Perché se è così eccezionale non lo usiamo in larga Perché l’idrogeno è il combustibile ideale per la scala? transizione energetica? L’idrogeno è una molecola che può essere utilizzata come combustibile Il problema è che sulla Terra la molecola semplice H2 non si trova, se e, rispetto ai tradizionali combustibili fossili, emette soltanto acqua non in concentrazioni poco rilevanti! L’idrogeno è quasi sempre legato come prodotto di scarto anziché CO2. Per ottenere la molecola H2 si ad altri elementi, come per esempio l’ossigeno (per formare l’acqua) o usa un processo chiamato "elettrolisi" e, nonostante sia una tecnica il carbonio (per formare idrocarburi). Ciò significa che per averlo nella piuttosto costosa, sicuramente l'idrogeno sarà sempre più importante per sua forma semplice H2, dobbiamo necessariamente separarlo dal resto la transizione energetica negli anni a venire. dei composti in cui si trova e, per farlo, occorre molta energia e quindi L’idrogeno, dal greco hýdúr, «acqua», e ghen, «generare», è una molto denaro. molecola con formula chimica H2. Una delle caratteristiche più In pratica, generare idrogeno costa tanto! importanti è che può essere utilizzato come vero e proprio combustibile: Per ottenere l’idrogeno ci sono più di 40 metodi e processi, anche se il quando l’idrogeno brucia a contatto con l’ossigeno, emette energia e migliore è quello chiamato «elettrolisi», che permette di dividere H2O (acqua) anziché CO2, come nel caso dei combustibili fossili. l’idrogeno e l’ossigeno dell’acqua utilizzando elettricità. Se l’energia Inoltre l’idrogeno – che è uno degli elementi più abbondanti proviene da fonti rinnovabili, avremo il cosiddetto «idrogeno verde». Si dell’Universo – contiene un’enorme quantità di energia rispetto al suo parlerà, al contrario, di «idrogeno grigio» se si useranno fonti peso, circa 3 volte più grande di quello della benzina. energetiche fossili e di «idrogeno blu» qualora si aggiunga l’operazione di cattura e sequestro dell’anidride carbonica. Una volta ottenuto l’idrogeno, è possibile trasportarlo attraverso i normali gasdotti, come sta sperimentando negli ultimi anni l’azienda italiana SNAM (azienda italiana di infrastrutture del gas naturale).
COSTA TROPPO! Il futuro del motore a benzina è in un V8 a idrogeno da 450 CV
C'è un futuro per il motore a
combustione interna. Parola di Yamaha che ha sviluppato per Toyota un V8 a idrogeno da 450 CV. Pari potenza, più coppia e regimi più bassi
Il nuovo motore a idrogeno è basato sul 5.0 V8 della
Lexus RC F ed è stato modificato a livello di iniettori, testate, collettore di aspirazione e altre componenti per arrivare a sviluppare 450 CV a 6.800 giri/min e un picco di coppia massima di 540 Nm a 3.600 giri/min. A titolo di confronto ricordiamo che lo stesso propulsore nella versione di serie a benzina esprime 464 CV a 7.100 giri/min e 520 Nm da 4.800 a 5.600 giri/min. Questo indica una potenza quasi invariata e un contestuale incremento della coppia, il tutto a regimi inferiori. Che differenza c’è tra motore elettrico e ad idrogeno? L’auto del futuro viaggia con l’elettrico. Sì, ma dove facciamo rifornimento di energia elettrica e dove la conserviamo? Tutte le auto elettriche sono dotate di un pacco batterie ricaricabili che conservano e trasmettono l’energia necessaria al veicolo. Le auto elettriche vanno ricaricate di energia elettrica tramite apposite postazioni di ricarica. Il principio di funzionamento delle auto a idrogeno è diverso: l’energia non viene caricata dall’esterno, ma prodotta direttamente dentro il veicolo. Come? Con delle celle a combustibile e apposite reazioni chimiche pulite per l’ambiente. Così l’auto a idrogeno fa rifornimento (non ricarica) e riempie i serbatoi di idrogeno. Le componenti tipiche di un veicolo a idrogeno Un impianto a idrogeno per auto ha bisogno di un serbatoio di idrogeno (con tanto di linea di rifornimento), di un pacco batteria in cui si conserva l’energia prodotta o recuperata, le celle a combustibile, dove avviene la trasformazione dell’idrogeno in energia, più il motore elettrico. La parte più delicata del sistema è il serbatoio di idrogeno, in quanto il gas viene stoccato a pressioni altissime, tra le 5’000 e le 10’000 atmosfere! In quanto al peso, un pieno è sui 10 kg (più leggero dei carburanti fossili) ma il serbatoio medio pesa tra i 40 kg e i 60 kg, a seconda dei modelli. Ora che abbiamo visto le componenti essenziali di un auto a idrogeno, come funziona il processo di creazione dell’energia e qual è l’ schema di funzionamento? Vediamo cosa rende questi veicoli tra i più puliti nelle emissioni ambientali. L’energia derivata dall’idrogeno
In un veicolo con motore ad idrogeno, come funziona la produzione dell’energia?
L’idrogeno liquido viene messo in contatto con l’aria circostante e reagisce con l’ossigeno in essa contenuta. Come si sa, la formula dell’acqua comprende due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. La combinazione dei due elementi determina la formazione di molecole d’acqua, che viene espulsa dagli scarichi. Si può dire quindi che il motore a idrogeno (o meglio, il sistema di produzione di energia basato sull’idrogeno) produce come elemento di scarico dell’acqua pura. Più naturale e ambientalista di così è davvero impossibile! Un effetto collaterale della reazione chimica è la produzione di calore, che mantiene l’acqua allo stato gassoso. Il motore elettrico nel veicolo ha una funzione di supporto al motore ad idrogeno, recupera l’energia prodotta dalla frenata, utilizzandola di nuovo per dare energia alle ruote, abbattendo il consumo di idrogeno delle celle a combustibile. In un certo senso, è come un veicolo ibrido “mild” in cui il consumo di benzina viene abbattuto dal recupero dell’energia elettrica prodotta dal veicolo in movimento. Ora che conosciamo le componenti del motore a idrogeno, funzionamento e modalità di rifornimento, cerchiamo di capire quali siano i vantaggi di questa scelta, e anche gli eventuali svantaggi, soprattutto in termini di novità e di costi. Vantaggi Svantaggi La scelta di un motore a idrogeno, pregi e difetti di un Tra gli svantaggi, principalmente quello che si tratta di una novità di mercato, quindi i costi veicolo moderno. Tra i pro possiamo senz’altro mettere al dei veicoli sono ancora (troppo) alti e non esiste una rete di ricarica. Il piano di sviluppo primo posto l’impatto ambientale, che è pari a zero in nazionale prevede la creazione di 197 stazioni di rifornimento entro il 2025, di cui 141 per termini di emissioni. Inoltre, la produzione di energia è auto e 56 per autobus, più l’idrogeno per i treni. completamente silenziosa, quindi non c’è nemmeno Un esempio di auto nuovo modello a fuel cell, celle a combustibile di idrogeno è la Toyota inquinamento acustico. Mirai a zero emissioni, autonomia di 650 km il cui prezzo di listino va dai 66’000 € ai 76’000 Un altro vantaggio notevole, rispetto in particolare ad € a seconda dell’allestimento. Altri modelli sono la Honda Clarity e la Hyundai Nexo. alcune auto elettriche, sono i tempi di ricarica. Se Al momento molti produttori hanno abbandonato (o ritardato) la produzione di veicoli con celle a idrogeno in quanto lo sviluppo del mercato non ha preso piede con la velocità sperata. l’elettrico richiede varie ore (o almeno mezz’ora per una Infine ci sono i costi di produzione. L’idrogeno non si trova allo stato puro e va prodotto. carica rapida), il serbatoio di idrogeno si può riempire in L’idrogeno prodotto a partire da idrocarburi è chiamato “grigio” ed è il più economico, circa cinque minuti, poco più di un pieno tradizionale con i 1,50 € al kg. Questo processo produce anche anidride carbonica ed è quindi inquinante. carburanti liquidi di origine fossile. Lo stesso processo, ma con stoccaggio sottoterra della CO2, porta alla produzione del cosiddetto idrogeno “blu”, che costa sui 3 € al kg. Nel 2018, il 95% dell’idrogeno industriale Sempre confrontando l’idrogeno all’elettrico, anche era prodotto ancora da idrocarburi. L’alternativa “verde”, l’unica a emissioni zero anche in l’autonomia è maggiore, anche se l’elettrico sta produzione, avviene per elettrolisi, separando l’idrogeno dall’acqua. L’elettrolisi consuma velocemente recuperando su questo punto. Un pieno di energia elettrica e porta i costi sui 5-6 € al kg. idrogeno consente di percorrere sui 500-650 km. Infine, l’idrogeno non risente degli sbalzi termici o dei cambiamenti climatici. Motore termico a idrogeno: lo studio Porsche spiegato da Bevilacqua Nel comunicato stampa diffuso da Porsche, si fa riferimento a una combustione adattata. Come è strutturata la combustione dell’idrogeno e in che modo differisce da quella di benzina e/o diesel?
Come combustibile, l’idrogeno ha delle caratteristiche peculiari:
-Dalla combustione stechiometrica con 1 kg di aria è possibile ottenere dall’idrogeno circa il 13% più energia che dalla combustione di benzina; -Il potere antidetonante dell’idrogeno corrisponde a un numero di ottano di circa 135 che è notevolmente superiore a quello delle benzine tradizionali; -La velocità laminare di fiamma è di circa 220 cm/s ed è di circa 6 volte superiore rispetto alla benzina; -L’idrogeno ha un limite di accendibilità molto ampio: è possibile infatti accendere una miscela di aria e idrogeno con una dosatura relativa (comunemente detta “lambda”) tra 0.2 e 10 mentre per la benzina questi limiti sono rispettivamente 0.4 e 4. Cioè significa che è possibile operare un motore ad idrogeno con una carburazione sia molto ricca che molto magra. Queste caratteristiche sono vantaggiose per l’ottenimento di un’alta efficienza perché permettono di operare il motore con un rapporto di compressione molto elevato, per il potere antidetonante, o con una dosatura molto magra grazie al limite di accendibilità. Anche l’alta velocità laminare di fiamma è, in principio, un vantaggio perché permette una combustione molto veloce ed efficiente. Purtroppo, con dosature vicine allo stechiometrico la combustione sarebbe troppo veloce e comporterebbe elevatissime pressioni all’interno del cilindro. Per ovviare a questo inconveniente è necessario usare dosature magre, con lambda > 1.5. Nel nostro studio si è scelto di usare dosature iper-magre, con lambda superiore a 2.3, in modo da tenere sotto controllo la pressione massima interna al cilindro e minimizzare le emissioni di ossidi di azoto. La potenza viene controllata tramite l’iniezione di idrogeno o un corpo farfallato? Il motore è dotato di 2 turbocompressori provvisti di un motore elettrico integrato a 48 V da 16 kW. Grazie alla elevata accendibilità dell’idrogeno, il carico viene controllato in maniera inusuale e intermedia tra il motore diesel e benzina. Si agisce infatti sia sulla portata d’aria (come in un motore a benzina) che sul rapporto tra aria e combustibile (come in un motore diesel). La portata d’aria viene controllata ai bassi carichi tradizionalmente con la farfalla, mentre agli alti carichi controllando la potenza dei motori elettrici calettati sugli alberi dei turbocompressori. La dosatura minima di circa 2.3 viene raggiunta in piena potenza, mentre ai carichi inferiori si utilizzano dosature ancora più magre, fino a 3.1, per massimizzare l’efficienza del motore e minimizzare le emissioni di inquinanti. Come è stata strutturata la sovralimentazione dai turbo? Nel corso dello studio sono state analizzate diverse soluzioni, ispirate a motori ben noti: per esempio si è analizzato l’uso di un palettatura mobile in fronte al compressore simile al cosiddetto “inlet guide vane” dei motori di Formula 1 attuali o si è analizzata una sovralimentazione a doppio stadio simile, concettualmente, al sistema montato sulla Lancia Delta Integrale del gruppo B. La soluzione risultata alla fine migliore è però stata quella basata sul sistema SC-VNT del fornitore Garret. Sullo stesso albero vengono calettati una turbina, un motore elettrico a 48 volt e due stadi di compressore disposti in maniera speculare (“back-to-back” o B2B). Il disegno del compressore è simile al sistema Dual Boost montato sulla Porsche 919 Hybrid. La differenza principale è che i due stadi del compressore non vengono attraversati in maniera parallela, bensì sequenziale, che permette di ottenere una compressione inter-refrigerata altamente efficiente. Il turbocompressore risulta notevolmente più lungo del componente montato sul motore di serie, ma è possibile posizionarlo nello spazio reso disponibile dalla mancanza del sistema di post-trattamento dei gas di scarico. In questo motore infatti, le emissioni inquinanti sono così basse che questo sistema non risulta necessario. Rispetto a un motore benzina, il rendimento termico è superiore, simile o inferiore?
Uno degli obbiettivi dello studio era di ottenere un motore ad
altissima efficienza. Nel diagramma seguente, l’efficienza del motore ad idrogeno a pieno carico (in blu) è confrontata con quella del motore a benzina di serie (in rosso) e ad una sua versione modificata, capace di operare con dosatura stechiometrica nell’ intera mappa motore (in verde) e pertanto concettualmente in grado di rispettare future stringenti normative antinquinamento. Il motore ad idrogeno è estremamente efficiente ad ogni regime di rotazione e raggiunge il picco impressionante del 42%. Anche in condizioni di carico parzializzato, grazie alla particolare strategia di funzionamento descritta in precedenza, ossia con la miscela iper-magra, è possibile ottenere rendimenti elevatissimi, maggiori del 40% in una amplissima porzione della mappa motore. Nel comunicato Porsche si sottolinea quanto la combustione magra abbatta le temperature a beneficio delle emissioni di NOx. In percentuale, di quanto si riescono ad abbattere le temperature? Questo potrebbe giovare anche alle sollecitazioni termiche sui materiali e al carico per l’impianto di raffreddamento?
Le temperature allo scarico vengono generalmente espresse in gradi Celsius
e pertanto è difficile esprimere una differenza in termini percentuali. Se consideriamo la temperatura ingresso turbina, il motore di serie è limitato in piena potenza a 950° C, mentre per il motore ad idrogeno non si supera la soglia dei 600° C. Questa è una lezione che abbiamo appreso sviluppando la 919 Hybrid: un motore efficiente ha basse temperature allo scarico, perché l’energia del combustibile non viene dissipata nell’ambiente esterno ma viene trasformata in potenza meccanica all’albero motore. Questo permette sia di ridurre le sollecitazioni termiche dei materiali, ma anche di usare giochi ridotti tra girante e statore della turbina, con riduzione delle perdite ed ulteriore incremento dell'efficienza del sistema. Anche la necessità di raffreddamento all’interno del vano motore è notevolmente ridotta.