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Con grande talento Chamisso mette a fuoco un mondo in cui tutto si vende. E il povero Peter Schlemihl, in cerca di lavoro, si vende l'ombra al diavolo in cambio della ricchezza. Questa perdita dell'ombra è l'enigma che affascina chi legge: essa infatti, pur mantenendo un senso unitario, assume valenze sempre diverse. Il racconto trova la sua maggior forza vitale proprio in questa impossibilità di ridurre l'ombra a un suo significato preciso immobile. Solo così essa conserva il suo valore, restando sempre veramente ombra, senza mai prendere "corpo"; e solo così l'immaginazione conserva il suo libero gioco e il racconto anima l'impreveduto e l'imprevedibile della poesia.
Titolo originale
Adalbert Von Chamisso - Storia Straordinaria Di Peter Schlemihl
Con grande talento Chamisso mette a fuoco un mondo in cui tutto si vende. E il povero Peter Schlemihl, in cerca di lavoro, si vende l'ombra al diavolo in cambio della ricchezza. Questa perdita dell'ombra è l'enigma che affascina chi legge: essa infatti, pur mantenendo un senso unitario, assume valenze sempre diverse. Il racconto trova la sua maggior forza vitale proprio in questa impossibilità di ridurre l'ombra a un suo significato preciso immobile. Solo così essa conserva il suo valore, restando sempre veramente ombra, senza mai prendere "corpo"; e solo così l'immaginazione conserva il suo libero gioco e il racconto anima l'impreveduto e l'imprevedibile della poesia.
Con grande talento Chamisso mette a fuoco un mondo in cui tutto si vende. E il povero Peter Schlemihl, in cerca di lavoro, si vende l'ombra al diavolo in cambio della ricchezza. Questa perdita dell'ombra è l'enigma che affascina chi legge: essa infatti, pur mantenendo un senso unitario, assume valenze sempre diverse. Il racconto trova la sua maggior forza vitale proprio in questa impossibilità di ridurre l'ombra a un suo significato preciso immobile. Solo così essa conserva il suo valore, restando sempre veramente ombra, senza mai prendere "corpo"; e solo così l'immaginazione conserva il suo libero gioco e il racconto anima l'impreveduto e l'imprevedibile della poesia.
(Castello di Boncourt 1781 - Berlino 1838) scrittore romantico tedesco
La sua famiglia, di antica nobilt feudale francese, and in esilio durante la rivoluione, !rima in "landa e #uindi in $ermania% &iventato sottotenente dell'esercito !russiano, rimase a Berlino, anc(e #uando la famiglia rientr in )rancia% *itiratosi nel 18+7 dalla vita militare, soggiorn !er un certo !eriodo in )rancia e fu !i, volte os!ite di -adame de .ta/l% *itornato a Berlino si dedic allo studio della botanica e della matematica e, do!o un lungo viaggio c(e descrisse nel 0iaggio intorno al mondo (1831), ricevette la laurea ad (onorem in botanica e fu nominato assistente dell'"rto botanico di Berlino, continuando !arallelamente la sua attivit letteraria% La sua !roduione !oeticacom!rende numerose ballate di tono e!ico-lirico e di non comune efficacia drammatica e un gran numero di Lieder, c(e ebbero enorme successo !er la loro raffinata graia musicale (alcuni furono musicati da .c(umann)% -a l'o!era c(e gli diede maggiore fama fu il romano La meravigliosa storia di 2eter .c(lemi(l (1813), nel #uale 4 adombrata la sensaione di sradicamento dalla !atria e di isolamento c(e amareggi la sua vita% Chamisso Storia straordinaria di Peter Schlemihl e altri scritti sul ''doppio''e sul ''male'' Traduzione di Laura Bocci STORIA STRAORDINARIA DI PETER SCHLEMIHL PREA!IONI ALLE EDI!IONI ORI"INALI Al mio vecchio amico Peter Schlemihl Ed ecco che, dopo anni e anni, ancora mi torna tra le mani il libro tuo, e - meraviglia! - ripenso allora al tempo in cui, da amici, il mondo insieme ci mise a scuola. Io sono vecchio ormai, grigie le chiome, i falsi pudori li ho dimenticati, amico tuo voglio chiamarmi ancora, e come tale al mondo presentarmi! Povero amico mio, lastuto spirto a me giammai gioc! il tuo brutto tiro" lottato ho tanto, tanto sperato invano, ed alla fin ben poco ho ritrovato" eppur linfame non potr# vantarsi di avermi a s$ con lombra incatenato" %uellombra ho ancora, che mi venne data, e lombra mia, no! non lho perduta. &a pur con linnocenza di un bambino, me colser la tua colpa, i tuoi misfatti... 'iam dun%ue noi davvero tanto uguali( E mi gridavan dietro" )E la tua ombra, povero amico 'chlemihl, dove sta(* Pur la mostravo io, ma %uelli, ciechi, di rider non cessavan mai e poi mai. &a che fa, dun%ue! Paziente, sopportar certo potr#, chi innocente e lieto ognor sar#. &a che + poi, lombra( ti chiedo or io, comaltri mi chiedetter gi# da tanto, + poi %uestombra inver tanto preziosa, cui %uestastuto mondo non rinuncia( Essa c+ ancor, dopo tanti millenni, che, saggi, su di noi portano il giorno" da allor, noi allombra essenza diamo, ma il corpo come essenza ora vediamo. In ci! ci diam la mano, 'chlemihl mio, andiamo avanti, lasciamo %ueste cure" del mondo non ci importa poi granch$, e restiam dun%ue noi ancor pi, vicini" cos- ci approssimiamo ormai alla meta, che gli uni ridan, che altri si dian cure" in porto noi, tra tutte le tempeste, tran%uilli e buoni sonni alfin dormiamo. .delbert von /hamisso Berlino, agosto 1834 A Julius Eduard Hitzig da Adelbert von hamisso Tu che non dimentichi nessuno, certamente ti ricorderai di un certo Peter 'chlemihl, che in giovent, hai incontrato %ualche volta a casa mia, un giovanotto dalle gambe lunghe, da tutti ritenuto maldestro perch$ era mancino e che, per via del a sua lentezza, passava per pigro. . me era molto caro... E tu non puoi aver dimenticato, mio buon Eduard, come una volta, nella nostra verde et#, egli pass! indenne attraverso i nostri sonetti, %uando lo portai a uno dei nostri t+ di poesia, dove lui mi si addorment! mentre ancora si scriveva, senza attendere la lettura. &i ricordo ancora una tua battuta su di lui. Tu lo avevi infatti gi# visto, 0io sa dove e %uando, con indosso una vecchia 1urt1a nera, che egli in %uellepoca indossava sempre, e dicesti" )2uel bel tipo sarebbe da ritenersi fortunato se la sua anima fosse immortale anche solo la met# di %uanto lo + lasua 1urt1a* 2uesta era la poca considerazione che godeva presso di voi. &a a me era molto caro... 0a %uesto 'chlemihl, che oramai da tanti anni ho perso di vista, proviene il %uaderno che ti trasmetto. E a te solo lo affido, Eduard, mio carissimo e intimo amico, parte migliore di me stesso, al %uale non posso nascondere alcun segreto, a te solo e, si capisce, al nostro 3ou%u$, come te radicato nel profondo della mia anima... &a, affidandoglielo, vedo in lui solo lamico, e non il poeta. 4oi capirete %uanto mi riuscirebbe increscioso se %uesta sorta di confessione, deposta sul mio petto da un uomo sincero con fiducia nella mia amicizia e rettitudine, venisse messa alla berlina in unopera letteraria, oppure se venisse profanata come prodotto di uno scherzo di cattivo gusto, come %ualcosa che essa non +, n$ potrebbe essere. . dire il vero, io stesso devo ammettere che + un peccato per il racconto, che sotto la penna di %uel buon uomo non ha potuto che diventare insulto, non essere stato rappresentato in tutta la sua forza comica da una mano estranea, ma ben pi, abile. /he cosa non avrebbe saputo farne 5ean Paul! Inoltre, mio caro amico, pu! accadere che in esso vengano nominate alcune persone che sono ancora in vita" e anche a ci! si deve fare attenzione. .ncora una parola sul modo in cui mi sono giunti %uesti fogli. &i vennero consegnati ieri mattina di buonora, mi ero appena svegliato... 6n uomo bizzarro, con una lunga barba grigia, che indossava una 1urt1a nera tutta lisa con una borsa da botanico a tracolla e, nonostante il tempo umido e piovoso, portava delle pantofole sopra gli stivali, aveva chiesto di me, e mi aveva lasciato %uesto" aveva detto che veniva da Berlino... .delbert von /hamisso !unesdor", #$ settembre 1813 P.'. Ti allego un disegno che il bravo Leopold, il %uale si trovava giustappunto alla finestra, ha schizzato di %uella sorprendente apparizione. 2uando ha notato il valore che io attribuivo a %uello schizzo, me ne ha fatto dono con grande piacere. Allo stesso da %arte di &ou'u( 0obbiamo custodire, caro Eduard, la storia del povero 'chlemihl, custodirla in modo tale che essa resti nascosta ad occhi che non devono vederla. 7 un ben arduo compito. 0i simili occhi ce n+ una grande %uantit#, e %uale mortale pu! decidere del destino di un manoscritto, vale a dire di una cosa che + %uasi pi, difficile proteggere che non una parola detta. &i comporter! dun%ue come colui che, in preda al terrore per un attacco di vertigini, preferisce gettarsi subito nellabisso8 far! stampare tutta la storia. E tuttavia, caro Eduard, esistono migliori e pi, serie ragioni per la mia condotta. 'e tutto non mi inganna, nella nostra cara 9ermania battono molti cuori capaci di comprendere e di apprezzare il povero 'chlemihl, e sul viso di pi, di un onesto compatriota comparir# un sorriso commosso nel leggere del brutto scherzo che la vita gli gioc!, e di come fu ingenuo con se stesso. E tu, mio Eduard, %uando vedrai %uesto libro cos- profondamente sincero, e penserai che molti sconosciuti cuori eletti impareranno con noi ad amarlo, sentirai forse anche tu cadere una goccia di balsamo nelle cocenti ferite che a te, e a tutti %uelli che ti amano, ha inferto la morte. E infine8 esiste - me ne sono ormai convinto attraverso molteplici esperienze - esiste per i libri stampati un genio, che li mette nelle mani giuste e che, se non sempre almeno molto spesso, li preserva da %uelle inadatte. In ogni caso, egli possiede un invisibile lucchetto per ciascuna vera opera dello spirito e del cuore, che sa aprire e chiudere con infallibile destrezza. . %uesto genio, mio carissimo 'chlemihl, affido il tuo riso e le tue lacrime, e con ci! 0io ti assista! 3ou%u$ )ennhausen, "ine maggio 1814 A &ou'u( da Hitzig Ed eccoci ora di fronte alle conseguenze della tua sciagurata decisione di far stampare la storia di 'chlemihl, che avremmo invece dovuto custodire come un segreto confidato solo a noi8 vale a dire, il fatto che non soltanto francesi e inglesi, olandesi e spagnoli lo abbiano tradotto, e che gli americani abbiano ristampato ledizione inglese, come ho ampiamente riferito nella mia dotta Berlino" ma anche che + in preparazione una nuova edizione per la nostra cara 9ermania, illustrata con i disegni di %uella inglese, dipinti dal vero dal celebre /ruic1shan1, ci! che senzalcun dubbio contribuir# a diffondere ancor pi, la cosa. 'e non ritenessi che sei gi# stato punito a sufficienza per il tuo arbitrario comportamento :infatti nel ;<;= non mi hai detto nulla della pubblicazione del manoscritto> dal fatto che il nostro /hamisso nella sua circumnavigazione della terra, compiuta negli anni tra il ;<;? e il ;<;<, se ne sia lamentato presso @-Aahu proprio con il suo amico, il povero Tameiamaia, sarei ancor oggi disposto a chiedertene pubblicamente conto. /omun%ue, anche a prescindere da tutto ci!, %uel che + stato + stato, e tu hai certamente avuto ragione visto che, nei tredici funesti anni da %uando ha visto la luce, il libriccino si + fatto molti amici. Bon dimenticher! mai lora in cui per la prima volta ne feci lettura a Coffmann. 3uori di s$ per il divertimento e la curiosit#, mi ascolt!, pendendo dalle mie labbra, finch$ non ebbi concluso" volle %uindi senza indugi conoscere di persona lautore e, pur essendo di solito alieno dallimitare, non seppe resistere alla tentazione di proporre, in modo del resto piuttosto infelice, una sua versione del tema della perdita dellombra nel racconto *+avventura della notte di San Silvestro, in cui Erasmus 'pi1her perde la propria immagine riflessa. E poi la nostra straordinaria storia ha saputo aprirsi una strada persino presso i bambini" una volta, infatti, in una limpida sera dinverno, mentre risalivo insieme al suo autore la Burgstrasse, un ragazzetto impegnato a pattinare simise a farsi beffe di lui, ed egli lo agguant! e lo trascin! per un pezzo sotto la sua pelliccia dorso, a te ben nota, senza che %uesti si ribellasse" ma dopo essere stato nuovamente depositato a terra, e %uando si trov! a distanza opportuna da /hamisso, che aveva continuato a camminare come se niente fosse accaduto, grid! ad alta voce dietro al suo rapitore8 )&e la pagherai, Peter 'chlemihl!*. E cos- penso che la storia del nostro eccentrico amico, anche nella sua nuova e raffinata veste, far# la gioia di molti che non lo hanno conosciuto nella sua frusta 1urt1a del ;<;=" per %uesti e per %uelli sar# comun%ue una sorpresa scoprire, accanto al botanico, circumnavigatore e un tempo ufficiale di alto grado del regno di Prussia, oltre che storiografo del famoso Peter 'chlemihl, anche il lirico, il %uale, che intoni melodie malesi o lituane, dimostra pur sempre di avere il suo cuore di poeta al posto giusto. E perci!, caro 3ou%u$, che tu sia infine ancora una volta ringraziato di cuore per aver provveduto alla prima edizione, e ricevi con i nostri amici i miei auguri per %uesta seconda. Eduard Citzig Berlino, gennaio 18#$ I 0opo una traversata felice, ma per me comun%ue assai penosa, raggiungemmo finalmente il porto. Bon appena toccai terra con la nave, mi caricai dei miei pochi averi e, facendomi largo a fatica in mezzo a una folla brulicante, entrai nella pi, vicina e modesta casa davanti alla %uale vidi pendere uninsegna. /hiesi una stanza, il garzone mi s%uadr! con una sola occhiata e mi condusse nella soffitta. &i feci portare dellac%ua fresca e indicare con precisione dove potessi trovare il signor Thomas 5ohn8 )0avanti alla porta a nord, la prima casa di campagna a man destra, una grande villa nuova, di marmo bianco e rosso, con molte colonne*. Bene. Era ancora troppo presto, e io sciolsi il mio fagotto, ne trassi fuori la giubba nera appena rivoltata, mi infilai ben lindo e pulito nei miei vestiti migliori, mi misi in tasca la lettera di raccomandazione, e mi avviai di buona lena verso la casa di colui nel %uale erano riposte tutte le mie modeste speranze. 0opo aver percorso %uantera lunga la strada a settentrione, e aver raggiunto la porta, scorsi immediatamente le colonne che risplendevano nel verde. )7 %ui, dun%ue* pensai. &i spolverai le scarpe con il fazzoletto, mi aggiustai il fiocco e tirai il campanello, non senza essermi raccomandato lanima a 0io. La porta si spalanc!. .llingresso dovetti subire un vero e proprio interrogatorio, ma infine il portiere mi fece annunciare, e io ebbi lonore di essere convocato nel parco, dove il signor 5ohn si intratteneva con una piccola compagnia. Diconobbi immediatamente luomo dal lustro della sua pingue aria di sufficienza. Egli mi ricevette molto bene, proprio come fa un ricco con un povero diavolo, si volt! persino verso di me, senza peraltro distogliersi dai suoi amici, e mi prese di mano la lettera che gli porgevo. ).h, ecco! 0i mio fratello... + da tanto che non ho sue notizie. 7 in buona salute(... Laggi,* continu! rivolto alla compagnia, senza neppure aspettare la risposta, )l# far! costruire il nuovo edificio*. Duppe il sigillo senza interrompere il discorso, che aveva per oggetto la ricchezza. )/hi non + padrone di almeno un milione* butt! l-, )+, mi si perdoni la parola, un mascalzone!*. )@h, com+ vero!* esclamai con piena e traboccante partecipazione. 2uesto dovette piacergli, perch$ mi sorrise dicendo8 )Desti %ui, caro amico, e forse dopo avr! il tempo di dirle che cosa ne penso* e indic! la lettera, che subito si mise in tasca, rivolgendosi poi nuovamente alla compagnia. @ffr- il braccio a una giovane signora, altri signori si fecero attorno alle altre belle dame, ciascuno trov! chi faceva al suo caso, e ci si incammin! verso la collina fiorita di rose. Io mi misi dietro a loro, senza riuscire importuno ad alcuno, visto che pi, anima viva si curava di me. La compagnia era molto allegra, si amoreggiava e si scherzava, di tanto in tanto si parlava di cose leggere con gravit#, pi, spesso per! con leggerezza di cose gravi, e con tutta tran%uillit# ci si prendeva gioco di amici assenti e dei loro affari. &a io ero troppo estraneo per capir molto di tutto ci!, troppo preoccupato e chiuso in me stesso per cogliere il senso di certi sottintesi. .vevamo ormai raggiunto il roseto. La bella 3annE, evidentemente la regina della giornata, ebbe il capriccio di spezzare da s$ un ramo fiorito, si fer- con una spina, e, %uasi sgorgando dalle scure rose, la porpora del sangue le inond! la mano delicata. 2uesto evento mise in agitazione lintera compagnia. /i si affann! a cercare del cerotto inglese. 6n uomo attempato, silenzioso, smilzo, scavato e lungo lungo, che ci camminava accanto, ma che non avevo ancora notato, si infil! allistante la mano nella stretta tasca dellanti%uata redingote di taffett# grigio, ne estrasse una piccola borsa, la apr-, e con un inchino osse%uioso porse alla dama %uanto richiesto. Ella lo prese senza fare attenzione al donatore e senza ringraziarlo, la ferita venne fasciata, e si prosegu- alla volta del colle, dalla cui cima si poteva godere lampia vista sul verde labirinto del parco, fino allo sconfinato oceano. La visuale era davvero sterminata e grandiosa. 6n punto luminoso apparve allorizzonte tra i cupi flutti e lazzurro del cielo. ). me un cannocchiale!* ordin! il signor 5ohn, e prima ancora che si mettesse in moto la servit,, apparsa alla chiamata, luomo in grigio, con un inchino discreto, si era gi# infilato la mano in tasca, ne aveva tratto un bel 0ollond e lo aveva consegnato al signor 5ohn. 2uesti, portandoselo subito allocchio, inform! la compagnia che si trattava della nave salpata il giorno precedente, che i venti contrari avevano mantenuto in vista del porto. Il cannocchiale pass! di mano in mano e non torn! in %uella del proprietario" ma io guardai luomo con meraviglia, senza riuscire a capire come %uel grosso strumento fosse potuto uscire dalla minuscola tasca" nessuno per! sembrava aver notato il fatto, n$ ci si curava delluomo in grigio pi, che di me. 4ennero offerti i rinfreschi, la frutta pi, rara proveniente da ogni regione, posta nei vassoi pi, preziosi. Il signor 5ohn, facendo gli onori di casa con leggero distacco, mi rivolse per la seconda volta la parola8 )&angi dun%ue" in mare, %uesto non lha certo avuto*. Io mi inchinai, ma lui non se ne accorse, parlava gi# con %ualcun altro. /i si sarebbe volentieri accampati sullerba, sul pend-o del colle, di fronte allaperto e ampio paesaggio, non fosse stato per lumidit# del terreno. 'arebbe stata davvero una cosa divina, comment! %ualcuno della compagnia, poter avere a disposizione dei tappeti persiani da stendere l-. Il desiderio non era ancora stato espresso, che luomo dallabito grigio infil! la mano in tasca e, con gesti discreti e umili, si adoper! per estrarne un ricco tappeto persiano ricamato in oro. I servitori lo presero in consegna, %uasi fosse cosa del tutto naturale, e lo distesero nel luogo scelto. Tutta la compagnia vi prese posto senza tante cerimonie" e io, sbalordito, guardai nuovamente luomo, la tasca, il tappeto, il %uale misurava pi, di venti passi di lunghezza e dieci di larghezza, e mi stropicciai gli occhi, senza sapere che cosa dovessi pensare, soprattutto perch$ nessuno ci trovava niente di straordinario. &i sarebbe piaciuto sapere %ualcosa di lui, e avrei chiesto volentieri chi fosse, soltanto non sapevo a chi potessi rivolgermi, poich$ ero %uasi pi, in soggezione con i signori servitori che con i signori serviti. 3inalmente mi feci animo e mi avvicinai a un giovane signore, che mi sembrava di aspetto pi, modesto degli altri, e che spesso era rimasto da solo. . bassa voce lo pregai di dirmi chi fosse %uelluomo servizievole con labito grigio. )2uello che sembra la cima di un refe sfuggito allago di un sarto(*. )'-, %uello che sta da solo*. )Bon lo conosco* mi disse per tutta risposta e, evidentemente per evitare una pi, lunga conversazione con me, si allontan! mettendosi poi a parlare di cose del tutto indifferenti con un altro. Il sole cominciava ora a essere pi, forte, facendosi fastidioso per le dame" la bella 3annE si gir! con noncuranza verso il signore in grigio al %uale, per %uanto ne sapevo io, ancora nessuno aveva rivolto la parola, chiedendogli con leggerezza se per caso non avesse con s$ anche una tenda. Egli le rispose con un profondo inchino, %uasi gli fosse capitato un immeritato onore, e subito mise mano alla tasca, dalla %uale vidi saltar fuori stoffa, pioli, corde, ferri, in breve tutto loccorrente per un magnifico padiglione. I signori pi, giovani aiutarono a distenderlo, ed esso ricopr- lintera superficie del tappeto... e tuttavia nessuno ci trovava ancora niente di straordinario... Io mi sentivo gi# da tempo a disagio, e anzi in preda a orribili sensazioni, %uandecco che, appena espresso il successivo desiderio, vidi saltar fuori dalla sua tasca tre cavalli, tre morelli splendidi, grandi, ti dico, con tanto di sella e finimenti. &a pensaci un po, 0io santo! .ncora tre cavalli sellati da %uella stessa tasca, dalla %uale erano usciti fuori una borsa, un cannocchiale, un tappeto in tessuto lungo venti passi e largo dieci e un padiglione di pari grandezza, completo di tutti i suoi ferrie pioli! 'e non ti assicurassi di aver visto tutto %uesto con i miei propri occhi, tu certo non potresti credermi. Per %uanto impacciato e modesto mi apparisse %uelluomo, e per %uanto ben poca attenzione egli ricevesse dagli altri, tuttavia la sua pallida figura, da cui non riuscivo a distogliere lo sguardo, mi divenne cos- in%uietante da non poterla sopportare pi, a lungo. 0ecisi dun%ue di sottrarmi alla compagnia, cosa che, visto il ruolo insignificante che vi occupavo, mi apparve assai facile. 4olevo ritornarmene in citt#, e ritentare la mattina seguente la fortuna presso il signor 5ohn e, %ualora ne avessi trovato il coraggio, chiedergli notizie del bizzarro signore in grigio. .h, se mi fosse riuscito di svignarmela davvero cos-! &i ero gi# felicemente spinto oltre il roseto gi, per la collina, e mi trovavo in mezzo a una radura erbosa, %uando, temendo di essere sorpreso a camminare sul prato e non sul sentiero, mi gettai attorno uno sguardo furtivo. E %uale non fu il mio spavento %uando mi vidi alle spalle, diretto verso di me, luomo dalla giubba grigia. Daggiuntomi, si tolse immediatamente il cappello con un inchino profondissimo, %uale nessuno mi aveva mai rivolto prima di allora. Bon cerano dubbi che volesse parlarmi, e io non potevo certo impedirlo senza mostrarmi villano. &i tolsi anchio il cappello, mi inchinai a mia volta, e restai l# sotto il sole a capo scoperto, come abbarbicato al suolo. Lo fissavo terrorizzato, come un uccello immobilizzato da un serpente. &a anchegli appariva imbarazzato" non alzando mai lo sguardo, si inchin! ancora ripetutamente, mi venne pi, vicino e mi rivolse infine la parola con voce bassa e incerta, %uasi nel tono di chi chiede unelemosina. )Il signore voglia perdonare la mia indiscrezione, se oso presentarmi a lei pur senza conoscerla... ma ho una preghiera. 'e mi facesse la grazia di consentire...*. )&a per lamor di 0io, signore!* lo interruppi impaurito. )/he cosa potrei mai fare per un uomo che...* e %ui ci arrestammo entrambi, facendoci, cos- almeno mi pare, rossi in volto. 0opo un attimo di silenzio egli prese nuovamente la parola8 )0urante il breve tempo nel %uale ho goduto della fortuna di trovarmi accanto a lei, ho avuto modo, mi permetta di dirlo, di osservare diverse volte con inesprimibile ammirazione la bella, bella ombra che lei, con una certa %ual nobile noncuranza e senza %uasi farci caso, proietta di s$ al sole, %uella straordinaria ombra l- ai suoi piedi. &i perdoni la richiesta, che + certo sfacciata" ma non sarebbe per caso disposto a cedermi %uesta sua ombra(* Tac%ue, e a me parve avere in testa la ruota di un mulino. /he dovevo dire dellincredibile proposta di comprare la mia ombra( 0eve essere pazzo, pensai, e allora, con tono mutato e pi, adatto allumilt# del suo, replicai8 )&a domando e dico, mio buon amico, la vostra stessa ombra non + forse gi# abbastanza( 2uesto + %uello che io chiamo un commercio davvero fuori del comune* &a egli replic! subito8 )In tasca per! io ho %ualcosa che al signore potrebbe apparire non del tutto privo di valore" per %uesta inestimabile ombra non c+ davvero prezzo che tenga* . ricordarmi di %uella tasca, mi vennero di nuovo i brividi nella schiena, e non seppi pi, come avessi potuto chiamarlo mio buon amico. Presi di nuovo a parlare, cercando con infinita cortesia di fare il possibile per accattivarmelo. )&a, signor mio, perdoni il suo umilissimo servo. 'oltanto non capisco troppo bene cosa lei intenda fare, e come potreimai cedere la mia ombra...*. Egli mi interruppe8 )Io la prego solo di consentire che io prelevi immediatamente da terra %uesta nobile ombra, e che me la prenda" come, + affar mio. Per contro, come segno della mia riconoscenza per il signore, le lascio la scelta fra tutti i tesori che mi porto in tasca8 dellautentica radice di solano, della mandragora, e poi monetine magiche, un tallero ladro, la tovaglia del garzone di @rlando, un diavolo in bottiglia a buon prezzo" ma no, tutto %uesto non fa davvero per lei" molto meglio sarebbe il berretto dei desideri di 3ortunatus, rimesso completamente a nuovo" oppure una borsa dei desideri, proprio comera la sua...*. )La borsa di 3ortunatus* lo interruppi, e, nonostante la mia paura, con %uella semplice parola egli mi aveva catturato lanima. 3ui colto da un capogiro, e davanti agli occhi mi balen! uno sfavill-o di ducati doro... )Il signore voglia degnarsi di ispezionare e sperimentare %uesta borsa*. 'i infil! la mano in tasca e ne trasse, tirandolo per due bei cordoncini di pelle, un borsellino di media grandezza in robusto cuoio di /ordova saldamente cucito, e me lo consegn!. 4i introdussi la mano, e ne estrassi dieci monete doro, e altre dieci, %uindi ancora dieci, e poi di nuovo altre dieci. 9li tesi subito la mano8 )0accordo! .ffare fatto, per il borsellino vi cedo la mia ombra*. Laltro annu-, si inginocchi! senza indugio ai miei piedi, e io lo vidi staccare piano piano da terra con mirabile perizia la mia ombra %uantera lunga, sollevarla, arrotolarla e piegarla, e infine mettersela in tasca. 2uindi si alz!, mi si inchin! ancora una volta, e scomparve dietro i cespugli di rose. E l# mi sembra di averlo sentito ridacchiare tra s$ e s$. &a io tenevo la borsa ben stretta per i cordoncini, tuttintorno la terra era illuminata dal sole, e in me ancora non cera coscienza dellaccaduto. II Infine tornai in me, e mi affrettai ad abbandonare %uel luogo, dove speravo di non avere pi, nulla da fare. Per prima cosa mi riempii le tasche doro, poi mi legai le cordicelle della borsa ben strette attorno al collo, nascondendomela sul petto. 6scii dal parco senza che nessuno si accorgesse di me, raggiunsi la strada maestra, e presi la direzione della citt#. &a %uando, immerso nei miei pensieri, mi avvicinai alla porta, sentii gridare dietro di me8 )'ignore! Ehi! 9iovine! 'tia a sentire!*. &i guardai intorno, e vidi che a chiamarmi era una vecchia8 )Badi, signore, che ha perduto la sua ombra*. )9razie, nonnina*. Le gettai una moneta doro per il benevolo ammonimento, e mi addentrai fra gli alberi. &a, giunto che fui alla porta, mi tocc! di udire la sentinella che diceva8 )E %uel signore, la sua ombra dove lha lasciata(*" e subito dopo, alcune donne8 )9es, &aria! 2uel poveretto non ha lombra!*. La cosa cominciava a infastidirmi, ed evitai allora con molta cura di espormi al sole. &a %uesto non era ovun%ue possibile, per esempio sullampia strada che dovetti attraversare, per colmo di sfortuna, proprio nel momento in cui i ragazzi uscivano da scuola. E un maledetto monello gobbo, me lo vedo ancora davanti, si accorse al volo che mi mancava lombra. /on grande schiamazzo mi denunci! immediatamente a tutta la giovent, letterata del %uartiere, la %uale cominci! subito a sfottermi e a farmi bersaglio di lanci di fango. )La gente normale fa in modo di portarsi dietro lombra, %uando cammina al sole*. Per levarmeli di torno, gettai ai loro piedi intere manciate doro, e saltai su una carrozza a nolo, a raggiungere la %uale mi aiutarono alcune anime misericordiose. Bon appena mi trovai solo nella vettura scoppiai a piangere amaramente. .llora forse nac%ue in me il sospetto che, se sulla terra loro vale pi, della virt, e del merito, lombra per! possiede un valore pi, alto delloro stesso" e io, che prima avevo sempre sacrificato la ricchezza alla mia coscienza, mi trovavo ora ad aver dato via la mia ombra per il vile denaro. /he cosa sarebbe ancora potuto accadermi in %uesto mondo! Ero ancora sconvolto, %uando la carrozza si arrest! dinanzi alla mia vecchia locanda" rabbrividii alla sola idea di rimettere piede in %uella s%uallida soffitta. 3eci ritirare le mie cose, raccolsi con noncuranza il mio povero fagottello, gettai l- alcune monete doro, e ordinai di condurmi davanti al miglior albergo. Ledificio era situato a nord, cosicch$ non avevo da temere il sole. Licenziai il cocchiere con %ualche moneta doro, mi feci assegnare le migliori stanze sul davanti, e mi ci rinchiusi dentro non appena potei. /he cosa credi tu che io abbia fatto allora( &io carissimo /hamisso, il confessartelo mi fa arrossire. Tirai fuori dal mio petto %uella sciagurata borsa, e con una sorta di rabbia, che, simile a un fiammeggiante incendio, si accresceva in me alimentandosi in se stessa, ne trassi fuori oro, e oro, e oro, sempre pi, oro, che sparpagliai sul pavimento, calpestai e feci tintinnare, pascendo il mio povero cuore al suo sfavill-o e al suo suono, e gettando sempre pi, metallo sul metallo, finch$ sfinito non caddi io stesso sul ricco tappeto e, al colmo della delizia, mi ci rotolai e voltolai sopra. /os- pass! il giorno, e poi la sera, senza che aprissi affatto la porta, e la notte mi sorprese sdraiato sulloro, dove infine mi colse il sonno. .llora sognai di te, ed era come se stessi dietro la porta avetri del tuo piccolo studio, e da l- ti vedessi seduto al tuotavolo da lavoro, tra uno scheletro e un fascio di piante essiccate, aperti davanti a te Caller, Cumboldt e Linn$, sul tuo divano un volume di 9oethe e *+anello "atato, io guardavo lungamente te ed ogni cosa nella stanza, poi di nuovo te, ma tu non ti muovevi, non trattenevi neanche il fiato, eri morto. &i svegliai. 0oveva essere ancora molto presto. Il mio orologio era fermo. &i sentivo le membra spezzate, e avevo fame e sete" dalla mattina precedente non avevo mangiato nulla. /on fastidio e disgusto allontanai da me %uelloro, col %uale poco tempo prima avevo saziato il mio folle cuore" ero infastidito e non sapevo pi, che farne. /erto non poteva restare l- in terra, e la borsa non voleva saperne di inghiottirlo di nuovo. Bessuna delle mie finestre si apriva verso il mare. 0ovetti risolvermi a trasportarlo, con grande fatica e sudore, fin dentro un grande armadio, che si trovava in un ripostiglio attiguo, e a stiparvelo dentro. Be lasciai a terra solo %ualche manciata. 0opo aver ultimato il lavoro, mi accasciai sfinito su una poltrona e attesi che %ualcuno in casa desse segno di vita. Bon appena fu possibile, mi feci portare da mangiare, e feci chiamare lalbergatore. /on costui discussi della futura sistemazione del mio appartamento. Per il mio servizio personale egli mi consigli! un certo Bendel, la cui aria assennata e leale mi con%uist! immediatamente. Ed + lui la persona che da %uel momento mi fu di conforto con la sua devozione e mi accompagn! attraverso le miserie della vita, aiutandomi a sopportare il mio cupo destino. Trascorsi lintera giornata nelle mie stanze con servitori in cerca di padrone, calzolai, sarti e commercianti, mi rifornii per bene, ac%uistai soprattutto moltissimi gioielli e pietre preziose, per liberarmi almeno in parte del molto oro accumulato" ma non mi sembrava affatto che il mucchio riuscisse a scemare. 3rattanto ero sospeso tra i pi, angosciosi dubbi circa la mia situazione. Bon osavo mettere piede fuori della porta e la sera feci accendere nel salone %uaranta candele di cera prima di uscire dalloscurit#. Dicordavo infatti con raccapriccio la spaventosa scena con gli scolari. 0ecisi infine, per %uanto mi ci volesse molto coraggio a farlo, di saggiare ancora una volta la pubblica opinione. Le notti, in %uella fase, erano di luna piena. . tarda sera mi gettai addosso un ampio mantello, mi calai il cappello fin sugli occhi e, tremando come un criminale, scivolai fuori dallalbergo. 'oltanto %uando fui in un luogo deserto uscii dallombra delle case che mi avevano protetto fino a %uel punto, e avanzai nella piena luce lunare" pronto a conoscere il mio destino dalla bocca dei passanti. Disparmiami, caro amico, la dolorosa ripetizione di tutto ci! che dovetti patire. Le donne manifestavano spesso la profonda compassione che provavano per me" manifestazioni che mi trafiggevano il cuore non meno del dileggio della giovent, e dellaltezzoso disprezzo degli uomini, soprattutto di %uelli grassi e corpulenti, che gettavano una larga ombra. 6na bella e leggiadra fanciulla che, a %uanto pareva, accompagnava i genitori, mentre essi circospetti non guardavano al di l# dei loro piedi, gett! il suo luminoso sguardo su di me" ma, notando lassenza della mia ombra, ne fu visibilmente spaventata, si copr- col velo il bel volto, abbass! il capo, e pass! oltre senza profferire parola. 0i pi, non potei sopportare. 3iotti salati sgorgarono dai miei occhi, e con il cuore spezzato mi ritrassi vacillando nelloscurit#. 0ovetti appoggiarmi alle case per sostenere i miei passi, e giunsi alla mia abitazione che era gi# tardi. Trascorsi la nottata insonne. Il giorno seguente la mia prima preoccupazione fu %uella di far cercare dappertutto luomo dallabito grigio. 3orse sarei riuscito a ritrovarlo, e allora %uale felicit# se anche lui, come me, si fosse intanto pentito del folle affare. 3eci venire da me Bendel, che sembrava dotato di destrezza e abilit#" gli descrissi con esattezza luomo che aveva in suo possesso un tesoro senza il %uale la mia vita non sarebbe stata ormai che tormento. 9li dissi il giorno, il luogo in cui lo avevo incontrato" gli descrissi tutti i presenti, e aggiunsi anche che doveva informarsi di un cannocchiale 0ollond, di un tappeto persiano in tessuto doro, di un padiglione e infine dei neri purosangue, la cui storia, gli dissi, senza peraltro specificare in %uale modo, era legata allenigmatico personaggio che era apparso a tutti insignificante, ma la cui apparizione aveva distrutto la pace e la felicit# della mia vita. 3inito che ebbi il discorso, presi delloro, tutto il carico che riuscii a trasportare, e vi aggiunsi pietre preziose e gioielli per un grande valore. )Bendel* dissi, )%uesto appiana molte strade e rende facile persino ci! che prima appariva impossibile" non esserne avaro, come non lo sono io. @ra va, e rallegra il tuo signore con le notizie nelle %uali + riposta la sua unica speranza*. Egli part-. Torn! tardi e sconsolato. Bessuno dei servitori del signor 5ohn, nessuno dei suoi ospiti, ed egli aveva parlato con tutti, riusciva a ricordare nemmeno lontanamente luomo dalla giacca grigia. Il nuovo telescopio stava l#, ma nessuno sapeva da dove fosse arrivato" il tappeto, il padiglione, erano ancora aperti e dispiegati sullo stesso colle, i servi decantavano la ricchezza del loro padrone, ma nessuno era a conoscenza dellorigine di %ueste nuove cose preziose. Egli stesso ne era compiaciuto, e non gli importava di ignorare da dove gli fossero giunte" i cavalli li tenevano nelle loro stalle i giovani signori che li avevano montati, i %uali lodavano la generosit# del signor 5ohn, che %uel giorno gliene aveva fatto dono. Tutto ci! emerse dallesauriente racconto di Bendel, il cui fervido zelo e lintelligente condotta meritavano le mie lodi, anche se il risultato era stato infruttuoso. &alinconicamente gli feci cenno di lasciarmi solo. )3in %ui* riprese per! egli, )ho presentato al mio padrone il resoconto delle situazioni che pi, gli premevano. &i resta ora da assolvere un incarico che mi + stato dato stamattina da una persona che ho incontrato davanti alla porta, mentre uscivo per avviarmi a %uestaffare, nel %uale sono stato tanto poco fortunato. Le parole esatte delluomo furono8 F0ite al signor Peter 'chlemihl che non mi vedr# pi, da %ueste parti perch$ me ne vado oltremare, e anzi un vento propizio mi spinge ad affrettarmi al porto. &a tra un anno e un giorno avr! lonore di venire io stesso a fargli visita e di proporgli un altro affare, che forse gli riuscir# accettabile. Porgetegli i miei devoti osse%ui, e assicuratelo della mia riconoscenzaF. 9li ho chiesto chi fosse, ma egli mi ha risposto che lei lo conosce gi#*. )/he aspetto aveva %uestuomo(* chiesi io, carico di presentimenti. E Bendel mi descrisse fedelmente, tratto per tratto, parola per parola, luomo dallabito grigio, proprio come nel suo racconto precedente aveva menzionato colui del %uale era andato in cerca. )'ciagurato!* gridai allora io torcendomi le mani, )era proprio lui!* e fu come se gli cadesse la benda dagli occhi. )'-, era lui, era lui per davvero!* grid! in preda allagitazione e al terrore, )e io, cieco e stupido, non lho riconosciuto e ho tradito il mio padrone!* .llora, piangendo a calde lacrime, proruppe nei pi, amari rimproveri contro se stesso, e la disperazione in cui era sprofondato ispir! persino a me compassione. Lo consolai, lo rassicurai ripetutamente del fatto che non nutrivo il bench$ minimo dubbio circa la sua fedelt#, e lo spedii immediatamente al porto per seguire, per %uanto possibile, le tracce del bizzarro uomo. &a %uella stessa mattina erano salpate molte navi, che erano state trattenute nel porto da venti contrari, tutte in direzione degli angoli e delle coste pi, diversi del mondo, e luomo in grigio era scomparso senza lasciar tracce, proprio come unombra. III . che potrebbero mai servire le ali a colui che + inchiodato a catene di ferro( Esse non farebbero che arrecargli una ancor pi, terribile disperazione. Io languivo, come 3affner presso il suo tesoro, lontano da ogni umano conforto, accanto a %uelloro che il mio cuore non amava, e che anzi rifuggiva, e a causa del %uale mi vedevo ormai escluso da ogni forma di vita. /onservando per me solo il mio oscuro segreto, nutrivo timore anche dellultimo dei miei servi, che tuttavia invidiavo" %uesti, infatti, possedeva unombra, e poteva farsi vedere alla luce del sole. Bella solitudine della mia stanza trascorrevo come in lutto i giorni e le notti, e la pena mi consumava il cuore. &a anche un altro si struggeva sotto i miei occhi, il mio fedele Bendel, che non cessava un istante di tormentarsi con muti rimproveri per aver tradito la fiducia del suo buon padrone, e per non aver riconosciuto colui del %uale era stato mandato in cerca, mentre avrebbe invece dovuto pensare che proprio con lui il mio triste destino era strettamente intrecciato. &a io non potevo certo fargliene una colpa, riconoscendo negli avvenimenti la natura fantastica dello sconosciuto. Per non lasciare comun%ue nulla di intentato, un giorno inviai Bendel, con un prezioso anello di brillanti, dal pi, famoso pittore della citt#, invitandolo a venirmi a trovare. Egli venne, io allontanai tutti i servitori, chiusi la porta, mi sedetti vicino alluomo e, dopo aver lodato la sua arte, col cuore grave di tristezza venni al dun%ue, non senza avergli fatto prima giurare la massima segretezza. )Professore* continuai, )lei sarebbe forse in grado di dipingere, a un uomo che nel pi, sfortunato dei modi al mondo + stato privato della propria ombra, unombra posticcia(*. )Lei intende lombra che ciascuno getta di s$(*. )Proprio %uella*. )&a* mi chiese egli ancora, )per %uale inettitudine, per %uale negligenza costui ha potuto perdere la propria ombra(*. )/ome ci! sia accaduto* replicai io, )+ del tutto indifferente, comun%ue + andata cos-*. E mentendogli spudoratamente continuai8 )In Dussia, dove egli fece un viaggio linverno scorso, per via delleccezionale freddo gli si congel! lombra a terra in modo tale, che non gli riusc- pi, di riprendersela*. )Lombra posticcia che io potrei dipingergli* replic! il professore, )potrebbe essere soltanto unombra che egli, al minimo movimento, perderebbe di nuovo... soprattutto essendo una persona che, come si pu! dedurre dal suo racconto, aderiva tanto poco alla sua ombra innata" chi non ha ombra, non vada al sole, %uesta mi pare la cosa pi, ragionevole e pi, sicura*. 'i alz! e se ne and!, trafiggendomi con uno sguardo che il mio non riusc- a sopportare. Dicaddi a sedere, nascondendomi il viso tra le mani. /os- mi trov! Bendel al suo rientro. 4edendo il dolore del suo signore, fece per ritirarsi, mesto e rispettoso. Io alzai lo sguardo e, schiacciato dal peso della mia disgrazia, sentii il bisogno di dividerlo con lui. )Bendel* esclamai, )Bendel! Tu che sei il solo ad assistere e a rispettare il mio dolore, senza chiederne il perch$, tu che sembri volerlo condividere, silenzioso e devoto, vieni %ui, Bendel, e sii il pi, vicino al mio cuore. I tesori del mio oro non li ho nascosti ai tuoi occhi, e cos- non voglio occultarti i tesori della mia pena. Bendel, non abbandonarmi. Bendel, tu mi conosci ricco, generoso, benevolo, tu pensi che il mondo dovrebbe onorarmi, e invece vedi che il mondomi fugge, mi esclude. Bendel, il mondo mi ha giudicato e mi ha scacciato, e anche tu forse ti allontanerai da me %uando conoscerai il mio terribile segreto8 Bendel, io sono ricco, generoso, benevolo, ma... oh, mio 0io!... io non ho ombra!*. )Bon ha ombra(* grid! pieno di terrore il buon giovane, e calde lacrime gli sgorgarono dagli occhi. )&e sventurato, nato per servire un padrone senza ombra!*. 2ui tac%ue, mentre io tenevo ancora il viso nascosto tra le mani. )Bendel* aggiunsi io dopo un poco, tremando. )@ra hai la mia fiducia, ora puoi tradirla. 4a, testimonia contro di me*. Egli appariva in dura lotta con se stesso, ma infine mi si gett! ai piedi, afferrando la mia mano, che inond! di lacrime. )Bo* esclam!, )%ualsiasi cosa pensi il mondo, io non posso n$ voglio abbandonare il mio buon padrone per via della sua ombra, mi comporter! da onesto e non da furbo, rester! con lei, le prester! la mia ombra, laiuter! in tutto ci! che posso, e dove non posso pianger! con lei* 9li gettai le braccia al collo, stupefatto da sentimenti cos- straordinari, poich$ ero convinto che non lo facesse per denaro. 0a %uel momento, il mio destino e anche il mio modo di vivere mutarono un poco. 7 impossibile descrivere con %uanta cura Bendel sapesse celare la mia disgrazia. &i precedeva ovun%ue e mi stava accanto, prevedendo e preparandosi a tutto, e %uando allimprovviso sorgeva minaccioso un pericolo, mi copriva rapidamente con la sua ombra, poich$ era pi, alto e pi, robusto di me. /os- osai ancora avventurarmi tra gli uomini, e iniziai ad avere un ruolo nel mondo. 3ui costretto per! a esibire molti atteggiamenti peculiari e capricciosi. &a essi si addicono ai ricchi, e finch$ la verit# rimaneva nascosta potevo godere di tutti gli onori e le attenzioni che spettavano alla mia ricchezza. 9uardavo con pi, tran%uillit# alla visita promessami, dopo un anno e un giorno, dal misterioso sconosciuto. &i rendevo perfettamente conto che non dovevo fermarmi a lungo nei luoghi dove ero gi# stato visto senza ombra, e dove avrei potuto facilmente essere tradito" forse solo io serbavo il ricordo di come ero comparso a casa del signor 5ohn, ed era un ricordo che mi angosciava" perci! volevo fare %ui %ualche prova, cos- da potermi mostrare altrove con pi, disinvoltura" e invece si verific! un fatto che per un certo tempo mi trattenne per la mia vanit#, che +, negli uomini, il punto in cui lancora trova lappiglio pi, sicuro. Proprio la bella 3annE, che rincontrai in luogo neutrale, senza ricordarsi affatto di avermi gi# conosciuto mi riserv! una certa attenzione, visto che ora possedevo spirito e intelligenza. 2uando parlavo, mi si prestava ascolto, e io stesso non sapevo come fossi giunto allarte di conversare con tanta facilit# e sicurezza. Limpressione che mi accorsi di aver fatto sulla bella mi rese come pazzo, che era appunto ci! che lei desiderava" da %uel momento la seguii, con mille precauzioni, ovun%ue potevo avventurarmi, tra ombre e mezze luci. Ero spinto solo dalla vanit# di farla invaghire di me, perch$, pur con tutta la buona volont#, non riuscivo a farmi scendere %uellubriacatura dalla testa al cuore. &a a %uale scopo ripeterti per filo e per segno tutta %uesta comunissima storia( Tu stesso me lhai raccontata abbastanza spesso a proposito di altre persone dabbene. &a nel bel mezzo della vecchia e ben nota commedia, in cui io recitavo di buon grado una parte trita e banale, sopraggiunse invece, inattesa a me, a lei, a tutti, una catastrofe congegnata in modo del tutto originale. 6na bella sera in cui, secondo %uella che era ormai una mia abitudine, avevo riunito in un giardino una compagnia di persone, me ne andavo passeggiando sottobraccio con %uesta signora, a una certa distanza dal resto degli ospiti, tutto occupato a tornire per lei frasi fatte. Lei, modesta, teneva gli occhi bassi, e ricambiava piano la stretta della mia mano" fu allora che, inaspettatamente, dietro di noi dalle nuvole spunt! la luna, e lei vide soltanto la sua ombra proiettarsi davanti a s$. 'ussult! e guard! sbigottita prima me, poi di nuovo a terra, cercando ansiosamente con gli occhi la mia ombra" e ci! che le pass! per la testa si dipinse nei suoi tratti in un modo cos- singolare, che sarei scoppiato in una sonora risata, se anche a me non fossero corsi dei brividi freddi per la schiena. La lasciai cadere a terra priva di sensi, sfrecciai come una saetta tra i miei ospiti esterrefatti, guadagnai la porta, mi gettai nella prima carrozza e feci ritorno in citt#, dove %uesta volta, e per mia sventura, avevo lasciato laccorto Bendel. 2uando mi vide si spavent!, ma bast! una sola parola a rivelargli tutto.4ennero mandati a prendere immediatamente dei cavalli di posta. /on me volli soltanto uno dei miei uomini, un furfante matricolato di nome Dascal, che si era saputo rendere necessario per via della sua destrezza, e che non poteva immaginare nulla dellincidente di %uel giorno. 2uella stessa notte mi lasciai alle spalle trenta miglia. Bendel era rimasto indietro per disdire la casa, elargire oro e portarmi lindispensabile. 2uando, il giorno dopo, mi raggiunse, mi gettai nelle sue braccia, giurandogli non certo di non commettere pi, pazzie, ma solo di comportarmi in futuro con maggiore prudenza. /ontinuammo il nostro viaggio senza far soste, oltre la frontiera e la montagna, e solo sullaltro versante, ormai separato da %uella terra di sventura da un alto bastione, mi lasciai convincere a riposare dalle fatiche sofferte presso una poco fre%uentata localit# termale che si trovava nei pressi. I# In %uesto mio racconto sar! costretto a sorvolare su un periodo sul %uale invece - e con %uale piacere! - desidererei indugiare, se soltanto mi riuscisse di rievocarne, nel ricordo, lo spirito lieto. &a il colore che lo animava e che solo potrebbe ridargli vita, in me si + spento, e %uando cerco di ritrovare nel mio petto ci! che allora lo gonfiava con tanta forza, il dolore e la felicit#, la candida illusione, allora + come se vanamente battessi contro una roccia che non offre pi, alcuna fonte viva, e 0io si + allontanato da me. /ome mi guarda con altri occhi, oggi, %uesto tempo passato! In %uel luogo di bagni avrei dovuto sostenere un ruolo eroico, ma avendo studiato male la parte ed essendo novellino delle scene, mi impappinai per un paio di occhi azzurri. I genitori, tratti in inganno dalla commedia, si danno da fare per concludere al pi, presto il contratto, e la farsa banale si conclude con una beffa. E %uesto + tutto, tutto! 7 assurdo e insulso, ma anche terribile, che ora mi possa apparire in %uesto modo ci! che allora con tanta ricchezza e potenza gonfiava il mio petto. &ina, come piansi allora, %uando ti perdetti, cos- piango oggi, perch$ ti ho perduta anche dentro di me. 'ono dun%ue diventato tanto vecchio( @ triste ragione! .ncora solo un palpito di %uellora, un attimo di %uella illusione... &a no! 'olitario, nel profondo, deserto mare della tua amara pena, ho ormai da lungo tempo vuotato lultima coppa dello champagne del ;<;;! .vevo mandato avanti Bendel con alcuni sacchi doro, per allestirmi nella cittadina unabitazione consona alle mie esigenze. L# egli aveva distribuito molto denaro, ed aveva raccontato, dellagiato signore che serviva, solo cose vaghe, poich$ io non volevo essere nominato" e tutto ci! port! %uella brava gente a fare strane congetture. Bon appena la casa fu pronta a ricevermi, Bendel fece ritorno da me per condurmici. /i mettemmo dun%ue in viaggio. . circa unora dalla citt#, in una soleggiata pianura, la strada ci venne sbarrata da una folla vestita a festa. La carrozza si arrest!. 6dimmo musica, scampan-i, colpi di cannone, un forte evviva s%uarci! laria... 0avanti allo sportello della carrozza apparve un coro di fanciulle biancovestite di straordinaria bellezza, le %uali per! scomparivano di fronte a una sola tra di loro, come le stelle della notte di fronte al sole. Ella si stacc! dal gruppo delle compagne" la slanciata e delicata figura si inchin! davanti a me, arrossendo intimidita, e mi consegn! su un cuscino di seta una corona intrecciata di rami dalloro, olivo e rose, pronunciando nel discorso anche parole come )&aest#*, )venerazione* e )amore*, che io non compresi, ma il cui suono argentino mi accarezz! lorecchio e mi rap- il cuore" era come se gi# unaltra volta la celeste apparizione fosse passata fluttuando accanto a me. .llora il coro inizi! a cantare le lodi di un buon re e la felicit# del suo popolo. E %uesta scena, mio buon amico, in pieno sole! E lei restava inginocchiata a due passi da me, mentre io, privo di ombra, non potevo saltare %uel baratro, e cadere a mia volta in ginocchio davanti a %uellangelo. @h, che cosa in %uel momento non avrei dato per unombra! &a dovetti nascondere la mia vergogna, la mia paura, la mia disperazione nel profondo di %uella carrozza. 3u Bendel, infine, che torn! in s$ e ag- al mio posto, saltando fuori dallaltro lato della vettura" io lo richiamai e gli porsi, estraendolo dalla cassetta che avevo proprio a portata di mano, un ricco diadema di brillanti, che avrebbe dovuto adornare la bella 3annE. Egli si fece avanti, per! a nome del suo signore, il %uale non poteva n$ voleva accettare %uelle testimonianze onorifiche" doveva essersi verificato un errore" e tuttavia, che i buoni abitanti di %uella citt# fossero tutti ringraziati per il loro gentile pensiero. /os- dicendo, prese dal cuscino la corona che mi veniva offerta, posando al suo posto il diadema di brillanti" poi porse osse%uioso la mano alla fanciulla perch$ si alzasse, e allontan! con un cenno gli ecclesiastici, i notabili e le altre delegazioni. Bessuno pot$ pi, avvicinarsi. Egli fece dividere la folla per far spazio ai cavalli, salt! nuovamente in carrozza, e si ripart- al galoppo in direzione della cittadina, sotto un arco di fronde e fiori, mentre i cannoni continuavano a sparare a salve. La vettura si arrest! davanti alla casa, io raggiunsi con un agile salto la porta, facendomi largo tra la folla che la bramos-a di vedermi aveva richiamato. La plebe gridava evviva sotto le mie finestre, ed io elargii su di essa una pioggia di doppi ducati. La sera, la citt# venne spontaneamente illuminata a festa. E io continuavo a non sapere che cosa significasse tutto ci!, e per chi fossi stato scambiato. 'guinzagliai Dascal in cerca di informazioni. 9li venne raccontato che era ormai notizia accertata che il buon re di Prussia viaggiava nel paese sotto il nome di un conte" che il mio aiutante era stato riconosciuto, e cos- aveva tradito se stesso e me" e infine, come fosse statagrande la gioia %uando si era avuta la certezza di avermi proprio l- sul posto. &a ora, visto che io manifestamente intendevo conservare il pi, stretto incognito, tutti erano disposti ad ammettere di aver avuto davvero torto nel voler sollevare il velo in modo tanto inopportuno. &a io mi ero adirato in modo cos- clemente e generoso... e avrei certo perdonato al buon cuore. . %uel mio pendaglio da forca la cosa era parsa cos- spassosa che egli, rivolgendo a %uella brava gente dure parole di rimprovero, aveva fatto il possibile per rafforzarla temporaneamente nella sua convinzione. Egli me ne fece una relazione molto divertente e, vedendomi da ci! allietato, cerc! di gabellare persino a me la sua cattiva azione per buona. &a - devo proprio ammetterlo( - in realt# mi lusingava il fatto che, seppur cos-, ero stato scambiato per %uella testa coronata. Per la sera seguente feci organizzare una festa sotto gli alberi che ombreggiavano lo spazio davanti alla mia casa, e vi feci invitare lintera citt#. 9razie al misterioso potere della mia borsa, agli sforzi di Bendel e alla viva ingegnosit# di Dascal, riuscimmo ad avere la meglio sul tempo. 7 davvero sorprendente come nello spazio di poche ore tutto venne sistemato con tanta ricchezza e bellezza, il lusso e la magnificenza che ne risultarono" anche lintelligente illuminazione era predisposta in modo tanto accorto da farmi sentire completamente al sicuro. Bon cera pi, nulla di cui preoccuparmi, e dovetti davvero elogiare i miei servitori. 'i fece sera. 9li ospiti mi venivano presentati via via che comparivano. La parola )&aest#* non venne pi, pronunciata" venni invece chiamato, con profonda reverenza e umilt#, )signor conte*. /osa dovevo fare( 3eci in modo che il conte mi andasse a genio, e da allora fui il conte Peter. &a in mezzo a %uella folla in festa, il mio cuore non cercava che lei. /omparve pi, tardi, lei che era la corona della festa e che della mia corona era adorna. &odesta, seguiva i genitori e pareva ignorare che era proprio lei la pi, bella. &i vennero presentati il signor ispettore forestale, sua moglie e sua figlia. 'eppi trovare per i due vecchi parole amabili e gentili" ma davanti alla figlia restai come un ragazzetto colto in fallo, incapace di profferir parola. Infine, balbettando, la pregai di onorare la festa, e di svolgervi lufficio dei cui segni era adorna. Intimidita, chiese con uno sguardo toccante di esserne dispensata" ma io, ancora pi, intimidito di fronte a lei di %uanto non lo fosse lei stessa, %uale primo suddito le resi omaggio con profonda devozione, e il gesto del conte fu per tutti un ordine, cui ciascuno volentieri si affrett! a conformarsi. &aest#, innocenza, grazia, unite alla bellezza, regnavano nella lieta festa. I genitori di &ina, felici, credevano che la loro figlia fosse stata elevata a tale onore per riguardo a loro" e io stesso mi trovavo in un indescrivibile stato di ebbrezza. 3eci mettere tutti i gioielli che ancora avevo, e che avevo ac%uistato in precedenza per liberarmi delleccessivo oro, tutte le perle e le pietre preziose, in due vassoi coperti e a tavola, a nome della regina, li feci distribuire alle sue compagne e a tutte le dame. Intanto, al di sopra delle transenne, veniva ininterrottamente gettato oro sul popolo festante. La mattina seguente Bendel mi confid! con la massima segretezza che i sospetti che da tempo nutriva circa lonest# diDascal si erano ormai trasformati in certezza. Il giorno prima aveva infatti sottratto interi sacchi doro. )Lasciamo comun%ue* replicai io, )che %uel povero imbroglione si goda il suo piccolo bottino" io regalo volentieri a tutti, e perch$ dun%ue non anche a lui( Ieri Dascal, come tutti i nuovi servitori che tu mi hai procurato, mi ha servito proprio a dovere, e mi ha aiutato a godere in serenit# della gioia della festa*. Bon ne parlammo pi,. Dascal rest! il primo dei miei servitori, mentre Bendel era il mio amico e confidente. Egli si era abituato a considerare inesauribile la mia ricchezza, senza curarsi di indagarne le fonti" piuttosto, interpretando i miei desideri, egli mi aiutava ad escogitare nuove opportunit# di esibirla e di sperperare denaro. 0i %uello sconosciuto, del pallido ipocrita, egli sapeva soltanto %uesto" che lui solo poteva sciogliermi dalla maledizione che gravava su di me, e che io lo temevo, anche se in lui era riposta la mia unica speranza. E che, inoltre, ero convinto che egli mi potesse trovare ovun%ue, ma non io lui, e che perci!, in attesa del giorno annunciato, avevo abbandonato ogni ulteriore vana ricerca. La magnificenza della mia festa e il mio comportamento in %uella circostanza, l- per l- non fecero che confermare negli abitanti della citt# la loro prima convinzione. Ben presto tuttavia i giornali rivelarono che il favoloso viaggio del re di Prussia altro non era stato che una dicer-a priva di fondamento. &a ormai ero un re e, che lo volessi o no, re dovevo restare, anzi, uno dei pi, regali e facoltosi che fossero mai esistiti. 'olo, non si sapeva bene %uale. Il mondo per! non ha mai avuto motivo di lamentarsi per la scarsit# di monarchi, almeno ai nostri giorni" e %uella brava gente, che non ne aveva mai visto uno di persona, tirava a indovinare, con ugual fortuna, ora su uno ora sullaltro. &a il conte Peter, in ogni caso, restava sempre %uelche era. 6n giorno, tra gli ospiti della cittadina termale fece la sua apparizione un commerciante, il %uale, sebbene avesse dichiarato bancarotta allo scopo di arricchirsi, godeva della generale considerazione e gettava di s$ unombra bella grande, %uantun%ue un po sbiadita. /ostui voleva far sfoggio delle ricchezze che aveva accumulato, e cos- gli venne addirittura in mentedi mettersi a competere con me. &a io ricorsi alla mia borsa, e in poco tempo %uel povero diavolo fu ridotto a tal punto che, per salvare almeno la reputazione, dovette di nuovo far bancarotta e ritirarsi oltre le montagne. /os- me ne liberai. In %uella regione ho creato molti sfaccendati e fannulloni! Bonostante il lusso e la prodigalit# davvero regali con cui mi con%uistavo tutto, nella mia casa vivevo in modo semplice e molto ritirato. La massima cautela era la mia regola di vita, e nessuno, con nessun pretesto, se non Bendel stesso, poteva accedere alla stanza in cui io mi trovavo. 3inch$ splendeva il sole vi restavo chiuso dentro insieme a lui. Il conte lavora nel suo studio, si diceva. .vevano a che fare con %uesto lavoro anche i fre%uenti corrieri che, per ogni minuzia, spedivo e ricevevo. 'olo alla sera, sotto i miei alberi o nel salone illuminato con perizia e sfarzo secondo le disposizioni di Bendel, accettavo compagnia. 2uando uscivo, con Bendel che mi sorvegliava costantemente con i suoi occhi d.rgo, era solo per dirigermi nel giardino dellispettore forestale, e per amore di una sola" perch$ il sentimento pi, segreto e profondo della mia vita era il mio amore. @h, mio buon /hamisso, voglio sperare che tu non abbia ancora dimenticato che cosa + lamore! E %ui lascio tutto alla tua immaginazione. &ina era veramente una fanciulla degna di amore, buona e pia. Io avevo saputo catturare tutta la sua fantasia e, nella sua umilt#, ella ignorava in %ual modo fosse stata degna di essere la sola su cui avessi posato lo sguardo" ricambiava lamore con lamore, con tutto il giovanile impeto di un cuore innocente. .mava come solo una donna sa fare, sacrificando e dimenticando se stessa, abbandonandosi a colui che era tutta la sua vita, incurante di dover ella stessa soccombere" insomma, amava davvero. Io invece :oh, %uali ore terribili... terribili, eppur degne di essere ricordate con rimpianto> ho pianto a lungo sul petto di Bendel, %uando, tornato in me dopo la prima inconsapevole ebbrezza, mi sono guardato severamente perch$, privo di ombra, avevo causato con subdolo egoismo la rovina di %uellangelo, la cui anima pura avevo rubato con la menzogna! @ra prendevo la decisione di denunciarmi a &ina, ora mi compiacevo di giurare solennemente che mi sarei strappato da lei e sarei fuggito lontano, ora scoppiavo di nuovo in pianto ed escogitavo con Bendel il modo per farle visita, a sera, nel giardino dellispettore forestale. In altri momenti mi abbandonavo alla speranza di unimminente visita dello sconosciuto in grigio, e poi piangevo di nuovo, dopo aver cercato inutilmente di credervi. .vevo calcolato il giorno in cui mi aspettavo di rivedere %uel demonio" aveva detto tra un anno e un giorno, e io credevo alla sua parola. I genitori erano bravi vecchi rispettabili, che amavano moltissimo la loro unica figlia" tutta la nostra storia, di cui si resero conto ben presto, fu per loro una sorpresa, e non sapevano come comportarsi. Bon avevano mai immaginato che il conte Peter potesse anche solo pensare alla loro figliola, mentre ora egli la amava e ne era riamato. La madre, del resto, era sufficientemente ambiziosa per pensare alla possibilit# di un legame, e per darsi da fare a %uesto scopo" ma il sano buonsenso del vecchio non lasciava spazio a tali esagerate speranze. Entrambi, tuttavia, erano convinti della sincerit# del mio amore, e non potevano far altro che pregare per la loro figliola. &i capita tra le mani una lettera di &ina, che ancora conservo da allora. '-, %uesti sono i suoi accenti! 4oglio trascrivertela. )'ono una debole, folle ragazza, e immagino che il mio amato, poich$ io lo amo tanto, tanto profondamente, non possa mai far del male a una povera ragazza. @h, tu sei cos- buono, cos- indicibilmente buono" ma non fraintendermi. Tu non devi sacrificarmi nulla, non devi volermi sacrificare nulla" 0io mio, potrei odiare me stessa, se tu lo facessi! Bo. Tu mi hai resa infinitamente felice, mi hai insegnato ad amarti. @ra allontanati! /onosco bene il mio destino, il conte Peter non appartiene a me, ma al mondo. E come sar! orgogliosa udendo dire" + stato lui, e %ui ancora lui, e %uesto + lui che lha fatto" l# lo hanno adorato, e l# ancora venerato. 4edi, %uando penso a %uesto, sono in collera con te per aver dimenticato il tuo nobile destino, per una fanciulla semplice come me. .llontanati da me, ora, altrimenti %uesto pensiero mi far# soffrire ancor pi,, dopo che, ahim+, grazie a te sono stata cos- felice, cos- beata. Bon ho forse intrecciato anche nella tua vita, come nella corona che ebbi lonore di offrirti, un ramoscello dolivo e un bocciolo di rosa( Io ti ho nel cuore, mio amato, non aver paura di allontanarti da me... Io morir!, s-, ma cos- felice, cos- incredibilmente felice grazie a te!*. Puoi ben immaginare come %ueste parole mi trafiggessero il cuore. Le spiegai allora che non ero affatto ci! che la gente sembrava credermi" bens- soltanto un uomo ricco, ma infinitamente infelice. 'u di me gravava una maledizione, che doveva restare lunico segreto tra me e lei, perch$ conservavo ancora la speranza di poterne essere liberato. 2uesto era ci! che avvelenava i miei giorni" il fatto che avrei potuto trascinarla con me nellabisso, lei, che era la sola luce, la sola felicit#, lunico cuore della mia vita. Lei riprese allora a piangere, vedendomi tanto infelice. .h, era cos- piena di affetto, cos- buona! Per risparmiarmi anche una sola lacrima, ella avrebbe, e con %uale gioia, sacrificato tutta se stessa. &a &ina era ancora ben lontana dal comprendere il vero senso delle mie parole, e immaginava che fossi un principe colpito da un crudele esilio, o un %ualche alto personaggio proscritto, e la sua immaginazione si affannava cos- a dipingersi grandiosamente lamato in %uadri eroici. .llora le dissi8 )&ina, lultimo giorno del mese prossimo pu! mutare e decidere la mia sorte" se ci! non accade, dovr! morire, perch$ non voglio renderti infelice*. Ella, piangendo, nascose il viso sul mio petto. )'e il tuo destino cambier#, lascia soltanto che io ti sappia felice, non reclamo alcun diritto su di te. &a se sei infelice, legami alla tua infelicit#, perch$ ti aiuti a sopportarla*. )Bambina, bambina, ritira le parole avventate e folli che sono sfuggite alle tue labbra. 'ai tu forse cosa sia %uesta miseria, conosci forse %uesta maledizione( 'ai tu chi + il tuo amato... che cosa egli... Bon mi vedi rabbrividire e tremare mentre ti celo il mio segreto(* Ella tra i singhiozzi cadde ai miei piedi, ripetendo tra i giuramenti la sua preghiera. 'piegai %uindi al padre, sopraggiunto nel frattempo, che era mia intenzione chiedere la mano di sua figlia il primo giorno del mese seguente" fissavo %uesto termine in %uanto fino ad allora poteva accadere %ualcosa che avrebbe influito sul mio destino. Immutabile era soltanto il mio amore per sua figlia. Il buon uomo si spavent! nelludire %ueste parole dalla bocca del conte Peter. &i gett! le braccia al collo, ma poi %uasi si vergogn! di essersi cos- lasciato andare. 9li vennero in mente dubbi, riflessioni, domande" parl! della dote, della sicurezza, del futuro della sua cara figlia. Io lo ringraziai di avermi rammentato tutto ci!. 9li dissi che era mio desiderio stabilirmi in %uella regione, dove sembrava fossi amato, per condurvi unesistenza serena. Lo pregai di ac%uistare a nome di sua figlia le pi, belle propriet# che erano in vendita nel territorio, e di indirizzare a me per il pagamento. In %uesto, il padre era certo la persona pi, adatta a rendere servigio allinnamorato. /i! gli diede molto da fare, perch$ ovun%ue era stato preceduto da un certo straniero" cos- ac%uist! beni solo per circa un milione. Il fatto di occuparlo in %uesto modo era in fondo soltanto un pretesto innocente per tenerlo lontano, e io gi# altre volte ero ricorso a simili astuzie, perch$ devo ammettere che mi riusciva al%uanto fastidioso. La brava madre era invece piuttosto sorda e non teneva %uanto lui allonore di intrattenere il signor conte. 'opraggiunse in %uel mentre la madre, e %uei felici genitori insistettero con me perch$ %uella sera mi trattenessi pi, a lungo tra loro" ma io non potevo indugiare neanche un attimo" vedevo gi# salire allorizzonte la luce chiara della luna. Il mio tempo era scaduto. &a la sera seguente mi recai di nuovo nel giardino dellispettore forestale. 0opo essermi gettato sulle spalle un ampio mantello e calato il cappello fin sugli occhi, mi avvicinai a &ina" %uando alz! gli occhi e mi scorse, fece un involontario movimento" mi torn! ben nitida davanti agli occhi la scena di %uella spaventosa notte in cui mi ero mostrato alla luce della luna privo di ombra. Era proprio lei. &a mi aveva davvero riconosciuto anche ora( Era silenziosa e assorta nei suoi pensieri... Io avevo un peso enorme sul cuore... &i alzai, e allora ella si gett! muta e piangente sul mio petto. 3uggii. 0a %uel momento la trovai pi, spesso in lacrime, mentre attorno allanima mia le tenebre si facevano sempre pi, fitte" solo i genitori fluttuavano in una esaltata beatitudine" il giorno funesto si avvicinava, minaccioso e tetro come le nuvole di una tempesta. .rriv! la vigilia, io non riuscivo %uasi pi, a respirare.&i ero premunito riempiendo doro alcune ceste" vegliai in attesa della dodicesima ora. Essa scocc!. Dimasi seduto, gli occhi fissi sulle lancette dellorologio, contando i secondi, i minuti, %uasi fossero pugnalate. . ogni rumore che si annunciava, sussultavo, finch$ spunt! il giorno. Le ore si susseguivano plumbee, venne mezzogiorno, sera, notte" le lancette giravano, la speranza svaniva" batterono le undici, e nulla apparve, trascorsero gli ultimi minuti dellultima ora, poi venne il primo, e %uindi lultimo dei colpi della dodicesima ora" sprofondai allora nel mio giaciglio tra infinite lacrime, ormai privo di speranza. La mattina dopo - privato ormai per sempre dellombra - avrei dovuto chiedere la mano della mia amata. 4erso lalba, un sonno agitato mi chiuse gli occhi. # Era ancora presto %uando fui svegliato da un violento battibecco nella mia anticamera. Tesi le orecchie. Bendel sbarrava laccesso alla mia stanza" Dascal, bestemmiando, gridava che non accettava divieti da un suo pari e pretendeva di entrarvi. Il ragionevole Bendel cercava di avvertirlo che tali parole, se mi fossero giunte allorecchio, gli avrebbero fatto perdere un vantaggioso servizio. Dascal minacciava di mettergli le mani addosso, se avesse continuato ad impedirgli lentrata. 4estito a met#, spalancai furente la porta, e mi gettai su Dascal8 )/he cosa vuoi tu, canaglia(*. 2uello fece due passi indietro e rispose con freddezza8 )Pregarla umilmente, signor conte, di lasciarmi vedere una volta la sua ombra... il sole splende gi# alto sul cortile*. &i sentii come colpito da un fulmine. /i volle del tempo, prima che ritrovassi la parola8 )/ome pu! un servo contro il suo signore...*. Egli mi interruppe senza remore8 )6n servo pu! essere un uomo onesto e non voler servire un padrone senza ombra, dun%ue chiedo di essere licenziato*. 0ovetti giocare su altre corde. )&a Dascal, caro Dascal, chi ti ha messo in mente una tale sciagurata idea, come puoi pensare...*" ma %uello continu! sullo stesso tono8 )/+ chi dice che lei non ha ombra... e per farla corta, mi mostri la sua ombra, oppure mi lasci andare*. Bendel, pallido e tremante, ma con pi, buonsenso di me, mi fece un cenno" io cercai una scappatoia nellonnipotente oro, ma anchesso aveva perduto il suo potere... Egli me lo gett! ai piedi8 )0a uno che non ha ombra non accetto nulla*. &i volt! le spalle e usc- lentamente dalla stanza, il cappello in testa, fischiettando una canzone. Io restai l# con Bendel, come impietrito, seguendolo con lo sguardo, ormai svuotato di ogni pensiero e sentimento. 'ospirando profondamente e con la morte nel cuore, mi accinsi infine a mantenere la mia parola e, simile a un criminale davanti ai suoi giudici, a presentarmi nel giardino dellispettore forestale. Entrai sotto il fitto pergolato che portava il mio nome, dove anche %uesta volta essi stavano ad aspettarmi. La madre mi venne incontro serena e lieta. &ina sedeva l#, pallida e bella, come la prima neve che a volte, in autunno, bacia gli ultimi fiori e subito si scioglie in gelida ac%ua. Lispettore forestale, con un foglio scritto in mano, andava freneticamente in su e in gi,, mostrando di reprimere molte cose dentro di s$, e ci! si manifestava con un rapido alternarsi di rossore e pallore sul suo volto, abitualmente inespressivo. Bon appena entrai, venne verso di me, esigendo con parole spesso interrotte di parlarmi da solo. Il sentiero nel %uale mi invit! a seguirlo conduceva a una parte aperta e ben soleggiata del giardino" io caddi muto su un sedile, e poi segu- un lungo silenzio, che neppure la buona madre os! rompere. Lispettore forestale continuava a percorrere avanti e indietro il pergolato, a passi irregolari e con grande agitazione, poi allimprovviso si arrest! davanti a me, gett! unocchiata alla carta che teneva in mano, e mi chiese con uno sguardo indagatore8 )E se davvero, signor conte, un certo Peter 'chlemihl non le fosse del tutto ignoto(*. Io tac%ui. )6n uomo dal carattere eccellente e dalle %ualit# straordinarie...*" egli attendeva una risposta. )E se fossi io stesso %uelluomo(*. ).l %uale* aggiunse egli con forza, )+ sparita lombra!!*... )@h, il mio presentimento, il mio presentimento!* grid! &ina. )'-, lo soda lungo tempo, egli non ha ombra!* e si gett! nelle braccia della madre che, spaventata e stringendola spasmodicamente a s$, la rimproverava di aver tenuto nascosto un simile sciagurato segreto. &a lei, come .retusa, si era trasformata in una fonte di lacrime che, al suono della mia voce, fluiva pi, abbondante e, a udire il mio nome, scorreva pi, impetuosa. )E lei* riprese irato lispettore forestale, )con inaudita sfrontatezza non si + fatto alcuno scrupolo di imbrogliare me e costei" e vuole dare a intendere di amarla, dopo aver causato fino a tal punto la sua rovina( Eppure lo vede come piange e soffre! 7 terribile, terribile!*. Io avevo a tal punto perso la testa che, come un folle, cominciai a dire che in fondo unombra non + altro che unombra, uno poteva benissimo cavarsela anche senza, e non valeva certo la pena di sollevare tutto %uel pandemonio. &a io stesso sentivo tanto bene lirragionevolezza di ci! che andavo dicendo, che smisi da solo, senza che egli mi avesse degnato di una risposta. E poi aggiunsi che ci! che una volta si + perso, unaltra volta si pu! ben ritrovarlo. &a egli minvest-, furibondo8 )/onfessi, signor mio, confessi, come + stato che ha perso lombra(*. 3ui costretto a mentire di nuovo8 )6n giorno uno screanzato mi pass! sullombra cos- impetuosamente da farci sopra un grosso buco. /os- lho mandata a riparare, loro infatti pu! tutto, e avrebbero dovuto riconsegnarmela ieri*. )Bene, signor mio, benissimo* replic! lispettore forestale. )Lei chiede la mano di mia figlia, ma anche altri lo fanno, e io, come padre, devo aver cura di lei, dun%ue le do tre giorni di tempo, entro i %uali lei deve darsi da fare per procurarsi unombra. 'e, passati i tre giorni, lei mi comparir# davanti con una bella ombra fatta a dovere, sar# per me il benvenuto" ma il %uarto giorno, %uesto glielo assicuro, mia figlia + la moglie di un altro*. Io volevo ancora tentare di rivolgere una parola a &ina, ma lei, singhiozzando pi, forte, si strinse a sua madre, che mi fece cenno in silenzio di allontanarmi. &e ne andai vacillando, con la sensazione che il mondo si richiudesse dietro di me. 'fuggendo allaffettuoso controllo di Bendel, vagai come un folle per boschi e pianure. Per langoscia, avevo la fronte madida di sudore, un gemito sordo saliva dal mio petto, in me si scatenava la follia. Bon so %uanto tutto ci! possa essere durato, prima che, in una landa soleggiata, mi sentissi afferrare per la manica. Destai immobile e mi guardai attorno... Era luomo dalla redingote grigia, che sembrava essermi corso dietro a perdifiato. Prese immediatamente a parlare. )&i ero annunciato per oggi, ma lei non + stato capace di aspettare. Per! non + ancora troppo tardi, accetti il mio consiglio, scambi di nuovo la sua ombra, che + a sua disposizione, e torni subito sui suoi passi. Bel giardino dellispettore forestale sar# il benvenuto, e tutto sar# stato solo uno scherzo" a %uel Dascal, che lha tradito e ora aspira alla sua donna, ci penso io, + arrivata la sua ora*. Io ero rimasto l- come trasognato. )'i era annunciato per oggi(* Dicalcolai ancora il tempo... .veva ragione, mi ero sempre sbagliato di un giorno. /ercai con la mano destra la borsa sul petto... &a egli indovin! le mie intenzioni e fece due passi indietro. )Bo, signor conte, la borsa + in buone mani, la tenga pure*. Lo fissai con uno sguardo interrogativo e stupito, ma %uello continu!8 )Le chiedo solo una piccola cosa per ricordo" sia tanto gentile da firmarmi %uesto foglietto*. 'ulla pergamena lessi le seguenti parole. )In forza di %uesto scritto da me firmato, lascio in eredit# al suo possessore la mia anima, dopo la sua naturale separazione dal corpo*. 9uardai con ammutolito stupore ora lo scritto ora il grigio sconosciuto. 3rattanto costui aveva intinto una penna doca appena tagliata in una goccia di sangue che mi scorreva sulla mano a causa del graffio di una spina, e me la porse... )&a chi + lei, dun%ue(* gli chiesi infine. )/he importa(* disse per tutta risposta. )E poi non si vede forse( 6n povero diavolo oppure, per cos- dire, una specie di scienziato o di cerusico, che per le sue eccellenti capacit# non riceve dagli amici che ingratitudine, e che per se stesso sulla terra non ha altro divertimento che %uel poco di esperimenti... &a firmi, dun%ue. . destra, in basso" Peter 'chlemihl*. Io scossi la testa, e dissi8 )&i perdoni, signore, ma non firmo*. )Bo(* ripet$ sorpreso. )E perch$ no(*. )Perch$ mi sembra al%uanto pericoloso scambiare lanima con lombra*. ).h, + cos-! 7 cos-!* ripet$ lui, )pericoloso* e mi scoppi! a ridere fragorosamente in faccia. )E, se mi + consentito chiedere, che genere di cosa +, la sua anima( Lha forse mai vista, e che cosa pensa di farne, un giorno, da morto( 0ovrebbe essere contento di aver scovato, mentre + ancora vivo, un amatore disposto a pagare, per leredit# di %uesta G, di %uesta forza galvanica o virt, polarizzante, o comun%ue si possa ancora definire %uesta assurda cosa, con %ualcosa di reale, vale a dire con la sua ombra in carne e ossa, mediante la %uale lei pu! riuscire a ottenere la mano della sua amata e la realizzazione di tutti i suoi desideri. @ preferisce piuttosto consegnare %uel povero sangue innocente nelle mani dellinfame carogna, Dascal( Bo... %uesto lo deve vedere con i suoi occhi" venga, le presto la cappa magica, %ui* e tir! fuori dalla tasca %ualcosa, )e, senza che nessuno ci veda, ce ne andremo in pellegrinaggio fino al giardino dellispettore forestale*. 0evo ammettere che mi sentivo oltremodo umiliato dalla derisione di %uelluomo. Lo odiavo dal profondo del cuore, e credo che proprio %uesta avversione personale, ben pi, che le ragioni e i pregiudizi, mi trattenesse dal riscattare, mediante la firma richiesta, la mia ombra, per %uanto indispensabile essa mi fosse. E poi mi riusciva insopportabile il pensiero di intraprendere in sua compagnia il passo che egli mi proponeva. 4edere %uellodioso ipocrita, %uel demonio sogghignante, intromettersi beffardo tra me e la mia amata, tra due cuori straziati a sangue, mi indignava nei miei sentimenti pi, riposti. .llora accettai %uanto mi era accaduto come una disgrazia fatale e irreparabile e, voltandomi verso luomo, gli dissi8 )/aro signore, le ho venduto la mia ombra per %uesta borsa, in s$ e per s$ molto preziosa, e me ne sono gi# pentito abbastanza. In nome di 0io, si pu! annullare %uestaffare(*. 'cosse la testa e fece una faccia scurissima. Io continuai8 )In conclusione, di %uanto possiedo non intendo venderle pi, nulla, fosse anche al prezzo, che lei mi offre, della mia ombra" e dun%ue non firmo niente. E poi, si pu! ben indovinare che la mascherata alla %uale mi ha invitato non sarebbe per noi due ugualmente divertente" mi ritenga dun%ue scusato, e, poich$ non pu! andare altrimenti... separiamoci!*. )&i dispiace proprio, &onsieur 'chlemihl, che lei con tale caparbiet# rifiuti laffare che io le ho proposto cos- amichevolmente. In ogni caso, sar! forse pi, fortunato unaltra volta. .rrivederci presto!... . proposito, mi permetta ancora una volta di mostrarle che non lascio in alcun modo che le cose che ho ac%uistato si rovinino, e che invece le rispetto e le conservo con cura*. In %uella, tir! fuori dalla tasca la mia ombra e, dispiegandola sul prato con abili gesti, la allarg! ai suoi piedi dal lato del sole, in modo tale che si trov! a camminare tra le due ombre, la sua e la mia, che stavano ad aspettarlo" e la mia, allora, fu subito costretta a obbedirgli e ad accondiscendere a tutti i suoi movimenti. 4edere di nuovo, dopo tanto tempo, la mia povera ombra, e trovarla umiliata a un tale vergognoso servigio, proprio nel momento in cui, per la sua mancanza, soffrivo di una innominabile infelicit#, mi spezz! il cuore e scoppiai a piangere amaramente. 2uellodioso, pavoneggiandosi con la preda rubatami, rinnov! senza pudore la sua offerta. )Lei pu! ancora riaverla, un tratto di penna e salver# anche la povera, infelice &ina dalle grinfie di %uel mascalzone per accoglierla nelle braccia dellonorevolissimo signor conte... Dipeto, solo un tratto di penna*. Le mie lacrime sgorgarono allora ancor pi, forte, ma gli girai le spalle, facendogli cenno di andarsene. Bendel, che pieno di preoccupazione aveva seguito fin %ui le mie tracce, arriv! in %uellistante. 2uando %uellanima fedele e buona mi vide piangere, e si rese conto che la mia ombra :perch$ non la si poteva certo confondere> era in possesso del misterioso sconosciuto in grigio, prese subito la decisione di fare in modo che mi riappropriassi di %uantera mio, fosse anche con la violenza" poich$ aveva capito che con le buone non avrebbe ottenuto granch$, aggred- immediatamente luomo a parole e, senza tanti complimenti, gli ingiunse di consegnarmi allistante ci! che mi apparteneva. &a laltro, invece di rispondere, gir! le spalle allinnocente ragazzo e se ne and!. Bendel allora, sollevando il bastone nodoso che portava con s$, gli fu alle calcagna e, dopo avergli ordinato pi, volte di restituire lombra, gli fece sentire senza piet# tutta la forza del suo braccio vigoroso. 2uello per!, %uasi fosse abituato a un simile trattamento, chin! il capo, incurv! la schiena, e continu! in silenzio e tran%uillamente il suo cammino attraverso la pianura, portandosi via allo stesso tempo la mia ombra e il mio fedele servitore. 6dii ancora a lungo %uel suono sordo echeggiare nella solitudine, finch$ non si perse in lontananza. &i ritrovai solo con la mia pena. #I Dimasto solo in %uella landa deserta, lasciai libero corso alle mie infinite lacrime, sgravandomi il cuore da un indicibile e angoscioso peso. Bon vedevo limiti alla mia estrema infelicit#, n$ via duscita, n$ scopo alcuno, e succhiavo con rabbiosa sete il nuovo veleno che lo sconosciuto aveva versato sulle mie ferite. &a %uando, rievocando nellanimo mio limmagine di &ina, lamata e dolce figura mi apparve pallida e piangente come lavevo vista lultima volta, nel momento della mia ignominia, dun tratto tra me e lei si frappose, spavaldo e beffardo, il fantasma di Dascal" allora mi coprii il volto e fuggii per la pianura, ma lorribile visione non mi lasciava, e anzi continuava a perseguitarmi, finch$ non mi accasciai al suolo senza fiato, bagnando nuovamente la terra con le mie lacrime. E tutto per unombra! E %uestombra avrei potuto riguadagnarmela con un tratto di penna. Dipensai alla sorprendente proposta e al mio rifiuto. In me cera il deserto, non avevo pi, giudizio n$ controllo. Pass! il giorno. Placai la fame con frutti selvatici, la sete alla pi, vicina sorgente di montagna" sopraggiunse la notte, mi accampai sotto un albero. .l mattino, la rugiada mi svegli! da un sonno pesante, nel %uale mi ero sentito rantolare come nella morte. Bendel doveva aver perduto le mie tracce, e io mi rallegrai a %uesto pensiero. Bon volevo ritornare tra gli uomini, dai %uali rifuggivo impaurito come i ritrosi animali delle montagne. /os- trascorsi tre giorni di angoscia. .llalba del %uarto giorno, mi ritrovai in una pianura sabbiosa e assolata, seduto su un cumulo di pietre, esposto ai caldi raggi" ora, infatti, amavo godere della vista del sole, di cui a lungo avevo sentito la mancanza. In silenzio, nutrivo il mio cuore con la sua stessa disperazione. . un tratto, un leggero frusc-o mi spavent!8 gi# pronto alla fuga, gettai uno sguardo intorno, ma non vidi nessuno. 'ulla sabbia assolata vidi invece scivolare accanto a me unombra duomo, non dissimile dalla mia, la %uale, nel suo solitario vagare, sembrava essersi allontanata dal suo padrone. .llora si risvegli! in me un impulso violento. @mbra, pensai, cerchi forse il tuo padrone( 4oglio esserlo io. E mi gettai avanti per impadronirmene" infatti pensavo che, se mi fosse riuscito di mettermi sulle sue tracce, in modo tale che essa mi stesse ai piedi, essa vi sarebbe rimasta attaccata e, col tempo, si sarebbe abituata a me. &a lombra, al mio movimento, prese la fuga, e io mi vidi costretto a iniziare dietro alla lieve fuggitiva una caccia affannosa, per la %uale mi diede sufficienti forze solo il pensiero che in %uesto modo avrei potuto salvarmi dalla spaventosa situazione in cui mi trovavo. Essa fuggiva in direzione di un bosco ancora piuttosto lontano, nella cui ombra lavrei necessariamente persa di vista" %uando lo capii, il terrore mi trafisse il cuore" rinfocolai la mia brama, mi misi le ali ai piedi... Era indubbio che mi stavo avvicinando sempre pi,, e che lavrei afferrata. &a allora essa si arrest!, girandosi verso di me. /ome il leone sulla sua preda, cos-, per impadronirmene, le balzai sopra con un poderoso salto... &a, inaspettata e compatta, incontrai la resistenza di un corpo solido. E mi vennero allora assestati tali invisibili eppur violenti colpi nelle costole, %uali nessun uomo ha mai sentito prima. Leffetto dello spavento mi fece tendere spasmodicamente le braccia e spingere con forza ci! che, non visto, mi stava dinanzi. Bel rapido movimento, caddi avanti lungo disteso per terra" ma sotto di me, bocconi, stava un uomo che io tenevo ben stretto, e che ora soltanto andava facendosi visibile. @ra tutto laccaduto mi diveniva perfettamente spiegabile. Luomo, doveva prima aver tenuto in mano e %uindi gettato via il nido magico che rende invisibile chi lo possiede, ma non la sua ombra. 4olsi lo sguardo tuttintorno, scoprii immediatamente lombra del nido stesso, balzai in piedi e poi in avanti su di essa, e non mancai la preziosa preda. @rmai, invisibile e senza ombra, tenevo il nido tra le mani. Luomo, rimessosi rapidamente in piedi, guardandosi subito intorno alla ricerca del suo fortunato vincitore, non scorse nella vasta, assolata pianura n$ lui n$ la sua ombra, che egli cercava ancor pi, ansiosamente. Perch$ del fatto che gi# per conto mio io non avessi ombra, non aveva certo avuto modo di accorgersi prima, n$ poteva sospettarlo. 2uando si convinse che ogni traccia era scomparsa, in preda alla pi, profonda disperazione cominci! a prendersela con se stesso, e a strapparsi i capelli. . me, invece, il tesoro che mi ero con%uistato dava la possibilit# e la voglia di mischiarmi di nuovo agli esseri umani. E, daltra parte, non mi mancavano davvero i pretesti per giustificare a me stesso il mio ignobile furto o, meglio, non ne avevo alcun bisogno, e per evitare %ualsiasi pensiero di %uel genere, mi affrettai ad allontanarmi da l-, non voltandomi pi, a guardare %uellinfelice, la cui voce angosciosa sentii risuonare ancora a lungo. Tali almeno mi parvero allora le circostanze di %uellavvenimento. Bramavo di tornare nel giardino dellispettore forestale, e di scoprire da me la veridicit# di %uanto mi aveva annunciato %uel maligno" non sapevo per! dove fossi, e dun%ue per poter ben osservare la zona tuttintorno salii sulla pi, vicina collina" dalla sua cima, vidi ai miei piedi la cittadina e il giardino dellispettore forestale. /onvulsamente prese a battermi il cuore e gli occhi mi si riempirono di lacrime, di un genere diverso da %uelle che avevo versato fino ad allora8 lavrei rivista... 6nardente nostalgia guid! i miei passi sul cammino pi, corto, gi, per la collina. Passai non visto accanto a dei contadini che venivano dalla citt#. Parlavano di me, di Dascal, e dellispettore forestale. &a io non volli ascoltare nulla, e affrettai il passo. Entrai nel giardino, con lansia dellattesa in petto" dun tratto, sentii risuonare nella mia direzione una specie di risata, che mi fece rabbrividire" mi gettai un rapido sguardo attorno, senza per! riuscire a scorgere nessuno. &entre procedevo, mi sembrava %uasi di sentire accanto a me un rumore come di passi" tuttavia, nulla si vedeva, e io mi credetti tradito dalle mie orecchie. Era ancora presto, non cera nessuno nel pergolato del conte Peter, il giardino era ancora deserto. Percorsi i ben noti vialetti, mi spinsi fino alla casa. Lo stesso frusc-o mi perseguitava, ora anche pi, percepibile. /on il cuore pieno di angoscia, mi sedetti su una panchina che si trovava in uno spazio assolato dinanzi alla porta di casa. .vevo limpressione che %uella canaglia, non vista, sedesse sogghignando accanto a me. 4enne girata la chiave nella porta, che si apr-, e lispettore forestale usc- fuori con dei fogli in mano. 'entii come una nebbia passarmi sopra la testa, mi guardai intorno e - disdetta! - luomo in redingote grigia sedeva accanto a me, e mi guardava con un riso satanico. .veva tirato anche sulla mia testa la sua cappa magica" ai suoi piedi giacevano pacificamente la sua e la mia ombra, luna accanto allaltra. 3acendo finta di niente, giocherellava con la ben nota pergamena che teneva in mano, e, mentre lispettore forestale, occupato con le sue carte, se ne andava in su e in gi, allombra del pergolato, sichin! pieno di fiducia verso il mio orecchio, bisbigliandomi %ueste parole8 )E cos- lei ha accettato il mio invito, e ora eccoci %ui seduti, tutte due sotto la stessa cappa!... Bene, bene! &a ora mi restituisca anche il mio nido magico, lei non ne ha pi, bisogno, ed + un uomo troppo onesto per volermelo ancora sottrarre... Bessun ringraziamento, le assicuro che glielho prestato ben volentieri*. 'enza che potessi oppormi, me lo prese dalla mano, se lo infil! in tasca e rise ancora di me, ma cos- forte che anche lispettore forestale, per via del rumore, si guard! intorno. Io sedevo l- come impietrito. )Lei ammetter# certamente* continu!, )che una simile cappa + molto pi, comoda. Essa non copre solo la persona, ma anche la sua ombra, e ancora tutti coloro che si ha voglia di prendere con s$. 4ede, oggi me ne porto dietro due*. Dise nuovamente8 )Boti bene, 'chlemihl, ci! che allinizio, con le buone, non si vuole accettare, alla fine si + obbligati ad accettarlo con le cattive. Io pensavo che lei si sarebbe ricomprato %uella certa cosa, riprendendosi cos- anche la fidanzata :ma per %uesto c+ ancora tempo>, e che avremmo lasciato Dascal a ciondolare dalla forca" sarebbe facile, fintanto che non ci manca la corda... &i dia retta, nellaffare le cedo anche la mia cappa magica*. 'opraggiunse la madre, ed ebbe inizio il seguente collo%uio. )/he fa &ina(*. )Piange*. )Ingenua bambina! Per! non c+ davvero niente da fare!*. )Proprio no" ma darla ad un altro cos- presto... marito mio, come sei crudele con la tua propria figlia*. )Bo, moglie, tu la vedi dal lato sbagliato. Bon appena lei, prima ancora di aver versato tutte le sue lacrime tanto infantili, si trover# a esser moglie di un uomo molto ricco e onorato, consolata del suo dolore si sveglier# come da un brutto sogno, ringraziando 0io e noi, vedrai!*. )/he 0io lo voglia!*. )Ella possiede gi# una dote invidiabile" ma, dopo lo scandalo provocato dallinfelice storia con %uellavventuriero, credi davvero che si presenter# subito un altro partito cos- adatto a lei, che non sia il signor Dascal( 'ai che genere di patrimonio possiede il signor Dascal( Egli ha %ui nel paese sei milioni di beni, liberi da debiti, pagati in contanti. Co avuto in mano i documenti! Era lui, infatti, che mi ha portato via ovun%ue le cose migliori" e, per di pi,, ha nella borsa tre milioni e mezzo di cambiali del signor Thomas 5ohn*. )0eve aver rubato molto*. )/he discorsi sono mai %uesti! Ca risparmiato saggiamente, invece di dissipare tutto*. )6n uomo che ha portato la livrea...*. )'tupidaggini! /omun%ue ha unombra che non fa una piega* )Cai ragione, ma...*. Luomo in grigio rise, e mi guard!. Le porte si aprirono, e &ina comparve. 'i appoggiava al braccio di una cameriera, lacrime silenziose scendevano sulle sue belle guance pallide. 'i sedette su una poltrona che era stata preparata per lei sotto i tigli, e il padre prese posto su una sedia l- accanto. Teneramente le prese la mano, e con parole dolci si rivolse a lei, che adesso piangeva convulsamente8 )Tu sei la mia cara e buona bambina, e non dubito che sarai anche ragionevole e non vorrai addolorare il tuo vecchio padre, che desidera solo la tua felicit#" io comprendo molto bene, cuor mio, che %uesta storia ti ha molto scosso, ma sei sfuggita per miracolo alla tua stessa infelicit#! Prima che scoprissimo lo scandaloso imbroglio, tu hai molto amato %uelluomo indegno" vedi, &ina, io lo so, e non te ne faccio una colpa. Io stesso, mia cara bambina, lho amato, fintanto che lho considerato un gran signore. &a ora vedi bene da te come tutto sia cambiato. &a come! 6n %ualsiasi can barbone ha la sua ombra, mentre la mia unica, amata figlia avrebbe dovuto sposare un uomo... Bo, non devi davvero pensare pi, a lui. .scolta, &ina, ora ti chiede in moglie un uomo che non teme il sole, un uomo onorato, che certo non + un principe, ma che possiede dieci milioni, vale a dire dieci volte %uel che possiedi tu, un uomo che far# felice la mia cara figlia. Bon replicare nulla, non opporti, sii la mia buona, ubbidiente bambina, lascia che tuo padre, che tanto ti ama, provveda a te, ti asciughi le lacrime. Promettimi di concedere la tua mano al signor Dascal... 0immi, vuoi promettermelo(* /on voce spenta, ella rispose8 )Bon ho pi, volont#, pi, alcun desiderio al mondo. &i accada pure tutto ci! che vuole mio padre* 'ubito venne annunciato il signor Dascal, che si un- a loro con fare spavaldo. &ina era svenuta. Il mio odioso compagno mi guard! furibondo e mi bisbigli! %ueste veloci parole8 )E lei pu! sopportare tutto ci!! /he cosa le scorre dun%ue nelle vene al posto del sangue(*. /on un movimento improvviso, mi graffi! procurandomi una leggera ferita sulla mano, da cui usc- il sangue. .llora continu!8 )&a guarda! Proprio sangue rosso! 3irmi, dun%ue!*. Io tenevo in mano la pergamena e la penna. #II &i sottoporr! volentieri al tuo giudizio, caro /hamisso, senza cercare affatto di influenzarlo. Io stesso, per lungo tempo, mi sono giudicato molto severamente, perch$ ho nutrito nel cuore il verme tormentoso del rimorso. 2uel difficile momento della mia vita ritornava continuamente nellanimo mio, e io riuscivo a guardarlo soltanto con occhi dubbiosi, con umilt# e contrizione. /aro amico, chi, a cuor leggero, mette anche solo un piede fuori dalla retta via, viene condotto senza accorgersene su altri sentieri, che lo sospingono in basso, sempre pi, in basso" invano egli vede allora la stella polare risplendere in cielo, a lui non resta alcuna scelta, continua irresistibilmente a scendere nellabisso, e deve infine sacrificarsi alla nemesi. 0opo il precipitoso errore che aveva attirato su di me la maledizione, per amore mi ero introdotto da criminale nel destino di un altro essere" che altro mi restava da fare, se non accorrere ciecamente in soccorso dove io avevo seminato la rovina, e dove ora si attendeva da me immediata salvezza, perch$ lultima ora era suonata( Bon credermi meschino, .delbert, non pensare che avrei giudicato troppo caro %ualsiasi prezzo mi venisse richiesto, e che nel dare %ualsiasi cosa che appartenesse a me solo sarei stato pi, avaro che con loro. Bo, .delbert" ma la mia anima era colma di un invincibile odio contro %uellambigua carogna, che sempre ricorreva a vie traverse. Potevo anche fargli un torto, ma %ualsiasi rapporto con lui mi ripugnava. &a anche %ui, come gi# tante altre volte nella mia vita, e come del resto tante volte accade nella storia, in luogo di unazione intervenne un evento. In seguito mi sono riconciliato con me stesso. In primo luogo ho imparato a rispettare la necessit#" e che cosa le + proprio pi, del fatto compiuto, dellavvenimento accaduto( Poi ho imparato a rispettare la necessit# anche in %uanto saggia ordinatrice, che anima tutto intero lenorme meccanismo nel %uale noi entriamo solo a cooperare, come ingranaggi che al tempo stesso spingono e sono spinti" ci! che deve accadere accadr#, ci! che doveva accadere + accaduto, e non senza %uel principio ordinatore che io appresi infine a rispettare, sia nel mio proprio destino, sia nel destino di coloro che il mio coinvolse. Bon so se io debba attribuirlo alla tensione della mia anima, sotto la pressione di tali possenti sensazioni, oppure allesaurimento delle mie forze fisiche, che negli ultimi giorni erano state messe alla prova da insolite sofferenze, oppure infine al distruttivo disgusto provocato in tutta la mia persona dalla vicinanza di %uel sinistro demonio" ma, proprio mentre stavo per firmare, caddi in un profondo deli%uio, e cos- giac%ui a lungo, come tra le braccia della morte. Dumore di passi e maledizioni furono i primi suoni che colpirono il mio orecchio %uando ripresi coscienza" aprii gli occhi, era sera, e il mio odiato compagno, pur rimproverandomi, si dava da fare attorno a me. )E %uesto non si chiama forse comportarsi da donnicciola! Torni in s$ e si sbrighi a fare %uelche ha deciso, oppure ha cambiato idea, e preferisce piagnucolare(*. &i alzai a fatica da terra, dove giacevo, e mi guardai attorno muto. Era ormai tarda sera, dalla casa dellispettore forestale illuminata a festa risuonava una musica lieta, la gente, a gruppetti, passeggiava per i viali del giardino. /hiacchierando, una coppia ci pass! pi, vicino e si and! a sedere sulla panchina dove prima avevo preso posto io. Parlavano delle nozze, celebrate la mattina, tra il ricco Dascal e la signorinadella casa. Era dun%ue accaduto. &i strappai dalla testa la cappa dello sconosciuto, che scomparve allistante dalla mia vista e, inoltrandomi nella fitta oscurit# dei cespugli che fiancheggiavano il sentiero attraverso il pergolato del conte Peter, mi affrettai silenziosamente verso luscita del giardino. &a, seppur invisibile, il mio tormentatore mi accompagnava, perseguitandomi con dure parole. )2uesto + dun%ue il ringraziamento per la pena che ci si + presi ad assistere tutto il santo giorno &onsieur, che ha i nervi fragili. Ed ora mi si d# il benservito( Bene, signor testone, anche se lei mi sfugge, noi siamo ormai inseparabili. Lei ha il mio oro, e io la sua ombra" e %uesto non far# stare in pace nessuno di noi. 'i + forse mai sentito che unombra sia stata abbandonata dal suo padrone( La sua mi trasciner# dietro a lei, finch$ non si degner# di riprendersela, liberandomene. /i! che oggi lei ha perduto, un giorno, spinto da un nuovo desiderio di agire, dal tedio e dalla noia, cercher# di recuperarlo. &a sar# troppo tardi. Bon si sfugge al proprio destino!*. /ontinu! a lungo a parlare nello stesso tono" io fuggivo invano, %uello non si dava per vinto e, sempre presente, continuava a parlare sogghignando delloro e dellombra. Io non riuscivo pi, a pensare con la mia testa. .ttraverso strade deserte, avevo imboccato la via che conduceva alla mia casa. &a %uando mi ci trovai davanti e la guardai, la riconobbi a stento" dietro le finestre frantumate non ardeva alcun lume. Le porte erano sbarrate, non cerano pi, servitori ad affaccendarsi allinterno. Lui, accanto a me, scoppi! a ridere forte8 )9i# gi#, cos- va il mondo! &a il suoBendel lo trover# dentro di sicuro, %ualcuno ha provveduto di recente a riportarlo a casa, ma cos- stremato che certo da allora non ne sar# pi, uscito*. Dise di nuovo. )Be avr# di storie da raccontare!... 'uvvia! Per oggi, buona notte e arrivederci presto!*. 'uonai ripetutamente, e infine apparve una luce" dallinterno, Bendel domand! chi aveva suonato. 2uando %uel buon uomo riconobbe la mia voce, riusc- a stento a controllare la sua gioia" la porta si spalanc!, piangendo fummo luno nelle braccia dellaltro. Lo trovai molto cambiato, debole e malato" ma a me erano diventati tutti i capelli grigi. .ttraverso le stanze devastate e abbandonate, egli mi condusse in una sala interna, che era rimasta intatta" port! cibi e bevande, ci sedemmo, egli riprese a piangere. &i raccont! di aver a lungo inseguito e bastonato lo scheletrico uomo in grigio, che egli aveva sorpreso con la mia ombra, e di averlo bastonato finch$, perse anche le mie tracce, non era caduto a terra stremato" e, visto che non era riuscito pi, a ritrovarmi, di essere poi tornato nella casa, che la plebaglia, aizzata da Dascal, aveva preso dassalto, sfondando le finestre e dando libero sfogo alla sua voglia di distruzione. /os- si erano comportati verso il loro benefattore. La mia servit, se lera data a gambe. La polizia del luogo mi aveva bandito dalla citt# come elemento sospetto, e mi aveva fissato un termine di venti%uattrore per abbandonare il suo territorio. &i rivel! inoltre molte cose in aggiunta a %uanto gi# sapevo delle ricchezze e del matrimonio di Dascal. 2uel malfattore, che era stato la causa di tutto %uanto era %ui accaduto contro di me, doveva aver conosciuto il mio segreto fin dallinizio" infatti sembrava proprio che, attratto dalloro, egli avesse saputo mettermisi accanto, procurandosi sin dai primi tempi una chiave di %uel forziere dal %uale aveva tratto un patrimonio tale che ora poteva anche disdegnare di accrescerlo. Tutto %uesto mi raccont! Bendel tra le lacrime, e poi pianse di nuovo, ma per la gioia, poich$ mi aveva rincontrato e ora mi riaveva con s$, e, dopo essersi chiesto a lungo dove mi potesse aver condotto la mia infelicit#, ora mi vedeva sopportarla con calma e rassegnazione. In realt#, era stata la disperazione a portarmi a %uesto atteggiamento. 4edevo la mia infelicit# cos- smisurata e immutabile, per essa avevo pianto tutte le mie lacrime, dal mio petto non poteva pi, uscire alcun grido, e ormai, freddo e indifferente, affrontavo la mia pena a capo scoperto. )Bendel* cominciai, )tu conosci il mio destino. Bon + senza una precedente colpa che %uesta dura punizione mi ha colpito. E tu, uomo innocente, non devi pi, legare il tuo destino al mio, io non lo voglio. 2uesta notte me ne andr! via a cavallo, sellamene uno, cavalcher! da solo" tu resterai, io voglio cos-. 0evono essere rimaste %ui ancora alcune casse doro, tienile tu. Io vagher! irre%uieto e solo per il mondo" ma se mai mi arrider# ancora unora lieta, e se la fortuna, riconciliata, poser# il suo sguardo su di me, allora ripenser! alla tua fedelt#, perch$ sul tuo fido petto ho pianto in ore difficili e dolorose*. /ol cuore spezzato, %uelluomo sincero ubbid- a %uestultimo ordine del suo padrone, non senza esserne spaventato nel profondo dellanimo suo" io fui sordo alle sue preghiere e alle sue obiezioni, cieco di fronte alle sue lacrime" egli mi condusse il cavallo. 'trinsi ancora una volta Bendel, in lacrime, al mio petto, saltai in sella e mi allontanai dalla tomba della mia vita sotto il manto della notte, non curandomi di %uale strada avrebbe preso il cavallo" al mondo, infatti, non avevo pi, scopo, n$ desideri, n$ speranze. #III Ben presto mi si affianc! un viandante, il %uale, dopo un certo tempo che camminava accanto al mio cavallo, e visto che facevamo la stessa strada, mi preg! di permettergli di poggiare dietro a me, sul cavallo, un mantello che portava con s$" in silenzio, lo lasciai fare. &i ringrazi! con garbo e buone maniere per %uel piccolo servigio, lod! il mio cavallo, cogliendo da ci! loccasione per esaltare la fortuna e il potere dei ricchi, dando avv-o, non so io stesso come, a una sorta di monologo, del %uale io non ero che un semplice ascoltatore. Egli si mise a spiegare le sue opinioni sulla vita e sul mondo, e ben presto arriv! alla metafisica, alla %uale spettava il compito di scoprire la parola chiave che scioglie tutti gli enigmi. 0iscusse tale istanza con grande chiarezza, e pass! %uindi ad esporne la risposta. Tu sai, amico mio, che da %uando sono passato attraverso la scuola dei filosofi mi sono reso conto con chiarezza di non essere affatto dotato per la speculazione filosofica, e ho abbandonato completamente %uesto campo" da allora ho lasciato stare molte cose, ho rinunciato a saperle e a comprenderle, fidandomi :come tu stesso mi hai consigliato> del mio buon senso, ho seguito la mia voce interiore, percorrendo la mia strada, almeno per %uanto era in mio potere. @ra per! mi pareva che %uesto artista della parola riuscisse a costruire, e con grande talento, un edificio ben compatto, che si reggeva su fondamenta proprie e su una sua intrinseca necessit#. &a in esso io notavo la mancanza proprio di ci! che avrei voluto trovarvi, e cos- mi appariva solo come unopera darte, la cui leggiadra compiutezza e perfezione serviva unicamente a deliziare locchio" e tuttavia ascoltavo volentieri %uel buon parlatore, che attirava a s$ la mia attenzione, distraendola dalle mie pene, e mi sarei ben volentieri sottomesso a lui, se solo avesse saputo rivolgersi alla mia anima come faceva al mio intelletto. 3rattanto il tempo era trascorso e, senza che ce ne accorgessimo, gi# lalba rischiarava il cielo" mi spaventai %uando, dun tratto, guardando verso oriente, vidi dispiegarsi tutta la magnificenza dei colori che annunciano limminente sorgere del sole, contro il %uale proprio in %uel momento, in cui le ombre sfoggiano tutta la loro estensione, non si scorgeva riparo n$ ricovero in %uella pianura aperta! E, per di pi,, non ero solo! 9ettai unocchiata al mio accompagnatore, ebbi un nuovo soprassalto... .ltri non era che luomo dalla redingote grigia. Egli sorrise del mio sbigottimento e continu!, senza permettermi di profferire verbo8 )Lasci dun%ue, com+ consuetudine nel mondo, che il nostro reciproco vantaggio ci unisca per un poco, a separarci siamo sempre in tempo. 2uesta strada lungo la montagna, anche se forse lei non ci ha ancora pensato, + comun%ue lunica che lei possa ragionavolmente intraprendere" gi, nella valle non pu! certo avventurarsi, e ancor meno vorr# tornare oltre la montagna, proprio nei luoghi da cui + fuggito... E %uesta +, per lappunto, anche la mia strada. La vedo gi# impallidire alla vista del sole che sorge. Per il tempo che saremo compagni, voglio proprio prestarle la sua ombra, e lei, in cambio, sopporter# la mia vicinanza" lei non ha neanche pi, con s$ il suo Bendel, e io voglio renderle buoni servigi. Lei non mi ama, e %uesto mi dispiace. &a pu! comun%ue servirsi di me. Il diavolo non + poi cos- nero come lo si dipinge. Ieri mi ha fatto arrabbiare, %uesto + vero, ma oggi non voglio tenerle rancore per %uesto, e gi# le ho accorciato il cammino fin %ui, %uesto deve proprio ammetterlo... &a si riprenda dun%ue solo per una volta la sua ombra, per prova*. Il sole era sorto, e sulla strada ci venivano incontro alcune persone" sebbene con intima riluttanza, accettai la proposta. 'ogghignando, egli fece scivolare a terra la mia ombra, che immediatamente prese posto sopra lombra del cavallo e si mise a trotterellare allegramente accanto a me. &i sentivo in uno strano stato danimo. /avalcando passai accanto a una s%uadra di contadini, i %uali, a capo scoperto, fecero umilmente largo dinanzi al ricco signore. /ontinuai a cavalcare, guardando dalla groppa del cavallo, con occhi avidi e col cuore in tumulto, %uellombra al mio fianco, che era stata mia e che orami ero fatta prestare da un estraneo, anzi, da un nemico. /ostui mi camminava accanto con noncuranza, e anzi fischiettava una canzone. Lui a piedi, io a cavallo, mi prese una frenesia, la tentazione era troppo grande, tirai bruscamente da un lato le briglie, spronai il cavallo, e imboccai di gran carriera un sentiero laterale" ma non riuscii a portarmi dietro lombra che, alla svolta, scivol! gi, dalla sella, e si mise ad aspettare sulla strada maestra il suo legittimo proprietario. 6miliato, dovetti tornare sui miei passi" luomo in redingote grigia non si scompose per nulla e, dopo aver smesso di fischiare la sua canzone, mi rise in faccia, mi rimise a posto lombra, e mi ammon- che essa mi sarebbe rimasta attaccata e avrebbe voluto rimanere con me, solo %uando lavessi nuovamente posseduta a titolo di regolare propriet#. )Io la tengo saldamente in pugno* continu!, )proprio grazie alla sua ombra, e non mi scapper#. 6n uomo ricco come lei ha bisogno dellombra, non c+ niente da fare" lei + da biasimare solo perch$ non se n+ reso conto prima*. /ontinuai il mio viaggio sulla stessa strada" ritrovavo tutte le comodit# della vita, e anche il suo splendore" potevo muovermi, libero e leggero, perch$ possedevo di nuovo unombra, sebbene solo in prestito, e ovun%ue suscitavo il rispetto che + dovuto alla ricchezza" eppure mi sentivo la morte nel cuore. Il mio straordinario compagno, che si faceva passare per lindegno servitore delluomo pi, ricco del mondo, era eccezionalmente servizievole, e oltre misura svelto e intelligente, la vera %uintessenza del domestico di un ricco signore, ma non lasciava mai il mio fianco e mi tormentava incessantemente con i suoi discorsi, dimostrando sempre la pi, assoluta certezza che un giorno, fosse anche solo allo scopo di levarmelo di torno, avrei infine accettato laffare dellombra. &i era ormai diventato tanto fastidioso %uanto odioso, e per di pi, lo temevo davvero. &i ero reso dipendente da lui. &i aveva in pugno, dopo avermi riportato nella magnificenza del mondo, che io invece rifuggivo. Ero costretto a subire la sua elo%uenza, e cominciavo %uasi a sentire che aveva ragione lui. .l mondo un ricco deve pur avere unombra, e se avessi voluto mantenere %uella condizione a cui egli aveva fatto s- che io potessi nuovamente accedere, non cera che una via duscita. 6na cosa per! era davvero per me un punto fermo" dopo aver sacrificato il mio amore, dopo che la mia vita aveva perduto il suo colore, non avrei mai ceduto la mia anima a %uel demonio, fosse pure per tutte le ombre del mondo. &a non sapevo come sarebbe andata a finire. 6n giorno sedevamo davanti a una caverna che gli stranieri, viaggiando per %uella regione, non mancano di visitare. L# si sentiva risuonare, da smisurate profondit#, il mugghiare di correnti sotterranee, e il sasso che vi veniva gettato, nella sua rimbombante caduta, sembrava non trovare mai il fondo su cui arrestarsi. Egli mi andava dipingendo, come del resto faceva spesso, con unesuberante fantasia e con la luccicante seduzione delle tinte pi, smaglianti, elaborate immagini di tutto ci! che, grazie ai poteri della mia borsa, avrei potuto compiere nel mondo, se solo avessi ripreso possesso dellombra. /on i gomiti puntati sulle ginocchia e il viso nascosto tra le mani, ascoltavo %uellipocrita, con il cuore diviso tra le sue lusinghe e la mia ferma volont#. Bon potendo pi, resistere a lungo con un tale contrasto interiore, cominciai la lotta decisiva. )'ignore, lei sembra dimenticare che io le ho permesso di rimanere in mia compagnia soltanto a certe condizioni, vale a dire che avrei mantenuto la mia piena libert#*. )'e lei lo ordina, faccio fagotto*. La minaccia era per lui cosa normale. Io tac%ui. 'i mise subito a riarrotolare la mia ombra. Io impallidii, ma, muto, lasciai che ci! accadesse. 'egu- un lungo silenzio. Egli prese per primo la parola. )/aro signore, lei proprio non mi pu! soffrire, mi odia, lo so bene" ma perch$ mi odia( 7 forse perch$, %uando mi ha incontrato sulla pubblica via, ha cercato di aggredirmi per rubarmi il nido magico( @ magari perch$ ha tentato, come un ladro, di sottrarmi una mia propriet#, lombra, che lei credeva invece affidata soltanto alla sua onest#( 0a parte mia, non gliene voglio per %uesto" trovo invece del tutto naturale che lei intenda far valere tutti i suoi vantaggi, con lastuzia e la violenza" sul fatto, poi, che lei possieda i pi, severi principi, che la pensi come lonest# in persona, + uninclinazione contro la %uale non ho davvero niente da ridire... 'olo che, effettivamente, il mio modo di pensare non + cos- rigido" semplicemente, io agisco, cos- come lei pensa. Le ho forse mai puntato un coltello alla gola allo scopo di impadronirmi della sua preziosissima anima, di cui un giorno mi + venuta voglia( Le ho mai sguinzagliato dietro un servo, per via di una borsa che avevo scambiato con lei( Co mai cercato di sopraffarla(* Bon avevo nulla da controbattere" egli continu!8 )Benissimo, signore, benissimo! Lei non mi pu! soffrire" anche %uesto lo posso ben comprendere, e non glielo voglio pi, rimproverare. 0obbiamo separarci, %uesto + chiaro, e anche lei comincia davvero a venirmi a noia. &a per potersi sottrarre completamente alla mia ulteriore, umiliante presenza, le consiglio ancora una volta" mi compri %uella cosa*. Io gli tesi la borsa8 ). %uesto prezzo*. )Bo!*. 'ospirai profondamentee presi di nuovo la parola8 )E dun%ue, signore, insisto perch$ ci separiamo, e non mi sbarri pi, il passo in un mondo che spero sia abbastanza grande per tutti e due*. Egli replic! ridacchiando8 )&e ne vado, signor mio, ma prima voglio insegnarle il modo per chiamarmi, %ualora dovesse sentire nostalgia del suo umilissimo servo8 deve semplicemente scuotere la borsa, in modo da far tintinnare loro perpetuo che contiene, e il suo suono mi far# arrivare allistante. /iascuno, a %uesto mondo, fa i propri interessi" ma vede bene che io mi preoccupo anche dei suoi, e le offro ci! che, visibilmente, + un nuovo potere. @h, %uesta borsa! E anche se le tignole avessero gi# divorato la sua ombra, essa resterebbe comun%ue un saldo legame tra noi. Basta, lei mi tiene in bal-a con il mio oro, disponga pure, anche a distanza, del suo servo" del resto, lei sa bene che con i miei amici so dimostrarmi abbastanza servizievole, e che specialmente i ricchi stanno particolarmente bene con me" %uesto lha visto da s$. 'olo la sua ombra, caro signore, che sia detto una volta per tutte, non lavr# mai pi,, se non a ununica condizione*. &i tornarono alla mente personaggi dei vecchi tempi. 9li chiesi allora allimprovviso8 )0al signor 5ohn ha ottenuto una firma(* Egli sogghign!8 )/on un cos- buon amico non era proprio necessario*. )0ov+( Per 0io, voglio saperlo!*. Esitante, infil! la mano in tasca, e da l-, tirata per i capelli, apparve la figura e sangue e deformata di Thomas 5ohn, mentre lelabbra blu del cadavere si muovevano, pronunciando %ueste terribili parole8 )Justo ,udicio -ei ,udicatus sum. Justo ,udicio -ei condemnatus sum*. Inorridito, gettai di colpo la borsa tintinnante nel baratro, e gli dissi %ueste ultime parole8 )@ maligno! /os- io ti scongiuro in nome di 0io, allontanati da %ui, e non comparire mai pi, alla mia vista!*. Egli si alz! torvo, svanendo allistante dietro i massi rocciosi che delimitavano %uel luogo selvaggio e incolto. I$ Destai seduto l-, senza ombra n$ denaro. &a dal cuore mi si era tolto un grande peso, e mi sentivo sereno. 'e non avessi perduto anche il mio amore, e se mi fossi sentito privo di rimorsi per %uella perdita, io credo che avrei potuto essere felice. &a ora non sapevo proprio cosa fare. /ercai accuratamente nelle mie tasche, e vi trovai ancora alcune monete doro" le contai e scoppiai a ridere. .vevo lasciato i miei cavalli gi, alla locanda, ma mi vergognavo di tornarvi, avrei dovuto almeno attendere il tramonto" il sole per! era ancora alto nel cielo. &i sdraiai allombra dellalbero pi, vicino, e tran%uillamente mi addormentai. In un bel sogno, leggiadre immagini mi si intrecciarono davanti in una danza aerea. &ina, con una corona di fiori tra i capelli, mi fluttuava attorno e mi sorrideva benevolmente. .nche il buon Bendel aveva fiori tra i capelli, e mi pass! accanto salutandomi con amicizia. E poi vidi molti altri ancora e, cos- almeno mi pare, anche te, /hamisso, tra il lontano tumulto" risplendeva una chiara luce, ma nessuno aveva lombra e, ci! che + pi, strano, non faceva assolutamente un brutto effetto... 3iori e canti, amore e serenit# tra i palmizi... Bon potevo trattenere n$ interpretare %uelle mobili, care figure %uasi evanescenti" ma so che fui felice di %uesto sogno, e che non volevo svegliarmi" %uando mi svegliai davvero, tenni gli occhi chiusi per trattenere ancora un po nellanimo %uelle fuggevoli apparizioni. Infine aprii gli occhi, il sole era ancora in cielo, ma a oriente" avevo dormito tutta la notte. Lo presi come il segnale che non dovevo pi, fare ritorno alla locanda. 'enza rimpianti diedi per perso ci! che ancora vi possedevo, e decisi di incamminarmi per una strada secondaria che attraversava la fitta boscaglia ai piedi della montagna, lasciando che il destino compisse ci! che aveva in serbo per me. Bon mi guardai indietro, e non pensai neppure, come avrei invece certo potuto fare, di rivolgermi a Bendel, che avevo lasciato ricco. &i vedevo nei panni del nuovo personaggio che avrei rappresentato nel mondo" il mio abito era senza pretese. Indossavo una nera 1urt1a, che portavo gi# a Berlino e che, non so come, mi era ritornata tra le mani in %uesto viaggio. @ltre a essa, indossavo un berretto da viaggio e un paio di vecchi stivali ai piedi. &i alzai, mi tagliai in %uel luogo stesso un bastone nodoso per ricordo, e iniziai subito la mia vita di viandante. Bel bosco incontrai un vecchio contadino, il %uale mi salut! amichevolmente, e con cui mi fermai a parlare. /ome un viaggiatore desideroso di sapere, mi informai presso di lui prima di tutto della strada, %uindi della regione e dei suoi abitanti, dei prodotti della montagna e daltro ancora. Egli rispose assennato e lo%uace alle mie domande. 9iungemmo cos- al letto di un torrente di montagna, che aveva esteso ad unampia striscia di bosco la sua opera di distruzione. 0entro di me rabbrividii nel vedere %uello spiazzo soleggiato" lasciai che il contadino mi precedesse. &a costui si arrest! proprio nel bel mezzo di %uel luogo pericoloso e si rivolse verso di me, per raccontarmi la storia dellinondazione. /os- not! immediatamente ci! che mi mancava e si interruppe di botto a mezzo del discorso8 )&a come avviene dun%ue che il signore non ha ombra!*. )Purtroppo, purtroppo!* replicai io, sospirando, )durante una lunga e grave malattia ho perduto i capelli, le unghie e lombra. 4edete, buon uomo, alla mia et#, i capelli, che mi sono ricresciuti, sono tutti bianchi, le unghie sono cortissime, e lombra proprio non mi vuol tornare*. ).hi, ahi* disse il vecchio, scuotendo il capo, )senzombra... + un brutto affare! 7 stata davvero una brutta malattia, %uella che ha avuto il signore*. &a non riprese pi, il suo racconto, e al primo crocicchio si separ! da me senza dire una parola. .mare lacrime scorsero di nuovo sulle mie guance, la mia serenit# era scomparsa. /ol cuore rattristato ripresi il cammino, e non cercai pi, la compagnia di nessuno. &i tenni nel pi, profondo del bosco, e a volte, per poter attraversare una parte in cui splendeva il sole, dovevo attendere ore intere, perch$ nessun occhio umano mi impedisse il passaggio. . sera, cercavo di trovare alloggio nei paesi. &i dirigevo in realt# verso una miniera in montagna, dove avevo pensato di trovare lavoro sottoterra" infatti, anche senza contare il fatto che la mia attuale condizione mi imponeva di provvedere da me stesso al mio mantenimento, mi ero reso ben conto che solo un lavoro faticoso avrebbe potuto proteggermi dai miei pensieri devastanti. 6n paio di giorni di pioggia mi fecero procedere speditamente nel cammino, ma a danno dei miei stivali, le cui suole erano state calcolate per il conte Peter e non per un viandante. /ontinuai a piedi nudi. &a dovevo comprarmi un paio di stivali nuovi. La mattina dopo mi occupai con grande seriet# della cosa in un borgo dove cera la fiera e dove trovai una bottega che vendeva stivali vecchi e nuovi. 'celsi e mercanteggiai a lungo. 0ovetti per! rinunciare a un paio nuovo, che ben volentieri mi sarei comprato" infatti il suo alto prezzo mi spavent!. &i accontentai dun%ue di un paio di stivali usati, anche se ancora buoni e robusti, che il biondo e ricciuto ragazzo di bottega mi consegn! contro denaro contante, augurandomi buona fortuna per il viaggio. Li infilai allistante, e lasciai %uel luogo per la porta a nord. Ero cos- profondamente assorto nei miei pensieri che guardavo appena dove mettevo i piedi" pensavo infatti alla miniera, dove intendevo arrivare la sera, e dove non sapevo proprio come dovessi presentarmi. Bon avevo fatto ancora duecento passi, %uando mi resi conto che avevo smarrito la strada" allora mi guardai intorno, e mi trovai in una cupa, antichissima foresta di abeti, sui %uali sembrava non essersi mai posata la scure. &i spinsi ancora avanti di alcuni passi, e mi vidi in mezzo a rocce deserte, ricoperte solo di muschio e sassifraghe, tra cui si estendevano campi di neve e ghiaccio. Laria era tersa e freddissima" mi guardai attorno, il bosco era scomparso alle mie spalle. 3eci ancora alcuni passi... Intorno a me regnava un silenzio di morte, a perdita docchio si stendeva il ghiaccio, sul %uale ora mi trovavo, in mezzo a una fittissima nebbia" un sole rosso sangue stava al limite dellorizzonte. Il freddo era insopportabile. Bon sapevo cosa mi fosse accaduto, ma il gelo che mi intirizziva mi costrinse ad affrettare il passo" udivo solo un lontano scrosciare dac%ua, un passo, e fui sulla riva gelata di un oceano. 0avanti a me innumerevoli frotte di foche si gettarono in ac%ua mugghiando. 'eguii la sponda, vidi altre nude rocce, e poi pianura, boschi di betulle e di abeti. /orsi ancora %ualche minuto dritto in avanti. 3aceva un caldo soffocante, mi guardai intorno, mi trovavo tra campi di riso ben coltivati e filari di gelso. &i sedetti alla loro ombra, guardai lorologio, non era ancora passato un %uarto dora da %uando avevo lasciato la fiera... /redevo di sognare, mi morsi la lingua per svegliarmi" ma ero sveglio. /hiusi gli occhi per raccogliere i pensieri. .llora udii vicino a me pronunciare strane sillabe nasali" detti unocchiata" due cinesi, inconfondibili per la forma del viso, anche se non avessi voluto prestar fede al loro abbigliamento, mi si rivolgevano nella loro lingua per salutarmi secondo il costume del paese" io mi alzai e feci due passi indietro. Bon li vidi pi,, e il paesaggio era completamente mutato8 al posto dei campi di riso, alberi e boschi. @sservai gli alberi e le erbe che mi crescevano intorno" %uelle che conoscevo erano piante dell.sia sudorientale" volli avvicinarmi a un certo albero... 6n passo, e tutto era di nuovo cambiato. /ome una recluta durante unesercitazione, cominciai allora ad avanzare lentamente, cauto. 0avanti al mio sguardo sbalordito si susseguivano paesi, pianure, campi, montagne, steppe, deserti, con scenari meravigliosamente mutevoli. Bon vera alcun dubbio, avevo ai piedi gli stivali delle sette leghe. $ /addi in ginocchio in muto raccoglimento, versando lacrime di gratitudine perch$ il futuro si prospettava dun tratto chiaro allanimo mio. Escluso dallumana societ# per una colpa giovanile, venivo ora in cambio trasportato verso la natura, che sempre avevo amato" mi veniva data la terra %uale ricco giardino, lo studio come indirizzo e forza della mia vita, e %uale suo scopo la scienza. Bon era una decisione %uella che prendevo. &a da allora ho soltanto cercato di rappresentare, con fedelt#, con %uieta, severa e incessante diligenza ci! che, chiaro e perfetto nella sua forma originaria, si presentava alla mia vista interiore, e la mia soddisfazione personale + dipesa da allora dalla coincidenza di ci! che riuscivo a rappresentare con tale forma originaria. Balzai in piedi per prendere possesso, senza esitazione e con un rapido sguardo, del campo in cui volevo in futuro mietere il mio raccolto. &i trovavo sugli altipiani del Tibet e il sole, che avevo visto sorgere poche ore prima, %ui volgeva gi# verso il tramonto" attraversai l.sia da oriente a occidente, raggiungendolo nel suo corso, e fui in .frica. La girai tutta colmo di curiosit#, percorrendola ripetutamente in ogni direzione. &entre, in Egitto, guardavo estasiato le piramidi e i templi, scorsi nel deserto, poco lontano da Tebe dalle cento torri, le caverne in cui erano vissuti un tempo gli eremiti cristiani. .llimprovviso mi fu chiaro e certo" %ui + la tua casa. Per i miei futuri soggiorni ne scelsi una delle pi, nascoste, ma nel contempo spaziosa e tran%uilla, nonch$ inaccessibile agli sciacalli, e proseguii. Passando attraverso le colonne dErcole entrai in Europa, e dopo averne scrutate le province meridionali e settentrionali, passai dall.sia del nord sopra i ghiacci del Polo in 9roenlandia e in .merica, attraversai le due parti di %uesto continente, e linverno, che gi# regnava al sud, mi spinse rapidamente indietro da /apo Corn verso nord. Indugiai finch$ non si fece giorno nell.sia orientale, e ripresi la mia peregrinazione solo dopo essermi concesso un po di riposo. .ttraverso le due .meriche seguii la catena montuosa che comprende le vette pi, elevate della sfera terrestre. Passai lentamente e con grande attenzione di cima in cima, ora su incandescenti vulcani, ora su picchi innevati, a volte respirando a fatica, raggiunsi il monte Elia e saltai sopra lo stretto di Bering fino in .sia. 'eguii allora la sua costa occidentale in tutte le sue molteplici insenature, e verificai con particolare attenzione %uali delle isole che vi si trovavano di fronte mi fossero accessibili. 0alla penisola di &alacca, i miei stivali mi trasportarono a 'umatra, 9iava, Bali e Lamboc, tentai, a volte anche con pericolo e tuttavia sempre invano, di aprirmi una strada a nordovest, attraverso le rocce e le piccole isole di cui %uel mare + costellato, in direzione del Borneo e di altre isole di %uellarcipelago. &a dovetti abbandonare %uesta speranza. Infine mi sedetti sulla punta pi, estrema di Lamboc e, col viso rivolto a sud e a oriente, piansi come dietro le sbarre murate del mio carcere, per aver trovato comun%ue cos- presto il mio limite. La Buova @landa, cos- straordinaria ed essenziale per la comprensione della terra e della sua veste intessuta di sole, come pure del mondo animale e vegetale, e il mare del sud, con le sue isole di zoofiti, mi erano vietati, e cos-, fin dal principio, tutto ci! che intendevo raccogliere e costruire era destinato a restare puro e semplice frammento. @h, mio .delbert, a tanto poco servono le fatiche umane! &olte volte, nel cuore del rigido inverno dellemisfero meridionale, ho tentato di compiere da /apo Corn %uei duecento passi che mi separavano dalla Terra van 0iemen e dalla Buova @landa, senza curarmi neppure del ritorno, e anche a costo che %uella terra malvagia mi si richiudesse sopra come il coperchio della mia bara, e ho provato a lasciarmi dietro i ghiacci polari andando verso occidente, muovendo con folle rischio passi disperati sui ghiacci galleggianti, sfidando caparbiamente il gelo e il mare. Invano. .ncora infatti non sono stato nella Buova @landa" ogni volta tornavo a Lamboc e mi sedevo sulla sua punta estrema, piangendo nuovamente, con il viso rivolto a sud e a oriente, come dietro le sbarre murate del mio carcere. &i strappai infine da %uesto luogo, penetrando di nuovo, con il cuore rattristato, nellinterno dell.sia" la percorsi tutta, inseguendo a occidente il sorgere del sole, e giungendo ancora, nella notte, nella Tebaide, nella dimora che mi ero prescelta nelle ore pomeridiane del giorno precedente. Bon appena mi fui un poco riposato e sullEuropa fu giorno, la mia prima preoccupazione fu %uella di procurarmi tutto ci! che mi occorreva. E, per primissima cosa, un paio di scarpe capaci di frenarmi, poich$ avevo sperimentato %uanto fosse scomodo non poter in altro modo accorciare il proprio passo, allo scopo di osservare accuratamente oggetti vicini, se non sfilandosi %uegli stivali. 6n paio di pantofole, infilate sopra gli stivali stessi, si rivelarono capaci di sortire leffetto che mi ripromettevo, e in seguito ne portai sempre con me due paia, perch$ spesso mi capitava di gettarle via dai piedi, senza poi avere il tempo di raccoglierle, specialmente %uando venivo spaventato da leoni, uomini o iene, mentre me ne andavo in giro a erborizzare. Il mio eccellente orologio era un ottimo cronometro per la breve durata delle mie marce. Inoltre avevo bisogno di un sestante, di alcuni strumenti di fisica e di libri. Per procurarmi tutto ci! feci parecchi viaggi a Londra e a Parigi, che non mancarono di impensierirmi, anche se a %uellepoca %ueste citt# erano per mia fortuna coperte di nebbia. 2uando ebbi esaurito tutto ci! che mi restava del mio oro fatato, fu facile per me trovare e portarmi dietro, a titolo di pagamento, dellavorio africano, e a tale scopo dovevo scegliere le zanne pi, piccole, per non sovraccaricare le mie forze. Ben presto fui fornito e provvisto di tutto, e iniziai subito la mia nuova vita di studioso in ritiro. Peregrinai cos- per tutta la terra, misurando ora le altitudini, ora la temperatura delle sue sorgenti e dellaria, ora osservando gli animali, ora infine studiando le piante" spaziavo dallE%uatore al Polo, dal vecchio al nuovo mondo, comparando le esperienze tra loro. Le uova degli struzzi africani o degli uccelli dei mari del nord insieme ai frutti, in specie %uelli delle palme tropicali e dei banani, erano il mio nutrimento pi, comune. /ome surrogato della felicit# che mi mancava avevo la nicotina, e al posto della compagnia e dei legami umani avevo lamore di un cagnolino, che faceva la guardia alla mia grotta nella Tebaide e che, %uando io vi tornavo, sempre carico di nuovi tesori, mi saltava in braccio felice, e mi faceva ancora provare sentimenti umani, dimostrandomi che sulla terra non ero solo. &a unaltra avventura doveva portarmi di nuovo in mezzo agli uomini. $I 6n giorno, frenati i miei stivali, stavo raccogliendo alghe e licheni sulle coste della 'candinavia, %uando dimprovviso, uscendo da dietro una roccia, mi si fece davanti un orso polare. 0opo aver scagliato via le pantofole, volli raggiungere unisola situata l- di fronte, verso la %uale mi offriva un passaggio un nudo scoglio che emergeva in mezzo alle onde. Poggiai saldamente un piede sulla roccia, ma precipitai in mare dallaltra parte, perch$, senza che me ne accorgessi, allaltro piede era rimasta attaccata la pantofola. Il grande freddo mi intirizz-,e solo a stento salvai la vita da %uellenorme pericolo" non appena raggiunsi la terraferma, corsi pi, forte che potei verso il deserto libico, per asciugarmi l# al sole. .vendo per! esposto troppo la testa ai suoi raggi cocenti, feci ritorno barcollando, sentendomi ormai molto male, verso nord. .ttraverso spostamenti convulsi cercai di procurarmi sollievo, e presi dun%ue a correre, con passi insicuri ma veloci, da ovest a est, e da est a ovest, venendo a trovarmi ora nel giorno ora nella notte, ora in estate ora nel gelo dellinverno. Bon so %uanto a lungo io abbia brancolato in %uesto modo per tutta la terra. 6na febbre rovente mi bruciava nelle vene, con grande terrore sentivo che perdevo il senno. &a la sfortuna volle ancora che io, in %uella mia corsa tanto sconsiderata, inciampassi in %ualcuno. 0evo avergli fatto molto male" io stesso ricevetti un forte colpo, e caddi a terra. 2uando ripresi conoscenza, mi trovai comodamente adagiato in un buon letto, che si trovava tra molti altri letti in un salone ampio e bello. .l mio capezzale sedeva %ualcuno" altre persone attraversavano la sala, andando da un letto allaltro. 4ennero anche davanti al mio, e si misero a parlare davanti a me. Per! mi chiamavano )umero -odici, e sulla parete ai miei piedi, sopra una lapide di marmo nero, stava scritto, in modo corretto, senza errori e a caratteri doro - senzombra di dubbio, non mi sbagliavo di certo, potevo leggerlo chiaramente - il mio nome PETED '/CLE&ICL 'ulla lapide, sotto il mio nome, stavano scritte ancora due righe di lettere, ma io ero troppo debole per metterle insieme, e chiusi di nuovo gli occhi. 6dii allora leggere chiaramente e ad alta voce %ualcosa, in cui si nominava Peter 'chlemihl, ma non potei coglierne il senso" vidi invece comparire accanto al mio letto un uomo dal volto amichevole e una bellissima donna in abito nero. 2uelle figure non mi erano estranee, eppure non riuscivo a riconoscerle. Pass! del tempo, ed io ripresi le forze. 4enivo chiamato sempre )umero -odici, e il )umero -odici, a causa della sua lunga barba, veniva ritenuto un ebreo, anche se non per %uesto lo si curava meno degli altri. Il fatto che non avesse ombra sembrava non essere stato notato da nessuno. I miei stivali, insieme a tutto il resto che era stato trovato su di me %uando mi avevano trasportato l-, si trovavano ben custoditi, come mi venne assicurato, e mi sarebbero stati restituiti dopo la mia guarigione. Il luogo nel %uale giacevo malato si chiamava '/CLE&ICLI6&" e ci! che giornalmente veniva letto di Peter 'chlemihl era unesortazione a pregare per lui, %uale donatore e benefattore di %uella fondazione. Luomo gentile che avevo visto accanto al mio letto era Bendel, la bella signora era &ina. Bello Schlemihlium guarii, senza che nessuno mi riconoscesse, e inoltre venni a sapere che mi trovavo nella citt# natale di Bendel, nella %uale egli, con il resto del mio oro, il solo non maledetto, aveva fondato e intitolato a mio nome %uellospizio, in cui gli infelici mi benedicevano, e del %uale egli stesso aveva assunto la direzione. &ina era vedova" un processo penale finito male era costato al signor Dascal la vita e a lei la maggior parte del patrimonio. I suoi genitori non cerano pi,. Ella viveva come una vedova timorata di 0io, compiendo opere di carit#. 6n giorno, ai piedi del letto Bumero 0odici, ella si ferm! a parlare con il signor Bendel8 )Perch$, nobile signora, vuole esporsi tanto spesso allaria infetta che regna %ui dentro( La sorte + stata dun%ue tanto spietata con lei, da farle desiderare la morte(* )Bo, signor Bendel. 0opo aver sognato tanto a lungo il mio bel sogno, ed essermi risvegliata con piena coscienza di me stessa, sto bene" da allora, non desidero n$ temo pi, la morte. 0a allora penso con serenit# al passato e al futuro. E lei, non + forse con la pi, %uieta gioia interiore che oggi serve, in modo tanto devoto, il suo signore e amico(* )9razie a 0io, s-, nobile signora. /erto, ci sono accadute cose assai straordinarie" dal calice colmo abbiamo bevuto senza accorgercene tutto il bene e tutto il male. @ra esso + vuoto" si vorrebbe %uasi pensare che %uella sia stata solo una prova e che, provvisti di una saggia esperienza, dobbiamo attendere il vero principio. &a un altro + ormai il vero principio, e non si vuole pi, ricominciare il vecchio gioco della vita, anche se, nellinsieme, si + felici di averla vissuta cos- com+ stata. E poi nutro in me la fiducia che al nostro vecchio amico le cose vadano oggi meglio di allora*. ).nchio* replic! la bella vedova, e si allontanarono entrambi da me. 2uesto collo%uio aveva lasciato in me unimpressione profonda" ma nel mio animo dubitavo se dovessi farmi riconoscere oppure andarmene da l- in incognito. Infine decisi. &i feci portare carta e matita, e scrissi %ueste parole8 ).l vostro vecchio amico le cose vanno oggi meglio che nel passato e, se espia, e spia riconciliato*. /hiesi poi di potermi vestire, perch$ mi sentivo pi, forte. 4enne portata la chiave del piccolo stipo che stava accanto al mio letto. 4i trovai dentro tutto ci! che mi apparteneva. Indossai i miei abiti, sopra la mia nera 1urt1a misi a tracolla la borsa da botanico, nella %uale ritrovai con gioia i miei licheni del nord, infilai gli stivali, posai sul letto il foglio che avevo scritto e, appena aperta la porta, ero gi# lontano sulla via che portava alla Tebaide. Lungo la costa siriaca, ripercorrendo il cammino sul %uale lultima volta mi ero allontanato da casa, vidi venirmi incontro il mio povero 3igaro. 2uel cane eccezionale, che doveva aver aspettato a lungo a casa il suo padrone, mostrava di voler seguire le sue orme. Io mi fermai e lo chiamai. &i salt! addosso abbaiando, con mille commoventi manifestazioni della sua innocente, irrefrenabile gioia. Lo presi sotto il braccio, perch$ non avrebbe certo potuto seguirmi, e lo riportai con me a casa. 2ui ritrovai tutto nellantico ordine e, via via che riac%uistavo le forze, tornavo alle mie occupazioni di un tempo e al mio vecchio modo di vita" solo che, per un anno intero, mi tenni lontano dal freddo polare, divenutomi ormai intollerabile. Ed + cos-, mio caro /hamisso, che vivo ancor oggi. I miei stivali non si consumano, come da principio mi aveva fatto temere leruditissima opera del celebre Tiec1ius -e rebus gestis Pollicilli. La loro forza + inalterata, mentre si infiacchisce la mia" e tuttavia ho la consolazione di averla consumata per lo scopo che mi ero prefissato, e non infruttuosamente. 3in dove mi hanno condotto i miei stivali, ho imparato a conoscere la terra meglio di %ualsiasi altro uomo prima di me8 la sua configurazione, le sue altitudini, la sua temperatura, le variazioni della sua atmosfera, le manifestazioni della sua forza magnetica, la vita su di essa, in specie %uella del regno vegetale. Co esposto %uesti fatti in molte opere, con la massima precisione possibile e con grande chiarezza" in alcune dissertazioni ho registrato, pur senza particolari, le mie opinioni e deduzioni. Co determinato la geografia dellinterno dell.frica e delle terre del Polo Bord, dellinterno dell.sia e delle sue coste orientali. La mia Historia stir%ium %lantarum utrius'ue orbis si pu! considerare come un grande frammento della &lora universalis terrae e come parte del mio S/stema naturae. /redo di avere non solo accresciuto di oltre un terzo il numero delle specie conosciute, ma di aver fatto %ualcosa anche per il sistema naturale e per la geografia delle piante. @ra sto lavorando assiduamente alla mia &auna. 3ar! in modo che, prima della mia morte, i miei manoscritti vengano consegnati all6niversit# di Berlino. E ho scelto te, caro /hamisso, come depositario della mia storia straordinaria, in modo tale che forse, %uando io sar! scomparso dalla terra, essa possa fornire utili insegnamenti ad alcuni dei suoi abitanti. &a tu, amico mio, se vuoi vivere tra gli uomini, impara a rispettare prima la tua ombra, e dopo il denaro. 'e per! vuoi vivere solo, e per la parte migliore di te stesso, oh, allora, davvero non hai bisogno di alcun consiglio. 3IBE A Adel%ert &on Chamisso Ed or si batton francesi e tedeschi, infiammati di eroico furore, la mano vola alla valente spada, infuria la battaglia in alte fiamme. &a noi cincontriam su pi, elevato campo, da pura fiamma ormai purificati, salute a te, fido, devoto amico mio, e a ci! che sempre %ui ci tiene uniti! :;<;H> 3ou%u$ ALTRI SCRITTI S'L (DOPPIO) E S'L (MALE) A'ST* 'N TENTATI#O :;<IH> &a a che serve dun%ue la follia del saggio( 'ha1espeare di 'chlegel, ome vi %iace, III, ; 3.6'T, il '6@ 'PIDIT@ B6@B@ e %uello /.TTI4@, due 4@/I *o studio di &aust, illuminato da un+unica lam%ada0 3.6'T 0i giovinezza son trascorsi gli anni brevi, trascorsi %uelli della forte virilit#, 3aust! 9i# sinclina il sole della tua vita! Cai tu vissuto( 2ui, straniero al mondo, trasognato passasti le lente ore, cercando con affanno la verit#" e in %uellimpari lotta folle! hai giocato forze di pigmeo! Tu, che nel fuoco di giovent, selvaggio ti beasti, oblioso del futuro, di te stesso, delluniverso immenso che intorno a te si volve, solo il piacere conosci, solo esso conoscer vuoi" tu fortunato al presente diletto, te %ual saggio, tanto sei fortunato, lodar pur devo. - 'aggio( - e anche 3olle( - Bomi insensati" esistono nel mondo solo malati, non conosco folli. 6na scintilla mi brill! nel petto :la straniera mano ve la pos!>, che doveva avvampare ed accendere in me per sempre sete inestinguibile" - dal /reatore esigo tutti i debiti, noi dobbiamo voler, s-, lo dobbiamo! &a che dico dobbiam( Liberi dun%ue noi %ui non siam( .nzi, il volere + solo come pietra che cade nellabisso e di volerlo fino in fondo crede. /he sei dun%ue tu, uomo( .cchiappatutto avido, che una corte temeraria fai alluniverso e cieco, nella notte, votato a errare in tenebra duplice, eterna, nulla puoi riconoscere, un dilemma per te sempre irrisolto" per leggi eterne creator del tuo mondo, ma tu stesso dal tuo mondo creato, cosa sei tu, grande, vano mortale( 6n dio in catene, oppur soltanto polvere( /os+ mai il mondo del pensier, che mai il mondo del senso( &a il tempo, il luogo, gli acchiappatutto e le lor creazioni, che hanno fatto di essi ci! che sono( /os+, al di l# di loro, linfinito( /osa il divino, un primo, mai compreso anel della catena che trascina, non trascinato tutti gli altri anelli( - Per me tutto + follia, solo apparenza. Linterna luce getta l#, di fuori, nella distesa notte le sue immagini, vuoto riflesso che sorge dallIo, e cos- nasce il mondo, che io conosco. Ca cos- ordinato forse il caso, il grande artefice chiamato 0io. E se l#, fuor del pensiero, son spirto, corpo, divinit# - come potr! afferrarle entro me( - invano invano! Tra loro e me si frappongono sempre dei sensi il falso, di ragion la legge. Il loro enigma eterno, come vipera spaventevole, orrenda, che per s$ sempre vi genera e insieme consuma e a me consuma il cuore in %uesto gioco di cerchi orrendo che tra lor si divorano e senza fin si generan. Bon posso non posso allontanarvi n$ schiacciarvi, voi che incessantemente imperversate nella turbata in%uieta anima mia. 9uai a colui che incitate a vera lotta! timorosa si fa fin nel profondo del pensator la fronte" + certo il dubbio il premio tanto ad aversi difficile. Bo! il morso serpentino del dubbio rodere lentamente il mio cuore malato non pi, dovr#, non dovr# il suo veleno suscitare il dolor delle ferite. &a sano e audace, nello splendor del vero, voglio toccar la meta tra le stelle lontana s-, che, in una lotta vana, mai raggiunsi, giammai coglier potei. 1ira "uori un rotolo "atato, lo a%re sul tavolo, %osando la mano sulla scrittura magica2 'ogni non son %uelli che %ui hai mostrato8 cos-, o veggente, io seguo le tue orme di gigante" cos- prendo a marciare sulla tua via, cos- non ho paura. E se, al possente ordine tuo ubbidendo, al tuo servizio si levaron spiriti dal cupo del lor regno, anche per me il mondo degli spirti saprir# &aestre mie son le potenze oscure. Su%%lica degli s%iriti0 @ voi, che in spaventevole ed oscuro velo avvolti, lanima mia tenete circondata, su, spiriti, ubbidite, alla volont# ferma che vi chiama. 'PIDIT@ /.TTI4@ voce a sinistra 4olont# vera e ferma sia ubbidita. Tu figlio della polvere, sfuggito audacemente ad essa, a noi sim-le, oh!, manifesta il desiderio tuo. 'PIDIT@ B6@B@ voce a destra 3aust! 3aust! 3.6'T .h! tu vattene via, non tho chiamato! Io scuotermi di dosso voglio il giogo della tua schiavit,, vattene via! Bon tu, impotente, puoi placar la sete viva delluomo che possente anela a sovrastare londa tempestosa. &intralci il volo, alzati via da %ui! /on viril forza, senza indugio alcuno, volare voglio. &allontano da te, seguo la strada di costui, perseguo col sapere, verit# e conoscenza. spirito cattivo Parole dalti sensi, pi, che umani, tu parli. E se con umana fermezza mhai evocato, adesso prometti e giura un prezzo darmene - lanima tua" I tesori del vero taprir!" conoscerai %uel che luomo pu! far. 'PIDIT@ B6@B@ 3aust! 3aust! .lluomo giusto il padre promise e garant- da tutti i dolci frutti gustar del suo giardino" alluomo giusto il padre precluse e proib- uno solo tra i frutti. /on astute lusinghe, si erse il serpente" 'imili a dei sarete, se il frutto gustar saprete, %uel frutto magnifico, che, duro, il padre vi vieta di cogliere, ahim+, non padre, ma -nvido tiranno! 3aust! 3aust! .lluomo ancor bambino i gaudi della vita tutti sbocciano insieme. 0ove odorose spuntano per lui le rose e i frutti fanno cenno, egli indugia. /on un alato passo, leggero sulle spine, egli corre e si libra, gli mette accanto il padre due benevole amiche, la fede, la speranza, fedeli oltre la sorte. 3aust! 3aust! Per riscattare linfinito il padre ti di$ lo spirito, per adorare intensamente, il cuore8 e osi tu, gareggiando con il padre, mentre i raggi dolci tilluminano dellamor suo, reclamare %uel frutto, %uel frutto della morte. @rs,, disdegna, della vita felicit# e corone disdegna" combatti per raggiungere della divinit# locculto fine" colpevol capo alta vendetta schiaccia. 3.6'T Per straordinarie pene mi cre! un 0io dodio, che gode del dolore( 'PIDIT@ B6@B@ 3ior- gioia i sentier della tua vita. 3.6'T 3elicit# + per me sol conoscenza. 'PIDIT@ B6@B@ La speranza + il fiore delluom paziente, + bello e giusto imparar la rinuncia. 3.6'T Essa appassisce in sofferente petto. 'PIDIT@ B6@B@ 0i virt, ghirlanda le chiome c-ngati. 3.6'T Essa dal dubbio sar# lacerata. 'PIDIT@ B6@B@ Tu vuoi, tu vuoi" le gioie cos- ppassiscono. 3.6'T E, non libero, scelgo il mio dolore. 'PIDIT@ B6@B@ 3aust, nella fede agisci, in %uella fede che libero tu senti dentro te. 3.6'T Bo! Bo! libero non sono, n$ esser voglio. 'PIDIT@ B6@B@ 0ura pena allor lempio colpisca. 3.6'T La dura pena al creator la rendo, che troppo mha innalzato e troppo oppresso, che un vivo spirto ostilmente mi di+. 'PIDIT@ B6@B@ E per domarlo ti di+ volont# /olpevol capo alta vendetta schiaccia. 3.6'T Tu, della prima vendetta terribile spirito, che punisci in modo orrendo non commessi peccati, solamente nel cuore pensati, e che fai sibilare le serpi spaventose dellinferno intorno a me angosciato, ma non scuoti la sincera diritta volont#, io ti sbugiarder!" no, non son libero" inesorabile fato mattende e inarrestabile via mi trascina, ferrea mi colpisce la sorte orrenda. 'PIDIT@ /.TTI4@ a mezza voce 'illude il falso del tuo spirto buono. 3.6'T Bon illuderti del mio spirto buono, vattene via, mallontano da te, seguo la strada di costui, perseguo col sapere, verit# e conoscenza. 'PIDIT@ /.TTI4@ @rs,! con giuramento ora prometti a me il premio che mi + dovuto, 3aust" i tesori del vero taprir!" conoscerai %uel che luomo pu! far. 0a te spezza il bastone che hai sullanima. 3l bastone del giudizio viene %osto %er magia nelle mani di &aust, egli ne 4 atterrito, ma subito si ri%rende0 3.6'T 4olont#, rapida figlia dellattimo, tu subito partorisci lazione. 'PIDIT@ B6@B@ La retta azione. Essa, crescendo nel grembo del tempo, fuori di te, in mano a straniera forza, segua in eterno la necessit#. 3aust, + ancor tua la volont# del cuore. 'PIDIT@ /.TTI4@ mezza voce e lentamente I tesori del vero taprir!, conoscerai %uel che luomo pu! fare 3.6'T 7 ancor mio - pensato, voluto, fatto! 'PIDIT@ B6@B@ Ed osi tu ancor pensare il grande spaventoso pensiero" eternit#( 3.6'T '-, lho pensato, s-, ma solo lattimo tocca alluomo, nellattimo egli vive, e compra al caro prezzo del futuro il piacere fuggevole dellattimo. .nche il futuro non pu! esser che sogno. 'PIDIT@ B6@B@ E se %uel sogno allude alla realt#( 3.6'T Il crudo sogno allor potr# spiegarsi. 'ei tu stesso che affili il velenoso dente del dubbio, che il cor mi dilania. /on stritolante forza non potr# la verit# colpire il cor, che batte sol per essa" ma la pena che soffro + per me orribile, deve aver fine. Il mio petto + dacciaio, ma impotente la freccia riceve dogni dolore che dal braccio spaventoso del dubbio non sia stata scoccata. .ttender voglio virilmente leterna vendetta per riguardarla con occhio incrollabile. 3uggo te, fuggo il tuo 0io, e da me stesso spezzo sicuro il baston del giudizio. 'PIDIT@ B6@B@ 9uai! 9uai al nato dalluomo! La corona spezzate. Precipita, echeggiando il baratro lo accoglie rotto nel cader rapido. Bella valle si muta %uesto nato dalluomo, pasce allora i suoi sguardi lungo rive fiorite. I suoi sguardi non osa sollevare nel sole nellaccecante altezza. 0el delizioso manto dalla sua madre terra si riflette il colore, una pi, dolce luce. 9li basta %uesta bella varJopinta luce. /on non avido cuore solleva in alto, al sole, i dolci desideri. .lla cima si volge innevata del monte a raggiunger del sole la luce che consuma" oltre non si avvicina, sabbaglia locchio, sdrucciola il piede barcollante con esitante passo. 0alla somma vertigine precipita, echeggiando il baratro lo accoglie rotto nel cader rapido. 9uai! 9uai al nato dalluomo! La corona spezzate. .lle braccia sottratto della cura amorevole l# saffretta - e precipita" il baratro lo accoglie rotto nel cader rapido. 3.6'T s%ezzando il bastone Il bastone + spezzato. 'PIDIT@ /.TTI4@ @ra + spezzato. 'PIDIT@ B6@B@ @ra + spezzato. *ungo silenzio 3.6'T .llora( 'PIDIT@ /.TTI4@ Dido di te, tu facile gingillo degli avidi desir dellorgoglioso tuo cuore" io, pazzo, rido di te, io ti disprezzo, e a te tributo il premio, %uello determinato da te stesso. 0elluman sapere limite + il dubbio, che sol cieca fede seppe varcar. . errare ti condanno senza vela n$ ancora in un nemico cieco mare, dove non troverai fondo n$ riva balenanti a chi disperato lotta. 3inch$ a notte non sapra a te davanti la porta della morte, che tremenda ti punisca, e finch$ brividi nuovi di spavento non colgano il tuo capo" poich$ mappartiene tua vita eterna, a me spetta, ed a te tributo il premio %uello determinato da te stesso. /ome a un bambino il fiore della fede per te fior-, e tu orgogliosamente lhai calpestato, e chiedi verit#. Bene! ti grido spaventosamente il vero" dalle tue contraddizioni di sapiente essa manda a te i suoi raggi, e ti punisce" delluman sapere limite + il dubbio, avvolto nella polvere nulla conoscer pu!, nessuna luce apparire potr# a chi cieco + nato. /ome la lingua e il suon delle parole son per te del pensiero segno e via" cos- il sentir del senso ed il pensiero stesso non + che lingua, segno vuoto e futile duna realt# nascosta eternamente a te. Tu puoi pensare sol per via della lingua, con il senso solo tu puoi scrutar nella natura, sol con le leggi di ragion pensarla. E seppur cento sensi o mille avessi, tu, uomo di poca mente, e se il pensiero tuo sapesse pi, libero levarsi del cosmo nelle sue facce infinite compreso" tu in ogni modo, diviso, ma ad esso unito dai lacci del corpo, sol la stessa ombra tua veder potresti, senza arrivare a conoscere nulla. /he luomo lotti, che caparbio cerchi, cade su lui la sorte. 'ol lo spirito puro, in s$ immobile, conoscer pu!" non lo circonda %uelleterno muro che si leva a disgiungerti dal vero solo intravisto. &orte fa cadere il muro8 essa, la vindice, tattende spaventevole nella terra dove non pi, si aspira, non pi, si ricerca, dove di vita il prezzo tu pagherai. Il suon delle parole tue dovr! fare echeggiar, lombra del tuo pensiero rispecchiarti, accettar false visioni tue di saggio, per appressarmi a te, semplice uomo, io, che son uno spirto" pensier, parole, sogni dei mortali non colgon nessuna forma simile a %uelle eternamente a te nascoste. &a verit#, verit# ti fissasti, conoscerai %uel che luomo pu! far. 0elluman sapere limite + il dubbio, spaventosamente vendicativo il serpente della tua vita appare. 0ispera, infimo verme della terra, che io nella sua polvere, nel fondo ricaccer!" non a te il nero velo sollevar + concesso, non a te ancora fiori il tempo porter#" e mappartiene la tua vita eterna. I tesori del vero taprir!, per vendetta, e cos- tributo il premio, %uello determinato da te stesso. 3.6'T sul %unto di gettarsi contro la %arte da cui %roviene la voce dello s%irito buono, si risolleva in "retta e %arla Bo! mai inginocchiarmi davanti a te annunciatore di %uella pesante maledizion sette volte compiuta, che di fiamme circonda il capo a me, n$ mai inginocchiarmi davanti a lui. .nnientamento ha nome il dio che invoco. Incapaci voi siete a distruggere la vostra propriet# che avete facilmente ac%uisito nel corso del passato. @h! via da voi fuggire ancor potessi! oh, anche vedervi tra umane pene avvilir, tra eterni umani tormenti disperar, e ridendo forte ancora cos- schernirvi spaventosamente! E sia maledizione anche a me stesso, dacch$ non ho in potere mio nemmeno un tenue schietto suono delle labbra scoccato solo a spegnersi nel vento. @ spronatrice agognata di vani inani desideri, verit#, la tua figura di nebbia ho inseguito, tho inseguito lontano immensamente, ogni luce di speme tho votato" naufrago sulla ripida scogliera io sto, a me intorno i fondi oscuri flutti, e sul mio capo nuvole tonanti. 9iammai, giammai potr! abbracciar colei, per cui il prezioso premio via gettai! 'PIDIT@ /.TTI4@ &a ora la morte + pronta a far cadere il muro" essa, la vindice, tattende spaventevole nella terra dove non pi, si aspira, non pi, si ricerca, dove di vita il prezzo tu pagherai. 3.6'T La morte il muro fa cader" mattende in %uella terra... serpe di mia vita! @vun%ue il guardo io giro, tu mi fissi orribil. - 0annazione, eternit#, oh, non lasciate che i vostri tormenti stiano nel dubbio! E pur tu, compimento, tu distruggi %uel muro" sii salvezza, vendicator nascosto, tu mia guida in %uella terra dove io vo seguirti. )on a%%ena egli cerca di voltarsi contro lo s%irito, %er s"uggire alla morte, nelle sue mani a%%are %er magia un %ugnale. egli ne volge la %unta contro il cuore e ve lo con"icca lentamente0 Eterna dannazione, nel tuo grembo! - .nnientamento forse, saper forse, certezza tuttavia. Egli cade, la lam%ada si s%egne, il teatro %iomba in cu%e tenebre0 *entamente cala il si%ario0 LA IA+A DI ADEL+ERT :;<IK> 'vegliandosi, .delbert si rese conto che doveva aver dormito a lungo" si stropicci! gli occhi, che non volevano saperne di aprirsi alla luce, e il capo, che era tutto scompigliato" e alla fine si sovvenne anche dellintenzione che aveva avuto" incominciare la lunga e faticosa peregrinazione allo scopo di vedere il mondo, di riflettere su se stesso nel mondo, e di comprendersi, %ualora ci! gli fosse riuscito" poich$, infatti, tali cose lo attraevano. 4ide accanto a s$ il suo bianco bastone da viandante, volle prenderlo, tirarsi su e proseguire senza indugio, ma era iniziato linverno, e faceva freddo" durante il suo sonno aveva gelato, e cos- egli trov! che il bastone, i vestiti e lui stesso erano attaccati a terra dal gelo, in modo tale che non riusciva a muoversi" soltanto le mani, posate sul petto, gli erano rimaste libere. Tra i rami dellalbero sotto il %uale giaceva, che erano spogli e privi del loro verde ornamento, soffiava un opprimente vento misto a nebbia, che li faceva stormire con un suono sinistro. )7 davvero strano* pens! .delbert, e si riassop-. .delbert si assop-, si svegli!, si assop- di nuovo, e di nuovo si dest!" dietro di lui :stava sdraiato rivolto a nord> il sole sorgeva e tramontava, le lune si alternavano, e passavano gli anni" ma egli continuava a giacere congelato a terra, e sopra la sua testa, percossi dal vento, stormivano i rami degli alberi, nudi e privi di foglie. E poi, attorno a lui, fin dove riusciva a vedere, si erano innalzate pareti di ghiaccio, che lo circondavano e gli si stringevano intorno sempre pi,, %uasi fossero le mura di un carcere, o di una tomba. 7 davvero strano, pens! .delbert, ed + anche un fastidio che ci! accada in viaggio, e poi pens! molte cose folli, e ben poche che non lo fossero" come del resto ad alcuni accade talvolta in viaggio. Pensava" si deve sopportare la necessit# virilmente, ed + follia protestare contro ci! che + imposto. &a se 0io c+, e alla fine verr# il disgelo, allora mi riuscir# di recuperare la mia libert#, di continuare il mio viaggio, e di usare con intelligenza tutto ci! che vedr!" e con %uesti pensieri, ogni volta si rimetteva a dormire. .ttraverso approfondite indagini, per le %uali aveva tutto il tempo che voleva, era giunto a scoprire come sia malvagia la natura dellinverno, e ormai covava un violento odio contro il gelo. Lunico piacere di cui poteva ancora godere era %uello di scrutare, attraverso gli anelli di ghiaccio che lo circondavano, le stelle che risplendevano nel cielo notturno, e dal %uieto ciclo del carro celeste e della stella polare apprese a calcolare il tempo, e a sapere %uando era trascorso un altro anno. 6n pomeriggio, chiusi gli occhi per poter pensare tran%uillamente, si addorment! allimprovviso" ma %uando li riapr-, gli si present! una straordinaria apparizione. 9rande e magnifica, davanti a lui stava unalta figura femminile, da non potersi tuttavia paragonare ad alcuna donna terrena. Ella appariva sprofondata nel dolore" indossava lunghe vesti a lutto, e i suoi neri capelli le fluivano in notturne onde dalla fronte splendente davanti al volto, fino ai freschi gigli dei seni, contornandole le belle membra. /on una mano ella si spart- i riccioli che le coprivano gli occhi, ed egli la guard! in faccia" il cuore gli balz! in petto. Ella gli si avvicin! e si pieg! su di lui, puntandolo sguardo grave dei suoi fiammeggianti occhi di tenebra nello sguardo di lui8 e pronunci! con voce possente e carica di mistero le sillabe del suo nome non terreno, che nessun suono di lingua umana riuscirebbe mai a ripetere" %uindi recise e prese per s$ un ricciolo dei capelli di .delbert, gettandogliene uno dei propri, che aveva passato attraverso un anello che si era sfilato dal dito" poi, una forza irresistibile la allontan! da lui, su di lei venne gettato il velo del silenzio, in cui ella si avvolse" e, voltandosi spesso a guardarlo, si affrett! verso nord. Invano .delbert, che giaceva a terra tramortito e raggelato come il ghiaccio stesso che lo tratteneva, raccolse tutto il suo spirito vitale, grid! dietro di lei, implorando piet#, piangendo forte e tendendole le mani... Ella era scomparsa, e davanti a lui restavano soltanto le sinistre pareti di ghiaccio che lo circondavano. 4ers! molte lacrime, infil! lanello al proprio dito, si pos! il ricciolo sul petto e, dopo aver saziato il suo cuore con le lacrime, si riaddorment! unaltra volta. &a anche nei suoi sogni apparve la meravigliosa immagine della donna, torturando .delbert con sguardi, silenzi e fughe" egli si svegli!, e ripens! allo strano evento, e poi si riaddorment!, per poter sognare di nuovo la donna. Il suo cuore era infiammato damore per lei, e sentiva che ella era tutto per lui e per il suo destino. La implorava con fervore, e sperava e credeva che solo lei avrebbe potuto salvarlo dal suo tormento e dalla sua umiliazione. &a la salvezza non compariva, ed egli dovette resistere ancora per molte lune. Infine gli venne in mente %ualcosa di pi, utile. Bon senza fatica, si sollev! un poco per osservare con attenzione se nellanello, che fino ad allora aveva soltanto baciato e stretto alcuore, non fosse celato %ualche segnale o talismano, e infatti scorse alcuni segni incisi al suo interno... ma non riusc- a leggerli, poich$ non li comprendeva. Per riuscire a decifrare il senso di %uei segni si misero in moto tutte le sue forze intellettuali, ed egli tent! con fatica e tenacia tutte le strade e perse il sonno" e, tuttavia, sembrava che limpresa non volesse riuscirgli. &a egli non disperava" soltanto, piangeva per langoscia della sua anima. E in una notte, in cui egli aveva di nuovo sognato la meravigliosa immagine e laveva guardata intensamente, %ualcosa di simile a un lampo attravers! la sua anima" si sfil! rapidamente lanello, e al chiarore della stella polare, che riluceva pi, forte,lesse rapidamente e con facilit# la possente parola8 L7MNMOPL. L7QRS$TL! 4olere, dun%ue( )E sia! Io lo voglio!* esclam! con forza, e salt! su rabbiosamente, mentre i vincoli di ghiaccio che lo avevano trattenuto venivano frantumati, con la facilit# e la rapidit# con cui vola un pensiero. .fferr! il bastone da viandante8 anchesso venne estratto facilmente dal ghiaccio. @ra il sole si alz! a oriente, inondando di luce sanguigna le pareti della segreta del castello di ghiaccio in cui, guardandosi attorno, si rese conto di trovarsi. 'i infil! lanello allindice della destra e chiuse il pugno, dirigendosi verso la parete a oriente, cui assest! un violento colpo" con un rimbombo, il rigido edificio scricchiol! e croll! in frantumi attorno a lui. E ora egli stava l#, in piedi, e abbracciava con lo sguardo per lultima volta i segni della sua lunga ignominia, senza piangere, ma anche senza scoppiare a ridere" era invece tran%uillo e severo, preparato - con lamore nel petto, e la forza nelle membra - a intraprendere la peregrinazione progettata. E il sole, fiammeggiando, si alzava verso il mezzogiorno mentre, sotto i suoi sguardi, improvvisamente si scioglievano le frantumate rovine del castello di ghiaccio. .llora, impetuosamente, intorno ad .delbert sgorg! una fonte dac%ua sorgiva, che lo circond! con una corrente impetuosa e turbinante, aprendosi poi in un immenso mare che, agitandosi, spumeggiava con lunghi suoni minacciosi, mentre le onde che si innalzavano avvolgendosi su se stesse sembravano essere in collera con lui, e volersi precipitare una sullaltra, fino a inghiottirlo. E dal mare si sollev! una tempesta di venti tra loro contrari, che accumulavano tutte le nubi sopra alla sua testa. Era solo, e terrorizzato. 6n colpo di vento si abbatt$ su di lui con tanta forza da farlo %uasi cadere - ma egli riusc- a rimanere in piedi - e la tempesta pot$ solo giocare con i suoi abiti, ma il ricciolo segreto, che egli conservava sul petto, gli venne strappato, e il vento lo trasport! nella piena. .llora si gett! anchegli intrepido nei flutti minacciosi e, meraviglia!, le onde lo trasportarono dolcemente, davanti a lui il mare si calm!, gli alti marosi si placarono, gli uragani tac%uero al suo avvicinarsi, e solo una lieve brezza lo spinse dietro al ricciolo che il vento portava via, e che egli seguiva incessantemente con lo sguardo, lottando per raggiungerlo. &a dallo scuro ricciolo fior- davanti ai suoi occhi proprio la soave figura della misteriosa donna velata, la %uale, con i piedi alati e senza toccare lac%ua, avanzava davanti a lui che anelava raggiungerla, guidando verso nord e verso sud e verso ovest il suo febbrile inseguimento. /omp- cos- gran parte del cammino, ma il tempo non cera, il sole in cielo stava a sud" a nord brillava chiara e solenne la stella polare" la rosseggiante aurora splendeva a oriente, e a occidente erano profuse le braci della sera. 9li astri si disponevano nel firmamento a comporre meravigliose figure del destino" azzurra era laria, e azzurre le ac%ue, la cui schiuma era di rose e di fiori del dolore. E dopo una lotta smisurata, lunga e ostinata, egli vide ora la fuggitiva e ondeggiante figura dirigere il suo volo verso una terra con alte montagne, che era apparsa tra nord e sud, e intanto voltarsi a guardarlo pi, sovente e con uno sguardo pi, strano. .llora egli dispieg! ancor pi, le sue forze, e nuotando colp- lac%ua con maggior potenza, mentre limmagine si mise a ondeggiare sulla riva, e poi si elev! sopra la montagna" anche .delbert raggiunse la terraferma, e il suo piede vi si pos!" egli si diresse verso la vetta, sempre allinseguimento. 0ietro di lui la piena delle ac%ue si sollev!, e la minacciosa marea lo segu- in direzione della terra" le onde in tempesta si infransero dietro ai suoi talloni, richiamandolo con minacce e lamenti. &a egli guardava solo avanti a s$, in cerca della sua fuggente meta. /i! lo condusse in una valle di montagna, che si stringeva sempre pi, davanti a lui, mentre le incombenti pareti rocciose facevano rimbombare il frastuono della marea che saliva" ma ora la figura era scomparsa. La valle in cui era terminava con una scoscesa fenditura nella roccia, al cui ingresso ora egli si trovava. Inseguito dal mare, si infil! in %uesto stretto varco, uscendone in un corridoio sotterraneo e privo di luce, e pi, nessun suono giunse alle sue orecchie" il cuore gli si strinse in petto. Prosegu- a lungo e con ostinazione lungo %uesto sentiero e, avanzando coraggiosamente immerso nelloscurit#, attendeva con ansia luscita. &a il corridoio piegava sempre pi, in gi,, e lo conduceva sempre pi, in profondit#, e pareva sprofondasse in un abisso senza fondo. Era in tal modo sceso a una grande profondit#, %uando un lontano bagliore cominci! a rischiarare le tenebre" l# le pareti rocciose si aprivano, e il corridoio saliva a spirale al di sopra della sua testa" lontane armonie muovevano piano laria, egli respir! pi, leggero e allung! il passo, sempre avanzando" e davanti a lui laria si faceva sempre pi, chiara e piena di suoni" ma per raggiungere la sorgente del centro, cui stava avvicinandosi, dovette ancora scendere a lungo, fino a una profondit# incommensurabile. Laggi, egli scorse straordinarie visioni! In uno sterminato sotterraneo si trovava un numero infinito di telai, a ogni coppia dei %uali due identiche figure tessevano in reciproca lotta. 'olo %uesti erano i segni per poterle distinguere" le une portavano rubini sopra la testa, le loro avversarie corone di ferro, e non appena prendeva il sopravvento il potere di %uelle, aumentava anche la luminosit# della pietra preziosa che portavano, e soltanto da %ueste pietre scaturiva laria luminosa di %uesto regno favoloso, attraverso il %uale ondeggiavano possenti armonie. &a le tessitrici sedute al telaio cui stava pi, vicino le riconobbe immediatamente, non appena le guard!, ed esse erano %uella meravigliosa donna, immersa nel dolore, abbigliata convesti a lutto, e i neri capelli fluivano dalla lucente fronte al volto, fino ai freschi gigli dei suoi seni e alle sue belle membra. Luna portava il rubino, laltra la corona di ferro" entrambe fissarono lo sguardo su di lui, luna guardando la luce, laltra le tenebre, e lottavano con fatica, e tessevano" ed egli si avvicin! al telaio e guard!, e la tela che esse tessevano era... la sua stessa vita. )4i ho riconosciute, voi, geni del mio destino* esclam! .delbert" )tu, rubino della mia forza interiore, e tu, cupa avversaria, che rappresenti le forze esteriori del mondo" ma potenza e luce sono tue, tue, prezioso rubino!*. 9li venne la risposta" ).lza gli occhi!* e a lui, che guardava in alto, apparve %uestaltra visione. Bel mezzo della stanza, su un elevato trono, vide un vecchio seduto con grandiosa maest#" sulla fronte portava il suo nome, e %uesto nome :seppur pronunciato diversamente da mille diverse lingue> +8 LUPUVWXL. La sua ampia veste era di un azzurro stellato, larpa era appoggiata alla sua mano sinistra, e con la destra egli toccava le corde, da cui sgorgavano tutte le armonie eterne. E, non appena toccava le corde, le stelle del suo manto si muovevano e si disponevano secondo i suoi accordi, e, in base alla disposizione delle stelle e alla potenza dei suoi accordi, mutava anche la lotta delle figure tessitrici. E i loro movimenti, il salire, lo scendere, e tutto il loro tessere, e tutto lo splendore che rimandavano i rubini, non erano altro che le note che egli toccava. &a tutte le tele multicolori erano davanti a lui una sola e unica tela, un accordo. E sullaltare, dinanzi al trono del vecchio, .delbert vide il ricciolo dei propri capelli congiunto allaltro ricciolo" sfil! lanello dal proprio dito, lesse la parola, lesse ora8 LYZP7MNMOPL. /adde in adorazione davanti al trono. 2ui si dest!" e aveva il viso rivolto verso il sole, che si levava a oriente. CAPITOLO DI CHAMISSO "I'NTO TROPPO TARDI :;<I<> .vevo trascorso la serata in allegra compagnia e, dimentico di me stesso in un completo abbandono, avevo fatto notte fonda tra giochi chiassosi, inebriato da incantevoli donne di dolce aspetto e dalla coppa profumata che esse offrivano" i guardiani avevano gi# annunciato la mezzanotte %uando, dopo che il gruppo si fu sciolto, mi ritrovai solo nella strada silenziosa al fianco di 3ranz. La citt# appariva senza vita. Le alte sagome degli edifici, in cui tutte le luci erano spente, si innalzavano cupe e solenni come rovine, nel bagliore dargento che la luna spandeva sulla neve rilucente, attraverso la %uale in alcuni punti appariva nuda e scura la terra8 catturati dallo stesso sentimento, vagavamo muti luno accanto allaltro, ascoltando il rumore dei nostri passi uguali nella neve ghiacciata. .l di fuori di esso, non si udiva alcun suono. .ccompagnai il mio amico verso casa. &a %uando mi accinsi a lasciarlo, %uesti mi prese improvvisamente la mano e, rompendo il silenzio, mi disse in fretta8 ).scoltami, resta %ui, non andare a casa*. &i teneva la mano con forza, e mi fissava con uno sguardo strano" ne fui confuso. )/he ti succede(* gli chiesi. La cupa risposta gli usc- a fatica dal petto angosciato, simile a una punizione, e io vidi le lacrime scorrergli sulle guance, come su una figura di marmo. )Bon fare il bambino* gli dissi io riprendendo il controllo di me stesso e, dopo aver liberato con delicatezza la mia mano dalla sua, mi avviai per la mia strada. Egli per! rest! muto e immobile nella stessa posizione. 'oltanto dopo %ualche tempo udii la porta della sua casa richiudersi dietro di lui rimbombando. .vevo una spiacevole sensazione, mi sentivo stringere il cuore e fuggivo dalla mia propria paura, correndo sempre pi, a mano a mano che mi avvicinavo a casa. .llora mi sembr! %uasi di percepire come passi di %ualcuno che camminasse avanti a me, e tuttavia non riuscivo a scorgere nulla, per %uanto la luna risplendesse luminosa. 9i# vedevo la mia casa e le mie finestre luccicare nella chiara luce lunare, e accelerai il passo" allora, con voce forte e stridula, davanti a me venne chiamato il mio nome8 Adelbert! -, mentre una spaventevole risata risuonava tuttintorno. &a non si vedeva nessuno. 6n brivido mi corse per tutto il corpo, ghiacciandomi il sangue nelle vene. &i precipitai sconvolto verso la porta di casa spalancata e poi su per le scale, riprendendo fiato e ricomponendomi soltanto %uando aprii la porta della mia stanza8 entrai. 2ui, illuminata dalla luna, seduta sulla mia sedia, al mio tavolo da lavoro, con lo stesso abito che io indossavo in %uel momento, vidi la mia figura. . %uella vista rimasi come inchiodato a terra. &a lo spettro gir! la testa verso di me, guardandomi timidamente" e mentre mi guardava io continuavo a stare l- in piedi, esitante. Infine mi feci cuore e mi avvicinai alla figura" ma essa si sollev! senza far rumore dalla sedia e si allontan! da me, e a mano a mano che io mi avvicinavo mi guardava sempre pi, spaventata, finch$ si ritrasse nellangolo presso la finestra, %uasi schiacciandovisi, e guardandomi sempre timorosamente. 2uando le fui di fronte, i capelli mi si drizzarono in testa mentre, in unansia mortale, indugiavo a scoprirmi doppio e in duplice spavento dinanzi a me stesso" infine volli tentare di tendere un braccio verso il fantasma e di afferrarlo - allora mi arriv! sulle spalle una mano gelida che mi prese per la nuca e mi trascin! attraverso laria fino alla porta. 2ui mi lasci! andare, e io mi sentii cadere a terra come una massa di piombo. . %uesto punto .delbert tac%ue, e un profondo silenzio regn! sulla compagnia" soltanto pi, tardi le voci ripresero, pregandolo con tono preoccupato di raccontare il seguito della singolare avventura. Egli ricominci! a parlare. /i! che segue, non chiedermelo" il giorno dopo, non appena si fece chiaro, spinto da unamichevole preoccupazione, venne a casa mia 3ranz. Io giacevo morto, disteso sul pavimento, irrigidito vicino alla porta. 'i dice che egli abbia pianto molto per me. APPARI!IONE :;<[<> 4egliato a lungo avea la mezzanotte sul tintinnio dei calici e sul correre vano, %uando, stanco avventore, io me ne usc-a, trovando intorno fredda, oscura notte" in %uella %uiete sent-a risuonare il passo e il grido della sentinella. 2uando i miei passi vagarono soli, fuori dal lustro echeggiante salone, un umor cupo e strano in me sassise. 4icino alla ben nota amata casa, scorsi, e %uasi impietrito ne rimasi, luci che ardeano dentro le finestre. 0ubbioso marrestai con lunga pausa e chiesi8 + %uesto un effetto del vino( /ome a %uestora un ospite + da me( Pi, presso mi riusc- girar la chiave dei serrami che chiusi mappariano, la porta apersi e dentro penetrai. 'crutando attento verso %uella luce, locchio mio vide un volto spaventevole, me stesso in piedi accanto al mio scrittoio. .l grido mio8 )/hi sei(* %uegli grid! a sua volta8 )/hi mi turba nellora degli spiriti(*, e guardommi, come me pallido anchesso. Lattimo smisurato dilatavasi, mentre ciascun stava laltro a scrutare senza parole e con la bocca aperta. Ed io per primo, angosciato, lasciai svelte parole uscir8 )4isione orribile, lungi da %ui, non contendermi il posto!*. Esso, come chi solo la violenza teme, da s$ strappando un sorriso leggero e timido disse in risposta8 )3ermo! Io son ci! che vuoi esser8 per trovare come %uadrare %uesto folle cerchio, se tu sei il giusto, come dici, mostralo" solo allora nel nulla sparir!. 'pirito :come chiami anche me>, lo accetti tu( e ti impegni anche tu alla stessa cosa(*. . ci! indignato8 )'-, cos- devessere! Il mio vero Io dovr# manifestarsi, sciogliersi in nulla lapparenza vuota!*. E lui8 )3acci dun%ue conoscere chi sei!*. Ed io8 )'on io colui che solo al bello, al buono, al vero sempre aspir!" giammai degli idoli vittima fui, n$ schiavo del mondano uso terreno sprezzai il dolore, negletto e schernito" son io colui che trasognato, errante, fiamma e fumo scambi!, ma che al risveglio sol cerca il bene" anche tu sei costui(*. 2uello, con stridulo selvaggio riso8 )2uel che + il tuo vanto, io proprio non lo sono. I miei affari diverso ordin trovarono. 'ono un vile folletto menzognero, simulatore con me stesso e gli altri, in cuor interesse, in volto impostura. Bobil negletto, con i tuoi dolori, chi conosce se stesso al giusto segno( /hi di noi due il suo '+ giocar dovr#( 4ieni, se osi8 voglio ben farti posto*. &a io, con raccapriccio, a %uel vigliacco8 )'ei tu costui, resta, fammi strisciare via di %ua!*, e fuori nella notte piansi. APPENDICE PREA!IONE DI CHAMISSO ALLA PRIMA EDI!IONE RANCESE :settembre ;<[;> .vvertenza dellautore, 'chlemihl, consegnando nelle mie mani lincredibile storia delle sue sfortune, non pensava certamennnte che essa sarebbe stata stampata prima della sua morte. &a oggi si divulga %ualsiasi cosa, specie %uello che si vuole tenere nascosto. Bon si deve pensare ci! che non si vuol dire" non si deve dire, e non si deve scrivere, ci! che si vuol sottrarre allocchio vigile della stampa, e i calami ripetono8 )&ida, il re &ida ha le orecchie dasino!*. Co commesso limprudenza di mostrare il manoscritto ad alcuni amici, ed essi sono stati tanto indiscreti da farlo stampare. I contraffattori ne hanno fatto brutte edizioni" i teatri delle fiere si sono impadroniti del soggetto" e, infine, il nome di 'chlemihl + diventato proverbiale, e non sono stati solo gli ebrei a farne un termine di scherno. Per %uanto poco interesse possa suscitare in 3rancia la ridicola storia di %uesto tedesco, sono gi# stato avvertito che ci si deve aspettare di vederla pubblicata ripetutamente in francese, e che gi# ne circolano a Parigi tre manoscritti e tre versioni differenti. Co creduto dun%ue di dover rendere un altro servigio a %uel povero diavolo, prendendomi cura di rivedere la traduzione che si legge %ui di seguito, della fedelt# della %uale mi rendo garante. /redo infatti che + proprio cos- che avrebbe scritto 'chlemihl, se avesse voluto scrivere in francese. .delbert von /hamisso 5rto botanico di Berlino, 16 settembre 18#1 PREA!IONE DI CHAMISSO ALLA SECONDA EDI!IONE RANCESE :;<H\> 2uesto volumetto non rappresenta una novit#. Esso + stato stampato per la prima volta a Berlino nel ;<;=. 0a allora se ne sono moltiplicate le traduzioni, le imitazioni e le contraffazioni in %uasi tutte le lingue europee, ed esso + divenuto popolare soprattutto in Inghilterra e negli stati 6niti. Io ho rivisto, corretto e approvato la versione che segue e che, ulteriormente corretta, + stata pubblicata a Parigi da Ladvocat. Lho appena rivista, e di nuovo corretta, prima di consegnarla al libraio che me lha richiesta. Bon tralascer!, tuttavia, di reclamare lindulgenza dei lettori per il mio stile, che rimane tedesco" il francese non + infatti la lingua in cui ho labitudinedi scrivere. 0alla corrispondenza tra 5.E. Citzig, 3ou%u$ e me, che + stata stampata a titolo di premessa alledizione tedesca, estrarr! alcune notizie sullautore e sul manoscritto di cui %uesti mi aveva reso depositario. Co conosciuto Peter 'chlemihl a Berlino nel ;<I=. Era un giovanotto alto, goffo senzessere maldestro, indolente senzessere pigro, molto spesso chiuso in se stesso, che sembravanon interessarsi affatto a ci! che accadeva intorno a lui, inoffensivo ma incurante delle convenienze, e costantemente vestito di una vecchia 1ur1ta nera tutta lisa, la %uale aveva fatto dire di lui che avrebbe dovuto stimarsi fortunato se la sua anima avesse condiviso anche solo a met# limmortalit# della sua casacca. 0i solito era il bersaglio del sarcasmo dei nostri amici" ma io mi ci ero affezionato8 molti tratti di somiglianza avevano determinato tra noi unattrazione reciproca. Bel ;<;H abitavo in campagna, non lontano da Berlino e, separato da 'chlemihl dagli avvenimenti, lavevo perso di vista da molto tempo %uando, un nebbioso mattino dautunno in cui avevo dormito fino a tardi, appresi al mio risveglio che un uomo vestito duna vecchia e lisa 1urt1a nera, il %uale indossava delle pantofole sopra gli stivali, aveva chiesto di me e aveva lasciato un pacchetto al mio indirizzo. 2uesto pacchetto conteneva il manoscritto autografo della meravigliosa storia di Peter 'chlemihl. Co davvero fatto un pessimo uso della fiducia del mio sfortunato amico. Co infatti mostrato %ual manoscritto, che avrei invece dovuto tenere nascosto, e 3ou%u$ ha commesso lindiscrezione di farlo stampare. 0a allora non ho potuto far altro che curarne le edizioni. &a ho pagato la colpa del mio errore8 sono stato associato alla vergogna di 'chlemihl, che proprio io avevo contribuito a divulgare. Tuttavia, da allora sono invecchiato e, ormai ritirato dal mondo, il rispetto degli uomini non pu! pi, nulla su di me. @ggi ammetto senza alcuna esitazione tutta lamicizia che ho avuto per 'chlemihl. 2uesta storia + caduta nelle mani di persone illuminate le %uali, abituate a leggere soltanto per la propria istruzione, si sono preoccupate di indagare che cosa sia lombra. &olti, a tale proposito, hanno avanzato delle ipotesi assai curiose" altre, facendomi lonore di credermi molto pi, colto di %uanto io non sia, si sono rivolte a me per ottenere la soluzione dei loro dubbi. Le domande da cui sono stato assediato mi hannofatto arrossire per la mia ignoranza. &a esse mi hanno anche spinto a includere nellambito dei miei studi un argomento che, fino a %uel momento, era rimasto estraneo, e io mi sono %uindi dedicato a dotte ricerche, di cui %ui consegno il risultato. '6LL@&BD. )6n corpo opaco pu! essere illuminato soltanto in parte da un corpo luminoso, e lo spazio privo di luce che + situato dal lato della parte non illuminata + ci! che chiamiamo ombra. /os- lombra propriamente detta rappresenta un solido, la cui forma dipende al tempo stesso da %uella del corpo luminoso, da %uella del corpo opaco, e dalla posizione di %uestultimo rispetto al corpo luminoso. Lombra, considerata su un piano situato dietro al corpo opaco che la produce, non + altro che la sezione di tale piano nel solido che rappresenta lombra*. ,--. e ,--/0* 7 dun%ue di %uesto solido che si parler# nella straordinaria storia di Peter 'chlemihl. La scienza della finanza ci ha insegnato abbastanza riguardo allimportanza del denaro" %uella dellombra, invece, + generalmente molto meno riconosciuta. Il mio avventato amico ha bramato il denaro, di cui conosceva il prezzo, e non ha pensato al solido. &a vuole che ci torni utile la lezione che egli ha pagato a tanto caro prezzo, e la sua esperienza ci grida8 pensate al solido! .delbert von /hamisso Berlino, novembre 183$ PREMESSA DI HIT!I" ALL'EDI!IONE TEDESCA STEREOTIPICA DELLO (SCHLEMIHL) :;<H]> Premessa del curatore. Peter Schlemihl, per una parte significativa, + tratto dalla vita del suo stesso autore. Il fatale anno ;<;H trov! /hamisso a Berlino, %uando scoppi! %uel movimento che, nelle sue conseguenze, doveva costare la disfatta al dominatore della sua patria, e portare la 9ermania a liberarsi dalla sua dominazione. /hiun%ue sentiva di aver forza nel proprio braccio corse ad armarlo per la giusta causa della 9ermania. /hamisso non solo aveva un braccio possente, ma anche un cuore veramente tedesco nel petto, e si trovava tuttavia in una situazione che, pur tra milioni di persone, non era condivisa da nessun altro. Poich$ non si trattava solo della lotta in favore della 9ermania, ma anche della lotta contro il popolo cui egli apparteneva per nascita e per legami familiari. 0a %ui la sua disperazione. )Il tempo non ha una spada per me, solo per me non lha*" cos- sospirava spesso, e invece della partecipazione alla propria situazione, unica e particolarissima, egli, nella capitale della Prussia, epicentro dellalleanza contro Bapoleone e la 3rancia, dovette troppo spesso subire lodio e lo scherno contro i suoi compagni dorigine. Egli stesso era troppo ragionevole per non comprendere che alcune delle cause di tali manifestazioni erano del tutto naturali, ma non per %uesto essi, %uando lo colpivano, lo ferivano meno profondamente. In tale situazione, amici ben intenzionati decisero allora di farlo trasferire dalla sovreccitata Berlino alla tran%uilla campagna" la nobile famiglia dei conti Itzenplitz gli offr- volentieri un asilo, e /hamisso pot$ cos- vivere seguendo abbastanza da vicino lo sviluppo progressivo della crisi storica mondiale, e tuttavia libero da spiacevoli coinvolgimenti personali. 3u dun%ue nella propriet# di ^unesdorf, distante un giorno scarso di viaggio da Berlino e dove il poeta pot$ dedicarsi alla botanica e agli altri suoi studi preferiti, che egli concep- e scrisse di getto lidea dello Schlemihl. Le lettere di %uesto periodo, contenute nel primo volume della biografia a cura del sottoscritto, ne sono testimonianza. La prima edizione dellincomparabile storia apparve nel ;<;= con una dedica datata [\ maggio ;<;H, e allinizio delsuccessivo anno ;<;? aveva appena cominciato a farsi strada, %uando il poeta lasci! la 9ermania per compiere un viaggio di oltre tre anni intorno al mondo, di cui lo Schlemihl contiene una notevolissima anticipazione. Lo Schlemihl era stato un addio a %uesta sua seconda patria, la prima pietra per ledificazione della sua successiva fama. /hamisso + stato spesso tormentato da una domanda" che cosa aveva realmente inteso dire con il suo Schlemihl( Talvolta la domanda lo divertiva, talaltra lo irritava. La verit# + che egli non aveva avuto intenzioni cos- particolari, delle %uali fosse cos- consapevole da poterne fornire una giustificazione banale. Il racconto nac%ue in lui, come accade per ogni genuina opera poetica, spontaneamente, con assoluta e cogente necessit#. /os- egli scrisse a Citzig, dopo che vi aveva appena messo mano8 )0a me non ti aspettavi certo niente di meno che un libro! 2uesta sera, se avr# tempo, leggilo a tua moglie. 'e sar# curiosa di sapere che cosa succede a 'chlemihl, e soprattutto chi sia luomo in grigio, allora domani rispediscimi subito il %uaderno, in modo che possa continuare a scrivere" in caso contrario, sapr! %ual + il verdetto*. Pu! un poeta porsi davanti al suo pubblico in modo pi, disarmato( Bella prefazione alla nuova traduzione francese del Peter Schlemihl, apparsa nel ;<H<, /hamisso a modo suo si burla delle cavillose %uestioni circa le sue vere intenzioni. Egli dice8 )2uesta storia + caduta nelle mani di persone illuminate le %uali, abituate a leggere soltanto per la propria istruzione, si sono preoccupate di indagare che cosa sia lombra. &olti, a tale proposito, hanno avanzato delle ipotesi assai curiose" altre, facendomi lonore di credermi molto pi, colto di %uanto io non sia, si sono rivolte a me per ottenere la soluzione dei loro dubbi. Le domande da cui sono stato assediato mi hanno fatto arrossire per la mia ignoranza. &a esse mi hanno anche spinto a includere nellambito dei miei studi un argomento che, fino a %uel momento, era rimasto estraneo, e io mi sono %uindi dedicato a dotte ricerche, di cui %ui consegno il risultato. '6LL@&BD. )6n corpo opaco pu! essere illuminato soltanto in parte da un corpo luminoso, e lo spazio privo di luce che + situato dal lato della parte non illuminata + ci! che chiamiamo ombra. /os- lombra propriamente detta rappresenta un solido, la cui forma dipende al tempo stesso da %uella del corpo luminoso, da %uella del corpo opaco, e dalla posizione di %uestultimo rispetto al corpo luminoso. Lombra, considerata su un piano situato dietro al corpo opaco che la produce, non + altro che la sezione di tale piano nel solido che rappresenta lombra*. ,--. e ,--/0* 7 dun%ue di %uesto solido che si parler# nella straordinaria storia di Peter 'chlemihl. La scienza della finanza ci ha insegnato abbastanza riguardo allimportanza del denaro" %uella dellombra, invece, + generalmente molto meno riconosciuta. Il mio avventato amico ha bramato il denaro, di cui conosceva il prezzo, e non ha pensato al solido. &a vuole che ci torni utile la lezione che egli ha pagato a tanto caro prezzo, e la sua esperienza ci grida8 pensate al solido!*. 3in %ui, /hamisso. Peter Schlemihl, attraverso le sue molte traduzioni, + stato introdotto in tutti i principali paesi europei. 0i una traduzione olandese e di una spagnola e, a %uanto si dice, anche di una in russo, non abbiamo esemplari. 0elle seguenti invece s-. In francese" Pierre Schl(mihl, Paris, chez Ladvocat, ;<[[. /orretta sul manoscritto da /hamisso e provvista di una sua prefazione, ma pi, tardi arbitrariamente ricorretta dalleditore Ladvocat. 7n roman du %o4te allemand contem%orain Adelbert de hamisso0 1raduit %ar )0 8artin. Histoire merveilleuse de Pierre Schl(mihl, 0un%uer%ue ;<H\. .lla fine, uno scritto del traduttore a un amico 4ictor8 9 %ro%os de l+ombre de Pierre Schl(mihl, con il motto greco8 )La vita + il sogno di unombra* in cui lautore prende in giro i tedeschi )che, cos- si dice, riguardo a %uesto libriccino devono aver scritto tre mostruosi volumi in-folio di spiegazioni e commenti* e tenta egli stesso una interpretazione dettagliata dello Schlemihl. Lampio scritto comun%ue non si conclude male, con le parole8 )&i accorgo, anche se troppo tardi, di aver appena scritto una lettera piena di ombre e, invece di accendere una fiaccola nelle tenebre, le ho forse rese ancor pi, fitte. In %uestultimo caso, non mi si tolga almeno il merito di aver mantenuto intatte le tinte originali*. 8erveilleuse histoire de Pierre Schl(mihl0 Enrichie d+une savante %r("ace o: les curieu; %ourront a%%rendre ce 'ue c+est 'uel+ombre, Paris et Buremberg, chez 'chrag, ;<H<. /on le incisioni di /ruic1shan1 e bellissime decorazioni a colori dello stesso. La traduzione + curata da /hamisso stesso e, come indica il titolo, + corredata da una nuova prefazione, dalla %uale + stato pi, in alto citato in traduzione un passaggio sullombra. In inglese8 Peter Schlemihl, <ith %lates b/ =eorge ruic>shan>, London ;<[=. 0edicato dal traduttore al suo amico Aangner. La premessa inizia con le garbate parole8 ).delung mi chiese unavolta, a Pietroburgo8 FCa letto lo Schlemihl(F FBoF. FBonappena lo legger#, lo tradurr# immediatamenteF. /os-, lho davvero tradotto*. Il traduttore definisce la storia un racconto morale, ma lascia ai lettori il compito di interpretarla. )'arebbe per voi poco lusinghiero* dice egli ingenuamente o furbescamente, comportandosi come se sapesse gi# tutto, )presupporre che abbiate bisogno della mia assistenza per comprendere gli illuminanti insegnamenti che da essa si devono trarre*. Peter Schlemihl, a ne< translation b/ Emilie de ?ouillon, London :senza anno>. /on :bruttissime> imitazioni delle incisioni di /ruic1shan1. 3orse si tratta di una trasposizione dalla pi, vecchia traduzione francese, poich$ la traduttrice, come motto accanto al titolo, ha inserito le parole francesi8 )0a %uesta storia si pu! dedurre che anche la minima condiscendenza verso cose che contrastano con la coscienza pu! portarci molto pi, lontano di %uanto noi non avessimo pensato*, e %ueste sono le esatte parole con le %uali leditore Ladvocat chiude lintroduzione alla traduzione francese del ;<[[. Inoltre, in entrambe le edizioni inglesi a /hamisso viene tolto lonore della paternit# dellopera, poich$ nel frontespizio della prima viene riportato come autore 3ou%u$, mentre la seconda tace del tutto il nome dellautore, riportando per! la dedica aCitzig con la firma di /hamisso. In italiano8 *+uomo senz+ombra0 -ono di sim%atia al gentil sesso, &ilano presso @mobono &anini. Edizione tascabile del ;<H<. /on annesso calendario, e con imitazioni piuttosto buone delle illustrazioni di /ruic1shan1. Il curatore, con ogni probabilit# lo stesso editore, non si limita a non citare il nome dellautore, ma presenta la sua insulsa introduzione, rivolta alle lettrici, in modo da far credere di essere lui stesso lautore del libro. )Bon siate troppo dure nel giudizio, belle dame, la durezza vi si addice ben poco* egli dice, e continua con altre dabbenaggini. La storia di 'chlemihl + stata portata anche sulla scena" ma sempre senza attribuire alcun onore al vero autore. Bel febbraio ;<;] venne dato al teatro 5osephstadter di 4ienna 3l Puzlivizli, ovvero l+uomo senza ombra0 Pezzo teatrale comico di magia in tre atti secondo de la 8otte &ou'u(, liberamente rielaborato da &erdinand ?osenau. Tra i personaggi comparivano8 luomo in grigio e un .lbert tout court :probabilmente 'chlemihl>" del contenuto non sappiamo nulla. Il fatto che lo Schlemihl, attraverso le traduzioni in inglese, debba essere diventato una figura popolare in 9ran Bretagna, + testimoniato da una curiosa caricatura, apparsa a Londra il ;] settembre ;<;], vale a dire ;; giorni dopo lincoronazione di 9uglielmo I4, avvenuta il giorno <. 7 noto che per i festeggiamenti di tale incoronazione si rec! in Inghilterra un fratello del re, il %uale allepoca viveva sul continente e che, essendo un capo piuttosto in vista dei rigidi tories, non ricevette un benvenuto particolarmente amichevole da parte del popolo. . %uesto, e forse a unaffermazione fatta dal principe, vale a dire che )la popolarit# + soltanto unombra*, si riferisce la caricatura. Essa mette in primo piano il fratello del re somigliante come un ritratto, in un gran costume da cavaliere dellordine della giarrettiera. .lla sua destra si mostra il re, con la corona sulla testa, che proietta sulla parete unombra possente. Tra il re e il principe si trovano i cortigiani i %uali, biasimando il principe, esclamano8 )Lombra di un gentleman + perduta o%%ure rubata*. La figura ha per! la seguente dicitura8 Peter Schlemihl all+incoronazione0 )'eppure la %o%olarit@ non + che unombra, tuttavia non + divertente viver senz+ombra.* /os- limmortale racconto di /hamisso vive e continuer# a vivere in Europa" anzi, in tutto il mondo civilizzato, poich$ ormai anche l.merica possiede lo Schlemihl, visto che la traduzione apparsa a Londra nel ;<[=, gi# nel ;<[? venne ristampata a Boston. In 9ermania intanto, nella sua terra natale, come dimostra la presente edizione, grazie alle cure del suo bravo editore lopera si + guadagnata lonore, estremamente raro, di venir riprodotta in stereotipia, un segno di distinzione che il defunto poeta non pot$ ricevere mentre era ancora in vita. Possa %uesto metodo, che consente la riproduzione allinfinito, contribuire a mantenere vivo nel popolo il ricordo di /hamisso. Poich$ il pi, alto scopo del poeta era proprio %uello di piacere al popolo, a %uel popolo per cui batteva il cuore di %uelluomostraordinario il %uale, pur discendendo da uno dei pi, antichi e illustri casati dEuropa e potendo far risalire in linea diretta il suo albero genealogico fino allanno ;HI?, ciononostante per tutta la vita cerc! e trov! la felicit# nellessere un semplice cittadino, un vero uomo del popolo. 5ulius Eduard Citzig Berlino, #1 agosto 183A, %rimo anniversario della morte di hamisso0