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APPUNTI

Collegamenti filettati

Definizione

I collegamenti filettati sono caratterizzati dall’essere ottenuti mediante accoppiamento tra due
elementi, vite e madrevite, lungo superfici che presentano una geometria di tipo elicoidale
(filettatura).

Figura 1. Esempi di collegamenti filettati.

La filettatura si presenta come un risalto, esterno o interno, che si avvolge a elica sulla superficie
cilindrica o conica degli elementi del collegamento. Tale risalto ha una particolare forma geometrica
che caratterizza e differenzia i vari tipi di filettature.

Figura 2. Detailed representation of a thread (ISO 6410‐1:1996).


Figura 3. Diversi oggetti filettati.

I collegamenti filettati sono ampiamente adottati in ambito tecnico con funzione di giunzione
smontabile, di registrazione o manovra.

Figura 4. Esempio di profilo filettato utilizzato per una funzione di manovra (cric) e di giunzione (dado).

Elementi della filettatura

La forma del profilo del filetto, evidenziabile mediante una sezione mediante un piano passante per
l’asse della filettatura, costituisce l’elemento caratteristico dello stesso. Si hanno filetti a profilo
triangolare, trapezoidale, a denti di sega, circolare, etc.

Figura 5. Esempi di differenti profili di filetto.

Due sono gli elementi dimensionali fondamentali per la definizione del filetto: il diametro nominale,
ovvero di riferimento, che comunemente corrisponde al diametro esterno della vite; il passo del
profilo (P=Pitch), ovvero la distanza tra due creste consecutive del filetto.
Figura 6. Basic profile of a screw thread (ISO 68‐1:1998).

Influenzano le caratteristiche dimensionali e funzionali della filettatura anche il numero dei filetti
presenti. Infatti sulla medesima superficie è possibile generare due o più filetti contigui (Figura 7). Il
vantaggio di un maggior numero di filetti consiste nell’avere un passo di filettatura più ampio e una
ridotta profondità del filetto, ovvero un diametro resistente della vite maggiore a parità di passo
della filettatura.

Figura 7. Rappresentazione di una vite a due filetti.

L’avanzamento (L = lead) costituisce la distanza assiale percorsa tra vite e madrevite a fronte di una
rotazione relativa di un angolo giro completo. L’avanzamento (passo della filettatura Figura 7) è dato
dal passo del singolo filetto per il numero di filetti presenti. L’indicazione nel caso di più principi
dovrà includere il valore dell’avanzamento e del passo. Per esempio l’indicazione L3‐P1,5 indica una
filettatura a due principi con passo del filetto 1,5 mm e avanzamento 3mm)

Infine, il senso dell’elica che può essere destro, come nella maggior parte dei casi, o sinistro in alcuni
casi particolari (per esempio: saracinesche di intercettazione fluidi). Quando, ruotando in senso
orario, il movimento è di allontanamento rispetto all’osservatore, il senso dell’elica è destro,
viceversa è sinistro. Comunemente è sottinteso che il senso dell’elica sia destro, nel caso di senso
dell’elica sinistro, l’indicazione della filettatura dovrà essere seguita dalle due lettere LH (Left Hand).
Figura 8. Esempi di vite a filetto destro (sx) e sinistro (dx) con freccia indicante il senso di rotazione del dado.

Tipologie

Le tipologie di filettature più comuni sono:

 Filettature metriche ISO


Si tratta di una tipologia ampiamente adottata in ambito industriale per i collegamenti
smontabili. Il profilo di filetto è un triangolo equilatero (Figura 6). Le sue dimensioni sono
normalizzate nello standard ISO 261:1998 (Figura 9): nella prima colonna sono riportati i
diametri nominali del filetto consigliati e che si trovano sicuramente in commercio; nella
seconda i diametri nominali consigliati ma di cui non si garantisce completamente la
presenza sul mercato e, infine, nella terza colonna i diametri nominali che, pur essendo
normalizzati, sono sconsigliati. La stessa tabella, in corrispondenza dei vari diametri riporta
la dimensione del passo principale (“grosso”) del filetto e la serie dei passi secondari (“fine”)
normalizzati.
La filettatura viene indicata con la lettera M seguita dal diametro nominale nel caso di filetto
a passo grosso (principale); con la lettera M seguita dal diametro nominale, dalla lettera x e
dalle dimensioni del passo nel caso di filetto a passo fine (secondario); infine, nel caso il
passo del filetto non sia tra quelli normalizzati, l’indicazione include il diametro nominale, la
lettera x seguita dal passo scelto e dalla lettera M.
Di seguito una serie di esempi:
M10: Filetto metrico ISO di diametro nominale 10 mm a passo grosso (1,5 mm).
M8x0,75: Filetto metrico ISO di diametro nominale 8 mm a passo fine di 0,75 mm.
6x0,5M: Filetto metrico ISO di diametro nominale 6 mm e passo 0,5 mm non normalizzato.
M8 LH: Filetto metrico ISO di diametro nominale 8 mm a passo grosso (1,25 mm), senso
dell’elica sinistro.
M10xL3‐P1: Filetto metrico ISO di diametro nominale 10 mm a tre filetti con passo 1mm.
Figura 9. Tabella dei diametri nominali e dei passi di filetto per filettature metriche ISO.

 Filettature WhitWorth
Si tratta di una filettatura basata sul sistema dimensionale imperiale e il cui profilo è un
triangolo isoscele con angolo di 55° fra le creste (Figura 10).
Le dimensioni della filettatura sono espresse in pollici. I diametri normalizzati della
filettatura sono riportati in Figura 11, dove sono riportati anche i valori dei passi
standardizzati (passo “grosso”); si noti che l’indicazione del passo è espressa come numero
di filetti per pollice. Esiste una ulteriore tabella che indica i profili normalizzati a passo “fine”.
Questa filettatura è importante in ambito industriale perché è alla base di tutte le giunzioni
adottate nelle tubazioni idrauliche.
La segnalazione della filettatura avviene mediante l’indicazione del diametro nominale in
pollici seguita dalla lettera W.
Esempio:
3/8” W: Filetto a profilo Withworth di diametro nominale 3/8 di pollice a passo grosso
normalizzato (16 filetti per pollice).
Figura 10. Basic form of Withworth thread (BS 84:2007).

Figura 11. Dimensioni nominali della filettatura Withworth (Basic Standard Withworth (B.S.W.) coarse thread series).

 Filettature Gas non a tenuta sul filetto


È una filettatura con profilo identico alla filettatura Withworth ed è adottata per giunzioni
idrauliche dove la protezione dalla fuoriuscita di liquidi è lasciata alla presenza di una
guarnizione.
La dimensione nominale del filetto è di tipo convenzionale (simbolico), infatti fa riferimento
al diametro interno del tubo di passaggio del fluido. Così una filettatura Gas di 1” avrà un
diametro nominale effettivo di 33,249 mm (Figura 12).
L’indicazione della filettatura prevede di fare precedere la lettera G al diametro simbolico.
Esempio:
G 1/2”: Filettatura Gas non a tenuta sul filetto di diametro convenzionale pari a 1/2” (20,955
mm e passo 1,814 – 14 filetti per pollice).
Figura 12. Dimensioni nominali della filettatura Gas non a tenuta sul filetto (ISO 228‐1:2003 e ISO 228‐1:2003).

 Filettature Gas a tenuta sul filetto


Si tratta di una filettatura a profilo Withworth che presenta sempre una vite conica e una
madrevite cilindrica o conica (ISO 7‐1: e ISO 7‐2: ).
In questo caso la tenuta è demandata alla filettatura senza la presenza di guarnizioni.
Come per la filettatura Gas anche in questo caso il diametro nominale è indicato sulla base
del diametro interno del tubo di passaggio del fluido (Figura 13).
La sua indicazione prevede l’utilizzo della lettera R che precede il diametro simbolico nel
caso della vite e della lettera R con pedice p o pedice c nel caso di madrevite cilindrica o
conica rispettivamente.
Esempio:
R 1/2”: Vite conica a profilo Withworth a tenuta sul filetto di diametro simbolico 1/2”.
Rp 1”: Madrevite cilindrica a profilo Withworth a tenuta sul filetto di diametro simbolico 1”.
Rc 3/8”: Madrevite conica a profilo Withworth a tenuta sul filetto di diametro simbolico
3/8”.

Figura 13. Dimensioni nominali della filettatura a tenuta sul filetto.

 Filettature trapezie
Questa tipologia di filettature presenta un profilo di filetto trapezio (Figura 14) e sono
prevalentemente adottate per i collegamenti di manovra, ovvero dove si necessita di
trasformare il moto rotatorio in moto traslatorio nelle macchine.
Nella loro indicazione la lettera T e il pedice r precedono il diametro nominale della
filettatura e il suo passo, separati da una x.
Esempio:
Tr 40x7: Filettatura a profilo trapezio di diametro nominale 40 mm e passo del filetto pari a 7
mm.

Figura 14. Forma del profilo della filettatura trapezia.

Rappresentazione grafica

La filettatura viene sempre rappresentata mediante una linea fine parallela o concentrica, per un
arco appena superiore ai 270°, al bordo esterno della superficie su cui è realizzata. Una linea
continua, di spessore più grosso, indica il termine dei filetti utili della filettatura, ovvero la lunghezza
effettivamente utilizzabile del tratto filettato, sia sulla vite, sia nella madrevite (Figura 15 e Figura
16).

Il tratto inclinato indicante la parte di filetti incompleti sulla vite è talvolta utilizzato nella
rappresentazione del collegamento con vite prigioniera (Figura 17).

Arco di circonferenza
indicante la filettatura

Fine tratto utile di filettatura

Segmento
indicante la
filettatura

Figura 15. Rappresentazione foro cieco filettato.


Segmento e arco indicanti la filettatura

Fine tratto utile di filettatura

Figura 16. Rappresentazione filettatura esterna.

Tratto inclinato
Fine tratto utile indicante la
di filettatura zona di filetti
incompleti

Figura 17. Rappresentazione accoppiamento vite prigioniera in foro cieco filettato.


Figura 18. Esempio di collegamento con vite a testa esagonale mordente in foro cieco filettato.

Figura 19. Esempi (dall’alto a sinistra in senso orario): vite mordente in foro passante e sistema di anti‐allentamento;
bullone (vite+dado); vite prigioniera in foro cieco; vite mordente in foro cieco e sistema di anti‐allentamento.
Figura 20. Dimensioni relative alla filettatura per una vite e per un foro cieco filettato.

Riferimenti

BS 84:2007 ‐ Parallel screw threads of Whitworth form – Requirements

ISO 7‐1:1994 ‐ Pipe Threads where Pressure‐Tight Joints are made on the Threads; Part 1:
Dimensions, Tolerances and Designation

ISO 7‐2:2000 ‐ Pipe Threads where Pressure‐Tight Joints are made on the Threads; Part 2:
Verification by means of Limit Gauges

ISO 68‐1:1998 ‐ ISO general purpose screw threads — Basic profile ‐ Part 1: Metric screw threads

ISO 68‐2:1998 ‐ ISO general purpose screw threads — Basic profile ‐ Part 2: Inch screw threads

ISO 225:2010 ‐ Fasteners — Bolts, screws, studs and nuts — Symbols and descriptions of dimensions

ISO 228‐1:2003 ‐ Pipe threads where pressure‐tight joints are not made on the threads — Part 1:
Dimensions, tolerances and Designation

ISO 228‐2:2003 ‐ Pipe threads where pressure‐tight joints are not made on the threads — Part 2:
Verification by means of limit gauges

ISO 261:1998 ‐ ISO general purpose metric screw threads — General plan

ISO 262:1998 ‐ ISO general purpose metric screw threads — Selected sizes for screws, bolts and nuts

ISO 965‐1:2013 ‐ ISO general purpose metric screw threads — Tolerances ‐ Part 1: Principles and
basic data

ISO 965‐2:1998 ‐ ISO general purpose metric screw threads — Tolerances ‐ Part 2: Limits of sizes for
general purpose external and internal screw threads — Medium quality

ISO 965-3:2021‐ISO general purpose metric screw threads — Tolerances ‐ Part 3: Limit deviations for
screw threads

ISO 965‐4:2021 ‐ ISO general purpose metric screw threads — Tolerances ‐ Part 4: Limits of sizes for
hot‐dip galvanized external screw threads to mate with internal screw threads tapped with tolerance
position H or G after galvanizing
ISO 965‐5:1998 ‐ ISO general purpose metric screw threads — Tolerances ‐ Part 5: Limits of sizes for
internal screw threads to mate with hot‐dip galvanized external screw threads with maximum size of
tolerance position h before galvanizing

ISO 2902:2016 ‐ ISO metric trapezoidal screw threads — General plan

ISO 2903:2016 ‐ ISO metric trapezoidal screw threads — Tolerances

ISO 6410‐1:1996 ‐ Technical drawings — Screw threads and threaded parts — Part 1: General
conventions

ISO 6410‐2:1996 ‐ Technical drawings — Screw threads and threaded parts — Part 2: Screw thread
inserts

ISO 6410‐3 ‐ Technical drawings — Screw threads and threaded parts ‐ Part 3: Simplified
representation

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