colpire i neofiti, aiutandoli nella comprensione del testo. Parimenti, mi auguro che il testo li aiuti nella comprensione delle musiche.
Il libro diviso in tre parti: una prima parte che riguarda la
poetica delle arti moderne, una seconda che riguarda propriamente la storia della musica jazz ed una terza parte conclusiva che esamina le differenze e convergenze fra arte e intrattenimento (fra musica jazz e musica leggera).
Parte Prima
dellopera sta nel rapporto dialogico fra chi compone, dipinge (o scrive) e chi ascolta, guarda o legge.
Il mondo classico fino al secolo
scorso era invece dominato da una
idea metafisica di ordine, con una
concezione del cosmo a gerarchie
chiarite e prefissate.
Dogmi e verit morali erano altrettante certezze, punti di riferimento
obbligati per la coscienza delluomo. La realt si appalesava senza
imprevisti in una unica direzione;
si sapeva e si insegnava ci che era
il bene e ci che era il male, ci che
era giusto e ci che era ingiusto, ci
che era morale e ci che era immorale. Nel Novecento, soprattutto le
scoperte della fisica, con la introduzione dei concetti di campo, di possibilit, di probabilit, di casualit,
di indeterminazione, hanno dato
un colpo mortale a quelluniverso
di certezze che costituiva un baluardo protettivo per luomo di
fronte al mistero dellesistere. Tutto
ci, parallelamente ai progressi della tecnica, ha reso luomo estremamente insicuro. Larte naturalmente
riflette questo stato danimo. Dunque alla base del costume artistico
del nostro tempo c la mancanza
di punti fermi, c il relativismo diffuso. Nellepoca in cui tutti i punti
di vista mutano continuamente, in
cui luomo viene bombardato quo-
tidianamente da milioni di messaggi, col relativismo, anche lesistenzialismo entrato nel clima, nel costume, nella coscienza della gente comune, anche senza bisogno che
questa abbia letto Kierkegaard, Sartre o Einstein. Lansia, linstabilit,
langoscia diventano motivi esistenziali che influenzano profondamente il modo di esprimersi dellartista del Novecento. Egli, dunque, comincia a riprodurre (sia in
pittura che in musica o in poesia)
non ci che vede ma ci che sente.
Di qui un arte che non si basa pi
sulla imitazione della realt, ma si
basa su segni, simboli, sulla espressione di un gesto, nellemissione di
una nota, magari affrancata da un
centro tonale. Interessano lartista
del Novecento non solo lintelletto,
ma anche linconscio. Il contrasto
di vivere in uno stato di indeterminatezza fa sviluppare una esigenza
di purezza, di assoluto che si esprimono mediante simboli, segni, colori, suoni, parole, densi di poesia,
bagliori di luce dellanima, come
dicevo prima.
Per averne conferma basta andare a
leggersi i manifesti ideologici dei
movimenti che hanno caratterizzato la pittura del Novecento: Kandinsky teorizzava il valore della
emozionalit attraverso i simboli;
dunque una pittura astratta con ri-
nuncia definitiva alla raffigurazione del soggetto. I simbolisti concepivano larte come espressione analogica dellIDEA, in contrapposizione al naturalismo.
Il surrealismo (Andr Brton) concepiva larte come valorizzazione
dellinconscio. I fauvisti (De Vlaminck) pensavano alla natura solo
come ispirazione o repertorio dei
segni ai quali attingere per esprimersi. Essi postulavano, inoltre,
modalit espressive fondate su accordi di colori analoghi agli accordi
musicali.
Una ulteriore conferma, per analogia, viene dalle parole di alcuni fra
i pi grandi artisti del jazz: Io non
sono ci che suono, ma suono ci
che io sono (Miles Davis), oppure:
Nel jazz si deve suonare la vita
(Parker, Coltrane).
Ed i percorsi misteriosi, affioranti
da segrete solitudini, dei segni e
dei simboli dei quadri di Klee, sono
gli stessi dei percorsi armonici e
melodici di Monk o Coltrane. Sia
nella musica che nella pittura trionfa la interiorit (risonanza interiore,
la chiamava Kandinsky) a scapito
della rappresentazione del visibile
e dellimmutabile.
Lartista moderno non si cura pi
di rappresentare la realt; egli ricerca la verit intrinseca delle cose. E,
quindi, portato a tradurre ci che
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Ascolti
Visioni
Miles Davis
Giorgio De Chirico
Thelonious Monk
Henri Rousseau
Charles Mingus
Charlie Parker
Steve Lacy
Piet Mondrian
John Coltrane
Paul Klee
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MILES DAVIS
Ascoltiamo Miles Davis, il lirico
poeta della musica jazz.1
Di razza nera, ma di famiglia ricca
e di educazione borghese, si trov a
suonare fra gli zingari poeti come
Charlie Parker. E, proprio dal contrasto, nascono le sue note essenziali, quasi colte al margine del minimo vitale.
A volte basta una sola nota sospesa, per esprimere una emozione
profonda. In definitiva il lirismo di
Davis fatto di poche note che colpiscono ed incidono sottilmente lo
spazio musicale, cos come i tagli
di Lucio Fontana (fig. 6) incidono
gli spazi monocromatici della tela,
creando entrambi una grande tensione emotiva.
Miles Davis era anche un apprezzato pittore.
Il suo stile era astratto, fortemente
ispirato al movimento Memphis
di Ettore Sottsass, il raffinato e colto
designer italiano e metteva insieme
colori e forme con un procedimento
uguale a quello della sua musica. Il
suo lirismo, astratto nella forma
ma di intensa emozionalit, rimanda alla pittura altrettanto struggen-
1
2
te di W. Kandinsky, anche lui tenace assertore delle suggestive analogie fra musica e pittura, fra i segni
sulla tela e le note daria, fra il valore psicologico delle forme e quello
delle note. (fig. 1)
Di Davis parler ancora alle pagg.
79, 80.
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THELONIOUS MONK
Monk 3 uno dei grandissimi del
jazz moderno. Non si pu dire di
conoscere il jazz se non si conosce e
non si ama Monk. (Vedi anche a
pag. 79)
Egli era un uomo senza speranze e
senza sorriso; passava settimane intere a letto senza vedere nessuno.
Ma artisticamente una specie di
Henri Rousseau del jazz (fig. 9): entrambi primordiali nellispirazione,
anime candide ma interiormente
contorte. Le loro immagini musicali
e pittoriche sembrano pescate dal
remoto mondo dei sogni.
Le dissonanze del pianoforte di
Monk e delle sue composizioni
(Monk forse il pi grande tra i
compositori di jazz) sono estranee,
assurde, offensive, a volte infantili,
eppure incantevoli cos come i leoni e le verdissime piante tropicali
che campeggiano nelle tele del do-
3
4
CHARLES MINGUS
Altro grandissimo del Jazz moderno, grande contrabassista e soprattutto grande leader di orchestra e
di piccoli gruppi di musicisti dai
quali sapeva ricavare prestazioni
straordinarie. La sua musica un
capolavoro
dellespressionismo,
una caldaia di emozioni come
lha definita un critico che ha aggiunto: la musica di Mingus un
cavallo selvaggio ed imprevedibile.
Essa espressionista come tutta la
pittura nella quale lesperienza
emozionale contraddistinta da
una forte accentuazione cromatica
e dalla incisivit del segno. Analogamente, nella musica di Mingus, 4
abbiamo laccentuazione dei cromatismi sonori ed anche dei segni
sonori, cio dei percorsi armonici
accidentati di Mingus, che esprimono una alta intesit emotiva. De
Vlaminck, Matisse, Chagall e Boccioni sono i nomi che possono portare alla musica di Charlie Mingus.
(fig. 5, 10 e 11) Esplosioni di colori
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CHARLIE PARKER
Ho gi detto che Charlie Parker 5
il pi grande artista che la musica
Jazz abbia mai espresso nei suoi
cento anni di storia. Quando mor,
a soli trentacinque anni, il 5 marzo
1955, gli appassionati di jazz si sentirono come mutilati di una parte
del loro corpo e del loro cuore. Mi
caro riportare le parole che Giancarlo Testoni ed Arrigo Polillo, due
grandi maestri della critica musicale jazzistica, scrissero in quei giorni: Charlie Parker ha raggiunto le
vette del sublime come tanti artisti
maledetti (Poe, Van Gogh, Verlaine,
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STEVE LACY
Uno dei grandi maestri del sax soprano, strumento che lui stesso definisce perverso e divino, pudico
e sensuale, Steve Lacy. 6 Lacy
un maestro della sperimentazione,
tanto da avvicinarlo ad alcuni dei
grandi pittori dellarte moderna da
lui tanto amata; da un lato a Piet
Mondrian, per la pervicacia ed il
rigore con cui ha asciugato le proprie creazioni in idee nitide e brillanti; dallaltro a Paul Klee per il
suo mondo di figure infantili e
simboli inquietanti, di linee monodimensionali ma che creano sottilmente la profondit. Sono le parole
del critico musicale Claudio Sessa.
Sia Mondrian che Klee portano
alla semplificazione scarna delle
immagini cos come scarno luso
delle note da parte di Lacy. (fig. 14
e 15)
La pittura di Mondrian e di Klee e
la musica di Lacy, rappresentano la
geometria dellarcano.
Con unampia tavolozza a disposizione, Lacy lavora come un pittore,
esaltando contrasti timbrici, accesi
moduli ripetitivi, aerei puntilismi e
saturazioni sonore (Stefano Merighi, Musica Jazz, Ottobre 1996).
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JOHN COLTRANE
Uno dei pi grandi del jazz di ogni
tempo , certamente, John Coltrane, la cui figura tratteggiata a
pag. 87, 88.
Qui mi preme sottolineare le straordinarie analogie con la vita e le
opere di Paul Klee. Entrambi impressionanti per intensit psicologica e deformazione espressiva. Entrambi sempre alla ricerca dellignoto. Entrambi grandi sperimentatori: Klee come teorico dei
rapporti sulla costruzione e combinazione dei segni, della scala cromatica (di alta complessit tecnica),
paladino di un rigoroso rapporto
fra teoria e prassi pittorica e, nello
stesso tempo, lirico creatore di un
territorio magico nel quale il controllo dei mezzi viene tradotto in
Parte Seconda
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Louis Armstrong
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8b Ascolto:
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did I do to be so black and so blue? Cosa ho fatto per essere cos nero e cos
triste?Un altro grande protagonista del
jazz degli anni 30 stato il bianco
Bix Beiderbecke, sensibilissima
tromba, introversa, poetica, dalla
splendida sonorit strumentale e
dal fraseggio sinuoso. Mor a soli 28
anni, stroncato dallabuso di alcool.
Tanto Armstrong drammatico,
quanto Beiderbecke lirico.12
Dal 20 al 30 il jazz ebbe uno sviluppo ed una diffusione grandissimi tanto che persino Scott Fitzgerald se ne serv per battezzare come let del jazz tutta unepoca,
quella cio del proibizionismo, dei
trionfi di Dempsey e Lindberg e
Clara Bow e che si concluse tragicamente col crollo di Wall Street.
Ma molto dubbio, dice Arrigo Polillo, che i giovanotti di Scott Fitzgerald, che ballavano il charleston,
strimpellavano lukulele e andavano
alle partite di football paludati nei
suntuosi pelliccioni di tasso, conoscessero davvero lautentico jazz,
quello di King Oliver e Armstrong
a Chicago e di Duke Ellington a
New York.
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Benny Goodman
jazz dal 34 al 44 sia da disprezzare. Anche perch, accanto alla musica prevalentemente di matrice
bianca, le grandi migrazioni dei neri verso il nord fecero nascere a
Kansas City, Chicago e New York
anche importantissimi artisti neri.
Pur compressa ed esclusa dai circuiti dei bianchi, la musica nera
espresse in quel periodo enormi talenti a cominciare dal pianista Art
Tatum, padrone della sonorit e
dotato di una tecnica straordinaria15; e poi Coleman Hawkins, dal
linguaggio sontuoso e possente16,
padre di tutti i tenorsassofonisti
moderni; il grande Nat King Cole
ed infine Lester Young, il mitico
Prez, con il suo sax tenore dalla
voce tenera e rilassata.17
Lultima espressione bianca nellera
dello swing stato Glenn Miller.
La sua una musica brillante, formalmente elegante e tecnicamente
ineccepibile.18
E una musica per che rimane nella storia del jazz pi come simbolo
di unepoca che come un fatto musicale significante. Interessa pi lo
storico che il critico musicale.
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Lester Young
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Glenn Miller
Coleman Hawkins
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Charlie Parker
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co di una tristezza rassegnata, senza speranza, il blues di Parker diventa denso di angoscia esistenziale, una angoscia estrema.
Naturalmente allinizio Parker e
Gillespie ed i loro colleghi furono
aggrediti, come sempre accade alle
avanguardie; furono definiti cubisti, cerebrali, astratti, surrealisti e
descritti come intellettualoidi in
vena di decadentistiche raffinatezze. Ma anche Ravel, che oggi ci appare un classico, fu a suo tempo
osteggiato come innovatore e cos
gli impressionisti, che pure oggi ci
appaiono ormai dei classici, suscitarono scaldalo.
E il destino delle avanguardie innovatrici. In realt il bebop era musica schietta, talvolta addirittura ingenua, che sapeva essere a volte
tragica, beffarda, irridente, amara e
disperata.
Parker stato una esplosione solitaria e geniale nella storia della
musica jazz. La sua biografia tormentata e la sua parabola artistica,
indissolubilmente legate, sono diventate ben presto leggenda, una
leggenda tragica, quella dellarte
che raggiunge a volte le vette del
sublime attraverso la dannazione
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Lennie Tristano
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Thelonious Monk
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John Coltrane
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Bill Evans
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vestire, nel gestire, di solida formazione classica europea. La sua celebrit va ascritta alla qualit straordinaria di compositore arrangiatore-direttore dorchestra, attivit fra
loro inscindibili in Ellington. Giustamente stato affermato che il
suo strumento lorchestra, con la
quale, utilizzando eccellenti strumentisti rimasti con lui per decine
di anni, costru un edificio sonoro
fatto di colori vivi, di suoni ora dolcissimi ora aspri, apparentemente
barbarici, ma raffinatissimi. La musica di Ellington fatta di smaglianti colori, densa di accenti, di
forza, di infinite sottigliezze e di affascinanti atmosfere.
Igor Strawinsky e Leopold Stokowsky , appena messo piede negli Stati Uniti, si precipitarono ad
ascoltarlo, rimanendone affascinati.
Ecco ora un frammento di un brano
del 1931, Creole Rapsody,36 pezzo
impressionistico di atmosfera, sognante e suggestivo.
Duke Ellington ebbe accoglienze
trionfali ovunque; nel 1950 suon a
Milano al Teatro Odeon e Giulio
Confalonieri, illustre critico di musica classica scrisse lindomani sul
Corriere della Sera: Il jazz rimarr
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Duke Ellington
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ultimi trenta anni da alcuni macrofenomeni che hanno fatto una prorompente irruzione nella vita sociale:
1) il progressivo inurbamento nelle
grandi metropoli del nord dei
neri e la loro progressiva emancipazione hanno causato un approccio ad una cultura molto diversa rispetto alluniverso afroamericano delle origini.
2) Lavvento della elettrificazione
degli strumenti, a cominciare
dalla chitarra e dal basso per finire alle tastiere ed agli stessi
strumenti a fiato.
3) Il dilagare delle discoteche e della disco-music.
4) La prepotente capacit di marketing delle case discografiche,
capaci di piegare ogni musica
ai fini di speculazione commerciale.
5) Luscita di gran parte dei nuovi
musicisti dai Conservatori, agguerriti, virtuosi, preparati e dotati di una grande tecnica di
base, ma privi di quella sensibilit che era nel cuore dei grandi
musicisti di jazz.
Tutto questo ha certamente segnato
la evoluzione del jazz che di fronte
al dilagare vorticoso del rythmn
blues, del rock e del pop non ha
potuto non esserne contaminato.
E qui si scatenata la guerra fra i
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Rimangono ancora in vita tre grandi sassofonisti neri, Ornette Coleman,35 Sonny Rollins40 e Wayne
Shorter41, ed il grande sassofonista
bianco Lee Konitz.26 27
Ma Coleman e Rollins sono nati nel
1930; Shorter nel 1933 e Konitz nel
1927!
In piena attivit, di grande livello,
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Parte Terza
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Negli ultimi quarant anni, le diminuite tensioni razziali, il crollo delle pulsioni rivoluzionarie degli
anni 60 e poi delle illusioni degli
anni 70, il dilagare della elettrificazione degli strumenti musicali,
lesplosione dei media (dalle emittenti televisive tipo MTV, ai sintetizzatori digitali, ai cd), e tutti i fenomeni della globalizzazione, hanno fatto s che, accanto e dietro la
musica jazz esplodesse, letteralmente, un universo musicale di
enorme diffusione, una musica
leggera che, tuttavia, trovava le
sue radici (armonia, melodia, ritmo), nel jazz.
La contaminazione e le influenze
reciproche sono state inevitabili.
Cercher di addentrarmi in questa
sfera di sovrapposizioni fra il jazz e
le altre musiche leggere, che tante accanite dispute hanno suscitato
fra i critici musicali, ed anche fra
gli appassionati.
Cominciamo con losservare che il
rapporto fra jazz e musiche leggere
si materializza attraverso due percorsi molto diversi.
Il primo riguarda linfluenza che la
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Hubbard, il cui apporto significativo, anche se avviene in un contesto debole per un musicista di jazz,
a cominciare da una sezione ritmica assolutamente non in grado di
supportarlo.
Il secondo Donald Fagen che si
avvalso dei fratelli Michael e Randy Brecker, due ottimi musicisti di
jazz.45
Il terzo, infine, Michael Franks46,
che si avvalso di uno dei sassofonisti oggi pi celebrati qual Michael Brecker.
Queste sono operazioni criticate
dai puristi dal jazz; ma, se ad un
vero appassionato di jazz non piace
ascoltare Michael Brecker in questo contesto, bisogna tuttavia ammettere che lopera di intrattenimento di Billy Joel o di Michael
Franks o di Donald Fagen di ottimo livello.
Questi cantanti fanno unopera di
intrattenimento di alta classe, cercando di appropriarsi di un quid di
artisticit per arricchire il loro ottimo prodotto di musica leggera, ricorrendo a celebrati musicisti di
jazz, senza per questo spacciarsi come grandi artisti creativi. Non possiamo, dunque, parlare di kitsch.
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Led Zeppelin, Chicago, Blood Sweat and Tears, Bob Dylan, Bruce
Springsteen, dai Pink Floyd ai Police, fino ai Nirvana ed ai Seattle
Supersonics.
Pensiamo alle folle oceaniche da
Woodstock, fino ai concerti degli
U2. Ebbene questa musica, talvolta
di buon livello (molto spesso pescando nelle stesse radici del jazz),
ha costituito un grandissimo supporto per i riti sociali collettivi della cultura underground e del dissenso giovanile a cavallo degli anni
sessanta e settanta, ma anche dei
riti e dei comportamenti dei giovani cresciuti nellera reaganiana degli anni 80; giovani senza pi
grandi sogni collettivi, senza pi il
gusto della contestazione, senza
aver assaggiato direttamente lacre
sapore del malessere dei ghetti e,
tuttavia, sempre bisognosi di socializzare e di stare insieme per cercare riferimenti e ideali comuni.
Non poteva essere la vera musica
jazz ad assumere questo ruolo di
supporto, in quanto musica troppo
difficile per la massa ed anche troppo carica di tristezza e poesia.
Questo ruolo fu, invece, come dicevo, assunto dal caleidoscopio di
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ancora Umberto Eco, produce suoni, colori e movimenti contrabbandati come artistici, ma in realt ottenuti manipolando i caratteri originari dellopera darte (il jazz nel
nostro caso), con lo scopo di fornire
un surrogato tecnico e/o sentimentale dellopera darte stessa.
Continuiamo ancora con lascolto
di alcuni brani di musica rock, di
acid jazz e derivati che oggi vanno
per la maggiore. Ecco un esempio
di acid jazz, dei Solsonics, tavolozza timbrica proteiforme, ma musica
fredda, di superficie, meccanica.61
La musica jazz unaltra cosa!
Ecco ora un altro complesso oggi di
gran moda: i Jamiroquai.62 Sono
evidenti i riferimenti alla musica
jazz ed una ispirazione al jazz sotto
il profilo armonico; ma, anche qui,
ripeto: musica che si ascolta volentieri, di buon livello esecutivo, ma
non c la commozione di un brano
di musica jazz.
A testimonianza dellinfluenza della musica jazz sulla musica leggera
di oggi, vi propongo allascolto altri due gruppi che oggi vanno per
la maggiore uno, italiano, quello
dei Dirotta su Cuba. E agevole
61
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P.S. In questo capitolo ho cercato di spiegare i legami espliciti, occulti o interattivi, fra
musica jazz e musica leggera (rock compreso). Tutto ci non vuole assolutamente
significare che la sola musica leggera di valore sia quella che ha radici nel jazz.
Esistono, infatti, altre musiche leggere di ottimo livello, che nulla hanno a che fare
con la musica jazz: basti pensare a Battisti, Cocciante, Baglioni e Renato Zero.
113
Conclusioni
Mi accorgo di non averVi citato tanti altri musicisti che sono stati protagonisti nella Storia del Jazz (King
Oliver, Fats Waller, Charlie Christian, Billie Holiday, Dexter Gordon, Clifford Brown, Cecil Taylor,
Jimmy Giuffr, Gerry Mulligan,
Chet Baker, Art Pepper, Joe Henderson e tanti altri).
Mi affretto a rimediare in piccolissima misura, scrivendo qualche nota
su alcuni di essi, corredate dai relativi ascolti di incisioni che sono anchesse fulgide perle della collana
del jazz.
Fats Waller, se non fosse stato un
nero e, quindi, escluso dai circuiti
dei teatri, avrebbe potuto essere un
grande concertista classico, per il
talento che sprigionava sui tasti del
pianoforte. Dovette accontentarsi
di una carriera molto pi leggera
come pianista e cantante (aiutato
da un carattere umoristico, esuberante ed accomodante) e di una fertilissima attivit di compositore.
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vere, poi, sui grandi contrabbassisti, il cui ruolo stato di fondamentale importanza nella storia della
musica jazz (Jimmy Blanton, Ray
Brown, Oscar Pettiford, Ron Carter,
Paul Chambers, Scott La Faro, Marc
Johnson, N.O. Pedersen, Dave Holland, Gary Peacock, Charlie Haden,
Gorge Mraz, Jaco Pastorius, ecc.).
La stessa cosa vale per i grandi batteristi (Gene Krupa, Shelly Manne,
Roy Haynes, Max Roach, Kenny
Clarke, Art Blakey, Philly Joe Jones,
Tony Williams, Elvin Jones, Jack de
Johnnette, Paul Motian, ecc.).
Ora proprio arrivato il momento
di trarre le conclusioni. In questo libretto ho cercato di illustrarvi luniverso della musica jazz e, con esso,
tutta levoluzione sociale ed artistica del Novecento, di cui anche il
jazz stato fedele interprete.
Molte conclusioni le ho gi tratte
nelle ultime pagine della Seconda e
della Terza Parte. Vorrei qui aggiungere che il jazz ha accompagnato cinquanta anni della mia
vita; un amore che non si mai
spento, analogamente a quello per
Klee, Kandinsky e Picasso. Ma io
ho la consapevolezza di essere un
Uomo del Novecento (anagraficamente e culturalmente) e, come
tale, ho difficolt a districarmi nei
complessi sentieri delle Arti del
Duemila.
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Bibliografia
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Discografia
CD 1
Riferimenti testo
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CD 2
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CHARLES MINGUS, Orange was the colour of her dress, 1974 - Columbia CBS
MILES DAVIS, Blues for Pablo, 1957 - Columbia CBS
CHARLES MINGUS/ERIC DOLPHY, Fables of Faubus, 1960 - Candid
ERIC DOLPHY, Tenderly, 1960 - New Jazz
JOHN COLTRANE con T. Monk, Blue monk, 1957 - Blue Note
BILL EVANS, Time remembered, 1974 - Milestone
ORNETTE COLEMAN, Eventually, 1959 - Atlantic
DUKE ELLINGTON, Creole Rapsody, 1931 - RCA
DUKE ELLINGTON, Take a train, 1941 - Charly
DUKE ELLINGTON, Chelsea Bridge, 1941 - RCA Victor
DUKE ELLINGTON, Star crossed lovers, 1957 - Columbia CBS
SONNY ROLLINS, Till there was you, 1958 - Riverside
WAYNE SHORTER, Footprints, 1966 - Blue Note
KEITH JARRET, Last night when we were young, 1996 - ECM
JOE LOVANO, Central Park West, 1991 - Blue Note
FATS WALLER, Aint misbehavin, 1934 - Frequenz
CLIFFORD BROWN, I cant get started, 1954 - Vogue
DEXTER GORDON, Ruby my dear, 1978 - Columbia
QUARTETTO MULLIGAN - BAKER, The nearness of you, 1953 - Giants of Jazz
ART PEPPER, Everything happens to me, 1981 - Galaxi
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CD 3
Riferimenti testo
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