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Organi di trasmissione
Vite e madrevite possono realizzare un accoppiamento elicoidale tale che la rotazione di uno
dei due elementi (impedito di traslare), provochi la traslazione dell’altro (impedito di ruotare):
vite di manovra
Elementi principali di
una filettatura
Gli elementi che caratterizzano una filettatura sono:
forma del profilo
passo
numero dei principi
diametro nominale
Angolo e senso dell’elica
Lunghezza di avvitamento
Forma del profilo
La forma del profilo è la figura che risulta dalla sezione di una filettatura con un piano che contiene l’asse della
filettatura stessa.
Si distinguono tre tipi di profili:
Quando vite e madrevite sono accoppiate, i rispettivi fianchi sono a contatto solo per un certo
tratto: la lunghezza di questo tratto misurata perpendicolarmente all’asse della filettatura si
chiama ricoprimento, indicato con H1 nella figura.
Filettatura ISO
La filettatura metrica ISO rappresenta lo standard riconosciuto dall'
Organizzazione internazionale per la normazionea partire dal 1947. Essa consiste in una
filettatura a profilo triangolare con angolo di profilo a 60°.
Le viti con filettatura metrica ISO vengono identificate da una M seguita dal diametro
nominale in mm e, in caso di filettatura a passo fine, dal passo di filettatura.
Esempi:
• Filettatura a passo standard (grosso) diametro nominale 8 mm: M8.
• Filettatura a passo fine diametro nominale 10 mm passo 0,75 mm: M10 × 0,75
Nota: i filetti standard sono sempre "grossi" dato che tale passo è il più grosso tra quelli
che assicurano la tenuta contro lo svitamento; se si vuole ottenere un serraggio
antisvitamento occorre usare il passo standard o passi più fini.
Le filettature si convengono sempre con spirale destra (avvitamento in senso orario); per
particolari usi meccanici, la filettatura può essere realizzata con spirale sinistra
(avvitamento in senso antiorario); in tal caso, la filettatura di cui sopra sarà: M10 × 0,75
[LH] (left hand).
ISO
Maggiore resistenza del filetto -> utilizzate per materiali caratterizzati da bassa
resistenza a trazione; •
Si utilizzano quando non sono richieste esigenze specifiche di precisione;
• Si utilizzano in caso di collegamenti rapidi;
• Si utilizzano in caso di alto rischio di danneggiamento del filetto (corrosioni ed urti);
PASSO FINE
La filettatura a passo fine viene utilizzata quando è richiesta maggior capacità anti
svitamento, oppure capacità di tenuta ai fluidi o quando è necessaria una regolazione
dell’avvitamento molto preciso.
• Vengono utilizzate quando si desiderino spostamenti graduali e più precisi. • Il gioco
tra creste e fondi è minore in quanto è proporzionale al passo.
Esempio
UNI 5737 M6 × 0.75 × 40 – 8.8
• UNI 5737 è la norma di riferimento adottata nel caso in questione;
• M6 indica una filettatura metrica (M) di diametro 6 mm
• × 0.75 rappresenta l'indicazione del passo di filettatura;
• × 40 indica la lunghezza nominale;
• 8.8 indica la classe del materiale, in particolare: il primo numero rappresenta il
carico a rottura del materiale (×100 MPa, quindi in questo caso pari a 800 MPa);
il secondo numero rappresenta il carico di snervamento del materiale (×10 in
percentuale rispetto al carico di rottura, nel caso specifico pari a 640 MPa). La
classe 8.8 è la tipica classe della viteria utilizzata in carpenteria.
Le filettature di dimensioni non normalizzate vengono invece identificate ponendo
la lettera M alla fine della dicitura (e non all'inizio) per esempio in questo modo:
24 × 0.75 M
Elementi di collegamento: VITI
cilindri filettati da entrambe le parti (anche con passo diverso), una delle quali (radice)
viene avvitata a fondo, con leggero forzamento, in un foro, mentre l’altra (gambo),
rimanendo sporgente, consentirà il collegamento con l’uso di un dado di serraggio.
Utilizzo:
• - quando il materiale del foro non sopporta frequenti svitamenti (ghisa, leghe leggere,
ecc.); in questo
• caso si utilizzerà un passo grosso lato radice e un passo fine lato gambo;
• - Quando vi sono esigenze di disegno (accessibilità, spazi di manovra).
• - Elementi di riferimento per il centraggio.
Montaggio e smontaggio di un prigioniero. Si effettua avvitando
sul lato gambo due dadi (dado e controdado). Una volta a
contatto la rotazione di uno dei due dadi provoca la rotazione
del prigioniero.
.
DADI-Ghiera
Dado :Elemento con foro filettato, con dispositivo di trascinamento (esagono, quadro,
alette, zigrinatura, etc.), destinato ad essere avvitato su di una vite od un prigioniero,
per realizzare un collegamento a pressione.
Ghiera :dado cilindrico di dimensioni diametrali molto ampie rispetto alla lunghezza
assiale ----> Utilizzo: montaggio dei cuscinetti volventi
Collegamenti filettati
Collegamento con Bullone
Bullone: insieme (smontabile) di vite e dado
Ha come funzione il collegamento per serraggio di parti che sono provviste di fori
passanti.
È più economico del collegamento con vite mordente, però è ingombrante a causa
della sporgenza del dado.
I fori sono eseguiti con diametro maggiore del diametro del gambo della vite e le
loro dimensioni sono raccolte nelle tabelle UNI EN 20273.
il rapporto tra diametro e lunghezza del gambo deve essere tale da garantire
un’adeguata deformabilità longitudinale con buona elasticità̀ in grado di assorbire
vibrazioni (valori tra 1/5 e 1/8).
Il raggio di raccordo tra testa e gambo deve essere sufficiente per evitare
concentrazioni di sforzo.
Collegamento con vite prigioniera
È usato quando si prevedono frequenti smontaggi delle parti. La vite prigioniera rimane
forzata (lato radice) nella relativa madrevite ed evitandone di conseguenza l’usura.
La vite prigioniera è forzata con il lato radice nel foro filettato di uno dei due pezzi,
mentre nell’altro è praticato un foro passante di diametro maggiore di quello del
diametro di vite del lato gambo.
Il serraggio delle parti si ottiene mediante il dado che si avvita sulla parte filettata del
lato gambo
. La lunghezza di avvitamento del lato radice deve risultare inferiore alla lunghezza di
filettatura utile della madrevite in caso di foro cieco analogamente a quanto avviene per la
vite mordente.
Collegamento con vita mordente
La vite si impegna in un foro filettato che può essere passante o cieco.
Può essere utilizzato per unire tra loro due piastre oppure una piastra con un pezzo di
notevole spessore.
Se il foro filettato è cieco, la lunghezza di avvitamento deve risultare inferiore alla
lunghezza della parte di filettatura utile della madrevite.
Il collegamento con vite mordente occupa poco spazio, con una conseguente riduzione
degli ingombri e delle dimensioni dei pezzi collegati e consente la manovra della vite
con accesso da una sola parte.
Se sono richiesti frequenti smontaggi, si può presentare
l’inconveniente della rapida usura dei filetti della madrevite.
Se sono richiesti frequenti smontaggi, si può presentare
l’inconveniente della rapida usura dei filetti della madrevite.
Se il foro filettato è cieco, la lunghezza di avvitamento deve risultare
inferiore alla lunghezza della parte di filettatura utile della madrevite
Un foro cieco è un foro che viene effetuato a una profondità specificata senza sfondare l'altro lato del pezzo
Tipi di innesti
A. taglio: è un'impronta sempre meno usata visto che la lama del giravite può facilmente scivolare e danneggiare il materiale
circostante: per questi motivi è sempre più difficile da reperire sul mercato, sia nella tipologia metrica che in quella
autofilettante;
B. Phillips o a croce: ha un'incisione a croce che agevola la centratura dell'utensile e ne impedisce lo scivolamento; le pareti delle
scanalature sono leggermente svasate in modo che il giravite si sollevi in caso di eccessiva resistenza per salvaguardare il
filetto della vite;
C. Pozidriv: (brevettato) è simile a quello a croce ma non prevede la fuoriuscita dell'utensile; ha quattro scanalature minori tra le
scanalature principali, un giravite a croce può operare su una vite Pozidriv ma non viceversa;
D. Torx: la testa ha un foro con sezione a stella a sei punte arrotondate; fu impiegato nei primi computer Apple come
antimanomissione. Attualmente questo tipo di testa viene preferita alla più comune esagonale (Vedi E)) quando il montaggio
avviene in stazioni robotizzate;
E. Esagonale o a brugola o Allen o TCE (Testa Cava Esagonale): la testa ha un foro esagonale e l'utensile è costituito da una
barra di sezione esagonale piegata a L o a T (chiave a brugola o imbus) oppure inserita su bussola con innesto femmina da
usare con apposite leve e cricchetti, è anche conosciuto con la sigla T.C.E.I. (Testa Cilindrica Esagono Incassato);
F. Robertson: simile alla brugola ma a sezione quadrata, è usato principalmente in Canada;
G. Tri-Wing: intaglio con tre incisioni a stella, marchio registrato dalla Philips Company, usato nel Game Boy di Nintendo e in
alcuni caricabatterie per cellulari per prevenire lo smontaggio;
H. Torq-Set: marchio registrato dalla Philips Company, simile a quello a croce ma con i quattro intagli leggermente sfalsati;
I. Spanner: utilizza due fori per evitare manomissioni e vandalismi. È usata in aree esposte al pubblico quali ascensori e citofoni;
J. Double hex
K. One-way screw
L. Polydrive o RIBE CV
M. Triple square o XZN
N. Bristol
Classi di Resistenza
copiglia e spina: sono elementi di forma diversa, che vengono inseriti in un foro
passante praticato trasversalmente all’estremità
della vite; per evitarne lo sfilamento, le copiglie sono ripiegate attorno al filetto o sugli
intagli del dado dentellato (dadi a corona) le spine sfruttano l’attrito dovuto alla loro
conicità
Coppiglie
VITI E DADI CONICI
Quando una vite viene serrata, la trazione genera un attrito sotto la testa della vite e
nella filettatura. In generale bisogna considerare che almeno il 50% della coppia di
serraggio applicata viene dispersa nell' attrito che si sviluppa tra la testa della vite
e la superfice a contatto con essa, come se non bastasse un ulteriore 30% viene
disperso nell' attrito tra le filettature di vite e foro. In conclusione solo il 10% della
coppia applicata viene utilizzata per il tensionamento della vite.
l precarico, grazie all’attrito sotto testa della vite, è l’unica forza in grado di opporsi
allo svitamento. La maggior parte della coppia applicata alla vite è dissipata per attrito
sotto testa e sul filetto. La maggior parte della coppia applicata alla vite è dissipata per
attrito sotto testa e sul filetto. L’attrito influenza in modo determinante quanta coppia si
trasforma in precarico.
Per ottenere accoppiamenti corretti occorre che il bullone di serraggio sia sottoposto ed
eserciti una forza di precarico ottimale:
• precarico troppo debole: rischio di allentamento del giunto;
• precarico troppo forte: stress del bullone o dei componenti, con deformazione e
rischio di rottura.
Coefficiente attrito sottotesta
.
Filettature Trapezoidali
Sono utilizzate per viti di manovra cioè quando, ruotando la vite o la madrevite, si
vuole ottenere uno spostamento reciproco di due organi meccanici, soprattutto per
trasmissione di carichi di notevole entità. Minore è l’angolo θ, maggiore è l’angolo α,
maggiore è il rendimento, migliore è la trasmissione del moto.
Il rendimento massimo si avrebbe con il profilo quadrato
Le dimensioni delle filettature trapezie sono espresse in millimetri e l’angolo formato
dai fianchi del filetto determina un angolo di profilo di 30°.
Le dimensioni sono espresse in millimetri e l’angolo formato dai fianchi del filetto
determina un angolo di profilo di 30 °.
Designazione
La designazione si effettua indicando il simbolo Tr seguito dal diametro nominale e dal
passo del profilo. Se la vite ha più filetti, dopo il diametro nominale si indica il passo
dell’elica e poi tra parentesi il passo del profilo; se la filettatura è sinistra, si aggiunge
LH (Left Hand).
Esempi:
Tr 50 x 8 diametro nom. 50 mm, passo 8 mm
Tr 50 x 24 (P8) LH diametro nom. 50 mm, 3 principi, passo 8mm, sinistra
QUALI SONO I VANTAGGI DELLA FILETTATURA
TRAPEZOIDALE?
.
Filettature Whitworth
Sono state le prime ad essere unificate nel 1841 ed hanno costituito la base di molti
sistemi di filettature.
Il profilo di base è un triangolo isoscele con angolo al vertice di 55°.
Nel profilo di esecuzione fondo e cresta del filetto sono arrotondati sia nella vite che
nella madrevite.
Dimensioni espresse in pollici;
Passo definito in base al numero z di filetti presenti su una lunghezza assiale di un
pollice
Le filettature Whitworth sono designate indicando: il diametro nominale, espresso in
pollici o frazioni di pollice, seguito dalla lettera W.
Esempi:
1⁄2 W d= 12.700, P=2.117, z=12 In tabella
1⁄2 x 10 W (Dnom) x (# fil/ pollice) W
Formule Withworth