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Progettazione delle giunzioni

INTEGRITÀ STRUTTURALE
DELLE COSTRUZIONI SALDATE
Progettazione delle giunzioni

Istituto Italiano della saldatura


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ENTE MORALE
Progettazione delle giunzioni

Nella lezione precedente è stato descritto il “percorso” che consente di effettuare il


dimensionamento di una struttura. In questa lezione i concetti trattati verranno
utilizzati per affrontare il tema della progettazione delle giunzioni, secondo le
prescrizioni delle normative attualmente vigenti.
Le giunzioni saldate possono essere utilizzate in numerosissime applicazioni:
tuttavia, è possibile tracciare una classificazione di carattere generale delle
saldature, in base alle loro caratteristiche funzionali e geometriche.

Classificazione dei giunti saldati in base alle caratteristiche funzionali


In relazione al ruolo che ricoprono nella costruzione saldata, i giunti possono essere
classificati secondo il prospetto seguente:

• giunti di forza;
• giunti di connessione;
• giunti di fissaggio;
• giunti di accessori.

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ENTE MORALE
Progettazione delle giunzioni

Giunti di forza
I giunti di forza hanno il compito di equilibrare direttamente le forze interne indotte
dalle azioni che sollecitano la costruzione. Ad esempio, i giunti testa a testa di anima
e piattabande sulla sezione trasversale di una trave a doppio T o i giunti longitudinali
e circonferenziali delle virole di un apparecchio a pressione possono essere
considerati giunti di forza.
SALDATURE
GIUNTI LONGITUDINALI
TESTA A TESTA PIATTABANDE

ANIMA

SALDATURE
CIRCONFERENZIALI

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ENTE MORALE
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Giunti di connessione
I giunti di connessione non equilibrano direttamente le forze interne indotte dalle
azioni, ma collegano più elementi strutturali consentendo loro di equilibrare le
sollecitazioni come un elemento strutturale unico. Ad esempio, i giunti a cordone
d’angolo tra anima e piattabande di una trave a doppio T saldata possono essere
considerati giunti di connessione.
FORZA DI TAGLIO
(lo spostamento relativo
CORDONI
anima - piattabanda è
D’ANGOLO
impedito)

ANIMA

PIATTABANDA

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ENTE MORALE
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Giunti di fissaggio
I giunti di fissaggio consentono di mantenere nella posizione corretta gli elementi
strutturali che equilibrano le sollecitazioni; le tensioni che sollecitano il giunto sono
trascurabili o del tutto assenti. Ad esempio, i giunti a cordone d’angolo tra i
“calastrelli” e i profili longitudinali a C che costituiscono una colonna possono essere
considerati giunti di fissaggio.
N (Forza normale)

PROFILO A C

CALASTRELLI

GIUNTI DI
FISSAGGIO

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ENTE MORALE
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Giunti di accessori
Questi giunti consentono il fissaggio di elementi accessori (secondari) alla struttura
principale. Ad esempio, i giunti che collegano le scalette di servizio al mantello di un
serbatoio di stoccaggio possono essere considerati giunti di accessori.
I giunti utilizzati per il fissaggio degli elementi accessori non svolgono alcun ruolo
nell’equilibrio delle sollecitazioni che le azioni inducono nella struttura principale;
devono tuttavia essere realizzati con la massima cura, per evitare il rischio,
evidenziato all’inizio della lezione precedente, che il cedimento di un elemento
secondario causi la propagazione di una frattura nell’elemento principale contiguo.

Considerazioni sulle caratteristiche funzionali dei giunti


La comprensione delle caratteristiche funzionali del giunto, e quindi del ruolo che il
giunto ricopre all’interno della costruzione, è senza dubbio fondamentale nella
progettazione. Da un lato, infatti, consente al progettista di selezionare la tipologia di
giunto più idonea; dall’altro, costituisce la condizione necessaria per determinare
correttamente lo stato tensionale all’interno del giunto.

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ENTE MORALE
Progettazione delle giunzioni

Classificazione dei giunti in base alle caratteristiche geometriche


In relazione alla loro forma geometrica, i giunti possono essere classificati secondo il
prospetto seguente:
• giunti a piena penetrazione (testa a testa e a T);
• giunti a parziale penetrazione (testa a testa e a T);
• giunti a cordone d’angolo.
GIUNTO TESTA A TESTA GIUNTO TESTA A TESTA
A PIENA PENETRAZIONE A PARZIALE PENETRAZIONE

GIUNTO A T A PIENA
PENETRAZIONE

GIUNTO A T A PARZIALE GIUNTO A CORDONI


PENETRAZIONE D’ANGOLO

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ENTE MORALE
Progettazione delle giunzioni

Nell’ambito della progettazione, la selezione della tipologia più idonea, sulla base
delle prestazioni che il giunto deve garantire, deve essere effettuata considerando
alcuni aspetti principali:

• possibilità di effettuare i controlli non distruttivi previsti dai codici di progettazione


o dal progettista stesso: la controllabilità dei giunti è fortemente condizionata
dalla loro forma geometrica. Giunti a T, a parziale penetrazione e a cordoni
d’angolo presentano maggiori difficoltà di controllo rispetto ai giunti testa a testa
a piena penetrazione;

• effetti di concentrazione delle tensioni: nelle saldature a parziale penetrazione e


a cordoni d’angolo la particolare forma geometrica del giunto induce significative
concentrazioni di tensione, che devono essere considerate con attenzione in
particolar modo quando sono previsti carichi dinamici (rottura di schianto e
rottura per fatica) o ambienti chimicamente aggressivi (tensocorrosione).

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ENTE MORALE
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Dimensionamento e verifica dei giunti saldati: le normative ed i codici


di calcolo
Per la notevole importanza nei confronti della sicurezza della collettività, la
progettazione delle strutture è regolamentata da normative e codici di calcolo.
Nell’ambito del Corso non è ovviamente previsto un esame approfondito delle
normative vigenti; tuttavia il prospetto seguente, che elenca i codici principali
comunemente utilizzati per la progettazione delle strutture saldate, può
rappresentare un utile riferimento.
Strutture di carpenteria
Decreto Ministeriale 9 gennaio 1996: “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione
ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le
strutture metalliche”;

UNI CNR 10011 - 1988: “Costruzioni in acciaio - Istruzioni per il calcolo,


l’esecuzione, il collaudo e la manutenzione”;

UNI ENV 1993-1-1 - 1994: “Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture saldate in


acciaio - Parte 1 - 1: regole generali e regole per gli edifici”.

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ENTE MORALE
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Apparecchi a pressione
Decreto Ministeriale 21 Novembre 1972: “Norme per la costruzione degli
apparecchi a pressione”;

Raccolta VSR (emanata dall’ISPESL): “Specificazioni tecniche applicative del DM


21/11/72 per la verifica della stabilità di recipienti a pressione”;

Raccolta VSG: “Specificazioni tecniche applicative del DM 21/11/72 per la verifica


della stabilità dei generatori di vapore d’acqua”;

Raccolta S: “Specificazioni tecniche applicative del DM 21/11/72 per l’impiego della


saldatura nella costruzione e riparazione degli apparecchi e sistemi in pressione”;

Raccolta M: “Specificazioni tecniche applicative del DM 21/11/72 riguardanti


l’impiego dei materiali nella costruzione degli apparecchi e sistemi in pressione”;

ASME Boiler and pressure vessel code - Section VIII: “Rules for construction of
pressure vessels”.

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ENTE MORALE
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Calcolo dei giunti sollecitati staticamente


Calcolo dei giunti testa a testa secondo le prescrizioni della UNI CNR 10011
In un giunto testa a testa lo stato tensionale è definito da tre differenti componenti di
tensione, individuate sulla sezione longitudinale e sulla sezione trasversale del
giunto, come indicato nello schema seguente:
Cordone di saldatura

s t s

Sezione trasversale (ortogonale Sezione longitudinale (parallela


all’asse del cordone) all’asse del cordone)
L’altezza della sezione longitudinale è pari allo spessore minimo delle parti unite; la
lunghezza è pari alla lunghezza del giunto.

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ENTE MORALE
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La tensione ideale viene determinata combinando secondo il criterio di Von Mises le


singole componenti della tensione (calcolate sulla base delle azioni che sollecitano il
giunto):
sid =
2
σ  σ σ  σ  3τ
2 2

Per la verifica di sicurezza del giunto la tensione ideale deve essere confrontata con
la tensione ammissibile della saldatura:
sid < sadm,w
La tensione ammissibile di saldatura viene determinata sulla base della tensione
ammissibile del materiale base e della classe del giunto.
Giunti di I classe: sadm,w = sadm,mb
Giunti di II classe: sadm,w = 0.85 sadm,mb
Secondo la UNI CNR 10011 i giunti testa a testa sono suddivisi in due classi, in
relazione al livello di accettabilità di eventuali difetti di saldatura. Per un giunto di I
classe, caratterizzato da prestazioni superiori, il livello di accettabilità è ovviamente
più severo che per un giunto di II classe. I giunti di I classe devono appartenere
almeno al gruppo B definito dalla norma UNI 7278 (criteri di accettabilità
nell’esame radiografico di giunti saldati); i giunti di II classe devono appartenere
almeno al gruppo F.

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Calcolo dei giunti a cordoni d’angolo secondo UNI CNR 10011


In un giunto a cordoni d’angolo le tensioni vengono valutate su una sezione
convenzionale detta sezione di gola. Lo schema seguente indica le modalità con le
quali viene individuata, in casi differenti, la sezione di gola del cordone.

ANIMA
LATO DEL
CORDONE ALTEZZA DELLA
SEZIONE DI GOLA
Cordone d’angolo con Cordone d’angolo con
superficie esterna superficie esterna
concava convessa

CORDONE D’ANGOLO
PIATTABANDA
Cordone d’angolo Cordone d’angolo con
a lati disuguali angolo tra i lati = 90°

Come è possibile notare, l’altezza della sezione di gola è pari all’altezza del triangolo
che è possibile inscrivere nella sezione trasversale del cordone.

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ENTE MORALE
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In genere come lunghezza della sezione di gola viene adottata la lunghezza della
saldatura; un’opzione più cautelativa è detrarre un tratto, pari all’altezza della
sezione di gola, alle estremità del cordone (spesso caratterizzate da maggiori
difettosità).
Le componenti della tensione utilizzate nella verifica di sicurezza sono rappresentate
nello schema seguente.
CORDONE D’ANGOLO

SEZIONE
ANIMA DI GOLA

t
t
s

PIATTABANDA

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Per rendere più agevole il calcolo, la UNI CNR 10011 considera le tensioni riferite
alla sezione di gola ribaltata su uno dei lati del cordone, anziché alla sezione di gola
nella sua reale posizione.

La distribuzione delle tensioni all’interno


del cordone d’angolo è molto complessa,
ANIMA a causa degli effetti di concentrazione
SEZIONE DI GOLA
RIBALTATA
delle tensioni causati dalla forma stessa
del cordone. Per questo motivo nella
verifica non vengono utilizzati i
t tradizionali criteri di combinazione delle
tensioni, ma viene utilizzato un
opportuno dominio di sicurezza.
t
n

PIATTABANDA SEZIONE
DI GOLA
CORDONE D’ANGOLO

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Un dominio di sicurezza è, di fatto, la rappresentazione geometrica di un criterio


di combinazione delle tensioni. Se, come nel caso dei cordoni d’angolo, i criteri di
combinazione usuali non sono in grado di descrivere la “pericolosità” dello stato
tensionale, per definire un criterio di combinazione affidabile è necessario utilizzare,
come punto di partenza, opportuni dati sperimentali. Successivamente, i risultati
sperimentali ottenuti vengono interpolati, il più accuratamente possibile, con una
superficie geometrica semplice; l’equazione che descrive la superficie rappresenta il
criterio di combinazione delle tensioni cercato.

Storicamente, il metodo di verifica tuttora proposto dalla UNI CNR 10011 è stato
elaborato seguendo questo processo. All’inizio degli anni ‘50, in Olanda, vennero
effettuate le prime prove sperimentali, che consentirono ai principali Enti di
Normazione (ISO, DIN, BS……) l’elaborazione di opportuni criteri di combinazione
delle tensioni. Negli anni ‘70, l’Istituto Italiano della Saldatura definì un dominio di
sicurezza (la “sfera mozza”) in grado di rendere agevole e rapida la verifica dei
cordoni d’angolo: questo metodo di calcolo venne adottato dall’UNI ed è attualmente
utilizzato dalla UNI CNR 10011.

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La “sfera mozza”
n s
Il dominio di sicurezza proposto dalla UNI
t CNR 10011 è descritto da semplici
equazioni, che costituiscono, di fatto, i
criteri di combinazione delle tensioni
che vengono utilizzati nella verifica del
giunto.
La sicurezza del giunto è garantita se
sono verificate le relazioni seguenti:
t
ACCIAIO Fe 360

t t t 2  n 2  t 2 < 0.85 sadm,mb


n + t < sadm,mb
ACCIAIO Fe 430 e Fe 510

t 2  n 2  t 2 < 0.70 sadm,mb n + t < 0.85 sadm,mb

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Calcolo dei giunti a parziale penetrazione


I giunti a parziale penetrazione non vengono presi in considerazione dalla UNI CNR
10011. Tuttavia una verifica di sicurezza sufficientemente affidabile può essere
effettuata individuando una sezione di gola all’interno del cordone ed adottando le
modalità di calcolo previste per i giunti a cordoni d’angolo. L’entità della
penetrazione che è possibile ottenere utilizzando il procedimento di saldatura
previsto deve, in ogni caso, essere verificata effettuando prove opportune.
La sezione di gola viene determinata secondo lo schema seguente:

Anima
GIUNTO TESTA A TESTA GIUNTO A T
Cordoni a parziale
Cordoni a parziale
penetrazione
penetrazione Sezioni di gola

Sezioni di gola
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Esempi di calcolo
Nel seguito, per consentire una migliore comprensione delle nozioni e dei concetti
esposti nella prima parte della lezione, verranno presentati alcuni semplici esempi di
verifica di giunti saldati.
Giunto testa a testa a piena penetrazione
• Materiale base Fe 360
P • Tensione di snervamento fy=240 MPa
L • Tensione ammissibile materiale base
s sadm=160 MPa
P • Forza P=240 KN
• Spessore membrature s=10 mm
• Lunghezza del giunto L=200 mm
s
• Giunto di II classe
• Tensione ammissibile di saldatura: sadm,w=0.85sadm=136 MPa (giunto di II classe)
• Sezione resistente A=Ls=2000 mm2  s =P/A=120 MPa
Verifica: sid=s =120 MPa  sadm =136 MPa

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Giunto a cordoni d’angolo

P P/2

z P/2
L P
P/2

• Materiale base Fe 510 (fy=360 MPa, sadm=240 MPa)


• Forza P=300 KN; lunghezza del giunto L=200 mm; lato del cordone z=10 mm
• Tensione ammissibile di saldatura: sadm,w=0.7sadm=168 MPa
• Altezza della sezione di gola a=0.7z=7 mm  sezione di gola A=La=1400 mm2
• t =P/2A=107 MPa
Verifica: t =107 MPa  sadm =168 MPa
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Giunto a cordoni d’angolo, sollecitato da un momento torcente


L
P • Materiale base Fe 510 (fy=360 MPa, sadm=240
z MPa)
• Forza P=100 KN
d • lunghezza del giunto L=200 mm; lato del cordone
z=10 mm; distanza tra i cordoni d=220 mm;
eccentricità e=250 mm
• Tensione ammissibile di saldatura:
sadm,w=0.7sadm=168 MPa
e
P/2 • Altezza della sezione di gola a=0.7z=7 mm
 sezione di gola A=La=1400 mm2
Pe/d
Mt=Pe P • t =P/2A= 35 MPa
• t =Pe/Ad=81 MPa

Pe/d Verifica: t2  t2 =88 MPa  sadm,w =168 MPa

P/2 t =35 MPa  0.85 sadm =204 MPa

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Giunto a cordoni d’angolo, sollecitato da un momento flettente


z
P
P
L
Pe/2
Pe
P/2

Distribuzione delle
tensioni n
e
• Materiale base Fe 510 (fy=360 MPa, sadm=240 MPa); forza P=100 KN
• lunghezza giunto L=200 mm; lato del cordone z=10 mm; eccentricità e=100 mm
• Tensione ammissibile di saldatura: sadm,w=0.7sadm=168 MPa
• Altezza della sezione di gola a=0.7z=7 mm  sezione di gola A=La=1400 mm2
• t =P/2A= 35 MPa; n =ML/2J=3Pe/aL2=107 MPa

Verifica: t 2  n 2=112 MPa  sadm,w =168 MPa; n = 107 MPa  0.85 sadm =204 MPa
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Nodo trave-colonna (giunto a cordoni d’angolo)


Piattabanda della colonna

L1

h1 L2 h2 L3

Cordoni 1 e 2 Cordoni 3
P (piattabande (anima della
della trave) trave)
• Materiale base Fe 510 (fy=360 MPa, sadm=240 MPa); P=300 KN; M=150 KNm
• Dati geometrici: L1=300 mm; L2=144 mm; h1=310 mm; h2=260 mm; L3=270 mm
• Lato cordoni 1,2 e 3: z=10 mm

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Verifica dei cordoni


Momento d’inerzia della sezione resistente
J1=L1ah12 /2; J2=L2ah22; J3 =aL33/6; J= J1+J2+J3=1.92*108 mm4
Cordone 1
Nell’ipotesi che la forza di taglio P sia completamente equilibrata dai cordoni 3 (in
una trave a doppio T, infatti, il contributo all’equilibrio del taglio da parte delle
piattabande è trascurabile), la tensione che sollecita i cordoni è indotta dal solo
momento flettente M, e l’unica componente presente è la tensione n.
n=M(h1+a)/2J=123 MPa < 0.85 sadm= 204 MPa
Cordone 2
Anche per il cordone 2 possono essere ripetute le considerazioni esposte per il
cordone 1; la verifica non è quindi necessaria, dal momento che, a causa della
distribuzione delle tensioni normali sulla sezione resistente, la componente n è
sicuramente inferiore rispetto al valore calcolato per il cordone 1.
Cordone 3
In questo caso le componenti presenti sono due: n e t .
n=ML3/2J=105 MPa < 0.85 sadm= 204 MPa; t =P/2L3a=79 MPa 
t 2  n 2 =131 MPa  0.7 sadm=168 MPa.
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Coefficiente di sicurezza e modulo di efficienza


Nella lezione precedente è stato introdotto il concetto di coefficiente di sicurezza,
che definisce un opportuno “margine” tra la sollecitazione indotta dalle forze
esterne (tensione ideale) e le prestazioni massime del materiale (tensione di
snervamento). Questo “margine di sicurezza” tutela il progettista dalle numerose
fonti di incertezza che possono influenzare gli esiti della progettazione.
Nel progetto delle strutture di carpenteria, il coefficiente di sicurezza definisce una
tensione ammissibile con la quale viene confrontata la tensione ideale. Nella
verifica dei giunti a piena penetrazione, l’entità del coefficiente di sicurezza varia in
relazione alla classe del giunto e quindi, di fatto, alla severità del controllo non
distruttivo previsto.
Nelle prescrizioni per la verifica degli apparecchi in pressione proposte dalla
Raccolta VSR viene seguito un criterio molto simile. La tensione ammissibile,
definita dalla Raccolta VSR “sollecitazione massima ammissibile”, viene
calcolata considerando la variazione delle caratteristiche del materiale con la
temperatura di progetto e l’eventualità che si manifestino fenomeni di scorrimento
viscoso; anche in questo caso viene previsto un coefficiente di sicurezza unico per
tutte le possibili fonti di incertezza.

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I giunti saldati sono suddivisi in tre differenti categorie: a ciascuna di esse


corrisponde un valore del modulo di efficienza:
• Categoria I: modulo di efficienza z=1
• Categoria II: modulo di efficienza z=0.85
• Categoria III: modulo di efficienza z=0.7
Il modulo di efficienza rappresenta la quota parte della sollecitazione massima
ammissibile che viene effettivamente utilizzata nella verifica di sicurezza.
Ciascuna categoria è caratterizzata da prescrizioni e requisiti (“Raccolta S”):
• tipologia ed estensione dei controlli non distruttivi, in relazione alla posizione del
giunto nell’apparecchio a pressione (saldature longitudinali, circonferenziali,
giunti bocchello-fasciame…..);
• materiali ammessi;
• limitazione sugli spessori delle membrature, sulle temperature servizio e sui
processi di saldatura;
• prove sui talloni di produzione richieste.

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UNI ENV 1993 - 1 - 1 “Eurocodice 3”


I “collegamenti saldati” sono esaminati nel paragrafo 6.6. Le prescrizioni del
codice possono essere applicate:
• agli acciai per impieghi strutturali designati dalle normative:
• UNI EN 10025 “Prodotti laminati a caldo di acciai non legati per
impieghi strutturali - Condizioni tecniche di fornitura”;
• UNI EN 10113 “Prodotti laminati a caldo di acciai saldabili a grano
fine, per impieghi strutturali. Condizioni generali di fornitura”;
• alle giunzioni realizzate con materiali d’apporto compatibili, in termini di
caratteristiche meccaniche, con i materiali base adottati, utilizzando i
processi di saldatura seguenti:
• SMAW;
• FCAW;
• GMAW;
• SSAW;
• SAW;
• GTAW;
• per spessori superiori o uguali a 4 mm.

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La classificazione delle giunzioni


utilizzata dall’Eurocodice 3 è
sintetizzata nel prospetto a lato:

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Saldature a cordone d’angolo:


• l’angolo tra le membrature deve essere compreso tra 60° e 120°;
• le saldature a tratti devono rispettare opportune limitazioni dimensionali
(vedere diapositive seguenti);
• non è consentito, in generale, l’utilizzo di cordoni di saldatura realizzati su
un solo lato: in tal caso, infatti, l’eccentricità del cordone rispetto alla
direzione della forza agente può indurre un momento flettente attorno
all’asse longitudinale della saldatura;
• cordoni d’angolo realizzati su un solo lato possono essere realizzati
solamente sull’intero perimetro di una sezione cava;
• le singole passate delle saldature a cordoni d’angolo non devono terminare
in corrispondenza degli angoli delle parti che uniscono, ma devono essere
depositate con continuità, a piena sezione, attorno all’angolo stesso, e
chiuse su un tratto rettilineo, a distanza opportuna (almeno due volte il lato
del cordone) da possibili punti di concentrazione di tensione: è noto, infatti,
che nei crateri iniziali e finali è più frequente la presenza di difettosità.

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Limitazioni dimensionali in saldature a tratti a cordone d’angolo:

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Dettagli nei quali il cordone d’angolo è depositato su un solo lato della


membratura:

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Dimensionamento delle giunzioni


Saldature testa a testa e di testa a T a completa penetrazione:
• la resistenza della saldatura è pari alla resistenza della sezione più debole
tra quelle unite dalla giunzione.
Saldature a parziale penetrazione:
• è in generale necessario determinare, con prove preliminari, l’effettiva
profondità della penetrazione che è possibile realizzare;
• nel caso in cui non vengano effettuate prove preliminari, e siano adottate
preparazioni a U, V o J, sarà possibile considerare, come altezza “a” della
sezione resistente, la profondità della penetrazione meno 2 mm (si veda lo
schema riprodotto in basso).

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Saldature a T a parziale penetrazione:


• in alcuni casi, è possibile considerare le giunzioni come a T a piena
penetrazione;
• negli altri casi, l’altezza della sezione resistente deve essere valutata con i
criteri già esaminati.

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Saldature a parziale penetrazione e a cordone d’angolo:

La resistenza di una saldatura a cordoni d’angolo risulta adeguata se, in


ciascun punto della sua lunghezza, la risultante di tutte le forze per unità di
lunghezza trasmesse dalla saldatura non supera la sua resistenza di progetto
Fw,Rd.
Fw,Rd = fvw,d a

in cui:
• a rappresenta l’altezza della sezione resistente (ed è pari, per saldature a
cordone d’angolo, all’altezza della sezione di gola);
• fvw,d è la resistenza di progetto a taglio della saldatura, definita
dall’equazione:

fu / 3
fv w,d 
 w  Mw

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Progettazione delle giunzioni

Nell’equazione:
fu / 3
fv w,d 
 w  Mw

• Fu rappresenta la resistenza a rottura per trazione;


 w è un coefficiente di correlazione (variabile da 0.8 a 0.9 in funzione della
tipologia di materiale utilizzato);
 Mw è il coefficiente di sicurezza del materiale per le giunzioni saldate.

Per quest’ultimo, l’Eurocodice 3 (paragrafo 6.1.1.) propone un valore pari a


1.25; si tratta, tuttavia, di un VALORE INCASELLATO, la cui definizione è
demandata al Documento di Applicazione Nazionale che, secondo il
programma degli Eurocodici, ciascuno stato membro deve redigere.
Per l’Italia, il DAN è rappresentato dal D.M. 9/1/1996, che fissa il valore del
coefficiente di sicurezza Mw a 1.35.

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Coefficiente di correlazione e resistenza a rottura per trazione per differenti


materiali:

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