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Facoltà di Ingegneria

Costruzione di macchine

Collegamenti filettati
Seconda parte
Viti di fissaggio
Costruzione di Collegamenti filettati
macchine

Viti di fissaggio
Costruzione di
Viti di fissaggio Collegamenti filettati
macchine

Le viti di fissaggio consentono un collegamento tra componenti meccanici adatto a


resistere a carichi esterni elevati e, allo stesso tempo, facilmente smontabile senza
danneggiare le parti.
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Viti di fissaggio Collegamenti filettati
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Le viti di fissaggio consentono un collegamento tra componenti meccanici adatto a


resistere a carichi esterni elevati e, allo stesso tempo, facilmente smontabile senza
danneggiare le parti.

Testa
Estremità Dado della vite
della vite

Esempio di collegamento con viti e dadi: una flangia bullonata


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Viti di fissaggio Collegamenti filettati
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Le viti di fissaggio sono realizzate in diverso modo, Viti mordenti


secondo l’utilizzo che ne deve essere fatto

La madrevite è costituita dal dado


Viti prigioniere (prigionieri)
oppure è realizzata in uno dei due
pezzi da collegare
Barre filettate
Una parte del gambo della vite
può non essere filettata
Dadi

Bulloni (vite + dado)


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Bulloni (vite + dado)


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Viti prigioniere
(prigionieri)
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Nel caso in cui il materiale del componente, nel quale si vuole creare la madrevite, non sia
sufficientemente resistente (come le leghe di alluminio, per esempio), è possibile utilizzare filetti
riportati, in acciaio, detti helicoil, che hanno il compito di ripartire le sollecitazioni su zone più
ampie di materiale.

Helicoil
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Esistono diversi tipi di fissaggio:

Giunti a flangia: a) vite passante; b) prigioniero; c) vite con testa; d) vite passante con gambo scaricato
e distanziale; e) vite con gambo scaricato e doppio dado; f) vite con esagono incassato
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Nelle viti di fissaggio, a differenza di quelle di manovra, l’attrito tra i filetti è utile, per evitare
che, una volta serrate, si verifichi uno svitamento indesiderato

Per questo motivo si utilizzano filetti a profilo triangolare (con un angolo di 60°)

forza normale

forza assiale

A parità di forza assiale (utile) la forza normale alla superficie, dalla quale dipende la forza di
attrito, è maggiore nel caso di profilo triangolare rispetto a quello rettangolare
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Morfologia delle viti di fissaggio: vite a testa esagonale

diametro dell’anello
di appoggio

Si noti la faccia dell’anello di appoggio, il raccordo sotto la testa, il principio del filetto e gli smussi a
entrambe le estremità.
Il diametro dell’anello di appoggio è uguale alla distanza tra le facce parallele dell’esagono
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Morfologia delle viti di fissaggio: vite a testa esagonale


𝐿

𝐿𝑇

{
Per le viti della serie metrica, 2 𝑑 +6 𝑑 ≤ 48 𝐿 ≤ 125 Per un dimensionamento ottimale
la lunghezza (in ) della parte 𝐿 𝑇 2 𝑑 +12125 < 𝐿 ≤ 200 della vite solo uno o due filetti
filettata vale: 2 𝑑 +25 𝐿 >200 devono sporgere dal dado dopo il
serraggio
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Morfologia delle viti di fissaggio: vite a testa cilindrica

a) testa con intaglio


b) testa piatta
c) testa con esagono incassato
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Morfologia delle viti di fissaggio: vite a testa cilindrica


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Morfologia delle viti di fissaggio: vite a testa cilindrica ed esagonale


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Dadi esagonali

a) vista frontale (uguale per tutti i tipi) d) dado ribassato con faccia di appoggio
b) dado con faccia di appoggio e) dado ribassato con smussi su entrambi i lati
c) dado con smussi su entrambi i lati
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Rigidezza del collegamento


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La vite deve lavorare a trazione e assicurare Collegamento tramite bullone


il collegamento tra le parti creando una
adeguata pressione tra esse. Testa
della vite
La pressione deve essere sufficiente a vincere il carico
esterno di separazione e generare l’attrito necessario
a impedire spostamenti reciproci tra le parti per
effetto delle forze esterne. F

Tra la vite e il foro deve esistere un adeguato gioco,


come appare evidente dal disegno, per evitare che la
vite possa essere soggetta a sollecitazioni di taglio. F

Dado
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La pressione tra le parti si ottiene facendo ruotare Collegamento tramite bullone


il dado tenendo ferma la testa della vite.
Testa
In tal modo la distanza si riduce, comprimendo le della vite
parti da collegare.
La vite è quindi sollecitata a trazione mentre le
parti collegate sono in compressione. F

Si comprende quindi come le rigidezze del bullone


e delle parti da collegare siano fondamentali per
assicurare il corretto funzionamento della F
giunzione.

Dado
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La rigidezza è il rapporto tra la forza applicata Collegamento tramite bullone


e il conseguente spostamento.
Testa
Essendo la vite di forma cilindrica e sollecitata della vite
a trazione, lo spostamento dovuto ad una forza
assiale è dato da:
modulo elastico, 𝐹𝐿
𝛿=
area della sezione 𝐸𝐴
𝐹 𝐸𝐴
La rigidezza è data da: 𝑘= =
𝛿 𝐿

Come rappresentato nella figura, la lunghezza del


collegamento nei bulloni comprende tutte le parti
collegate e le rondelle poste sotto il dado e la testa
della vite
Dado
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Nel caso in cui la madrevite sia ricavata in uno dei Collegamento tramite vite mordente
pezzi da collegare, la lunghezza del collegamento è
inferiore alla lunghezza totale del collegamento.

dipende dal trasferimento di carico tra vite e


madrevite e, quindi, dalla zona di madrevite
effettivamente sollecitata.
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La lunghezza del collegamento da prendere in
considerazione per il calcolo della rigidezza
nelle viti mordenti è

{
𝑡2
h + per 𝑡 2 < 𝑑

𝑙 = 2
𝑑
h + per 𝑡 2 > 𝑑
2
dove:
h=𝑡 + 𝑡 1
= spessore della rondella
= spessore della parte non filettata
= spessore della parte nella quale è ricavata la madrevite

𝑙
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La rigidezza della vite o del bullone è data dalla rigidezza
equivalente delle due parti, filettata e non filettata,
assimilabili a molle in serie.
Considerando due elementi in serie, si ha:
1 1 1 𝑘1 𝑘2
= + 𝑘=
𝑘 𝑘1 𝑘2 𝑘 1 +𝑘 2

Rigidezza della 𝐴𝑡 𝐸 Rigidezza della 𝐴𝑑 𝐸


𝑘𝑡 = 𝑘𝑑 =
parte filettata: 𝑙𝑡 parte non filettata: 𝑙𝑑
𝐴𝑑 𝐴𝑡 𝐸
Rigidezza del bullone 𝑘𝑏 =
𝐴𝑑 𝑙 𝑡 + 𝐴𝑡 𝑙 𝑑

sezione resistente della vite


sezione resistente della parte non filettata
lunghezza della parte filettata facente parte dell’accoppiamento
lunghezza della parte non filettata facente parte dell’accoppiamento
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La rigidezza delle parti da collegare può essere calcolata in
modo analogo, considerando come molle in serie le varie
parti, che possono però essere più di due:
1 1 1 1 1
= + + + …+
𝑘𝑚 𝑘1 𝑘2 𝑘3 𝑘𝑖

Se è presente una guarnizione morbida, nel calcolo della rigidezza


le parti più rigide diventano trascurabili.

Il problema è stabilire quanta parte del materiale partecipa nel sostenere il carico di compressione.
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La rigidezza delle parti da collegare può essere calcolata in
modo analogo, considerando come molle in serie le varie
parti, che possono però essere più di due:
1 1 1 1 1
= + + + …+
𝑘𝑚 𝑘1 𝑘2 𝑘3 𝑘𝑖

Se è presente una guarnizione morbida, nel calcolo della rigidezza


le parti più rigide diventano trascurabili.

Il problema è stabilire quanta parte del materiale partecipa nel sostenere il carico di compressione.

Con buona approssimazione, si può ipotizzare che il materiale compresso si trovi in un tronco di
cono forato (metodo di Rotscher), con un angolo di apertura compreso tra 25 e 45 gradi

Le relazioni che seguono sono basate sulla assunzione di un angolo uniforme di 30 gradi, che ben
approssima il comportamento di componenti in acciaio, leghe di alluminio e ghisa.
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La contrazione assiale di un tronco di cono, di spessore ,
sottoposto a una forza di compressione, vale:
𝑃𝑑𝑥
𝑑 𝛿=
𝐸𝐴
L’area dell’elemento vale: 𝐴= 𝜋 ( 𝑟 0 −𝑟 𝑖 )
2 2

[( ) ( )]
2 2
𝐷 𝑑
𝐴=𝜋 𝑥 tan 𝛼+ −
2 2
che si può scrivere come:

(
𝐴=𝜋 𝑥 tan 𝛼+
𝐷 +𝑑
2 )( 𝑥 tan 𝛼 +
𝐷− 𝑑
2 )
inserendo questa espressione di nel calcolo del , si ha:
𝑃 1
𝑑 𝛿= 𝑑𝑥
𝜋𝐸
( 𝑥 tan 𝛼+
𝐷+ 𝑑
2 )( 𝑥 tan 𝛼+
𝐷−𝑑
2 ) 𝑟𝑖
𝑟0
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La contrazione assiale di un tronco di cono, di spessore ,
sottoposto a una forza di compressione, vale:
𝑃𝑑𝑥
𝑑 𝛿=
𝐸𝐴
𝑃 1
𝑑 𝛿= 𝑑𝑥
𝜋𝐸
( 𝑥 tan 𝛼+
𝐷+ 𝑑
2 )( 𝑥 tan 𝛼+
𝐷−𝑑
2 )
integrando sullo spessore si ottiene lo spostamento,
ovvero l’accorciamento del tronco di cono sotto carico
𝑡
𝑃 𝑑𝑥
𝛿= ∫
𝜋 𝐸 0 [ 𝑥 tan 𝛼+ ( 𝐷+ 𝑑 ) / 2 ][ 𝑥 tan 𝛼+ ( 𝐷− 𝑑 ) / 2 ]

𝑃 ( 2 𝑡 tan 𝛼+ 𝐷 − 𝑑 )( 𝐷+ 𝑑 )
𝛿= ln
𝜋 𝐸𝑑 tan 𝛼 ( 2 𝑡 tan 𝛼+ 𝐷+ 𝑑 )( 𝐷 − 𝑑 )
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𝑃 ( 2 𝑡 tan 𝛼+ 𝐷 − 𝑑 )( 𝐷+ 𝑑 )
𝛿= ln
𝜋 𝐸𝑑 tan 𝛼 ( 2 𝑡 tan 𝛼+ 𝐷+ 𝑑 )( 𝐷 − 𝑑 )
𝑃
la rigidezza del tronco di cono vale: 𝑘=
δ
𝜋 𝐸𝑑 tan 𝛼
𝑘=
( 2 𝑡 tan 𝛼 + 𝐷 − 𝑑 )( 𝐷+ 𝑑 )
ln
( 2 𝑡 tan 𝛼 + 𝐷+ 𝑑 )( 𝐷 − 𝑑 )
° °
Per tan 30 =0,5774 2 tan 30 =1,1547
𝜋 𝐸𝑑 ∙ 0,5774
𝑘=
( 1,155 𝑡 + 𝐷 − 𝑑 ) ( 𝐷+ 𝑑 )
ln
( 1,155 𝑡 + 𝐷 + 𝑑 ) ( 𝐷 − 𝑑 )

è questa la rigidezza di un singolo elemento delle parti da


collegare; la rigidezza complessiva si ottiene dalla serie
delle rigidezze calcolate.
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Se i due elementi da collegare hanno lo stesso modulo elastico


e lo stesso spessore, quindi hanno la stessa rigidezza, quella
complessiva è pari alla metà della rigidezza di un singolo
elemento: 𝑘 𝑚=𝑘 / 2

Posto: 𝑙=2 𝑡 diametro dell’anello di appoggio


𝜋 𝐸𝑑 tan 𝛼
𝑘 𝑚=
( 𝑙 tan 𝛼 + 𝑑 𝑤 − 𝑑 )( 𝑑 𝑤 + 𝑑 )
2 ln
( 𝑙 tan 𝛼 + 𝑑 𝑤 + 𝑑 ) ( 𝑑𝑤 − 𝑑 )
𝑑𝑤 + 𝑑 2 ,5 𝑑
essendo: 𝑑𝑤 =1 , 5 𝑑 = =5
𝑑 𝑤 − 𝑑 0 ,5 𝑑
𝜋 𝐸𝑑 ∙ 0,5774
e quindi: 𝑘𝑚=
(
2 ln 5
0,5774 𝑙+ 0 , 5 𝑑
0,5774 𝑙 +2 , 5 𝑑 )
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La rigidezza si può ottenere anche con una diversa equazione, la cui validità è confermata da
studi condotti con modelli agli elementi finiti:
( 𝐵𝑑/𝑙 )
𝑘𝑚= 𝐸𝑑 𝐴𝑒

dove i parametri e sono tabellati per diversi materiali

Parametri di rigidezza per componenti di diversi materiali


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Rigidezza adimensionale in funzione del rapporto


Diagramma adimensionale della
rigidezza in funzione del rapporto
che dimostra l’accuratezza del dei
vari modelli rispetto al calcolo agli
elementi finiti condotto da
Wileman, Choundry e Green
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Esercizio: calcolare la rigidezza del collegamento
Due piatti di acciaio, di 12 di spessore, sono serrati con un bullone M12 dotato
di rondella di appoggio da 2,5 , posta sotto il dado.
Lunghezza del collegamento:
𝑙=26 ,5 𝑚𝑚=0,0265 𝑚 𝑑=12 𝑚𝑚=0,012𝑚
𝐸=207 𝐺𝑃𝑎=207 ∙10 9 𝑃𝑎
9
𝜋 𝐸 𝑑 tan 𝛼 𝜋 ∙ 207 ∙ 10 ∙ 0,012 ∙ 0,5774
𝑘𝑚= ¿ ¿ 2 ,
, 64
64 𝑀
∙ 𝑁
10
9
/𝑚/ 𝑚
𝑁
2 ln 5 (
𝑙 tan 𝛼 +0 , 5 𝑑
𝑙 tan 𝛼+2 , 5 𝑑
2 ln 5 ) (
0,0265 ∙ 0,5774 +0 ,5 ∙ 0,012
0,0265 ∙0,5774 +2 , 5 ∙ 0,012 )
differenza: 1,5%
Calcolo della rigidezza con la curva esponenziale interpolante:

( 𝐵𝑑/𝑙 ) ( 0,62873 ∙12/ 26 ,5 )


𝑘𝑚= 𝐸𝑑𝐴 𝑒 ¿ 207000 ∙ 12∙ 0,78715 ∙ 𝑒 ¿ 2 , 60 𝑀𝑁 / 𝑚𝑚
acciaio ():
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Esercizio: calcolare la rigidezza del collegamento
Due piatti di diverso materiale e spessore: acciaio
acciaio – 12
ghisa grigia – 18
serrati con un bullone M12 dotato di rondella di appoggio (in acciaio) da ghisa grigia
2,5 , posta sotto la testa della vite
Il tronco di cono si estende fino alla metà della giunzione, oltre la lamiera
di acciaio: 1
𝑙= ( 12+18+ 2 ,5 ) 𝑚𝑚=16 ,25 𝑚𝑚
2 34.74

La distanza tra la linea di giunzione e la base dei due coni è:


( 16 , 25 − 12 − 2, 5 ) 𝑚𝑚=1 ,75 𝑚𝑚
16 , 25 acciaio 1 414.5
,5
Rondella e piatto superiore sono entrambi in acciaio e, quindi, 1 ,7 5
possono essere considerati come un singolo tronco di cono, di
altezza pari a 16 , 25 ghisa grigia
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Esercizio: calcolare la rigidezza del collegamento
Due piatti di diverso materiale e spessore: acciaio
acciaio – 12
ghisa grigia – 18
serrati con un bullone M12 dotato di rondella di appoggio (in acciaio) da ghisa grigia
2,5 , posta sotto il dado

Il diametro esterno del tronco di cono del piatto in acciaio all’interfaccia


della giunzione è pari a:
° 34.74
18+ 2∙ 14 , 5 tan 30 =34 ,74 𝑚𝑚

Il diametro esterno a metà della giunzione è di:


14.5
° acciaio
18+ 2∙ 16 , 25 tan 30 =36 , 76 𝑚𝑚

ghisa grigia
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Esercizio: calcolare la rigidezza del collegamento
Due piatti di diverso materiale e spessore: acciaio
acciaio – 12
ghisa grigia – 18
serrati con un bullone M12 dotato di rondella di appoggio (in acciaio) da ghisa grigia
2,5 , posta sotto il dado
Rigidezza del tronco di cono superiore in acciaio:
𝜋 𝐸𝑑 tan 𝛼
𝑘𝑚= 34.74
( 2 𝑙 tan 𝛼+ 𝐷 − 𝑑 ) ( 𝐷+ 𝑑 )
ln Attenzione!
( 2 𝑙 tan 𝛼+ 𝐷+ 𝑑 ) ( 𝐷 − 𝑑 ) dimensioni
𝜋 ∙207000 ∙ 12 ∙0,5774 in
𝑘 1= 14.5
acciaio
ln
( ( 2∙ 14 , 5 ∙ 0 , 5774+ 18− 12 ) (18 +12 )
( 2∙ 14 , 5 ∙ 0,5774+ 18+12 ) ( 18 − 12 ) )
9
𝑘1=5 ,07 ∙10 𝑁 / 𝑚=5 , 07 𝑀𝑁 / 𝑚𝑚 ghisa grigia
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Esercizio: calcolare la rigidezza del collegamento
Due piatti di diverso materiale e spessore: acciaio
acciaio – 12
ghisa grigia – 18
serrati con un bullone M12 dotato di rondella di appoggio (in acciaio) da ghisa grigia
2,5 , posta sotto il dado
Rigidezza del tronco di cono intermedio in ghisa grigia:

𝜋 ∙ 100 000 ∙ 12∙ 0,5774


𝑘 2= 34.74

ln
(( 2∙ 1 , 75∙ 0,5774 +34 , 74 −12 ) ( 34 , 74 +12 )
( 2∙ 1 , 75∙ 0,5774 +34 , 74+12 ) ( 34 ,74 − 12 ) )
𝑘2=50 , 8 𝑀𝑁 /𝑚𝑚 acciaio
14.5

ghisa grigia
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Esercizio: calcolare la rigidezza del collegamento
Due piatti di diverso materiale e spessore: acciaio
acciaio – 12
ghisa grigia – 18
serrati con un bullone M12 dotato di rondella di appoggio (in acciaio) da ghisa grigia
2,5 , posta sotto il dado
Rigidezza del tronco di cono inferiore in ghisa grigia:
𝜋 ∙ 100000 ∙12 ∙ 0,5774
𝑘 3= 34.74
2 ln
(
( 2∙ 16 , 25 ∙ 0,5774 +18 − 12 ) ( 18+12 )
( 2∙ 16 , 25 ∙ 0,5774 +18+12 ) ( 18 − 12 ) )
𝑘3=2 ,34 𝑀𝑁 /𝑚𝑚 acciaio
14.5

ghisa grigia
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Esercizio: calcolare la rigidezza del collegamento
Due piatti di diverso materiale e spessore: acciaio
acciaio – 12
ghisa grigia – 18
serrati con un bullone M12 dotato di rondella di appoggio (in acciaio) da ghisa grigia
2,5 , posta sotto il dado
Rigidezza complessiva del collegamento:

1 1 1 1 34.74
= + + ¿ 0,64511356
𝑘𝑚 5 ,07 50 ,8 2 , 34

1 14.5
𝑘𝑚= =1 , 55 𝑀𝑁 /𝑚𝑚 acciaio
0,64511356

ghisa grigia
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Resistenza dei bulloni


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Le viti e i bulloni sono sollecitati principalmente a trazione

Sono quindi classificati in base alla capacità di resistere a sforzi di trazione

In realtà, per effetto della forma (filetti, variazioni di sezione, raccordi) e delle sollecitazioni
affaticanti, le rotture possono verificarsi in alcuni punti critici, dove le tensioni si concentrano
(raccordo sotto la testa, inizio della filettatura, primo filetto in presa con il dado).
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Nelle specifiche standard dei bulloni, si definiscono alcune quantità di riferimento (standard ASTM):
• carico di prova – massimo carico che non provoca deformazione permanente;
• resistenza minima di prova – rapporto fra carico di prova e sezione resistente
(corrisponde approssimativamente al limite di proporzionalità, individuato da una deformazione
permanente di 0,0025 mm).

Per le filettature metriche, si utilizza la norma UNI 3740, che definisce:


• carico unitario di prova – valore di riferimento per la norma UNI 3740;
• tensione minima di snervamento;
• resistenza minima a trazione.
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La resistenza delle viti è


valutata in modo statistico

Distribuzione della resistenza rottura

Numero di prove
di una partita di bulloni (resistenza
minima 830 MPa)

Istogramma ottenuto con 539 prove


resistenza media: 1000 MPa
deviazione standard: 71 MPa

Resistenza a trazione (MPa)


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Proprietà meccaniche per bulloni, viti e
prigionieri in acciaio delle classi metriche
Classe della vite

Il primo valore rappresenta il carico di rottura,


espresso in centinaia di MPa, mentre il secondo
valore rappresenta la tensione di snervamento,
espressa come percentuale (divisa per 10) del
carico di rottura.

Il carico unitario di prova e la resistenza minima


riportati nella tabella sono superati dal 99% dei
bulloni
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Proprietà meccaniche per bulloni, viti e
prigionieri in acciaio delle classi metriche
Classe della vite

Lunghezza della parte filettata:

dove è la lunghezza del bullone.


Nei bulloni strutturali la parte filettata ha
una lunghezza inferiore.
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Specifiche SAE

le classi sono suddivise secondo la resistenza


(i decimali sono usati per indicare variazioni a pari
livello di resistenza);

i bulloni e le viti sono disponibili in tutte le classi


indicate mentre i prigionieri sono disponibili soltanto
nel classi da 1 a 8.
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Specifiche ASTM

I filetti ASTM sono più corti perché le specifiche sono orientate


verso le connessioni strutturali, spesso caratterizzate da
sollecitazioni di taglio: una ridotta lunghezza del filetto permette
infatti di avere una superficie di appoggio laterale maggiore.
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Relazione carico-spostamento
di un giunto bullonato
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𝐹 𝑎𝑡𝑡𝑟

𝐹 𝑏𝑢𝑙

bullone
flangia flangia
𝐹 𝑒𝑠𝑡
𝑙 𝐹 𝑒𝑠𝑡
flangia flangia

𝐹 𝑏𝑢𝑙

𝐹 𝑎𝑡𝑡𝑟

Per contrastare la separazione dei due elementi della flangia, il bullone deve generare una compressione e,
di conseguenza, una forza di attrito sufficiente a equilibrare le forze esterne di separazione
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𝐹 𝑏𝑢𝑙

bullone
flangia
flangia
𝐹 𝑒𝑠𝑡
Il bullone può anche 𝑙 𝐹 𝑒𝑠𝑡
progettato per resistere
flangia flangia
a taglio (accoppiamento
di forma) 𝐹 𝑏𝑢𝑙

In questo caso la vite funziona come una spina: è necessario che ci sia una parte non filettata calibrata,
sufficientemente estesa, che si adatti perfettamente al foro, con una stretta tolleranza (generalmente
dell’ordine del decimo di millimetro), per evitare l’insorgenza di sollecitazioni di flessione
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Il bullone può anche


progettato per resistere
a taglio (accoppiamento
di forma)

In questo caso la vite funziona come una spina: è necessario che ci sia una parte non filettata calibrata,
sufficientemente estesa, che si adatti perfettamente al foro, con una stretta tolleranza (generalmente
dell’ordine del decimo di millimetro), per evitare l’insorgenza di sollecitazioni di flessione
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𝐹 𝑏𝑢𝑙 𝐹 𝑝 𝐹 𝑝 𝐹 𝑏𝑢𝑙

bullone
flangia flangia

𝑙 𝑃
flangia flangia

𝐹 𝑏𝑢𝑙 𝐹 𝑝 𝐹 𝑝 𝐹 𝑏𝑢𝑙

Per contrastare la separazione dei due elementi della flangia, il bullone deve generare una compressione
sufficiente a equilibrare le forze esterne di separazione
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Relazione carico spostamento di un giunto bullonato

flangia bullone flangia bullone


bullone
flangia

𝑙
𝑙
Δ𝑙

Δ 𝑙=n ° di giri x passo


Il comportamento elastico di flangia e bullone può essere simulato con due molle in parallelo…
…più rigida quella che rappresenta la flangia e più cedevole quella che rappresenta il bullone
Prima di serrare il dado, le due molle hanno la stessa lunghezza e tra esse non c’è scambio di forze
Ruotando il dado, è come se si riducesse la lunghezza del bullone, di una quantità pari al numero di giri del
dado per il passo della vite
La congruenza però impone che bullone e flangia abbiano la stessa lunghezza…
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Relazione carico spostamento di un giunto bullonato

flangia bullone flangia bullone flangia bullone


bullone
flangia

𝑙
𝑙
Δ 𝑙 𝛿𝑓 𝛿𝑏
𝐹𝑓 𝐹𝑏
Δ 𝑙=n ° di giri x passo
Per ottenere la congruenza, la vite deve allungarsi di e la flangia deve contrarsi di
Il che significa che al bullone deve essere applicata una forza di trazione e alla flangia una forza di
compressione
Non essendo presenti forze esterne, e devono farsi equilibrio e, quindi, devono essere uguali e contrarie

Essendo diverse le rigidezze delle due molle e uguali (in modulo) le forze, gli spostamenti devono essere
diversi in modulo e opposti in verso; in particolare, essendo la flangia più rigida, deve essere minore di
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Viti di fissaggio Collegamenti filettati
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Relazione carico spostamento di un giunto bullonato

flangia bullone flangia bullone flangia bullone flangia bullone


bullone
flangia

𝑙
𝑙
Δ 𝑙 𝛿𝑓 𝛿𝑏
𝐹𝑓 𝐹𝑏 𝛿 𝛿
𝐹𝑓 𝐹𝑏
Δ 𝑙=n ° di giri x passo F
Applicando un carico esterno, ovvero una forza che tenda a separare i due elementi della flangia, sia il bullone
che la flangia subiranno un allungamento
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Viti di fissaggio Collegamenti filettati
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Relazione carico spostamento di un giunto bullonato

flangia bullone flangia bullone flangia bullone flangia bullone


bullone
flangia

𝑙
𝑙
Δ 𝑙 𝛿𝑓 𝛿𝑏
𝐹𝑓 𝐹𝑏 𝛿 𝛿
𝐹𝑓
Δ 𝑙=n ° di giri x passo 𝐹𝑏
F
Applicando un carico esterno, ovvero una forza che tenda a separare i due elementi della flangia, sia il bullone
che la flangia subiranno un allungamento
Ciò comporta un aumento della forza di trazione nel bullone, perché e sono concordi, e una riduzione della
forza di compressione nella flangia, essendo e opposte in verso
Lo scopo del bullone è mantenere un sufficiente stato di compressione tra gli elementi della flangia e, quindi, il
carico esterno non deve essere tale da annullare la forza di compressione residua nella flangia
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Le relazioni tra forze e spostamenti in una flangia bullonata possono essere
𝐹
bullone
rappresentate su un piano cartesiano dove in ascissa siano riportati gli
flangia

𝑙 spostamenti e in ordinata le forze


𝐹𝑏
Rigidezza del bullone 𝑘𝑏 = =tan 𝛼 𝑏
𝛿𝑏
𝐹𝑏 𝐹𝑓
Rigidezza della flangia 𝑘 𝑓 = =tan 𝛼 𝑓
𝛿𝑓
𝛿𝑓 𝛼𝑏
> rigidezza della flangia > rigidezza bullone
𝛿𝑏 𝛿
𝛼𝑓 >

𝐹𝑓 In fase di serraggio del bullone:

|𝐹 𝑏|=| 𝐹 𝑓 | |𝛿𝑏|>|𝛿 𝑓|
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È comodo riportare la retta che rappresenta la rigidezza della flangia nei
𝐹
bullone
quadranti superiori…
flangia

𝐹 𝑓𝐹𝑏

𝛿𝑓 𝛿𝑏 𝛿
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È comodo riportare la retta che rappresenta la rigidezza della flangia nei
𝐹
bullone
quadranti superiori…
flangia

𝑙
…e spostarla verso destra, in modo che i punti rappresentativi della
condizione di serraggio coincidano

𝐹 𝑓𝐹𝑏

𝛿𝑓 𝛿𝑏 𝛿
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Quando il bullone è serrato, ma non ci sono carichi
𝐹
bullone
esterni, flangia e bullone saranno soggetti alla stessa
flangia

𝑙 = Forza di serraggio forza… di compressione sulla prima e di trazione sul


secondo, che indicheremo come Forza di serraggio

𝐹𝑠

𝐹𝑠

𝛿𝑏 𝛿𝑓 𝛿

Applicando alla flangia una forza esterna di separazione, il bullone dovrà


sopportare un carico maggiore di trazione, e si allungherà ulteriormente,
mentre la flangia sarà soggetta a una minore compressione e ridurrà la
propria contrazione
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Situazione al serraggio del bullone
𝐹
allungamento del
= Forza di serraggio bullone al serraggio
contrazione della
𝐹𝑠 flangia al serraggio
𝐹𝑒
Applicazione del carico esterno

𝐹𝑠

𝛿𝑏𝑠 𝛿 𝑓𝑠 𝛿
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Il carico esterno aumenta il carico di trazione sul bullone e lo allunga ulteriormente
𝐹
Al tempo stesso, riduce la compressione sulla
flangia e, di conseguenza, la contrazione

𝐹𝑠
𝐹𝑒

𝐹𝑠

𝛿𝑏𝑠 𝛿 𝑓𝑠 𝛿
𝛿𝑏 𝛿𝑓
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Incrementando il carico esterno , la compressione sulla flangia si riduce ulteriormente
𝐹

𝐹𝑠
𝐹𝑒

𝐹𝑠

𝛿𝑏 𝛿𝑓 𝛿
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Incrementando ancora il carico esterno, la compressione sulla flangia arriva ad annullarsi
𝐹
=0

=0
𝐹𝑠
𝐹𝑒

𝐹𝑠 Oltre questo valore del carico esterno ,


i due elementi della flangia si separano e, di
conseguenza, viene meno il collegamento

𝛿𝑏 𝛿
Tuttavia, perché il collegamento sia efficace, è necessario un valore minimo di compressione
tra gli elementi della flangia
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Stabilito il valore minimo della forza di compressione sulla flangia
𝐹 il valore della massima forza esterna applicabile è
In presenza di una forza esterna, al bullone è applicata la , maggiore della

𝐹 𝑚𝑎𝑥
𝐹𝑠
𝐹 𝑒𝑚𝑎𝑥

𝐹𝑠
𝐹 𝑓𝑚𝑖𝑛

𝛿
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Maggiore è la forza di serraggio, tanto maggiore è la forza esterna applicabile a parità di forza
𝐹 minima di compressione sulla flangia
L’aumento della forza di serraggio
comporta anche un aumento della
𝐹 𝑚𝑎𝑥 forza di trazione alla quale è sottoposto
𝐹𝑠 il bullone quando la forza esterna
raggiunge il valore massimo

𝐹 𝑒𝑚𝑎𝑥
𝐹𝑠
𝐹 𝑓𝑚𝑖𝑛

𝛿
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Come calcolare la corretta forza di serraggio?

…in funzione della massima forza esterna applicabile,


della minima compressione tra gli elementi della flangia
e della resistenza del bullone.
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Si stabilisce il valore della massima forza massima sopportabile dal bullone
𝐹
rigidezza della flangia
rigidezza del bullone
forza massima sul bullone
𝐹 𝑚𝑎𝑥
𝐹𝑠 forza di serraggio
Situazione al serraggio:

Massima bullone e flangia sono


forza esterna entrambi soggetti alla
applicabile
allungamento del bullone
𝐹𝑠 contrazione della flangia
𝐹 𝑓𝑚𝑖𝑛
forza minima di compressione

𝛿𝑏𝑠 𝛿 𝑓𝑠 𝛿
Si stabilisce il valore minimo della forza di compressione sulla flangia
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𝐹
rigidezza della flangia
rigidezza del bullone
forza massima sul bullone
𝐹 𝑚𝑎𝑥
𝐹𝑠 forza di serraggio
Situazione alla forza massima:
bullone soggetto alla
flangia soggetta alla
𝐹 𝑒𝑚𝑎𝑥 allungamento del bullone
𝐹𝑠 contrazione della flangia
𝐹 𝑓𝑚𝑖𝑛
forza minima di compressione

𝛿𝑏 𝛿𝑓 𝛿
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Calcolo delle forze sul bullone e sulla lamiera


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Caso generale: collegamento bullonato con forza esterna (minore o uguale alla forza massima applicabile)
𝐹 Applicazione della forza esterna Variazione di allungamento tra la condizione di
serraggio e l’applicazione della forza esterna

𝐹𝑏 forza sul bullone

𝐹𝑠 𝐹 𝑒𝑏 𝐹 𝑒𝑏 𝐹 𝑒𝑓
forza di serraggio Δ 𝛿𝑏 = Δ 𝛿𝑓 =
𝐹𝑒 𝑘𝑏 𝑘𝑓
𝐹 𝑒𝑓 𝑘𝑓
𝐹𝑠 𝐹 𝑒𝑓 =𝐹 𝑒𝑏
forza di compressione sulla flangia 𝑘𝑏
𝐹𝑓
𝐹 𝑒=𝐹 𝑒 𝑏 +|𝐹 𝑒𝑓 |
𝐹 𝑓𝑚𝑖𝑛 𝐹𝑆 𝐹𝑆
forza minima di compressione
𝛿 𝑏𝑠= 𝛿 𝑓𝑠 =
𝛿 𝑘𝑏 𝑘𝑓
𝛿𝑏𝑠 𝛿 𝑓𝑠 condizione di serraggio del bullone
𝛿𝑏 𝛿𝑓 applicazione della forza esterna

Δ𝛿
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𝑘𝑓 𝑘𝑓
𝐹 𝑒𝑓 =𝐹 𝑒𝑏
𝑘𝑏
Poiché: 𝐹 𝑒=𝐹 𝑒𝑏 + |𝐹 𝑒𝑓 | →|𝐹 𝑒𝑓 |=𝐹 𝑒 − 𝐹 𝑒𝑏 → 𝐹 𝑒𝑏 𝑘 = 𝐹 𝑒 − 𝐹 𝑒 𝑏
𝑏

𝑘𝑏 𝑘𝑏 Costante di rigidezza
quindi: 𝐹 𝑒𝑏=𝐹 𝑒 ¿ 𝐹𝑒𝐶 essendo: 𝐶 =
𝑘𝑏 +𝑘 𝑓 𝑘𝑏 + 𝑘 𝑓 del collegamento
di conseguenza: 𝐹 𝑒𝑓 =𝐹 𝑒 ( 1− 𝐶 )

𝐹 𝑏= 𝐹 𝑒 𝑏 + 𝐹forza
𝑆 sul bullone dovuta al serraggio e al carico esterno

𝐹 𝑓 =|𝐹 𝑒𝑓 |− 𝐹forza
𝑆 di compressione tra gli elementi della flangia

Infatti, essendo: 𝐹 𝑆 >|𝐹 𝑒𝑓 | → 𝐹 𝑓 < 0 forza di compressione


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Coppia di serraggio
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Nei collegamenti tramite viti è importante stabilire il giusto precarico, ovvero la forza di serraggio

Come misurare la forza di serraggio?

Un possibile metodo, preciso e concettualmente semplice, ma poco pratico, consiste nel misurare con un
comparatore la lunghezza effettiva della vite, serrandola fino al raggiungimento dell’allungamento previsto

forza di serraggio
𝐹 𝑆∙ 𝑙 lunghezza del collegamento 𝐸𝐴
𝛿=
𝐸𝐴 modulo elastico della vite → 𝐹 𝑆=𝛿 𝑙
sezione resistente della vite

Normalmente però non è possibile effettuare tale misura (ad esempio per le viti serrate in un foro cieco),
oppure è poco agevole.
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Nei collegamenti tramite viti è importante stabilire il giusto precarico, ovvero la forza di serraggio

Come misurare la forza di serraggio?

Un altro metodo metodo semplice per ottenere il giusto serraggio nei bulloni consiste nella
“chiusura del dado ”:
• il dado viene serrato con un avvitatore, oppure da un operatore mediante una normale chiave,
fino al completo serraggio;
• a partire da questa condizione, si fa compiere al dado una ulteriore rotazione, opportunamente stimata;
ad esempio, per grossi bulloni strutturali, è buona pratica ruotare il dado di almeno 180 °.
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Nei collegamenti tramite viti è importante stabilire il giusto precarico, ovvero la forza di serraggio

Come misurare la forza di serraggio?

Il metodo di gran lunga più utilizzato, perché semplice, efficace e sufficientemente preciso,
consiste nello stimare la coppia di serraggio che produce il precarico desiderato.

La coppia di serraggio può essere applicata mediante l'uso di una chiave dinamometrica

Si ottiene una buona stima della coppia necessaria per ottenere la forza di serraggio voluta,
utilizzando le relazioni che stimano la coppia in funzione delle forze applicate.
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Stima della coppia di serraggio
diametro medio della vite
𝑇 𝑆=
2 (
𝐹 𝑆 𝑑𝑚 𝑙+ 𝑓 𝑑𝑚 sec 𝛼
𝜋 𝑑𝑚 − 𝑓𝑙 sec 𝛼
+
2 )
𝐹 𝑆 𝑓 𝑐 𝑑𝑐
diametro medio della faccia di appoggio del dado

forza di serraggio
coppia sulla vite coppia sul dado

𝑙 dividendo numeratore e denominatore del primo termine per ,


poiché: 𝜆=
𝜋 𝑑𝑚 e ricordando che, per angoli piccoli, , si ottiene:
tan 𝜆 𝜋 𝑑 𝑚 + 𝑓 𝜋 𝑑𝑚 sec 𝛼 tan 𝜆+ 𝑓 𝑑 𝑚 sec 𝛼
2
𝑙+ 𝑓 𝑑𝑚 sec 𝛼
𝑙=𝜆𝜋 𝑑𝑚≅ tan 𝜆 𝜋 𝑑 𝑚 = ¿
𝜋 𝑑 𝑚 − 𝑓𝑙 sec 𝛼 𝜋 𝑑 𝑚 − 𝑓 tan 𝜆 𝜋 𝑑 𝑚 sec 𝛼 1 − 𝑓 tan 𝜆 sec 𝛼

𝐹 𝑆 𝑑𝑚 tan 𝜆+ 𝑓 sec 𝛼 𝐹 𝑆 𝑓 𝑐 𝑑𝑐
𝑇 𝑆=
2 (
1 − 𝑓 tan 𝜆 sec 𝛼
+
2 )
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Coppia di serraggio

Il diametro della della faccia di appoggio di un dado esagonale è uguale alla


distanza tra le facce parallele dell’esagono, pari a 1,5 volte il diametro nominale

Il diametro medio quindi vale: 𝑑𝑐 =( 𝑑 +1 , 5 𝑑 ) / 2¿ 1 , 25 𝑑

𝑇 𝑆= 𝐹 𝑆 𝑑
[( ) (
𝑑𝑚
2𝑑
tan 𝜆+ 𝑓 sec 𝛼
1 − 𝑓 tan 𝜆 sec 𝛼
+
1 ,25
2 )
𝑓𝑐
1, ]
1 , 25 𝑑
Indicando con la quantità: 5𝑑

𝐾=
𝑑𝑚
2𝑑 [( ) ( tan 𝜆+ 𝑓 sec 𝛼
1 − 𝑓 tan 𝜆 sec 𝛼 )
+0,625 𝑓 𝑐
] si ha: 𝑇 𝑆=𝐾 𝐹 𝑆 𝑑

Il coefficiente di attrito dipende dalla rugosità, dalla precisione delle superfici e dalla lubrificazione

Mediamente (acciaio su acciaio) si può assumere: 𝑓 = 𝑓 𝑐 =0 ,15→ 𝐾 =0 , 2


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Tensione
Tensione nel bullone sollecitato staticamente di rottura
𝐶 𝐹𝑒 𝐹𝑆 𝑘 𝑏 Costante di rigidezza
𝜎 𝑏= + 𝐶=
𝐴𝑣 𝐴𝑣 𝑘𝑏 + 𝑘del𝑓 collegamento
Tensione di
deve essere della resistenza minima di prova: 𝑆 𝑃 =0 , 85 𝑆 𝑦 snervamento

𝐶𝑛 𝐹 𝑒 𝐹 𝑆 𝑆𝑝 𝐴 𝑣 − 𝐹 𝑆
𝑆𝑝= + dove è il fattore di carico (>1): 𝑛= 85 % 𝑑𝑖𝑆 𝑦
𝐴𝑣 𝐴𝑣 𝐶 𝐹𝑒
Deve essere inoltre verificato che il carico esterno sia inferiore a valore
che provoca la separazione degli elementi da serrare
𝐹 0 fattore di carico rispetto
( 1 −𝐶 ) 𝐹 0 − 𝐹 𝑆=0 →𝑛0 =
𝐹 𝑒 alla separazione (>1)
𝐹𝑆 𝐹𝑆
𝐹 0=
( 1 −𝐶 ) →𝑛0 = 𝐹 𝑒 ( 1− 𝐶 )
𝐹 𝑠=
{
0 , 75 𝐹 𝑃 giunti smontabili, dispositivi riutilizzabili
0 , 90 𝐹 𝑃 giunti permanenti
𝐹 𝑃 = 𝐴𝑣 𝑆 𝑃
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Esempio di calcolo Giunto bullonato caricato a trazione

Bullone M20 x 2.5 8.8 soggetto a un carico


Precarico iniziale del bullone
Rigidezza del bullone
Rigidezza del giunto

Calcolo della sollecitazione del bullone in precarico e in esercizio


2
Sezione resistente della vite (dalla tabella per M20):𝐴 𝑣 =245 𝑚𝑚 M20 x 2.5 passo grosso

Sollecitazione dovuta 𝐹 𝑆 110.000 2


al precarico: 𝜎 𝑆 𝑒𝑟𝑟 = = =449 𝑁 / 𝑚𝑚
𝐴𝑣 245
𝑘𝑏 1 ,15
Costante di rigidezza: 𝐶 = = =0,324
𝑘𝑏 + 𝑘 𝑓 1 ,15 +2 , 4
Sollecitazione in 𝐹 𝑏 𝐶 𝐹𝑒 + 𝐹 𝑆 𝐹𝑒 26.500
esercizio: 𝜎 𝑏= = ¿𝐶 + 𝜎 𝑆 𝑒𝑟𝑟 𝜎 𝑏=0,324 +449
¿ 4 84 𝑁 /𝑚𝑚 2
𝐴𝑣 𝐴𝑣 𝐴𝑣 245
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Esempio di calcolo
Carico unitario di prova di un bullone classe 8.8
𝜎 𝑈 =600 𝑀𝑃𝑎
Sollecitazione al serraggio:
𝜎 𝑆 𝑒𝑟𝑟 =449 𝑀𝑃𝑎
inferiore del 25% del carico unitario di prova

Sollecitazione in esercizio:
𝜎 𝑏=4 84 𝑀𝑃𝑎
inferiore del 19% del carico unitario di prova
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Esempio di calcolo
Coppia necessaria per ottenere il precarico del bullone: 𝑇 𝑆=𝐾 𝐹 𝑆 𝑑
Assumendo : 𝑇 𝑆=0 , 2∙ 110000∙ 0 , 02=440 𝑁𝑚

Si può calcolare utilizzando la relazione: 𝐾=


[( ) (
𝑑𝑚
2𝑑
tan 𝜆+ 𝑓 sec 𝛼
)
1 − 𝑓 tan 𝜆 sec 𝛼
+0,625 𝑓 𝑐
]
diametro del nocciolo della vite: 𝑑𝑟 = √ 4 𝐴𝑟 / 𝜋
¿ √ 4 ∙ 225/3,1415
¿ 16 ,9 𝑚𝑚
quindi: 18 , 4 𝑚𝑚
𝑑𝑚 =( 𝑑+ 𝑑 𝑟 ) /¿2( 20 +16 , 9 ) ¿/2
−1 𝑙 1,5
𝜆=tan
𝜋 𝑑𝑚
¿ tan
−1
𝜋 19 ,1
¿1,4 3°
𝛼=30 °
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Esempio di calcolo
Coppia necessaria per ottenere il precarico del bullone: 𝑇 𝑆=𝐾 𝐹 𝑆 𝑑

𝐾=
[( ) (
𝑑𝑚
2𝑑
tan 𝜆+ 𝑓 sec 𝛼
1 − 𝑓 tan 𝜆 sec 𝛼 )
+0,625 𝑓 𝑐
] 𝑓 =0 , 15 𝑓 𝑐 =0 , 15
𝑑𝑚 =18 , 4 𝑚𝑚
𝜆=1 , 4 334 °tan 1,4334=0,0250
1
𝛼=30 ° sec 30=
cos 30
=1,1547

𝐾=
[( 18 , 4
2 ∙20 )( 0,0250+ 0 , 15 ∙1,1547
1− 0 , 15 ∙ 0,025 0 ∙1,1547 ) ¿,15
+ 0,625 ∙ 0 0,1856 ]
Valore inferiore del 7,2% circa rispetto a quello
¿ 408 𝑁𝑚
𝑇 𝑆=0,1856 ∙110.000 ∙ 0 , 02
calcolato assumendo
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Giunti sollecitati a fatica


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La procedura di calcolo a fatica delle giunzioni filettate è la stessa utilizzata per qualsiasi altro componente
meccanico soggetto a sollecitazioni cicliche.

Bisogna tenere conto che le viti, per la loro morfologia funzionale, presentano concentrazioni di tensione
nei filetti e sotto la testa.

Peterson osservò, infatti, che il 15% dei cedimenti nelle viti avviene sotto la testa, il 20% al principio della
filettatura e il 65% in corrispondenza del primo filetto in presa.

La tabella seguente mostra i fattori medi di concentrazione delle tensioni per il raccordo sotto la testa della
vite e per l’inizio della filettatura, che tengono conto della sensibilità all’intaglio.

Fattore di concentrazione delle tensioni per elementi filettati


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Nella tabella seguente sono riportate le tensioni limite di fatica, in funzione della classe, per viti realizzate
per rullatura, la tecnologia più diffusa per le viti con requisiti strutturali.

Resistenza a fatica per bulloni e viti con filetto formato per rullatura
(già corretta con il fattore di concentrazione delle tensioni)
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Si consideri il caso generale in cui il bullone di una giunzione, serrato con un precarico costante, sia soggetto
a un carico esterno oscillante tra e
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Sollecitazione a fatica di un giunto bullonato


𝐹

𝐹𝑏 𝐹 𝑚𝑖𝑛 forza sul bullone


𝐹𝑏 𝑚𝑖𝑛
𝑚𝑎𝑥

forza sul bullone


𝐹𝑠 forza di serraggio
𝐹𝑒 𝐹𝑒
𝐹𝑓
𝑚𝑖𝑛 𝑚𝑎𝑥
forza sulla flangia
𝑚𝑎𝑥

𝐹𝑓 𝐹𝑠
𝑚𝑖𝑛
forza sulla flangia
𝐹0 forza minima di compressione

𝐹 𝑒 → 𝐹 𝑚𝑎𝑥
𝛿 𝑚𝑎𝑥

𝐹 𝑒 → 𝐹 𝑚𝑖𝑛
𝑚𝑖𝑛
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Sollecitazione a fatica di un giunto bullonato


𝐹 Carico pulsante 𝐹 𝑚𝑖𝑛=0

𝐹𝑏 𝐹 𝑚𝑖𝑛 forza sul bullone


𝐹𝑏 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎
𝑚𝑎𝑥

𝐹𝑠 forza di serraggio forza sul bullone


forza sulla flangia =
𝐹𝑒
𝐹𝑏
𝐹𝑓 𝑚𝑎𝑥
𝐹 𝑒 =0 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎

𝑚𝑖𝑛

𝐹𝑓 𝐹𝑠
𝑚𝑖𝑛
forza sulla flangia
𝐹0 forza minima di compressione

𝐹 𝑒 → 𝐹 𝑚𝑎𝑥
𝛿 𝑚𝑎𝑥

𝐹 𝑒 → 𝐹 𝑚𝑖𝑛
𝑚𝑖𝑛
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Si consideri il caso generale in cui il bullone di una giunzione, serrato con un precarico costante, sia soggetto
a un carico esterno oscillante tra e

Forze sul bullone: 𝐹 𝑏 =𝐶 𝐹 𝑚𝑖𝑛 + 𝐹 𝑆


𝑚𝑖𝑛
𝐹 𝑏 =𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 + 𝐹 𝑆
𝑚𝑎𝑥
precarico

La componente alterna della tensione sulla vite vale:

(𝐹𝑏 −𝐹𝑏 ) / 2 ( 𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 + 𝐹 𝑆 ) − ( 𝐶 𝐹 𝑚 𝑖𝑛 + 𝐹 𝑆 ) 𝐶 ( 𝐹 𝑚𝑎𝑥 − 𝐹 𝑚𝑖𝑛 )


𝜎 𝑎=
𝑚𝑎𝑥 𝑚 𝑖𝑛
¿ ¿
𝐴𝑣 2 𝐴𝑣 2 𝐴𝑣

La componente media della tensione sulla vite vale:

(𝐹𝑏 + 𝐹𝑏 ) / 2 ( 𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 + 𝐹 𝑆 ) + ( 𝐶 𝐹 𝑚 𝑖𝑛 + 𝐹 𝑆 ) 𝐶 ( 𝐹 𝑚𝑎𝑥 + 𝐹 𝑚𝑖𝑛 ) 𝐹𝑆


𝜎 𝑚=
𝑚𝑎𝑥 𝑚 𝑖𝑛
¿ ¿ +
𝐴𝑣 2 𝐴𝑣 2 𝐴𝑣 𝐴𝑣
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Diagramma di Goodman
Nel diagramma al lato sono Una linea di carico può essere usata per definire la sicurezza
riportate la curva di di un collegamento con bulloni soggetto a carichi affaticanti.
resistenza di Goodman e la
linea di carico, che inizia 𝑆
𝑎 =𝑆
con la tensione di precarico −𝑆

)
𝑒
𝑆

𝑆
𝜎
e cresce con pendenza:


𝑚 𝑒
𝑆

𝑚
(𝑆
𝜎𝑎 𝑢𝑡

𝑎
𝜎

𝑆
𝜎
𝜎𝑚 − 𝜎𝑆


𝑚
𝜎
=
In corrispondenza del

𝑎
𝑆
punto C si verifica il
Equazione della linea di cedimento
carico:
𝜎𝑎
𝑆 𝑎= ( 𝑆𝑚 − 𝜎 𝑆 )
𝜎𝑚 − 𝜎𝑆

Equazione della retta di 𝐹𝑆


Goodman: 𝜎 𝑆=
𝑆𝑒 𝐴𝑣
𝑆 𝑎=𝑆𝑒 − 𝑆𝑚
𝑆𝑢𝑡
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𝜎𝑎
Dalla equazione della linea di carico: 𝑆 𝑎= ( 𝑆 𝑚 − 𝜎 𝑆)
𝜎𝑚 − 𝜎𝑖
𝑆𝑒
e dalla equazione della retta di Goodman: 𝑆 𝑎=𝑆𝑒 − 𝑆𝑚
𝑆𝑢𝑡

Risolvendo per e sostituendo nella equazione della retta di Goodman, si ottiene:

𝑆𝑒 𝜎 𝑎 ( 𝑆 𝑢𝑡 − 𝜎 𝑆 )
𝑆 𝑎=
𝑆𝑢𝑡 𝜎 𝑎+ 𝑆𝑒 ( 𝜎 𝑚 − 𝜎 𝑆 ) 𝑆𝑒 ( 𝑆𝑢𝑡 − 𝜎 𝑆 )
𝑛𝑓 =
𝑆𝑎 𝑆𝑢𝑡 𝜎 𝑎 +𝑆 𝑒 ( 𝜎 𝑚 − 𝜎 𝑆 )
Il coefficiente di sicurezza a fatica è dato da: 𝑛𝑓 =
𝜎𝑎 Coefficiente di
sicurezza a fatica
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Nella maggior parte dei casi, la sollecitazione affaticante in un giunto con bulloni è dovuta a un carico pulsante,
che varia da zero a un massimo, come avviene, ad esempio, in un cilindro con pressione pulsante.

In generale, si ha: 𝐹 𝑚𝑎𝑥 =𝐹 𝑏 𝐹 𝑚𝑖𝑛= 𝐹 𝑆

Pertanto, la componente alternata del carico vale: 𝐹 𝑎=( 𝐹 𝑚𝑎𝑥 − 𝐹 𝑚𝑖𝑛 ) / 2¿ ( 𝐹 𝑏 − 𝐹 𝑆 ) / 2

Dividendo tutto per la sezione ( 𝐹 𝑏 − 𝐹 𝑆 ) ( 𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 + 𝐹 𝑆 ) − 𝐹 𝑆 𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥


resistente si ottiene la sollecitazione: 𝜎 𝑎= ¿ ¿
2 𝐴𝑣 2 𝐴𝑣 2 𝐴𝑣
𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 𝐹 𝑆
La sollecitazione media è : 𝜎 𝑚= +
2 𝐴𝑣 𝐴𝑣
La linea di carico è data da: 𝜎 𝑚=𝜎 𝑎 + 𝜎 𝑆
Costruzione di
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La relazione di resistenza dipende dal criterio adottato:

𝑆𝑎 𝑆𝑚 𝑆 𝑒 ( 𝑆𝑢𝑡 − 𝜎 𝑆 )
Goodman + =1 𝑆 𝑎=
𝑆𝑒 𝑆𝑢𝑡 𝑆𝑢𝑡 +𝑆 𝑒

( )
2
1
Gerber
𝑆𝑎
𝑆𝑒
+
𝑆𝑚
𝑆𝑢𝑡
=1 𝑆 𝑎=
2 𝑆𝑒
[ √2 2
𝑆 𝑢𝑡 𝑆 𝑢𝑡 +4 𝑆𝑒 ( 𝑆 𝑒+𝜎 𝑆) − 𝑆𝑢𝑡 −2 𝜎 𝑆 𝑆𝑒 ]
𝑆𝑒
( ) ( )
2 2
𝑆𝑎 𝑆𝑚
ASME – ellittico
𝑆𝑒
+
𝑆𝑢𝑡
=1 𝑆 𝑎= 2
𝑆 𝑝 + 𝑆𝑒
2 ( 𝑆 𝑝 √ 𝑆
2
𝑝 +𝑆
2
𝑒 − 𝜎 𝑆 − 𝜎 𝑆 𝑆𝑒 )
2

In tutti e tre i casi: 𝑆 𝑚=𝑆𝑎 + 𝑆𝑆 Per il criterio di Goodman:


2 𝑆 𝑒 ( 𝑆𝑢𝑡 𝐴𝑣 − 𝐹 𝑆 )
𝑛𝑓 =
𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 ( 𝑆𝑢𝑡 − 𝑆 𝑒 )
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Esempio di calcolo Giunzione soggetta a carico pulsante


Nella figura è rappresentata una giunzione realizzata mediante viti
mordenti a testa esagonale M16 classe 8.8. acciaio
La giunzione collega un coperchio in acciaio con un corpo tubolare in
ghisa, con entrambi gli elementi della flangia di uguale spessore:

La giunzione è soggetta a una forza pulsante con valore


massimo di per ogni vite.
La rondella è in acciaio indurito, con spessore di 2 mm. ghisa
Si chiede di calcolare e C , nonché i coefficienti di sicurezza.

𝐸 𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑖𝑜=207 𝐺𝑃𝑎 𝐸 𝑔h𝑖𝑠𝑎=177 , 7 𝐺𝑃𝑎


h=𝑡 1 +𝑡 𝑤¿ 16 +2=18𝑚𝑚 Si può schematizzare la giunzione con tre
𝑑 16 tronchi di cono: due in acciaio e uno in ghisa.
𝑙=h+ ¿ 18+
2 2
=26 𝑚𝑚 𝐷 2=1 ,5 𝑑 ¿ 1 , 5 ∙16=24 𝑚𝑚
𝑙
𝐷1 =1 ,5 𝑑+ 2∙ 0,577 =1 , 5 𝑑 +0,577 ∙¿𝑙 1 , 5 ∙16 +0,577 ∙ 26=3 9 ,0 𝑚𝑚
2
Costruzione di
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tronco 1 – acciaio

tronco 2 – acciaio acciaio

tronco 3 – acciaio 𝑘1
𝑘2
𝑘3
Le rigidezze dei tre tronchi si 𝑘= 𝜋 𝐸𝑑 ∙ 0,5774
calcolano con la relazione: ( 1,155 𝑡 + 𝐷 − 𝑑 ) ( 𝐷+ 𝑑 ) ghisa
ln
( 1,155 𝑡 + 𝐷 + 𝑑 ) ( 𝐷 − 𝑑 )
𝑘1=8 ,14 𝑀𝑁 /𝑚𝑚 𝑑=16 𝑚𝑚
1 1 1 1
𝑘2=3 3 , 75 𝑀𝑁/𝑚𝑚 = + +
𝑘𝑚 𝑘1 𝑘2 𝑘3
Si può schematizzare la giunzione con tre
𝑘3=6 , 1 𝑀𝑁 / 𝑚𝑚 𝑘𝑚=3 , 16 𝑀𝑁/𝑚𝑚 tronchi di cono: due in acciaio e uno in ghisa.

𝑘1 𝑘 2 𝑘 3 8 ,14 ∙33 ,75 ∙ 6 , 1


𝑘 𝑚= ¿
𝑘1 𝑘 2+ 𝑘1 𝑘3 +𝑘28𝑘, 14 ∙ 33 , 75+ 8 ,14 ∙6 ,1+ 33 , 75∙ 6
¿3 ,16 𝑀𝑁 /𝑚𝑚
,1
3
Costruzione di
Viti di fissaggio Collegamenti filettati
macchine

𝑘𝑚=3 , 16 𝑀𝑁/𝑚𝑚
2
𝐴 𝑣 =157 𝑚𝑚
𝐴 𝑣 𝐸𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑖𝑜
157 ∙ 207.000
26 ¿ 1 , 25 𝑀𝑁 /𝑚𝑚
𝑘𝑏 = ¿
𝑙
𝑘𝑏 1 , 25
𝐶= ¿
𝑘𝑏 + 𝑘 𝑓 1 ,25 +3 , 1 6
¿ 0,283
𝐹 𝑆=0,75 𝐹 𝑝 =0 ,75 𝐴𝑣 𝑆¿𝑝 0 ,75 ∙ 157 ∙ 600¿ 70 , 65 𝑘𝑁
𝑆𝑝 𝐴𝑣 − 𝐹 𝑆 600 ∙1 57 −70.650
𝑛=
𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥
¿
0 , 28 3 ∙ 22.500
¿3 ,7
Fattore di sicurezza rispetto alla resistenza di prova

𝐹𝑆 7 0.650
𝑛0 = ¿ ¿
𝐹 𝑚𝑎𝑥 1 − 𝐶 ) 22.500 ( 1− 0 , 28 3 )
( 4, 4
Fattore di sicurezza rispetto alla separazione tra le flange
Costruzione di
Viti di fissaggio Collegamenti filettati
macchine

𝜎 𝑖=𝜎 𝑆
E – Resistenza a fatica (Gerber)

D – Resistenza di prova

B – Stato tensionale al carico P


C – Resistenza a fatica (Goodman)

A – Precarico (serraggio)
Costruzione di
Viti di fissaggio Collegamenti filettati
macchine

Punto A Precarico (serraggio) Punto B Stato tensionale al carico P

𝐹 𝑆 70.650 𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 0 , 28 3 ∙ 22.500


¿ 450 𝑀𝑃𝑎 2 ∙157 ¿ 20 ,3 𝑀𝑃𝑎
𝜎 𝑆= ¿ 𝜎 𝑎= ¿
𝐴𝑣 157 2 𝐴𝑣

𝜎 𝑚=𝜎 𝑎 + 𝜎¿𝑆 20 ,3 +450¿ 470 , 3 𝑀𝑃𝑎

Punto C Resistenza a fatica (Goodman)


𝑆 𝑒 ( 𝑆𝑢𝑡 − 𝜎 𝑆 ) 129 ( 830 − 450 ) 𝑆𝑎 51 , 1
8 30+129 ¿ 51 , 1 𝑀𝑃𝑎 ¿2,5
𝑆 𝑎= ¿ 𝑛𝑓 = ¿
𝑆𝑢𝑡 +𝑆 𝑒 𝜎𝑎 2 0 , 3

Punto D Resistenza di prova

𝑆 𝑚 +𝑆 𝑎=𝑆𝑝 𝑆 𝑝 −𝜎 𝑆 600 − 450 𝑆𝑎 75


𝑆 𝑎= ¿
2 ¿ 75 𝑀𝑃𝑎 𝑛𝑝 = ¿
𝜎𝑎 20,3
¿ 3 ,7
𝑆 𝑚=𝜎 𝑆 + 𝑆𝑝 2
Costruzione di
Viti di fissaggio Collegamenti filettati
macchine

Punto A Precarico (serraggio) Punto B Stato tensionale al carico P

𝐹 𝑆 70.650 𝐶 𝐹 𝑚𝑎𝑥 0 , 28 3 ∙ 22.500


¿ 450 𝑀𝑃𝑎 2 ∙157 ¿ 20 ,3 𝑀𝑃𝑎
𝜎 𝑆= ¿ 𝜎 𝑎= ¿
𝐴𝑣 157 2 𝐴𝑣

𝜎 𝑚=𝜎 𝑎 + 𝜎¿𝑆 20 ,3 +450¿ 470 , 3 𝑀𝑃𝑎

Punto E Resistenza a fatica (Gerber)

1
𝑆 𝑎=
2 𝑆𝑒
[ √ 2 2
𝑆 𝑢𝑡 𝑆 𝑢𝑡 +4 𝑆𝑒 ( 𝑆 𝑒+𝜎 𝑆) − 𝑆𝑢𝑡 −2 𝜎 𝑆 𝑆𝑒 ]
1
𝑆 𝑎=
2 ∙129
[ 830 √ 830 2 +4 ∙129 ( 129+ 4 50 ) − 8302 −2 ∙ 450 ∙ 129¿] 77 𝑀𝑃𝑎

𝑆𝑎 77
𝑛𝑓 = ¿ ¿ 3 ,8
𝜎𝑎 2 0 , 3
Costruzione di Collegamenti filettati
macchine

Collegamenti filettati
Fine seconda parte

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