Sei sulla pagina 1di 77

Adalbert von Chamisso

(Castello di Boncourt 1781 - Berlino 1838) scrittore romantico tedesco


La sua famiglia, di antica nobilt feudale francese, and in esilio durante la rivoluione,
!rima in "landa e #uindi in $ermania% &iventato sottotenente dell'esercito !russiano,
rimase a Berlino, anc(e #uando la famiglia rientr in )rancia% *itiratosi nel 18+7 dalla vita
militare, soggiorn !er un certo !eriodo in )rancia e fu !i, volte os!ite di -adame de .ta/l%
*itornato a Berlino si dedic allo studio della botanica e della matematica e, do!o un lungo
viaggio c(e descrisse nel 0iaggio intorno al mondo (1831), ricevette la laurea ad (onorem
in botanica e fu nominato assistente dell'"rto botanico di Berlino, continuando
!arallelamente la sua attivit letteraria% La sua !roduione !oeticacom!rende numerose
ballate di tono e!ico-lirico e di non comune efficacia drammatica e un gran numero di
Lieder, c(e ebbero enorme successo !er la loro raffinata graia musicale (alcuni furono
musicati da .c(umann)% -a l'o!era c(e gli diede maggiore fama fu il romano La
meravigliosa storia di 2eter .c(lemi(l (1813), nel #uale 4 adombrata la sensaione di
sradicamento dalla !atria e di isolamento c(e amareggi la sua vita%
Chamisso
Storia straordinaria
di Peter Schlemihl
e altri scritti
sul ''doppio''e sul ''male''
Traduzione di
Laura Bocci
STORIA STRAORDINARIA DI PETER SCHLEMIHL
PREA!IONI ALLE EDI!IONI ORI"INALI
Al mio vecchio amico Peter Schlemihl
Ed ecco che, dopo anni e anni, ancora
mi torna tra le mani il libro tuo, e
- meraviglia! - ripenso allora al tempo
in cui, da amici, il mondo
insieme ci mise a scuola.
Io sono vecchio ormai, grigie le chiome,
i falsi pudori li ho dimenticati,
amico tuo voglio chiamarmi ancora,
e come tale al mondo presentarmi!
Povero amico mio, lastuto spirto
a me giammai gioc! il tuo brutto tiro"
lottato ho tanto, tanto sperato invano,
ed alla fin ben poco ho ritrovato"
eppur linfame non potr# vantarsi
di avermi a s$ con lombra incatenato"
%uellombra ho ancora, che mi venne data,
e lombra mia, no! non lho perduta.
&a pur con linnocenza di un bambino,
me colser la tua colpa, i tuoi misfatti...
'iam dun%ue noi davvero tanto uguali(
E mi gridavan dietro" )E la tua ombra,
povero amico 'chlemihl, dove sta(*
Pur la mostravo io, ma %uelli, ciechi,
di rider non cessavan mai e poi mai.
&a che fa, dun%ue!
Paziente, sopportar certo potr#,
chi innocente e lieto ognor sar#.
&a che + poi, lombra( ti chiedo or io,
comaltri mi chiedetter gi# da tanto,
+ poi %uestombra inver tanto preziosa,
cui %uestastuto mondo non rinuncia(
Essa c+ ancor, dopo tanti millenni,
che, saggi, su di noi portano il giorno"
da allor, noi allombra essenza diamo,
ma il corpo come essenza ora vediamo.
In ci! ci diam la mano, 'chlemihl mio,
andiamo avanti, lasciamo %ueste cure"
del mondo non ci importa poi granch$,
e restiam dun%ue noi ancor pi, vicini"
cos- ci approssimiamo ormai alla meta,
che gli uni ridan, che altri si dian cure"
in porto noi, tra tutte le tempeste,
tran%uilli e buoni sonni alfin dormiamo.
.delbert von /hamisso
Berlino, agosto 1834
A Julius Eduard Hitzig da Adelbert von hamisso
Tu che non dimentichi nessuno, certamente ti ricorderai di un certo Peter
'chlemihl, che in giovent, hai incontrato %ualche volta a casa mia, un giovanotto dalle
gambe lunghe, da tutti ritenuto maldestro perch$ era mancino e che, per via del a sua
lentezza, passava per pigro. . me era molto caro... E tu non puoi aver dimenticato, mio
buon Eduard, come una volta, nella nostra verde et#, egli pass! indenne attraverso i nostri
sonetti, %uando lo portai a uno dei nostri t+ di poesia, dove lui mi si addorment! mentre
ancora si scriveva, senza attendere la lettura. &i ricordo ancora una tua battuta su di lui.
Tu lo avevi infatti gi# visto, 0io sa dove e %uando, con indosso una vecchia 1urt1a nera,
che egli in %uellepoca indossava sempre, e dicesti" )2uel bel tipo sarebbe da ritenersi
fortunato se la sua anima fosse immortale anche solo la met# di %uanto lo + lasua 1urt1a*
2uesta era la poca considerazione che godeva presso di voi. &a a me era molto caro... 0a
%uesto 'chlemihl, che oramai da tanti anni ho perso di vista, proviene il %uaderno che ti
trasmetto.
E a te solo lo affido, Eduard, mio carissimo e intimo amico, parte migliore di me
stesso, al %uale non posso nascondere alcun segreto, a te solo e, si capisce, al nostro
3ou%u$, come te radicato nel profondo della mia anima... &a, affidandoglielo, vedo in lui
solo lamico, e non il poeta. 4oi capirete %uanto mi riuscirebbe increscioso se %uesta sorta
di confessione, deposta sul mio petto da un uomo sincero con fiducia nella mia amicizia e
rettitudine, venisse messa alla berlina in unopera letteraria, oppure se venisse profanata
come prodotto di uno scherzo di cattivo gusto, come %ualcosa che essa non +, n$ potrebbe
essere. . dire il vero, io stesso devo ammettere che + un peccato per il racconto, che sotto
la penna di %uel buon uomo non ha potuto che diventare insulto, non essere stato
rappresentato in tutta la sua forza comica da una mano estranea, ma ben pi, abile. /he
cosa non avrebbe saputo farne 5ean Paul! Inoltre, mio caro amico, pu! accadere che in
esso vengano nominate alcune persone che sono ancora in vita" e anche a ci! si deve fare
attenzione.
.ncora una parola sul modo in cui mi sono giunti %uesti fogli. &i vennero
consegnati ieri mattina di buonora, mi ero appena svegliato... 6n uomo bizzarro, con una
lunga barba grigia, che indossava una 1urt1a nera tutta lisa con una borsa da botanico a
tracolla e, nonostante il tempo umido e piovoso, portava delle pantofole sopra gli stivali,
aveva chiesto di me, e mi aveva lasciato %uesto" aveva detto che veniva da Berlino...
.delbert von /hamisso
!unesdor", #$ settembre 1813
P.'. Ti allego un disegno che il bravo Leopold, il %uale si trovava giustappunto alla
finestra, ha schizzato di %uella sorprendente apparizione. 2uando ha notato il valore che io
attribuivo a %uello schizzo, me ne ha fatto dono con grande piacere.
Allo stesso da %arte di &ou'u(
0obbiamo custodire, caro Eduard, la storia del povero 'chlemihl, custodirla in
modo tale che essa resti nascosta ad occhi che non devono vederla. 7 un ben arduo
compito. 0i simili occhi ce n+ una grande %uantit#, e %uale mortale pu! decidere del
destino di un manoscritto, vale a dire di una cosa che + %uasi pi, difficile proteggere che
non una parola detta. &i comporter! dun%ue come colui che, in preda al terrore per un
attacco di vertigini, preferisce gettarsi subito nellabisso8 far! stampare tutta la storia.
E tuttavia, caro Eduard, esistono migliori e pi, serie ragioni per la mia condotta.
'e tutto non mi inganna, nella nostra cara 9ermania battono molti cuori capaci di
comprendere e di apprezzare il povero 'chlemihl, e sul viso di pi, di un onesto
compatriota comparir# un sorriso commosso nel leggere del brutto scherzo che la vita gli
gioc!, e di come fu ingenuo con se stesso. E tu, mio Eduard, %uando vedrai %uesto libro
cos- profondamente sincero, e penserai che molti sconosciuti cuori eletti impareranno con
noi ad amarlo, sentirai forse anche tu cadere una goccia di balsamo nelle cocenti ferite che
a te, e a tutti %uelli che ti amano, ha inferto la morte.
E infine8 esiste - me ne sono ormai convinto attraverso molteplici esperienze -
esiste per i libri stampati un genio, che li mette nelle mani giuste e che, se non sempre
almeno molto spesso, li preserva da %uelle inadatte. In ogni caso, egli possiede un
invisibile lucchetto per ciascuna vera opera dello spirito e del cuore, che sa aprire e
chiudere con infallibile destrezza.
. %uesto genio, mio carissimo 'chlemihl, affido il tuo riso e le tue lacrime, e con
ci! 0io ti assista!
3ou%u$
)ennhausen, "ine maggio 1814
A &ou'u( da Hitzig
Ed eccoci ora di fronte alle conseguenze della tua sciagurata decisione di far
stampare la storia di 'chlemihl, che avremmo invece dovuto custodire come un segreto
confidato solo a noi8 vale a dire, il fatto che non soltanto francesi e inglesi, olandesi e
spagnoli lo abbiano tradotto, e che gli americani abbiano ristampato ledizione inglese,
come ho ampiamente riferito nella mia dotta Berlino" ma anche che + in preparazione una
nuova edizione per la nostra cara 9ermania, illustrata con i disegni di %uella inglese,
dipinti dal vero dal celebre /ruic1shan1, ci! che senzalcun dubbio contribuir# a diffondere
ancor pi, la cosa. 'e non ritenessi che sei gi# stato punito a sufficienza per il tuo
arbitrario comportamento :infatti nel ;<;= non mi hai detto nulla della pubblicazione del
manoscritto> dal fatto che il nostro /hamisso nella sua circumnavigazione della terra,
compiuta negli anni tra il ;<;? e il ;<;<, se ne sia lamentato presso @-Aahu proprio con
il suo amico, il povero Tameiamaia, sarei ancor oggi disposto a chiedertene pubblicamente
conto.
/omun%ue, anche a prescindere da tutto ci!, %uel che + stato + stato, e tu hai
certamente avuto ragione visto che, nei tredici funesti anni da %uando ha visto la luce, il
libriccino si + fatto molti amici. Bon dimenticher! mai lora in cui per la prima volta ne feci
lettura a Coffmann. 3uori di s$ per il divertimento e la curiosit#, mi ascolt!, pendendo
dalle mie labbra, finch$ non ebbi concluso" volle %uindi senza indugi conoscere di persona
lautore e, pur essendo di solito alieno dallimitare, non seppe resistere alla tentazione di
proporre, in modo del resto piuttosto infelice, una sua versione del tema della perdita
dellombra nel racconto *+avventura della notte di San Silvestro, in cui Erasmus 'pi1her
perde la propria immagine riflessa. E poi la nostra straordinaria storia ha saputo aprirsi
una strada persino presso i bambini" una volta, infatti, in una limpida sera dinverno,
mentre risalivo insieme al suo autore la Burgstrasse, un ragazzetto impegnato a pattinare
simise a farsi beffe di lui, ed egli lo agguant! e lo trascin! per un pezzo sotto la sua
pelliccia dorso, a te ben nota, senza che %uesti si ribellasse" ma dopo essere stato
nuovamente depositato a terra, e %uando si trov! a distanza opportuna da /hamisso, che
aveva continuato a camminare come se niente fosse accaduto, grid! ad alta voce dietro al
suo rapitore8 )&e la pagherai, Peter 'chlemihl!*.
E cos- penso che la storia del nostro eccentrico amico, anche nella sua nuova e
raffinata veste, far# la gioia di molti che non lo hanno conosciuto nella sua frusta 1urt1a
del ;<;=" per %uesti e per %uelli sar# comun%ue una sorpresa scoprire, accanto al
botanico, circumnavigatore e un tempo ufficiale di alto grado del regno di Prussia, oltre
che storiografo del famoso Peter 'chlemihl, anche il lirico, il %uale, che intoni melodie
malesi o lituane, dimostra pur sempre di avere il suo cuore di poeta al posto giusto.
E perci!, caro 3ou%u$, che tu sia infine ancora una volta ringraziato di cuore per
aver provveduto alla prima edizione, e ricevi con i nostri amici i miei auguri per %uesta
seconda.
Eduard Citzig
Berlino, gennaio 18#$
I
0opo una traversata felice, ma per me comun%ue assai penosa, raggiungemmo
finalmente il porto. Bon appena toccai terra con la nave, mi caricai dei miei pochi averi e,
facendomi largo a fatica in mezzo a una folla brulicante, entrai nella pi, vicina e modesta
casa davanti alla %uale vidi pendere uninsegna. /hiesi una stanza, il garzone mi s%uadr!
con una sola occhiata e mi condusse nella soffitta. &i feci portare dellac%ua fresca e
indicare con precisione dove potessi trovare il signor Thomas 5ohn8 )0avanti alla porta a
nord, la prima casa di campagna a man destra, una grande villa nuova, di marmo bianco e
rosso, con molte colonne*. Bene. Era ancora troppo presto, e io sciolsi il mio fagotto, ne
trassi fuori la giubba nera appena rivoltata, mi infilai ben lindo e pulito nei miei vestiti
migliori, mi misi in tasca la lettera di raccomandazione, e mi avviai di buona lena verso la
casa di colui nel %uale erano riposte tutte le mie modeste speranze.
0opo aver percorso %uantera lunga la strada a settentrione, e aver raggiunto la
porta, scorsi immediatamente le colonne che risplendevano nel verde. )7 %ui, dun%ue*
pensai. &i spolverai le scarpe con il fazzoletto, mi aggiustai il fiocco e tirai il campanello,
non senza essermi raccomandato lanima a 0io. La porta si spalanc!. .llingresso dovetti
subire un vero e proprio interrogatorio, ma infine il portiere mi fece annunciare, e io ebbi
lonore di essere convocato nel parco, dove il signor 5ohn si intratteneva con una piccola
compagnia. Diconobbi immediatamente luomo dal lustro della sua pingue aria di
sufficienza. Egli mi ricevette molto bene, proprio come fa un ricco con un povero diavolo,
si volt! persino verso di me, senza peraltro distogliersi dai suoi amici, e mi prese di mano
la lettera che gli porgevo. ).h, ecco! 0i mio fratello... + da tanto che non ho sue notizie. 7
in buona salute(... Laggi,* continu! rivolto alla compagnia, senza neppure aspettare la
risposta, )l# far! costruire il nuovo edificio*. Duppe il sigillo senza interrompere il
discorso, che aveva per oggetto la ricchezza. )/hi non + padrone di almeno un milione*
butt! l-, )+, mi si perdoni la parola, un mascalzone!*. )@h, com+ vero!* esclamai con piena
e traboccante partecipazione. 2uesto dovette piacergli, perch$ mi sorrise dicendo8 )Desti
%ui, caro amico, e forse dopo avr! il tempo di dirle che cosa ne penso* e indic! la lettera,
che subito si mise in tasca, rivolgendosi poi nuovamente alla compagnia. @ffr- il braccio a
una giovane signora, altri signori si fecero attorno alle altre belle dame, ciascuno trov! chi
faceva al suo caso, e ci si incammin! verso la collina fiorita di rose. Io mi misi dietro a
loro, senza riuscire importuno ad alcuno, visto che pi, anima viva si curava di me. La
compagnia era molto allegra, si amoreggiava e si scherzava, di tanto in tanto si parlava di
cose leggere con gravit#, pi, spesso per! con leggerezza di cose gravi, e con tutta
tran%uillit# ci si prendeva gioco di amici assenti e dei loro affari. &a io ero troppo
estraneo per capir molto di tutto ci!, troppo preoccupato e chiuso in me stesso per cogliere
il senso di certi sottintesi.
.vevamo ormai raggiunto il roseto. La bella 3annE, evidentemente la regina della
giornata, ebbe il capriccio di spezzare da s$ un ramo fiorito, si fer- con una spina, e, %uasi
sgorgando dalle scure rose, la porpora del sangue le inond! la mano delicata. 2uesto
evento mise in agitazione lintera compagnia. /i si affann! a cercare del cerotto inglese.
6n uomo attempato, silenzioso, smilzo, scavato e lungo lungo, che ci camminava accanto,
ma che non avevo ancora notato, si infil! allistante la mano nella stretta tasca
dellanti%uata redingote di taffett# grigio, ne estrasse una piccola borsa, la apr-, e con un
inchino osse%uioso porse alla dama %uanto richiesto. Ella lo prese senza fare attenzione al
donatore e senza ringraziarlo, la ferita venne fasciata, e si prosegu- alla volta del colle,
dalla cui cima si poteva godere lampia vista sul verde labirinto del parco, fino allo
sconfinato oceano.
La visuale era davvero sterminata e grandiosa. 6n punto luminoso apparve
allorizzonte tra i cupi flutti e lazzurro del cielo. ). me un cannocchiale!* ordin! il signor
5ohn, e prima ancora che si mettesse in moto la servit,, apparsa alla chiamata, luomo in
grigio, con un inchino discreto, si era gi# infilato la mano in tasca, ne aveva tratto un bel
0ollond e lo aveva consegnato al signor 5ohn. 2uesti, portandoselo subito allocchio,
inform! la compagnia che si trattava della nave salpata il giorno precedente, che i venti
contrari avevano mantenuto in vista del porto. Il cannocchiale pass! di mano in mano e
non torn! in %uella del proprietario" ma io guardai luomo con meraviglia, senza riuscire a
capire come %uel grosso strumento fosse potuto uscire dalla minuscola tasca" nessuno per!
sembrava aver notato il fatto, n$ ci si curava delluomo in grigio pi, che di me.
4ennero offerti i rinfreschi, la frutta pi, rara proveniente da ogni regione, posta
nei vassoi pi, preziosi. Il signor 5ohn, facendo gli onori di casa con leggero distacco, mi
rivolse per la seconda volta la parola8 )&angi dun%ue" in mare, %uesto non lha certo
avuto*. Io mi inchinai, ma lui non se ne accorse, parlava gi# con %ualcun altro.
/i si sarebbe volentieri accampati sullerba, sul pend-o del colle, di fronte allaperto
e ampio paesaggio, non fosse stato per lumidit# del terreno. 'arebbe stata davvero una
cosa divina, comment! %ualcuno della compagnia, poter avere a disposizione dei tappeti
persiani da stendere l-. Il desiderio non era ancora stato espresso, che luomo dallabito
grigio infil! la mano in tasca e, con gesti discreti e umili, si adoper! per estrarne un ricco
tappeto persiano ricamato in oro. I servitori lo presero in consegna, %uasi fosse cosa del
tutto naturale, e lo distesero nel luogo scelto. Tutta la compagnia vi prese posto senza
tante cerimonie" e io, sbalordito, guardai nuovamente luomo, la tasca, il tappeto, il %uale
misurava pi, di venti passi di lunghezza e dieci di larghezza, e mi stropicciai gli occhi,
senza sapere che cosa dovessi pensare, soprattutto perch$ nessuno ci trovava niente di
straordinario.
&i sarebbe piaciuto sapere %ualcosa di lui, e avrei chiesto volentieri chi fosse,
soltanto non sapevo a chi potessi rivolgermi, poich$ ero %uasi pi, in soggezione con i
signori servitori che con i signori serviti. 3inalmente mi feci animo e mi avvicinai a un
giovane signore, che mi sembrava di aspetto pi, modesto degli altri, e che spesso era
rimasto da solo. . bassa voce lo pregai di dirmi chi fosse %uelluomo servizievole con
labito grigio. )2uello che sembra la cima di un refe sfuggito allago di un sarto(*. )'-,
%uello che sta da solo*. )Bon lo conosco* mi disse per tutta risposta e, evidentemente per
evitare una pi, lunga conversazione con me, si allontan! mettendosi poi a parlare di cose
del tutto indifferenti con un altro. Il sole cominciava ora a essere pi, forte, facendosi
fastidioso per le dame" la bella 3annE si gir! con noncuranza verso il signore in grigio al
%uale, per %uanto ne sapevo io, ancora nessuno aveva rivolto la parola, chiedendogli con
leggerezza se per caso non avesse con s$ anche una tenda. Egli le rispose con un profondo
inchino, %uasi gli fosse capitato un immeritato onore, e subito mise mano alla tasca, dalla
%uale vidi saltar fuori stoffa, pioli, corde, ferri, in breve tutto loccorrente per un magnifico
padiglione. I signori pi, giovani aiutarono a distenderlo, ed esso ricopr- lintera superficie
del tappeto... e tuttavia nessuno ci trovava ancora niente di straordinario...
Io mi sentivo gi# da tempo a disagio, e anzi in preda a orribili sensazioni,
%uandecco che, appena espresso il successivo desiderio, vidi saltar fuori dalla sua tasca
tre cavalli, tre morelli splendidi, grandi, ti dico, con tanto di sella e finimenti. &a pensaci
un po, 0io santo! .ncora tre cavalli sellati da %uella stessa tasca, dalla %uale erano usciti
fuori una borsa, un cannocchiale, un tappeto in tessuto lungo venti passi e largo dieci e un
padiglione di pari grandezza, completo di tutti i suoi ferrie pioli! 'e non ti assicurassi di
aver visto tutto %uesto con i miei propri occhi, tu certo non potresti credermi.
Per %uanto impacciato e modesto mi apparisse %uelluomo, e per %uanto ben poca
attenzione egli ricevesse dagli altri, tuttavia la sua pallida figura, da cui non riuscivo a
distogliere lo sguardo, mi divenne cos- in%uietante da non poterla sopportare pi, a lungo.
0ecisi dun%ue di sottrarmi alla compagnia, cosa che, visto il ruolo insignificante
che vi occupavo, mi apparve assai facile. 4olevo ritornarmene in citt#, e ritentare la
mattina seguente la fortuna presso il signor 5ohn e, %ualora ne avessi trovato il coraggio,
chiedergli notizie del bizzarro signore in grigio. .h, se mi fosse riuscito di svignarmela
davvero cos-!
&i ero gi# felicemente spinto oltre il roseto gi, per la collina, e mi trovavo in
mezzo a una radura erbosa, %uando, temendo di essere sorpreso a camminare sul prato e
non sul sentiero, mi gettai attorno uno sguardo furtivo. E %uale non fu il mio spavento
%uando mi vidi alle spalle, diretto verso di me, luomo dalla giubba grigia. Daggiuntomi, si
tolse immediatamente il cappello con un inchino profondissimo, %uale nessuno mi aveva
mai rivolto prima di allora. Bon cerano dubbi che volesse parlarmi, e io non potevo certo
impedirlo senza mostrarmi villano. &i tolsi anchio il cappello, mi inchinai a mia volta, e
restai l# sotto il sole a capo scoperto, come abbarbicato al suolo. Lo fissavo terrorizzato,
come un uccello immobilizzato da un serpente. &a anchegli appariva imbarazzato" non
alzando mai lo sguardo, si inchin! ancora ripetutamente, mi venne pi, vicino e mi rivolse
infine la parola con voce bassa e incerta, %uasi nel tono di chi chiede unelemosina. )Il
signore voglia perdonare la mia indiscrezione, se oso presentarmi a lei pur senza
conoscerla... ma ho una preghiera. 'e mi facesse la grazia di consentire...*. )&a per
lamor di 0io, signore!* lo interruppi impaurito. )/he cosa potrei mai fare per un uomo
che...* e %ui ci arrestammo entrambi, facendoci, cos- almeno mi pare, rossi in volto.
0opo un attimo di silenzio egli prese nuovamente la parola8 )0urante il breve
tempo nel %uale ho goduto della fortuna di trovarmi accanto a lei, ho avuto modo, mi
permetta di dirlo, di osservare diverse volte con inesprimibile ammirazione la bella, bella
ombra che lei, con una certa %ual nobile noncuranza e senza %uasi farci caso, proietta di s$
al sole, %uella straordinaria ombra l- ai suoi piedi. &i perdoni la richiesta, che + certo
sfacciata" ma non sarebbe per caso disposto a cedermi %uesta sua ombra(*
Tac%ue, e a me parve avere in testa la ruota di un mulino. /he dovevo dire
dellincredibile proposta di comprare la mia ombra( 0eve essere pazzo, pensai, e allora,
con tono mutato e pi, adatto allumilt# del suo, replicai8 )&a domando e dico, mio buon
amico, la vostra stessa ombra non + forse gi# abbastanza( 2uesto + %uello che io chiamo
un commercio davvero fuori del comune* &a egli replic! subito8 )In tasca per! io ho
%ualcosa che al signore potrebbe apparire non del tutto privo di valore" per %uesta
inestimabile ombra non c+ davvero prezzo che tenga*
. ricordarmi di %uella tasca, mi vennero di nuovo i brividi nella schiena, e non
seppi pi, come avessi potuto chiamarlo mio buon amico. Presi di nuovo a parlare, cercando
con infinita cortesia di fare il possibile per accattivarmelo.
)&a, signor mio, perdoni il suo umilissimo servo. 'oltanto non capisco troppo bene
cosa lei intenda fare, e come potreimai cedere la mia ombra...*. Egli mi interruppe8 )Io la
prego solo di consentire che io prelevi immediatamente da terra %uesta nobile ombra, e
che me la prenda" come, + affar mio. Per contro, come segno della mia riconoscenza per il
signore, le lascio la scelta fra tutti i tesori che mi porto in tasca8 dellautentica radice di
solano, della mandragora, e poi monetine magiche, un tallero ladro, la tovaglia del garzone
di @rlando, un diavolo in bottiglia a buon prezzo" ma no, tutto %uesto non fa davvero per
lei" molto meglio sarebbe il berretto dei desideri di 3ortunatus, rimesso completamente a
nuovo" oppure una borsa dei desideri, proprio comera la sua...*. )La borsa di 3ortunatus*
lo interruppi, e, nonostante la mia paura, con %uella semplice parola egli mi aveva
catturato lanima. 3ui colto da un capogiro, e davanti agli occhi mi balen! uno sfavill-o di
ducati doro...
)Il signore voglia degnarsi di ispezionare e sperimentare %uesta borsa*. 'i infil! la
mano in tasca e ne trasse, tirandolo per due bei cordoncini di pelle, un borsellino di media
grandezza in robusto cuoio di /ordova saldamente cucito, e me lo consegn!. 4i introdussi
la mano, e ne estrassi dieci monete doro, e altre dieci, %uindi ancora dieci, e poi di nuovo
altre dieci. 9li tesi subito la mano8 )0accordo! .ffare fatto, per il borsellino vi cedo la
mia ombra*. Laltro annu-, si inginocchi! senza indugio ai miei piedi, e io lo vidi staccare
piano piano da terra con mirabile perizia la mia ombra %uantera lunga, sollevarla,
arrotolarla e piegarla, e infine mettersela in tasca. 2uindi si alz!, mi si inchin! ancora una
volta, e scomparve dietro i cespugli di rose. E l# mi sembra di averlo sentito ridacchiare
tra s$ e s$. &a io tenevo la borsa ben stretta per i cordoncini, tuttintorno la terra era
illuminata dal sole, e in me ancora non cera coscienza dellaccaduto.
II
Infine tornai in me, e mi affrettai ad abbandonare %uel luogo, dove speravo di non
avere pi, nulla da fare. Per prima cosa mi riempii le tasche doro, poi mi legai le cordicelle
della borsa ben strette attorno al collo, nascondendomela sul petto. 6scii dal parco senza
che nessuno si accorgesse di me, raggiunsi la strada maestra, e presi la direzione della
citt#. &a %uando, immerso nei miei pensieri, mi avvicinai alla porta, sentii gridare dietro
di me8 )'ignore! Ehi! 9iovine! 'tia a sentire!*. &i guardai intorno, e vidi che a chiamarmi
era una vecchia8 )Badi, signore, che ha perduto la sua ombra*. )9razie, nonnina*. Le
gettai una moneta doro per il benevolo ammonimento, e mi addentrai fra gli alberi.
&a, giunto che fui alla porta, mi tocc! di udire la sentinella che diceva8 )E %uel
signore, la sua ombra dove lha lasciata(*" e subito dopo, alcune donne8 )9es, &aria! 2uel
poveretto non ha lombra!*. La cosa cominciava a infastidirmi, ed evitai allora con molta
cura di espormi al sole. &a %uesto non era ovun%ue possibile, per esempio sullampia
strada che dovetti attraversare, per colmo di sfortuna, proprio nel momento in cui i
ragazzi uscivano da scuola. E un maledetto monello gobbo, me lo vedo ancora davanti, si
accorse al volo che mi mancava lombra. /on grande schiamazzo mi denunci!
immediatamente a tutta la giovent, letterata del %uartiere, la %uale cominci! subito a
sfottermi e a farmi bersaglio di lanci di fango. )La gente normale fa in modo di portarsi
dietro lombra, %uando cammina al sole*. Per levarmeli di torno, gettai ai loro piedi intere
manciate doro, e saltai su una carrozza a nolo, a raggiungere la %uale mi aiutarono alcune
anime misericordiose.
Bon appena mi trovai solo nella vettura scoppiai a piangere amaramente. .llora
forse nac%ue in me il sospetto che, se sulla terra loro vale pi, della virt, e del merito,
lombra per! possiede un valore pi, alto delloro stesso" e io, che prima avevo sempre
sacrificato la ricchezza alla mia coscienza, mi trovavo ora ad aver dato via la mia ombra
per il vile denaro. /he cosa sarebbe ancora potuto accadermi in %uesto mondo!
Ero ancora sconvolto, %uando la carrozza si arrest! dinanzi alla mia vecchia
locanda" rabbrividii alla sola idea di rimettere piede in %uella s%uallida soffitta. 3eci
ritirare le mie cose, raccolsi con noncuranza il mio povero fagottello, gettai l- alcune
monete doro, e ordinai di condurmi davanti al miglior albergo. Ledificio era situato a
nord, cosicch$ non avevo da temere il sole. Licenziai il cocchiere con %ualche moneta doro,
mi feci assegnare le migliori stanze sul davanti, e mi ci rinchiusi dentro non appena potei.
/he cosa credi tu che io abbia fatto allora( &io carissimo /hamisso, il
confessartelo mi fa arrossire. Tirai fuori dal mio petto %uella sciagurata borsa, e con una
sorta di rabbia, che, simile a un fiammeggiante incendio, si accresceva in me
alimentandosi in se stessa, ne trassi fuori oro, e oro, e oro, sempre pi, oro, che sparpagliai
sul pavimento, calpestai e feci tintinnare, pascendo il mio povero cuore al suo sfavill-o e al
suo suono, e gettando sempre pi, metallo sul metallo, finch$ sfinito non caddi io stesso sul
ricco tappeto e, al colmo della delizia, mi ci rotolai e voltolai sopra. /os- pass! il giorno, e
poi la sera, senza che aprissi affatto la porta, e la notte mi sorprese sdraiato sulloro, dove
infine mi colse il sonno.
.llora sognai di te, ed era come se stessi dietro la porta avetri del tuo piccolo
studio, e da l- ti vedessi seduto al tuotavolo da lavoro, tra uno scheletro e un fascio di
piante essiccate, aperti davanti a te Caller, Cumboldt e Linn$, sul tuo divano un volume di
9oethe e *+anello "atato, io guardavo lungamente te ed ogni cosa nella stanza, poi di
nuovo te, ma tu non ti muovevi, non trattenevi neanche il fiato, eri morto.
&i svegliai. 0oveva essere ancora molto presto. Il mio orologio era fermo. &i
sentivo le membra spezzate, e avevo fame e sete" dalla mattina precedente non avevo
mangiato nulla. /on fastidio e disgusto allontanai da me %uelloro, col %uale poco tempo
prima avevo saziato il mio folle cuore" ero infastidito e non sapevo pi, che farne. /erto
non poteva restare l- in terra, e la borsa non voleva saperne di inghiottirlo di nuovo.
Bessuna delle mie finestre si apriva verso il mare. 0ovetti risolvermi a trasportarlo, con
grande fatica e sudore, fin dentro un grande armadio, che si trovava in un ripostiglio
attiguo, e a stiparvelo dentro. Be lasciai a terra solo %ualche manciata. 0opo aver
ultimato il lavoro, mi accasciai sfinito su una poltrona e attesi che %ualcuno in casa desse
segno di vita. Bon appena fu possibile, mi feci portare da mangiare, e feci chiamare
lalbergatore.
/on costui discussi della futura sistemazione del mio appartamento. Per il mio
servizio personale egli mi consigli! un certo Bendel, la cui aria assennata e leale mi
con%uist! immediatamente. Ed + lui la persona che da %uel momento mi fu di conforto con
la sua devozione e mi accompagn! attraverso le miserie della vita, aiutandomi a
sopportare il mio cupo destino. Trascorsi lintera giornata nelle mie stanze con servitori in
cerca di padrone, calzolai, sarti e commercianti, mi rifornii per bene, ac%uistai soprattutto
moltissimi gioielli e pietre preziose, per liberarmi almeno in parte del molto oro
accumulato" ma non mi sembrava affatto che il mucchio riuscisse a scemare. 3rattanto ero
sospeso tra i pi, angosciosi dubbi circa la mia situazione. Bon osavo mettere piede fuori
della porta e la sera feci accendere nel salone %uaranta candele di cera prima di uscire
dalloscurit#. Dicordavo infatti con raccapriccio la spaventosa scena con gli scolari. 0ecisi
infine, per %uanto mi ci volesse molto coraggio a farlo, di saggiare ancora una volta la
pubblica opinione. Le notti, in %uella fase, erano di luna piena. . tarda sera mi gettai
addosso un ampio mantello, mi calai il cappello fin sugli occhi e, tremando come un
criminale, scivolai fuori dallalbergo. 'oltanto %uando fui in un luogo deserto uscii
dallombra delle case che mi avevano protetto fino a %uel punto, e avanzai nella piena luce
lunare" pronto a conoscere il mio destino dalla bocca dei passanti.
Disparmiami, caro amico, la dolorosa ripetizione di tutto ci! che dovetti patire. Le
donne manifestavano spesso la profonda compassione che provavano per me"
manifestazioni che mi trafiggevano il cuore non meno del dileggio della giovent, e
dellaltezzoso disprezzo degli uomini, soprattutto di %uelli grassi e corpulenti, che
gettavano una larga ombra. 6na bella e leggiadra fanciulla che, a %uanto pareva,
accompagnava i genitori, mentre essi circospetti non guardavano al di l# dei loro piedi,
gett! il suo luminoso sguardo su di me" ma, notando lassenza della mia ombra, ne fu
visibilmente spaventata, si copr- col velo il bel volto, abbass! il capo, e pass! oltre senza
profferire parola. 0i pi, non potei sopportare. 3iotti salati sgorgarono dai miei occhi, e
con il cuore spezzato mi ritrassi vacillando nelloscurit#. 0ovetti appoggiarmi alle case per
sostenere i miei passi, e giunsi alla mia abitazione che era gi# tardi. Trascorsi la nottata
insonne. Il giorno seguente la mia prima preoccupazione fu %uella di far cercare
dappertutto luomo dallabito grigio. 3orse sarei riuscito a ritrovarlo, e allora %uale felicit#
se anche lui, come me, si fosse intanto pentito del folle affare. 3eci venire da me Bendel,
che sembrava dotato di destrezza e abilit#" gli descrissi con esattezza luomo che aveva in
suo possesso un tesoro senza il %uale la mia vita non sarebbe stata ormai che tormento.
9li dissi il giorno, il luogo in cui lo avevo incontrato" gli descrissi tutti i presenti, e
aggiunsi anche che doveva informarsi di un cannocchiale 0ollond, di un tappeto persiano
in tessuto doro, di un padiglione e infine dei neri purosangue, la cui storia, gli dissi, senza
peraltro specificare in %uale modo, era legata allenigmatico personaggio che era apparso
a tutti insignificante, ma la cui apparizione aveva distrutto la pace e la felicit# della mia
vita.
3inito che ebbi il discorso, presi delloro, tutto il carico che riuscii a trasportare, e
vi aggiunsi pietre preziose e gioielli per un grande valore. )Bendel* dissi, )%uesto appiana
molte strade e rende facile persino ci! che prima appariva impossibile" non esserne avaro,
come non lo sono io. @ra va, e rallegra il tuo signore con le notizie nelle %uali + riposta la
sua unica speranza*.
Egli part-. Torn! tardi e sconsolato. Bessuno dei servitori del signor 5ohn,
nessuno dei suoi ospiti, ed egli aveva parlato con tutti, riusciva a ricordare nemmeno
lontanamente luomo dalla giacca grigia. Il nuovo telescopio stava l#, ma nessuno sapeva
da dove fosse arrivato" il tappeto, il padiglione, erano ancora aperti e dispiegati sullo
stesso colle, i servi decantavano la ricchezza del loro padrone, ma nessuno era a
conoscenza dellorigine di %ueste nuove cose preziose. Egli stesso ne era compiaciuto, e
non gli importava di ignorare da dove gli fossero giunte" i cavalli li tenevano nelle loro
stalle i giovani signori che li avevano montati, i %uali lodavano la generosit# del signor
5ohn, che %uel giorno gliene aveva fatto dono. Tutto ci! emerse dallesauriente racconto di
Bendel, il cui fervido zelo e lintelligente condotta meritavano le mie lodi, anche se il
risultato era stato infruttuoso. &alinconicamente gli feci cenno di lasciarmi solo. )3in %ui*
riprese per! egli, )ho presentato al mio padrone il resoconto delle situazioni che pi, gli
premevano. &i resta ora da assolvere un incarico che mi + stato dato stamattina da una
persona che ho incontrato davanti alla porta, mentre uscivo per avviarmi a %uestaffare,
nel %uale sono stato tanto poco fortunato. Le parole esatte delluomo furono8 F0ite al
signor Peter 'chlemihl che non mi vedr# pi, da %ueste parti perch$ me ne vado oltremare,
e anzi un vento propizio mi spinge ad affrettarmi al porto. &a tra un anno e un giorno
avr! lonore di venire io stesso a fargli visita e di proporgli un altro affare, che forse gli
riuscir# accettabile. Porgetegli i miei devoti osse%ui, e assicuratelo della mia
riconoscenzaF. 9li ho chiesto chi fosse, ma egli mi ha risposto che lei lo conosce gi#*. )/he
aspetto aveva %uestuomo(* chiesi io, carico di presentimenti. E Bendel mi descrisse
fedelmente, tratto per tratto, parola per parola, luomo dallabito grigio, proprio come nel
suo racconto precedente aveva menzionato colui del %uale era andato in cerca.
)'ciagurato!* gridai allora io torcendomi le mani, )era proprio lui!* e fu come se
gli cadesse la benda dagli occhi. )'-, era lui, era lui per davvero!* grid! in preda
allagitazione e al terrore, )e io, cieco e stupido, non lho riconosciuto e ho tradito il mio
padrone!*
.llora, piangendo a calde lacrime, proruppe nei pi, amari rimproveri contro se
stesso, e la disperazione in cui era sprofondato ispir! persino a me compassione. Lo
consolai, lo rassicurai ripetutamente del fatto che non nutrivo il bench$ minimo dubbio
circa la sua fedelt#, e lo spedii immediatamente al porto per seguire, per %uanto possibile,
le tracce del bizzarro uomo. &a %uella stessa mattina erano salpate molte navi, che erano
state trattenute nel porto da venti contrari, tutte in direzione degli angoli e delle coste pi,
diversi del mondo, e luomo in grigio era scomparso senza lasciar tracce, proprio come
unombra.
III
. che potrebbero mai servire le ali a colui che + inchiodato a catene di ferro( Esse
non farebbero che arrecargli una ancor pi, terribile disperazione. Io languivo, come
3affner presso il suo tesoro, lontano da ogni umano conforto, accanto a %uelloro che il
mio cuore non amava, e che anzi rifuggiva, e a causa del %uale mi vedevo ormai escluso da
ogni forma di vita. /onservando per me solo il mio oscuro segreto, nutrivo timore anche
dellultimo dei miei servi, che tuttavia invidiavo" %uesti, infatti, possedeva unombra, e
poteva farsi vedere alla luce del sole. Bella solitudine della mia stanza trascorrevo come in
lutto i giorni e le notti, e la pena mi consumava il cuore. &a anche un altro si struggeva
sotto i miei occhi, il mio fedele Bendel, che non cessava un istante di tormentarsi con muti
rimproveri per aver tradito la fiducia del suo buon padrone, e per non aver riconosciuto
colui del %uale era stato mandato in cerca, mentre avrebbe invece dovuto pensare che
proprio con lui il mio triste destino era strettamente intrecciato. &a io non potevo certo
fargliene una colpa, riconoscendo negli avvenimenti la natura fantastica dello sconosciuto.
Per non lasciare comun%ue nulla di intentato, un giorno inviai Bendel, con un
prezioso anello di brillanti, dal pi, famoso pittore della citt#, invitandolo a venirmi a
trovare. Egli venne, io allontanai tutti i servitori, chiusi la porta, mi sedetti vicino alluomo
e, dopo aver lodato la sua arte, col cuore grave di tristezza venni al dun%ue, non senza
avergli fatto prima giurare la massima segretezza. )Professore* continuai, )lei sarebbe
forse in grado di dipingere, a un uomo che nel pi, sfortunato dei modi al mondo + stato
privato della propria ombra, unombra posticcia(*. )Lei intende lombra che ciascuno getta
di s$(*. )Proprio %uella*. )&a* mi chiese egli ancora, )per %uale inettitudine, per %uale
negligenza costui ha potuto perdere la propria ombra(*. )/ome ci! sia accaduto* replicai
io, )+ del tutto indifferente, comun%ue + andata cos-*. E mentendogli spudoratamente
continuai8 )In Dussia, dove egli fece un viaggio linverno scorso, per via delleccezionale
freddo gli si congel! lombra a terra in modo tale, che non gli riusc- pi, di riprendersela*.
)Lombra posticcia che io potrei dipingergli* replic! il professore, )potrebbe essere
soltanto unombra che egli, al minimo movimento, perderebbe di nuovo... soprattutto
essendo una persona che, come si pu! dedurre dal suo racconto, aderiva tanto poco alla
sua ombra innata" chi non ha ombra, non vada al sole, %uesta mi pare la cosa pi,
ragionevole e pi, sicura*. 'i alz! e se ne and!, trafiggendomi con uno sguardo che il mio
non riusc- a sopportare. Dicaddi a sedere, nascondendomi il viso tra le mani.
/os- mi trov! Bendel al suo rientro. 4edendo il dolore del suo signore, fece per
ritirarsi, mesto e rispettoso. Io alzai lo sguardo e, schiacciato dal peso della mia disgrazia,
sentii il bisogno di dividerlo con lui. )Bendel* esclamai, )Bendel! Tu che sei il solo ad
assistere e a rispettare il mio dolore, senza chiederne il perch$, tu che sembri volerlo
condividere, silenzioso e devoto, vieni %ui, Bendel, e sii il pi, vicino al mio cuore. I tesori
del mio oro non li ho nascosti ai tuoi occhi, e cos- non voglio occultarti i tesori della mia
pena. Bendel, non abbandonarmi. Bendel, tu mi conosci ricco, generoso, benevolo, tu pensi
che il mondo dovrebbe onorarmi, e invece vedi che il mondomi fugge, mi esclude. Bendel, il
mondo mi ha giudicato e mi ha scacciato, e anche tu forse ti allontanerai da me %uando
conoscerai il mio terribile segreto8 Bendel, io sono ricco, generoso, benevolo, ma... oh, mio
0io!... io non ho ombra!*.
)Bon ha ombra(* grid! pieno di terrore il buon giovane, e calde lacrime gli
sgorgarono dagli occhi. )&e sventurato, nato per servire un padrone senza ombra!*. 2ui
tac%ue, mentre io tenevo ancora il viso nascosto tra le mani. )Bendel* aggiunsi io dopo un
poco, tremando. )@ra hai la mia fiducia, ora puoi tradirla. 4a, testimonia contro di me*.
Egli appariva in dura lotta con se stesso, ma infine mi si gett! ai piedi, afferrando la mia
mano, che inond! di lacrime. )Bo* esclam!, )%ualsiasi cosa pensi il mondo, io non posso
n$ voglio abbandonare il mio buon padrone per via della sua ombra, mi comporter! da
onesto e non da furbo, rester! con lei, le prester! la mia ombra, laiuter! in tutto ci! che
posso, e dove non posso pianger! con lei* 9li gettai le braccia al collo, stupefatto da
sentimenti cos- straordinari, poich$ ero convinto che non lo facesse per denaro.
0a %uel momento, il mio destino e anche il mio modo di vivere mutarono un poco.
7 impossibile descrivere con %uanta cura Bendel sapesse celare la mia disgrazia. &i
precedeva ovun%ue e mi stava accanto, prevedendo e preparandosi a tutto, e %uando
allimprovviso sorgeva minaccioso un pericolo, mi copriva rapidamente con la sua ombra,
poich$ era pi, alto e pi, robusto di me. /os- osai ancora avventurarmi tra gli uomini, e
iniziai ad avere un ruolo nel mondo. 3ui costretto per! a esibire molti atteggiamenti
peculiari e capricciosi. &a essi si addicono ai ricchi, e finch$ la verit# rimaneva nascosta
potevo godere di tutti gli onori e le attenzioni che spettavano alla mia ricchezza. 9uardavo
con pi, tran%uillit# alla visita promessami, dopo un anno e un giorno, dal misterioso
sconosciuto.
&i rendevo perfettamente conto che non dovevo fermarmi a lungo nei luoghi dove
ero gi# stato visto senza ombra, e dove avrei potuto facilmente essere tradito" forse solo io
serbavo il ricordo di come ero comparso a casa del signor 5ohn, ed era un ricordo che mi
angosciava" perci! volevo fare %ui %ualche prova, cos- da potermi mostrare altrove con pi,
disinvoltura" e invece si verific! un fatto che per un certo tempo mi trattenne per la mia
vanit#, che +, negli uomini, il punto in cui lancora trova lappiglio pi, sicuro.
Proprio la bella 3annE, che rincontrai in luogo neutrale, senza ricordarsi affatto di
avermi gi# conosciuto mi riserv! una certa attenzione, visto che ora possedevo spirito e
intelligenza. 2uando parlavo, mi si prestava ascolto, e io stesso non sapevo come fossi
giunto allarte di conversare con tanta facilit# e sicurezza. Limpressione che mi accorsi di
aver fatto sulla bella mi rese come pazzo, che era appunto ci! che lei desiderava" da %uel
momento la seguii, con mille precauzioni, ovun%ue potevo avventurarmi, tra ombre e
mezze luci. Ero spinto solo dalla vanit# di farla invaghire di me, perch$, pur con tutta la
buona volont#, non riuscivo a farmi scendere %uellubriacatura dalla testa al cuore.
&a a %uale scopo ripeterti per filo e per segno tutta %uesta comunissima storia( Tu
stesso me lhai raccontata abbastanza spesso a proposito di altre persone dabbene. &a nel
bel mezzo della vecchia e ben nota commedia, in cui io recitavo di buon grado una parte
trita e banale, sopraggiunse invece, inattesa a me, a lei, a tutti, una catastrofe congegnata
in modo del tutto originale.
6na bella sera in cui, secondo %uella che era ormai una mia abitudine, avevo
riunito in un giardino una compagnia di persone, me ne andavo passeggiando sottobraccio
con %uesta signora, a una certa distanza dal resto degli ospiti, tutto occupato a tornire per
lei frasi fatte. Lei, modesta, teneva gli occhi bassi, e ricambiava piano la stretta della mia
mano" fu allora che, inaspettatamente, dietro di noi dalle nuvole spunt! la luna, e lei vide
soltanto la sua ombra proiettarsi davanti a s$. 'ussult! e guard! sbigottita prima me, poi
di nuovo a terra, cercando ansiosamente con gli occhi la mia ombra" e ci! che le pass! per
la testa si dipinse nei suoi tratti in un modo cos- singolare, che sarei scoppiato in una
sonora risata, se anche a me non fossero corsi dei brividi freddi per la schiena.
La lasciai cadere a terra priva di sensi, sfrecciai come una saetta tra i miei ospiti
esterrefatti, guadagnai la porta, mi gettai nella prima carrozza e feci ritorno in citt#, dove
%uesta volta, e per mia sventura, avevo lasciato laccorto Bendel. 2uando mi vide si
spavent!, ma bast! una sola parola a rivelargli tutto.4ennero mandati a prendere
immediatamente dei cavalli di posta. /on me volli soltanto uno dei miei uomini, un
furfante matricolato di nome Dascal, che si era saputo rendere necessario per via della sua
destrezza, e che non poteva immaginare nulla dellincidente di %uel giorno. 2uella stessa
notte mi lasciai alle spalle trenta miglia. Bendel era rimasto indietro per disdire la casa,
elargire oro e portarmi lindispensabile. 2uando, il giorno dopo, mi raggiunse, mi gettai
nelle sue braccia, giurandogli non certo di non commettere pi, pazzie, ma solo di
comportarmi in futuro con maggiore prudenza. /ontinuammo il nostro viaggio senza far
soste, oltre la frontiera e la montagna, e solo sullaltro versante, ormai separato da %uella
terra di sventura da un alto bastione, mi lasciai convincere a riposare dalle fatiche sofferte
presso una poco fre%uentata localit# termale che si trovava nei pressi.
I#
In %uesto mio racconto sar! costretto a sorvolare su un periodo sul %uale invece - e
con %uale piacere! - desidererei indugiare, se soltanto mi riuscisse di rievocarne, nel
ricordo, lo spirito lieto. &a il colore che lo animava e che solo potrebbe ridargli vita, in me
si + spento, e %uando cerco di ritrovare nel mio petto ci! che allora lo gonfiava con tanta
forza, il dolore e la felicit#, la candida illusione, allora + come se vanamente battessi
contro una roccia che non offre pi, alcuna fonte viva, e 0io si + allontanato da me. /ome
mi guarda con altri occhi, oggi, %uesto tempo passato! In %uel luogo di bagni avrei dovuto
sostenere un ruolo eroico, ma avendo studiato male la parte ed essendo novellino delle
scene, mi impappinai per un paio di occhi azzurri. I genitori, tratti in inganno dalla
commedia, si danno da fare per concludere al pi, presto il contratto, e la farsa banale si
conclude con una beffa. E %uesto + tutto, tutto! 7 assurdo e insulso, ma anche terribile,
che ora mi possa apparire in %uesto modo ci! che allora con tanta ricchezza e potenza
gonfiava il mio petto. &ina, come piansi allora, %uando ti perdetti, cos- piango oggi,
perch$ ti ho perduta anche dentro di me. 'ono dun%ue diventato tanto vecchio( @ triste
ragione! .ncora solo un palpito di %uellora, un attimo di %uella illusione... &a no!
'olitario, nel profondo, deserto mare della tua amara pena, ho ormai da lungo tempo
vuotato lultima coppa dello champagne del ;<;;!
.vevo mandato avanti Bendel con alcuni sacchi doro, per allestirmi nella cittadina
unabitazione consona alle mie esigenze. L# egli aveva distribuito molto denaro, ed aveva
raccontato, dellagiato signore che serviva, solo cose vaghe, poich$ io non volevo essere
nominato" e tutto ci! port! %uella brava gente a fare strane congetture. Bon appena la
casa fu pronta a ricevermi, Bendel fece ritorno da me per condurmici. /i mettemmo
dun%ue in viaggio. . circa unora dalla citt#, in una soleggiata pianura, la strada ci venne
sbarrata da una folla vestita a festa. La carrozza si arrest!. 6dimmo musica, scampan-i,
colpi di cannone, un forte evviva s%uarci! laria... 0avanti allo sportello della carrozza
apparve un coro di fanciulle biancovestite di straordinaria bellezza, le %uali per!
scomparivano di fronte a una sola tra di loro, come le stelle della notte di fronte al sole.
Ella si stacc! dal gruppo delle compagne" la slanciata e delicata figura si inchin! davanti a
me, arrossendo intimidita, e mi consegn! su un cuscino di seta una corona intrecciata di
rami dalloro, olivo e rose, pronunciando nel discorso anche parole come )&aest#*,
)venerazione* e )amore*, che io non compresi, ma il cui suono argentino mi accarezz!
lorecchio e mi rap- il cuore" era come se gi# unaltra volta la celeste apparizione fosse
passata fluttuando accanto a me. .llora il coro inizi! a cantare le lodi di un buon re e la
felicit# del suo popolo.
E %uesta scena, mio buon amico, in pieno sole! E lei restava inginocchiata a due
passi da me, mentre io, privo di ombra, non potevo saltare %uel baratro, e cadere a mia
volta in ginocchio davanti a %uellangelo. @h, che cosa in %uel momento non avrei dato per
unombra! &a dovetti nascondere la mia vergogna, la mia paura, la mia disperazione nel
profondo di %uella carrozza. 3u Bendel, infine, che torn! in s$ e ag- al mio posto, saltando
fuori dallaltro lato della vettura" io lo richiamai e gli porsi, estraendolo dalla cassetta che
avevo proprio a portata di mano, un ricco diadema di brillanti, che avrebbe dovuto
adornare la bella 3annE. Egli si fece avanti, per! a nome del suo signore, il %uale non
poteva n$ voleva accettare %uelle testimonianze onorifiche" doveva essersi verificato un
errore" e tuttavia, che i buoni abitanti di %uella citt# fossero tutti ringraziati per il loro
gentile pensiero. /os- dicendo, prese dal cuscino la corona che mi veniva offerta, posando
al suo posto il diadema di brillanti" poi porse osse%uioso la mano alla fanciulla perch$ si
alzasse, e allontan! con un cenno gli ecclesiastici, i notabili e le altre delegazioni. Bessuno
pot$ pi, avvicinarsi. Egli fece dividere la folla per far spazio ai cavalli, salt! nuovamente
in carrozza, e si ripart- al galoppo in direzione della cittadina, sotto un arco di fronde e
fiori, mentre i cannoni continuavano a sparare a salve. La vettura si arrest! davanti alla
casa, io raggiunsi con un agile salto la porta, facendomi largo tra la folla che la bramos-a
di vedermi aveva richiamato. La plebe gridava evviva sotto le mie finestre, ed io elargii su
di essa una pioggia di doppi ducati. La sera, la citt# venne spontaneamente illuminata a
festa.
E io continuavo a non sapere che cosa significasse tutto ci!, e per chi fossi stato
scambiato. 'guinzagliai Dascal in cerca di informazioni. 9li venne raccontato che era
ormai notizia accertata che il buon re di Prussia viaggiava nel paese sotto il nome di un
conte" che il mio aiutante era stato riconosciuto, e cos- aveva tradito se stesso e me" e
infine, come fosse statagrande la gioia %uando si era avuta la certezza di avermi proprio l-
sul posto. &a ora, visto che io manifestamente intendevo conservare il pi, stretto
incognito, tutti erano disposti ad ammettere di aver avuto davvero torto nel voler sollevare
il velo in modo tanto inopportuno. &a io mi ero adirato in modo cos- clemente e
generoso... e avrei certo perdonato al buon cuore. . %uel mio pendaglio da forca la cosa
era parsa cos- spassosa che egli, rivolgendo a %uella brava gente dure parole di
rimprovero, aveva fatto il possibile per rafforzarla temporaneamente nella sua
convinzione. Egli me ne fece una relazione molto divertente e, vedendomi da ci! allietato,
cerc! di gabellare persino a me la sua cattiva azione per buona. &a - devo proprio
ammetterlo( - in realt# mi lusingava il fatto che, seppur cos-, ero stato scambiato per
%uella testa coronata.
Per la sera seguente feci organizzare una festa sotto gli alberi che ombreggiavano
lo spazio davanti alla mia casa, e vi feci invitare lintera citt#. 9razie al misterioso potere
della mia borsa, agli sforzi di Bendel e alla viva ingegnosit# di Dascal, riuscimmo ad avere
la meglio sul tempo. 7 davvero sorprendente come nello spazio di poche ore tutto venne
sistemato con tanta ricchezza e bellezza, il lusso e la magnificenza che ne risultarono"
anche lintelligente illuminazione era predisposta in modo tanto accorto da farmi sentire
completamente al sicuro. Bon cera pi, nulla di cui preoccuparmi, e dovetti davvero
elogiare i miei servitori.
'i fece sera. 9li ospiti mi venivano presentati via via che comparivano. La parola
)&aest#* non venne pi, pronunciata" venni invece chiamato, con profonda reverenza e
umilt#, )signor conte*. /osa dovevo fare( 3eci in modo che il conte mi andasse a genio, e
da allora fui il conte Peter. &a in mezzo a %uella folla in festa, il mio cuore non cercava
che lei. /omparve pi, tardi, lei che era la corona della festa e che della mia corona era
adorna. &odesta, seguiva i genitori e pareva ignorare che era proprio lei la pi, bella. &i
vennero presentati il signor ispettore forestale, sua moglie e sua figlia. 'eppi trovare per i
due vecchi parole amabili e gentili" ma davanti alla figlia restai come un ragazzetto colto in
fallo, incapace di profferir parola. Infine, balbettando, la pregai di onorare la festa, e di
svolgervi lufficio dei cui segni era adorna. Intimidita, chiese con uno sguardo toccante di
esserne dispensata" ma io, ancora pi, intimidito di fronte a lei di %uanto non lo fosse lei
stessa, %uale primo suddito le resi omaggio con profonda devozione, e il gesto del conte fu
per tutti un ordine, cui ciascuno volentieri si affrett! a conformarsi. &aest#, innocenza,
grazia, unite alla bellezza, regnavano nella lieta festa. I genitori di &ina, felici, credevano
che la loro figlia fosse stata elevata a tale onore per riguardo a loro" e io stesso mi trovavo
in un indescrivibile stato di ebbrezza. 3eci mettere tutti i gioielli che ancora avevo, e che
avevo ac%uistato in precedenza per liberarmi delleccessivo oro, tutte le perle e le pietre
preziose, in due vassoi coperti e a tavola, a nome della regina, li feci distribuire alle sue
compagne e a tutte le dame. Intanto, al di sopra delle transenne, veniva ininterrottamente
gettato oro sul popolo festante.
La mattina seguente Bendel mi confid! con la massima segretezza che i sospetti
che da tempo nutriva circa lonest# diDascal si erano ormai trasformati in certezza. Il
giorno prima aveva infatti sottratto interi sacchi doro. )Lasciamo comun%ue* replicai io,
)che %uel povero imbroglione si goda il suo piccolo bottino" io regalo volentieri a tutti, e
perch$ dun%ue non anche a lui( Ieri Dascal, come tutti i nuovi servitori che tu mi hai
procurato, mi ha servito proprio a dovere, e mi ha aiutato a godere in serenit# della gioia
della festa*.
Bon ne parlammo pi,. Dascal rest! il primo dei miei servitori, mentre Bendel era il
mio amico e confidente. Egli si era abituato a considerare inesauribile la mia ricchezza,
senza curarsi di indagarne le fonti" piuttosto, interpretando i miei desideri, egli mi aiutava
ad escogitare nuove opportunit# di esibirla e di sperperare denaro. 0i %uello sconosciuto,
del pallido ipocrita, egli sapeva soltanto %uesto" che lui solo poteva sciogliermi dalla
maledizione che gravava su di me, e che io lo temevo, anche se in lui era riposta la mia
unica speranza. E che, inoltre, ero convinto che egli mi potesse trovare ovun%ue, ma non
io lui, e che perci!, in attesa del giorno annunciato, avevo abbandonato ogni ulteriore vana
ricerca.
La magnificenza della mia festa e il mio comportamento in %uella circostanza, l-
per l- non fecero che confermare negli abitanti della citt# la loro prima convinzione. Ben
presto tuttavia i giornali rivelarono che il favoloso viaggio del re di Prussia altro non era
stato che una dicer-a priva di fondamento. &a ormai ero un re e, che lo volessi o no, re
dovevo restare, anzi, uno dei pi, regali e facoltosi che fossero mai esistiti. 'olo, non si
sapeva bene %uale. Il mondo per! non ha mai avuto motivo di lamentarsi per la scarsit# di
monarchi, almeno ai nostri giorni" e %uella brava gente, che non ne aveva mai visto uno di
persona, tirava a indovinare, con ugual fortuna, ora su uno ora sullaltro. &a il conte
Peter, in ogni caso, restava sempre %uelche era.
6n giorno, tra gli ospiti della cittadina termale fece la sua apparizione un
commerciante, il %uale, sebbene avesse dichiarato bancarotta allo scopo di arricchirsi,
godeva della generale considerazione e gettava di s$ unombra bella grande, %uantun%ue
un po sbiadita. /ostui voleva far sfoggio delle ricchezze che aveva accumulato, e cos- gli
venne addirittura in mentedi mettersi a competere con me. &a io ricorsi alla mia borsa, e
in poco tempo %uel povero diavolo fu ridotto a tal punto che, per salvare almeno la
reputazione, dovette di nuovo far bancarotta e ritirarsi oltre le montagne. /os- me ne
liberai. In %uella regione ho creato molti sfaccendati e fannulloni!
Bonostante il lusso e la prodigalit# davvero regali con cui mi con%uistavo tutto,
nella mia casa vivevo in modo semplice e molto ritirato. La massima cautela era la mia
regola di vita, e nessuno, con nessun pretesto, se non Bendel stesso, poteva accedere alla
stanza in cui io mi trovavo. 3inch$ splendeva il sole vi restavo chiuso dentro insieme a lui.
Il conte lavora nel suo studio, si diceva. .vevano a che fare con %uesto lavoro anche i
fre%uenti corrieri che, per ogni minuzia, spedivo e ricevevo. 'olo alla sera, sotto i miei
alberi o nel salone illuminato con perizia e sfarzo secondo le disposizioni di Bendel,
accettavo compagnia. 2uando uscivo, con Bendel che mi sorvegliava costantemente con i
suoi occhi d.rgo, era solo per dirigermi nel giardino dellispettore forestale, e per amore
di una sola" perch$ il sentimento pi, segreto e profondo della mia vita era il mio amore.
@h, mio buon /hamisso, voglio sperare che tu non abbia ancora dimenticato che
cosa + lamore! E %ui lascio tutto alla tua immaginazione. &ina era veramente una
fanciulla degna di amore, buona e pia. Io avevo saputo catturare tutta la sua fantasia e,
nella sua umilt#, ella ignorava in %ual modo fosse stata degna di essere la sola su cui
avessi posato lo sguardo" ricambiava lamore con lamore, con tutto il giovanile impeto di
un cuore innocente. .mava come solo una donna sa fare, sacrificando e dimenticando se
stessa, abbandonandosi a colui che era tutta la sua vita, incurante di dover ella stessa
soccombere" insomma, amava davvero. Io invece :oh, %uali ore terribili... terribili, eppur
degne di essere ricordate con rimpianto> ho pianto a lungo sul petto di Bendel, %uando,
tornato in me dopo la prima inconsapevole ebbrezza, mi sono guardato severamente
perch$, privo di ombra, avevo causato con subdolo egoismo la rovina di %uellangelo, la cui
anima pura avevo rubato con la menzogna! @ra prendevo la decisione di denunciarmi a
&ina, ora mi compiacevo di giurare solennemente che mi sarei strappato da lei e sarei
fuggito lontano, ora scoppiavo di nuovo in pianto ed escogitavo con Bendel il modo per
farle visita, a sera, nel giardino dellispettore forestale. In altri momenti mi abbandonavo
alla speranza di unimminente visita dello sconosciuto in grigio, e poi piangevo di nuovo,
dopo aver cercato inutilmente di credervi. .vevo calcolato il giorno in cui mi aspettavo di
rivedere %uel demonio" aveva detto tra un anno e un giorno, e io credevo alla sua parola.
I genitori erano bravi vecchi rispettabili, che amavano moltissimo la loro unica
figlia" tutta la nostra storia, di cui si resero conto ben presto, fu per loro una sorpresa, e
non sapevano come comportarsi. Bon avevano mai immaginato che il conte Peter potesse
anche solo pensare alla loro figliola, mentre ora egli la amava e ne era riamato. La madre,
del resto, era sufficientemente ambiziosa per pensare alla possibilit# di un legame, e per
darsi da fare a %uesto scopo" ma il sano buonsenso del vecchio non lasciava spazio a tali
esagerate speranze. Entrambi, tuttavia, erano convinti della sincerit# del mio amore, e
non potevano far altro che pregare per la loro figliola.
&i capita tra le mani una lettera di &ina, che ancora conservo da allora. '-, %uesti
sono i suoi accenti! 4oglio trascrivertela.
)'ono una debole, folle ragazza, e immagino che il mio amato, poich$ io lo amo
tanto, tanto profondamente, non possa mai far del male a una povera ragazza. @h, tu sei
cos- buono, cos- indicibilmente buono" ma non fraintendermi. Tu non devi sacrificarmi
nulla, non devi volermi sacrificare nulla" 0io mio, potrei odiare me stessa, se tu lo facessi!
Bo. Tu mi hai resa infinitamente felice, mi hai insegnato ad amarti. @ra allontanati!
/onosco bene il mio destino, il conte Peter non appartiene a me, ma al mondo. E come
sar! orgogliosa udendo dire" + stato lui, e %ui ancora lui, e %uesto + lui che lha fatto" l# lo
hanno adorato, e l# ancora venerato. 4edi, %uando penso a %uesto, sono in collera con te
per aver dimenticato il tuo nobile destino, per una fanciulla semplice come me. .llontanati
da me, ora, altrimenti %uesto pensiero mi far# soffrire ancor pi,, dopo che, ahim+, grazie a
te sono stata cos- felice, cos- beata. Bon ho forse intrecciato anche nella tua vita, come
nella corona che ebbi lonore di offrirti, un ramoscello dolivo e un bocciolo di rosa( Io ti ho
nel cuore, mio amato, non aver paura di allontanarti da me... Io morir!, s-, ma cos- felice,
cos- incredibilmente felice grazie a te!*.
Puoi ben immaginare come %ueste parole mi trafiggessero il cuore. Le spiegai
allora che non ero affatto ci! che la gente sembrava credermi" bens- soltanto un uomo
ricco, ma infinitamente infelice. 'u di me gravava una maledizione, che doveva restare
lunico segreto tra me e lei, perch$ conservavo ancora la speranza di poterne essere
liberato. 2uesto era ci! che avvelenava i miei giorni" il fatto che avrei potuto trascinarla
con me nellabisso, lei, che era la sola luce, la sola felicit#, lunico cuore della mia vita. Lei
riprese allora a piangere, vedendomi tanto infelice. .h, era cos- piena di affetto, cos-
buona! Per risparmiarmi anche una sola lacrima, ella avrebbe, e con %uale gioia,
sacrificato tutta se stessa.
&a &ina era ancora ben lontana dal comprendere il vero senso delle mie parole, e
immaginava che fossi un principe colpito da un crudele esilio, o un %ualche alto
personaggio proscritto, e la sua immaginazione si affannava cos- a dipingersi
grandiosamente lamato in %uadri eroici.
.llora le dissi8 )&ina, lultimo giorno del mese prossimo pu! mutare e decidere la
mia sorte" se ci! non accade, dovr! morire, perch$ non voglio renderti infelice*. Ella,
piangendo, nascose il viso sul mio petto. )'e il tuo destino cambier#, lascia soltanto che io
ti sappia felice, non reclamo alcun diritto su di te. &a se sei infelice, legami alla tua
infelicit#, perch$ ti aiuti a sopportarla*. )Bambina, bambina, ritira le parole avventate e
folli che sono sfuggite alle tue labbra. 'ai tu forse cosa sia %uesta miseria, conosci forse
%uesta maledizione( 'ai tu chi + il tuo amato... che cosa egli... Bon mi vedi rabbrividire e
tremare mentre ti celo il mio segreto(* Ella tra i singhiozzi cadde ai miei piedi, ripetendo
tra i giuramenti la sua preghiera.
'piegai %uindi al padre, sopraggiunto nel frattempo, che era mia intenzione
chiedere la mano di sua figlia il primo giorno del mese seguente" fissavo %uesto termine in
%uanto fino ad allora poteva accadere %ualcosa che avrebbe influito sul mio destino.
Immutabile era soltanto il mio amore per sua figlia.
Il buon uomo si spavent! nelludire %ueste parole dalla bocca del conte Peter. &i
gett! le braccia al collo, ma poi %uasi si vergogn! di essersi cos- lasciato andare. 9li
vennero in mente dubbi, riflessioni, domande" parl! della dote, della sicurezza, del futuro
della sua cara figlia. Io lo ringraziai di avermi rammentato tutto ci!. 9li dissi che era mio
desiderio stabilirmi in %uella regione, dove sembrava fossi amato, per condurvi
unesistenza serena. Lo pregai di ac%uistare a nome di sua figlia le pi, belle propriet# che
erano in vendita nel territorio, e di indirizzare a me per il pagamento. In %uesto, il padre
era certo la persona pi, adatta a rendere servigio allinnamorato. /i! gli diede molto da
fare, perch$ ovun%ue era stato preceduto da un certo straniero" cos- ac%uist! beni solo per
circa un milione.
Il fatto di occuparlo in %uesto modo era in fondo soltanto un pretesto innocente per
tenerlo lontano, e io gi# altre volte ero ricorso a simili astuzie, perch$ devo ammettere che
mi riusciva al%uanto fastidioso. La brava madre era invece piuttosto sorda e non teneva
%uanto lui allonore di intrattenere il signor conte.
'opraggiunse in %uel mentre la madre, e %uei felici genitori insistettero con me
perch$ %uella sera mi trattenessi pi, a lungo tra loro" ma io non potevo indugiare neanche
un attimo" vedevo gi# salire allorizzonte la luce chiara della luna. Il mio tempo era
scaduto.
&a la sera seguente mi recai di nuovo nel giardino dellispettore forestale. 0opo
essermi gettato sulle spalle un ampio mantello e calato il cappello fin sugli occhi, mi
avvicinai a &ina" %uando alz! gli occhi e mi scorse, fece un involontario movimento" mi
torn! ben nitida davanti agli occhi la scena di %uella spaventosa notte in cui mi ero
mostrato alla luce della luna privo di ombra. Era proprio lei. &a mi aveva davvero
riconosciuto anche ora( Era silenziosa e assorta nei suoi pensieri... Io avevo un peso
enorme sul cuore... &i alzai, e allora ella si gett! muta e piangente sul mio petto. 3uggii.
0a %uel momento la trovai pi, spesso in lacrime, mentre attorno allanima mia le
tenebre si facevano sempre pi, fitte" solo i genitori fluttuavano in una esaltata beatitudine"
il giorno funesto si avvicinava, minaccioso e tetro come le nuvole di una tempesta. .rriv!
la vigilia, io non riuscivo %uasi pi, a respirare.&i ero premunito riempiendo doro alcune
ceste" vegliai in attesa della dodicesima ora. Essa scocc!.
Dimasi seduto, gli occhi fissi sulle lancette dellorologio, contando i secondi, i
minuti, %uasi fossero pugnalate. . ogni rumore che si annunciava, sussultavo, finch$
spunt! il giorno. Le ore si susseguivano plumbee, venne mezzogiorno, sera, notte" le
lancette giravano, la speranza svaniva" batterono le undici, e nulla apparve, trascorsero gli
ultimi minuti dellultima ora, poi venne il primo, e %uindi lultimo dei colpi della dodicesima
ora" sprofondai allora nel mio giaciglio tra infinite lacrime, ormai privo di speranza. La
mattina dopo - privato ormai per sempre dellombra - avrei dovuto chiedere la mano della
mia amata. 4erso lalba, un sonno agitato mi chiuse gli occhi.
#
Era ancora presto %uando fui svegliato da un violento battibecco nella mia
anticamera. Tesi le orecchie. Bendel sbarrava laccesso alla mia stanza" Dascal,
bestemmiando, gridava che non accettava divieti da un suo pari e pretendeva di entrarvi.
Il ragionevole Bendel cercava di avvertirlo che tali parole, se mi fossero giunte
allorecchio, gli avrebbero fatto perdere un vantaggioso servizio. Dascal minacciava di
mettergli le mani addosso, se avesse continuato ad impedirgli lentrata.
4estito a met#, spalancai furente la porta, e mi gettai su Dascal8 )/he cosa vuoi
tu, canaglia(*. 2uello fece due passi indietro e rispose con freddezza8 )Pregarla
umilmente, signor conte, di lasciarmi vedere una volta la sua ombra... il sole splende gi#
alto sul cortile*.
&i sentii come colpito da un fulmine. /i volle del tempo, prima che ritrovassi la
parola8 )/ome pu! un servo contro il suo signore...*. Egli mi interruppe senza remore8
)6n servo pu! essere un uomo onesto e non voler servire un padrone senza ombra,
dun%ue chiedo di essere licenziato*. 0ovetti giocare su altre corde. )&a Dascal, caro
Dascal, chi ti ha messo in mente una tale sciagurata idea, come puoi pensare...*" ma %uello
continu! sullo stesso tono8 )/+ chi dice che lei non ha ombra... e per farla corta, mi mostri
la sua ombra, oppure mi lasci andare*.
Bendel, pallido e tremante, ma con pi, buonsenso di me, mi fece un cenno" io
cercai una scappatoia nellonnipotente oro, ma anchesso aveva perduto il suo potere...
Egli me lo gett! ai piedi8 )0a uno che non ha ombra non accetto nulla*. &i volt! le spalle
e usc- lentamente dalla stanza, il cappello in testa, fischiettando una canzone. Io restai l#
con Bendel, come impietrito, seguendolo con lo sguardo, ormai svuotato di ogni pensiero e
sentimento.
'ospirando profondamente e con la morte nel cuore, mi accinsi infine a mantenere
la mia parola e, simile a un criminale davanti ai suoi giudici, a presentarmi nel giardino
dellispettore forestale. Entrai sotto il fitto pergolato che portava il mio nome, dove anche
%uesta volta essi stavano ad aspettarmi. La madre mi venne incontro serena e lieta. &ina
sedeva l#, pallida e bella, come la prima neve che a volte, in autunno, bacia gli ultimi fiori
e subito si scioglie in gelida ac%ua. Lispettore forestale, con un foglio scritto in mano,
andava freneticamente in su e in gi,, mostrando di reprimere molte cose dentro di s$, e ci!
si manifestava con un rapido alternarsi di rossore e pallore sul suo volto, abitualmente
inespressivo. Bon appena entrai, venne verso di me, esigendo con parole spesso interrotte
di parlarmi da solo. Il sentiero nel %uale mi invit! a seguirlo conduceva a una parte aperta
e ben soleggiata del giardino" io caddi muto su un sedile, e poi segu- un lungo silenzio, che
neppure la buona madre os! rompere.
Lispettore forestale continuava a percorrere avanti e indietro il pergolato, a passi
irregolari e con grande agitazione, poi allimprovviso si arrest! davanti a me, gett!
unocchiata alla carta che teneva in mano, e mi chiese con uno sguardo indagatore8 )E se
davvero, signor conte, un certo Peter 'chlemihl non le fosse del tutto ignoto(*. Io tac%ui.
)6n uomo dal carattere eccellente e dalle %ualit# straordinarie...*" egli attendeva una
risposta. )E se fossi io stesso %uelluomo(*. ).l %uale* aggiunse egli con forza, )+ sparita
lombra!!*... )@h, il mio presentimento, il mio presentimento!* grid! &ina. )'-, lo soda
lungo tempo, egli non ha ombra!* e si gett! nelle braccia della madre che, spaventata e
stringendola spasmodicamente a s$, la rimproverava di aver tenuto nascosto un simile
sciagurato segreto. &a lei, come .retusa, si era trasformata in una fonte di lacrime che,
al suono della mia voce, fluiva pi, abbondante e, a udire il mio nome, scorreva pi,
impetuosa. )E lei* riprese irato lispettore forestale, )con inaudita sfrontatezza non si +
fatto alcuno scrupolo di imbrogliare me e costei" e vuole dare a intendere di amarla, dopo
aver causato fino a tal punto la sua rovina( Eppure lo vede come piange e soffre! 7
terribile, terribile!*.
Io avevo a tal punto perso la testa che, come un folle, cominciai a dire che in fondo
unombra non + altro che unombra, uno poteva benissimo cavarsela anche senza, e non
valeva certo la pena di sollevare tutto %uel pandemonio. &a io stesso sentivo tanto bene
lirragionevolezza di ci! che andavo dicendo, che smisi da solo, senza che egli mi avesse
degnato di una risposta. E poi aggiunsi che ci! che una volta si + perso, unaltra volta si
pu! ben ritrovarlo. &a egli minvest-, furibondo8 )/onfessi, signor mio, confessi, come +
stato che ha perso lombra(*. 3ui costretto a mentire di nuovo8 )6n giorno uno screanzato
mi pass! sullombra cos- impetuosamente da farci sopra un grosso buco. /os- lho mandata
a riparare, loro infatti pu! tutto, e avrebbero dovuto riconsegnarmela ieri*.
)Bene, signor mio, benissimo* replic! lispettore forestale. )Lei chiede la mano di
mia figlia, ma anche altri lo fanno, e io, come padre, devo aver cura di lei, dun%ue le do tre
giorni di tempo, entro i %uali lei deve darsi da fare per procurarsi unombra. 'e, passati i
tre giorni, lei mi comparir# davanti con una bella ombra fatta a dovere, sar# per me il
benvenuto" ma il %uarto giorno, %uesto glielo assicuro, mia figlia + la moglie di un altro*.
Io volevo ancora tentare di rivolgere una parola a &ina, ma lei, singhiozzando pi, forte, si
strinse a sua madre, che mi fece cenno in silenzio di allontanarmi. &e ne andai vacillando,
con la sensazione che il mondo si richiudesse dietro di me.
'fuggendo allaffettuoso controllo di Bendel, vagai come un folle per boschi e
pianure. Per langoscia, avevo la fronte madida di sudore, un gemito sordo saliva dal mio
petto, in me si scatenava la follia.
Bon so %uanto tutto ci! possa essere durato, prima che, in una landa soleggiata,
mi sentissi afferrare per la manica. Destai immobile e mi guardai attorno... Era luomo
dalla redingote grigia, che sembrava essermi corso dietro a perdifiato. Prese
immediatamente a parlare.
)&i ero annunciato per oggi, ma lei non + stato capace di aspettare. Per! non +
ancora troppo tardi, accetti il mio consiglio, scambi di nuovo la sua ombra, che + a sua
disposizione, e torni subito sui suoi passi. Bel giardino dellispettore forestale sar# il
benvenuto, e tutto sar# stato solo uno scherzo" a %uel Dascal, che lha tradito e ora aspira
alla sua donna, ci penso io, + arrivata la sua ora*.
Io ero rimasto l- come trasognato.
)'i era annunciato per oggi(* Dicalcolai ancora il tempo... .veva ragione, mi ero
sempre sbagliato di un giorno. /ercai con la mano destra la borsa sul petto... &a egli
indovin! le mie intenzioni e fece due passi indietro. )Bo, signor conte, la borsa + in buone
mani, la tenga pure*. Lo fissai con uno sguardo interrogativo e stupito, ma %uello
continu!8 )Le chiedo solo una piccola cosa per ricordo" sia tanto gentile da firmarmi
%uesto foglietto*. 'ulla pergamena lessi le seguenti parole.
)In forza di %uesto scritto da me firmato, lascio in eredit# al suo possessore la mia
anima, dopo la sua naturale separazione dal corpo*.
9uardai con ammutolito stupore ora lo scritto ora il grigio sconosciuto. 3rattanto
costui aveva intinto una penna doca appena tagliata in una goccia di sangue che mi
scorreva sulla mano a causa del graffio di una spina, e me la porse... )&a chi + lei,
dun%ue(* gli chiesi infine. )/he importa(* disse per tutta risposta. )E poi non si vede
forse( 6n povero diavolo oppure, per cos- dire, una specie di scienziato o di cerusico, che
per le sue eccellenti capacit# non riceve dagli amici che ingratitudine, e che per se stesso
sulla terra non ha altro divertimento che %uel poco di esperimenti... &a firmi, dun%ue. .
destra, in basso" Peter 'chlemihl*.
Io scossi la testa, e dissi8 )&i perdoni, signore, ma non firmo*.
)Bo(* ripet$ sorpreso. )E perch$ no(*.
)Perch$ mi sembra al%uanto pericoloso scambiare lanima con lombra*. ).h, +
cos-! 7 cos-!* ripet$ lui, )pericoloso* e mi scoppi! a ridere fragorosamente in faccia. )E, se
mi + consentito chiedere, che genere di cosa +, la sua anima( Lha forse mai vista, e che
cosa pensa di farne, un giorno, da morto( 0ovrebbe essere contento di aver scovato,
mentre + ancora vivo, un amatore disposto a pagare, per leredit# di %uesta G, di %uesta
forza galvanica o virt, polarizzante, o comun%ue si possa ancora definire %uesta assurda
cosa, con %ualcosa di reale, vale a dire con la sua ombra in carne e ossa, mediante la %uale
lei pu! riuscire a ottenere la mano della sua amata e la realizzazione di tutti i suoi
desideri. @ preferisce piuttosto consegnare %uel povero sangue innocente nelle mani
dellinfame carogna, Dascal( Bo... %uesto lo deve vedere con i suoi occhi" venga, le presto
la cappa magica, %ui* e tir! fuori dalla tasca %ualcosa, )e, senza che nessuno ci veda, ce ne
andremo in pellegrinaggio fino al giardino dellispettore forestale*. 0evo ammettere che
mi sentivo oltremodo umiliato dalla derisione di %uelluomo. Lo odiavo dal profondo del
cuore, e credo che proprio %uesta avversione personale, ben pi, che le ragioni e i
pregiudizi, mi trattenesse dal riscattare, mediante la firma richiesta, la mia ombra, per
%uanto indispensabile essa mi fosse. E poi mi riusciva insopportabile il pensiero di
intraprendere in sua compagnia il passo che egli mi proponeva. 4edere %uellodioso
ipocrita, %uel demonio sogghignante, intromettersi beffardo tra me e la mia amata, tra due
cuori straziati a sangue, mi indignava nei miei sentimenti pi, riposti. .llora accettai
%uanto mi era accaduto come una disgrazia fatale e irreparabile e, voltandomi verso
luomo, gli dissi8 )/aro signore, le ho venduto la mia ombra per %uesta borsa, in s$ e per
s$ molto preziosa, e me ne sono gi# pentito abbastanza. In nome di 0io, si pu! annullare
%uestaffare(*. 'cosse la testa e fece una faccia scurissima. Io continuai8 )In conclusione,
di %uanto possiedo non intendo venderle pi, nulla, fosse anche al prezzo, che lei mi offre,
della mia ombra" e dun%ue non firmo niente. E poi, si pu! ben indovinare che la
mascherata alla %uale mi ha invitato non sarebbe per noi due ugualmente divertente" mi
ritenga dun%ue scusato, e, poich$ non pu! andare altrimenti... separiamoci!*.
)&i dispiace proprio, &onsieur 'chlemihl, che lei con tale caparbiet# rifiuti laffare
che io le ho proposto cos- amichevolmente. In ogni caso, sar! forse pi, fortunato unaltra
volta. .rrivederci presto!... . proposito, mi permetta ancora una volta di mostrarle che
non lascio in alcun modo che le cose che ho ac%uistato si rovinino, e che invece le rispetto
e le conservo con cura*.
In %uella, tir! fuori dalla tasca la mia ombra e, dispiegandola sul prato con abili
gesti, la allarg! ai suoi piedi dal lato del sole, in modo tale che si trov! a camminare tra le
due ombre, la sua e la mia, che stavano ad aspettarlo" e la mia, allora, fu subito costretta a
obbedirgli e ad accondiscendere a tutti i suoi movimenti. 4edere di nuovo, dopo tanto
tempo, la mia povera ombra, e trovarla umiliata a un tale vergognoso servigio, proprio nel
momento in cui, per la sua mancanza, soffrivo di una innominabile infelicit#, mi spezz! il
cuore e scoppiai a piangere amaramente. 2uellodioso, pavoneggiandosi con la preda
rubatami, rinnov! senza pudore la sua offerta. )Lei pu! ancora riaverla, un tratto di penna
e salver# anche la povera, infelice &ina dalle grinfie di %uel mascalzone per accoglierla
nelle braccia dellonorevolissimo signor conte... Dipeto, solo un tratto di penna*. Le mie
lacrime sgorgarono allora ancor pi, forte, ma gli girai le spalle, facendogli cenno di
andarsene.
Bendel, che pieno di preoccupazione aveva seguito fin %ui le mie tracce, arriv! in
%uellistante. 2uando %uellanima fedele e buona mi vide piangere, e si rese conto che la
mia ombra :perch$ non la si poteva certo confondere> era in possesso del misterioso
sconosciuto in grigio, prese subito la decisione di fare in modo che mi riappropriassi di
%uantera mio, fosse anche con la violenza" poich$ aveva capito che con le buone non
avrebbe ottenuto granch$, aggred- immediatamente luomo a parole e, senza tanti
complimenti, gli ingiunse di consegnarmi allistante ci! che mi apparteneva. &a laltro,
invece di rispondere, gir! le spalle allinnocente ragazzo e se ne and!. Bendel allora,
sollevando il bastone nodoso che portava con s$, gli fu alle calcagna e, dopo avergli
ordinato pi, volte di restituire lombra, gli fece sentire senza piet# tutta la forza del suo
braccio vigoroso. 2uello per!, %uasi fosse abituato a un simile trattamento, chin! il capo,
incurv! la schiena, e continu! in silenzio e tran%uillamente il suo cammino attraverso la
pianura, portandosi via allo stesso tempo la mia ombra e il mio fedele servitore. 6dii
ancora a lungo %uel suono sordo echeggiare nella solitudine, finch$ non si perse in
lontananza. &i ritrovai solo con la mia pena.
#I
Dimasto solo in %uella landa deserta, lasciai libero corso alle mie infinite lacrime,
sgravandomi il cuore da un indicibile e angoscioso peso. Bon vedevo limiti alla mia
estrema infelicit#, n$ via duscita, n$ scopo alcuno, e succhiavo con rabbiosa sete il nuovo
veleno che lo sconosciuto aveva versato sulle mie ferite. &a %uando, rievocando nellanimo
mio limmagine di &ina, lamata e dolce figura mi apparve pallida e piangente come
lavevo vista lultima volta, nel momento della mia ignominia, dun tratto tra me e lei si
frappose, spavaldo e beffardo, il fantasma di Dascal" allora mi coprii il volto e fuggii per la
pianura, ma lorribile visione non mi lasciava, e anzi continuava a perseguitarmi, finch$
non mi accasciai al suolo senza fiato, bagnando nuovamente la terra con le mie lacrime.
E tutto per unombra! E %uestombra avrei potuto riguadagnarmela con un tratto
di penna. Dipensai alla sorprendente proposta e al mio rifiuto. In me cera il deserto, non
avevo pi, giudizio n$ controllo.
Pass! il giorno. Placai la fame con frutti selvatici, la sete alla pi, vicina sorgente
di montagna" sopraggiunse la notte, mi accampai sotto un albero. .l mattino, la rugiada
mi svegli! da un sonno pesante, nel %uale mi ero sentito rantolare come nella morte.
Bendel doveva aver perduto le mie tracce, e io mi rallegrai a %uesto pensiero. Bon volevo
ritornare tra gli uomini, dai %uali rifuggivo impaurito come i ritrosi animali delle
montagne. /os- trascorsi tre giorni di angoscia.
.llalba del %uarto giorno, mi ritrovai in una pianura sabbiosa e assolata, seduto
su un cumulo di pietre, esposto ai caldi raggi" ora, infatti, amavo godere della vista del
sole, di cui a lungo avevo sentito la mancanza. In silenzio, nutrivo il mio cuore con la sua
stessa disperazione. . un tratto, un leggero frusc-o mi spavent!8 gi# pronto alla fuga,
gettai uno sguardo intorno, ma non vidi nessuno. 'ulla sabbia assolata vidi invece
scivolare accanto a me unombra duomo, non dissimile dalla mia, la %uale, nel suo
solitario vagare, sembrava essersi allontanata dal suo padrone.
.llora si risvegli! in me un impulso violento. @mbra, pensai, cerchi forse il tuo
padrone( 4oglio esserlo io. E mi gettai avanti per impadronirmene" infatti pensavo che, se
mi fosse riuscito di mettermi sulle sue tracce, in modo tale che essa mi stesse ai piedi, essa
vi sarebbe rimasta attaccata e, col tempo, si sarebbe abituata a me. &a lombra, al mio
movimento, prese la fuga, e io mi vidi costretto a iniziare dietro alla lieve fuggitiva una
caccia affannosa, per la %uale mi diede sufficienti forze solo il pensiero che in %uesto modo
avrei potuto salvarmi dalla spaventosa situazione in cui mi trovavo. Essa fuggiva in
direzione di un bosco ancora piuttosto lontano, nella cui ombra lavrei necessariamente
persa di vista" %uando lo capii, il terrore mi trafisse il cuore" rinfocolai la mia brama, mi
misi le ali ai piedi... Era indubbio che mi stavo avvicinando sempre pi,, e che lavrei
afferrata. &a allora essa si arrest!, girandosi verso di me. /ome il leone sulla sua preda,
cos-, per impadronirmene, le balzai sopra con un poderoso salto... &a, inaspettata e
compatta, incontrai la resistenza di un corpo solido. E mi vennero allora assestati tali
invisibili eppur violenti colpi nelle costole, %uali nessun uomo ha mai sentito prima.
Leffetto dello spavento mi fece tendere spasmodicamente le braccia e spingere con
forza ci! che, non visto, mi stava dinanzi. Bel rapido movimento, caddi avanti lungo
disteso per terra" ma sotto di me, bocconi, stava un uomo che io tenevo ben stretto, e che
ora soltanto andava facendosi visibile.
@ra tutto laccaduto mi diveniva perfettamente spiegabile. Luomo, doveva prima
aver tenuto in mano e %uindi gettato via il nido magico che rende invisibile chi lo possiede,
ma non la sua ombra. 4olsi lo sguardo tuttintorno, scoprii immediatamente lombra del
nido stesso, balzai in piedi e poi in avanti su di essa, e non mancai la preziosa preda.
@rmai, invisibile e senza ombra, tenevo il nido tra le mani. Luomo, rimessosi rapidamente
in piedi, guardandosi subito intorno alla ricerca del suo fortunato vincitore, non scorse
nella vasta, assolata pianura n$ lui n$ la sua ombra, che egli cercava ancor pi,
ansiosamente. Perch$ del fatto che gi# per conto mio io non avessi ombra, non aveva certo
avuto modo di accorgersi prima, n$ poteva sospettarlo. 2uando si convinse che ogni
traccia era scomparsa, in preda alla pi, profonda disperazione cominci! a prendersela con
se stesso, e a strapparsi i capelli. . me, invece, il tesoro che mi ero con%uistato dava la
possibilit# e la voglia di mischiarmi di nuovo agli esseri umani. E, daltra parte, non mi
mancavano davvero i pretesti per giustificare a me stesso il mio ignobile furto o, meglio,
non ne avevo alcun bisogno, e per evitare %ualsiasi pensiero di %uel genere, mi affrettai ad
allontanarmi da l-, non voltandomi pi, a guardare %uellinfelice, la cui voce angosciosa
sentii risuonare ancora a lungo. Tali almeno mi parvero allora le circostanze di
%uellavvenimento.
Bramavo di tornare nel giardino dellispettore forestale, e di scoprire da me la
veridicit# di %uanto mi aveva annunciato %uel maligno" non sapevo per! dove fossi, e
dun%ue per poter ben osservare la zona tuttintorno salii sulla pi, vicina collina" dalla sua
cima, vidi ai miei piedi la cittadina e il giardino dellispettore forestale. /onvulsamente
prese a battermi il cuore e gli occhi mi si riempirono di lacrime, di un genere diverso da
%uelle che avevo versato fino ad allora8 lavrei rivista... 6nardente nostalgia guid! i miei
passi sul cammino pi, corto, gi, per la collina. Passai non visto accanto a dei contadini
che venivano dalla citt#. Parlavano di me, di Dascal, e dellispettore forestale. &a io non
volli ascoltare nulla, e affrettai il passo.
Entrai nel giardino, con lansia dellattesa in petto" dun tratto, sentii risuonare
nella mia direzione una specie di risata, che mi fece rabbrividire" mi gettai un rapido
sguardo attorno, senza per! riuscire a scorgere nessuno. &entre procedevo, mi sembrava
%uasi di sentire accanto a me un rumore come di passi" tuttavia, nulla si vedeva, e io mi
credetti tradito dalle mie orecchie. Era ancora presto, non cera nessuno nel pergolato del
conte Peter, il giardino era ancora deserto. Percorsi i ben noti vialetti, mi spinsi fino alla
casa. Lo stesso frusc-o mi perseguitava, ora anche pi, percepibile. /on il cuore pieno di
angoscia, mi sedetti su una panchina che si trovava in uno spazio assolato dinanzi alla
porta di casa. .vevo limpressione che %uella canaglia, non vista, sedesse sogghignando
accanto a me. 4enne girata la chiave nella porta, che si apr-, e lispettore forestale usc-
fuori con dei fogli in mano. 'entii come una nebbia passarmi sopra la testa, mi guardai
intorno e - disdetta! - luomo in redingote grigia sedeva accanto a me, e mi guardava con
un riso satanico. .veva tirato anche sulla mia testa la sua cappa magica" ai suoi piedi
giacevano pacificamente la sua e la mia ombra, luna accanto allaltra. 3acendo finta di
niente, giocherellava con la ben nota pergamena che teneva in mano, e, mentre lispettore
forestale, occupato con le sue carte, se ne andava in su e in gi, allombra del pergolato,
sichin! pieno di fiducia verso il mio orecchio, bisbigliandomi %ueste parole8 )E cos- lei ha
accettato il mio invito, e ora eccoci %ui seduti, tutte due sotto la stessa cappa!... Bene,
bene! &a ora mi restituisca anche il mio nido magico, lei non ne ha pi, bisogno, ed + un
uomo troppo onesto per volermelo ancora sottrarre... Bessun ringraziamento, le assicuro
che glielho prestato ben volentieri*. 'enza che potessi oppormi, me lo prese dalla mano,
se lo infil! in tasca e rise ancora di me, ma cos- forte che anche lispettore forestale, per
via del rumore, si guard! intorno. Io sedevo l- come impietrito. )Lei ammetter#
certamente* continu!, )che una simile cappa + molto pi, comoda. Essa non copre solo la
persona, ma anche la sua ombra, e ancora tutti coloro che si ha voglia di prendere con s$.
4ede, oggi me ne porto dietro due*. Dise nuovamente8 )Boti bene, 'chlemihl, ci! che
allinizio, con le buone, non si vuole accettare, alla fine si + obbligati ad accettarlo con le
cattive. Io pensavo che lei si sarebbe ricomprato %uella certa cosa, riprendendosi cos-
anche la fidanzata :ma per %uesto c+ ancora tempo>, e che avremmo lasciato Dascal a
ciondolare dalla forca" sarebbe facile, fintanto che non ci manca la corda... &i dia retta,
nellaffare le cedo anche la mia cappa magica*.
'opraggiunse la madre, ed ebbe inizio il seguente collo%uio. )/he fa &ina(*.
)Piange*. )Ingenua bambina! Per! non c+ davvero niente da fare!*. )Proprio no" ma
darla ad un altro cos- presto... marito mio, come sei crudele con la tua propria figlia*.
)Bo, moglie, tu la vedi dal lato sbagliato. Bon appena lei, prima ancora di aver versato
tutte le sue lacrime tanto infantili, si trover# a esser moglie di un uomo molto ricco e
onorato, consolata del suo dolore si sveglier# come da un brutto sogno, ringraziando 0io e
noi, vedrai!*. )/he 0io lo voglia!*. )Ella possiede gi# una dote invidiabile" ma, dopo lo
scandalo provocato dallinfelice storia con %uellavventuriero, credi davvero che si
presenter# subito un altro partito cos- adatto a lei, che non sia il signor Dascal( 'ai che
genere di patrimonio possiede il signor Dascal( Egli ha %ui nel paese sei milioni di beni,
liberi da debiti, pagati in contanti. Co avuto in mano i documenti! Era lui, infatti, che mi
ha portato via ovun%ue le cose migliori" e, per di pi,, ha nella borsa tre milioni e mezzo di
cambiali del signor Thomas 5ohn*. )0eve aver rubato molto*. )/he discorsi sono mai
%uesti! Ca risparmiato saggiamente, invece di dissipare tutto*. )6n uomo che ha portato
la livrea...*. )'tupidaggini! /omun%ue ha unombra che non fa una piega* )Cai ragione,
ma...*.
Luomo in grigio rise, e mi guard!. Le porte si aprirono, e &ina comparve. 'i
appoggiava al braccio di una cameriera, lacrime silenziose scendevano sulle sue belle
guance pallide. 'i sedette su una poltrona che era stata preparata per lei sotto i tigli, e il
padre prese posto su una sedia l- accanto. Teneramente le prese la mano, e con parole
dolci si rivolse a lei, che adesso piangeva convulsamente8 )Tu sei la mia cara e buona
bambina, e non dubito che sarai anche ragionevole e non vorrai addolorare il tuo vecchio
padre, che desidera solo la tua felicit#" io comprendo molto bene, cuor mio, che %uesta
storia ti ha molto scosso, ma sei sfuggita per miracolo alla tua stessa infelicit#! Prima che
scoprissimo lo scandaloso imbroglio, tu hai molto amato %uelluomo indegno" vedi, &ina,
io lo so, e non te ne faccio una colpa. Io stesso, mia cara bambina, lho amato, fintanto che
lho considerato un gran signore. &a ora vedi bene da te come tutto sia cambiato. &a
come! 6n %ualsiasi can barbone ha la sua ombra, mentre la mia unica, amata figlia
avrebbe dovuto sposare un uomo... Bo, non devi davvero pensare pi, a lui. .scolta, &ina,
ora ti chiede in moglie un uomo che non teme il sole, un uomo onorato, che certo non + un
principe, ma che possiede dieci milioni, vale a dire dieci volte %uel che possiedi tu, un uomo
che far# felice la mia cara figlia. Bon replicare nulla, non opporti, sii la mia buona,
ubbidiente bambina, lascia che tuo padre, che tanto ti ama, provveda a te, ti asciughi le
lacrime. Promettimi di concedere la tua mano al signor Dascal... 0immi, vuoi
promettermelo(*
/on voce spenta, ella rispose8 )Bon ho pi, volont#, pi, alcun desiderio al mondo.
&i accada pure tutto ci! che vuole mio padre* 'ubito venne annunciato il signor Dascal,
che si un- a loro con fare spavaldo. &ina era svenuta. Il mio odioso compagno mi guard!
furibondo e mi bisbigli! %ueste veloci parole8 )E lei pu! sopportare tutto ci!! /he cosa le
scorre dun%ue nelle vene al posto del sangue(*. /on un movimento improvviso, mi graffi!
procurandomi una leggera ferita sulla mano, da cui usc- il sangue. .llora continu!8 )&a
guarda! Proprio sangue rosso! 3irmi, dun%ue!*. Io tenevo in mano la pergamena e la
penna.
#II
&i sottoporr! volentieri al tuo giudizio, caro /hamisso, senza cercare affatto di
influenzarlo. Io stesso, per lungo tempo, mi sono giudicato molto severamente, perch$ ho
nutrito nel cuore il verme tormentoso del rimorso. 2uel difficile momento della mia vita
ritornava continuamente nellanimo mio, e io riuscivo a guardarlo soltanto con occhi
dubbiosi, con umilt# e contrizione. /aro amico, chi, a cuor leggero, mette anche solo un
piede fuori dalla retta via, viene condotto senza accorgersene su altri sentieri, che lo
sospingono in basso, sempre pi, in basso" invano egli vede allora la stella polare
risplendere in cielo, a lui non resta alcuna scelta, continua irresistibilmente a scendere
nellabisso, e deve infine sacrificarsi alla nemesi. 0opo il precipitoso errore che aveva
attirato su di me la maledizione, per amore mi ero introdotto da criminale nel destino di un
altro essere" che altro mi restava da fare, se non accorrere ciecamente in soccorso dove io
avevo seminato la rovina, e dove ora si attendeva da me immediata salvezza, perch$
lultima ora era suonata( Bon credermi meschino, .delbert, non pensare che avrei
giudicato troppo caro %ualsiasi prezzo mi venisse richiesto, e che nel dare %ualsiasi cosa
che appartenesse a me solo sarei stato pi, avaro che con loro. Bo, .delbert" ma la mia
anima era colma di un invincibile odio contro %uellambigua carogna, che sempre ricorreva
a vie traverse. Potevo anche fargli un torto, ma %ualsiasi rapporto con lui mi ripugnava.
&a anche %ui, come gi# tante altre volte nella mia vita, e come del resto tante volte accade
nella storia, in luogo di unazione intervenne un evento. In seguito mi sono riconciliato con
me stesso. In primo luogo ho imparato a rispettare la necessit#" e che cosa le + proprio pi,
del fatto compiuto, dellavvenimento accaduto( Poi ho imparato a rispettare la necessit#
anche in %uanto saggia ordinatrice, che anima tutto intero lenorme meccanismo nel %uale
noi entriamo solo a cooperare, come ingranaggi che al tempo stesso spingono e sono
spinti" ci! che deve accadere accadr#, ci! che doveva accadere + accaduto, e non senza %uel
principio ordinatore che io appresi infine a rispettare, sia nel mio proprio destino, sia nel
destino di coloro che il mio coinvolse.
Bon so se io debba attribuirlo alla tensione della mia anima, sotto la pressione di
tali possenti sensazioni, oppure allesaurimento delle mie forze fisiche, che negli ultimi
giorni erano state messe alla prova da insolite sofferenze, oppure infine al distruttivo
disgusto provocato in tutta la mia persona dalla vicinanza di %uel sinistro demonio" ma,
proprio mentre stavo per firmare, caddi in un profondo deli%uio, e cos- giac%ui a lungo,
come tra le braccia della morte.
Dumore di passi e maledizioni furono i primi suoni che colpirono il mio orecchio
%uando ripresi coscienza" aprii gli occhi, era sera, e il mio odiato compagno, pur
rimproverandomi, si dava da fare attorno a me. )E %uesto non si chiama forse comportarsi
da donnicciola! Torni in s$ e si sbrighi a fare %uelche ha deciso, oppure ha cambiato idea, e
preferisce piagnucolare(*. &i alzai a fatica da terra, dove giacevo, e mi guardai attorno
muto. Era ormai tarda sera, dalla casa dellispettore forestale illuminata a festa risuonava
una musica lieta, la gente, a gruppetti, passeggiava per i viali del giardino.
/hiacchierando, una coppia ci pass! pi, vicino e si and! a sedere sulla panchina dove
prima avevo preso posto io. Parlavano delle nozze, celebrate la mattina, tra il ricco Dascal
e la signorinadella casa.
Era dun%ue accaduto.
&i strappai dalla testa la cappa dello sconosciuto, che scomparve allistante dalla
mia vista e, inoltrandomi nella fitta oscurit# dei cespugli che fiancheggiavano il sentiero
attraverso il pergolato del conte Peter, mi affrettai silenziosamente verso luscita del
giardino. &a, seppur invisibile, il mio tormentatore mi accompagnava, perseguitandomi
con dure parole. )2uesto + dun%ue il ringraziamento per la pena che ci si + presi ad
assistere tutto il santo giorno &onsieur, che ha i nervi fragili. Ed ora mi si d# il
benservito( Bene, signor testone, anche se lei mi sfugge, noi siamo ormai inseparabili. Lei
ha il mio oro, e io la sua ombra" e %uesto non far# stare in pace nessuno di noi. 'i + forse
mai sentito che unombra sia stata abbandonata dal suo padrone( La sua mi trasciner#
dietro a lei, finch$ non si degner# di riprendersela, liberandomene. /i! che oggi lei ha
perduto, un giorno, spinto da un nuovo desiderio di agire, dal tedio e dalla noia, cercher#
di recuperarlo. &a sar# troppo tardi. Bon si sfugge al proprio destino!*. /ontinu! a lungo
a parlare nello stesso tono" io fuggivo invano, %uello non si dava per vinto e, sempre
presente, continuava a parlare sogghignando delloro e dellombra. Io non riuscivo pi, a
pensare con la mia testa.
.ttraverso strade deserte, avevo imboccato la via che conduceva alla mia casa. &a
%uando mi ci trovai davanti e la guardai, la riconobbi a stento" dietro le finestre
frantumate non ardeva alcun lume. Le porte erano sbarrate, non cerano pi, servitori ad
affaccendarsi allinterno. Lui, accanto a me, scoppi! a ridere forte8 )9i# gi#, cos- va il
mondo! &a il suoBendel lo trover# dentro di sicuro, %ualcuno ha provveduto di recente a
riportarlo a casa, ma cos- stremato che certo da allora non ne sar# pi, uscito*. Dise di
nuovo. )Be avr# di storie da raccontare!... 'uvvia! Per oggi, buona notte e arrivederci
presto!*.
'uonai ripetutamente, e infine apparve una luce" dallinterno, Bendel domand! chi
aveva suonato. 2uando %uel buon uomo riconobbe la mia voce, riusc- a stento a controllare
la sua gioia" la porta si spalanc!, piangendo fummo luno nelle braccia dellaltro. Lo trovai
molto cambiato, debole e malato" ma a me erano diventati tutti i capelli grigi.
.ttraverso le stanze devastate e abbandonate, egli mi condusse in una sala
interna, che era rimasta intatta" port! cibi e bevande, ci sedemmo, egli riprese a piangere.
&i raccont! di aver a lungo inseguito e bastonato lo scheletrico uomo in grigio, che egli
aveva sorpreso con la mia ombra, e di averlo bastonato finch$, perse anche le mie tracce,
non era caduto a terra stremato" e, visto che non era riuscito pi, a ritrovarmi, di essere
poi tornato nella casa, che la plebaglia, aizzata da Dascal, aveva preso dassalto,
sfondando le finestre e dando libero sfogo alla sua voglia di distruzione. /os- si erano
comportati verso il loro benefattore. La mia servit, se lera data a gambe. La polizia del
luogo mi aveva bandito dalla citt# come elemento sospetto, e mi aveva fissato un termine
di venti%uattrore per abbandonare il suo territorio. &i rivel! inoltre molte cose in
aggiunta a %uanto gi# sapevo delle ricchezze e del matrimonio di Dascal. 2uel malfattore,
che era stato la causa di tutto %uanto era %ui accaduto contro di me, doveva aver
conosciuto il mio segreto fin dallinizio" infatti sembrava proprio che, attratto dalloro, egli
avesse saputo mettermisi accanto, procurandosi sin dai primi tempi una chiave di %uel
forziere dal %uale aveva tratto un patrimonio tale che ora poteva anche disdegnare di
accrescerlo.
Tutto %uesto mi raccont! Bendel tra le lacrime, e poi pianse di nuovo, ma per la
gioia, poich$ mi aveva rincontrato e ora mi riaveva con s$, e, dopo essersi chiesto a lungo
dove mi potesse aver condotto la mia infelicit#, ora mi vedeva sopportarla con calma e
rassegnazione. In realt#, era stata la disperazione a portarmi a %uesto atteggiamento.
4edevo la mia infelicit# cos- smisurata e immutabile, per essa avevo pianto tutte le mie
lacrime, dal mio petto non poteva pi, uscire alcun grido, e ormai, freddo e indifferente,
affrontavo la mia pena a capo scoperto.
)Bendel* cominciai, )tu conosci il mio destino. Bon + senza una precedente colpa
che %uesta dura punizione mi ha colpito. E tu, uomo innocente, non devi pi, legare il tuo
destino al mio, io non lo voglio. 2uesta notte me ne andr! via a cavallo, sellamene uno,
cavalcher! da solo" tu resterai, io voglio cos-. 0evono essere rimaste %ui ancora alcune
casse doro, tienile tu. Io vagher! irre%uieto e solo per il mondo" ma se mai mi arrider#
ancora unora lieta, e se la fortuna, riconciliata, poser# il suo sguardo su di me, allora
ripenser! alla tua fedelt#, perch$ sul tuo fido petto ho pianto in ore difficili e dolorose*.
/ol cuore spezzato, %uelluomo sincero ubbid- a %uestultimo ordine del suo
padrone, non senza esserne spaventato nel profondo dellanimo suo" io fui sordo alle sue
preghiere e alle sue obiezioni, cieco di fronte alle sue lacrime" egli mi condusse il cavallo.
'trinsi ancora una volta Bendel, in lacrime, al mio petto, saltai in sella e mi allontanai
dalla tomba della mia vita sotto il manto della notte, non curandomi di %uale strada
avrebbe preso il cavallo" al mondo, infatti, non avevo pi, scopo, n$ desideri, n$ speranze.
#III
Ben presto mi si affianc! un viandante, il %uale, dopo un certo tempo che
camminava accanto al mio cavallo, e visto che facevamo la stessa strada, mi preg! di
permettergli di poggiare dietro a me, sul cavallo, un mantello che portava con s$" in
silenzio, lo lasciai fare. &i ringrazi! con garbo e buone maniere per %uel piccolo servigio,
lod! il mio cavallo, cogliendo da ci! loccasione per esaltare la fortuna e il potere dei ricchi,
dando avv-o, non so io stesso come, a una sorta di monologo, del %uale io non ero che un
semplice ascoltatore.
Egli si mise a spiegare le sue opinioni sulla vita e sul mondo, e ben presto arriv!
alla metafisica, alla %uale spettava il compito di scoprire la parola chiave che scioglie tutti
gli enigmi. 0iscusse tale istanza con grande chiarezza, e pass! %uindi ad esporne la
risposta.
Tu sai, amico mio, che da %uando sono passato attraverso la scuola dei filosofi mi
sono reso conto con chiarezza di non essere affatto dotato per la speculazione filosofica, e
ho abbandonato completamente %uesto campo" da allora ho lasciato stare molte cose, ho
rinunciato a saperle e a comprenderle, fidandomi :come tu stesso mi hai consigliato> del
mio buon senso, ho seguito la mia voce interiore, percorrendo la mia strada, almeno per
%uanto era in mio potere. @ra per! mi pareva che %uesto artista della parola riuscisse a
costruire, e con grande talento, un edificio ben compatto, che si reggeva su fondamenta
proprie e su una sua intrinseca necessit#. &a in esso io notavo la mancanza proprio di ci!
che avrei voluto trovarvi, e cos- mi appariva solo come unopera darte, la cui leggiadra
compiutezza e perfezione serviva unicamente a deliziare locchio" e tuttavia ascoltavo
volentieri %uel buon parlatore, che attirava a s$ la mia attenzione, distraendola dalle mie
pene, e mi sarei ben volentieri sottomesso a lui, se solo avesse saputo rivolgersi alla mia
anima come faceva al mio intelletto.
3rattanto il tempo era trascorso e, senza che ce ne accorgessimo, gi# lalba
rischiarava il cielo" mi spaventai %uando, dun tratto, guardando verso oriente, vidi
dispiegarsi tutta la magnificenza dei colori che annunciano limminente sorgere del sole,
contro il %uale proprio in %uel momento, in cui le ombre sfoggiano tutta la loro estensione,
non si scorgeva riparo n$ ricovero in %uella pianura aperta! E, per di pi,, non ero solo!
9ettai unocchiata al mio accompagnatore, ebbi un nuovo soprassalto... .ltri non era che
luomo dalla redingote grigia.
Egli sorrise del mio sbigottimento e continu!, senza permettermi di profferire
verbo8 )Lasci dun%ue, com+ consuetudine nel mondo, che il nostro reciproco vantaggio ci
unisca per un poco, a separarci siamo sempre in tempo. 2uesta strada lungo la montagna,
anche se forse lei non ci ha ancora pensato, + comun%ue lunica che lei possa
ragionavolmente intraprendere" gi, nella valle non pu! certo avventurarsi, e ancor meno
vorr# tornare oltre la montagna, proprio nei luoghi da cui + fuggito... E %uesta +, per
lappunto, anche la mia strada. La vedo gi# impallidire alla vista del sole che sorge. Per il
tempo che saremo compagni, voglio proprio prestarle la sua ombra, e lei, in cambio,
sopporter# la mia vicinanza" lei non ha neanche pi, con s$ il suo Bendel, e io voglio
renderle buoni servigi. Lei non mi ama, e %uesto mi dispiace. &a pu! comun%ue servirsi di
me. Il diavolo non + poi cos- nero come lo si dipinge. Ieri mi ha fatto arrabbiare, %uesto +
vero, ma oggi non voglio tenerle rancore per %uesto, e gi# le ho accorciato il cammino fin
%ui, %uesto deve proprio ammetterlo... &a si riprenda dun%ue solo per una volta la sua
ombra, per prova*.
Il sole era sorto, e sulla strada ci venivano incontro alcune persone" sebbene con
intima riluttanza, accettai la proposta. 'ogghignando, egli fece scivolare a terra la mia
ombra, che immediatamente prese posto sopra lombra del cavallo e si mise a trotterellare
allegramente accanto a me. &i sentivo in uno strano stato danimo. /avalcando passai
accanto a una s%uadra di contadini, i %uali, a capo scoperto, fecero umilmente largo
dinanzi al ricco signore. /ontinuai a cavalcare, guardando dalla groppa del cavallo, con
occhi avidi e col cuore in tumulto, %uellombra al mio fianco, che era stata mia e che orami
ero fatta prestare da un estraneo, anzi, da un nemico.
/ostui mi camminava accanto con noncuranza, e anzi fischiettava una canzone. Lui
a piedi, io a cavallo, mi prese una frenesia, la tentazione era troppo grande, tirai
bruscamente da un lato le briglie, spronai il cavallo, e imboccai di gran carriera un
sentiero laterale" ma non riuscii a portarmi dietro lombra che, alla svolta, scivol! gi, dalla
sella, e si mise ad aspettare sulla strada maestra il suo legittimo proprietario. 6miliato,
dovetti tornare sui miei passi" luomo in redingote grigia non si scompose per nulla e, dopo
aver smesso di fischiare la sua canzone, mi rise in faccia, mi rimise a posto lombra, e mi
ammon- che essa mi sarebbe rimasta attaccata e avrebbe voluto rimanere con me, solo
%uando lavessi nuovamente posseduta a titolo di regolare propriet#. )Io la tengo
saldamente in pugno* continu!, )proprio grazie alla sua ombra, e non mi scapper#. 6n
uomo ricco come lei ha bisogno dellombra, non c+ niente da fare" lei + da biasimare solo
perch$ non se n+ reso conto prima*.
/ontinuai il mio viaggio sulla stessa strada" ritrovavo tutte le comodit# della vita,
e anche il suo splendore" potevo muovermi, libero e leggero, perch$ possedevo di nuovo
unombra, sebbene solo in prestito, e ovun%ue suscitavo il rispetto che + dovuto alla
ricchezza" eppure mi sentivo la morte nel cuore. Il mio straordinario compagno, che si
faceva passare per lindegno servitore delluomo pi, ricco del mondo, era eccezionalmente
servizievole, e oltre misura svelto e intelligente, la vera %uintessenza del domestico di un
ricco signore, ma non lasciava mai il mio fianco e mi tormentava incessantemente con i
suoi discorsi, dimostrando sempre la pi, assoluta certezza che un giorno, fosse anche solo
allo scopo di levarmelo di torno, avrei infine accettato laffare dellombra. &i era ormai
diventato tanto fastidioso %uanto odioso, e per di pi, lo temevo davvero. &i ero reso
dipendente da lui. &i aveva in pugno, dopo avermi riportato nella magnificenza del mondo,
che io invece rifuggivo. Ero costretto a subire la sua elo%uenza, e cominciavo %uasi a
sentire che aveva ragione lui. .l mondo un ricco deve pur avere unombra, e se avessi
voluto mantenere %uella condizione a cui egli aveva fatto s- che io potessi nuovamente
accedere, non cera che una via duscita. 6na cosa per! era davvero per me un punto
fermo" dopo aver sacrificato il mio amore, dopo che la mia vita aveva perduto il suo colore,
non avrei mai ceduto la mia anima a %uel demonio, fosse pure per tutte le ombre del
mondo. &a non sapevo come sarebbe andata a finire.
6n giorno sedevamo davanti a una caverna che gli stranieri, viaggiando per %uella
regione, non mancano di visitare. L# si sentiva risuonare, da smisurate profondit#, il
mugghiare di correnti sotterranee, e il sasso che vi veniva gettato, nella sua rimbombante
caduta, sembrava non trovare mai il fondo su cui arrestarsi. Egli mi andava dipingendo,
come del resto faceva spesso, con unesuberante fantasia e con la luccicante seduzione
delle tinte pi, smaglianti, elaborate immagini di tutto ci! che, grazie ai poteri della mia
borsa, avrei potuto compiere nel mondo, se solo avessi ripreso possesso dellombra. /on i
gomiti puntati sulle ginocchia e il viso nascosto tra le mani, ascoltavo %uellipocrita, con il
cuore diviso tra le sue lusinghe e la mia ferma volont#. Bon potendo pi, resistere a lungo
con un tale contrasto interiore, cominciai la lotta decisiva.
)'ignore, lei sembra dimenticare che io le ho permesso di rimanere in mia
compagnia soltanto a certe condizioni, vale a dire che avrei mantenuto la mia piena
libert#*. )'e lei lo ordina, faccio fagotto*. La minaccia era per lui cosa normale. Io tac%ui.
'i mise subito a riarrotolare la mia ombra. Io impallidii, ma, muto, lasciai che ci!
accadesse. 'egu- un lungo silenzio. Egli prese per primo la parola. )/aro signore, lei
proprio non mi pu! soffrire, mi odia, lo so bene" ma perch$ mi odia( 7 forse perch$,
%uando mi ha incontrato sulla pubblica via, ha cercato di aggredirmi per rubarmi il nido
magico( @ magari perch$ ha tentato, come un ladro, di sottrarmi una mia propriet#,
lombra, che lei credeva invece affidata soltanto alla sua onest#( 0a parte mia, non gliene
voglio per %uesto" trovo invece del tutto naturale che lei intenda far valere tutti i suoi
vantaggi, con lastuzia e la violenza" sul fatto, poi, che lei possieda i pi, severi principi,
che la pensi come lonest# in persona, + uninclinazione contro la %uale non ho davvero
niente da ridire... 'olo che, effettivamente, il mio modo di pensare non + cos- rigido"
semplicemente, io agisco, cos- come lei pensa. Le ho forse mai puntato un coltello alla gola
allo scopo di impadronirmi della sua preziosissima anima, di cui un giorno mi + venuta
voglia( Le ho mai sguinzagliato dietro un servo, per via di una borsa che avevo scambiato
con lei( Co mai cercato di sopraffarla(* Bon avevo nulla da controbattere" egli continu!8
)Benissimo, signore, benissimo! Lei non mi pu! soffrire" anche %uesto lo posso ben
comprendere, e non glielo voglio pi, rimproverare. 0obbiamo separarci, %uesto + chiaro, e
anche lei comincia davvero a venirmi a noia. &a per potersi sottrarre completamente alla
mia ulteriore, umiliante presenza, le consiglio ancora una volta" mi compri %uella cosa*. Io
gli tesi la borsa8 ). %uesto prezzo*. )Bo!*. 'ospirai profondamentee presi di nuovo la
parola8 )E dun%ue, signore, insisto perch$ ci separiamo, e non mi sbarri pi, il passo in un
mondo che spero sia abbastanza grande per tutti e due*. Egli replic! ridacchiando8 )&e ne
vado, signor mio, ma prima voglio insegnarle il modo per chiamarmi, %ualora dovesse
sentire nostalgia del suo umilissimo servo8 deve semplicemente scuotere la borsa, in modo
da far tintinnare loro perpetuo che contiene, e il suo suono mi far# arrivare allistante.
/iascuno, a %uesto mondo, fa i propri interessi" ma vede bene che io mi preoccupo anche
dei suoi, e le offro ci! che, visibilmente, + un nuovo potere. @h, %uesta borsa! E anche se le
tignole avessero gi# divorato la sua ombra, essa resterebbe comun%ue un saldo legame tra
noi. Basta, lei mi tiene in bal-a con il mio oro, disponga pure, anche a distanza, del suo
servo" del resto, lei sa bene che con i miei amici so dimostrarmi abbastanza servizievole, e
che specialmente i ricchi stanno particolarmente bene con me" %uesto lha visto da s$. 'olo
la sua ombra, caro signore, che sia detto una volta per tutte, non lavr# mai pi,, se non a
ununica condizione*.
&i tornarono alla mente personaggi dei vecchi tempi. 9li chiesi allora
allimprovviso8 )0al signor 5ohn ha ottenuto una firma(* Egli sogghign!8 )/on un cos-
buon amico non era proprio necessario*. )0ov+( Per 0io, voglio saperlo!*. Esitante, infil!
la mano in tasca, e da l-, tirata per i capelli, apparve la figura e sangue e deformata di
Thomas 5ohn, mentre lelabbra blu del cadavere si muovevano, pronunciando %ueste
terribili parole8 )Justo ,udicio -ei ,udicatus sum. Justo ,udicio -ei condemnatus sum*.
Inorridito, gettai di colpo la borsa tintinnante nel baratro, e gli dissi %ueste ultime parole8
)@ maligno! /os- io ti scongiuro in nome di 0io, allontanati da %ui, e non comparire mai
pi, alla mia vista!*. Egli si alz! torvo, svanendo allistante dietro i massi rocciosi che
delimitavano %uel luogo selvaggio e incolto.
I$
Destai seduto l-, senza ombra n$ denaro. &a dal cuore mi si era tolto un grande
peso, e mi sentivo sereno. 'e non avessi perduto anche il mio amore, e se mi fossi sentito
privo di rimorsi per %uella perdita, io credo che avrei potuto essere felice. &a ora non
sapevo proprio cosa fare. /ercai accuratamente nelle mie tasche, e vi trovai ancora alcune
monete doro" le contai e scoppiai a ridere. .vevo lasciato i miei cavalli gi, alla locanda,
ma mi vergognavo di tornarvi, avrei dovuto almeno attendere il tramonto" il sole per! era
ancora alto nel cielo. &i sdraiai allombra dellalbero pi, vicino, e tran%uillamente mi
addormentai. In un bel sogno, leggiadre immagini mi si intrecciarono davanti in una danza
aerea. &ina, con una corona di fiori tra i capelli, mi fluttuava attorno e mi sorrideva
benevolmente. .nche il buon Bendel aveva fiori tra i capelli, e mi pass! accanto
salutandomi con amicizia. E poi vidi molti altri ancora e, cos- almeno mi pare, anche te,
/hamisso, tra il lontano tumulto" risplendeva una chiara luce, ma nessuno aveva lombra
e, ci! che + pi, strano, non faceva assolutamente un brutto effetto... 3iori e canti, amore e
serenit# tra i palmizi... Bon potevo trattenere n$ interpretare %uelle mobili, care figure
%uasi evanescenti" ma so che fui felice di %uesto sogno, e che non volevo svegliarmi"
%uando mi svegliai davvero, tenni gli occhi chiusi per trattenere ancora un po nellanimo
%uelle fuggevoli apparizioni.
Infine aprii gli occhi, il sole era ancora in cielo, ma a oriente" avevo dormito tutta
la notte. Lo presi come il segnale che non dovevo pi, fare ritorno alla locanda. 'enza
rimpianti diedi per perso ci! che ancora vi possedevo, e decisi di incamminarmi per una
strada secondaria che attraversava la fitta boscaglia ai piedi della montagna, lasciando che
il destino compisse ci! che aveva in serbo per me. Bon mi guardai indietro, e non pensai
neppure, come avrei invece certo potuto fare, di rivolgermi a Bendel, che avevo lasciato
ricco. &i vedevo nei panni del nuovo personaggio che avrei rappresentato nel mondo" il
mio abito era senza pretese. Indossavo una nera 1urt1a, che portavo gi# a Berlino e che,
non so come, mi era ritornata tra le mani in %uesto viaggio. @ltre a essa, indossavo un
berretto da viaggio e un paio di vecchi stivali ai piedi. &i alzai, mi tagliai in %uel luogo
stesso un bastone nodoso per ricordo, e iniziai subito la mia vita di viandante.
Bel bosco incontrai un vecchio contadino, il %uale mi salut! amichevolmente, e con
cui mi fermai a parlare. /ome un viaggiatore desideroso di sapere, mi informai presso di
lui prima di tutto della strada, %uindi della regione e dei suoi abitanti, dei prodotti della
montagna e daltro ancora. Egli rispose assennato e lo%uace alle mie domande.
9iungemmo cos- al letto di un torrente di montagna, che aveva esteso ad unampia striscia
di bosco la sua opera di distruzione. 0entro di me rabbrividii nel vedere %uello spiazzo
soleggiato" lasciai che il contadino mi precedesse. &a costui si arrest! proprio nel bel
mezzo di %uel luogo pericoloso e si rivolse verso di me, per raccontarmi la storia
dellinondazione. /os- not! immediatamente ci! che mi mancava e si interruppe di botto a
mezzo del discorso8 )&a come avviene dun%ue che il signore non ha ombra!*. )Purtroppo,
purtroppo!* replicai io, sospirando, )durante una lunga e grave malattia ho perduto i
capelli, le unghie e lombra. 4edete, buon uomo, alla mia et#, i capelli, che mi sono
ricresciuti, sono tutti bianchi, le unghie sono cortissime, e lombra proprio non mi vuol
tornare*. ).hi, ahi* disse il vecchio, scuotendo il capo, )senzombra... + un brutto affare!
7 stata davvero una brutta malattia, %uella che ha avuto il signore*. &a non riprese pi, il
suo racconto, e al primo crocicchio si separ! da me senza dire una parola. .mare lacrime
scorsero di nuovo sulle mie guance, la mia serenit# era scomparsa.
/ol cuore rattristato ripresi il cammino, e non cercai pi, la compagnia di nessuno.
&i tenni nel pi, profondo del bosco, e a volte, per poter attraversare una parte in cui
splendeva il sole, dovevo attendere ore intere, perch$ nessun occhio umano mi impedisse il
passaggio. . sera, cercavo di trovare alloggio nei paesi. &i dirigevo in realt# verso una
miniera in montagna, dove avevo pensato di trovare lavoro sottoterra" infatti, anche senza
contare il fatto che la mia attuale condizione mi imponeva di provvedere da me stesso al
mio mantenimento, mi ero reso ben conto che solo un lavoro faticoso avrebbe potuto
proteggermi dai miei pensieri devastanti.
6n paio di giorni di pioggia mi fecero procedere speditamente nel cammino, ma a
danno dei miei stivali, le cui suole erano state calcolate per il conte Peter e non per un
viandante. /ontinuai a piedi nudi. &a dovevo comprarmi un paio di stivali nuovi. La
mattina dopo mi occupai con grande seriet# della cosa in un borgo dove cera la fiera e
dove trovai una bottega che vendeva stivali vecchi e nuovi. 'celsi e mercanteggiai a lungo.
0ovetti per! rinunciare a un paio nuovo, che ben volentieri mi sarei comprato" infatti il suo
alto prezzo mi spavent!. &i accontentai dun%ue di un paio di stivali usati, anche se ancora
buoni e robusti, che il biondo e ricciuto ragazzo di bottega mi consegn! contro denaro
contante, augurandomi buona fortuna per il viaggio. Li infilai allistante, e lasciai %uel
luogo per la porta a nord.
Ero cos- profondamente assorto nei miei pensieri che guardavo appena dove
mettevo i piedi" pensavo infatti alla miniera, dove intendevo arrivare la sera, e dove non
sapevo proprio come dovessi presentarmi. Bon avevo fatto ancora duecento passi, %uando
mi resi conto che avevo smarrito la strada" allora mi guardai intorno, e mi trovai in una
cupa, antichissima foresta di abeti, sui %uali sembrava non essersi mai posata la scure. &i
spinsi ancora avanti di alcuni passi, e mi vidi in mezzo a rocce deserte, ricoperte solo di
muschio e sassifraghe, tra cui si estendevano campi di neve e ghiaccio. Laria era tersa e
freddissima" mi guardai attorno, il bosco era scomparso alle mie spalle. 3eci ancora alcuni
passi... Intorno a me regnava un silenzio di morte, a perdita docchio si stendeva il
ghiaccio, sul %uale ora mi trovavo, in mezzo a una fittissima nebbia" un sole rosso sangue
stava al limite dellorizzonte. Il freddo era insopportabile. Bon sapevo cosa mi fosse
accaduto, ma il gelo che mi intirizziva mi costrinse ad affrettare il passo" udivo solo un
lontano scrosciare dac%ua, un passo, e fui sulla riva gelata di un oceano. 0avanti a me
innumerevoli frotte di foche si gettarono in ac%ua mugghiando. 'eguii la sponda, vidi altre
nude rocce, e poi pianura, boschi di betulle e di abeti. /orsi ancora %ualche minuto dritto
in avanti. 3aceva un caldo soffocante, mi guardai intorno, mi trovavo tra campi di riso ben
coltivati e filari di gelso. &i sedetti alla loro ombra, guardai lorologio, non era ancora
passato un %uarto dora da %uando avevo lasciato la fiera... /redevo di sognare, mi morsi
la lingua per svegliarmi" ma ero sveglio. /hiusi gli occhi per raccogliere i pensieri. .llora
udii vicino a me pronunciare strane sillabe nasali" detti unocchiata" due cinesi,
inconfondibili per la forma del viso, anche se non avessi voluto prestar fede al loro
abbigliamento, mi si rivolgevano nella loro lingua per salutarmi secondo il costume del
paese" io mi alzai e feci due passi indietro. Bon li vidi pi,, e il paesaggio era
completamente mutato8 al posto dei campi di riso, alberi e boschi. @sservai gli alberi e le
erbe che mi crescevano intorno" %uelle che conoscevo erano piante dell.sia sudorientale"
volli avvicinarmi a un certo albero... 6n passo, e tutto era di nuovo cambiato. /ome una
recluta durante unesercitazione, cominciai allora ad avanzare lentamente, cauto. 0avanti
al mio sguardo sbalordito si susseguivano paesi, pianure, campi, montagne, steppe,
deserti, con scenari meravigliosamente mutevoli. Bon vera alcun dubbio, avevo ai piedi gli
stivali delle sette leghe.
$
/addi in ginocchio in muto raccoglimento, versando lacrime di gratitudine perch$
il futuro si prospettava dun tratto chiaro allanimo mio. Escluso dallumana societ# per
una colpa giovanile, venivo ora in cambio trasportato verso la natura, che sempre avevo
amato" mi veniva data la terra %uale ricco giardino, lo studio come indirizzo e forza della
mia vita, e %uale suo scopo la scienza. Bon era una decisione %uella che prendevo. &a da
allora ho soltanto cercato di rappresentare, con fedelt#, con %uieta, severa e incessante
diligenza ci! che, chiaro e perfetto nella sua forma originaria, si presentava alla mia vista
interiore, e la mia soddisfazione personale + dipesa da allora dalla coincidenza di ci! che
riuscivo a rappresentare con tale forma originaria.
Balzai in piedi per prendere possesso, senza esitazione e con un rapido sguardo,
del campo in cui volevo in futuro mietere il mio raccolto. &i trovavo sugli altipiani del
Tibet e il sole, che avevo visto sorgere poche ore prima, %ui volgeva gi# verso il tramonto"
attraversai l.sia da oriente a occidente, raggiungendolo nel suo corso, e fui in .frica. La
girai tutta colmo di curiosit#, percorrendola ripetutamente in ogni direzione. &entre, in
Egitto, guardavo estasiato le piramidi e i templi, scorsi nel deserto, poco lontano da Tebe
dalle cento torri, le caverne in cui erano vissuti un tempo gli eremiti cristiani.
.llimprovviso mi fu chiaro e certo" %ui + la tua casa. Per i miei futuri soggiorni ne scelsi
una delle pi, nascoste, ma nel contempo spaziosa e tran%uilla, nonch$ inaccessibile agli
sciacalli, e proseguii.
Passando attraverso le colonne dErcole entrai in Europa, e dopo averne scrutate
le province meridionali e settentrionali, passai dall.sia del nord sopra i ghiacci del Polo in
9roenlandia e in .merica, attraversai le due parti di %uesto continente, e linverno, che
gi# regnava al sud, mi spinse rapidamente indietro da /apo Corn verso nord. Indugiai
finch$ non si fece giorno nell.sia orientale, e ripresi la mia peregrinazione solo dopo
essermi concesso un po di riposo. .ttraverso le due .meriche seguii la catena montuosa
che comprende le vette pi, elevate della sfera terrestre. Passai lentamente e con grande
attenzione di cima in cima, ora su incandescenti vulcani, ora su picchi innevati, a volte
respirando a fatica, raggiunsi il monte Elia e saltai sopra lo stretto di Bering fino in .sia.
'eguii allora la sua costa occidentale in tutte le sue molteplici insenature, e verificai con
particolare attenzione %uali delle isole che vi si trovavano di fronte mi fossero accessibili.
0alla penisola di &alacca, i miei stivali mi trasportarono a 'umatra, 9iava, Bali e
Lamboc, tentai, a volte anche con pericolo e tuttavia sempre invano, di aprirmi una strada
a nordovest, attraverso le rocce e le piccole isole di cui %uel mare + costellato, in direzione
del Borneo e di altre isole di %uellarcipelago. &a dovetti abbandonare %uesta speranza.
Infine mi sedetti sulla punta pi, estrema di Lamboc e, col viso rivolto a sud e a oriente,
piansi come dietro le sbarre murate del mio carcere, per aver trovato comun%ue cos- presto
il mio limite. La Buova @landa, cos- straordinaria ed essenziale per la comprensione della
terra e della sua veste intessuta di sole, come pure del mondo animale e vegetale, e il mare
del sud, con le sue isole di zoofiti, mi erano vietati, e cos-, fin dal principio, tutto ci! che
intendevo raccogliere e costruire era destinato a restare puro e semplice frammento. @h,
mio .delbert, a tanto poco servono le fatiche umane!
&olte volte, nel cuore del rigido inverno dellemisfero meridionale, ho tentato di
compiere da /apo Corn %uei duecento passi che mi separavano dalla Terra van 0iemen e
dalla Buova @landa, senza curarmi neppure del ritorno, e anche a costo che %uella terra
malvagia mi si richiudesse sopra come il coperchio della mia bara, e ho provato a lasciarmi
dietro i ghiacci polari andando verso occidente, muovendo con folle rischio passi disperati
sui ghiacci galleggianti, sfidando caparbiamente il gelo e il mare. Invano. .ncora infatti
non sono stato nella Buova @landa" ogni volta tornavo a Lamboc e mi sedevo sulla sua
punta estrema, piangendo nuovamente, con il viso rivolto a sud e a oriente, come dietro le
sbarre murate del mio carcere. &i strappai infine da %uesto luogo, penetrando di nuovo,
con il cuore rattristato, nellinterno dell.sia" la percorsi tutta, inseguendo a occidente il
sorgere del sole, e giungendo ancora, nella notte, nella Tebaide, nella dimora che mi ero
prescelta nelle ore pomeridiane del giorno precedente.
Bon appena mi fui un poco riposato e sullEuropa fu giorno, la mia prima
preoccupazione fu %uella di procurarmi tutto ci! che mi occorreva. E, per primissima cosa,
un paio di scarpe capaci di frenarmi, poich$ avevo sperimentato %uanto fosse scomodo non
poter in altro modo accorciare il proprio passo, allo scopo di osservare accuratamente
oggetti vicini, se non sfilandosi %uegli stivali. 6n paio di pantofole, infilate sopra gli stivali
stessi, si rivelarono capaci di sortire leffetto che mi ripromettevo, e in seguito ne portai
sempre con me due paia, perch$ spesso mi capitava di gettarle via dai piedi, senza poi
avere il tempo di raccoglierle, specialmente %uando venivo spaventato da leoni, uomini o
iene, mentre me ne andavo in giro a erborizzare. Il mio eccellente orologio era un ottimo
cronometro per la breve durata delle mie marce. Inoltre avevo bisogno di un sestante, di
alcuni strumenti di fisica e di libri.
Per procurarmi tutto ci! feci parecchi viaggi a Londra e a Parigi, che non
mancarono di impensierirmi, anche se a %uellepoca %ueste citt# erano per mia fortuna
coperte di nebbia. 2uando ebbi esaurito tutto ci! che mi restava del mio oro fatato, fu
facile per me trovare e portarmi dietro, a titolo di pagamento, dellavorio africano, e a tale
scopo dovevo scegliere le zanne pi, piccole, per non sovraccaricare le mie forze. Ben
presto fui fornito e provvisto di tutto, e iniziai subito la mia nuova vita di studioso in
ritiro.
Peregrinai cos- per tutta la terra, misurando ora le altitudini, ora la temperatura
delle sue sorgenti e dellaria, ora osservando gli animali, ora infine studiando le piante"
spaziavo dallE%uatore al Polo, dal vecchio al nuovo mondo, comparando le esperienze tra
loro. Le uova degli struzzi africani o degli uccelli dei mari del nord insieme ai frutti, in
specie %uelli delle palme tropicali e dei banani, erano il mio nutrimento pi, comune. /ome
surrogato della felicit# che mi mancava avevo la nicotina, e al posto della compagnia e dei
legami umani avevo lamore di un cagnolino, che faceva la guardia alla mia grotta nella
Tebaide e che, %uando io vi tornavo, sempre carico di nuovi tesori, mi saltava in braccio
felice, e mi faceva ancora provare sentimenti umani, dimostrandomi che sulla terra non
ero solo. &a unaltra avventura doveva portarmi di nuovo in mezzo agli uomini.
$I
6n giorno, frenati i miei stivali, stavo raccogliendo alghe e licheni sulle coste della
'candinavia, %uando dimprovviso, uscendo da dietro una roccia, mi si fece davanti un
orso polare. 0opo aver scagliato via le pantofole, volli raggiungere unisola situata l- di
fronte, verso la %uale mi offriva un passaggio un nudo scoglio che emergeva in mezzo alle
onde. Poggiai saldamente un piede sulla roccia, ma precipitai in mare dallaltra parte,
perch$, senza che me ne accorgessi, allaltro piede era rimasta attaccata la pantofola. Il
grande freddo mi intirizz-,e solo a stento salvai la vita da %uellenorme pericolo" non
appena raggiunsi la terraferma, corsi pi, forte che potei verso il deserto libico, per
asciugarmi l# al sole. .vendo per! esposto troppo la testa ai suoi raggi cocenti, feci
ritorno barcollando, sentendomi ormai molto male, verso nord. .ttraverso spostamenti
convulsi cercai di procurarmi sollievo, e presi dun%ue a correre, con passi insicuri ma
veloci, da ovest a est, e da est a ovest, venendo a trovarmi ora nel giorno ora nella notte,
ora in estate ora nel gelo dellinverno.
Bon so %uanto a lungo io abbia brancolato in %uesto modo per tutta la terra. 6na
febbre rovente mi bruciava nelle vene, con grande terrore sentivo che perdevo il senno. &a
la sfortuna volle ancora che io, in %uella mia corsa tanto sconsiderata, inciampassi in
%ualcuno. 0evo avergli fatto molto male" io stesso ricevetti un forte colpo, e caddi a terra.
2uando ripresi conoscenza, mi trovai comodamente adagiato in un buon letto, che
si trovava tra molti altri letti in un salone ampio e bello. .l mio capezzale sedeva
%ualcuno" altre persone attraversavano la sala, andando da un letto allaltro. 4ennero
anche davanti al mio, e si misero a parlare davanti a me. Per! mi chiamavano )umero
-odici, e sulla parete ai miei piedi, sopra una lapide di marmo nero, stava scritto, in modo
corretto, senza errori e a caratteri doro - senzombra di dubbio, non mi sbagliavo di certo,
potevo leggerlo chiaramente - il mio nome
PETED '/CLE&ICL
'ulla lapide, sotto il mio nome, stavano scritte ancora due righe di lettere, ma io
ero troppo debole per metterle insieme, e chiusi di nuovo gli occhi.
6dii allora leggere chiaramente e ad alta voce %ualcosa, in cui si nominava Peter
'chlemihl, ma non potei coglierne il senso" vidi invece comparire accanto al mio letto un
uomo dal volto amichevole e una bellissima donna in abito nero. 2uelle figure non mi
erano estranee, eppure non riuscivo a riconoscerle.
Pass! del tempo, ed io ripresi le forze. 4enivo chiamato sempre )umero -odici, e
il )umero -odici, a causa della sua lunga barba, veniva ritenuto un ebreo, anche se non
per %uesto lo si curava meno degli altri. Il fatto che non avesse ombra sembrava non
essere stato notato da nessuno. I miei stivali, insieme a tutto il resto che era stato trovato
su di me %uando mi avevano trasportato l-, si trovavano ben custoditi, come mi venne
assicurato, e mi sarebbero stati restituiti dopo la mia guarigione. Il luogo nel %uale
giacevo malato si chiamava '/CLE&ICLI6&" e ci! che giornalmente veniva letto di
Peter 'chlemihl era unesortazione a pregare per lui, %uale donatore e benefattore di
%uella fondazione. Luomo gentile che avevo visto accanto al mio letto era Bendel, la bella
signora era &ina.
Bello Schlemihlium guarii, senza che nessuno mi riconoscesse, e inoltre venni a
sapere che mi trovavo nella citt# natale di Bendel, nella %uale egli, con il resto del mio oro,
il solo non maledetto, aveva fondato e intitolato a mio nome %uellospizio, in cui gli infelici
mi benedicevano, e del %uale egli stesso aveva assunto la direzione. &ina era vedova" un
processo penale finito male era costato al signor Dascal la vita e a lei la maggior parte del
patrimonio. I suoi genitori non cerano pi,. Ella viveva come una vedova timorata di 0io,
compiendo opere di carit#.
6n giorno, ai piedi del letto Bumero 0odici, ella si ferm! a parlare con il signor
Bendel8 )Perch$, nobile signora, vuole esporsi tanto spesso allaria infetta che regna %ui
dentro( La sorte + stata dun%ue tanto spietata con lei, da farle desiderare la morte(* )Bo,
signor Bendel. 0opo aver sognato tanto a lungo il mio bel sogno, ed essermi risvegliata
con piena coscienza di me stessa, sto bene" da allora, non desidero n$ temo pi, la morte.
0a allora penso con serenit# al passato e al futuro. E lei, non + forse con la pi, %uieta
gioia interiore che oggi serve, in modo tanto devoto, il suo signore e amico(* )9razie a
0io, s-, nobile signora. /erto, ci sono accadute cose assai straordinarie" dal calice colmo
abbiamo bevuto senza accorgercene tutto il bene e tutto il male. @ra esso + vuoto" si
vorrebbe %uasi pensare che %uella sia stata solo una prova e che, provvisti di una saggia
esperienza, dobbiamo attendere il vero principio. &a un altro + ormai il vero principio, e
non si vuole pi, ricominciare il vecchio gioco della vita, anche se, nellinsieme, si + felici di
averla vissuta cos- com+ stata. E poi nutro in me la fiducia che al nostro vecchio amico le
cose vadano oggi meglio di allora*. ).nchio* replic! la bella vedova, e si allontanarono
entrambi da me. 2uesto collo%uio aveva lasciato in me unimpressione profonda" ma nel
mio animo dubitavo se dovessi farmi riconoscere oppure andarmene da l- in incognito.
Infine decisi. &i feci portare carta e matita, e scrissi %ueste parole8
).l vostro vecchio amico le cose vanno oggi meglio che nel passato e, se espia, e
spia riconciliato*.
/hiesi poi di potermi vestire, perch$ mi sentivo pi, forte. 4enne portata la chiave
del piccolo stipo che stava accanto al mio letto. 4i trovai dentro tutto ci! che mi
apparteneva. Indossai i miei abiti, sopra la mia nera 1urt1a misi a tracolla la borsa da
botanico, nella %uale ritrovai con gioia i miei licheni del nord, infilai gli stivali, posai sul
letto il foglio che avevo scritto e, appena aperta la porta, ero gi# lontano sulla via che
portava alla Tebaide. Lungo la costa siriaca, ripercorrendo il cammino sul %uale lultima
volta mi ero allontanato da casa, vidi venirmi incontro il mio povero 3igaro. 2uel cane
eccezionale, che doveva aver aspettato a lungo a casa il suo padrone, mostrava di voler
seguire le sue orme. Io mi fermai e lo chiamai. &i salt! addosso abbaiando, con mille
commoventi manifestazioni della sua innocente, irrefrenabile gioia. Lo presi sotto il
braccio, perch$ non avrebbe certo potuto seguirmi, e lo riportai con me a casa.
2ui ritrovai tutto nellantico ordine e, via via che riac%uistavo le forze, tornavo alle
mie occupazioni di un tempo e al mio vecchio modo di vita" solo che, per un anno intero, mi
tenni lontano dal freddo polare, divenutomi ormai intollerabile.
Ed + cos-, mio caro /hamisso, che vivo ancor oggi. I miei stivali non si consumano,
come da principio mi aveva fatto temere leruditissima opera del celebre Tiec1ius -e rebus
gestis Pollicilli. La loro forza + inalterata, mentre si infiacchisce la mia" e tuttavia ho la
consolazione di averla consumata per lo scopo che mi ero prefissato, e non
infruttuosamente. 3in dove mi hanno condotto i miei stivali, ho imparato a conoscere la
terra meglio di %ualsiasi altro uomo prima di me8 la sua configurazione, le sue altitudini, la
sua temperatura, le variazioni della sua atmosfera, le manifestazioni della sua forza
magnetica, la vita su di essa, in specie %uella del regno vegetale. Co esposto %uesti fatti in
molte opere, con la massima precisione possibile e con grande chiarezza" in alcune
dissertazioni ho registrato, pur senza particolari, le mie opinioni e deduzioni. Co
determinato la geografia dellinterno dell.frica e delle terre del Polo Bord, dellinterno
dell.sia e delle sue coste orientali. La mia Historia stir%ium %lantarum utrius'ue orbis
si pu! considerare come un grande frammento della &lora universalis terrae e come parte
del mio S/stema naturae. /redo di avere non solo accresciuto di oltre un terzo il numero
delle specie conosciute, ma di aver fatto %ualcosa anche per il sistema naturale e per la
geografia delle piante. @ra sto lavorando assiduamente alla mia &auna. 3ar! in modo che,
prima della mia morte, i miei manoscritti vengano consegnati all6niversit# di Berlino.
E ho scelto te, caro /hamisso, come depositario della mia storia straordinaria, in
modo tale che forse, %uando io sar! scomparso dalla terra, essa possa fornire utili
insegnamenti ad alcuni dei suoi abitanti.
&a tu, amico mio, se vuoi vivere tra gli uomini, impara a rispettare prima la tua
ombra, e dopo il denaro. 'e per! vuoi vivere solo, e per la parte migliore di te stesso, oh,
allora, davvero non hai bisogno di alcun consiglio.
3IBE
A Adel%ert &on Chamisso
Ed or si batton francesi e tedeschi,
infiammati di eroico furore,
la mano vola alla valente spada,
infuria la battaglia in alte fiamme.
&a noi cincontriam su pi, elevato campo,
da pura fiamma ormai purificati,
salute a te, fido, devoto amico mio,
e a ci! che sempre %ui ci tiene uniti!
:;<;H>
3ou%u$
ALTRI SCRITTI S'L (DOPPIO) E S'L (MALE)
A'ST* 'N TENTATI#O
:;<IH>
&a a che serve dun%ue
la follia del saggio(
'ha1espeare di 'chlegel, ome vi %iace, III, ;
3.6'T, il '6@ 'PIDIT@ B6@B@ e %uello /.TTI4@,
due 4@/I
*o studio di &aust, illuminato da un+unica lam%ada0
3.6'T 0i giovinezza son trascorsi gli anni
brevi, trascorsi %uelli della forte
virilit#, 3aust! 9i# sinclina il sole
della tua vita! Cai tu vissuto( 2ui,
straniero al mondo, trasognato passasti
le lente ore, cercando con affanno
la verit#" e in %uellimpari lotta
folle! hai giocato forze di pigmeo!
Tu, che nel fuoco di giovent, selvaggio
ti beasti, oblioso del futuro,
di te stesso, delluniverso immenso
che intorno a te si volve, solo il piacere
conosci, solo esso conoscer vuoi"
tu fortunato al presente diletto,
te %ual saggio, tanto sei fortunato,
lodar pur devo. - 'aggio( - e anche 3olle( -
Bomi insensati" esistono nel mondo
solo malati, non conosco folli.
6na scintilla mi brill! nel petto
:la straniera mano ve la pos!>,
che doveva avvampare ed accendere
in me per sempre sete inestinguibile" -
dal /reatore esigo tutti i debiti,
noi dobbiamo voler, s-, lo dobbiamo!
&a che dico dobbiam( Liberi dun%ue
noi %ui non siam( .nzi, il volere + solo
come pietra che cade nellabisso
e di volerlo fino in fondo crede.
/he sei dun%ue tu, uomo( .cchiappatutto
avido, che una corte temeraria
fai alluniverso e cieco, nella notte,
votato a errare in tenebra duplice,
eterna, nulla puoi riconoscere,
un dilemma per te sempre irrisolto"
per leggi eterne creator del tuo mondo,
ma tu stesso dal tuo mondo creato,
cosa sei tu, grande, vano mortale(
6n dio in catene, oppur soltanto polvere(
/os+ mai il mondo del pensier, che mai
il mondo del senso( &a il tempo, il luogo,
gli acchiappatutto e le lor creazioni,
che hanno fatto di essi ci! che sono(
/os+, al di l# di loro, linfinito(
/osa il divino, un primo, mai compreso
anel della catena che trascina,
non trascinato tutti gli altri anelli( -
Per me tutto + follia, solo apparenza.
Linterna luce getta l#, di fuori,
nella distesa notte le sue immagini,
vuoto riflesso che sorge dallIo,
e cos- nasce il mondo, che io conosco.
Ca cos- ordinato forse il caso,
il grande artefice chiamato 0io.
E se l#, fuor del pensiero, son spirto,
corpo, divinit# - come potr!
afferrarle entro me( - invano invano!
Tra loro e me si frappongono sempre
dei sensi il falso, di ragion la legge.
Il loro enigma eterno, come vipera
spaventevole, orrenda, che per s$
sempre vi genera e insieme consuma
e a me consuma il cuore in %uesto gioco
di cerchi orrendo che tra lor si divorano
e senza fin si generan. Bon posso
non posso allontanarvi n$ schiacciarvi,
voi che incessantemente imperversate
nella turbata in%uieta anima mia.
9uai a colui che incitate a vera lotta!
timorosa si fa fin nel profondo
del pensator la fronte" + certo il dubbio
il premio tanto ad aversi difficile.
Bo! il morso serpentino del dubbio
rodere lentamente il mio cuore malato
non pi, dovr#, non dovr# il suo veleno
suscitare il dolor delle ferite.
&a sano e audace, nello splendor del vero,
voglio toccar la meta tra le stelle
lontana s-, che, in una lotta vana,
mai raggiunsi, giammai coglier potei.
1ira "uori un rotolo "atato, lo a%re sul tavolo,
%osando la mano sulla scrittura magica2
'ogni non son %uelli che %ui hai mostrato8
cos-, o veggente, io seguo le tue orme
di gigante" cos- prendo a marciare
sulla tua via, cos- non ho paura.
E se, al possente ordine tuo ubbidendo,
al tuo servizio si levaron spiriti
dal cupo del lor regno, anche per me
il mondo degli spirti saprir#
&aestre mie son le potenze oscure.
Su%%lica degli s%iriti0
@ voi, che in spaventevole ed oscuro
velo avvolti, lanima mia tenete
circondata, su, spiriti, ubbidite,
alla volont# ferma che vi chiama.
'PIDIT@ /.TTI4@ voce a sinistra
4olont# vera e ferma sia ubbidita.
Tu figlio della polvere, sfuggito
audacemente ad essa, a noi sim-le,
oh!, manifesta il desiderio tuo.
'PIDIT@ B6@B@ voce a destra
3aust! 3aust!
3.6'T .h! tu vattene via, non tho chiamato!
Io scuotermi di dosso voglio il giogo
della tua schiavit,, vattene via!
Bon tu, impotente, puoi placar la sete
viva delluomo che possente anela
a sovrastare londa tempestosa.
&intralci il volo, alzati via da %ui!
/on viril forza, senza indugio alcuno,
volare voglio. &allontano da te,
seguo la strada di costui, perseguo
col sapere, verit# e conoscenza.
spirito cattivo Parole dalti sensi, pi, che umani,
tu parli. E se con umana fermezza
mhai evocato, adesso prometti e giura
un prezzo darmene - lanima tua"
I tesori del vero taprir!"
conoscerai %uel che luomo pu! far.
'PIDIT@ B6@B@ 3aust! 3aust!
.lluomo giusto il padre
promise e garant-
da tutti i dolci frutti
gustar del suo giardino"
alluomo giusto il padre
precluse e proib-
uno solo tra i frutti.
/on astute lusinghe, si erse il serpente"
'imili a dei sarete, se il frutto
gustar saprete, %uel frutto magnifico,
che, duro, il padre vi vieta di cogliere,
ahim+, non padre, ma -nvido tiranno!
3aust! 3aust!
.lluomo ancor bambino
i gaudi della vita
tutti sbocciano insieme.
0ove odorose spuntano
per lui le rose e i frutti
fanno cenno, egli indugia.
/on un alato passo,
leggero sulle spine,
egli corre e si libra,
gli mette accanto il padre
due benevole amiche,
la fede, la speranza,
fedeli oltre la sorte.
3aust! 3aust!
Per riscattare linfinito
il padre ti di$ lo spirito,
per adorare intensamente, il cuore8
e osi tu, gareggiando con il padre,
mentre i raggi dolci tilluminano
dellamor suo, reclamare %uel frutto,
%uel frutto della morte. @rs,, disdegna,
della vita felicit# e corone
disdegna" combatti per raggiungere
della divinit# locculto fine"
colpevol capo alta vendetta schiaccia.
3.6'T Per straordinarie pene mi cre!
un 0io dodio, che gode del dolore(
'PIDIT@ B6@B@ 3ior- gioia i sentier della tua vita.
3.6'T 3elicit# + per me sol conoscenza.
'PIDIT@ B6@B@ La speranza + il fiore delluom paziente,
+ bello e giusto imparar la rinuncia.
3.6'T Essa appassisce in sofferente petto.
'PIDIT@ B6@B@ 0i virt, ghirlanda le chiome c-ngati.
3.6'T Essa dal dubbio sar# lacerata.
'PIDIT@ B6@B@ Tu vuoi, tu vuoi" le gioie cos- ppassiscono.
3.6'T E, non libero, scelgo il mio dolore.
'PIDIT@ B6@B@ 3aust, nella fede agisci, in %uella fede che
libero tu senti dentro te.
3.6'T Bo! Bo! libero non sono, n$ esser voglio.
'PIDIT@ B6@B@ 0ura pena allor lempio colpisca.
3.6'T La dura pena al creator la rendo,
che troppo mha innalzato e troppo oppresso,
che un vivo spirto ostilmente mi di+.
'PIDIT@ B6@B@ E per domarlo ti di+ volont#
/olpevol capo alta vendetta schiaccia.
3.6'T Tu, della prima vendetta terribile
spirito, che punisci in modo orrendo
non commessi peccati, solamente
nel cuore pensati, e che fai sibilare
le serpi spaventose dellinferno
intorno a me angosciato, ma non scuoti
la sincera diritta volont#,
io ti sbugiarder!" no, non son libero"
inesorabile fato mattende
e inarrestabile via mi trascina,
ferrea mi colpisce la sorte orrenda.
'PIDIT@ /.TTI4@ a mezza voce
'illude il falso del tuo spirto buono.
3.6'T Bon illuderti del mio spirto buono,
vattene via, mallontano da te,
seguo la strada di costui, perseguo
col sapere, verit# e conoscenza.
'PIDIT@ /.TTI4@ @rs,! con giuramento ora prometti
a me il premio che mi + dovuto, 3aust"
i tesori del vero taprir!"
conoscerai %uel che luomo pu! far.
0a te spezza il bastone che hai sullanima.
3l bastone del giudizio viene %osto %er magia nelle mani di
&aust, egli ne 4 atterrito, ma subito si ri%rende0
3.6'T 4olont#, rapida figlia dellattimo,
tu subito partorisci lazione.
'PIDIT@ B6@B@ La retta azione.
Essa, crescendo nel grembo del tempo,
fuori di te, in mano a straniera forza,
segua in eterno la necessit#.
3aust, + ancor tua la volont# del cuore.
'PIDIT@ /.TTI4@ mezza voce e lentamente
I tesori del vero taprir!,
conoscerai %uel che luomo pu! fare
3.6'T 7 ancor mio - pensato, voluto, fatto!
'PIDIT@ B6@B@ Ed osi tu ancor pensare il grande spaventoso
pensiero" eternit#(
3.6'T '-, lho pensato, s-, ma solo lattimo
tocca alluomo, nellattimo egli vive,
e compra al caro prezzo del futuro
il piacere fuggevole dellattimo.
.nche il futuro non pu! esser che sogno.
'PIDIT@ B6@B@ E se %uel sogno allude alla realt#(
3.6'T Il crudo sogno allor potr# spiegarsi.
'ei tu stesso che affili il velenoso
dente del dubbio, che il cor mi dilania.
/on stritolante forza non potr#
la verit# colpire il cor, che batte
sol per essa" ma la pena che soffro
+ per me orribile, deve aver fine.
Il mio petto + dacciaio, ma impotente
la freccia riceve dogni dolore
che dal braccio spaventoso del dubbio
non sia stata scoccata. .ttender voglio
virilmente leterna vendetta
per riguardarla con occhio incrollabile.
3uggo te, fuggo il tuo 0io, e da me stesso
spezzo sicuro il baston del giudizio.
'PIDIT@ B6@B@ 9uai! 9uai al nato dalluomo!
La corona spezzate.
Precipita, echeggiando
il baratro lo accoglie
rotto nel cader rapido.
Bella valle si muta
%uesto nato dalluomo,
pasce allora i suoi sguardi
lungo rive fiorite.
I suoi sguardi non osa
sollevare nel sole
nellaccecante altezza.
0el delizioso manto
dalla sua madre terra
si riflette il colore,
una pi, dolce luce.
9li basta %uesta bella
varJopinta luce.
/on non avido cuore
solleva in alto, al sole,
i dolci desideri.
.lla cima si volge
innevata del monte
a raggiunger del sole
la luce che consuma"
oltre non si avvicina,
sabbaglia locchio, sdrucciola
il piede barcollante
con esitante passo.
0alla somma vertigine
precipita, echeggiando
il baratro lo accoglie
rotto nel cader rapido.
9uai! 9uai al nato dalluomo!
La corona spezzate.
.lle braccia sottratto
della cura amorevole
l# saffretta - e precipita"
il baratro lo accoglie
rotto nel cader rapido.
3.6'T s%ezzando il bastone
Il bastone + spezzato.
'PIDIT@ /.TTI4@ @ra + spezzato.
'PIDIT@ B6@B@ @ra + spezzato.
*ungo silenzio
3.6'T .llora(
'PIDIT@ /.TTI4@ Dido di te, tu facile gingillo
degli avidi desir dellorgoglioso
tuo cuore" io, pazzo, rido di te,
io ti disprezzo, e a te tributo il premio,
%uello determinato da te stesso.
0elluman sapere limite + il dubbio,
che sol cieca fede seppe varcar.
. errare ti condanno senza vela
n$ ancora in un nemico cieco mare,
dove non troverai fondo n$ riva
balenanti a chi disperato lotta.
3inch$ a notte non sapra a te davanti
la porta della morte, che tremenda
ti punisca, e finch$ brividi nuovi
di spavento non colgano il tuo capo"
poich$ mappartiene tua vita eterna,
a me spetta, ed a te tributo il premio
%uello determinato da te stesso.
/ome a un bambino il fiore della fede
per te fior-, e tu orgogliosamente
lhai calpestato, e chiedi verit#.
Bene! ti grido spaventosamente
il vero" dalle tue contraddizioni
di sapiente essa manda a te i suoi raggi,
e ti punisce" delluman sapere
limite + il dubbio, avvolto nella polvere
nulla conoscer pu!, nessuna luce
apparire potr# a chi cieco + nato.
/ome la lingua e il suon delle parole
son per te del pensiero segno e via"
cos- il sentir del senso ed il pensiero
stesso non + che lingua, segno vuoto
e futile duna realt# nascosta
eternamente a te. Tu puoi pensare
sol per via della lingua, con il senso
solo tu puoi scrutar nella natura,
sol con le leggi di ragion pensarla.
E seppur cento sensi o mille avessi,
tu, uomo di poca mente, e se il pensiero
tuo sapesse pi, libero levarsi
del cosmo nelle sue facce infinite
compreso" tu in ogni modo, diviso,
ma ad esso unito dai lacci del corpo,
sol la stessa ombra tua veder potresti,
senza arrivare a conoscere nulla.
/he luomo lotti, che caparbio cerchi,
cade su lui la sorte. 'ol lo spirito
puro, in s$ immobile, conoscer pu!"
non lo circonda %uelleterno muro
che si leva a disgiungerti dal vero
solo intravisto. &orte fa cadere
il muro8 essa, la vindice, tattende
spaventevole nella terra dove
non pi, si aspira, non pi, si ricerca,
dove di vita il prezzo tu pagherai.
Il suon delle parole tue dovr!
fare echeggiar, lombra del tuo pensiero
rispecchiarti, accettar false visioni
tue di saggio, per appressarmi a te,
semplice uomo, io, che son uno spirto"
pensier, parole, sogni dei mortali
non colgon nessuna forma simile
a %uelle eternamente a te nascoste.
&a verit#, verit# ti fissasti,
conoscerai %uel che luomo pu! far.
0elluman sapere limite + il dubbio,
spaventosamente vendicativo
il serpente della tua vita appare.
0ispera, infimo verme della terra,
che io nella sua polvere, nel fondo
ricaccer!" non a te il nero velo
sollevar + concesso, non a te
ancora fiori il tempo porter#"
e mappartiene la tua vita eterna.
I tesori del vero taprir!,
per vendetta, e cos- tributo il premio,
%uello determinato da te stesso.
3.6'T sul %unto di gettarsi contro la %arte da cui %roviene la voce
dello s%irito buono, si risolleva in "retta e %arla
Bo! mai inginocchiarmi davanti a te
annunciatore di %uella pesante
maledizion sette volte compiuta,
che di fiamme circonda il capo a me,
n$ mai inginocchiarmi davanti a lui.
.nnientamento ha nome il dio che invoco.
Incapaci voi siete a distruggere
la vostra propriet# che avete
facilmente ac%uisito nel corso del passato.
@h! via da voi fuggire ancor potessi!
oh, anche vedervi tra umane pene
avvilir, tra eterni umani tormenti
disperar, e ridendo forte ancora
cos- schernirvi spaventosamente!
E sia maledizione anche a me stesso,
dacch$ non ho in potere mio nemmeno
un tenue schietto suono delle labbra
scoccato solo a spegnersi nel vento.
@ spronatrice agognata di vani
inani desideri, verit#,
la tua figura di nebbia ho inseguito,
tho inseguito lontano immensamente,
ogni luce di speme tho votato"
naufrago sulla ripida scogliera
io sto, a me intorno i fondi oscuri flutti,
e sul mio capo nuvole tonanti.
9iammai, giammai potr! abbracciar colei,
per cui il prezioso premio via gettai!
'PIDIT@ /.TTI4@ &a ora la morte + pronta a far cadere
il muro" essa, la vindice, tattende
spaventevole nella terra dove
non pi, si aspira, non pi, si ricerca,
dove di vita il prezzo tu pagherai.
3.6'T La morte il muro fa cader" mattende
in %uella terra... serpe di mia vita!
@vun%ue il guardo io giro, tu mi fissi
orribil. - 0annazione, eternit#,
oh, non lasciate che i vostri tormenti
stiano nel dubbio! E pur tu, compimento,
tu distruggi %uel muro" sii salvezza,
vendicator nascosto, tu mia guida
in %uella terra dove io vo seguirti.
)on a%%ena egli cerca di voltarsi contro lo s%irito, %er s"uggire alla morte, nelle
sue mani a%%are %er magia un %ugnale. egli ne volge la %unta contro il cuore e ve lo
con"icca lentamente0
Eterna dannazione, nel tuo grembo! -
.nnientamento forse, saper forse,
certezza tuttavia.
Egli cade, la lam%ada si s%egne, il teatro %iomba in cu%e tenebre0
*entamente cala il si%ario0
LA IA+A DI ADEL+ERT
:;<IK>
'vegliandosi, .delbert si rese conto che doveva aver dormito a lungo" si stropicci!
gli occhi, che non volevano saperne di aprirsi alla luce, e il capo, che era tutto
scompigliato" e alla fine si sovvenne anche dellintenzione che aveva avuto" incominciare la
lunga e faticosa peregrinazione allo scopo di vedere il mondo, di riflettere su se stesso nel
mondo, e di comprendersi, %ualora ci! gli fosse riuscito" poich$, infatti, tali cose lo
attraevano. 4ide accanto a s$ il suo bianco bastone da viandante, volle prenderlo, tirarsi
su e proseguire senza indugio, ma era iniziato linverno, e faceva freddo" durante il suo
sonno aveva gelato, e cos- egli trov! che il bastone, i vestiti e lui stesso erano attaccati a
terra dal gelo, in modo tale che non riusciva a muoversi" soltanto le mani, posate sul petto,
gli erano rimaste libere. Tra i rami dellalbero sotto il %uale giaceva, che erano spogli e
privi del loro verde ornamento, soffiava un opprimente vento misto a nebbia, che li faceva
stormire con un suono sinistro. )7 davvero strano* pens! .delbert, e si riassop-.
.delbert si assop-, si svegli!, si assop- di nuovo, e di nuovo si dest!" dietro di lui
:stava sdraiato rivolto a nord> il sole sorgeva e tramontava, le lune si alternavano, e
passavano gli anni" ma egli continuava a giacere congelato a terra, e sopra la sua testa,
percossi dal vento, stormivano i rami degli alberi, nudi e privi di foglie. E poi, attorno a
lui, fin dove riusciva a vedere, si erano innalzate pareti di ghiaccio, che lo circondavano e
gli si stringevano intorno sempre pi,, %uasi fossero le mura di un carcere, o di una tomba.
7 davvero strano, pens! .delbert, ed + anche un fastidio che ci! accada in viaggio, e poi
pens! molte cose folli, e ben poche che non lo fossero" come del resto ad alcuni accade
talvolta in viaggio.
Pensava" si deve sopportare la necessit# virilmente, ed + follia protestare contro
ci! che + imposto. &a se 0io c+, e alla fine verr# il disgelo, allora mi riuscir# di
recuperare la mia libert#, di continuare il mio viaggio, e di usare con intelligenza tutto ci!
che vedr!" e con %uesti pensieri, ogni volta si rimetteva a dormire.
.ttraverso approfondite indagini, per le %uali aveva tutto il tempo che voleva, era
giunto a scoprire come sia malvagia la natura dellinverno, e ormai covava un violento odio
contro il gelo. Lunico piacere di cui poteva ancora godere era %uello di scrutare,
attraverso gli anelli di ghiaccio che lo circondavano, le stelle che risplendevano nel cielo
notturno, e dal %uieto ciclo del carro celeste e della stella polare apprese a calcolare il
tempo, e a sapere %uando era trascorso un altro anno.
6n pomeriggio, chiusi gli occhi per poter pensare tran%uillamente, si addorment!
allimprovviso" ma %uando li riapr-, gli si present! una straordinaria apparizione. 9rande e
magnifica, davanti a lui stava unalta figura femminile, da non potersi tuttavia paragonare
ad alcuna donna terrena. Ella appariva sprofondata nel dolore" indossava lunghe vesti a
lutto, e i suoi neri capelli le fluivano in notturne onde dalla fronte splendente davanti al
volto, fino ai freschi gigli dei seni, contornandole le belle membra. /on una mano ella si
spart- i riccioli che le coprivano gli occhi, ed egli la guard! in faccia" il cuore gli balz! in
petto. Ella gli si avvicin! e si pieg! su di lui, puntandolo sguardo grave dei suoi
fiammeggianti occhi di tenebra nello sguardo di lui8 e pronunci! con voce possente e carica
di mistero le sillabe del suo nome non terreno, che nessun suono di lingua umana
riuscirebbe mai a ripetere" %uindi recise e prese per s$ un ricciolo dei capelli di .delbert,
gettandogliene uno dei propri, che aveva passato attraverso un anello che si era sfilato dal
dito" poi, una forza irresistibile la allontan! da lui, su di lei venne gettato il velo del
silenzio, in cui ella si avvolse" e, voltandosi spesso a guardarlo, si affrett! verso nord.
Invano .delbert, che giaceva a terra tramortito e raggelato come il ghiaccio stesso
che lo tratteneva, raccolse tutto il suo spirito vitale, grid! dietro di lei, implorando piet#,
piangendo forte e tendendole le mani... Ella era scomparsa, e davanti a lui restavano
soltanto le sinistre pareti di ghiaccio che lo circondavano. 4ers! molte lacrime, infil!
lanello al proprio dito, si pos! il ricciolo sul petto e, dopo aver saziato il suo cuore con le
lacrime, si riaddorment! unaltra volta. &a anche nei suoi sogni apparve la meravigliosa
immagine della donna, torturando .delbert con sguardi, silenzi e fughe" egli si svegli!, e
ripens! allo strano evento, e poi si riaddorment!, per poter sognare di nuovo la donna. Il
suo cuore era infiammato damore per lei, e sentiva che ella era tutto per lui e per il suo
destino. La implorava con fervore, e sperava e credeva che solo lei avrebbe potuto salvarlo
dal suo tormento e dalla sua umiliazione. &a la salvezza non compariva, ed egli dovette
resistere ancora per molte lune.
Infine gli venne in mente %ualcosa di pi, utile. Bon senza fatica, si sollev! un poco
per osservare con attenzione se nellanello, che fino ad allora aveva soltanto baciato e
stretto alcuore, non fosse celato %ualche segnale o talismano, e infatti scorse alcuni segni
incisi al suo interno... ma non riusc- a leggerli, poich$ non li comprendeva.
Per riuscire a decifrare il senso di %uei segni si misero in moto tutte le sue forze
intellettuali, ed egli tent! con fatica e tenacia tutte le strade e perse il sonno" e, tuttavia,
sembrava che limpresa non volesse riuscirgli. &a egli non disperava" soltanto, piangeva
per langoscia della sua anima.
E in una notte, in cui egli aveva di nuovo sognato la meravigliosa immagine e
laveva guardata intensamente, %ualcosa di simile a un lampo attravers! la sua anima" si
sfil! rapidamente lanello, e al chiarore della stella polare, che riluceva pi, forte,lesse
rapidamente e con facilit# la possente parola8 L7MNMOPL.
L7QRS$TL! 4olere, dun%ue(
)E sia! Io lo voglio!* esclam! con forza, e salt! su rabbiosamente, mentre i vincoli
di ghiaccio che lo avevano trattenuto venivano frantumati, con la facilit# e la rapidit# con
cui vola un pensiero. .fferr! il bastone da viandante8 anchesso venne estratto facilmente
dal ghiaccio. @ra il sole si alz! a oriente, inondando di luce sanguigna le pareti della
segreta del castello di ghiaccio in cui, guardandosi attorno, si rese conto di trovarsi. 'i
infil! lanello allindice della destra e chiuse il pugno, dirigendosi verso la parete a oriente,
cui assest! un violento colpo" con un rimbombo, il rigido edificio scricchiol! e croll! in
frantumi attorno a lui. E ora egli stava l#, in piedi, e abbracciava con lo sguardo per
lultima volta i segni della sua lunga ignominia, senza piangere, ma anche senza scoppiare
a ridere" era invece tran%uillo e severo, preparato - con lamore nel petto, e la forza nelle
membra - a intraprendere la peregrinazione progettata.
E il sole, fiammeggiando, si alzava verso il mezzogiorno mentre, sotto i suoi
sguardi, improvvisamente si scioglievano le frantumate rovine del castello di ghiaccio.
.llora, impetuosamente, intorno ad .delbert sgorg! una fonte dac%ua sorgiva, che lo
circond! con una corrente impetuosa e turbinante, aprendosi poi in un immenso mare che,
agitandosi, spumeggiava con lunghi suoni minacciosi, mentre le onde che si innalzavano
avvolgendosi su se stesse sembravano essere in collera con lui, e volersi precipitare una
sullaltra, fino a inghiottirlo. E dal mare si sollev! una tempesta di venti tra loro contrari,
che accumulavano tutte le nubi sopra alla sua testa. Era solo, e terrorizzato.
6n colpo di vento si abbatt$ su di lui con tanta forza da farlo %uasi cadere - ma
egli riusc- a rimanere in piedi - e la tempesta pot$ solo giocare con i suoi abiti, ma il
ricciolo segreto, che egli conservava sul petto, gli venne strappato, e il vento lo trasport!
nella piena. .llora si gett! anchegli intrepido nei flutti minacciosi e, meraviglia!, le onde
lo trasportarono dolcemente, davanti a lui il mare si calm!, gli alti marosi si placarono, gli
uragani tac%uero al suo avvicinarsi, e solo una lieve brezza lo spinse dietro al ricciolo che
il vento portava via, e che egli seguiva incessantemente con lo sguardo, lottando per
raggiungerlo. &a dallo scuro ricciolo fior- davanti ai suoi occhi proprio la soave figura
della misteriosa donna velata, la %uale, con i piedi alati e senza toccare lac%ua, avanzava
davanti a lui che anelava raggiungerla, guidando verso nord e verso sud e verso ovest il
suo febbrile inseguimento.
/omp- cos- gran parte del cammino, ma il tempo non cera, il sole in cielo stava a
sud" a nord brillava chiara e solenne la stella polare" la rosseggiante aurora splendeva a
oriente, e a occidente erano profuse le braci della sera. 9li astri si disponevano nel
firmamento a comporre meravigliose figure del destino" azzurra era laria, e azzurre le
ac%ue, la cui schiuma era di rose e di fiori del dolore.
E dopo una lotta smisurata, lunga e ostinata, egli vide ora la fuggitiva e
ondeggiante figura dirigere il suo volo verso una terra con alte montagne, che era apparsa
tra nord e sud, e intanto voltarsi a guardarlo pi, sovente e con uno sguardo pi, strano.
.llora egli dispieg! ancor pi, le sue forze, e nuotando colp- lac%ua con maggior potenza,
mentre limmagine si mise a ondeggiare sulla riva, e poi si elev! sopra la montagna" anche
.delbert raggiunse la terraferma, e il suo piede vi si pos!" egli si diresse verso la vetta,
sempre allinseguimento. 0ietro di lui la piena delle ac%ue si sollev!, e la minacciosa
marea lo segu- in direzione della terra" le onde in tempesta si infransero dietro ai suoi
talloni, richiamandolo con minacce e lamenti. &a egli guardava solo avanti a s$, in cerca
della sua fuggente meta. /i! lo condusse in una valle di montagna, che si stringeva
sempre pi, davanti a lui, mentre le incombenti pareti rocciose facevano rimbombare il
frastuono della marea che saliva" ma ora la figura era scomparsa. La valle in cui era
terminava con una scoscesa fenditura nella roccia, al cui ingresso ora egli si trovava.
Inseguito dal mare, si infil! in %uesto stretto varco, uscendone in un corridoio sotterraneo
e privo di luce, e pi, nessun suono giunse alle sue orecchie" il cuore gli si strinse in petto.
Prosegu- a lungo e con ostinazione lungo %uesto sentiero e, avanzando
coraggiosamente immerso nelloscurit#, attendeva con ansia luscita. &a il corridoio
piegava sempre pi, in gi,, e lo conduceva sempre pi, in profondit#, e pareva sprofondasse
in un abisso senza fondo.
Era in tal modo sceso a una grande profondit#, %uando un lontano bagliore
cominci! a rischiarare le tenebre" l# le pareti rocciose si aprivano, e il corridoio saliva a
spirale al di sopra della sua testa" lontane armonie muovevano piano laria, egli respir! pi,
leggero e allung! il passo, sempre avanzando" e davanti a lui laria si faceva sempre pi,
chiara e piena di suoni" ma per raggiungere la sorgente del centro, cui stava
avvicinandosi, dovette ancora scendere a lungo, fino a una profondit# incommensurabile.
Laggi, egli scorse straordinarie visioni! In uno sterminato sotterraneo si trovava
un numero infinito di telai, a ogni coppia dei %uali due identiche figure tessevano in
reciproca lotta. 'olo %uesti erano i segni per poterle distinguere" le une portavano rubini
sopra la testa, le loro avversarie corone di ferro, e non appena prendeva il sopravvento il
potere di %uelle, aumentava anche la luminosit# della pietra preziosa che portavano, e
soltanto da %ueste pietre scaturiva laria luminosa di %uesto regno favoloso, attraverso il
%uale ondeggiavano possenti armonie.
&a le tessitrici sedute al telaio cui stava pi, vicino le riconobbe immediatamente,
non appena le guard!, ed esse erano %uella meravigliosa donna, immersa nel dolore,
abbigliata convesti a lutto, e i neri capelli fluivano dalla lucente fronte al volto, fino ai
freschi gigli dei suoi seni e alle sue belle membra. Luna portava il rubino, laltra la corona
di ferro" entrambe fissarono lo sguardo su di lui, luna guardando la luce, laltra le
tenebre, e lottavano con fatica, e tessevano" ed egli si avvicin! al telaio e guard!, e la tela
che esse tessevano era... la sua stessa vita.
)4i ho riconosciute, voi, geni del mio destino* esclam! .delbert" )tu, rubino della
mia forza interiore, e tu, cupa avversaria, che rappresenti le forze esteriori del mondo" ma
potenza e luce sono tue, tue, prezioso rubino!*.
9li venne la risposta" ).lza gli occhi!* e a lui, che guardava in alto, apparve
%uestaltra visione.
Bel mezzo della stanza, su un elevato trono, vide un vecchio seduto con grandiosa
maest#" sulla fronte portava il suo nome, e %uesto nome :seppur pronunciato diversamente
da mille diverse lingue> +8 LUPUVWXL. La sua ampia veste era di un azzurro stellato,
larpa era appoggiata alla sua mano sinistra, e con la destra egli toccava le corde, da cui
sgorgavano tutte le armonie eterne. E, non appena toccava le corde, le stelle del suo
manto si muovevano e si disponevano secondo i suoi accordi, e, in base alla disposizione
delle stelle e alla potenza dei suoi accordi, mutava anche la lotta delle figure tessitrici. E i
loro movimenti, il salire, lo scendere, e tutto il loro tessere, e tutto lo splendore che
rimandavano i rubini, non erano altro che le note che egli toccava. &a tutte le tele
multicolori erano davanti a lui una sola e unica tela, un accordo.
E sullaltare, dinanzi al trono del vecchio, .delbert vide il ricciolo dei propri capelli
congiunto allaltro ricciolo" sfil! lanello dal proprio dito, lesse la parola, lesse ora8
LYZP7MNMOPL. /adde in adorazione davanti al trono. 2ui si dest!" e aveva il viso rivolto
verso il sole, che si levava a oriente.
CAPITOLO DI CHAMISSO "I'NTO TROPPO TARDI
:;<I<>
.vevo trascorso la serata in allegra compagnia e, dimentico di me stesso in un
completo abbandono, avevo fatto notte fonda tra giochi chiassosi, inebriato da incantevoli
donne di dolce aspetto e dalla coppa profumata che esse offrivano" i guardiani avevano gi#
annunciato la mezzanotte %uando, dopo che il gruppo si fu sciolto, mi ritrovai solo nella
strada silenziosa al fianco di 3ranz. La citt# appariva senza vita. Le alte sagome degli
edifici, in cui tutte le luci erano spente, si innalzavano cupe e solenni come rovine, nel
bagliore dargento che la luna spandeva sulla neve rilucente, attraverso la %uale in alcuni
punti appariva nuda e scura la terra8 catturati dallo stesso sentimento, vagavamo muti
luno accanto allaltro, ascoltando il rumore dei nostri passi uguali nella neve ghiacciata.
.l di fuori di esso, non si udiva alcun suono. .ccompagnai il mio amico verso casa. &a
%uando mi accinsi a lasciarlo, %uesti mi prese improvvisamente la mano e, rompendo il
silenzio, mi disse in fretta8 ).scoltami, resta %ui, non andare a casa*. &i teneva la mano
con forza, e mi fissava con uno sguardo strano" ne fui confuso. )/he ti succede(* gli
chiesi. La cupa risposta gli usc- a fatica dal petto angosciato, simile a una punizione, e io
vidi le lacrime scorrergli sulle guance, come su una figura di marmo. )Bon fare il
bambino* gli dissi io riprendendo il controllo di me stesso e, dopo aver liberato con
delicatezza la mia mano dalla sua, mi avviai per la mia strada. Egli per! rest! muto e
immobile nella stessa posizione. 'oltanto dopo %ualche tempo udii la porta della sua casa
richiudersi dietro di lui rimbombando.
.vevo una spiacevole sensazione, mi sentivo stringere il cuore e fuggivo dalla mia
propria paura, correndo sempre pi, a mano a mano che mi avvicinavo a casa. .llora mi
sembr! %uasi di percepire come passi di %ualcuno che camminasse avanti a me, e tuttavia
non riuscivo a scorgere nulla, per %uanto la luna risplendesse luminosa. 9i# vedevo la mia
casa e le mie finestre luccicare nella chiara luce lunare, e accelerai il passo" allora, con
voce forte e stridula, davanti a me venne chiamato il mio nome8 Adelbert! -, mentre una
spaventevole risata risuonava tuttintorno. &a non si vedeva nessuno. 6n brivido mi corse
per tutto il corpo, ghiacciandomi il sangue nelle vene. &i precipitai sconvolto verso la
porta di casa spalancata e poi su per le scale, riprendendo fiato e ricomponendomi soltanto
%uando aprii la porta della mia stanza8 entrai.
2ui, illuminata dalla luna, seduta sulla mia sedia, al mio tavolo da lavoro, con lo
stesso abito che io indossavo in %uel momento, vidi la mia figura. . %uella vista rimasi
come inchiodato a terra. &a lo spettro gir! la testa verso di me, guardandomi
timidamente" e mentre mi guardava io continuavo a stare l- in piedi, esitante. Infine mi feci
cuore e mi avvicinai alla figura" ma essa si sollev! senza far rumore dalla sedia e si
allontan! da me, e a mano a mano che io mi avvicinavo mi guardava sempre pi,
spaventata, finch$ si ritrasse nellangolo presso la finestra, %uasi schiacciandovisi, e
guardandomi sempre timorosamente. 2uando le fui di fronte, i capelli mi si drizzarono in
testa mentre, in unansia mortale, indugiavo a scoprirmi doppio e in duplice spavento
dinanzi a me stesso" infine volli tentare di tendere un braccio verso il fantasma e di
afferrarlo - allora mi arriv! sulle spalle una mano gelida che mi prese per la nuca e mi
trascin! attraverso laria fino alla porta. 2ui mi lasci! andare, e io mi sentii cadere a terra
come una massa di piombo.
. %uesto punto .delbert tac%ue, e un profondo silenzio regn! sulla compagnia"
soltanto pi, tardi le voci ripresero, pregandolo con tono preoccupato di raccontare il
seguito della singolare avventura. Egli ricominci! a parlare.
/i! che segue, non chiedermelo" il giorno dopo, non appena si fece chiaro, spinto
da unamichevole preoccupazione, venne a casa mia 3ranz. Io giacevo morto, disteso sul
pavimento, irrigidito vicino alla porta. 'i dice che egli abbia pianto molto per me.
APPARI!IONE
:;<[<>
4egliato a lungo avea la mezzanotte
sul tintinnio dei calici e sul correre vano,
%uando, stanco avventore, io me ne usc-a,
trovando intorno fredda, oscura notte"
in %uella %uiete sent-a risuonare
il passo e il grido della sentinella.
2uando i miei passi vagarono soli,
fuori dal lustro echeggiante salone,
un umor cupo e strano in me sassise.
4icino alla ben nota amata casa,
scorsi, e %uasi impietrito ne rimasi,
luci che ardeano dentro le finestre.
0ubbioso marrestai con lunga pausa
e chiesi8 + %uesto un effetto del vino(
/ome a %uestora un ospite + da me(
Pi, presso mi riusc- girar la chiave
dei serrami che chiusi mappariano,
la porta apersi e dentro penetrai.
'crutando attento verso %uella luce,
locchio mio vide un volto spaventevole,
me stesso in piedi accanto al mio scrittoio.
.l grido mio8 )/hi sei(* %uegli grid! a sua volta8
)/hi mi turba nellora degli spiriti(*,
e guardommi, come me pallido anchesso.
Lattimo smisurato dilatavasi,
mentre ciascun stava laltro a scrutare
senza parole e con la bocca aperta.
Ed io per primo, angosciato, lasciai
svelte parole uscir8 )4isione orribile,
lungi da %ui, non contendermi il posto!*.
Esso, come chi solo la violenza teme,
da s$ strappando un sorriso leggero
e timido disse in risposta8 )3ermo!
Io son ci! che vuoi esser8 per trovare
come %uadrare %uesto folle cerchio,
se tu sei il giusto, come dici, mostralo"
solo allora nel nulla sparir!.
'pirito :come chiami anche me>, lo accetti tu(
e ti impegni anche tu alla stessa cosa(*.
. ci! indignato8 )'-, cos- devessere!
Il mio vero Io dovr# manifestarsi,
sciogliersi in nulla lapparenza vuota!*.
E lui8 )3acci dun%ue conoscere chi sei!*.
Ed io8 )'on io colui che solo al bello,
al buono, al vero sempre aspir!"
giammai degli idoli vittima fui,
n$ schiavo del mondano uso terreno
sprezzai il dolore, negletto e schernito"
son io colui che trasognato, errante,
fiamma e fumo scambi!, ma che al risveglio
sol cerca il bene" anche tu sei costui(*.
2uello, con stridulo selvaggio riso8
)2uel che + il tuo vanto, io proprio non lo sono.
I miei affari diverso ordin trovarono.
'ono un vile folletto menzognero,
simulatore con me stesso e gli altri,
in cuor interesse, in volto impostura.
Bobil negletto, con i tuoi dolori,
chi conosce se stesso al giusto segno(
/hi di noi due il suo '+ giocar dovr#(
4ieni, se osi8 voglio ben farti posto*.
&a io, con raccapriccio, a %uel vigliacco8
)'ei tu costui, resta, fammi strisciare
via di %ua!*, e fuori nella notte piansi.
APPENDICE
PREA!IONE DI CHAMISSO ALLA PRIMA EDI!IONE RANCESE
:settembre ;<[;>
.vvertenza dellautore,
'chlemihl, consegnando nelle mie mani lincredibile storia delle sue sfortune, non
pensava certamennnte che essa sarebbe stata stampata prima della sua morte. &a oggi si
divulga %ualsiasi cosa, specie %uello che si vuole tenere nascosto. Bon si deve pensare ci!
che non si vuol dire" non si deve dire, e non si deve scrivere, ci! che si vuol sottrarre
allocchio vigile della stampa, e i calami ripetono8 )&ida, il re &ida ha le orecchie
dasino!*. Co commesso limprudenza di mostrare il manoscritto ad alcuni amici, ed essi
sono stati tanto indiscreti da farlo stampare. I contraffattori ne hanno fatto brutte
edizioni" i teatri delle fiere si sono impadroniti del soggetto" e, infine, il nome di 'chlemihl
+ diventato proverbiale, e non sono stati solo gli ebrei a farne un termine di scherno.
Per %uanto poco interesse possa suscitare in 3rancia la ridicola storia di %uesto
tedesco, sono gi# stato avvertito che ci si deve aspettare di vederla pubblicata
ripetutamente in francese, e che gi# ne circolano a Parigi tre manoscritti e tre versioni
differenti. Co creduto dun%ue di dover rendere un altro servigio a %uel povero diavolo,
prendendomi cura di rivedere la traduzione che si legge %ui di seguito, della fedelt# della
%uale mi rendo garante. /redo infatti che + proprio cos- che avrebbe scritto 'chlemihl, se
avesse voluto scrivere in francese.
.delbert von /hamisso
5rto botanico di Berlino, 16 settembre 18#1
PREA!IONE DI CHAMISSO ALLA SECONDA EDI!IONE RANCESE
:;<H\>
2uesto volumetto non rappresenta una novit#. Esso + stato stampato per la prima
volta a Berlino nel ;<;=. 0a allora se ne sono moltiplicate le traduzioni, le imitazioni e le
contraffazioni in %uasi tutte le lingue europee, ed esso + divenuto popolare soprattutto in
Inghilterra e negli stati 6niti.
Io ho rivisto, corretto e approvato la versione che segue e che, ulteriormente
corretta, + stata pubblicata a Parigi da Ladvocat. Lho appena rivista, e di nuovo corretta,
prima di consegnarla al libraio che me lha richiesta. Bon tralascer!, tuttavia, di
reclamare lindulgenza dei lettori per il mio stile, che rimane tedesco" il francese non +
infatti la lingua in cui ho labitudinedi scrivere.
0alla corrispondenza tra 5.E. Citzig, 3ou%u$ e me, che + stata stampata a titolo di
premessa alledizione tedesca, estrarr! alcune notizie sullautore e sul manoscritto di cui
%uesti mi aveva reso depositario.
Co conosciuto Peter 'chlemihl a Berlino nel ;<I=. Era un giovanotto alto, goffo
senzessere maldestro, indolente senzessere pigro, molto spesso chiuso in se stesso, che
sembravanon interessarsi affatto a ci! che accadeva intorno a lui, inoffensivo ma
incurante delle convenienze, e costantemente vestito di una vecchia 1ur1ta nera tutta lisa,
la %uale aveva fatto dire di lui che avrebbe dovuto stimarsi fortunato se la sua anima
avesse condiviso anche solo a met# limmortalit# della sua casacca. 0i solito era il
bersaglio del sarcasmo dei nostri amici" ma io mi ci ero affezionato8 molti tratti di
somiglianza avevano determinato tra noi unattrazione reciproca.
Bel ;<;H abitavo in campagna, non lontano da Berlino e, separato da 'chlemihl
dagli avvenimenti, lavevo perso di vista da molto tempo %uando, un nebbioso mattino
dautunno in cui avevo dormito fino a tardi, appresi al mio risveglio che un uomo vestito
duna vecchia e lisa 1urt1a nera, il %uale indossava delle pantofole sopra gli stivali, aveva
chiesto di me e aveva lasciato un pacchetto al mio indirizzo. 2uesto pacchetto conteneva il
manoscritto autografo della meravigliosa storia di Peter 'chlemihl.
Co davvero fatto un pessimo uso della fiducia del mio sfortunato amico. Co infatti
mostrato %ual manoscritto, che avrei invece dovuto tenere nascosto, e 3ou%u$ ha
commesso lindiscrezione di farlo stampare. 0a allora non ho potuto far altro che curarne
le edizioni. &a ho pagato la colpa del mio errore8 sono stato associato alla vergogna di
'chlemihl, che proprio io avevo contribuito a divulgare. Tuttavia, da allora sono
invecchiato e, ormai ritirato dal mondo, il rispetto degli uomini non pu! pi, nulla su di me.
@ggi ammetto senza alcuna esitazione tutta lamicizia che ho avuto per 'chlemihl.
2uesta storia + caduta nelle mani di persone illuminate le %uali, abituate a leggere
soltanto per la propria istruzione, si sono preoccupate di indagare che cosa sia lombra.
&olti, a tale proposito, hanno avanzato delle ipotesi assai curiose" altre, facendomi lonore
di credermi molto pi, colto di %uanto io non sia, si sono rivolte a me per ottenere la
soluzione dei loro dubbi. Le domande da cui sono stato assediato mi hannofatto arrossire
per la mia ignoranza. &a esse mi hanno anche spinto a includere nellambito dei miei studi
un argomento che, fino a %uel momento, era rimasto estraneo, e io mi sono %uindi dedicato
a dotte ricerche, di cui %ui consegno il risultato.
'6LL@&BD.
)6n corpo opaco pu! essere illuminato soltanto in parte da un corpo luminoso, e lo
spazio privo di luce che + situato dal lato della parte non illuminata + ci! che chiamiamo
ombra. /os- lombra propriamente detta rappresenta un solido, la cui forma dipende al
tempo stesso da %uella del corpo luminoso, da %uella del corpo opaco, e dalla posizione di
%uestultimo rispetto al corpo luminoso.
Lombra, considerata su un piano situato dietro al corpo opaco che la produce, non
+ altro che la sezione di tale piano nel solido che rappresenta lombra*.
,--. e ,--/0*
7 dun%ue di %uesto solido che si parler# nella straordinaria storia di Peter
'chlemihl. La scienza della finanza ci ha insegnato abbastanza riguardo allimportanza del
denaro" %uella dellombra, invece, + generalmente molto meno riconosciuta. Il mio
avventato amico ha bramato il denaro, di cui conosceva il prezzo, e non ha pensato al
solido. &a vuole che ci torni utile la lezione che egli ha pagato a tanto caro prezzo, e la
sua esperienza ci grida8 pensate al solido!
.delbert von /hamisso
Berlino, novembre 183$
PREMESSA DI HIT!I" ALL'EDI!IONE TEDESCA STEREOTIPICA DELLO
(SCHLEMIHL)
:;<H]>
Premessa del curatore.
Peter Schlemihl, per una parte significativa, + tratto dalla vita del suo stesso
autore. Il fatale anno ;<;H trov! /hamisso a Berlino, %uando scoppi! %uel movimento
che, nelle sue conseguenze, doveva costare la disfatta al dominatore della sua patria, e
portare la 9ermania a liberarsi dalla sua dominazione. /hiun%ue sentiva di aver forza nel
proprio braccio corse ad armarlo per la giusta causa della 9ermania. /hamisso non solo
aveva un braccio possente, ma anche un cuore veramente tedesco nel petto, e si trovava
tuttavia in una situazione che, pur tra milioni di persone, non era condivisa da nessun
altro. Poich$ non si trattava solo della lotta in favore della 9ermania, ma anche della lotta
contro il popolo cui egli apparteneva per nascita e per legami familiari. 0a %ui la sua
disperazione. )Il tempo non ha una spada per me, solo per me non lha*" cos- sospirava
spesso, e invece della partecipazione alla propria situazione, unica e particolarissima, egli,
nella capitale della Prussia, epicentro dellalleanza contro Bapoleone e la 3rancia, dovette
troppo spesso subire lodio e lo scherno contro i suoi compagni dorigine. Egli stesso era
troppo ragionevole per non comprendere che alcune delle cause di tali manifestazioni
erano del tutto naturali, ma non per %uesto essi, %uando lo colpivano, lo ferivano meno
profondamente. In tale situazione, amici ben intenzionati decisero allora di farlo trasferire
dalla sovreccitata Berlino alla tran%uilla campagna" la nobile famiglia dei conti Itzenplitz
gli offr- volentieri un asilo, e /hamisso pot$ cos- vivere seguendo abbastanza da vicino lo
sviluppo progressivo della crisi storica mondiale, e tuttavia libero da spiacevoli
coinvolgimenti personali. 3u dun%ue nella propriet# di ^unesdorf, distante un giorno
scarso di viaggio da Berlino e dove il poeta pot$ dedicarsi alla botanica e agli altri suoi
studi preferiti, che egli concep- e scrisse di getto lidea dello Schlemihl. Le lettere di
%uesto periodo, contenute nel primo volume della biografia a cura del sottoscritto, ne sono
testimonianza. La prima edizione dellincomparabile storia apparve nel ;<;= con una
dedica datata [\ maggio ;<;H, e allinizio delsuccessivo anno ;<;? aveva appena
cominciato a farsi strada, %uando il poeta lasci! la 9ermania per compiere un viaggio di
oltre tre anni intorno al mondo, di cui lo Schlemihl contiene una notevolissima
anticipazione. Lo Schlemihl era stato un addio a %uesta sua seconda patria, la prima pietra
per ledificazione della sua successiva fama.
/hamisso + stato spesso tormentato da una domanda" che cosa aveva realmente
inteso dire con il suo Schlemihl( Talvolta la domanda lo divertiva, talaltra lo irritava. La
verit# + che egli non aveva avuto intenzioni cos- particolari, delle %uali fosse cos-
consapevole da poterne fornire una giustificazione banale. Il racconto nac%ue in lui, come
accade per ogni genuina opera poetica, spontaneamente, con assoluta e cogente necessit#.
/os- egli scrisse a Citzig, dopo che vi aveva appena messo mano8 )0a me non ti aspettavi
certo niente di meno che un libro! 2uesta sera, se avr# tempo, leggilo a tua moglie. 'e
sar# curiosa di sapere che cosa succede a 'chlemihl, e soprattutto chi sia luomo in grigio,
allora domani rispediscimi subito il %uaderno, in modo che possa continuare a scrivere" in
caso contrario, sapr! %ual + il verdetto*. Pu! un poeta porsi davanti al suo pubblico in
modo pi, disarmato(
Bella prefazione alla nuova traduzione francese del Peter Schlemihl, apparsa nel
;<H<, /hamisso a modo suo si burla delle cavillose %uestioni circa le sue vere intenzioni.
Egli dice8
)2uesta storia + caduta nelle mani di persone illuminate le %uali, abituate a
leggere soltanto per la propria istruzione, si sono preoccupate di indagare che cosa sia
lombra. &olti, a tale proposito, hanno avanzato delle ipotesi assai curiose" altre,
facendomi lonore di credermi molto pi, colto di %uanto io non sia, si sono rivolte a me per
ottenere la soluzione dei loro dubbi. Le domande da cui sono stato assediato mi hanno
fatto arrossire per la mia ignoranza. &a esse mi hanno anche spinto a includere
nellambito dei miei studi un argomento che, fino a %uel momento, era rimasto estraneo, e
io mi sono %uindi dedicato a dotte ricerche, di cui %ui consegno il risultato.
'6LL@&BD.
)6n corpo opaco pu! essere illuminato soltanto in parte da un corpo luminoso, e lo
spazio privo di luce che + situato dal lato della parte non illuminata + ci! che chiamiamo
ombra. /os- lombra propriamente detta rappresenta un solido, la cui forma dipende al
tempo stesso da %uella del corpo luminoso, da %uella del corpo opaco, e dalla posizione di
%uestultimo rispetto al corpo luminoso.
Lombra, considerata su un piano situato dietro al corpo opaco che la produce, non
+ altro che la sezione di tale piano nel solido che rappresenta lombra*.
,--. e ,--/0*
7 dun%ue di %uesto solido che si parler# nella straordinaria storia di Peter
'chlemihl. La scienza della finanza ci ha insegnato abbastanza riguardo allimportanza del
denaro" %uella dellombra, invece, + generalmente molto meno riconosciuta. Il mio
avventato amico ha bramato il denaro, di cui conosceva il prezzo, e non ha pensato al
solido. &a vuole che ci torni utile la lezione che egli ha pagato a tanto caro prezzo, e la
sua esperienza ci grida8 pensate al solido!*.
3in %ui, /hamisso.
Peter Schlemihl, attraverso le sue molte traduzioni, + stato introdotto in tutti i
principali paesi europei. 0i una traduzione olandese e di una spagnola e, a %uanto si dice,
anche di una in russo, non abbiamo esemplari. 0elle seguenti invece s-.
In francese"
Pierre Schl(mihl, Paris, chez Ladvocat, ;<[[. /orretta sul manoscritto da
/hamisso e provvista di una sua prefazione, ma pi, tardi arbitrariamente ricorretta
dalleditore Ladvocat.
7n roman du %o4te allemand contem%orain Adelbert de hamisso0 1raduit %ar )0
8artin. Histoire merveilleuse de Pierre Schl(mihl, 0un%uer%ue ;<H\. .lla fine, uno
scritto del traduttore a un amico 4ictor8 9 %ro%os de l+ombre de Pierre Schl(mihl, con il
motto greco8 )La vita + il sogno di unombra* in cui lautore prende in giro i tedeschi )che,
cos- si dice, riguardo a %uesto libriccino devono aver scritto tre mostruosi volumi in-folio
di spiegazioni e commenti* e tenta egli stesso una interpretazione dettagliata dello
Schlemihl. Lampio scritto comun%ue non si conclude male, con le parole8 )&i accorgo,
anche se troppo tardi, di aver appena scritto una lettera piena di ombre e, invece di
accendere una fiaccola nelle tenebre, le ho forse rese ancor pi, fitte. In %uestultimo caso,
non mi si tolga almeno il merito di aver mantenuto intatte le tinte originali*.
8erveilleuse histoire de Pierre Schl(mihl0 Enrichie d+une savante %r("ace o: les
curieu; %ourront a%%rendre ce 'ue c+est 'uel+ombre, Paris et Buremberg, chez 'chrag,
;<H<. /on le incisioni di /ruic1shan1 e bellissime decorazioni a colori dello stesso.
La traduzione + curata da /hamisso stesso e, come indica il titolo, + corredata da
una nuova prefazione, dalla %uale + stato pi, in alto citato in traduzione un passaggio
sullombra.
In inglese8
Peter Schlemihl, <ith %lates b/ =eorge ruic>shan>, London ;<[=. 0edicato dal
traduttore al suo amico Aangner. La premessa inizia con le garbate parole8 ).delung mi
chiese unavolta, a Pietroburgo8 FCa letto lo Schlemihl(F FBoF. FBonappena lo legger#, lo
tradurr# immediatamenteF. /os-, lho davvero tradotto*.
Il traduttore definisce la storia un racconto morale, ma lascia ai lettori il compito
di interpretarla. )'arebbe per voi poco lusinghiero* dice egli ingenuamente o
furbescamente, comportandosi come se sapesse gi# tutto, )presupporre che abbiate
bisogno della mia assistenza per comprendere gli illuminanti insegnamenti che da essa si
devono trarre*.
Peter Schlemihl, a ne< translation b/ Emilie de ?ouillon, London :senza anno>.
/on :bruttissime> imitazioni delle incisioni di /ruic1shan1. 3orse si tratta di una
trasposizione dalla pi, vecchia traduzione francese, poich$ la traduttrice, come motto
accanto al titolo, ha inserito le parole francesi8 )0a %uesta storia si pu! dedurre che anche
la minima condiscendenza verso cose che contrastano con la coscienza pu! portarci molto
pi, lontano di %uanto noi non avessimo pensato*, e %ueste sono le esatte parole con le
%uali leditore Ladvocat chiude lintroduzione alla traduzione francese del ;<[[. Inoltre, in
entrambe le edizioni inglesi a /hamisso viene tolto lonore della paternit# dellopera,
poich$ nel frontespizio della prima viene riportato come autore 3ou%u$, mentre la seconda
tace del tutto il nome dellautore, riportando per! la dedica aCitzig con la firma di
/hamisso.
In italiano8
*+uomo senz+ombra0 -ono di sim%atia al gentil sesso, &ilano presso @mobono
&anini. Edizione tascabile del ;<H<. /on annesso calendario, e con imitazioni piuttosto
buone delle illustrazioni di /ruic1shan1.
Il curatore, con ogni probabilit# lo stesso editore, non si limita a non citare il nome
dellautore, ma presenta la sua insulsa introduzione, rivolta alle lettrici, in modo da far
credere di essere lui stesso lautore del libro. )Bon siate troppo dure nel giudizio, belle
dame, la durezza vi si addice ben poco* egli dice, e continua con altre dabbenaggini.
La storia di 'chlemihl + stata portata anche sulla scena" ma sempre senza
attribuire alcun onore al vero autore. Bel febbraio ;<;] venne dato al teatro
5osephstadter di 4ienna 3l Puzlivizli, ovvero l+uomo senza ombra0 Pezzo teatrale comico di
magia in tre atti secondo de la 8otte &ou'u(, liberamente rielaborato da &erdinand
?osenau. Tra i personaggi comparivano8 luomo in grigio e un .lbert tout court
:probabilmente 'chlemihl>" del contenuto non sappiamo nulla.
Il fatto che lo Schlemihl, attraverso le traduzioni in inglese, debba essere diventato
una figura popolare in 9ran Bretagna, + testimoniato da una curiosa caricatura, apparsa a
Londra il ;] settembre ;<;], vale a dire ;; giorni dopo lincoronazione di 9uglielmo I4,
avvenuta il giorno <. 7 noto che per i festeggiamenti di tale incoronazione si rec! in
Inghilterra un fratello del re, il %uale allepoca viveva sul continente e che, essendo un
capo piuttosto in vista dei rigidi tories, non ricevette un benvenuto particolarmente
amichevole da parte del popolo. . %uesto, e forse a unaffermazione fatta dal principe, vale
a dire che )la popolarit# + soltanto unombra*, si riferisce la caricatura. Essa mette in
primo piano il fratello del re somigliante come un ritratto, in un gran costume da cavaliere
dellordine della giarrettiera. .lla sua destra si mostra il re, con la corona sulla testa, che
proietta sulla parete unombra possente. Tra il re e il principe si trovano i cortigiani i
%uali, biasimando il principe, esclamano8
)Lombra di un gentleman + perduta o%%ure rubata*.
La figura ha per! la seguente dicitura8
Peter Schlemihl all+incoronazione0
)'eppure la %o%olarit@ non + che unombra,
tuttavia non + divertente viver senz+ombra.*
/os- limmortale racconto di /hamisso vive e continuer# a vivere in Europa" anzi,
in tutto il mondo civilizzato, poich$ ormai anche l.merica possiede lo Schlemihl, visto che
la traduzione apparsa a Londra nel ;<[=, gi# nel ;<[? venne ristampata a Boston.
In 9ermania intanto, nella sua terra natale, come dimostra la presente edizione,
grazie alle cure del suo bravo editore lopera si + guadagnata lonore, estremamente raro,
di venir riprodotta in stereotipia, un segno di distinzione che il defunto poeta non pot$
ricevere mentre era ancora in vita. Possa %uesto metodo, che consente la riproduzione
allinfinito, contribuire a mantenere vivo nel popolo il ricordo di /hamisso. Poich$ il pi,
alto scopo del poeta era proprio %uello di piacere al popolo, a %uel popolo per cui batteva il
cuore di %uelluomostraordinario il %uale, pur discendendo da uno dei pi, antichi e illustri
casati dEuropa e potendo far risalire in linea diretta il suo albero genealogico fino
allanno ;HI?, ciononostante per tutta la vita cerc! e trov! la felicit# nellessere un
semplice cittadino, un vero uomo del popolo.
5ulius Eduard Citzig
Berlino, #1 agosto 183A,
%rimo anniversario della morte di hamisso0

Potrebbero piacerti anche